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ORLANDO

FURIOSO
CANTO XII
IL PALAZZO INCANTATO DI ATLANTE
DALLA 26° ALLA 33° OTTAVA
TESTO. 26° E 27° OTTAVA PARAFRASI
26 26
Quivi entra, che veder non la può il mago, Entra nel castello, invisibile agli occhi del mago,
e cerca il tutto, ascosa dal suo annello; e gira dappertutto, nascosta dall’anello.
e trova Orlando e Sacripante vago Incontra Orlando e Sacripante che vagano
di lei cercare invan per quello ostello. nel tentativo invano di trovarla in quel palazzo.
Vede come, fingendo la sua immago, Vede come, simulando con l’incantesimo la sua immagine,
Atlante usa gran fraude a questo e a quello. Atlante inganni l’uno e l’altro.
Chi tor debba di lor, molto rivolve Chi di loro due debba prendere come guida (per tornare in
nel suo pensier, né ben se ne risolve. Oriente)
valuta molto nei suoi pensieri senza riuscire a decidersi.
27 27
Non sa stimar chi sia per lei migliore, Non riesce a valutare chi dei sua sia il meglio per lei,
il conte Orlando o il re dei fier Circassi. Il conte Orlando o Sacripante.
Orlando la potrà con più valore Orlando la potrà con più valore
meglio salvar nei perigliosi passi: proteggere nei punti più pericolosi del cammino:
ma se sua guida il fa, sel fa signore; ma se lo farà sua guida, lo farà anche suo signore;
ch'ella non vede come poi l'abbassi, non riesce quindi a vedere come potrà poi togliergli la
qualunque volta, di lui sazia, farlo signoria,
voglia minore, o in Francia rimandarlo. non appena, non più utile, vorrà poi
sminuirne l’importanza o rimandarlo in Francia (liberarsi di
lui).
TESTO 28°E 29°OTTAVA PARAFRASI

28 28
Ma il Circasso depor, quando le piaccia, Al contrario, quando più le piaccia, valuta
potrà, se ben l'avesse posto in cielo. di potersi liberare facilmente da Sacripante, agendo nel giusto modo.
Questa sola cagion vuol ch'ella il faccia Questa sola ragione fa sì che lei decida di scegliere Sacripante
sua scorta, e mostri avergli fede e zelo. come sua scorta e di mostrare a lui la sua fiducia ed il suo affetto.
L'annel trasse di bocca, e di sua faccia Angelica si toglie l’anello dalla bocca, e dalla sua faccia
levò dagli occhi a Sacripante il velo. levò quindi quel velo che la rendeva invisibile a Sacripante.
Credette a lui sol dimostrarsi, e avenne Pensò di potersi mostrare a lui solo, accadde invece
ch'Orlando e Ferraù le sopravenne. che sia Orlando che Ferrù sopraggiunsero in quel momento.

29 29
Le sopravenne Ferraù ed Orlando; Giunsero Ferraù ed Orlando,
che l'uno e l'altro parimente giva che allo steso modo avevano girato,
di su di giù, dentro e di fuor cercando sopra e sotto, fuori e dentro, alla ricerca
del gran palazzo lei, ch'era lor diva. all’intero del palazzo di lei, che era la donna da loro amata ed
Corser di par tutti alla donna, quando adorata.
nessuno incantamento gli impediva: Corsero tutti insieme verso Angelica, dal momento che
perché l'annel ch'ella si pose in mano, nessun incantesimo poteva ora impedirglielo,
fece d'Atlante ogni disegno vano. perché l’anello che la donna si mise alla mano,
rese vano ogni tentativo di incantesimo da parte di Atlante.
TESTO 30°E 31° OTTAVA PARAFRASI

30 30
L'usbergo indosso aveano e l'elmo in testa Avevano addosso la corazza e in testa avevano l’elmo,
dui di questi guerrier, dei quali io canto; due (Sacripante ed Orlando) di questi guerrieri le cui gesta io vi
né notte o dì, dopo ch'entraro in questa canto;
stanza, l'aveano mai messi da canto; non di notte e neanche di giorno, dopo che furono entrati in questo
che facile a portar, come la vesta, palazzo, se li erano mai levati di dosso.
era lor, perché in uso l'avean tanto. Facili da portare, come fossero un vestito,
Ferraù il terzo era anco armato, eccetto erano per loro, tanto erano abituati a portarli.
che non avea né volea avere elmetto, Ferraù, il terzo guerriero, era anche lui armato, ma
non aveva, e non voleva avere, nessun elmo
31
fin che quel non avea, che 'l paladino 31
tolse Orlando al fratel del re Troiano; fino a ché non fosse entrato in possesso di quello che il paladino
ch'allora lo giurò, che l'elmo fino Orlando tolse ad Almonte, fratello del re troiano.
cercò de l'Argalia nel fiume invano: Perché ciò aveva giurato allora, quando l’elmo, di buona fattura,
e se ben quivi Orlando ebbe vicino, di Argalia, aveva cercato senza successo nel fiume.
né però Ferraù pose in lui mano; Sebbene avesse a portata di mano Orlando,
avenne, che conoscersi tra loro Ferraù non  lo assalì.
non si poter, mentre là dentro foro. Incrociare fra loro le armi
non fu possibile fintanto che furono nel castello.
TESTO 32°E 33° OTTAVA PARAFRASI
32 32
Era così incantato quello albergo, Era così incantato quel palazzo,
ch'insieme riconoscer non poteansi. che non poterono riconoscersi l’un l’altro.
Né notte mai né dì, spada né usbergo Né di notte né di giorno, né la spada né la corazza
né scudo pur dal braccio rimoveansi. e nemmeno solo lo scudo dal braccio si toglievano.
I lor cavalli con la sella al tergo, I loro cavalli, con la sella sul dorso,
pendendo i morsi da l'arcion, pasceansi con il morso a penzoloni dall’arcione, si rilassavano
in una stanza, che presso all'uscita, in una stanza, che in prossimità dell’uscita del castello,
d'orzo e di paglia sempre era fornita. era sempre fornita di orzo e di paglia.

33 33
Atlante riparar non sa né puote, Il mago non sa e non può nemmeno evitare
ch'in sella non rimontino i guerrieri che i tre guerrieri rimontino in sella dei loro destrieri
per correr dietro alle vermiglie gote, per correre dietro alle rosee guancie,
all'auree chiome ed a' begli occhi neri alla chioma dorata ed ai bei occhi neri
de la donzella, ch'in fuga percuote di Angelica, che spinge alla fuga
la sua iumenta, perché volentieri la sua cavalla, poiché non
non vede li tre amanti in compagnia, gradisce vedere insieme i tre amanti,
che forse tolti un dopo l'altro avria. che forse avrebbe preso come guida se fossero arrivati separatamente

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