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LA FEDE E LA SCIENZA

NEL SEICENTO
Matteo Gonzalez
LA
RIVOLUZIONE
SCIENTIFICA
Per Rivoluzione scientifica si intende
quella fase della storia europea, tra la
metà del XVI alla fine del XVIII secolo,
in cui vi fu uno straordinario sviluppo
in diversi campi della scienza, come
l’astronomia, la medicina, la
matematica e la filosofia.
Gli storiografi indicano questo periodo
come il momento della nascita della
scienza moderna.
LA RIVOLUZIONE
SCIENTIFICA
Per lungo tempo, gli studiosi in Europa adottavano una metodologia
scientifica che seguiva il modello aristotelico: si ricercava il perché dei
fenomeni naturali, indagando quale fosse la causa o il fine, attraverso
l’osservazione empirica.
Non a caso, la visione astronomica dominante in quel tempo era la teoria
geocentrica-tolemaica, con la Terra al centro dell’universo e gli altri corpi
celesti che le ruotano attorno, che ha radici proprio in Aristotele. 
Tuttavia, le radici della Rivoluzione scientifica affondano profondamente
nelle trasformazioni culturali e mentali del Cinquecento: l’esperienza del
Rinascimento e le nuove scoperte geografiche ampliarono notevolmente
la conoscenza umana.
La rivoluzione scoppiò nel 1543 con la data di pubblicazione Sulle
rivoluzioni delle sfere celesti del matematico polacco Niccolò
Copernico (1473-1543), avanzando così la teoria eliocentrica, ovvero la
centralità del Sole e del movimento della Terra attorno a esso.   
La Rivoluzione scientifica comportò
una trasformazione radicale della
concezione dell’universo fisico, lo sviluppo
di nuovi metodi di indagine e
CARATTERISTI una riconsiderazione degli scopi del sapere
scientifico. I suoi caratteri principali furono:  
CHE 1. Una nuova concezione della scienza

RIVOLUZIONE 2. Il miglioramento e lo sviluppo delle


tecniche e della strumentazione
SCIENTIFICA 3. La formulazione del metodo
sperimentale
4. Il rifiuto del principio di autorità
UNA NUOVA CONCEZIONE DELLA SCIENZA
Non più considerata come sapere contemplativo, proprio della tradizione scolastica, bensì come sapere
pratico. 
Una scienza che, dalla ricerca delle causalità e delle finalità dei fenomeni, mira alla descrizione del come
avvengono gli eventi fisici e naturali, misurandoli e studiandoli oggettivamente.
Questo modo di indagare il mondo naturale è chiamato concezione meccanicistica della natura.  
IL MIGLIORAMENTO E LO SVILUPPO
DELLE TECNICHE E DELLA
STRUMENTAZIONE

Il miglioramento e lo sviluppo delle tecniche e della


strumentazione cambiarono il modo con cui lavoravano gli
studiosi, portando a nuove scoperte e invenzioni scientifiche.
I costruttori di strumenti divennero il perno dell’attività
scientifica e le loro botteghe si trasformarono in luoghi di
riunione e di diffusione delle nuove idee, della fondazione
delle accademie scientifiche. 
In questo periodo furono inventati e perfezionati gli strumenti
fondamentali per la ricerca scientifica, come il cannocchiale, il
telescopio, la bilancia a pressione, il barometro, il
microscopio, il cronometro, l’orologio a pendolo e la
pascalina (la prima calcolatrice meccanica).
LA FORMULAZIONE DEL METODO
SPERIMENTALE

 La formulazione del metodo sperimentale, elaborata da Galileo Galilei,


ovvero di un procedimento di indagine e di conoscenza nuovo.
Le fasi di questo nuova metodologia sono:
• l’osservazione diretta di un fenomeno
• la raccolta dati relativi al fenomeno
• la formulazione di un’ipotesi
• La verifica attraverso delle prove sperimentali
• la dimostrazione in termini matematici.
In questa maniera era possibile condividere i risultati del proprio lavoro
in un linguaggio universale e oggettivo come quello matematico.  
Il diffondersi della mentalità e del metodo scientifici tra gli intellettuali, comportò Il rifiuto del
LA DISTINZIONE TRA principio di autorità che derivano da modelli antichi o da dottrine religiose.
Secondo Francis Bacon, il sapere scientifico si doveva basare solo sull’esperienza e la ragione,
FEDE E SCIENZA ritenute come uniche garanzie di verità, così da liberarsi dai pregiudizi non verificati del
sapere tradizionale accumulati nei millenni.
Vi è così una progressiva separazione tra la ricerca scientifica e quella teologica.  
GALILEO GALILEI
• Fisico e astronomo italiano, Galileo Galilei è ritenuto il fondatore del metodo
scientifico moderno.
• Nel 1574 la famiglia lascia Pisa e si trasferisce a Firenze. Nel 1581, Galileo si
immatricola all'Università di Pisa per studiare medicina, seguendo il desiderio del
padre. 
Durante gli studi, si appassiona alla fisica e nel 1583 formula la teoria dell'
isocronismo del pendolo, intuito osservando le oscillazioni di una lampada nella
Cattedrale di Pisa. 
• Nel 1585 ritorna a Firenze senza aver completato gli studi, e comincia a dedicarsi
alla fisica e alla matematica e nel 1586 inventa la bilancia idrostatica.
• Nel 1588 ottiene una cattedra di matematica all'Università di Pisa, che mantiene fino
al 1592. E' in questo periodo che si interessa al movimento dei corpi in caduta e
scrive "De Motu".
• Nel 1592, Galileo ottiene una cattedra di matematica (geometria e astronomia)
all'Università di Padova, dove rimarrà fino al 1610. E' in questo periodo che
comincia ad orientarsi verso la teoria copernicana del moto planetario.
La scoperta di un centro del moto che non fosse la Terra comincia a minare alla base
la teoria tolemaica del cosmo
• Nel 1610 diviene professore all’università di Pisa e primo matematico del granduca
di toscana Cosimo II. Questo gli permise di dedicare la sua vita alla ricerca e alla sua
divulgazione in ambiti scientifici e culturali europei, concentrandosi a chiarire i
fondamenti della scienza moderna distaccandosi così dalla scienza antica.
GALILEO
LA Scienza e la Fede
Galileo era a conoscenza del pericolo che la nuova astronomia
poneva nei confronti della cultura teologica classica, sperò di riuscire
a conciliare le idee della astronomia moderna con la Chiesa
attraverso il criterio della separazione tra verità di scienza e verità
di fede.
Il principio per cui la Natura (oggetto della scienza) e la Bibbia
(massima espressione della fede) non potevano contraddirsi, come
due libri scritti da Dio con due linguaggi differenti:
1. La natura era pura matematica, un linguaggio che sottraeva
qualsiasi interpretazione di qualunque genere.
2. La Bibbia utilizzava un linguaggio puramente metaforico, per
essere interpretata da chiunque ma con la necessità di
evidenziarne il significato profondo esterno al testo.
IL PROCESSO A
GALILEO
La Chiesa tuttavia non accettò mai le argomentazioni di Galileo Galilei,
in quanto egli promuoveva con le sue scoperte la teoria copernicana e
perché andava a minare le fondamenta teologiche.
Già minacciata durante il periodo della Controriforma, la Chiesa per
difesa, si sentì in dovere di difendere il suo primato e diede il via ad
una serie di attacchi a Galilei da parte di filosofi aristotelici e di teologi
conservatori.
Galileo pur cercando di conciliare le autorità ecclesiastiche, mantenne
salda la difesa dell’autonomia della ricerca scientifica.
Nel 1616 la sua posizione divenne delicata, dopo che gli venne proibito
dalla santa inquisizione di insegnare e di sostenere pubblicamente la
teoria copernicana giudicata eretica.
Nonostante il divieto, egli continuò a battersi per la sua causa e per le
sue idee, la sua posizione venne considerata come una sfida alla
dottrina cattolica, che assegnava alla teologia il primato su tutte le
forme di conoscenza.
IL PROCESSO E LA
CONDANNA DI GALILEI

Nel 1632 Galileo lavorò al «Dialogo sopra i due massimi sistemi


del mondo», l’opera in cui si confutava il sistema aristotelico-
tolemaico.
Nel sistema tolemaico, abbracciato dalla Chiesa, la Terra era al
centro dell’universo e insieme ad essa l’Uomo, creato da Dio a sua
immagine e somiglianza.
Il «Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo» ottenne fin
dall’inizio un enorme successo nella comunità scientifica
internazionale dell’epoca e per questo motivo il tribunale del
Sant’Ufficio convocò l’autore per sottoporlo a processo.
Egli per paura della tortura, dopo la condanna nel 1633, per
salvare la sua vita, pronunciò la pubblica abiura delle tesi
copernicane e di quanto aveva sostenuto fino ad allora.
Galilei venne esiliato e confinato nella sua villa di Arcetri dove
visse fino alla sua morte nel 1642.
LE IDENTITÀ
RELIGIOSE

Durante il periodo della rivoluzione scientifica i maggiori esponenti si batterono per una fede d’accordo con la ragione umana e per la libertà di pensiero
considerata uno dei valori essenziali per il progresso delle società.
Opposto era il pensiero delle Chiese già fortemente consolidate del 600.
Le tre principali fedi cristiane: cattolica, calvinista e luterana avevano definito le proprie verità dottrinali:
1. I Cattolici: riconoscevano l’autorità del Papa, credevano quindi nella salvezza e nei valori dei sacramenti.
2. I Protestanti: ammettevano il sacerdozio universale, il libero esame delle sacre scritture e credevano nella grazia come unica forma di salvezza.
Per differenziarsi in maniera ancor più netta le identità teologiche, i Protestanti ed i Cattolici adottarono le confessioni o professioni di fede, testi che
trattavano i punti fondamentali della dottrina, le forme di organizzazione e i vincoli a cui i fedeli dovevano sottostare.
La confessionalizzazione è il percorso che i fedeli facevano per accettare e sottostare alle regole ed ai vincoli date dalle singole chiese scritte nelle
confessioni, così facendo le chiese fissarono le caratteristiche di dottrina e di culto.
Per conquistare le masse di fedeli ignoranti sulle dottrine, la chiesa attuò una diffusione dei precetti di fede, gli strumenti
principale per la diffusione erano la propaganda e l’istruzione, da questo punto di vista le due chiese principali ( cattolica e
LA protestante) attuarono piani differenti:
• La Chiesa cattolica si avvalse di catechismi, di processioni e di varie reliquie e di forme analoghe di devozione.
DIFFUSIO • Lal’insegnamento
Chiesa protestante si avvalse del culto domenicale, la lettura della Bibbia e la fondazione di scuole religiose per
della lettura dei testi sacri.
NE DELLA Durante il radicamento della dottrina fu fondamentale per le chiese l’assunzione di riti e regolamenti.
FEDE Molti furono i mezzi che risultarono efficaci tra cui l’uso di immagini sacre, rosari, santini, acque benedette e soprattutto fu
fondamentale la propagazione di orazioni ripetute a memoria in latino anche dagli analfabeti, servi a fissare le prime forme di
preghiera.
I fedeli erano tenuti a rispettare i vari doveri della chiesa, come confessarsi e fare la comunione una volta l’anno, andare a
messa tutte le domeniche battezzare i figli e così via.
LA
DIFFUSIONE
DELLA FEDE
Fu strategica la diffusione del
Sacramento della confessione presso
ogni ceto, con la confessione che la
Chiesa di Roma impose come
obbligatoria, almeno due volte l’anno,
durante il Concilio di Trento.
In questo modo la Chiesa poteva
controllare i comportamenti sia morali
che di azione politica dei suoi fedeli.
Anche le autorità protestanti imposero
una severa disciplina della penitenza
attraverso una classificazione dettagliata
dei peccati.
LA
STREGONERIA
• La lotta alla stregoneria che pervase tutta l’Europa sia
cattolica che protestante, trovò il suo fondamento
nell’obiettivo di sottomettere i popoli al credo religioso e alle
autorità che lo rappresentavano.
• Il termine «stregoneria» indica facoltà eccezionali conferite a
un individuo direttamente dal diavolo, la cui presenza era
ravvisabile ovunque, negli eventi catastrofici, nelle epidemie
e nelle disgrazie di ogni genere,
• Chi si macchiava di stregoneria, generalmente una donna,
grazie a poteri soprannaturali ricevuti dal diavolo, erano
accusate di poter cambiare il corso degli eventi naturali, di
poter influenzare la salute degli uomini e di animali, usavamo
formule e unguenti magici per procurare vantaggi a se stesse
e sciagure agli altri.
• Il motivi per cui vennero processate e mandate al rogo
furono soprattutto menzogne alimentate dall’ignoranza,
secondo le quali le streghe si sarebbero macchiate di riti
occulti di magia nera, avrebbero accondisceso a congiungersi
persino con animali durante i sabba ( riti notturni orgiastici)
e si sarebbero macchiate di infanticidio.
• In realtà, per essere accusati di stregoneria, bastava
semplicemente non avere dei comportamenti conformistici.
LA CACCIA ALLE STREGHE
• Mel 1487 fu pubblicato il «Malleus maleficiarum» (Martello delle
streghe), il primo libro che codificava le teorie sulla stregoneria e le
conseguenti azioni repressive con le quali s’ intendeva estirpare
ogni singola traccia di demoniaca presenza. Gli autori erano un
inquisitore, Jacob Sprenger e il frate Heinrich Kramer, entrambi
tedeschi.
• Alla pubblicazione dell’opera era seguita l’autorizzazione del Papa a
perseguire le streghe tramite i tribunali sia ecclesiastici che secolari.
• La caccia alle streghe fece più vittime nel mondo protestante che in
quello cattolico e fu più intensa nei Paesi più colpiti da gravi
problemi : in Germania durante la Guerra dei trent’anni e in Francia
durante le Guerre di religione. Le streghe erano per l’ottanta per cento donne,
• Le streghe furono dei veri e propri capri espiatori utilizzati per Una volta denunciata, la poverina veniva condotta
distrarre le masse dai veri problemi che le affliggevano. davanti a un tribunale che, durante l’interrogatorio la
sottoponeva alle più atroci torture per estorcerle la
• Per fortuna, tale caccia cominciò a declinare quando cominciò ad
confessione.
affermarsi la cultura razionalista che intaccò le credenze
oscurantistiche. Se giudicata colpevole, né il pentimento né la rinuncia a
Satana potevano evitarle la sentenza di morte che veniva
• Solo all’inizio del Settecento intellettuali e anche uomini di Chiesa eseguita mandando la condannata al rogo.
cominciarono a mettere in discussione le teorie sulla stregoneria e A volte, alle condannate veniva concessa «la grazia di
di conseguenza anche i sovrani attenuarono le pene per tale spada» ( la decapitazione) che perlomeno le evitava le
supposto reati fino ad abolirlo completamente
atroci sofferenze dell’esser bruciate vive.
L’evangelizzazion
e oltre i confini
europei
• L’ esigenza di radicare la fede cristiana in
un’epoca di profondi cambiamenti, portò a
un’intensa opera di evangelizzazione delle chiese
al di là dei confini europei.
• Oltre al fine religioso gli europei che emigrarono
nell’Asia e nelle Americhe, si posero l’obiettivo di
«portare la civiltà» a popoli che, secondo un
pregiudizio comune, venivano considerati
«selvaggi» primitivi, privi di leggi e di etica.
• L’evangelizzazione ebbe quindi la doppia
funzione di conversione dei nativi e di
trasmissione della cultura europea. Il tutto
ovviamente fu condito da numerosi episodi di
violenza e di sopraffazione.
L’evangelizzazione del
Nord America

• Nel 1620 i Padri Pellegrini, di fede calvinista, a bordo della


Mayflower approdarono sulle coste atlantiche.
• Tale momento segnò la fondazione della colonia europea di
Plymouth ( New England) e l’inizio dell’opera di conversione
delle popolazioni indigene alla fede cristiana di tipo
protestante.
• L’evangelizzazione dei nativi non fu «strutturata» bensì fu
lasciata all’iniziativa delle singole comunità di coloni.
• Le forme brutali di conversione, accompagnate da una
riduzione in schiavitù dei nativi, si alternarono a più
rispettose strategie di conversione, in cui le culture
preesistenti venivano conosciute e valorizzate.
• Fu questa la strategia del pastore calvinista John Eliot, uno
dei personaggi più attivi dell’evangelizzazione in America.
I missionari cattolici
nell’America del Sud

• Nel 1622, con la fondazione della Congregazione della «De propaganda


fide», il Papa Gregorio XV avviò il progetto di evangelizzazione nel Sud
America, attraverso l’attività dei missionari nel mondo.
• I Gesuiti furono l’ordine religioso più impegnato nell’evangelizzazione
dell’America latina e dell’Asia.
• All’inizio del Seicento il superiore dei Gesuiti, Claudio Acquaviva, ottenne
dal Re di Spagna Filippo III, la concessione del territorio di Paranà (attuale
Paraguay).
• I missionari gesuiti fondarono delle comunità, chiamate reducciones, in cui
raccolsero le comunità di Indios al fine di convertirle, istruirle e promuovere
forme di sviluppo economico e sociale di tipo europeo.
• Le reducciones erano comunità autonome, governate direttamente dai
missionari, in cui non esisteva la proprietà privata.
• Quest’indipendenza creò non poche ostilità tra i colonizzatori spagnoli che
miravano a ridurre in schiavitù gli indios per poi rivenderli ai proprietari
terrieri.
I
La Cina era una terra di missione agli estremi confini del mondo.
Una volta arrivati in quel lontano paese, i missionari si confrontarono con una civiltà evoluta, con un vasto impero dalle
tradizioni millenarie e con una cultura completamente diversa da quella europea.
GESUIT Il gesuita Matteo Ricci fu il primo missionario a svolgere una intensa opera di evangelizzazione nell’Impero cinese, grazie
alle sue conoscenze di astronomia, di cartografia e di matematica, entrò nelle grazie dell’imperatore.

I Ricci fu il primo europeo a svolgere un ruolo di mediazione tra le due civiltà; la stessa opera di evangelizzazione venne
svolta in modo «dolce», nel rispetto della storia della cultura cinese.

IN CINA Ricci iniziò a predicare il cristianesimo cercando di valorizzare tutti i punti di incontro con il Confucianesimo, l’antica
filosofia religiosa cinese.
Alla sua morte nel 1610 venne tumulato a Pechino, fu il primo straniero non ambasciatore a non essere sepolto in Cina.

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