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Il Magazine ManpowerGroup
laVori in corso
bimestrale - n. 1 anno V
La nostra mission aiutare le aziende in tutto il mondo a esprimere il proprio potenziale liberando la vera energia delle risorse umane. Dalla ricerca, selezione e formazione dei talenti fino alla gestione delle carriere, siamo strutturati per dare forma alle idee pi ambiziose e sostanza ai business pi innovativi. manpowergroup.it
altrettanto decisiva per le sorti dellItalia, di oggi e di domani. La contingenza, le evoluzioni sociali, i cambiamenti demografici: il Paese esige una profonda revisione del sistema di welfare, che dovr fondarsi su
sagaci osservatori del mercato del lavoro italiano; al Presidente dellInps Antonio Mastrapasqua, mai come oggi centrale la riforma del sistema previdenziale; al professor Francesco Vallacqua, esperto di welfare. Gli interventi portano le firme, tra gli altri, del Presidente di ManpowerGroup Stefano Scabbio, forte della sua expertise in ambito lavoro, e le sapienti penne di Walter Passerini, Giulio Sapelli, Luca Solari e il Presidente del Cnel Antonio Marzano. Senza tralasciare il panorama aziendale, con i contributi di Indesit Company, Nestl, CFT. Istituzioni, mondo accademico, scenario imprenditoriale, stakeholder e player di mercato, lavoratori e gente comune. questo il network relazionale di Lavori in
AbSTRACT / Equit e inclusivit sembrano essere, allunanime, i tratti distintivi delle future politiche sociali, con lassoluta priorit di favorire e difendere loccupazione per tutte le fasce della popolazione.
Il primo numero del 2012 di Lavori
in Corso vede la luce in un momento cruciale della storia del lavoro nel nostro Paese.
Mentre la crisi continua a stringere la sua morsa sulloccupazione, lesecutivo ormai alle battute finali del varo di una Riforma mai cos attesa e auspicata, e proprio per questo carica di aspettative e speran 2011 ManpowerGroup. All rights reserved.
PUbbLICAZIONI
LITALIA COME SOCIET E COME STATO. UNIDENTIT CULTURALE G. Calboli, F. Galgano, G. De Vergottini Compositori, 2012
ze da parte di tutti i cittadini. Dopo aver riconquistato credibilit e leadership in Europa, il Governo ora davanti a una sfida
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LinC
laVori in corso
n. 1 anno V, Marzo 2012 Registrazione Tribunale di Milano n. 620 del 16/10/2008
Presidente Stefano Scabbio Direttore responsabile Francesco Maria Gallo redazione Antonella Guidotti, Silvia Bordiga, Alessandra Rizzuto segreteria di redazione Angelica Durante angelica.durante@manpower.it 02.230037100 Hanno collaborato a questo numero Antonio Angioni, Michele Avitabile, Antonio Barletta, Stefano Basile, Ada Del Castello, Francesco Guidara, Elisabetta Limone, Antonio Marzano, Marco Morganti, Flora Nascimbeni, Walter Passerini, Paolo Preziosi, Giulio Sapelli, Serena Scarpello, Luca Solari, Isidoro Trovato, Francesca Vinacci Progetto grafico, copertina e impaginazione Gramma - agenzia di comunicazione soc. coop. sociale Milano www.grammacomunicazione.it Distribuzione Distribuito in tutte le edicole italiane in allegato a Io Donna - Corriere della Sera - RCS ManpowerGroup Via Rossini 6/8 20122 Milano www.manpowergroup.it
Il Magazine ManpowerGroup
In questo numero
Prefazione
01 LAVORO, IN (fiduciosa) attesa DELLA RIFORMA
di Francesco Maria Gallo
42 UN PICCOLO SOGNO: SCUOLE COME CENTRI CIVICI PER UN WELFARE FUORI DAGLI SCHEMI
di Elisabetta Limone
editoriale
04 UN NUOVO WELFARE. DI TUTTI, PER TUTTI
di Stefano Scabbio
controeditoriale
06 DAL bIG STATE ALLA bIG SOCIETy: UNA PROSPETTIVA PER IL NOSTRO PAESE
di Antonio Marzano
storie dImpresa
30 CFT: AL CENTRO DELLIMPRESA, IL LAVORO E LUOMO
di Antonella Guidotti
40 SENZA TUTELE: NELLA TRAPPOLA DEL SOMMERSO. INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLINPS, ANTONIO MASTRAPASQUA
di Isidoro Trovato
Welfare Talent
43 PER UNIMPRESACOMUNIT E LA RISCOPERTA DEL WELFARE AZIENDALE
di Giulio Sapelli
Postfazione
48 VERSO UN NUOVO PATTO TRA STATO E CITTADINI
di Luca Solari
controtendenze
32 HELP TALk, LUCy, bIG LAUNCHER E LE ALTRE: LA TECNOLOGIA E IL WELFARE DEL FUTURO
di Marco Morganti
contrappunti
08 CASSA INTEGRAZIONE, CONTRATTI DI SOLIDARIET, FORMAZIONE. GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI SECONDO CGIL, CISL E UIL
di Michele Avitabile
Hr allo specchio
18 LE TUTELE DEI LAVORATORI: IL GOLDEN TRIANGLE TRA AZIENDA, SINDACATI E GOVERNO
di Flora Nascimbeni
societ e Territori
22 PER UNEUROPA PI FORTE. A COLLOQUIO CON MARTIN SCHULZ, PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO
di Francesco Guidara
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo periodico pu essere riprodotta con mezzi grafici e meccanici, quali la fotoriproduzione e la registrazione. Manoscritti e fotografie, su qualsiasi supporto veicolati, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.
10 LA RIFORMA DEL LAVORO TRA PRIORIT E TAb. bOMbASSEI E SQUINZI: LE POSIZIONI DEI DUE CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DI CONFINDUSTRIA
di Francesca Vinacci
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Proprio la Gran Bretagna ha rappresentato un esempio di Stato sociale spesso iniquo e confuso, a dispetto dellenorme quantit di denaro pubblico speso. In Gran Bretagna - ha ricordato Phillipp Blond, altro teorico della Big Society - abbiamo avuto uno Stato sociale che ha erogato decine di miliardi di euro nel corso degli ultimi trentanni. Se fosse stato un sistema efficiente avrebbe liberato dal dramma della povert milioni di persone. Invece, quella met di popolazione che nel 1976 deteneva il 12% della ricchezza liquida, oggi dispone solo dell1%. Il nuovo welfare sapr imporsi solo se sar sostenuto da un cambio di atteggiamento in ognuno di noi. Saremo chiamati ad assumere, nei confronti del mercato del lavoro, una posizione pi attiva. Non un mistero che lItalia sia rimasto lunico Paese europeo a privilegiare ancora le politiche passive del lavoro. Il nostro un sistema dove restano centrali (anche nel dibattito politico) istituti come la cassa integrazione, la mobilit, la conservazione del posto fisso. Tutte cose che non richiedono alcun impegno attivo da parte del soggetto coinvolto.
C chi come il professor Carlo DellAringa, che leggerete nelle pagine di questo numero di Lavori in Corso, ritiene che inevitabilmente dovr esserci uno spazio importante - allinterno di questa ridefinizione
PUbbLICAZIONI
RAPPORTO SULLO STATO SOCIALE 2011. QUESTIONE GIOVANILE, CRISI E WELFARE STATE a cura di F. R. Pizzuti - Edizioni Giuridiche Simone, 2011
A queste condizioni, il lavoratore in difficolt attende passivamente che qualcuno gli risolva il problema. Non pi tempo di attese che bruciano inutilmente il capitale professionale, soprattutto dei pi giovani. Il futuro di equit ed efficienza passa attraverso un attento mix di pubblico e privato, di famiglie e di imprese sociali. Con laccortezza da parte dei governi di garantire quel minimo di risorse necessarie ad alimentare le migliori energie della societ civile. Faccio mie le riflessioni che Maurizio Ferrera ha speso in merito al nuovo ruolo dello Stato: La condizione necessaria sar la disponibilit di una cultura politica e di un capitale sociale caratterizzati da elevato civismo, diffuso rispetto delle regole e fiducia fra i vari soggetti.
Chi lo disegn, quasi 70 anni fa, lo aveva immaginato dalla culla alla tomba. Un sistema di provvedimenti e garanzie che si ritenevano fossero tutti obiettivi primari dello Stato: loccupazione, lassistenza sanitaria, listruzione di base, la previdenza, labitazione.
Quellidea di welfare, mutata a fondo nel corso degli anni, oggi cerca affannosamente una dimensione nuova, consapevole che in ballo, questa volta, c la sua stessa sopravvivenza. Tutti i governi - non solo quello italiano - sono chiamati a rivedere il proprio sistema di welfare, il costo finanziario e la sostenibilit, contemperando tutto questo con la necessit di mantenere la coesione sociale. Il prossimo welfare dovr essere frutto di unevoluzione culturale, di risposte non scontate, di processi ispirati alle migliori esperienze internazionali. Senza risorse, gli Stati non saranno pi in grado di fornire risposte a una domanda di servizi che inesorabilmente crescer con il passare degli anni. Soprattutto nel nostro Paese, la cui struttura demografica rappresenta un unicum a livello mondiale. Poche settimane fa stata lIstat a definire lItalia il Paese pi anziano al mondo. Un Paese che nel 2050 avr un rapporto di 10 giovani ogni 26 anziani, frutto della congiuntura di due fenomeni: laumento della sopravvivenza e i bassi tassi di natalit. Tutto questo impatta sulla spesa pubblica sanitaria, in molte regioni fuori controllo: oggi rappresenta da sola il 7% del Pil ma cresce talmente rapidamente che vi sono preoccupanti previsioni di raddoppio in pochi anni. Alle porte non bussa una ripresa, ma un decennio in cui la disoccupazione diverr una vera emergenza sociale, come ha evidenziato il rapporto Glorenti a tutto questo. Significa agire in un modo pragmatico per capire cosa resta e cosa evolve di quellinsieme di servizi e di assistenze che tutti abbiamo imparato a conoscere e che naturalmente siamo indotti ad aspettarci a livello di servizio pubblico. Significa anche iniziare ad agire, adesso, cominciando ad affidare alla scuola messaggi chiari e risposte certe nella formazione dei cittadini di domani, e alla cultura lo sviluppo dei cittadini di oggi. L80% degli italiani tra i 16 e 64 anni ha uninsufficiente competenza alfabetica funzionale, non padroneggia cio la lingua. Dato scioccante per un Paese che
- al Terzo settore, a quelluniverso del volontariato che in Italia ha raggiunto punti di eccellenza nel confronto con il resto dEuropa. Credo che la costruzione di questo welfare avr bisogno dellapporto di molti e non potr essere pi prerogativa di un unico centro di potere, politico o economico che sia. Unoperazione di pulizia e di efficienza, per insegnare alle nuove generazioni (ma anche alle vecchie) cosa attendersi
dallo Stato, cosa costruire insieme allo Stato, cosa costruire senza lo Stato.
Lo ha spiegato recentemente Lord Wei, linventore del concetto di Big Society, portato in politica dal premier inglese David Cameron: arrivato il momento di spostare il baricentro del potere dallo Stato alla societ. Non vi sar vera ripresa economica senza ripresa sociale. Abbiamo bisogno di una presenza diffusa di una sana etica pubblica.
AbSTRACT / La costruzione di questo welfare avr bisogno dellapporto di molti e non potr essere pi prerogativa di un unico centro di potere, politico o economico che sia.
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Dal big State alla big Society: una prospettiva per il nostro Paese
anTonIo Marzano
Presidente del Cnel
in Italia si sono concretizzati nel salvataggio delle imprese e banche o nellespansione continua del welfare, considerati necessari per garantire la stabilit sociale. Il cosiddetto Big State ha dei limiti intrinseci: il moltiplicarsi dei compiti assegnati alla sfera pubblica rende pi difficili i controlli di efficienza e di rigore, laumento continuo della pressione fiscale determina evasione e contraccolpi sul reddito, linflazione appare prima o poi connessa alla crescente domanda pubblica di
beni e non certo che i mercati finanziari siano disposti ad assicurare coperture senza limiti alle emissioni di titoli pubblici. Questi fenomeni, attualmente in corso, spingono inevitabilmente a frenare lespansione del Big State. Di conseguenza, se non si attuano le riforme necessarie a surrogare il sostegno pubblico alleconomia, questa entra in un vortice di stasi e recessione che saranno tanto pi gravi quanto pi la svolta delle politiche avviene in una fase di crisi grave come quella iniziata
nel 2008 e che stiamo ancora vivendo. E la crisi, insieme al ridimensionamento del welfare per migliorare saldi e debito pubblici, suscitano tensioni sociali anche gravi. La via di uscita da questo intreccio di negativit non facile ma tra le strade vi la prospettiva di una transizione dal Big State alla Big Society. Lultimo Rapporto Censis sulla societ italiana coglie nel segno. La crisi spinge inizialmente i soggetti economici a cercare adattamenti, a tentare soluzioni individuali. Ma alla
lunga sopravviene la percezione di una inadeguatezza di quei rimedi e della necessit di soluzioni di sistema. E qualsiasi soluzione di sistema, se democratica, presuppone la coesione sociale. La Big Society si basa proprio sullesistenza di un sistema coeso, monito ripetuto in pi occasioni dal Capo dello Stato. Tuttavia, un Pil fermo o in diminuzione rende pi difficile la coesione sociale: per intenderci direi che il prodotto interno lordo come una torta, e se questa non cresce chi ne prende di pi lo fa a scapito degli altri e in genere gli altri sono anche i pi deboli. Dunque, la politica della crescita indispensabile alla stessa coesione sociale. Nel nostro Paese esistono molti presupposti per la coesione: la cultura della famiglia, i valori condivisi di natura culturale e religiosa, lattitudine al risparmio, il desiderio di intraprendere sono fenomeni che
vanno nellinteresse di tutti. Sempre il Censis ci dice che il 26% degli italiani opera nel volontariato gratuito e il 57% si dice disposto a sacrificare il proprio tornaconto nellinteresse generale del Paese. Sono dati importanti, ma il numero o le percentuali di individui non sono necessariamente il dato principale. Le aggregazioni di soggetti, le associazioni, le corporazioni - e le loro rappresentanze - lo sono forse di pi. Voglio dire che in ogni Paese c una parte della societ dinamica in contrapposizione con una pi conservatrice che difende vantaggi, rendite politiche, privilegi e che si oppone al cambiamento. Larticolazione nei due sensi della societ, e la volont politica di dare adeguata voce e rappresentanza alle componenti dinamiche, mi appare determinante. La Big Society si basa su una maggiore fiducia nei cittadini e nella comunit. Fiducia nella loro capacit di provvedere di-
rettamente alle loro esigenze, non solo individuali, ma collettive. Il potere alla gente, pi potere a livello pi basso, incoraggiare il volontariato sono cose che si chiedono per la cura di un parco, di un monumento, per un presidio sanitario o un reparto ospedaliero o di una scuola, per lassistenza di quartiere ai bisognosi, per un campo sportivo per i giovani delle periferie, per il microcredito, con lattenzione per i poveri. Si tratta di esempi che, se condotti a sistema, diventano soluzioni capaci di grande vitalit.
AbSTRACT / La crisi spinge i soggetti economici a tentare soluzioni individuali, ma alla lunga sopravviene linadeguatezza di quei rimedi e la necessit di soluzioni di sistema. E qualsiasi soluzione di sistema, se democratica, presuppone la coesione sociale.
Stiamo assistendo a grandi processi di trasformazione ed evoluzione degli ordinamenti sociali a livello planetario. La stessa storia degli ordinamenti sociali e delle corrispondenti organizzazioni economiche in continua evoluzione. In economia si contano ormai quattro capitalismi: si passati dal New Deal americano al New Labour inglese, dal liberismo al socialismo liberale della Terza Via.
Alcune di queste svolte sono state storicamente favorite da crisi economiche e sociali. Cos la grande crisi del 1929 port alladozione di politiche keynesiane con il risultato di un crescente rapporto sia della spesa pubblica sul prodotto interno lordo, sia di un crescente rapporto del debito pubblico sullo stesso Pil. A queste politiche si sono poi aggiunti gli interventi pubblici. In particolare
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VERSO UNA SOCIET SUSSIDIARIA. TEORIE E PRATICHE DELLA SUSSIDIARIET IN EUROPA P. Donati bononia University Press, 2011
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AbSTRACT / Ogni sigla sindacale ha la sua ricetta, ma concordano su un aspetto: non lasciare solo chi vive il dramma di veder sparire certezze economiche e serenit familiari.
pagata da imprese e lavoratori. In sei anni, dal 2006 al 2011, a fronte di una spesa di circa 80 miliardi di euro, lo Stato ha integrato 30 miliardi. Se aumentasse lintervento pubblico non sarebbe affatto uno spreco. Soprattutto se pensiamo a quanto ammontano i costi della politica e gli interventi per sostenere il sistema bancario. Intanto c chi si sofferma sulleffettivo utilizzo di una parte degli ammortizzatori. Gli imprenditori sono cos spaventati dalla crisi - racconta
Giorgio Santini, segretario generale aggiunto della Cisl - che per tutelarsi richiedono pi ore di cassa integrazione rispetto a quelle effettivamente usate. I numeri parlano chiaro. Su circa un miliardo di ore richieste nel 2011, solo il 48% stato effettivamente utilizzato. La paura di fallire gioca un ruolo psicologico importante. Comprendere se questi strumenti di protezione siano da riformare per essere pi efficaci un tema di schiacciante attualit. La cassa straordinaria serve oggi e sar utile anche in futuro continua Fulvio Fammoni della Cgil. Perch contribuir a far ripartire molte aziende quando arriver la ripresa. Inoltre, bisogner creare uno strumento che uniformi indennit di mobilit e indennit di disoccupazione. Questultima dovr avere durata e importi maggiori. Oggi dura 8 mesi per chi ha meno di 50 anni (12 per chi ne ha di pi)
e la riceve solo chi ha lavorato per 52 settimane. Cos, paradossalmente, se lavori per 40 settimane con un contratto a tempo determinato e 15 con un contratto di collaborazione, non ricevi lindennit. Temi caldi ai quali si aggiunge unanalisi sulle prospettive future degli ammortizzatori. La cassa in deroga unanomalia che va rivista spiega Loy della Uil. Andr trasformata prevedendo la compartecipazione delle piccole imprese. Un modello simile a quello praticato delle aziende artigiane, che hanno un fondo dove attingono risorse in caso di calo delle commesse o crisi congiunturale. Cos al costo di 30 euro allanno garantiscono ai lavoratori un salario per tre mesi. Ma c da intervenire anche sul contratto a termine. Se aumentiamo i contributi delle imprese scoraggiamo gli abusi su questi contratti e incrementiamo il valore degli ammortizzatori.
Intanto la Cisl impegnata a sollecitare una maggiore attenzione verso altri tipi di ammortizzatori. Quando finir lemergenza spiega Giorgio Santini della Cisl - bisogner rafforzare i contratti di solidariet. Negli ultimi anni sono stati circa 2000 gli accordi aziendali di questo tipo, ma vanno diffusi ancora di pi. Soprattutto nelle imprese impegnate con le ristrutturazioni. In questo modo abbiamo meno ore lavorate ma teniamo in piedi un pi alto numero di posti di lavoro. Unopportunit di rilancio per le imprese, per, pu arrivare anche dalla formazione. Loccupazione concentrata in qualifiche medio-basse sottolinea Fulvio Fammoni della Cgil, ma da uno studio del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale emerge che il lavoro del futuro sar destinato a qualifiche pi alte. La formazione da sola, per, non serve se le attivit produttive non
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IL FUTURO DI TUTTI, MA UNO SOLO. V. Fedeli - Ediesse, 2011
credono nel lavoro qualificato. Sul tema, per, c chi pi ottimista. La legge sui fondi interprofessionali ormai matura e sta funzionando molto bene aggiunge Giorgio Santini di Cisl tanto che permette finanziamenti per la formazione continua in ogni settore. Inoltre, proponiamo al governo di inserire una forte componente formativa allinterno del nuovo contratto di apprendistato. Non mancano altre proposte. Negli ultimi cinque anni conclude Guglielmo Loy della Uil - le imprese sono state pi sensibili al tema. Anche grazie alla necessit di adeguarsi allo sviluppo tecnologico. Detassare chi investe in formazione professionale potrebbe essere utile per migliorare la competitivit delle imprese e incrementare loccupazione.
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LA CONFINDUSTRIA E LO SVILUPPO ECONOMICO ITALIANO E. belloni - Il Mulino, 2011
sement alla rottura di Fiat, che ha portato il Lingotto fuori dallAssociazione degli Industriali. In Federmeccanica ha inaugurato la stagione dei contratti senza la Fiom e ha sperimentato la contrariet dei sindacati al cambiamento anche con lo sciopero nella sua stessa fabbrica. La posizione di Bombassei sul mercato del lavoro chiara. Il tema della riforma del mercato urgente e complesso. Per questo va affrontato senza tab come ha ripetuto pi volte nel corso della sua campagna elettorale, auspicando una riforma dellarticolo 18
AbSTRACT / Squinzi: Io sono per il dialogo con il sindacato, anche in anni difficili come questi. Bombassei: Eliminare le anomalie per promuovere unoccupazione stabile e di qualit.
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AbSTRACT / Come gradualmente si impone una cultura di lotta allevasione fiscale, non dispero che si possa imporre una cultura dellimpegno dellassistito a uscire dallo stato del bisogno.
Personalmente come immagina questo ripensamento?
Vedo inevitabile una razionalizzazione delluso di risorse, che non potranno pi essere aumentate. Tenendo conto che la nostra economia, come molte altre, si svilupper nei prossimi 4-5 anni a ritmi bassi, saremo costretti ad applicare una politica fiscale molto accorta. Alcune voci potranno essere ridotte attraverso razionalizzazioni. Qui mi aspetto che dagli esercizi di spending senza ridurne la qualit. Sembra che questo sia possibile visto che dal confronto fra le varie realt sul territorio si evidenziano situazioni in cui si erogano gli stessi servizi ma a costi minori. Quindi con una operazione di pratiche migliori, di benchmarking, di stretta osservanza dei vincoli di bilancio e dando responsabilit finale maggiore alle regioni si spera che la spesa per la sanit non debba essere semplicemente ridotta.
Carlo Dellaringa
un reddito minimo garantito hanno prodotto come risultato, in alcune zone del Paese in particolare, che le risorse siano state date alle persone sbagliate, che non ne avevano bisogno. Senza peraltro che ci fosse condizionato al loro impegno ad uscire dal bisogno, per esempio cercando un lavoro. Come faticosamente e gradualmente si impone una cultura di lotta allevasione fiscale, e fino a qualche anno fa non pensavamo che potesse essere possibile, cos io non dispero che si possa anche nel nostro Paese imporre come valore positivo una cultura dellattivazione, un impegno morale dei bisognosi a fare tutto il possibile per uscire dallo stato del bisogno. Certo occorrono premesse che possono facilitare questo imporsi della cultura dellattivazione. Nel campo del lavoro, ad esempio, quello di avere stru-
competenze da parte degli operatori, una migliore conoscenza del mercato del lavoro, ma soprattutto un impegno forte da parte delle istituzioni che devono fare pi sinergia, imparare a parlare di pi fra loro e fare economie di scala. Purtroppo oggi ciascuno va per conto suo e non fa massa critica. In questo Paese c lInps che paga sussidi di disoccupazione, ci sono i centri per limpiego provinciali che dovrebbero fare politiche di accompagnamento al lavoro, ci sono regioni che fanno formazione professionale, c lo Stato che d incentivi alle imprese perch assumano. In altri Paesi tutte queste funzioni sono concentrate in una Agenzia spesso articolata territorialmente in centri che svolgono tutte queste funzioni. Italia che possono essere mobilitate e che non sono motivate esclusivamente dal guadagno e dal profitto. Parlo qui di risorse consistenti che possono essere stimolate da uno Stato amichevole, efficiente e selettivo, in modo da non alimentare - anche in questo caso - opportunismi e sfruttamenti. Un mondo fatto di imprese sociali e volontariato che potrebbe fornire assistenza e welfare ai cittadini bisognosi, certamente a costi pi contenuti, fiscalmente incentivato. Questa una ricchezza che potrebbe essere sfruttata, ot-
PUbbLICAZIONI
GLI SCENARI DEL WELFARE TRA NUOVI bISOGNI E VOGLIA DI FUTURO a cura del Censis Franco Angeli, 2011
c qualche elemento che sfugge alle nostre riflessioni e che potrebbe rappresentare una novit pensando al welfare del futuro?
Dovremo tenere in maggiore considerazione il cosiddetto terzo settore, ci sono risorse in
Torna qui una delle questioni su cui lei spesso ha insistito: le politiche dellattivazione.
Nel nostro Paese mancata negli anni una cultura in questo senso. Tentativi che abbiamo fatto in passato per introdurre
menti di intervento efficaci: accompagnare cassaintegrati e disoccupati a un altro lavoro dando anche qualche incentivo a loro e non solo alle imprese che li assumono. Significa essere molto professionali, avere
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intanto, i giovani, vorrebbero restare e trovare un lavoro in Italia; preferirebbero lavorare in una multinazionale o in una grande azienda italiana, che
vani, unet media di 25,2 anni, tutti laureati in maggioranza in discipline scientifiche, due su tre vivono ancora nella famiglia di origine). aspettative. Un giovane su due alla fine del primo percorso di studi cerca un lavoro in Italia (52,1%), una fetta significativa continua linvestimento in formazione (master, specialistica), ma solo poco pi di uno su dieci orientato a cercare un lavoro allestero (11,8%). Potendo scegliere, un giovane laureato su due sceglierebbe di lavorare in una grande impresa (50,3%), multinazionale (31%) o italiana (19,3%). In seconda posizione, e con unenfasi molto chiara, poco meno di un giovane su quattro sceglierebbe di lavorare in proprio, in unattivit imprenditoriale o in una libera profes-
sione, mentre le altre opzioni si distribuiscono tra settore pubblico (11,7%), piccole imprese (7,3%) e terzo settore (7,2%). evidente lo scarto tra il desiderio di lavorare in una grande impresa e il fatto che ad assumere sono soprattutto le piccole imprese. Gli strumenti. Mentre si rivelano competenti e determinati sulle preferenze professionali, i giovani laureati appaiono pi sperduti e smarriti sugli strumenti da utilizzare nella ricerca del lavoro. Emerge con forza, ma anche con malinconia, linvio diretto e spontaneo del curriculum alle aziende (68,2%), che come sappiamo rischia di finire nel cestino, vista la qualit media delle compilazioni e le quantit che arrivano nelle imprese, spesso senza guizzo e differenziale. Nettamente poco utilizzati i servizi di placement (24,2%), le agenzie per il lavoro (19,4%) e le fiere del lavoro (17%). Questa osservazione una bella sfida I genitori. Il confronto con i genitori offre ulteriori spunti. I giovani pensano di essere pi curiosi (93,2%), pi aperti (92,5%) e pi informati (85,5%) di mamma e pap; pi consumisti, decisamente (67,5%) ma Un patto generazionale. A questo punto, vista lanalisi, sarebbe ora di fare qualche carriera. Per avanzare nella professione e nel lavoro, i giovani ritengono di dover puntare su impegno e volont (53,9%), ma anche su competenza e merito (53,5%). Seguono adattivit e curiosit. Alle raccomandazioni e alla fortuna i giovani assegnano un magro 7%, ma in cuor loro sanno di mentire. anche meno soddisfatti (58,6%) e pi individualisti (68,1%). Sono decisamente pi orientati ai mezzi, ai linguaggi e alle tecnologie, ma hanno problemi di rapporto con le persone e con la realt. Sopra tutti c anche il fatto che non sono disponibili a fare i sacrifici che hanno fatto i loro genitori: fine della vitalit, del successo come sforzo e come impegno? proposta. necessario stringere un nuovo patto generazionale, non in-out, ma winwin, nel quale tutti possano portare a casa qualcosa e tutti siano soddisfatti. La frattura generazionale ormai consumata, bisogna recuperare il baratro. Idealmente si tratta di gestire un passaggio del testimone, una staffetta tra giovani e adulti, culturale, economica, contrattuale. Bisogna ascoltarli e lasciare loro un mondo migliore di come labbiamo trovato. e fonte di riflessione per le imprese che puntano sullemployer branding.
Quant bella giovinezza, che si fugge tuttavia, diceva Lorenzo de Medici qualche anno prima della scoperta dellAmerica, concetto sintetizzato anche da altri scrittori molto pi a noi vicini che, nel dedicare le loro opere al mito della giovinezza, ne tratteggiavano il carattere di attimo sfuggente. La giovinezza una fase della vita, tutti la conosciamo, ma presto la dimentichiamo.
Anche se qualcuno se la ricorda: Avevo ventanni, non permetter a nessuno di dire che la migliore et della vita (Paul Nizan, 1940). forse questo lepitaffio che anche i giovani di oggi potrebbero sottoscrivere: vittime del non lavoro, del dualismo, della precariet, assomigliano a degli esploratori senza bussola, schiacciati da una gerontocrazia di adulti e attempati che si credono eterni. Il paradosso giovanile. I giovani perdono economicamente e socialmente (sono le vere fasce deboli), ma vincono culturalmente, perch i gerontocrati e gli adulti sono preda del giovanilismo dei costumi, delle mode, della chirurgia plastica. La societ divisa in due, ed la prima volta che ai giovani non sembra dischiudersi un futuro migliore di quello dei loro padri. Meno ai padri e pi ai figli?, serpeggia lo slogan. Ma a noi sembra semplice e fuorviante, perch non si capisce come il benessere di alcuni debba per forza avvenire a scapito di altri. I giovani di oggi sono in ogni caso spaesati, disorientati, in debito di comprensione di una realt che non li accetta e valorizza. Abbiamo loro risparmiato ogni ostacolo e ogni fatica, fin quando ci siamo riusciti. Ma oggi la crisi ci lascia tutti nudi. Loro
offrisse loro buone possibilit di carriera; sono disposti a un percorso che prevede impegno e volont, ma non sono disponibili a sacrificarsi come hanno fatto i loro genitori. Generazione Y. questa la loro immagine, come emerge dalla pi importante e recente ricerca realizzata dallIstud sulla cosiddetta Generazione Y. questa la nuova sfida che le imprese dovranno affrontare nel futuro, quando faranno i conti con il generation mix, con la gestione della convivenza nelle aziende di culture e motivazioni diverse a seconda dellet delle persone. Lo confermano i dati del campione (1.200 gio-
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MUOVITI! IL PARACADUTE PER I GIOVANI CHE VOGLIONO TROVARE LAVORO E DECIDERE DELLA PROPRIA VITA R. bolles, C. Christen - Sonda, 2011
AbSTRACT / Vittime del non lavoro, del dualismo, della precariet, come esploratori senza bussola, schiacciati da una gerontocrazia di adulti e attempati che si credono eterni: i giovani di oggi.
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CONCILIAZIONE TRA TEMPI DI LAVORO E TEMPI DI VITA AA.VV - Rubbettino, 2011
re ad una significativa detrazione di imposta presentando una certificazione del fatto che luomo ha preso in loro vece il congedo parentale per assistere i familiari. Con questa soluzione (una forma di job sharing intra-familiare), lo scambio tra i sessi generato dallincentivo fiscale avverrebbe interamente allinterno di ciascuna famiglia. Al tempo stesso, comincerebbe a diffondersi lidea, anche tra le imprese, che i compiti familiari possono essere equamente distribuiti tra donne e uomini.
ricerca di aver posto le stesse domande a entrambi i membri di un campione rappresentativo di coppie. Ciascun partner ha dovuto rispondere per s e per laltro. Anche gli uomini hanno riconosciuto senza ambiguit il maggior lavoro delle loro compagne. Data questa situazione, come possono le donne esprimere nel mercato del lavoro la stessa energia de-
gli uomini? I comitati per le pari opportunit dovremmo farli in casa, non nelle aziende o negli uffici pubblici.
Ma questa proposta influirebbe anche sul condizionamento storico-culturale che in Italia pesa molto?
Si: nel lungo periodo il condizionamento culturale soccomber di fronte ai mutati incentivi che indurranno le coppie a scegliere liberamente chi star a casa, in modo equilibrato tra i sessi. Quando lattitudine culturale sar cambiata le aliquote potranno tornare ad essere uguali per donne e uomini.
conde per reagire allincentivo. singolare che in Italia lattenzione sia sempre sulla detassazione fiscale delle aziende e mai su quella delle persone. Ed anche singolare che se si propone una detassazione per le donne gli uomini insorgono, mentre una detassazione per le imprese che assumono donne passa senza un battito di ciglia.
AbSTRACT / Nel lungo periodo il condizionamento culturale soccomber di fronte ai mutati incentivi che indurranno le coppie a scegliere liberamente chi star a casa, in modo equilibrato tra i sessi.
Una tassazione differenziata per genere per riequilibrare il mercato del lavoro. questa la proposta che Andrea Ichino ha lanciato insieme ad Alberto Alesina. E che si basa su maggiori incentivi alle persone prima che alle imprese per rompere quei condizionamenti socio-culturali che ancora oggi in Italia tengono le donne lontane dal mercato del lavoro.
Dottor Ichino, perch ritiene utile discutere di questa proposta?
Perch in Italia il lavoro delle donne come una fonte di energia che non stiamo usando nel modo pi efficiente. Cos come quella maschile, peraltro. Quella delle donne la usiamo quasi totalmente in casa; quella degli uomini quasi totalmente nel mercato. Probabilmente ci sono molti maschi che vorrebbero dedicare pi tempo alla famiglia ma non lo fanno perch, nellattuale situazione, i redditi familiari sono tali per cui conviene che luomo lavori e la donna stia a casa, o prenda congedi parentali, il part-time, ecc. Da questo punto di vista gli asili servono poco perch consentono alle donne di lavorare di pi, ma non di fare carriera, perch ci che conta chi deve smettere alle cinque per andare a prendere il bambino allasilo.
nel libro LItalia fatta in casa sottolinea come i ruoli in famiglia siano mal distribuiti tra uomini e donne, e come queste ultime lavorino di pi. In che modo si potrebbe superare questimpasse? In che modo conciliare famiglia e lavoro? su cosa dovrebbe puntare il governo Monti?
Il problema non di dare alle sole donne lo strumento per conciliare la famiglia col lavoro, perch questo vuol dire avere dato per scontato che siano le donne a doversi occupare dei problemi della casa. Per cambiare gli equilibri noi pensiamo che si debbano tassare le donne meno degli uomini. La proposta ha un effetto di breve periodo, che deriva da un principio di ottimalit fiscale noto agli economisti. Cio che, se lo Stato vuole ottenere un certo gettito, conviene tassare di pi i beni con offerta o domanda rigida e meno gli altri.
Tra le ipotesi sul tavolo c anche la possibile introduzione di un congedo parentale obbligatorio. cosa ne pensa?
Penso che sia una buona idea non nella forma di congedo maschile obbligatorio, ma nella forma di congedo maschile incentivato attraverso una tassazione pi favorevole per le donne. Il modo per farlo questo. Consideriamo una famiglia che debba assistere figli piccoli o genitori anziani. Oggi sar tipicamente la donna (madre, figlia o sorella) a rinunciare in tutto o in parte al lavoro dato che il reddito delluomo (padre, figlio o fratello) maggiore. Questa situazione cambierebbe, per, se le donne potessero accede-
che relazione c tra la misura annunciata dal governo Monti di detassazione delle imprese che assumono donne e la vostra proposta?
La detassazione delle imprese prevista dal governo Monti far fatica a risolvere il problema. In primo luogo, la ricerca economica ha dimostrato che se si vuole aumentare loccupazione di una categoria di persone pi efficace, a parit di costo per il bilancio, dare alle persone stesse lincentivo a trovarsi il lavoro, piuttosto che alle aziende. E questo perch le prime hanno motivi pi forti delle se-
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tamente la flessibilit cattiva va disincentivata, ma ricordiamoci che dopo le riforme che hanno introdotto i contratti flessibili loccupazione in Italia cresciuta notevolmente. Le statistiche dimostrano inoltre che luso dei contratti flessibili in Italia ancora minore che negli altri Paesi europei. E a proposito di altri modelli, spesso economisti e giuslavoristi fanno riferimento al modello danese di flexsecurity. Un modello che, come spiega Palumbo fu introdotto per superare certe rigidit del mercato del lavoro, avendo come obiettivo il far convivere maggiore flessibilit, sia in entrata, sia in uscita, e massima tutela per i lavoratori che perdono il posto o che sono in cerca di un impiego. Di per s si tratta di un modello che sembra reggere bene anche limpatto della crisi. Tuttavia, aggiunge, non bisogna naturalmente dimenticare che Danimarca e Italia sono Paesi che hanno storie molto diverse alle spalle sia dal punto di vista sociale che economico: non quindi pensabile ladozione tout-court di un modello di gestione del mercato del lavoro studiato per essere efficace in un differente contesto socio-economico. Penso che sia giusto guardare quali strumenti vengono adottati allestero per trarne spunti ed idee nuove, ma allo stesso tempo non dobbiamo illuder-
sicurezza e di coinvolgimento delle persone. Semplificare corretto risponde Grondona a patto che per amore della semplificazione non si vada a pregiudicare una corretta flessibilit del lavoro nel nostro Paese. Non dobbiamo mai dimenticare che senza flessibilit il nostro sistema Paese non sarebbe competitivo. Cer-
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ci di trovare soluzioni pronte alluso da applicare in Italia. invece sul fronte della collaborazione azienda, sindacati e istituzioni nelle politiche attive per il reimpiego dei lavoratori che Grondona vede gli spunti pi interessanti. Se in Italia riuscissimo a garantire pi efficacia nelle politiche di reintroduzione al lavoro allora forse poi sarebbe pi facile parlare anche di flessibilit in entrata e in uscita.
calizzarsi soprattutto sul lavoro. Aziende, istituzioni e sindacati debbono creare le condizioni. Secondo Palumbo occorre innanzitutto chiarire di quale flessibilit parliamo. Per le nostre attivit, per garantire sempre al consumatore la freschezza e qualit che contraddistingue i nostri prodotti, noi abbiamo bisogno di una grande flessibilit della prestazione lavorativa ma non abbiamo necessit che il rapporto di lavoro sia precario.
produttiva con il superamento della precariet, favorendo coinvolgimento e sicurezza sul lavoro. Le nostre politiche di welfare sono coerenti con lobiettivo di offrire un impiego di qualit. Cos come chiediamo flessibilit operativa per garantire qualit ai consumatori, cos offriamo flessibilit ai nostri collaboratori per favorire un corretto equilibrio tra vita professionale e privata. Proprio per gli strumenti innovativi di conciliazione sviluppati allinterno dellazienda, Nestl ha ricevuto nel 2011 il Premio Famiglia Lavoro assegnato dalla Regione Lombardia e da ALTIS - Alta Scuola Impresa e Societ - dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore. Le nostre iniziative di work life balance sono numerose ed in continua evoluzione, per corrispondere alle esigenze delle nostre persone. Solo per citare alcuni esempi, Nestl va dal supporto alla gestione dei figli, con gli asili nido aziendali e con il Progetto 90 giorni (che permette di ospitare i figli dei dipendenti durante i periodi di chiusura delle scuole presso la Sede aziendale, dove sono coinvolti in attivit ludico-
Da sede a sede, da Paese a Paese variano invece le politiche di welfare aziendale di Indesit Company. Potrei parlare delle convenzioni con asili, palestre, negozi o delle polizze assicurative o di tanti altri servizi, ma dovendo fare una sintesi, partirei dal clima aziendale che da sempre aperto, informale e genuino. Mi sembra poi importante sottolineare limpegno che mettiamo nel cercare di assecondare le inclinazioni delle persone, fornendo molte possibilit di job rotations anche internazionali. Inoltre, il nostro sistema incentivante prevede la partecipazione di tutti, manager e impiegati ma anche operai, ai risultati aziendali. Le persone al centro dellazienda quindi, a partire dalle categorie pi deboli: i giovani, le donne, gli over 50. Proprio a loro sono rivolte con maggiore attenzione le tutele da parte delle aziende, a partire dai giovani per i quali Nestl ha aderito ed certificata da Bollino Ok Stage, liniziativa promossa dalla Repubblica degli Stagisti per rendere immediatamente riconoscibili le aziende che si impegnano a utilizzare lo strumento dello stage secondo una serie di criteri virtuosi, riassunti nella Carta dei diritti dello stagista. Per quanto riguarda le donne, invece, negli ultimi anni
lazienda leader nellalimentare ha deciso di approcciarsi in modo strategico alla maternit con lobiettivo di salvaguardare il benessere delle madri lavoratrici. A livello di Gruppo, infatti, stato sviluppato il Maternity Kit, un progetto di informazione che fornisce alle donne in attesa le linee guida per gestire al meglio il proprio periodo di maternit allinterno dellazienda con benefici per entrambe le parti. In particolare, le aree trattate riguardano la gestione del percorso professionale durante la maternit, i diritti legati alla maternit, i passi amministrativi e i servizi, e infine i benefit che il Gruppo Nestl mette a disposizione alle mamme. Secondo Grondona a livello di sistema Paese che c ancora molta strada da fare. Ad esempio, inserendo un meccanismo di diminuzione progressiva del costo del lavoro per gli over 50. Se si vuole che le persone arrivino a lavorare fino a 70 anni, bisogna rendere sempre pi conveniente alle imprese il fatto di tenerle a bordo. Inoltre per facilitare lingresso nel mondo del lavoro dei giovani credo che vada perseguito il modello tedesco di alternanza scuola lavoro. In questo senso, Indesit ha sviluppato il Progetto Campus impegnandosi insieme allUniversit in un affiancamento didattico finalizzato a preparare giovani ad alto potenziale, gi durante il percorso universitario, ad un ingresso veloce ed efficace nel mondo del lavoro e quindi allinserimento in azienda in posizioni chiave.
INDESIT COMPANy
Indesit company tra i leader in europa nella produzione e commercializzazione di grandi elettrodomestici (lavabiancheria, asciugabiancheria, lavastoviglie, frigoriferi, congelatori, cucine, cappe, forni e piani cottura). leader assoluta in importanti mercati come lItalia, il Regno Unito e la Russia. Il fatturato del Gruppo nel 2010 stato di 2,9 miliardi di euro. Indesit Company ha 14 stabilimenti produttivi (Italia, Polonia, Regno Unito, Russia e Turchia) e occupa 16.000 persone. Indesit, Hotpoint e Scholts sono i principali marchi del Gruppo.
Gian Luca Grondona, 41 anni, Direttore Risorse Umane di Indesit Company. Dopo una laurea in Scienze politiche ed esperienze nella direzione del personale di Fiat Auto, entra in Indesit Company nel 2001. Nel corso di un decennio ricopre ruoli di crescente responsabilit allinterno delle diverse aree delle risorse umane. Dopo una prima esperienza in stabilimento, nel 2004 diventa Responsabile delle risorse umane per le attivit industriali e poi Direttore delle risorse umane per larea tecnica e industriale, gestendo il personale di tutti i siti produttivi e delle Direzioni di prodotto e innovazione. Dal 2009 completa quindi il suo percorso assumendo la guida del personale per le aree Vendite, Marketing e Service.
GRUPPO NESTL
Il Gruppo nestl presente in Italia dal 1875, quando stata registrata a Milano letichetta Farina Lattea nestl, alimento completo per i bambini lattanti. Occupa circa 5.600 dipendenti suddivisi in 18 stabilimenti produttivi (oltre alla sede centrale di Milano). Oggi opera con diverse realt: Nestl Italiana, Sanpellegrino, Nestl Purina Petcare, Nespresso. leader mondiale nel food & beverage, con sede in pi di 140 Paesi, con una gamma di oltre 10.000 prodotti, frutto della tradizione e della pi avanzata ricerca nutrizionale al mondo. Le dimensioni e la responsabilit di mercati cos ampi e diversi fra loro si traducono nellimpegno a sviluppare e garantire un corretto approccio alla nutrizione e a un corretto stile di vita, che non pu prescindere da unequilibrata alimentazione ed idratazione.
Il tallone dAchille della tanto discussa flessibilit resta il suo rapporto con i diritti dei lavoratori. La competizione globale impone alle aziende di essere rapide nel riorganizzare le proprie attivit quando il mercato lo richiede sottolinea Grondona. Credo che il modo migliore per conciliare i diritti con la flessibilit sia proprio quello di superare una logica esclusivamente assistenzialistica per fo-
Per questo Nestl, in linea con lobiettivo di offrire condizioni di lavoro di qualit, negli ultimi anni ha concordato con il sindacato una forma di part time flessibile che ha permesso a centinaia di lavoratori stagionali di avere unoccupazione a tempo indeterminato. Conciliare diritti e flessibilit possibile: nella nostra esperienza siamo riusciti a conciliare le esigenze di variabilit e flessibilit
educative) sino al telelavoro, che apre nuove possibilit di flessibilit personale e favorisce laffermarsi di una cultura aziendale che valorizza la performance, pi della mera presenza in ufficio.
FaUsTo PaLUMbo
Head of HR Nestl in the Market
PUbbLICAZIONI
VALORE, IMPRESA E SISTEMA PAESE. STRATEGIE DAZIENDA PER LA GENERAZIONE DI VALORE SOSTENIbILE M. Dallocchio, E. Teti - EGEA, 2011
Fausto Palumbo, 46 anni, napoletano, sposato con tre figli, Head of HR Nestl in the Market. Dopo una laurea in Scienze Politiche frequenta un MBA e successivamente si specializza allestero. Inizia la sua professione in consulenza e formazione, seguono otto anni in General Electric in Italia e allestero, due anni in AXA e tre in Wolters Kluwer. in Nestl dal 2008.
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Da poche settimane Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz accetta volentieri di parlare con
come pu leuropa, in sede di Parlamento e di commissione, aiutare i singoli Paesi a contenere la disoccupazione gi nei prossimi mesi?
Si tratta di una competenza principalmente nazionale, ma lEuropa pu sostenere e coordinare gli Stati membri nella creazione di posti di lavoro. A mio avviso, il cosiddetto Patto fiscale monco, perch manca un pilastro che vincoli i governi a raggiungere determinati obiettivi anche in termini di crescita e impiego. Ma liniziativa per la crescita della Commissione va nella buona direzione, il Parlamento cercher di rafforzarla. LEuropa per ora ha focalizzato la sua attenzione pi sulle misure di rigore e disciplina dei bilanci che sulla crescita e loccupazione, e questo a mio avviso un errore. Non si possono ridurre i debiti pubblici senza un rilancio delleconomia, per questo servono investimenti. Negli ultimi tempi i leader europei sembrano essersi resi conto che le misure per loccupazione sono essenziali almeno quanto lausterit. ficiente. Purtroppo non stata ancora promossa nessuna iniziativa che vincoli i governi ad attuare misure per la crescita e loccupazione. Vorrei comunque ricordare che le politiche sociali e del lavoro sono una competenza prima di tutto nazionale, e che lEuropa ha un ruolo di coordinamento e di orientamento.
Qual il suo pensiero sulla questione della precarizzazione che per molti giovani rappresenta la faccia peggiore nellofferta di lavoro? In Italia gli ultimi dati dicono che circa 2,7 milioni di persone sono senza posto fisso e che il 47% dei giovani under 25 ha un contratto a termine.
Siamo la prima generazione a non avere pi la certezza che i nostri figli staranno meglio di noi. Dare speranze ragionevoli e realistiche ai giovani essenziale, ma io sono convinto che solo unEuropa unita e politicamente forte potr di-
LItalia, ma anche molti altri Paesi europei, stanno riformando il mercato del Lavoro in un contesto difficile di spesa pubblica. Lei come immagina il welfare nei prossimi anni in europa?
Una cosa certa: i tagli non devono essere fatti a spese delle fasce sociali pi deboli e dei lavoratori, che non hanno responsabilit nella crisi eppure ne stanno gi pagando le conseguenze. Il rigore fiscale non colpisce i ricchi, che hanno meno bisogno dei servizi sociali. Per questo la crisi non deve rappresentare
MarTin SChulz
Meno risorse significher anche meno servizi e meno qualit per i cittadini. Questo potr mettere a rischio, secondo lei, la coesione sociale?
S, il rischio c. Per questo importante che tutte le riforme siano fatte nel segno dellequit e della giustizia sociale. In diversi Paesi europei i giovani protestano contro un sistema economico in cui
Il Presidente della commissione barroso ha da poco lanciato una serie di iniziative per combattere la disoccupazione giovanile. Qual il suo giudizio?
Si tratta di un passo nella buona direzione, anche se non suf-
Guardando al mercato del lavoro ci sono modelli, in europa, che si sente di consigliare agli altri Paesi? esempi di buone pratiche che potrebbe essere utile condividere?
Un buon esempio quello scandinavo. La Svezia, la Danimarca, hanno s introdotto una
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LA COESIONE EUROPEA G. Dabbeni, A. Palmisano Edizioni Goliardiche, 2011
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ogni Paese ha le sue regole ma tutti hanno un sistema di tutela per coloro che sono momentaneamente usciti dal mondo del lavoro. possibile introdurlo anche in Italia?
Direi che allo stato attuale non si capisce quale sia la strategia politica definitiva sul mercato del lavoro. La cosa che mi sento di dire che si cercano spesso soluzioni innovative tese a ridurre le garanzia dei lavoratori. Mi riferisco, tra le altre cose, alla messa in discussione dellart. 18 dello Statuto dei lavoratori, quando invece si potrebbero usare meglio strumenti gi esistenti. Faccio un esempio. La Legge 23 dicembre 1996, n. 662, al fine di incentivare lassunzione di nuovo personale, prevede che ai lavoratori in possesso dei requisiti di et e di contribuzione per laccesso al pensionamento di anzianit pu essere riconosciuto il trattamento di pensione e il passaggio al rapporto di lavoro a tempo parziale in misura non inferiore a 18 ore settimanali. La facolt di cui sopra vale a condizione che il datore di lavoro assuma nuovo personale per una durata e per un tempo lavorativo non inferiore a quello ridotto ai lavoratori che si avvalgono della predetta facolt. Questo sarebbe un modo per coniugare pensioni e lavoro e soprattutto a costo zero per le imprese. Leffetto negativo per le finanze pubbliche dellanticipo parziale delle riforme sarebbe a mio avviso compensato da quello positivo legato, oltre che alle entrate fiscali, alleffetto
In che modo la riforma del mercato del lavoro della Ministra Fornero si pone nei confronti degli altri Paesi europei?
Io penso che occorrerebbe procedere con un percorso inverso a quello di cui spesso si parla. A mio avviso occorrerebbe prima creare dei seri ammortizzatori sociali in caso di perdita del lavoro e poi procedere con la flessibilit. Questo per un semplice motivo: un mercato flessibile dove invece chi perde il lavoro espulso, soprattutto se in unet sensibile come quella tra i 40 e 50 anni, non serve a nessuno.
recentemente la Germania si augurata che il governo Monti non si fermi a met strada. Il modello tedesco pu fare da scuola al nostro sistema?
Mi lasci fare una battuta. Ogni volta che la Germania ha voluto fare la prima della classe ne venuta fuori una nuova guerra: come si dice se non impari niente da una sconfitta vuol dire che ne meriti unaltra.
si fa spesso riferimento al modello di flexsecurity danese. Pu fare da scuola per il nostro sistema?
Direi che il sistema re-distributivo e fiscale non rende paragonabili le esperienze. In ogni caso sono tra coloro che ritengono che venuto il momento di guardare un po meno fuori per studiare meglio le nostre peculiarit. Va studia-
provvedimenti relativi alle pensioni abbraccia unottica di lungo periodo, ma orienta nellimmediato lapplicazione di principi di equit, di trasparenza, di semplificazione e di solidariet sociale. Questi
sono principi comuni a tutti!
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Quando si parla del mercato del lavoro e del sistema di welfare in particolare, si pu parlare di unanomalia italiana?
Guardi, per me lanomalia non puntare sulla crescita e sulla modifica dei parametri economici usati fino ad oggi. In tempi di cambiamento ci si deve interrogare se i criteri che hanno guidato nel pas-
PUbbLICAZIONI
IL DIRITTO AL LAVORO POSSIbILE. LA RIFORMA DEL SISTEMA DI GESTIONE AMMINISTRATIVA DEL MERCATO DEL LAVORO ED I NUOVI SERVIZI PER LIMPIEGO IN ITALIA M. Ghirotti - Franco Angeli, 2011
gore sociale su cui si basano i trattati europei? il termine schemi di previdenza integrativa con schemi di previdenza complementare perch altrimenti si ricomprendono strumenti che niente hanno a che fare con le tutele esistenti per il settore dei fondi pensione. Spesso in diritto un termine sbagliato ha impatti deleteri e questo a mio avviso il caso. In altri termini la norma scritta male.
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Quali sono a suo parere le idee pi coraggiose di questo governo per riformare il mercato del lavoro?
Forse lidea di forme di decontribuzione dalla previdenza obbligatoria a favore di forme di previdenza integrative. Tuttavia suggerisco a chi ha scritto la norma di correggere
sato siano validi anche per il futuro. In sostanza la questione questa: il PIL ancora lindicatore pi valido per misurare il benessere sociale e la crescita di una economia e quindi per collegarvi il rendimento delle pensioni ed i parametri di ri-
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ESPERIMENTI DI FLExICURITy. AZIONI DI SOSTEGNO AL LAVORO ATIPICO IN PROVINCIA DI TRENTO a cura dellIrs, Universit di Trento, For.Es Franco Angeli, 2011
raccogliendo le domande di adesione delle aziende, con indicazioni sui profili richiesti. Nelle prossime settimane procederemo con il matching di candidati e aziende e quindi partiremo con la formazione.
ze interne, si mette in piedi una task force che assiste il giovane nellelaborazione del progetto dimpresa. Abbiamo esperti in materia di fisco, previdenza, incentivi economici, diritto dimpresa, ricerca, propriet intellettuale e tutto quanto pu servire alla costituzione di una societ. Inoltre lavoriamo a stretto contatto con lAgenzia per lo sviluppo provinciale e con gli incubatori dimpresa, che dispongono di risorse specifiche.
dei genitori, che da un lato spingono i propri figli verso carriere da colletti bianchi e dallaltra li proteggono e li sostengono senza consentire loro di fare esperienze manuali, ad esempio durante lestate. Poi ci si sono messe anche normative che hanno reso il lavoro estivo sempre pi difficile da praticare, per i giovani e per le aziende. Noi stiamo lavorando proprio su questo fronte. Il nostro obiettivo consentire alle nostre imprese di assumere giovani per il periodo estivo. In questo modo le aziende farebbero fronte alla carenza di manodopera che annualmente si presenta in quel periodo, mentre i giovani avrebbero la possibilit di avere unentrata anche durante il periodo di studio e di provare il lavoro manuale, a prescindere dalloccupazione futura.
Presidente Mazzalai, i dati parlano di giovani sempre pi scoraggiati nella ricerca di un impiego, ma il lavoro non sembra mancare in provincia di Trento: addirittura gli over 54 hanno visto aumentare del 9,8% il numero di assunti. Quali le cause di questo stallo nelloccupazione giovanile in una provincia dove ancora loccupazione sembra tenere nonostante la crisi?
difficile dare uninterpretazione assoluta ai dati, soprattutto in uno scenario in continua evoluzione. Di sicuro c che le imprese trentine cercano lavoratori qualificati e quelli che escono dagli istituti tecnici non riescono a coprire tutti i posti che vengono offerti. Magari hanno pi difficolt i giovani che cercano lavoro con un diploma, ad esempio, di liceo. In generale necessario lavorare sulle famiglie, che troppo spesso snobbano la formazione tecnica, la quale invece pu dare soddisfazioni professionali ed economiche ai giovani.
Pensa che sia possibile una rivalutazione della cultura del lavoro, intesa come il riavvicinamento degli studenti ai lavori manuali?
Io ci credo fermamente. Certo, c da lavorare su un atteggiamento ormai radicato che tende a snobbare il lavoro manuale. Lo dico con una provocazione. Una volta si sudava per guadagnarsi da vivere, oggi invece bisogna guadagnare per poter sudare, perch lunica pagarsi un abbonamento in palestra. La colpa soprattutto
Il progetto prevede anche altri aspetti, ad esempio la promozione dellimprenditorialit giovanile. che tipo di risposta state avendo dai giovani?
In Confindustria Trento abbiamo attivato uno sportello per la nuova imprenditorialit, al quale si possono rivolgere giovani che hanno idee imprenditoriali, ma che non sanno come tradurle in pratica. In Associazione c una persona che presidia il desk ed effettua il primo incontro. Poi, attingendo alle competen-
si parla di una flexsecurity di Trento, di cosa si tratta e in quale modo coinvolta confindustria?
In realt se ne sta parlando tanto anche a livello nazionale. Il vantaggio della nostra Provincia che abbiamo competenza le-
AbSTRACT / C da lavorare su un atteggiamento ormai radicato che tende a snobbare il lavoro manuale. La colpa soprattutto dei genitori, che da un lato spingono i propri figli verso carriere da colletti bianchi e dallaltra li proteggono e li sostengono senza consentire loro di fare esperienze manuali.
nel vostro progetto utilizzate molto le nuove tecnologie, i social network, ogni possibile canale per permettere ai giovani di fare rete: ci rac-
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La persona al centro del Gruppo, tanto che la produzione di ricchezza diventa il mezzo per migliorare le condizioni di lavoro e accrescere loccupazione. Quanto conta la cura dei lavoratori?
Credo che un pezzo della crisi che stiamo vivendo dipenda dalla sottovalutazione della cultura del lavoro. Rimettere al centro il lavoro e luomo imperativo per uscire positivamente dalla crisi. unopera di lunga lena che ha le sue basi nelleducazione delle nuove generazioni e nei messaggi che la societ manda loro; non possiamo continuare a bombardarli con le illusioni del successo facile e rapido, con lidea che tutto va consumato rapidamente, anche la vita. giusto riaffermare il valore del tempo, dello studio e del lavoro quali strumenti necessari alla propria affermazione. Accanto a questo dobbiamo riposizionare le imprese e le politiche di welfare, perch necessario ridare certezze e tranquillit a chi investe e a chi lavora. Certo, per una cooperativa questo fa parte della sua missione; non a caso CFT, in questi ultimi due mesi, ha confermato a tempo indeterminato 82 soci lavoratori.
approva il bilancio. I soci extracomunitari hanno un peso rilevante, diversi hanno ruoli di responsabilit; attualmente un socio senegalese presente in consiglio di amministrazione. Anche questo richiede investimenti e sforzi particolari: lorganizzazione di corsi di lingua italiana, la traduzione in varie lingue dei comunicati, dei manuali della sicurezza e altri atti della cooperativa; lattenzione ai costumi e ai precetti religiosi nella composizione dei pacchi sociali natalizi. Si tratta di uno sforzo non indifferente ma la
risposta dei soci stranieri generalmente molto positiva, perch comprendono di aver trovato un approdo sicuro per s e per la loro famiglia.
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LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE PER LA SOSTENIbILIT DELLIMPRESA M. Guerci Franco Angeli, 2011
riprendere lidea della formazione permanente per riposizionare a un livello pi alto il mondo del lavoro italiano.
rispetto delle diversit e scambio culturale sono valori centrali in cFT. come li promuovete?
Lintegrazione fra i lavoratori fondamentale, del resto su 1700 soci i non italiani sono circa 570. Chi lavora in CFT socio a tutti gli effetti, sia esso italiano, senegalese, peruviano, filippino... Il socio partecipa alle assemblee, esprime la sua opinione e vota; elegge il consiglio di amministrazione, discute e
La riforma del Welfare in Italia in pieno corso. In quale direzione dovrebbe muoversi?
Il problema che diviene difficile parlare di riforma del welfare scollegata dagli interventi sul rilancio delleconomia. Lelemento centrale su cui necessario intervenire il superamento della precarizzazione del lavoro, cos come si sviluppata in questi ultimi anni. Ma per intervenire sulla precariet obbligatorio rilanciare sviluppo e occupazione. Questo aiuta la discussione sulla riforma, altrimenti c il rischio di uno scontro sociale che non serve al Paese. Non pensabile mantenere una cassa integrazione a vita o dipendente dal rifinanziamento annuale come quella in deroga: la cassa integrazione deve essere uno strumento strutturale di protezione, che vale per tutto il mondo del lavoro, a termine e legata ai processi di formazione e ricollocamento. Dobbiamo
In cFT sono impiegati molti giovani, anche in cariche direttive. Quale la verit sulla Generazione Y?
Leconomia liberista ha precarizzato pi di una generazione, la crisi li ha resi disoccupati. Non si tratta di bamboccioni ma dellimpossibilit di decidere sul proprio futuro. Ma quando le imprese puntano sui giovani e danno loro le opportunit per affermarsi, la risposta entusiasmante. Per CFT la politica del rinnovamento e ringiovanimento costante del gruppo dirigente viene da lontano, tanto che adesso il consiglio di amministrazione ha unet media di 42 anni, che si abbassa se prendiamo in esame lintero gruppo dirigente delle aziende del gruppo. Forse, anche questo uno dei fattori del successo di CFT.
vecchio gruppo di facchini che dai primi del 900 scaricavano frutta e verdura nello storico mercato di Firenze a piazza Ghiberti.
Oggi CFT la capofila di un Gruppo logistico tra i pi importanti dItalia che opera in tutto il Paese e offre lavoro a circa 4500 persone tra soci di cooperative e aziende di trasporto. Nessun segreto nel suo successo, ma elementi comuni ai gruppi dirigenti che si sono succeduti spiega a Lavori in Corso il Presidente Leonardo Cianchi, 35 anni, da oltre un anno alla guida del Gruppo: Guardare avanti, oltre il visibile, per capire dove portare limpresa; rinnovare i gruppi dirigenti ma con uno sguardo attento alla continuit; innovare senza perdere di vista la storia e la missione della cooperativa, ovvero mettendo al centro delle scelte il lavoro e luomo.
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Help Talk, Lucy, bIG Launcher e le altre: la tecnologia e il welfare del futuro
AbSTRACT / Linvecchiamento della popolazione pone sfide enormi in termini di finanze pubbliche e crescita economica: sono sempre pi necessarie soluzioni tecnologiche per risolvere le problematiche della crescente popolazione di anziani.
In Italia, da qui al 2030, la popolazione tra i 55 e i 75 anni aumenter di circa quattro milioni di unit e la met dei bambini nati oggi probabilmente superer i 100 anni. Laspettativa di vita sar quasi di 90 anni per le donne e di 85 per gli uomini.
Questi numeri non solo ci dicono che linvecchiamento della popolazione pone sfide enormi in termini di finanze pubbliche (pensioni e sanit), crescita economica, ma inducono anche a pensare che siano sempre pi necessarie soluzioni tecnologiche per risolvere le problematiche della crescente popolazione di anziani. Il welfare tecnologico considerato da molti la soluzione del problema. Un numero crescente di cittadini anziani, con ridotta capacit fisica e intellettiva e, spesso, affetti da malattie croniche e degenerative, avranno necessit di aiuto per rimanere autonomi e poter trascorrere la loro anzianit a domicilio nelle rispettive abitazioni. La possibilit di vivere autonomamente un obiettivo importante non solo perch rappresenta un desiderio delle persone anziane ma anche perch comporta una flessione delle responsabilit a carico di ospedali. La anzianit a domicilio un elemento chiave di un nuovo tipo di strategia che compenetra qualit della salute e controllo delle spese. Vodafone ha recentemente premiato alcune applicazioni sviluppate per anziani e disabili. Help Talk, Wheelmap, Zoom Plus Magnifier e BIG Launcher sono tutti programmi premiati alledizione 2011 di Vodafone Foundation Smart Accessibility Awards e riceveranno 50mila euro a testa per il loro impegno nel migliorare la vita degli anziani e dei disabili. Help Talk utilizza una serie di icone per rappresentare frasi-chiave e impiega la tecnologia text-tospeech (dal testo alla voce). Gli utenti possono inoltre utilizzarla per inviare messaggi di emergenza con la loro posizione a un indirizzo predefinito. Wheelmap un database che mostra i punti daccesso per le sedie a rotelle nei luoghi pubblici. Zoom Plus Magnifier consente di ingrandire documenti e simboli, oltre a cambiare il colore e il contrasto per aiutare le persone affette da dislessia, daltonismo e altri impedimenti visivi. BIG Launcher offre una schermata alternativa per gli smartphone Android ottimizzata per gli anziani e gli ipovedenti, utilizzando tasti di grandi dimensioni e dai colori accesi per accedere alle principali funzioni del te-
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IL CAMbIAMENTO DEMOGRAFICO. RAPPORTO PROPOSTA SUL FUTURO DELLITALIA CEI. Servizio nazionale progetto culturale - Laterza, 2011
lefono, incluso un tasto SOS per chiedere aiuto in caso di emergenza. Anche programmi nati per ridurre il digital divide si stanno rivelando utili a includere anziani e disabili nel mondo digitale. La tecnologia si chiama Lucy, come uno dei primi ominidi fossili ritrovati in Africa, ed stata creata dalla fondazione svizzera Dominic e dallazienda Aubay, specializzata nella realizzazione di sistemi informativi industriali. Dopo esser stata sperimentata in nazioni come la Tanzania, Lucy arriva in Italia a seguito di una semplice constatazione: lelevata et media della popolazione italiana, associata alla sempre pi bassa natalit. Met allincirca degli anziani non utilizza Internet, a fronte di una media europea di vetero analfabeti digitali del 35%. A questi si aggiungono tutte quelle persone che a causa di lesioni motorie o visive faticano ad adoperare un computer. Un punto fondamentale nello sviluppo della strategia dellanzianit a domicilio incentrato sullincidenza delle disabilit e malattie: gli assistenti devono affrontare una sfida difficile, in cui la salvaguardia di uno stato di salute efficiente necessaria a fare in modo che i cittadini anziani possano vivere autonomamente. Le componenti chiave della struttura organizzativa per i servizi di tele-assistenza domiciliare sono due: il Centro Operativo e lorganizzazione e-health. Il Centro Operativo altro non che un call center in cui vengono costantemente
seguite le persone anziane a casa, offrendo una serie sempre pi completa di servizi. I servizi base sono basatI sulla comunicazione tra il centro ed il cittadino e si possono dividere nella tele-emergenza, ovvero lanziano ha con s un meccanismo che consente il contatto immediato con il centro in caso di emergenze, e Il tele-controllo, con cui gli operatori rintracciano periodicamente la persona al proprio domicilio, monitorando le condizioni generali e identificando i possibili problemi sociali e sanitari. Tra i servizi offerti via teleassistenza vi possono essere lassistenza terapeutica, lassistenza dietetica, lassistenza dei servizi sociali e lorganizzazione dellassistenza per malattie croniche. Tutti questi servizi vengono incentrati su una struttura di tipo ICT, ovvero la cosiddetta soluzione e-health. Si tratta di un sistema che supporta linsieme delle attivit caratteristiche dei Centri
Operativi, le organizzazioni sociali e quelle sanitarie. I dati di tutti i pazienti vengono inseriti in un unico archivio, sono previsti programmi di gestione per le terapie e le malattie. Ma prospetticamente bisogna anche preparare linvecchiamento degli attuali quarantenni. E non a caso il 2012 lAnno europeo dellinvecchiamento attivo e della solidariet tra le generazioni. Welfare tecnologico significa e deve significare anche ladattamento delle nuove tecnologie al nuovo contesto di invecchiamento: le tecnologie devono essere delle specie di protesi, da usare per espandere e permettere le nostre possibilit e funzionalit. I settori trainanti del futuro sono quindi biotech, nanotech, robotica e intelligenza artificiale.
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Nuovi strumenti di
anTonIo anGIonI
Country Manager Right Management
welfare
In un recente convegno sono state presentate alcune esperienze di successo che hanno mostrato come spesso i candidati abbiano saputo utilizzare adeguatamente le opportunit offerte dal percorso di outplacement iniziando attivit nuove, valorizzando non solo le proprie competenze ed esperienze, ma anche il potenziale. Accanto al reinserimento in posizioni tradizionali, sono stati presentati casi di nuove attivit imprenditoriali quali piccole aziende di manutenzione elettrica, societ di ricerca per conto terzi per non parlare di nuovi business nel campo alimentare. Percepito inizialmente con diffidenza, listituto si consolidato e le imprese vi stanno facendo un crescente ricorso non solo per casi singoli ma, inserendolo nellambito di accordi con le OO.SS, anche per gestire e ridurre gli impatti delle riorganizzazioni. Questo cambiamento stato favorito sia dai risultati positivi conseguiti nel corso degli anni, consultabili nel sito dellAISO (Associazione Italiana Societ di Outplacement) sia da una crescente attenzione a salvaguardare professionalit ed esperienza, elementi essenziali per la competitivit del sistema Paese. In un momento in cui si stanno ripensando alcuni aspetti strutturali del sistema di welfare e si sta facendo strada la convinzione che si debba tutelare pi la persona che il posto di lavoro, sarebbe utile considerare lopportunit di inserire loutplacement come uno strumento del sistema o attraverso una soluzione normativa, come accade in Francia, o attraverso una soluzione contrattuale, come accade in Belgio. Sono stati gi predisposti dei disegni di legge in sede di commissione parlamentare che sembrano favorire questa soluzione che, collegata anche ad adeguate iniziative nel campo della formazione e della riqualificazione, potrebbe contribuire a migliorare lattuale situazione e favorire la creazione di nuove opportunit di lavoro: la vera emergenza di questi tempi.
Nel corso di questi anni loutplacement si affermato anche in Italia come uno strumento utile per ridurre gli impatti delle riorganizzazioni favorendo il reinserimento nel mondo del lavoro e la ricollocazione professionale. La metodologia stata ideata nel 1981 e si arricchita nel corso degli anni con soluzioni originali che permettono oggi al candidato di usufruire di un percorso personalizzato avente come obiettivo non solo il reinserimento nel mondo del lavoro ma anche di identificare opportunit corrispondenti al proprio potenziale e allesperienza acquisita.
Il programma inizia, infatti, con il bilancio delle competenze e con la definizione dellobiettivo professionale, per poi proseguire con alcune sessioni nel corso delle quali, con laiuto di consulenti specializzati, viene identificato il proprio mercato di riferimento e le aziende target. A questo punto il candidato, sia con il supporto di consulenti che di adeguati tool tecnologici, pu iniziare a selezionare le opportunit maggiormente corrispondenti e a confrontarsi con le aziende interessate sino a negoziare la proposta maggiormente corrispondente ai propri obiettivi. Affrontare un programma di outplacement implica rimettersi in discussione e il successo in larga parte condizionato dalla capacit del candidato di saper affrontare e governare il cambiamento anzich subirlo: non a caso viene posta lenfasi, nella fase iniziale, nella definizione del proprio obiettivo professionale, perch in funzione di questo obiettivo si sviluppa coerentemente il programma. Immaginare di concentrarsi nella ricerca di posizioni analoghe implica precludersi tutta una serie di occasioni spesso ignorate.
AbSTRACT / In un welfare che mira a tutelare pi la persona che il posto di lavoro, loutplacement potrebbe diventare uno strumento del sistema attraverso una soluzione normativa o contrattuale.
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PUbbLICAZIONI
bEyOND SMART CITIES T. Campbell Taylor & Francis Ltd , 2012
- il mondo della scuola e della ricerca. In una recente intervista il ministro Profumo ha spiegato come per trasformare il Paese serva come prima cosa una azione democratica. Tutti devono essere coinvolti - ha detto - anche se le tecnologie non sono ancora ottimali. Quindi va azzerato immediatamente il digital divide che riguarda sei italiani su cento, cominciando a privilegiare maggiormente gli spazi pubblici. Dobbiamo tutti trovare delle idee per risolvere qualsiasi dilemma attraverso le nuove tecnologie, le applicazioni e le interconnessioni che esistono tra pubblico e privato. Parole a cui potrebbero seguire i primi fatti. Il Ministero dellIstruzione pensa infatti di partire con un bando da 200 milioni di euro per le Smart Cities, che coinvolger prima otto regioni del Sud - Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia - e poi il resto dItalia.
AbSTRACT / Le citt potranno diventare luoghi di innovazione in grado di stimolare a loro volta nuova innovazione, dando cos vita ad un circolo virtuoso capace di coinvolgere - finalmente pi in profondit il mondo della scuola e della ricerca.
di azione per lefficienza energetica lanciato dallUnione europea sei anni fa. Lobiettivo noto e ambizioso: riduzione del 20 per cento per le emis-
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Inclusivo ed equo.
Ormai da pi di un anno il lavoro e il welfare rappresentano temi ricorrenti negli interventi del Presidente Napolitano. Lo aveva ribadito gi nel discorso di fine anno agli italiani: Vedo che c una necessit, ampiamente riconosciuta come comune, che quella di ripensare tutto il tema degli ammortizzatori sociali e delle forme di sicurezza sociale. Non solo. Il Presidente ben consapevole che due sono gli obiettivi: occupazione ed equit sociale. Ma si tratta di due traguardi che richiedono coesione, sacrifici da parte di molti (se non tutti).
Gi a novembre Napolitano affermava che se lItalia vuole assicurarsi una crescita economica e salvaguardare la coesione sociale, deve saper dare risposte alle aspettative di tanti giovani che vivono una condizione di instabilit e di incertezza nel loro futuro. Un deciso e accresciuto impegno per la salvaguardia e la valorizzazione del capitale umano del nostro Paese e delle sue risorse di creativit e dinnovazione condizione indispensabile per assicurare unequilibrata crescita economica e la stessa tenuta del tessuto civile e sociale. Il primo step di questo lungo percorso di trasformazione del mondo occupazionale e previdenziale stata la riforma delle pensioni che lo stesso Napolitano ha supportato quando sosteneva che lItalia deve definire nuove forme di sicurezza sociale che sono state finora trascurate a favore di una copertura pensionistica pi alta che in altri Paesi. Nuove forme di sicurezza sociale sono state trascurate anche a favore di provvidenze generatrici di sprechi mentre diviene necessario rinnovare le politiche del lavoro anche per la fondamentale ragione che il mondo cambiato,
giorgio naPoliTano
PUbbLICAZIONI
IL CUSTODE. GIORGIO NAPOLITANO: DAL PCI AL COLLE LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE E LA GUIDA DEL PAESE NELLA CRISI PI DIFFICILE G. Cazzato - Castelvecchi, 2011
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I nostri 1.300 eroici ispettori lavorano a pieno regime ma non si pu pensare di sconfiggere un fenomeno cos diffuso e radicato grazie allazione di un manipolo di persone. Basti pensare che qualche settimana fa a Milano c stato un blitz congiunto dellAgenzia delle entrate, Vigili urbani e Inps: risultato irregolare il 10% delle aziende esaminate. Un valore altissimo se consideriamo che ci trovavamo al centro della nostra capitale economica. Per resto dellidea
anTonio MaSTraPaSQua
care problemi di tenuta sociale. Bisogna distinguere bene i due livelli obietta Mastrapasqua. Il problema delle finte partite iva reale e molto preoccupante, ma non pu essere accreditato al sistema previdenziale. Il sistema di calcolo della gestione separata ormai equiparato e allineato a quello per i dipendenti, il metodo contributivo verr applicato a tutti nello stesso modo. Il nodo non sta nella gestione separata, semplicemente non pi tollerabile che ci sia chi specula sul lavoro e sul futuro della gente. Credo che la riforma del lavoro possa essere utile a fare chiarezza anche in merito a questi fenomeni. La delicata situazione del Paese richiede tagli alle spese e un sistema economico pi sostenibile. Alla luce di simili premesse, si pu ipotizzare un welfare meno costoso per le casse dello Stato senza penalizzare le fasce pi deboli? Il welfare deve essere giusto. N pesante n leggero. In futuro alcune forme di tutela potrebbero essere affidate a sistemi assicurativi, si possono studiare sinergie e risparmi per aggredire quegli sprechi che
rappresentano il vero fardello del nostro debito pubblico. evidente che per ragioni di bilancio non si pu abbandonare la tutela delle fasce pi deboli, per si possono combattere sperperi e abusi. Anche gli ammortizzatori sociali sono destinati a cambiare: durante questa crisi la cassa integrazione, specie quella in deroga, ha tenuto in piedi egregiamente un sistema che altrimenti sarebbe crollato. Per rimangono scoperte da tutela certe fasce di lavoratori per i quali bisogner studiare forme di protezione per dare
un sostegno pi concreto a chi perde il lavoro e per evitare che queste persone finiscano vittime del lavoro nero. Ma c unestrema fiducia nelloperato e nella competenza di questo governo che ha gi dato, anche allestero, ottima prova di s. Pur senza essere in possesso di super poteri.
Essere a capo di una Super Inps presupporrebbe essere in possesso di super poteri. Ma Antonio Mastrapasqua, Presidente dellInps, non si sente un supereroe, semmai un manager in sella a un solidissimo maxi ente che ne ingloba altri due, oltre a mantenere le funzioni e le attivit gi proprie.
Col decreto-manovra approvato dal Consiglio dei Ministri, infatti, sono stati chiusi i battenti di Enpals e Inpdap, e le rispettive funzioni sono state trasferite allIstituto nazionale di previdenza sociale, assieme alle risorse strumentali, umane e finanziarie, ovvero patrimoni, fondi e personale. La parola dordine semplificare, e questo sar possibile eliminando la frammentazione e favorendo la nascita di un gigante delle pensioni la cui dotazione organica aumenter di un numero corrispondente alle unit di personale di ruolo di Inpdap ed Enpals. Non bisogna dimenticare che dal suo insediamento il governo Monti ha individuato nella riforma del sistema previdenziale il primo pilastro per lanciare un messaggio serio e confortante ai partner europei. stata varata una riforma strutturale e definitiva che ha messo in sicurezza lintero sistema - spiega Mastrapasqua - non a caso diversi osservatori esterni considerano il nostro il miglior sistema previdenziale a livello europeo. Ormai rimangono pochi dettagli da limare, ma la riforma Fornero stata attuata con un meccanismo di adeguamento automatico che far scuola. In tempi di crisi si acuiscono gli effetti di fenomeni negativi come quello del sommerso che ha pesantissime ripercussioni sul sistema previdenziale. Lavoro nero ed evasione fiscale sono le due facce della stessa medaglia ricorda il Presidente dellInps. In Italia lIstat stima circa 3 milioni e 700 mila lavoratori in nero che equivalgono a circa 37 miliardi di mancato introito per le casse dello Stato. Ci sono circa 40 miliardi di euro che circolano in maniera illegale e vanno a persone alle quali magari lo Stato paga un sostegno. la schiavit del terzo millennio: lavoratori senza tutela e senza visibilit, ricattati in un contesto economico difficile e che si ritroveranno tra qualche anno senza alcuna protezione previdenziale. Un doppio danno allo Stato e al tessuto sociale. Negli ultimi mesi salita di tono la lotta allevasione fiscale ma di incursioni contro il lavoro nero ci sono meno notizie. Forse perch ha minore impatto mediatico? Non credo. In realt lazione di contrasto c stata ed destinata a crescere anche per quanto riguarda il lavoro.
PUbbLICAZIONI
SOLDI RUbATI N. Penelope Ponte alle Grazie, 2011
che la repressione, da sola, non pu risolvere tutto: serve un cambiamento culturale che noi possiamo aiutare e accelerare. Allinterno di un sistema avvelenato dal sommerso, emergono anche storture sistemiche come quella che riguarda il popolo delle partite iva: lavoratori che spesso operano al servizio di un solo committente con unattivit che, di fatto, lavoro dipendente camuffato da autonomo. Per costoro c una gestione separata dellInps che prospetta una pensione poco superiore a quella sociale e un sistema previdenziale che tra qualche anno rischia di provo-
AbSTRACT / Il sommerso la schiavit del terzo millennio: lavoratori senza tutele e senza visibilit, ricattati in un contesto economico difficile, che si ritroveranno senza alcuna protezione previdenziale.
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Per unimpresa-comunit Un piccolo sogno: scuole come centri civici e la riscoperta del
worksHop opinion leaDer di Elisabetta Limone welfare talent di Giulio Sapelli
dove il fortunato miscuglio di incontri e sinergie, in primis la presenza di docenti illuminati come Aldo Macr, Pino Sabino, Rocco Calarco, Pino Auteritano e molti altri, ha offerto ai suoi studenti unalternativa, un mondo pi ampio, riuscendo a strappare tanti di loro da un destino diverso, un probabile arruolamento nelle fila della malavita organizzata o da un futuro privo di prospettive. Una delle preziose esperienze nate intorno alla scuola che hanno attraversato lItalia negli ultimi decenni con esiti diversi, ma tutte con il comune denominatore di essere creatrici di un universo extrascolastico variegato. La scuola Di Donato una realt viva ed gi pi che un esperimento di centro civico, di quello che potrebbe essere un welfare fuori dagli schemi e che guardi pi in l dello stretto dibattito sugli ammortizzatori sociali.
welfare aziendale
GIULIo saPeLLI
Docente di Storia Economica Universit Statale di Milano
AbSTRACT / Limpresa diviene, con le sue rappresentanze degli interessi e il lavoro dei singoli, un elemento essenziale della nuova societ che si sta costruendo.
Ma questo possibile se si ricostruisce uno sviluppo dellautonomia morale delle persone. Ed essa inizia dalla loro consapevolezza che se i diritti sociali continuano a essere manifesti, mentre le responsabilit si oscurano, essi perdono il loro contenuto associativo e costitutivo del patto che unisce gli attori dellimpresa. E questo pur nella distinzione degli interessi immediati e delle culture antropologiche. Solo ricostituendo questa unit di destino a partire dallimpresa si potr riprendere lo sviluppo economico e civile. tempo di nuovi doveri sociali, di nuove responsabilit sociali: di nuove generazioni del lavoro. Sono esse che debbono scrivere la nuova gerarchia dei diritti e delle compatibilit economiche e civili che da esse derivano. Dobbiamo oggi rifondare un sistema di cittadinanza universalistica che abbia alla sua base non tanto e soltanto i
La legittimazione delluso, e della propriet stessa, delle risorse economiche e personali, si sposta negli ultimi anni sempre pi verso le imprese e la societ civile. Del resto, limpresa progredisce se si sviluppa un ambiente sociale virtuoso, non povero materialmente e moralmente.
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INSEGNARE AL PRINCIPE DI DANIMARCA C. Melazzini - Sellerio, 2011
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EMPLOyEE VALUE PROPOSITION & FLExIbLE bENEFIT. POLITICHE RETRIbUTIVE, ATTRATTIVIT E bENEFIT NELLE IMPRESE DEL xxI SECOLO G. Fatali, E. Cesarini, F. Carniol - Franco Angeli, 2011
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AbSTRACT / C unItalia nascosta, che non viene raccontata n dalla televisione n nei telegiornali, che di fatto lItalia migliore, fatta di persone che combattono ogni giorno silenziosamente per rendere questo Paese un posto migliore in cui vivere.
E cos, a bordo di una 500 depoca attraversano tutto lo stivale, esplorando, con un tono ironico e volutamente leggero, il bello e il brutto del nostro Paese. Luca si impegner parecchio per convincere Gustav a rimanere: il buon cibo, il caff, i paesaggi da cartolina della Toscana e del lago di Como, il ritmo lento e contemplativo della vita che si respira al Sud, sono tutte argomentazioni che diventeranno suo malgrado delle armi a doppio taglio. Gustav infatti, col suo sguardo pi distaccato e latteggiamento disincantato che caratterizzano le sue origini altoatesine, mostrer laltro lato di quella stessa medaglia: le aziende del Nord in cassa integrazione, se non addirittura delocalizzate nellEst Europa, la Campania e lemergenza rifiuti, quello stesso lago di Como, tra i pi inquinati dItalia, gli ecomostri siciliani e lo sfruttamento dellemigrazione a Rosarno. Che cosa allora dovrebbe convincere i due a rimanere in quello che appare inequivocabilmente un Paese che non offre alcun futuro ai giovani come loro? Il perch paradossalmente si trova in quegli stessi luoghi e in quelle situazioni, tra le persone che invece hanno deciso di rimanere. I motivi per lasciare lItalia, soprattutto per le persone della nostra generazione, sono molteplici e non vale la pena stare qui a ricordarli, ma anche vero che noi tutti troppo spesso ci lamentiamo di qualcosa senza mai veramente rimboccarci le maniche per far s che le cose possano andare diversamente dichiarano i registi Gustav Hofer e Luca Ragazzi. Tuttavia, proprio portando in giro per lo stivale il nostro primo documentario, ospitati di volta in volta da cinema
dessai, associazioni culturali, circoli arci, biblioteche etc... avevamo avuto limpressione che c unItalia nascosta, che non viene raccontata n dalla televisione n nei telegiornali, che di fatto lItalia migliore, fatta di persone che combattono ogni giorno silenziosamente per rendere questo Paese un posto migliore in cui vivere, nonostante la classe politica che lo (mal)governa. Abbiamo voluto renderle giustizia dandole la possibilit, per una volta, di esprimersi con la propria voce. Ecco quindi Mary, operaia in cassa integrazione, che vuole lavorare, ma con dignit, e ringrazia i genitori, vero ammortizzatore sociale dei nostri tempi, che laiutano a mantenere il figlio. E anche Giuseppe, volontario che a Rosarno presta assistenza agli immigrati, fornendo loro viveri, medicine e sostegno morale. Alla domanda cosa ti fa rimanere qui? risponde: Noi italiani non abbiamo memoria, ci dimentichiamo che siamo un popolo di emigranti. Vorrei che lItalia fosse pi accogliente e pi giusta. Amo la mia terra e vorrei rimanere e
fare la mia parte per difenderla e aiutarla. Luca e Gustav incontrano anche persone che contribuiscono concretamente a migliorare il nostro Paese, come Lorella Zanardo, fiera documentarista che con Il corpo
delle donne combatte latteggiamento passivo del genere femminile alla sua mercificazione. Grazie alla nostra protesta civile negli ultimi mesi sono state ritirate in Italia decine di campagne pubblicitarie. Questo un messaggio forte per le giovani donne: le cose si possono cambiare. Ci siamo affezionati a tutti i personaggi che abbiamo incontrato perch avevano tutti qualcosa da dire e nella nostra aspirazione vorrebbero essere personaggi di ispirazione per lo spettatore commenta Luca. Sono personaggi che ti dimostrano che volendo si pu fare la differenza e che bisogna partire dal basso. Bisogna partire dalla quotidianit per cambiare le cose e non aspettare il miracolo dallalto. Andrea Camilleri, intervistato in occasione del loro viaggio in Sicilia, commenta: Se abbandoni di tua volont il posto in cui vivi e lavori, questo equivale a una diserzione. Se le cose vanno male nel tuo Paese si ha il dovere non di fuggire, ma di restare sul posto e difendere con estrema coerenza le proprie idee. Andandocene via il vuoto che lasciamo viene inevitabilmente occupato da quello da cui noi stiamo scappando. Cosa avranno deciso, alla fine del loro viaggio, Gustav e Luca? Italia: lasciarla o amarla?
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AbSTRACT / La rinnovata attenzione ai temi del welfare segna una nuova consapevolezza della necessit di definire obiettivi di sviluppo non solo per laggregato ma anche per il singolo cittadino.
ce, dimostrano come leffetto sia stato quello di polarizzare ulteriormente la societ fino al punto di ridurre i meccanismi di mobilit sociale anche in un Paese tradizionalmente mobile come gli Stati Uniti. La rinnovata attenzione ai temi del welfare segna una nuova consapevolezza della necessit di definire obiettivi di sviluppo che riguardino non solo laggregato (la competitivit del sistema Paese), ma anche (se non principalmente) il singolo cittadino. Se per alcuni esegeti del libero mercato la protezione del cittadino dalle conseguenze negative dei processi economici e sociali viene equiparata a un incentivo perverso a non impegnarsi davvero nel gioco darwinista della societ, vero che non sempre il mercato ha una razionalit decisionale superiore e se la mano invisibile, talvolta locchio cieco, come dimostra il fatto che uno dei pi importanti strumenti di innovazione del nostro tempo nato grazie allinvestimento pubblico: internet. Da qui la necessit di ridefinire il patto tra Stato e cittadini in una logica che affianchi alla cittadinanza come dato politico una cittadinanza economica, ovvero la possibilit di giocare il proprio ruolo nei processi di produzione di valore grazie a una struttura di servizi che abiliti i cittadini a operare pienamente nellattuale sistema economico. Non una riedizione dello stato socialdemocratico, ma un sistema basato sullinterazione tra attore pubblico e attori privati in una logica di sussidiariet e responsabilit. La sfida del welfare in unera di reset non pi quella della sola protezione dalla povert o dalla malattia, ma della costituzione di un
Lo stimolo di scienziati del calibro di Stiglitz, Sen e Fitoussi ad abbandonare una visione riduttiva di benessere ha reso per certi aspetti epocale il lavoro della Commissione sulla misurazione delle performance economiche promossa nel 2008 dal governo francese, evidenziando la necessit di uscire dai limiti auto-imposti da quando si deciso di ricondurre ogni misurazione al solo PIL pro-capite. La definizione di un sistema di misura tuttavia solo un passaggio rispetto allesigenza di un percorso pi profondo di revisione del senso delle politiche di welfare, compresse da un trentennio dominato da una visione negativa dellinvestimento pubblico. La saldatura di questa ideologia con levoluzione dei processi finanziari ed economici nella direzione della globalizzazione ha creato un mix ideale per lo smantellamento progressivo di quello che era stato per anni il welfare dello stato sociale. Tuttavia, si perso di vista il fatto che un sistema competitivo deve definire regole che consentano a tutti di competere allo stesso livello. I drammatici dati sulla distribuzione della ricchezza, inve-
C Chi non veDe oLtre i LuoGhi CoMuni. e Chi fA CreSCere nuove opportunit.
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IN RICCHEZZA E IN POVERT. IL bENESSERE DEGLI ITALIANI DALLUNIT A OGGI G. Vecchi - Il Mulino, 2011
experis la nuova talent company di ManpowerGroup specializzata nella ricerca e selezione di professionisti di alto profilo. experis.it
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