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Appunti sulla Visione del Mondo: oltre la linea della modernit.

Quello inerente alla visione del mondo sia largomento essenziale, la base di qualsivoglia progetto metapolitico e tradizionale prima del quale, approfondito, studiato, risolto, sublimato, ogni altro discorso rischia di divenire vano, sterile, abbandonato alla merc di un ottuso intellettualismo o di un puerile movimentiamo. Il tema senza cui la reiterazione degli errori del passato, delle defezioni umane sul piano della lotta, non potr essere evitata, non potremo in modo alcuno scongiurarla. Comprendere realmente, effettivamente, interiormente ci che si inteso ri-affermare, i Principi e le idee che vogliamo difendere, la spiritualit che aspiriamo a ri-conquistare, un processo obbligatorio per una comunit organica in via di costituzione, come per il singolo che imbocchi la strada del fronte della Tradizione.

E data in questepoca una eccezionale opportunit a tutti coloro che sappiano cogliere lautentica tragicit della civilizzazione moderna, scoprendo larcano di un velato, quindi irreale, controsenso. Erroneamente si reputa che una linea, come quella dellorizzonte, possa essere valicata, metafisicamente e interiormente (non fissando un limite ad Ecate), favorendo e scatenando tutta la propria lunare emozionalit. Tale la perversa pretesa della modernit, intesa come societ sinarchica omologatrice, ma anche come aspirazione al Sacro di chi si illude di scalare un monte senza un faticoso e specifico addestramento, o di chi si avventura in mare, privo di una solida nave o peggio, senza saper nuotare. Qui si rivela larcano del controsenso che non c. Il limite si oltrepassa quando lo stesso disciplinato, integrandolo a livello di comunit e di visione del mondo. Si pongono le premesse essenziali per varcare la linea solo allorquando proprio una linea, un termine, cio a dirsi una drittura tanto ideale quanto interiore, si realizza. Tale lenigma del superamento della modernit: che ritorno allorigine, al meridiano zero, ove il nichilismo sublima egli stesso la propria condizione deterministica per valorizzarla oltre, onde porsi come mezzo a fine. Una distruzione che prepara una vittoria, forse finale.

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Lattraversamento della linea, il passaggio del punto Zero divide lo spettacolo; esso indica il punto mediano, non la fine.

(Ernst Jnger Martin Heidegger, Oltre la linea)

doveroso prendere le mosse da ci che a tempo debito ci ha inconsciamente uniti, da ci che ha legato tanti uomini in anni di militanza e di approfondimento tradizionale: da eventi storici come le rivoluzioni antimoderne tra i due conflitti mondiali, per andare oltre e in profondit, onde conoscere (non sapere) ci che le ha alimentate, ci che le stesse volevano umanamente e storicamente (con tutti i loro limiti) rappresentare, i loro legami con una Weltanschauung tradizionale. Operare una vera e propria anamnesi platonica, di ricordo primordiale e metafisico, intuendo, vedendo in che direzione tendere il proprio arco. Analizzare limpidamente e serenamente, senza lacci n larve di pensiero ossessivo, i legami intercorrenti tra storia e politica da un lato, metapolitica e Tradizione dallaltro non cosa semplice, specie per le implicazioni sentimentali che possono intervenire, introdursi per quellumana tendenza di far discendere tutto al proprio livello considerando, erroneamente, lumano come riferimento indiscutibile. Terminus a quo che abbaglia e non fa comprendere come linferiore, quindi la storia e la politica, non sia in alcun modo suscettibile di indirizzare, giustificare, giudicare il Superiore, la dimensione platonico-realizzativa.

Il rifiuto della linearit storico-temporale acquisizione comune a un determinato schieramento ideale. Analogamente, la ciclicit come valore assoluto e norma assiomatica in sede di analisi. Al di l di specifici riferimenti alla tradizione comunemente denominata hindu, possiamo rifarci sia al tramando esiodeo sia alla conoscenza dei saecula da parte degli Etruschi e dei Romani, oltrech a quello che gli Elleni significativamente definirono grande anno platonico. Da ci, per via di simbolo e geometria, invitiamo il lettore a considerare una apertura del cerchio e a visualizzare come essa produca un andamento ondulatorio, comprensivo di fasi ascendenti e discendenti, allinterno dello stesso ciclo di decadenza: non linea retta in caduta libera, ma tracciato che a momenti, sporadici e non prevedibili, subisce brusche interruzioni verso lAlto. Quasi un richiamo, talora a stento percettibile, talora confuso, verso il Centro, verso il divino. Tali rotture di livello sono ravvisabili nella storia di tutte le civilt conosciute e sorte nel Kali yuga: si sono manifestate nellEgitto faraonico, in Roma antica, nel Medioevo, tra le due guerre mondiali e in molti altri momenti topici della storia remota e recente. In questa sede duopo considerare gli aspetti ideali suscettibili di scaturire da unanalisi storico-politica condotta secondo canoni di universalit e atemporalit, come collante per la riaffermazione della grande tradizione culturale europea, caratterizzata da unefficace personificazione dello Stato, per la priorit data al volere e al benessere della realt statuale medesima rispetto a qualunque altro ideale libertario, con un netto rifiuto delle teorie individualiste e contrattualiste. Si rigettava pertanto qualsivoglia approccio il cui elemento cardine fosse lindividuo e per il quale la volont dello Stato coincidesse con la somma delle volont dei singoli, a scapito di una profonda, assoluta volont unisona. Lordine individualistico ha rappresentato una delle pi tormentate fasi di vita che lEuropa abbia mai attraversato per precipitare, in poco pi di un secolo dal declino del sistema liberale e di quello sociale, nel dissolvimento verso lattuale dominante idealit dellatomizzazione, sua propaggine estrema. La visione statuale di impronta organica si contrappose in ogni tempo a quelle di matrice contrattual-individualista per la sua finalit precipua: elaborare da una massa informe lentit morale del populus. In altre parole, il compito primario dello Stato tradizionale quello di permettere a ciascun membro della comunit di sviluppare la propria personalit attraverso il pensiero, lazione, la lotta e la vittoria, in relazione a qualcosa che trascenda gli orizzonti limitati e numerici dellindividuo, che consenta al cittadino di aderire alla propria conformazione interiore, di fare ordine e giustizia dentro di s quindi, a mo di riflesso, di fare ordine e giustizia nella comunit organica in cui immerso, secondo la volont degli di.

Lopposto rappresentato dallo Stato moderno, in cui lautorit viene fatta discendere non da un potere fondato nel Divino, ma dalla sopraffazione di una parte sulle altre, processo in cui trova

manifestazione il fenomeno totalitaristico, variamente declinato, alieno dallo Stato tradizionale, organico, articolato, differenziato, che secondo unespressione di Walter Heinrich sia omnia potens et non omnia facens. Tale linsegnamento da trarre, il sentiero verso lautentica libert: non la griglia borghese in cui incasellato luomo-massa in base ai rapporti di forza dettati dalle logiche di produzione o dalla stagnazione della moralina, ma la disposizione interiore a una visione simbolica della propria esistenza, liberamente magica. Lattitudine a un sussulto sovra-razionale, trascendente, scaturente dallinterno, dalla propria natura: il fondamento della visione del mondo e della vita tradizionale essere se stessi e a se stessi rimanere fedeli.

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E necessario risalire in dimensioni primordiali e simultaneamente penetrare nel profondo di noi stessi e del nostro sangue fino a ritrovare domini inattaccabili dal sapere profano e conoscere realt assimilabili solo se vissute realmente come potenza e come acquisizioni concrete. La Via che si deve percorrere quella della Roma Prisca nella quale i Numi erano pure Forze, prive di nomi e di figura

(Gruppo dei Dioscuri, Phersu Maschera del Nume, Fasc. IV, pp. 11-12)

Lavvilente rappresentazione cui quotidianamente assistiamo quella della massa informe che si agita nelle piazze, si affanna, si annichila nel numero: limporsi della quantit sulla qualit delle idee, proprio perch laberrazione caricaturale del corpo sociale porta, chi si lascia portare, a considerare la vita sempre pi in termini utilitaristici e non di valore spirituale, di realt eterna legittimata dallAlto. Pertanto il membro della comunit militante non deve abbandonarsi alla corrente di una societ esclusivamente volta al consumo, tubo digerente di ed a se stessa, ma in s rivivificare quello stato danimo, quella declinazione interiore, in nome del datum principiale sacro alle stirpi eroiche (onore, fedelt, giustizia, verit, sacrificio), onde cementare lorganicit ed autorit di un consesso di pari che deve, auspicabilmente, assumere i connotati di una vera e propria civitas, di uno Stato tradizionalmente fondato in cui poter liberamente seguire il proprio dmone. Ci che va inteso e ribadito delle rivoluzioni antimoderne primariamente la valenza di riproposizione del Mito, che cerca di incarnarsi nella storia; di idee-forza che sublimano qualit umane forse opportunamente non adeguate, affinch ci che accadde valga come simbolo a una reazione possibile.

Stante una visione del mondo implicante unetica superore, letica di un uomo che risiede oltre le statuizioni della modernit in senso materialistico-meccanicista e riaffermante lessenza; detto ethos si pone come un vivere nel presente il mondo senza subirlo, oltrech nei termini della necessit della riproposizione attiva di un rapporto di sodalit tra persone che, appartenendo o tendendo a un tipo umano ben definito, si riconoscano e agiscano nel quotidiano. Tutto ci sicuramente metapolitica, nel senso pi alto; ma anche azione (e non una forma di molle passivit, tanto spesso contrabbandata per una vera opera di testimonianza) palesante un modus vivendi et operandi che fa della centratura di e su s alternativa vera alla norma della moralina dominante. Da decenni, salve eccezioni, si tende a vivere etica e culto in modo discorde, complici le distorsioni peculiari del declino attuale che spingono a considerare i due termini come agenti su livelli distinti e discontinui, non comunicanti; giocoforza, si deve ripensare un equilibrio tra queste dimensioni, non solo correlate, ma bilanciate a un livello profondo.

Ethos parola greca quasi intraducibile, ove non si pervenga a scandagliarne le profondit di significato, parallelamente al concetto di vir inteso in senso organico, quindi saldato con le idee fondanti di populus e quirites. Sacra privata perpetua manento un tramando giuridico-religioso, un atto di volont strettamente legato al senso romano di comunit (familiare e gentilizia in primis). Non mancano esempi similari in culture altre, ma a noi sorelle: si pensi alla declinazione germanica dellidea clanica e si consideri la risonanza in noi della frase Du Volk aus der Tiefe, du Volk in der Nacht, vergi nicht das Feuer, bleib auf der Wacht! ("Tu popolo dal profondo, tu popolo nella notte, non dimenticare il fuoco, resta a sentinella!" Walter Gttke, 1922). Dunque lethos si manifesta nellagire come nel pensiero, il pensiero e lazione come volont e possibilit di avanti per non subire il mondo in cui viviamo, per costituire (anche) comunit di destino atte a spargere una semenza. Scopo di questo afflato, o per meglio dire di questo dovere, non il risvolto di unadesione al semplicistico motto Resistere, bens una graduale riemersione dalle tenebre della modernit verso un post che non sterile lancio di s e della propria comunit verso una sorta di entropico punto-zero come conseguenza dellaccelerazione folle che ci troviamo a vivere. stato toccato, come previsto, il problema dellattualit, della diade attuali-inattuali. Anche in questo caso non da temere il confronto: ove si provi a pensare in termini propri alla metafisica gentiliana, dominata dallAttualismo e fucina di un vero e proprio pensiero sociale del Logos eterno, noteremo senza difficolt come non la fuga dal mondo o la sterile attesa di un suo improbabile annichilimento caratterizzi la nostra visione delle cose, ma una assoluta reazione allattuale. A questo punto sar pi chiaro il pensiero e lagire di chi non si avvita nel nichilismo ma si immerge nella contemplazione e, al contempo, si pone in termini di pensiero dinamico, ossia un pensiero che metta a terra le forme e spazzi via ogni incedere dubbioso. Questa precisazione acquista una valenza concreta, non meramente teorica, in quanto molti di noi hanno in nota gli anni recenti e il percorso formativo ed operativo di molti gruppi, singoli ed associazioni impegnati a vari livelli nellopera di diffusione di una visione del mondo arcaica, configgente con quella attualmente dominante. Nello specifico abbiamo assistito a vari tentativi, anche onorevoli, di dibattito tra chi ha espresso ed esprime una concezione forse nobile e utile, ma paralizzata, muta, archeologica della tradizione romano-italica, spesso operando forzate sintesi tra esperienze storiche secolarizzate, e chi si lanciato in carnascialesche avventure esoteriche. Vi poi chi intende agire ad ampio raggio, mediante una (si spera oculata) attivit di penetrazione nel sociale, col restituire attenzione al ricordo e con lorganizzare attivit su vari livelli.

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Colui che ha vinto il principio dellessere in s e lo ha risolto in libert, lo ha virtualmente risolto anche in ogni cosa, onde gli si apre la possibilit di un atto assolutamente - non pure formalmente, ma anche materialmente sufficiente a se stesso, di un atto che parta davvero dal profondo, da una assoluta purit, iambi sia capace di comandare ed agitare non pi ci che negli esseri vi di particolare, ma ci che in essi vi di universale e di sostanziale. (Julius Evola, Fenomenologia dellIndividuo Assoluto)

A tal punto, precisata lottica metapolitica che come limatura di ferro attorno al magnete ci ha in un primo momento agglutinati, resi simili nellanimo, non possiamo non vedere come da tutto ci emerga una nuova visione del mondo, rinnovata e arcaica allo stesso tempo. Un ricordo, una vibrazione magica che ci rende partecipi dei penetralia mundi, della nostra pi profonda interiorit. Una vibrazione che si sviluppa primariamente nellindividuo e nella plis in cui vive: quasi simultaneamente, come se i due elementi non possano conoscere sviluppi separati, bens simbiotici. Un con-vibrare che non si palesa senza ricordo, senza unanamnesi, come da incipit al presente contributo, essendo due profili inseparabili. Questa vibrazione non-duale qualificabile in termini di furor, stato danimo e reminiscenza della nostra Tradizione.

Nel retaggio nordico Odhinn colloquia col gigante Mmir, custode di un pozzo che dispensa sapienza e conoscenza sito ai piedi dellAlbero del Mondo, essendo colui che ricorda e conduce verso la via delloblio celeste, di contro alloblio terreno. In questo, luomo decade non ricordando pi la sua matrice e la sua origine divina; in quello, luomo dimentica la dimensione profana, chiude i canali di connessione con essa, non rammenta la propria condizione caduca, onde poter ascendere a piani di sovracoscienza. Similmente lEllade conosce Mnemosyne, dea della memoria e paredra di Zeus, madre delle Muse protettrici delle arti di palingenesi ermetica dellumano nel divino. La dea rappresenta, con la sua fonte anchessa di saggezza, una delle due vie che lanima pu intraprendere nel post-mortem. Tramanda Platone che a destra, verso Mnemosyne, si conducono i dikaii, i giusti; a sinistra gli adiki:Chi non ha fresche nella memoria le beate visioni di lass, o le ha dimenticate del tutto, non si riporta subito allessenza della bellezza allorch vede quaggi limmagine di essa, perci non la venera quando la vede (Platone, Fedro, 250e). La memoria squarcia il velo dellillusione profana, accendendo nelluomo un vero e proprio fuoco divino: nella tradizione nordica

tale fuoco, tale furore, come invincibilit ed invulnerabilit si manifesta nei guerrieri Berserkr e Ulfedhnar. UnIdea stata mossa, evocata, anche nel secolo avanti quello che viviamo, da forze che ne hanno richiamato il symbolon. Facciano dunque quadrato coloro i quali anelano fortemente a far riemergere, in primo luogo in se stessi, lantica voce sacrale di questo nostro Mito che fu carne della razza nostra romana. Occorre che tutti coloro i quali avvertono lansia di essere presenti nella storia attuale e fortemente vogliono collegarsi interiormente con la Tradizione, la vera, la vivente, espressione di una forza e di unidea imperiture, si incontrino, essendo capaci di parlare la stessa lingua. E necessario, tramite la memoria, alimentare il furor, limpetus, come atteggiamento interiore, eroico, veloce da tenere come Hermes perennemente sveglio. Come il figlio di Maia, rappresentato nelle antiche effigi con elmo e calzari alati: Il loro agire non umano e ci che inaccessibile diviene accessibile per loro per effetto della divina ispirazione, e si gettano nel fuoco, vi passano attraverso, attraversano i fiumi. Tutto questo dimostra che essi, nel loro entusiasmo, perdono coscienza di s e non vivono una vita umana o animale, legata ai sensi e agli impulsi, bens una vita pi divina che li ispira e li possiede completamente (Giamblico, I Misteri dellEgitto, p. 63). Un eroico furore che sia espressione di una Vis suscettiva di integrare, ineludibile e necessaria, lAmor, scaturigine inesausta di vita. Quanto qui riprodotto sinteticamente non si pone come appello propagandistico, bens come consegna raccolta e passata a chiunque voglia tentare di manifestare, ancora una volta, in piena Et del Ferro lantica e sapiente parola della Tradizione.

Osserva le mie istruzioni, rifletti su ciascuna cosa Dopo daver posto in alto unottima ragione direttrice, affinch, elevandoti poi nellEtere radioso, Tu divenga immortale, spirito eterno, non pi soggetto a morte.

(Gli Aurei Detti di Pitagora, tr. it. a cura di G. Catinella) *** Kal. Februariis MMDCCLXV a.u.c. Iuno Sospita Mater Regina Limes

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