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Quaderni del Gruppo di Ur XI CONSIDERAZIONI SULLO SPIRITUALISMO CONTEMPORANEO

I Edizione Calende di Gennaio 2006. II Edizione Idi di Gennaio 2006

Maschera e Volto

Ogni quaderno del Gruppo di Ur raccoglie, in forma organica e sintetica, quanto emerso nell'omonimo forum, in relazione ad un determinato argomento. In esso si trovano, perci, sia citazioni degli autori studiati, sia commenti. I quaderni si devono considerare in continuo aggiornamento, dal momento che l'emergere di nuovo materiale sull' argomento trattato pu rendere opportuna una nuova edizione.

INTRODUZIONE ALLA I EDIZIONE Lo spiritualismo contemporaneo un "mare magnum" nel quale si mescolano i fiumi delle pi svariate tradizioni, accanto ad impulsi nuovi o apparentemente tali. Senza pretendere di esaurire un argomento cos vasto, iniziamo, in questa prima edizione del Quaderno, a prendere in considerazione due personaggi dei quali si molto discusso e si continua a discutere: Aleister Crowley e George Ivanovitch Gurdjieff. Ci che viene detto su Crowley si basa, come al solito, sui messaggi inviati al Forum e si concentra sui rapporti, personali e/o ideologici, intercorsi tra lui e J. Evola; invece, la pubblicazione del saggio su Gurdjieff, ci stata gentilmente consentita dal suo autore, Piero Marcello Schepis. E' una sintesi piuttosto interessante dell'argomento, che ha ricevuto, recentemente, anche positivi apprezzamenti da parte dell'Antico Ordine Martinista (Sovrana Gran Loggia Italiana, Filiazione della Gran Loggia di Ucraina e Russia).

La Forza

INTRODUZIONE ALLA II EDIZIONE L'uscita della I edizione di questo Quaderno ha subito suscitato delle nuove riflessioni sulle dottrine di Evola e Crowley e naturalmente non poteva non imporsi un confronto con quelle esposte da Platone nel Simposio. Questa nuova edizione, che segue ad appena due settimane di distanza la prima, contiene, oltre a tali nuove riflessioni, anche il testo di Massimo Scaligero "La Croce degli Eteri", a suo tempo commentato nel nostro Forum e che costituisce, in relazione a ben precisi tipi umani, una diretta continuazione del medesimo tema. Essendo perci il primo dei due saggi notevolmente accresciuto, lo si ribattezzato con il titolo complessivo di Theurgia Sexualis. Il presente Quaderno perci suddiviso in due sezioni: 1) Theurgia Sexualis: 1a) A. Crowley e J. Evola; 1b) Platone ed Evola; 1c) Massimo Scaligero: La Croce degli Eteri. 2) Note su G. I. Gurdjieff

1) THEURGIA SEXUALIS
1a) A. CROWLEY E J. EVOLA

L'Alba della Magia

Frater Kybernetes: In "Politica Romana" (n 4 - 1997) venne pubblicato un articolo di Piero Fenili dal titolo "Fu Evola affiliato all'ordine magico di Aleister Crowley?": qualcuno di voi lo ha letto? io, purtroppo, non sono riuscito a trovarlo... cosa sapete dirmi sui presunti rapporti tra Evola ed il movimento crowleyano? Sadescan: Nell'edizione 1971 di Introduzione Alla Magia (III volume) compare una monografia anonima, intitolata "Sulle Droghe", assente sia nelle riviste Ur e Krur, sia nella prima edizione 1955-56. Nella breve introduzione alla monografia stessa, si dice che si tratta di "istruzioni

riservate circa un uso superiore delle droghe, di un gruppo col quale siamo stati in contatto". Ci si pu chiedere di quale gruppo si tratti. L'unico autore citato nel seguito del saggio Aleister Crowley. Una nota delle "Pubblicazioni ricevute" della rivista Ur, II,6 del Giugno del 1928 dimostra, che a quell'epoca, Evola ignorava chi fosse Crowley, o almeno non lo conosceva sotto il nome di Maestro Therion. Infatti la recensione diceva: "Wissenschaft und Buddhismus, pp. 80. Thelema Verlag, Leipzig s,d; s.i.p. Un saggio che si dichiara opera giovanile di un certo Maestro Therion (?) 'prima della sua completa iniziazione'." Chi invece conosceva sicuramente Crowley era Arturo Reghini, che nel 1913 lo ammise, come membro onorario, nel Rito Filosofico Italiano, del quale Reghini era Princeps Senatus. Tuttavia, nel Giugno del 1928, era probabilmente gi in atto la crisi tra Evola e Reghini, che divenne rottura nei mesi successivi. E' per possibile che, di l a poco, forse prima dell'espulsione di Crowley dalla Francia, avvenuta il 17 Aprile 1929, Evola sia entrato in contatto con lui o comunque con la sua organizzazione, se bisogna prestar fede ad una nota della Divisione Polizia Politica, datata 7 Aprile 1930 (1), nella quale si legge: "Jules Evola noto nei centri occultistici di Parigi per essere affiliato all'ordine Ordo Templi Orientis, setta satanista della quale il gran Maestro Sir Aleister Crowley..." (1) E' la stessa nota della Divisione Polizia Politica, sulla quale si basa l'articolo di P. Fenili, ricordato da Fr. Kybernetes. Per i possessori dell'Edizione Tilopa di Ur/Krur, aggiungiamo che anche il saggio "Prospettive magiche secondo A. Crowley", presente in Introduzione alla Magia III (gi nell'ediz. 1956), mancava ovviamente nel corrispondente ultimo numero della rivista Krur del 1929, perch Evola, come ha sottolineato Sadescan, stava probabilmente entrando in contatto solo allora con l'organizzazione di Crowley. Si tratta essenzialmente della traduzione di alcuni passi del Liber Aleph di Crowley, preceduti da una breve presentazione. [n.d.u.] E' anche probabile che, nello stendere la monografia in oggetto, Evola si sia servito, oltre che degli insegnamenti di Crowley, anche di sue giovanili esperienze personali, soprattutto per quanto dice in relazione all'uso dell'etere. Infatti, nella sua autobiografia "Il Cammino del Cinabro", ha scritto: "Rientrato a Roma, mia citt natale, dopo la guerra, gli anni che seguirono furono per me quelli di una grave crisi... vi anche da accennare all'effetto di alcune esperienze interiori, da me affrontate a tutta prima senza una precisa tecnica e coscienza del fine, con l'aiuto di certe sostanze che non sono gli stupefacenti pi in uso e l'impiego delle quali richiede anzi , nei pi, il superamento di una naturale rivolta dell'organismo e un particolare controllo di esso. Mi portai, per tal via, verso forme di coscienza in parte staccate dai sensi fisici. Passai non di rado vicino all'area delle allucinazioni visionarie e fors'anche della pazzia. Ma una costituzione fondamentalmente sana, il carattere autentico dell'impulso che mi aveva condotto verso queste avventure e una intrepidezza dello spirito mi portarono oltre. Specie in base a quanto doveva risultarmi in seguito, tali esperienze non furono prive di alcuni frutti positivi. Mi fornirono punti di riferimento a cui altrimenti forse con difficolt sarei giunto; ci anche nel campo dottrinale, nei riguardi della comprensione di retroscena nascosti di alcune forme del neo-spiritualismo e del cosiddetto occultismo contemporaneo... Le ripercussioni di tali esperienze valsero per ad aggravare la crisi dianzi accennata... E' un bisogno di intensit e di assoluto, a cui nessun oggetto normale appare adeguato. Donde anche una specie di "cupio dissolvi", un impulso a disperdersi e a perdersi. Le cose giunsero a tal punto, che avevo divisato di porre liberamente fine alla mia esistenza - allora avevo circa ventitr anni. Questa soluzione problematica... fu evitata grazie a qualcosa di simile ad una illuminazione, che io ebbi nel leggere un testo del buddhismo delle origini..."

La sintomatologia, descritta nel brano precedente, simile, in diversi particolari, a quella descritta nella monografia in oggetto, appunto in relazione all'etere dietilico, (C2H5)2O. Algedi: Alla luce di tutto quanto si detto nel Forum sul corretto uso della sex magic, cosa pensate di A.Crowley ( sottolineo che l'attuale O.T.O. non Crowley...anche se da lui prende "avvio"...) e delle tematiche da lui trattate? Sadescan: Dalla comparazione delle varie opere evoliane, si ricava che il giudizio di Evola su Crowley positivo (2), ma con delle riserve. Tali riserve riguardano ( bene precisarlo subito) non la "dignitas naturalis" di Crowley, ma, a causa del ruolo preminente di essa nel suo opus magicum, la possibilit che certe tecniche, da lui adoperate, si rivelino assai meno efficaci quando ad applicarle siano i suoi discepoli. (2) Anche sul presunto "satanismo" di Crowley Evola dice in Maschera e Volto: "Se gli orizzonti crowleyani a molti sembreranno preoccupanti e oscuri, pure oggettivamente l'elemento propriamente 'satanico', malgrado tutto ci che la Grande Bestia 666 ostentava quasi teatralmente, non ci sembra molto rilevante. Le corrispondenti colorature non hanno tanto risalto quanto quel che, in fondo, presenta un carattere magico e in parte iniziatico". [n.d.u.] Come noto, la magia di Crowley si basava sulle tecniche neo-rosacrociane, per lo pi cerimoniali, apprese nella Golden Dawn e su tecniche, di varia origine, che si ispiravano alla cosiddetta via della "mano sinistra". Delle prime si parler in altra occasione. Riguardo alle seconde, nell'opera Metafisica del Sesso (pagg. 387-389 dell'edizione 1969), Evola fa notare due aspetti a suo parere problematici: il fatto che Crowley abbia avuto dei figli nel periodo in cui praticava la sex-magic e il fatto che l'abbia praticata anche in un contesto omosessuale. Entrambi le cose sono in contrasto con il regime del normale amplesso iniziatico e inducono perci Evola a pensare che, pi che dalle tecniche utilizzate (che dunque in s stesse non possono considerarsi dei veri riti), gli eventuali risultati provenivano da una "specialissima disposizione personale innata", in virt della quale l'orgasmo, comunque ottenuto, o l'uso di stupefacenti portava ad aperture della coscienza sul sovrasensibile. Come cause concomitanti potevano aggiungersi "l'eventuale collegamento con qualche sopravvivente catena iniziatica" e l'apparato cerimoniale. Una speciale costituzione interiore potrebbe essere supposta, secondo Evola, anche per le compagne di Crowley e forse anche per taluni suoi discepoli diretti. In pratica, Crowley rappresenterebbe una personalit eccezionale, per la quale spesso i risultati si verificavano "malgrado il rito". L'efficacia di un rito (qualunque rito, sia esoterico, sia exoterico) dipende da due fattori: da colui che compie il rito (ex opere operantis) e/o dal rito stesso (ex opere operato). La chiesa cattolica afferma, ad es., che la messa efficace di per s (ex opere operato) e non richiede all'officiante un particolare potere personale, se non quello generico, connesso al fatto di essere un sacerdote cattolico. Se passiamo a considerare il rituale esorcistico della medesima chiesa cattolica, anch'esso agisce, in via di principio, ex opere operato; tuttavia, non tanto per l'efficacia sull'indemoniato, quanto per la salute dell'esorcista, si richiedono a quest'ultimo particolari doti di saldezza interiore e attitudine al comando nei confronti degli spiriti: l'efficacia complessiva dipende perci anche ex opere operantis. Nel caso di Crowley, Evola, rilevando che egli praticava il comune atto sessuale conducente all'eiaculazione del seme, conclude che se, come sembra, qualche efficacia vi stata, essa deriva, quasi esclusivamente, ex opere operantis. Abraxa, nel saggio "La Magia dei Congiungimenti" (Introd. alla Magia vol II) cos si esprime: "Io ti ho detto essenzialmente dell'uso iniziatico della tecnica dei congiungimenti. Vi per anche un uso solo magico in senso stretto di essa...conseguito che sia lo scopo principale [cio quello iniziatico]... Nella semplice magia sessuale sono contemplati procedimenti, in cui il principio del raffrenamento del seme cessa di esserti legge ed esso vale solo nell'opera preliminare di saturazione, la proiezione-comando potendo essere invece parallela alla proiezione fisica del seme e in questa opportunamente convogliarsi".

Nella prefazione alla "Magia Sexualis" di Randolph, Evola si esprime analogamente, dicendo che nella maggior parte degli insegnamenti iniziatici il "momento folgorativo dell'unione" sessuale ha valore in s stesso, analogamente all'estasi di un mistico, che non serve come mezzo per qualcosa d'altro. Aggiunge che per non si deve escludere la strumentalizzazione dello stato raggiunto, ossia il suo uso a fini magici operativi, tenendo ben fermo che l'una cosa condiziona categoricamente l'altra e che, se quello stato di "trascendenza" non viene raggiunto solo superstizione credere che si possa raggiungere un qualsiasi risultato. Perci, se Crowley raggiunse qualche risultato nella magia sessuale operativa, senza esser prima passato per l'uso puramente iniziatico del sesso, basato sulla non emissione del seme, significa che possedeva, sia pure solo in una certa misura, per sue doti naturali (o per averla acquisita con metodi non sessuali) quello stato di "trascendenza" di cui parla Evola. Diciamo "solo in una certa misura" perch Crowley medesimo, nel De Arte Magica secundum ritum gradus nonae O.T.O. (il IX grado era dedicato soprattutto alla magia etero-sessuale), dice: "Nelle nostre esperienze, abbiamo registrato con precisione e regolarit le condizioni e i risultati di una lunga serie di operazioni di quest'Arte. Con perplessit abbiamo constatato che talvolta l'esito cercato si manifesta in pieno e rapidamente; altre volte si manifesta invece un gruppo di risultati minori, analoghi a quello cercato; altre volte ancora si ottengono soltanto deboli manifestazioni imitative del nostro obiettivo; e in certi casi si ottiene non soltanto un completo fallimento, ma addirittura l'improvviso mutarsi d'ogni speranza in disperazione e rovina". Se ne deducono due conseguenze: 1) Se i rituali di Crowley fossero stati efficaci in s stessi (ex opere operato), egli non avrebbe certo registrato quei risultati "alti e bassi". 2) Tali risultati sono invece spiegabili in base alla differente condizione del suo spirito (ex opere operantis), che perci non si trovava stabilmente nello stato richiesto dalla magia sessuale operativa. Evola probabilmente troppo generoso nei confronti delle compagne e dei discepoli di Crowley, che, in generale, non possedevano la medesima favorevole costituzione interiore. Nel commento al Libro della Legge, Crowley stesso evidenzia il fallimento di molte sue "donne scarlatte" e basta leggere il libro di K. Grant "Il Risveglio della Magia", per rendersi conto che fine non migliore fecero molti dei migliori discepoli di Crowley. Come giustificare il loro avvio promettente? Dice, nel libro citato, K. Grant: "Nel suo articolo sull'etere, Crowley espone le condizioni pi favorevoli a questo tipo di esperimento. Egli, tuttavia, non nota una di queste condizioni, che pure ebbe gran peso sul mio caso personale, cio l'influenza diretta dello stesso Crowley. Senza la sua presenza, il processo rappresentato dal passaggio attraverso la porta e la proiezione della coscienza nella regione che ne stava oltre, venne a costituire una delle maggiori difficolt e vi riuscii soltanto dopo molti sforzi". Dunque la notevole forza "mesmerica" di Crowley si faceva sentire sui suoi discepoli e fu probabilmente una delle cause maggiori, se non la principale, dei loro iniziali successi. Su tutto ci dovrebbero meditare coloro che, al giorno d'oggi, vorrebbero tentare la medesima "sex magick" di Crowley. Un discorso a parte meritano invece i rituali neo-rosacrociani della Golden Dawn, sui quali ci soffermeremo eventualmente in futuro. Tullio Quasimodo: Le affermazioni di Abraxa ed Evola trovano riscontro nel Vajrayana Buddhista. Nel commentario al libro "La Danzatrice del Cielo", Keith Dowman mette in evidenza che la perdita di sperma equiparata addirittura all'uccisione di un Buddha. La situazione cambia solo quando il praticante raggiunge un alto stadio, detto "dell'unico sapore o valore" (ro-gcig in tibetano), nel quale tutto il mondo fenomenico percepito (e non solo filosoficamente pensato) come "vacuit", cio come privo di esistenza intrinseca, e perci diventa indifferente ritenere o non ritenere lo sperma. EA: Il contatto di Evola con l'organizzazione di Crowley fu, pi che altro, a scopo di curiosit conoscitiva. Infatti, i risultati ottenuti da Crowley, con le droghe, rassomigliavano a quelli ottenuti da Evola con le sue precedenti analoghe pratiche giovanili. Per quanto riguarda la sex magick, (3) Evola segu essenzialmente Abraxa e critic, come ha mostrato Sadescan, quel che si poteva sapere (da contatti iniziali) dei rituali di Crowley, a partire dalla base teorico-pratica di

Abraxa. Non ritenendo utile un approfondimento di quei contatti, si estrani perci tosto dall'ambiente crowleyano, cos che scrivendo la sua "Metafisica del Sesso", disse : "I rituali di Magia sessuale erano fra i pi segreti dell'organizzazione OTO (Ordo Templi Orientis) di cui Crowley fu uno dei capi. Sono contenuti in un manoscritto intitolato Agape - Liber C: The Book of Sangraal, di cui non ci stato possibile prendere visione". (3) La versione crowleyana di questa parola ha la k finale. Frater Petrus: A conferma di ci, si pu anche notare che, sempre in "Metafisica del Sesso"(4), Evola, in relazione ai saggi di Abraxa sulle operazioni a due vasi, scrisse : "Ulteriori dettagli sull'amplesso fluidico e l'amore magico si trovano in due monografie, in buona parte di ispirazione kremmerziana, contenute in una raccolta che abbiamo gi citato (5)". Dopo aver descritto, in sintesi, le due monografie, egli concluse: "Nell'insieme di scritti del genere, le due monografie ora citate sono forse quelle in cui gli insegnamenti segreti di magia sessuale a finalit iniziatiche sono esposte con un minimo di veli. Si pu venire facilmente a questa constatazione, confrontandole con quanto altro trapelato di un simile ordine di cose, nei tempi moderni, anche quando non si trattato di semplici mistificazioni". (4) Vedi il cap. "La Myriam e la Piromagia". (5) Introduzione alla Magia. Ea: Per il momento, quanto detto pu bastare. Aggiungo solo che per quanto riguarda, in particolare, le "profezie" crowleyane sul "nuovo eone", ci si pu rifare pur sempre alle indicazioni generali (6) sulle profezie, valutate da un punto di vista magico, fatte nel Quaderno "Considerazioni sull'Iniziazione". Invece, per quanto riguarda l'uso delle droghe, pu essere utile l'inquadramento generale del problema, che si fatto nel Quaderno "La Porta Ermetica" (vedi in specifico il paragrafo "L'uso del vino nella II Operatio Solis") (6) Valide in ogni caso e per chiunque.

1b) Platone ed Evola


Afrodite Urania: Vorrei rileggere assieme a voi un passo di Kremmerz, pubblicato nel "Mondo Secreto", che stato anche riportato nel quaderno "Nuovi Dialoghi sull'Ermetismo": " Lessere umano da noi distinto con le particolarit del sesso pu rispondere a quattro casi speciali: Il fisico maschioil fluidico maschio Il fisico maschioil fluidico femmina Il fisico femminail fluidico femmina Il fisico femminail fluidico maschio. In altri termini un uomo pu essere tale anche fluidicamente, cio fluidicamente attivo o positivo; e pu fisicamente esser maschio e fluidicamente essere passivo cio negativo. Lo stesso nella donna. Lamore tra due esseri per essere vero, cio non menzognero per vanit, deve far coincidere due nature egualmente combacianti fluidicamente e fisicamente; cio un maschio il cui fluidico sia maschio non pu amare che il suo corrispondente complemento in una donna che fluidicamente sia negativa oppure, e questo il caso degli amori fatali, l'uomo che sia fluidicamente negativo ama per bisogno vero, e ne corrisposto con pari ardore, da una donna il cui fluido sia positivo cio maschio. Per esprimermi con una formola: l'uomo + + si completa nella donna - oppure luomo + - si completa nella donna - + Il contatto pi lecito e onesto tra due esseri di cui luno sia il completamento dellaltro genera non solo le affezioni pi durature e solenni, ma un benessere di ricambio fluidico che s'impone

come un bisogno intenso, pericoloso per la vita fluidica di entrambi, se si contraria. Ma se il contatto passasse i limiti del platonico ed entrasse nello... stoico, luomo o la donna che si occupasse di magia in quelle determinate condizioni, potrebbe riparare ogni suo squilibrio fluidico nel suo compagno. Per chi non avesse capito, dico che ogni operatore in magia nel solo caso di possedere il suo contrario fluidico in una donna pu non essere continente. Cos per la donna". Naturalmente, nell'ambiente cattolicissimo della Napoli dei suoi tempi, Kremmerz, con ogni probabilit, non poteva aggiungere altro, ma in questo schema c' anche la chiave dei fenomeni di omosessualit. Infatti facile accorgersi che, essendo l'eros un fenomeno soprattutto fluidico, pu esservi attrazione anche tra un uomo + - (passivo) e un uomo + + (attivo), e analogamente pu esservi attrazione tra una donna - - (passiva) ed una donna - + (attiva). Afrodite Urania: Come noto Platone ha riportato la sua versione del Mito degli Uomini Doppi, nel dialogo intitolato "Il Simposio". Questo mito spesso erroneamente chiamato Mito dell'Androgine: l'errore sta nel fatto che gli Uomini Doppi erano di tre tipi e l'Androgine o Ermafrodito era solo uno di essi, senza avere alcun carattere privilegiato. Le parole che Platone mette in bocca ad Aristofane sono le seguenti: "Nei tempi andati, infatti, la nostra natura non era quella che oggi, ma molto differente. Allora c'erano tra gli uomini tre generi, e non due come adesso, il maschio e la femmina. Ne esisteva un terzo, che aveva entrambi i caratteri degli altri. Il nome si conservato sino a noi, ma il genere, quello scomparso. Era l'ermafrodito, un essere che per la forma e il nome aveva caratteristiche sia del maschio che della femmina. Oggi non ci sono pi persone di questo genere. ... La ragione per cui c'erano tre generi questa, che il maschio aveva la sua origine dal Sole, la femmina dalla Terra e il genere che aveva i caratteri d'entrambi dalla Luna, visto che la Luna ha i caratteri sia del Sole che della Terra.". Ribellatisi gli uomini agli dei, Zeus, li pun dividendoli a met: "Adesso - disse - io taglier ciascuno di essi in due, cos ciascuna delle due parti sar pi debole. Ne avremo anche un altro vantaggio, che il loro numero sar pi grande. Essi si muoveranno dritti su due gambe, ma se si mostreranno ancora arroganti e non vorranno stare tranquilli, ebbene io li taglier ancora in due, in modo che andranno su una gamba sola, come nel gioco degli otri." Continua Aristofane: "Stando cos le cose, tutti quei maschi che derivano da quel composto dei sessi che abbiamo chiamato ermafrodito si innamorano delle donne, e tra loro ci sono la maggior parte degl adulteri; nello stesso modo, le donne che si innamorano dei maschi e le adultere provengono da questa specie; ma le donne che derivano dall'essere completo di sesso femminile, ebbene queste non si interessano affatto dei maschi: la loro inclinazione le porta piuttosto verso le altre donne ed da questa specie che derivano le lesbiche. I maschi, infine, che provengono da un uomo di sesso soltanto maschile cercano i maschi. Sin da giovani, poich sono una frazione del maschio primitivo, si innamorano degli uomini e prendono piacere a stare con loro, tra le loro braccia. Si tratta dei migliori tra i bambini e i ragazzi, perch per natura sono pi virili. Alcuni dicono, certo, che sono degli spudorati, ma falso. Non si tratta infatti per niente di mancanza di pudore: no, il loro ardore, la loro virilit, il loro valore che li spinge a cercare i loro simili. Ed eccone una prova: una volta cresciuti, i ragazzi di questo tipo sono i soli a mostrarsi veri uomini e a occuparsi di politica. Da adulti, amano i ragazzi: il matrimonio e la paternit non li interessano affatto - la loro natura; solo che le consuetudini li costringono a sposarsi ma, quanto a loro, sarebbero bel lieti di passare la loro vita fianco a fianco, da celibi. In una parola, l'uomo cosiffatto desidera ragazzi e li ama teneramente, perch attratto sempre dalla specie di cui parte". Non stupisca che, in questo passo, gli omosessuali maschili vengano considerati pi virili rispetto agli altri uomini. Si pensi ad es. che, a Tebe, il famoso Battaglione Sacro, istituito da Pelopida, era costituito esclusivamente da coppie omosessuali. Nella stessa Roma, l'uomo che aveva eccessivo "commercium" con le donne era chiamato con l'appellativo spregiativo di "foeminarius". Utilizzando il simbolismo di Kremmerz, come potrebbero essere indicati i tre mitici tipi di "Uomini Doppi"? Come abbiamo visto per Kremmerz i tipi umani attuali sono quattro:

I (+ +) maschile nel fisico e nel fluidico II (- -) femminile nel fisico e nel fluidico III (+ -) maschile nel fisico e femminile nel fluidico IV (- +) femminile nel fisico e maschile nel fluidico. Per "ricostituire" un Essere Doppio Maschio abbiamo una sola possibilit: unire un essere del I tipo con uno del III tipo: (+ +)(+ -). Infatti le combinazioni (+ +)(+ +) e (+ -)(+ -), pur teoricamente possibili, non sono armoniose, perch manca la polarit fluidica (cio il fluidico risulta dello stesso "segno" in entrambi i partner, con conseguente effetto repulsivo: il carattere troppo simile e non complementare). Per ricostituire un Essere Doppio Femmina abbiamo ancora una sola possibilit: unire un essere del tipo II con uno del tipo IV: (- -)(- +). Anche in questo caso le combinazioni (- -)(- -) e (+)(- +), teoricamente possibili, non sono armoniose, sempre per la suddetta mancanza di polarit fluidica. Se invece dobbiamo ricostituire un Essere Doppio Androgino, abbiamo due possibilit: l'androgino (+ +)(- -) e l'androgino (+ -)(- +): in entrambi vi polarit fluidica e perci armonia. Non sono invece armoniose, come ormai sappiamo, le combinazioni: (+ +)(- +) e (+ -)(- -) per la repulsione fluidica. Occhi di If: Tutto l'atteggiamento di Evola nei confronti dell'omosessualit ben riassunto da una sua singolare frase del saggio il Terzo Sesso, contenuto nella raccolta "L'Arco e la Clava". Egli dice: "Qui non il caso di approfondire il problema della omosessualit presa in s stessa. Abbiamo avuto occasione, in una nostra opera (Metafisica del Sesso), di studiare sistematicamente ogni possibile forma dell'eros, non limitandoci alle 'normali' e portando l'attenzione anche su quelle che furono proprie ad altre epoche e all'area di altre civilt. Tuttavia in quel libro l'omosessualit l'abbiamo quasi passata sotto silenzio". La frase buffa perch, da un lato, Evola afferma che non approfondir il problema dell'omosessualit presa in s stessa, perch ha gi scritto l'opera Metafisica del Sesso. D'altro lato confessa candidamente che, proprio in Metafisica del Sesso, l'omosessualit l'ha quasi passata sotto silenzio, ed in effetti gli ha dedicato solo una modesta "Appendice al capitolo II". Per chi sa leggere, Evola sta dicendo che non ha affrontato il problema della omosessualit in s stessa (la "metafisica dell'omosessualit") e non intende farlo. Perch? Lo dice subito dopo: "Si che, partendo dal concetto stesso della sessualit, anche nel suo senso pi ampio e fuor da ogni pregiudizio sociale, non riesce facile chiarire il fenomeno della omosessualit". E fin qui si pu ammirare la sua sincerit, ma subito dopo aggiunge: "Esso rientra essenzialmente nella 'patologia', patologia in una accezione ampia e oggettiva, da non definirsi in opposto a ci che secondo i concetti correnti della morale borghese sarebbe 'sano' ". E qui si deve dissentire, perch, da un punto di vista tradizionale, i principi etici discendono sempre dalla verit metafisica. Ora Evola ha dichiaratamente rinunciato a delineare una metafisica dell'omosessualit e perci qualsiasi sua valutazione etica, anche non "borghese", risulta inevitabilmente un punto di vista "esterno", estrinseco rispetto al problema affrontato. Per venire a capo del problema, Evola avrebbe potuto rifarsi all'insegnamento della corrente pitagorico-platonica. Egli invece, curiosamente, pur conoscendo Platone e Kremmerz, preferisce rifarsi in larga parte ad Otto Weininger (autore di "Sesso e Carattere") che, pur interessante, non era un esoterista e professava una legge dell'attrazione sessuale con sfumature "quantitative", che stupisce non siano apparse almeno "sospette" ad Evola. Questi invece le fa addirittura sue, scrivendo ad es.: "Orbene, una tale legge permette anche di individuare i casi nei quali l'omosessualit comprensibile e 'naturale': sono i casi in cui il sesso, in due individui che si incontrano, non molto differenziato. Prendiamo, ad es., un uomo che solo pel 55% sia 'uomo' per il resto 'donna'. Il suo complemento naturale sar un essere che sia 'donna' pel 55% e pel 45% uomo"; ma un tale essere di fatto, poco si differenzia dall'uomo, e poich si deve considerare non solo il sesso esteriore fisico, ma anche (se non soprattutto) quello interiore, esso potr essere proprio un 'uomo', e lo stesso varr pel caso della donna".

In quell'accenno al "sesso interiore" fa capolino la dottrina del Kremmerz (1). Peccato che Evola non abbia saputo far esplicito riferimento ad essa, anzich imbarcarsi in una dottrina delle "percentuali" di mascolinit e femminilit, che caduca, oltre che per la mancanza di un vero fondamento metafisico, gi solo per l'impossibilit di determinare (ammesso che esistano) le suddette percentuali. (1) Dottrina che infatti gli era nota, riportandola egli ad es. nel cap. La Myriam e la Piromagia de La Metafisica del Sesso. Afrodite Urania: Assai spesso i simboli, isolati o componenti un mito, vengono presi dalla realt materiale, al fine di indicare realt di ordine pi elevato. Ci si pu perci chiedere se anche Platone (o chi a Platone lo ha tramandato) abbia preso spunto da qualche evento naturale, per costruire il Mito degli Esseri Doppi. Vi pi di un indizio per ritenere che tale evento, certo non ignoto n alla civilt greca n a Platone, fosse quello della nascita di gemelli siamesi. Gli indizi? Come abbiamo visto, nel Simposio, Platone fa dire ad Aristofane, in riferimento all'ermafrodito: "Oggi non ci sono pi persone di questo genere". Perch non gli fa dire che nessuno dei tre Esseri Doppi esiste oggi? Inoltre fa descrivere ad Aristofane la sola costituzione dell'ermafrodito, con le seguenti parole: "Questi ermafroditi erano molto compatti a vedersi, e il dorso e i fianchi formavano un insieme molto arrotondato. Avevano quattro mani, quattro gambe, due volti su un collo perfettamente rotondo, ai due lati dell'unica testa. Avevano quattro orecchie, due organi per la generazione, e il resto come potete immaginare. Si muovevano camminando in posizione eretta, come noi, nel senso che volevano. E quando si mettevano a correre, facevano un po' come gli acrobati che gettano in aria le gambe e fan le capriole: avendo otto arti su cui far leva, avanzavano rapidamente facendo la ruota". Perch non gli fa descrivere anche la costituzione degli altri due Esseri Doppi? Perch la considera analoga? Ma allora sarebbe bastato una piccola frase per dirlo esplicitamente. Queste domande hanno facili risposte se si tengono presenti le nascite di gemelli siamesi. Poich questi sono sempre gemelli monozigoti, ed hanno perci identico patrimonio genetico, hanno sempre il medesimo sesso. Dunque Platone non pu affermare che Esseri Doppi completamente maschili o completamente femminili non esistano pi alla sua epoca, perch l'evento noto dei gemelli siamesi lo smentirebbe. Pu invece affermare la non esistenza dell'ermafrodito, perch il caso di gemelli siamesi di sesso diverso non si verifica: infatti, per essere di sesso diverso, devono essere necessariamente dizigoti ed in questo caso non sono mai siamesi. Per il medesimo motivo non ha necessit di descrivere gli Esseri Doppi maschili o femminili, perch il caso dei gemelli siamesi evento che, per quanto raro, noto a tutti. Descrive invece l'ermafrodito, appunto perch inesistente sul piano materiale. Ha dunque un po' "barato" il regista Bernardo Bertolucci, quando nel film The Dreamers - I Sognatori - ha narrato di due gemelli siamesi, Theo e Isabell, che, chirurgicamente separati, hanno tra loro una relazione sessuale. Non esistono siamesi maschio e femmina, ma l'implicito riferimento al mito platonico evidente. Frater Petrus: J.Evola, per sua stessa ammissione, ha avuto qualche difficolt ad inquadrare metafisicamente il problema dell'omosessualit. Tuttavia nei suoi scritti si possono trovare anche elementi fondamentali della giusta veduta. Ad es. non inesatto affermare che l'uso sessuale passivo di un uomo si giustifica solo quando in questi vi sia una effettiva corrispondente costituzione interiore. E' piuttosto nella determinazione di tale costituzione che, come altri hanno gi rilevato, egli avrebbe potuto rifarsi pi efficacemente a Kremmerz, piuttosto che a Weininger. La diffidenza di Evola nei confronti di certi passi del Simposio di Platone probabilmente dovuta al fatto che ha avuto a volte difficolt ad andare oltre la lettera del testo. Sembra che, dopo il periodo di Ur e gli insegnamenti di Abraxa, egli non abbia pi ricevuto insegnamenti in merito, da parte dell'O.E. Si consideri ad es. il discorso che Platone attribuisce a Pausania: "Tutti sappiamo che non c' Afrodite senza Eros. Se dunque non vi fosse che una Afrodite, non vi sarebbe che un solo Eros. Ma essa duplice, e quindi, necessariamente, abbiamo due Eros.

Come negare che esistano due dee? L'una, senza dubbio la pi antica, non ha madre: figlia di Urano, e la chiamiamo quindi la dea del cielo, Afrodite Urania; l'altra, la pi giovane, figlia di Zeus e di Dione, e la chiamiamo quindi la dea popolare, Afrodite Pandemia. E allora necessariamente l'Eros che serve l'una dovr chiamarsi Eros Pandemio, quello che serve l'altra Eros Uranio. Certo, bisogna lodare tutti gli di; ma, detto questo, qual il dominio dei due di? ... Ora l'Eros compagno di Afrodite Pandemia certo volgare e opera a casaccio: proprio degli uomini da poco. Intanto queste persone si innamorano sia delle ragazze che dei ragazzi, indifferentemente; e poi amano i corpi, non l'anima, e preferiscono le persone meno intelligenti: vogliono arrivare dritto al loro scopo, non gl'importa il modo - che sia bello o brutto. Capita quindi che si imbattano nel bene, e capita anche il contrario. Come ovvio, questo Eros si unisce alla pi giovane delle due dee, che sin dal suo concepimento partecipa sia del maschile che del femminile. L'altro Eros, invece, partecipa dell'Afrodite Urania che da sempre estranea all'elemento femminile e partecipa soltanto del maschile; e poi la pi antica e non conosce alcun impulso brutale. Per questa ragione quanti sono ispirati da questo Eros sono attratti dall'elemento maschile: essi amano teneramente il sesso per natura pi forte e intelligente. E proprio da questa inclinazione ad innamorarsi dei ragazzi si possono riconoscere quanti sono posseduti con purezza da questo Eros, perch essi non amano i giovani prima che abbiano dato prova d'intelligenza. Ora, questo impossibile che accada prima che i giovani siano abbastanza grandi da avere la prima barba. ... E' bellissimo cedere, quando si cede per la virt. Questo Eros viene dall'Afrodite Urania, ed davvero divino e prezioso per la citt come per gli individui, perch esige dall'amante e dall'amato che entrambi veglino su se stessi, per essere ricchi di virt. Quanto agli altri, essi rivelano il legame con l'altra dea, l'Afrodite Pandemia". Se si prendesse il discorso alla lettera, vi sarebbe una evidente fallacia: si afferma infatti che Afrodite Urania partecipa solo dell'elemento maschile, il che, nel suo senso letterale, assurdo, perch Afrodite pur sempre una dea e perci non pu non partecipare in qualche modo del femminile. Nei testi esoterici, la fallacia sempre un indizio che, particolarmente in quel punto, occorre andare oltre la lettera. La chiave di ci in fondo Evola la sapeva, perch egli stesso, in Metafisica del Sesso, riporta un passo di Goethe (che a sua volta lo riprende da un autore greco) ove si dice che: "Se se ne ha abbastanza di una ragazza come ragazza, essa pu servire come ragazzo". Dal punto di vista operativo, la relazione con la donna porta, come abbiamo gi indicato altrove parlando delle gocce vitali, ad una emanazione del fluido rigeneratore, che va intercettato e dirottato alla rigenerazione dell'organismo. Parlando in termini alchimistici, si pu anche dire che la Pietra va innanzitutto dissolta in un opportuno aceto filosofale. Si ricorda che il "Solve" equivale all'ascesa della Kundalini (ascendit a terra in coelum) ed essa pu essere indotta dislocando l'eros femminile direttamente nell'area alla base della spina dorsale. Proprio come avviene nel caso dell'uso di una "pupilla", la cui qualit di veggenza si genera poi nello stesso mago, cos il risveglio della Kundalini nella donna lo induce anche nell'uomo. Perci i riti di Afrodite Urania sono praticabili tanto da coppie omosessuali che eterosessuali. La superiorit di tali riti su quelli di Afrodite Pandemia fu espressa da A. Crowley con l'espressione simbolica: "Oh, how superior is the Eye of Horus to the Mouth of Isis!". Egli dedic ad essi il cosiddetto XI grado dell' O.T.O. Purtroppo il non aver correttamente trasmesso ai suoi discepoli anche la pratica del coitus reservatus ha creato loro non pochi problemi, come gi si detto nel quaderno "Considerazioni sullo Spiritualismo Contemporaneo". Proseguendo nell'esame del Simposio, dopo Pausania prende la parola il medico Erissimaco, che corregge il tiro di Pausania, affermando l'importanza sia dell Eros Uranio (che anche in relazione con la Musa Urania), sia dell'Eros Pandemio (in relazione con la Musa Polimnia): "In tutto l'ordine delle cose divine e umane, necessario proteggere nella misura del possibile l'uno e l'altro amore, poich vi si trovano entrambi. Anche l'ordine delle stagioni dell'anno riempito da questi due amori, e quando gli elementi di cui parlavo prima - il caldo e il freddo, il secco e l'umido - incontrano nei loro reciproci rapporti l'amore ben regolato, essi si armonizzano combinandosi nella giusta misura, allora portano l'abbondanza e la sanit agli uomini, agli animali, alle piante, senza causare alcun danno. Ma quando nelle stagioni dell'anno prevale l'amore senza misura, rovina ogni cosa ed causa di grandi disastri". Infatti, nella ciclicit dell'opus, al "Solve" segue il "Coagula": Ascendit a terra in coelum, iterumque descendit in terram. La superiorit di Afrodite Urania si deve al fatto che, senza

l'ascensus, non vi sarebbe descensus. In termini aristotelici, senza il "Motore" (Urania, Musa dell'Astronomia) non vi sarebbe il "Movimento" (Polimnia, Musa della Pantomima). Alcune chiavi di tale ciclicit sono state fornite da Massimo Scaligero nello scritto "La Croce degli teri", che stato a suo tempo esaminato in questo forum.

1c) Massimo Scaligero: La croce degli teri


Il seguente insegnamento di Massimo Scaligero testimonianza della sua collaborazione iniziatica con il di lui cognato Paolo Virio. Questi risollev momentaneamente le sorti del cristiano Ordine dei Telei, ereditato dal maestro Erim. L'ordine, come organizzazione iniziatica indipendente, termin con Virio stesso e con la consorte Luciana. Gli insegnamenti, che in esso venivano trasmessi, invece sopravvissero, proprio per il tramite di Massimo Scaligero, che, grazie alle sue profonde conoscenze di Scienza dello Spirito, li insegn, adeguandoli alla struttura interiore dell'uomo dei tempi ultimi. Senza tale adeguamento, essi costituirebbero solo un documento storico relativo ad un certo aspetto dell'esoterismo, ma sarebbero impraticabili dall'uomo di oggi. Lo scritto sulla Croce degli teri verr suddiviso in XIII "puntate", cos come tradizionalmente e simbolicamente era trasmesso. Si avvisa il lettore, ormai avvezzo a sentir parlare di differenti tipologie, che il seguente saggio, come viene detto pi estesamente in una nota al testo, si rivolge a tipi umani differenti da quelli presi in considerazione, a suo tempo, da Abraxa nella rivista Ur. Questi ultimi perci devono continuare ad utilizzare le indicazioni di Abraxa. I La Croce simboleggia l'ordine recostituito dei quattro elementi(1). Nella fase planetaria che precede l'ra temporale e biologica, il momento dell'ordine (Cosmos) dei quattro elementi, Terra, Acqua, Aria, Fuoco, preceduto dal momento del loro moto vorticoso (Caos). Il Caos esprime il moto degli elementi connessi alle entit cosmiche irregolari, miticamente riconoscibili negli Angeli ribelli, precipitati dal Cielo. Al rapporto di Cosmos e Caos connessa la vicenda della coppia umana primordiale: questa rappresenta il temporaneo e analogico accordo di due esseri umano-celesti privati dell'originaria costituzione androginica. Diversi momenti della crisi che la coppia subisce in conseguenza della sua opposizione al caos elementare, vengono redenti da forze trascendenti di Gerarchie operanti mediante Cosmos. Gli Elohim sono al centro di tale azione: Michael, l'incalzatore delle entit cosmiche ribelli, il mediatore tra il mondo celeste e il nascente mondo umano. (1) Pertanto, con quella forma elementare di incantesimo che il "segno della croce", si invitano e si obbligano, nel nome del Dio uno e trino, gli spiriti degli elementi al mantenimento dell'ordine cosmico [n.d.c.] II Nell'attuale ra, l'uomo costituito in modo che al suo corpo maschile corrisponde anima femminile(0), e viceversa, mentre soltanto il suo Io portatore dell'originario elemento androginico. Occorre tuttavia tener presente che, in realt, il corpo eterico caratterizzato da un genere diverso da quello del corpo fisico: l'anima, per insufficiente coscienza della propria natura originariamente androginica, subisce l'impronta del corpo eterico, perci risuona maschile(1) in corpo femminile e, viceversa risuona femminile(2) in corpo maschile. Soltanto la parte superiore del corpo astrale, o dell'anima, pu realizzare l'antica virt androginica, quando

il pensiero si libera dall'anima senziente e dall'anima razionale(3), per muovere puro secondo la propria luce originaria. Il pensiero che riesca a destarsi secondo l'tere superiore(4), ridesta nell'anima la natura androginica: l'uomo tende a realizzare interiormente in s il proprio complemento femminile, la donna il proprio complemento maschile. Tale possibilit il germe della reintegrazione della coppia superumana. n.d.u. : (0) Dunque Scaligero sembra considerare, come tipo maschile prevalente nell'epoca attuale, quello che, con simbolismo kremmerziano, abbiamo indicato con (+ -) e come tipo femminile quello che abbiamo indicato con (- +). Perci, questo suo scritto integra in qualche modo le monografie di Abraxa, presenti in Introduzione alla Magia e rivolte essenzialmente al tipo maschile (+ +) e a quello femminile (- -). n.d.c. : (1) Nel senso di prevalentemente "attiva". (2) Nel senso di prevalentemente "ricettiva". La funzione "ispiratrice" (e perci fecondante e maschile) di un certo tipo di donna nei confronti dell'uomo a lei complementare a livello animico, corrisponde alla funzione "fecondatrice" dell'uomo nei confronti della donna a livello fisico. (3) Il pensiero puro non solo "libero dai sensi", ma anche libero dalla comune razionalit, correlata all'organo cerebrale. (4) Il termine tere indica qui la vitalit (scr. "prana", cin. "qi") del corpo eterico o lunare. Quando l'uomo si addormenta, una parte della vitalit (tere inferiore) si occupa della rigenerazione metabolica del corpo fisico; l'altra parte (tere superiore) segue il corpo astrale o mercuriale, quando questo abbandona le porte dei sensi. III I due si ritrovano per la recostituzione dell'armonia edenica, grazie a una ascesi superiore del pensiero, che libera nell'anima l'elemento solare dalla millenaria soggezione alle correnti lunari. L'elemento solare risorge come potere androginico dell'anima, l'anima riconquista iniziaticamente il segreto dell'accordo degli teri con l'astrale superindividuale: il segreto della redenzione dell'eros. In sostanza, la forza del Logos solare opera da anima ad anima come impulso del Sacro Amore. La via la via del Graal, in quanto esige, per virt dell'accordo delle tre forze dell'anima, pensare, sentire, volere, l'atto eroico e sacrificale di ciascun componente la coppia, il combattimento interiore contro le correnti del Caos di continuo suscitate dagli Ostacolatori mediante il sesso. IV L'impresa del Graal detta anche Operatio Solis: in termini della saggezza ermetica si pu dire che essa consiste nello scaldare con il Fuoco la Terra, perch l'acqua inferiore si trasmuti e ritorni l'originaria Aria di proiezione(1). Alchemicamente, la Terra simboleggiata dal Sale. Nella Terra il Sale la radicale necessit, ci che resiste al Fuoco, finch il Fuoco non rechi l'elemento trasmutatore solare: essendo la custodia dello Zolfo saturnio(2), il risveglio di questo genera la virt volatile dell'Aria. Il Fuoco che si unisca all'aria di proiezione il Secretum Amoris, la Croce che restituisce l'equilibrio androginico dei quattro elementi nell'uomo. E' il simbolo dell'impresa del Graal. n.d.c. : (1) Si confronti con il testo dell' "Invocazione di propiziazione trasmutatoria" di Alberto Magno. (2) Si confronti con il paragrafo intitolato "Fuoco Saturnio" del saggio di Abraxa "La Nube e la Pietra" (III vol. di Introduzione alla Magia).

V I Maestri della Rosacroce, ai quali si deve la moderna Scienza dello Spirito, hanno insegnato, mediante la Scrittura Occulta, il Mistero della reintegrazione androginica. Un aspetto di tale insegnamento traducibile in uno schema exoterico(1) familiare ai cultori dell'arte spagirica. Esso si basa sulla rappresentazione del potere di ciascun braccio della Croce mediante un piccolo disco, onde si hanno quattro dischi: uno viola (Elementali(2) della Terra), il secondo azzurro (Elementali dell'Aria), il terzo verde (Elementali dell'Acqua), il quarto arancione (Elementali del Fuoco)(3). Riguardo alla ricomposizione dei quattro secondo l'ordine cosmico, al centro della Croce occorre rappresentarsi un disco rosso, con sopra una piccola luna nera e sotto una piccola luna bianca; sul braccio verticale inferiore un disco giallo. Dal disco viola, muovendo verso sinistra(4), si hanno i dischi: azzurro, verde, giallo, arancione, rosso e le due piccole lune. Ne risulta un simbolo grafico delle differenziazioni della Luna originaria rispetto al formarsi dei quattro elementi originari coinvolti nella materializzazione terrestre. n.d.c. : (1) Il metodo della Steganografia (che peraltro solo uno degli aspetti della Scrittura Occulta) consiste nell'ammantare un testo esoterico, avvalendosi di un testo tradizionale maggiormente interpretabile e perci, di solito, exoterico. (2) Si fa generalmente distinzione tra Elementari ed Elementali: i primi essendo le forme meno elevate dei secondi. Il termine Elementali ha perci una portata pi ampia e generale. (3) Si tenga presente che la croce a bracci uguali divide il piano in quattro quadranti. I dischi sono situati al centro di ciascuno dei quadranti: quello viola al di sopra della linea orizzontale della croce e a destra della verticale; quello azzurro al di sopra dell'orizzontale e a sinistra della verticale; quello verde al di sotto dell'orizzontale e alla sinistra della verticale; quello arancione al di sotto dell'orizzontale e a destra della verticale. (4) Cio in senso rotatorio levogiro. VI Tale materializzazione in relazione con due entit angeliche irregolari, una luminosa, l'altra tenebrosa, impersonanti la disintegrazione della Luce originaria. Ciascuna di esse in relazione con due dei quattro teri(1). L'entit angelica luminosa ha il suo simbolo nel disco giallo, sotto il braccio della piccola luna bianca, ed in relazione col disco verde ed arancione; mentre l'entit tenebrosa sta al disopra della linea orizzontale della Croce, avendo oscurato la luce rossa al centro della Croce, mediante la piccola luna nera che congiunge i dischi viola ed azzurro(2). Ove si congiungano i tre piccoli dischi(3), si ottiene un triangolo con il vertice in basso, al centro del piccolo disco giallo. Se simultaneamente si spostano verso l'alto i quattro piccoli dischi, viola, azzurro, verde, arancione, di un terzo della distanza tra loro, i due triangoli, da equilateri, divengono isosceli e dnno una figurazione indicativa dell'opera compiuta dalle due Entit ribelli, tendenti a realizzare 'ex s' l'originaria riproduzione per scissione: evento a cui gli Elohim si oppongono con l'operare la separazione degli elementi dall'essenza una, che in essi permane come virt creante: donde l'inizio della materializzazione cosmica simbolicamente visibile nella configurazione del firmamento. n.d.c. : (1) Le forze teriche, presenti nel "corpo terico" o vitale o lunare possono essere variamente classificate. Si gi vista la bipartizione in tere superiore ed inferiore. Frequente anche una classificazione tetrapartita. Ad es., secondo la terminologia di R. Steiner, possono distinguersi: tere di calore, tere di luce, tere chimico ed tere della vita. I quattro teri, che sono sia

umani, sia cosmici, generano nel mondo visibile i quattro elementi: l'tere di calore il "fuoco", l'tere chimico "l'acqua", l'tere di luce "l'aria", l'tere di vita la "terra". Essi, nella rappresentazione che stiamo considerando, sono simboleggiati dai quattro dischi, che si trovano al centro dei quattro quadranti. (2) Formando un triangolo equilatero. (3) Verde, arancione e giallo. VII Se si congiungono a forma di stella i cinque piccoli dischi, viola, azzurro, verde, giallo, arancione, si ha la stella a cinque punte, col vertice in basso: simbolo del mondo demoniaco espulso dal Cielo e precipitante nell'abisso. Secondo il simbolismo ermetico, Saturno corrisponde al disco viola, Giove a quello azzurro, Venere a quello verde, Sole al giallo, Marte all'arancione, Luna alla piccola luna nera, Mercurio al disco rosso sulla piccola luna bianca. E' questo il periodo(1) in cui sulla Terra appaiono le forme animali: non esistono ancora condizioni tali, che consentano la presenza di un essere in cui il principio interiore domini la forma fisica. La Terra si popola di forme animali mostruose. n.d.c. : (1) Il riferimento alla Genesi. VIII Tagliati gli elementi fuori dall'Essenza divina, gli Elohim(1), per ristabilire l'armonia e contrapporre Cosmos a Caos, eressero l'uomo cosmico, nato come essere saturnio-solare-lunare dall'iniziale donazione sacrificale dei Troni(2). Essi animarono l'Adam-Eva secondo il mistero dell'originario ordine cruciale degli elementi. Questo ordine sar nuovamente perduto dall'uomo quando subir l'influsso degli usurpatori, degli elementi, prima di Lucifero e poi di Ahrimane, e poi simultaneamente di ambedue: l'uomo dovr perdere definitivamente la luce dell'Essenza androginica, subendo l'onta della separazione e il dolore dell'incarnazione prostitutiva e della morte, sino al giorno in cui avverr la restituzione dell'ordine cruciale ad opera del Redentore. n.d.c. : (1)Nella seguente tabella sono riportati, nellordine, i nomi delle gerarchie spirituali secondo lantica denominazione cristiana, i nomi secondo la denominazione proposta da Rudolf Steiner e infine le corrispondenti sfere planetarie: - Serafini, Spiriti dellamore, Cielo Empireo e Cielo Cristallino (Primum Mobile) - Cherubini, Spiriti dellarmonia, Stelle Fisse - Troni, Spiriti della volont, Saturno - Dominazioni, Spiriti della saggezza, Giove - Virt, Spiriti del movimento, Marte - Potest, Spiriti della forma (Elohim), Sole - Principati, Spiriti della personalit o del tempo, Venere - Arcangeli, Spiriti del fuoco o dei popoli, Mercurio - Angeli, Figli della vita, Luna (2) I Troni sono i reggenti dell'originaria "Saturnia Tellus", cio della forma originaria nella quale esistito il mondo fisico e di cui l'Italia, nella Tradizione Romano-Italica, il simbolo. Sempre simbolicamente, la Saturnia Tellus apparve come "un'effusione sacrificale di calore" offerta dai Troni ai Cherubini, affinch ci che fu pensato in sapienza, cio i sublimi pensieri cosmici che i

Serafini ricevettero da Dio e che i Cherubini elaborarono col loro pensiero, potessero venir tradotti in realt.

IX L'uomo apparve sulla Terra come essere di Luce e di Calore, quando i tempi furono maturi. Ma dapprima egli visse nell'aura della Terra, non sulla Terra fisica, mentre gli animali erano gi incarnati fisicamente, come forme risultanti dall'illecito uso del Calore, della Luce, dell'Acqua e della Terra. L'erezione dell'Adam-Eva cosmico si verific bens secondo lo schema del pentagramma originario nel corpo astrale, ma venendo dominato dalla corrente trinitaria delle Gerarchie, esprimente mediante gli Elohim la direzione del Logos Solare(1). Ne risult un essere androginico e al tempo stesso trinitario e quadripolare e pentagrammatico, articolato sino al duodenario(2). Infatti la stella a cinque punte unita a un'altra stella a cinque punte, equivale alla sovrapposizione dei due triangoli solari ai due triangoli sublunari, e perci in posizione coniugata rispetto alla linea orizzontale della Croce, e simmetricamente rispetto all'asse verticale: onde si forrmano due stelle a sei punte, integranti lo schema originario della Croce che le unifica come due esseri in un essere unico, schema dell'amplesso armonico delle anime, che pi tardi diverr congiunzione fisica - composta ciascuna dall'opposizione del triangolo solare dell'uno al triangolo sublunare dell'altro, onde ciascuno tende per Secretum Amoris a integrare con la propria originaria virt angelica, l'immersione nella sfera lunare-tellurica dell'altro, conseguendo tale armonia non essendo ancora intervenuta la seduzione luciferica. Onde avviene che le due correnti sublunari Saturno-Giove, e le due correnti solari Venere-Marte, fluiscono simmetricamente all'asse verticale, attraverso il disco mercuriale, secondo la virt archetipica del Caduceo ermetico solare: due serpi parallele all'asse verticale(3). n.d.c. : (1) La creazione di Adamo fu pentagrammica nel corpo fluidico, ma divinizzata col soffio del Dio Trino. Tutto ci suole simboleggiarsi con un altro piccolo triangolo col vertice in basso, sottostante quello del disco giallo (o, se si preferisce, sottostante il pentagramma invertito), da intendersi quale Genio Trino di pura forma angelica, posto nel capo a custodia del Primo Uomo. (2) La Causa Prima da Adamo gener, per scissione, Eva, simile ad Adamo e in tutto a lui corrispondente, e la contrappose ad Adamo sulla croce. Cio, il pentagramma e il triangolo del Genio Trino sono, nella rappresentazione di Eva, rivolti con il vertice in alto. (3) Invece, nel Caduceo ermetico sublunare, le due serpi si incrociano intorno all'asse.

X La seduzione luciferica pu, in base a quanto stato detto, essere veduta come il tentativo di indurre la coppia androginica originaria a comportarsi secondo lo schema generativo delle Gerarchie, cio a una generazione per scissione sentita come realizzabile, grazie all'apertura del corpo astrale adam-evico alla corrente di Lucifero, interrompendo la magica connessione androginica: onde l'essere femminile si separa dal maschile, provocando la rottura del disco mercuriale che, nella successiva era biologica, si presenter come processo mestruale nella donna: subito dopo, tale essere femminile si volge a riunirsi al maschile sotto l'impeto del desiderio. Si congiunge per a lui sotto la spinta delle correnti sublunari che provocano l'inversione della figura pentagrammatica di lei, secondo la forza degli elementi terra e acqua, dominati dal dmone della dejezione del caos dei 4 elementi (Ahrimane).

Comunque, permanendo connesse con gli Elohim, le correnti solari non furono coinvolte, anzi si opposero, cos che la riproduzione per scissione si verific in forza dei due triangoli sublunari (dei quali uno inverso) a forma di X, ossia con il moto caotico elementare secondo la vis del caduceo sublunare, onde due serpi si incrociano intorno all'asta(1). L'incandescente forma umano-saturnia che ne nacque fu Caino(2), ente manifestante l'impulso della lunare demona della ribellione, onde le potenze del fuoco si congiungono con la terrestrit lunare(3). n.d.c. : (1) Al centro di essa. (2) Vortice chiuso in s stesso a forma di otto. (3) La prevaricazione generante Caino equivale in alchimia ad un operazione di fuoco (applicato alla terra). Il precedente insufflamento del Genio Trino, cio la IX puntata, equivale invece ad un'operazione d'aria.

XI Per l'infinito strazio provocato dalla rottura dell'armonia cruciale e per la nascita dell'essere umano-satanico, la coppia umana disperatamente fece appello alle potenze originarie dell'Amore, invocando l'aiuto degli Elohim; e questi, mediante la potenza creatrice del suono(1), risollevarono Caino unendogli una creatura nata da generazione solare(2), portatrice delle forze dominatrici del vortice sublunare(3), grazie alla potenza della duplice corrente solare fluente nell'umano(4), opponendo pentagramma a pentagramma nella Croce originaria. n.d.c. : (1) Logos (2) Abele (3) I due triangoli solari di Abele moderano i due triangoli sublunari di Caino, riformando la doppia stella esagonale. Essi per sono disposti in modo tale che, in ciascuna stella, Marte risulti dallo stesso lato di Saturno e Giove dallo stesso lato di Venere, essendo tra loro attrattivi, cos da impedire ulteriori scissioni. Nella doppia stella dell'Adam-Eva (IX puntata) si trovavano invece dallo stesso lato Giove con Marte e Saturno con Venere, che sono tra loro repulsivi. (4) Generante l'iperfisico umano, cio dalla natura dell'aria passando a quella dell'acqua. In alchimia, perci, questa operazione detta operazione d'acqua.

XII Ma il frutto della generazione irregolare, Caino, costituzionalmente aperto alle correnti luciferico-ahrimaniche, oper il terzo guasto(1) dell'androgine originario: concentr in s le correnti inferiori lunari, e vampirando il flusso inferiore delle correnti di Abele lo espulse dall'amore vitale della Croce, provocando la morte di lui(2). La scissione pentagrammica (3) nell'mbito della Croce ordinatrice degli elementi, fece ritornare Abele in uno stato disincarnato privo delle forze solari dominatrici dell'tere della vita(4), onde egli potr ritornare in tale mbito soltanto secondo la legge di nascita, morte e reincarnazione: perder nel sistema dei nervi la luce della immortalit, venendogli trasferita la virt dell'tere della vita nel sistema sanguigno dominato per, ormai, per il delitto di Caino, dalle correnti infere lunari e perci dagli istinti e dalle passioni.

n.d.c. : (1) La prima prevaricazione fu quella diabolica, la seconda quella dell'Adam-Eva. (2) Il delitto di Caino, generante la mortale umanit ed animalit vivente nella materia, detto in alchimia operazione di terra. (3) Oppure, se si preferisce, delle due stelle esagonali. (4) Abele ritenne solo una "coppellazione" delle energie solari e lunari della sua esperienza crociale, essenze che contornarono dell'embrione dell'esperienza umana il suo spirito vagante.

XIII La costituzione dell'uomo, ormai maschio o femmina, tale che il sangue viene generato per mezzo di influssi luciferico-ahrimanici ma dall'interno dell'uomo, mentre i nervi operano come una continuazione degli organi dei sensi dall'esterno verso il sistema nervoso centrale. Il sangue umano si produce nell'organismo per. un sopravvento di processi terrestre-lunari su processi saturnio-solari. Il sangue appartiene alla Terra, mentre il sistema nervoso qualcosa che si formato per mezzo dei processi precedenti la fase terrestre. La sostanza nervosa non appartiene alla Terra, la sostanza sanguigna invece un prodotto terrestre. Quando la sostanza nervosa dell'uomo originario apparteneva al Cosmo, era un'entit viva e luminosa: trasferita nella Terra, ad opera della caduta della coppia e del crimine di Caino, tale sostanza venne abbandonata dalla Vita. L'uomo pu avere una terrestre vita dei sensi e perci sensazioni e brama del sesso, perch esiste mediante un sistema nervoso privo di vita, affine a ci che sulla Terra disanimato e perci esclusivamente sensibile. La sostanza nervosa pre-terrestremente viva, diviene terrestremente morta: se si sollevasse al di sopra della Terra, la sostanza nervosa ritornerebbe una celeste sostanza di luce, mentre se vi si sollevasse il sangue, esso perderebbe calore e vita. Abele l'uomo primordiale temporaneamente morto, Caino l'uomo temporaneamente vivo: perci l'uomo, in quanto Caino, non pu ritrovare l'essere dell'amore originario, l'anima con cui ricostituire l'armonia originaria. Comincia a ritrovarli quando nella parte del sistema nervoso in cui si accende la sua coscienza, il pensiero puro riluce della luce androginica dell'Io: l'essere di Caino comincia a privarsi della vita, di cui Abele comincia ad avvivarsi: una parte dell'uomo vuole sacrificalmente immolarsi per l'altra, perch l'altra conosca la Resurrezione. Questo l'evento cristico nell'uomo: la via del Graal. Nel sistema nervoso, in quanto mediatore dei sensi fisici, si esprime il mistero dell'originaria armonia celeste, di cui l'uomo la sintesi: il passaggio del Sole attraverso le dodici costellazioni(1): che il rapporto dell'Io con i dodici sensi(2). L'originaria struttura dell'uomo soggiace al fatto che l'uomo solare in lui temporaneamente morto e pu risorgere solo dopo la morte, o eccezionalmente per virt di Iniziazione. E' temporaneamente morto perch in basso dominato dall'eros che esprime la Vita tendente a reincarnarsi in conseguenza della Morte, e in alto l'organo del pensiero disanimato, perch vincolato al sensibile, o alla morta terrestrit. L'uomo solare pu risorgere per virt delle forze di Resurrezione radianti nella Terra grazie al sacrificio del Golgotha. Queste forze tendono a esprimersi nell'amore della coppia umana, quando essa sente il segreto richiamo dell'armonia perenne da reintegrare. Questa armonia oggi pu essere ritrovata se l'amore della coppia umana conosce la direzione androginica dell'Io, che mediante l'attivit superiore del pensiero comincia a vivere nella zona solare del corpo astrale. L'Amore umano si eleva cos alle altezze sublimi dell'armonia edenica originaria. Il pensiero vivente realizza la sintesi dei quattro teri, ricostituendo l'unit originaria. In tale unit splende la Luce la cui perdita signific per l'uomo la perdita dell'immortalit e dell'armonia androginica originaria. La via del Graal, secondo lo schema accennato, realizzabile da coloro che riconoscono, nell'tere del Pensiero, la Luce del Logos e consacrano la vita alla resurrezione del Sacro Amore.

n.d.c. : (1) I dodici segni zodiacali governano le parti del corpo umano. La "luce solare" si diparte dalla testa (Aries) per giungere fino ai piedi (Pisces). Questo terzo caduceo, costituito dalla sola asta centrale, detto caduceo mercuriale. (2) I dodici sensi dell'uomo, secondo la classificazione di Rudolf Steiner, sono: A) Sensi inferiori o sensi della corporeit (sensi della volont): 1) Senso della vita 2) Senso del movimento 3) Senso dell'equilibrio 4) Senso del tatto (senso della cute) B) Sensi mediani o sensi del mondo esterno (sensi del sentimento): 5) Senso del calore 6) Senso del gusto 7) Senso dell'odorato 8) Senso della vista C) Sensi superiori o sensi della conoscenza 9) Senso dell'udito 10) Senso della parola o del linguaggio 11) Senso del pensiero o dei concetti 12) Senso dell'Io

Nota conclusiva Terminano qui le tredici puntate di questo insegnamento tradizionale, nel quale il manto steganografico, costituito da una esemplificazione geometrica della Genesi, nasconde la pratica iniziatica "a due vasi". Nell'uomo di un tempo , diversamente costituito rispetto all'attuale, le pratiche sessuali "spagiriche" similmente a quelle altre (respirazioni tipo yoga, uso iniziatico delle droghe etc) raggruppabili in quella che Abraxa definisce la "via sperimentale" (si veda il saggio di Abraxa "La triplice via") agivano in buona misura da s. Invece, gi all'epoca di Erim (come si evidenziato nel quaderno "Nuovi dialoghi sull'Ermetismo") esse, affrontate senza la preparazione necessaria all'uomo attuale, conducevano ad una medianit incontrollata e ad ossessioni sessuali. Non un caso che Paolo Virio avesse coltivato l'intenzione, poi non realizzata, di trasformare l'Ordine dei Telei in un nuovo Ordine del Tempio d'Occidente, guidato da lui e da Massimo Scaligero, per integrare l'antica pratica bivasare con la Scienza dello Spirito. Quando, morto Paolo Virio, Luciana Virio diede alle stampe il "Conseguimento Celestiale" di Erim, Massimo Scaligero non approv l'iniziativa editoriale della sorella. Infatti, tale libro non metteva in evidenza l'indispensabile preparazione, basata su una adeguata concentrazione e meditazione, e avrebbe perci rischiato pi di sviare che di istruire. Sviamento che si verificato puntualmente, come pu accertarsi chiunque legga ad es. un libro come "Mmoire du sang" scritto, sotto lo pseudonimo di Alexandre de Danann, da un autore che pretende appunto di ispirarsi all'opera di Erim.

Note su G. I. Gurdjieff
di

Piero M. Schepis

Quadro dell'Uomo n4

Una breve biografia


G. I. Gurdjieff nacque negli anni 1860 o 1870 (i biografi, pur senza sicurezza, indicano generalmente la data del 1866) ad Alexandropol nellArmenia Russa, cio in una zona di frontiera, dove un padre prudente prefer non registrare la nascita del proprio figlio. La madre era armena; il padre Ioannas Giorgiades, discendente dai Greci Ionici di Cesarea, prima allevatore di bestiame, poi commerciante di legname e falegname, era anche un ashok, poeta-bardo, che amava raccontare uno straordinario repertorio di leggende e miti tramandati

da generazioni. La famiglia si trasfer poi a Kars citt armena , sovrastata dal monte Ararat (a quell'epoca Kars era oggetto di contesa tra Russi e Turchi, attualmente appartiene alla Turchia). Ivi,Gurdjieff venne educato da sacerdoti della chiesa armeno-ortodossa e prese in considerazione a sua volta il sacerdozio, che probabilmente esercit per uno o due anni. Non era per quella la sua via e decise di esplorare altre tradizioni spirituali. Fra il 1887 e il 1907 si situano i cosiddetti vent'anni mancanti della biografia di Gurdjieff. Si sa che, con altri amici, form un gruppo chiamato dei Cercatori della verit e comp numerosi viaggi che lo portarono nel Medio Oriente, nell'India, nell'Asia Centrale, nel Tibet, visitando monasteri e centri religiosi, cercando una misteriosa Confraternita di Sarmoung, della quale aveva trovato un riferimento nel 1886. Nella sua autobiografia "Incontri con uomini straordinari", Gurdjieff ci parla delle persone che incontr in quegli anni e che influenzarono il suo pensiero, ma occulta abilmente luoghi e identit. All'inizio della prima guerra mondiale, Gurdjieff visse a Mosca e, attraverso conferenze e rapporti personali, raccolse intorno a s numerosi allievi (il pi famoso probabilmente P.D. Ouspensky) con cui form piccoli gruppi, non solo a Mosca e in Russia, ma anche a Costantinopoli, Tiflis, Londra, Fontainebleau-Avon, Parigi, New York etc. Ebbe allievi illustri fra scrittori, poeti, artisti, filosofi, ricercatori, uniti dal progetto comune di lavorare su di s, migliorando la propria presenza mentale. Gurdjieff mor a Parigi nel 1949. Ancora oggi ha molti seguaci e costituisce un punto di riferimento per la ricerca spirituale occidentale, come dimostrano talune canzoni di quell'altro poeta-bardo contemporaneo, che Franco Battiato.

Gurdjieff e la Filocalia
Per comprendere come l'insegnamento di G. I. Gurdjieff, relativo alla presenza mentale, ha raggiunto il suo aspetto definitivo, non vi altro modo che seguire, per quanto possibile, la sua evoluzione temporale. Come si gi accennato, Gurdjieff, gi affascinato da miti e leggende della tradizione orale paterna, ebbe come primo maestro vero e proprio padre Borsh, allora arciprete della chiesa militare di Kars, massima autorit spirituale di quel paese, che era stato da poco conquistato dai Russi. Borsh insegn a Gurdjieff medicina e teologia. Uno dei pi importanti testi della chiesa ortodossa senz'altro la Filocalia, che letteralmente significa amore della bellezza, ma di quella bellezza che si identifica col bene. La parola era gi stata usata da S.Basilio e da Gregorio di Nazianzo, per la loro raccolta di passi scelti di Origene. Nel 1782 vide luce a Venezia un'altra Filocalia, destinata a diventare ben pi nota, i cui esemplari, appena stampati, furono rimpatriati in blocco in Oriente. Tale Filocalia una raccolta di testi tradizionali sulla preghiera ortodossa, sopratutto "solitaria", che prende le mosse dagli anacoreti cristiani egiziani del IV secolo, per giungere fino ai monaci del Monte Athos del XV. La Filocalia doveva ottenere un successo straordinario in Russia, grazie a un grande staretz, Paissy Velitchkovski (1722-1794), animatore di una vera rinascita spirituale, sia nei paesi moldavi, sia in Russia. Egli prepar in breve tempo una traduzione slava, la Dobrotolubiye (Pietroburgo, 1793), della quale si ebbero otto riedizioni. La Filocalia vasta, ma , per nostra fortuna, uno dei testi in essa contenuti, costituisce una sintesi dell'intera opera. Si tratta del capitolo "Sui tre modi di preghiera" tratto dagli scritti di San Simeone il Nuovo Teologo (949-1022) che, per la sua importanza, riportiamo integralmente: "Sui tre modi di preghiera Esistono tre modi di attenzione e di preghiera, per essi l'anima pu elevarsi e progredire, oppure cadere e perdersi. Chi usa di questi metodi nel modo e nel tempo giusto progredisce, chi invece li pratica inopportunamente e insipientemente si smarrisce. L'attenzione e la preghiera sono unite inseparabilmente come il corpo legato all'anima. L'attenzione procede e controlla i movimenti del nemico come un'avanguardia, la prima ad ingaggiare la lotta col peccato, e ad opporsi ai pensieri malvagi che vorrebbero entrare nell'anima. La preghiera ne segue le orme, sterminando e distruggendo tutti i pensieri malvagi contro i quali l'attenzione entrata in lotta, la sola attenzione non ha la forza di distruggerli. Da questo combattimento contro i pensieri malvagi condotto con l'attenzione e la preghiera dipende la vita dell'anima. Servendosi dell'attenzione possiamo render pura la preghiera e compiere dei

progressi; se non ci serviamo dell'attenzione per conservarla pura e la lasciamo incustodita, diventa inquinata dai pensieri malvagi e diveniamo degli inservibili falliti. Sul primo modo dell'attenzione e della preghiera Queste sono le caratteristiche del primo modo: uno si mette in orazione, solleva le mani, gli occhi e la mente verso il cielo, tiene fermi nella mente i pensieri di Dio, immagina i beni celesti, le schiere degli angeli e le dimore dei santi, riunisce, in una parola, nella mente quanto ha appreso dalle Sante Sctitture e durante la preghiera vi si sofferma, esortando l'anima ad essere desiderosa di Dio e del suo amore. Gli pu capitare in questo stato di versare delle lacrime e di piangere. Pu succedere, se uno segue soltanto questo modo, che poco a poco il suo cuore s'inorgoglisca senza che lui l'avverta, e pensi che ci che esperimenta gli venga dalla grazia di Dio come consolazione, e comincia a domandare a Dio di poter rimanere sempre in quello stato. Ma questo segno di smarrimento, il bene quando non compiuto come si deve non pi bene. Se quest'uomo s'impegna in una vita solitaria totale difficilmente potr sfuggire alla follia. Se questo per un puro caso non avvenga, gli sar impossibile raggiungere il possesso della virt e il calmo pensiero. Questo modo contiene un altro rischio di deviazione: uno pu vedere con gli occhi del corpo delle luci e dei fulgori, gustare dei profumi soavi, sentire dei suoni e altre simili cose. Alcuni ne sono rimasti del tutto invasati, nella loro insania hanno cominciato a vagolare da un luogo all'altro; altri, scambiando il diavolo per un angelo della luce, sono rimasti ingannati, fino a diventare incorreggibili rifiutando di accogliere l'ammonimento dei fratelli. Altri, istigati dal diavolo, si sono suicidati gettandosi chi da un precipizio, chi impiccandosi. Da quanto abbiamo detto non difficile, per chi ha buon senso, comprendere quale rischio sia incluso in questo primo modo di attenzione e di preghiera (quando venga considerato come l'unico nella via della preghiera). Anche se qualcuno evita questi pericoli nel praticarlo perch vive in una comunit, ai suoi rischi sono esposti particolarmente gli eremiti, sappia che non far nessun passo avanti nella vita spirituale. Sul secondo modo di attenzione e di preghiera Questo il secondo modo di attenzione e di preghiera: lorante ritrae la mente dagli oggetti sensibili e la raccoglie nel suo intimo; vigila sui sensi e unifica i suoi pensieri in modo che interrompano il vagabondaggio tra le vanit mondane. A volte esamina i suoi pensieri, a volte si ferma a considerare le parole che le sue labbra pronunciano; a volte ferma il pensiero quando affascinato dal diavolo vola verso qualcosa di peccaminoso e di vano; a volte, vinto da qualche passione, con grande travaglio e sforzo lotta per rientrare in s stesso. La nota specifica di questo modo che si svolge nella testa, i pensieri combattono contro i pensieri. In questo combattimento contro se stesso, non si pu trovare la pace, n il tempo di praticare quelle virt che sono il coronamento della verit. Questo stato paragonabile ad uno che lotti con i nemici, nella notte, al buio, sente le loro voci, subisce i loro colpi, ma non vede chiaramente dove siano, da dove vengano e per qual motivo stiano aggredendolo; rimane dentro la testa, mentre i pensieri malvagi escono dal cuore. La tenebra che gli avvolge la mente, la tempesta che infuria nei suoi pensieri sono la causa che impedisce di vedere la origine di questa deviazione, non riesce a sfuggire dalla presa dei demoni, suoi nemici, e a riconoscere i loro colpi. Se poi insieme a tutto questo uno vien preso dalla vanit di ritenersi vigilante su se stesso come dovrebbe, lavora inutilmente e perder per sempre ogni ricompensa. Orgoglioso disprezza e critica gli altri e loda se stesso, considerandosi atto ad essere un pastore di uomini e di guidare gli altri diventa simile ad un cieco che vuol condurre altri ciechi. Questi sono i cararteri del secondo modo di attenzione e di preghiera. Chi vuol raggiungere la salvezza sapr riconoscere il danno che sta arrecando all'anima sua e aprir con cura gli occhi su se stesso. Questo modo, ci nonostante, migliore del primo come una notte di plenilunio meglio di una notte senza luna.

Sul terzo modo di attenzione e di preghiera Il terzo modo meraviglioso ma difficile a spiegare; insieme difficile e incredibile per chi non lo abbia mai praticato, fino al punto da esser respinto come possibile attuazione. Nel nostro tempo infatti difficile incontrare chi pratichi questo modo di attenzione e di preghiera; verrebbe da pensare che questo dono benedetto ci abbia abbandonato insieme all'obbedienza. Se uno osserva l'obbedienza perfetta al suo padre spirituale, si libera da ogni perplessit, avendole poste sulle spalle della sua guida. Libero da ogni attaccamento sensibile, pu dedicarsi con zelo e diligenza alla pratica del terzo modo di preghiera, supponendo per che si sia posto sotto la direzione di una guida non sottoposta a smarrimenti. Se vuoi raggiungere la salvezza comincia in questo modo: stabilisci nel tuo cuore la perfetta obbedienza alla tua guida spirituale, compi qualunque cosa con coscienza pura, alla presenza di Dio; non possibile avere la coscienza pura senza l'obbedienza. Conserva pura la coscienza in queste tre direzioni: di fronte a Dio, di fronte alla tua guida spirituale, di fronte agli uomini e alle cose e alla realt del mondo. Di fronte a Dio il dovere della tua coscienza consiste nel non fare azione che, secondo la tua coscienza, non sia gradita e accetta a Dio. Di fronte al tuo padre spirituale fa soltanto quello che ti dir, non voler fare niente di pi o di meno di quanto ti suggerisce, cammina sotto la guida della sua volont e della sua intenzione. Di fronte agli uomini non fare alcuna cosa che non vorresti venisse fatta a te stesso. Di fronte alle cose il tuo dovere di mantenere pura la tua coscienza usandola in maniera giusta, per le cose intendo il cibo, le bevande e le vesti. Procedendo in questo modo ti appronterai un sentiero solido e diretto verso il terzo modo di attenzione e di preghiera, esso consiste essenzialmente in questo: la mente scenda nel cuore. Mentre preghi ferma l'attenzione nel cuore, percorrilo in tutti i sensi, senza mai distaccartene, e dalle profondit del cuore fa' salire a Dio la tua preghiera. Quando la mente, dimorando nel cuore, comincia a gustare quanto buono il Signore e si sente colma di grande diletto non vorr pi abbandonare quel luogo. Contempler le profondit del cuore e vi rimarr cercando e allontanando quei pensieri che il demonio vi avr disseminato. Chi non conosce e non ha provato questo modo, lo considerer difficile e opprimente. Chi invece avr gustato la sua dolcezza e avr goduto nelle profondit del cuore, grida con San Paolo: "Chi potr distaccarsi dall'amore di Cristo'..".Osserva prima di ogni altra cosa queste tre direttive: sii libero da ogni preoccupazione, non solo riguardo a ci che malefico e vano ma anche a ci che buono, in una parola sii morto a tutto; conserva la tua coscienza in modo che nulla possa rimproverarsi; abbi il perfetto distacco da ogni attaccamento passionale, in modo da non avere alcuna inclinazione verso ci che appartiene al mondo. Mantieni la tua attenzione in te stesso, tieni ferma la mente nel cuore, con tutti i mezzi possibili cerca di scoprire il luogo dove il cuore; se avrai il dono di trovarlo il tuo pensiero vi dimorer per sempre. Impegnandoti in tal modo la mente scoprir il luogo del cuore, quando l'avr trovato la grazia render la preghiera soave e ardente. La mente acquister la capacit di allontanare i pensieri malvagi da qualunque parte si manifestino prima che abbiano preso consistenza, facendoli dissipare con l'invocazione: "Signore Ges abbi piet di me! ". Il primo e il secondo modo di attenzione e di preghiera non conducono l'uomo alla perfezione. Volendo costruire una cosa non cominciamo dal tetto ma dalle fondamenta; prima gettiamo le fondamenta poi innalziamo i muri infine edifichiamo il tetto. Altrettanto ci richiesto per l'edificio spirituale, innanzi tutto gettiamo il fondamento: vigilando sul cuore e purificandolo dalle passioni; quindi innalziamo le mura respingendo l'assalto dei nemici che si scagliano contro servendosi dei sensi, e addestrandoci a controbattere i loro assalti il pi presto possibile; dopo aver fatto questo possiamo porre mano al tetto, alla totale rinuncia a tutto per offrirci completamente a Dio. In questo modo potremo ultimare la nostra casa in Ges Cristo, a Lui sia lode per sempre. Amen." (Filocalia , vol. V pp. 73-89. edizione italiana della Filocalia, ed. Gribaudi) Non poteva sfuggire a Gurdjieff che l'aspetto "preghiera" massimo nel terzo modo, mentre l'aspetto "attenzione" massimo nel secondo. Forse gli venne il sospetto che il secondo modo, gi all'epoca di San Simeone, non fosse pi noto nella sua completezza, in ambiente cristiano e

che, proprio per la sua incompletezza, gli venisse preferito il terzo. Tutti i suoi anni successivi li dedic infatti ad un approfondimento esoterico del secondo modo, entrando cos in contatto con svariati ambienti, soprattutto sufi e buddhisti.

Gurdjieff e il Sufismo
Il contatto di Gurdjieff con il Sufismo islamico praticamente certo, se si tiene presente che nell'estate del 1885 il suo viaggio di ricerca inizia a Costantinopoli, per studiare i dervisci Mevlevi e Bektaschi e che nel 1920-1922 Gurdjieff torna a Costantinopoli e si trasferisce nella vicina Pra, al Black Rose. In quell'occasione, P.D. Ouspensky ritorna da lui e gli chiede di occuparsi dei gruppi che nel frattempo aveva fondato. I due partecipano assiduamente alle cerimonie dei Mevlevi (dervisci roteanti) di Yuksek Kalderym. Nelle vicinanze, Gurdjieff organizza delle conferenze e intensifica il lavoro per il balletto "The Struggle of the Magicians". Sempre in quel periodo, tramite il principe Mehmet Sabaheddin, conosce J.G. Bennett, capitano dei servizi segreti britannici, che doveva diventare un altro suo famoso discepolo. L'influsso del Sufismo, tuttavia, non deve essere neppure esagerato, fino a farne l'unica fonte dell'insegnamento di Gurdjieff. Nel libro "I Maestri di Gurdjieff" (ediz. italiana: 1991, Roma, E. Mediterranee) , Rafael Lefort, studioso di esoterismo, narra che, dopo essere entrato a far parte di una delle scuole ispirate alla dottrina di Gurdjieff, avendo trovato un metodo di insegnamento non conforme alla sue aspettative, decise di mettersi in viaggio verso lOriente, alla ricerca delle fonti originali dell'insegnamento. I capitoli di questo libro sono dedicati alle figure degli uomini, quasi tutti mercanti o artigiani, con i quali Lefort era riuscito ad avere un incontro: si tratta di persone che avevano insegnato a Gurdjieff, o che avevano imparato assieme a lui la loro arte, oppure che erano stati suoi maestri o condiscepoli nello studio di una particolare disciplina. Per mezzo di suggerimenti e indicazioni, Lefort venne guidato da essi nel suo viaggio di citt in citt, di maestro in maestro, fino a trovarsi nuovamente in Europa, in seno ad una scuola esoterica, situata (ironia della sorte!) a soli quindici chilometri dalla sua abitazione. Nel corso del suo lungo peregrinare, lautore prende coscienza della sterilit delle motivazioni, quasi esclusivamente intellettuali, che lo avevano portato ad intraprenderlo, e si pone in una nuova prospettiva riguardo a Gurdjieff ed al suo pensiero. Mentre rinuncia ad una sicurezza che ora gli appare falsa ed acquisisce umilt e disponibilit, viene altres messo in guardia nei confronti delle scuole in grado di tramandare laspetto esclusivamente esteriore dellinsegnamento di Gurdjieff. Il messaggio di Gurdjieff viene dichiarato morto con la scomparsa del maestro, ma si afferma che linsegnamento autentico sempre accessibile. Alla fine del suo viaggio, Lefort posto di fronte ad una scelta: continuare le sue ricerche o rinunciare ad esse per intraprendere effettivamente il cammino evolutivo. Il libro pretende di essere una ricerca dei Maestri di Gurdjieff, fisicamente intesi, svolta negli anni sessanta. A meno di non ammettere, nei loro riguardi, una longevit ben superiore a quella di Gurdjieff, una interpretazione letterale del testo ha poche possibilit di corrispondere al vero. Si dice che Rafael Lefort sia lo pseudonimo del famoso scrittore Idries Shah (1924 Simla/India-1996 Londra). Quest'ultimo, scheik Naqshabandy d'origine afgana (partecip coi mujaiddin alla guerra di resistenza contro l'invasione sovietica dell'Afghanistan), stato uno dei maggiori divulgatori moderni del sufismo, soprattutto di quell'ala che lo svincola dall'aderenza all'Islam. All'opposto vi l'ala tradizionalista, che vanta rappresentanti altrettanto famosi come Syed Hossein Nasr, la quale ritiene indispensabile la pratica della forma religiosa islamica.Gli scheik tradizionalisti sostengono che l'altra ala estremizzi il cosmopolitismo ed universalismo sufi, disancorandolo dalla sua base terrena e storica che appunto l'Islam. E' abbastanza noto che la "Fondazione Gurdjieff", avente le sue sedi principali a Parigi, Londra e New York, guidata prima da Madame Jeanne Matignon de Salzmann (1889-1990) e poi dal figlio Dr. Michel de Salzmann , cerc di integrarsi nella tradizione orientale, al fine di completare l'insegnamento lasciato in eredit da Gurdjieff. Poich tale insegnamento era esteriormente svincolato tanto dall'Islam, quanto dal Buddhismo, sembr naturale rivolgersi all'ala cosmopolita di Idries Shah. Egli accett di accogliere i membri della fondazione, ma a patto che rinunciassero alla gerarchia che si era formata all'interno del loro gruppo, cio a condizione che ricominciassero tutti dallo stesso grado di neofiti. Essi rifiutarono e Shah rispose con il libro firmato Lefort. L'interpretazione delle origini

dell'insegnamento di Gurdjieff , presente in questo libro, senz'altro di parte, sia perch trascura l'influsso buddhista ed altri minori, sia perch dimentica che Gurdjieff non usc mai dalla tradizione cristiano-ortodossa, considerando, con ogni probabilit, i suoi contatti orientali nient'altro che un approfondimento di quello che S. Simeone definisce "il secondo modo di attenzione e di preghiera". Prova ne che, alla sua morte, dopo quattro giorni e quattro notti di veglia, venne cantata una messa solenne nella cattedrale della Chiesa Ortodossa "Alexandre Nevsky", in Rue Daru a Parigi.

L'enigma del lama Dordjieff


Il periodo della vita di Gurdjieff, che ha suscitato maggiormente la curiosit dei ricercatori, naturalmente quello dei vent'anni mancanti. Stando a quanto egli stesso ha scritto, assieme ai suoi compagni di viaggio, scavando 'casualmente' tra le rovine dell'antica citt di Ani, trov le tracce della scuola esoterica di saggezza, chiamata 'La Confraternita di Sarmoung', ipoteticamente sviluppatasi, attorno al 2500 a.C., a Babilonia. Nel Kurdistan, scopr una mappa dell' Egitto pre-sabbia, poi prosegu per Alessandria e Il Cairo. Visit Tebe, l'Abissinia e le rovine di Babilonia in Iraq. Studi nel finalmente ritrovato monastero di Sarmoung (trovando ispirazione per le famose Danze Sacre), esplor il deserto del Gobi, studi la magia persiana e le tecniche ipnotiche. Non si fece certamente scrupolo, nel 1901, di diventare un agente dello Zar ed entrare in Tibet, allora zona di attrito tra due potenze imperialiste, quella russa e quella inglese, probabilmente per trovare nuove discipline di consapevolezza. Egli era probabilmente presente, quando, il 5 luglio del 1903, il colonnello Francis Younghusband invase il Tibet, penetrando dall'India. Assistette al massacro dei Tibetani da parte degli Inglesi a Guru e alla successiva conquista di Lhasa. Ferito pi volte e ammalatosi di idropisia, dovette andarsene dal Tibet. Una testimonianza interessante, relativa a questo periodo, riferita da Louis Pauwels nel libro "Monsieur Gurdjieff" (Roma 1972), quella di Achmed Abdullah, scrittore e ufficiale dell'Intelligence Service. Questi incontr Gurdjieff a New York , durante un pranzo in casa di un comune amico, e riconobbe in lui il Lama Dorzhieff (o Dordjieff secondo un'altra grafia) conosciuto circa trenta anni prima in Tibet. Glielo disse e lui gli strizz l'occhio. Si parlarono in lingua tagik. Dorzhieff era stato precettore del giovane tredicesimo Dalai Lama ed era il principale agente segreto della Russia nel Tibet. Quando le truppe Inglesi invasero il Tibet, fugg insieme al Dalai Lama in direzione della Mongolia. Tutto ci, se fosse vero, spiegherebbe le difficolt che pi tardi Gurdjieff incontr a Londra, nonostante gli interventi dei suoi amici presso Lloyd George. La testimonianza di A. Abdullah stata, in genere, scartata dai seguaci di Gurdjieff, forse perch Alexandra David Neel, che ha scritto molti libri di viaggio sul Tibet, in un articolo apparso su Nouvelles Litteraires di Parigi il 22 Aprile 1954, dichiar che era stato confuso Gurdjieff con un lama buriato di nome Dordjieff. A favore della tesi di Abdullah invece lambasciatore indiano in Cina K.M. Panikkar, in "Storia della dominazione europea in Asia dal Cinquecento ai nostri giorni" (Einaudi, Torino 1977) che si appoggia anche sulla testimonianza di Sir Charles Bell, diplomatico inglese in Tibet e amico personale del tredicesimo Dalai Lama, riportata nella biografia autorizzata " Portrait of a Dalai Lama: The Life and Times of the Great Thirteenth" (pubblicata per la prima volta nel 1946 da W.M. Collins e successivamente ristampata nel 1987, a Londra, da Wisdom Publications). E' poi da notare che il libro di Rom Landau "God is My Adventure" (ultima ristampa : Unwin, 1964) che per primo riport la testimonianza di Abdullah, usc quando era ancora vivo Gurdjieff ed egli non fece la minima obiezione. Forse allo scopo di indicare il Tibet come luogo per approfondire l'insegnamento, Gurdjieff, come narra J.C. Bennett (Gurdjieff: Un nuovo Mondo, Ubaldini-Roma-1981), nell'anno della sua morte, raccont ai suoi discepoli come giunse alla frontiera tibetana, dando il suo nome e i documenti redatti in russo. Disse che nella lingua di quel luogo non c'era la lettera "g", sicch pronunciavano il suo cognome "Dordjieff" e gli diedero un salvacondotto in tibetano, su cui era scritto il nome in base alla loro pronuncia. Il racconto era probabilmente una bugia, visto che i tibetani non hanno normalmente difficolt a pronunciare parole con la g. Bennett ritiene, perci, che esistesse un altro lama di nome Dordjieff e che Gurdjieff abbia approfittato dell'omonimia, per accedere a lamaserie che altrimenti gli sarebbero state precluse. Per fugare

ogni dubbio sull'argomento, si pu anche leggere l'ottimo "Buddhism in Russia: The Story of Agvan Dorzhiev, Lhasa's Emissary to the Tsar" (London, Element Books) di John Snelling. Il testo, molto ben documentato, ricostruisce la vicenda, a suo modo straordinaria, di Agvan Dorzhiev, il monaco buriato che fu uno dei tutori - e pi tardi uno dei consiglieri - del tredicesimo Dalai Lama. Dorzhiev si adoper anche per diffondere il buddhismo in Russia e fu uno dei promotori della costruzione del monastero buddhista di San Pietroburgo, tuttora esistente e attivo. Travolto dagli eventi seguiti alla presa del potere da parte di Stalin, Dorzhiev mor in qualche gulag intorno al 1937. Riguardo all'etimologia del nome di questo monaco forse interessante quanto dice Paul Demieville nell'opera "Le Concile de Lhasa" (Imprimerie Nationale de France- Paris 1952, pag. 12): "...nel 1935, alcuni mesi prima della sua morte, Obermiller ha segnalato un nuovo documento sulla polemica sino-tibetana: lo aveva trovato nella biblioteca del Museo Asiatico dell'Accademia delle Scienze, a Leningrado, un manoscritto sanscrito su carta tibetana, portato in quel periodo in Russia, a nome del Dalai Lama, dal celebre lama siberiano Dorjeev (Rdo-rje, 'la folgore'), capo dei buddhisti russi, Buriati e Calmucchi." Cosa pensare dunque della testimonianza di Achmed Abdullah? Mi sembra piuttosto strano che avesse potuto confondere Dorzhiev (che era un buriato, quindi con tratti somatici decisamente mongolici) con un armeno come Gurdjieff. A meno che non fosse...d'accordo con Gurdjieff !

L'insegnamento di Gurdjieff incompleto?


La classificazione degli esseri umani, proposta da Gurdjieff, si basa sulla prevalenza dell'una o dell'altra tra le principali funzioni psicofisiche (chiamate anche "centri"): la funzione motoria, quella emotiva e quella intellettuale. Ciascuno dei tre tipi umani, secondo Gurdjieff, quando decide di evolversi spiritualmente, tende a seguire una via basata sulla funzione in lui prevalente: avremo cos, rispettivamente, la via del fachiro, quella del monaco e quella dello yoghi. Egli propone invece una quarta via, nella quale la presenza mentale viene applicata a tutte e tre le funzioni, cos da garantirne una evoluzione equilibrata. Questa classificazione proviene dalla tradizione Ind, ma Gurdjieff, che probabilmente aveva avuto contatti limitati o indiretti con essa, la riporta con alcune distorsioni. Innanzitutto egli usa il termine yoghi in una accezione pi ristretta di quella usata in India, dove tutte le vie ascetiche sono considerate forme di yoga e perci tutti gli asceti sono yoghi. Le vie tradizionalmente consigliate ai tre tipi umani sono rispettivamente: lo yoga dell'azione o karma yoga (e non il fachirismo), lo yoga della devozione o bhakti yoga e lo yoga della conoscenza o jnana yoga. Viene poi considerata una quarta via, che sintetizza le altre tre ed detta raja yoga, cio yoga del re; quest'ultimo, secondo la tradizione, dovrebbe possedere in forma essenziale ed equilibrata le qualit di tutte le caste (artigiani, guerrieri, sacerdoti) da lui governate. Infatti, il termine casta significava semplicemente, in origine, "natura interiore". Qualsiasi via basata sulla presenza mentale ha, quotidianamente, due fasi temporali di applicazione: il giorno e la notte. Sia le pratiche diurne, sia le notturne possono ulteriormente suddividersi in pratiche "artificiali" (basate su posizioni o movimenti o processi prestabiliti) e pratiche di ogni istante. Gurdjieff forn insegnamentii sulle pratiche diurne, soprattutto del tipo "artificiale". Per quanto riguarda quelle notturne, egli insegnava che il passaggio dalla veglia al sonno era dovuto al progressivo interrompersi dei collegamenti tra i vari "centri" o funzioni; proponeva ai suoi discepoli, come obiettivo evolutivo, l'apprendimento del passaggio volontario e rapido dalla veglia al sonno completo, minimizzando i periodi intermedi di dormiveglia, al fine di guadagnare tempo ed energia. Il fatto che avesse una certa conoscenza delle fasi intermedie tra veglia e sonno profondo testimonia che Gurdjieff, probabilmente durante la permanenza in Tibet, aveva praticato lo yoga del sogno. Egli per riteneva che l'attenzione non sia altro che l'osservazione di un "centro" per mezzo di un altro "centro" e che perci sia impossibile esercitarla durante il sonno completo, quando tutti i collegamenti tra i "centri" sono interrotti. Ci dimostra che non conosceva la pratica tibetana, pi avanzata, detta yoga della luce chiara, che si effettua proprio durante il sonno profondo.

Gurdjieff e il Subud
Stando a quel che dice quel matematico, ingegnere industriale e instancabile viaggiatore, che fu J.G. Bennett, Gurdjieff aveva invitato i suoi discepoli ad integrare, in futuro, il suo insegnamento con quello di un maestro, che sarebbe apparso nelle Indie Orientali Olandesi. Fu cos che, quando Bennett si imbatt nel Subud, l'insegnamento dell'indonesiano Muhammad Subuh Sumohadividjoio (Semarang 1901 - Giacarta 1987), lo prov e, per i lusinghieri risultati, lo propose ai membri dei gruppi da lui guidati. Il termine Subud non in relazione con il nome di Subuh, bens una contrazione dei tre termini sanscriti Susila, Budhi e Dharma. In Subud, la traduzione di tali termini vale approssimativamente: Susila, il corretto vivere secondo la Volont Divina; Budhi, la forza interiore insita nella natura dell'essere umano; Dharma la sottomissione al Potere Divino. Il Subud non una teoria filosofica, n una fede religiosa, ma si identifica con la sua pratica: il latihan kejiwaan (esercizio spirituale) detto ,in genere, semplicemente latihan. Il latihan inizia stando in piedi, rilassati con le mani lungo i fianchi. una buona cosa chiudere gli occhi. Non si deve cercare di pensare, e nemmeno di non pensare; in effetti, non occorre fare nulla tranne rilassarsi e abbandonarsi volontariamente agli impulsi spontanei che verranno. Durante il latihan, alcuni muovono spontaneamente la testa o il corpo, le gambe o le braccia. Altri camminano o danzano o corrono o si sdraiano. Alcuni fanno rumore o parlano o gridano, altri cantano o ridono o piangono. C anche gente che rimane semplicemente in piedi e non avverte nulla. Anche questo evento deve essere accettato serenamente, poich si ritiene che ciascuno ricever, a tempo debito, ci che meglio per lui. La volont del praticante libera d'intervenire in qualsiasi momento per fermare l'azione del latihan, che continua soltanto fino a quando volontariamente ci si sottomette a esso. Il latihan, se eseguito con la necessaria presenza mentale, va oltre gli esercizi di Gurdjieff, basati sul movimento e le musiche. Mentre questi ultimi sono totalmente artificiali, il latihan si basa su una spontaneit persino maggiore di quella che si vive, esercitando la presenza mentale durante gli eventi della vita quotidiana. Sono infatti momentaneamente assenti quelle consuetudini sociali, che limitano i nostri movimenti corporei. Il fondatore del Subud scopr da solo la pratica del latihan, nell'estate del 1925, all'et di ventiquattro anni. Oggi il latihan viene normalmente trasmesso da un "aiutante" (helper), cio da persona gi esperta, che si limita ad eseguirlo assieme ai neofiti. Gli aiutanti erano scelti direttamente da Pak Subuh (Pak o Bapak la forma indonesiana con cui ci si rivolge ad una persona di rispetto) finch egli era in vita. Attualmente, sono nominati da un gruppo di aiutanti che agiscono, per un determinato periodo, nella funzione di "aiutanti internazionali". Viene consigliato, soprattutto in fase di apprendistato, di far prevalere la pratica di gruppo (a cui partecipano gli aiutanti) su quella individuale.

Concludendo
Sembra probabile che le origini dell'insegnamento di Gurdjieff siano da ricercarsi principalmente nel Cristianesimo Ortodosso, nel Sufismo Islamico, nel Buddhismo Tibetano e, sia pur indirettamente, nell'Induismo. Egli impieg molti anni per giungere alla sua personale sintesi e probabilmente altrettanti ne occorrono per capire come vi giunse, essendo quelle tradizioni molto vaste e ricche di insegnamenti. Per orientarsi in tale labirinto,"il filo di Arianna" da seguire naturalmente quello consistente nell'osservare come il problema della presenza mentale, che il cuore dell'insegnamento di Gurdjieff, stato affrontato da ciascuna tradizione.

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