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Silvia Demontis III F

Platone

A.S. 2011/2012

INDICE
Capitolo 1 I rapporti con Socrate e con i sofisti
1 Il platonismo come risposta filosofica a una societ e a una cultura in crisi 2 La vita 3 Le opere e le dottrine non scritte 4 I caratteri della filosofia platonica

Capitolo 2 La dottrina delle idee e la teoria dello Stato


1 La dottrina delle idee Limportanza e la genesi della teoria delle idee Quali sono le idee Il rapporto tra le idee e le cose Come e dove esistono le idee La conoscenza delle idee e la reminiscenza Limmortalit dellanima e il mito di Er La dottrina delle idee come salvezza dal relativismo sofistico La finalit politica della teoria delle idee 2 La dottrina dellamore e dellanima 3 Lo Stato e il compito del filosofo La giustizia Caratteri e motivazioni delle classi sociali Il comunismo platonico Le degenerazioni dello Stato Platone e la democrazia I gradi della conoscenza e leducazione Il mito della caverna

Capitolo 3 Approfondimenti e nuove prospettive


1 I problemi dell ultimo Platone Il confronto con Parmenide I generi dellessere e il problema del nulla 2 La dialettica 3 Il bene per luomo: il Filebo 4 Il Timeo e la dottrina delle idee-numeri Il mito del demiurgo BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA

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Capitolo 1 I rapporti con Socrate e con i sofisti


1 Il platonismo come risposta filosofica a una societ e a una cultura in crisi
Lepoca di Platone risulta caratterizzato dal tramonto dellet doro della Grecia periclea, sono presenti successivi avvenimenti che vanno a delineare un quadro di decadenza e sono: la sconfitta di Atene (404 a.C.) il fallimento dei Trenta tiranni (404-403 a.C.) il deludente ritorno di una democrazia bagnata dal sangue di Socrate (399 a.C.). Platone idealizza fortemente la figura di Socrate, che gli appare sia come un simbolo della crisi sia come una speranza di superamento di essa. Inoltre, secondo Platone, se si giunti ad uccidere luomo pi giusto di tutti, vuol dire, che il malessere Platone della societ giunto al suo punto-limite. Platone ritiene necessaria una riforma globale dellesistenza umana a causa, non soltanto, di una crisi etico-politica ma anche intellettuale, questa riforma pu essere ottenuta solo mediante una rinnovata filosofia.

La vita
Platone nacque ad Atene, da famiglia aristocratica, nel 427 a.C. A ventanni cominci a frequentare Socrate e fu tra i suoi discepoli fino alla morte del maestro, che rappresent per lui un evento decisivo. Platone avrebbe voluto dedicarsi alla vita politica, ma vide la morte di Socrate come uningiustizia imperdonabile e come una condanna generale della politica del tempo. Perci, la filosofia gli apparve come la sola via che potesse condurre luomo singolo e la comunit verso la giustizia. Nel suo viaggio a Siracusa strinse amicizia con Dione, cognato di Dionigi il vecchio, tiranno della citt. Si dice che per opera di costui Platone sia addirittura stato venduto come. Fu riscattato e il denaro del riscatto serv alla fondazione dellAccademia1, che fu organizzata sul modello delle comunit pitagoriche. A questo viaggio in Sicilia ne seguirono altri due, in cui Platone dopo essere stato trattenuto per un certo tempo quasi come prigioniero, lasci Siracusa e torn ad Atene, dove trascorse tutto il resto della sua vita. Mor a 80 anni, nel 347 a.C.

3 Le opere e le dottrine non scritte


Platone il primo filosofo dellantichit di cui ci siano rimaste tutte le opere. Il grammatico Trasillo organizz queste opere in nove tetralogie, altri dialoghi e una raccolta di Definizioni rimasero fuori dalle tetralogie di Trasillo perch erano riconosciuti spuri fin dallantichit. Lattivit letteraria di Platone pu essere suddivisa in:

Accademia: si trattava della scuola di Platone, chiamata cos perch fior nel ginnasio fondato da Accademo.

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- primo periodo (scritti giovanili o socratici): Apologia, Critone, Ione, Lachete, Liside, Carmide, Eutifrone, Eutidemo, Ippia minore, Cratilo, Ippia maggiore, Menesseno, Gorgia, Repubblica I, Protagora; - secondo periodo (scritti della maturit): Menone, Fedone, Simposio, Repubblica II-X, Fedro; - terzo periodo (scritti della vecchiaia): Parmenide, Teeteto, Sofista, Politico, Filebo, Timeo, Crizia, Leggi.

4 I caratteri della filosofia platonica


La fedelt allinsegnamento e alla persona di Socrate il carattere dominante dellintera attivit filosofica di Platone. Ma non tutte le dottrine filosofiche di Platone possono essere attribuite a Socrate, anzi alcune dottrine fondamentali del platonismo non hanno nulla a che fare con linsegnamento socratico. La ricerca platonica ci appare come uno sforzo di interpretazione della personalit filosofica di Socrate. Platone utilizza la filosofia come dialogo, che il solo mezzo attraverso il quale si possa esprimere e comunicare agli altri la modalit dellindagine filosofica. Questa concezione del filosofare come dialogo ha fatto si che Platone abbia praticato e vissuto la filosofia come una ricerca inesauribile e mai conclusa. Unaltra delle caratteristiche fondamentali dellopera platonica luso dei miti, ossia di racconti fantastici attraverso cui vengono esposti concetti e dottrine filosofiche. Il mito, in Platone, riveste due significati fondamentali: - il mito uno strumento di cui il filosofo si serve per comunicare in maniera pi accessibile e intuitiva le proprie dottrine allinterlocutore; - il mito un mezzo di cui si serve il filosofo per poter parlare di realt che vanno al di l dei limiti cui lindagine razionale pu spingersi. Inoltre il mito platonico ha senso solo se visto in stretta connessione con il discorso filosofico avendo un valore persuasivo e complementare.

Capitolo 2 La dottrina delle idee e la teoria dello Stato


1 La dottrina delle idee
Limportanza e la genesi della teoria delle idee
Platone formul la cosiddetta teoria delle idee , che segn lavvio della seconda fase del suo pensiero, ovvero di quella fase in cui il filosofo va al di l delle dottrine che Socrate aveva insegnato, elaborando un proprio pensiero. La dottrina delle idee rappresenta il cuore stesso del platonismo maturo. Platone ritiene che la scienza debba avere i caratteri della stabilit e dellimmutabilit, e quindi della perfezione. Perci loggetto della scienza, secondo Platone, sono le idee che rappresentano unentit immutabile e perfetta, che costituisce, con altre idee, una zona dessere diversa dalla nostra, che il filosofo chiama iperuranio. Il fatto che le idee abbiano caratteristiche diverse da quelle presentate dalle cose non esclude un loro stretto rapporto. Infatti, per Platone, le cose sono copie delle idee. Lidea platonica dunque il modello unico e perfetto delle cose molteplici e imperfette di questo mondo.

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In Platone esistono due gradi di conoscenza, lopinione e la scienza (dualismo gnoseologico), cui fanno riscontro due tipi dessere distinti, le cose e le idee (dualismo ontologico). Inoltre Platone, da Eraclito, accetta la teoria secondo cui il nostro mondo il regno della mutevolezza, mentre da Parmenide trae il concetto secondo cui lessere autentico immutabile.

Quali sono le idee


Nella fase della maturit del pensiero platonico compaiono due tipi di idee: - le idee-valori, corrispondenti ai supremi principi etici, estetici e politici (ad esempio il Bene, la Bellezza, la Giustizia ecc.); - le idee matematiche, corrispondenti alle entit dellaritmetica e della geometria (ad esempio luguaglianza, le classi dei numeri, il quadrato ecc.). Oltre a questi due tipi di idee, Platone parla anche di idee di cose naturali (ad esempio lumanit) e di idee di cose artificiali (ad esempio il letto). Pur essendo molteplici, le idee non formano affatto una pluralit disorganizzata. Esse formano una trama di essenze aventi un ordine gerarchico-piramidale, con le idee-valori in cima e lidea del Bene al vertice.

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Il rapporto tra le idee e le cose


Per Platone le idee sono: - criteri di giudizio delle cose, perch per giudicare gli oggetti non possiamo fare meno di riferirci ad esse; - causa delle cose, perch gli individui sono in quanto partecipano delle essenze archetipe perci le idee sono la condizione dellesistenza degli oggetti, o la loro ragione dessere. Platone parl anche di mimesi (secondo cui le cose imitano le idee), di metessi (secondo cui le cose partecipano delle idee) e di parusa (secondo cui le idee sono presenti nelle cose).

Come e dove esistono le idee


Le idee sono trascendenti, in quanto esistono oltre la mente e oltre le cose. Parecchi studiosi affermano che il mondo platonico delle idee deve essere interpretato come un ordine eterno di forme e valori ideali, che non esistono in alcun luogo o empireo. In conclusione si pu affermare che le idee costituiscono una zona dessere diversa dalle cose.

La conoscenza delle idee e la reminiscenza


Platone utilizza la dottrina-mito della reminiscenza (cio del ricordo), affermando che lanima prima di calarsi nel nostro corpo, vissuta nel mondo delle idee, dove ha potuto contemplare gli esemplari perfetti delle cose. Una volta calata nel nostro mondo, lanima conserva un ricordo vago di ci che ha veduto, ed per questo che le cose fungono da occasione per la memoria, di ricordare ci che ha visto nelliperuranio. Infatti, Platone, afferma che conoscere ricordare, in quanto le idee le portiamo dentro di noi e ci basta poco per ricordarle. Inoltre Platone ritiene che la conoscenza non derivi dallesperienza sensibile ma da metri di giudizio preesistenti (innatismo). Secondo Platone luomo non possiede gi tutta la verit, e neppure la ignora completamente, ma la porta dentro di s come un ricordo. La dottrina della reminiscenza ha diviso gli interpreti in due schiere: 6

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coloro che considerano le idee come entit iperuraniche e tendono a prendere il mito alla lettera; coloro che considerano le idee come strutture ideali, come degli enti matematici.

Limmortalit dellanima e il mito di Er


Platone, elenca varie prove dellimmortalit dellanima e troviamo: - una prima, detta dei contrari, afferma che come in natura ogni cosa si genera dal suo contrario, cos la morte si genera dalla vita e la vita si genera dalla morte; - una seconda, detta della somiglianza, afferma che lanima essendo simile alle idee, che sono eterne, sar anche essa tale. - Una terza, detta della vitalit, sostiene che lanima vita e partecipa dellidea di vita, dal momento che non pu partecipare allidea della morte. Nel Fedone troviamo anche la dottrina platonica della filosofia come preparazione alla morte. La teoria dellimmortalit dellanima a Platone serve anche per risolvere il problema del destino, e per fare ci, il filosofo, utilizza il mito di Er. Per Platone, dunque, luomo sceglie il proprio destino, sebbene sia in ci condizionato da quello che in vita ha voluto essere ed stato.

La dottrina delle idee come salvezza dal relativismo sofistico


Lumanismo sofistico e socratico, che metteva nelluomo e non fuori delluomo la fonte dei giudizi, risulta messo da parte e sostituito da una concezione secondo cui nuovamente qualcosa di extraumano in questo caso le idee a regolare luomo. Infatti, secondo Platone, la verit e quindi le idee a misurare luomo. Successivamente, viene messo da parte e sostituito anche il relativismo conoscitivo e morale dei sofisti che crolla totalmente. Infatti, per quanto riguarda la conoscenza, essa torna ad avere un valore assoluto. Un esempio tipico di questo , per Platone, la matematica, che con le idee matematiche parla un linguaggio universale, che vale per tutti. Anche la morale e il linguaggio tornano ad avere un valore assoluto.

La finalit politica della teoria delle idee


Platone ritiene che il relativismo, dal momento che da spazio alle opinioni, non possa che creare disordine e violenza. Di conseguenza con la dottrina delle idee Platone vuole offrire agli uomini uno strumento che consenta loro di uscire dal caos delle opinioni e che li tragga fuori da quelle lotte in cui la molteplicit delle opinioni li ha fatti cadere. Per Platone, lassolutismo della teoria delle idee rappresenta il principale strumento di battaglia contro il relativismo.

2 La dottrina dellamore e dellanima


Il sapere stabilisce tra luomo e le idee un rapporto che non solo intellettuale, perch impegna luomo nella sua totalit. Questo rapporto definito da Platone come amore (ros). Platone dedica alla teoria dellamore due dialoghi: il Simposio che considera loggetto dellamore, cio la bellezza, e mira a determinarne i gradi gerarchici; il 7

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Fedro considera invece lamore nella sua soggettivit, come elevazione progressiva dellanima al mondo delle idee, al quale la bellezza appartiene.

Lo stato e il compito del filosofo

La giustizia
La giustizia condizione fondamentale della nascita e della vita dello Stato. Lo Stato deve essere formato da tre classi con virt differenti: - quella dei governanti che ha come virt caratteristica la saggezza; - quella dei guerrieri che ha come virt il coraggio; - e quella dei cittadini che ha come virt la temperanza. Nellanima individuale Platone distingue tre parti: - la parte razionale, che quella per cui lanima ragiona e domina gli impulsi ed ha come virt la saggezza; - la parte concupiscibile, che il principio di tutti gli impulsi corporei ed ha come virt il coraggio; - la parte irascibile, che lotta per ci che la ragione ritiene giusto che ha come virt la temperanza. Quindi anche nelluomo singolo la giustizia si avr quando ogni parte dellanima svolger soltanto la propria funzione.

Caratteri e motivazioni delle classi sociali


Per Platone lo Stato deve per forza essere diviso in classi, poich in uno Stato vi sono compiti diversi che devono essere svolti da individui diversi. Inoltre afferma che la diversit tra gli individui e la loro differente destinazione sociale dipendono dalla predominanza di una parte dellanima sulle altre. Abbiamo cos gli individui prevalentemente razionali, gli individui prevalentemente impulsivi e gli individui prevalentemente soggetti al corpo e ai suoi desideri. Per Platone la divisione degli individui in classi non dipende da come si in quanto uomini. Tutto ci trova un esempio nel celebre mito delle stirpi, ossia in quella antica leggenda fenicia secondo cui alcuni nascono con una natura aurea, altri con una natura argentea, altri con una natura ferrea o bronzea. In sintesi, nella citt ideale di Platone gli uomini si distinguono tra loro non per diritti di nascita, ma per differenti attitudini naturali. Platone afferma, anche, che solitamente i figli assomigliano ai padri e quindi, di regola, rimangono nella classe di provenienza e solo eccezionalmente avviene il contrario.

Il comunismo platonico
Platone suggerisce leliminazione della propriet privata e la comunanza dei beni per le classi superiori, al fine di far funzionare bene lo Stato. Infatti, Platone ritiene che i governanti debbano avere in comune anche le donne, per questo non implica la prostituzione della donna ma, al contrario, le donne dovranno godere di una completa uguaglianza rispetto agli uomini. Le unioni matrimoniali saranno temporanee e verranno decise dallo Stato in modo da procreare figli sani. Tutti i bambini saranno tolti fin dalla nascita ai loro genitori, in tal modo si vivr come in una grande e solidale famiglia.

Le degenerazioni dello Stato


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Esistono diverse degenerazioni dello Stato e le corrispondenti degenerazioni del singolo, e sono: - la timocrazia, governo fondato sullonore, che nasce quando i governanti si appropriano di terre e di case; a esso corrisponde luomo timocratico, ambizioso e amante del comando ma diffidente verso i sapienti; - loligarchia, governo fondato sul censo, in cui comandano i ricchi; a esso corrisponde luomo avido di ricchezze, parsimonioso e laborioso; - la democrazia, nella quale i cittadini sono liberi; a essa corrisponde luomo democratico, che non parsimonioso come loligarchico; - la tirannide, che spesso nasce dalleccessiva libert della democrazia. la forma di Stato pi spregevole, perch il tiranno, per guardarsi dallodio dei cittadini, deve circondarsi degli individui peggiori.

Platone e la democrazia
Platone era molto ostile sia verso la democrazia sia versi quegli uomini politici che avevano attuato riforme della citt in senso democratico. Questo severo giudizio sulla democrazia ateniese nasceva, nellaristocratico Platone, dal desiderio di ritrovare un modello aristocratico di coesistenza sociale. La proposta politica di Platone va collocata nel contesto sociale della sua epoca, segnata dallo scontro tra i nobili e il popolo. Secondo la concezione aristocratica, a governare dovevano essere i migliori, ossia una minoranza della popolazione. Invece, secondo la concezione democratica doveva essere in funzione di tutti. Tra queste due concezioni, la pi vicina alla mentalit di Platone senzaltro la prima. Secondo Platone, uno Stato sano quando, sulla base della divisione del lavoro, ognuno svolge la propria attivit per il bene di tutti. Viceversa, lo Stato malato quando le classi non sanno pi stare al loro posto e quando i governati pretendono di fare i governanti. Inoltre, Platone ritiene che la politica non sia unarte destinata a tutti, ma solo a quella parte aurea della citt. Il rifiuto della democrazia si accompagna a uno statalismo esasperato, che prevede una regolamentazione della societ fin nei minimi particolari. Pur non essendo democratico, lo Stato platonico non deve per essere confuso con quello aristocratico tradizionale. Infatti, lo stato platonico si aristocratico, in quanto vi governano i migliori, ma questi sono tali per il possesso del sapere. Laristocraticismo platonico ha la caratteristica di avere la ragione al potere e i filosofi al governo. Platone afferma che i custodi, prima di saper custodire gli altri, siano in grado di custodire se stessi. Da questo deriva limportanza fondamentale rivestita dal sistema educativo. Per questo il filosofo vedo lo Stato come una grande Accademia, che ha come scopo la formazione dei custodi.

I gradi della conoscenza e leducazione


Platone afferma che allessere, e quindi alle idee, corrisponde la scienza, che la conoscenza vera; al non essere lignoranza; e al divenire corrisponde lopinione. Abbiamo quattro gradi del sapere, cui corrispondono quattro gradi della realt. La conoscenza sensibile rispecchia il nostro mondo mutevole e comprende: 9

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- la congettura o immaginazione, che ha per oggetto le ombre o le immagini degli oggetti; - la credenza, che ha come oggetto le cose sensibili nei loro rapporti scambievoli. La conoscenza razionale o scientifica, che rispecchia il mondo immutabile delle idee, comprende: - la ragione matematica, che ha per oggetto le idee matematiche; - lintelligenza filosofica, che ha per oggetto le idee-valori. Platone ritiene che la filosofia sia superiore alla ragione matematica. Questo avviene perch le discipline scientifico-matematiche ottengono le loro nozioni primitive attraverso le cose sensibili. Mentre, la superiorit della filosofia dovuta al fatto che si occupa anche dei problemi delluomo e della citt. Leducazione scientifica delluomo ha il suo punto critico nel passaggio dalla conoscenza sensibile alla conoscenza razionale matematica, attraverso luso dei metodi di misura. Infatti, le impressioni possono variare da uomo a uomo, ma se misuriamo la distanza, il volume della cosa, il suo peso ecc., raggiungiamo conoscenze che non sono pi mutevoli e soggettive ma oggettive e stabili. Platone elenca nella Repubblica le seguenti discipline matematiche fondamentali: - laritmetica, cio larte del calcolo; - la geometria come scienza degli enti immutabili; - lastronomia come scienza del movimento dei cieli; - la musica come scienza dellarmonia. Queste discipline matematiche costituiscono la propedeutica della filosofia: esse preparano il filosofo alla scienza suprema, che la dialettica, la scienza delle idee. Esistono varie tappe delleducazione: nella prima i futuri filosofi-reggitori studieranno musica e ginnastica, poi le discipline propedeutiche. Fra i trenta e i trentacinque anni i migliori si cimenteranno con la filosofia. Fra i trentacinque e i cinquanta coloro che saranno stati in grado di svolgere al meglio il corso di filosofia si dedicheranno al tirocinio pratico nelle cariche militari e civili. Solo a cinquantanni gli ottimi potranno salire al governo dello Stato.

Il mito della caverna


Immaginiamo che vi siano degli schiavi incatenati in una caverna e costretti a guardare solo davanti a s. Sul fondo della caverna si riflettono immagini di statuette che sporgono al di sopra di un muro alle spalle dei prigionieri. Dietro il muro si muovono, senza essere visti, i portatori di statuette e pi in la c un fuoco che rende possibile il proiettarsi delle immagini sul fondo della caverna. I prigionieri scambiano le ombre per la sola realt esistente. Ma se uno riuscisse a liberarsi dalle catene, voltandosi si accorgerebbe delle statuette e capirebbe che esse, e non le ombre, sono la realt. Se poi egli riuscisse anche ad arrivare allapertura della caverna, scoprirebbe che la vera realt non sono nemmeno le statuette, poich queste ultime solo a loro volta imitazioni di cose reali. In un primo momento non riuscir a distinguere bene gli oggetti e cercher di guardarli riflessi nellacqua. Solo in un secondo momento li scruter direttamente. Ma, non riuscendo ancora a volgere i suoi occhi verso il sole, guarder le costellazioni durante la notte. Successivamente sar finalmente in grado di fissare il sole di giorno e di ammirare le cose reali. Ovviamente, lo schiavo vorrebbe rimanere sempre l piuttosto che tornare nella caverna. 10

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Nel mito della caverna c il dualismo gnoseologico e ontologico sotteso alla teoria delle idee, ma soprattutto c il concetto della finalit politica della filosofia, ossia lidea che tutte le conoscenze acquisite debbano essere utilizzate per la fondazione di una comunit giusta e felice.

La condanna dellarte imitativa


Platone parla anche dellestetica, che studia i problemi della bellezza e dellarte. Platone condanna larte, per due motivi: larte come <<imitazione di unimitazione>>, in quanto si limita a riprodurre limmagine di cose e di eventi naturali che sono a loro volta riproduzioni delle idee; larte come corruttrice degli animi perch incatena lanimo alle passioni.

Capitolo 3 Approfondimenti e nuove prospettive


1 I problemi dellultimo Platone
Il confronto con Parmenide
Nel Parmenide il filosofo si interroga autocriticamente sulla consistenza della teoria delle idee. In primo luogo Platone affronta il problema sulla partecipazione delle cose nelle idee. Lidea pu essere considerata nella sua unit una molteplicit di cose, oppure pu essere considerata come totalit di questi oggetti pi la loro idea, che andr a formare unaltra idea chiamata da Platone il terzo uomo. In secondo luogo, afferma che se fosse stata presa per vera la tesi eleatica secondo cui solo lessere , mentre il non essere non si sarebbe decretata la morte della teoria delle idee. Dal momento che non si pu fare a meno della teoria delle idee, perche se fosse cosi non si potrebbe pensare e filosofare, Platone portato a decretare la morte filosofica di Parmenide.

I generi dellessere e il problema del nulla


Platone formula la cosiddetta teoria dei generi sommi per spiegare come possano esistere pi idee e come esse possano relazionarsi tra loro. Per il filosofo i generi sommi sono: - Lessere, perch ogni idea o esiste; - Lidentico, perch ogni idea identica a se stessa; - Il diverso, perch dal momento che unidea identica a se stessa anche diversa dalle altre; - La quiete la si ha quando unidea in rapporto con se stessa; - Il movimento lo si ha quando unidea si relazione con le altre. Lerrore di Parmenide, secondo Platone, stato quello di confondere il diverso con il nulla. Infatti, quando usiamo la parola non, dicendo che A non B, non intendiamo riferirci al nulla, che appunto non esiste, ma a qualcosa di diverso.

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Platone cerca una definizione generale e universale dellessere, e giunge alla tesi secondo cui lessere possibilit. Con questa tesi Platone vuole dire che esiste tutto ci che capace ci entrare in un campo di relazione qualsiasi, cio in una rete di connessioni possibili.

La dialettica

La suprema scienza delle idee, che Platone chiama dialettica, consiste nel determinare quali idee si connettono e quali no. La dialettica si svolge in due momenti: - definizione di una certa idea; - divisione dellidea nelle sue varie articolazioni. Larte dialettica parte dal presupposto della possibile comunicazione tra le idee. Vengono scartate le tesi universali per cui tutte le idee sono combinabili con tutte le idee e tutte le idee non sono combinabili con tutte le idee perch nel primo caso ogni discorso sarebbe vero e perci la fatica della dialettica sarebbe inutile, mentre nel secondo caso non sarebbe possibile alcun discorso se non quello tautologico, del tipo luomo uomo. Quindi a Platone resta soltanto la tesi intermedia, alcune idee sono combinabili tra loro e altre non lo sono, su cui si radica la dialettica. In sintesi, la tecnica dialettica consiste nel definire unidea mediante successive identificazioni e diversificazioni, attraverso un processo di tipo dicotomico, che avanza dividendo per due unidea, fino a giungere a unidea indivisibile che ci fornisce la definizione specifica. La dialettica di Platone presenta caratteri specifici. Essa, infatti: - Si costituisce su base ipotetica, in quanto sceglie una definizione di partenza d poi la mette alla prova, vedendo se essa veramente capace di stringere ci di cui si parla; - Tende a strutturarsi come una ricerca inesauribile e sempre aperta a nuove acquisizioni. 3 Il bene per luomo: il Filebo Platone nel Filebo parla del problema del bene per scoprire che cos il bene per luomo. La vita umana formata dalla ricerca del piacere e lesercizio dellintelligenza.

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Platone afferma che il piacere illimitato e che bisogna imporgli un ordine e questo il compito dellintelligenza, che trasforma ci che illimitato in un ordine e in una proporzione numerica. Inoltre, Platone ritiene che tutta la vita delintelligenza, tutte le forme di conoscenza debbano entrare a far parte della vita umana, invece per quanto riguarda i piaceri, devono entrare a far parte della vita umana solo i piaceri puri, quelli cio che non dipendono dallappagamento di un bisogno, ma sono dovuti alla contemplazione delle belle forme. Platone stabilisce una gerarchia dei valori nel modo seguente: 1. lordine, la misura, il giusto mezzo; 2. ci che proporzionato, bello e compiuto; 3. lintelligenza, come causa della proporzione e della bellezza; 4. la scienza e lopinione; 5. i piaceri puri. 4

Il Timeo e la dottrina delle idee-numeri

Il mito del demiurgo


Nel Timeo viene approfondito il problema cosmologico dellorigine e della formazione delluniverso. Sforzando di capire meglio il rapporto tra le idee e le cose, Platone introduce il demiurgo. Il demiurgo la figura-limite tra il mito e la filosofia, e viene presentato da Platone come una sorta di divino artefice, dotato di intelligenza e volont, che si trova in una posizione intermedia tra le idee e le cose. Allinizio il mondo era un caos informe, una materia spaziale priva di vita. Il demiurgo, essendo buono e amante del Bene, ha voluto ordinare le cose del mondo a immagine e somiglianza delle idee e perci comunicando loro una parte di perfezione dei modelli iperuranici. Per rendere questo mondo ancora pi simile al suo modello ideale, che eterno, il demiurgo ha generato il tempo. Il tempo misurato dal movimento degli astri, attraverso i quali si incarna la volont del demiurgo. Lopera del demiurgo nonostante la sua buona volont, limitata dalla resistenza ribelle della materia, cui Platone tende ad attribuire le imperfezioni e i mali del nostro mondo. Nel Timeo tutto ci che esiste di positivo e di armonioso dovuto al demiurgo e alle idee, mentre tutto ci che esiste di negativo e di disarmonico dovuto alla materia e alla necessit.

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BIBLIOGRAFIA:
Il nuovo protagonisti e testi della filosofia

SITOGRAFIA:
http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale http://aula.forumfree.it/

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