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18 URBINO E MONTEFELTRO

VENERD 2 MARZO 2012

Dalla paura al sollievo, quella strana telecronaca da tifoso di pallacanestro


AMAVA il basket Lucio Dalla. Lo amava cos tanto che nella stagione 1981-1982, sotto la sua folta barba e il suo allora irrinunciabile baschetto, sfid addirittura la sanguinosa rivalit fra Pesaro e Bologna per assistere al vecchio Palas di viale dei Partigiani alla terza e decisiva partita di semifinale di playoff fra la Scavolini e la sua amata Virtus Synudine Bologna. Eravamo seduti vicini sulla tribuna stampa e collaboravamo al commento della ripresa televisiva. Tutto filava bene, Lucio si era rilassato e scambiava battute con i vicini che lo avevano riconosciuto. Per lultimo minuto si fa drammatico: a 30 secondi dalla fine la Virtus avanti di un punto, il pubblico si incarognito con gli arbitri, la tensione sale al massimo. Ma ecco che proprio sul filo della sirena Zampolini segna: 88 a 87. Bologna perde, ma Lucio sorride beato perch sente di essere salvo. Franco Bertini

LA MORTE DI DALLA DAI LEGAMI CON LATENEO ALLA CASA

La citt piange il grande Lucio innamorato del Montefeltro


Il ricordo di Mazzoli: Sarebbe presto tornato da noi
LA SUA CITT era Bologna, ma nella vita di Lucio Dalla affioravano a sprazzi anche Urbino e il Montefeltro. Era qui che da venticinque anni tornava nella sua casa della frazione di Maciolla . Ed era qui, secondo il racconto un po mitologico che se ne sta facendo a poche ore dalla sua morte (per un infarto che lo ha colpito ieri mattina a Montreaux allet 68 anni, nel bel mezzo di una tourne), che si troverebbe quella casetta piccola cos, con tante finestrelle colorate. La realt ben diversa. Quel testo, scritto da Ron, forse non ha niente a che vedella comunicazione (Franco Angeli Edizioni, 2004). I motivi che lo legavano alle terre del duca sono infinite. Come infinite erano le sue passioni. Dal jazz, cantato negli spericolati e spettacolari gorgheggi, al clarinetto, al sax, allopera, alla musica leggera, alla lirica, allarte, alla letteratura. Il cantautore bolognese, nato il 4 marzo 1943 e che domenica avrebbe raggiunto la soglia dei 69, era unartista dalle mille sfumature. La citt che stata ed la culla di altri grandi come Ivan Graziani e Raphael Gualazzi ne conserva almeno una. TRA LEMOZIONE la professoressa Lella Mazzoli, direttrice del Dipartimento di Scienze della Comunicazione (la collega che lo aveva chiamato ad insegnare come si da voce alla cose) a ricostruirne un frammento. Dalla racconta ha avuto il grande merito di far arrivare ad Urbino grandi pensatori ed operatori della comunicazione. Penso ad Aldo Cazzullo, a Davide Paolini, ad Alessandro Bergonzoni. Era un uomo di una straordinaria cultura. Di lui ricordo inoltre laffabilit, la disponibilit. Nellimmaginario collettivo rimane certamente il divo, il cantate di successo. Per me

Lucio Dalla durante una delle sue visite ad Urbino assieme a Lella Mazzoli, direttrice del Dipartimento di Scienze della comunicazione

ALBERTO CALAVALLE Quella volta che fece un concerto al cinema per pura beneficenza
dere con le colline urbinati. O forse s, chiss. Resta per il fatto che di Urbino e della sua gente il Lucio Dalla da Caruso in poi non mai andato digiuno. Per larte, per il paesaggio, per la cattedra in tecniche e linguaggi pubblicitari tenuta allUniversit Carlo Bo per qualche anno a partire dal 2002 che aveva dato vita al libro Ges, san Francesco, Tot: la nebulosa

che lho conosciuto da amica rimarr tuttavia luomo colto, tenero, affezionatissimo a mia madre, che quando entrava in casa lo faceva con estremo rispetto. E SUL SUO rapporto con Urbino prosegue: Non abbiamo mai parlato di cosa lavesse attirato qui. La casa che fece ristrutturare e che poi lasci qualche anno fa credo fosse di un amico. Da grande amante dellarte penso tuttavia che si fosse innamorato della nostra bellissima citt. Nel talento di Dalla si combinavano eclettismo, cultura e popolarit. Proprio tra qualche mese, dopo la sua ultima apparizione sanremese come direttore dorchestra e coautore, avrebbe infatti interpretato per lennesima volta la molteplicit stravagante del suo modo di esse-

Lucio Dalla in aula, il cantautore aveva condiviso con gli studenti dellUniversit la sua esperienza, i suoi sentimenti

re artista e istrione. Lo aspettavo conclude la Mazzoli per un corso su Georg Simmel. Dalla era anche un frequentatore della provincia: a Pesaro condivideva una bella amicizia con Franca Mancini e con lartista Luigi Carboni e diverse volte aveva frequentato anche il palazzo dello sport da incallito tifoso della Virtus Bologna. Nel 1996 ricorda Alberto Calavalle venne in Urbino per un concerto al cinema ducale organizzato dal Lions club (il cui ricavato venne devoluto in beneficenza per lacquisto di unambulanza). Accompagnandosi con la tastiera cantava i suoi pezzi. Di volta in volta spiegava al pubblico come erano nati. Fu una serata bellissima e lo facemmo socio onorario. Emanuele Maffei

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