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24/4/2004 anno 2 n.

37 (17)
Esce il sabato 37 Il “corriere” e le “pillole del corriere”
possono richiedersi a mds84@libero.it

Il corriere del pollaio


Ayrton e roland
DIRETTORE RESPONSABILE
Matteo Del Signore
PROGETTO GRAFICO
Matteo Del Signore
REDAZIONE
Nicolò Canestrari
Giovanni Del Bianco
CHIUSO IN REDAZIONE
IL 23/4/ 2004
www.spiox.3000.it
mds84@libero.it

sommario

Libero arbitrio 2

Storie di sport europei 5

D
ieci anni fa Imola è stata teatro di una pagina triste nel mondo della
Formula 1, dello sport in genere. Perché quel weekend del 1994 la SANPIOTECA 6
Formula 1 mostrò in maniera evidente la sua faccia più triste, pericolo-
sa e, per fortuna, meno presente. Prove del sabato, un violento scon-
tro, il silenzio nell’aria, festosa solo un attimo prima, poi il dramma dipinto sugli
occhi di chi sugli spalti agitava le bandiere, su chi lavora ai box, sui piloti. Corag-
giosi come solo un folle amante sa esserlo, forse da quel momento meno sicuri Specialissimo
di sé stessi: era troppo forte l’urto e Roland Ratzemberger chiuse gli occhi. Cer-
Nadir, Valeria
to per molti di voi Roland non dirà nulla, era pilota della Simtek, una della tan-
te scuderie di ventura che ogni tanto si affacciano in F1 tentando di vivac-
chiare come meglio possono. In effetti in pochi si ricordano di lui, perché RolandE la loro
oltre al danno si è visto rifilare anche una sontuosa beffa. Già, quel Gran
Ultima notte
Premio sarà ricordato per un altro fatto tragico, per i tifosi di tutto il mondo,
senza rischio di esagerare “il Fatto tragico” nella storia almeno moderna della
F1: Ayrton “Magic” Senna segue Roland in altre piste. Il mondo si ferma e si Da single
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campione. Quella domenica Ayrton era sfuggente, stranamente nervoso in un modo che poco aveva a
che fare con la sana e lieta adrenalina che è l’emozione per cui vivono i piloti, dal campione al brocco.
Sentiva qualcosa nell’aria di diverso, che lo spaventava. Forse era la paura, lo sconvolgimento per il
tragico momento vissuto appena 24 ore addietro a farlo indietreggiare, ma quel giorno Ayrton non voleva
gareggiare. Non era pronto,a posto di testa, e ogni pilota sa quanto è importante guidare sgombri da ogni
paura, perché la stessa Formula 1, come ogni corsa automobilistica, è una corsa sul ciglio del burrone con
la morte: nessuno lo nasconde, i piloti in primis. Ayrton partì quella domenica e probabilmente la pura lo
abbandonò e rimase come sempre fisso con lo sguardo oltre il volante e il casco a mangiarsi la prossima
curva. Un pilota è in simbiosi con la sua auto, è una seconda pelle confezionata su misura, di cui fidarsi.
Ayrton non poteva immaginare che la sua auto lo avrebbe tradito: una curva a sinistra, veloce, la Williams
però se ne va via dritta, con il piantone dello sterzo spezzato, così come in quella curva si spezza al vita di
Senna e se il sabato la Formula 1 era in lutto, ora è tutto il mondo a fermarsi e a piangere. Mentre Roland
è stato poi dimenticato dal grande pubblico, ma non dalla gente che lo amava e lo ama, ed è poi questo
ciò che importa, il simbolo che Senna, come pilota e come uomo è rimasto indelebile ancora oggi: definito
dai più il più grande pilota della storia dei motori (sarebbe stato bello vedere chi avrebbe vinto tra Magic
e Schumi oggi), un profondo cristiano, una persona molto sensibile e disponibile sempre ad aiutare: una
personalità differente dagli altri piloti, quasi insicura che si trasformava poi sotto la visiera. Che si è fatto
amare per quello che era e non per essere un campionissimo. Chiudo con un aneddoto: quando la bara di
Ayrton venne trasportata in patria, la compagnia brasiliana tolse alcune poltroncine e lì sistemò la salma
di Ayrton con sopra adagiata quella bandiera brasiliana che tante volte aveva portato in paradiso: ora
erano loro ad accompagnarlo in paradiso. E all’annuncio “Vi informo che stiamo portando a casa il nostro
Ayrton. Viaggia con noi, come sempre” calò il silenzio commosso che accompagnò tutto quel viaggio.
NOTE DALLA REDAZIONE: il “Corriere” ha già nei suoi trascorsi alcuni numeri da collezione, “speciali”
pagine da gustare con più voglia. Beh, ci risiamo. Questo e il prossimo saranno dedicati alle nozze festose
di Nadir e Valeria. E allora questo numero vi rivelerà le tristi avventure della fine delle loro vite da scapoli,
il prossimo (da non perdere assolutamente) raccoglierà ogni nanosecondo della festona del 25 aprile e
offrirà una straordinaria e piccante intervista doppia dei nuovi sposi. Di carne al fuoco ne abbiamo tanta
quindi mi fermo qui e vi lascio alla lettura. Aggiungo soltanto che “Il desiderio di uccidere” non è stato
abbandonato, ma che tornerà breve e ugualmente la seconda parte della stagione del Fano calcio,
stoppata da problemi tecnici indipendenti dalla nostra volontà. IL DIRETTORE

LIBERO ARBITRIO
SPECIALE 17/4/2004
Qui nadir:
nadir: La discesa dalla libertà della dignità di Matteo Del

S
e c’è una cosa che ti appare chiara una volta passato lo sfarzoso walzer allo sposo in quella che vuole
essere il canto del cigno della sua libertà, beh è la consapevolezza che lo sposarsi è una delle azioni
più coraggiose che un uomo e una donna possano fare. Non so cosa avvenga dall’altra sponda, ma
l’uomo subisce tutti gli affronti possibili e calpesta ripetutamente per una abbondante notte la sua
dignità, i suoi valori, la sua stima e il suo potere decisionale: diventa in balia di una mandria di assatanati
amici che si trasformano improvvisamente in rapaci avvoltoi pronti a cospirare, a vendicarsi e soprattutto
a sganasciarsi dalle risate. Chi non c’era non potrà mai capire quanto si è riso quella sera e quanto Nadir,
perché come ben sapete lui è la vittima, mi ha veramente fatto pena. Cercherò di farvi sentire un po’ di
quell’atmosfera, ma sarà difficile. Sappiate solo che, se ricordate e avete pensato già molto quello accorso
in quel di settembre al Max, preparatevi, qui sarà peggio.
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in quel di settembre al Max, preparatevi, qui sarà peggio.
E TUTTO EBBE INIZIO.
Altro sabato di merda, con acqua a spiovere di continuo e pozzanghere addomesticaste nei risvolti dei
pantaloni . Pomeriggio di ognuno a farsi i fatti suoi in attesa del botto serale. L’appuntamento per l’inizio
della tortura è fissato nel solito ritrovo: piazzale davanti alla chiesa, ore 20-20,30 circa. Chissà come mai
in queste occasioni nessuno vuole guidare, fino a quando i più deboli di cuore cedono e si accostano alle
guida. Ma a parte questo, si parte finalmente, alla volta di Pesaro, viale Trieste, nella brezza marina pesa-
rese a gustare un soffice afterhours e far si che Nadir arrivi già carico al ristorante. Che sarà sicuramente
lì nelle vicinanze, direte. E invece no, saputelli del cazzo, la rotta successiva è per Gabicce: dopo avervi
detto che quella mezz’oretta passata a sorseggiare e a mangiucchiare non ha portato a fatti clamorosi,
trasferiamoci tutti in Riviera, dove la vita pulsa.
L’ULTIMA CENA CON DIGNITA’ INTATTA .
La prima domanda che penso molti di noi (e comunque sicuramente me medesimo) si siano fatti è stata il
motivo di questa gita fuori porto per giungere in questo sperduto ristorante o pub che dir si voglia, la so-
stanza non cambia, ma non tanto per la qualità del posto (anche se obiettivamente le sedie erano scomo-
de, le mie ginocchia ancora si ricordano della durezza del tavolo) quanto per capire come cazzo hanno
fatto a trovarlo, quel locale. Misteri del vivere. Stivati in due tavolate come sardine, le nostre linguacce
chiedevano freneticamente cibaccio da ingurgitare, e a quel punto buono o cattivo non aveva alcuna dif-
ferenza. Viste le premesse era umanamente prevedibile che le tagliatelle rimanessero sui vassoi il tempo
di uno starnuto innocente: se avete il raffreddore evitate queste cene, rimarrete a bocca asciutta. Ed è
altresì logico che non ci fermammo alla prima porzione, ma alla quinta. Intanto Nadir veniva forzatamente
costretto a bere, bere, bere e i suoi occhi mostravano velatamente quel sottile strato di malinconico senso
di vomito, che lo portava a dire per quale motivo non era rimasto a casa fingendosi in diarrea cronica.
Forse per senso di dovere: l’addio al celibato gente non può certo essere un piacere, ma un triste dovere.
Visto che le tagliatelle avevano solo sfamato i nostri stomaci, il secondo è servito, piadine, formaggi e sa-
lumi non riescono a salutare i piatti che già fanno conoscenza del nostro intestino. La mangiata tra botti-
glie di vinozzo esaurite precocemente si avvia tranquillamente alla fine. L’unico appunto è quello di fare in
modo che chiunque abbia foto o possa testimoniare, oltre al sottoscritto, la condizionE del posto a tavola
di Labbate, si faccia portavoce per bandire il Marco da ogni tipo di cena che non sia un svolazzare tra i
maiali. Grazie, e non aggiungo altro, perché altrimenti Nadir verrebbe calpestato dalle gesta del Labbo.
QUANDO UN UOMO SI PERDE.
Se Nadir dava quasi l’impressione di mangiarsi le mani per essere lì forse temeva,anzi sapeva perfetta-
mente che la cena era un modo agrodolce di preparare poi il botto finale, e l’Omicciò di botti ne subirà
parecchi. Una volta regolate le formalità di conto, ognuno riprende posto nel proprio sedile di appartenen-
za e ci si sposta al centro della vita che conta, Riccione.Cos’è, sorpresona hard per lo sposo a prova di
fedeltà pre—matrimoniale? Non proprio anche se forse la fedeltà pre—matrimoniale diciamo che può en-
trarci: dalla tavola del cesso, ma può entrarci. Allora, l’unica cosa non chiamatemi al buoncostume, fate i
bravi. Dunque, Riccione e così tutta al riviera è patria del divertimento, del ballo, dello sballo e delle put-
tane. Quindi a Riccione uno principalmente cosa va a fare? Va a beccare...le botte, spesso, ma visto che
ormai si è lì, si ripiega e ci si incontra con le signorine dell’amore facile (e costoso). Oddio, l’avete manda-
to a puttane! No, per chi ci avete preso, per sciacalli? No, molto peggio: lui era la puttana. Non vi ho det-
to infatti che Nadir quando esce dal ristorante diventa quella che io chiamerò d’ora in poi Domitilla
l’Arzilla: vestitino bianco abbondantemente corto, parrucca rosso fuoco, tette d’ordinanza. Assolutamente
terribile. Lo si è trasportato in una via frequentatissima di auto di ‘sta cazzo di Riccione per capire quanto
soldi avrebbe potuto fare Domitilla e poterci così pagare con più tranquillità il pranzo di domenica 25. Giu-
sto per rendere lo show più reale, visto anche il clima non certo estivo, il tutto è stato corredato da un
stupendo bidone con tanto di legna per fare un bel fuocherello, come d’ordinanza per ogni Domitilla che
si rispetti. Qui i problemi nascono per accendere il fuoco, ma finalmente dopo aver causato trenta crisi
polmonari, è tutto pronto. Sogghignando ci si nasconde tutti (a parte l’operatore che aveva il compito di
preparare quella che diventerà una buona possibilità di futuri ricatti) dietro le macchine, opportunamente
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allontanate dal ciglio della strada (fortuna volle che ci trovammo accolti in un grande spiazzale). Domitilla
può iniziare a lavorare: vi ricordo che era assolutamente abominevole, eppure, giuro, le macchine
rallentavano interessate e lo sposo si è già pagato anche il viaggio di nozze. E a questo punto interrogarsi
sui perché dell’umanità diventa inutile e superfluo, quando si vedono queste cose, ma è un altro discorso,
che ora nulla c’azzecca.
GIUSTO PER ESAGERARE.
Mentre Domitilla tornava Nadir, il gruppo si divideva: l’ora era già tarda, oltre l’1.00 abbondante, se ben
ricordo, e molti non avevano nessun interesse, perché ritenuta inutile, seguire il successivo step creato
dalle menti melate che hanno organizzato tutto ciò, che è poi quello che sempre viene fatto, fare in modo
che Nadir becchi, anzi che si facci avanti con ragazzotte conosciute lì per lì in una sontuosa discoteca (tra
l’altro, non ve l’ho detto, quando Nadir era ancora Domitilla era riuscito a “invogliare” due donzelle.
Mah….). Il problema era che Riccione non è certo il posto meno caro del mondo (anche in considerazione
che la visita doveva essere necessariamente breve, e poi capirete perché) e quindi bisognava trovare un
posto adeguato, posto adeguato che sembrava essere un certo Biblos. Quindi, via si parte (lasciamo
perdere chi c’era o non c’era e concentriamoci sui fatti) e dopo aver girovagato per ogni possibile via di
Riccione e aver girato tondo per minuti interminabili, si arriva a ‘sto Bilblos giusto per ricevere la notizia
che si poteva entrare solo se accompagnati da donne. E mi sembra che non era il nostro caso: quindi via,
si levano tende e bagagli e si rifà rotta verso Fano. Anche perché Nadir stava cominciando a conoscere
più da vicino Morfeo quando il suo lavoro non era ancora completato.
SPOSARSI E’ UN TAGLIO NETTO A TUTTO.
Si giunge così all’ultima tappa (nonostante qualche disperso e incomprensione: alcuni si erano già diretti
all’Urukai, localino di Fano, per poi rientrare immediatamente alla base, ndr), il momento in cui Nadir
dovrà forse affrontare il momento più doloroso, quello in cui egli rinuncia al sé stesso scapolo per far
affacciare il nuovo Nadir sposo perfetto. Il nostro ha un grande amore, che forse per la sua novella sposa,
può essere un ingombro: il calcio. Nadir dorme spesso con un pallone da calcio sotto le coperte, accanto
al suo faccino e si immagina Batistuta a segnare all’odiato Milan. Questo, signori, però deve finire,
sigillato nella memoria. Casa del Petti è la location per questa metamorfosi: l’atmosfera era tesa,
misteriosa e gli occhi di Nadir, forse già temono, forse già hanno inteso qualcosa. Nadir deve scordarsi il
calcio: ormai è tutto per la famiglia. Basta con Batistuta, le partite domenicali, il fantacalcio, le sgroppate
al seminario, basta con il pallone. Il pallone diventa un nemico pericoloso da eliminare. Nadir deve essere
purificato: per questo ognuno si diverte a bombardarlo di sonore pallonate, per capire che il calcio è
dolore, non gioia. E poi proprio lui, l’amante, deve tradire l’amato: ha nella mani un’accetta. Bene, questa
accetta sarà il mezzo del sacrificio: il pallone squarciato è il taglio al vecchio Nadir. Non ne ha la forza, è
uccidere in fondo una parte di sé stesso, ma sa che la cosa giusta da fare è quella, sa che la sua strada è
oltre quella sfera: dopo tentativi innumerevoli (non per rimorso, ma per incapacità , occorre dire), il
pallone rimane in terra tagliato ne suo ventre e Nadir (forse) è libero (non credeteci, il giorno dopo aveva
già sotto braccio al Gazzetta, ndr). Ora il suo padrone non è più il pallone, né la famiglia, ma solo
Valeria: un altro rito, un guinzaglio che lo lega idealmente con la sua sposa lo fa entrare nella sua nuova
vita. Il nuovo Nadir è nato.
EPILOGO
Essere completamente esauriente era estremamente arduo, così come anche riuscire a far comprendere
le risate di quella sera. Ci si è provato, insomma. Dopo tutto questo a tutti è veramente rimasto un tarlo
nella testa: sposarsi è veramente conveniente? Vedremo, vedremo….

IMPORTANTE: NOTA DALLA REDAZIONE. Mi scuso personalmente con voi lettori e vi segnalo che non
siamo riusciti a inserire il resoconto della serata brava di Valeria e fanciulle. Purtroppo il pezzo che avevo
assegnato non è mai giunto in redazione. In attesa di capire le cause e capire se e quando potrà essere
“recuperato”, mi scuso ancora, soprattutto con Valeria per questo non voluto e poco elgante “favoritismo
maschile”. (il direttore)
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STORIE DI SPORT
SPECIALE EUROPEI
IL ROMANZO DEGLI EUROPEI: LA PRIMA VOLTA DEGLI OLANDESI
di Giovanni Del Bianco
8^PUNTATA

L
’europeo del 1988 si disputa in Germania Ovest. A questa edizione, come quattro anni prima in
Francia, assisteremo ad una nuova squadra campione che prima d’ora non aveva mai vinto nulla.
Stiamo parlando dell’Olanda, che arrivò al massimo seconda ai mondiali del 1974 (sempre in
Germania Ovest) e nel 1978 (In Argentina), arrendendosi entrambe le volte in finale con i padroni di
casa. Questa volta, gli olandesi riescono ad arrivare al titolo e ciò lo devono soprattutto a Gullit e Van
Basten, nomi molto noti nel panorama mondiale, specialmente in Italia, se li ricorderanno volentieri a
Milano i tifosi rossoneri. Stessa formula della precedente edizione: due gruppi da quattro squadre,
semifinali e finale. Assente la Francia, campione uscente, le otto squadre sono Germania Ovest, U.R.S.S.,
Olanda, Inghilterra, Italia, Spagna, Danimarca e Irlanda, vera sorpresa delle qualificazioni.
I GIRONI (A: Germania Ovest e Italia 5 punti, Spagna 2, Danimarca 0;
B: URSS 5, Olanda 4, Irlanda 3, Inghilterra 0).
Iniziamo dal primo girone, quello degli azzurri. La prima partita è tra i padroni di casa e l’Italia: termina 1-
1. Mancini porta in vantaggio la sua nazionale al 51’, Brehme pareggerà due minuti dopo. Intanto, la
Spagna del grande Butragueno va in testa superando 3-2 la Danimarca (Michel 1-0, pareggio di Michael
Laudrup, nuovo vantaggio spagnolo proprio col Butre, 3-1 di Gordillo e Povlsen a 5 minuti dal termine).
Con un gol di Klinsmann in apertura e uno di Thon in chiusura, la Germania Ovest supera la Danimarca
nella seconda partita. Con una rete di Vialli invece, l’Italia regola la Spagna. In forma i gemelli del gol
blucerchiati Vialli e Mancini, che in nazionale non hanno mai avuto fortuna. Ultima giornata: 2-0 dei
tedeschi sugli spagnoli (doppio Völler) e 2-0 degli italiani sui danesi (Altobelli e De Agostini). Passiamo
all’altro girone. A sorpresa, l’Irlanda batte l’Inghilterra con un gol di Houghton al quinto minuto. L’Olanda,
futura campione, stecca la prima, perdendo 1-0 con l’U.R.S.S. (gol di Rats). Seconda giornata: Van
Basten esplode e con una tripletta manda a casa l’Inghilterra che con Robson aveva trovato il
momentaneo 1-1, ma il 3-1 finale manda a casa gli uomini della regina. Irlanda e Unione Sovietica fanno
1-1 (Whelan, Protasov). All’ultimo turno esce l’Irlanda (che si strapperà tantissimi applausi a Italia90, due
anni dopo), dopo la sconfitta per 1-0 con l’Olanda (rete di Kieft all’82’). L’URSS intanto batte 3-1 gli inglesi
(Aleinikov, Adams per l’Inghilterra, Mikhailichenko, e Pasulko). Gli accoppiamenti per le semifinali sono
Germania Ovest-Olanda e Unione Sovietica-Italia.
LE SEMIFINALI (Olanda-Germania Ovest 2-1; URSS-Italia 2-0)
Olanda-Germania Occidentale è la rivincita dei mondiali 1974 (allora era la finale dei mondiali). Stesso
stadio (Monaco), stesso risultato, ma questa volta a favore degli orange. È incredibile la somiglianza tra le
due partite. Va in vantaggio su rigore la Germania, pareggia su rigore l’Olanda (nel 1974, fu l’esatto
opposto, sempre con due reti dal dischetto). Il primo gol è di Mattaeus, il pareggio è di Koeman. A due
minuti dal termine, Marco Van Basten ammutolisce l’OlympiaStadion. Olanda in finale. L’Arancia
meccanica, affronterà l’U.R.S.S. che con un secco 2-0 fa fuori l’Italia (reti di Litovchenko e Protasov).
LA FINALISSIMA (Francia-Spagna 2-0)
Si gioca il 25 giugno a Monaco di Baviera, davanti a 72.300 spettatori. L’arbitro è il francese Vautrot.
L’Olanda non ha problemi e batte l’Unione Sovietica, vendicandosi per la sconfitta subita ai gironi alla gara
d’apertura del gruppo B. Gullit apre le danze al 33’. Van Basten le chiude con un gol d’antologia che
passerà alla storia come uno dei più belli di sempre della storia del calcio. Un tiro al volo da fuori area, da
posizione defilata. Per il Cigno di Utrecht, è il momento definitivo dell’incoronazione. L’Olanda sale sul
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gradino più alto del podio, grazie (soprattutto) a lui.
L’UOMO DELL’EUROPEO
Van Basten, ovviamente. All’Euro’88 segnò un gol incredibile in finale, oltre ad una rete in semifinale e ad
una tripletta ai gironi. Il giocatore più forte del calcio olandese dopo Cruijff. Al Milan farà fortuna, ma si
dovrà ritirare dal calcio per un precoce infortunio.
NELLA PROSSIMA PUNTATA
Svezia 1992, Il ripescaggio dei danesi: da spettatori a campioni

SANPIOTECA

FANTACALCIO 2003-
2003-04: L’ORA DI LABBA E Teo di Marco Labbate
1^PARTE

A
lla fine ce l’hanno fatta; il loro motto”Largo, pista arriva la capolista!” hanno finalmente potuto
cantarlo anche nell’ultima giornata. Dopo anni passati nelle posizioni alte senza mai riuscire a
piazzare l’acuto vincente è arrivata la loro ora. E dire che in pochi ci avrebbero scommesso
all’inizio su di loro: anche rispetto ad altre annate la squadra sembrava assai meno competitiva,
magari capace di portare a termine un campionato dignitoso, ma non di arrivare così in alto. Alla fine
hanno vinto perché di fronte alla mancanza di squadre stellari la loro squadra operaia si è rivelata la più
costante pur mancando di nomi eccellenti e anche la meno dipendente da un singolo giocatore. E hanno
vinto anche perché la fortuna ha deciso di dar loro una buona mano.
E dire che il loro inizio piuttosto stentato sembrava aver ridotto le loro chance al lumicino(alla undicesima
giornata erano al quarto posto a quota 17 a meno 6 dalla coppia di testa Morelli- Furlani assai più vicini
alla zona bassa). E la squadra sembrava non andare affatto e l’unico a salvarsi era il solo Chevanton. Poi
dopo la sconfitta con Max nel primo girone di ritorno qualcosa è cambiato e nelle sedici giornate
successive hanno inanellato la bellezza di 34 punti frutto di 9 vittorie, 4 pareggi e 2 sole sconfitte, sia
perché Di Biagio e soprattutto Cassano si sono svegliati dal torpore e hanno cominciato a girare a mille,
sia perché la sorte ha deciso di guardarli in modo decisamente più benevolo, fino a metterci lo zampino
decisivo nella gara contro Furlani alla ventiseiesima giornata che merita un capitolo a sé.
Anche quest’anno è stato il duello tra Labba-Teo e Moro il leit-motiv dello sprint finale. Con Giulio Furlani-
Ciccio come terzo incomodo. Ma un terzo incomodo talmente bravo da saper approfittare della crisi
inaspettata di Morelli nel momento decisivo(0 punti nelle ultime quattro partite!) e soffiargli anche il
secondo posto. Quella di Giulio e Ciccio capaci di rimontare i sette punti che lo dividevano da Moro a solo
quattro giornate dal termine sarebbe da ricordare come una bella impresa. Ma alla fine resterà solo come
una grande impresa mancata. Perché vedere Labba-Teo poco più su a un solo piccolo passo di tre punti
lascia l’amaro in bocca. Anche perché dove hanno perso quei tre punti Giulio e Ciccio lo sanno bene.
Giornata 26: Labba-Teo 47, Moro 45, Giulio-Ciccio 41. Sei punti dalla vetta sono decisamente tanti, e
Giulio e Ciccio devono assai più preoccuparsi di salvaguardare il terzo posto dalla incredibile rimonta di
TeoDS e Meo che aspirare a qualcosa di più. Ma quel giorno se la deve vedere con Labba-Teo e
un’eventuale vittoria potrebbe aprire nuovi orizzonti sia perché il duo di testa sembra a corto di fiato(2
punti nelle ultime 2 gare per la capolista mentre la seconda contro Delba ha appena interrotto il suo trend
positivo perdendo dopo tre vittorie consecutive) sia perché la giornata successiva ci sarà lo scontro diretto
tra loro due. E quella vittoria sembra cosa fatta ma la partita finisce incredibilmente 66 a 71,5. Pareggio
beffa. E questo diventa il calcio decisivo dato dalla sorte ai nuovi campioni. Ma il rammarico di Giulio e
Ciccio aumenta sapendo che la sorte non ha fatto tutto da sola, ma ci hanno messo del loro. Quel Flo in
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campo al posto del capocannoniere Sheva(che era in dubbio) o di Recoba(giocava con l’Ancona!) è stato
un errore decisivo. Anche perché sarebbe valso lo spareggio e la loro squadra ha concluso il campionato
decisamente in una forma decisamente migliore4. Peccato. La giornata successiva è arrivato lo scontro
più atteso: la spuntano Labba-Teo per 1-0 ed è festa. Finalmente.
Sorte(anche se molti preferirebbero parlare di c…) decisiva dunque, ma non solo. I campioni hanno avuto
anche un merito importante: sono stati capaci di creare una squadra non campione-dipendente. Nel
senso che la loro stagione non dipendeva dal rendimento di un singolo. E’ vero Cassano, Chevanton, Di
Biagio sono stati decisivi, ma Labba-Teo se la sono dovuta vedere anche con la scarsa vena di Di Natale e
Pizzarro, la difesa vacillante della Juve che ha influito non poco sull’annata di Gigi Buffon e con i
desaparecidos Maniero, Giacomazzi e Nakamura, tutti giocatori su cui all’inizio puntavano molto. Hanno
vinto quindi anche perché la loro era una squadra con molte opzioni capaci di sopperire al rendimento
sotto le previsioni di alcuni giocatori. Sulla stessa onda è da vedere l’exploit di Morelli che pur confidando
su una squadra sulla carta con poche potenzialità si è rivelato ancora un grande talent-scout
nell’individuare le potenzialità di Mancini e Kakà che l’hanno condotto a un passo dal trionfo, risultando
assai più decisivi della punta di diamante Corradi. Al contrario è stato decisivo nell’annata poco esaltante
di Nadir, Bobo e Hadar l’infortunio e successivamente il trasferimento all’Inter del loro bomber Adriano
che li ha portati ad ottenere solo un misero sesto posto. E dire che nelle aspettative apparivano come
una delle squadre più competitive. E’ andata sicuramente meglio l’investimento nel cannoniere di razza di
Giulio e Ciccio:la stagione stratosferica di Shevchenko al quale avevano affidato le sorti della squadra,
insieme a un ottimo centrocampo sono stati un’autentica manna.
Decisamente strano è stato il campionato di Max e Andreone: all’inizio erano i grandi favoriti. Avevano
creato una squadra con un attacco stellare(Totti, Trezeguet, Di Vaio e Giardino su tutti) supportato da
Pavel Nedved. Sembrava dovessero vincere a mani basse, perché squadre che potessero competere con
loro sembravano non esserci. E inoltre avevano aggiunto strada facendo a un centrocampo per il resto un
po’ carente la qualità di giocatori come Marchionni, Nakata e Zambrotta. E’ difficile capire cosa sia
successo. Alla diciottesima giornata erano a tre punti dalla vetta. Da allora sono arrivati solo 5 punti. La
beneficenza fatta a Petti(ceduti Gilardino e Caracciolo per il fantasma Inzaghi) sono stati un azzardo con il
senno di poi scellerato, ma ha ragione Max quando dice che quello scambio ha influito poco sulla sua
classifica. Conti alla mano avrebbe avuto al massimo una tabella più ricca nella casella dei gol fatto e un
punto in più! Ben più determinante è stata la stagione sottotono di Nedved, l’incostanza di Trezeguet e
una difesa poco affidabile. E la fortuna latitante.
Merita una menzione la stagione di Teo e Meo. Alla fine hanno raccolto un quarto posto che vale assai
poco, ma hanno saputo scombussolare i due blocchi in cui si era divisa la classifica, hanno reso il
campionato più divertente e emozionante portando una ventata di incertezza e rivelandosi una squadra
assai scomoda da affrontare. La rimonta che hanno compiuto ha del portentoso e li ha spinti ai piedi del
podio. Il sogno si è infranto alla penultima giornata quando nello scontro diretto con Furlani che sarebbe
valso l’aggancio al terzo posto sono caduti con l’onore delle armi, dopo dieci risultati utili consecutivi e
una rimonta dal penultimo al quarto posto. Il loro capolavoro incompiuto è comunque stato una delle
pagine più belle dei fantacalcio degli ultimi anni. Chapeau!
Hanno chiuso la classifica Delba, assai sfortunato in avvio quando è riuscito a fare collezione di gol
“impossibili” subiti e l’armata Brancaleone di Petti.
Sembra comunque in atto da due anni a questa parte un avvicendamento di generazioni al vertice. E’ da
due anni infatti che ormai i pluridecorati Nadir e Max non recitano un ruolo da protagonisti, lasciando ad
altri il palcoscenico. Difficile non immaginare un pronto riscatto. La prima occasione è data dalla Coppa
Italia che è sempre stata una grande incognita e spesso ha significato un’occasione di riscatto per molte
squadre. Difficile sarà per Labba e Teo compiere il Grande Slam anche perché arrivati a fine stagione a
corto di energie. E d’altronde a una stagione così hanno ben poco altro da chiedere. Ma in una
competizione così breve è assai difficile fare previsioni. Quindi ogni pronostico è un azzardo troppo
grande…
8
LA CAVALCATA DI LABBA E TEO
Giornata 1: Parte il fantacalcio. Labba e Teo cadono con Nadir. Moro e Giulio-Ciccio cominciano con il
piede giusto.
Giornata 3: Nadir capolista controlla un quartetto formato da Moro, Giulio-Ciccio, Labba-Teo e Max. In
caduta dopo un buon avvio Teo Ds e Meo
Giornata7: Morelli è inarrestabile. Primo a diciotto punti. Tiene Furlani a sedici. Frena Eusebi a meno
sette, Labba-Teo e Nadir in crisi a meno otto e meno nove.
Giornata 9:Massimo vantaggio di Morelli, +5 su Giulio e Ciccio. In ripresa Labba-Teo superano Max e
vanno a –6. Scompare Nadir che ha perso Adriano.
Giornata 11: Morelli appannato viene raggiunto da Furlani a quota 23. Rinviene Max che si porta a meno
3. Nuova crisi per Labba e Teo fermi a 17 punti. Si rivedono Teo DS e Meo quinti a 14.
Giornata 14: Moro e Max sono campioni d’inverno con 27 punti. Grande rimonta di Labba e Teo a meno
uno dalla vetta. Per Giulio-Ciccio è crisi nera. Si risveglia Del Bianco dopo un avvio disastroso: 11 punti in
5 giornate.
Giornata 15: Frena Eusebi battuto da Furlani e Morelli capitola incredibilmente con Petti che non vinceva
dalla quinta giornata. Labba e Teo sono i nuovi capo-classifica
Giornata 17: Nuovo avvicendamento al vertice: Labba-Teo cadono dopo 5 vittorie di fila con Teo Ds e
Meo(che venivano da un punto in 5 gare!) e Morelli si riprende la testa. Inizia la grande rimonta di Teo Ds
-Meo.
Giornata 19: Morelli 36, Max-Andreone e Labba-Teo 33, Giulio 32. Schermaglie al vertice senza che
nessuno piazzi un allungo importante. Comincia invece da qui la lunga notte di Max.
Giornata 20: Labba e Teo superano in una partita combattutissima 3-2 Moro e lo raggiungono. Da questo
momento non lasciano più la vetta
Giornata 21: Ci si prepara all’ultimo girone. Labba e Teo sconfiggono Petti e vanno a 39, Morelli cade con
Nadir, Giulio si insidia a quota 35. Max è fermo a 33. Grande Teo DS ha battuto tutti i big e ora si trova a
quota 30 a un passo dall’Olimpo. Bene anche Nadirin ripresa a quota 27
Giornata 23: Moro batte Giulio e Ciccio e li caccia a meno sette, ma Labba e Teo sono sempre primi,
essendosi liberati di Delba dopo la goleada rifilata a Nadir nella giornata precedente. Teo e Meo
superano Max e sono a meno 4 dal podio.
Giornata 24: Teo DS-Meo costringono Labba e Teo al pari. Moro si fa sotto a meno 1. Giulio perde con
Max e scivola a meno otto.
Giornata 25: Labba-Teo impattano anche con Max, ma Moro battuto da Delba non ne approfitta. Teo DS
si riprende il quarto posto perso la volta prima. Giulio batte Petti e va a meno sei.
Giornata 26: E’ la giornata più incredibile. Giulio e Ciccio pareggiano con Labba e Teo 66 a 71,5 con i gol
Recoba e Shevchenko in panchina, buttando via un’occasione d’oro. Moro perde anche con Teo DS e
Meo che si ritrovano a meno tre da Giulio. Ora è a 45 a meno tre dalla vetta
Giornata 27: Si decide il fantacalcio. Labba e Teo battono Moro e sono i nuovi campioni. Giulio e Ciccio
battono Teo DS e Meo e raggiungono lo stesso Moro. Finisce la favola dei due autori di una grande
rimonta.
Giornata 28: Giulio e Ciccio portano a termine l’opera sconfiggendo Delba, mentre Moro completa il suo
momento nero venendo sconfitto anche da Nadir. Sono secondi. Teo DS e Meo difendono il quarto posto
dall’assalto di Max. Petti ultimo si consola battendo Labba e Teo nella passerella finale. (CONTINUA)

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