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Cosa Nostra è molto organizzata: ha dei “soldati” o “uomini d’onore” che si occupano di compiere omicidi
o di chiedere il “pizzo” e dei capi che fanno parte della “cupola”, una specie di commissione che regola tutti
gli affari (leggi anche: chi era Totò Riina?). Negli anni Novanta lo Stato, grazie al lavoro di magistrati come
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, inferse durissimi colpi alle cosche di Cosa Nostra,
ridimensionandone la forza criminale.
In un'intervista rilasciata al settimanale Di più, ha dichiarato di aver abusato di alcol e droga dai 18 ai 27
anni. La decisione di disintossicarsi giunse a seguito delle analisi del sangue e della paura di morire,
rinforzata da un temporaneo disturbo di tipo ipocondriaco una forma di ansia di malattia.
Cresciuto in uno dei quartieri più difficili della Capitale, ovvero San Basilio, ha studiato all’Istituto per la
cinematografia e la televisione Roberto Rossellini. Ha iniziato a muovere i primi passi nella musica fin da
giovanissimo, sempre con la sua chitarra appresso.
Molto riservato per quel che riguarda la sfera sentimentale, Fabrizio è stato fidanzato per molto tempo con
Giada Domenicone. Laureata in Architettura d’Interni presso l’Università La Sapienza di Roma, nel corso
della sua carriera ha collaborato con grandi professionisti del settore, ma è sempre stata lontano dai riflettori.
Anche se non si sono mai sposati, hanno avuto due figli, Libero e Anita. La loro relazione è giunta al
capolinea nel 2019. Fabrizio, pertanto, non ha una moglie e, ad oggi, non sappiamo se sia impegnato o meno.
Nel 2007 ha partecipato al festival di Sanremo, vincendo con pensa nella sezione giovani.
Oggi le persone ascoltano questa canzone intensa e coraggiosa che è diventata un vero e proprio inno alla
lotta contro la mafia. Si tratta di un invito alla riflessione, contro ogni forma di violenza e contro la mafia.
Noi la ascoltiamo oggi, 23 maggio, in ricordo di Giovanni Falcone e di tutti coloro che sono morti
combattendo la mafia.
L’album di cui fa parte la canzone “Pensa” è stato certificato con il disco di platino per le oltre 50 mila copie
vendute. Con questo brano Fabrizio Moro si classificò primo al Festival di Sanremo del 2007, nella sezione
giovani, riscuotendo grande consenso sia da parte del pubblico che della critica. Ed ha avuto un successo
totale visto che è arrivato primo in tutte le classifiche demoscopica21, televoto, portandosi a casa anche il
premio della Critica “Mia Martini”.
> Il Premio della Critica del Festival della Canzone Italiana Mia Martini, originariamente solo Premio della
Critica del Festival della Canzone Italiana e, più informalmente, semplicemente Premio della Critica, è un
riconoscimento accessorio del Festival della canzone italiana di Sanremo.
Dal 1996 il premio è intitolato a Mia Martini, scomparsa l'anno precedente, la quale fu l'artista che fino ad
allora si era aggiudicata più volte tale riconoscimento, oltre a esserne stata la prima vincitrice in assoluto.
> Nel video, curato dal regista Marco Risi, compare anche Rita Borsellino (minuto 3.20), la sorella del
magistrato ucciso dalla mafia, che ha deciso di partecipare alle riprese dopo aver letto il testo della canzone
di Fabrizio Moro. Nel video, indossa un cappotto rosso, simbolo del sangue versato dal fratello Paolo
Borsellino.
“Pensa” è un vero e proprio inno alla vita e, in particolare, ai tanti uomini e donne che si sono sacrificati per
ottenere una società più giusta. Fabrizio Moro vuole far riflettere l’ascoltatore e mettere in luce la ferocia ed
efferatezza della mafia e, più in generale, della criminalità.
“è nostra la libertà di dire che gli occhi sono fatti per guardare, la bocca per parlare, le orecchie ascoltano”.
La libertà di pensiero e di espressione, la cultura, la memoria del passato e un’adeguata informazione
sono i requisiti migliori per combattere la criminalità e costruire una società libera e autonoma.
Il ritornello è una vera e propria esplosione di rabbia ed emozione: “pensa prima di sparare, pensa prima
di dire e di giudicare, prova a pensare. Pensa che puoi decidere tu. Resta un attimo soltanto, un attimo di più
con la testa fra le mani”. L’invito è quello di riflettere, di non farsi condizionare e di non giudicare a
priori: l’autonomia di pensiero, svincolata da ogni possibile sviamento, è fondamentale.
“Gli uomini passano e passa una canzone, ma nessuno potrà fermare mai la convinzione che la giustizia no,
non è solo un’illusione”: con queste brevi ma autorevoli parole, l’artista romano ricorda all’ascoltatore
quanto la forza delle idee sia in grado di andare al di là di ogni confine. Del resto, fu proprio lo stesso
magistrato Giovanni Falcone ad affermare che “le persone passano, le idee restano. Restano le loro
tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.
L’ideale di giustizia è ancora lontano dall’essere raggiunto; però, i passi compiuti da questi uomini sono
determinanti nella strada che separa l’umanità da questo traguardo. Una società priva di giustizia non è una
società libera; l’interesse personale deve necessariamente incontrare un limite in regole uguali per tutti che
diano ad ognuno la possibilità di vivere liberamente, senza contrastare o sopraffare gli altri. Fabrizio Moro è
da sempre legato ai diversi temi politici e sociali, per questo le sue canzoni sono dei veri e propri manifesti
destinati a rimanere nel tempo e accompagnare gli uomini nel cammino verso una società più giusta e libera.