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Descrizione
La canapa è una pianta erbacea a ciclo annuale la cui altezza varia tra
1,5 e 6 metri, anche se alcune sottospecie hanno altezze finali che
variano tra 0,5 (ruderalis) e 5 (sativa) metri. Presenta una lunga radice
a fittone e un fusto, eretto o ramificato, con escrescenze resinose,
angolate, a volte cave, specialmente al di sopra del primo paio di
foglie.
I fiori femminili (pistilliferi) sono riuniti in gruppi di 2-6 alle ascelle di brattee formanti corte spighe; ognuno
mostra un calice membranaceo che avvolge strettamente un ovario supero e uniloculare, sormontato da due
stili e due stimmi.
La pianta germina in primavera e fiorisce in estate inoltrata, quando le ore di luce diminuiscono (è stato
dimostrato che la durata del periodo vegetativo è influenzata dal fotoperiodo cui le piante vengono
sottoposte; l'unica specie di Cannabis la cui fioritura non dipende dal fotoperiodo è la Cannabis ruderalis, la
cui fioritura avviene automaticamente dopo un periodo di crescita vegetativa variabile tra 21 e 30 giorni
circa, e si protrae per un arco di tempo di 4-6 settimane). Il periodo di fioritura varia molto a seconda delle
specie e delle varietà considerate: piante di C. sativa, originarie della fascia equatoriale, tendono ad avere
una fioritura molto duratura, fino a 14-16 settimane e oltre in alcune varietà, mentre varietà di C. indica, che
ha origine nella fascia subtropicale/temperata, solitamente richiedono circa 8-10 settimane per portare le
infiorescenze a maturazione. L'impollinazione è anemofila (trasporto tramite il vento). In autunno
compaiono i frutti, degli acheni duri e globosi, ciascuno trattenente un seme con un endosperma carnoso ed
embrione curvo.
Ingrandimento del fiore femminile di I preparati psicoattivi come l'hashish e la marijuana sono
Cannabis sativa L.; sono ben evidenti i peli costituiti dalla resina e dalle infiorescenze femminili ottenute
ghiandolari contenenti resine. appunto dal genotipo THCA-sintetasi. Tale sottogruppo fu
coltivato fino alla seconda metà del secolo scorso, nonostante
fosse stato proibito negli anni '20-'30 l'uso come medicina (ma
affrontando la questione terapeutica nei casi previsti impiegando tinture o estratti fitogalenici). Tali genotipi,
fino ad allora, erano, per così dire, "domesticati" (se confrontati con i valori odierni), venendo impiegati
nella costituzione di ibridi altamente produttivi utilizzati in campo industriale.
Analogamente, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, furono selezionate dapprima in Francia,
Polonia e Russia le varietà destinate a usi esclusivamente agroindustriali, ottenute dal genotipo CBDA-
sintetasi, distinte da un contenuto ormai irrisorio (se riferito ai valori originari) sia del metabolita specifico
sia dei cannabinoidi minori. Ad oggi, la Commissione Europea ha creato una lista di 66 varietà coltivabili sul
territorio europeo purché il contenuto di THC non sia superiore allo 0,2%[8].
Tassonomia
La tassonomia del genere Cannabis ha dato luogo in passato a controversie.
Small e Cronquist distinguono solo una specie, Cannabis sativa, con due sottospecie, ciascuna con due
varietà:[9]
Cannabis sativa L.
ssp. indica (Lam.) E. Small & Cronq.
var. indica
var. kafiristanica Vavilov
ssp. sativa
var. sativa
var. spontanea Vavilov
In ogni caso, tutte le specie, sottospecie o varietà citate possono essere tra di loro incrociate dando luogo a
una progenie fertile.
L'orientamento attualmente prevalente è comunque quello di riconoscere una sola specie (Cannabis
sativa).[1][10][11] C. indica e C. ruderalis sono attualmente considerate come mere varianti fenotipiche[2][3][4][5]
Storia
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della cannabis.
Prove dell'utilizzo della cannabis si hanno fin dai tempi del Neolitico, testimoniate dal ritrovamento di alcuni
semi fossilizzati in una grotta in Romania.[12] Il più antico manufatto umano ritrovato è un pezzo di stoffa di
canapa risalente all'8000 a.C. La cannabis fornisce da millenni un'ottima fibra tessile, e principalmente per
questo cominciò a essere coltivata in epoche storiche antiche, in Asia e in Medio Oriente. Già nel XVI
secolo si cominciò a coltivarla nell'Inghilterra orientale, ma la sua produzione commerciale ebbe inizio in
Occidente nel XVIII secolo. La fibra di canapa è stata per centinaia di anni la materia prima per la
produzione di carta, ma dalla metà del Novecento, con l'avvento del proibizionismo, l'uso delle fibre della
canapa è notevolmente ridotto.[13]
La cannabis fu anche utilizzata dagli Assiri, che ne appresero le proprietà psicoattive dagli Arii[21] e grazie a
essi, fu fatta conoscere e utilizzare anche a Sciti e Traci, che cominciarono a farne uso anche durante i loro
riti religiosi[22]. L'imperatore Shen Nung, padre della medicina cinese, includeva la canapa nella sua
farmacopea, uno dei più antichi testi di medicina e prima descrizione di questa erba, datata 2700 a.C. La
cultura cinese si interessò principalmente alle potenzialità curative, tralasciando quelli che erano i risultati
secondari causati dalla sua assunzione. Era usata principalmente sotto forma di
bevanda per curare patologie dolorose interne, mentre sotto forma di fumo se ne
faceva uso per la cura del mal di denti, di pustole o di lacerazioni al cavo orale. Nel
2003 fu ritrovata in Cina una borsa di pelle contenente alcune tracce di cannabis e
semi risalenti a 2.500 anni fa.[23]
Nell'Ottocento l'uso dell'hashish in Europa divenne una vera e propria moda: introdotto dallo psichiatra
francese Jacques-Joseph Moreau, che nel 1840 descrisse gli effetti della droga in una relazione scientifica
dopo averla provata su di sé, si diffuse ben presto specie negli ambienti artistici di quel tempo; tanto che a
Parigi nacque il Club des Hashischins frequentato da poeti e scrittori come Victor Hugo, Alexandre Dumas,
Charles Baudelaire, Honoré de Balzac e Théophile Gautier[26].
Ganja è il termine in antica lingua sanscrita per la cannabis, oggi associato soprattutto alla cultura creolo-
giamaicana, che lo utilizza per indicare la marijuana, ritenuta dai Rastafariani importante per la meditazione
e la preghiera.[27] Tale interpretazione ha trovato ulteriori conferme negli studi dell'antropologa Sula Benet
che ritiene di aver trovato riferimenti a un uso sacrale della cannabis nella Bibbia laddove si parla di kaneh
bosm «canna odorosa» ()ְק ֵנ ה ֹבֶׂש ם.[28]
In Europa l'uso della cannabis come sostanza psicoattiva è abbastanza recente, probabilmente dovuto al fatto
che in Europa si diffuse maggiormente la specie Cannabis sativa mentre la Cannabis indica, più ricca di
principi attivi stupefacenti, è entrata in Europa molto più tardi, nell'Ottocento, forse grazie a Napoleone,
interessato alla proprietà di questa pianta di alleviare il dolore e per i suoi effetti sedativi.
Coltivazione
Lo stesso argomento in dettaglio: Canapa (tessile) § Caratteristiche agronomiche.
Dopo la colonizzazione dell'India e la rivoluzione agricola negli stati meridionali dell'America del Nord,
l'aumento della produzione di tessili di cotone e juta, meno costosi, provocò un'ulteriore diminuzione della
coltivazione della canapa. Dopo la prima guerra mondiale le corde di sostanze sintetiche sostituirono pian
piano le corde di canapa e si sviluppò la tecnica per produrre carta dal legno.
Il proibizionismo commerciale
Lo stesso argomento in dettaglio: Proibizionismo della cannabis.
Negli anni trenta ci fu un rinnovato interesse per gli usi industriali della canapa: vennero studiati nuovi
materiali ad alto contenuto di fibra, materie plastiche, cellulosa e carta di canapa. Con l'olio si producevano
già in grande quantità vernici e carburante per auto. In quegli anni il magnate dell'automobile Henry Ford
costruì un prototipo di automobile (la cosiddetta Ford Hemp Body Car[31]) in cui parte della carrozzeria era
realizzata in fibra di canapa rendendo l'auto molto più leggera della media delle auto allora diffuse. Inoltre il
motore funzionava a etanolo di canapa. Negli anni trenta la tecnologia eco-sostenibile della canapa appariva
quindi in grado di fornire materie prime a numerosi settori dell'industria.
Tali presupposti non furono però confermati, si sarebbero invece costituiti interessi che si contrapponevano
all'uso industriale della canapa. In particolare, la carta di giornale della catena Hearst era fabbricata a partire
dal legno degli alberi con processi che richiedevano grandi quantità di solventi chimici a base di petrolio,
forniti dalla industria chimica Du Pont. La Du Pont e la catena di giornali Hearst si sarebbero quindi
coalizzate e con una campagna di stampa durata anni. La cannabis, da allora chiamata con il nome di
"marijuana", venne additata come causa di delitti efferati riportati dalla cronaca del tempo. Il nome
messicano "marijuana" era stato probabilmente scelto al fine di mettere la canapa in cattiva luce, dato che il
Messico era allora un paese "nemico" contro il quale gli Stati Uniti avevano appena combattuto una guerra
di confine. "Marijuana" era un termine sconosciuto negli USA, l'opinione pubblica non sarebbe stata
adeguatamente informata del fatto che il farmaco dalle proprietà rilassanti chiamato "cannabis"
corrispondesse alla "marijuana". Nel 1937 venne quindi approvata una legge che proibiva la coltivazione di
qualsiasi tipo di canapa, incluso a scopo industriale o medicamentale. Da allora negli USA e nel resto del
mondo sono state arrestate centinaia di migliaia di persone per reati connessi al consumo, alla coltivazione o
alla cessione di canapa. Un effetto del proibizionismo è stato quello di ridurne l'uso medico e industriale.
È stato ipotizzato da alcuni che il mercato illegale della cannabis britannico sia dominato da varietà
estremamente ricche in THC, fino a 4 volte i livelli normali, ovvero fino a una concentrazione del 30% (si
veda teoria del 16 percento in tal senso), ma nel settembre del 2007 studi non ancora pubblicati
dell'università di Oxford, ma anticipati dal Professor Iversen[32][33] asseriscono che, per quanto riguarda il
mercato della cannabis britannica, i contenuti in THC della droga in vendita non sono in media superiori al
14%, ovvero sono solo raddoppiati dal 1995 al 2005, e che il campione con il più elevato tenore di THC non
supererebbe il 24%, screditando così la precedente ipotesi. A facilitare il percorso verso percentuali più
elevate è stata la tecnica di coltura indoor, che permette di ottimizzare la qualità del prodotto. Infatti, non è
detto che non esistano varietà molto più ricche in THC, ma esse non sono dominanti sul mercato e
probabilmente sono limitate a una fetta più ristretta del mercato. A questo si aggiunge un miglioramento
delle tecniche di ibridazione che permettono di avere semi dal patrimonio genetico stabile.
Composizione chimica
La resina può contenere a seconda dei casi fino a 60 Fibre di canapa
cannabinoidi, 100 terpenoidi, 20 flavonoidi.
Cannabinoidi
Lo stesso argomento in dettaglio: Cannabinoidi e Delta-9-tetraidrocannabinolo.
La struttura chimica dei cannabinoidi può essere descritta come quella di un terpene unito a un resorcinolo a
sostituzione alchilica, oppure come quella di un sistema ad anello benzopiranico. Le due descrizioni
implicano anche una nomenclatura differente, con la prima il principale cannabinoide viene definito come
delta-1-tetraidrocannabinolo (delta-1-THC) mentre con la seconda diventa delta-9-THC (entrambi chiamati
più semplicemente THC).
I cannabinoidi finora riscontrati si possono dividere in "tipi" chimici (tra parentesi l'abbreviazione e il
numero di composti):
Contenuto in THC
Il contenuto di THC è molto variabile, con una forbice che va dallo 0,2% a circa il 25% (sebbene coltivatori
esperti e professionisti del settore possono ottenere percentuali maggiori). Sono diversi i fattori che
determinano la percentuale di THC prodotto da una pianta, in primis troviamo varietà, metodi e luogo di
coltivazione, scopo ultimo della coltivazione.
Terpenoidi
Flavonoidi
Proprietà farmacologiche
Lo stesso argomento in dettaglio: Uso medico della cannabis ed Effetti della cannabis sulla salute.
Questa voce o sezione sugli argomenti droghe e piante non cita le fonti
necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Commento: Essendo indicati aspetti salutistici è necessario indicare le fonti da cui sono
tratte le affermazioni riportate, in modo puntuale
Il più famoso attivista antiproibizionista è stato forse l'americano Jack Herer, autore del best seller del 1985
The Emperor Wears No Clothes.
Una meta-analisi del 2000 (che analizza tutti gli studi clinici pubblicati fino al 2000) conclude che la
cannabis è efficace nel dolore neuropatico e spastico, meno in altri tipi di dolore. Ma successivi studi clinici
hanno mostrato effetti significativi anche nel dolore tumorale, e hanno confermato l'ottima attività per il
dolore neuropatico e per i sintomi dolorosi nella sclerosi multipla (spasticità, sintomi della vescica, qualità
del sonno).
Nel 2007, presso l'Ospedale di Rotterdam, è stato verificato che nella terapia di malati di cancro il consumo
di canapa (consumata anche come tisana) non interferisce con i farmaci anticancro più comunemente
utilizzati.[35]
Sono anche numerose le testimonianze di coloro che sono riusciti a superare la dipendenza dall'alcol o dalla
cocaina grazie all'utilizzo della cannabis [4], che a differenza delle precedenti sostanze non porta a una
dipendenza fisica confrontabile, ad esempio, con quella generata dalla nicotina.
Si stanno inoltre testando nel mondo farmaci che contengono una versione sintetica di alcuni dei principi
attivi della cannabis (dronabinol, HU-210, levonantradolo, nabilone, SR 141716 A, Win 55212-2), ma questi
per ora hanno mostrato molti più effetti collaterali e svantaggi rispetto alla pianta naturale.
Il Canada, il 20 giugno 2005, è stato il primo paese ad autorizzare la messa in commercio di un estratto
totale di cannabis sotto forma di spray sublinguale Sativex standardizzato per THC e CBD, per il trattamento
del dolore neuropatico dei malati di sclerosi multipla e cancro. Nel 2006 il Sativex è stato approvato negli
Stati Uniti per essere sottoposto a studi clinici di Fase III per dolore intrattabile in pazienti con tumore.
Meccanismi d'azione
Lo stesso argomento in dettaglio: Endocannabinoidi e Recettori cannabinoidi.
I cannabinoidi si legano a specifici recettori (recettori CB, di tipo 1 e 2) nel sistema cannabinergico, un
sistema legato alla presenza di cannabinoidi endogeni o endocannabinoidi. I recettori CB1 e CB2 sono
distribuiti in maniera molto differente, con i CB1 sostanzialmente concentrati nel sistema nervoso centrale
(talamo e corteccia, ma anche altre strutture) e i CB2 sostanzialmente nelle cellule del sistema immunitario.
Il legame dei cannabinoidi ai recettori CB1 causa un'inibizione presinaptica del rilascio di vari
neurotrasmettitori (in particolare NMDA e glutammato), e una stimolazione delle aree della sostanza grigia
periacqueduttale (PAG) e del midollo rostrale ventromediale (RVM), che a loro volta inibiscono le vie
nervose ascendenti del dolore. A livello del midollo spinale il legame dei cannabinoidi ai recettori CB1 causa
un'inibizione delle fibre afferenti a livello del corno dorsale, e a livello periferico il legame dei cannabinoidi
con i recettori CB1 e CB2 causa una riduzione della secrezione di vari prostanoidi e citochine
proinfiammatorie, la inibizione di PKA e C e del segnale doloroso. Inoltre è stato dimostrato che il THC
interagisce con il sistema endorfinico e in particolare con i recettori oppioidi μ1, causando il rilascio di
dopamina nel nucleus accumbens e generando la tipica sensazione di piacere cannabinoide.
Psicoattivo
Come sostanza psicoattiva vengono usate solo alcune parti, prevalentemente i fiori femminili (marijuana) e
la loro resina (hashish) fumati, inalati o ingeriti. Il principale agente psicoattivo della cannabis è il THC. La
temperatura elevata raggiunta durante la cottura o la combustione provoca la decarbossilazione dell'acido
tetraidrocannabinoico in delta-9 THC, aumentando la quantità assorbita di quest'ultimo.
L'hashish preparato per scopi commerciali contiene un'elevata quantità di sostanze variabili (naturali e non)
allo scopo di aumentarne il peso per trarre maggiore profitto. Le sostanze assunte con l'uso della cannabis
hanno un effetto "dispercettivo" che amplifica le sensazioni, e gli effetti dell'assunzione sono dunque
molteplici. Tra quelli più frequentemente descritti si possono elencare: una sensazione di benessere, ilarità,
maggiore coinvolgimento nelle attività ricreative, alterazione della percezione del tempo e assenza di atti
aggressivi o reazioni violente (al contrario dell'alcool). La generale intensificazione delle sensazioni e delle
emozioni può comprendere anche quelle legate a situazioni o pensieri spiacevoli, normalmente tollerabili o
inconsci e può determinare, in questi casi, stati fortemente ansiosi, atteggiamenti e pensieri paranoici,
limitatamente alla durata dello stato di intossicazione. Uno studio su circa 1.300
pazienti del Maryland non ha rilevato differenze in declino cognitivo fra
consumatori leggeri, consumatori assidui e non-utilizzatori di cannabis[36].
Nel marzo 2007, la rivista scientifica The Lancet ha pubblicato uno studio dal quale
si evince la minore pericolosità della marijuana rispetto ad alcool, tabacco o
benzodiazepine: ricerche confermano questo studio[37]. Non esistono casi
documentati di overdose dovuta all'abuso di questa sostanza, in quanto il THC ha
una tossicità estremamente bassa e i metodi di assunzione più utilizzati non
consentono di assorbirne una quantità così elevata; il rapporto tra la dose letale e
quella necessaria per saturare i recettori è di 1.000:1.[38] Una ricerca del professor
David Nutt dell'Università di Bristol, presidente del comitato britannico che svolge
il ruolo di consulente governativo in materia di droghe, conferma la minore
pericolosità della cannabis rispetto ad alcool e tabacco[39].
In uno studio[40] dell'Università di Oregon (UO), pubblicato nel 2012, i risultati Una pianta femminile
suggeriscono un effetto neurotossico della cannabis sul cervello degli adolescenti e 8 settimane dopo
sottolineano l'importanza della prevenzione e degli sforzi politici rivolti a questi l'inizio della fioritura
ultimi. Gli informatori hanno riferito di aver notato più problemi cognitivi per i
consumatori persistenti di cannabis. La disabilità si è concentrata tra i consumatori
di cannabis ad esordio adolescenziale, con un uso più persistente associato a un maggiore declino.
I ricercatori hanno iniettato una dose quotidiana di THC in topi di laboratorio nei
quali erano stati sviluppati tumori e hanno constatato un processo di
autodistruzione per autofagia delle cellule cancerogene[41]. La somministrazione
di THC, secondo l'équipe responsabile dello studio, guidata dal professor
Guillermo Velasco, ha ridotto di oltre l'80% la crescita dei tumori derivati da Animazione
vari tipi di cellula. tridimensionale di una
molecola di THC.
Un esperimento clinico condotto dall'équipe di Velasco, con iniezioni
intracraniche di THC per 26-30 giorni, su due pazienti colpiti da un tumore
aggressivo al cervello ha mostrato un processo di morte delle cellule tumorali.
Molti altri studi pubblicati su autorevoli riviste scientifiche mostrano come in diverse condizioni di studio
cannabinoidi di diverso tipo siano in grado di ridurre la vitalità di diversi tipi di cellule colpite da cancro
financo ad innescare meccanismi pro-apoptotici, interagendo contro di esse sia in modalità effettrice che
interferente.[42][43][44][45]
Alcuni studi mostrano come le preparazioni vegetali mostrino per molti versi maggiore efficacia rispetto alle
molecole isolate.[46]
Altri studi mostrano come in diversi casi l'effetto antitumorale possa variare a seconda dei cannabinoidi usati
e delle concentrazioni eventualmente raggiunte nell'ambiente che circonda le cellule
tumorali.[47][48][49][50][51][52]
I primi studi scientifici nei quali si è potuto osservare con sufficiente confidenza tali caratteristiche
anticancerogene risalgono al 1975.[53]
Effetti palliativi
Fino agli anni settanta nella medicina popolare alcuni preparati erano utilizzati per gli effetti palliativi sotto
citati.
Usi
Prima dell'avvento del proibizionismo della cannabis le diverse varietà della canapa erano coltivate in tutto il
mondo fin dall'antichità, e utilizzate in vari e numerosissimi campi: il fusto costituiva la materia prima per la
produzione di carta[54], fibre tessili in genere (corde, abbigliamento, ecc.), fibre plastiche, e concimi naturali;
nella medicina umana e veterinaria le foglie e soprattutto i fiori erano molto utilizzati per vari scopi fra i
quali, ad esempio, l'uso antinfiammatorio e sostituivano in quel periodo molti dei farmaci presenti oggi sul
mercato. Con la canapa si possono produrre anche cosmetici come creme, shampoo e saponi.
I cannabinoidi presenti sulla superficie della pianta hanno anche mostrato in laboratorio[55] di essere dei
potenti antibatterici attivi contro diversi ceppi di Staffilococco Aureo resistente alla meticillina.
Uso industriale
Lo stesso argomento in dettaglio: Chemiurgia.
Ulteriori utilizzi prima della proibizione sono stati fatti nella creazione di una delle prime automobili
prodotte in serie (la Ford T del 1923), un prototipo, detto Hemp Body Car, composto per più del 60% di
materiali derivati dalla canapa. Perfino le case erano costruite in buona parte con prodotti derivati dalla
cannabis (vernici, colle, mattoni, rivestimenti).
I semi sono molto ricchi di acidi linoleici, vitamine e amminoacidi essenziali, e costituiscono un alimento
completo; sono usati anche per la spremitura di un olio, l'olio di semi di canapa, che ha un uso alimentare,
ma è valido anche come combustibile.
Con la proibizione della canapa il maggior uso della pianta nei paesi occidentali si è ridotto a quello
ricreativo. Alcune varietà della pianta presentano infatti un'elevata percentuale di THCA, il cannabinoide
non psicoattivo costituente gran parte del sistema immunitario della pianta il quale, se ingerito e/o sottoposto
ad alte temperature degrada per decarbossilazione nel THC (psicoattivo). I cannabinoidi sono sostanze
chimiche di origine naturale, biochimicamente classificati come terpenofenoli. Sono composti accomunati
dalla capacità di interagire con i recettori cannabinoidi del corpo umano e degli altri animali.
I semi di canapa costituivano un ingrediente tradizionale di molte cucine orientali (ad esempio in Nepal) e di
alcune zone della Russia, che li impiegavano in una sorta di farinata, tipicamente nei periodi di carestia. Il
seme di canapa infatti fornisce all'uomo un altissimo nutrimento, tanto che poche fonti vegetali possono
competere con il suo valore nutrizionale.[56] La farina
ricavata dalla macinazione del seme della canapa può
essere usata anche per fare una pasta in tutto simile a
quella di grano tenero, ma dal colore più scuro.
Gli estratti di semi di canapa, come quelli di soia, possono essere insaporiti per avere il gusto di pollo, di
carne di manzo, o di maiale, e possono essere usati per produrre una sorta di tofu, panna o margarina, a un
costo inferiore di quello dei fagioli di soia. La germinazione di qualsiasi seme aumenta il suo valore
nutrizionale, e anche il seme di canapa può essere maltato e usato come ogni altro nelle insalate o nelle
ricette. Dai semi è possibile ricavarne il latte (con sapore simile alla nocciola) come i fagioli di soia. Possono
infine essere macinati e usati come farina, oppure cotti, addolciti e mescolati con il latte per farne una
nutriente colazione, simile alle creme di avena o di grano. Questo tipo di farinata è nota come gruel, cioè
quasi una farinata d'avena.
Fornitore di olio
Lo stesso argomento in dettaglio: Olio di semi di canapa e Olio essenziale di fiori di canapa.
I semi contengono oltre a proteine e carboidrati - circa 30% - un olio molto ricco di acidi linolenici senza
alcun effetto psicoattivo. L'olio ha un gusto fortemente linolico e viene ancora usato come olio speziato. È
anche diffuso in molti prodotti cosmetici. Il sottoprodotto dei semi pressati per estrarre l'olio è un
agglomerato altamente proteico. Questo agglomerato è stato uno dei principali mangimi per animali fino al
secolo scorso[60]. Il seme di canapa può fornire una dieta quasi completa per tutti gli animali addomesticati
(cani e gatti), per molti animali da fattoria e il pollame, e permette il raggiungimento del loro massimo peso
con un costo inferiore a quello dei mangimi impiegati. E senza bisogno di usare steroidi per la crescita
artificiale e altri farmaci potenzialmente tossici.[61][62]
L'olio estratto dalla cannabis può essere utilizzato in alcuni tipi di motore, in particolare come biodiesel.
Nel 1937 Henry Ford creò la Hemp Body Car, in gran parte realizzata in canapa e alimentata a etanolo di
canapa. Ford morì sei anni dopo e, nel 1955, la coltivazione della canapa venne proibita negli Usa, dunque la
vettura non entrò mai in produzione.
Molti ritengono che la proclamazione di leggi proibizionistiche nei confronti della cannabis negli Stati Uniti
prima della seconda guerra mondiale sia stata anche legata alla concorrenza tra la nascente industria chimico
petrolifera e la possibilità di usare l'olio di questa pianta come combustibile[63]. Questo è dimostrato anche
dalla riduzione dei prezzi del petrolio al 50% operata proprio per fare concorrenza all'olio combustibile
naturale, prezzo su cui si sono innestati i vari rialzi che hanno portato all'odierna offerta.[64]
L'utilizzo della canapa nel settore automobilistico fu ripreso dalla casa inglese Lotus negli anni del 2000.[65]
Etanolo di canapa
L'etanolo di canapa viene ricavato dal fusto della pianta fatto fermentare.[66][67]
In questa chiave, la Cannabis varietas sativa è una pianta alta fino a oltre i 2 metri e stretta, gambo fibroso,
con foglie dalle dita sottili, tipica di ambienti caldi come il Sudafrica, la Thailandia, lo Sri Lanka, l'America
centro-meridionale, eccetera; la Cannabis varietas indica è invece una variante acclimatata ai rigidi ambienti
di montagna come l'Himalaya, l'Afghanistan, il Pakistan (specie bassa, tozza, gambo più legnoso, a forma di
cespuglio, con foglie dalle dita molto grosse e contenuto di THC accentuato), mentre la Cannabis varietas
ruderalis infine è una variante che si è adattata ai lunghi e rigidi inverni russi. Da questo, la sua caratteristica
specifica di uno scarso fotoperiodismo ovvero il non dipendere dal numero di ore di luce giornaliero, per
andare in fioritura (varietà autofiorente)[74] come fanno invece la Cannabis sativa e indica, che sono piante
annuali e che hanno bisogno di percepire l'arrivo dell'inverno e la conseguente riduzione di ore solari per
fiorire.
Ibridare due piante di varietà differenti e riuscire a stabilizzare la nuova varietà (permettere cioè che i
caratteri dominanti e recessivi si mantengano poi inalterati ai discendenti se l'esemplare è accoppiato con
uno della medesima varietà) consente di selezionare le caratteristiche preferite e dar luogo a innumerevoli
varianti, diversissime per aspetto, proprietà organolettiche e psicotrope. Nei Paesi Bassi, dove l'industria
della cannabis è in qualche misura tollerata, esistono infatti svariate aziende che offrono in vendita semi
(legali anche in Italia in quanto non contenenti THC) di varietà differenti, ognuna con le proprie
caratteristiche specifiche e il proprio corredo genetico. In genere le varietà 100% indica o 100% sativa sono
sottospecie già presenti in natura come la Durban Poison e la Thai (piante di sativa) o la Ganja indiana e le
varietà afghane (piante di indica). Alcune imprese, in genere definite "banche semi", sono ad esempio "Sensi
Seed", "Greenhouse", "Dutch Passion", "Mr. Nice", "DNA Genetics", "Serious Seeds", "Ministry of
Cannabis", "Goodfellas Seeds" e "Homegrown Fantaseeds".
Alcuni degli incroci più apprezzati prodotti da queste seed bank sono ad esempio "Skunk", "White widow",
"Northern Lights", "Roxy", "Cheese", "AK-47", "Orange Bud", "Silver Haze", "G-13", "Hash Plant", "Jack
Herer"[78].
Va infine notato che l'erba più pregiata è sprovvista di semi (sinsemilla) in quanto non viene fatta
impollinare dal maschio: la produzione di semi infatti priverebbe la pianta di energie e nutrienti necessari
invece, ai fini del raccolto, per creare un maggiore quantitativo di resina[79]. La marijuana comune che si
trova in genere sul mercato è invece un'erba povera in THC e contenente di solito semi, coltivata senza cure
botaniche particolari allo scopo di essere messa in commercio il prima possibile: gli incroci controllati di cui
sopra vengono al contrario ibridati e coltivati generalmente da amatori o professionisti, i quali fanno
impollinare solo le piante dalle quali vogliano poi ricavare ulteriori semi.
Parassiti
I principali parassiti della cannabis sono il ragnetto rosso, i tripidi, gli afidi e gli aleurodidi.
Il ragnetto rosso è un piccolo acaro che vive solitamente sulla lamina inferiore delle foglie, dove depone le
sue uova e può arrivare a formare colonie molto numerose.
Gli aleurodidi, chiamati comunemente mosche bianche, secernono con il movimento delle ali una finissima
polvere bianca che si può notare scuotendo la pianta. Le deiezioni delle larve tendono a coprire la lamina
inferiore delle foglie, su cui vivono, facendo sì che esse assumano un aspetto lucido e colloso[80].
Eventi e manifestazioni
Dal 1987 una volta l'anno, la terza settimana di novembre,
la rivista statunitense High Times organizza nei Paesi Bassi
la Cannabis Cup.
Dal 2004 la rivista olandese Highlife organizza anch'essa
una competizione che si svolge annualmente in una città
dei Paesi Bassi. La manifestazione fa tappa anche a
Barcellona. L'evento, che prende il nome Highlife BCN,[81]
ha toccato nel 2007 la quota di 18.000 visitatori.
Anche in Italia dal 2006 al Palanord di Bologna agli inizi di
giugno si svolge Cannabis Tipo Forte, fiera internazionale La Million Marijuana March di
della canapa medica e industriale. Madrid
Dal 1999, il primo sabato di maggio è organizzata una
manifestazione in contemporanea in diverse città del
mondo (più di 200) per la legalizzazione della marijuana chiamata Million Marijuana March.
Dal 2001 CannaTrade.ch è la fiera internazionale della canapa che si tiene annualmente in
Svizzera. Dalla piccola fiera locale negli scorsi anni si è trasformata in un evento di rilevanza
mondiale, incontro privilegiato del settore mondiale della canapa.
Dal 2003, il terzo venerdì di marzo, si svolge una volta all'anno lo "Spannabis" a Barcellona,
una fiera dedicata interamente agli usi medici, industriali e ricreativi della cannabis e dei suoi
derivati. "Spannabis" ospita oltre 100 espositori ogni anno provenienti da ogni parte del mondo
e accoglie in media 10.000 visitatori all'anno.
Riferimenti normativi
Decreto ministeriale 4 novembre 2019 (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/01/15/20A00
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Voci correlate
Bhang
Storia della cannabis
Cannabis sativa
Cannabis indica
Cannabis light
Cannabis ruderalis
Uso medico della cannabis
Droga leggera
Diffusione delle droghe nell'Unione europea
Effetti della cannabis sulla salute
Latte di canapa
Plastica di canapa
Teoria del passaggio
Teoria del 16 percento
The Emperor Wears No Clothes
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