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DOMENICA
DELLE PALME B
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Domenica delle palme B
Lodea te o Cristo Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo
Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome Fil 2,8-9
VANGELO: MC 14,1-15,47
Passione di nostro Signore Gesù Cristo Pássio Dómini nostri Iesu Christi
secondo Marco secúndum Marcum
M Q
ancavano1 C due giorni uærebant1 quomodo Iesum
alla Pasqua e agli Àzzimi, dolo tenerent et occiderent. E
e i capi dei sacerdoti e gli rat Pascha et Azyma post
scribi cercavano il modo di cattura- bíduum. Et quærébant summi sa-
re Gesù con un inganno per farlo cerdótes et scribæ, quómodo Iesum
morire. 2Dicevano infatti: A «Non dolo tenérent et occíderent;
durante la festa, perché non vi sia 2dicébant enim: S «Non in die festo,
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Domenica delle palme B
VANGELO: MC 14,1-15,47
Ἦν δὲ τὸ πάσχα καὶ τὰ ἄζυμα μετὰ δύο 1Mancavano due giorni: il computo è iniziato in
ἡμέρας. καὶ ἐζήτουν οἱ ἀρχιερεῖς καὶ οἱ 11,11 e in: 11,12-19; 11,20; 14,1-11; 14,12-14; 15,1-
47; 16,1; 16,2. Qui siamo nel 4° giorno, la festa è il
γραμματεῖς πῶς αὐτὸν ἐν δόλῳ giorno prima del Sabato (15,1-47), che inizia in
κρατήσαντες ἀποκτείνωσιν· 14,2ἔλεγον 16,1. In 16,2 abbiamo l’ottavo giorno, la resurre-
γάρ· μὴ ἐν τῇ ἑορτῇ, μήποτε ἔσται zione. Pasqua: nella BG Es 12,1-2.11.23.39+; 13,2+;
Dt 16,1-8; Lv 23,5-8; Nm 28,16-25. Azzimi: Nella
θόρυβος τοῦ λαοῦ. 14,3Καὶ ὄντος αὐτοῦ ἐν BG Es 23,14+; Gs 5,11+; 2 Re 23,21-23; 1Cor 5,7-8.
Βηθανίᾳ ἐν τῇ οἰκίᾳ Σίμωνος τοῦ λεπροῦ, Inganno: Sal 10,7; 35,20; 52,2; Dn 8,25; Mt 24,4-5.
κατακειμένου αὐτοῦ ἦλθεν γυνὴ ἔχουσα Farlo morire: Mc 8,31; 9,31; 10,34; 12,7-8.
3Ap 12,1; Vasetto di alabastro: Lc 7,37; Profumo:
ἀλάβαστρον μύρου νάρδου πιστικῆς lett. muron, associato all’amore (Ct 1,3-4) segno
πολυτελοῦς, συντρίψασα τὴν ἀλάβαστρον di festa (Is 25,7; Am 6,6; Sap 2,7), usato per l’un-
κατέχεεν αὐτοῦ τῆς κεφαλῆς. 14,4ἦσαν δέ zione (Es 30,25; Sal 133,2) e per la sepoltura (2Cr
16,4; Lc 23,56). Nardo: Ct 1,12; 4,13-14.
τινες ἀγανακτοῦντες πρὸς ἑαυτούς· εἰς τί 4Spreco: attaccamento ai beni, Mal 1,13; Fil 3,19;
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come sta scritto di lui; ma guai a im, qui intíngit mecum in catíno.
quell’uomo, dal quale il Figlio Nam Fílius quidem hóminis vadit,
dell’uomo viene tradito! Meglio per sicut scriptum est de eo. 21Væ
quell’uomo se non fosse mai nato!». autem hómini illi, per quem Fílius
C 22E, mentre mangiavano, prese il hóminis tráditur! Bonum est ei, si
pane e recitò la benedizione, lo non esset natus homo ille». Hoc est
spezzò e lo diede loro, dicendo: ✠ Corpus meum. Hic est Sanguis
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τῇ βασιλείᾳ τοῦ θεοῦ. 14,26Καὶ ὑμνήσαντες Cf. Sal 47,6-7; At 16,25; Col 3,16; Gc 5,13.
27Lc 22,31s; Gv 16,1.32. Scandalizzati: Is 8,14; Mt
ἐξῆλθον εἰς τὸ ὄρος τῶν ἐλαιῶν. 14,27καὶ 16,23; 18,8; Mc 4,17; Lc 7,23; Rm 9,33; 1Cor 1,23;
λέγει αὐτοῖς ὁ Ἰησοῦς ὅτι πάντες Gal 5,11; 1Pt 2,8. Percuoterò: Gen 32,26; Is 53,4-10;
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fino al giorno in cui lo berrò nuovo, meus novi testaménti, qui pro mul-
nel regno di Dio». C 26Dopo aver tis effúnditur. 25Amen dico vobis:
cantato l’inno, uscirono verso il Iam non bibam de genímine vitis
monte degli Ulivi. 27Gesù disse loro: usque in diem illum, cum illud
✠ «Tutti rimarrete scandalizzati, bibam novum in regno Dei». Prius
perché sta scritto: “Percuoterò il pa- quam bis gallus vocem dederit ter
store e le pecore saranno disperse”. me es negaturus. C 26Et hymno dic-
28Ma, dopo che sarò risorto, vi pre- to, exiérunt in montem Olivárum.
cederò in Galilea». C 29Pietro gli dis- 27Et ait eis Iesus: ✠ «Omnes scan-
ciò che voglio io, ma ciò che vuoi procidébat super terram et orábat,
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σκανδαλισθήσεσθε, ὅτι γέγραπται· At 2,23. Pastore: Nella BG: Ez 34,1+; cf. Is 40,11;
Gv 10,11-18; Eb 13,20; 1Pt 5,4. Disperse: Mt 18,12;
πατάξω τὸν ποιμένα, καὶ τὰ πρόβατα Lc 12,32; Gv 18,9.
διασκορπισθήσονται. 14,28ἀλλὰ μετὰ τὸ 28Risorto: nella BG At 2,36+; Rm 1,4+. Galilea: Is
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tu». C 37Poi venne, li trovò addor- ut, si fíeri posset, transíret ab eo ho-
mentati e disse a Pietro: ✠ «Simone, ra, 36et dicébat: ✠ «Abba, Pater!
dormi? Non sei riuscito a vegliare Omnia tibi possibília sunt. Transfer
una sola ora? 38Vegliate e pregate cálicem hunc a me; sed non quod
per non entrare in tentazione. Lo ego volo, sed quod tu». C 37Et venit
spirito è pronto, ma la carne è debo- et invénit eos dormiéntes et ait Pet-
le». C 39Si allontanò di nuovo e pre- ro: ✠ «Simon, dormis? Non potuísti
gò dicendo le stesse parole. 40Poi una hora vigiláre? 38Vigiláte et orá-
venne di nuovo e li trovò addor- te, ut non intrétis in tentatiónem;
mentati, perché i loro occhi si erano spíritus quidem promptus, caro
fatti pesanti, e non sapevano che vero infírma». C 39Et íterum ábiens
cosa rispondergli. 41Venne per la orávit, eúndem sermónem dicens.
terza volta e disse loro: ✠ «Dormite 40Et véniens dénuo invénit eos dor-
disse loro: ✠ «Come se fossi un bri- tenuérunt eum. 47Unus autem quid-
gante siete venuti a prendermi con am de circumstántibus edúcens
spade e bastoni. 49Ogni giorno ero gládium percússit servum summi
in mezzo a voi nel tempio a inse- sacerdótis et amputávit illi aurícu-
gnare, e non mi avete arrestato. Si lam. 48Et respóndens Iesus ait illis:
compiano dunque le Scritture!». C ✠ «Tamquam ad latrónem exístis
50Allora tutti lo abbandonarono e cum gládiis et lignis comprehénde-
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fuggirono. 51Lo seguiva però un ra- re me? 49Cotídie eram apud vos in
gazzo, che aveva addosso soltanto templo docens et non me tenuístis;
un lenzuolo, e lo afferrarono. 52Ma sed ut adimpleántur Scriptúræ». C
egli, lasciato cadere il lenzuolo, fug- 50 Et relinquéntes eum omnes
gì via nudo. 53Condussero Gesù dal fugérunt. 51Et aduléscens quidam
sommo sacerdote, e là si riunirono sequebátur eum amíctus síndone
tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani super nudo, et tenent eum; 52at ille,
e gli scribi. 54Pietro lo aveva seguito reiécta síndone, nudus profúgit. 53Et
da lontano, fin dentro il cortile del adduxérunt Iesum ad summum sac-
palazzo del sommo sacerdote, e se erdótem, et convéniunt omnes sum-
ne stava seduto tra i servi, scaldan- mi sacerdótes et senióres et scribæ.
dosi al fuoco. 55I capi dei sacerdoti e 54Et Petrus a longe secútus est eum
tutto il sinedrio cercavano una testi- usque intro in átrium summi sacer-
monianza contro Gesù per metterlo dótis et sedébat cum minístris et
a morte, ma non la trovavano. calefaciébat se ad ignem. 55Summi
56Molti infatti testimoniavano il fal- vero sacerdótes et omne concílium
so contro di lui e le loro testimo- quærébant advérsus Iesum tes-
nianze non erano concordi. 57Alcuni timónium, ut eum morte affícerent,
si alzarono a testimoniare il falso nec inveniébant. 56Multi enim tes-
contro di lui, dicendo: A 58«Lo ab- timónium falsum dicébant advérsus
biamo udito mentre diceva: “Io di- eum, et conveniéntia testimónia non
struggerò questo tempio, fatto da erat. 57Et quidam surgéntes falsum
mani d’uomo, e in tre giorni ne co- testimónium ferébant advérsus eum
struirò un altro, non fatto da mani dicéntes: S 58«Nos audívimus eum
d’uomo”». C 59Ma nemmeno così la dicéntem: “Ego dissólvam templum
loro testimonianza era concorde. 60Il hoc manu factum et intra tríduum
sommo sacerdote, alzatosi in mezzo áliud non manu factum
all’assemblea, interrogò Gesù dicen- ædificábo”». C 59Et ne ita quidem
do: A «Non rispondi nulla? Che co- convéniens erat testimónium il-
sa testimoniano costoro contro di lórum. 60Et exsúrgens summus sa-
te?». C 61Ma egli taceva e non ri- cérdos in médium interrogávit Ie-
spondeva nulla. Di nuovo il sommo sum dicens: S «Non respóndes
sacerdote lo interrogò dicendogli: A quidquam ad ea, quæ isti testántur
«Sei tu il Cristo, il Figlio del Bene- advérsum te?». C 61Ille autem ta-
detto?». C Gesù rispose: ✠ 62«Io lo cébat et nihil respóndit. Rursum
sono! E vedrete il Figlio dell’uomo summus sacérdos interrogábat eum
seduto alla destra della Potenza e et dicit ei: S «Tu es Christus fílius
venire con le nubi del cielo». Benedícti?». C Iesus autem dixit: ✠
C 63Allora il sommo sacerdote, 62«Ego sum, et vidébitis Fílium
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to. 15,1E subito, [al mattino, i capi dei recordátus est Petrus verbi, sicut
sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e díxerat ei Iesus: «Priúsquam gallus
tutto il sinedrio, dopo aver tenuto cantet bis, ter me negábis». Et cœpit
consiglio, misero in catene Gesù, lo flere. 15,1Et conféstim mane consíl-
portarono via e lo consegnarono a ium faciéntes summi sacerdótes
Pilato. 15,2Pilato gli domandò: A «Tu cum senióribus et scribis, id est uni-
sei il re dei Giudei?». C Ed egli ri- vérsum concílium, vinciéntes Iesum
spose: ✠ «Tu lo dici». C 15,3I capi dei duxérunt et tradidérunt Piláto. 15,2Et
sacerdoti lo accusavano di molte interrogávit eum Pilátus: S «Tu es
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a chiedere ciò che egli era solito bas, vinctus cum seditiósis, qui in
concedere. 15,9Pilato rispose loro: A seditióne fécerant homicídium.
«Volete che io rimetta in libertà per 15,8Et cum ascendísset turba, cœpit
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so. 15,25Erano le nove del mattino cifixérunt eum. 15,26Et erat títulus
quando lo crocifissero. 15,26La scritta causæ eius inscríptus: «Rex Iu-
con il motivo della sua condanna dæórum». 15,27Et cum eo crucifígunt
diceva: «Il re dei Giudei». 15,27Con duos latrónes, unum a dextris et
lui crocifissero anche due ladroni, álium a sinístris eius. [15,28] 15,29Et
uno a destra e uno alla sua sinistra. prætereúntes blasphemábant eum
[15,28] 15,29Quelli che passavano di là movéntes cápita sua et dicéntes: S
lo insultavano, scuotendo il capo e 15,30«Vah, qui déstruit templum et in
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terra fino alle tre del pomeriggio. in horam nonam. 15,34Et hora nona
15,34Alle tre, Gesù gridò a gran voce: exclamávit Iesus voce magna: ✠
✠ «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», C «Heloi, Heloi, lema sabactháni?», C
che significa: ✠ «Dio mio, Dio mio, quod est interpretátum: ✠ «Deus
perché mi hai abbandonato?». C meus, Deus meus, ut quid dere-
15,35Udendo questo, alcuni dei pre- liquísti me?». C 15,35Et quidam de
senti dicevano: A «Ecco, chiama circumstántibus audiéntes dicébant:
Elia!». C 15,36Uno corse a inzuppare S «Ecce Elíam vocat». C 15,36Currens
di aceto una spugna, la fissò su una autem unus et implens spóngiam
canna e gli dava da bere, dicendo: A acéto circumponénsque cálamo po-
«Aspettate, vediamo se viene Elia a tum dabat ei dicens: S «Sínite,
farlo scendere». C 15,38Ma Gesù, videámus, si véniat Elías ad de-
dando un forte grido, spirò. ponéndum eum». C 15,38 Iesus
(Qui si genuflette e si fa una breve pau- autem, emíssa voce magna, exspirá-
sa) Il velo del tempio si squarciò in vit. Hic genuflectitur, et pausatur
due, da cima a fondo. 15,39Il centu- aliquantulum. Et velum templi scis-
rione, che si trovava di fronte a lui, sum est in duo a sursum usque
avendolo visto spirare in quel mo- de ór sum. 1 5 , 3 9 Videns aut em
do, disse: A «Davvero quest’uomo centúrio, qui ex advérso stabat, quia
era Figlio di Dio!».] C 15,40Vi erano sic clamans exspirásset, ait: S. «Vere
anche alcune donne, che osservava- homo hic Fílius Dei erat». C
no da lontano, tra le quali Maria di 15,40Erant autem et mulíeres de
che erano salite con lui a Gerusa- quebántur eum et ministrábant ei,
lemme. 15,42Venuta ormai la sera, et áliæ multæ, quæ simul cum eo
poiché era la Parascève, cioè la vigi- ascénderant Hierosólymam. Advol-
lia del sabato, 15,43Giuseppe d’Ari- vit Ioseph lapidem ad ostium mon-
matèa, membro autorevole del sine- umenti. 15,42Et cum iam sero esset
drio, che aspettava anch’egli il re- factum, quia erat Parascéve, quod
gno di Dio, con coraggio andò da est ante sábbatum, 15,43venit Ioseph
Pilato e chiese il corpo di Gesù. ab Arimathǽa nóbilis decúrio,qui et
15,44Pilato si meravigliò che fosse già ipse erat exspéctans regnum Dei, et
morto e, chiamato il centurione, gli audácter introívit ad Pilátum et pé-
domandò se era morto da tempo. tiit corpus Iesu. 15,44Pilátus autem
15,45Informato dal centurione, con- mirátus est si iam obísset, et, ac-
cesse la salma a Giuseppe. 15,46Egli cersíto centurióne, interrogávit eum
allora, comprato un lenzuolo, lo de- si iam mórtuus esset. 15,45Et, cum
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15,44
ὁ δὲ Πιλᾶτος ἐθαύμασεν εἰ ἤδη
τέθνηκεν καὶ προσκαλεσάμενος τὸν
κεντυρίωνα ἐπηρώτησεν αὐτὸν εἰ πάλαι
ἀπέθανεν· 15,45 καὶ γνοὺς ἀπὸ τοῦ
κεντυρίωνος ἐδωρήσατο τὸ πτῶμα τῷ
Ἰωσήφ. 15,46 Καὶ ἀγοράσας σινδόνα 46Sepolcro: Gen 23,6.11; Is 22,16; 53,9. Masso: Mc
καθελὼν αὐτὸν ἐνείλησεν τῇ σινδόνι καὶ 16,4.
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1° LETTURA: IS 50,4-7
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli Faciem meam non averti ab increpationi-
sputi, sapendo di non restare confuso bus, sed scio quoniam non confundar
I D
l Signore Dio4 mi ha dato una óminus Deus4 dedit mihi
lingua da discepolo, perché io linguam erudítam, ut
sappia indirizzare una parola sciam sustentáre eum, qui
allo sfiduciato. Ogni mattina fa at- lassus est, verbo; éxcitat mane, ma-
tento il mio orecchio perché io ne éxcitat mihi aurem, ut áudiam
ascolti come i discepoli. 5Il Signore quasi discípulus. 5Dóminus Deus
Dio mi ha aperto l’orecchio e io non apéruit mihi aurem; ego autem non
ho opposto resistenza, non mi sono rebellávi, retrórsum non ábii. 6Dor-
tirato indietro. 6Ho presentato il sum meum dedi percutiéntibus et
mio dorso ai flagellatori, le mie genas meas velléntibus: fáciem
guance a coloro che mi strappavano meam non avérti ab increpatiónibus
la barba; non ho sottratto la faccia et sputis. 7Dóminus Deus auxiliátor
agli insulti e agli sputi. 7Il Signore meus; ídeo non sum confúsus, ídeo
Dio mi assiste, per questo non resto pósui fáciem meam ut petram
svergognato, per questo rendo la duríssimam et scio quóniam non
mia faccia dura come pietra, sapen- confúndar.
do di non restare confuso.
SALMO: SAL 22 (21)
Mio Dio, mio Dio, Deus, Deus meus,
perché mi hai abbandonato? quare me dereliquísti?
S O
i fanno beffe di me quelli che mnes vidéntes me
mi vedono8, storcono le derisérunt me ; torquéntes
8
1° LETTURA: IS 50,4-7
ֹ֭ ָּכ8
ל־ר ַאי יַ ְל ִ֣עגּו ִ֑לי יַ ְפ ִ֥טירּו ְְ֜ב ָּש ָ֗ ָּפה יָּ ִ֥ניעּו ֹֽראׁש׃ 8
πάντες οἱ θεωροῦντές με ἐξεμυκτήρισάν
ָּ ְ ִ֣גל ֶאל־י9
הוִ֣ה יְ ַפ ְל ִ֑טהּו ְַ֜יצ ָ֗ילהּו ִּ֨כי ָּ ִ֥ח ֹֽפץ ֹֽבֹו׃ με ἐλάλησαν ἐν χείλεσιν ἐκίνησαν
κεφαλήν 9ἤλπισεν ἐπὶ κύριον ῥυσάσθω
αὐτόν σωσάτω αὐτόν ὅτι θέλει αὐτόν.
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voi suoi fedeli, gli dia gloria tutta la eum, univérsum semen Iacob,
discendenza di Giacobbe, lo tema glorificáte eum. Métuat eum omne
tutta la discendenza d’Israele. semen Israel.
2° LETTURA: FIL 2,6-11
Cristo umiliò se stesso, Humiliavit semetipsum:
per questo Dio lo esaltò propter quod et Deus exaltavit illum
C C
risto Gesù, 6pur essendo hristus Iesus, 6cum in forma
nella condizione di Dio, non Dei esset, non rapínam arbi-
ritenne un privilegio l’esse- trátus est esse se æquálem
re come Dio, 7ma svuotò se stesso Deo, sed semetípsum exinanívit
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79 19
גֹורל׃
ֹֽ ָּ בּוׁשי יַ ִ֥פילּו
ָ֗ ל־ל
ְ ְ֜ יְ ַח ְל ִ֣קּו ְבגָּ ַ ִ֣די ָּל ֶ ִ֑הם וְ ַע διεμερίσαντο τὰ ἱμάτιά μου ἑαυτοῖς καὶ
לּותי ְל ֶעזְ ָּ ִ֥רתי
ָ֗ ָּוְ ַא ָּ ִ֣תה ְיֹ֭הוָּ ה ַאל־ת ְר ָּ ִ֑חק ְ֜אי 02 ἐπὶ τὸν ἱματισμόν μου ἔβαλον κλῆρον
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σὺ δέ κύριε μὴ μακρύνῃς τὴν βοήθειάν
ּוׁשה׃
ָּ ֹֽח
μου εἰς τὴν ἀντίλημψίν μου πρόσχες
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ֲא ַס ְפ ָּ ִ֣רה ׁש ְמךִ֣ ְל ֶא ָּ ִ֑חי ְב ֵ֖תֹוְך ָּק ָּ ִ֣הל ֲא ַה ְל ֶ ֹֽלךָּ ׃02 διηγήσομαι τὸ ὄνομά σου τοῖς ἀδελφοῖς
ל־ז ֶַ֣רע יַ ֲע ִ֣קב ַכ ְב ִ֑דּוהּו
ִ֣ ֶ הוה׀ ַ ֹֽה ְל ָ֗לּוהּו ָּכ
ָּ ֙ ְי ְר ָ֤אי י 04 μου ἐν μέσῳ ἐκκλησίας ὑμνήσω σε 24οἱ
φοβούμενοι κύριον αἰνέσατε αὐτόν ἅπαν
ל־ז ֶַ֣רע י ְש ָּר ֹֽאל׃
ִ֥ ֶ וְ גִ֥ ּורּו ְ֜מ ֶָּ֗מּנּו ָּכ
τὸ σπέρμα Ιακωβ δοξάσατε αὐτόν
φοβηθήτωσαν αὐτὸν ἅπαν τὸ σπέρμα
Ισραηλ.
2° LETTURA: FIL 2,6-11
εὑρεθεὶς ὡς ἄνθρωπος 8ἐταπείνωσεν ἑαυτὸν γενόμενος 8 Sal 40,8-9; Pr 15,33; Sir 2,17;
ὑπήκοος μέχρι θανάτου, θανάτου δὲ σταυροῦ. 9διὸ καὶ ὁ Is 50,5-6; Mt 26,39; Lc 14,11;
Rm 5,19; Eb 2,9; 5,8; 12,2
θεὸς αὐτὸν ὑπερύψωσεν καὶ ἐχαρίσατο αὐτῷ τὸ ὄνομα τὸ 9 Is 52,13; Mt 28,28; At 2,33;
ὑπὲρ πᾶν ὄνομα, 10ἵνα ἐν τῷ ὀνόματι Ἰησοῦ πᾶν γόνυ Rm 14,9; Ef 1,21; Eb 1,4;
2Pt 1,17
κάμψῃ ἐπουρανίων καὶ ἐπιγείων καὶ καταχθονίων 11καὶ 10 Is 45,23; Rm 14,11; Ef 4,10;
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Terza lettura
Dal «Commento sul profeta Isaia» di san Cirillo di Alessandria, vescovo
Ecco il Re giusto
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concisione ciò che gli altri evangelisti raccontano con ricchezza di particola-
ri (cf. Mt 21,1-16; Mc 11,1-11; Lc 19,29-48). Giovanni conferma questo fatto
con una testimonianza profetica, per sottolineare che i maligni capi dei Giu-
dei non comprendevano che in lui si adempivano le profezie da essi cono-
sciute: Gesù trovato un asinello, vi montò sopra, secondo quel che è scritto: Non
temere, figlia di Sion: ecco, il tuo re viene, seduto su di un puledro d'asina (Gv
12,14-15; Zach 9,9). Fra quel popolo c'era la figlia di Sion (Sion è lo stesso di
Gerusalemme); ripeto: in mezzo a quel popolo, cieco e riprovato, c'era tutta-
via la figlia di Sion alla quale erano rivolte le parole: Non temere, figlia di
Sion: ecco, il tuo re viene, seduto su di un puledro d'asina. Questa figlia di Sion,
cui era rivolto l'oracolo profetico, era presente in quelle pecore che ascolta-
vano la voce del pastore; era presente in quella moltitudine che con tanta
devozione cantava le lodi del Signore che veniva, e che lo seguiva compatta.
Ad essa il profeta diceva: Non temere, cioè riconosci colui che acclami, e non
temere quando lo vedrai soffrire; perché il suo sangue viene versato per
cancellare il tuo peccato e ridonarti la vita.
[e] Il puledro di asina sul quale nessuno era ancora salito (è un particola-
re che troviamo negli altri evangelisti), simboleggia il popolo dei gentili, che
ancora non avevano ricevuto la legge del Signore. E l'asina (ambedue i giu-
menti furono portati al Signore) simboleggia il suo popolo proveniente dal-
la nazione d'Israele, non certo quella parte che rimase incredula ma quella
che riconobbe il presepe del Signore.
COMMENTO
[a] I rami di palma sono il simbolo della vittoria di Cristo sulla morte, e più in particolare rappresen-
tano la croce, secondo l’iconografia cristiana dei primi secoli. L’“osanna” è interpretato da Agostino
(e dalla liturgia) come un’interiezione, nel senso di un grido di giubilo.
[b] Cristo viene “nel nome” del Padre, nel senso forte che non solo è inviato dal Padre, ma che ne
condivide in pieno la natura divina e quindi lo fa presente; rende presente la divinità in quanto ci ha
creati dal nulla, assume l’umanità per redimerci dal peccato.
[c] Sebbene i capi dei giudei fremano d’invidia quando il popolo acclama Gesù come re d’Israele, la
regalità di Cristo non è per lui un’esaltazione, ma un abbassamento, accettato non per avere un pote-
re sugli uomini, cosa che ha sempre posseduto, e su tutto l’universo, ma per salvarli.
[d] La folla che acclama Cristo sembra tutta uguale, ma in essa c’è una divisione fondamentale, che
attraverso tutta la storia dell’umanità e in particolare la Chiesa terrena: in mezzo ai peccatori che
rinnegheranno Cristo ci sono i veri credenti che si ravvederanno, ossia la “vera figlia di Sion”. La
separazione tra i due gruppi (per Agostino “le due città”) sarà operata esclusivamente dal giudizio
di Dio.
[e] I due asini rappresentano quindi il popolo nascosto e fedele a Dio, proveniente sia dai pagani
(l’asinello che mai era stato cavalcato) e gli israeliti fedeli (l’asina madre).
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[d] E glielo versò sul capo (Mc 14,3). Questa donna che rompe il vasetto di
alabastro e versa il profumo sul suo capo, non è la stessa donna, di cui si
parla in un altro Vangelo, che lavò i piedi del Signore (cf. Lc 7,37). Quella,
che era una prostituta e una peccatrice, abbraccia soltanto i piedi; questa,
quasi santa gli abbraccia il capo. Quella, come prostituta, bagna con le sue
lacrime i piedi del Salvatore e li asciuga con i capelli: sembra che lavi con le
lacrime i piedi del Signore, ma in realtà lava i suoi peccati. I sacerdoti e i fa-
risei non baciano il Signore; invece questa donna gli bacia i piedi. Fate an-
che voi così, voi che state per ricevere il battesimo, poiché tutti siamo sotto
il peccato e nessuno è senza peccato, anche se la sua vita è durata un solo giorno
(Gb 14,4-5) e contro ciascuno dei suoi angeli oppone qualcosa di perverso (ibid.).
Fate anche voi così: dapprima abbracciate i piedi del Salvatore, lavateli con
le lacrime asciugateli con i capelli, e quando avrete fatto questo, innalzatevi
alla sua testa.
COMMENTO
[a] Girolamo si rivolge ai catecumeni, prossimi a ricevere il Battesimo nella notte di Pasqua. La
donna che rompe il vasetto di profumo, permettendo all’odore di spandersi per tutta la casa, rappre-
senta un’anticipazione del mistero pasquale: Cristo, rompendo il vaso del proprio corpo sulla croce,
diffonde il buon profumo della salvezza in tutto il mondo. L’olio, che costituisce l’ingrediente fonda-
mentale del profumo, prefigura l’unzione battesimale, che fa di ogni uomo un “cristo”.
[b] Betania significa “obbedienza”. Si tratta dell’obbedienza del discepolo, che da peccatore che
era (“lebbroso”), ascoltando la Parola di Cristo (il “profumo”) arriva a una nuova vita mediante il
Battesimo; egli conserva però nel soprannome il ricordo della situazione dalla quale il Signore l’ha
tratto.
[c] Il vasetto di profumo rappresenta anche la fede. Se in Israele il vaso era sigillato, cioè la fede
riguardava solo quel popolo, con l’arrivo di Cristo il vaso viene rotto e la fede raggiunge tutti i popo-
li.
[d] Girolamo, diversamente da altri, distingue la donna di Betania dalla prostituta del vangelo di
Luca, che compie un gesto simile, ma con un particolare differente. La prostituta unge i piedi di Ge-
sù e li lava con le lacrime, il che sta a significare il pentimento e il perdono dei peccati, la donna di
Betania unge la testa di Gesù. Le due donne rappresentano due fasi della conversione: la prima fase
consiste nel liberarsi dei peccati che impediscono la vita cristiana, la seconda è caratterizzata da una
relazione “sponsale” con il Signore.
Antonio Grappone
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Domenica delle palme B
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Domenica delle palme B
I*: Le folle degli Ebrei, portando rami Púeri Hebræórum, portántes ramos
d'ulivo, andavano incontro al Signore e olivárum, obviavérunt Dómino, clamán-
acclamavano a gran voce: Osanna tes et dicéntes: Hosánna in excélsis.
nell'alto dei cieli.
II**: Le folle degli Ebrei, lungo la stra- Púeri Hebræórum, portántes ramos
da stendevano i mantelli, e acclamava- olivárum, obviavérunt Dómino, clamán-
no a gran voce: Osanna al Figlio di Da- tes et dicéntes: Hosánna in excélsis.
vide. Benedetto colui che viene nel no-
me del Signore.
III. Inno a Cristo Re
R: A te la gloria e il canto, o Cristo, re- Glória, laus et honor tibi sit, rex Christe
dentore: l’osanna dei fanciulli ti onora, redémptor, cui pueríle decus prompsit
re di Sion Hosánna pium.
Responsorio per l’ingresso in chiesa
R/. Mentre il Cristo entrava nella città R/. Ingrediénte Dómino in sanctam civi-
santa, la folla degli Ebrei, preannun- tátem, Hebræórum púeri, resurrectiónem
ciando la risurrezione del Signore della vitæ pronuntiántes, * Cum ramis
vita, * agitava rami di palma e accla- palmárum: Hosánna, clamábant, in excél-
mava: Osanna nell'alto dei cieli. sis.
V/. Quando fu annunciato che Gesù V/. Cum audísset pópulus, quod Iesus
veniva a Gerusalemme, il popolo uscì veníret Hierosólymam, exiérunt óbviam
per andargli incontro; * agitava rami di ei. * Cum ramis palmárum: Hosánna,
palma e acclamava: Osanna nell'alto clamábant, in excélsis.
dei cieli.
*Questa antifona si può eventual- e quanto contiene”. Salmo 46 (47): Applaudite, popoli
mente alternare con le strofe del **Questa antifona si può eventual- tutti…”..
Salmo 23 (24): Del Signore è la terra mente alternare con le strofe del
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Domenica delle palme B
Eucologia
Antifona d'Ingresso Cf. Gv 12,1.12-13
Sei giorni prima della festa solenne di Ante sex dies sollémnis Paschæ, quando
Pasqua, il Signore entrò in Gerusalem- venit Dóminus in civitátem Ierúsalem,
me. I fanciulli gli andarono incontro occurrérunt ei púeri: et in mánibus
con i rami di palma nelle mani. A gran portábant ramos palmárum et clamábant
voce acclamavano: Osanna nell’alto dei voce magna, dicéntes: Hosánna in excél-
cieli. Benedetto tu che vieni con l’im- sis: Benedíctus, qui venísti in multitúdine
mensa tua misericordia. misericórdiæ tuæ.
Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che hai da- Omnípotens sempitérne Deus, qui hu-
to come modello agli uomini il Cristo máno géneri, ad imitándum humi-
tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo litátis exémplum, Salvatórem nostrum
e umiliato fino alla morte di croce, fa’ carnem súmere, et crucem subíre
che abbiamo sempre presente il grande fecísti, concéde propítius, ut et patién-
insegnamento della sua passione, per tiæ ipsíus habére documénta et resur-
partecipare alla gloria della risurrezio- rectiónis consórtia mereámur.
ne.
Sulle offerte
Dio onnipotente, la passione del tuo Per Unigéniti tui passiónem placátio tua
unico Figlio affretti il giorno del tuo nobis, Dómine, sit propínqua, quam, etsi
perdono; non lo meritiamo per le no- nostris opéribus non merémur, interve-
stre opere, ma l'ottenga dalla tua mise- niénte sacrifício singulári, tua perci-
ricordia questo unico mirabile sacrifi- piámus miseratióne prævénti.
cio.
Antifona alla comunione Mt 26,42
Padremio, se questo calice non può Pater, si non potest hic calix transíre, nisi
passare senza che io lo beva, si compia bibam illum, fiat volúntas tua.
la tua volontà.
Dopo la comunione
O Padre, che ci hai nutriti con i tuoi Sacro múnere satiáti, súpplices te, Dómi-
santi doni, e con la morte del tuo Figlio ne, deprecámur, ut, qui fecísti nos morte
ci fai sperare nei beni in cui crediamo, Fílii tui speráre quod crédimus, fácias
fa' che per la sua risurrezione possia- nos, eódem resurgénte, perveníre quo tén-
mo giungere alla meta della nostra dimus.
Orazione sul popolo
Volgi lo sguardo, o Padre, su questa tua famiglia per la quale il Signore nostro Ge-
sù Cristo non esitò a consegnarsi nelle mani dei malfattori e a subire il supplizio
della croce.
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Prefazio
La Passione del Signore
È veramente cosa buona e giusta […] Vere dignum et iustum est […]
Egli, che era senza peccato, accettò la Qui pati pro ímpiis dignátus est ínno-
passione per noi peccatori e, conse- cens, et pro scelerátis indébite condem-
gnandosi a un’ingiusta condanna, por- nári. Cuius mors delícta nostra detérsit,
tò il peso dei nostri peccati. Con la sua et iustificatiónem nobis resurréctio com-
morte lavò le nostre colpe e con la sua parávit.
risurrezione ci acquistò la salvezza.
E noi, con tutti gli angeli del cielo, […] Unde et nos cum ómnibus Angelis, […]
Antifone
Ant. al Magnificat (Primi Vespri):
Salve, nostro re, figlio di Davide, an- Qui præíbant et qui sequebántur cla-
nunziato dai profeti redentore del mábant: Hosánna! Benedíctus qui venit
mondo. in nómine Dómini! Benedíctum, quod
venit regnum patris nostri David!
Ant. al Benedictus:
Con palme splendenti onoriamo il Si- Ave, Rex noster, fili David, redémptor
gnore che viene; andiamogli incontro mundi, quem prophétæ prædixérunt sal-
con inni e con canti, gridando con vatórem esse ventúrum.
gioia: Benedetto il Signore.
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Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo
Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbia-
mo sempre presente il grande insegnamento della sua passione,
per partecipare alla gloria della risurrezione.
humanam in tempore adsumere, et dell’inizio del V secolo per aver presso Cassiodoro: «Lui che siede
crucem subire pro humani generis conosciuto una larga diffusione: una alla destra del Padre, si è degnato di
salute voluisti» (lib. 1, declaratio 28 (C volta placate la controversia che sopportare la Croce per noi» - «[...]
28), 1-4, CCCM 100, p. 219). avevano suscitato le idee di Pelagio, ille pro nobis crucem subire digna-
2 «[...] filium Dei, Deum et sempiter- non c’era più ragione di molti- tus est, qui sedet ad dexteram Patris
num Deum et Patri coaeternum et plicarne le copie o di inserirlo nelle » (Complexiones in Epist. Apostol.,
aequalem, adduxit de caelis ad ter- raccolte di omelie». Cf. anche Ser- Actus apostol. et Apocalypsim, Ad
ras carnem sumere et mori pro mones novissimi (a F . Dolbeau in cod. Hebraeos 14, PL 70, 1360, 44).
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4«Quæ omnia ab eo ideo facta sunt subire» (lib. IV, 53, 19 [18], Lethiel- 7 «Ubi vera fortitudo, nisi in Christi
humiliter atque patienter ut nos leux, 1957, p. 281). passione? Soli igitur qui eius doctri-
humilitatis ac patientiae haberemus 5 «Exemplum enim humilitatis os- na imbuti sunt, prudentes dicendi
exemplum» (Ep. 3 ad Rogatianum, 2, 2, tendit, quod sequi vel imitari sunt; soli iusti, qui de eius misericor-
CCSL 3B, p. 1 3). Per l’espressione debeamus» (Sermo 15 [De lavatione dia veniam peccatorum consecuti
«humilitatis exemplum», si veda pedum (catechumenorum)], 19, CCSL sunt; soli temperantes, qui eius vit-
anche S. Ambrogio (Expositio evan- 9A, p. 66; SChr 154, Cerf, 1969, p. am imitari student; soli fortes, qui
gelii secundum Lucam, liv. VIII, 729, 249). eius patientiæ documenta fortiter in
CCSL 14, p. 321; Traité sur l'évangile 6«mirandæ patientia edocumenta adversis tenent» (Sermones super
de Luc, tome II, SChr 52, Cerf, 1958, monstravit» (Expositio psalmorum, Ps Cantica Canticorum, Sermo 22, par. 11,
p. 126). Tommaso d’Aquino cita 16, 69, CCSL 97, p. 144). Un altro Bernardi opera, ed. J. Leclercq / C.H.
questa colletta nella Somma contro i punto di contatto con questo autore Talbot / H.M. Rochais, 1957-1968,
Gentili: «Non sembra dunque neces- (si veda n. 5), la cui influenza spir- vol. 1, p. 137; SChr 431, Cerf, 1998, p.
sario che il Verbo di Dio si incarni, o itual fu considerevole, soprattutto 195).
debba subire la morte per dare un grazie al suo commentario sui Salmi. 8 «Consortem crucis Dominum ag-
esempio di umiltà» - «Non igitur ad Per l’impiego dell’espressione, si novit, et regno coelorum credendo
demonstrandum humilitatis exem- veda anche Isidoro di Siviglia vim fecit» (Sermo 285, PL 38, col.
plum necessarium fuit Verbum Dei (Sententiae, lib. 3, 25, sent. 7, CCSL 1294, 6).
aut carnem sumere, aut mortem 111, p. 262).
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Patrick Hala
9 «Erigamur ad eum qui pulverem observantia hoc volverimus operari, dentemente di avere parte alla sua
abiectionis nostræ corpus fecit glo- ut aliquid sentiremus crucis in tem- resurrezione e alla sua ascensione: «
riæ suæ, et ut resurrectionis eius pore dominicae passionis, adniten- Sequitur namque Dominum qui
mereamur esse consortes, humilitati et dum nobis est ut etiam resurrec- imitatur; sequitur Dominum qui
patientiæ ipsius per omnia congrua- tionis Christi inveniamur esse con- quantum fragilitas humana patitur
mus» (Tr. 53 [Item alius de Passione sortes, et de morte ad vitam, dum in ea quae in homine monstravit filius
Domini, feria quarta, 19 mars 441], 57, isto sumus corpore, transea- Dei humilitatis exempla non deserit;
CCSL 138A, p. 315 ; SChr 74, Cerf, mus» (Tr. 71 [Item alius de Passione sequitur qui socius passionum
1961, p. 29). Si veda anche un altro Domini, die sabbati, 3/4 marzo 443], exsistendo ad consortium resurrec-
sermone di S. Leone: «Poiché abbi- 12, CCSL 138A, p. 434; SChr 74, tionis eius et ascensionis pertingere
amo volute lavorare per l’osservan- Cerf, 1961, p. 123). Si ritrovano in un sedulus exoptat» (Homeliarum eu-
za dei quaranta giorni, per sentire testo di Beda due espressioni carat- angelii libri ii, Hom. 17, 33, CCSL 122,
qualcosa della croce durante il tem- teristiche della colletta che sot- p. 120).
po della Passione del Signore, sfor- tolineano che, per l’uomo, non Ambrogio è il solo ad impiegare
ziamoci di essere trovati associate mancano gli esempi di umiltà che il l’espressione «consortia resurrec-
alla risurrezione di Cristo e di Figlio di Dio ha mostrato loro du- tionis» (De Abraham, lib. 1, 3, 20,
passare dalla morte alla vita, mentre rante la sua vita terrestre, e anche CSEL 32/1, p. 5i6; «Les Pères dans la
siamo ancora in questo corpo» - che vivere uniti alle sue sofferenze foi», Migne, 1999, p. 50).
«Cum igitur quadraginta dierum significa seguirlo, desiderando ar-
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