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LA VITA DI GESU’ NARRATA AI

FANCIULLI 
A Don Alceste Grandori perché dal Cielo
benedica questa opera che è Sua e che
continua sulla terra il Suo apostolato tra i
fanciulli
Mio caro, piccolo lettore,
Gesù ti ha amato e ha dato la vita per te, per darti la gioia vera,
quella che non finirà mai. Quando viveva sulla terra, quelli che lo
vedevano, grandi e piccoli, imparavano tante cose dalle vicende
della sua vita e dalle sue parole. Vedendo Lui capivano che Dio è
il Padre che ci ama; capivano che Gesù è il Figlio di questo Padre,
Dio come il Padre, ma che è diventato uomo come noi per
insegnarci ad amare il Padre e i fratelli. Gesù ti ama ancora e ti è
vicino e lo puoi incontrare nella Comunione. Se non lo vedi con i
tuoi occhi, puoi conoscere la sua storia e assistere, leggendo, alla
sua vita. Coloro che sono vissuti con Lui, gli Apostoli, hanno
narrato la sua vita, che ora si trova scritta nei quattro Vangeli.
per te.
Nell'attesa di leggerli e per meglio capire quando li senti leggere in Chiesa, prendi questo piccolo libro che due
miei amici hanno scritto
Leggilo, rileggilo e guardando le illustrazioni pensa a Lui, a Gesù. Così anche tu imparerai a
conoscerlo e lo amerai sempre di più.
Tuo Don Enrico Galbiati
1 - L'ANNUNCIAZIONE A MARIA
La vita di Gesù inizia a Nazaret, un pae­sino della
Galilea di appena qualche centina­io di abitanti,
quasi duemila anni fa. A Nazaret viveva una
fanciulla dall'anima purissima, ma così umile e
povera che neppure i suoi compaesani vi facevano
caso. Il nome della fanciulla era Maria. Maria era
fidanzata ad un giovane fale­gname di nome
Giuseppe, col quale aveva stabilito che la loro
famiglia sarebbe stata consacrata totalmente a
Dio. Un giorno, mentre Maria era sola in casa, un
Angelo di Dio si presentò a lei salutandola così: «Ti
saluto, o piena di grazia, il Signore è con te!».
A queste parole Maria si turbò, ma l'An­gelo le
disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato
grazia presso Dio. Ecco tu concepirai nel tuo seno,
darai alla luce un figlio e lo chiamerai Gesù».
Poiché Maria aveva promesso, d'accordo con
Giuseppe, di consacrare a Dio la propria verginità,
chiese: «Come avverrà questo?». L'Angelo le
rispose: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, la Sua
onnipotenza ti renderà madre e da te nascerà
Gesù, il Figlio di Dio!». Allora Maria, rassicurata,
disse: «Ecco l'ancella del Signore: avvenga come tu
hai detto». A quelle parole la vergine Maria
diventò la Madre di Gesù. E l'Angelo si partì da Lei.
2 - LA NASCITA DI GESÙ
Era vicino il giorno della nascita di Gesù, quando
Maria e Giuseppe dovettero recarsi a Betlemme,
luogo d'origine delle loro fami­glie, per registrare il
loro nome al censimento ordinato dall'imperatore
Cesare Augusto. Giunti a Betlemme, Giuseppe
cercò subi­to un alloggio decoroso per la giovane
sposa, ma, non trovandolo, dovette passare la
notte fuori della città, in una stalla per animali. Fu
qui che nacque Gesù. Appena lo ebbe fra le
braccia, Maria adorò il Figlio di Dio che s'era fatto
uomo, lo baciò, lo avvolse in fasce e lo depose
sulla paglia della mangiatoia.
In quella stessa notte dei pastori che dormivano
nelle vicinanze, avvisati da un Angelo, si recarono da
Gesù neonato e gli offrirono i loro poveri doni,
mentre schiere di Angeli cantavano: «Gloria a Dio
nell'alto dei cieli, e pace in terra agli uomini da Lui
tanto amati». Mentre avvenivano queste cose,
alcuni sapienti, chiamati Magi, stavano arrivando dal
lontano oriente sui loro cammelli, guidati da una
stella misteriosa. Giunti a Betlemme, la stella si
fermò sul luogo dove era Gesù ed essi, entrati,
videro il Bambino con Maria sua Madre, si prostraro­
no davanti a Lui e lo adorarono. E aperti i loro scrigni
gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
3 - LA VITA A NAZARET
Quando Gesù nacque, regnava in Giudea un uomo
crudele e ambizioso di nome Erode. Egli aveva letto nella
Bibbia che in quei giorni, a Betlemme, sarebbe nato un
bambi­no destinato a regnare sul popolo. Trascinato
dall'invidia, fece sgozzare tutti i bambini di Betlemme dai
due anni in giù, nella speranza di uccidere anche Gesù.
Ma un Angelo mandato da Dio avvisò Giuseppe di fuggire
con la famiglia in Egitto. E così Gesù fu salvo.
Dopo qualche tempo però, avendo saputo che Erode era
morto, la sacra famiglia ritornò alla propria casa, a
Nazaret. Qui Gesù cresceva non solo in statura, ma in
bontà e in sapienza.
Ubbidiva con pron­tezza a San Giuseppe aiutandolo nel
lavoro, ed era particolarmente affettuoso verso la sua
Mamma, non perdendo occasione per esserle utile, sia
nel trasportare l'acqua, sia nel tener pulita la casa o in
qualsiasi altra cosa. Gesù aveva 12 anni allorchè, mentre
era a Gerusalemme con i genitori per celebrare la Pasqua,
si fermò nel Tempio per ben tre gior­ni a pregare e a
parlare con i Dottori della Legge. Quando Maria e
Giuseppe, angosciati, lo ritrovarono, gli dissero: «Figlio,
perchè ci hai fatto questo?». Ma Gesù rispose loro: «Non
sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre
mio?». Sono queste le prime parole che conoscia­mo di
Gesù, con le, quali Egli si dichiara Fi­glio di Dio, e ci insegna
che bisogna ubbidire prima a Dio che agli uomini. E
tornato a Nazaret visse sempre sotto­messo a loro.
4 - GESÙ BATTEZZATO DA GIOVANNI
Quando venne il tempo stabilito da Dio, Gesù - che
aveva ormai più di 30 anni - la­sciò Nazaret e venne
al fiume Giordano da Giovanni per essere
battezzato da lui. Giovanni era un uomo santo che
aveva passato la sua vita nel deserto in preghiera e
penitenza, e che ora richiamava le folle alla
conversione e le immergeva nelle acque del
Giordano. Questa immersione (in greco = battesi­
mo) era un atto pubblico di penitenza che pe­rò non
cancellava i peccati, come invece li cancellerà il
Sacramento del Battesimo che Gesù avrebbe
istituito più tardi.
Quando Giovanni vide tra la folla Gesù che
chiedeva di essere battezzato, disse: «Ecco
l'Agnello di Dio che prende su di se i peccati del
mondo!». E poi, rivolto a Gesù: «Sono io che
devo essere battezzato da te, e tu vieni a me?».
Ma Gesù, benché innocente, volle unirsi ai
peccatori e scese nell'acqua. Ed ecco che in quel
momento il cielo si aprì e si vide lo Spirito di Dio
scendere come colomba su Gesù, mentre la
voce di Dio Padre diceva dal cielo: «Questi è il
Figlio mio, il Diletto, nel quale ho posto le mie
compia­cenze».
5 - GESŪ CI PARLA DI DIO
Appena battezzato Gesù incominciò la missione che il
Padre gli aveva affidato, di annunciare al mondo le
verità divine. Per questo chiamò vicino a se dodici
uomini che lo seguissero sempre, per prepararli a
continuare la sua missione. Due di essi, Pietro e
Giovanni, li vediamo dietro l'albero, accanto a Gesù. La
prima cosa che Gesù insegnò alla gente è che Dio è
nostro Padre e noi siamo suoi figli. Egli ci ama e
provvede a noi, e noi dobbiamo amarlo e abbandonarci
a Lui. Gesù diceva: «Osservate gli uccelli del cielo: non
seminano e non mietono ne radunano nei granai;
eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse
voi più di loro?».
E continuava: «Osservate i gigli del campo: non
lavorano ne filano, eppure io vi dico che neppure
Salomone fu mai vestito come uno di essi». E
concludeva: «Non vi affannate dunque dicendo: che
mangeremo? di che ci vestiremo? perché il Padre
vostro celeste sa che voi abbisognate di tutto questo.
Cercate prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia,
e tutte queste cose vi saranno date in soprappiù!». Se
perciò vogliamo star bene anche su questa terra,
dobbiamo per prima cosa amare Dio e fare la Sua
volontà. Se oggi nel mondo ci sono tante ingiustizie e
tanti bambini che soffrono la fame, è perchè gli
uomini non vogliono ascoltare queste parole di Gesù.
6 - GESÙ COMPIE I MIRACOLI
Gesù, per dimostrare alla gente che quanto insegnava
era veramente parola di Dio, fece molti miracoli, cioè
prodigi che solo Dio poteva fare, come la guarigione
istanta­nea di malati e la risurrezione di morti. Il suo
primo miracolo Gesù lo fece a Cana di Galilea. Durante
un banchetto nuziale venne a mancare il vino. La Madre
di Gesù, che era tra gli invitati, gli disse: «Non hanno più
vino!». Poi disse ai servi: «Fate quello che Egli vi dirà».
Allora Gesù ordinò ai servitori di riempire d'acqua sei
grossi vasi di pietra destinati alle abluzioni e ordinò di
servirne il contenuto ai commensali. Quale fu lo stupore
dei servi quando, invece di acqua, versarono nei
bicchieri del buon vino!
Un altro giorno, mentre Gesù era in viaggio con i suoi
discepoli, un lebbroso tutto coperto di piaghe si gettò in
ginocchio davanti a Lui dicendogli: «Se vuoi, tu puoi guarir­
mi!». Gesù, impietosito e vedendo tanta fede, stese la
mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii guarito». E subito
la lebbra spari da lui. Vedendo questi ed altri miracoli la
gente stupiva e lodava Dio dicendo: «Non abbiamo mai
veduto nulla di simile!». E molti cominciarono a credere in
Lui. Purtroppo però la fama di Gesù comin­ciava ad attirargli
l'invidia e le ostilità di molta gente, specialmente dei Capi
dei giudei. Gesù infatti smascherava spesso la loro ipocrisia
e la loro superbia che impediva loro di riconoscere in Lui il
Messia e il Figlio di Dio. Il loro odio contro Gesù giungerà a
un tal punto da calunniarlo, fino a farlo condannare a
morte. Ma di questo parleremo più avanti. 
7 - GESŪ PROCLAMA LE BEATITUDINI
Gesù era sempre circondato da una enorme folla
che lo seguiva per ascoltare la sua parola e per
essere guarita da Lui. Un giorno, trovandosi su un
monte della Galilea, e vedendo la grande
moltitudine venuta per ascoltarlo, Gesù disse:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno
dei cieli. Beati i mansueti, perché possederanno la
terra. Beati coloro che piangono, perché saranno
consolati. Beati coloro che hanno fame e sete della
giustizia, perché saranno saziati. Beati i
misericordiosi, perché otterranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati
gli operatori di pace, perché saranno chiamati
figli di Dio. Beati i perseguitati a causa della
giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli». Con
queste parole Gesù proclama che il Regno di Dio
appartiene «ai poveri e agli op­pressi», perché
solo loro sono disponibili ad accoglierlo. In tal
modo Gesù si schiera dalla parte dei poveri: non
però per guidarli alla conquista di una ricchezza
terrena, ma per condurli all'amore e al possesso
della ricchezza stessa di Dio, cioè del Regno dei
Cieli.
8 - LE DUE VIE
Per far comprendere meglio alla gente il discorso delle Beatitudini,
Gesù si serviva anche di similitudini e di parabole. Un giorno raccontò
la similitudine delle due vie, che vediamo illustrata nella figura. Ogni
uomo che vive su questa terra si tro­va di fronte a due vie: una larga e
comoda che va in discesa, l'altra stretta e accidentata che va in salita.
La strada larga all'inizio è cosparsa di fiori, cioè di gioie sensuali e di
peccati, ma conduce all'Inferno ove il diavolo e il fuoco eterno
aspettano i disgraziati che l'hanno scelta. La strada stretta, invece,
all'inizio è poco invitante perché è cosparsa di pietre aguzze e
circondata di spine, simbolo dei sacrifici necessari per praticare la virtù,
ma conduce alla gioia vera ed eterna nel Regno di Dio, cioè in Paradiso.
Purtroppo la maggioranza degli uomini, ingannata dai piaceri terreni, si
incammina sulla strada larga della perdizione, e solo pochi coraggiosi
su quella della salvezza eterna. Per questo Gesù insiste nel dirti: «Entra
nella strada stretta che conduce alla vita: che ti servirebbe infatti
guadagnare anche tutto il mondo se poi perdi eternamente nell'Inferno
la tua anima?».
9 - LA CASA SULLA ROCCIA
Poiché molta gente lo ascoltava, ma pochi mettevano in pratica i
suoi insegnamenti, Gesù raccontò la parabola delle due case. «Chi
ascolta le mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo saggio
che edificò la sua casa sopra la roccia. Cadde la pioggia e vennero i
fiumi e soffiarono i venti e irruppero su quella casa, ma essa non
crollò perché era fondata sulla roccia. Ma chiunque ascolta le mie
parole e non le mette in pratica è simile a un uomo stolto che edificò
la sua casa sopra la sabbia. Cadde la pioggia e vennero i fiumi e
soffiarono i venti e irruppero su quella casa, e crollò, e la sua rovina
fu grande!». È bello e importante ascoltare Gesù, ma è assai più
importante mettere in pratica le sue parole. Diceva infatti Gesù:
«Non chi dice (con la bocca) 'Signore! Signore!' entrerà nel Regno
dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio, questi entrerà nel Regno
dei cieli». La volontà del Padre si fa osservando i suoi
Comandamenti, le leggi che Gesù ci ha dato per mezzo della Chiesa
e compiendo con esattezza i doveri del proprio stato.
10 - GESÙ PLACA LA TEMPESTA
Gesù dimostrava di essere Dio non solo guarendo miracolosamente i
malati, ma anche comandando alle forze della natura, le quali gli
obbedivano come al proprio Padro­ne. Eccone un esempio. Una sera,
dopo aver predicato tutto il giorno sulla riva occidentale del Lago di Ge­
nezaret, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passia­mo all'altra riva». Allora i
discepoli, congedata la folla, lo presero così com'era sulla barca, ed
altre barche andarono con lui. Quando le barche furono in mezzo al
lago, si levò un vento impetuoso che spingeva le onde nella barca, fino
a riempirla, mentre Gesù dormiva a poppa, appoggiato ad un cuscino.
Allora i suoi discepoli lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, salvaci,
perchè stiamo per perire!». Ma Egli li rimproverò dicendo: «Perché
avete paura, uomini di poca fede?». Quindi, alzatosi in piedi, comandò
al vento e al lago: «Taci! Calmati!». E il vento cessò e il lago si fece
calmo. Poi, rivoltosi ai suoi discepoli, disse loro: «Perché siete così
paurosi? Come mai non avete ancora fede in me?». E i discepoli,
sbigottiti e tremanti, dice­vano tra loro: «Chi è mai costui al quale
obbediscono perfino i venti ed il mare?».
11 - LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI
Un altro giorno Gesù, volendo pregare in solitudine con i suoi discepoli, si
portò sull'altra riva del Lago di Genezaret.
Però molti li videro partire e li riconobbe­ro e, accorrendo a piedi lungo la
riva del lago, li aspettarono sull'altra sponda. Quando Gesù sbarcò e vide
tanta folla, ne ebbe compassione, perchè erano come pecore senza
pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Facendosi ormai sera, i
discepoli dissero a Gesù: «Rimandali a casa perchè possano ce­nare; è tutto
il giorno infatti che non mangia­no!». Gesù disse: «Dategli voi da mangiare».
Gli rispose Andrea: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e dice
pesci: ma co­s'è questo per tanta gente?».
Gesù allora comandò: «Fateli sedere!». Quando l'immensa folla di
cinquemila uomini si fu seduta sull'erba, Gesù prese i pani e, dopo aver
reso grazie, li fece distri­buire, e lo stesso fece dei pesci, finchè ne vollero.
E allorché tutti furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi
avanzati per­ché nulla vada perduto». Li raccolsero, e ne riempirono dodici
canestri! Allora la gente, visto il grande miracolo che Gesù aveva compiuto,
cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!».
12 - GESÙ E PIETRO
Come già sappiamo, Gesù aveva scelto tra i suoi discepoli dodici uomini che
avrebbero continuato la Sua missione, e che chiamò «Apostoli». A capo dei
dodici Apostoli mise Pietro, il pescatore della Galilea al quale aveva detto:
«Io ti farò pescatore di uomini». Vediamo come. Un giorno che Gesù si
trovava con i suoi Apostoli nei paraggi di Cesarea di Filippo, chiese loro:
«Voi chi dite che io sia?». A nome di tutti rispose Pietro dicendo: «Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente!». Allora Gesù disse a Pietro: «E io ti dico che
tu sei Pietro, e sopra questa «pietra» edificherò la mia Chiesa: e le porte
dell'inferno non prevarran­no contro di essa. A te darò le chiavi del Regno
dei cieli, e ciò che legherai sulla terra sarà legato anche nei cieli; e ciò che
scioglierai sulla terra sarà sciolto anche nei cieli». Un'altra volta Gesù disse
a Pietro: «Io ho pregato per te, perchè la tua fede non venga mai meno.
Perciò sarai tu a confermare nella fede i tuoi fratelli». Una terza volta, pochi
giorni prima di salire al cielo, Gesù chiese per ben tre volte a Pietro se lo
amava più di tutti gli altri. Ed alla triplice risposta di Pietro: «Si Gesù, tu sai
tutto, tu sai che io ti amo!», Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli (i fedeli),
pasci le mie pecorelle (gli Apostoli)». In questo modo Gesù diede a Pietro il
primato sugli altri Apostoli e lo elesse suo vi­cario nel governo della Chiesa.
13 - GESÙ E I BAMBINI
Un giorno Gesù prese con se gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni e li
condusse su un alto monte. Qui, sotto i loro occhi, si tra­sfigurò: il suo volto si
mise a risplendere come il sole e le sue vesti divennero bianche come la
neve, mentre una voce diceva: «Questi è il mio Figlio diletto: ascoltatelo!».
Era la voce di Dio Padre che, come già aveva fatto nel battesimo, proclamava
Gesù Suo Figlio e comandava che fosse ascoltato dagli uomini. Sceso dal
monte, Gesù continuò a com­piere miracoli e ad insegnare la parola di Dio.
Una volta chiamò a se un bambino e mostrandolo alla gente disse: «In verità
vi dico, se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli.
Chi di voi accoglie anche uno solo di questi bambini, accoglie Me. Ma chi
scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in Me, sarebbe
meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse
gettato negli abissi del mare!». «Diventare come bambini» significa porre la
fiducia delta propria salvezza non in se stessi, ma in Dio; «riceverli» significa
aiutarli a conoscere e ad amare Gesù; «scandalizzarli» significa allontanarli
dalla fede in Gesù e dalla osservanza dei suoi Comandamenti. Alla fine Gesù,
fattosi triste e severo in volto, disse: «Guai al mondo per gli scandali! E guai
all'uomo per colpa del quale avvengo­no gli scandali!». 
14 - GESŪ INSEGNA A PREGARE
Gesù si raccoglieva spesso in preghiera, o da solo o con i suoi
discepoli. Una volta uno dei suoi discepoli gli domandò: «Signore,
insegnaci a pregare». Allora Gesù disse: «Pregando, non dite molte
parole come fanno i pagani, perchè il Padre vostro sa di quali cose
avete bisogno prima ancora che voi gliele chiediate. Voi dunque
pregherete così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo
nome, venga il tuo Regno,
sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il
nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li
rimettiamo ai nostri debitori, e non lasciarci vincere dalla
tentazione, ma -liberaci dal maligno». Il Padre abita nelle nostre
anime, ed è li che dobbiamo cercarLo e pregarLo. Quanto più
ripeteremo al Padre che sta in noi questa preghiera, tanto più
diventeremo intimi a Lui. I santi la recitavano lentamente, parola per
parola, centinaia di volte, sco­prendovi sempre qualcosa di nuovo,
fino ad arrivare alla più perfetta unione con Dio.
15 - LA PARABOLA DELL'AMICO INSISTENTE
Per insegnarci a pregare il Padre con fiducia e perseveranza, Gesù
raccontò questa parabola: Un uomo andò a mezzanotte a bussare alla
porta di un suo amico, dicendogli: «Pre­stami tre pani, perché un mio
parente è arri­vato da un viaggio e non ho nulla da offrir­gli». L'amico,
dal di dentro, rispose: «Non mi seccare. La porta è già chiusa e i miei
bambi­ni sono a letto con me: non posso alzarmi per darteli». Ma
quell'uomo continuò a battere la por­ta con tale insistenza che
l'amico, se non per l'amicizia almeno per poter riposare, si alzò e lo
esaudì. Così io dico a voi: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e
troverete, bussate e vi sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli
chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce gli darà
al posto del pesce una serpe? Se dunque voi, che siete cattivi, date
cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vo­stro celeste darà lo
Spirito Santo a coloro che glielo domandano!». Se il Padre è pronto a
donarci lo Spirito Santo, che è lo stesso Dio, quanto più ci donerà
tutte le altre cose che valgono infini­tamente meno di Lui!
16 - IL FIGLIOL PRODIGO
Per insegnarci la bontà del Padre celeste verso i suoi figli che hanno peccato ma che
ritornano a Lui, Gesù raccontò questa bellis­sima parabola: Un uomo aveva due figli. Il
più giovane disse al padre: «Padre, dammi la mia parte di eredità». Il padre gliela
diede, ed il ragazzo partì per un paese lontano, e là sperperò le sue sostanze vivendo
da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed
egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora si mise a servizio di un abitante di quella
regione che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto riempirsi lo
stomaco con le carrube che mangiavano i porci, ma nessuno gliene dava.
Allora rientrò in se stesso e disse: «Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane
in abbondanza, e io qui muoio di fame! Mi al­zerò, andrò da mio padre e gli dirò:
"Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di essere
chiamato tuo figlio, trattami come uno dei tuoi servi!"». E si mise in cammino per
tornare dal pa­dre suo. E mentre ancora stava lontano, suo padre lo vide e si
commosse e, correndogli incontro, gli si gettò al collo e lo baciò teneramerite. Il figlio
disse: «Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te, non sono più degno di es­sere
chiamato tuo figlio!». Ma il padre comandò ai servi: «Presto, tirate fuori il vestito più
bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. E poi portate il vitello
più grasso e uccidete­lo: mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era
morto ed è tornato in vita, era perduto e l'ho ritrovato!».
17 - LA PECORELLA SMARRITA
Non solo Dio accoglie a braccia aperte il peccatore che ritorna a Lui,
ma va Lui stesso a ricercarlo e a salvarlo.
Per insegnarci questo, Gesù raccontò la parabola della pecorella
smarrita. Un pastore aveva cento pecore che ogni mattino portava
a pascolare sui monti ed al calar del sole riconduceva all'ovile. Una
sera, chiuso l'ovile e contate le peco­re, si accorse che ne mancava
una. Allora lasciò le novantanove al sicuro nel­l'ovile e partì alla
ricerca della pecorella smarrita. Percorse le montagne chiamandola
per nome, salì sui dirupi a rischio della propria vita, finchè la vide
impigliata tra i rovi e tutta sanguinante. Allora la liberò dalle spine,
se la strinse al seno, la baciò e pieno di gioia la riportò a casa. E
appena giunto a casa chiamò gli amici e disse loro: «Facciamo festa,
perchè ho ritrovato la mia pecorella che si era smarrita!». Al
termine del racconto Gesù disse: «Allo stesso modo vi dico che ci
sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito che per
novantanove giusti che non hanno biso­gno di conversione».
17 - LA PECORELLA SMARRITA
Non solo Dio accoglie a braccia aperte il peccatore che ritorna a Lui,
ma va Lui stesso a ricercarlo e a salvarlo.
Per insegnarci questo, Gesù raccontò la parabola della pecorella
smarrita. Un pastore aveva cento pecore che ogni mattino portava
a pascolare sui monti ed al calar del sole riconduceva all'ovile. Una
sera, chiuso l'ovile e contate le peco­re, si accorse che ne mancava
una. Allora lasciò le novantanove al sicuro nel­l'ovile e partì alla
ricerca della pecorella smarrita. Percorse le montagne chiamandola
per nome, salì sui dirupi a rischio della propria vita, finchè la vide
impigliata tra i rovi e tutta sanguinante. Allora la liberò dalle spine,
se la strinse al seno, la baciò e pieno di gioia la riportò a casa. E
appena giunto a casa chiamò gli amici e disse loro: «Facciamo festa,
perchè ho ritrovato la mia pecorella che si era smarrita!». Al
termine del racconto Gesù disse: «Allo stesso modo vi dico che ci
sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito che per
novantanove giusti che non hanno biso­gno di conversione».
19 - LA RISURREZIONE DI LAZZARO
I Vangeli ricordano tre risurrezioni ope­rate da Gesù, di cui due di
fanciulli. Ma quella che più impressionò la gente fu la ri­surrezione
del suo amico Lazzaro. Il fatto avvenne a Betania, un ridente pa­
esino a oriente di Gerusalemme, dove abita­vano Lazzaro e le sue
sorelle Marta e Maria. Tutti e tre erano molto affezionati a Gesù e
lo invitavano spesso a casa loro. Un giorno Lazzaro si ammalò
gravemen­te. Allora le due sorelle mandarono ad avvi­sare Gesù, che
stava predicando nei villaggi vicini: ma Gesù non si mosse, e per
due giorni restò dov'era. Al terzo giorno disse ai suoi discepoli:
«Lazzaro è morto; e io sono contento per voi di non essere stato là,
perché voi crediate». Gesù si mise dunque in viaggio verso Betania
e, quando arrivò, Lazzaro era già morto da quattro giorni ed era
stato rinchiuso nel sepolcro perchè già puzzava. Appena saputo
dell'arrivo di Gesù, Marta gli corse incontro e gli disse: «Signore, se
tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe mor­to... ». Gesù le
rispose: «Tuo fratello risorge­rà». E Marta: «Lo so che risorgerà nella
ri­surrezione dell'ultimo giorno!». Le rispose Gesù: «Io sono la
Risurrezione e la Vita: chi crede in me, anche se muore, vivrà.
Credi tu questo?». Marta rispose: «Si Signore, io credo che tu
sei il Cristo, il Figlio di Dio!». Allora Gesù, vedendo Marta e
Maria che piangevano, si commosse e disse: «Dove lo avete
deposto?». Gli dicono: «Signore, vieni a vedere». E Gesù
pianse. Perciò i Giudei di­cevano: «Guarda come lo amava!».
Giunto al sepolcro, Gesù comandò: «To­gliete la pietra!».
Tolsero dunque la pietra, e Gesù, alzati gli occhi al cielo disse:
«Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre
mi dài ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno,
perché credano che Tu mi hai mandato». E detto questo, a
gran voce gridò: «Lazzaro, vieni fuori!». E il morto usci con i
piedi e le mani avvolti in bende e il volto coperto da un
sudario. Gesù disse: «Scioglietelo e lasciatelo an­dare!». E
molti credettero in Lui.
20 - L'ULTIMA CENA DI GESŪ
Per Gesù si avvicinava intanto il giorno della morte.
Allora invitò i suoi apostoli a consumare con Lui la cena
pasquale, che sapeva essere l'ultima della sua vita.
Andarono perciò in una grande sala e prepararono per
la cena. In tutti vi era una grande tristezza, soprattutto
quando Gesù predisse il tradimento di Giuda e il rinnega­
mento di Pietro. Poi si misero a tavola.
Ed ecco che, mentre mangiavano, Gesù prese del pane
e, detta la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli
dicendo: «Pren­dete e mangiate: questo è il mio Corpo».
Poi, preso un calice, rese grazie e lo diede loro di­cendo.
«Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio
Sangue, per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi
e per tutti in remis­sione dei peccati». Ed aggiunse:
«Fate questo in memoria di me!».
Con queste parole di Gesù, Dio onnipo­tente, il pane che
aveva in mano divenne il Suo Corpo ed il vino che era
nel calice diven­ne il Suo Sangue: è questa l'Eucaristia,
su­prema manifestazione dell'amore di Dio verso di noi.
Cosi Gesù chiude l'antica alleanza che il popolo ebraico
aveva stabilita con Dio immo­lando le vittime nel
deserto del Sinai, e apre la «nuova ed eterna alleanza»
di tutta l'uma­nità con Dio, immolando Se stesso come
vittima perfetta.
*L'Eucaristia è la presenza reale di Gesù, con la sua Umanità
e con la sua Divinità. Disse infatti: «Questo È il mio corpo».
*L'Eucaristia è il Sacrificio di Gesù, lo stesso sacrificio che
consumerà il giorno dopo sulla croce, versando fino
all'ultima goccia di sangue per la nostra salvezza. Disse
infatti: «Questo è il mio sangue sparso per voi... ».
*L'Eucaristia è il Sacramento di Gesù nel quale i suoi amici si
cibano di Lui per poter vivere unicamente per Lui. Disse
infatti: «Prendete e mangiate...». *L'Eucaristia è anche la
sorgente del Sa­cerdozio ministeriale di Gesù, che
perpetuerà il Suo Sacrificio (nella S. Messa), la Sua presenza
(nel S.Tabernacolo) e il Suo sacra­mento (nella S.Comunione),
fino alla fine del mondo. Disse infatti ai suoi apostoli: «Fate
questo in memoria di Me».
21 - L'ULTIMO DISCORSO DI GESÙ
Terminata la cena pasquale, Gesù volle intrattenersi con i suoi Apostoli per dar loro gli
ultimi ricordi.
Forse nel giardino del cenacolo c'era una pianta di vite. Gesù la fece notare agli apo­
stoli e disse loro: «Io sono la vite e voi siete i tralci: come il tralcio non può portare
frutto da sè se non rimane attaccato alla vite, così neppure voi se non rimarrete in
Me. Infatti senza di me voi non potete far nulla». E continuò: «Come il Padre ha amato
me così io ho amato voi: rimanete nel mio amore! Rimarrete nel mio amore se
osserverete i miei comandamenti: allora anche il Padre mio vi amerà e vi darà lo
Spirito Santo. E verremo a voi e prenderemo dimora dentro di voi».
Con queste parole Gesù ci insegna che se osserveremo i suoi comandamenti saremo
intimamente uniti a Lui e la Santissima Tri­nità verrà ad abitare in noi. Poi Gesù disse:
«Vi dò un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Da
questo conosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri». A
questo punto Gesù si fece triste e disse: «Se il mondo vi odia, pensate che prima di voi
ha odiato me; se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi. Ma fatevi animo:
io ho già vinto il mondo!». Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, pregò il
Padre per i suoi discepoli e per la sua Chiesa: «Padre, io voglio che tutti quelli che tu
mi hai dati siano una cosa sola con me. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano
anch'essi in noi una cosa sola!». Poi Gesù si mosse, e con i suoi Apostoli uscì verso
l'orto degli Ulivi.
22 - L'AGONIA DI GESÙ NELL'ORTO
Era già notte quando Gesù e gli Apostoli (solo Giuda si era allontanato per tradirlo) giunsero
nell'orto degli Ulivi, appena fuori le mura della città.
Gesù disse loro: «Restate qui e pregate!». E presi con se Pietro, Giacomo e Giovanni cominciò a
rattristarsi e a dire: «L'anima mia è tristissima, da morirne!».
Gesù disse queste parole perchè sapeva quale terribile morte lo attendeva, ma anche perché
sentiva sopra di se il peso dei peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi.
E, fatto qualche passo innanzi, si gettò con il viso a terra pregando così: «Padre mio, se è
possibile passi da me questo calice (cioè questa atroce sofferenza); però avvenga non come
voglio io, ma come vuoi tu!».
E ripeteva continuamente questa preghie­ra finchè, entrato in agonia, il suo sudore divenne
come gocce di sangue che scendevano giù sulla terra.
Intanto gli Apostoli, invece di pregare con lui, si erano addormentati; allora gli apparve un
Angelo dal cielo, a confortarlo.
Ma ecco, improvviso, un rumore di passi e di armi: era Giuda, uno dei dodici, che guidava i
soldati per arrestare Gesù.
Il traditore aveva dato loro questo segna­le: «Quello che bacerò è lui: prendetelo!».
E subito, avvicinatosi a Gesù, gli disse: «Salve, maestro!». E lo baciò.
E Gesù a lui: «Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?».
A quel segnale i soldati misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Allora tutti gli Apostoli
fuggirono, lasciando Gesù solo.
E Giuda, preso dal rimorso e dalla dispe­razione, si uccise.
23 - GESÙ ABBRACCIA LA CROCE
Appena arrestato, Gesù fu legato e condotto, nel cuor della notte, dal Sommo Sacerdote Caifa per essere
giudicato. Intanto Pietro aveva seguito Gesù fin nel cortile di Caifa, sperando di non essere rico­nosciuto. Ma
una serva lo riconobbe e gli dis­se: «Tu eri con Gesù!». Ma Pietro, preso dalla paura, per tre volte rinnegò il
Signore.
In quel momento Gesù veniva condotto in prigione. Passando accanto a Pietro si voltò verso di lui e lo guardò
negli occhi. Allora Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi
rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
Aperto il processo, Caifa chiese a Gesù: «Sei tu il Messia, il Figlio di Dio?». Gli rispo­se Gesù: «Sì, lo sono!».
Allora Caifa si strac­ciò le, vesti in segno di scandalo dicendo: «Ha bestemmiato!». E tutti i giudici gridarono:
«È reo di morte!».
Ma poiché la condanna a morte doveva essere confermata dal Governatore romano, di buon mattino i Capi
dei giudei condussero Gesù da Pilato, che lo interrogò, ma lo trovò innocente e voleva liberarlo.
Era usanza liberare, per la festa della Pa­squa dei giudei, un condannato, a scelta del popolo. Pilato allora
presentò alla folla, insieme a Gesù, un malfattore omicida odiato da tutti di nome Barabba, e chiese: «Chi dei
due volete che vi liberi?», sperando in cuor suo che liberassero Gesù. Ma la folla volle liberare Barabba.
Pilato allora, nell'estremo tentativo di commuovere la folla fece flagellare Gesù da­vanti agli occhi di tutti. I
soldati presero poi delle spine, ne fecero una corona e gliela mi­sero sul capo. Quindi Pilato mostrò Gesù
tutto sanguinante al popolo dicendo: «Ecco l'uomo!». Ma la folla, invece di impietosirsi gridò ancora più
forte «Alla croce, alla croce! Egli si è dichiarato Re, e chi si dichiara Re è nemico dell'Imperatore di Roma!».
Udito ciò Pilato, temendo di cadere in disgrazia dell'Imperatore, si lavò le mani davanti al popolo dicendo:
«Io sono innocente del sangue di questo giusto: ve la vedrete voi!». E tutto il popolo rispose: «Il  suo sangue
ricada sopra di noi e sopra i nostri figli!».
Cosi Pilato lasciò libero Barabba e conse­gnò Gesù ai soldati perché fosse crocifisso. Allora Gesù si avvicinò
alla croce prepa­rata per lui e la prese sulle, sue spalle.
25 - GESÙ MUORE SULLA CROCE
Erano circa le nove del mattino quando lo crocifissero.
Gesù, pur tra i dolori più atroci, conti­nuava a dire: «Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che
fanno!»..
La gente che passava lo insultava e scrollava il capo dicendo: «Ha salvato gli altri e non può salvare se
stesso!».
E anche uno dei due ladroni crocifissi con lui lo insultava gridando: «Salva te stesso e poi anche noi!».
Ma l'altro lo rimproverava dicendo: «Neppure tu temi Dio? Noi abbiamo ricevuto il giusto castigo
delle nostre azioni, ma Lui non ha fatto nulla di male!». E poi, volgendosi a Gesù, gli chiese: «Gesù,
ricor­dati di me quando entrerai nel tuo regno...». Gesù gli rispose: «In verità ti dico: oggi stesso sarai
con me in Paradiso!».
Ai piedi della croce di Gesù stavano la sua Madre ed alcune donne, tra le quali Maria Maddalena, e
l'apostolo Giovanni.
Ora Gesù, veduta la sua mamma e accanto a lei il discepolo prediletto, disse alla Madre: «Donna, ecco
il tuo figlio!». Poi, rivolto a Giovanni, disse: «Ecco la tua Madre!». E da quel momento il discepolo la
prese in casa con se.
Dopo questo Gesù esclamò: «Ho sete!». Gesù aveva sete delle nostre anime, ma i soldati inzupparono
una spugna nell'aceto e con un bastone gliela portarono alla bocca. Poi Gesù disse: «Tutto è
compiuto. Padre, nelle tue mani abbandono l'anima mia!».
E detto questo, spirò. Erano le ore 15 di venerdì 7 Aprile dell'anno 778 di Roma. Subito dopo la morte
di Gesù, un soldato romano, per accertarsi che fosse veramente morto, con una lancia gli trafisse il
cuore. E ne uscì sangue misto ad acqua.
Poi il corpo di Gesù fu staccato dalla croce, avvolto in un sudario e fasciato, come era d'uso. Quindi fu
deposto in un sepolcro scavato nella roccia che fu subito chiuso con una grande pietra.
25 - GESÙ MUORE SULLA CROCE
Erano circa le nove del mattino quando lo crocifissero.
Gesù, pur tra i dolori più atroci, conti­nuava a dire: «Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che
fanno!»..
La gente che passava lo insultava e scrollava il capo dicendo: «Ha salvato gli altri e non può salvare se
stesso!».
E anche uno dei due ladroni crocifissi con lui lo insultava gridando: «Salva te stesso e poi anche noi!».
Ma l'altro lo rimproverava dicendo: «Neppure tu temi Dio? Noi abbiamo ricevuto il giusto castigo delle
nostre azioni, ma Lui non ha fatto nulla di male!». E poi, volgendosi a Gesù, gli chiese: «Gesù, ricor­dati
di me quando entrerai nel tuo regno...». Gesù gli rispose: «In verità ti dico: oggi stesso sarai con me in
Paradiso!».
Ai piedi della croce di Gesù stavano la sua Madre ed alcune donne, tra le quali Maria Maddalena, e
l'apostolo Giovanni.
Ora Gesù, veduta la sua mamma e accanto a lei il discepolo prediletto, disse alla Madre: «Donna, ecco
il tuo figlio!». Poi, rivolto a Giovanni, disse: «Ecco la tua Madre!». E da quel momento il discepolo la
prese in casa con se.
Dopo questo Gesù esclamò: «Ho sete!». Gesù aveva sete delle nostre anime, ma i soldati inzupparono
una spugna nell'aceto e con un bastone gliela portarono alla bocca. Poi Gesù disse: «Tutto è compiuto.
Padre, nelle tue mani abbandono l'anima mia!».
E detto questo, spirò. Erano le ore 15 di venerdì 7 Aprile dell'anno 778 di Roma. Subito dopo la morte
di Gesù, un soldato romano, per accertarsi che fosse veramente morto, con una lancia gli trafisse il
cuore. E ne uscì sangue misto ad acqua.
Poi il corpo di Gesù fu staccato dalla croce, avvolto in un sudario e fasciato, come era d'uso. Quindi fu
deposto in un sepolcro scavato nella roccia che fu subito chiuso con una grande pietra.
27 - GESÙ APPARE AGLI APOSTOLI NEL CENACOLO
Intanto gli Apostoli, per paura dei Giu­dei, si erano asseragliati nel cenacolo.
Era la sera del giorno stesso della risurre­zione, quand'ecco Gesù viene, a
porte chiuse, e dice loro: «Pace a voi!». Poi, vedendoli spauriti, mostra loro
le piaghe dicendo: «Perché vi turbate e dubita­te? Guardate e toccate le mie
mani e i miei piedi: sono proprio io!». E i discepoli gioirono nel vedere il
Signore. Gesù riprese: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così io
mando voi, Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno
rimessi, a chi non li rimetterete non saranno rimessi». Quando venne
Gesù, mancava l'apostolo Tommaso. Gli dissero allora gli altri Aposto­li:
«Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue
mani il segno dei chiodi e non metto il dito al posto dei chiodi, e non metto
la mia mano nel suo costato, non crederò!». Otto giorni dopo i discepoli
erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a
porte chiuse, e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo
dito e guarda le mie mani; Stendi la mano e mettila nel mio costato; e non
essere più incredulo, ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e
mio Dio!». Gesù allora gli disse: «Perché mi hai veduto hai creduto: beati
quelli che pur non avendo visto, crederanno!».
28 - GESÙ APPARE AGLI APOSTOLI IN GALILEA
Dopo questi fatti, Gesù Risorto si mani­festò moltissime altre
volte ai suoi discepoli. Una volta si mostrò a più di
cinquecento per­sone contemporaneamente, per confermarle
nella fede in Lui. Ma due apparizioni, avvenute in Galilea,
sono della massima importanza per noi. La prima avvenne
sulla riva occidentale del lago di Genezaret. Gli Apostoli
stavano rientrando dalla pesca, quando videro sulla riva del
lago Gesù che li aspettava. Mangiarono insieme del pesce
arrostito senza dir parola; poi Gesù, rivolgendosi a Pietro,
disse: «Mi ami tu più di costoro?». Pietro rispose: «Sì, Signore,
tu sai che io ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gesù
chiese di nuovo a Pietro: «Mi ami?». Gli ri­spose: «Certo,
Signore, tu sai che io ti amo!». Gli disse: «Pasci le mie
pecorelle». Per la terza volta Gesù gli chiese: «Mi ami
davvero?».
• Pietro, ricordandosi del suo triplice rinnega­mento, rimase
addolorato che per la terza volta Gesù gli chiedesse se Lo amava,
e gli disse: «Signore, tu sai tutto, tu sai che io ti amo!». Gli disse
Gesù: «Pasci le mie pecorel­le!». Gli agnelli sono i fedeli, le
pecorelle gli Apostoli. Cosi Gesù volle dare a Pietro il primato sui
Vescovi e il governo di tutta la Chiesa. La seconda apparizione
nella Galilea avvenne su un monte. Quando gli Apostoli vi
giunsero, videro Gesù che li aspettava, e si prostrarono davanti a
Lui. Egli disse loro: «Ogni potere mi è stato dato in Cielo e sulla
terra: andate dunque e ammaestrate tutte le genti,
battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo, insegnando loro ad osservare tutto quanto io vi ho
comandato. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non
crederà sarà condannato». Con queste parole Gesù istituì il
Sacra­mento del Battesimo e diede agli Apostoli la missione di
predicare il Vangelo. Poi disse: «Ecco: io sono con voi per
sempre, fino alla fine del mondo!».
29 - GESÙ ASCENDE AL CIELO
L'ultimo incontro di Gesù con gli Apostoli avvenne a Gerusalemme, ancora
in quel ce­nacolo ove Gesù aveva istituito i Sacramenti della Eucaristia e
della Penitenza. Qui disse loro: «Le Sacre Scritture avevano profetizzato che
io dovessi soffrire, morire e risuscitare il terzo giorno; e che nel mio nome si
dovesse predicare la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti.
Ebbene, voi siete i te­stimoni di tutte queste cose».
E prosegui dicendo: «Ecco, io sto per mandare su di voi lo Spirito Santo che
il Padre mio vi ha promesso».
Poi li condusse fuori, verso Betania, sul Monte degli Ulivi e, alzate le mani, li
bene­disse.
E mentre li benediceva si staccò da terra e si levò su, nel cielo. Ed una nube
lo sottrasse ai loro sguardi.
E mentre ancora fissavano il cielo, due angeli in bianche vesti dissero loro:
«Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che avete
visto ora salire in cielo, tornerà un giorno allo stesso modo!». Allora essi,
ritornati in città, entrarono nel cenacolo e perseveravano concordi nella
preghiera, con Maria, la Madre di Gesù.

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