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Il can. 952 § 1 stabilisce che «spetta al concilio provinciale o alla riunione dei Vescovi della
provincia definire per tutta la provincia, mediante decreto quale sia l’offerta da corrispondere per la
celebrazione e l’applicazione delle S. Messe, né è lecito al sacerdote chiedere una somma maggiore
[...]». Il § 2 del medesimo canone stabilisce che «ove manchi tale decreto si osservi la consuetudine
vigente nella diocesi».
Allo scopo di evitare abusi o difformità di prassi che possono causare scandalo nei fedeli, è bene
che, in mancanza della determinazione da parte del concilio provinciale o della riunione dei
Vescovi della provincia, e solo in questo caso, il Vescovo stabilisca per la propria diocesi
l’ammontare dell’offerta da corrispondere in occasione della celebrazione della S. Messa. È ovvio
che tale importo si applica anche ai legati (CEI, Istruzione in materia amministrativa 2005=IMA,
33).
Determinazione dell’offerta diocesana da corrispondere
in occasione della celebrazione della S. Messa
Protocollo n. ____________
L.S. Il (L’Arci)vescovo
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Il cancelliere (arci)vescovile
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