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Tomos

Patriarcale

Patriarca Nicolas I
Parigi 2013

-1-
Tomos Patriarcale

oi

icolas I, per la Grazia di


Dio, Arcivescovo di Parigi,
Metropolita dell’Europa e
Patriarca della Chiesa
Ortodossa d'Europa, dichiariamo, proclamiamo
e riconosciamo i seguenti:

-2-
opo aver visto e dopo una ricerca
canonica sopra lo Statuto che è stato
proposto da Esarca Protoprezbitero
Aleksandar Radoev Ivanov, noi il Patriarca, il
Santo Sinodo, tramite il Sinodo Esecutivo,
benediciamo e approviamo questo Statuto ad
essere lo Statuto legale per la :

“ Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -


Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in
Croazia”

-3-
oi, che siamo in titolo di approvare o
rinnegare quale che sia la forma
giuridica di una chiesa, ringraziamo Dio per il
lavoro di Esarca Protoprezbitero Aleksandar
Radoev Ivanov e, insieme, l’equipe dei giuristi
che hanno redatto questo lavoro così benedetto
da Dio.

atta nella tranquillità, serenità e


certezza della nostra Residenza
Patriarcale di Parigi, il 1 Dicembre
2013, per servire e per mettere in valore quello
che Le appartiene per diritto.
-4-
Sua Tutta Santità, Patriarca Nicolas I
________________________________

Sua Santità, Patriarca Benedeto I


______________________________________

-5-
Sua Beatitudine, Mitropolita Israel
________________________________

Sua Beatitudine, Mitropolita Jovan-Hazji

________________________________

Sua Beatitudine, Arcivescovo Serghij

________________________________

-6-
Sua Beatitudine, Arcivescovo Basilio I

________________________________

Sua Eccelenza, Vescovo Claude-Phillippe

________________________________

-7-
Sua Eccelenza, Vescovo Samuel

________________________________

Santo Sinodo
_____________________________________

Reverendo Padre Segretario Petru Pârvu


________________________________

-8-
CAPITOLO I. Disposizioni Generali

Articolo 1.
Articolo 1 a.
La Chiesa Ortodossa d’Europa e la comunità dei
Cristiani Ortodossi, dei clerici, dei monaci e delle
monache che sono costituiti canonicamente nelle
parrocchie, monasteri ed eremitaggi che fanno parte
della Chiesa Ortodossa d’Europa, esisteranno in
Italia e all’estero.

Articolo 1 b.
Questa Chiesa Ortodossa d’Europa crede in
Dio, nella Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito
Santo, e nei fondamenti della Santissima Scrittura e
Santissima Tradizione (i canoni dei Santi Padri della
Chiesa – Il Codex dei Canoni Ortodossi universali).

Articolo 2.

-9-
Articolo 2 a.
La “ Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia”
di origine Apostolica sarà in comunione e unità
dogmatica, liturgica e canonica con la Chiesa
Ortodossa d’Europa, Patriarcato Europeo.

Articolo 2 b.
La “ Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia” è
una chiesa locale, autonoma ed unitaria nella sua
organizzazione e nel suo lavoro pastorale,
missionaria ed amministrativa.

Articolo 3.
Articolo 3 a.
La “ Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia” si
conduce con l’autorità del Sinodo Gerarchico, in
conformità con gli insegnamenti e i canoni della
Chiesa Ortodossa Universale e in conformità anche
con la sua tradizione storica.

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Articolo 3 b.
La “ Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia” si
amministra in modo autonomo tramite i suoi
organismi rappresentanti e si costituisce di tutti i
clerici e i cristiani ortodossi, come insegnano i Santi
Canoni del Codex dei Canoni Ortodossi, e anche
come sarà presentato in questo Statuto, oltre alle
disposizioni dell’Autorità Ecclesiastica competente
(il Sinodo Diocesano).

Articolo 4.
Articolo 4 a.
La “ Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia”
stabilisce relazioni di dialogo e cooperazione con lo
Stato e con le differenti istituzioni per compiere la
sua missione pastorale, spirituale e culturale,
educazionale e social-filantropica.

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Articolo 4 b.
La “Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia” è
un’associazione autonoma, ma rispetta tutte le leggi
dello Stato e non vuole avere nessun conflitto con le
altre associazioni dello stesso tipo.

Articolo 5.
Articolo 5 a.
La Chiesa Ortodossa d’Europa comprende i
cristiani ortodossi d’Europa che hanno firmato ed
hanno accetato ad esere ortodossi.

Articolo 5 b.
La “Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia” è
una Chiesa Nazionale e maggioritaria in Croazia
che rispetta e si propone di vivere fraternamente con
le altre chiese cristiane:

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Chiesa Cattolica
Chiesa Ortodossa
Chiesa Evangelica
Chiesa Anglicana
tutte nelle diverse espressioni, sfaccettature e
varianti denominazionali interne.

PARTE I
Articolo 6.
Articolo 6 a.
La “Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia” è
organizzata nella forma di Diocesi autonoma con il
titolo di " Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in
Croazia ".

Articolo 6 b.
La Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in
Croazia contiene le seguenti parti:

- 13 -
I. Metropolìa di Croazia -titolo vacante,
Arcidiocesi di Zadar -titolo vacante:
1. Arcidiocesi:
a. Eparchìa di Zadar
b. Eparchìa di Zagreb
c. Eparchìa di Osiek

Articolo 7.
Articolo 7 a.
La creazione, la soppressione e qualsiasi
modifica territoriale o cambiamento di titolo dei
Vescovi o degli Arcipreti, saranno fatti con atto
addizionale al presente Statuto.

Articolo 7 b.
Il titolo del nostro Metropolita e i titoli di
Arcivescovo e Vescovo si stabiliscono al Sinodo
Esecutivo della Chiesa Ortodossa d’Europa, oppure
con un atto addizionale inviato dal Patriarca.

- 14 -
Articolo 7 c.
Tutte gli altri titoli inferiori sono stabiliti dalla
sede del Vescovo Eparchìa di Zadar e devono essere
inseriti nello Statuto con atto addizionale dalla
stessa sede del Vescovo Titolare.

Articolo 7 d.
I membri del Sinodo Diocesano, che hanno dei
titoli onorifici personali, saranno ricordati in
qualsiasi funzione della nostra Chiesa.

Articolo 8.
L’organizzazione canonica e pastorale sarà
approvata ogni anno dal Sinodo Diocesano.

- 15 -
PARTE II. Organizzazione Centrale

Articolo 9.
La “Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia”
funziona a livello centrale con i seguenti organismi:

I. Organismi centrali deliberativi:

a. Il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa


d’Europa
b. Il Sinodo Diocesano di Croazia
c. Il Sinodo Esecutivo (o Piccolo Sinodo)
d. La riunione nazionale dei fedeli

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II. Organismi centrali esecutivi:

a. Il Patriarca
b. Il Metropolita Primate - Titolo vacante
c. Il Vescovo Titolare
d. Il Consiglio Nazionale Ecclesiastico
e. La permanenza del Consiglio Nazionale
Ecclesiastico

III. Organismi centrali amministrativi:

a. Cancelleria del Santo Sinodo della Chiesa


Ortodossa d’Europa
b. Cancelleria del Sinodo Metropolitano -titolo
vacante
c. Cancelleria del Sinodo Diocesano
d. L’Amministrazione Patriarcale
e. L’Amministrazione Metropolitana - titolo vacante
f. L’Amministrazione Diocesana

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PARTE III. Disposizioni comuni

Articolo 10.
Articolo 10 a.
Il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa
d’Europa rappresenta il potere assoluto centrale
deliberativo della nostra Chiesa. Il Santo Sinodo è
formato da tutti i Metropoliti Primati, Metropoliti,
Vescovi ausiliari o titolari della nostra Santa Chiesa
d’Europa.

Articolo 10 b.
Il Sinodo Metropolitano - titolo vacante, Sinodo
Diocesano di Croazia è formato dal Vecsovo
Titolare di Croazia, dai altri Vescovi titolari,
ausiliari o eletti della Santa Chiesa Ortodossa
d’Europa.

Articolo 10 c.
Il Sinodo Esecutivo (o Piccolo Sinodo) della
Sede Diocesana verrà costituito dal Vescovo

- 18 -
Titolare, dal Vicario del Metropolita, dal Segretario
e da un avvocato.
Articolo 10 d.
L’assemblea nazionale dei fedeli è formata da
10 a 25 fedeli importanti che non fanno parte del
Clero. L’assemblea nazionale dei fedeli sarà scelta
dalla Sede Metropolitana (titolo vacante) o Sede
Diocesana e sarà aggiunta allo Statuto con atto
addizionale ogni anno .

Articolo 11.
Articolo 11 a.
Il Patriarca della nostra Chiesa è il più alto
Metropolita Primate della Chiesa. Lui ha l’autorità
di essere capo amministrativo della Chiesa
Ortodossa d’Europa.

Articolo 11 b.
Il Metropolita Primate è il più alto tra i Vescovi
di una chiesa nazionale. Lui è scelto direttamente
dal Patriarca.

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Articolo 11 c.
Il Consiglio Nazionale Ecclesiastico è formato
dai più importanti preti e membri del Clero della
“Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -Chiesa e
Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia”, tra cui il
più anziano sarà il Presidente. Questo Consiglio sarà
formato da 10 a 25 membri che ogni anno saranno
aggiunti allo Statuto con atto addizionale .

Articolo 12.
Articolo 12 a.
La Cancelleria del Santo Sinodo della Chiesa
Ortodossa d’Europa è un’assemblea dei clerici di
alto rango e titolo e dei laici importanti che saranno
scelti dal Santo Sinodo. Questi saranno tenuti al
segreto assoluto; solamente il Sinodo sarà informato
da questa assemblea.

- 20 -
Articolo 12 b.
La Cancelleria della Sede Metropolitana (titolo
vacante) o Sede Diocesana è un’assemblea dei
clerici di alto rango e titolo e laici importanti che
saranno scelti dal Sinodo Metropolitano o Sinodod
Diocesano. Questi saranno tenuti al segreto
assoluto; solamente il Sinodo Metropolitano o
Sinodod Diocesano sarà informato da questa
assemblea.
Articolo 12 c.
I. 1. L’Amministrazione Patriarcale sarà
costituita da tutti quelli che aiutano il Patriarcato,
per volontariato o stipendiati, tra cui i seguenti:
segretari, dattilografi, avvocati, dottori, assistenti
sociali, biblisti, teologi, e tutti quelli che fanno parte
degli organismi separati dal Patriarcato.
I. 2. L’Amministrazione Patriarcale avrà i
seguenti settori amministrativi speciali:
a. Settore Teologico Educazionale
b. Settore Social-filantropico
c. Settore Economico-Finanziario:
c1. Contabilità

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c2. Tecnico
c3. Commissioni finanziarie
d. Settore del Patrimonio Culturale
e. Settore del Patrimonio Immobiliare
f. Settore delle Relazioni Ecclesiastiche e
Interreligiose
g. Settore delle Relazioni Pubbliche
h. Corpo d’Ispezione e Controllo
II. 1. L’Amministrazione Metropolitana o
Administrazione Diocesano sarà costituita da tutti
quelli che aiutano la Metropolìa o Diocesa, per
volontariato o stipendiati, tra cui i seguenti:
segretari, dattilografi, avvocati, dottori, assistenti
sociali, biblisti, teologi, e tutti quelli che fanno parte
degli organismi separati dalla Metropolìa o Diocesa.
II. 2. L’Amministrazione Metropolitana o
Diocesana avrà i seguenti settori amministrativi
speciali:
a. Settore Teologico Educazionale
b. Settore Social-filantropico
c. Settore Economico-Finanziario:

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c1. Contabilità
c2. Tecnico
c3. Commissioni finanziarie
d. Settore del Patrimonio Culturale
e. Settore del Patrimonio Immobiliare
f. Settore delle Relazioni Ecclesiastiche e
Interreligiose
g. Settore delle Relazioni Pubbliche
h. Corpo d’Ispezione e Controllo

CAPITOLO II. Organizzazione locale


Articolo 13.
Articolo 13 a.
L’unità componente della “ Chiesa Ortodossa
d’Europa in Croazia - Chiesa e Diocesi Ortodossa
d’Europa in Croazia”sono:
1) Parrocchia
2) Monastero
3) Eremitaggio

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4) Decanato
5) Vicariato
6) Eparchìa (Arcidiocesi e Diocesi)

Articolo 13 b.
Come abbiamo detto nell’articolo precedente,
questi saranno gli organismi legali e saranno
identici per tutta la Chiesa Ortodossa d’Italia.

LA PERSONALITA’ GIURIDICA
Articolo 14.
Articolo 14 a.
La Metropolìa, Arcidiocesi, Diocesi, Decanato,
Vicariato, Eparchìa, Parrocchia, Monastero ed
Eremitaggio sono persone giuridiche di diritto
privato e utilità pubblica con i diritti e obblighi degli
articoli seguenti:

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Articolo 14 b.
Queste persone giuridiche devono avere due
codici unici fiscali: uno per l’attività no-profit e uno
per l’attività economica.

Articolo 14 c.
La creazione e la soppressione eventuale di
queste unità componenti della “Chiesa Ortodossa
d’Europa in Croazia -Chiesa e Diocesi Ortodossa
d’Europa in Croazia” saranno comunicate con atto
addizionale al presente Statuto quando se ne
presenterà il caso.

SEZIONE I. Parrocchia
Articolo 15.
La Parrocchia e la comunità dei cristiani
ortodossi, clerici e laici, situati sul territorio
vengono subordinati al Decanato e condotti da un
prete parroco che viene scelto dal Vescovo di quella
Diocesi.

- 25 -
Articolo 16.
I fedeli di una Parrocchia hanno i seguenti
diritti:

 beneficiare dell’assistenza religiosa in ogni


tempo e luogo
 scegliere ed essere scelti negli organismi
parrocchiali
 beneficiare dell’aiuto filantropico, in conformità
con le possibilità della Parrocchia
E i seguenti doveri:

 sostenere, fortificare e testimoniare la Fede


 vivere in ogni tempo e in ogni luogo come la
Santa Scrittura e la Santa Tradizione insegna
 partecipare a ogni Ufficio religioso, dando la
propria disponibilità
 comunicarsi con i Santi Misteri della Chiesa
 fare buone opere

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 aiutare e mantenere come possono la Chiesa e il
suo Clero.

IL PARROCO:
Articolo 17.
Articolo 17 a.
Il Prete Parroco è il rappresentante
amministrativo del Vescovo dell’Eparchìa che l’ha
mandato e rappresenta il pastore spirituale dei fedeli
nella Parrocchia.

Articolo 17 b.
Il Prete Parroco viene incaricato e dimesso
direttamente dal Vescovo, nello spirito di aiutare la
Chiesa.

Articolo 17 c.
Se per ragioni amministrative missionarie
disciplinari il Parroco dovesse essere sostituito,
questo lo fa direttamente il Vescovo, con una lettera
nella quale viene spiegato il motivo della scelta.

- 27 -
Articolo 18.
Nel lavoro di servire come Parroco vi sono le
seguenti attribuzioni:

a. celebra la Santa Divina Liturgia e tutti gli uffici


ecclesiastici la domenica, nelle altre feste e negli
altri giorni della settimana, quando sarà
necessario; fa la catechesi dei bambini, giovani e
adulti, in conformità allo spirito della Chiesa.
b. darà sempre udienza canonica al suo superiore
c. aggiornerà i registri di evidenza di tutti i suoi
parrocchiani:
 i registri di evidenza dei battezzati
 i registri degli sposati
 i registri dei defunti nei registri speciali per
questo, ed emette certificati di Battesimo, di
Matrimonio e Funebre.

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Articolo 19.
In ogni tempo e in ogni luogo nella sua
Parrocchia, il Parroco sarà colui che presiede tutte le
azioni filantropiche, sociali e di ogni altro genere
della Parrocchia.

AMMINISTRAZIONE DEI BENI


Articolo 20.
Articolo 20 a.
In ogni Parrocchia sarà presente un registro
speciale dei beni della Parrocchia stessa.

Articolo 20 b.
In ogni Parrocchia sarà presente un registro in
cui vengono riportate tutte le offerte ricevute dalla
Parrocchia stessa.

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Articolo 21.
Il Parroco, con gli altri preti e diaconi della
Parrocchia, hanno l’obbligo di aggiornare i registri
dei beni e delle offerte:
1. il registro dei beni avrà per ogni oggetto un
numero unico che sarà riportato anche
sull’oggetto (per es.: calice d’argento, n. 32)
2. il registro speciale delle offerte viene redatto
in doppia copia e deve essere aggiornato con
il nome e il cognome della persona che ha
dato l’offerta (se è una persona che vuole
rimanere nell’anonimato, si mette al posto
del nome “offerta anonima” e si riporta di
seguito l’importo).
Articolo 22.
Il prete Parroco, con gli altri preti e diaconi
della Chiesa, sono responsabili di tutti i beni e di
tutte le offerte; si assumono quindi la responsabilità
civile e penale per quanto riguarda i beni e le
offerte.

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MONASTERI ed EREMITAGGI
Articolo 23.
I Monasteri sono edifici religiosi nei quali una
comunità di monaci o monache vivono la Parola del
Signore.

Articolo 24.
Articolo 24 a.
I Monasteri hanno la stessa responsabilità e gli
stessi doveri di una Parrocchia.

Articoli 24 b.
Il Monastero è condotto dall’Abate o
dall’Abadessa, aiutato dai seguenti:
1. il padre spirituale del Monastero (il
prete o l’officiante del Monastero)
2. il Superiore del Monastero
(Monaco Superiore o Monaca
Superiore)
3. il/la monaco/a cuoco/a

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4. il/la monaco/a amministrativo/a

Articolo 25.
Come per la Parrocchia, il Monastero avrà i
seguenti registri:
1. Registro dei Battesimi
2. Registro dei Matrimoni
3. Registro dei Funerali
4. Registro unico dei beni
5. Registro unico delle offerte

Articolo 26.
Il Monastero avrà in più alla Parrocchia i seguenti
registri:
1. Registro alimentare
2. Registro unico dei monaci o delle monache, dove
vengono annotati anche i fratelli o le sorelle
novizie.

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DECANATO
Articolo 27.
Articolo 27 a.
Il Decanato sarà condotto da un Decano (prete).

Articolo 27 b.
Il Decanato sarà formato da almeno 5
Parrocchie o Monasteri.

Articolo 27 c.
Il Decanato sarà una forma di amministrazione
locale per mettere insieme più di 5 Parrocchie o
Monasteri.

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Articolo 28.
Il Decanato avrà le seguenti attribuzioni ed
esercizi a nome del Vescovo:
a. coordinare, sorvegliare e condurre
l’attività ecclesiale
b. ispezionare almeno una volta al mese tutte
le parrocchie, i monasteri e gli eremitaggi
per vedere la qualità della vita
ecclesiastica, morale e sociale degli stessi
c. ispezionare tutti i registri delle Parrocchie
e fare un rapporto per il Vescovo.

EPARCHIA (ARCIDIOCESI E DIOCESI)


Articolo 29.
Articolo 29 a.
Le Eparchìe saranno delle unità ecclesiastiche
costituite dal numero delle Parrocchie e Monasteri
che sono raggruppate in Decanati.

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Articolo 29 b.
Nel territorio delle Eparchìe potranno
funzionare ed esistere istituti di insegnamento
teologico professionale, istituti di insegnamento
sociale e filantropico, istituti di insegnamento delle
Arti Sacre (musica sacra, pittura, scultura ed altri
arti sacre)

Articolo 29 c.
Le Eparchìe sono Arcidiocesi o Diocesi guidate
da un Arcivescovo o da un Vescovo.

Articolo 29 d.
Nessuna Eparchìa potrà aprire o amministrare
un’unità di culto sul territorio di altre Eparchìe
senza la Benedizione e l’approvazione del Vescovo
di quella Diocesi.

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L’EPARCO (Arcivescovo o Vescovo Titolare)
Articolo 30.
Articolo 30 a.
Nella sua Eparchìa il Vescovo Titolare dovrà
esercitare il suo pieno lavoro in comunione con il
Sinodo Metropolitano o Sinodo Diocesano e con il
Sinodo Patriarcale.

Articolo 30 b.
L’Eparco dovrà esercitare il suo diritto di
guidare l’Eparchìa a partire dal momento della sua
intronizzazione e dal ricevimento della Gramata da
parte del suo Metropolita o del Patriarca.

Articolo 31.
Articolo 31 a.
Nel periodo in cui un’Eparchìa è vacante, il
Vicario dell’Eparco (un Vescovo scelto dal
Metropolita o dal Patriarca) avrà il diritto di
svolgere tutte le prerogative del titolare della sede.

- 36 -
Articolo 31 b.
L’Eparco sarà obbligato ad avere in ogni tempo
e in ogni luogo la sua uniforme monacale (tunica,
exoraso e il cappello con il velo, la croce pettorale,
la panaghìa e il suo bastone pastorale).

Articolo 32.
L’Eparco (Arcivescovo o Vescovo) eserciterà le
seguenti funzioni:
a. esercitare il suo lavoro di insegnante,
servitore di tutti e soprattutto servitore dell’Altare
b. esercitare il suo lavoro di pastore della sua
Eparchìa
c. guidare l’Eparchìa in conformità a tutti i
canoni ortodossi, alle decisioni del Sinodo
Metropolitano e del Santo Sinodo Patriarcale
d. vegliare il buon lavoro della vita ecclesiastica
nell’Eparchìa e anche il lavoro di tutti gli istituti
e. rappresentare l’Eparchìa nelle relazioni con le
autorità pubbliche locali, centrali, in tribunale
personalmente o tramite un delegato

- 37 -
f. rappresentare l’Eparchìa in relazione con tutte
le altre denominazioni religiose che sono nel suo
territorio, in conformità con l’Obbedienza al
Metropolita o al Patriarca.
g. effettuare spesso delle visite canoniche
pastorali nella sua Eparchìa
h. presentare al Sinodo Metropolitano o al
Sinodo Diocesano o al Santo Sinodo Patriarcale il
suo rapporto annuale, in cui vengono riportati i
seguenti punti più importanti:
 attività pastorali missionarie
 attività social-filantropiche
 attività degli istituti teologici
 attività degli istituti delle Arti Sacre
 attività speciali dei suoi fedeli (per es.: se un
fedele dona una chiesa o qualcosa di veramente
sostanzioso all’Eparchìa, costui dev’essere
nominato al Sinodo per ricevere un
ringraziamento ufficiale)

- 38 -
IL CLERO
Articolo 33.
Articolo 33 a.
Il Clero della Chiesa è formato da quei cristiani
ortodossi che sono stati chiamati da Dio per
compiere funzioni di servizio e di guida nella
Chiesa: essi non sono degni di svolgere queste
funzioni, ma Dio tramite il Suo Santo Spirito,
nell’ufficio dell’Ordinazione, li rende degni; e tutti
quelli presenti sono testimoni del lavoro del Santo
Spirito, indicendo “Axios” (“Lui è degno”). Tramite
questo non si afferma la dignità del fedele chiamato,
ma il fatto che il Santo Spirito procede dal Cielo
sopra di lui, adempiendo il Suo lavoro,
trasformandolo in Clerico.
I clerici non sono superiori ai laici nella Chiesa,
ma hanno la Grazia del Santo Spirito che hanno
ricevuto al momento dell’Ordinazione dalle mani
del Vescovo.
Tutti i laici sono anche loro chiamati ad essere
scelti per servire come Clero di Cristo (I Pietro 2,5-
9).
Il servizio dei clerici è chiamato ad essere più

- 39 -
intenso spiritualmente; ma spiritualmente il ruolo
dei clerici può essere pericoloso, perché stanno
amministrando i Santi Misteri e stanno insegnando
la Parola di Dio ai laici.

Articolo 33 b.
Il Clero ecclesiastico viene ripartito in due
grandi categorie:
I. Ordini Piccoli:
1. Ostiari (storico)
2. Acoluthi
3. Salti (cantori)
4. Lettori
5. Subdiaconi
II. Ordini Grandi:
1. Diaconi
2. Presbiteri
3. Vescovi

- 40 -
Articolo 33 c.
Ancora dopo il secolo III, l’organizzazione della
Chiesa ha giocato un ruolo importante nella vita e
nell’attività della Chiesa stessa. In quel periodo
hanno cominciato a costituirsi delle piccole
comunità disperse nelle province ed isolate nelle
loro autonomie. La Chiesa era costruita in un’unità
provinciali e organizzata in Sinodi. Così nel secolo
IV era formata come un organismo disperso in tutto
l’Impero Romano d’Oriente e d’Occidente.

Articolo 33 d.
La gerarchìa ecclesiastica è di origine divina dal
nostro Signore Gesù Cristo (cfr. Ebrei 7,12), che ha
indicato la forma della Trinità della gerarchìa nel
modo seguente: apostoli, profeti e insegnanti (I
Corinzi 12,28).
Dopo gli Apostoli, sono stati chiamati nell’uso
ecclesiastico nel modo seguente:
- Vescovi
- Presbiteri
- Diaconi

- 41 -
(Atti 16,23 ; I Timoteo 3,1 e 8; I Timoteo 5,17; Tito
1,5-7)
Articolo 33 e.
Nel tempo dei Santi Parenti Apostoli, questa
Trinità del servizio gerarchico era ben distinta e
caratterizzata. I Santi Ieronimo e Giovanni
Crisostomo hanno detto che anche nel tempo dei
Santi Apostoli la distinzione tra i Preti e i Vescovi
era ben fatta.
Al tempo di Santo Imnaghios, la differenza della
Trinità del Clero meglio spiegata è quella che
utilizziamo noi oggi.

Articolo 34
Articolo 34 a.
Nell’amministrazione abbiamo degli alti ranghi
e titoli di Ordine Maggiore che vengono assegnati ai
clerici sposati:
1. Arcidiaconi
2. Preti Stavrofori
3. Preti Economi-stravofori

- 42 -
4. Arcipreti
5. Arcipreti mitrati
Articolo 34 b.
Nell’amministrazione abbiamo degli alti ranghi
e titoli di Ordine Maggiore che vengono assegnati ai
clerici celibi:
1. Arcidiaconi
2. Preti Stavrofori
3. Preti Economi-stravofori
4. Arcipreti
5. Arcipreti mitrati
6. Vescovi Ausiliari

Articolo 34 c.
Nell’amministrazione abbiamo degli alti ranghi
e titoli di Ordine Maggiore Monastico che vengono
dati ai clerici monaci:
1. Iero-diaconi
2. Iero-monaci

- 43 -
3. Protosingheli
4. Archimandriti
5. Arcivescovi
6. Metropoliti
7. Metropoliti primate
8. Patriarchi

CLERO INFERIORE O CLERO PICCOLO:


Articolo 35.
Gli Ostieri (storico) al giorno d’oggi non
esistono, ma comunque la Chiesa li ricorda. Loro
erano quelli che controllavano le porte delle chiese
nei tempi di persecuzione, affinché nessun pagano
entrasse.

Articolo 36.
Gli Esorcisti (storico) erano nella Chiesa
Primitiva delle persone che avevano il dono di
carattere carismatico di far uscire i demoni. Il loro
servizio era la Guarigione dei posseduti dagli spiriti

- 44 -
immondi o di quelli che soffrivano di malattie
spirituali. Gli Esorcisti aiutavano il Vescovo nel
tempo del Battesimo; anche se oggi non esistono
più, la Chiesa si ricorda di loro. Ad oggi il loro
servizio viene svolto da ogni Prete.
Articolo 37.
Gli Acoluthi o Ministranti (storico) erano le
guardie del corpo del Vescovo. Il loro servizio
ecclesiastico era di portare le lampade, le croci o le
ripide (oggetti di metallo rotondi che servivano per
le processioni). Ad oggi loro non esistono nella
Chiesa Ortodossa; comunque la Chiesa si ricorda di
loro, e il loro servizio è passato ai Subdiaconi.

Articolo 38.
I Salti o Cantori (storico) erano nella Chiesa
Primitiva quelli che cantavano i Salmi del Vecchio
Testamento. Ad oggi loro cantano nella chiesa dopo
il Tjpikon Liturgico (raccolta di canzoni per la
Messa). I Cantori al giorno d’oggi, insieme ai
Lettori, sono i rappresentanti dei fedeli ed hanno il
compito di cantare durante la Benedizione del
Vescovo nella Chiesa.

- 45 -
Articolo 39.
I Lettori (storico) erano i primi clerici inferiori
conosciuti, dopo gli Esorcisti. Loro nel secolo I
portavano un dono carismatico. I Lettori avevano
l’obbligo di leggere gli Atti degli Apostoli e
avevano anche la funzione di stoccaggio
dell’Evangelo e del libro degli Atti degli Apostoli;
dovevano conoscere bene il testo dei Santi Apostoli
in modo da leggere bene. Nel tempo dei primi
secoli, i Lettori avevano l’obbligo di tradurre e di
spiegare nella lingua dei popoli cristiani. Ad oggi la
Chiesa si ricorda di loro e la loro funzione è quella
di leggere i Salmi degli Atti degli Apostoli e tutte le
altre cose che vengono lette nell’Ufficio Divino.
Articolo 40.
I Subdiaconi (storico) svolgevano alcuni
incarichi dei Diaconi; infatti erano l’aiuto dei
Diaconi, Per questo nella storia della Chiesa sono
denominati i “servitori dei Diaconi”; talvolta
facevano il servizio di curierato al Vescovo. Ad
oggi la Chiesa si ricorda di loro, ed hanno preso
anche le cariche dei Ministranti. I Subdiaconi
aiutano il Vescovo, il Prete, il Diacono ad indossare

- 46 -
i paramenti liturgici, a fare qualsiasi lavoro che il
Vescovo gli impartisce nel tempo della Liturgia o di
qualsiasi altro Ufficio.

CLERO MAGGIORE O GRANDE:


Articolo 41.
I Diaconi (storico) nei primi secoli cristiani
aiutavano il Vescovo al servizio e amministravano
le benedizioni alla comunità. Essi aiutavano a
mettere ordine nel servizio, ricevevano le offerte dei
fedeli, leggevano il Santo Vangelo, portavano il
Corpo e il Sangue di Cristo a coloro che non erano
presenti in assemblea (malati o prigionieri) e davano
l’annuncio dei servizi prossimi. Ad oggi la Chiesa si
ricorda di loro, e per la Provvidenza Divina ha loro
dato le seguenti cariche: fare più dell’80% del
Servizio Divino (il Diacono canta tutte le Litanie,
legge il Credo e il Padre Nostro con voce più alta
del popolo). Il servizio del Diacono è di
rappresentare il popolo all’Altare (di portare tutte le
preghiere del popolo cristiano nella stanza della
Divina Liturgia).

- 47 -
Articolo 42.
I Presbiteri (storico) erano i più numerosi
all’interno della comunità e formavano il Presbiterio
del Vescovo. La loro carica era di servire, con il
Vescovo o senza, il Divino Sacrificio. Quando il
Vescovo era presente, loro stavano rispettivamente
alla sua destra e alla sua sinistra ed erano i più vicini
al Vescovo. In quel tempo i Presbiteri potevano
predicare e catechizzare. Per i Preti si richiedeva
carità morale, un buon nome, stima, rispetto e
fiducia da parte dei fedeli e del Vescovo. La
tradizione della Chiesa, tramite i Canoni Sinodali,
ha dettato le regole precise per ordinare il
Presbitero. Nel caso in cui il Vescovo fosse morto,
il Collegio dei Presbiteri, il Presbiterio, guidava e
amministrava la comunità; si prendevano anche cura
di mantenere le relazioni con le altre chiese. Ad
oggi la Chiesa si ricorda di loro, e ha dato loro la
carica di servire il Signore in ogni tempo e in ogni
luogo, di poter consacrare nella Santa Divina
Liturgia il Corpo e il Sangue di Cristo e di
amministrare i Misteri della Chiesa ai fedeli. Il
Prete, come autorità ecclesiastica, rimane autonomo,
e quando il Vescovo sarà presente farà
l’Obbedienza assoluta a lui.

- 48 -
Articolo 43.
Articolo 43 a.
Il Vescovo (storico) portava nel secolo II e III
un titolo che era il rango del suo Ufficio nella
Chiesa. Era il supervisore, ispettore, primate
(antistes, pontifex), celebrante e sacerdote di Dio e
di Cristo, padre (parens, pater), uomo apostolico (vir
apostolicus). Il Vescovo era la guida suprema e
l’organo dell’unità della Chiesa, era il pastore e il
padre spirituale, nel senso che era il suo
rappresentante nei Sinodi locali. Il Vescovo
presiedeva in ogni tempo e in ogni luogo il servizio
della Santa Eucaristia, l’amministrazione di tutti i
Ministeri, ordinava Presbiteri e Diaconi e anche tutti
i membri del Clero Inferiore. Lui aveva nel suo
titolo la pienezza della Grazia Divina; al caso,
metteva in azione la Disciplina ecclesiastica, e
poteva scomunicare qualsiasi membro del Clero o
del popolo. Il Vescovo era scelto dal suo Clero e dai
suoi fedeli e doveva essere un uomo di fiducia, un
uomo ortodosso, di retta fede, con carità
intellettuale e morale, tranquillo e sereno, ma anche
un buon amministratore.
Nei primi tempi la chiesa locale pensava a scegliere

- 49 -
Vescovi tra i Preti maturi, anche se talvolta
venivano scelti anche Preti giovani (I Timoteo
4,12). Ad oggi la Chiesa si ricorda dei Vescovi
come il potere assoluto e come la carica più alta, la
Grazia più piena, il cuore più elevato, la mente più
brillante, l’Amore più grande, gli atti più eroici di
un sacerdote nella Chiesa.

Articolo 43 b.
Ad oggi il Vescovo viene scelto dai migliori
Archimandriti o Arcipreti Mitrofori celibati e
vengono ordinati dalle mani di altri due Vescovi.

ORDINE MAGGIORE AMMINISTRATIVO


DEL CLERO SPOSATO:
Articolo 44.
L’Arcidiacono è un rango onorifico
ecclesiastico che si conferisce ai diaconi sposati per
la loro longeva e particolare attività di diacono al
servizio della Chiesa. Questo rango viene conferito
da un Vescovo Titolare. I diaconi che hanno questo
titolo portano come segno distintivo una croce

- 50 -
pettorale.

Articolo 45.
Il Prete Stavroforo è un titolo speciale che si
conferisce ai preti sposati per la loro longeva e
particolare attività di Prete al servizio della Chiesa.
Questo Rango viene conferito da un Vescovo
Titolare. I preti che hanno questo titolo portano
come segno distintivo una croce pettorale.

Articolo 46.
Il Prete Economo-Stravoforo è un titolo speciale
che si conferisce ai preti sposati per la loro longeva
e particolare attività di Prete al servizio della
Chiesa. Questo Rango viene conferito da un
Vescovo Titolare. I preti che hanno questo titolo
portano come segno distintivo l’epigonation (un
pezzo di vestito a forma di rombo che viene messo
con un nastro dal collo in diagonale al ginocchio
destro; simboleggia la spada spirituale della Parola
di Dio).

- 51 -
Articolo 47.
L’Arciprete è un titolo speciale che si conferisce
ai preti sposati per la loro longeva e particolare
attività di Prete al servizio della Chiesa; questo
titolo è più un titolo di amministrazione che viene
conferito ai Decani quando sono investiti nella
carica di Decano. Come segno distintivo
nell’assemblea dei Preti stanno, se un Vescovo
presente, alla destra del Vescovo; se il Vescovo non
è presente, stanno in mezzo all’Altare.

Articolo 48.
L’Arciprete Mitrato è un titolo speciale che si
conferisce ai preti sposati per la loro longeva e
particolare attività di Prete al servizio della Chiesa.
Come segno distintivo nell’assemblea dei Preti
stanno, se un Vescovo è presente, alla destra del
Vescovo; se il Vescovo non è presente, stanno in
mezzo all’Altare. Altri segni distintivi sono:
- la croce pettorale
- l’epigonation (un pezzo di vestito a
forma di rombo che viene messo con un
nastro dal collo in diagonale al ginocchio

- 52 -
destro; simboleggia la spada spirituale della
Parola di Dio).
- la mitria: cappello come una corona
sferica; ha una connessione al diadema
portata dai preti del Vecchio Testamento
come segno distintivo (Esodo 28;4,37,39)
Oggi simbolizza la corona di spine di nostro
Signore Gesù Cristo, ma anche il velo
utilizzato per coprire la Sua testa quando era
nel sepolcro. È un simbolo della Dignità
Regale di nostro Signore Gesù Cristo; si
conferisce al prete più degno che sarà il più
grande prete nella Chiesa.

ORDINE MAGGIORE AMMINISTRATIVO


DEL CLERO CELIBE:
Articolo 49.
L’Arcidiacono è un rango onorifico
ecclesiastico che si conferisce ai diaconi celibi per
la loro longeva e particolare attività di diacono al
servizio della Chiesa. Questo rango viene conferito
da un Vescovo Titolare. I diaconi che hanno questo
titolo portano come segno distintivo una croce

- 53 -
pettorale.

Articolo 50.
Il Prete Stavroforo è un titolo speciale che si
conferisce ai preti celibi per la loro longeva e
particolare attività di prete al servizio della Chiesa.
Questo rango viene conferito da un Vescovo
Titolare. I preti che hanno questo titolo portano
come segno distintivo una croce pettorale.

Articolo 51.
Il Prete Economo-Stravoforo è un titolo speciale
che si conferisce ai preti celibi per la loro longeva e
particolare attività di prete al servizio della Chiesa.
Questo rango viene conferito da un Vescovo
Titolare. I preti che hanno questo titolo portano
come segno distintivo l’epigonation (un pezzo di
vestito a forma di rombo che viene messo con un
nastro dal collo in diagonale al ginocchio destro;
simboleggia la spada spirituale della Parola di Dio).

- 54 -
Articolo 52.
L’Arciprete è un titolo speciale che si conferisce
ai preti celibi per la loro longeva e particolare
attività di prete al servizio della Chiesa; questo
titolo è più un titolo di amministrazione che viene
conferito ai Decani quando sono investiti nella
carica di Decano. Come segno distintivo
nell’assemblea dei preti stanno, se un Vescovo
presente, alla destra del Vescovo; se il Vescovo non
è presente, stanno in mezzo all’Altare.

Articolo 53.
L’Arciprete Mitrato è un titolo speciale che si
conferisce ai preti celibi per la loro longeva e
particolare attività di prete al servizio della Chiesa.
Come segno distintivo nell’assemblea dei preti
stanno, se un Vescovo è presente, alla destra del
Vescovo; se il Vescovo non è presente, stanno in
mezzo all’Altare. Altri segni distintivi sono:
- la croce pettorale
- l’epigonation (un pezzo di
vestito a forma di rombo che viene
messo con un nastro dal collo in

- 55 -
diagonale al ginocchio destro;
simboleggia la spada spirituale della
Parola di Dio).
- la mitria: cappello come una
corona sferica; ha una connessione
al diadema portata dai preti del
Vecchio Testamento come segno
distintivo (Esodo 28;4,37,39) Oggi
simbolizza la corona di spine di
nostro Signore Gesù Cristo, ma
anche il velo utilizzato per coprire
la Sua testa quando era nel sepolcro.
È un simbolo della Dignità Regale
di nostro Signore Gesù Cristo; si
conferisce al prete più degno che
sarà il più grande prete nella Chiesa.
Articolo 54.
Articolo 54 a.
I Vescovi Ausiliari hanno il rango di Vescovo,
ma loro non possono fare nulla senza la
Benedizione del Vescovo Titolare o del
Metropolita, e non possono innalzarsi ad altri
ranghi.

- 56 -
Articolo 54 b.
Nella Chiesa vi sono dei Vescovi Titolari che
portano il Vicario di Vescovo Ausiliario di una
Metropolìa. Questi, per l’autorità di Titolare,
possono fare in libertà e piena autonomia il loro
lavoro di Vescovo Titolare, ma essendo anche
Ausiliari per la Metropolìa, fanno Obbedienza al
Metropolita.

ORDINE MAGGIORE AMMINISTRATIVO


DEL CLERO MONASTICO:
Articolo 55.
Gli Iero-diaconi sono diaconi che sono anche
monaci. Come segno distintivo loro portano il
cappello con il velo nero, ma i vestiti sono sempre
da diacono.

Articolo 56.
Gli Iero-monaci sono preti che sono anche
monaci. Come segno distintivo loro portano il
cappello con il velo nero e con l’abito di presbitero.

- 57 -
Articolo 57.
Protosinghèle è un titolo speciale che si
conferisce agli Iero-monaci per la loro longeva e
particolare attività di prete al servizio della Chiesa.
Questo rango viene conferito da un Vescovo
Titolare. I preti che hanno questo titolo portano
come segno distintivo l’epigonation (un pezzo di
vestito a forma di rombo che viene messo con un
nastro dal collo in diagonale al ginocchio destro;
simboleggia la spada spirituale della Parola di Dio).

Articolo 58.
Archimandrita è un titolo speciale che si
conferisce agli Iero-monaci per la loro longeva e
particolare attività di prete al servizio della Chiesa.
Come segno distintivo nell’assemblea dei preti
stanno, se un Vescovo è presente, alla destra del
Vescovo; se il Vescovo non è presente, stanno in
mezzo all’Altare. Altri segni distintivi sono:
- la croce pettorale
- l’epigonation (un pezzo di
vestito a forma di rombo che viene
messo con un nastro dal collo in

- 58 -
diagonale al ginocchio destro;
simboleggia la spada spirituale della
Parola di Dio).
- la mitria: cappello come una
corona sferica; ha una connessione
al diadema portata dai preti del
Vecchio Testamento come segno
distintivo (Esodo 28;4,37,39) Oggi
simboleggia la corona di spine di
nostro Signore Gesù Cristo, ma
anche il velo utilizzato per coprire
la Sua testa quando era nel sepolcro.
È un simbolo della Dignità Regale
di nostro Signore Gesù Cristo; si
conferisce al prete più degno che
sarà il più grande prete nella Chiesa.

Articolo 59.
L’Arcivescovo è il Vescovo di una Diocesi
importante come dimensioni e come storia che si
chiama Arcidiocesi. Dal punto di vista di ordine
sacramentale, l’Arcivescovo è equivalente al
Vescovo, ma questo titolo riceve maggior prestigio
del Vescovo. Quando un Vescovo diviene

- 59 -
Arcivescovo, non viene consacrato a un altro ordine
sacramentale e non riceve nessun altro sacramento;
un Vescovo che diviene Arcivescovo è solamente
intronizzato nella sua Arcidiocesi, e dopo 40 giorni
di ricerca canonica riceve la Gramata.

Articolo 60.
Articolo 60 a.
Il Metropolita è l’Arcivescovo di una
Arcidiocesi importante come dimensioni e come
storia che si chiama Metropolìa. Dal punto di vista
di ordine sacramentale, il Metropolita è equivalente
all’Arcivescovo, ma questo titolo riceve maggior
prestigio dell’Arcivescovo. Quando un Arcivescovo
diviene Metropolita, non viene consacrato a un altro
ordine sacramentale e non riceve nessun altro
sacramento; un Arcivescovo che diviene
Metropolita è solamente intronizzato nella sua
Metropolìa, e dopo 40 giorni di ricerca canonica
riceve la Gramata.
Articoli 60 b.
Il Metropolita avrà sempre il suo titolo di
Arcivescovo, e anche se nella Metropolìa vi saranno

- 60 -
altri Arcivescovi, lui sarà il più grande.

Articolo 60 c.
La Metropolìa è una forma di amministrazione
ecclesiastica nella quale si trovano almeno tre
Diocesi e una Arcidiocesi.

Articolo 61.
Articolo 61 a.
Il Metropolita Primate è il Metropolita di una
Metropolìa importante come dimensioni e come
storia, come una Nazione, che si chiama Metropolìa
Prima. Dal punto di vista dell’ordine sacramentale,
il Metropolita Primate è equivalente con il
Metropolita, ma questo titolo riceve un più grande
prestigio e l’autonomia piena, che è un prestigio più
grande del Metropolita. Quando un Metropolita
diviene Metropolita Primate, non viene consacrato a
un altro ordine sacramentale e non riceve nessun
altro sacramento; un Metropolita che diviene
Metropolita Primate è solamente intronizzato nella
sua Metropolìa Prima, e dopo 40 giorni di ricerca

- 61 -
canonica riceve la Gramata.

Articolo 61 b.
Il Metropolita Primate (lat.: Primis) è il titolo
accordato a uno dei Metropoliti nazionali. Nella
nostra Chiesa, in funzione della nostra tradizione,
questo titolo conferisce l’autorità suprema nella
giurisdizione d’Italia. Questo termine sarà utilizzato
in senso generale come capo della nostra Chiesa
autonoma d’Italia. Questo titolo sostituisce il
termine di Esarca.

Articolo 62.
Articolo 62 a.
Storicamente, il Patriarca è quel Metropolita
Primate che esercita un’autorità autocratica, come
nella carità del Pater Familias, sopra tutta la
famiglia. Questo sistema autoritario autocratico
familiare, al quale si conducono i più bravi uomini
si chiama Patriarcato. Abramo, Isacco e Giacobbe
sono considerati i primi tre patriarchi del
Giudaismo. L’epoca in cui questi patriarchi hanno

- 62 -
vissuto si chiama “l’Epoca dei Patriarchi”. Nella
nostra era cristiana, il termine ha cambiato tonalità e
rilevanza, e i Metropoliti Primate autocrati saranno
chiamati Patriarchi.
Il nostro Patriarca è un Patriarca delle chiese
moderne, che cercano di far rivivere le chiese
ortodosse locali, di cui enumeriamo le Chiese, e
altre Chiese Locali che al tempo degli Apostoli,
hanno ricevuto la Grazia di essere battezzate e di
essere cristianizzate tramite le mani degli stessi
Apostoli:
- la Chiesa Ortodossa Autocefala Verra delle
Catacombe di Russia – Patriarcato di Russia
- la Chiesa Ortodossa Autonoma di Francia
- la Chiesa Ortodossa Autonoma d’Italia
- la Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia
- la Chiesa Ortodossa Autonoma dell’Africa
- la Chiesa Ortodossa Autonoma di Filipine
e tutta l’Asia
- la Chiesa Ortodossa Genuina Autonoma di
Macedonia

- 63 -
- la Chiesa Ortodossa Autonoma Celtica di
America
- la Chiesa Ortodossa Autonoma di America
e Canada
- l’Essarcato Generale San’Andrea dei
Rumeni di Europa
- l’Essarcato Generale di Mosca e Sant’
Petersbourg e della tutta la Russia
- l’Essarcato Generale Santo Vladimir
dei Slavi
- l’Essarcato Generale d’Espagna
- l’Essarcato Generale d’Inglitera
- l’Essarcato Generale di Vienna
- l’Essarcato Generale di Germania
- l’Essarcato Generale di Cechia
- l’Essarcato Generale di Monaco e la
Costa Azzurra
- l’Essarcato Generale d’Isola di Tanna
- l’Essarcato Generale di Guinea
Equatoriale

- 64 -
- l’Essarcato Monastico di Santa Brigite
e Columcille di Texas
- l’Essarcato Generale di Australia
- l’Essarcato di Mexico
- Delegazione di Grecia

Articolo 62 b.
Il nostro Patriarcato è rinato come l’uccello
Phenix dalle proprie ceneri. In ogni giorno e in ogni
tempo abbiamo la forte testimonianza dei martiri
che hanno sofferto ferite fisiche e anche la morte
per la creazione delle chiese locali.

CAPITOLO III. Insegnamento teologico per


preparazione del Clero

Articolo 63.
Articolo 63 a.
La preparazione del Clero in tutte le categorie si
è fatto nei seguenti tipi di insegnamento:

- 65 -
1. Scuola da cantori ecclesiastici
2. Seminari teologici e biblici
3. Accademia Teologica Superiore

Articolo 63 b.
In funzione delle sue richieste specifiche, la
“Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -Chiesa e
Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia”
organizzerà le proprie unità di insegnamento
teologico e biblico, di ricerca scientifico-teologica,
di insegnamento liturgico e di ricerca biblistica.

Articolo 63 c.
Le istituzioni di insegnamento teologico e
biblistico saranno destinate per la preparazione del
personale ecclesiastico.

Articolo 64.
Articolo 64 a.
La “Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -

- 66 -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia”
farà delle sessioni di insegnamento biblico, liturgico
e simbolistico ai suoi fedeli tramite le persone
designate a farle.

Articolo 64 b.
I piani e i programmi di insegnamento saranno
scelti e praticati sulla Benedizione del Metropolita o
del Vescovo titolare.
Articolo 65.
Gli istituti d’insegnamento di Arte Sacra
(scultura, pittura, musica ecclesiastica, ecc.) saranno
accettati e condotti dal Metropolita (vescovo
titolare) o dal suo delegato.

- 67 -
CAPITOLO IV. La raccolta del Clero
Ecclesiastico

SEZIONE 1.
Articolo 66.
Il Clero Minore sarà raccolto tra gli studenti
degli Istituti Teologici.

Articolo 67.
I Preti e Diaconi saranno raccolti tramite gli
assolventi degli istituti teologici oppure tramite la
scelta del Metropolita o dal Vescovo Titolare.

Articolo 68.
La Chirotesìa dei lettori e degli ipodiaconi, e
l’Ordinazione dei preti e dei diaconi, si faranno
sempre a nome di un altare (Santuario)
dell’Eparchìa.

- 68 -
Articolo 69.
È consigliabile che ogni Parrocchia sia
composta di almeno due preti e due diaconi, tra cui
un Parroco.

SEZIONE 2 - La scelta di un Gerarca


Articolo 70.
Articolo 70 a.
La scelta di un nuovo Vescovo, Arcivescovo o
Metropolita sarà fatta dopo la consultazione con il
Clero e con i laici cristiani della nostra Chiesa.

Articolo 70 b.
La scelta di un Gerarca nel Sinodo
Metropolitano viene considerata valida con la
presenza di ¾ di quorum dei suoi membri e diverrà
scelto con i 2/3 del numero totale dei membri
presenti.

- 69 -
Articolo 70 c.
Dopo la scelta di un Vescovo si prepareranno
tutti i documenti, i quali verranno mandati al
Patriarca e al Sinodo Esecutivo della Chiesa
Ortodossa d’Europa.

Articolo 70 d.
Se il Patriarca risiede al Sinodo Esecutivo e
conferisce la Sua Benedizione, la scelta diverrà
valida e l’elezione del nuovo Gerarca si chiuderà e
si promulgherà nello Statuto con atto addizionale,
riportando il nome, il cognome, il nome
ecclesiastico e il titolo che porterà il Gerarca scelto.

SEZIONE 3. L’Ordinazione e Intronizzazione del


Gerarca
Articolo 71.
Articolo 71 a.
L’Ordinazione e l’Intronizzazione di un Gerarca
si fa sempre con riguardo al Codice Canonico

- 70 -
Ortodosso e anche alle tradizioni della chiesa locale.
Il nome del Gerarca eletto dovrà essere comunicato
al presente Statuto come abbiamo detto nell’articolo
70 d., e anche alle principali autorità civili e militari.

Articolo 71 b.
La Gramata d’Intronizzazione viene emessa dal
Patriarca e viene firmata dal Patriarca stesso, dal
Segretario Generale del Santo Sinodo e da un
rappresentante del Santo Sinodo.

Articolo 71 c.
Nel caso che il Gerarca prescelto non sia già
Vescovo, verrà ordinato come dicono i Canoni
Ortodossi e dopo riceverà la Gramata
d’Intronizzazione o il Documento di Continuazione,
a seconda del caso.

SEZIONE 4: I posti vacanti


Articolo 72
Articolo 72 a.

- 71 -
Nel caso in cui il posto di sede del Patriarca
rimanga vacante, il suo compito sarà preso per dal
successivo Gerarca che detiene il più alto rango; se
questo non fosse disponibile o non accetta e ricusa il
titolo, si trova il successivo.

Articolo 72 b.
Nel caso di posto vacante del Metropolita
Primate di una chiesa locale, sarà fatto come
all’Articolo 72 a.

Articolo 72 c.
Nel caso che la Sede di:
- Metropolita
- Arcivescovo
- Vescovo
rimanga vacante, il Patriarca, i Metropoliti e i
Vescovi, fanno come dice l’Art. 70 con i suoi punti.

- 72 -
CAPITOLO V. Codice dei Termini
Articolo 73.
La Chiesa è la formazione dei fedeli, dei Clerici di
una nazione o di più nazioni riuniti nello stesso Credo e
saranno suddivisi nei seguenti:
1. Metropolìa e il Foro Autonomo Superiore di
una chiesa, che viene suddiviso nei seguenti:
2. Arcidiocesi e il foro Superiore di una
Metropolìa
3. Diocesi e il foro Inferiore di una Metropolìa:
4. Decanato e la Unione delle Chiese
Parrocchiali, dei Monasteri e degli Eremitaggi:
5. Parrocchie e il Foro Superiore dei Decanati
(unione dei fideli)
5.1. Filia (pareclisi) e il Foro Inferiore
del Decanato (una piccola chiesetta o un
piccolo altare che dipende da una
Parrocchia)
6. Monasteri, Eremitaggi e il Foro Superiore
Monastico del Decanato
6.1. Skitii, il Foro Inferiore dei

- 73 -
Monasteri (gli Skitii sono delle piccole
comunità monastiche che fanno
l’Obbedienza a un monastero più grande)
6.2. Chelia, il Foro più inferiore
monastico degli Skitii (una stanza dove
abita un eremita con i suoi discepoli)

Articolo 74.
La Gramata è il documento più grande e più
ufficiale emesso dalla Sede del Patriarca e, come nel
caso della nostra Metropolìa, la Gramata viene fatta
dal Metropolita Primate e sarà chiamata Gramata
Metropolitana Primate.

Articolo 75.
Il Tomos è il documento nel quale si dà la
Benedizione del Patriarca nei seguenti casi:
- una documentazione per la
Beatificazione
- una documentazione per la
Santificazione

- 74 -
- una documentazione per aprire una
Metropolìa Primate
- una documentazione per arpire una
nuova Chiesa nazionale
Inoltre si benedicono le documentazioni in cui
si consacrano le scelte generali della Chiesa. Il
Tomos avrà un potere più grande della Gramata. Il
Tomos sarà fatto sempre dal Patriarca e, come nel
nostro caso, dal Metropolita Primate e si chiamerà
Tomos Primate.

Articolo 76.
La Chirotesìa è l’ordinazione in Ordini minori.
La Chirotonìa o Ordinazione è l’ordinazione in
Ordini Maggiori.

Articolo 77.
Il Libro Canonico è il documento delle
Ordinazioni Inferiori o Maggiori senza il Vescovo,
che saranno fatte dal Vescovo Titolare o dal
Vescovo che ha ordinato queste Ordinazioni.

- 75 -
Articolo 78.
Il Libro di Testimonianza è il documento
emesso da un Vescovo per ringraziare un laico che
ha aiutato la Chiesa.

CAPITOLO VI - L’Assistenza Social-


filantropica della Chiesa
Articolo 79.
Articolo 79 a.
La Chiesa con le sue disposizioni, i suoi
regolamenti e i suoi specialisti potrà fare delle
ricerche sociali per aiutare quelli che sono nel
bisogno.

Articolo 79 b.
Tutti gli aiuti che la Chiesa darà con
l’approvazione del Metropolita o del Vescovo
Titolare, saranno tenuti in segreto oppure saranno
registrati in un registro speciale, che è tenuto in
segreto dal Metropolita o del Vescovo Titolare.

- 76 -
Articolo 80.
La Chiesa aiuterà i malati, i poveri, gli
imprigionati e tutti quelli che, come insegna
l’Evangelo, sono bisognosi.

Articolo 81.
I beneficiari dei servizi filantropici e sociali
conferiti nella “ Chiesa Ortodossa d’Europa in
Croazia - Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in
Croazia” saranno le persone, i gruppi e le comunità
trovate nelle situazioni di difficoltà, senza
discriminazione.

CAPITOLO VII. Disciplina del Clero


Articolo 82.
Nei Fori Disciplinari e di Giudizio Ecclesiastico
si giudicano i problemi dottrinali, morali, canonici e
anche disciplinari:
a. esaminare a fondo la causa
b. giudicare gli indizi:

- 77 -
i. Concistoro Disciplinare del
Decanato
ii. Concistoro Disciplinare
dell’Eparchìa
c. giudicare il ricorso:
i. Concistoro Disciplinare
Metropolitano
ii. Santo Sinodo

Articolo 83.
Tutti i membri dei Fori Disciplinari saranno scelti
nelle Diocesi dei Vescovi, Arcivescovi e Metropoliti.

CAPITOLO VIII. Istituzione Ecclesiastica con


scopo missionario:
Articolo 84.
La “ Chiesa Ortodossa d’Europa in Croazia -
Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia”
funziona nelle seguenti istituzioni con scopo
missionario:

- 78 -
a. Istituto Biblico in Missione della “ Chiesa
Ortodossa d’Europa in Croazia -Chiesa e
Diocesi Ortodossa d’Europa in Croazia” con i
suoi settori:
- editoria e tipografia
- centro di ricerca biblistica,
teologica e scientifica
- atelieri, qualsiasi siano
per la promulgazione
missionaria
b. Istituti dei Media:
- i siti internet
- le radio on-line
- le televisioni on-line
- centri e uffici di stampa
della “ Chiesa Ortodossa
d’Europa in Croazia - Chiesa e
Diocesi Ortodossa d’Europa in
Croazia”
c. La cassa di aiuto reciproco del Clero e le
loro famiglie.

- 79 -
CAPITOLO IX . Disposizioni finali diverse:
Articolo 85.
Articolo 85 a.
Il presente Regolamento viene approvato dal
Santo Sinodo sul fondamento dei principi e sulle
disposizioni che sono raccolte nella Santa Scrittura,
nei Santi Canoni della Chiesa Ortodossa. Infatti
questo Statuto viene redatto per meglio essere
trasparenti e per meglio provare come la “ Chiesa
Ortodossa d’Europa in Croazia - Chiesa e Diocesi
Ortodossa d’Europa in Croazia” governa,
regola,conduce, guida e amministra il suo lavoro
religioso della Fede, missionario-pastorale,
culturale-educativa, social-filantropica, fondata sul
patrimonio della Chiesa Ortodossa Universale.
Questo è e sarà obbligo per tutta la nostra “ Chiesa
Ortodossa d’Europa in Croazia - Chiesa e Diocesi
Ortodossa d’Europa in Croazia”.

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Articolo 85 b.
Questo Regolamento, per l’organizzazione e la
funzione della nostra “ Chiesa Ortodossa d’Europa
in Croazia - Chiesa e Diocesi Ortodossa d’Europa in
Croazia”, è un fondamento. Ogni altra decisione
sarà messa nel presente Regolamento con atto
addizionale.

Articolo 86.
Il Santo Sinodo Metropolitano o il Sinodo
Diocesano approva e modifica questo Regolamento
tramite la Grazia Divina quando ci sarà bisogno,
sempre con atto addizionale.

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