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Nihir accidere bono viro mali potest

Seneca ritiene che le disgrazie che accadono persino agli uomini onesti e sereni non siano casuali, dato
che il mondo è governato da un piano divino provvidenziale: esse sono quindi prove inviate dagli dei
affinché essi consolidino la propria virtus. In questa fase Seneca si concentra sulla coscienza individuale:
chi possiede la virtus ha patria ovunque, anche in esilio, ma se la sorte sarà troppo dura, ci sarà sempre
la possibilità del suicidio.

TRADUZIONE
(1) “Perché molte cose avverse capitano agli uomini giusti?” Niente di male può
capitare a un uomo giusto: i contrari non si mescolano. Nello stesso modo in cui (come) tanti fiumi,
tanta pioggia che cade dall’alto, tanta forza delle acque medicamentose non mutano il sapore del
mare, neppure lo addolciscono, così l’impeto delle cose avverse non cambia l’animo di un uomo
forte: rimane nella (sua) condizione, e trascina nel suo stile qualunque cosa accada; infatti, è più
potente di tutte le cose esterne.
(2) Non dico questo: non le percepisce, ma (le) vince, e in altri casi, quieto e tranquillo, si erge contro
tutte le cose che gli si fanno incontro. Reputa tutte le cose avverse (come) esercitazione. Ma quale
uomo a modo e versato alle cose oneste, non è desideroso di una giusta fatica e pronto ai doveri
(anche) con pericolo? Per quale (uomo) industrioso l’ozio non è una pena?
(3) Vediamo gli atleti, che hanno la cura delle forze, combattere con alcuni fortissimi ed esigere, da
coloro con i quali si preparano alla gara, che si servano di tutte le loro forze contro questi stessi;
sopportano di essere colpiti e picchiati, e, se non trovano singoli pari, affrontano nello stesso tempo
più (persone).

ANALISI
- Exemplum tratto dal mondo naturale tipico stoico: fiume, acqua dolce, mare.
- Mali e avversità sono concetti diversi, infatti gli uomini onesti non possono mescolarsi al male per
natura poiché li dominano, non li subiscono.
- L’uomo onesto percepisce le cose brutte, ma le vince, perché per natura si prende le proprie
responsabilità e risponde alle avversità con forza appena si presentano, dato che è suo dovere.
- Sembra che Seneca si contrapponga a Crisippo (III secolo AC), che scrive a sua volta una peri
pronoia: questi afferma che male e bene sono necessari e complementari l’uno all’altro (contrario
chiama contrario), quindi c’è dialettica tra i due, mentre per Seneca le due cose sono diverse,
dato che non c’è dialettica tra i contrari, perciò non sono compatibili, non si mescolano.
- COLOREM: col colore intende la qualità, lo stile, quasi la personalità.
- ATTOLLITUR: tollo è un verbo che sottintende un ergersi in modo saldo e impetuoso, come un
toro o un animale, ripreso dagli Epodi di Orazio (contro un cane malevolo)
- INCURRENTIA: risemantizzazione di termini di altri ambiti (militare).
- ALIOQUI: in qualsiasi altro momento è tranquillo, ma quando serve è un leone
- Exemplum tratto dal mondo sportivo: gli atleti si allenano per essere pronti a scontrarsi con il più
bravo, o anche con più persone alla volta.
- LABORIS… OFFICIA…PROMPTUS: termini perfetti per l’uomo onesto e giusto.
- QUEMADMODUM: ripresa delle metafore naturali del Naturales Quaestiones.
- MULTA…ADVERSA: iperbato
- BONIS VIRI… BONO VIRO: poliptoto
- ADVERSARUM…RERUM: iperbato
- TOT…TANTUM…TANTA: variatio + allitterazione t
- ALIOQUI QUIETUS PLACIDUSQUA: allitterazione q
- PERICULO PROMPTUS/PARES PLURIBUS: allitterazione p
- NON INDUSTRIO: anastrofe
- LABORIS…IUSTI: iperbato
- QUIBUSNVIRIUM CURA EST: dativo di possesso
- CUI…POENA EST?: interrogativa retorica

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