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Poeta più grande dell'età augustea
“porcus sum de grege Epicuri” = io sono il porcello della mandria di Epicuro (è
seguace di Epicuro)
Nella nostra cultura il maiale è segno di sporcizia fisica e morale, sudiciume
repellente
Nella cultura antica quelle caratteristiche sono attribuibili all’asino; mentre il
porcus = roseo porcellino che vive in campagna all’aperto (connotazione
positiva)
Orazio è seguace di Epicuro come Lucrezio:
Lucrezio è austero e dal temperamento tragico
Orazio mostra l’altro volto dell’epicureismo: quello edonista (non
esageratamente) bonario, ironico e autoironico: “ridendo castigat mores”,
MA non si considera affatto estraneo ai vizi, sbaglia come tutti (autocritica e
autoironia)
Fa parte del circolo di Mecenate e diventa un suo grande amico, nonostante la
distanza sociale:
MECENATE discende da principi etruschi
ORAZIO viene dalla Puglia ed è figlio di un liberto (“libertino patre natus”)
La sua ascesa (sociale e culturale) è dovuta alla POESIA e Orazio è sempre molto
orgoglioso di essere un uomo che si è fatto da sé.
OPERE:
SERMONES (= conversazioni):
o SATIRE (saturae), 41-30 a.C: componimenti di intento moralistico in
cui il poeta rappresenta in modo ironico i difetti propri e altrui
o EPISTOLE (epistulae), 23-13 a.C: componimenti d’occasione di
riflessioni personali su temi morali
EPÒDI (iambi), 41-30 a.C
ODI (carmina), 30-23 + 13 a.C: poesia lirica di argomento religioso, erotico,
conviviale e civile
TRADUZIONE:
Tu non chiedere, è empio saperlo quale fine abbiano dato a me, quale a te, gli dei,
Leuconoe, e non tentare i calcoli babilonesi.
Quanto è meglio accettare qualsiasi cosa sarà sia che Giove abbia assegnato più
inverni o questo (inverno) come ultimo che ora fiacca (stanca) il Mar
Tirreno sulle scogliere opposte: sii saggia, filtra i vini e ritaglia
la lunga speranza in uno spazio breve. Mentre stiamo parlando sarà già fuggito il
tempo che ci vuole male: cogli il momento quanto meno possibile affidandoti al
giorno seguente
“appone lucro e metti nella colonna dei guadagni qualsiasi giorno la fortuna ti darà” =
linguaggio della contabilità applicato al tempo
nunc repetantur - vervo al v.20 et campus… ... composita ora - Orazio allestisce
scenetta : ora che sei giovane ti devi dedicare a queste attività.
Ora si cerchino il campo Marzio e le piazze e i flebili sussurri sul far della notte all’ora
stabilita.
“composita ora” = abl. di tempo determinato
Innamorati si sono dati appuntamento al campo Marzio - buio e deserto, si parlano
bisbigliando
“nunc repetantur” =
Ora si ricerchi anche la risata gradita della ragazza che si nasconde in un angolo.
Ora si cerchi il pegno d’amore strappato dalle braccia o dal dito che resiste a
malapena/che fa finta di resistere
sorta di contesa in cui uno ruba un bracciale/anello
scenetta maliziosa ma bonaria
T9 - “Congedo”
Odi III.30 - orgoglio di poeta
(Primi 3 libri delle Odi (carmina) pubblicati insieme, il successivo separatamente)
In questa ode, strettamente collegata alla prima (T7) sia nella forma metrica che nel
contenuto, Orazio afferma la conquista della propria gloria immortale raggiunta
attraverso la poesia, e questa diventa una poesia di commiato, con cenni
autobiografici, vanto della propria produzione artistica che ha saputo trasporre in
modo raffinato e colto la lirica greca in lingua e metrica latine e affermazione della
fama raggiunta; è consapevole della caducità delle opere umane.
vv.1-5 = monumento perenne (poesia). “Monumentum” indica qualsiasi
opera destinata a ricordare un personaggio o un evento storico (statue, edifici,
opere funerarie, documenti scritti)
v.2: le piramidi sono SITU: significa sia mole che squallide, perché sono
rovinate da elementi distruttivi come la pioggia che corrode e mangia; il vento
che non si sa trattenere/sfrenato; il passare del tempo.
vv.6-9 = Sopravviverò nella fama: morirò nel corpo ma il mio stile e la poesia
sopravviverà. Usato un “me stil” più debole, reso attraverso l’uso di pronomi e
verbi alla prima persona singolare (v.7 “ego”; v.6 “moriar”; v.8 “crescam”)
vv.13-14 = orgoglio sociale (ex humili potens)
vv. 14-15 = fu il primo a portare la poesia greca (delle Eolie) nella penisola
(princeps deduxisse)
vv.14-16 = chiede a Melpomene di concedergli l’incoronazione poetica
accostamento astuto e suggestivo - utilizzato costantemente da Orazio nelle sue Odi
- suscita idee e sensazioni inaspettate
T13 - “Cleopatra”
Cleopatra = Amante di Caio Giulio Cesare prima e di Marco Antonio poi.
1 agosto 30 a.C. muore suicida dopo la battaglia navale Azio e la conquista di
Alessandria d’Egitto da parte di Ottaviano
L’opera è articolata in tre momenti:
Libido imperi (desiderio di potere supremo)
Crollo delle illusioni di potere e la sconfitta a opera di Ottaviano
Suicidio, coraggioso gesto; nel momento della sconfitta non cede allo
sconforto e alla debolezza
v.10 impotens = Incapace di fermarsi
v.12 ebria = ubriaca
Dignità regale di Cleopatra sarebbe stata irrimediabilmente offesa dalla cattura ed
esposizione come preda di guerra a opera di Ottaviano, quindi ha ritenuto più saggio
togliersi la vita
SATIRA
Horatius, Sermones (conversazioni) - satira Luciliano-Oraziana
2 libri di saturae (satire)
2 libri di epistole
Significato: da lanx satura = piatto misto di verdure
Satura = argomenti misti e vari
Quintiliano - I d.C. (primo professore statale di livello universitario) - afferma
“satura tota nostra est” = è integralmente nostra, cioè latina - afferma che la satira
è un prodotto autonomo della cultura letteraria latina (non importata dalla Grecia)
italus acetus = asprezza (sarcasmo...) tipico degli italici; Scherno (scherzo anche
pesante), Attacco personale, critica di categorie.
Primo grande poeta satirico = Lucilio (II-I a. C.)
Con le ultime satire Lucilio adotta come verso deputato l’esametro dattilico (è lo
stesso verso dell'epica) ma piegato alla lingua della satira (+ quotidiana) e ai
ritmi/pause di un andamento colloquiale
Anche Orazio adotta l’esametro - si è fissata/cementata la tradizione metrica della
satira
Stile medio-basso
Per Orazio l’argomento vario indica l’esame di un caso morale: filosofia morale con
conversazione
Parte spesso da concreti casi autobiografici
Narrazione si appoggia su racconti dei libri
SATIRA LUCILIANO-ORAZIANA
Influsso della diatriba cinico stoica: discussione/conferenza pubblica di carattere
filosofico con obiezioni del pubblico; segue uno schema ma avviene nella piazza di
fronte alla folla.
In età alessandrina (III a.C.) l’oratore è un conferenziere-filosofo preparato sia in
filosofia che in retorica (per sostenere il botta e risposta col pubblico).
La lezione dei cinici-stoici si diffonde in tutte le scuole filosofiche, passando da orale
a scritto con la messa a punto dei moduli diatribici, degli artifici retorici.
Le caratteristiche principali della satira sono:
Elenco di scelte di vita sbagliate per
o estenuare il pubblico
o far emergere il corretto stile di vita
Prosopopea: personificazione di enti astratti, come natura, patria, verità…
Inserimento di interlocutori fittizi che intervengono nel discorso, possono
essere sia personali che impersonali
Occupatio: prevenire una possibile obiezione dell’interlocutore