Sei sulla pagina 1di 9

QUINTO ORAZIO FLACCO (65-8 a.C.

)
PAG. 136
Poeta più grande dell'età augustea 
“porcus sum de grege Epicuri” = io sono il porcello della mandria di Epicuro (è
seguace di Epicuro)
 Nella nostra cultura il maiale è segno di sporcizia fisica e morale, sudiciume
repellente
 Nella cultura antica quelle caratteristiche sono attribuibili all’asino; mentre il
porcus = roseo porcellino che vive in campagna all’aperto (connotazione
positiva)
Orazio è seguace di Epicuro come Lucrezio:
 Lucrezio è austero e dal temperamento tragico 
 Orazio mostra l’altro volto dell’epicureismo: quello edonista (non
esageratamente) bonario, ironico e autoironico: “ridendo castigat mores”,
MA non si considera affatto estraneo ai vizi, sbaglia come tutti (autocritica e
autoironia)
Fa parte del circolo di Mecenate e diventa un suo grande amico, nonostante la
distanza sociale:
 MECENATE discende da principi etruschi
 ORAZIO viene dalla Puglia ed è figlio di un liberto (“libertino patre natus”) 
La sua ascesa (sociale e culturale) è dovuta alla POESIA e Orazio è sempre molto
orgoglioso di essere un uomo che si è fatto da sé.

Utilizza il trimetro giambico (iambo), metro dell’aggressività e della violenza


verbale: breve e lunga accentata x2|breve e lunga accentata x2|breve e lunga
accentata x2
Recusationes: rifiuta di scrivere l’opera epica a lui chiesta da Augusto in quanto non
si ritiene adatto a lavorare col genere dell’epica; nonostante ciò aderisce alla sua
propaganda.

OPERE:
 SERMONES (= conversazioni):
o SATIRE (saturae), 41-30 a.C: componimenti di intento moralistico in
cui il poeta rappresenta in modo ironico i difetti propri e altrui
o EPISTOLE (epistulae), 23-13 a.C: componimenti d’occasione di
riflessioni personali su temi morali
 EPÒDI (iambi), 41-30 a.C
 ODI (carmina), 30-23 + 13 a.C: poesia lirica di argomento religioso, erotico,
conviviale e civile

Le due idee morali alla base delle sue opere sono:


 METRIÓTES (= senso della misura): formulato da Aristotele, la virtù consiste
nel giusto mezzo
 AUTÁRKEIA (= autosufficienza): bisogna limitare i desideri per evitare
condizionamenti esterni che impediscono di raggiungere la piena libertà
interiore
Esse riprendono sia le idee morali epicuree che quelle della propaganda augustea
CARMINA
L’obiettivo dell’uomo è quello di intraprendere un cammino verso la serenità
(aequa mens) bilancia in equi-librio.
In questo percorso incontra 2 ostacoli: 
1. Morte che incombe
2. Tempo che fugge
Evento cataclismatico

T15 - “CARPE DIEM” 


PAG. 203
2 strofe di 4 asclepiadei maggiori (versi lirici assai difficili da comporre) 
Si rivolge a Leuconoe [= “bianca - mente”; non significa però ingenua, bensì “serva a
cui si rivolge il magister - discipula”], una giovane serva di Orazio che ha compiti
relativi alla tavola.

TRADUZIONE:
Tu non chiedere, è empio saperlo quale fine abbiano dato a me, quale a te, gli dei,
Leuconoe, e non tentare i calcoli babilonesi. 
Quanto è meglio accettare qualsiasi cosa sarà sia che Giove abbia assegnato più
inverni o questo (inverno) come ultimo che ora fiacca (stanca) il Mar
Tirreno sulle scogliere opposte: sii saggia, filtra i vini e ritaglia
la lunga speranza in uno spazio breve. Mentre stiamo parlando sarà già fuggito il
tempo che ci vuole male: cogli il momento quanto meno possibile affidandoti al
giorno seguente

[Temptaris è forma contratta di temptaberis = imperativo negativo 👎]

Io lirico (Orazio) dà suggerimenti saggi (= è un magister) a una giovane serva


(discipula) 
 Imperativi (climax = carpe diem = afferra/cogli l’attimo): non confidare nel
futuro, vivi il presente (rallentandolo/trattenendolo - valorizzalo e goditelo
appieno poichè la vita è breve e precaria)
 imperativi negativi (divieti) - v.1 “ne quaesieris”; vv.2-3 “nec temptaris” 
La vita è precaria, il futuro non si conosce e non si sa quanto dura
 congiuntivi esortativi (più attenuati) v.6 - sapias; v.6 liques; v.7 reseces
Limitare speranze e desideri (v.7 spem longam) godere dei piaceri della vita = vino
e compagnia - dimensione conviviale 

T14 - “Non pensare al futuro”


TRADUZIONE
Tu vedi come il Soratte si erga splendente per la neve e i boschi affaticati non
sostengono più il peso (della neve) e i fiumi siano bloccati dal gelo pungente. Scogli
il freddo, mettendo abbondantemente legna sul focolare e versa ancor più
generosamente o Taliarco vino puro di 4 anni da un'anfora sabina

Commoda (n.pl.) = cose piacevoli - piaceri, legate al caldo e alla compagnia/convivio


Incommoda (n.pl) = situazioni spiacevoli - freddo/gelo e immobilità
Lascia le altre cose agli dei, i quali non appena hanno abbattuto i venti che si
scontrano sul mare tempestoso non si agitano più ne i cipressi ne i vecchi ontani
(altra pianta). Che cosa sarà evita di chiederlo e metti nella colonna dei guadagni
qualsiasi giorno la fortuna ti darà, e non disprezzare i piacevoli amori, ragazzo, e tu
non disprezzare le danze finché la canizie (metonimia = bianco astratto per concreto
- capelli bianchi) sta distante a te che sei giovane lei che è brontolona (la canizia -
l’esser vecchi)

(deproeliantis = is al posto di es - acc plurale  concorda con ventos)


quid sit f = interrogativa indiretta
v.14 = Orazio ricorre alla figura retorica propria del Greco antico-omerico detta tmesi
(= taglio). Quem...cumque (= qualunque) è tagliata in due
virenti = tibi virenti = sta distante da te (?)
canities  morosa = così distanti perchè hanno valore predicativo 

“appone lucro e metti nella colonna dei guadagni qualsiasi giorno la fortuna ti darà” =
linguaggio della contabilità applicato al tempo 

nunc repetantur - vervo al v.20 et campus… ... composita ora - Orazio allestisce
scenetta : ora che sei giovane ti devi dedicare a queste attività. 
Ora si cerchino il campo Marzio e le piazze e i flebili sussurri sul far della notte all’ora
stabilita.
“composita ora” = abl. di tempo determinato 
Innamorati si sono dati appuntamento al campo Marzio - buio e deserto, si parlano
bisbigliando
“nunc repetantur” = 
Ora si ricerchi anche la risata gradita della ragazza che si nasconde in un angolo.
Ora si cerchi il pegno d’amore strappato dalle braccia o dal dito che resiste a
malapena/che fa finta di resistere
sorta di contesa in cui uno ruba un bracciale/anello
scenetta maliziosa ma bonaria

T16 - “Aurea mediocritas”


PAG. 207
Aureo = divino/divinizzato/degno di divinità 
Mediocrità:
 per noi connotazione negativa - non buono, insoddisfacente
 per latini viene da medius (agg. = collocato nel mezzo) - da lì proviene anche
modus = limite/moderazione
Aurea mediocritas = “il giusto mezzo” = LIMITAZIONE
in greco = metriotes - avere una giusta misura
uomo saggio/equilibrato - stessa serenità degli dei - non ama essere indigente ma
neanche ambisce alla ricchezza di un re - le avversità travolgono più facilmente
chi è al vertice dell’organizzazione sociale (come in natura i pini e le torri più alti
sono più soggetti a distruzione e caduta).
Bisogna adattarsi alle circostanze 
Un animo ben preparato spera in mutamento nelle situazioni avverse, teme un
mutamento nelle situazioni favorevoli 
Bisogna saper bilanciare correttamente speranze e paure

T7 - “Una scelta di vita”


PAG. 183
Prima ode del primo libro delle Odi
Poesia = scelta di vita (con toni filosofici)
 orgoglio di poeta e di uomo “fattosi da sé"
vv.1-2 destinatario, ovvero Mecenate
v.3 e seguenti -  GALLERIA/ELENCO DI SCELTE di VITA sbagliate o comunque
inferiori alla sua:
 v.3-6 = atleti olimpionici (atleta olimpico= colui che partecipa alle Olimpiadi
vs atleta olimpionico = vincitore delle Olimpiadi)
 v.6-9 = l’uomo politico di successo che completa il cursus honorum
(questura -> pretura -> consolato)
 v.9-10 = l’uomo ricchissimo 
 v.10-19 = 2 situazioni contrastanti - né il contadino né il mercante si
adatterebbero a scambiarsi la sorte, nonostante entrambi si lamentino e
credano che l’altro viva una vità più felice
o v.13 = contadino sarebbe un pavido navigante
o v.15 = il mercante che teme le tempeste di mare ed elogia la vita degli
stanziali al paesello natio, appena torna a casa sente il bisogno di
imbarcarsi per procurarsi la ricchezza. Prova insoddisfazione per la
propria sorte e considera un cambio di sorte non risolutivo
 v.19-23 = vita da gaudenti
 v.23-25 = Soldati: amore vs odio per la guerra
 v.25-29 = il cacciatore è il più stupido - esce nel freddo invernale e si
dimentica della moglie a casa
 v.29 = Orazio presenta la sua scelta di vita, il cui obiettivo è quello di
eccellere nella poesia, scrivendo una poesia di eleganza, brevità e dottrina,
che elevi sopra la massa
Introduce questa scelta col ME STIL (“me”), prendendo le distanze dalle scelte degli
altri: tutti sono insoddisfatti della propria sorte, ma questa insoddisfazione non può
essere risolta cercando di cambiare vita.
Orazio afferma che “Toccherò il cielo con la testa/con un dito = raggiungerò la
massima felicità se mi incoroneranno le muse come massimo poeta”
Il suo obiettivo è quello di entrare all’interno del canone, classifica dei 10 migliori
poeti.

T9 - “Congedo”
Odi III.30 - orgoglio di poeta
(Primi 3 libri delle Odi (carmina) pubblicati insieme, il successivo separatamente)
In questa ode, strettamente collegata alla prima (T7) sia nella forma metrica che nel
contenuto, Orazio afferma la conquista della propria gloria immortale raggiunta
attraverso la poesia, e questa diventa una poesia di commiato, con cenni
autobiografici, vanto della propria produzione artistica che ha saputo trasporre in
modo raffinato e colto la lirica greca in lingua e metrica latine e affermazione della
fama raggiunta; è consapevole della caducità delle opere umane.
 vv.1-5 = monumento perenne (poesia). “Monumentum” indica qualsiasi
opera destinata a ricordare un personaggio o un evento storico (statue, edifici,
opere funerarie, documenti scritti)
 v.2: le piramidi sono SITU: significa sia mole che squallide, perché sono
rovinate da elementi distruttivi come la pioggia che corrode e mangia; il vento
che non si sa trattenere/sfrenato; il passare del tempo.
 vv.6-9 = Sopravviverò nella fama: morirò nel corpo ma il mio stile e la poesia
sopravviverà. Usato un “me stil” più debole, reso attraverso l’uso di pronomi e
verbi alla prima persona singolare (v.7 “ego”; v.6 “moriar”; v.8 “crescam”)
 vv.13-14 = orgoglio sociale (ex humili potens)
 vv. 14-15 = fu il primo a portare la poesia greca (delle Eolie) nella penisola
(princeps deduxisse)
 vv.14-16 = chiede a Melpomene di concedergli l’incoronazione poetica
accostamento astuto e suggestivo - utilizzato costantemente da Orazio nelle sue Odi
- suscita idee e sensazioni inaspettate

T13 - “Cleopatra”
Cleopatra = Amante di Caio Giulio Cesare prima e di Marco Antonio poi.
1 agosto 30 a.C. muore suicida dopo la battaglia navale Azio e la conquista di
Alessandria d’Egitto da parte di Ottaviano
L’opera è articolata in tre momenti:
 Libido imperi (desiderio di potere supremo)
 Crollo delle illusioni di potere e la sconfitta a opera di Ottaviano
 Suicidio, coraggioso gesto; nel momento della sconfitta non cede allo
sconforto e alla debolezza
v.10 impotens = Incapace di fermarsi
v.12 ebria = ubriaca
Dignità regale di Cleopatra sarebbe stata irrimediabilmente offesa dalla cattura ed
esposizione come preda di guerra a opera di Ottaviano, quindi ha ritenuto più saggio
togliersi la vita

T8 - “Alla fonte di Bandusia”


Celebrazione della fonte di Bandusia dalle acque cristalline che si trova
probabilmente vicino a una villa regalata da Mecenate al poeta - villa corrisponde a
moderna azienda agricola/cascina
Rappresentazione del locus amoenus
Equilibrio compositivo ed eleganza formale: i versi di Orazio hanno una potenza tale
da rendere immortali gli oggetti che celebrano

Opera divisa in due parti:


 Promessa di sacrificio vv.1-8: vengono ripresi inni sacri di divinità agresti
italiche - coerente col programma di restaurazione morale e religioso di
Augusto, che vuole che si considerino le divinità originali della penisola italica.
Promette di offrire del vino, ghirlanda di fiori e un capretto: note di malinconia,
è destinato a una morte non naturale.
Lascivus v.7: il gregge è giocoso, significato positivo
 Esaltazione della fonte vv.9-16: sviluppo del topos del locus amoenus
riprendendo i motivi della poesia ellenistico-alessandrina
Fribus amabile v.10-11 = la fonte offre un’amabile frescura
vv.13-16: aggiunge alla celebrazione del locus amoenus il tema della funzione
eternatrice della poesia (eterna la memoria degli oggetti/dei luoghi che canta e che
celebra) - la fonte sarà celebre perché il poeta ne canta le acque

T17 - “Non si sfugge alla morte”


Strofe arcaiche; ritmo veloce e battente che ben si adatta all’argomento trattato =
scorrere inesorabile del tempo.
ODE in 2 parti
 PRIMA PARTE (vv.1-20) versi molto malinconici = scorrere del tempo ed
esito ineluttabile della morte; i rimedi per fuggirla sono assolutamente inutili 
 SECONDA PARTE  (VV.21-28) = cambiano intonazione, fanno emergere un
destinatario: Postumo: un ricco cittadino romano (in letteratura spesso
caratterizzati come figure nevrotiche caratterizzate dalla speranza/ossessione
dell’accumulo di ricchezze). Orazio ricorre al pensiero della filosofia spiccia =
nell’Ade siamo tutti uguali, è perfettamente inutile raccogliere beni di fortuna
che non consolano in vita e non perdurano nella morte. Beni materiali non
consolatori in Terra, non portano alla felicità (sono transitori) = riflessione
tratta dalla diatriba cinico-stoica = Discussione/conversazione/conferenza
pubblica tratta dalla filosofia: dibattito con obiezioni - il filosofo deve essere un
oratore esperto
Età alessandrina - il filosofo diventa un conferenziere - segue uno schema ma parla
in pubblico, in piazza - tratta temi di natura morale - deve essere molto preparato in
filosofia e deve essere abile nel dibattito/retorica per difendere la sua tesi dagli
attacchi del pubblico (botta e risposta)
Questo genere/modalità di lezione dai cinici/stoici si diffonde in tutte le scuole
filosofiche; passando dalla forma orale a quella scritta (letteratura)

Si sostiene inoltre l’inutilità delle pratiche religiose 


MORTE: senso di dovere espresso dalla perifrastica passiva con dativo di agente =
che dovremo attraversare tutti (Indominatae morti); la morte rende pari le situazioni
di tutti, sia che siamo re o poveri coltivatori.
Gerundivi: fortissimo senso di dovere/obbligo - BISOGNA
1. v.11 enaviganda 
2. v.16 visendus - (cocytos = cocytus) 
NERO:
 Ater = nero (opaco) - funesto, collegato al mondo dei morti
 Niger = nero (brillante/riflettente) 
BIANCO:
 Candidus = bianco riflettente/splendente
 Albus = bianco opaco

Ipoclorito di sodio = candeggina 


Storia di Sisifo - ineluttabilità del destino
Filosofia epicurea 
Un padrone con vini pregiatissimi muore - i vini rimangono all’erede - il vino andrà
sprecato (rovesciato per terra) - beni sciupati

SATIRA
Horatius, Sermones (conversazioni) - satira Luciliano-Oraziana
 2 libri di saturae (satire)
 2 libri di epistole
Significato: da lanx satura = piatto misto di verdure 
Satura = argomenti misti e vari
Quintiliano - I d.C. (primo professore statale di livello universitario) - afferma
“satura tota nostra est” = è integralmente nostra, cioè latina - afferma che la satira
è un prodotto autonomo della cultura letteraria latina (non importata dalla Grecia)
italus acetus = asprezza (sarcasmo...) tipico degli italici; Scherno (scherzo anche
pesante), Attacco personale, critica di categorie.
Primo grande poeta satirico = Lucilio (II-I a. C.)
Con le ultime satire Lucilio adotta come verso deputato l’esametro dattilico (è lo
stesso verso dell'epica) ma piegato alla lingua della satira (+ quotidiana) e ai
ritmi/pause di un andamento colloquiale 
Anche Orazio adotta l’esametro - si è fissata/cementata la tradizione metrica della
satira
Stile medio-basso

Per Orazio l’argomento vario indica l’esame di un caso morale: filosofia morale con
conversazione
Parte spesso da concreti casi autobiografici
Narrazione si appoggia su racconti dei libri

SATIRA LUCILIANO-ORAZIANA
Influsso della diatriba cinico stoica: discussione/conferenza pubblica di carattere
filosofico con obiezioni del pubblico; segue uno schema ma avviene nella piazza di
fronte alla folla.
In età alessandrina (III a.C.) l’oratore è un conferenziere-filosofo preparato sia in
filosofia che in retorica (per sostenere il botta e risposta col pubblico).
La lezione dei cinici-stoici si diffonde in tutte le scuole filosofiche, passando da orale
a scritto con la messa a punto dei moduli diatribici, degli artifici retorici.
Le caratteristiche principali della satira sono:
 Elenco di scelte di vita sbagliate per
o estenuare il pubblico
o far emergere il corretto stile di vita
 Prosopopea: personificazione di enti astratti, come natura, patria, verità…
 Inserimento di interlocutori fittizi che intervengono nel discorso, possono
essere sia personali che impersonali
 Occupatio: prevenire una possibile obiezione dell’interlocutore

T1 - “Est modus in rebus”


PAG.163
Modus (lat) ≠ modo; vuol dire piuttosto moderazione, limite; metriotes (gr) misura,
limitazione: nelle faccende della vita c’è bisogno di porsi dei limiti, di essere misurati
e moderati.
Principali espedienti/soluzioni formali riscontrabili poi in tutte le satire:
 impostazione allocutiva: andamento dialogico/discorsivo
 inserimento di aneddoti favole (o meglio apologhi = storielle con intento
educativo; da cui si trae una morale) - 
 Uso del tu impersonale
Hor- SAT II _ 6 = “topo di campagna e topo di città” 
PROBLEMI:
 Nessuno è contento della propria sorte e pensa che fare cambio con altri
risolverebbe i propri problemi 
Malleverie v.11= magheggi burocratici
Contrapposizione tra:
 Mercante e soldato
 Contadino ed esperto di leggi
 Città e campagna
Nessuna esente da difetti
Fabio = personaggio chiacchierone 

La verità è che il cambio di sorti non risolve l’infelicità umana 


Sensibilità di Orazio - fa critica morale ma con sguardo benevolo 
Se usasse l'indignazione si scaglierebbe all’attacco di chi sbaglia, invece così ride di
se stesso e degli altri - il RISO ha dunque valore conoscitivo
Brutta stagione in termini astronomici/astrologici - la formica si sa limitare; sa porre
un limite ai suoi desideri (continentia) - l’uomo, invece, ha desideri illimitati di
guadagno, ha uno spirito caratterizzato dalla competizione e dall’invidia 
ACCUMULATORE
Corrispondenza tra bisogni e mezzi per soddisfare i bisogni

v.51 Colui che desidera enormi proprietà - 


Mobilità del testo: inserimento di interlocutori esterni fittizi e andamento dialogico
(allocutorio)
é sbagliato misurare il valore di una persona in base alle proprietà materiali 
Aneddoto del vecchio ricchissimo che viene criticato per la sua avarizia (vecchio
spilorcio) ma si gode la sua estrema ricchezza senza usarla
Esempio di Tantalo
Il denaro serve a comprare le poche semplici cose non fornite direttamente dalla
natura
Le proprietà abbondanti rendono angosciosi e ansiosi
Nella vita contano gli affetti che si è capaci di costruire
Morì assassinato per la sua avarizia
Esistono limiti precisi al di là o aldiqua dei quali non vi può essere il giusto 
Struttura circolare = si ritorna alle riflessioni iniziali - nessuno è felice del suo destino
INDICAZIONE: ritirarsi dalla vita nel momento della morte sentendosi sazi/soddisfatti
delle esperienze, senza rimpianti dall'aver desiderato troppo. Morire è come un
invitato che si ritira dalla festa perchè ormai sazio - consiglio epicureo e ripreso
anche da Lucrezio 
Finale brusco e umoristico: si è detto abbastanza, basta così! Cita Crispino,
proverbialmente prolisso.
Eunuco = privato della sua mascolinità chirurgicamente
Ernia addominale = rottura sacco dell’ombelico - emerge materiale prima di essere
operato

T2 - “Un incontro spiacevole”


PAG. 168
Un arrampicatore sociale avvicina Orazio poiché vuole ottenere dei favori - spera
che Orazio lo introduca presso Mecenate e il suo circolo 
Orazio fa infatti parte del Circolo e ha amicizie potenti, è molto vicino al centro del
potere - Mecenate e Ottaviano Augusto
Satira di stampo autobiografico con insegnamento morale 

Potrebbero piacerti anche