Sei sulla pagina 1di 43

Review di Letteratura per il corso di Ecologia Industriale

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO

Dipartimento di Ingegneria Industriale

LIFE CYCLE ASSESSMENT COMPARATIVO DELLA


PRODUZIONE DI IDROGENO TRAMITE STEAM REFORMING
E TRAMITE ELETTROLISI DELL’ACQUA

Professore: Studente:

Giovanni De Feo Luigi Alvigi


1
Sommario

1. Introduzione…………………………………………………………………………………………………………7
1.1 L’idrogeno…………………………………………………………………………………………………………8
1.2 Steam Reforming………………………………………………………………………………………………9
1.3 Elettrolisi dell’Acqua……………………………………………………………………………………….10

2. Analisi LCA………………………………………………………………………………………………………….11

3. LCA comparativo della produzione di idrogeno…………………………………………………..13


3.1 Definizione degli obiettivi e del campo di applicazione……………………………………13
3.2 Analisi di Inventario………………………………………………………………………………………..19
3.2.1 Caso Salkuyeh-Saville-MacLean…………………………………………………………………20
3.2.2 Caso di Valente-Irribarren-Dufour……………………………………………………………..21
3.2.3 Caso di Yadav-Banerjee……………………………………………………………………………..22
3.2.4 Caso di Giraldi-François-Martin-del-Campo……………………………………………….23
3.2.5 Caso di Bareiß-de la Rua-Möckl- Hamacher……………………………………………….24
3.3 Analisi degli Impatti………………………………………………………………………………………..25
3.3.1 Caso Salkuyeh-Saville-MacLean…………………………………………………………………25
3.3.2 Caso di Valente-Irribarren-Dufour……………………………………………………………..26
3.3.3 Caso di Yadav-Banerjee……………………………………………………………………………..26
3.3.4 Caso di Giraldi-François-Martin-del-Campo……………………………………………….26
3.3.5 Caso di Bareiß-de la Rua-Möckl- Hamacher……………………………………………….27
3.4 Interpretazione e presentazione dei risultati………………………………………………….27
3.4.1 Caso Salkuyeh-Saville-MacLean…………………………………………………………………28
2
3.4.2 Caso di Valente-Irribarren-Dufour……………………………………………………………..29
3.4.3 Caso di Yadav-Banerjee……………………………………………………………………………..30
3.4.4 Caso di Giraldi-François-Martin-del-Campo……………………………………………….32
3.4.5 Caso di Bareiß-de la Rua-Möckl- Hamacher……………………………………………….34

4. Elaborazioni………………………………………………………………………………………………………..35

Bibliografia…………………………………………………………………………………………………………….42

3
Indice delle figure
1: Emissioni di NO2 in Italia prima e durante il lockdown………………………………………….7
2: Rappresentazione artistica dell’atomo di idrogeno e della relativa casella nella
tavola periodica……………………………………………………………………………………………………….8
3: Diagramma di processo di un impianto di steam reforming………………………………….3
4: Le fasi del ciclo di vita di un prodotto come seguite da una LCA…………………………11
5: I confini del sistema per Salkuyeh-Saville-MacLean…………………………………………….14
6: I confini del sistema per Valente-Irribarren-Dufour…………………………………………….15
7: I confini del sistema per Yadav-Banerjee…………………………………………………………….16
8: I confini del sistema per Giraldi-François-Martin-del-Campo………………………………17
9: I confini del sistema per Bareiß-de la Rua-Möckl- Hamacher………………………………18
10: Confronto fra i potenziali di riscaldamento globale dello steam reforming senza e
con cattura di carbonio secondo il primo studio…………………………………………………….28
11: Confronto fra i consumi energetici totali dello steam reforming senza e con
cattura di carbonio secondo il primo studio……………………………………………………………28
12: Confronto fra i dati sulle emissioni di carbonio dello steam reforming prima e
dopo l’armonizzazione, senza e con cattura del carbonio……………………………………….29
13: Confronto fra i consumi energetici dello steam reforming prima e dopo
l’armonizzazione dei dati, con e senza cattura di carbonio in coda…………………………29
14: Consumi energetici del processo in funzione della densità di corrente,
parametrica per la temperatura……………………………………………………………………………..31
15: Impronta di carbonio del processo in funzione della densità di corrente,
parametrica per la temperatura……………………………………………………………………………..31
16: GWP contro il burnup di combustibile nucleare, parametrico per l’efficienza
complessiva del ciclo di produzione dell’idrogeno………………………………………………….32
17: Diagramma del processo di sintesi dell’idrogeno dall’energia nucleare…………….33
18: I valori del GWP secondo i diversi modelli dell’ultimo studio……………………………34
4
19: I valori del CED secondo i vari modelli dell’ultimo studio………………………………….35
20: Confronto fra i valori dei GWP di tutti gli studi…………………………………………………36
21: Confronto fra i valori del CED di tutti i processi………………………………………………..39

5
Indice delle tabelle
1: Parametri e ipotesi di progettazione principali del processo SMR per Salkuyeh-
Saville-MacLean……………………………………………………………………………………………………..20
2: Parametri di ingresso nel processo di SMR………………………………………………………...20
3: Emissioni dell’impianto SMR……………………………………………………………………………...20
4: Parametri e ipotesi di progettazione principali del processo SMR per Valente-
Irribarren-Dufou…………………………………………………………………………………………………….21
5: Dati di input della LCA per Yadav-Banerjee…………………………………………………………22
6: I consumi di energia e impronte di carbonio per le varie attrezzature secondo
Yadav-Banerjee...........................................................................................................22
7: Ipotesi di funzionamento del sistema di produzione…………………………………………..23
8: Dati di input e output energetici dell’impianto nucleare……………………………..……..23
9: Dati costruttivi del sistema di produzione dell’idrogeno…………………………………….23
10: Emissioni globali degli impianti…………………………………………………………………………23
11: Parametri di funzionamento dell’impianto nel 2017 e nel futuro prossimo………24
12: Materiali da costruzione di una cella da 1 MW nel 2017 e nel futuro prossimo..24
13: Materiali da costruzione dei sistemi ausiliari…………………………………………………….24
14: Emissioni e impatti riferiti al 2017 e ai due modelli per il futuro prossimo……….24

6
1.Introduzione
La spinta verso la sostenibilità a cui viene sottoposta ormai da anni l’industria in
generale e quella chimica in particolare diventa più forte di anno in anno. Con
riferimento all’attualità, il crollo delle emissioni legato al rallentamento delle attività
umane durante la pandemia globale di Covid-19 scoppiata nel 2020 ha dimostrato,
semmai ci fosse bisogno di ulteriore conferma, che l’attività umana impatta il
pianeta in maniera decisa e inesorabile. Durante la pandemia infatti le emissioni di
inquinanti (soprattutto quelli legati ai trasporti, come gli NO x) sono calate anche del
30% nei paesi in stato di lockdown, fra cui l’Italia[1].

Figura 1: Emissioni di NO2 in Italia prima e durante il lockdown.

In questo contesto risulta quindi naturale analizzare con una rinnovata attenzione i
processi che possano soddisfare i fabbisogni di materie ed energetici dell’industria in
generale e di quella chimica, spesso associata all’inquinamento nell’opinione
comune, in particolare. L’ideale sarebbe focalizzarsi su qualcosa che sia
contemporaneamente una sostanza usata come intermedio di processo
nell’industria chimica ma anche un vettore energetico importante e promettente
che possa potenzialmente fornire energia in maniera più green di quanto non
facciano i vettori attualmente usati. Un esempio eccellente di tale sostanza è
l’idrogeno.
7
1.1 L’idrogeno
L’idrogeno è l’elemento chimico più
leggero e abbondante nell’universo. Nel
suo stato standard è un gas biatomico
(H2) molto meno denso dell’aria,
incolore, inodore e altamente
infiammabile. Oltre ad una lunga serie di
affascinanti proprietà chimico-fisiche,
Figura 2: rappresentazione artistica dell’atomo di
l’idrogeno ha anche una grandissima idrogeno e della relativa casella nella tavola periodica.

importanza dal punto di vista industriale


come una delle sostanze più prodotte e utilizzate nell’industria chimica. La
produzione annuale di idrogeno infatti ha raggiunto le 70 milioni di tonnellate nel
2017, per un mercato di più di 115 miliardi di dollari americani [2]. Essendo un base
chemical di tale importanza, al giorno d’oggi esistono numerosi processi differenti
per sintetizzarlo; la parte del leone fra questi viene sicuramente fatta dallo steam
reforming del gas naturale, che al 2017 rappresentava il 95% della produzione di
idrogeno mondiale[3]. Il gas naturale però è una risorsa fossile e non rinnovabile e lo
steam reforming stesso produce anidride carbonica (CO2) come sottoprodotto, il che
provoca una serie di problemi per le sue caratteristiche di gas serra. L’idrogeno però
si può ottenere anche dall’elettrolisi dell’acqua (water splitting), che è la risorsa
rinnovabile per eccellenza: si rigenera semplicemente consumando l’idrogeno come
combustibile (in senso lato, ossia nelle celle a combustibile) e si forma comunque
come sottoprodotto in molti dei processi in cui l’idrogeno è impiegato. Tuttavia,
l’elettrolisi dell’acqua richiede, come fa capire il nome, una consistente quantità di
energia elettrica; l’obiettivo di questa review di letteratura è capire se siano
superiori gli impatti negativi dei gas serra liberati dallo steam reforming oppure della
produzione dell’energia elettrica necessaria per sostenere l’elettrolisi dell’acqua.
8
1.2 Steam Reforming
Lo steam reforming è il principale
processo produttivo mondiale di
idrogeno. Esso ricava idrogeno dal gas
naturale, che è costituito per oltre il
70%[4] da metano e da altri idrocarburi
leggeri, con tracce di specie non
idrocarburiche. Lo steam reforming
viene condotto in più parti: in una
Figura 3: Diagramma di processo di un impianto
prima coppia di reattori in serie si fa
di steam reforming.
avvenire la reazione di steam
reforming propriamente detta, prima con adduzione di calore e poi in maniera
adiabatica. L’equazione chimica della reazione di steam reforming può essere scritta
in questo modo:

CH4 + H2O ⇌ CO + 3H2 ΔHr= 206 kJ/mol (la reazione assorbe calore)

In uno stadio successivo si fa avvenire la reazione di spostamento del vapor d’acqua,


o water gas shift (WGS), che permette di raffinare la corrente ottenendo più
idrogeno. L’equazione chimica relativa è:

CO + H2O ⇌ CO2 + H2 ΔHr= -41 kJ/mol (la reazione libera calore)

Questo passaggio ha anche il vantaggio di trasformare il monossido di carbonio in


anidride carbonica, che è molto più semplice da separare dall’idrogeno. Le
problematiche ecologiche di questo processo sono evidenti: sfrutta una risorsa non
rinnovabile come il gas naturale ed emette anidride carbonica come
sottoprodotto/scarto (a seconda che si riesca o no a trovare un mercato per essa).
Questo processo in ogni caso è il più competitivo dal punto di vista economico,
ragion per cui ha continuato a dominare il mercato finora.
9
1.3 Elettrolisi dell’Acqua
L’elettrolisi dell’acqua è un processo di produzione dell’idrogeno ad alta purezza
che, come suggerisce il nome, si incentra sulla divisione dell’acqua nei suoi elementi
costituenti tramite una corrente elettrica. La reazione centrale è l’elettrolisi
dell’acqua propriamente detta, e la relativa equazione chimica è la seguente:

2 H2O → 2 H2 + O2 ΔHr= 572 kJ/molossigeno

Dal punto di vista prettamente chimico la reazione appare molto più environment
friendly rispetto allo steam reforming. Innanzitutto, il reagente è una semplice
soluzione acquosa con una minima concentrazione di un opportuno elettrolita:
questo rende molto più semplici da smaltire le impurezze che vengono separate
dall’alimentazione in ingresso al sistema (a differenza delle specie solforose separate
dal gas naturale nello SR). I prodotti stessi inoltre non includono nessuna specie
problematica. Il rovescio della medaglia è che questo processo avviene grazie ad una
corrente elettrica; esso può apportare meno impatti ambientali negativi rispetto allo
steam reforming solamente se l’elettricità prodotta per condurlo è essa stessa meno
impattante. Da questa considerazione nasce l’obiettivo di questa review di
letteratura: capire se allo stato attuale e con le fonti attualmente usate per la
produzione di elettricità l’elettrolisi dell’acqua, un processo “innovativo”, sia più
leggera sull’ambiente di quanto lo sia lo steam reforming, un processo
“tradizionale”. Dal punto di vista economico in ogni caso i numeri parlano chiaro: i
migliori processi di elettrolisi dell’acqua hanno un rendimento dell’80%[5], che
comporta che per ogni kg di idrogeno prodotto si spendano almeno 180 MJ di
energia elettrica. Con un costo dell’energia elettrica statunitense (essendo gli stati
uniti il maggior produttore di idrogeno [6]) di 0,06 $/kWh[7], l’idrogeno elettrolitico
arriva a costare 3 $/kg. Per confronto, l’idrogeno da steam reforming costa in media
1,20-1,50 $/kg[8].

10
2. Analisi LCA
La Life Cycle Assessment o valutazione del ciclo di vita è un approccio metodologico
che consente di stimare gli impatti ambientali di una utility, che sia essa un
processo, un prodotto oppure un servizio. L’iter seguito in una LCA permette di
monitorare gli impatti dell’entità di interesse lungo
tutto il suo ciclo di vita secondo un’ottica detta “dalla
culla alla tomba”, o anche from cradle to grave. Non
sempre è desiderata una panoramica così ampia
della vita dell’utility in questione; in tali casi si può
restringere l’ottica della LCA alla sola sezione
interessante (from cradle to gate, from gate to gate,
Figura 4: Le fasi del ciclo di vita di un
prodotto come seguite da una LCA. from gate to grave etc.). La LCA è ottima per
confrontare diverse alternative di ottenere lo stesso
prodotto, eseguire lo stesso processo o fornire lo stesso servizio; in questo caso
infatti si può ottenere un paragone molto accurato degli impatti ambientali dei
diversi metodi, ed eventualmente prendere una decisione sulla base dei risultati
ottenuti. Oltre a migliorare l’aspetto ambientale di un processo, l’LCA viene spesso
usata per richiedere un’etichettatura ecologica (ecolabel), o per evidenziare
indicatori rilevanti di performance ambientale. L’LCA segue quattro passi essenziali:

1. Definizione degli obiettivi e del campo di applicazione, in cui si scelgono il fine


dello studio e la parte del ciclo di vita che ricopre. Si definiscono anche i dati
di cui si ha bisogno e, in particolare, l’unità funzionale. Essa è la quantità di
prodotto espressa riguardo alla sua funzione più che alle dimensioni rispetto
alla quale si scaleranno tutte le parti del ciclo di vita considerate.

11
2. Analisi di inventario, la fase in cui si eseguono i bilanci di materia e di energia
riguardo i flussi in ingresso e uscita di ciascuna sezione del ciclo di vita del
prodotto. Questa è la porzione più calcolativa di tutto l’iter.
3. Valutazione degli impatti del ciclo di vita: a questo punto conoscendo le
immissioni e le emissioni di tutti i processi si possono tradurre tali flussi in
impatti e gli impatti in danni, con eventuale differenziazione fra impatti e
danni di punto medio e di punto finale.
4. Interpretazione e presentazione dei dati: nella fase finale si ottengono
conclusioni e raccomandazioni che sono poi le linee guida per eventuali scelte
da affrontare.

Lo studio LCA viene effettuato con software che analizzano passo per passo ogni
parte del ciclo di vita. Grazie ai dati contenuti nei database di tali software,
disponibili anche sotto forma di fogli di calcolo e grafici, l’utente ha a disposizione
una facile visione dei risultati ottenuti.
La bontà di un software in commercio quindi dipende principalmente da due fattori:
-I dati disponibili: in particolare la loro abbondanza, pertinenza e qualità;
-La facilità di utilizzo, per permettere un semplice accesso al volume di dati in
questione.

Fra i software esistenti spicca sicuramente SimaPro, giunto alla versione 8.0 e che
monta database di alta qualità come EcoInvent.

12
3. LCA comparativo della produzione di idrogeno
3.1 Definizione degli obiettivi e del campo di
applicazione
In questo studio si esegue un confronto sulle principali categorie di impatto di due
metodi produttivi dell’idrogeno su scala industriale: lo steam reforming, preso come
esempio di processo classico per eccellenza, e l’elettrolisi dell’acqua, presa come
esempio di processo innovativo e per il quale si analizzano diverse fonti di energia.

I dati per l’analisi LCA dello steam reforming del gas naturale sono stati tratti dai
seguenti articoli:

- Techno-economic analysis and life cycle assessment of hydrogen production


from natural gas using current and emerging technologies di Yaser Khojasteh
Salkuyeh, Bradley A. Saville e Heather L. MacLean[9];
- Harmonised carbon and energy footprints of fossil hydrogen [10] di Antonio
Valente, Diego Iribarren e Javier Dufour.

Invece le informazioni per il processo di elettrolisi dell’acqua sono state ricavate da:

- Net energy and carbon footprint analysis of solar hydrogen production from
the high-temperature electrolysis process di Deepak Yadav e Rangan
Banerjee[11];
- Life cycle assessment of hydrogen production from a high temperature
electrolysis process coupled to a high temperature gas nuclear reactor di
Mario R. Giraldi, Juan-Luis François e Cecilia Martin-del-Campo[12];
- Life cycle assessment of hydrogen from proton exchange membrane water
electrolysis in future energy systems di Kay Bareiß, Cristina de la Rua,
Maximilian Möckl , Thomas Hamachera[13].

13
L’unità funzionale per tutti gli studi esaminati è 1 kg di idrogeno osservato da
quando la sua materia prima viene estratta a quando è pronto a uscire dallo
stabilimento di produzione, ossia un’analisi from cradle to gate. Una specifica
particolare va fatta per lo studio di Antonio Valente, Diego Iribarren e Javier Dufour:
esso ospita più casi con unità funzionali anche diverse, ma quella scelta per lo steam
reforming del metano (Steam Methane Reforming-SMR) è comunque 1 kg di
idrogeno come per gli altri studi. Per lo steam reforming con cattura di carbonio
(SMRCC) invece l’unità funzionale scelta è stata 1 Nm3 di idrogeno, ma
fortunatamente gli indicatori di impatto ambientale sono stati normalizzati rispetto
a 1 kg di idrogeno già nello studio stesso.

A questo punto si elencano i confini dei sistemi considerati dai vari studi di
letteratura presi in esame.

 Caso di Salkuyeh-Saville-MacLean:

Figura 5: i confini del sistema per Salkuyeh-Saville-MacLean.

L’obiettivo dello studio era confrontare diversi processi con e senza unità di cattura
del carbonio (CC). L’impianto modellizzato è stato analizzato come se fosse operante
in Canada per le assunzioni necessarie per la LCA. L’alimentazione considerata è gas
naturale: metano per il 95%. In alimentazione sono assenti composti solforati e altre
sostanze problematiche per il processo, per cui sono omessi processi di purificazione
in ingresso della corrente. Gli stadi del processo considerati sono reforming termico,
14
reforming autotermico (adiabatico), water gas shift, separazione dell’anidride
carbonica tramite pressure swing adsorption (PSA) e liquefazione della CO 2 con
recupero energetico, più la produzione del catalizzatore usato nel reforming (ossidi
di ferro).

 Caso di Valente-Irribarren-Dufour

Figura 6: i confini del sistema per Valente-Irribarren-Dufour.

Nel secondo caso la localizzazione geografica per l’impianto di steam reforming del
metano è stata posta in Spagna per quanto riguarda i dati tecnico-economici, in
particolare il mix energetico nazionale utilizzato. Gli stadi di processo considerati,
comuni a tutti i processi a base termica analizzati nello studio, sono la produzione
dell’alimentazione, il suo successivo trasporto, la produzione del calore necessario
alla reazione, la conversione termica (che include sia la reazione di reforming
propriamente detta che il water gas shift), la separazione tramite pressure swing
adsorption e la compressione dell’idrogeno prodotto. Notevolmente, rispetto a
prima sono anche presenti come ingresso tutto ciò che è necessario all’operatività
dell’impianto e la sua manutenzione, e anche i capitali e le infrastrutture, ossia la
costruzione fisica dell’impianto. In uscita inoltre si trova una corrente di composti
solforati, che funge da sottoprodotto.

15
 Caso di Yadav-Banerjee

Figura 7: i confini del sistema per Yadav-Banerjee.

Con questo studio si entra negli articoli che trattano l’elettrolisi dell’acqua. Gli autori
hanno considerato come fonte energetica per la sintesi dell’idrogeno l’energia
solare, includendo due tipi differenti di impianti nel computo del contributo
energetico: impianti fotovoltaici (PV) e quelli a concentrazione solare (Concentrated
Solar Power, CSP). Essendo la disponibilità energetica di questo tipo di impianti
fortemente dipendente dalla loro collocazione geografica, lo studio è molto preciso
nella scelta della locazione: si suppone che l’impianto considerato operi nella città di
Jodhpur, localizzata in India alle coordinate 26,23°N; 73,02°E. Jodhpur è stata scelta
per la grande quantità di radiazione solare che riceve. Le fasi di vita considerate per
questo tipo di impianto sono la costruzione delle parti dell’impianto, la sua
costruzione, la sua vita (con relative attività di manutenzione e riparazione) e infine
lo smaltimento dei suoi componenti. L’analisi quindi considera l’intero ciclo di vita
dell’impianto fisico. Rispetto agli altri studi viene anche fornita una specifica
ulteriore sulla unità funzionale: è sempre 1 kg di idrogeno, ma in questo caso si

16
specifica che esso si trovi a 1 bar e 298 K. Questo implica che non ci sono fasi di
compressione del gas in uscita dall’impianto.

 Caso di Giraldi-François-Martin-del-Campo

Figura 8: i confini del sistema per Giraldi-François-Martin-del-Campo

Il quarto studio analizzato prevede di alimentare l’elettrolisi dell’acqua con l’energia


proveniente da un impianto a fissione nucleare. Non viene fornita esplicitamente
una collocazione per l’impianto considerato, tuttavia lo studio fa riferimento ad altri
articoli[14] da cui riprende il diagramma di processo e i dati tecnico-economici
dell’impianto. Visto che in tali articoli viene citato il mix energetico messicano come
alimentazione ai processi ivi analizzati, si può assumere che la collocazione
geografica considerata sia il Messico; questo è anche coerente con l’ateneo da cui
proviene lo studio, che si trova appunto in Messico. Qui le fasi del processo
produttivo considerate includono la produzione della cella elettrolitica, del
combustibile nucleare (dall’octaossido di triuranio, U3O8) e dell’elio che si usa nello
stadio di scambio termico. Non viene considerata la creazione dell’impianto
nucleare, né lo smaltimento della cella elettrolitica. Anche in questo caso la

17
produzione dell’idrogeno viene seguita dall’acquisizione dell’acqua (materia prima)
fino a quando l’idrogeno puro non è pronto a lasciare lo stabilimento di produzione.

 Caso di Bareiß-de la Rua-Möckl- Hamacher

Figura 9: i confini del sistema per Bareiß-de la Rua-Möckl- Hamacher

L’ultimo studio esegue l’analisi per un sistema localizzato in Germania che produca
idrogeno mediante elettrolisi dell’acqua con membrana a scambio protonico (Proton
Exchange Membrane Water Electrolysis, PEMWE). Come nel caso Yadev-Banerjee,
viene offerta una specifica sulle condizioni dell’idrogeno: esso esce dai confini del
sistema a una pressione di 30 bar e una temperatura di 60°C (333 K). Per l’energia
elettrica che alimenta l’impianto, si è supposto che essa sia stata prodotta con il mix
energetico nazionale tedesco. Notevolmente si è anche tenuto conto del fatto che
tale mix cambierà nel corso degli anni, con un orizzonte temporale esteso dal 2017
al 2050. Infine, vale la pena notare che in questo studio esiste già un paragone fra la
produzione di idrogeno tramite PEMWE e tramite SMR, che è stato assunto come
sistema di produzione di idrogeno di riferimento.

18
3.2 Analisi di Inventario
Definiti i confini generali dei sistemi analizzati in ogni studio, si può procedere a una
fase più quantitativa: l’analisi di inventario o Life Cycle Inventory analysis (LCI). In
questa porzione dell’LCA si prendono in esame i flussi per ogni singolo processo di
ogni singola fase di ognuno dei sistemi considerati. Per fornire tutti i dati necessari
alle analisi dei cicli di vita che si esamineranno successivamente, vengono ora
riportate le assunzioni e i dati di inventario (e la loro provenienza, ad esempio
database di vari software) di ognuno degli studi presi in esame.

19
3.2.1 Caso Salkuyeh-Saville-MacLean
Per il primo studio, gli impatti considerati per la LCA sono il consumo di energia e le
emissioni di gas serra. Queste ultime sono state aggregate secondo
l’Intergovernmental Panel on Climate Change 100-year Global Warming Potentials.
Si è usato il modello GREET-2015, quello relativo al ciclo di vita di combustibili
offerto dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Sempre dal GREET si è preso il
modello di estrazione e processo del gas naturale canadese, a cui si è collegato il
processo di sintesi dell’idrogeno. Per quanto riguarda l’elettricità delle unità in cui
essa è necessaria, si è assunto che provenisse da una turbina a gas a ciclo combinato
funzionante con gas naturale.

Tabella 2: parametri di ingresso nel processo di SMR

Tabella 1: parametri e ipotesi di progettazione


principali del processo SMR per Salkuyeh-Saville-
MacLean

Tabella 3: emissioni dell’impianto SMR

20
3.2.2 Caso di Valente-Irribarren-Dufour
Nel secondo articolo è stato eseguito un lavoro di armonizzazione fra i risultati
relativi allo steam reforming del metano e quelli di altri processi disponibili per la
sintesi dell’idrogeno, analizzando sia il caso senza cattura di carbonio che quello con
cattura di carbonio (SMR e SMRCC, rispettivamente). L’armonizzazione è stata
eseguita con lo strumento online GreenH2armony. Come per il lavoro precedente
sono stati usati i fattori IPCC con orizzonte temporale di 100 anni. I dati riguardanti
lo steam reforming sono stati tratti da lavori precedenti[15][16] e si è poi eseguita
l’armonizzazione delle emissioni.

Tabella 4: parametri e ipotesi di progettazione principali del processo


SMR per Valente-Irribarren-Dufour. Valori per unità funzionale.

21
3.2.3 Caso di Yadav-Banerjee
Questo studio suppone che il cemento e l’acciaio vengano acquistati nella città di
Mumbai e trasportati fino al luogo di costruzione su gomma, mentre il resto dei
materiali si suppone essere stato confezionato in Europa e poi importato. Questo si
traduce nell’uso di un mix di dati locali indiani e internazionali, e quindi i dati sono
tratti da database di entrambi i tipi.

Tabella 5: dati di input della LCA per Yadav-Banerjee

Tabella 6: i consumi di energia e impronte di carbonio per le varie


attrezzature secondo Yadav-Banerjee

22
3.2.4 Caso di Giraldi-François-Martin-del-Campo
Per questo caso di studio i dati sui materiali da costruzione del reattore nucleare in
sé sono stati tratti dalla letteratura. Invece per l’attrezzatura le installazioni ausiliarie
i dati sono stati tratti da quelli su impianti convenzionali. In particolare, i dati
d’inventario per l’impianto per la produzione di idrogeno sono stati tratti da
SimaPro.

Tabella 7: ipotesi di funzionamento del Tabella 8: dati di input e output energetici


sistema di produzione dell’impianto nucleare

Tabella 9: dati costruttivi del sistema di produzione dell’idrogeno

Tabella 10: emissioni globali degli impianti


23
3.2.5 Caso di Bareiß-de la Rua-Möckl- Hamacher
Per quest’ultimo studio i dati costruttivi e operativi dell’impianto a processo PEMWE
sono stati tratti principalmente dallo stato dell’arte, incluse le estrapolazioni per
prevedere gli stessi parametri nel futuro prossimo (entro il 2050). Fra le fonti di dati
utilizzate rientra anche SimaPro, che è stato utilizzato anche per modellare gli
impatti secondo il modello “a ombrello” consigliato nel 2011 dal Joint Research
Centre (JRC). I dati riferiti al 2050 sono prodotti secondo due modelli: un modello
con operatività a pieno carico di 3000 h, basato sull’alimentazione con sole fonti
rinnovabili, e uno con operatività a pieno carico di 8760 h, in cui il 40% dell’energia è
fornito da un ciclo combinato con turbina a gas.

Tabella 12: materiali da costruzione di una cella da 1 MW nel


2017 e nel futuro prossimo
Tabella 11: parametri di funzionamento dell’impianto nel
2017 e nel futuro prossimo

Tabella 14: emissioni e impatti riferiti al 2017 e ai due modelli


Tabella 13: materiali da costruzione dei sistemi ausiliari
per il futuro prossimo

24
3.3 Analisi degli Impatti
In questa fase si procede a controllare in che modo sono state aggregate e
classificate le alterazioni dell’ambiente per i processi analizzati nei vari studi. In
generale le categorie di impatto più studiate sono:

- Potenziale di riscaldamento globale (Global Warming Potential, GWP) legato


direttamente alle emissioni di gas serra (Greenhouse Gases, GHG) e
generalmente espresso in forma di CO2 equivalente;
- Cumulative Energy Demand (CED), ossia l’utilizzo diretto e indiretto di energia
nell’estrazione delle materie prime, creazione e smaltimento del prodotto;
- Potenziale di acidificazione che, come fa capire il nome, riguarda
principalmente l’immissione in aria, acqua e suolo di vari acidi: nitrico,
solforico (e la sua forma anidra, l’anidride solforica), solfidrico, cloridrico,
fosforico e fluoridrico fra più importanti;
- Potenziale di distruzione dell’ozono atmosferico;
- Potenziale di creazione di ozono fotochimico.

Fra queste categorie i vari studi ne hanno considerate diverse, ma quelle comuni a
tutti sono il GWP e il CED. Nel corso della trattazione ci si focalizzerà quindi su
queste due, perché sono quelle su cui è più immediato fare il paragone.

3.3.1 Caso di Salkuyeh-Saville-MacLean


Essendo questo studio focalizzato sullo steam reforming, quasi tutte le emissioni e i
relativi impatti analizzati sono quelli tipici della trattazione di fonti energetiche
fossili. In particolare, si sono analizzate direttamente le emissioni in aria,
focalizzandosi sull’emissione della CO2, CH4, N2O. Si è poi svolto un lavoro di
conversione delle altre sostanze prodotte in chili di anidride carbonica equivalente,
eseguendo di fatto una valutazione del GWP; le sostanze emesse che hanno

25
potenziale di riscaldamento globale considerate sono i composti organici volatili
(VOC), il monossido di carbonio (CO), gli ossidi di azoto (NO x), il particolato più
grande dei 10 μm e quello con dimensioni comprese fra 2,5 e 10 μm (PM10), il
nerofumo e il carbonio organico. Il CED è presente nello studio sotto forma di
energia usata (tabella 3); i contributi energetici a parte quello legato al gas naturale
sono praticamente trascurabili.

3.3.2 Caso di Valente-Irribarren-Dufour


Anche in questo caso, essendo il processo sempre lo steam reforming, viene data
importanza al potenziale di riscaldamento globale. Tuttavia, qui il CED è fornito in
forma esplicita, il che aiuta a identificarlo.

3.3.3 Caso di Yadav-Banerjee


Il terzo studio si è focalizzato su indicatori molto simili al secondo. In questo caso
però il parametro espresso in kg di CO2 equivalente è l’impronta di carbonio (Carbon
Emission Footprint, CEF), mentre l’energia consumata è espressa di nuovo come
CED.

3.3.4 Caso di Giraldi-François-Martin-del-Campo


Questo studio ha analizzato varie categorie di impatto basandosi sul metodo ReCiPe.
Quelle su cui si è concentrato sono:

- Cambiamento climatico (Climate Change, CC)


- Distruzione dell’ozono (Ozone Depletion, OD)
- Tossicità per l’uomo (Human Toxicity, HT)
- Radiazioni ionizzanti (Ionising Radiation, IR)
- Consumo di acqua (Water Depletion, WD)
- Consumo di metalli (Metal Depletion, MD)

26
- Consumo di materiale fossile (Fossil Depletion, FD)
- CED

3.3.5 Caso di Bareiß-de la Rua-Möckl- Hamacher


Anche quest’ultimo studio ha effettuato un’analisi degli impatti di ampio raggio
rispetto ai precedenti. In questo caso si è effettuata un’analisi di punto medio delle
emissioni tramite il metodo ReCiPe. Gli indicatori considerati sono:

- Cambiamento climatico (Climate Change, CC)


- Distruzione dell’ozono (Ozone Depletion, OD)
- Acidificazione del suolo (Terrestrial Acidification, TA)
- Tossicità per l’uomo (Human Toxicity, HT)
- Formazione di particolati ossidanti (Particulate Oxidant Formation, POF)
- Formazione di materia particolata (Particulate Matter Formation, PM)
- Consumo di metallo (Metal Depletion, MD)

3.4 Interpretazione e presentazione dei risultati


Esplicitati tutti i dati relativi alle varie categorie di impatto forniti dai vari studi, si
può ora procedere alla rappresentazione grafica di tali dati per i vari processi. Visto
che gli indicatori comuni a tutti i processi sono il GWP e il CED, ci si focalizzerà su
quei due.

27
3.4.1 Caso di Salkuyeh-Saville-MacLean
In questo studio il focus era sul confronto fra i vari processi con e senza
assorbimento del carbonio in coda. Si riportano quindi in forma grafica i dati di
confronto fra i GWP e i CED per i due tipi di steam reforming analizzati.

GWP [kgCO2eq/kgFU]

11.5

3.5

SMR1 SMRCC1

Figura 10: confronto fra i potenziali di riscaldamento globale dello steam reforming senza e con cattura di carbonio secondo il
primo studio

CED [MJ/kgFU]

276

198

SMR1 SMRCC1

Figura 11: confronto fra i consumi energetici totali dello steam reforming senza e con cattura di carbonio secondo il primo
studio

Come si vede chiaramente dai grafici secondo il primo studio il processo di steam
reforming produce una consistente impronta di carbonio, anche con il sistema di

28
cattura. Esso infatti abbatte notevolmente il GWP, ma lo lascia comunque dello
stesso ordine di grandezza, e la sua implementazione si riflette su un aumento del
consumo energetico complessivo.

3.4.2 Caso di Valente-Irribarren-Dufour


In questo studio gli indicatori considerati sono gli stessi del precedente (essendo il
processo lo stesso), con in più un lavoro di armonizzazione dei dati da parte degli
autori. Di conseguenza è interessante anche il confronto fra i parametri prima e
dopo il processo di armonizzazione dei dati.

GWP [kgCO2eq/kgFU]
11.4
10.6

4.7
3.9

SMR2 SMRH2 SMRCC2 SMRCCH2

Figura 12: confronto fra i dati sulle emissioni di carbonio dello steam reforming prima e dopo l’armonizzazione, senza e con
cattura del carbonio (SMRH: steam reforming post-armonizzazione; SMRCCH: steam reforming con cattura di carbonio post-
armonizzazione)

CED [MJ/kgFU]

217.2

200.9 202.3

185.1

SMR2 SMRH2 SMRCC2 SMRCCH2

Figura 13: confronto fra i consumi energetici dello steam reforming prima e dopo l’armonizzazione dei dati, con e senza cattura di
carbonio in coda

29
I valori degli indicatori nel secondo studio sono concordi con quelli del primo,
soprattutto dopo il processo di armonizzazione. Notevolmente, il processo di
armonizzazione dei dati ha portato ad un peggioramento globale degli indicatori:
l’impronta di carbonio è aumentata, così come il consumo energetico.

3.4.3 Caso di Yadav-Banerjee


In questo caso dallo studio non vengono forniti numeri singoli per i parametri di
GWP (qui chiamato CEF, ma espresso nello stesso modo e dunque equivalente) e
per il CED. Al contrario, il risultato dello studio sono dei grafici che esplorano
l’andamento di questi due parametri contro la densità di corrente in due casi
distinti: quando sia fissata la superficie del pannello fotovoltaico e quando sia fissata
la conversione della corrente di vapore. I numeri che si potrebbero trarre da questi
grafici sono davvero molti, e quindi è evidente che per estrarre una coppia di numeri
da confrontare con quelli forniti dagli altri processi bisogna procedere cum grano
salis. Innanzitutto, in questa review si è preferito focalizzarsi sui grafici nei quali è
fissato il grado di conversione al 90%. Il motivo è duplice: innanzitutto, la
conversione del 90% è vicina al valore raggiunto complessivamente nei due stadi
dello steam reforming propriamente detto (termico e autotermico). Inoltre, si è
considerato che in fase di progettazione porsi un obiettivo al livello della
conversione sia più comodo e più comune che porsi un obiettivo al livello dell’area
dei pannelli; in genere è il dimensionamento delle attrezzature che viene fatto in
funzione della conversione desiderata, e non il viceversa.
Naturalmente, questa considerazione serve a focalizzarsi su un gruppo di numeri,
ma non esclude in alcun modo l’importanza dell’altro set di dati. Esso potrebbe
essere rilevante nel caso di un riadattamento di pannelli già esistenti, oltre ad altre
informazioni preziose che potrebbe fornire.

30
A questo punto si riproducono i grafici per il GWP e il CED contenuti nello studio
prima di effettuarne un’ulteriore breve discussione.

Figura 14: consumi energetici del processo in funzione della


densità di corrente, parametrica per la temperatura. AE-CED Figura 15: impronta di carbonio del processo in funzione della

dell’elettrolisi alcalina con cui viene fatto il confronto del densità di corrente, parametrica per la temperatura

processo PV; EH-curve con riscaldamento elettrico

Da questi grafici vanno però presi dei numeri, per poter procedere nella fase finale
della review al confronto fra i dati forniti dai vari studi. La cosa più ragionevole da
fare è sembrata prendere il valore massimo e il valore minimo degli indicatori CED e
GWP, perché così si ha un’idea almeno del range in cui essi spaziano. Questo è
facilitato dal fatto che in entrambi i casi il valore massimo e quello minimo sono
dello stesso ordine di grandezza, e dunque l’intervallo di variazione non è molto
grande. I valori presi in considerazione quindi sono:

- CED minimo: 14 MJ/kg, circa corrispondente alla curva dei 1273 K, all’estremo
destro (14000 A/m2);
- CED massimo: 39 MJ/kg, corrispondente circa al punto della curva a 873 K a
8000 A/m2;
- GWP minimo: 1 kgCO2/kgFU, corrispondente circa all’estremo destro (14000
A/m2) della curva a 1273 K;

31
- GWP massimo: 2,8 kgCO2/kgFU, corrispondente circa al valore a 8000 A/m2
della curva a 873 K.

3.4.4 Caso di Giraldi-François-Martin-del-Campo


Anche in questo caso per il GWP è stato fatto uno studio di andamento; in
particolare si è analizzato come esso variasse con il burnup di combustibile. Il
burnup è una misura dell’irraggiamento fornito dal combustibile di un impianto
nucleare, ed è definito come il calore prodotto dal combustibile nucleare per
fissione dei suoi nuclei. Si misura in megawatt giornalieri per tonnellata (Wd/t) e i
suoi multipli; nello studio il valore di riferimento è 175 GWd/t.

Figura 16: GWP contro il burnup di combustibile nucleare,


parametrico per l’efficienza complessiva del ciclo di produzione
dell’idrogeno

Nonostante questo, lo studio offre anche un valore di riferimento per il GWP di


0,416 kgCO2eq/FU (tabella 10). Di conseguenza si userà questo valore per il

32
confronto successivo con gli altri studi.
Per quanto riguarda il CED, esso non viene fornito complessivamente in forma
esplicita, ma viene detto che lo si può calcolare come la totalità dell’energia fornita
al processo prima dell’impianto a idrogeno. Si deve quindi distinguere la porzione

Figura 17: diagramma del processo di sintesi dell’idrogeno dall’energia nucleare

del processo che avviene nell’impianto a idrogeno da quella che non lo fa. Questo si
può fare analizzando lo schema di processo complessivo.

In altre parole, si usano per calcolare il CED le porzioni dell’impianto racchiuse nel
volume di controllo del ciclo Brayton. Prendendo quindi i dati dalla tabella 8 e
sommando i contributi energetici dell’impianto nucleare e del ciclo Brayton, si
ottiene un CED di 637,78 MJ/kg.

33
3.4.5 Caso di Bareiß-de la Rua-Möckl- Hamacher
In quest’ultimo studio i dati sugli indicatori sono riassunti quasi tutti nella tabella 14.
Come si è detto lo studio offre i valori di tali indicatori per il 2017 e per due diversi
modelli produttivi nel 2050; le differenze fra i valori del GWP si possono vedere
graficamente sotto.

GWP, [kgCO2/FU]

29.5

11.6
3

2017 2050 2050, 3000h

Figura 18: i valori del GWP secondo i diversi modelli dell’ultimo studio

Visto e considerato che gli altri studi sono tutti relativi all’incirca al presente, il
valore di GWP più adatto ad un confronto diretto con gli altri studi è sicuramente
quello relativo al 2017. Tuttavia, anche gli altri sono interessanti e meritevoli di
qualche considerazione.
Per quanto riguarda il CED invece lo studio mette già a disposizione un’elaborazione
grafica di tale indicatore per i vari modelli, tenendo anche conto del mix energetico

34
disponibile in Germania (contrapponendo fonti fossili e non) e includendo anche un
confronto con lo steam reforming.

Figura 19: i valori del CED secondo i vari modelli dell’ultimo studio

Il CED totale è 560 MJ nel 2017, 427 MJ nel 2050 con il modello di 8760 h e 259 MJ
nel 2050 con il modello da 3000 h. Di nuovo, fra questi numeri il più interessante è
quello relativo al 2017.

4. Elaborazioni
In questo paragrafo finale si procede a confrontare fra di loro le categorie di
impatto comuni ai vari studi. Come si è visto, gli studi relativi allo steam
reforming si sono concentrati sul GWP e il CED, e quindi fra i risultati degli studi
relativi al processo innovativo ci si è concentrati su quei due. Ciò non toglie che in

35
studi successivi si possa operare anche un paragone ai vari processi innovativi
l’uno contro l’altro; gli studi relativi hanno molte categorie di impatto in comune.

Si comincia il paragone dall’impronta di carbonio dei processi.

GWP, [kgCO2/FU]

29.5

11.5 10.6 11.4 11.6


2.8 3
3.5 3.9 4.7 1 0.416

Figura 20: confronto fra i valori dei GWP di tutti gli studi

Mettendo in fila tutti i dati relativi al GWP le conclusioni che si possono trarre
sono abbastanza immediate. Innanzitutto, si può escludere da subito la
percorribilità, almeno con i mix energetici attuali, dei processi di elettrolisi
dell’acqua con membrana a scambio di protoni coperti dall’ultimo studio (WE5).
Allo stato attuale il processo sarebbe addirittura peggiore di quello classico di
steam reforming, con quasi tre volte le sue emissioni. I dati forniti dallo studio
sono comunque interessanti principalmente per il futuro, anche se non
particolarmente incoraggianti. Il dato migliore infatti è quello relativo al 2050 con
operatività per 3000 h, che comunque è paragonabile alle emissioni dello steam
reforming con cattura del carbonio. Con il mix energetico del 2050, meno
impattante, sicuramente anche l’impronta dello SMRCC si ridurrebbe e potrebbe
36
addirittura scendere sotto i 3 kgCO2/FU del PEMWE. Tuttavia, consultando lo
studio in questione si nota un ulteriore dato molto interessante: il 96% del GWP
del processo è causato dall’elettricità che esso richiede. Questo studio dunque
centra proprio il dilemma che ci si è posti all’inizio della revisione: nonostante la
reazione chimica in sé sia molto più green rispetto al classico steam reforming,
l’utilizzo di elettricità ben poco ecologica ne soffoca il potenziale. Di
conseguenza, per i prossimi anni, sarebbe molto interessante monitorare il GWP
di questo processo in funzione di come evolve il mix energetico; se quest’ultimo
dovesse diventare decisamente più rinnovabile rispetto alle previsioni, allora il
processo PEMWE diventerebbe ecologicamente molto più competitivo. Fino ad
allora è meglio fare riferimento ad altri processi.
Scendendo con il valore del GWP ma rimanendo sempre nell’ambito dei processi
di elettrolisi dell’acqua c’è quindi il processo con pannelli fotovoltaici analizzato
da Yadav-Banerjee (WE3). Questo processo presenta un GWP che varia in un
range di ordine di grandezza paragonabile ai processi di steam reforming con
cattura del carbonio. In ogni caso anche la stima più pessimistica per questo
processo (2,8 kgCO2/FU) è inferiore alla stima più ottimistica per lo steam
reforming con cattura del carbonio (3,5 kgCO2/FU), quindi dal punto di vista
ambientale il processo di elettrolisi dell’acqua con pannelli fotovoltaici
sembrerebbe al presente già più conveniente dello steam reforming. Tuttavia, la
differenza di emissioni è abbastanza piccola da giustificare qualche perplessità.
Innanzitutto, con una differenza di emissioni così piccola e differenze di processo
così grandi, probabilmente non c’è alcuna convenienza dal punto di vistai
industriale ad eseguire un retrofitting di impianti già esistenti. In secondo luogo,
la stima è stata effettuata stimando il posizionamento dell’impianto in un luogo
particolarmente conveniente alla ricezione della radiazione solare. Di
conseguenza, come sempre accade per la produzione di energia dal Sole, questo

37
processo ha un’utilità nel presente dal punto di vista ecologico, ma è pur sempre
dipendente nella sua efficacia dalla posizione dell’impianto.
Infine, l’ultimo processo di elettrolisi dell’acqua da confrontare con lo steam
reforming è quello alimentato con energia nucleare (WE4). Questo processo ha
una impronta di carbonio che, rispetto a tutti gli altri, è quasi nulla. Questo non
stupisce: né la produzione dell’energia nucleare né la reazione di elettrolisi
hanno nulla a che vedere con processi che producano carbonio. Inoltre il
nucleare come fonte energetica non ha bisogno di una particolare collocazione
dell’impianto ed ha la particolarità di essere la fonte energetica che ha causato
meno morti nella storia[17].Purtroppo, il nucleare soffre di un grande difetto che
non ha nulla a che vedere con le sue prestazioni ambientali o mediche: la
demonizzazione che ha subito nell’opinione pubblica di molti paesi - fra cui l’Italia
- a seguito del disastro di Chernobyl e quello più recente di Fukushima. Questo
rientra in un discorso più grande che andrebbe fatto alle masse, per evidenziare
come il nucleare sia molto meno pericoloso (con gli odierni impianti) di un uso
continuato del fossile. Nei paesi in cui è possibile usarlo, comunque, l’opzione
nucleare per la produzione di idrogeno è sicuramente ottimale dal punto di vista
ecologico: il nucleare offre un metodo ecologico per produrre l’energia, mentre
l’elettrolisi offre un metodo ecologico per stoccarla e magari trasportarla.
In conclusione, dal punto di vista del GWP:

- L’opzione migliore in teoria è il nucleare, ma richiederebbe una rieducazione


della popolazione nei suoi confronti;
- Il fotovoltaico è migliore dei processi di steam reforming tuttora usati, ma non
di molto e presenta altri problemi intrinseci (irradiazione);
- Lo steam reforming andrebbe sempre condotto con cattura del carbonio in
coda, visto che permette di ridurre a meno della metà il GWP;

38
- Il processo con membrana a scambio di protoni potrebbe essere conveniente
solo in momenti e luoghi in cui il mix energetico disponibile ha un basso GWP.

Terminato il discorso del GWP, si passa all’analisi del parametro CED.

CED [MJ/FU]
637.78

560
427
185.1 200.9 202.3 217.2
276 259
198 39
14

Figura 21: confronto fra i valori del CED di tutti i processi

Anche la valutazione del CED è molto interessante e offre spunti di valutazione


parzialmente differenti rispetto a quello del GWP. Innanzitutto, anche sotto il punto
di vista del CED il processo con membrana a scambio protonico (WE5) risulta
svantaggioso rispetto ai processi classici di steam reforming, visto che richiede più
energia. Come si è visto, a meno che quella energia non provenga da un mix
energetico particolarmente ecologico, questo rende ambientalmente svantaggioso
questo processo.
L’elettrolisi dell’acqua condotta con energia nucleare (WE4) invece presenta un
consumo energetico molto più alto di tutti gli altri processi. Questo fatto va
bilanciato contro il suo bassissimo GWP per capire quanto sia effettivamente
dannoso globalmente il processo. Va anche sottolineato il fatto che quasi tutta
39
l’energia considerata nel computo del CED viene poi recuperata in qualche modo;
nella tabella 8 si nota che tutte le voci sotto Energy Outflows sono forme di recupero
o produzione di energia. Di conseguenza se l’impianto produce un surplus di energia
che si può immettere in rete questo può ridurre la necessità globale di fonti non
rinnovabili e migliorare il bilancio degli impatti del processo.
Brilla invece per il basso CED il processo a pannelli fotovoltaici (WE3), che
effettivamente è l’unico processo di elettrolisi dell’acqua qui analizzato che offre un
CED minore (e anche di molto) rispetto al classico steam reforming, perfino di quello
senza cattura di carbonio. Questo dato combinato al GWP basso notato
precedentemente rende molto promettente questa fonte di idrogeno.
In conclusione considerando contemporaneamente le categorie del GWP e del CED:

- L’opzione migliore per la sintesi di idrogeno al giorno d’oggi è probabilmente


il fotovoltaico per i luoghi in cui è praticabile. Il suo GWP inferiore anche ai
migliori processi di steam reforming unito al suo CED bassissimo lo rendono
vincente dal punto di vista ecologico. Il fotovoltaico presenta problemi
intrinseci nel non essere ugualmente praticabile ovunque, ma questo non
dovrebbe scoraggiare dall’usarlo dove si può;
- Il nucleare come fonte di idrogeno richiede indagini ulteriori per verificare
effettivamente se il suo alto CED si traduca in pesanti danni sull’ambiente
oppure se tutta l’energia impiegata nel processo venga recuperata in maniera
non impattante. Nel caso in cui i danni legati al consumo energetico di questa
fonte fossero paragonabili o addirittura inferiori a quelli dello steam
reforming, il nucleare sarebbe probabilmente paragonabile al miglior
fotovoltaico dal punto di vista ecologico;
- Lo steam reforming andrebbe condotto sempre con cattura di carbonio
successiva, per migliorarne l’ecologia. La presenza di questo stadio infatti non
fa cambiare la grandezza del suo CED, mentre fa crollare il suo GWP;

40
- L’elettrolisi dell’acqua con membrana a scambio protonico non è ancora
sostenibile dal punto di vista ambientale, e lo diventerà solo in luoghi e
momenti in cui il mix energetico disponibile sia molto ecologico. Ha
comunque del potenziale e va tenuta sott’occhio.

Questa prima revisione può essere approfondita in studi futuri con un’analisi
economica delle varie opzioni (quella condotta qui è puramente ambientale) e, con
un approfondimento delle tematiche ambientali, sarebbe molto interessante
trovare studi con altri indicatori di impatto per lo steam reforming. A quel punto si
potrebbero mettere a paragone più dati differenti per i vari processi.

41
Bibliografia
[1] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0048969720323378

[2] http://ieahydrogen.org/pdfs/Global-Outlook-and-Trends-for-
Hydrogen_Dec2017_WEB.aspx

[3] https://www.energy.gov/eere/fuelcells/hydrogen-production-natural-gas-
reforming

[4]
https://web.archive.org/web/20140709040340/http://naturalgas.org/overview/bac
kground/

[5] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2589299119300035

[6] https://h2tools.org/node/820

[7] https://www.energy.gov/eere/fuelcells/doe-technical-targets-hydrogen-
production-electrolysis

[8]
https://www.energy.gov/sites/prod/files/2017/11/f46/HPTT%20Roadmap%20FY17
%20Final_Nov%202017.pdf

[9] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0360319917322036

[10] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0360319920310107

[11] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0306261920300155

[12] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0360319915001615

[13] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0306261919300017

[14] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S036031991201467X

42
[15]
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959652617330044?via%3Dihu
b

[16]
https://reader.elsevier.com/reader/sd/pii/S036031991301450X?token=E6121C424
D43BD733BFB7B89F3E754159B9312CEC84D1F5244B46CA36536061510E5DA94794
ED074EFF9D1A7076A62E8

[17] https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(07)61253-
7/fulltext

43

Potrebbero piacerti anche