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Professore: Studente:
1. Introduzione…………………………………………………………………………………………………………7
1.1 L’idrogeno…………………………………………………………………………………………………………8
1.2 Steam Reforming………………………………………………………………………………………………9
1.3 Elettrolisi dell’Acqua……………………………………………………………………………………….10
2. Analisi LCA………………………………………………………………………………………………………….11
4. Elaborazioni………………………………………………………………………………………………………..35
Bibliografia…………………………………………………………………………………………………………….42
3
Indice delle figure
1: Emissioni di NO2 in Italia prima e durante il lockdown………………………………………….7
2: Rappresentazione artistica dell’atomo di idrogeno e della relativa casella nella
tavola periodica……………………………………………………………………………………………………….8
3: Diagramma di processo di un impianto di steam reforming………………………………….3
4: Le fasi del ciclo di vita di un prodotto come seguite da una LCA…………………………11
5: I confini del sistema per Salkuyeh-Saville-MacLean…………………………………………….14
6: I confini del sistema per Valente-Irribarren-Dufour…………………………………………….15
7: I confini del sistema per Yadav-Banerjee…………………………………………………………….16
8: I confini del sistema per Giraldi-François-Martin-del-Campo………………………………17
9: I confini del sistema per Bareiß-de la Rua-Möckl- Hamacher………………………………18
10: Confronto fra i potenziali di riscaldamento globale dello steam reforming senza e
con cattura di carbonio secondo il primo studio…………………………………………………….28
11: Confronto fra i consumi energetici totali dello steam reforming senza e con
cattura di carbonio secondo il primo studio……………………………………………………………28
12: Confronto fra i dati sulle emissioni di carbonio dello steam reforming prima e
dopo l’armonizzazione, senza e con cattura del carbonio……………………………………….29
13: Confronto fra i consumi energetici dello steam reforming prima e dopo
l’armonizzazione dei dati, con e senza cattura di carbonio in coda…………………………29
14: Consumi energetici del processo in funzione della densità di corrente,
parametrica per la temperatura……………………………………………………………………………..31
15: Impronta di carbonio del processo in funzione della densità di corrente,
parametrica per la temperatura……………………………………………………………………………..31
16: GWP contro il burnup di combustibile nucleare, parametrico per l’efficienza
complessiva del ciclo di produzione dell’idrogeno………………………………………………….32
17: Diagramma del processo di sintesi dell’idrogeno dall’energia nucleare…………….33
18: I valori del GWP secondo i diversi modelli dell’ultimo studio……………………………34
4
19: I valori del CED secondo i vari modelli dell’ultimo studio………………………………….35
20: Confronto fra i valori dei GWP di tutti gli studi…………………………………………………36
21: Confronto fra i valori del CED di tutti i processi………………………………………………..39
5
Indice delle tabelle
1: Parametri e ipotesi di progettazione principali del processo SMR per Salkuyeh-
Saville-MacLean……………………………………………………………………………………………………..20
2: Parametri di ingresso nel processo di SMR………………………………………………………...20
3: Emissioni dell’impianto SMR……………………………………………………………………………...20
4: Parametri e ipotesi di progettazione principali del processo SMR per Valente-
Irribarren-Dufou…………………………………………………………………………………………………….21
5: Dati di input della LCA per Yadav-Banerjee…………………………………………………………22
6: I consumi di energia e impronte di carbonio per le varie attrezzature secondo
Yadav-Banerjee...........................................................................................................22
7: Ipotesi di funzionamento del sistema di produzione…………………………………………..23
8: Dati di input e output energetici dell’impianto nucleare……………………………..……..23
9: Dati costruttivi del sistema di produzione dell’idrogeno…………………………………….23
10: Emissioni globali degli impianti…………………………………………………………………………23
11: Parametri di funzionamento dell’impianto nel 2017 e nel futuro prossimo………24
12: Materiali da costruzione di una cella da 1 MW nel 2017 e nel futuro prossimo..24
13: Materiali da costruzione dei sistemi ausiliari…………………………………………………….24
14: Emissioni e impatti riferiti al 2017 e ai due modelli per il futuro prossimo……….24
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1.Introduzione
La spinta verso la sostenibilità a cui viene sottoposta ormai da anni l’industria in
generale e quella chimica in particolare diventa più forte di anno in anno. Con
riferimento all’attualità, il crollo delle emissioni legato al rallentamento delle attività
umane durante la pandemia globale di Covid-19 scoppiata nel 2020 ha dimostrato,
semmai ci fosse bisogno di ulteriore conferma, che l’attività umana impatta il
pianeta in maniera decisa e inesorabile. Durante la pandemia infatti le emissioni di
inquinanti (soprattutto quelli legati ai trasporti, come gli NO x) sono calate anche del
30% nei paesi in stato di lockdown, fra cui l’Italia[1].
In questo contesto risulta quindi naturale analizzare con una rinnovata attenzione i
processi che possano soddisfare i fabbisogni di materie ed energetici dell’industria in
generale e di quella chimica, spesso associata all’inquinamento nell’opinione
comune, in particolare. L’ideale sarebbe focalizzarsi su qualcosa che sia
contemporaneamente una sostanza usata come intermedio di processo
nell’industria chimica ma anche un vettore energetico importante e promettente
che possa potenzialmente fornire energia in maniera più green di quanto non
facciano i vettori attualmente usati. Un esempio eccellente di tale sostanza è
l’idrogeno.
7
1.1 L’idrogeno
L’idrogeno è l’elemento chimico più
leggero e abbondante nell’universo. Nel
suo stato standard è un gas biatomico
(H2) molto meno denso dell’aria,
incolore, inodore e altamente
infiammabile. Oltre ad una lunga serie di
affascinanti proprietà chimico-fisiche,
Figura 2: rappresentazione artistica dell’atomo di
l’idrogeno ha anche una grandissima idrogeno e della relativa casella nella tavola periodica.
CH4 + H2O ⇌ CO + 3H2 ΔHr= 206 kJ/mol (la reazione assorbe calore)
Dal punto di vista prettamente chimico la reazione appare molto più environment
friendly rispetto allo steam reforming. Innanzitutto, il reagente è una semplice
soluzione acquosa con una minima concentrazione di un opportuno elettrolita:
questo rende molto più semplici da smaltire le impurezze che vengono separate
dall’alimentazione in ingresso al sistema (a differenza delle specie solforose separate
dal gas naturale nello SR). I prodotti stessi inoltre non includono nessuna specie
problematica. Il rovescio della medaglia è che questo processo avviene grazie ad una
corrente elettrica; esso può apportare meno impatti ambientali negativi rispetto allo
steam reforming solamente se l’elettricità prodotta per condurlo è essa stessa meno
impattante. Da questa considerazione nasce l’obiettivo di questa review di
letteratura: capire se allo stato attuale e con le fonti attualmente usate per la
produzione di elettricità l’elettrolisi dell’acqua, un processo “innovativo”, sia più
leggera sull’ambiente di quanto lo sia lo steam reforming, un processo
“tradizionale”. Dal punto di vista economico in ogni caso i numeri parlano chiaro: i
migliori processi di elettrolisi dell’acqua hanno un rendimento dell’80%[5], che
comporta che per ogni kg di idrogeno prodotto si spendano almeno 180 MJ di
energia elettrica. Con un costo dell’energia elettrica statunitense (essendo gli stati
uniti il maggior produttore di idrogeno [6]) di 0,06 $/kWh[7], l’idrogeno elettrolitico
arriva a costare 3 $/kg. Per confronto, l’idrogeno da steam reforming costa in media
1,20-1,50 $/kg[8].
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2. Analisi LCA
La Life Cycle Assessment o valutazione del ciclo di vita è un approccio metodologico
che consente di stimare gli impatti ambientali di una utility, che sia essa un
processo, un prodotto oppure un servizio. L’iter seguito in una LCA permette di
monitorare gli impatti dell’entità di interesse lungo
tutto il suo ciclo di vita secondo un’ottica detta “dalla
culla alla tomba”, o anche from cradle to grave. Non
sempre è desiderata una panoramica così ampia
della vita dell’utility in questione; in tali casi si può
restringere l’ottica della LCA alla sola sezione
interessante (from cradle to gate, from gate to gate,
Figura 4: Le fasi del ciclo di vita di un
prodotto come seguite da una LCA. from gate to grave etc.). La LCA è ottima per
confrontare diverse alternative di ottenere lo stesso
prodotto, eseguire lo stesso processo o fornire lo stesso servizio; in questo caso
infatti si può ottenere un paragone molto accurato degli impatti ambientali dei
diversi metodi, ed eventualmente prendere una decisione sulla base dei risultati
ottenuti. Oltre a migliorare l’aspetto ambientale di un processo, l’LCA viene spesso
usata per richiedere un’etichettatura ecologica (ecolabel), o per evidenziare
indicatori rilevanti di performance ambientale. L’LCA segue quattro passi essenziali:
11
2. Analisi di inventario, la fase in cui si eseguono i bilanci di materia e di energia
riguardo i flussi in ingresso e uscita di ciascuna sezione del ciclo di vita del
prodotto. Questa è la porzione più calcolativa di tutto l’iter.
3. Valutazione degli impatti del ciclo di vita: a questo punto conoscendo le
immissioni e le emissioni di tutti i processi si possono tradurre tali flussi in
impatti e gli impatti in danni, con eventuale differenziazione fra impatti e
danni di punto medio e di punto finale.
4. Interpretazione e presentazione dei dati: nella fase finale si ottengono
conclusioni e raccomandazioni che sono poi le linee guida per eventuali scelte
da affrontare.
Lo studio LCA viene effettuato con software che analizzano passo per passo ogni
parte del ciclo di vita. Grazie ai dati contenuti nei database di tali software,
disponibili anche sotto forma di fogli di calcolo e grafici, l’utente ha a disposizione
una facile visione dei risultati ottenuti.
La bontà di un software in commercio quindi dipende principalmente da due fattori:
-I dati disponibili: in particolare la loro abbondanza, pertinenza e qualità;
-La facilità di utilizzo, per permettere un semplice accesso al volume di dati in
questione.
Fra i software esistenti spicca sicuramente SimaPro, giunto alla versione 8.0 e che
monta database di alta qualità come EcoInvent.
12
3. LCA comparativo della produzione di idrogeno
3.1 Definizione degli obiettivi e del campo di
applicazione
In questo studio si esegue un confronto sulle principali categorie di impatto di due
metodi produttivi dell’idrogeno su scala industriale: lo steam reforming, preso come
esempio di processo classico per eccellenza, e l’elettrolisi dell’acqua, presa come
esempio di processo innovativo e per il quale si analizzano diverse fonti di energia.
I dati per l’analisi LCA dello steam reforming del gas naturale sono stati tratti dai
seguenti articoli:
Invece le informazioni per il processo di elettrolisi dell’acqua sono state ricavate da:
- Net energy and carbon footprint analysis of solar hydrogen production from
the high-temperature electrolysis process di Deepak Yadav e Rangan
Banerjee[11];
- Life cycle assessment of hydrogen production from a high temperature
electrolysis process coupled to a high temperature gas nuclear reactor di
Mario R. Giraldi, Juan-Luis François e Cecilia Martin-del-Campo[12];
- Life cycle assessment of hydrogen from proton exchange membrane water
electrolysis in future energy systems di Kay Bareiß, Cristina de la Rua,
Maximilian Möckl , Thomas Hamachera[13].
13
L’unità funzionale per tutti gli studi esaminati è 1 kg di idrogeno osservato da
quando la sua materia prima viene estratta a quando è pronto a uscire dallo
stabilimento di produzione, ossia un’analisi from cradle to gate. Una specifica
particolare va fatta per lo studio di Antonio Valente, Diego Iribarren e Javier Dufour:
esso ospita più casi con unità funzionali anche diverse, ma quella scelta per lo steam
reforming del metano (Steam Methane Reforming-SMR) è comunque 1 kg di
idrogeno come per gli altri studi. Per lo steam reforming con cattura di carbonio
(SMRCC) invece l’unità funzionale scelta è stata 1 Nm3 di idrogeno, ma
fortunatamente gli indicatori di impatto ambientale sono stati normalizzati rispetto
a 1 kg di idrogeno già nello studio stesso.
A questo punto si elencano i confini dei sistemi considerati dai vari studi di
letteratura presi in esame.
Caso di Salkuyeh-Saville-MacLean:
L’obiettivo dello studio era confrontare diversi processi con e senza unità di cattura
del carbonio (CC). L’impianto modellizzato è stato analizzato come se fosse operante
in Canada per le assunzioni necessarie per la LCA. L’alimentazione considerata è gas
naturale: metano per il 95%. In alimentazione sono assenti composti solforati e altre
sostanze problematiche per il processo, per cui sono omessi processi di purificazione
in ingresso della corrente. Gli stadi del processo considerati sono reforming termico,
14
reforming autotermico (adiabatico), water gas shift, separazione dell’anidride
carbonica tramite pressure swing adsorption (PSA) e liquefazione della CO 2 con
recupero energetico, più la produzione del catalizzatore usato nel reforming (ossidi
di ferro).
Caso di Valente-Irribarren-Dufour
Nel secondo caso la localizzazione geografica per l’impianto di steam reforming del
metano è stata posta in Spagna per quanto riguarda i dati tecnico-economici, in
particolare il mix energetico nazionale utilizzato. Gli stadi di processo considerati,
comuni a tutti i processi a base termica analizzati nello studio, sono la produzione
dell’alimentazione, il suo successivo trasporto, la produzione del calore necessario
alla reazione, la conversione termica (che include sia la reazione di reforming
propriamente detta che il water gas shift), la separazione tramite pressure swing
adsorption e la compressione dell’idrogeno prodotto. Notevolmente, rispetto a
prima sono anche presenti come ingresso tutto ciò che è necessario all’operatività
dell’impianto e la sua manutenzione, e anche i capitali e le infrastrutture, ossia la
costruzione fisica dell’impianto. In uscita inoltre si trova una corrente di composti
solforati, che funge da sottoprodotto.
15
Caso di Yadav-Banerjee
Con questo studio si entra negli articoli che trattano l’elettrolisi dell’acqua. Gli autori
hanno considerato come fonte energetica per la sintesi dell’idrogeno l’energia
solare, includendo due tipi differenti di impianti nel computo del contributo
energetico: impianti fotovoltaici (PV) e quelli a concentrazione solare (Concentrated
Solar Power, CSP). Essendo la disponibilità energetica di questo tipo di impianti
fortemente dipendente dalla loro collocazione geografica, lo studio è molto preciso
nella scelta della locazione: si suppone che l’impianto considerato operi nella città di
Jodhpur, localizzata in India alle coordinate 26,23°N; 73,02°E. Jodhpur è stata scelta
per la grande quantità di radiazione solare che riceve. Le fasi di vita considerate per
questo tipo di impianto sono la costruzione delle parti dell’impianto, la sua
costruzione, la sua vita (con relative attività di manutenzione e riparazione) e infine
lo smaltimento dei suoi componenti. L’analisi quindi considera l’intero ciclo di vita
dell’impianto fisico. Rispetto agli altri studi viene anche fornita una specifica
ulteriore sulla unità funzionale: è sempre 1 kg di idrogeno, ma in questo caso si
16
specifica che esso si trovi a 1 bar e 298 K. Questo implica che non ci sono fasi di
compressione del gas in uscita dall’impianto.
Caso di Giraldi-François-Martin-del-Campo
17
produzione dell’idrogeno viene seguita dall’acquisizione dell’acqua (materia prima)
fino a quando l’idrogeno puro non è pronto a lasciare lo stabilimento di produzione.
L’ultimo studio esegue l’analisi per un sistema localizzato in Germania che produca
idrogeno mediante elettrolisi dell’acqua con membrana a scambio protonico (Proton
Exchange Membrane Water Electrolysis, PEMWE). Come nel caso Yadev-Banerjee,
viene offerta una specifica sulle condizioni dell’idrogeno: esso esce dai confini del
sistema a una pressione di 30 bar e una temperatura di 60°C (333 K). Per l’energia
elettrica che alimenta l’impianto, si è supposto che essa sia stata prodotta con il mix
energetico nazionale tedesco. Notevolmente si è anche tenuto conto del fatto che
tale mix cambierà nel corso degli anni, con un orizzonte temporale esteso dal 2017
al 2050. Infine, vale la pena notare che in questo studio esiste già un paragone fra la
produzione di idrogeno tramite PEMWE e tramite SMR, che è stato assunto come
sistema di produzione di idrogeno di riferimento.
18
3.2 Analisi di Inventario
Definiti i confini generali dei sistemi analizzati in ogni studio, si può procedere a una
fase più quantitativa: l’analisi di inventario o Life Cycle Inventory analysis (LCI). In
questa porzione dell’LCA si prendono in esame i flussi per ogni singolo processo di
ogni singola fase di ognuno dei sistemi considerati. Per fornire tutti i dati necessari
alle analisi dei cicli di vita che si esamineranno successivamente, vengono ora
riportate le assunzioni e i dati di inventario (e la loro provenienza, ad esempio
database di vari software) di ognuno degli studi presi in esame.
19
3.2.1 Caso Salkuyeh-Saville-MacLean
Per il primo studio, gli impatti considerati per la LCA sono il consumo di energia e le
emissioni di gas serra. Queste ultime sono state aggregate secondo
l’Intergovernmental Panel on Climate Change 100-year Global Warming Potentials.
Si è usato il modello GREET-2015, quello relativo al ciclo di vita di combustibili
offerto dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Sempre dal GREET si è preso il
modello di estrazione e processo del gas naturale canadese, a cui si è collegato il
processo di sintesi dell’idrogeno. Per quanto riguarda l’elettricità delle unità in cui
essa è necessaria, si è assunto che provenisse da una turbina a gas a ciclo combinato
funzionante con gas naturale.
20
3.2.2 Caso di Valente-Irribarren-Dufour
Nel secondo articolo è stato eseguito un lavoro di armonizzazione fra i risultati
relativi allo steam reforming del metano e quelli di altri processi disponibili per la
sintesi dell’idrogeno, analizzando sia il caso senza cattura di carbonio che quello con
cattura di carbonio (SMR e SMRCC, rispettivamente). L’armonizzazione è stata
eseguita con lo strumento online GreenH2armony. Come per il lavoro precedente
sono stati usati i fattori IPCC con orizzonte temporale di 100 anni. I dati riguardanti
lo steam reforming sono stati tratti da lavori precedenti[15][16] e si è poi eseguita
l’armonizzazione delle emissioni.
21
3.2.3 Caso di Yadav-Banerjee
Questo studio suppone che il cemento e l’acciaio vengano acquistati nella città di
Mumbai e trasportati fino al luogo di costruzione su gomma, mentre il resto dei
materiali si suppone essere stato confezionato in Europa e poi importato. Questo si
traduce nell’uso di un mix di dati locali indiani e internazionali, e quindi i dati sono
tratti da database di entrambi i tipi.
22
3.2.4 Caso di Giraldi-François-Martin-del-Campo
Per questo caso di studio i dati sui materiali da costruzione del reattore nucleare in
sé sono stati tratti dalla letteratura. Invece per l’attrezzatura le installazioni ausiliarie
i dati sono stati tratti da quelli su impianti convenzionali. In particolare, i dati
d’inventario per l’impianto per la produzione di idrogeno sono stati tratti da
SimaPro.
24
3.3 Analisi degli Impatti
In questa fase si procede a controllare in che modo sono state aggregate e
classificate le alterazioni dell’ambiente per i processi analizzati nei vari studi. In
generale le categorie di impatto più studiate sono:
Fra queste categorie i vari studi ne hanno considerate diverse, ma quelle comuni a
tutti sono il GWP e il CED. Nel corso della trattazione ci si focalizzerà quindi su
queste due, perché sono quelle su cui è più immediato fare il paragone.
25
potenziale di riscaldamento globale considerate sono i composti organici volatili
(VOC), il monossido di carbonio (CO), gli ossidi di azoto (NO x), il particolato più
grande dei 10 μm e quello con dimensioni comprese fra 2,5 e 10 μm (PM10), il
nerofumo e il carbonio organico. Il CED è presente nello studio sotto forma di
energia usata (tabella 3); i contributi energetici a parte quello legato al gas naturale
sono praticamente trascurabili.
26
- Consumo di materiale fossile (Fossil Depletion, FD)
- CED
27
3.4.1 Caso di Salkuyeh-Saville-MacLean
In questo studio il focus era sul confronto fra i vari processi con e senza
assorbimento del carbonio in coda. Si riportano quindi in forma grafica i dati di
confronto fra i GWP e i CED per i due tipi di steam reforming analizzati.
GWP [kgCO2eq/kgFU]
11.5
3.5
SMR1 SMRCC1
Figura 10: confronto fra i potenziali di riscaldamento globale dello steam reforming senza e con cattura di carbonio secondo il
primo studio
CED [MJ/kgFU]
276
198
SMR1 SMRCC1
Figura 11: confronto fra i consumi energetici totali dello steam reforming senza e con cattura di carbonio secondo il primo
studio
Come si vede chiaramente dai grafici secondo il primo studio il processo di steam
reforming produce una consistente impronta di carbonio, anche con il sistema di
28
cattura. Esso infatti abbatte notevolmente il GWP, ma lo lascia comunque dello
stesso ordine di grandezza, e la sua implementazione si riflette su un aumento del
consumo energetico complessivo.
GWP [kgCO2eq/kgFU]
11.4
10.6
4.7
3.9
Figura 12: confronto fra i dati sulle emissioni di carbonio dello steam reforming prima e dopo l’armonizzazione, senza e con
cattura del carbonio (SMRH: steam reforming post-armonizzazione; SMRCCH: steam reforming con cattura di carbonio post-
armonizzazione)
CED [MJ/kgFU]
217.2
200.9 202.3
185.1
Figura 13: confronto fra i consumi energetici dello steam reforming prima e dopo l’armonizzazione dei dati, con e senza cattura di
carbonio in coda
29
I valori degli indicatori nel secondo studio sono concordi con quelli del primo,
soprattutto dopo il processo di armonizzazione. Notevolmente, il processo di
armonizzazione dei dati ha portato ad un peggioramento globale degli indicatori:
l’impronta di carbonio è aumentata, così come il consumo energetico.
30
A questo punto si riproducono i grafici per il GWP e il CED contenuti nello studio
prima di effettuarne un’ulteriore breve discussione.
dell’elettrolisi alcalina con cui viene fatto il confronto del densità di corrente, parametrica per la temperatura
Da questi grafici vanno però presi dei numeri, per poter procedere nella fase finale
della review al confronto fra i dati forniti dai vari studi. La cosa più ragionevole da
fare è sembrata prendere il valore massimo e il valore minimo degli indicatori CED e
GWP, perché così si ha un’idea almeno del range in cui essi spaziano. Questo è
facilitato dal fatto che in entrambi i casi il valore massimo e quello minimo sono
dello stesso ordine di grandezza, e dunque l’intervallo di variazione non è molto
grande. I valori presi in considerazione quindi sono:
- CED minimo: 14 MJ/kg, circa corrispondente alla curva dei 1273 K, all’estremo
destro (14000 A/m2);
- CED massimo: 39 MJ/kg, corrispondente circa al punto della curva a 873 K a
8000 A/m2;
- GWP minimo: 1 kgCO2/kgFU, corrispondente circa all’estremo destro (14000
A/m2) della curva a 1273 K;
31
- GWP massimo: 2,8 kgCO2/kgFU, corrispondente circa al valore a 8000 A/m2
della curva a 873 K.
32
confronto successivo con gli altri studi.
Per quanto riguarda il CED, esso non viene fornito complessivamente in forma
esplicita, ma viene detto che lo si può calcolare come la totalità dell’energia fornita
al processo prima dell’impianto a idrogeno. Si deve quindi distinguere la porzione
del processo che avviene nell’impianto a idrogeno da quella che non lo fa. Questo si
può fare analizzando lo schema di processo complessivo.
In altre parole, si usano per calcolare il CED le porzioni dell’impianto racchiuse nel
volume di controllo del ciclo Brayton. Prendendo quindi i dati dalla tabella 8 e
sommando i contributi energetici dell’impianto nucleare e del ciclo Brayton, si
ottiene un CED di 637,78 MJ/kg.
33
3.4.5 Caso di Bareiß-de la Rua-Möckl- Hamacher
In quest’ultimo studio i dati sugli indicatori sono riassunti quasi tutti nella tabella 14.
Come si è detto lo studio offre i valori di tali indicatori per il 2017 e per due diversi
modelli produttivi nel 2050; le differenze fra i valori del GWP si possono vedere
graficamente sotto.
GWP, [kgCO2/FU]
29.5
11.6
3
Figura 18: i valori del GWP secondo i diversi modelli dell’ultimo studio
Visto e considerato che gli altri studi sono tutti relativi all’incirca al presente, il
valore di GWP più adatto ad un confronto diretto con gli altri studi è sicuramente
quello relativo al 2017. Tuttavia, anche gli altri sono interessanti e meritevoli di
qualche considerazione.
Per quanto riguarda il CED invece lo studio mette già a disposizione un’elaborazione
grafica di tale indicatore per i vari modelli, tenendo anche conto del mix energetico
34
disponibile in Germania (contrapponendo fonti fossili e non) e includendo anche un
confronto con lo steam reforming.
Figura 19: i valori del CED secondo i vari modelli dell’ultimo studio
Il CED totale è 560 MJ nel 2017, 427 MJ nel 2050 con il modello di 8760 h e 259 MJ
nel 2050 con il modello da 3000 h. Di nuovo, fra questi numeri il più interessante è
quello relativo al 2017.
4. Elaborazioni
In questo paragrafo finale si procede a confrontare fra di loro le categorie di
impatto comuni ai vari studi. Come si è visto, gli studi relativi allo steam
reforming si sono concentrati sul GWP e il CED, e quindi fra i risultati degli studi
relativi al processo innovativo ci si è concentrati su quei due. Ciò non toglie che in
35
studi successivi si possa operare anche un paragone ai vari processi innovativi
l’uno contro l’altro; gli studi relativi hanno molte categorie di impatto in comune.
GWP, [kgCO2/FU]
29.5
Figura 20: confronto fra i valori dei GWP di tutti gli studi
Mettendo in fila tutti i dati relativi al GWP le conclusioni che si possono trarre
sono abbastanza immediate. Innanzitutto, si può escludere da subito la
percorribilità, almeno con i mix energetici attuali, dei processi di elettrolisi
dell’acqua con membrana a scambio di protoni coperti dall’ultimo studio (WE5).
Allo stato attuale il processo sarebbe addirittura peggiore di quello classico di
steam reforming, con quasi tre volte le sue emissioni. I dati forniti dallo studio
sono comunque interessanti principalmente per il futuro, anche se non
particolarmente incoraggianti. Il dato migliore infatti è quello relativo al 2050 con
operatività per 3000 h, che comunque è paragonabile alle emissioni dello steam
reforming con cattura del carbonio. Con il mix energetico del 2050, meno
impattante, sicuramente anche l’impronta dello SMRCC si ridurrebbe e potrebbe
36
addirittura scendere sotto i 3 kgCO2/FU del PEMWE. Tuttavia, consultando lo
studio in questione si nota un ulteriore dato molto interessante: il 96% del GWP
del processo è causato dall’elettricità che esso richiede. Questo studio dunque
centra proprio il dilemma che ci si è posti all’inizio della revisione: nonostante la
reazione chimica in sé sia molto più green rispetto al classico steam reforming,
l’utilizzo di elettricità ben poco ecologica ne soffoca il potenziale. Di
conseguenza, per i prossimi anni, sarebbe molto interessante monitorare il GWP
di questo processo in funzione di come evolve il mix energetico; se quest’ultimo
dovesse diventare decisamente più rinnovabile rispetto alle previsioni, allora il
processo PEMWE diventerebbe ecologicamente molto più competitivo. Fino ad
allora è meglio fare riferimento ad altri processi.
Scendendo con il valore del GWP ma rimanendo sempre nell’ambito dei processi
di elettrolisi dell’acqua c’è quindi il processo con pannelli fotovoltaici analizzato
da Yadav-Banerjee (WE3). Questo processo presenta un GWP che varia in un
range di ordine di grandezza paragonabile ai processi di steam reforming con
cattura del carbonio. In ogni caso anche la stima più pessimistica per questo
processo (2,8 kgCO2/FU) è inferiore alla stima più ottimistica per lo steam
reforming con cattura del carbonio (3,5 kgCO2/FU), quindi dal punto di vista
ambientale il processo di elettrolisi dell’acqua con pannelli fotovoltaici
sembrerebbe al presente già più conveniente dello steam reforming. Tuttavia, la
differenza di emissioni è abbastanza piccola da giustificare qualche perplessità.
Innanzitutto, con una differenza di emissioni così piccola e differenze di processo
così grandi, probabilmente non c’è alcuna convenienza dal punto di vistai
industriale ad eseguire un retrofitting di impianti già esistenti. In secondo luogo,
la stima è stata effettuata stimando il posizionamento dell’impianto in un luogo
particolarmente conveniente alla ricezione della radiazione solare. Di
conseguenza, come sempre accade per la produzione di energia dal Sole, questo
37
processo ha un’utilità nel presente dal punto di vista ecologico, ma è pur sempre
dipendente nella sua efficacia dalla posizione dell’impianto.
Infine, l’ultimo processo di elettrolisi dell’acqua da confrontare con lo steam
reforming è quello alimentato con energia nucleare (WE4). Questo processo ha
una impronta di carbonio che, rispetto a tutti gli altri, è quasi nulla. Questo non
stupisce: né la produzione dell’energia nucleare né la reazione di elettrolisi
hanno nulla a che vedere con processi che producano carbonio. Inoltre il
nucleare come fonte energetica non ha bisogno di una particolare collocazione
dell’impianto ed ha la particolarità di essere la fonte energetica che ha causato
meno morti nella storia[17].Purtroppo, il nucleare soffre di un grande difetto che
non ha nulla a che vedere con le sue prestazioni ambientali o mediche: la
demonizzazione che ha subito nell’opinione pubblica di molti paesi - fra cui l’Italia
- a seguito del disastro di Chernobyl e quello più recente di Fukushima. Questo
rientra in un discorso più grande che andrebbe fatto alle masse, per evidenziare
come il nucleare sia molto meno pericoloso (con gli odierni impianti) di un uso
continuato del fossile. Nei paesi in cui è possibile usarlo, comunque, l’opzione
nucleare per la produzione di idrogeno è sicuramente ottimale dal punto di vista
ecologico: il nucleare offre un metodo ecologico per produrre l’energia, mentre
l’elettrolisi offre un metodo ecologico per stoccarla e magari trasportarla.
In conclusione, dal punto di vista del GWP:
38
- Il processo con membrana a scambio di protoni potrebbe essere conveniente
solo in momenti e luoghi in cui il mix energetico disponibile ha un basso GWP.
CED [MJ/FU]
637.78
560
427
185.1 200.9 202.3 217.2
276 259
198 39
14
40
- L’elettrolisi dell’acqua con membrana a scambio protonico non è ancora
sostenibile dal punto di vista ambientale, e lo diventerà solo in luoghi e
momenti in cui il mix energetico disponibile sia molto ecologico. Ha
comunque del potenziale e va tenuta sott’occhio.
Questa prima revisione può essere approfondita in studi futuri con un’analisi
economica delle varie opzioni (quella condotta qui è puramente ambientale) e, con
un approfondimento delle tematiche ambientali, sarebbe molto interessante
trovare studi con altri indicatori di impatto per lo steam reforming. A quel punto si
potrebbero mettere a paragone più dati differenti per i vari processi.
41
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