Verifica funzionale di un
impianto di depurazione
esistente e proposte di
adeguamento
Docente Studenti
Prof. Ing. Luigi Rizzo Alfonso Cirillo 062101072
Rosario Lombardi 062101033
1
Sommario
1 Inquadramento generale................................................................................................................ 1
3.3.6 Progetto della vasca di equalizzazione a valle delle vasche SBR ................................ 15
4.3.6 Dimensionamento del sistema di ricircolo della miscela areata e del fango ............... 30
5 Conclusioni ................................................................................................................................ 38
Verifica funzionale di un impianto di depurazione delle acque reflue esistente
1 Inquadramento generale
1.1 Descrizione dello stato di fatto
Le dimensioni delle varie unità di trattamento sono riportate in Tabella 1.2, mentre nella Tabella 1.1
sono riportati parametri caratteristici del liquame in ingresso nell’impianto.
La normativa a cui si fa riferimento per la definizione dei limiti per il riutilizzo in agricoltura delle
acque reflue trattate è costituita dal Decreto Ministeriale n° 93 del 2 maggio 2006 e dal Dlgs n° 152
del 3 aprile 2006, noto anche come “Testo unico ambientale. In quest’ultimo sono i definiti i limiti
che un impianto di depurazione deve rispettare affinché possa scaricare il refluo trattato in un corpo
idrico ricettore e che vanno rispettati anche per il riutilizzo. Nel DM 93/06 invece sono definiti in
maniera specifica i limiti da rispettare per il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, che è
comunque subordinato rispetto del codice di buona pratica agricola di cui al decreto del Ministro per
le politiche agricole e forestali 19 aprile 1999, n. 86. Nel Dlgs 152/06 nell’allegato 5 alla parte tre si
impone che per poter scaricare in un corpo idrico bisogna rispettare e la condizione imposta in merito
al valore assoluto dei vari parametri e il rendimento minimo depurativo, tali limiti sono riportati in
Tabella 1.3. I valori limiti da rispettare per il riutilizzo sono invece riportati in Tabella 1.4, si specifica
che nel caso di fitodepurazione il limite in merito agli E.Coli è portato a 50 UFC/100 ml per l’80%
dei campioni e a 200 UFC/100 ml come valore massimo.
Potenzialità 2000 – 10000 > 10000
impianto [AE]
Le vasche Imhoff sono composte da due comparti in collegamento idraulico: il primo posizionato
nella parte alta della vasca è il comparto di sedimentazione, il secondo invece è il comparto di
digestione e ispessimento, così come riportato in Figura 2.1.
Il comparto superiore funziona quindi come una vasca di sedimentazione a flusso a pistone e come
tale va verificato: vanno quindi valutati il tempo di detenzione idraulica, il carico idraulico
superficiale (Cis) e il carico idraulico allo stramazzo (Cs). Il comparto inferiore invece è utile al fine
di ispessire e digerire il fango e, siccome avviene una digestione anaerobica, è presente un sistema di
accumulo e sfogo del biogas volto ad evitare la risalita di quest’ultimo nel comparto di
sedimentazione in quanto potrebbe pregiudicarne il funzionamento. I parametri rispetto al quale va
verificato tale comparto sono quindi in relazione a dati empirici che valutano le sue dimensioni
minime in relazione al numero di abitanti serviti e al carico di solidi.
La verifica del comparto di sedimentazione è riportata in Tabella 2.1, i valori per la sedimentazione
primaria tengono conto del tipo di trattamento secondario presente (letti percolatori) in quanto
quest’ultimo presenta un maggior rischio di intasamento rispetto ad altre tipologie di trattamento
secondario. La verifica del comparto di ispessimento è invece riportata in Tabella 2.2 e si basa sulla
volumetria da assegnare alla vasca Imhoff in base al numero di abitanti equivalenti serviti
dall’impianto.
Cis,pioggia [m3/(m2h)] 13.88 <5 Non Soddisfatta 12.56 <5 Non Soddisfatta
Cs,mn [m3/(m h)] 10.47 tra 8.3 e 16.7 Soddisfatta 10.47 tra 8.3 e 16.7 Soddisfatta
Tabella 2.1: Verifica del comparto di sedimentazione
Un letto percolatore è un’unità di trattamento secondario biologica a biomassa adesa che consiste in
una vasca riempita di ghiaia o di materiale sintetico sul quale si forma una pellicola biologica
costituita da batteri e altri organismi che degradano, con processi biologici essenzialmente aerobi, le
sostanze organiche nutritive, disciolte e colloidali, presenti nei liquami. I liquami sono distribuiti
uniformemente sul letto attraverso un organo rotante detto percola ( Figura 2.2).
Col passare del tempo aumenta progressivamente lo spessore della pellicola biologica fin quando agli
strati più profondi arrivano poche sostanze nutritive e ossigeno comportando quindi la morte dei
batteri aerobi qui presenti e spostando il processo verso condizione anaerobiche. La compresenza di
queste due ultime condizioni porta al distacco della pellicola dal supporto e a causa della morte degli
organismi che la mantenevano legata ad esso e a causa della produzione di biogas negli strati più
profondi che spingono la pellicola verso l’esterno. Il procedimento descritto è riportato in Figura 2.3.
La verifica è stata effettuata in primis attraverso il confronto con i fattori di carico volumetrico e di
carico idraulico indicati di buona pratica in letteratura ( Tabella 2.3) e successivamente stimando
attraverso metodi empirici le caratteristiche del refluo in uscita dall’unità trattata.
Verifiche di dimensionamento
Fcv kgBOD5/(m3d) 1.56 Non
3
Fattore di carico volumetrico Fcv,alto carico kgBOD5/(m d) 1.10 soddisfatta
La stima del rendimento depurativo in merito alla rimozione del BOD5 è stata effettuata attraverso
l’equazione Schreiber che la lega al fattore di carico volumetrico dell’impianto:
η = 93 – 17 Fcv
La stima del rendimento dell’unità di trattamento in merito al processo di nitrificazione dell’influente
è stata invece effettuata attraverso una curva elaborata dall’EPA che lega tale grandezza al carico
organico superficiale di BOD5 ( Figura 2.4).
Figura 2.4: Curva elaborata dall'EPA per la stima del rendimento di nitrificazione di un letto percolatore
Rendimento η % 66.55
depurativo BOD ηmin % 70.00 Non soddisfatta
Figura 2.5: Unità di fitodepurazione a flusso subsuperificiale orizzontale con macrofite radicate emergenti (SFS-H)
L’adeguatezza di questa unità di trattamento è stata valutata confrontando i parametri geometrici della
stessa con quelli che sono considerati di buona pratica in letteratura: nello specifico sono stati valutati
il carico idraulico superficiale, la superficie specifica per abitante ed il tempo di detenzione, i risultati
ottenuti sono riportati in Tabella 2.5.
I letti di essicamento sono delle aree dedicate alla disidratazione naturale dei fanghi e che hanno come
unico accorgimento tecnologico quella di prevedere delle pendenze adeguate al deflusso delle acque
che vengono separate dal fango verso dei canali di allontanamento che le portano in testa all’impianto
di depurazione. La verifica di questa unità è stata effettuata attraverso il confronto con valori di buona
pratica che legano l’area minima in pianta di questa unità al numero di abitanti e al carico di fango
che devono trattare ogni anno. I risultati così ottenuti sono riportati in Tabella 2.6.
Verifica funzionale dei letti di essicamento
Sspec Cspec Produzione di solidi in volume
(Metcalf & Eddy) (Metcalf & Eddy) Amin,S (Masotti) CMS Amin,C Amin Verifica
m2/AE kgMS/m2anno m2 g/(AE d) kgMS/anno m2 m2 -
0.11 120 184.8 40 24528 204.4 204.4 Non Soddisfatta
Tabella 2.6: Verifica funzionale dei letti di essicamento
L’impianto in esame risulta sottodimensionato in tutte le sue unità, non prevede alcun trattamento per
la rimozione del fosforo. In merito alla rimozione dell’azoto sono presenti due unità: il letto
percolatore che ha lo scopo di nitrificare l’effluente e la fitodepurazione subsuperficiale orizzontale
per denitrificarlo, entrambe le unità non sono però indicate per una rimozione spinta dell’azoto come
quella richiesta per il riutilizzo in agricoltura delle acque trattate. Nessuna delle unità, infine, può
portare ad una rimozione spinta dei solidi sospesi ed ad una adeguata disinfezione.
In conclusione quindi si reputano inadeguate le unità presenti per tipologia e per dimensionamento
fatta eccezione per i letti di essicamenti che se ben dimensionati sono perfettamente adatti agli scopi
che si intende raggiungere.
La prima proposta di adeguamento si basa sull’utilizzo come trattamento secondario di due vasche
SBR in parallelo che mirano ad effettuare una defosfatazione, una nitrificazione ed una
denitrificazione del refluo oltre che ad ossidare la sostanza organica. La scelta di questa tecnologia
impiantistica è dovuta alla sua semplicità costruttiva e operativa derivante dalla mancanza di una
vasca di sedimentazione secondaria e dall’assenza di sistema di ricircolo, nonché alla sua elevata
flessibilità operativa (basta variare la durata delle varie fasi per variare il suo funzionamento). Si è
inserito un trattamento terziario allo scopo di ridurre la presenza di solidi sospesi nell’effluente e per
la disinfezione si è optato per un impianto con lampade UV per vari motivi: perché in seguito alla
filtrazione si ha un refluo poco torbido e ciò rende la disinfezione più efficiente con questa tecnologia,
per la sua semplicità operativa e perché evita la formazione di composti pericolosi.
A monte di queste unità sono state previste una grigliatura fine, volta a ridurre l’usura degli organi
meccanici di sollevamento dalla vasca di equalizzazione e la vasca di equalizzazione stessa,
necessaria in quanto per piccole comunità si hanno elevate variazioni di carico.
La linea fanghi è piuttosto snella prevedendo solo l’ispessimento a gravità e dei letti di essiccamento.
Per l’ispessimento a gravità si riutilizzerà il comparto di ispessimento delle vasche Imhoff in quanto
le dimensioni di quest’ultimo sono sufficienti per il solo ispessimento e non c’è alcun rischio che il
surnatante vada nell’effluente per la posizione che occuperanno nello schema.
La vasca di equalizzazione è necessaria per evitare che picchi di portata e di carico, alternandosi a
fasi di basso carico, pregiudichino i processi biologici e portino ad un cattivo dimensionamento
dell’impianto. Nel caso in esame è utile anche per la presenza del sistema SBR in quanto quest’ultimo
funziona in discontinuo, anche se la presenza di due vasche comporta nel complesso un
funzionamento quasi in continuo dell’intero sistema.
Il dimensionamento è stato effettuato in via approssimata prevedendo un volume pari al 30% del
volume giornaliero di liquame che giunge all’impianto, i risultati ottenuti sono riportati nella Tabella
3.1.
h H h h H h h h h
3 0.2 1.4 1.4 1.5 2.9 1.6 1 0.5
Tabella 3.2: Durata delle varie fasi di funzionamento
Una volta fissata la durata delle varie fasi si può procedere al dimensionamento di una delle due
vasche: si prevede che l’impianto funzioni ad areazione prolungata e quindi con un fattore di carico
organico basso, posto pari a FCO = 0.08 kgBOD5/(kgSS d), e con una concentrazione di biomassa in
vasca Ca = 3.5 kgSS / m3.
Per valutare la quantità di biomassa M che deve essere presente in vasca per degradare la sostanza
organica è necessario dividere per il fattore di carico organico FCO la quantità di BOD che reagisce
con la massa batterica nel tempo di reazione areata e non areata F*, per ottenere quest’ultima è
necessario dividere la quantità di BOD che arriva all’impianto in un giorno F per la durata effettiva
del tempo di reazione e per il numero di vasche presenti.
Una volta nota M è possibile valutare il volume minimo della vasca dividendo questa per la
concentrazione di microrganismi presenti in vasca Ca.
In formule il procedimento descritto si articola in questi passaggi:
1. F* = F/(tr,tot ∙nvasche)
2. M = F*/ FCO
3. V = M/ Ca
I risultati ottenuti sono riportati in
Una volta determinato il volume della vasca bisogna valutare se è sufficiente a fare alternare le fasi
di riempimento e quelle di estrazione: si valuta dunque quanta acqua è possibile estrarre durante la
fase di estrazione valutando quanto volume è occupato dal fango. Supponendo una produzione di
fango ΔX = 1 kgSS / kgBOD5 ed una concentrazione del fango finale pari a 9 kgSS / m3 si ha che il volume
occupato del fango alla fine del processo di sedimentazione è valutabile come:
Vs = (3.5 ∙ V)/9
Si pone il volume lasciato in vasca dopo l’estrazione pari a V’=1.5 ∙ Vs per assicurare un’adeguata
copertura del fango. Il volume libero è quindi pari a VR = V-V’ e va confrontato col volume che può
arrivare in vasca nelle tre ore di riempimento. I risultati ottenuti sono riportati nella Tabella 3.4, nella
quale è riportata anche l’età del fango θc.
Produzione
fango ΔX Mvasca θc Cf,sed Vs V' VR Vmax,3h Verifica V
Considerando una riduzione per sintesi del 10% dell’azoto da nitrificare una percentuale di SSVn pari
al 70% del totale si ottengono i risultati in Tabella 3.5.
Verifica della capacità di nitrificazione
Nciclo,vasca BOD/TKN n vn Nnitrificare vn,ciclo SSVn SST Verifica
Kg/ciclo mgBOD5/mgN - KgN-TKN,oss/(KgSSMA d) Kg/ciclo KgN-TKN /(KgSSMA ciclo) KgSSMA KgSSMA -
0.83 7.42 0.035 0.06 0.75 10.008 97.63 139.46 Soddisfatta
Tabella 3.5: Verifica della capacità di nitrificazione
Una volta verificata la capacità di nitrificare tutto l’azoto disponibile bisogna verificare che la quantità
di quest’ultimo che viene scaricata nell’effluente prima della successiva denitrificazione non sia
troppo alta. Il volume scaricato per ogni ciclo è all’incirca pari a tre volte la portata oraria (essendo
tre le ore di riempimento) e ipotizzando una concentrazione omogenea dei nitrati nella vasca si può
ottenere la quantità di nitrati scaricati moltiplicando il totale dei nitrati presenti in vasca per il rapporto
tra il volume scaricato e il volume totale della vasca ( Tabella 3.6).
I costruttori dei vari macchinari però forniscono le loro prestazioni in condizioni standard di prova e
quindi per poter utilizzare i dati da loro forniti è necessario stimare il fabbisogno di ossigeno in tali
condizioni attraverso la relazione seguente:
Dove:
• OC* è il fabbisogno di ossigeno in condizioni standard;
• β è il rapporto tra la concentrazione di ossigeno a saturazione nella miscela areata e la
concentrazione di ossigeno a saturazione nell’acqua pulita;
• C*sl è la concentrazione di ossigeno a saturazione nell’acqua pulita alla temperatura e alla
pressione di esercizio;
• Ce è la concentrazione di ossigeno desiderata nelle condizioni di esercizio;
• Cs,20 è la concentrazione di ossigeno a saturazione nell’acqua pulita in condizioni standard;
• α è il fattore di trasferimento dell’ossigeno.
Dall’applicazione della relazione descritta si sono ottenuti i seguenti risultati ( Tabella 3.10):
Noto il fabbisogno di ossigeno in condizioni standard, sapendo quanti grammi di ossigeno sono
presenti in un metro cubo d’aria e l’efficienza del trasferimento di ossigeno tra bolle e acqua è
possibile determinare la portata d’aria da insufflare. Si è scelto di utilizzare dei diffusori a bolle fini
con membrana plastica ed è quindi possibile valutare l’ossigeno in percentuale assorbito dal liquame
dai grafici forniti dal produttore, in cui è legata alla portata d’aria del singolo diffusore e alla
percentuale di fondo che è coperta dagli stessi, Figura 3.3.
Una volta nota la portata d’aria da insufflare è possibile determinare il numero di diffusori e verificare
l’ipotesi fatta circa la percentuale di vasca coperta da essi, Tabella 3.11.
Progetto dei diffusori di bolle fini per la singola vasca
QO2 Qaria,diffusore (Vasca coperta)ip ηO2 Qaria,tot Diffusori (Diffusori)eff Adiff Adiff,tot (Vasca coperta)eff
kg/h m3/h % % m3/h - - m2 m2 %
5.3 3.5 5 18 105.8 30.2 36 0.025 0.9 3.6
Tabella 3.11: Progetto del numero di diffusori
Una volta noto il numero di diffusori e la portata d’aria da insufflare è possibile passare al progetto
dei compressori semplicemente moltiplicando la portata d’aria realmente insufflata per la potenza
necessaria per m3 di aria insufflato all’ora che è ricavabile da dei grafici forniti dal produttore in base
alla prevalenza in colonna d’acqua che il compressore deve vincere ( Figura 3.4).
La potenza installa sarà poi superiore di circa il 30-40 % della potenza stimata per lavorare a
vantaggio di sicurezza anche durante le fasi di avviamento dell’impianto.
Progetto dei compressori per la singola vasca
ΔH Potenza del compressore Winstallata
m (W h) /m3 kW kW/h
5.5 18 2.3 3.2
Tabella 3.12: Progetto dei compressori
Gli ultimi elementi da progettare sono i miscelatori, è necessario garantire una potenza specifica in
superficie pari a 50 W/m2. Sono stati scelti dei miscelatori in grado di fornire 10 W/m2, moltiplicando
tale valore per il volume della vasca è possibile stimare la potenza trasmessa e quindi dividendo per
l’area in pianta della vasca ottenere la potenza specifica in superficie fornita dal singolo miscelatore.
Nel caso in esame è sufficiente un solo miscelatore ( Tabella 3.13) per trasferire la potenza necessaria
ed è giudicato sufficiente a farlo in maniera omogenea in quanto la vasca ha una forma quadrata.
Miscelatori per singola vasca
(W/m2)min W/m3miscelatore KW nmiscelatore (W/m2)installata
50 10 1.25 1 50
Tabella 3.13: Stima del numero di miscelatori necessari per ogni vasca
Figura 3.5: Grafico che correla il fattore di carico organico alla riduzione di BOD
La rimozione dei solidi sospesi è pari a circa l’80%, mentre quella del fosforo è pari all’incirca al
35% siccome si è utilizzato un procedimento biologico di rimozione.
La rimozione dell’azoto ammoniacale è pari al 100% in quanto tutto l’azoto presente nei liquami
viene nitrificato, la rimozione dell’azoto totale è invece valutabile in base alla percentuale di azoto
totale denitrificato.
Tabella di sintesi del rendimento depurativo del sistema SBR
ηBOD BODin BODout BODout,max Verifica
% mg/l mg/l mg/l -
95 245 12.25 20 Soddisfatta
ηN Nin Nout Nout,max Verifica
% mg/l mg/l mg/l -
81.91 33 5.97 15 Soddisfatta
ηSST SSTin SSTout SSTout,max Verifica
% mg/l mg/l mg/l -
85 364 47.32 10 Non Soddisfatta
ηP Pin Pout Pout,max Verifica
% mg/l mg/l mg/l -
35 3 1.95 2 Soddisfatta
ηNH4 NH4,out NH4,out-max Verifica
% mg/l mg/l -
100 0 2 Soddisfatta
Tabella 3.15: Tabella di sintesi del rendimento depurativo del sistema SBR
In seguito alla stima dei rendimenti depurativi del sistema SBR si è rivelato necessario inserire un
trattamento terziario che permettesse una rimozione spinta dei solidi sospesi. Il valore di questo
parametro in uscita dal trattamento secondario è ancora troppo elevato, come mostrato in Tabella
3.15. Si è optato per una filtrazione rapida su filtro doppio strato di antracite e sabbia in quanto molto
efficace nella rimozione dei solidi e poco onerosa in termini di spazi occupati (Figura 3.6).
Per definire lo spessore dei due strati di materiali filtranti si è fatto riferimento a valori tipici per
questo tipo di tecnologia riportati in letteratura (Tabella 3.16).
Tabella 3.16: Valori caratteristici per un filtro a doppio strato di sabbia e antrancite
La velocità di filtrazione invece è stata posta in fase di progetto pari a 6 m/h e si prevede di realizzare
due filtri in parallelo così da garantire il funzionamento dell’impianto anche mentre avviene il
lavaggio di uno dei due filtri ad una velocità di filtrazione accettabile di circa 12 m/h.
Definita la velocità e nota la portata in ingresso è possibile dimensionare l’area della sezione del filtro,
i risultati ottenuti sono riportati in Tabella 3.17.
Col crescere della portata filtrata il filtro si intasa progressivamente fin quando non risulta necessario
effettuare un’operazione di lavaggio con acqua e aria in pressione secondo le fasi riportate nella
Tabella 3.18.
L’acqua purificata necessaria per effettuare la pulizia del filtro è conservata in una vasca apposita,
detta pozzetto di lavaggio. Nella Tabella 3.19 sono riportati valori di portata d’aria e acqua per ogni
fase, nonché la loro durata, noti questi elementi è possibile stimare il volume di acqua che è necessario
stipare e quindi la dimensione del pozzetto, riportata in Tabella 3.20.
Pozzetto di lavaggio
Vtot Vtot,eff
3
m m3
12.7 15.0
Tabella 3.20: Volume del pozzetto di lavaggio
Il rendimento nella rimozione dei solidi di un sistema di filtrazione cosi fatto è stimabile attorno
al’80% dei solidi entranti nell’unità ottenendo quindi i valori riportati nella Tabella 3.21.
Verifica della corretta rimozione dei SST
SSTin ηSST SSTout SSTout,max Verifica
mg/l % mg/l mg/l -
47.32 80 9.46 10 Soddisfatta
Tabella 3.21: Verifica della corretta rimozione dei solidi sospesi totali
Si sottolinea infine come la scelta di lavorare con due filtri in parallelo permette non solo di non
interrompere la filtrazione durante le operazioni di lavaggio e di avere una maggior affidabilità
dell’impianto ma anche di ridurre i volumi del pozzetto di lavaggio e di evitare di aver bisogno di un
pozzetto di accumulo del fango.
La disinfezione con raggi UV presenta numerosi vantaggi, ad esempio: non si sviluppano prodotti di
reazione potenzialmente nocivi, garantiscono una buona efficienza con bassi tempi di contatto, sono
di semplice gestione e senza alcun pericolo per gli operatori. Uno dei limiti principali di tale
trattamento è la poca efficacia nel caso di acqua torbida e quindi con molti solidi sospesi che possono
limitare la trasmittanza dell’acqua, nell’impianto in esame però tale problema non sorge in quanto si
fa precedere la disinfezione da un’unità di filtrazione che riduce sufficientemente il numero di solidi
sospesi. L’elemento fondamentale del reattore UV è la fonte delle radiazioni, costituita da lampade a
vapori di mercurio. Ogni lampada è in grado di fornire una determinata intensità di radiazione, che
va opportunamente ridotta per tenere conto della trasmittanza e dell’imbrattamento del tubo di
protezione delle lampade (Ft) e per tener conto della attenuazione dovuta al progressivo decadimento
della stessa (Fp). Il produttore fornisce l’intensità media delle lampade in base alla trasmittanza
dell’acqua, che è considerata prudenzialmente pari al 55%.
Si prevede adottare un sistema di disinfezione a canale aperto, con lampade a contatto diretto con il
liquame da disinfettare.
Per procedere col dimensionamento dell’unità bisogna innanzitutto definire la dose di raggi
ultravioletti che è necessario fornire per ridurre opportunamente la carica batterica attraverso la
relazione seguente:
ln 𝑁⁄𝑁
0
𝐷=−
𝑘
Dove:
• D è la dose di raggi UV da fornire;
• N è la concentrazione di unità formanti colonia che si vuole ottenere in uscita dal trattamento;
• N0 è la concentrazione di unità formanti colonia che ha il liquame in ingresso nell’unità;
• k è un coefficiente che dipende dal microrganismo ed è pari a 0.13 cm2/mJ per gli E.coli.
Una volta determinata la dose da fornire, nota l’intensità di radiazione fornita dalle lampade, è
possibile determinare il tempo di contatto necessario attraverso l’Equazione 3.1 e nota questa è
possibile definire il volume della vasca.
𝐷
𝑡=
𝐼
Equazione 3.1
Di norma inoltre le vasche al servizio di questa unità sono dimensionate per garantire un flusso a
pistone.
Noto il volume della vasca è possibile definire il numero di lampade che è necessario acquistare
sapendo che ognuna di esse è capace di irradiare un volume pari a circa 30 l.
I risultati ottenuti sono riportati in maniera sintetica nelle Tabella 3.22, Tabella 3.23 e Tabella 3.24.
Nout N K D Im Fp Ft I tc
UFC/100 ml UFC/100 ml cm2/mJ mWs/cm2 mW/cm2 - - mW/cm2 s
10 10000 0.13 53.14 4.00 0.70 0.50 1.40 37.95
Tabella 3.22: Stima del tempo di contatto minimo
Per procede al dimensionamento dell’ispessitore bisogna prima determinare la portata di fango che
arriva all’ispessitore e per fare ciò è sufficiente conoscere la produzione giornaliera di fango in solidi
ΔX [kgSS/d], già precedentemente determinata, e stimare la portata di fango Qfango [m3/d] ipotizzando
una percentuale di secco in volume pari all’1% ed una densità del fango pari a quella dell’acqua. Una
volta determinata la portata è immediata la definizione di tutte le grandezze geometriche.
Come si può notare sia il volume che l’area definiti come valori minimi, ma anche quelli ipotizzati
per un nuovo ispessitore a gravità, sono notevolmente inferiori rispetto alle dimensioni del comparto
di ispessimento delle due vasche Imhoff, che quindi si prestano bene a tale scopo. Fissata quindi al
3% la percentuale di secco nel fango in uscita dal comparto è possibile stimarne la portata giornaliera
utile poi per il dimensionamento dei letti di essiccamento.
Stima della quantità di fango in uscita
%ispessito Qfanghi,out Qfanghi,out
3
% m /d kg/h
3.00 1.81 75.54
Tabella 3.28: Stima della portata di fango in uscita dall'impianto
I letti di essiccamento rappresentano una delle tecniche più utilizzate per la disidratazione dei fanghi
che in genere provengono da impianti ad ossidazione prolungata. I principali vantaggi che
caratterizzano tale tecnologia comprendono il costo contenuto e la ridotta frequenza di manutenzione.
Vengono di solito impiegati in impianti di piccole dimensioni in quanto richiedono un elevato
impegno di superfici. La disidratazione avviene principalmente grazie al drenaggio dell’acqua e per
evaporazione dalla superficie esposta all’atmosfera. La quota parte più rilevante è rimossa per
drenaggio e per questo è importante garantire un adeguato sistema di raccolta e convogliamento di
queste acque sul fondo del letto.
Il dimensionamento del letto avviene per il tramite della definizione della superficie specifica minima
ad abitante equivalente e del valore massimo del carico di solidi a m2. Tali valori di buona pratica
sono stati definiti ad esempio da Metcalf & Eddy ( Tabella 3.29).
Tabella 3.29: Parametri per il dimensionamento dei letti di essiccamento (Metcalf & Eddy)
A questo punto, essendo stato già definito nel paragrafo precedente il carico di solidi che giungono
sul letto è immediato il dimensionamento dello stesso, i risultati ottenuti sono riportati nella Tabella
3.30.
Dimensionamento del letto di essiccamento
Sspec(Metcalf & Eddy) Amin,S Cspec(Metcalf & Eddy) Amin,C Amin Areale n°letti Aletto B L
m2/AE m2 kgSS/(m2years) m2 m2 m2 - m2 M m
0.16 268.8 80 248.2 268.8 280 2 140 7 20
Tabella 3.30: Dimensionamento dei letti di essiccamento
Con i metodi di disidratazione naturale si riesce a raggiungere percentuali di secco nel fango da
smaltire dell’ordine del 20% quindi, nota la quantità di fango che arriva al letto e la sua percentuale
di secco è possibile stimare il volume del fango da smaltire,
Volume del fango da smaltire
%disidratato Qout
% m3/years
20.00 99.27
Tabella 3.31: Stima del volume annuo di fango da smaltire
I costi di un impianto possono essere suddivisi in costi di scavo e di costruzione, costo d’acquisto dei
macchinari, costo dell’energia, di gestione dell’impianto, di manutenzione e di smaltimento del fango.
Tutti questi costi è chiaro avvengano in momento diversi e che per poter essere sommati e confrontati
è necessario o attualizzare i costi che si avranno nel tempo o prevedere un piano di ammortamento e
quindi un costo annuo per le spese che sono state compiute per la costruzione e l’acquisto dei
macchinari.
Per sommare le varie voci e stimare il costo totale dell’impianto per tutta la sua vita utile, posta pari
a 20 anni, è possibile utilizzare la relazione seguente:
Dove
• i è il tasso di interesse posto pari al 6%;
• Sa è il costo dell’intervento di manutenzione che si ha nell’anno a;
• Cgest è il costo complessivo annuo per l’energia elettrica, gli operai e lo smaltimento dei fanghi.
Le varie voci di costo sono riassunte nelle tabelle seguenti.
Costi per l'energia
Apparecchiatura Consumo h/d Costo unitario Costo
- kW - €/(kW h) €/(years)
Compressori areazione 4.54 11.60 0.15 2880.81
Miscelatori 2.50 17.20 0.15 2354.25
Lampade 1.00 24.00 0.15 1314.00
Costi di costruzione
Apparecchiatura Volumetria Costo unitario Costo
- m 3
€/m 3
€
Vasca di equalizzazione 60.30 200.00 12060.00
Vasca di nitrificazione e ossidazione 250.00 200.00 50000.00
Vasca di equalizzazione 75.00 200.00 15000.00
Letto d'essiccamento [m2] 238.00 200.00 47600.00
Filtro doppio strato 8.5 200.00 1696.46
Vasca lavaggio filtro 15.00 200.00 3000.00
Vasca raggi UV 0.12 200.00 24.00
Costi di scavo
Apparecchiatura Volumetria Costo unitario Costo
- m 3
€/m 3
€
Vasca di equalizzazione 60.30 3.91 235.77
Vasca di nitrificazione e ossidazione 250.00 3.91 977.50
Vasca lavaggio filtro 15.00 3.91 58.65
Costo operai
n° squadre n° operai per squadra h/settimana Costo unitario Costo
- - - €/h €/years
1.00 2.00 30.00 22.78 71073.60
Costi di manutenzione
Intervallo Numero di
Strumento temporale manutenzioni
- anni -
Diffusori 7.00 2.00
Compressori 10.00 1.00
Miscelatori 10.00 1.00
Lampade UV 1.50 13.00
Applicando l’Equazione 3.2. è possibile poi attualizzare le varie voci di costo ed ottenere i valori
riportati in Tabella 3.32.
Ccostr Cgestione,att Cman,att Ctot
€ € € €
153852.38 924482.70 20990.70 1099325.79
Tabella 3.32: Calcolo del costo totale attualizzato
È interessante confrontare le varie voci di costo per capire quali tra queste sia quella più significativa,
così come fatto in Figura 3.7, emerge che il costo di gestione è quello che più di tutti incide sul costo
finale dell’impianto.
Costo di gestione.
84%
Figura 3.7: Confronto tra le varie voci di costo che concorrono alla definizione del costo totale
A questo punto, al fine di valutare l’impatto che le varie voci di costo hanno nella definizione del
costo di gestione, si è costruito il grafico in Figura 3.8 in cui si evidenzia come la principale voce di
costo risulta essere la spesa per gli operai.
88%
Figura 3.8:Figura 3.7: Confronto tra le varie voci di costo che concorrono alla definizione del costo di gestione
Da quest’ultima considerazione risulta evidente come proporre soluzioni che necessitano di più
manodopera o di manodopera più specializzata risulti visibilmente non conveniente.
La linea fanghi è piuttosto snella prevedendo solo l’ispessimento a gravità e dei letti di essiccamento.
Per l’ispessimento a gravità si riutilizzerà il comparto di ispessimento delle vasche Imhoff in quanto
le dimensioni di quest’ultimo sono sufficienti per il solo ispessimento e non c’è alcun rischio che il
surnatante vada nell’effluente per la posizione che occuperanno nello schema.
4.2 Equalizzazione
Vasca anaerobica
Qmn trit V Veff h A b L
m3/h h m3 m3 m m2 m m
8.38 1.00 8.38 10.00 3.00 3.33 3.00 1.11
Tabella 4.2: Dimensionamento della vasca anaerobica
Quale verifica finale si possono adottare i criteri di dimensionamento previsti dall’ATV tedesca e
riferiti alla capacità di denitrificazione dell’impianto correlata al rapporto NO3-ND/ BOD5, dove NO3-
ND è la quantità complessiva dell’azoto denitrificato e BOD5 è la quantità di BOD5 entrante
nell’impianto. Ad ogni valore di tale rapporto l’ATV associa un certo valore del rapporto VD/V dove
V è l’intero volume del comparto biologico e VD è il volume della sola vasca di denitrificazione. La
verifica può essere effettuata verificando che il valore di quest’ultimo rapporto nell’impianto in esame
sia coerente con quello che l’ATV associa al rapporto NO3-ND/ BOD5 del nostro impianto.
Valori suggeriti Valori dell'impianto in esame
dall'ATV tedesca
NO3-/BOD V/VD NO3-/BOD V/VD
- -
0.11 0.2
0.07 0.18
0.13 0.3
0.14 0.4
0.15 0.5
Dalle tabelle che precedono si può notare come le dimensioni dell’impianto di denitrificazione
rispettino ampiamente il criterio proposto dall’ATV tedesca.
4.3.5 Verifica del comparto di nitrificazione
Determinato il volume del comparto di denitrificazione e quello complessivo del comparto biologico
risulta automaticamente determinato il volume destinato alla nitrificazione, occorre quindi solo
verificare che sia sufficiente affinché essa avvenga completamente. Per fare ciò si ricorre ancora una
volta al concetto di velocità di nitrificazione già definito nel Paragrafo 3.3.2 e per il tramite di questo
stimare la quantità di biomassa necessaria e confrontarla con quella a disposizione, Tabella 4.5.
Verifica della capacità di nitrificazione
vn Nnitr SSV SST SSTvasca Verifica Vnitr A b L
3 2 2
KgN-TKN,oss/(KgSSMA d) Kg/d KgSSV KgSST KgSST - m m m M
0.06 5.97 94.37 134.82 490.00 Soddisfatta 140.00 31.11 3.00 10.37
Tabella 4.5: Verifica della capacità di nitrificazione
4.3.6 Dimensionamento del sistema di ricircolo della miscela areata e del fango
Come già detto è necessario definire una certa portata di ricircolo del fango e per avere nel comparto
biologico una biomassa più acclimatata e per contribuire al ricircolo dei nitrati necessario affinché
avvenga il processo di denitrificazione. Per conseguire questo secondo scopo è poi necessario
ricircolare anche della miscela areata. Il rapporto di ricircolo tra la portata complessivamente
ricircolata e quella in ingresso è legato direttamente al rendimento che bisogna raggiungere nella
rimozione dell’azoto e quindi, nel caso di una completa nitrificazione del liquame, alla frazione di
nitriti denitrificati. Tale relazione, indicata di seguito come Equazione 4.1, permette quindi di stimare
la portata complessiva da ricircolare.
ηn = R/(1+R) Equazione 4.1
Una volta noto R è necessario stimare la quota di questo che deve essere destinata al ricircolo del
fango. È possibile effettuare tale previsione attraverso un bilancio di massa all’interno del
sedimentatore secondario ottenendo l’Equazione 4.2, dove Ca è la concentrazione di biomassa in
vasca e Cr è la concentrazione di biomassa nel fango di ricircolo, posta in maniera cautelativa pari a
9 kgSS/m3.
Rfango = Ca/(Cr – Ca) Equazione 4.2
Note le portate da ricircolare è possibile definire la potenza delle pompe ipotizzando una prevalenza
necessaria per il ricircolo della miscela areata pari a 1 m e per quello del fango pari a 1.5 m, Tabella
4.7.
Qra Qrf Qpa Qpf ΔHa ΔHf Wpa Wpf Wpa,inst Wpf,inst
3 3 3 3
m /h m /h m /h m /h m m kW kW kW kW
7.23 5.33 8.00 6.00 1.00 1.50 0.07 0.08 0.10 0.11
Tabella 4.7: Definizione della potenza delle pompe di ricircolo
L’unica osservazione che si ritiene necessario fare riguarda il sistema di miscelazione: si è preferito
utilizzare miscelatori meno potenti in quanto data la forma rettangolare delle vasche si è ritenuto in
ogni caso più opportuno inserire almeno due miscelatori.
4.3.9 Produzione di fango di supero
La quantità di fango prodotta per ogni kg di BOD5 rimosso può essere determinata in relazione al
rapporto tra solidi sospesi e BOD5 in ingresso nell’impianto e all’età del fango (Tabella 4.16),
quest’ultima determinabile approssimativamente in relazione al fattore di carico organico, al rapporto
tra solidi sospesi e BOD5 e alla temperatura ( Figura 4.1).
Tabella 4.16: Produzione di fango di supero [kgSS/kgBOD5 rimosso] e età del fango e rapporto SS/BOD5
Figura 4.1: Relazione tra carico organico ed età del fango, elaborata da Kaiser
Una volta nota la produzione di fango di supero è poi possibile determinare in maniera analitica per
misurare la correttezza de valore rilevato dalla Figura 4.1. I risultati ottenuti sono riportati in Tabella
4.17.
Produzione di fango
SS/BOD5 Ekaiser BOD5 Produzione fango ΔX Eanalitica
D KgBOD5/d KgSS/KgBOD5 KgSS/d D
1.29 13.50 49.25 1.08 50.53 13.29
Tabella 4.17: Stima della produzione di fango di supero
I trattamenti terziari sono dimensionati in maniera totalmente identica a come illustrato nei Paragrafi
3.4 e 3.5, si riportano quindi di seguito nuovamente solo le tabelle descrittive delle caratteristiche
delle due unità e si rimanda ai paragrafi citati per una loro più completa presentazione.
Pozzetto di lavaggio
Vtot Vtot,eff
3
m m3
12.7 15.0
Tabella 4.20: Volume del pozzetto di lavaggio
Si ritiene però in questo caso necessario realizzare un pozzetto per i fanghi in uscita dall’unità di
filtrazione, visto il funzionamento in continuo del trattamento biologico, delle dimensioni indicate
nella Tabella 4.22.
Pozzetto di accumulo dei fanghi
Vtot Vtot,eff
m3 m3
17.65 20
Tabella 4.22: Dimensionamento del pozzetto di accumulo dei fanghi
Per la linea fanghi nel complesso valgono le stesse considerazioni fatte ai Paragrafi 3.6 e 3.7, pertanto
nel presente paragrafo si riportano unicamente i risultati ottenuti con lo schema d’impianto in esame.
Caratteristiche dell'ispessitore a gravità e portata di
fango in uscita
Aeff h V Qfanghi,out Qfanghi,out
2 3 3
m m m m /d kg/h
4.00 2.80 11.20 1.89 78.90
Tabella 4.23: Caratteristiche dell'ispessitore a gravità e portata di fango in uscita
Anche in merito all’analisi dei costi valgono le considerazioni già fatte al Paragrafo 3.8, ci si limita
quindi anche qui a riportare i tabulati e i grafici elaborati per l’ipotesi di soluzione in esame.
Costi per l'energia
Apparecchiatura Consumo h/d Costo unitario Costo
- kW - €/(kW h) €/(kW years)
Compressori areazione 4.20 24.00 0.15 5518.80
Miscelatori vasca anossica 0.59 24.00 0.15 772.63
Miscelatori vasca anaerobica 0.24 24.00 0.15 309.05
Pompa ricircolo miscela areata 0.07 24.00 0.15 89.75
Pompa ricircolo fango 0.08 24.00 0.15 100.97
Lampade 1.00 24.00 0.15 1314.00
Costi di costruzione
Apparecchiatura Volumetria Costo unitario Costo
- m3 €/m3 €
Vasca di equalizzazione 65.00 200.00 13000.00
Vasca di defosfatazione 10.00 200.00 2000.00
Vasca di denitrificazione 30.00 200.00 6000.00
Vasca di nitrificazione e ossidazione 140.00 200.00 28000.00
Sedimentatore secondario 54.00 200.00 10800.00
Letto d'essiccamento [m2] 238.00 200.00 47600.00
Filtro doppio strato 8.48 200.00 1696.46
Vasca raggi UV 0.12 200.00 24.00
Pozzetto di lavaggio 15.00 200.00 3000.00
Pozzetto di accumulo del fango 20.00 200.00 4000.00
Costi di scavo
Apparecchiatura Volumetria Costo unitario Costo
- m3 €/m3 €
Vasca di equalizzazione 65.00 3.91 254.15
Vasca di defosfatazione 10.00 3.91 39.10
Vasca di denitrificazione 30.00 3.91 117.30
Vasca di nitrificazione e ossidazione 140.00 3.91 547.40
Sedimentatore secondario 54.00 3.91 211.14
Vasca controlavaggio filtro 15.00 3.91 58.65
Pozzetto di accumulo del fango 20.00 3.91 78.20
Spesa smaltimento
fanghi
€/m3 €/years
30.00 3110.06
Costo operai
n° n° operai per Costo
squadre squadra h/settimana unitario Costo
- - - €/h €/years
1.00 2.00 30.00 22.78 71073.60
Costi di manutenzione
Intervallo Numero di
Strumento temporale manutenzioni
- anni -
Diffusori 7.00 2.00
Compressori 10.00 1.00
Miscelatori 10.00 1.00
Lampade UV 1.50 13.00
Pompe ricircolo miscela
areata 10.00 1.00
Pompe ricircolo fango 10.00 1.00
Costo di gestione.
85%
86%
5 Conclusioni
Per determinare quale tra i due schemi d’impianto proposti risulti più vantaggioso è utile confrontare
l’efficacia del processo depurativo e i costi.
Si procede con il confronto tra i rendimenti depurativi delle due soluzioni, mostrati graficamente in
Figura 5.1 e in Figura 5.2. Si evidenzia come per gran parte dei parametri non è possibile evidenziare
alcuna differenza tra i rendimenti depurativi delle due soluzioni con le procedure di stima utilizzate,
fatta eccezione per la rimozione dell’azoto, in merito alla quale nella soluzione due si è potuto
dimensionare opportunamente la portata di ricircolo e la vasca anossica per rimuovere solo la frazione
di azoto necessaria a rispettare i limiti di normativa.
0.9 81.91%
0.8
65.40%
0.7
0.6
0.5 35.00%
35.00%
0.4
0.3
0.2
0.1
0
ηBOD ηN ηP ηSST
Figura 5.1
354.54
400.00
354.54
350.00
300.00 232.75
232.75
250.00
200.00
150.00
27.03
100.00
21.12 1.05
50.00 1.05
0.00
BOD5 [mg/l] N [mg/l] P [mg/l] SST [mg/l]
Figura 5.2
Si passa poi al confronto tra i costi che comportano le due differenti soluzioni, Figura 5.3. Anche qui
le differenze non sono significative e necessiterebbero quindi di un’analisi più accurata di quella
svolta in quella sede in quanto non sono stati valutati i costi dei meccanismi di automazione e di
alcune apparecchiature che potrebbero rivelarsi necessarie con un progetto che giunge ad un livello
più approfondito. Si osserva soltanto che la prima proposta di adeguamento risulta nel complesso, per
questo livello di analisi, meno costosa soprattutto perché comporta un minor costo energetico, data
l’assenza di un sistema di ricircolo dei fanghi e il minor tempo di attivazione dei compressori.
800000.00
600000.00
Figura 5.3