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Teoria
Il laboratorio elettronico
Per portare facilmente e rapidamente a termine
esperimenti e prototipi bisogna utilizzare mezzi adeguati.
I n grande numero di per-
I sone appassionate di ANTENNA T45 ^14»
• - J ■ elettronica tralascia il COU
1...................
progetto teorico di un circuito, \ TUNING
o di una sua parte, e di conse­
guenza non riesce a portarne a +)•••• V3 V4 V5 V6
V1 V2
T
termine la realizzazione pratica A A

per diversi motivi che adesso


B
C
D
I
;
;
B

D
E
<] .
andiamo ad analizzare. F F
G
H
* . G

: J
I componenti J

lI
£
N
iN
P
P
Per fare degli esperimenti si ha R
R
bisogno dei componenti e S
T
quanti più saranno gli esperi­ U U

menti, tanti più componenti sa­ 3 6 6 8 10 11 13 15 16 18 20 21 23 25 26 28 30


H
ranno necessari. Nel caso in cui
non si costruiscano gruppi "de­ X,
$_______ Ii
finitivi", conviene fare in modo
che lo "smontaggio" sia veloce Piastra d'inserzione rapida e sua definitiva collocazione.
e inoltre sia facile il recupero
del maggior numero possibile Il montaggio un'altra di diverso valore, basta
di componenti, che dovranno sollevare i terminali della prima
essere in buone condizioni per i Il secondo problema riguarda e inserire al suo posto la secon­
prossimi montaggi. il supporto su cui effettuare da. Altri componenti, come il
il montaggio. Per potenziometro, i pulsanti, i dio­
quanto riguarda i di LED, che vengono frequen­
prototipi, tre sono le temente utilizzati e sono comu­
soluzioni basilari: sal­ ni a molti esperimenti, convie­
* ; -ff dare i componenti di­
ÒS, i 't‘r
ne tenerli permanentemente
rv . t'r rettamente tra di lo­ installati su un pannello.
ro, utilizzare un cir­
* *, k ■
; cuito stampato "mille La soluzione
jSjjìi ài' fori" o utilizzare una
piastra per l'inserzio­ Pensando a tutti questi proble­
• » ne rapida dei compo­ mi, e per utilizzare al massimo il
•5A.-» 5. I.J . .
nenti. I primi due pro­ tempo, è stato progettato un
cedimenti obbligano "laboratorio di elettronica"
a saldare e, inoltre, se suddiviso in due parti ben di­
Laboratorio. si vogliono cambiare i stinte tra loro: da una parte il la­
valori, occorre dissal­ boratorio in sé, disposto a mo'
dare con un dissalda­ di banco e con un gran numero
tore per poi saldare il di componenti permanente-
nuovo elemento. Le mente installati, e dall'altra par­
piastre per inserzione te una vasta serie di componen­
rapida sono costose, ti e cavi per svolgere gli esperi­
ma consentono di re­ menti che aumenteranno setti­
cuperare tutti i com­ mana dopo settimana.
ponenti utilizzati e,
soprattutto, ne con­ Il laboratorio
sentono la sostituzio­
ne: per rimpiazzare Questo gruppo completo ha
Sistema di connessione rapida per le molle. una resistenza con come pezzo principale una pia-

TEORIA: Il laboratorio elettronico 1


I
Teoria
Il laboratorio elettronico

stra d'inserzione rapida di com­


ponenti a pressione, cioè senza
saldature, con 665 punti d'in­
serzione, che permette l'inseri­
mento di numerosi componen­
ti e quindi, il montaggio di cir­
cuiti abbastanza complessi. La
fila inferiore viene direttamente
collegata al negativo dell'ali­
mentazione, mentre quella su­
periore viene collegata al posi­
tivo in "banchi"di 5 fori con
una variazione di 1,5 Volt per
ciascuna delle pile d'alimenta­
zione, fino ad un massimo di 9
Volt.

Altri aiuti
La piastra d'inserzione ha una grande capacità di ospitare i più svariati componenti.
Sul pannello principale dispo­
ne di una fila composta da 8 Si dispone anche di una fila L'altoparlante permette di
diodi LED, con connessioni in­ composta da 8 pulsanti, an- ascoltare il suono dei genera­
dipendenti, il contatto elettri­ ch'essi connessi indipendente­ tori audio, del ricevitore audio
co avviene grazie alla pressio­ mente, che si possono colle­ e di altri circuiti.
ne di una molla sul cavo utiliz­ gare o scollegare grazie alla Lo strumento di misurazio­
zato per la connessione. Sarà semplice pressione di una ne viene impiegato in molti
di grande utilità per costruire molla. circuiti, anche se, nel corso di
indicatori luminosi oppure per Il display digitale a 7 seg­ diversi esperimenti, si costrui­
effettuare test che verifichino menti incorpora le 7 resistenze ranno diversi strumenti più
il funzionamento del circuito limitatrici facilitando la messa complessi e che non realizza­
su cui si sta effettuando l'e­ in funzione dei nostri esperi­ no soltanto le funzioni di un
sperimento. menti con i circuiti contatori. multimetro.
Il fototransistor si impiega
negli esperimenti con la luce.
Il commutatore a due posi­
zioni e due vie evita di collega­
re e scollegare fili e, commu­
tando istantaneamente due
circuiti, facilita la realizzazione
di alcuni particolari circuiti.

Radio
Per realizzare esperimenti sulla
radiofrequenza, si dispone di
una bobina, di un'antenna ra­
dio e di un condensatore varia­
bile, che è molto difficile trova­
re anche nei migliori negozi di
componenti. In molti circuiti
viene utilizzato un potenziome­
tro e risulta di notevole como­
I cavi vanno tagliati con gli attrezzi appropriati. dità poter disporre di un poten-

1 TEORIA: Il laboratorio elettronico


Teoria 2
Il laboratorio elettronico

dono una precisione più che ac­


cettabile per moltissime appli­
cazioni. Misurano tensioni con­
tinue, correnti continue e resi­
stenze; misurano anche tensioni
alternate. A seconda del model­
lo possono misurare anche altri
parametri, come la corrente al­
ternata, la capacità, la frequenza
e la temperatura. I modelli più
economici hanno in genere una
precisione superiore all' 1 %.

Attrezzatura
Per portare a termine degli
esperimenti non è necessario
disporre di un grande laborato­
Corretta piegatura dei terminali di un diodo. rio, ma conviene disporre alme­
no di un minimo di attrezzatu­
ziometro con un comando di Un grande numero di espe­ ra dedicata che si può trovare
regolazione manuale, anche se rimenti può essere realizzato ovunque per effettuare ripara­
ne verranno dati diversi regola­ anche senza strumentazione, zioni elementari. Gli attrezzi di
bili per utilizzarli con la piastra ma se abbiamo un po' di dena­ elevata qualità sono general­
d'inserzione rapida. ro, anche poco, e vogliamo mi­ mente molto costosi, ma quan­
Si dispone anche di 3 molle gliorare il laboratorio, possia­ do si effettuano degli esperi­
ausiliario di utilizzo generale: mo acquistare un semplice menti non bisogna investire
non hanno connessioni all'in­ multimetro (ne raccomandia­ molto denaro negli attrezzi,
terno della piastra e vengono mo uno digitale): attualmente pertanto i modelli più economi­
usate soprattutto per connes­ anche i modelli più economici ci sono più che sufficienti. In
sioni che devono stare all'ester­ sono di buona qualità e possie- seguito verranno elencati alcu-
no del laboratorio.
L'alimentazione viene realiz­
zata mediante 6 pile da 1,5 Volt,
alloggiate nel portapile incorpo­
rato. L'alimentazione è possibile
anche mediante un connettore
d'entrata d'alimentazione per
l'utilizzo di un alimentatore a 9
Volt d'uso corrente.

Strumentazione
Questo laboratorio è sufficien­
te a realizzare tutti gli esperi­
menti che verranno presentati,
oltre a molti altri che capiteran­
no sicuramente al lettore;
quando si parla di laboratorio,
tuttavia, ci si immagina quei
grandi laboratori elettronici
con gruppi di misurazione sofi­
sticati e che costano miliardi. / cavi vanno “spellati" facendo attenzione a non danneggiare il filo conduttore.

TEORIA: Il laboratorio elettronico 2


Teoria 2
Il laboratorio elettronico

ni attrezzi d'uso più comune in


campo elettronico.

Pinze da taglio
Ne esistono di diversi modelli e
si utilizzano principalmente
per tagliare i cavi e i terminali
dei componenti; i più adeguati
sono i modelli adatti soprattut­
to a questa applicazione: ga­
rantiscono un taglio molto sot­
tile, ma si rovinano se vengono
usati per tagliare fili d'acciaio.
La zona di taglio si danneggia
anche soltanto tagliando un
piccolo clip da laboratorio. Le
pinze per tagliare fili duri, facili Conviene disporre di cacciaviti appropriati per viti dalla testa differente.
da trovare in tutti i ferramenta,
sono più economiche. Cacciaviti sono del tipo "Philips", ma ne
esistono di molti tipi differenti.
Pinze a punta piatta Quelli a punta piatta sono i più Ultimamente sono abbastanza
classici, ma molte apparecchia­ utilizzati anche quelli con testa
Sono molto utili sia per affer­ ture non hanno viti svitabili "Torx".
rare componenti sia per dar con questi utensili: i costrutto­
forma ai loro terminali e, co­ ri, infatti, utilizzano viti la cui Spellatavi
me le precedenti, sono dispo­ testa si adatti maggiormente ai
nibili in una grande quantità cacciavitì automatici. I più uti­ Sotto questa denominazione
di modelli, di qualità e di lizzati sono quelli con testa a così comune si nascondono
prezzi. "stella" e tra questi i più usati moltissimi utensili atti a toglie­
re la copertura isolante dai ca­
vi. Una persona molto abile
può utilizzare a questo fine
una pinza da taglio, un coltel­
lo, delle forbici, ma questo
metodo non è raccomandabi­
le, dato che la maggior parte
delle volte il filo conduttore ri­
mane danneggiato e, dopo
qualche tempo, in quello stes­
so punto, si rompe generando
un guasto. Esistono spellacavi
a calibro fisso e spellacavi re­
golabili secondo il diametro
con cui si lavora.
Anche se questi utensili so­
no stati progettati per togliere
la copertura isolante senza
compromettere il filo condut­
tore, prima di utilizzarli si de­
vono verificare e regolare at­
tentamente onde evitare di
// multimetro è lo strumento più popolare del laboratorio. danneggiare il cavo.

2 TEORIA: Il laboratorio elettronico


Teoria _____ 3
Tensioni e correnti
La legge di Ohm stabilisce la proporzionalità fra la corrente che
circola in una resistenza e la tensione applicata fra i suoi estremi.
a corrente elettrica consi­
ste in una massa di elettro-
I -ni che circolano in un ma­
teriale conduttore quando fra i
suoi estremi si applica una dif­
ferenza di potenziale. La diffe­
renza di potenziale è conosciu­
ta come tensione, e nel caso in
cui sia zero non circola corren­
te. D'altra parte, i materiali
conduttori differiscono fra loro
per la facilità o la difficoltà che
ha la corrente elettrica a circo­
lare attraverso questi, cioè of­
frono una certa "resistenza"
ad essere attraversati.

Gli effetti
La corrente elettrica, la tensio­
ne e la resistenza non si posso- La corrente elettrica non si vede, si studia attraverso i suoi effetti.

rettamente colle­ Il senso


i gato, la pila è ca­
I x R=V
pace di fornire Proseguendo con l'esperimen­
energia. to precedente possiamo anche
- se il LED non si osservare che il diodo LED si il­
accende può es­ lumina solo quando lo colle­
sere dovuto a ghiamo in un determinato
varie cause: (A) senso, cioè, la pila può essere
i uno dei cavi di collegata in un solo modo, se
connessione non noi invertiamo i collegamenti
Legge di Ohm. Mette in relazione la tensione è ben collegato; della stessa il diodo LED non si
e la corrente che attraversa una resistenza. (B) sono invertiti illumina.
i collegamenti La spiegazione di questo fe­
no vedere, poiché gli elettroni del diodo LED e (C) la pila è nomeno è che, poiché il diodo
sono invisibili. Tuttavia sono fa­ scarica. LED conduce in un solo senso,
cili da studiare e da misurare Come si può ve­
attraverso i loro effetti. dere, a partire da un R
Vediamo un semplice esem­ semplice esperimen­
pio: se osserviamo una piccola to possiamo ottenere 2k2
pila da 9 V vedremo solo la sua varie ipotesi e tutte
forma geometrica, ma non po­ valide. Deduciamo
tremo sapere se è carica o sca­ che fra i due termi­
(
+
'l
rica, però se costruiamo un nali di collegamento
piccolo circuito con un diodo della pila c'è una dif­ LED
LED e una resistenza di 2K2 ferenza di potenzia­
9V
uniti in serie, e colleghiamo le, o tensione, e inol­
l'insieme ai due terminali del­ tre, che chiudendo il
la pila, avremo le seguenti circuito circola una
possibilità: corrente che provoca Questo semplice circuito ci permette
- se il LED si illumina ci indi­ l'accensione del dio­ di verificare come l'energia elettrica passi dalla pila
cherà che oltre ad essere cor- do LED. al LED facendo sì che questo si illumini.

TEORIA: Tensioni e correnti 3



Teoria ______ ______ 3
Tensioni e correnti

e la corrente che fornisce la pi­


la ha un senso determinato, se
entrambi coincidono la corren­
te circola, altrimenti no.
mA A
Si è stabilito un senso con­
venzionale di circolazione della 1000 mA 1 A
corrente, vale a dire uscente
dal polo positivo ed entrante
dal polo negativo della pila e si 100 mA 0,1 A
indica con una freccia.

Condizioni 10 mA 0,01 A
Perché circoli corrente dobbia­
mo avere un elemento che ge­ 1 mA 0,001 A
neri energia elettrica, cioè che
sia capace di mantenere nei Quando si lavora con piccole correnti è più comodo utilizzare sottomultipli
suoi estremi una tensione; sup­ dell'unità di base che è /'Ampere.
poniamo che questo elemento
sia una pila, che logicamente La legge di Ohm nel mondo dell'elettronica. La
deve essere carica. Deve anche legge di Ohm è unica, ma si
avere, però, un materiale con­ La legge di Ohm stabilisce la possono avere tre espressioni
duttore attraverso il quale cir­ proporzionalità fra la tensione matematiche diverse: I x R = V;
coli la corrente, per esempio un applicata agli estremi di una re­ I = V/R; R = V/l.
filo di rame, e un elemento at­ sistenza e la corrente che circo­
traverso il quale circoli questa la attraverso la stessa. Per ap­ La tensione
corrente, che per facilitare lo plicare questa legge bisogna
studio supporremo una resi­ solo moltiplicare e dividere. No­ La tensione si usa per definire
stenza. Non dobbiamo però di­ nostante sia molto semplice è la differenza di potenziale fra
menticare un altro concetto fondamentale e si utilizza mol­ due punti. È forse l'elemento
importante, il circuito deve es­ to spesso, in maniera tale che più importante della legge di
sere sempre chiuso perché cir­ se impareremo a usarla potre­ Ohm, poiché è questa differen­
coli corrente. mo considerarci già integrati za di potenziale a far sì che gli
elettroni si muovano, sempre
che trovino la strada per circo­

B .[
___
V lare, che di solito è il condutto­
re metallico che chiude il circui­
to, ma se la tensione è elevata
la strada può realizzarsi con un
arco elettrico fra i due capi del
1000 mV 1 V conduttore. L'unità di tensione
è il Volt. Si usa anche di fre­
0,1 V quente il milliVolt che è mille
100 mV volte inferiore, cioè 1.000 mV
= 1 V. Per tensioni molto eleva­
10 mV 0,01 V te si utilizza il "kV" cioè il kilo-
Volt. 1 kV sono mille Volt.

L 1 mV

// milliVolt è mille volte più piccolo del Volt;


questo sottomultiplo si utilizza di frequente in elettronica.
0,001 V La corrente
La corrente elettrica è la quan­
tità di carica elettrica che attra­
versa il conduttore in un'unità

» J
3 TEORIA: Tensioni e correnti
Teoria □
Tensioni e correnti

scole, che si sostituiscono al mi­


gliaio o al milione rispettiva­
mente. Per esempio, una resi­
stenza di 3.300 si rappresenta
con 3K3, una di 1.500.000Q
con 1M5, con ciò si ottiene
molta più chiarezza nelle
espressioni e specialmente ne­
gli schemi quando è necessario
includere molti collegamenti,
componenti e dati degli stessi.

Esempio 1
Colleghiamo una resistenza di
1 K5 ai terminali di una pila di
9 V. Vogliamo calcolare la cor­
rente che passa per questa re­
Tester predisposto per misurare la tensione di una pila. sistenza. Applichiamo la legge
di Ohm: I = V/R, sostituendo i
di tempo. Per misurarla si usa plichiamo la legge di Ohm a valori risulta: I = 9/1500 =
l'Ampere, ma questa unità, una resistenza di 1 Ohm quan­ 0,006 A, se moltiplichiamo per
usata in elettricità, è troppo do fra i suoi terminali si applica 1.000 otterremo l'espressione
grande per lavorare con alcuni la tensione di 1 Volt, risulta che in milliAmpere. Cioè la corren­
circuiti elettronici e si usano circolerà attraverso questa la te che passa per la resistenza è
sottomultipli per evitare di ave­ corrente di 1 A. È molto comu­ di 6 mA.
re decimali. Si usa il milliAmpe- ne utilizzare dei multipli, così 1
re (mA), che è la millesima par­ KQ sono 1.000Q. Altro multi­ Esempio 2
te di un Ampere, cioè 1.000 plo superiore è il megaohm
mA sono 1 A. Però questa unità (MQ), equivalente a 1.000.000 Per una resistenza di 4K7 sta cir­
è ancora troppo grande per i Ohm. Quando si utilizzano colando una corrente di 55 mA.
circuiti a consumo molto basso, questi multipli della resistenza Vogliamo calcolare la tensione
per cui è normale utilizzare il si usa la lettera K o la M maiu- presente negli estremi di questa
microAmpere (pA).
Un microAmpere è la milio­
nesima parte di un Ampere.
L'equivalenza è la seguente
1 mA= 1.000 pAe 1 A = 1.000
mA, per cui 1.000.000 pA =
mA
1 A. Si è riusciti a ridurre così
tanto il consumo che anche il 1000 |1A 1 mA
microAmpere risulta troppo __
grande in alcune occasioni. In
questi casi si utilizza il picoAm- 100 pA 0,1 mA
pere (pA) che è un milione di
volte inferiore al microAmpere.
Cioè 1.000.000 pA = 1pA.
10 HA 0,01 mA
La resistenza
La resistenza si misura in Ohm
1 pA = 0,001 mA
_J
sai
e si rappresenta con la lettera / circuiti ogni volta consumano meno ed è frequente utilizzare unità più piccole,
greca omega maiuscola. Se ap- come il “pA", che è un milione di volte minore dell'Ampere.

TEORIA: Tensioni e correnti 4


Teoria 4
Tensioni e correnti

resistenza. Applichiamo la leg­


ge di Ohm e risulta: V = I x R,
però perché i dati calcolati sia­
no corretti, le unità devono
esprimersi nel seguente modo:
la tensione in Volt, la resistenza
in Ohm e la corrente in Ampe­
re: prima bisogna togliere i
multipli e i sottomultipli.
Continuando con l'esempio
V = 0,055x4.700 = 258,5 Volt.
Ciò nonostante c'è un caso in
cui si possono utilizzare altre
unità: per la tensione il Volt, per
la corrente il milliAmpere e per
la resistenza il KiloOhm. Se ripe­
tiamo il calcolo precedente V =
55 x 4,7 = 258,5 Volt, vediamo Amperometro analogico ad ago. Questi strumenti a una sola scala sono usati
che si ottiene lo stesso risultato. per la misura fissa di corrente.
Osserviamo che per il calcolo la
K si trasforma nella virgola deci­ sistenza applicando la legge le unità. La formula è la stessa:
male. di Ohm (R = V/l): R = 12/2,4 I = V/R. Se usiamo 470 nella
= 50. formula, il risultato ottenuto
Esempio 3 sarà espresso direttamente in
Esempio 4 milliAmpere, I = 1,5/470 =
Disponiamo di un circuito che 0,00319 mA; se dividiamo
consiste in una batteria di 12 Abbiamo una pila di 1,5 V e questo valore per 1.000 il risul­
Volt alla quale viene collegata colleghiamo ai suoi estremi tato ottenuto sarà in microAm-
una resistenza. una resistenza di 470 K; voglia­ pere, cioè, I = 3,19 pA. L'altro
Siamo interessati a far mo calcolare la corrente che procedimento consiste nell'u-
passare per questa resistenza circola. Applicando la legge di sare la resistenza in Ohm, cioè
una corrente di soli 2,4 A. Ohm bisogna tenere presente 470.000, in modo che il risul­
Calcoleremo il valore della re­ le due possibilità di utilizzo del- tato sarà espresso in Ampere
I = 1,5/470.000 = 0,00000319 A,
valore che moltiplicato per
1.000 passerà a indicare mil­
liAmpere, I = 0,00319, e che
tornando a moltiplicare per
1.000 sarà 3,19 pA.
Questi calcoli sono molto
semplici e risultano facilissimi
se ci aiutiamo con una calcola­
trice con le funzioni matemati­
che più elementari: somma,
sottrazione, moltiplicazione e
divisione. È consigliabile dise­
gnare su un foglio di carta i cir­
cuiti di questi esempi e tornare
a ripetere i calcoli. All'inizio bi­
sogna stare molto attenti alle
formule e alle unità, ma presto
Voltmetro analogico. Questo modello si acquisisce rapidità e i calcoli
si usa nel pannello frontale degli strumenti per ottenere un'indicazione di tensione. si fanno quasi senza pensare.

4 TEORIA: Tensioni e correnti


Teoria 5
Il diodo e il transistor
Il diodo semiconduttore e il transistor sono la base del
grande avanzamento dell'elettronica attuale.
ff^yima che fossero utilizza-
sWci-ti i semiconduttori l'elet­
tronica aveva già molta
importanza, in quei tempi si
usavano le valvole a vuoto.
Qualcuno ricorderà le grandi
radio e anche le prime televi­
sioni in bianco e nero degli
anni '60. Le valvole a vuoto
funzionavano bene, ma ave­
vano un grosso inconvenien­
te: la loro dimensione. Si ar­
rivò a fabbricare valvole chia­
mate miniatura, benché la lo­
ro dimensione fosse sempre
grande. Si conoscevano già i
materiali semiconduttori, tut­
tavia non si erano ottenuti Diodo di germanio, la sua capsula trasparente permette di osservare il suo interno
grandi risultati né applicazio­ (dimensione reale 7 mm di lunghezza).
ni pratiche in elettronica.
Il primo materiale semicon­ L'unione PN rente in un determinato senso,
duttore utilizzato per la fabbri­ ma perché questo succeda bi­
cazione industriale di transi­ Non si utilizzano materiali semi­ sogna superare una certa ten­
stor fu il germanio; molti an­ conduttori allo stato puro. A sione, denominata corrente di
cora ricorderanno le capsule partire da un
argentate dei transistor pezzo di mate­

!ÌW
AC126 o AC188, che tuttavia riale semicon­
è possibile trovare all'interno duttore di uno
A
di qualche radio transistorizza­ straordinario
ta dei primi tempi. Attualmen­ grado di purez­
te il germanio non viene utiliz­ za, aggiungen­
zato per la fabbricazione dei do una piccola Il diodo è formato da un pezzo di semiconduttore
transistor, ma per la fabbrica­ quantità di im­ con una zona N e un'altra P, due terminali di collegamento
zione dei diodi che si utilizza­ purità tipo P e e una capsula che lo protegge.
no negli apparecchi radio, co­ un'altra quantità
me quelli della famiglia OA90. tipo N, si ottiene un'unione PN. soglia, al di sotto della quale
Il silicio è il materiale semicon­ Gli effetti interni di corrente che non si ha conduttività.
duttore più usato per la fabbri­ si generano in questo dispositi­ La tensione di soglia di un
cazione dei transistor e dei cir­ vo permettono la circolazione diodo di germanio è di 0,2 V;
cuiti integrati. di corrente in un determinato questi diodi sono utilizzati per
senso, dall'ano­ correnti molto piccole. Per il si­
do al catodo, licio la soglia è di 0,6 V; ci sono
dipendendo diodi di silicio di vari tipi, i retti­
B -=
C -» ~L dalla tensione ficatori della famiglia 1N4000
applicata negli conducono correnti fino a 1
estremi e dalla Ampere, ma possono condurre
polarità. picchi di corrente molto più
elevati per brevi istanti. Oggi
Il diodo disponiamo di diodi che condu­
cono migliaia di Ampere. Il dio­
Il diodo è un di­ do semiconduttore è formato
Il transistor ha tre zone che corrispondono al collettore, alla spositivo che da un'unione PN, i corrispon­
base e all'emettitore, in questo caso è del tipo NPN. conduce cor- denti terminali collegati a que-

TEORIA: Il diodo e il transistor 5


Teoria 5
Il diodo e il transistor

ste zone e una capsu­


la di protezione.

Gli inizi
La grande avanzata
dell'elettronica moder­
na cominciò nell'anno
1947, quando i ricer­
catori Bardeen e Brat­
talo fecero conoscere
i loro studi sul transi­
stor, dispositivo semi­
conduttore che per­
metteva l'amplifica­
zione dei segnali elet­
trici, con il vantaggio
che funzionava con
tensioni continue
molto basse e scarsa
temperatura. Ben pre­ Dettaglio molto ingrandito di un transistor di potenza, il 2N3055. In questo caso si è ritirata la
sto si fecero passi da capsula di protezione. La dimensione del chip è di circa 5x5 mm.
gigante e cominciò la
grande carriera dell'elettronica unioni PN, disposte in una duale che facendo parte di
moderna, i transistor divenne­ forma che consta di due zone circuiti integrati. Esiste una
ro molto piccoli e si passò alla tipo N separate da una zona gran varietà di transistor: di
fabbricazione di circuiti inte­ stretta tipo P, per cui avremo bassa, media e grande poten­
grati. un transistor tipo NPN, o due za, per utilizzazione in bassa
Altro avanzamento parallelo zone tipo P separate da una frequenza, microonde, radio-
fu quello dei computer, sui zona, altrettanto stretta, tipo frequenza eccetera. Questo
quali già c'erano teorie molto N, in questo caso abbiamo un tipo di transistor è chiamato
avanzate, ma l'hardware era ri­ transistor PNP. Benché di base bipolare, benché ci siano altri
masto alle valvole e non pro­ siano uguali, il senso di circo­ dispositivi simili che hanno al­
grediva. La dimensione del lazione di corrente negli stes­ tri nomi che conosceremo po­
transistor ha permesso la fab­ si è opposto e i circuiti dove co a poco.
bricazione dei primi computer vengono utilizzati sono diver­
di dimensioni ragionevoli, quel­ si. Il transistor è parte di qual­ I circuiti integrati
li che via via incorporavano co­ siasi dispositivo elettronico
stantemente nuove tecnologie attuale, sia in modo indivi- I circuiti integrati devono il loro
e materiali, fino a ot­ nome al fatto che in­
tenere i potenti com­ tegrano una gran
puter attuali. Il com­ E quantità di transistor.
puter che si utilizza C Il grado di integrazio­
oggi nelle case era im­ B ne di un circuito inte-
pensabile fino a mez­ —I grato si misura dalla
zo secolo fa. quantità di transistor
che incorpora, e non
sono solo tre o quat­
Il transistor tro, possono essere
—/ migliaia. Basta pensa­
Tutti i transistor han­ re a un microproces­
no la stessa costitu­ Cambiando il tipo di zona si ottiene l'altro tipo sore Pentium o a una
zione di base, due di transistor, PNP. memoria di un com­

i
s TEORIA: Il diodo e il transistor
Teoria 6
Il diodo e il transistor

tegrato. A ognuno di questi tore del transistor. In seguito si


frammenti si dà il nome di applica una maschera più stret­
Q "chip", perché è un pezzo pic­ ta, si introduce nel forno e si
colo di materiale, che poi dob­ applicano le impurità di tipo P,
A biamo attaccare a un suppor­ ma queste penetreranno poco
to e collegare ai terminali, tre nel materiale. Si torna a ripete­
nel caso di transistor, molti di re il procedimento ma con una
più se si tratta di un circuito in­ maschera più chiusa e si diffon­
tegrato. Già ci appare chiaro dono di nuovo impurità del ti­
Ir che la parola chip si applica al po N.
pezzo di silicio che forma il In seguito si applica una
"cuore" di un semplice transi­ maschera di metallizzazione e
stor, o quello di un sofisticato si diffonde alluminio, creando
circuito integrato, che può rag­ una zona di metallizzazione per
giungere una dimensione ab­ i terminali. L'unione PN collet-
KO bastanza grande. tore/base è il limite della zona
N che forma il collettore e P che
L'interno forma la base. Questa superfi­
Corrente del diodo, cie è molto più grande dell'u­
in diretto IF e in inverso IR. Il materiale base da cui si parte nione PN che forma la base con
è una porzione della rondella di l'emettitore.
puter, di transistor se ne trova­ silicio, sopra la quale si costrui­
no a decine di migliaia. scono molti transistor uguali. Le capsule
Sopra questi si applicano delle
Il chip maschere molto precise, che la­ Le capsule dei transistor hanno
sciano delle aperture corrispon­ lo scopo di sostenere i termina­
Per costruire transistor, o circui­ denti ai collettori dei transistor, li e il chip semiconduttore; l'u­
ti integrati, dobbiamo disporre e che si introducono in un for­ nione fra i due si realizza con fi­
di silicio di straordinaria purez­ no a diffusione ad alte tempe­ nissimo filo d'oro o altro mate­
za. Il silicio depurato ha forma rature, dove si realizza una dif­ riale conduttore.
cilindrica di circa 5 cm di diame­ fusione di impurità tipo N, con Questa capsula, soprattutto
tro; prima di iniziare la diffusio­ cui si forma la zona del collet- quando si tratta di transistor di
ne sulle impurità
di tipo P o tipo N
si taglia in picco­
le rondelle. Su
ogni rondella,
prima di tagliar­
la, si formano di­
versi transistor o
circuiti integrati,
applicando suc­
cessivi strati di
impurità, ossida­
zioni o metalliz­
zazioni.
Una volta fi­
nalizzato il pro­
cedimento si ini­
zia a tagliare a
pezzi, per sepa­
rare ogni transi­
stor o circuito in- Tensioni e corrente in un transistor NPN.

TEORIA: Il diodo e il transistor 6


I

Il diodo e il transistor

potenza, ha una
dimensione ele­
vata ed è metal­
lica per favorire
la dispersione
del calore gene­
rato nel chip se­
miconduttore,
ed è anche prov­
vista di fori per
sostenersi a dif­
fusori di allumi­
nio di grandi di­
mensioni.

Potenza
Benché lo stu­
dio dettagliato
del transistor
possa riempire
pagine e pagi­
ne, spieghiamo
in dettaglio solo
il funzionamen­
to di base del / circuiti integrati hanno un gran numero di transistor al loro interno.
transistor come
amplificatore di corrente. Se sione fra il collettore e l'emet­ ma amplificata, ed esiste una
abbiamo un transistor NPN titore, intercalando una resi­ certa proporzionalità che
possiamo applicare una ten- stenza fra il collettore del chiamiamo 13. Questa 13 (o be­
transistor e il positi­ ta) è il fattore di amplificazio­
vo di alimentazione, ne del transistor, che dipende
collegando l'emetti­ dal tipo di questo e dalla cor­
tore al negativo di rente del collettore, e che di­
questa alimentazio­ minuisce all'aumentare della
ne. Realizzato que­ corrente del collettore.
sto si può misurare la I piccoli transistor di uso
corrente e verificare corrente hanno un 13 di 200,
che è nulla. con circa 10 mA di corrente
Tuttavia, se appli­ del collettore; per transistor
cassimo una corren­ di potenza si può abbassare
te di base vedremmo il (3 fino a 10 quando la cor­
che comincia a circo­ rente raggiunge vari Ampe­
lare corrente attra­ re. Per ottenere valori molto
verso il collettore, alti, la larghezza della base
ma la corrente di ba­ deve essere la più piccola
se è molto piccola e possibile. Quello detto fino
quella del collettore ad ora è valido per transi­
è molto più grande. stor NPN.
Se applichiamo una Nei transistor PNP succede
piccola corrente alla lo stesso, ma in questo caso il
Distribuzione di terminali di transistor base, la stessa com­ negativo dell'alimentazione si
di uso corrente. pare nel collettore, collega al collettore.

6 TEORIA: Il diodo e il transistor


Teoria
Il condensatore
Il condensatore accumula energia
sulle sue superfici
I condensatore immagazzina
energia elettrica in modo mol­
to veloce, e può anche rila­ S
sciarla molto velocemente. La
prima cosa che possiamo pensa­ d
re è che un condensatore sia
uguale a una pila, vediamo rapi­
damente la principale differen­
za. La pila si carica e scarica mol­
to lentamente, al contrario di
quello che succede al condensa­
tore. Questo è dovuto al suo
principio di funzionamento, La capacità è direttamente proporzionale alla superficie delle piastre
mentre il condensatore si "cari­ del condensatore e inversamente proporzionale alla distanza fra entrambe.
ca" per effetto dello spostamen­
to di cariche elettriche al suo in­ elettroni della stessa si muova­ sì circolazione di corrente, il
terno, nella pila deve avvenire no fino al positivo, generando che dimostra che il condensa­
una reazione chimica interna. in questo modo una corrente tore ha immagazzinato una
elettrica. Questa corrente è certa quantità di energia.
Due piastre molto forte quando iniziamo
ad applicare la tensione, dive­ Il condensatore piano
Il condensatore più elementare nendo molto lenta alla fine,
consiste in due piastre di mate­ quando il condensatore è cari­ Per studiare il condensatore se
riale conduttore piane e situate cato completamente. Per que­ ne usa uno piano, che consiste
vicine fra loro, ma che non si sto trasporto di elettroni, che in piastre conduttrici uguali e
toccano, separate dall'aria, che hanno originato la carica del perfettamente piane, situate a
non è conduttore. Se applichia­ condensatore, abbiamo dovuto distanza ravvicinata, anche se
mo una tensione continua fra applicare una certa energia, non si toccano. La superficie di
queste piastre, cioè, il polo po­ che rimarrà immagazzinata, ogni piastra si rappresenta con
sitivo a una e il polo negativo anche se togliamo la tensione la lettera S e la distanza fra le
all'altra, si produrrà una distri­ che abbiamo utilizzato per pro­ due con la lettera d. Esiste una
buzione di cariche, in modo durla. Una volta carico, il con­ formula che stabilisce la pro­
che gli elettroni della piastra densatore può essere collegato porzionalità fra la capacità, le
negativa creino un campo ne­ a un amperometro intercalan­ dimensioni delle piastre e la di­
gativo sull'altra piastra e gli do una resistenza, vedremo co- stanza fra entrambe. La formu­
la è la seguente:

L L d
essendo e una costante di pro­
porzionalità che dipende dal
materiale non conduttore che
esiste fra le piastre, che può es­
sere aria, mica, ceramica, carta,
plastica, eccetera.

Tensione massima
La tensione massima di utilizza­
zione di un condensatore di­
pende dalla vicinanza delle pia­
stre e dal dielettrico che si inter­
Un condensatore con dielettrico di poliestere aperto e l'altro ricoperto pone fra queste. La tensione ap-

TEORIA: Il condensatore 7 |
Teoria 1
Il condensatore

plicata fra le piastre si può au­


mentare fino al punto da pro­
durre un arco elettrico fra en­
trambe, a questo punto si dice
che il condensatore è perforato.
Si usa la parola "perforato" per­
ché quello che succede normal­
mente è la perforazione del die­
lettrico. La tensione di utilizza­
zione deve essere abbastanza
inferiore a quella di perforazio­
ne, perché bisogna disporre di
un margine di sicurezza.

Le dimensioni
Paragoniamo due condensato-
ri della stessa tecnologia, pren­
diamo ad esempio due con­
densatori elettrolitici di gran Per diminuire le dimensioni del condensatore, si arrotolano in forma di cilindro le
capacità, per esempio 1.000 due piastre e il dielettrico che le separa. 1 piastra conduttrice metallizzata, 2 dielettrici.
pF, ma uno di questi progetta­
to per una tensione massima di una parte del circuito alimenta­ stanza diminuisce la capacità,
25 V e l'altro di 100 V. La prima to a 60 V, colleghiamo un con­ per cui è necessario avere due
e quasi unica differenza che os­ densatore da 25V; può darsi piastre più grandi in questo ti­
serviamo è la dimensione. Se che sopporti questa tensione po di condensatore, aumen­
utilizziamo uno qualsiasi di per brevi istanti, e poi si perfo­ tando i giri di avvolgimento e lo
questi in una parte del circuito ri, pruducendo in alcuni casi spessore del dielettrico, il che si
in cui la tensione applicata fra i anche una piccola esplosione. traduce in un considerevole au­
terminali sia, per esempio, di La differenza di dimensione mento di dimensione. Abbia­
16 V, potremo scambiarli senza è dovuta principalmente alla mo fatto l'esempio del conden­
notare alcun cambiamento dal necessità di separare di più le satore elettrolitico, però questo
punto di vista del funziona­ due piastre. Aumentando lo succede con ogni tipo di con­
mento del circuito. Però se vo­ spessore del dielettrico, si pro­ densatore.
gliamo fare la prova, cosa che duce un aumento di dimensio­
raccomandiamo di non fare, in ne, ma all'aumento della di-
Condensatori
polarizzati

L'utilizzo di condensatori pola­


rizzati esige di stare molto at­
tenti per quanto riguarda il col­
legamento al circuito. Quando
un condensatore si collega in
una parte di un circuito, uno
dei suoi terminali ha di solito
una tensione maggiore dell'al­
tro, ed è proprio a questo ter­
minale che si collegherà il ter­
minale positivo del condensa­
tore. Sarebbe più comodo uti­
Condensatore elettrolitico smontato, si può vedere l'arrotolamento interno. lizzare condensatori polarizzati,

1 TEORIA: Il condensatore
Teoria 8
Il condensatore

L'economia
Per ragioni di economia si deve
usare il condensatore più eco­
nomico, sempre che sia adat­
to ai requisiti del circuito. Può
capitare che in un circuito si
debbano inserire 20 conden­
satori, ma che solo uno di
questi debba avere grande
stabilità alla temperatura,
mentre per gli altri è ammesso
un certo margine. In tal caso,
questo condensatore può es­
sere scelto fra uno di mica o
ceramico NPO, tuttavia gli altri
possono essere elettrolitici o
di poliestere di uso corrente.
Condensatore multistrato. Alcuni fabbricanti usano questa tecnologia per costruire Questi due ultimi tipi, insieme
condensatori con dielettrico in plastica. 1 dielettrico, 2 piastre conduttrici. a quelli ceramici, per valori
molto bassi di capacità, sono i
per esempio elettrolitici in allu­ variazione della capacità con la più economici.
minio e di tantalio, che hanno il temperatura; pensiamo all'ac­
vantaggio di avere una capa­ censione elettronica dell'auto­ Condensatori
cità molto elevata in un volume mobile, che deve funzionare a di plastica
molto ridotto, il che è impossi­ qualunque temperatura fra
bile da raggiungere con i con­ 70°C e -30°C. Se qualche ele­ In questa classifica si trovano
densatori non polarizzati con­ mento fondamentale dipende moltissimi condensatori con
venzionali. È possibile fabbrica­ da un valore di capacità, que­ dielettrico di stiroflex, policar-
re condensatori elettrolitici non sta non può subire grandi va­ bonato, teflon, poliestere ec­
polarizzati, ma le loro dimen­ riazioni ai cambi di temperatu­ cetera. Vengono sviluppate
sioni aumentano considerevol­ ra. Che cosa penseremmo se la continuamente nuove tecno­
mente e in elettronica non so­ nostra radio perdesse la sinto­ logie che danno impulso alla
no più usati. nia con l'aumento della tem­ fabbricazione di un modello o
peratura? di un altro. Fra qualche anno i
Dielettrico
Il materiale non conduttore che
si mette fra le piastre di un con­
densatore ha il nome di dielet­
trico. Le caratteristiche del die­
lettrico definiscono in gran mi­
sura quelle del condensatore.
Se il dielettrico è molto resi­
stente alla perforazione, si può
aumentare la tensione massi­
ma di utilizzo, se è sufficiente
con uno spessore molto picco­
lo si potrà aumentare la capa­
cità. Queste caratteristiche
però non sono le uniche di cui
dobbiamo tener conto. Una di / condensatori ceramici
queste, molto importante, è la consistono in un pezzo di ceramica metallizzata su entrambe le facce.

TEORIA: Il condensatore 8
I
Teoria
Il condensatore

condensatori di stiroflex si uti­


lizzeranno molto diffusamen­
te in circuiti di aita frequenza. ■o p
C1 C2 caj- C4
„CT
Condensatori
di mica
Hanno un prezzo elevato, un
buon comportamento in alta
T T TJ ■o ó

frequenza, sono molto stabili in


capacità; qualche anno fa non
potevano negli stadi a radiofre­
quenza e sono tuttora utilizzati.
CT = C1 + C2 + C3 + C4
La loro tensione di rottura è mol­
to elevata; si usano anche come La capacità di vari condensatori collegati in parallelo è la somma delle capacità degli stessi
protezione alle alte tensioni.
dove si usano di solito quelli chia­ cità risultante è uguale alla som­
Condensatori mati "trimmer", di piccola di­ ma aritmetica delle capacità dei
di ceramica mensione, e i condensatori di sin­ condensatori che formano il
tonia dei ricevitori convenzionali. gruppo.
Comprendono una grande va­ Sono formati da due piastre po­ Questo tipo di disposizione è
rietà di tipi e forse sono quelli ste una di fronte all'altra, una di abbastanza frequente in con­
che si sono sviluppati maggior­ queste è mobile e muovendosi densatori disaccoppiati di ali­
mente. Questi condensatori varia la superficie contrapposta mentazione, dove si combinano
sopportano tensioni elevate, fra le piastre e quindi la capacità. vari condensatori per approfitta­
hanno una dimensione molto Questo tipo di condensatori si uti­ re dei vantaggi degli uni e degli
ridotta. Bisogna dar risalto ai lizza sempre meno, specialmente altri. La tensione massima di uti­
modelli NPO, cioè di coefficien­ dalla comparsa dei diodi varicap, lizzazione sarà quella del con­
te di temperatura zero, vale a che come vedremo più avanti, densatore che abbia la tensione
dire che la loro capacità varia cambiano la loro capacità interna di lavoro più bassa, anche se,
con minimi incrementi di tem­ al variare della corrente che li at­ entro il margine di utilizzazione,
peratura. traversa. si possono combinare diversi tipi
di condensatori con differenti
Condensatori Capacità in tensioni di lavoro.
variabili a aria parallelo
Capacità in serie
Questi condensatori sono utili per Quando si collegano vari con­
le riparazioni di radiofrequenza, densatori in parallelo, la capa- È un tipo di collegamento che si
usa poco, ma conviene comun­
C1 C2 C3 C4 que sapere quale risultato offre.
—ir —Il —il ■o
Se colleghiamo in serie due
condensatori uguali, la capacità

CT
Y del condensatore risultante è la
metà di quella di uno di essi.
Tuttavia, benché teoricamente
sopportino una tensione dop­
II—
o----- ■O pia, non è possibile garantire
che la ripartizione di tensione
1_ = —+ -L+ J-+ 1 sia la stessa per entrambi i con­
CT C1 C2 C3 C4 densatori. Perciò non è racco­
mandabile usare questo colle­
Condensatori in serie. L'inverso della capacità totale gamento per ottenere maggio­
è uguale alla somma degli inversi delle capacità individuali. ri tensioni di utilizzazione.

8 TEORIA: Il condensatore
Teoria 9
L'amplificatore operazionale
Questi circuiti si utilizzarono all'inizio per realizzare
operazioni matematiche in calcolatori analogici.
e chiedessimo a un inge­
gnere elettronico qual è
l'elemento più importan­
te, più utilizzato o più utile fra
quelli che esistono attualmen­
te, al di fuori evidentemente di
quelli di base come resistenza, T- Vbat+
condensatore e transistor, pro­
babilmente risponderebbe che
VA- s
-o
sono gli amplificatori operazio­
nali. VBo
Lo sviluppo di questo tipo di vo
amplificatori durante gli anni T- Vbat-
Sessanta, insieme alla grande
avanzata della tecnologia nella
fabbricazione dei circuiti inte­
grati, ha ottenuto che, attual­
mente, abbiamo amplificatori
1
operazionali con un gran mar­
gine di affidabilità, compatti e
di facile utilizzo. L'amplificatore operazionale, A.O.,
è alimentato normalmente da due tensioni simmetriche.
La storia
benché non somigliassero per Hanno un ampio margine di
I primi amplificatori operazio­ niente ai calcolatori attuali. tensione di alimentazione ed
nali erano fabbricati con com­ Con la comparsa del transi­ esistono una grande quantità
ponenti discreti, valvole a vuo­ stor si realizzarono alcuni appa­ di modelli diversi utilizzati per
to, e si usavano nei calcolatori recchi di dimensione più ridot­ varie applicazioni; cionono­
analogici; avevano una dimen­ ta, finché arrivò la rivoluzione stante, con i modelli di uso più
sione considerevole e il loro uso più importante con il circuito frequente, e pertanto più eco­
era limitato agli esperti in ma­ integrato mA702 di Fairchild, nomici, si risolvono quasi tutti i
teria. di aspetto e caratteristiche circuiti.
Questi calcolatori potevano principali molto simili agli A.O.
realizzare operazioni matema­ attuali. A parte il fatto che i cal­ L'amplificatore
tiche di una certa complessità, colatori analogici non sono più differenziale
usati e fanno
parte della sto­ Per comprendere il funziona­
ria, l'amplifica­ mento di un amplificatore ope­
tore operazio­ razionale bisogna descrivere
VA" + nale si utilizza prima quello di un amplificato-
S in moltissime re differenziale.
A -o
applicazioni, La sua principale funzione è
VB? poiché le sue di amplificare la differenza fra
vo caratteristiche, due segnali applicati ad ognu­
specialmente na delle sue entrate. Si potreb­
vo= A(Va-Vb) la facilità a cal­ be applicare la seguente for­

11 1 colare il suo
guadagno, lo
rendono ido­
neo per realiz­
zare progetti
mula:

Vo = A(Va - Vb)

dove Va e Vb sono le tensioni


L'amplificatore differenziale con rapidità e esistenti in ognuna delle entra­
è la base dell'amplificatore operazionale. sicurezza. te e Vo è la tensione all'uscita

TEORIA: L'amplificatore operazionale 9


Teoria 9
L'amplificatore operazionale

Amplificatore operazionale Amplificatore invertitore


configurato come amplificatore non invertitore. costruito con un amplificatore operazionale.

dell'amplificatore. Nel caso in diversi, ma con qualche com­ L'A.0.


cui il segnale applicato a en­ ponente comune, questi ultimi
trambe le entrate sia esatta­ saranno eliminati o attenuati. L'amplificatore operazionale si
mente uguale, l'uscita sarebbe La lettera A indica il guada­ rappresenta con A.O. e il suo
nulla. Tuttavia, se sono segnali gno o il fattore di amplificazione. simbolo nei circuiti è un trian-

Gli amplificatori operazionali sono componenti di uso abituale in una gran quantità di circuiti.

9 TEORIA: L'amplificatore operazionale


Teoria 10
L'amplificatore operazionale

nale e applichiamo una tensio­


ne leggermente superiore al­
l'altra, questa sarà quella che
determina se l'uscita è positiva
OFFSET 1] [8 o negativa, avvicinandosi al
massimo di alimentazione, po­

Iv
sitiva o negativa, supposto che

V-2 il [7Vcut
gli A.O. funzionino con alimen­
tazione simmetrica.
Se la tensione applicata al­
l'entrata non invertitore è leg­
germente superiore a quella in­
V+3 6 OUTPUT vertitore, quello che succede è
che l'uscita è praticamente la
tensione di alimentazione posi­

"Vdc «I LM741
[5 OFFSET tiva. Tuttavia, se l'entrata inver­
titore è di maggior livello, an­
che l'uscita si avvicina al limite
di tensione della fonte di ali­
mentazione, però in questo ca­
so a quella negativa. Questo
Distribuzione dei terminali del circuito integrato 741. sembra problematico, perché
una piccola differenza di tensio­
golo dal quale escono tre termi­ Caratteristiche ne può far sì che la tensione di
nali come minimo. Questo non uscita passi da un livello molto
vuole dire che un amplificatore L'amplificatore operazionale alto a uno molto basso, 0 vice­
operazionale ha solo tre con­ ideale ha guadagno infinito. In versa.
nessioni, ma che i suoi tre se­ realtà non è così, ma è molto Questo problema si risolve
gnali principali (due per l'entra­ elevato, in tal modo, se alimen­ aggiungendo delle resistenze di
ta e uno per l'uscita) sono quel­ tiamo l'amplificatore operazio­ controreazione al circuito, il che
li che si rappresentano.
Oltre a questi terminali
principali, quello di collega­
mento di un amplificatore ope­
razionale può anche avere ter­
minali di compensazione per la
risposta in frequenza e una re­
te di compensazione per la
tensione continua che può es­
sere presente all'entrata 0 al­
l'uscita e, naturalmente, i ter­
minali di alimentazione. I ter­
minali di entrata dell'amplifica ­
tore operazionale sono diffe­
renti fra loro. Uno di essi corri­
sponde all'entrata invertitore e
si indica con il segno e l'al­
tro, segnalato con " + ", corri­
sponde all'entrata non inverti­
tore. Questa denominazione si
riferisce all'inversione di segno
che l'uscita ha rispetto all'en­
trata. Il circuito 741 è un classico nell'elettronica.

TEORIA: L'amplificatore operazionale 10 ■


Teoria 10
L'amplificatore operazionale

ci permette di controllare il gua­ La resistenza Re ha


dagno dello stesso. poca importanza nel
funzionamento, di
Amplificatore solito si utilizza un
invertitore 1 14
A A:
valore vicino al paral­
lelo delle altre due.
Questo circuito utilizza come
entrata quella invertitore del­ Amplificatore 2 13
l'amplificatore operazionale. La non
resistenza di rialimentazione, invertitore
rappresentata nel nostro sche­
ma con Rb, è collegata fra l'u­ Anche questo ampli­
3} 12
scita e l'entrata invertitore; il ficatore è controrea­
-Vcc 4] LM324 [11 GND
suo compito è rialimentare par­ zionato, ma non in­
te del segnale dall'uscita all'en­ verte la polarità del
trata. Benché supponiamo che segnale di entrata.
il guadagno dell'A.O. sia infini­ La resistenza di con­
to, il circuito completo ha un troreazione è Re, e il 5 10
guadagno perfettamente con­ suo guadagno si
trollato dai valori delle resisten­ controlla perfetta­
ze Ra e Rb, essendo il valore di mente. In questo ca­ 6 9
questo guadagno compreso fra so il guadagno si cal­
la resistenza Rb e la Ra. cola dividendo il va­
Il segno (-) indica inversione lore della resistenza 7 8
di polarità, cioè se il segnale ap­ Re per quello della
plicato all'entrata è positivo, al­ resistenza Rb e ag­
l'uscita ci sarà un segnale nega­ giungendo un'unità
tivo, ma amplificato o vicever­ al risultato. Anche
sa. Se è un segnale alternato questo circuito è
l'inversione si noterà appena. molto utilizzato. Distribuzione dei terminali di un circuito integrato 324.

Incapsulati e
presentazione
Le presentazioni più
comuni sono la cap­
07 sula di plastica DIL-8,
che ha uno o due
amplificatori al suo
1 interno, e la capsula
DIL-14 di solito usata
per circuiti integra­

p ti che contengono
quattro A.O. al loro
interno.
Ci sono molti tipi di
capsule: metalliche,
- ceramiche e anche
SMD, cioè per mon­
taggio superficiale,
ma il loro uso è più
Il circuito integrato 324 contiene quattro amplificatori operazionali nel suo interno e si può indicato nel campo
utilizzare con alimentazione asimmetrica. professionale.

10 TEORIA: L'amplificatore operazionale


Teoria 11
L'altoparlante dinamico
Attualmente, l'altoparlante dinamico è il più utilizzato
per la conversione dei segnali elettrici in suono.
^altoparlante dinamico è toparlante, lasciando la possi­
un trasduttore che con- bilità alla bobina mobile di
l W: verte l'energia elettrica muoversi al suo interno.
ricevuta da una coppia di cavi
in energia meccanica che muo­ La carcassa
ve le particelle d'aria e genera
il suono. L'altoparlante consi­ La carcassa è una intelaiatura
ste di una bobina unita a un che supporta tutte le parti
cono rigido; la bobina, essen­ componenti l'altoparlante. De­
do collocata all'interno di un ve essere rigida, così da sop­
campo magnetico, quando portare il magnete e le sue
viene attraversata dalla corren­ estremità polari, l'anello elasti­
te si muove. Se la corrente co, l'anello di centratura e i
contiene l"'informazione del contatti di connessione; si uti­
suono" ed è sufficiente a spo­ lizza, inoltre, per fissare l'alto­
stare il cono, viene generato il parlante alla cassa in cui lo si
suono. vuole installare.

Circuito magnetico Bobina mobile


Il campo magnetico si origina Essa consta di varie spire di ra­
grazie a un magnete perma­ me avvolte su un supporto di
nente formato da materiali cartone avente la medesima
magnetici ad alta efficienza forma del traferro: è una super­
che formano il circuito magne­ Parti principali di un altoparlante ficie cilindrica quasi perfetta. Le
tico. La parte non chiusa del 1 - Anello elastico. 2 - Cono. spire di rame sono avvicinate
circuito magnetico si chiama 3 - Magnete. per occupare meno spazio. Le
traferro ed è molto stretta. 4 - Estremità polari del magnete. estremità della bobina sono
Tanto più è stretta, tanto mag­ 5 - Carcassa. 6 - Bobina mobile. collegate a due speciali cavi
giore sarà il rendimento dell'al- 7 - Anello di centratura. estremamente flessibili che si
passano per il cono per
poi essere saldati ai
contatti della carcassa. I
cavi sono fatti in un
modo particolare per
evitare che si rompano,
essendo sottoposti a
una continua vibrazio­
ne. La bobina si sposta
all'interno del traferro,
ma non può toccarne le
pareti, perché se si veri­
ficasse questa eventua­
lità, si produrrebbe un
rumore molesto e l'alto­
parlante sarebbe inser­
vibile. Quando si appli­
ca più potenza di quella
consigliata all'altopar­
lante, si verifica un'ava­
ria tipica e il supporto
della bobina si deforma
Esiste una grande varietà di modelli e di dimensioni negli altoparlanti dinamici. per surriscaldamento, o

TEORIA; L'altoparlante dinamico fl


Teoria 11
L'altoparlante dinamico

Lo spostamento del cono


dell'altoparlante genera le onde sonore.

so, inoltre, impedisce che la


polvere penetri nella stretta se­
parazione tra la bobina e il tra­
ferro: quest'ultima sarebbe no­
civa all'altoparlante.

All'esterno della cassa, o sul magnete, sono riportate le principali caratteristiche Casse acustiche
dell'altoparlante: impedenza e potenza.
Se a un altoparlante in aria libe­
si separano le spire e toccano le sono maggiori. All'estremità in­ ra, cioè non posto su nessun
pareti del traferro. feriore del cono, chiudendo la pannello o in nessuna cassa,
bobina con la sua parte interna applichiamo un segnale elettri­
Anello di centratura e occupando esattamente il co contenente un'informazio­
centro dell'altoparlante, c'è un ne sonora, il suo cono vibra in
All'interno del traferro, la bobi- coperchio che chiude lo spazio maniera tale da produrre
na mobile può mantenersi la interno della bobina e si muove un'onda sonora. Ma, oltre a
propria centratura rispetto al unitamente al cono che, spo­ muovere l'aria davanti al cono,
traferro grazie a un anello che standosi, produce il suono. Es- muove simmetricamente anche
può avere forme diverse a se­
conda del tipo di altoparlante.
L'anello è difficilmente visibile
dato che è posto sotto il cono;
deve essere fatto con materiale
plastico, così da consentire lo
spostamento verticale, ma non
laterale, del cono.

Anello elastico
II cono dell'altoparlante si adat­
ta con la sua parte più stretta
all'anello di centratura, e con
quella più larga all'anello elasti­
co, che mantiene il cono cen­
trato, anche se ne deve per­
mettere il movimento. Alle fre­
quenze minori, gli spostamenti Altoparlante smontato: vediamo la bobina mobile, il cono e l'anello di centratura.

11 TEORIA: L'altoparlante dinamico


Teoria 12
L'altoparlante dinamico

che il suono è molto acuto.


Basta coprire nuovamente la
sua parte posteriore con una
latta o con un contenitore
qualsiasi e il suono migliora
visibilmente, rendendo più
udibili anche le frequenze più
basse.

I bassi
Anche se utilizziamo un alto­
parlante per bassi, chiamato
Woofer, il suono riprodotto
non sarà ottimale, a meno di
non utilizzare una cassa acusti­
ca, o baffle, perché sebbene
Il magnete è dietro la carcassa, in alcuni casi può essere ricoperto. Alla carcassa l'altoparlante riproduce egre­
vanno fissati i terminali di connessione. giamente le frequenze basse,
l'onda frontale e quella poste­
l'aria dietro producendo un'on­ Esperimento riore si eliminano tra loro. Que­
da sonora frontale e un'onda sti altoparlanti sono di grandi
sonora posteriore dello stesso Se scegliamo un piccolo alto­ dimensioni. Solitamente, le di­
valore. Le onde, che hanno dif­ parlante, approssimativamen­ mensioni di un altoparlante so­
ferenti fasi e possono arrivare a te di 5 cm di diametro, gli col­ no multipli di pollice, dove il
cancellarsi o a sommarsi, dopo leghiamo un cavo e lo eccitia­ pollice è approssimativamente
vari "rimbalzi" giungono all'o­ mo con l'uscita di un ricevitore di 25,4 millimetri. Gli altopar­
recchio con ritardi differenti. Il di una radio portatile o di un lanti per bassi hanno solita­
suono emesso.da un altopar­ Walkman, ci rendiamo conto mente 6 pollici di diametro.
lante in aria libera, anche se è
un altoparlante per toni bassi, è
strano: ci si può facilmente ac­
corgere a orecchio che manca­
no le frequenze basse, benché
il segnale elettrico le generi.

La bobina mobile si sposta Anche la carcassa supporta le estremità polari del magnete;
all'interno del traferro quando viene il circuito magnetico ne risulta interrotto da una stretta fessura
eccitata da un segnale. che si chiama traferro.

TEORIA: L'altoparlante dinamico 12


Teoria 12
L'altoparlante dinamico

della membrana dell'altopar­


lante, essendo compressa dal­
l'aria, si frena. Gli altoparlanti
per questo tipo di baffle si rom­
pono se si utilizzano in baffles
non ermetici.
C'è anche un altro tipo di
cassa aperta, in cui l'onda po­

o
steriore viene fatta viaggiare
attraverso un labirinto, cosic­
ché quando esce dal pannello
frontale si somma all'onda
frontale. Questo tipo di baffle,
però, è più complesso da un
punto di vista progettuale, ma
consente di sfruttare maggior­
mente la potenza acustica ge­
nerata dall'altoparlante.

Gli acuti
L'altoparlante ha bisogno di una cassa acustica per evitare che l'onda anteriore Generalmente gli altoparlanti
e quella posteriore si elidano. che riproducono note acute
hanno dimensioni ridotte e, per
Il baffle non possano mai incontrarsi e, generare un buon suono, non
quindi, cancellarsi; tuttavia hanno bisogno di una cassa
È il nome che viene dato alle questa soluzione non risulta acustica. Gli altoparlanti cor­
casse acustiche. La prima solu­ pratica. Esistono due tipi di baf- renti solitamente abbracciano
zione al problema consiste nel fle: uno è quello ermetico, in tutta la gamma audio, anche se
situare l'altoparlante in modo cui la cassa risulta compieta- di solito non riescono a ripro­
che dietro ci sia una parete in­ mente chiusa e gli altoparlanti durre bene le frequenze più
finita, in maniera tale che l'on­ stanno in sospensione pneu­ acute e più basse. Di norma si
da posteriore e quella frontale matica; nell'altro, il movimento combinano altoparlanti di di­
verso tipo in modo da ripro­
durre al meglio tutta la gamma
di frequenze audio.

Per riprodurre le note basse,


si ha bisogno di una cassa acustica
L'effetto di questa semplicissima cassa acustica si percepisce facilmente adeguata
anche senza un'esperienza specifica. all'altoparlante utilizzato.

12 TEORIA: L'altoparlante dinamico


Teoria 13
I potenziometri
Un modo per conoscere il valore di una resistenza
da misurare.
■ circuiti devono rispettare sia diversità esistente tra i modelli
I le normative tecniche sia
I quelle amministrative, tutta­
via la tolleranza dei componen­
ti può provocare delle anomalie
dei potenziometri si deve alla
loro notevole quantità di appli­
cazioni.
1
concernenti i dati che ci si po­ Definizione Ra
trebbero aspettare dalle previ­
sioni teoriche. D'altra parte, sal­ Il potenziometro è una resisten­
R
vo eccezioni, non è produttivo za i cui estremi si collegano ai re­
o2
utilizzare per la fabbricazione lativi terminali, che dispone di
componenti che rispecchino un terzo terminale, il quale può
esattamente i valori del proget­ venire collegato a qualsiasi pun­
to. Di maggiore praticità, non­ to intermedio, è mobile e si chia­ 3
ché economico, è l'utilizzo di ma cursore. Si può dire che un /potenziometrisono dotati,
componenti che, anche se di potenziometro altro non è se come minimo, di tre terminali: due
buona qualità, hanno una tolle­ non l'insieme di due resistenze corrispondono agli estremi della
ranza conosciuta definita ri­ collegate in serie, Ra + Rb, in cui resistenza, mentre il terzo è collegato, a
spetto ai propri valori. I poten­ il loro punto di unione è la con­ seconda della posizione del cursore,
ziometri sono estremamente nessione del cursore, o termina­ in un punto intermedio tra gli estremi.
utili per la regolazione di circui­ le centrale del potenziometro.
ti elettronici. Può succedere che Una delle applicazioni più im­ e Rb è la resistenza tra un estre­
nel corso del normale funziona­ portanti del potenziometro è il mo e il cursore, precisamente tra
mento di un circuito, si vogliano suo utilizzo come divisore di ten­ l'estremo e il cursore in cui si mi­
cambiare uno o più parametri: sione, di modo che la tensione sura Vs.
in questo caso, ad esempio nel di uscita Vs e la tensione d'en­
comando del volume di uno trata Ve siano in relazione fra lo­ Potenziometri
stadio amplificatore audio, è ro come nella seguente formula: a pannello
necessario variare con una certa Vs = Ve*Rb/R, dove R è la resi­
frequenza questi parametri. La stenza totale del potenziometro I potenziometri a pannello sono
posti, in genere, sul pannello
frontale dei gruppi, il loro asse

Ja
ne fuoriesce e ha il compito di
consentire una comoda manipo­
lazione. Hanno una carcassa fi­
lettata che facilita il loro inseri­
mento nell'apparecchiatura e
sono fissati per mezzo di un da­
do e di una rondella dentata, co­
sì da evitare che per effetto del
movimento assiale possano ruo­
tare su se stessi. Una delle loro
caratteristiche più importanti è
che devono sopportare tantissi­
me manipolazioni senza che il
loro funzionamento ne soffra.
Tutti i loro elementi meccanici
devono essere robusti, il mate­
riale resistivo e il cursore che vi
scorre sopra devono essere mol­
to resistenti alle eventuali rigatu­
/ potenziometri a pannello vengono utilizzati per controllare una serie di re per evitare che si logorino tra
parametri all'interno degli apparati. L'asse di comando viene poi tagliato su misura di loro a causa dell'attrito e della
della manopola impiegata. polvere.

TEORIA: I potenziometri 13
I
Teoria 13
I potenziometri

essere isolato da esso; deve di­


sporre di un dispositivo che, an­
che se consente di farlo girare
dolcemente, lo mantiene in po­
sizione corretta sotto la carcassa,
per evitare che si muova. Nor­
malmente questo dispositivo è
una rondella di gomma trattata
con lubrificante la quale impedi­
sce che la sporcizia penetri attra­
verso l'asse all'interno del grup­
po. Possono esserci diversi tipi di
assi, ma i più comuni sono di
metallo o di plastica, che viene
poi tagliato a seconda della posi­
zione in cui viene inserito e a se­
conda della manopola utilizzata.

Il valore nominale
Potenziometro a pannello: parti che lo compongono. Il dato del potenziometro che
viene fornito è il suo valore no­
Il cursore, per mantenere il così la potenza erogata agli al­ minale, è, cioè, il valore della re­
contatto con la resistenza e con toparlanti. sistenza misurata tra i contatti
la parte interna del contatto estremi. I valori più utilizzati so­
centrale, deve avere una molla Gli assi no multipli di 1, di 2,2 o di 4,7
e, infine, deve essere chiuso per ma si può usare anche un altro
evitare che polvere o sporco si I potenziometri più usati sono tipo che ha multipli di 1, di 2,5 e
accumulino all'interno e si inter­ rotativi: hanno un'escursione di di 5. Sono i valori che si possono
pongano tra il contatto scorre­ circa 270°. L'asse viene impiega­ incontrare facilmente nelle liste
vole e la pista di materiale resisti­ to per azionare il cursore e deve dei componenti.
vo.
I potenziometri vengono
comunemente utilizzati come
comando del volume degli am­
plificatori audio, per dividere la
tensione che il preamplificatore
eroga, applicando così sola­
mente una parte di segnale allo
stadio di potenza regolando

i Vs =
Ve R3
rRA R
VE R
-o-----
}Rb
Vs
T
L'utilizzo come divisore di tensione è una La resistenza e il cursore che vi scorre sopra,
delle applicazioni del potenziometro. collegato al terminale centrale, sono i principali componenti del potenziometro.

13 TEORIA: I potenziometri
Teoria 14
I potenziometri

Potenziometro doppio. In realtà si tratta


di due potenziometri i cui cursori
vengono azionati simultaneamente.
<i>
Potenziometri Il potenziometro semifisso ha la funzione di quello a pannello; è necessario, però,
semifissi impiegare un utensile per spostarne il cursore.

I potenziometri semifissi vengo­ ni. Sono di dimensioni ridotte e, comando di volume di entram­
no inseriti all'interno dei circuiti in genere, i loro terminali si inse­ bi gli amplificatori.
e vengono normalmente utiliz­ riscono nei circuiti stampati, an­ Esistono sistemi elettronici
zati per la taratura; effettuata ta­ che se esiste una notevole va­ che, con un solo potenziome­
le operazione, si fissa solitamen­ rietà di modelli con terminali di tro, consentono il controllo si­
te il cursore con una goccia di connessione per montaggi di su­ multaneo di vari canali. Fino a
cera, o di smalto, per evitare che perficie. pochi anni fa veniva utilizzato
la regolazione appena eseguita un unico comando per ogni ca­
cambi valore. Da un punto di vi­ Potenziometri doppi nale e sono ancora molti i cir­
sta meccanico non sono molto cuiti che usano questo sistema.
resistenti, anche se devono esse­ In alcuni apparati, come negli Il potenziometro doppio consi­
re in grado di sopportare alme­ amplificatori stereo, è necessa­ ste di due potenziometri indi­
no una ventina di manipolazio- rio agire simultaneamente sul pendenti azionati da un asse
comune.

Potenziometri
multigiro
Questo tipo di potenziometro si
utilizza quando è necessario po­
sizionare il cursore con molta
precisione e molto lentamente
in modo da portare a termine
una regolazione precisa. Ha una
grande qualità meccanica, con
una riduzione mediante una vite
senza fine, la quale compie, soli­
tamente 10 o 20 giri di asse pri­
ma che il cursore percorra tutta
la resistenza.

Potenziometri lineari
I potenziometri semifissi sono utilissimi per la taratura dei circuiti,
perché consentono una variazione continua all'interno di un determinato I potenziometri vengono classifi­
margine della resistenza. cati a seconda del modo con cui,

TEORIA: I potenziometri 14 |
Teoria 14
I potenziometri

una costante che dipende dal ti­


po di materiale utilizzato per co­
struire la resistenza e B è la per­
centuale di spostamento del cur­
sore. Lasciamo la formula agli ap­
passionati di matematica: la cosa
più importante è che, in questo
tipo di potenziometro, la resi­
stenza aumenta molto rapida­
mente all'inizio del giro del co­
mando, mentre alla fine lo fa
molto lentamente. Quando il
cursore è circa al centro del suo
percorso, si può misurare appros­
simativamente un 80% della re­
Se è necessaria una notevole precisione di regolazione, si utilizzano dispositivi
sistenza. Esiste anche una legge
multigiro che permettono un controllo molto preciso del movimento del cursore. di variazione logaritmica negativa
che ha l'effetto contrario: all'ini­
muovendo il cursore, variano la centuale, del contatto del curso­ zio del giro, cioè, le variazioni del­
propria resistenza. Se la variazio­ re rispetto alla sua iniziale posi­ la resistenza sono molto lente. La
ne è lineare si può utilizzare la zione. sua formula è la seguente: R =
seguente formula: R = RN*a/b, invlog(B/A) + 1. Questi potenzio­
dove R è la resistenza del curso­ Potenziometri metri sono, generalmente, quasi
re tra il contatto del cursore e logaritmici tutti da pannello e vengono im­
l'estremo della resistenza zero, piegati nelle applicazioni audio
RN è la resistenza nominale, 'b' Non tutti i potenziometri hanno per compensare la risposta fisio­
è il giro massimo del cursore, una legge di variazione lineare; logica dell'orecchio umano, che
che normalmente è una cifra in­ quelli che hanno una legge di va­ non è lineare.
torno ai 270°, e 'a' è l'angolo riazione logaritmica
percorso per arrivare alla sud­ positiva hanno una
detta posizione. Anche la se­ resistenza, in ciascun
guente formula viene utilizzata punto, data dalla se­
in percentuale: R = RN*A/100, guente formula: R = a
dove A è l'avanzamento, in per- log(B + 1), dove 'a' è

Curve di variazione della resistenza in


funzione dello spostamento del cursore.
A - Potenziometro lineare
B - Legge della variazione logaritmica
negativa.
C - Legge della variazione logaritmica
positiva.
/ potenziometri a movimento lineare vengono utilizzati D - Legge della variazione bilogaritmica.
principalmente nei mixer. Questo modello è difficilmente reperibile.

14 TEORIA: I potenziometri
Teoria 15
La potenza elettrica
La potenza inutilizzata si converte in calore.

■ circuiti elettrici assorbono


i energia e ne erogano una
parte; la rimanente energia
si converte in calore. Ci si av­
vantaggia di sempre maggior
energia e le apparecchiature
generano sempre meno calo­
re, tuttavia, il calore prodotto,
che sia poco o molto, deve es­
sere dissipato per evitare che
la temperatura dei componen­
ti aumenti e pregiudichi il fun­
zionamento dell'apparecchia­
tura oppure provochi qualche
guasto.

Potenza consumata
La potenza consumata da un
componente di un circuito si
calcola moltiplicando la cor­
rente che circola attraverso lo
stesso componente per la ten­
sione misurata tra i suoi termi­
nali: P = V x I, dove P è la po­ L'inserimento dei radiatori facilita la dissipazione del calore.
tenza, V la tensione e I l'inten­
sità. Perché i calcoli siano cor­ Unità potenza consumata che, nor­
retti, la tensione verrà espres­ malmente, si trasforma in ca­
sa in Volt, mentre la corrente L'unità della potenza è il Watt, lore; ad esempio in una resi­
verrà espressa in Ampère; il ri­ che si rappresenta con la lette­ stenza attraverso la quale cir­
sultato sarà in Watt. ra W. Questa unità esprime la cola una corrente di 1 A, dato
che la differenza di potenziale
tra i suoi terminali è di 1 Volt
la potenza dissipata sarà di 1
Watt. L'utilizzo di multipli e
sottomultipli è molto usuale;
tra i più utilizzati c'è il kW,
cioè 1.000 mW. In elettronica,
però, si è soliti lavorare unità
più ridotte; il milliWatt, mW, è
la millesima parte di 1 Watt.

Formule
Se partiamo dalla formula del­
la potenza, P = V x I, e utiliz­
ziamo la legge di Ohm, V = I x
P, possiamo sostituire la V del­
la prima formula ottenendo
così: P = (I x R) x I = I2 x R. Se ri­
petiamo l'operazione, ma so­
stituendo ora la I con la V si
Microprocessore con dissipatore di calore e ventilatore. ottiene: P = V x (V/R) = V7R.

TEORIA: La potenza elettrica 15


Teoria 15
La potenza elettrica

o Ri

V
0* V
V-L+

P =|2 R P =
v?
P = |2(R1+R2)
R
Calcolo della potenza consumata in una resistenza. Potenza consumata in due resistenze collegate In serie.

Temperatura nera l'aumento di temperatura Legge di Joule


nel componente, mentre l'altra
Se un qualunque corpo, un'ap­ la dissipa nell'ambiente circo­ La quantità di calore Q, espres­
parecchiatura o un singolo stante. Quest'ultima parte è sa in calorie, che si produce in
componente per esempio, non minore rispetto alla prima, per­ una resistenza attraversata da
è in grado di dissipare tutta la ché il componente è a tempe­ una corrente I, durante un pe­
potenza ricevuta, parte di que­ ratura ambiente, ma mentre si riodo di tempo t, espresso in
sta si trasformerà in calore pro­ riscalda, aumenta il passaggio secondi, è la seguente: Q = R x
ducendo un ulteriore aumento del calore dalla zona più calda I2 x t x 0,24.
di temperatura. - il componente - a quella me­ Questa espressione è la leg­
Questo aumento, a sua vol­ no calda - l'ambiente. ge di Joule.
ta, genera un ulteriore aumen­
to di corrente che favorisce un
nuovo aumento di calore e
quindi se non si riesce a dissi­
parlo in maniera sufficiente-
mente rapida, si può produrre
un eccesso di temperatura che
può causare danni molte volte
irreversibili nell'apparecchiatu­
ra o nel singolo componente.

Il dissipatore
In elettronica uno dei modi più
usuali per dissipare calore è l'uti­
lizzo di un radiatore di calore,
che, in pratica, consiste in un
pezzo di metallo che si avvita al
componente per assorbirne il ca­
lore e disperderlo nell'ambiente.
I radiatori hanno solitamente
una grande superficie di dissipa­
zione. Il calore prodotto può es­ Molte apparecchiature dispongono
sere diviso in due parti; una ge­ di ventilatori al fine di forzare l'uscita dell'aria calda all'esterno.

15 TEORIA: La potenza elettrica


Teoria 16
La potenza elettrica

□ A, PR
H

V2
p = +
Ri R

Calcolo della potenza


consumata in due resistenze
collegate in parallelo.

Se una resistenza assorbe più potenza di quanta ne possa dissipare,


sicuramente si brucerà.

Calcoli sipano, normalmente, 1/4 W, valore ohmico, anche della po­


cioè 250 mW e raramente si tenza che dissiperà e della tem­
Quando si progetta un circuito, supera questa potenza. Quan­ peratura massima ambientale
molte volte si confida nel ridot­ do si deve scegliere una resi­ in cui lavorerà l'apparecchiatu­
to consumo delle apparecchia­ stenza per un circuito, si deve ra. Quando decidiamo che la
ture; le resistenze utilizzate dis­ tener conto, oltre che del suo resistenza è una da 250 mW,
questo valore sarà dato
per una temperatura
ambientale di circa 25°;
per una temperatura
ambientale maggiore -
ad esempio di 60°, fa­
cilmente raggiungibile
d'estate all'interno del­
le automobili - non si
potrà dissipare tanta
potenza, dato che il
componente parte già
da una temperatura
molto alta. Come rego­
la pratica si raccoman­
da di non superare il
50% della potenza
massima, soprattutto se
il circuito sarà utilizzato
continuativamente.
Pertanto, con resistenze
da 250 mW, ci preoccu­
peremo di non superare
Resistenza dotata di rivestimento metallico per favorire la dissipazione del calore; i 125 mW di assorbi­
questo modello può dissipare 25 W. mento.

TEORIA: La potenza elettrica 16


Teoria 16
La potenza elettrica

potenza. Questo dato è estre­


i 2k2 mamente importante, perché
offre l'opportunità di adeguare
22mW i materiali da utilizzare. Pensia­
mo a un'apparecchiatura che

9vt 560
X LED consuma 25 A; se vogliamo
utilizzare un interruttore per
collegarla e scollegarla, esso
deve sopportare questa cor­
rente. Sarebbe uno spreco usa­
87mW re lo stesso interruttore per un

9vt X LED apparecchio che consuma sol­


tanto poco più di 10 mA.

Esempi
Esempi della potenza che due resistenze devono dissipare. Vogliamo verificare se la resi­
stenza scelta per polarizzare
Ventilatori per evitare altresì che il filtro si un diodo LED ha la giusta po­
ostruisca. tenza. La tensione della batte­
Si utilizzano per estrarre il calo­ ria è di 9 Volt e la resistenza
re, ma possono essere impiega­ La targhetta scelta è di circa 560 Q. Suppo­
ti in diversi modi. Quello più con le caratteristiche nendo che la caduta di tensio­
semplice consiste nell'immette- ne ai capi del LED sia di circa 2
re aria fredda all'interno del­ Le apparecchiature devono ri­ Volt, la resistenza avrà una ten­
l'apparecchiatura cosicché l'aria portare il loro consumo; devo­ sione di circa 9-2 Volt, cioè 7
calda esca all'esterno. L'estra­ no essere tutte dotate di una Volt. Se applichiamo la formu­
zione dell'aria calda dall'interno targhetta su cui oltre alla ten­ la P = V7R risulta P = 7 x 7/560
con la conseguente entrata nel­ sione d'utilizzo, viene indicato = 0,0875 W, e cioè 87,5 mW;
l'apparecchiatura dell'aria fred­ il consumo in Watt oppure la potremo, quindi, utilizzare una
da esterna, è un altro metodo, corrente assorbita, per permet­ resistenza da 560 Q, 1/4 W,
che viene utilizzato anche per terci facilmente di calcolarne la dato che 1/4 W sono 250 mW.
raffreddare diretta-
mente i dissipatori dei
semiconduttori.
Se apriamo un per­
sonal computer del­
l'ultima generazione,
troveremo un ventila­
tore nell'alimentatore
e un altro che ha il
compito di raffreddare
costantemente il dissi­
patore posto sul mi­
croprocessore. Nor­
malmente i ventilatori
che immettono aria
fredda all'interno delle
apparecchiature sono
dotati di un filtro per
bloccare la polvere;
devono, inoltre, essere Resistenze da 1/4 W, cioè da 250 mW.
frequentemente puliti Nei nostri esperimenti normalmente sono le più utilizzate.

16 TEORIA: La potenza elettrica


Teoria 17
Interruttori e commutatori
La potenza inutilizzata si converte in calore.

z --- li interruttori sono com­


ponenti elettromeccani-
V 1 ci: dobbiamo esaminarli
sia da un punto di vista mecca­
nico che elettrico. Sono ele­
menti importantissimi nell'am­
bito dei circuiti: un loro errato
utilizzo infatti, provoca gravi
guasti nel funzionamento delle
apparecchiature. Quando si ve­
rificano dei problemi, ciò è do­
vuto, nella maggioranza dei ca­
si, a una scelta sbagliata degli
interruttori causata anche da
un'insufficiente conoscenza
delle loro caratteristiche che ri­
sultano inadeguate all'applica­
zione voluta. Commutatori a leva in miniatura: loro componenti.

Ciclo di lavoro zioni che l'interruttore soppor­ ciamo mente locale, possiamo
ta, oltre che per quanto tempo, ricordarci qualche apparecchio
Gli interruttori, o i commutato­ è molto importante, per poter che, dopo anni di funziona­
ri, sono componenti formati da determinare il tipo di compo­ mento, aveva l'interruttore
vari pezzi assemblati insieme: nente da utilizzare. Evidente­ d'accensione difettoso, ciò era
sono quindi componenti relati­ mente, un commutatore di tipico di molti televisori degli
vamente costosi, soprattutto cambiamento di tensione o anni '60. Questi componenti si
quando si esige da essi qualità l'interruttore di un'apparec­ guastano con l'uso, non solo
e affidabilità. Conoscere il nu­ chiatura non avranno lo stesso per quanto riguarda i contatti,
mero approssimativo di opera­ numero di azionamenti. Se fac­ ma anche per quanto concerne
tutte le parti che li compongo­
no, come gli assi e le leve.

Resistenza di contatto
li contatto perfetto è solo teo­
rico, quindi impossibile da rea­
lizzare: tra due contatti esisterà
sempre, anche se piccolissima,
una resistenza. Quest'ultima
dipende da diversi fattori: dal
materiale dei contatti, dalla lo­
ro rifinitura superficiale e dalla
pressione esercitata per man­
tenerli uniti. La loro rifinitura
superficiale, oltre a garantire
una buona conduttività deve
irrobustire il materiale per evi­
tare che si guasti con l'uso;
questo è importantissimo spe­
cialmente per i componenti di
uso continuo che devono sop­
portare un gran numero di
Commutatori scorrevoli di piccole dimensioni. commutazioni. Il valore della

TEORIA: Interruttori e commutatori 17 I


Teoria 17
Interruttori e commutatori

Commutatore a leva
con due sezioni e due posizioni.

resistenza di contatto dipende Commutatore con quattro sezioni e due posizioni.


dall'applicazione. Per renderci
conto dei valori usati, pensiamo ammettono anche resistenze tamente accettabile per qual­
a una resistenza da 0,1 Q per da 10 Q, o più. In alcune tastie­ che circuito di bassissimo con­
un contatto metallico classico, re in silicone la resistenza di sumo, come potrebbe essere,
che si utilizza normalmente per contatto può arrivare a 100 Q, per esempio, quello di un tele­
gli alimentatori. Altri circuiti la qual cosa può essere perfet­ comando.

Superficie
di contatto
Se osserviamo al mi­
croscopio le superfici
di contatto tra due ma­
teriali, possiamo vede­
re alcune rugosità che
impediscono che le
due superfici combaci­
no perfettamente: en­
trano in contatto, in­
fatti, solamente alcuni
punti. La resistenza
sarà minore quante mi­
nori asperità presen­
terà la superficie. Un
altro problema è la
sporcizia, soprattutto
se si tratta di particelle
di materiale isolante
che vanno a interporsi
Interruttore d'alimentazione. tra i contatti.

17 TEORIA: Interruttori e commutatori


Teoria 18
Interruttori e commutatori

Tensione massima
Quando la tensione applicata a
un contatto è molto elevata de­
ve sopportare archi che posso­
no arrivare a bruciare i contatti
stessi, se questi ultimi non sono
stati appositamente progettati
per sopportarli.

Corrente massima
La corrente massima dipende
anch'essa dagli elementi di cui
sono composti gli interruttori
attraverso i quali circola la cor­
rente, oltre alla resistenza che
presenta il materiale con cui Commutatore rotante con una sezione e dieci posizioni.
sono stati costruiti. Se la resi­
stenza del contatto è elevata e Rimbalzi ruttore cambia rapidamente
circola molta corrente, si ge­ posizione. Un buon interrutto­
nererà una notevole quantità Il contatto deve stabilizzarsi re deve avere un dispositivo
di calore che produrrà un rapidamente e sicuramente per evitare di rimanere in posi­
grande aumento della tempe­ utilizzando qualunque tipo di zioni intermedie - in caso con­
ratura che, nella maggioranza mezzo. Se cerchiamo di chiu­ trario causerebbe il malfunzio­
dei casi, potrebbe essere una dere lentamente un interrut­ namento dell'apparecchiatura
causa della distruzione del tore a leva, vedremo che arri­ - specialmente per quanto
componente stesso. va un momento in cui l'inter- concerne i circuiti digitali. Un
contatto non sicuro aenera

Limitatore delle posizioni del commutatore. è importantissimo.

TEORIA: Interruttori e commutatori 18


L
Teoria 18
Interruttori e commutatori

Posizionamento
L'interruttore, oltre a disporre
dei meccanismi per aprire e
chiudere il circuito, deve man­
tenere i contatti in una determi­
nata posizione grazie a un mec­
canismo di posizionamento.

Azionamento
Le modalità d'azionamento più
correnti sono due, per sposta­
mento e per oscillazione. La pri­
ma, proprio come dice il suo
nome, avviene spostando un
pezzo fino a quando non si rea­
lizza la connessione.
Questo tipo di azionamento Molti modelli di interruttore, o commutatore,
ha il vantaggio di tener puliti i possiedono una spia che confermi /'avvenuta connessione del circuito.
contatti automaticamente gra­
zie allo sfregamento derivante di strisciamento che eliminava dubbio conviene consultare il
dallo spostamento. L'oscillazio­ la sporcizia e, di conseguenza, costruttore; una volta che si è
ne si ottiene facendo oscillare si può dire che non sono auto- venuti a conoscenza delle ca­
un pezzo che effettua il contat­ pulenti. Un solo interruttore ratteristiche, si possono impie­
to; logicamente, questo tipo di può avere contatti diversi per gare per far lavorare l'interrut­
contatto si guasterà in minor poter collegare in maniera indi­ tore nei suoi parametri nomina­
misura, anche se è più sensibile pendente vari circuiti. li. Si deve tenere conto del fatto
alla sporcizia. Per questo moti­ che un apparecchio lasciato al
vo si è costretti a ridurre il mo­ Temperatura sole può arrivare a superare i
vimento delle parti il più possi­ 60° C, mentre in alta monta­
bile, in questo tipo di compo­ La temperatura di lavoro è di gna, durante il periodo inverna­
nenti; manca, infatti, l'azione grande importanza e in caso di le, può giungere anche ai -20°
C, se non addirittura ai -30°
C. L'asse di un commutatore ro­
tante può bloccarsi se è stato
utilizzato un lubrificante inadat­
to e che si congela al freddo.

Umidità
Se le condizioni di umidità sono
molto importanti, si devono uti­
lizzare commutatori ermetici,
soprattutto nel caso si tratti di
apparecchiature nautiche in cui
anche il sale contribuisce a dan­
neggiare l'interruttore. Non si
devono solamente proteggere i
contatti, ma anche tutto il cor­
po dell'interruttore, o commu­
tatore, deve essere sottoposto a
Se non si utilizza l'interruttore adeguato, i contatti possono deteriorarsi. trattamenti anticorrosivi.

18 TEORIA: Interruttori e commutatori


Teoria 19
Optoelettronica
L'optoelettronica è una parte dell'elettronica che si dedica
allo studio dei dispositivi optoelettronici,
dispositivi che variano i loro parametri in funzione
della luce oppure che producono luce
quando ricevono un'adeguata eccitazione elettrica.
ra i dispositivi elettrolumi­
nosi, che emettono luce
I non incandescente, il più
famoso è il diodo LED. La deno­
minazione deriva da Light Emit-
ting Diode. I LED se sono attra­
versati nel senso corretto da
una corrente di piccola entità,
emettono luce.

Il fotodiodo
Come qualunque altro diodo
semiconduttore è un'unione
PN, con una capsula trasparen­
te per ricevere luce. I fotoni del­
la radiazione luminosa variano
le condizioni di conduttività
della suddetta unione, soprat­
tutto quando quest'ultima è
polarizzata in senso inverso.
Fotodiodo BPW34.
La cellula fotovoltaica
radiazione luminosa, tra i suoi traverso una resistenza si può
In un'unione PN, in questo caso terminali appare una tensione; misurare il passaggio di una
un fotodiodo, al ricevere una se si chiudono i terminali, at­ corrente di intensità relativa­
mente elevata. Perché ciò suc­
ceda, questo tipo di cellule de­
ve possedere una grande su­
perficie per intercettare la luce.
Normalmente, si collegano in
serie e in parallelo varie cellule
fino a ottenere la tensione e la
corrente desiderate. La corren­
te prodotta è corrente conti­
nua e per utilizzare questa
energia e portarla alla rete
elettrica si devono utilizzare gli
invertitori. L'operazione di cari­
ca delle batterie avviene con
una certa facilità.
L'energia ottenuta da que­
sto tipo di dispositivi viene chia­
mata energia fotovoltaica e
normalmente la si ottiene dal
sole. È utilissima in tutti quei
luoghi in cui ci sono molte ore
Fototransistor NPN. di sole al giorno oppure in si­

TEORIA: Optoelettronica 19 I
Teoria 19
Optoelettronica

o-
R1

INPUT

UGTH
LED 3F
% &
o

La combinazione di un elemento
fotoemettitore e di un altro fotoricevitore
è frequente nei telecomandi.

tuazioni inaccessibili o lontani


dalla rete elettrica. Solitamen­
te, la si utilizza in combinazione
con le batterie, così da imma­
gazzinare l'energia necessaria Diodo emettitore a luce infrarossa.
una volta tramontato il sole.
Questo tipo di alimentazio­ rinnovabile e non inquinante: l'unica differenza sta nel fatto
ne viene impiegata come prin­ sono i suoi vantaggi. che è stato progettato perché
cipale fonte di energia, se ec­ la luce possa facilmente illumi­
cettuiamo la propulsione delle Fototransistor narne la base, producendo il
stazioni spaziali e dei satelliti. I medesimo effetto che si pro­
suoi costi di manutenzione so­ Un fototransistor è costituito durrebbe applicando alla base
no bassi, l'energia utilizzata è come un normale transistor; la corrente elettrica: il transistor
conduce a seconda della quan­
tità di luce che incide sulla sua
base. Alcuni modelli, per facili­
tare il controllo del dispositivo,
hanno anche un terminale di
connessione della base; esisto­
no, quindi, fototransistor a due
e a tre terminali.

LED infrarosso
Questo tipo di LED è caratteriz­
zato dall'emissione di una luce
rossa, invisibile all'occhio uma­
no. Viene impiegato in tutti i
telecomandi a infrarosso, di
utilizzo comune negli hi-fi, nei
televisori, nei videoregistratori
eccetera. Possono essere deno­
minati IRED, Infrared Emitting
Diode. Sono polarizzati nello
stesso modo con cui viene po­
Se si apre un telecomando, larizzato un normale diodo LED
è facilissimo trovare il diodo emettitore a raggi infrarossi. ma, solitamente, si applicano

19 TEORIA: Optoelettronica
Teoria 20
Optoelettronica

zioni che fanno diventare opa­


co il cristallo.
Questo tipo di schermo pos­
siede l'importantissima pro­
prietà di lavorare con la luce, di
utilizzarla, anche se non la ge­
nera; più si illumina, più si ve­
de. Un LED, al contrario, se è
troppo illuminato e quindi vici­
no alla saturazione, con varia­
zioni veloci di polarità, sarà dif­
ficile capire quando è acceso e
quando è spento. Questi scher­
mi hanno bisogno di luce, sia
frontalmente sia posteriormen­
te. Questo tipo di dispositivo,
oltre al basso consumo, possie­
de il vantaggio di essere molto
ben visibile in luoghi fortemen­
te illuminati.

Modulo ricevitore a raggi infrarossi; normalmente include anche un demodulatore. Optoaccoppiatore


correnti elevate durante brevi tensione, il cristallo rimane tra­ Un optoaccoppiatore consiste
periodi di tempo per migliorare sparente; invece, se ne applica­ in due circuiti isolati; attraverso
la portata; possono anche esse­ mo - solitamente ne basta po­ la luce, l'informazione passa
re dotati di specchi o riflettori ca e a bassa corrente - nella ri­ dall'uno all'altro senza che fra i
per avvantaggiarsi e concentra­ flessione e nella rifrazione della due circuiti ci sia nessuna con­
re il fascio che emettono, fab­ luce, si producono delle varia­ nessione. Consente, di conse-
bricando IRED con
differenti angoli di
apertura.

LCD
Queste sigle corri­
spondono agli scher­
mi in cristalli liquidi
usati correntemente
in quasi tutti i calco­
latori moderni. Con­
sistono, in pratica,
in un condensatore
piano formato da
uno strato metallico
talmente fine da ri­
sultare trasparente,
tra I quali viene in­
trodotto un dielettri­
co che è cristallo li­
quido in fase nema-
tica. Se tra le piastre
non viene applicata Schermo a cristalli liquidi LCD.

TEORIA: Optoelettronica 20
Teoria 20
Optoelettronica

Un optoaccoppiatore consta di due


circuiti isolati; attraverso la luce,
l'informazione passa dall'uno all'altro. Vari modelli di optoaccoppiatori.

guenza, un buon isolamento modelli più comuni hanno con­ medesima capsula raggruppa­
elettrico tra i circuiti. Il circuito tenitori con sei terminali di con­ menti di diversi optoaccoppia­
emettitore di luce illumina il ri­ nessione, di cui solamente 4 o tori.
cevitore ed è situato all'interno 5 vengono utilizzati.
di una capsula tanto da assomi­ Esistono, inoltre, modelli Resistenze LDR
gliare a un circuito integrato; i che hanno all'interno di una
Le LDR, o fotoresistenze, han­
no la particolarità che la loro
resistenza diminuisce all'au-
mentare della quantità della lu­
ce incidente.
Sono fabbricate con solfuro
di cadmio, che è un materiale
altamente cancerogeno e,
quindi, gli incapsulati devono
essere molto resistenti così da
impedirne l'apertura. In caso
vengano ritirate o sostituite, de­
vono essere riciclate, evitando
di buttarle nella spazzatura per
preservare l'ambiente. È un
componente relativamente co­
stoso, ma varia abbastanza gra­
datamente alla luce e ciò lo ren­
de in genere di facile utilizzo.
L'apparizione di fotodiodi e fo­
totransistor meno costosi,
però, ha fatto sì che vengano
Resistenza LDR. usati sempre meno.

20 TEORIA: Optoelettronica
Teoria 21
Relè elettromagnetici
Un relè elettromagnetico, in pratica, è costituito da uno
o più contatti azionati da una elettrocalamita.
11 relè elettromagnetico è un
componente utilizzatissimo,
anche se passa inosservato: ha
molti campi d'applicazione, ad
esempio nelle centrali telefoni­
che è il componente più impor­
tante dato che queste ultime
contengono anche oltre
100.000 relè.

Il relè
Il nome è un'abbreviazione uti­
lizzata nel gergo dei tecnici che
sta per "attuatore elettroma­
gnetico". Anche se viene utiliz­
zato in elettronica, in realtà esso
è un componente elettromecca­ Relè di uso corrente.
nico e per progettarlo e costruir­
lo è necessario disporre di nozio­ cui è costituito è il dispositivo sione elettrica: per questo mo­
ni sull'elettricità e sulla meccani­ che attiva l'interruttore, o la tivo, infatti, sono fabbricati
ca. combinazione di commutatori, con materiali conduttori di
Il principio su cui si basa il e che invece di essere azionato elettricità. Inoltre, il punto di
suo funzionamento è sempli­ manualmente, viene azionato contatto, deve essere proget­
cissimo: ha una parte, costitui­ da una elettrocalamita. tato tenendo conto delle cor­
ta dai contatti che sono simili a renti che dovrà condurre e
quelli di un interruttore o com­ I contatti della tensione che dovrà sop­
mutatore, che può avere anche portare. Se non viene utilizza­
un notevole numero di circuiti I contatti del relè devono poter to un adeguato relè i punti di
commutatori. L'altra parte di garantire una buona connes- contatto si possono bruciare;
si deve fare attenzione, per
esempio, quando il carico che
si deve commutare è indutti­
vo, come nel caso di un moto­
re: si possono generare degli
archi che rendono obbligato-
rio l'utilizzo di contatti estre­
mamente rinforzati. Le parti
flessibili dei contatti sono de­
nominate lamine perché sono
composte da lamine metalli­
che.

La pressione
L'elettrocalamita che aziona i
contatti deve avere un sistema
composto da parti isolanti e
leve che spingano i contatti
con una forza sufficiente ad
assicurare il contatto stesso. È
importantissimo applicare alla
Relè commutatore. bobina la tensione consigliata

TEORIA: Relè elettromagnetici 21


Teoria 21
Relè elettromagnetici

dal costruttore perché potrebbe


succedere che se apparente­
mente funziona anche con ten­
sioni inferiori, la pressione delle
molle potrebbe essere così esi­
gua da non potere assicurare un
contatto sicuro e quindi il con­
tatto stesso finirebbe con il gua­
starsi. I relè commutatori sono
costruiti con molle con un di­
spositivo che mantiene la com­
mutazione permanente, e assi­
cura il contatto anche quando il
relè è in stato di riposo, quando
cioè non si applica tensione alla
bobina. Quando si parla di relè
applicati ad apparecchiature o
ad autoveicoli, il discorso si
complica, infatti, per assicurare Relè reed.
un buon contatto anche in pre­
senza di colpi e di oscillazioni, bobina dipende dall'applicazio­ stare i contatti. Le dimensioni e
tutti questi sistemi devono esse­ ne e può essere alternata o il peso, a causa della notevole
re di conseguenza più rinforzati. continua, a seconda del model­ varietà di applicazioni, sono
lo. Tanto per fare qualche molto diversi; possono andare
La bobina esempio: 5, 12, 24 e 48 Volt dal peso inferiore a un gram­
per la tensione continua e 12, mo fino a raggiungere qualche
La bobina di un relè è un avvol­ 24, 48 e 220 Volt per quella al­ chilo.
gimento costituito da filo arro­ ternata sono alcuni dei valori
tolato su un nucleo composto d'utilizzo più comune. Per L'armatura
principalmente da ferro. In quanto riguarda, invece, la cor­
realtà, esso è una elettrocala­ rente assorbita, essa dipende L'armatura è costituita dalla ri­
mita; la tensione applicata alla dall'energia necessaria a spo- manente parte dei pezzi che
chiudono il circuito
magnetico compo­
sto da due parti: l'ar­
matura fissa, che è la
bobina, e l'armatura
mobile, la quale è
composta da mate­
riale ferroso che vie­
ne attratto dall'elet­
trocalamita. Que-
st'ultima, a sua vol­
ta, fa leva sui sup­
porti isolanti dei
contatti e spostan­
doli porta a termine
la commutazione del
relè. L'armatura mo­
bile, essendo di fer­
ro, deve essere isola­
ta dai contatti che
Dettaglio dell'ampolla con contatti di un relè reed. aziona.

21 TEORIA: Relè elettromagnetici


Teoria 22
Relè elettromagnetici

ture che lavorano in alta mon­


tagna, o in zone polari, e che
devono sopportare temperatu­
re di circa 30° sotto zero o an­
che più basse. Per fare un altro
esempio, i relè collocati nel mo­
tore di un'autovettura devono
resistere a un calore che facil­
mente supera i 60° C. Solita­
mente, i relè di uso comune,
funzionano bene da 0° C fino a
50° C; per temperature estre­
me, invece, ci si deve avvalere
di relè appositamente proget­
tati. Il calore esige che si utiliz­
zino isolanti indeformabili, ma
anche il freddo può far nascere
dei problemi, perché i meccani­
Bobina di un relè/ è l'elettrocalamita che muove i contatti del relè. smi che compongono I relè
possono restringersi e bloccar­
I nemici stiere, è un altro nemico da cui si. Si deve quindi tener conto
vanno protetti i relè: in questo della dilatazione dei metalli e si
La polvere è il nemico numero caso, oltre a una buona coper­ deve fare molta attenzione a
uno del relè; i relè, di solito, so­ tura, si devono rivestire di ma­ utilizzare lubrificanti per le par­
no chiusi da una protezione teriali anticorrosione tutti i pez­ ti mobili perché potrebbero
molte volte trasparente. I relè zi che agiscono con la tensione congelarsi.
"aperti" vengono usati sola­ e quindi potrebbero avere dei Le avarie dei pezzi meccani­
mente in zone protette dalla danni a causa dell'azione elet­ ci sono un altro fattore che in­
polvere. Il salnitro, la tipica cor­ trolitica. Anche la temperatura fluisce negativamente sul fun­
rosione prodotta dal sale sulle è dannosa; dobbiamo pensare zionamento dei relè: i costrut­
imbarcazioni e nelle zone co- che esistono delle apparecchia- tori hanno studiato delle solu-

Un relè può commutare simultaneamente molti circuiti. .Modello di relè di uso corrente nelle autovetture.

TEORIA: Relè elettromagnetici 22


Teoria 22
Relè elettromagnetici

zioni per ovviare a questo pro­


blema e indicano una durata per
ogni tipo di relè, trascorsa la
quale, quest'ultimo va sostituito,
anche se funziona ancora bene.
Può anche succedere che, a cau­
sa di un guasto nel circuito, un
relè progettato per assolvere ad
un determinato numero di ope­
razioni, veda incrementati in
maniera anormale i valori di fun­
zionamento.

Relè reed
I relè reed sono relè elettroma­
gnetici, anche se la loro forma è
molto diversa. I contatti sono si­
tuati all'interno di un'ampolla di Pezzi di un relè.
vetro che assicura una protezio­
ne estremamente efficace con­ L'isolamento derlo con un esempio classico.
tro qualsiasi tipo di sporcizia e di Il motorino di avviamento di
umidità; le lamine sono, in prati­ L'isolamento tra il circuito che un'autovettura, durante l'ope­
ca, una lega di ferro e l'ampolla controlla la bobina e i circuiti razione di avviamento, consu­
è inserita all'interno del nucleo dei contatti, è la cosa più im­ ma più di 100 A: la sua con­
della bobina: quando la bobina portante in un relè. In molte nessione, quindi, esigerebbe
viene eccitata, il campo magne­ applicazioni tra i due circuiti un commutatore estremamen­
tico provoca lo spostamento non c'è connessione elettrica. te robusto, oltre alla presenza
delle lamine, stabilendo, così, il di due cavi di grosso diametro
contatto. Per verificarne il fun­ Il controllo che dovrebbero arrivare fino al
zionamento, possiamo applicare posto di guida. Osservando la
all'esterno dell'ampolla un ma­ Anche i relè vengono utilizzati batteria dell'automobile, inve­
gnete e osservare come i contat­ al fine di risparmiare cavi e al­ ce, vediamo che il negativo si
ti si spostino. tri componenti, possiamo ve- collega direttamente alla car­
rozzeria e al motore, mentre
dal positivo escono due cavi,
di cui il più grosso è connesso
direttamente al motorino di
avviamento. Su di esso è situa­
to il relè che viene azionato da
un interruttore attivato dalla
chiave che commuta il sistema
elettrico di accensione del mo­
tore, attraverso cui circola sol­
tanto la corrente che alimenta
la bobina di questo relè, i cui
contatti collegano direttamen­
te la batteria al motorino di av­
viamento. Esso, inoltre, muove
un ingranaggio che "ingrana"
con la corona del motore a
Relè con distribuzione dei terminali combustione, lo fa ruotare e
che permette il suo utilizzo negli zoccoli dei circuiti integrati. quindi partire.

22 TEORIA: Relè elettromagnetici


Teoria 23
Contatori I
Si tratta di circuiti la cui uscita è un numero binario
che incrementa con gli impulsi del clock.
n I contatore è un circuito inte­
grato di grande utilizzo nella
maggior parte delle apparec­
chiature digitali, dai calcolatori
ai computer, che compie una
funzione antichissima: il con­
teggio. Le sue uscite cambiano
di valore ogni volta che all'en­
trata del suo clock viene intro­
dotto un impulso, che incre­
menta il codice binario nel suc­
cessivo valore. In questo modo
possiamo contare il numero di
persone che entrano in uno
stabilimento, il numero di viti
che un nastro trasportatore
trasporta, il numero dei chilo­
metri percorsi o semplicemen­
te i secondi che passano. In de­
finitiva, tutto quanto sia con­
teggiabile, ha bisogno di un / contatori meccanici sono costituiti da ingranaggi che, azionati da un dispositivo
circuito contatore. elettrico, girano e cambiano i numeri.

Il problema dezza o ogni evento che inten­ eroghi impulsi da 1 Hz, colle­
diamo misurare, dobbiamo garlo all'entrata del contatore
Il problema è che essendo un trasformarlo in impulso, cosic­ e contare i secondi trascorsi. Se
circuito digitale, capisce e lavo­ ché il contatore lo possa conta­ invece vogliamo contare le
ra solamente con degli 'zero' e re. Se vogliamo contare il tem­ persone che entrano in uno
degli 'uno'. Il segnale che co­ po trascorso, per esempio, è stabilimento, invece, come
manda l'ingresso del clock è facilissimo: basta costruire di­ possiamo fare? Semplice: la ri­
l'impulso. Quindi, ogni gran- rettamente un oscillatore che sposta ci viene data dai dispo­
sitivi posti all'entrata di molti
dei grandi magazzini. Sono
barriere dotate di fasci di luce
infrarossa che, interrotti dal
passaggio di una persona, ge­
nerano un impulso che verrà
utilizzato perché il contatore
avanzi. Come in questo caso,
qualsiasi evento vogliamo con­
tare, dobbiamo convertirlo in
impulsi utilizzando uno dei
tanti circuiti elettronici che ge­
nerano impulsi.

Il conteggio
Forse non ci siamo accorti di
un piccolo dettaglio che può
passare inosservato, ma che è
importantissimo. All'uscita è
sempre presente un numero
/ contatori digitali vengono utilizzati in una notevole quantità di applicazioni. binario: l'ultimo numero del

TEORIA: Contatori I 23
Teoria
Contatori I

Qa Qb Qd
Q Q Q

FLIP-FLOP FLIP-FLOP FLIP-FLOP FLIP-FLOP


O—CLK Q CLK Q CLK Q CLK Q

Le uscite di un contatore cambiano ad ogni impulso del clock, incrementando normalmente il conteggio.

conteggio rimarrà presente Elementi della alcuni circuiti digitali: soprat­


nell'uscita fino a quando non memoria: bistabili tutto contatori e registri di spo­
appare un nuovo impulso del stamento.
clock. Perché il numero ri­ I bistabili, conosciuti anche co­ La loro caratteristica - man­
manga all'uscita occorre me­ me flip-flop, sono circuiti di ba­ tenere l'informazione - fa sì
morizzarlo, è necessario che se che implementano funzioni che li si possa considerare fun­
ogni bit presente all'uscita di memorizzazione in uno sta­ zioni elementari della memoria.
del contatore, venga memo­ to binario, mantenendo l'ulti­ Consentono la memorizzazio­
rizzato perché ne rimanga fis­ ma informazione inviata, an­ ne dell'unità minima dell'infor­
sato il valore fino all'ingresso che nel caso in cui l'entrata che mazione binaria, il bit. Nel caso
di un nuovo impulso che l'ha inviata sia nel frattempo dei contatori, essi si basano sui
verrà nuovamente immagaz­ scomparsa. bistabili, esistendo sul mercato
zinato. In un contatore mec­ Come indica proprio il no­ contatori integrati costruiti con
canico questo problema non me, hanno due stati bistabili: diversi tipi di bistabili. Vengono
esiste, perché arrestandosi, l'uscita si può trovare a '0' o a realizzati mediante bistabili
rimane fermo sul numero che '1' in forma stabile, a seconda perfettamente collegati e, a se­
era automaticamente memo­ di come sia stata eccitata l'en­ conda dei casi, anche comple­
rizzato. trata. Costituiscono la base di tati da porte logiche.

DISPLAY
PAUSE Num. bits Counts
CLK
COUNTER J DRIVER
I
k BCD
CARRY OUT OUTPUT

CARRY IN DISPLAY

COUNTER DRIVER

N
carry|
I
l Il massimo numero dei passaggi che
I
possono venire conteggiati viene
Diagramma dei blocchi di un contatore direttamente dato dal numero dei bits
con presentazione dell'uscita in numeri naturali e sistema decimale. del contatore.

23 TEORIA: Contatori I
Teoria 24
Contatori I

L'uscita cambia sempre


quando le entrate sono J = K =
FLIP-FLOP D 1, condizione conosciuta come
alternanza (toggle). Se l'entra­
D Q PULSE Q+1 ta J = 1 quando riceve un im­
£ £ 0 pulso all'entrata del clock, l'u­
D Q
£ £ 0 scita passa a 1 (Q = 1); invece,
se K = 1 e viene ricevuto un im­
CLK Q
£ £ 1 pulso, l'uscita passa a 'zero' (Q
1 = 0). Questo funzionamento è
1 1 identico alle funzioni SET e RE­
SET, per mettere a '1' e a '0' ri­
spettivamente quelle che in
Flip-flop D: tavola della verità.
questo caso equivarrebbero al­
le entrate J e K, con la differen­
za che queste ultime non agi­
FLIP-FLOP T scono se l'impulso del clock
non è presente.

Bistabile T
È un bistabile che non ha l'in­
gresso dei dati, in cui, cioè non
CLK
J possiamo memorizzare uno '0'
o un '1 Questo flip-flop possie­
de soltanto l'ingresso del clock,
“ di modo che ogni volta che il se­
Flip-flop T: tavola della verità.
gnale passa da zero a uno, l'u­
scita Q cambia di stato. Questo
Bistabile D Bistabile JK tipo di bistabile è molto utilizza­
to; non esiste sul mercato in
In genere, questo tipo di bista­ È, forse, il bistabile più impor­ questa forma, ma lo si può rica­
bile possiede soltanto un'en­ tante e, di conseguenza, il più vare molto semplicemente par­
trata di dati (D). L'informazio­ utilizzato. Si comporta, pratica- tendo da altri bistabili (JK e D).
ne presente all'entrata D ap­ mente, come il flip-flop R-S,
pare solamente all'uscita Q che è l'unità di memoria più Bistabili-Contatori
nel momento in cui l'onda semplice esistente e che abbia- —————————
quadra del clock assume un mo già avuto modo di vedere Proprio come abbiamo detto, i
valore alto. nell'esperimento "DIGITALE 7". contatori vengono costruiti

Qa Qb Qc Qd
Q Q Q Q

FLIP-FLOP FLIP-FLOP FLIP-FLOP FLIP-FLOP

o- CLK Q CLK Q CLK Q CLK Q

Per costruire un contatore collegheremo tra loro tanti bistabili o flip-flop quanti sono i bits che vogliamo ottenere all'uscita.

TEORIA: Contatori I 24
Teoria „______ .___
24
Contatori I

r FLIP-FLOP JK
j Q PULSE Q+1
mazione accurata se, per
esempio, il circuito dovesse
contare le persone che entra­
no in uno stabilimento, dato
2 2 2 o che potrebbe contare sola­
2 £ 2 1 mente fino a 15. Per lavorare
con numeri maggiori, si devo­
j Q
2 £ 2 1
no collegare in serie diversi
CLK 2 £ 2 1 contatori. Facendo così, si in­
K Q 2 1_ 2 o crementa il numero dei bits
2 1_ 2 0 dell'uscita e quindi il numero
del conteggio aumenta.
2 2 2 1 Normalmente vengono uti­
1 1 1 0 lizzati i numeri naturali rappre­
sentati su un display: il sistema
Flip-flop JK: tavola della verità. binario si utilizza solamente
nei circuiti e per effettuare
raggruppando diversi bistabili, sì essere raggruppati e formare qualche altro esperimento. Bi­
ma quanti? C'è una relazione i bytes (8 bits), che sono le sogna, tuttavia, fare innanzi­
diretta tra il numero dei bits unità fondamentali con cui tutto una rettifica: l'informa­
che vogliamo ottenere da un normalmente operano i com­ zione non verrà rappresentata,
contatore e il numero massimo puter, anche se attualmente la­ bensì verrà processata me­
che vogliamo esso conti. Que­ vorano di 4 in 4, dato che si la­ diante un computer. Lavorere­
sta relazione viene data dalle vora con 32 bits. Esistono an­ mo, quindi, con un sistema bi­
potenze del 2, 2N, dove N è il che contatori (di comune utiliz­ nario puro, che con 4 bits an­
numero bits del contatore. Co­ zo) da 8 bits, implementati di­ drebbe da 0000 a 1111, ma
sì, se vogliamo contare fino a 7, rettamente in un integrato. quando vorremo rappresenta­
dovremo inserire un contatore re l'informazione e passarla al
da 3 bits, che ci conterà 23=8 Sistema completo display, dovremo lavorare con
passi, da 0 a 7. Con 4 bits pos­ di conteggio un codice BCD (che va dallo 0
siamo contare 24= 16 passi, da = 0000 fino al 9 = 1001).
0 a 15. Di norma, i contatori Un contatore con un'uscita da 4 Un sistema d'informazione
possiedono 4 bits per poter co- bits non potrà fornire un'infor- consta di diversi contatori col­
legati tra loro mediante dei
terminali appositamente di­
sposti a tale scopo e che ven­
gono normalmente chiamati
CARRY IN e CARRY OUT (tra­
sporto d'entrata e trasporto
d'uscita), ma non possiamo at­
taccarci direttamente ai di­
splay a sette segmenti: abbia­
mo bisogno di un circuito in­
termedio che interpreti il codi­
ce BCD e illumini i diodi corri­
spondenti al numero BCD ap­
plicatogli all'entrata. Ricorde­
remo sicuramente che questi
display sono costituiti da diodi
LED e hanno bisogno che le
corrispondenti resistenze di
polarizzazione vengano inter­
Il 4029 è un esempio di contatore integrato. calate.

»
24 TEORIA: Contatori I
Teoria 25
I trasformatori
Il trasformatore è formato da due avvolgimenti
isolati elettricamente che si
accoppiano tra loro attraverso un circuito magnetico.
■ I trasformatore consta come
minimo di due avvolgimenti
di filo conduttore su un nu­
cleo; uno degli avvolgimenti
crea un flusso magnetico e at­
traversa l'altro avvolgimento
inducendo una corrente elettri­
ca. Perché il trasformatore sia
di buona qualità, è necessario
che quasi tutto il flusso magne­
tico prodotto dall'avvolgimen­
to che riceve l'energia elettrica,
chiamato primario, giunga al­
l'altro avvolgimento, denomi­
nato secondario. Perché si pro­
duca il flusso magnetico, inve­
ce, è necessario che ci siano va­
riazioni della corrente nel pri­
mario; non si produce un flus­
so magnetico adeguato se la
corrente è continua. È necessa­
rio, pertanto, che la corrente Trasformatore d'alimentazione con secondario da 15 Volt.
sia alternata e non continua.
sare entrambi gli avvolgimenti. Rapporto
Avvolgimenti La quantità del flusso magneti­ di trasformazione
co generata è determinata dal
Gli avvolgimenti sono bobine numero di spire; il diametro del La relazione della trasforma­
composte da filo conduttore filo dipende dalla corrente che zione è uguale al quoziente tra
avvolto su un nucleo di mate­ vi circolerà e che, a sua volta, il numero delle spire del prima­
riale ferroso. Perché il trasfor­ viene determinata dalla poten­ rio e quello delle spire del se­
matore funzioni come tale, il za che si vuole trasferire dal pri­ condario. Il numero delle spire
flusso magnetico deve attraver- mario al secondario. è in proporzione alla tensione
di lavoro di ciascun avvolgi­
mento. La relazione della tra­
sformazione, quindi, può esse­
re definita anche come la rela­
zione tra le tensioni d'entrata
e quelle di uscita.
Quando si chiude il circuito ap­
plicando al secondario un cari­
co, circolerà corrente. La rela­
zione tra la corrente circolante
nel primario e quella circolante
nel secondario è l'opposto del­
la relazione del valore di tra­
sformazione.

La potenza
La potenza di un trasformato­
re viene calcolata in VA (Volt-
Ampère); si ottiene moltipli­
Il nucleo dei trasformatori d'alimentazione è formato da lamierini. cando la corrente massima

TEORIA: I trasformatori 25
Teoria 25
I trasformatori

sono ricoperti di una vernice iso­


lante. Si utilizzano anche nuclei
di ferrite e toroidali. La tipologia
del nucleo dipende, tra le altre
cose, anche dalla potenza del
trasformatore in cui sarà inserito.

Rendimento
Parte della potenza erogata al
trasformatore non raggiunge il
carico; si perde, solitamente,
sotto forma di calore. Il rendi­
mento è il quoziente tra la po­
tenza erogata dal secondario
divisa per la potenza applicata
al primario. Il rendimento mas­
simo è l'unità.

Tipologie di
trasformatori
Esiste una notevole varietà di
trasformatori; essa dipende
principalmente dalla loro futu­
Trasformatore con presa intermedia ra applicazione. I trasformatori
collocata nel secondario per ottenere 12, 0, 12 Volt. più comuni sono quelli d'ali­
mentazione, di cui abbiamo
per la tensione nominale. hanno di norma uno spessore già descritto le caratteristiche.
Questo dato è importante so­ minimo di 0,35 mm. Per limitare Un altro tipo molto importante
prattutto per quanto riguarda la circolazione delle correnti inter­ sono i trasformatori di RF, uti­
i trasformatori d'alimentazio­ ne - dette correnti di Foucault - lizzati soprattutto nelle radio,
ne perché, in questo caso, il
trasformatore assolve a due
funzioni. La prima è quella di
isolarci elettricamente dalla
rete - gli avvolgimenti prima­
rio e secondario, infatti, devo­
no essere isolati - mentre la
seconda è di elevare o ridurre
la tensione, con perdite relati­
vamente basse.

Il nucleo
Il nucleo dei trasformatori è costi­
tuito da lamierini di materiale fer­
romagnetico, in modo da evitare
attraverso il nucleo la circolazione
di correnti interne che produrreb­
bero un suo inutile surriscalda­
mento. Sono, solitamente, di fer­ Il trasformatore è formato da un nucleo
ro, con piccole quantità di silicio e in materiale ferromagnetico e, come minimo, da due avvolgimenti.

25 TEORIA: I trasformatori
Teoria 26
I trasformatori

// rapporto di tras formazione


è uguale alla
relazione tra spire e tra tensioni.

chiamati in gergo tecnico


"bobine", e vengono usati
per accoppiare tra di loro i di­
versi stadi oppure per misce­ Trasformatore toroidale: ha, come vantaggio, la sua altezza ridotta.
lare dei segnali. I trasforma­
tori audio sono impiegati ne­ usati anche trasformatori di Autotrasformatori
gli stadi di ingresso audio dei misura per poter visualizzare
microfoni delle apparecchia­ dei segnali o poter pilotare gli Gli autotrasformatori vengono
ture professionali. Vengono amperometri. usati di norma per basse po­
tenze di tra­
sformazione.
Possiedono
come preci­
pua caratteri­
stica il fatto
che l'avvolgi­
mento del se­
condario è
una parte del
primario e vi­
ceversa. In
realtà possie­
dono un solo
avvolgimento
con diverse
prese; in que­
sto modo si
riesce a eco­
nomizzare il
filo di rame
e pesano an­
che di meno.
Trasformatori adatti per essere utilizzati nei circuiti stampati. Hanno, però,

TEORIA: I trasformatori 26
Teoria 26
I trasformatori

12

0 y' O 12

12 --------- O0

L'avvolgimento secondario
di un trasformatore, può avere più
avvolgimenti separati.

la corrente che dovrà circolare


nell'avvolgimento secondario.
Questo ci eviterà di sovradi­
mensionare il trasformatore
aggiungendo peso ed ingom­
bro, ci permetterà inoltre di cal­
colare il diametro del filo del­
l'avvolgimento ed il numero
delle spire necessarie per otte­
nere il giusto rapporto di tra­
sformazione. Alcuni trasforma­
Trasformatore con terminali adatti per essere saldati su circuito stampato. tori riportano su una targhetta
fornita dal costruttore le carat­
un inconveniente perché l'av­ Trasformatori teristiche relative alla tensione
volgimento primario è condivi­ di alimentazione di ingresso e quella di uscita,
so con il secondario; dobbia­ nonché alla potenza disponibile
mo tenere sempre presente Quando dobbiamo usare un (VA). E' buona norma al mo­
che non esiste isolamento trasformatore di alimentazio­ mento del calcolo del trasfor­
elettrico fra i due avvolgimenti ne, dovremo calcolare accura­ matore tener conto di un sovra-
e quindi una fase della tensio­ tamente la potenza massima e dimensionamento pari al 30%.
ne è sempre presente sul se­
condario.

L'autotrasformatore non ha
isolamento elettrico
tra primario e secondario. Tipici trasformatori utilizzati in radiofrequenza.

26 TEORIA: I trasformatori
Teoria 27
I connettori
Il connettore ha il compito di garantire una connessione,
o una sconnessione, di circuiti rapida e sicura.
■ connettori si utilizzano
quando si prevede di smon-
. tare i circuiti, sia per am­
pliarli che per ridurli, o per ri­
pararli. Esistono molte e diver­
se situazioni di utilizzo e,
quindi, molte tipologie di con­
nettori. Il computer ne costi­
tuisce un esempio attuale: è
composto da molti connettori
estremamente diversi tra loro.
Li elencheremo subito per
non correre il rischio di dimen­
ticarne qualcuno: connettore
d'alimentazione, connettore
della tastiera, del mouse, della
stampante, del modem, degli
altoparlanti, del microfono,
della linea telefonica, del mo­
nitor eccetera e stiamo parlan­ Connettori tipo jack; viene molto utilizzato nelle apparecchiature audio di utilizzo domestico.
do soltanto di quelli esterni al
computer. Possibilità di ché qualunque elemento si
Aprendolo, troviamo: le sostituzione guasti, può venire rapidamen­
connessioni della piastra ma­ dei componenti guasti te sostituito senza dover ricor­
dre per i circuiti di ampliamen­ rere a un saldatore. Anche l'e­
to, i connettori per il disco fis­ Dopo aver brevemente ripas­ ventuale ampliamento di
so, per i floppy disc, per i CD­ sato la quantità di connettori un'apparecchiatura viene no­
ROM eccetera. Possiamo fare all'interno di un computer, ve­ tevolmente facilitato. Attual­
questo stesso elenco per qual­ diamo che in realtà si tratta di mente, la tendenza è di pro­
siasi apparecchiatura. un notevole vantaggio, per­ gettare le apparecchiature af­
finché siano il più possibile
modulari.

Caratteristiche di base
Un connettore può essere ca­
ratterizzato in molti modi e
con parecchi parametri; ne
descriveremo alcuni più diffusi
nello standard. Ci sono diversi
tipi di connettori; quindi di se­
guito ci concentreremo su
quelli che hanno poche con­
nessioni e che sono di utilizzo
corrente all'interno di un ap­
partamento.

Isolamento
L'isolamento è necessario sia
per un buon funzionamento
dell'apparecchiatura che per
Dettaglio di un connettore mostrato con le sue parti interne. sicurezza. L'isolamento deve

TEORIA: I connettori 27
Teoria 27
I connettori

te un sottile strato d'oro rea­


lizzato solitamente tramite
procedimenti elettrolitici.
Questo strato ha anche il
compito di proteggere dalla
corrosione che facilitando la
formazione degli ossidi metal­
lici renderebbero difficile la
circolazione della corrente.

La resistenza
meccanica
La resistenza meccanica di un
contatto può venire analizza­
ta da due punti di vista: in­
nanzitutto che non si rompa
dopo alcune connessioni e
quindi non si guasti e non
perda le caratteristiche inizia­
li. Ma prima di prendere in
Questo tipo di connettore in genere possiede un commutatore considerazione questo fatto­
- o due se è stereo - per commutare uno o due circuiti quando viene inserito re, bisogna valutare l'uso a
il connettore maschio. cui è destinato un connettore
e il numero di connessioni e
essere misurato tra la carcassa due modi: utilizzando un sconnessioni che si sia deciso
del connettore e ciascuno dei buon conduttore per i contat­ di effettuare.
terminali, se sono più di uno, ti oppure ricoprendolo di un Esistono connettori che si
e anche tra ogni terminale e metallo o di una lega ad alta possono collegare 3 o 4 volte
gli altri. Per connettori di nor­ conduttività. I connettori pro­ durante la loro vita utile,
male utilizzo in elettronica si fessionali hanno generalmen- mentre gli altri devono sop-
esige un minimo di 500 Volt.

La corrente
La sezione di ciascun termina­
le del connettore deve essere
adeguata alla massima cor­
rente che vi deve circolare at­
traverso.

La resistenza
di contatto
Un connettore ha normalmen­
te una o più parti conduttrici
denominate "contatti" che si
allacciano alle corrispondenti
parti di un omologo connetto­
re. Vengono chiamati termi­
nali maschio e femmina. Il
contatto elettrico deve essere Questo connettore d'alimentazione
garantito; lo si garantisce in è molto utilizzato nelle apparecchiature di origine nipponica.

27 TEORIA: I connettori
Teoria 28
I connettori

Connettori DIN per altoparlanti. Connettori RCA da pannello, usati sugli impianti HI-FI.

portare connessioni e scon­


nessioni continue.

La normativa
Molte sono le norme che defi­
niscono i connettori, ma si sta
andando sempre più verso la
normalizzazione, tuttavia la
circolazione degli apparecchi
nei diversi paesi può provoca­
re problemi di connessione e
obbligarci a utilizzare cavi di
Connettori RCA maschi per il collegamento fra varie apparecchiature HI-FI. adattamento. I gruppi audio
di quasi tutti gli apparecchi ad
alta fedeltà hanno alle entrate
e alle uscite connettori RCA,
per i caschi auricolari si usano
connettori di tipo jack, le pre­
se dell'antenna della TV sono
anch'esse normalizzate, come
quelle del telefono eccetera.

Connettori RCA
È un connettore concentrico:
il connettore esterno va nor­
malmente unito alla massa
dell'apparecchiatura, la ma­
glia del cavo sarà collegata col
lato esterno, mentre il filo in­
terno sarà collegato al "lato
caldo". La sua origine deriva
I connettori del tipo jack possono avere diversi diametri, dall'uso sugli apparecchi nor­
i più usati sono quelli da 3,5 mm di diametro. damericani, ma ora si è esteso

TEORIA: I connettori 28
Teoria 28
I connettori

Connettori DIN: si usano nel settore audio Connettore BNC femmina a pannello.
e nelle connessioni delle tastiere dei computer.

a livello mondiale ed è quello


che viene normalmente utiliz­
zato per l'entrata e l'uscita del
segnale a basso livello negli
apparecchi audio. Nelle appa­
recchiature si utilizzano solita­
mente basi femmina e i cavi di
connessione sono schermati
e terminano con connettori
maschio a tutte e due le estre­
mità. Si usano anche nelle
console video oltre che in al­
tre applicazioni che richiedo­
no l'ingresso di un segnale vi­
deo. Il suo uso è molto diffuso
Connettore BNC maschio. ed economico.

Connettori di tipo Jack


Anch'essi sono nati nel Nord
America e vengono usati nelle
uscite per gli auricolari e nelle
entrate dei microfoni delle ap­
parecchiature domestiche;
possono essere di tipo mono e
di tipo stereo e di tre differen­
ti diametri, ma quello da 3,5
mm è il più comune. Nelle
femmine possono essere in­
clusi uno o due commutatori
per l'apertura di un circuito,
per scollegare ad esempio gli
altoparlanti quando si collega
il connettore degli auricolari.
Connettore MINIDIN: si utilizza per connessioni di tastiere e mouse.

28 TEORIA: I connettori
Teoria 29
I circuiti integrati
Il circuito integrato è un componente
che al proprio interno contiene dei transistor.
r I circuito integrato viene stu­
diato sempre più rispetto ai
terminali esterni, viene consi­
derato come una scatola nera
che si comporta in un determi­
nato modo quando viene colle­
gata in un determinato modo; i
comportamenti e le specifiche
di collegamento devono essere
specificati dal costruttore. I vec­
chi cataloghi di circuiti integrati
mostravano degli schemi inter­
ni abbastanza completi; questi
ultimi si sono via via semplifica­
ti fino a scomparire in quasi
tutti i casi.
Si continuano a fornire,
però, le informazioni sui loro
parametri, sui circuiti racco­
mandati, sui diagrammi dei se­
gnali, sulle tabelle eccetera.
Ingrandimento dell'interno di un Pentium, della Intel.
Tipologie
di circuiti integrati è secondo la tecnologia utiliz­ C.l. analogici
zata: bipolare, CMOS eccete­
Esiste una notevole varietà di ra. Le tensioni di entrata e di usci­
circuiti integrati che possono Quella più pratica per noi, ta sono, in genere, analogiche
venire classificati in diverse però, è quella secondo la mo­ e sono tipiche dei circuiti a
maniere. Una di queste possi­ dalità di utilizzo e la destina­ bassa scala d'integrazione. I
bili classificazioni è quella se­ zione d'uso, come viene detto più conosciuti sono gli ampli­
condo il livello di integrazione, qui di seguito. Utilizzeremo la ficatori operazionali, come:
cioè secondo il numero di dicitura C.L per riferirci al cir­ 741, TL082, LM324, TL084
transistor contenuti. Un'altra cuito integrato. eccetera. Anche i regolatori di
tensione, come 7812, 7805,
L200 eccetera, sono molto
utilizzati.

C.l. digitali
All'interno di questa classifica­
zione esiste una notevole va­
rietà di circuiti.
I più semplici sono le porte
logiche, che a loro volta si di­
vidono a seconda della tecno­
logia di fabbricazione, nelle fa­
miglie logiche. La prima fami­
glia logica che conseguì un uti­
lizzo generalizzato è stata la
Famiglia TTL (Transistor-Transi-
stor-Logic). I loro circuiti pos­
sono essere facilmente identi­
Microprocessore 486. ficati perché hanno 4 o 5 cifre,

TEORIA: I circuiti integrati 29


I
Teoria
I circuiti integrati ■MF

tano il codice. Anche la fami­


glia 4000 con tecnologia
CMOS fu molto conosciuta,
ma era più lenta della TTL, an­
che se aveva un consumo
molto ridotto però continua
ad essere molto utilizzata.
Attualmente si utilizzano le
famiglie 74HC e 74HCT che
possiedono i vantaggi di tutte e
due.

Le memorie
Le memorie sono circuiti digi­
tali ad alta scala di integrazio­
ne: ogni volta si riesce a inseri­
re sempre più memoria in vo­
lumi sempre più piccoli. Le
Microprocessore 68000 della Motorola. memorie RAM si cancellano
quando si toglie l'alimentazio-
in cui le prime due sono sem­ consumo elevato. Poco dopo ne; attualmente, sui personal
pre il 7 e il 4, per esempio iniziarono ad apparire delle va- computer si raccomandano
7400, 7490 eccetera. Questi rianti come la TTL Schottky, rag- come minimo 64M: fino a po-
circuiti integrati sono formati giungendo così una maggior chi anni fa il sistema operativo
da un insieme di porte e costi­ velocità di commutazione. Per DOS controllava solamente
tuiscono dei blocchi funziona­ distinguere questa variante vie- 640 K.
li, per esempio porte NAND, ne intercalata la lettera "S" do­ Le memorie per sola lettura
contatori, registri di sposta­ po la cifra 74, indica che il cir­ ROM vengono utilizzate per
mento eccetera. La famiglia cuito è a basso consumo identi­ registrare dati fissi; una volta
originale aveva il vantaggio di ficando con la lettera "L" e con registrata, la memoria non può
essere abbastanza veloce per la lettera "S" Schottky porta più essere cancellata.
la sua epoca, ma aveva anche ambedue le lettere - 74LS - se­ Le EPROM possono essere
l'inconveniente di avere un guite da 2 o 3 cifre che compie- registrate e cancellate e per

Circuiti integrati operazionali di utilizzo frequente, con contenitore DIL. Circuito integrato con capsula metallica.

29 TEORIA: I circuiti integrati


Teoria 30
I circuiti integrati

Circuiti integrati regolatori di tensione. Anche i circuiti integrati si costruiscono


con i terminali per SMD.

conservare le informazioni non


è necessario che venga mante­
nuta l'alimentazione; possiedo­
no una finestra che permette la
cancellazione per mezzo della
luce ultravioletta.

Microprocessori
I microprocessori sono circui­
ti integrati molto complessi e
vengono fondamentalmente
utilizzati per circuiti di con­
trollo, soprattutto microcon­
Memoria EPROM. trollori e personal computer. I
più conosciuti sono lo Z80 e
1'8086, che erano il cuore dei
primi PC (Personal Compu­
ter) della IBM e quelli della
XT. In seguito apparve
1'80286 della AT, che i più
giovani possono difficilmente
ricordare e che supportarono
la grande rivoluzione nei per­
sonal computer, cui seguiro­
no i 386, i 486 e attualmente
i Pentium, i Pentium 2 e i
Pentium 3 con cui si è riusciti
a raggiungere capacità di cal­
colo e velocità impensabili fi­
no a pochi decenni fa. Sono
interessanti anche i micro­
processori integrati che ven­
Interno della memoria EPROM visto dalla finestra trasparente; è possibile vedere gono utilizzati in una vasta
i sottili fili di connessione ai terminali. gamma di applicazioni, an-

TEORIA: I circuiti integrati 30


Teoria 30
I circuiti integrati

circuiti ad alta sca­


la di integrazione;
li possiamo vede­
re aprendone
qualcuno.

Circuiti
speciali
Oltre ai circuiti di
uso generale pri­
ma descritti, ven­
gono utilizzati an­
che altri circuiti
molto specializza­
ti per applicazioni
molto determina­
te: lo si fa quando
la quantità di cir­
cuiti da utilizzare
è elevata e ciò
rende economica­
mente redditizio il
progetto e la fab­
bricazione di un
nuovo circuito in­
Le memorie costituiscono un evidente esempio dei circuiti ad alta scala di integrazione. tegrato. In questo
modo possiamo
che se nella maggior parte I personal computer trovare speciali circuiti integrati
dei casi passano inosservati per la telefonia mobile, per i ri­
come nei televisori, nelle la­ I personal computer, oltre ai mi­ cevitori TV, per i telecomandi,
vatrici, nelle lavastoviglie, ne­ croprocessori e alle memorie, per controllare l'accensione del
gli ascensori eccetera. possiedono una gran quantità di motore di espulsione di un'auto­
mobile eccetera.

Il progetto su misura
Possiamo fare anche un'altra
classificazione dei circuiti specia­
li. I circuiti che progettano i co­
struttori di circuiti integrati e
quelli che inseriscono nei loro
cataloghi per venderli ai costrut­

F
tori di apparecchiature e al pub­
'’Oc. blico in genere e che normal­
*"* £
mente vengono costruiti esclusi­
vamente per un cliente o per chi
sia autorizzato a questo scopo.
In gergo si chiamano Custom
Design. Questo tipo di circuiti si
utilizza di norma per i grandi nu­
meri delle fabbricazioni, così da
Vengono integrati anche dei circuiti convertitori analogico-digitali o viceversa. poter ammortizzare l'inversione.

30 TEORIA: I circuiti integrati


Teoria 31
I dissipatori
Sono elementi, normalmente metallici, che vengono inseriti
sui componenti elettronici per aumentarne
la capacità di dissipazione riducendo il calore prodotto.
II dissipatore, proprio come
dice il suo nome, viene uti-
I lizzato per dissipare il calo­
re; possono anche essere chia­
mati radiatori. Sono dei dispo­
sitivi addizionali che vengono
usati per aumentare la capa­
cità di dissipazione dei com­
ponenti elettronici.

La temperatura
Quando un componente rice­
ve più energia di quanta ne
possa eliminare, genera calore
e, se non lo dissipa, si produce
un aumento di temperatura.
Se quest'ultima supera deter­
minati limiti, può anche gua­
stare il componente stesso, ol­
tre ai componenti vicini oppu­
re far sì che il componente ab­
bia dei comportamenti che
non sono consoni alle sue ca­ Microprocessore 486 con dissipatore di calore.
ratteristiche.
Il calore viene dissipato per ro, e quindi non aumenta il
Conduzione contatto. Lo si ottiene con i peso delle apparecchiature,
metalli, come il rame o l'allu­ ed è facile da stampare. Inol­
Uno dei modi più veloci per dis­ minio, anche se di norma si tre, è abbastanza resistente
sipare calore è quello di avvici­ utilizza quest'ultimo per vari alla corrosione e si può au­
nare e attaccare un materiale motivi: perché è un buon mentare il suo potere di dissi­
più freddo e buon conduttore. conduttore di calore, è legge- pazione anodizzandolo, di
solito in nero, se si possono
utilizzare anche altre finiture
con cui possiamo ottenere
qualunque colore. Per rende­
re stabile il contatto tra il
componente e il dissipatore,
si devono utilizzare delle viti
oppure un qualunque altro ti­
po di fissaggio sicuro, per evi­
tare che i due elementi si se­
parino. Esistono anche dei
composti siliconici che si usa­
no per favorire lo scambio
termico.

Isolamento
I componenti hanno, in gene­
re, diversi terminali e si deve
evitare che facciano contatto
Esistono anche dei radiatori da accoppiare a piccoli transistor. con il radiatore, perché altri-

TEORIA: I dissipatori 31
Teoria 31
I dissipatori

Isolanti
Ci sono, essenzialmente, due
tipi di accessori isolanti per iso­
lare nei dissipatori i componen­
ti. Gli isolanti piatti sono di mi­
ca o silicone, devono garantire
un buon isolamento elettrico,
ma devono anche poter con­
durre ancora meglio il calore,
avvalendosi, se necessario, di
paste termoconduttrici.
L'altro tipo di accessori iso­
lanti sono le bussole di plasti­
ca che evitano il contatto tra il
componente e il dissipatore
per mezzo delle viti di fissaggio.

Anodizzazione
L'anodizzazione è un tratta­
Quando non sia necessario dissipare una grande quantità di calore, mento cui viene sottoposto l'al­
si possono utilizzare dei dissipatori del tipo "a pinza", che hanno il vantaggio luminio per proteggerne la su­
di essere velocemente installabili. perficie dalla corrosione, mi­
gliorandone, inoltre, l'estetica.
menti potrebbero provocare te, ha solamente due termi­ Dopo essere stato così trat­
delle avarie dovute a cortocir­ nali - base ed emettitore - tato, l'alluminio può risultare
cuito. Il contenitore di alcuni perché il collettore è collegato del suo colore naturale oppu­
componenti è collegato a di fatto al suo contenitore. Se re di altri colori, anche se, di
qualche loro terminale; l'e­ avvitiamo alcuni di questi norma, il colore nero è il più
sempio più famoso è costitui­ transistor su un medesimo dis­ utilizzato. L'anodizzazione è
to dai transistor di potenza sipatore, provocheremo fra i un trattamento isolante e non
2N3055, che, apparentemen­ loro collettori un cortocircuito. conduce elettricità; si tratta di

Per installare correttamente un dissipatore, esiste una


Dissipatori per transistor di potenza TO-3. notevole varietà di accessori isolanti.

31 TEORIA: I dissipatori
Teoria 32
I dissipatori

un sottile strato che può esse­


re forato semplicemente avvi­
tando una vite o graffiandone
la superficie; non può essere
utilizzato come isolante e si
deve sempre, necessariamen­
te, interporre del materiale
isolante. L'unica eccezione si
ha quando è possibile isolare
tutto il dissipatore con dei
componenti individuali, ma si
deve fare molta attenzione
con componenti quali i tiri-
stors o i triacs, che possono
Quando il transistor riceve una grande quantità di energia si devono utilizzare essere direttamente collegati
radiatori di grandi dimensioni per evitare che la sua temperatura salga. alla rete elettrica: potremmo
ricevere una scarica elettrica,
se cerchiamo di toccarli per
verificarne la temperatura, e
potrebbe farci prendere una
scarica di corrente.

Dimensioni
Perché il dissipatore conduca
bene il calore, deve avere un
determinato spessore, soprat­
tutto nella zona di contatto. A
sua volta, però, anche il dissi­
patore deve dissipare calore e,
solitamente, lo fa a contatto
Transistor di potenza installato in un radiatore. Si osservi la collocazione degli con l'aria. Uno dei modi è di
accessori isolanti. far sì che l'aria si muova for­
zando la ventilazione e l'altro
è quello di aumentare la su­
perficie che è affacciata all'a­
ria. Ciò ha portato alla realiz­
zazione di profilati estrusi in
alluminio molto complessi e
con pochissimo peso e pochis­
simo materiale si è riusciti ad
ottenere superfici di dissipa­
zione enormi in volumi molto
ridotti.

Convezione
L'aria circola per convezione:
di norma l'aria calda sale e
quella fredda scende e per
rendere facile la circolazione
Tra il corpo del transistor, unito direttamente al collettore, e il radiatore, viene posta dell'aria, le alette dei dissipa­
una lamina che isola dall'elettricità. tori devono essere collocate in

TEORIA: I dissipatori 32
Teoria 32
I dissipatori

Campioni di radiatori utilizzati nei transistor regolatori di media potenza.

posizione verticale, perché se Circuiti integrati sono destinati. Questo dato è


venissero poste orizzontal­ di notevole utilità, perché evi­
mente, si interromperebbe, o Alcuni costruttori di circuiti in­ ta, o facilita, la realizzazione
si renderebbe difficile, la cir­ tegrati raccomandano deter­ dei calcoli per l'utilizzo del dis­
colazione dell'aria al loro in­ minati tipi di dissipatori, a se­ sipatore. Sono elementi molto
terno. conda dell'applicazione a cui passivi che non fanno parte
del circuito elettrico, ma che
diventano indispensabili in
molte situazioni.

Dissipazione
Quando il dissipatore, il com­
ponente o entrambi, raggiun­
gono delle temperature eleva­
te, questa differenza di tem­
peratura rende facile la dissi­
pazione del calore; tutto il ra­
diatore si mette a "dissipare",
appunto, calore all'aria. Quan­
do un componente raggiunge
un'alta temperatura, deve es­
sere separato dagli altri com­
ponenti e dalla piastra del cir­
cuito stampato per evitare il
Amplificatore audio integrato, avvitato ad un radiatore. verificarsi di eventuali avarie.

32 TEORIA: I dissipatori
Teoria 33
Connettori multipli
Le apparecchiature elettroniche sono, in genere, modulari;
i vari moduli possono essere
collegati utilizzando connettori multipli o altri dispositivi.
11 connettore multiplo deve as­
sicurare un buon contatto in
! I tutte le sue terminazioni; per­
ché ciò avvenga, è necessario
un perfetto allineamento tra le
due parti del connettore che
può essere garantito solamente
da una perfetta costruzione di
tutte le sue parti. In genere è
necessario aggiungere altri pez­
zi che, direttamente o indiretta­
mente, facilitano il suddetto al­
lineamento.

Tipologia
Esiste una notevole varietà di
connettori; noi parleremo dei
più comuni, che possiamo facil­ Quando si utilizzano apparecchiature elettroniche di una certa complessità nasce la
mente trovare dal momento necessità di collegare simultaneamente vari segnali.
che sono fabbricati da diverse
case. Logicamente, esistono an­ si connette con l'altro chiamato re, sempre che i suoi terminali
che connettori speciali per appa­ "femmina", avente la forma di siano stati progettati per essere
recchiature militari, ferroviarie, un cilindro cavo, nel cui interno inseriti nei fori del circuito stam­
aeree eccetera. Sono di qualità deve entrare il connettore ma­ pato. Invece di avere un disposi­
elevata, ma sono alla portata so­ schio. Il connettore femmina tivo di inserimento cilindrico in
lamente delle persone che devo­ ha normalmente i contatti con cui andrebbe introdotto il cavo,
no lavorare con esse e il loro no­ delle molle per potere garantire hanno dei terminali diritti per il
tevole costo ne rende proibitivo un buon contatto tra i termina­ circuito stampato.
l'utilizzo nelle applicazioni di ap­ li dei due connettori. Nella sua C'è, logicamente, anche
parecchi che funzionano in am­ parte posteriore viene inserito il un'altra possibile connessione,
bienti protetti, come un'officina cavo di connessione. di cui ne sono comune esempio
o un appartamento. le piastre di ampliamento dei
Connettori del personal computer che si colle­
Connessione cilindrica circuito stampato gano ai bus della piastra ma­
dre. Nella piastra madre dei
Una connessione, normalmen­ In un circuito stampato si può computer ci sono dei connetto­
te, utilizza due connettori, i cui utilizzare un qualsiasi connetta­ ri a forma allargata con una
terminali si infilano l'uno nel­
l'altro così da garantire il con­
tatto. I terminali d'uso più co­
mune sono cilindrici, hanno una
estremità a forma di cilindro
con una punta smussata per fa­
cilitare la connessione con il
terminale dell'altro connettore,
nella parte posteriore di solito
sono vuoti per introdurre il ca­
vo di connessione che viene in­
filato per pressione, spingen­
dolo con una speciale pinza o Connettori del tipo SUB-D da 9 terminali maschio,
saldandolo. Questo tipo di ter­ possono essere anche da 25 terminali maschio. La connessione della stampante ha
minale si chiama "maschio" e 25 terminali femmina.

TEORIA: Connettori multipli 13


Teoria 33
Connettori multipli

CONNESSIONE PORTA SERIE DI PC


Connettori a 25 terminali

Terminale Segnale
2 TD (Trasmetti dati) (Transmit
Data)
3 RD (Ricevi dati) (Receive Data)
4 RTS (Richiesta di invio)
(Request To Send)
5 CTS (Libero per l'invio?)
(Clear To Send)
6 DSR (Set dei dati pronto)
(Data Set Ready)
7 CND (Massa) (Ground)
8 DCD (Rilevatore della portante
dei dati) (Data Carry detect)
20 DTR (Terminale dei dati pronto^
(Data Terminal Ready)
22 RING

Il connettore per lo schermo VGA è di 25 terminali e di alta densità.


CONNESSIONE PORTA SERIE DI PC
Connettori a 9 terminali

Terminale Segnale
1 DCD (Rilevatore della portante
dei dati) (Data Carry detect)
2 RD (Ricevi dati) (Receive Data)
3 TD (Trasmetti dati) (Ttansmit
Data)
4 DTR (Terminale dei dati
pronto) (Data Terminal Ready)
5 CND (Massa) (Ground)
6 DSR (Set dei dati pronto)
(Data Set Ready)
7 RTS (Richiesta di invio)
(Request To Send)
8 CTS (Libero per l'invio?) (Clear
to send)
9 RING

Cavo di prolunga per porta parallela con connettori maschio e femmina scanalatura larga circa 1,5 milli­
ai suoi estremi. metri, con una fila di contatti
disposti sui due lati della scana­
latura. Ciascun contatto oltre
ad avere un'ottima qualità da
un punto di vista elettrico, per
garantire un contatto a bassa
resistenza, deve agire come
una piccola molla per facilitare
il contatto con l'altra parte del
connettore. Questa parte si for­
ma quando viene costruito il
circuito stampato, prolungan­
done le piste che sarà necessa­
rio collegare. Per migliorarne il
contatto, si applica una rico­
pertura elettrolitica d'oro, che
oltre ad abbassare la resistenza,
Connettore utilizzato fino ad ora è un'eccellente protezione con­
in quasi tutte le stampanti collegate alle porte parallele. tro la corrosione.

33 TEORIA: Connettori multipli


Teoria 34
Connettori multipli

PORTA PARALLELA DEL PC


Piedino Segnale Piedino Segnale r
1 STROBE 14 AUTO FEED
2 DATAO 15 ERR
3 DATAI 16 INIT %
4 DATA2 17 SLIN
5 DATA3 18 GND
6 DATA4 19 GND
7 DATA5 20 GND
8 DATA6 21 GND
9 DATA7 22 GND
10 ACK 23 GND
11
12
BUSY
PE
24
25
GND
GND
o
13 SELECT
/ connettori più utilizzati nelle applicazioni commerciali hanno i terminali saldati
o sono pinzati in un cavo piatto, quest'ultima versione ha una protezione isolante.

Cavi
Sono stati menzionati due mo­
di di collegare i cavi ai termina­
li dei connettori. Uno median­
te saldatura e l'altro per pres­
sione, utilizzando terminali
progettati soprattutto per
questo tipo di connessioni e,
cosa importante, attraverso
un'attrezzatura adeguata per
chiudere il terminale.
Questo tipo di attrezzatu­
ra è normalmente indicata
dal costruttore di ogni termi­ Euroconnettore (SCART) utilizzato nelle apparecchiature domestiche video e TV.
nale e deve essere adatta al Nello stesso connettore sono presenti i segnali video e audio, questi ultimi con i due
tipo di terminale: i terminali canali stereo, sia in entrata che in uscita.
realizzati da case diverse, in­
fatti, normalmente non sono
intercambiabili.
Un altro tipo di connessio­
ne è quella che si utilizza nei
cavi piatti: vengono chiamate
connessioni per spostamento
dell'isolante e in essi ogni ter­
minale è aperto e ha la forma
di un coltello: nella sua parte
centrale è fissato il conduttore
al quale nel momento dell'inse­
rimento viene tagliata la prote­
zione isolante del cavo permet­
tendo quindi un buon contatto.
Come vantaggio si collega tut­
to il cavo piatto in una sola vol­ Connettore del tipo Europa: permette un notevole numero di connessioni in uno
ta e senza spelarlo: basta inse­ spazio ridotto e viene usato principalmente per la connessione di supporti magnetici
rirlo ben centrato e stringerlo alla scheda madre, in cui viene collocato un altro connettore.

TEORIA: Connettori multipli 34


Teoria 34
Connettori multipli

deve avere una resistenza


meccanica adeguata alle con­
tinue inserzioni, oltre a dover
essere dotati di una buon in­
volucro che stringa per bene il
cavo di connessione, nel caso
in cui si tratti di un connettore
per cavi.
I connettori multipli hanno
l'inconveniente che si rende
necessario esercitare una con­
siderevole forza per connet­
terli, perché bisogna vincere la
forza delle molle che premo­
no ciascun terminale, nel caso
Piastra interna del PC, la connessione al BUS ISA si realizza con un connettore sulla di un cattivo contatto di uno
scheda madre, che è saldato direttamente sul circuito stampato. di essi, normalmente, quando
li si collega o scollega, non si
con una pinza sul connettore Utilizzo nota, se non per il guasto del­
perché ogni conduttore risulti l'apparecchiatura stessa.
fissato e collegato. Il fabbricante solitamente in­
dica il tipo di utilizzo e il nu­ L'euroconnettore
Tensioni e correnti mero di cicli di connessione e
sconnessione che il connetto­ L'euroconnettore si usa da al­
Come per un singolo condutto­ re è in grado di sopportare. cuni anni negli apparecchi do­
re, si devono conoscere quali Ci sono connettori che a mestici audio e video e nelle
correnti circoleranno nei suoi causa della loro posizione Tv e hanno lo stesso connet­
terminali e quali tensioni massi­ possono venire collegati sola­ tore di segnali d'entrata e di
me è in grado di sopportare, ol­ mente una decina di volte in uscita video con segnali sepa­
tre alla massima tensione sop­ tutta la loro vita utile, per cui rati, RGB composito e audio.
portata dal connettore, per evi­ non dovranno sopportare Le connessioni audio sono
tare che gli archi tra i punti di molte inserzioni e scollega­ doppie e corrispondono ai
connessione vicini o tra questi menti. Evidentemente, un due canali del sistema ste­
ultimi per effetto di surriscalda­ connettore che si scollega reofonico sia per l'entrata che
menti si deformino. giornalmente per diversi anni, per l'uscita.

Piastra PCI di PC, il connettore di questa piastra è stampato Connettori IDC. Hanno un incastro per evitare
con le molle di contatto dorate. di invertire le connessioni.

34 TEORIA: Connettori multipli


Teoria 35
I rettificatori
I rettificatori vengono utilizzati per ottenere
correnti a senso unico.
na delle maggiori applica­
zioni della rettificazione è
la conversione dell'ener­
gia elettrica da alternata in con­
tinua. La necessità di rettificare
la corrente deriva dal fatto per
cui, normalmente, la distribuzio­
ne dell'energia eroga corrente
alternata; in Europa è da 220
Volt e 50 Hz, anche se si utilizza­
no altre tensioni, come quelle da
380 Volt, da 110 Volt, da 100
Volt eccetera, così come quella
da 60 Hz è frequente in alcuni
stati del continente americano.
Nell'energia alternata il ver­
so della corrente cambia alter­
nativamente con una frequen­
za di 50 cicli al secondo. Il van­
taggio principale della distribu­
zione di corrente alternata sta
nel fatto che consente l'utilizzo I raddrizzatori e i ponti raddrizzatori sono un elemento comune
dei trasformatori per elevare la in quasi tutte le fonti di alimentazione.
tensione e diminuire la corren­
te nei conduttori, rendendo cessità di ciascuna apparec­ identificare, e a ragione, que­
possibile la costruzione di gran­ chiatura, o meglio, di ciascuna sti dispositivi con i diodi semi­
dissime linee di alta tensione parte dell'apparecchiatura. conduttori.
per rendere più facile il traspor­ Prima dell'utilizzo dei semi­
to dell'energia fino ai luoghi di Dispositivi conduttori basati sull'unione
utilizzo, passando attraverso PN, già venivano utilizzati dei
diversi trasformatori fino ad ar­ Per rettificare è facile dedurre rettificatori. I rettificatori più
rivare alla tensione di 220 che si devono utilizzare dei di­ utilizzati in elettronica erano
Volt/50 Hz di uso domestico. spositivi che conducano in un le valvole a vuoto; in seguito,
Questa è la tensione dispo­ solo senso e che impediscano il si impiegarono dei rettificatori
nibile e la si deve usare e tra­ passaggio della corrente nel sen­ basati su piastre in selenio, e
sformare a seconda delle ne- so inverso. Oggi chiunque può anche gli "spettacolari" retti-

>4
Di
Vi R
I

Rettificatore a mezza onda. Rettificatore a onda intera con due diodi.

TEORIA: I rettificatori 35
Teoria 35
I rettificatori

D2 r0 V2

Di

*0 V2

o-

Funzionamento del rettificatore a onda intera con due diodi, a


seconda di quale sia il verso Funzionamento del ponte rettificatore con quattro diodi
dell'onda, conduce un diodo oppure un altro. a seconda di quale sia il verso della semionda entrante.

ficatori ai vapori di mercurio, ficatori. L'alta affidabilità im­ Corrente


autentici pezzi da museo che plica che il numero dei possibi­
chi ha visto in funzione una li guasti è così ridotto che i ret­ Quando si progetta un rettifi­
volta, ricorderà per sempre! tificatori non si guastano quasi catore, si deve tenere conto
mai. della massima corrente che cir­
Diodi colerà in senso diretto attraver­
so ciascun diodo. La corrente
Il cammino che ebbe a inversa, normalmente, è ridot­
percorrere la tecnologia tissima e non viene considera­
dei semiconduttori fu ta, a parte casi specifici, quan­
molto arduo dato che ai D4 Di do si effettuano dei calcoli ap­
primordi si ottennero prossimativi. Per i diodi della fa­
delle unioni PN che era­ miglia 1N4000 la corrente mas­
no in grado di funziona­ sima diretta è di 1 Ampère, an­
re con pochi milliAmpè- che se riescono a sopportare
D3 D2
re. Oggigiorno, dispo­ dei picchi di corrente maggiori,
niamo di diodi rettifica- ma di breve durata.
tori di dimensioni ridot­
te e di un altro tipo di Tensione
semiconduttori di po­ ó ó ó ó
tenza, come i tiristore, Quando un diodo di potenza
che riescono a controlla­ conduce, ha una caduta di ten­
re anche mille Ampère, sione di circa un Volt, che è un
cosa che rende più faci­ poco superiore alla caduta di
le la progettazione e la Raddrizzatore a ponte con quattro diodi. tensione diretta tra i diodi che
costruzione di piccolissi­ Questo ponte è un vengono impiegati per piccolis­
mi e affidabilissimi retti- componente con l'indicazione dei terminali. sime correnti all'interno dei cir-

35 TEORIA: I rettificatori
Teoria 36
I rettificatori

lasciando dei "vuoti" in cui gli


il ì
impulsi negativi vengono elimi­
I ? nati. Ciò fa sì che questo tipo di
raddrizzatore venga utilizzato in
‘i
h circuiti con una corrente piccola,
in cui il rendimento energetico
A' ha poca importanza.

l.j i. Rettificatori
I a onda intera
I raddrizzatori ad onda intera
utilizzano tutta l'energia, sfrut­
! tando i due semicicli dell'onda
1 sinusoidale. La semionda viene
raddrizzata dal diodo che in
I! quella fase è in stato di condu­
zione, per ottenere così il flusso
I di corrente solamente in un
1: rii. senso.
La serie dei diodi 1N4000 è molto utilizzata nelle applicazioni elettroniche
fino a 1 Ampère. Rettificatori a onda
intera con due diodi
cuiti elettronici. Si suppone che semiconduttore che viene inter­
vengano usati per tensioni mol­ posto tra la presa di corrente al­ Questo tipo di rettificatore si ba­
to superiori ad un Volt, dato che ternata, che sia direttamente sa sull'utilizzo di un trasformato­
sappiamo che i diodi non con­ quella della rete oppure il se­ re con presa centrale nel secon­
ducono al di sotto della tensione condario di un trasformatore, e dario. Se, per esempio, si voglio­
di soglia. Quando il semiciclo il carico. no ottenere 12 Volt rettificati, il
della tensione applicata è inver­ La corrente d'uscita ha un trasformatore deve essere di 12-
so deve sopportare tutta la ten­ solo verso, ma non è continua, 0-12 Volt, deve, cioè, essere un
sione; per una tensione efficace perché è formata da impulsi che trasformatore con secondario
di 220 Volt, la tensione del picco vanno solamente in un senso, da 24 Volt e con presa interme-
si avvicina ai 300 Volt, e se misu­
riamo tra i due picchi opposti
della sinusoide, raggiungiamo
una tensione da picco a picco di
circa 600 Volt. In elettronica,
normalmente, si lavora con ten­
sioni inferiori, perché prima di
rettificare è usuale interporre un
trasformatore riduttore della
tensione. Come esempio citia­
mo il diodo della serie 1N4004,
che sopporta 400 Volt di tensio­
ne inversa e il diodo 1N4007,
che sopporta 1.000 Volt.

I rettificatori
a mezza onda
Questo tipo di rettificatore è Piccoli ponti rettificatori. B80 indica la tensione inversa massima (80 Volt) e C1500
semplicissimo: utilizza un diodo segnala come carico massimo di 1.500 milliAmpère, cioè 1,5 Ampère.

TEORIA: I rettificatori 36
I

I rettificatori

Ponti raddrizzatori di media potenza.

dia. Si osserva il funzionamento Ottenimento della rettificata. Si utilizzano filtri do­


molto bene nella corrispon­ corrente continua tati di bobine e condensatori
dente illustrazione, seguendo il collocati dopo i rettificatori, ma
percorso che la corrente segue Per ottenere corrente continua abbandoniamo l'argomento e
in ciascun semiciclo. All'uscita si è necessario filtrare la corrente lo studieremo in seguito.
ottiene una corrente rettificata,
in un solo verso, che sfrutta tutti
i semicicli dell'onda, ma che non
è ancora continua.

Raddrizzatore ad
onda intera
con quattro diodi
Il vantaggio apportato da que­
sto tipo di rettificatore sta nel
fatto che esso non utilizza un
trasformatore con presa inter­
media nel secondario; per ot­
tenere una tensione raddrizza­
ta di 12 Volt è sufficiente uti­
lizzare un trasformatore con
un secondario a 12 Volt. Utiliz­
za due diodi che conducono in
ogni verso e il suo funziona­
mento può essere osservato
nella corrispondente illustra­ Ponti raddrizzatori di potenza.
zione. Al centro hanno un foro che facilita l'installazione dei dissipatori.

36 TEORIA: I rettificatori
Teoria 37
Gli zoccolili!
Gli zoccolini consentono
una veloce sostituzione dei componenti.
/ Itre a conoscere teorica­
mente i circuiti, è molto
interessante imparare a
conoscere anche i materiali uti­
lizzati in elettronica: è impor­
tantissimo, quando si vogliono
mettere in pratica le nozioni
teoriche.
Lo zoccolino è un compo­
nente molto interessante che
deve le proprie origini agli zoc­
coli delle valvole termoioniche;
ci fu poi un periodo in cui furo­
no poco utilizzati con l'appari­
zione dei circuiti stampati; at­
tualmente stanno conoscendo
un periodo aureo grazie ai di­
spositivi programmabili o alle
apparecchiature che si evolvo­
no giorno per giorno. Nelle apparecchiature elettroniche si utilizzano zoccolini molto diversi.

Definizione come connettori progettati gli zoccolini impiegati nella pia­


specialmente per stringere e stra madre del computer, so­
Esiste una notevole varietà di collegare dei componenti. prattutto quello destinato al mi­
zoccolini per diverse applicazio­ croprocessore. Questo zoccolino
ni, ma tutti hanno, in pratica, la Utilizzi permette l'utilizzo della medesi­
medesima finalità: consentire ma mother board per micropro­
la sostituzione veloce del com­ Vari sono gli utilizzi degli zocco­ cessori della stessa famiglia, ma
ponente in essi installato. Po­ lini che stiamo per descrivere. con differenti velocità, renden­
trebbero anche essere definiti Il più attuale è forse quello de­ done possibile una veloce sosti­
tuzione in caso di guasto o an­
che per migliorare l'apparec­
chiatura cambiandola con un'al­
tra più veloce.
Gli zoccolini si utilizzano an­
che nelle apparecchiature in cui

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Negli zoccolini si utilizzano terminali


Gli zoccolimi più normali sono quelli utilizzati negli incapsulati DIL. < torniti e con contatti metallici.

___
TEORIA: Gli zoccolini 37
Teoria 37
Gli zoccolimi

Dettaglio dei terminali di un circuito


PLCC: la sua forma ne facilita
l'inserimento nello zoccolino.

te. Se i circuiti devono essere


portatili, o inseriti in veicoli o
macchinari sottoposti a colpi e
vibrazioni, lo zoccolino deve es­
sere preparato per mantenere il
circuito integrato connesso no­
/ circuiti PLCC possono essere inseriti direttamente nello zoccolino: nostante tutte le vibrazioni.
questo ne facilita la sostituzione.
Forza d'inserzione
tutta o parte della loro pro­ zione a cui viene destinato. Per
grammazione viene registrata esempio, per circuiti che do­ Gli zoccolini devono garantire
nelle memorie tipo EPROM o in vranno stare in un'officina o in una buona connessione a ogni
altri dispositivi programmabili. un negozio e che viene rara­ pin e a tutti i terminali del cir­
Questo tipo di memorie ci mente spostato, è sufficiente cuito oltre a mantenerli stretti.
obbliga a rimuoverle dal circui­ uno zoccolino d'utilizzo corren- Tutto ciò esige una certa pres­
to quando si vuole
cambiare programma­
zione o semplicemente
a sostituirle con altre
precedentemente regi­
strate.
In molti circuiti ven­
gono utilizzati zoccolini
per facilitare la sostitu­
zione dei circuiti inte­
grati; al momento,
però, gli zoccolini ven­
gono utilizzati per effet­
tuare degli ampliamenti
di memoria o di proces­
sore velocemente.

Qualità
La qualità di uno zocco­
lino deve essere buona
e adeguata all'applica­ Zoccolino del Pentium nella mother board di un personal computer.

37 Teoria: Gli zoccoliti!


Teoria 38
Gli zoccolisi

Vari terminali di un microprocessore. Microprocessore 486 visto dalla parte inferiore.

sione su ogni terminale di mo­ I professionisti utilizzano dente. Pensiamo quanto sia
do che quando il numero dei estrattorie insertori e insertrice semplice inserire il terminale di
terminali è elevato deve appli­ per togliere o mettere circuiti una resistenza in una connes­
care molta forza perché la pres­ integrati nei loro zoccoli, dato sione della piastra di un proto­
sione risultante sia sufficiente a che può succedere che la forza tipo, che è uno zoccolo specia­
inserire tutti i terminali. di una persona risulti insuffi- le, ma per effettuare la medesi-

Zoccolo ZIF, con protezione per assicurare la connessione dei terminali del circuito.

Teoria: Gli zoccoliti! 38 I


Teoria 38
Gli zoccoliti!

no" bene i terminali del circuito


integrato da inserire. Sono più
economici rispetto ai pines tor­
niti.
Questo tipo di zoccolo è
quello maggiormente proposto
ai principianti, perché nei primi
montaggi e nei prototipi, soprat­
tutto se si tratta di componenti
costosi che conviene recuperare,
si possono sostituire i circuiti in­
tegrati.

Zoccolini ZIF
Questi zoccolini si utilizzano
principalmente per bloccare i cir­
cuiti integrati nei programmato-
ri di memorie EPROM e altri di­
spositivi di programmazione. In
Italia vengono chiamati zoccolini
con forza di inserzione zero.
Zoccolino per circuiti integrati ad alta scala di integrazione. Quando la leva che assicura
l'inserimento è sollevata, i con­
ma operazione con un circuito Pin a piattina tatti risultano liberi e quindi non
integrato si deve esercitare dobbiamo esercitare alcuna for­
molta più forza. Gli zoccoli più economici hanno za per installare o togliere il cir­
la forma di una piattina. Diversi cuito integrato dallo zoccolino,
Pin tornito sono i modelli, anche qualitati­ basterà poi riabbassare la levetta
vamente, che garantiscono un per assicurare un buon contatto
La denominazione pin deriva buon contatto, ma, normalmen­ fra lo zoccolino e il circuito inte­
dal gergo tecnico e non deve te, si rompono se non si "pinna- grato.
essere utilizzata in italiano,
anche se la si deve conosce­
re, perché viene usata e po­
tremmo sentirla in qualche
caso.
I terminali, o pines, posso­
no essere torniti, hanno una
notevole precisione meccani­
ca e sono ricoperti da un sot­
tile strato d'oro che ne favori­
sce il contatto. Il loro prezzo è
abbastanza elevato, anche se
ultimamente sono un po' più
abbordabili. I terminali dei
circuiti integrati si incastrano
in questi zoccoli e a volte di­
venta abbastanza difficile to­
glierli; va detto, però, che si
ottengono connessioni molto
sicure, sia da un punto di vi­
sta elettrico che meccanico. Zoccolini DIL di varie dimensioni.

38 Teoria: Gli zoccolini


Teoria 39
Icavi
I cavi si utilizzano per alimentazione
e per il trasporto dei segnali.
ri cavi ricoprono una notevole
importanza, sia all'interno
delle apparecchiature che per
le connessioni tra di esse. La va­
rietà di questi cavi è associata al
tipo di segnali che essi trasmet­
tono. Vengono utilizzati, inol­
tre, per alimentare le apparec­
chiature.

I cavi
In genere, un cavo è composto
da un conduttore e da una co­
pertura isolante. Il conduttore
deve avere le caratteristiche
elettriche adeguate al segnale
trattato e la copertura, oltre ad
isolare, deve poter resistere a
determinati sforzi meccanici, a
seconda dell'applicazione a cui Esiste una notevole varietà di cavi per applicazioni molto diverse.
il cavo viene destinato. Quando
ci si deve avvalere di diversi tipi mare un unico conduttore che sempre con una copertura iso­
di connessioni tra due punti, si garantisce, però, maggiori fles­ lante che li protegga, a sua vol­
devono utilizzare alcuni cavi sibilità e resistenza alle vibrazio­ ta, dalla corrosione. Quando,
raggruppati e protetti con una ni. Il rame viene utilizzato per la invece, si lavora in ambienti con
comune guaina; in questo caso sua buona conduttività, il suo determinati livelli di umidità o
si chiamano cavi multipli, ma basso coefficiente di tempera­ in atmosfere in cui è prevedibi­
viene anche usata la comune tura, per la sua duttilità e la sua le che si sviluppi la corrosione,
denominazione di cavo. alta resistenza alla corrosione. diventa necessaria una prote­
Per cavi comunemente utilizza­ zione addizionale e si ricorre al-
Il conduttore ti in ambienti protetti, viene l'utilizzo dei medesimi condut­
usato rame non trattato, ma tori di rame, ma con un rivesti-
Il conduttore può consistere di
un filo di rame di sezione cilin­
drica o essere formato da vari
fili di rame di sezione minore
arrotolati tra di loro così da tor­

Il filo di rame è il conduttore I cavi possiedono una copertura isolante;


più semplice. si utilizzano colori diversi per le differenti connessioni.

TEORIA: Itavi 39
Teoria
Icavi

mento di stagno, sia che si trat­


ti di un filo di rame da utilizzar­
si nudo, come il conduttore in­
terno di un cavo, sia che si tratti
di un conduttore rigido e sia di
uno costituito da vari fili. Esisto­
no anche altri rivestimenti, ma
sono riservati ad applicazioni
speciali: sono i fili di rame rico­
perti di argento, per abbassare
la resistenza nella costruzione
delle bobine per circuiti di radio-
frequenza.

Installazioni
domestiche
Nelle installazioni elettriche di
uso domestico si utilizzano fili ri­
gidi ricoperti di isolante, normal­
mente PVC, con una sezione di
mm 1,5 o mm 2,5.
Nel quadro di distribuzione, Per aumentare la flessibilità di un cavo,
negli interruttori, nelle prese il conduttore è formato da diversi fili con sezione ridotta.
per i forni delle cucine, nelle
prese per lavatrici eccetera si L'isolamento triche e ambientali di utilizzo,
utilizzano sezioni superiori che come: isolamento elettrico,
vanno da 4 a 10 mm. Inoltre i L'isolamento dei cavi è forma­ temperatura, resistenza all'u­
tre fili, fase, neutro e terra van­ to dalla sua copertura, può es­ midità, agli acidi, agli olii, alla
no protetti da un tubo isolante sere formato da uno o più luce solare, al calpestio eccete­
che andrà incassato nelle pare­ strati e il materiale utilizzato ra. Importante è anche il fatto­
ti e nei pavimenti. dipende dalle condizioni elet- re economico. Prima di utiliz­
zare un cavo, si deve
sapere a quali applica­
zioni sia destinato a la­
vorare, così da sceglie­
re il modello più sicuro
e che soddisfi tutti i re­
quisiti richiesti. Dal
punto di vista elettrico,
per esempio, è di ugua­
le potenza una lampa­
da del salotto o una
lampadina portatile
che si utilizza in un'au­
tofficina. In primo luo­
go, può essere suffi­
ciente un cavo con due
conduttori e una sotti­
le guaina esterna che
protegga l'insieme dei
/ conduttori di rame sono solitamente stagnati per evitare la corrosione due cavi. Questo tipo di
e facilitare la saldatura. cavo dovrà sopportare

39 Teoria: I cavi
Teoria 40
Icavi

Campione di cavo utilizzato nelle reti di trasmissione dati Cavo d'alimentazione dei tre conduttori, oltre all'isolante di
all'interno degli edifici. ogni conduttore, possiede un isolante generale che li ricopre.

pochissime aggressioni, alla sporcizia del suolo, o anche parecchie volte al giorno, sop­
meglio nessuna, si allaccia la quella che ricopre le mani, portando costanti flessioni;
lampadina e il cavo verrà toc­ contiene composti che posso­ deve, quindi, essere formato
cato poche volte per spostare no danneggiare la copertura di da molti fili quanto più possi­
la lampadina dal suo alloggia­ questi cavi. Il cavo sarà trasci­ bile fini per garantire la flessi­
mento. Nei secondo caso, e nato al suolo e sarà a contatto bilità, perché non si rompa
cioè nell'officina, si deve tener con bordi metallici e sarà cal­ dopo poche flessioni.
conto di altri aspetti: la sua co­ pestato. Deve poter resistere
pertura deve sopportare ac­ per un buon periodo e non de­ Cavi coassiali
qua, benzina, olio, gasolio, an­ ve rompersi quando viene cal­
che se questi prodotti devono pestato. Inoltre, il cavo deve Il cavo coassiale è costituito da
stare lontani per sicurezza; la poter essere arrotolato e steso un conduttore interno che può

Cavo schermato. Evita /‘entrata o l'uscita dei segnali da e verso l'esterno.

Teoria: I cavi 40
Teoria 40
Icavi

A sinistra, cavo audio schermato. Sopra, cavo


coassiale da 75 Ohm utilizzato per la
distribuzione dei segnali TV nelle abitazioni.

essere formato da uno o più fi­ installati. L'importanza di una rano con segnali di elevata fre­
li; di norma è di rame, argen­ scelta oculata circa questo tipo quenza. Si utilizzano con con­
tato o stagnato in modo da di cavo è motivata dall'atte­ nettori speciali, sia all'interno
migliorarne la conduttività. nuazione del segnale che può di cassetti di connessione e sia
Questo conduttore coassiale è essere prodotta da un cavo nei collegamenti liberi. Questo
circondato, in maniera unifor­ inadeguato; nel caso di un te­ tipo di cavo perde le proprie
me, da un isolante che può es­ levisore, potrebbe essere che il proprietà e si deteriora quan­
sere di vari materiali, normal­ segnale che gli arriva risulti in­ do viene deformato e calpe­
mente è di silicone. L'insieme sufficiente e che, quindi, l'im­ stato; si deve evitare, inoltre,
di conduttore centrale e mate­ magine sullo schermo perda in di piegarlo eccessivamente,
riale isolante viene ricoperto qualità. Questi cavi sono utiliz­ perché potrebbe non riuscire a
da una calza di fili di rame, che zati anche all'interno delle ap­ recuperare la propria forma
possono, inoltre, essere sta­ parecchiature a RF e, in gene­ originale e risultare così irrepa­
gnati o argentati e disposti co­ re, negli apparecchi che lavo- rabilmente danneggiato.
me uno schermo che ricopra
tutto, o quasi tutto, l'isolante.
Questa calza può anche essere
una sottile striscia di metallo
arrotolata a spirale. A volte,
può addirittura essere costitui­
ta da un tubo semirigido ad
anelli di rame. Il cavo coassiale
che possiamo trovare più facil­
mente è il cavo di connessione
tra la presa dell'antenna a pa­
rete e l'entrata dell'antenna
del televisore. È un cavo di 75
Ohm di impedenza che viene
utilizzato oggigiorno fino ai
2GHz di frequenza; se ne tro­
vano ancora da 1GHz e sono
fra quelli più comunemente Cavo RG-58 da 50 Ohm: è molto utilizzato nelle installazioni radio VHF.

40 Teoria: I cavi
Teoria 41
I microfoni
Il microfono è un trasduttore
che converte energia meccanica in energia elettrica.
pi I suono deve la propria origi­
ne alle variazioni di pressione
presenti nell'aria a causa del­
le quali quest'ultima si sposta e
provoca a sua volta lo sposta­
mento dell'elemento mobile
del microfono. Grazie a questo
movimento viene generata una
corrente elettrica, molto debo­
le, che viene di norma applica­
ta a un preamplificatore e poi a
diversi circuiti audio che lavora­
no con questi segnali, sia per
portarli a un amplificatore, a un
modulatore radio o a una linea
telefonica, tanto per citare bre­
vemente tre possibili applica­
zioni.
Il microfono dinamico viene realizzato in molti modelli e ha un uso molto esteso.
Caratteristiche
ve dirigere il microfono per po­ hanno bisogno di alimentazio­
Un microfono può essere carat­ ter captare più o meno il se­ ne. Il livello fornito dal microfo­
terizzato in vari modi e con di­ gnale. L'impedenza di uscita no non ha niente a che vedere
versi parametri; ne parleremo non è molto importante per il con la sua qualità, anche se ri­
brevemente. suo funzionamento come cap­ sulta essere di notevole impor­
La risposta in frequenza è il tatore di suono, ma lo è quan­ tanza al momento di scegliere il
primo di essi; è chiaro che deve do lo si deve collegare al circui­ preamplificatore.
funzionare all'interno della to preamplificatore.
banda audio. Questo particola­ Si deve tenere conto anche La fedeltà
re parametro è in relazione con del fatto che i microfoni offro­
la fedeltà del microfono. Altro no livelli di uscita molto diversi Questo parametro indica la
importante parametro è la di­ per il medesimo segnale da qualità e il livello del segnale
rettività, verso dove, cioè, si de­ captare; alcuni modelli, inoltre. fornito dal microfono quando

Microfono dinamico. 1. Membrana, 2. Bobina, 3. Magnete, 4. Telaio, 5. Connessioni.

TEORIA: I microfoni 41
Teoria 41
I microfoni

quest'ultimo viene eccitato da


un livello acustico costante per
ogni frequenza della banda au­
dio. La curva ideale è una linea
retta, che viene denominata ri­
sposta piatta.
La sensibilità indica la capa­
cità che un microfono possiede
per captare deboli suoni e con­
vertirli in valori di tensione alla
sua uscita.

Microfono a carbone
II microfono a carbone consiste
in una resistenza formata da
granelli di carbone e posta tra
due conduttori che vengono
connessi ai due terminali del
microfono. Il carbone è all'in­
terno di una capsula, che ha Microfono dinamico: si vede la capsula microfonica.
due pareti delle quali una è uni­
ta alla membrana che si muove le variazioni di corrente. Que­ tipo di microfono non è molto
per azione del suono, provo­ sto tipo di microfono è stato il buona, ma è sufficiente per ri­
cando lo spostamento dei gra­ primo a essere utilizzato; si ar­ produrre la conversazione te­
nelli di carbone, che a loro vol­ rivò a costruire modelli di gran­ lefonica, da 300 a 3.400 Hz.
ta provocano variazioni della de qualità, che ebbero un set­ Questi microfoni erogano un
resistenza alla frequenza del tore di utilizzo nei telefoni clas­ segnale di uscita molto elevato
suono captato. Questo mi­ sici, molti dei quali sono ancora che ne consente l'utilizzo an­
crofono necessita di una cor­ in uso. Tuttavia non viene utiliz­ che senza amplificatori, come
rente che circoli attraverso e zato per i nuovi apparecchi. La succedeva nei sistemi telefonici
quello che viene rilevato sono risposta in frequenza di questo più antichi.

Microfono dinamico
Il microfono dinamico è molto
simile a un altoparlante a bo­
bina mobile, cioè a un altopar­
lante dinamico, anche se le
sue dimensioni sono diversissi­
me. Possiamo verificarlo uti­
lizzando un altoparlante di
questo tipo collegato all'entra­
ta del microfono dinamico di
un preamplificatore, ma se vi
capita di effettuare realmente
questo esperimento, per la
connessione si deve utilizzare
un cavo schermato, perché se
non lo si facesse, sarebbe pro­
babile che il suono ottenuto
La possibilità di inserire schede audio sarebbe estremamente sgra­
nei computer ha dato l'avvio all'utilizzo dei microfoni. devole. Questo tipo di mi-

41 TEORIA: I microfoni
Teoria 42
I microfoni

Microfono a condensatore. 1. Membrana conduttrice, Microfono a elettreti. 1. Piastra mobile, 2. Piastra fissa,
2. Telaio, 3. Armatura posteriore, 4. Supporti isolanti, 5. Contatti. 3. Contatto posteriore, 4. Isolante, 5. Connessioni.

crofono ha un utilizzo molto L'impedenza è bassa e per­ Microfoni


esteso ed esiste una varietà di mette l'utilizzo dei cavi di con­ a condensatore
modelli di diversa qualità, di nessione abbastanza lunghi.
diverso prezzo e con vari dia­ Di norma, questi microfoni Hanno una grande qualità e
grammi di direttività, anche i hanno una buona qualità, ma una risposta praticamente piat­
modelli più economici consen­ sono stati superati dai mi­ ta in tutta la banda audio. Ven­
tono la realizzazione di regi­ crofoni a condensatore, il cui gono utilizzati in apparecchi di
strazione di grande qualità. È inconveniente è il loro elevato misurazione, di calibrazione e
formato in pratica da una costo. Hanno un altro vantag­ negli studi professionali di regi­
membrana che è unita a una gio, il loro grande margine di­ strazione. Il principio di funzio­
bobina che si sposta quando namico: ciò permette di utiliz­ namento è semplicissimo, per­
riceve il suono, all'interno di zare lo stesso microfono per ché in pratica si tratta di un
un campo magnetico creato captare suoni molto forti e condensatore, con due lamine,
da un magnete permanente. molto deboli. una delle quali è una membra-

Capsula a elettreti a tre terminali.

TEORIA: I microfoni 42
Teoria 42
I microfoni

Capsula a elettreti a due terminali. Microfono professionale.

na, mentre l'altra è fissa, il die­ margine dinamico; sono a vol­ li preamplificatori, di forma
lettrico, è l'aria. Presentano lo te utilizzati, anche più dei mi­ molto vicina ad una capsula.
svantaggio di necessitare di crofoni dinamici.
una polarizzazione compresa Circuiti acustici
tra i 40 e i 200 Volt, a seconda Preamplificatori
del modello. I banchi di mis­ Il microfono, oltre alla capsula,
saggio professionali hanno Dato che i microfoni erogano deve avere dei "labirinti acusti­
connessioni di alimentazione un segnale debole si è obbliga­ ci" attraverso i quali arriva alla
per questo tipo di microfoni. ti ad amplificare molto il segna­ membrana il suono che la farà
L'impedenza di uscita è altissi­ le che essi generano; se i cavi di muovere. Ciò determina la di­
ma ed è necessario installare connessione, inoltre, sono rettività del microfono, deter­
un preamplificatore molto vici­ troppo lunghi, può succedere mina le caratteristiche che defi­
no al microfono per amplificare che gli amplificatori amplifichi­ niscono quanto segnale viene
il segnale prima del cavo di no anche le interferenze capta­ captato da ciascuno dei 360°
connessione. te. Per ovviare a ciò, la maggior che circondano il microfono.
parte delle volte si ricorre a in­ Per la voce, vengono utilizzati
Microfono a elettreti stallare nei microfoni dei picco- microfoni molto direttivi.

I microfoni a elettreti hanno un


funzionamento simile ai mi­
crofoni a condensatore. Si ba­
sano sull'utilizzo di materiale
dielettrico polarizzato che pos­
siede una carica costante sud­
divisa in due zone. Hanno una
piastra fissa e un'altra mobile
che fa le veci della membrana.
La risposta in frequenza va dai
50Hz ai 15KHz. Non sono qua­
litativamente elevati, ma sono
di dimensioni ridotte, hanno
una notevole resistenza mecca­
nica, un costo abbordabile,
un'alta sensibilità e un buon Microfono professionale con protezione.

42 TEORIA: I microfoni
Teoria 43
I filtri
I filtri sono utilizzati per separare e selezionare
i segnali elettrici in funzione della loro frequenza.
e ci concentriamo sui
componenti passivi base
e supponiamo che siano
ideali, le resistenze non cam­
biano di valore con la fre­
quenza; va detto che la reat­
tanza di una bobina cresce
proporzionalmente alla fre­
quenza, mentre l'impedenza
di un condensatore diminui­
sce con la frequenza.

Filtri classici
Quando si collegano in serie
una bobina e un condensato-
re, si ottiene un circuito riso­
nante, che presenta un'impe­
denza minima per una fre­
quenza di valore P=1/2WLC.
La combinazione in parallelo
viene impiegata per formare
un circuito filtrante. Questi f
due tipi di circuito vennero
usati, e si usano ancora ades­
so, nelle apparecchiature di L'impedenza di un condensatore diminuisce all'aumentare della frequenza.
radiocomunicazione per le al­
te frequenze. Si impiegano delle bobine e dei condensa- gnale è di 3 dB al di sotto del­
anche delle combinazioni di tori diventano importanti e l'attenuazione nella banda di
questi filtri, ad esempio quan­ rendono complicato l'uso di passaggio. Detto con altre pa­
do si collegano in serie dei cir­ questo tipo di filtri; si impie­ role, sono le frequenze per le
cuiti risonanti e dei circuiti fil­ gano, piuttosto, dei filtri attivi. quali il livello del segnale ab­
tranti in parallelo si ottengo­ bassa del 70% il livello nella
no dei filtri passa banda, Frequenza banda di passaggio. Per i più
mentre se si collegano al con­ di interdizione esperti, o per gli amanti della
trario si ottengono dei filtri matematica, diamo un'altra
per l’eliminazione della ban­ Le frequenze di interdizione forma dell'espressione 3 dB=
da. Per utilizzi nelle basse fre­ corrispondono alle frequenze -20 log 0,7 che a sua volta è
quenze, però, le dimensioni per cui l'attenuazione del se­ uguale a -20 log V/Vref, in cui

VlN BOTO VOUT R

Le caratteristiche di un filtro si misurano variando la frequenza del segnale applicato all'entrata e misurandolo all'uscita.

TEORIA:! filtri 43
Teoria 43
I filtri

Vref è la tensione del segnale


della banda di passaggio e V è
la tensione alle frequenze di in­
terdizione, cioè 0,7 di Vref.

Guadagno
Il guadagno di un filtro è il
quoziente tra la tensione del­
l'entrata e quello dell'uscita
per una determinata frequen­
za, normalmente si utilizza la
curva di guadagno in funzio­
ne della frequenza. In un filtro
con componenti passivi il
guadagno massimo è l'unità.
In un filtro ideale il guada­
gno nella banda del passag­
gio è l'unità, ma nei filtri reali
gli viene assegnato il 100%
per poter definire la frequen­
za d'interdizione al 70% del
guadagno nella banda di pas­
saggio. L'impedenza di una bobina aumenta con la frequenza.

Valore di pendenza
in un filtro ideale l'attenua­
zione è infinita nella banda
che riduce; in realtà non è
così e la curva del guadagno
non cade verticalmente alla
frequenza d'interdizione se
non ha una certa pendenza;
l'attenuazione, cioè, non
aumenta gradualmente.
Quanto più è verticale tan­
to più si avvicina al filtro
ideale, anche se solitamente
non è pratico, perché esige
l'utilizzo di un elevato nu­
mero di componenti.
La pendenza di un filtro si
misura in dB per ottava; ri­
cordiamo che un'ottava è il
doppio della frequenza. Per
calcolare la pendenza si mi­
sura il livello del segnale per
due frequenze nella banda
attenuata, separate da un
numero esatto di ottave, se
Quando si collegano in serie una bobina e un condensatore, c'è una frequenza ne calcola il quoziente, poi il
per la quale il circuito presenta un'impedenza minima. logaritmo del risultato così

43 TEORIA:! filtri
Teoria 44
I filtri

ottenuto si moltiplica per 20 e


VOUT si divide per il numero delle ot­
tave che separano le suddette
frequenze.

Filtro
passa basso
Il filtro passa basso lascia pas­
sare i segnali le cui frequenze
stanno al di sotto della fre­
quenza d'interdizione, mentre
attenua quelle che stanno al di
f sopra.
La tensione di uscita di un filtro passa basso diminuisce all'aumentare
della frequenza. Filtro
passa banda
Un filtro passa banda, come di­
ce il nome, lascia passare una
banda di frequenze compresa
tra due determinate frequen­
ze, denominate rispettivamen­
te frequenze di interdizione su­
periore e inferiore; la differen­
za tra le due viene chiamate
larghezza di banda (BW -
Bandwith), definisce la fre­
quenza per cui l'attenuazione
è minima; la frequenza, per cui
il guadagno è massimo, si chia­
ma frequenza centrale o fo.
Il fattore della qualità del fil­
Per poter utilizzare la tensione di uscita, è meglio definire il guadagno. tro viene rappresentata dalla
lettera Q e rende l'idea della
qualità del filtro e si calcola di­
videndo la frequenza centrale
1 per la larghezza della banda.

Filtro a banda
0,7 passante stretta
La banda passante di questo ti­
po di filtro è solitamente stret­
tissima e presenta una forte at­
tenuazione per una determina­
ta frequenza; si utilizza nor­
malmente per eliminare una
frequenza.
fc f Si definisce per la sua lar­
ghezza di banda e le frequenze
La freguenza di taglio corrisponde alla frequenza il cui segnale è il 70% rispetto al di interdizione superiore e infe­
segnale nella banda di passaggio. riore.

TEORIA: I filtri 44
Teoria 44
I filtri ■

1 1.

0,7 0,7

fci fo fcs f
BW
fc f

Filtro passa banda. Curva di risposta in frequenza di un filtro passa alto.

I componenti
I filtri ideali venivano co­
struiti con bobine e conden­
satori ideali, lasciavano pas­
sare delle frequenze mentre
ne bloccavano delle altre,
immagazzinavano energia
in alcuni istanti e la perde­
vano successivamente. In
realtà i componenti non so­
no ideali e, inoltre, ai filtri
vengono aggiunte delle resi­
stenze.
Le bobine, d'altra parte,
Filtro della banda eliminata.
hanno un costo abbastanza
elevato, soprattutto per le
basse frequenze, in cui si cer­
ca di realizzare i filtri con i
condensatori e, se non basta,
si ricorre all'utilizzo di filtri at­
tivi, che abbiamo studiato in
precedenza.
I filtri si utilizzano per di­
verse gamme di frequenza,
dai circuiti a microonde alla
bassa frequenza audio hanno
tutte i medesimi parametri ba­
se, ma la modalità di realizza­
zione, i componenti e l'aspet­ La pendenza di un filtro dà l'idea della frequenza di taglio
to finale sono diversissimi l'u­ del segnale che attua il filtro nella banda passante. A maggiore pendenza, curva A,
no dall'altro. corrisponde maggiore attenuazione.

LJ
44 TEORIA:! filtri
Teoria 45
I terminali
Per garantire le connessioni elettriche
vengono utilizzati i terminali.
- obbiamo dimenticare la
tecnica di spelare i cavi,
quella consistente nel
toglierne la copertura isolante
e, dopo averne attorcigliato i
fili, per effettuare la connes­
sione, ricoprire il tutto con un
nastro isolante. Non dobbia­
mo realizzare questo tipo di
spelatura - lo faremo sola­
mente nell'eventualità di
un'emergenza - per uscire dal
problema; non dovremo mai
farlo come soluzione definiti­
va, dato che questo tipo di
spelatura non garantisce la
giusta pressione tra i due con­
duttori e, quindi, non garan­ Le connessioni effettuate arrotolando il cavo e isolandolo con del nastro isolante,
tendo nemmeno il contatto sono una soluzione d'emergenza.
elettrico, col passare del tem­
po può perdere pressione e curezza fisica; un cavo mal fis­ siamo obbligati ad utilizzarli.
produrre un surriscaldamento sato, per esempio, può liberar­ D'altra parte l'aspetto che al­
con la possibile eventualità di si e portare il telaio di un'ap­ cune connessioni ben realizza­
produrre anche un incendio. parecchiatura ad una pericolo­ te hanno - e cioè con i termi­
sa tensione e provocare, quan­ nali ben ordinati - è sicura­
Sicurezza to meno, una scarica di cor­ mente molto migliore di un
rente pericolosa per chi tocca marasma di cavi disordinati e
Le unioni tra cavi - o tra cavi e il telaio. In genere, salvo appli­ collegati in qualche maniera.
apparecchiature - mal realiz­ cazioni particolari, gli elementi In caso di guasto, inoltre, se
zate implicano poca sicurezza per gli insiemi e per i terminali l'installazione o l'apparecchia­
nel funzionamento e, inoltre, sono abbastanza economici; tura hanno un insieme di con­
abbassano i margini della si- inoltre, per motivi di sicurezza nessioni ordinato la riparazio­
ne risulta molto più semplice.

Morsetti
di connessione
Negli anni passati a causa del­
la diffusa mancanza di fondi e
della scarsità di materiali, mol­
tissime connessioni venivano
realizzate, come abbiamo ap­
pena finito di descrivere, at­
torcigliando i cavi e isolandoli
con del nastro isolante. Oggi-
giorno, disponiamo di molti e
economici modelli di morsetti
a vite che realizzano queste
connessioni.
Normalmente, questi mor­
setti sono costituiti da 2 file
Questo semplice sistema di connessione a vite per un totale di 12 connessio­
è una soluzione veloce ed economica per connettere dei cavi. ni e, se necessario, possono

TEORIA: I terminali 45
Teoria 45
I terminali

essere ritagliati. Esistono molti


calibri che si adattano, logica­
mente, alla sezione del cavo
eventualmente utilizzato.

Morsetti
con linguetta
autobloccante
Le connessioni a vite sono affi­
dabili e sicure, ma presentano
l'inconveniente per cui, a vol­
te, per ragione di velocità o di
costi, è necessario utilizzare
un cacciavite senza limitatore
a coppia per esercitare per
ogni vite l'adeguata pressio­
ne. Per una persona esperta in
questo tipo di lavoro, non c'è Sistema di connessione a pressione del tipo a molla.
problema, ma chi deve farlo
saltuariamente corre il rischio anche se viene tirato con mol­ nuerà a rimanere così. La for­
che i cavi risultino poco serrati ta forza; è un modello resi­ za esercitata dalla molla di­
oppure che per eccesso di stentissimo alle vibrazioni. Il pende dalle dimensioni del
pressione la filettatura della morsetto non ha viti; la pres­ morsetto; è quest'ultimo, in­
vite o del terminale si deterio­ sione viene esercitata da una fatti, che esercita la pressione
ri, con il risultato di presentare molla in acciaio che può esse­ garantendo che la pressione
comunque un cattivo contat­ re aperta utilizzando un uten­ esercitata si mantenga. L'u­
to, anche in questo caso. Il sile adeguato o, se non lo si tente non può quindi in alcun
morsetto chiamato autobloc- possiede, un cacciavite. modo avere un cavo troppo
cante dal suo costruttore ha Una volta aperto il morset­ floscio o troppo stretto.
ricevuto questa denominazio­ to, il cavo può essere tolto o Esistono morsetti di con­
ne perché il cavo rimane im­ inserito, ma, una volta reinse­ nessione di tutti i calibri e di
prigionato come in una taglio- rito nella molla, il cavo risul­ tutte le qualità e addirittura
la e non può essere liberato terà molto stretto e conti­ dei modelli che si montano su
rotaie normalizzate, pezzo a
pezzo, così da creare dei gran­
di gruppi di morsetti.

Terminali
per circuiti stampati
si tende, nei circuiti stampati,
ad economizzare e a saldare i
cavi direttamente al circuito
stampato. Quando però, si
tratta di moduli che devono
rimanere separati o in cui i ca­
vi debbano essere inseriti e
tolti più di una volta, conviene
realizzare le connessioni a ter­
minale, anche se andranno
saldate, perché nel circuito
Terminale classico in cui ogni cavo viene bloccato stringendo una vite. stampato non si possono to-

45 TEORIA: I terminali
Teoria 46
I terminali

Terminali del circuito stampato del tipo a spadino. Terminali faston.


Si devono utilizzare per connettere i cavi al circuito stampato. Sono molto utilizzati nelle automobili e negli elettrodomestici.

gliere e mettere saldature, e e ancora oggi continua ad es­ spostino lateralmente e che la
perché la lamina di rame si sere utilizzato. C'è una grande vite ne stringa solamente uno
staccherebbe rimanendo dan­ diversità di modelli: quelli con o due; d'altra parte, se nel­
neggiata. I terminali di più co­ copertura isolante e quelli l'ambiente c'è dell'umidità, è
mune utilizzo per i circuiti senza. Esistono anche dei mo­ facile che i fili si corrodano. Il
stampati sono i terminali del delli che si saldano diretta- terminale per cavi ha solita­
tipo a spadino, che si saldano mente ai circuiti stampati e al­ mente una forma tubolare,
al circuito stampato stesso. tri che si fissano alle lamelle che può, in seguito, acquisire
Per l'altro estremo si può uti­ conduttrici. le più diverse forme a seconda
lizzare un terminale allacciabi- degli attrezzi utilizzati per
le nello spadino oppure si può Terminali per cavi chiudere il terminale. La chiu­
saldare direttamente il cavo al sura si produce in maniera ta­
terminale. Quando un cavo formato da le da garantire la connessione
diversi conduttori arrotolati a tutti i fili; il materiale, inol­
Terminale faston viene liberato dalla sua coper­ tre, risulta così stretto che non
tura protettiva, questi sottili fi­ appena entra dell'aria conte­
Il terminale faston è economi­ li di rame risultano abbastanza nente delle sostanze corrosi­
co ed efficace; è stato utilizza­ disordinati e, inoltre, se si vo­ ve, il cavo non si può deterio­
to per molti anni nelle auto­ gliono stringere in un morset­ rare. Inoltre, le viti dei morset­
mobili, negli elettrodomestici to è possibile che questi fili si ti stringono fermamente que-

Il terminale faston è fabbricato Le estremità dei cavi


in due differenti misure di linguetta e in due diversi spessori. devono essere protette con dei terminali.

TEORIA: I terminali 46
Teoria 46
I terminali

Il terminale deve essere adeguato alla sezione del cavo. Ogni terminale deve essere chiuso con la pinza adeguata.

sti terminali, al contrario di


quanto succedeva con i cavi
costituiti da fili sciolti, perché
la pressione esercitata dalla vi­
te può addirittura tranciare i
fili.
Terminali chiusi
I terminali chiusi vengono uti­
lizzati per fermare i cavi con
dei morsetti la cui connessio­
ne è proprio la vite. Da un la­
to, si pinza il terminale e dal­
l'altro si stringe la vite come se
si trattasse di una rondella.

Terminali aperti
Terminale chiuso da un morsetto a vite.
Nel caso dei terminali chiusi è
necessario togliere compieta-
mente le rondelle e il dado di
attacco. Facendo ciò, si corre
il rischio di perdere questi ele­
menti oppure, eventualità an­
che peggiore, di perderli all'in­
terno dell'apparecchiatura e,
quindi, di danneggiarla. Inol­
tre, mettere e togliere un da­
do porta via del tempo. Per far
prima, si possono utilizzare i
terminali a U, anche se si deve
avere la precauzione di verifi­
care che non escano quando
si stringe la vite del morsetto;
in questo caso è necessario
aprirlo a sufficienza per far
Il terminale a U o a “forchetta “ evita di svitare totalmente la vite di connessione. entrare il terminale.

46 TEORIA: I terminali
Teoria 47
I filtri attivi
I filtri attivi non utilizzano elementi passivi;
grazie a essi si riesce a ridurre sia il volume che il costo.
■ filtri attivi sono realizzati, in
pratica, con degli amplifica­
tori operazionali, delle resi­
stenze e dei condensatori e
non utilizzano le induttanze
(le bobine). Escludendo le in­ o
duttanze, si costruiscono dei o R
filtri di ridotte dimensioni,
che, anche per le basse fre­ Vs
quenze, raggiungono dimen­
Ve Z±C
sioni che in molte applicazioni
risultano molto più contenute
o o
di quanto avremmo con un
circuito che utilizza elementi
passivi. Filtro passa basso di primo ordine; il massimo guadagno è l'unità.

Frequenza to più vantaggioso diventa un paziente all'altro e viene


l'impiego dei filtri attivi. facilmente regolata avvalen­
Normalmente si utilizzano i fil­ Un'applicazione molto esem­ dosi di una combinazione di
tri attivi fino a circa qualche plificativa riguarda l'adatta­ filtri attivi.
centinaio di kiloHertz, ma il mento della risposta in fre­ I vecchi apparecchi erano
settore di massivo utilizzo è quenza degli apparecchi cor­ amplificatori con una corre­
quello della bassa frequenza. rettori della sordità alla rispo­ zione della risposta abbastan­
Quanto minore è la fre­ sta dell'orecchio umano. La ri­ za semplice. Nei casi più diffi­
quenza con cui lavorano, tan- sposta di quest'ultimo varia da cili, per correggere con un esi-

Le resistenze e i condensatori sono i componenti passivi utilizzati nei filtri attivi.

TEORIA:! filtri attivi 47


Teoria 47
I filtri attivi

to positivo la risposta in fre­


quenza obbligata, si era co­
stretti a incorporare le indut­
tanze e ne risultavano appara­
ti di dimensioni effettivamen­
te grandi, che andavano tra­
sportati in una borsa; grazie a
un cavo il segnale veniva in­
o R1
viato a un auricolare collocato
O
nel padiglione auricolare del
paziente.

Idee base Ve Vs

Un filtro attivo è composto,


nella maggior parte dei casi,
Q O
da resistenze, condensatori e
amplificatori operazionali; va
detto, comunque, che ci sono Filtro passa basso di primo ordine; il guadagno è regolabile.
anche dei circuiti integrati co­
struiti con dei transistor che essi risultano instabili, perché zione, facili da progettare e
includono al proprio interno hanno la tendenza ad oscillare che non sono molto esigenti
tutti i componenti del filtro, spontaneamente, mentre altre per quanto concerne la tolle­
ad eccezione di alcuni situati volte esigono una precisione ranza dei progetti.
all'esterno per configurare il di componenti che risulta an­ Alcuni di questi circuiti con
filtro. Esiste una grande va­ tieconomica., perché in ogni sicurezza di funzionamento li
rietà di circuiti e può essere progetto si devono utilizzare, vedremo in seguito: sono
notevole anche il numero de­ per quanto possibile, i valori in semplici configurazioni che si
gli amplificatori operazionali commercio, più facilmente ot­ avvalgono di uno o due ampli­
da utilizzare. tenibili nella realizzazione pra­ ficatori operazionali.
Anche se, teoricamente, si tica dei progetti. È consigliabile utilizzare dei
possono progettare filtri attivi Tuttavia, esistono molte condensatori che abbiano una
con caratteristiche di risposta configurazioni stabili con un buona stabilità sia in frequen­
molto variabili, alcune volte rischio minimo di autooscilla- za che per temperatura. Con i
condensatori ceramici e in po­
liestere si ottengono, general­
mente, dei risultati abbastan­
za accettabili; inoltre, li si può
facilmente reperire nei negozi
di componenti. Si consiglia di
non usare condensatori elet­
trolitici.

Filtro passa basso


I filtri più stabili sono quelli
che non danno guadagno; il
modello più semplice consiste
in un filtro passa basso RC e in
un circuito pilota di tensione
realizzato con un amplificato-
re operazionale. Il massimo
Filtro passa basso di secondo ordine. guadagno di questo tipo di fil-

47 TEORIA:! filtri attivi


Teoria 48
I filtri attivi

C -o o
a n
Vs Ve Vs
Ve
0
o- -o a ■O

Filtro passa alto di primo ordine. Filtro passa alto di primo ordine con guadagno regolabile.

tri per frequenze situate molto realtà si tratta di un amplifica­ te di utilizzare le medesime
al di sotto della frequenza di tore con un condensatore nel espressioni del passa basso,
interdizione è l'unità, mentre circuito di controreazione, per ma in questo caso la frequenza
è di 0,7 per questa frequenza il calcolo della frequenza di in­ di interdizione si calcola con la
di interdizione e diminuisce terdizione si utilizza la medesi­ formula fc = 0,16/R1C.
progressivamente all'aumen- ma formula, ma la resistenza
tare della frequenza. Molte da considerare in questo caso Filtro passa banda
sono le teorie per realizzare il è R2. La formula del guada­
calcolo dei filtri, ma per i mo­ gno è G = R2/R1, ma è appli­ Un filtro passa banda può es­
delli più semplici si possono cabile solamente per frequen­ sere ottenuto collegando un
utilizzare anche delle formule ze molto distanti dalla fre­ filtro passa alto dopo un filtro
approssimative. I filtri di primo quenza di interdizione. passa basso, sempre che la
ordine hanno un solo conden­ frequenza di interdizione del
satore e la frequenza di inter­ Filtro passa alto passa basso sia inferiore a
dizione viene calcolata grazie quella del filtro passa alto. Per
alla seguente formula: fc = I filtri passa alto hanno una ottenere un fattore di qualità
0,16/RC. doppia configurazione rispetto elevato, cioè una Q alta, e una
Per quanto riguarda l'altro a quelli passa basso: dove c'era banda stretta, si può utilizzare
modello di filtro, anch'esso un condensatore, c'è una resi­ la configurazione indicata nel­
con guadagno, anche se in stenza e viceversa. Ciò consen- le illustrazioni e che dà eccel-

c
II
4~R3~F -o
R2
c
o 4~r71 n o
C2

~C3 Vs
Ve R3

Ve R2
Vs
R4

o -o O ■O

Filtro passa banda di secondo ordine. Filtro per l'eliminazione della banda.

____
TEORIA:) filtri attivi 48
Teoria 48
I filtri attivi

lenti risultati con guadagni fi­


no a 20 e Q fino a 9 come
massimo; se non si superano
questi valori il filtro è stabile,
ma se li si supera diventa in­
stabile e inizia ad autooscilla-
re. Più avanti realizzeremo un
esperimento pratico con que­
sto tipo di filtri e calcoleremo i
valori dei suoi componenti.

Filtro con eliminazione


della banda
Questo tipo di filtro viene uti­
lizzato per eliminare una stret­
ta banda di frequenza; ha una
Q elevatissima e il suo calcolo è / transistor, e anche altri elementi discreti
complicato, ma lo possiamo sono una parte molto importante nei filtri attivi.
semplificare supponendo che
C1 = C2eC3=2C1 e che R1 = se vediamo un qualche esem­ curamente. Tuttavia, in alcuni
R2 = 2R3. Esistono moltissimi pio in un libro, dobbiamo ricor­ tipi di filtro possiamo realizzare
modelli, ma quello che presen­ darci che, salvo venga indicato delle modifiche in maniera tale
teremo è abbastanza stabile e il contrario, gli amplificatori da farli funzionare con un'ali­
preciso. Anche con quest'ulti­ operazionali sono alimentati mentazione asimmetrica, ma
mo effettueremo degli esperi­ simmetricamente. Se non fac­ vedremo il tutto con circuiti
menti. Ma, se vogliamo rischia­ ciamo caso a questa racco­ pratici e lavorando sul labora­
re e farlo nelle esercitazioni o mandazione, lo guasteremo si­ torio.

Gli amplificatori operazionali vengono utilizzati per costruire i filtri.

48 TEORIA:! filtri attivi


Teoria 49
Circuiti di protezione
I circuiti devono avere una certa protezione
contro l'eccesso di tensione e, in caso di tensione
continua, contro le inversioni di polarità.
no dei nemici dei circuiti
I elettronici sono le so-
vratensioni che possono r iSZNR
IOK43I
essere istantanee o durature. 33
La protezione da installare
dipende dalla probabilità del
verificarsi di una sovratensio­
ne e dall'importanza dell'ap­
parecchiatura. Può trattarsi di
una semplice elevazione della
ì
tensione, quasi senza impor­
tanza, oppure di una forte
scarica atmosferica. I circuiti in
tensione continua devono es­
sere protetti dalle inversioni di
polarità.
Contro una scarica atmo­
sferica diretta non esiste pro­
tezione totale, però per fortu­ I varistori proteggono contro le sovratensioni di corta durata.
na, normalmente non si scari­
ca tutta la forza del fulmine in salterà molto danneggiato, nella linea elettrica. Normal­
un solo punto. Per esempio, ma grazie alla sua struttura, mente se la scarica man mano
può accadere che un fulmine quasi tutta l'energia verrà sca­ si allontana, anche i sistemi di
raggiunga in pieno un tralic­ ricata a terra e solamente una protezione possono assorbire
cio ad alta tensione, che ne ri- piccola parte si trasmetterà meglio questi impulsi anoma-

>1—
Vd —
v2

Protezione per diodo in conduzione diretta contro l'inversione di polarità.

FUS
+

Protezione per diodo in conduzione inversa contro l'inversione di polarità.

TEORIA: Circuiti di protezione 49


Teoria 49
Circuiti di protezione

li. Tuttavia, può arrivare fino


all'ingresso di un'apparec­
chiatura elettronica qualche
piccolo picco di tensione ele­
vata, ma la sua intensità sarà
debolissima e un semplice ed
economico sistema protettivo
la può assorbire. Pertanto, i
danni causati da una scarica
elettrica possono essere evita­
ti se le apparecchiature sono
state dotate di adeguate pro­
tezioni.
La protezione da installare
è normalmente determinata
dall'importanza dell'apparec­
chio e dal suo costo. Logica­
mente, il centro della Polizia
di una città o il radar di un ae­
roporto, non hanno la stessa I diodi sono utilizzati per diverse protezioni.
importanza di un televisore o
di uno stereo domestici. legata, grazie a un cavo di se­ lizzato. Possono essere diodo,
zione notevole, a una buona diodo zener, varistore, scarica­
Tipoloaie presa di terra. Si utilizza, an­ tore a gas, bobine, condensa-
di protezione che, lo scaricatore costituito tori e altre combinazioni di più
da una punta metallica colle­ elementi. Anche l'isolamento
La prima classificazione che gata a terra e posta vicino alla elettrico può essere conside­
possiamo fare è quella di di­ linea elettrica o alla base del­ rato una protezione elettroni­
stinguere le protezioni a se­ l'antenna, di modo che quan­ ca: normalmente riusciamo a
conda dei componenti elettro­ do si genera un'elevazione di ottenerlo mediante l'utilizzo
nici incorporati o meno. tensione, si produce un arco dei trasformatori.
Tra quelle non elettroni­ elettrico e successivamente Le protezioni possono es­
che, la più famosa è il paraful­ viene assorbito dalla deriva­ sere installate in diversi punti
mine, che facilita il percorso zione a terra. di un'apparecchiatura: alle
del fulmine verso terra. Consi­ Le protezioni contenenti entrate dell'alimentazione, al­
ste, in pratica, in una punta componenti elettronici posso­ le entrate delle linee telefoni­
metallica, posta in alto all'in­ no essere classificate a secon­ che, alle entrate dei microfoni
stallazione e direttamente col­ da del tipo di componente uti- eccetera.

O O

Vi V2

o o

Limitatore bidirezionale con diodi per tensioni Diodi zener.


inferiori a 0,5 Volt.

<
49 TEORIA: Circuiti di protezione
Teoria 50
Circuiti di protezione

o R O
o R O
DZ1

Vi W DZ1 V2
DZ2

o o O O
Scaricatore bidirezionale con diodi zener. Scaricatore bidirezionale con diodo zener.

Diodi sta protezione è bidirezionale; di intervento dello zener, dob­


è efficace, cioè, contro le so­ biamo sommare 0,6 Volt.
I diodi sono utilizzati per di­ vratensioni sia positive che I diodi sono una buona
versi tipi di protezione. Un negative ed è approssimativa­ protezione, ma non assorbo­
diodo di potenza polarizzato mente di 0,6 Volt. no una gran quantità di ener­
direttamente protegge dalle gia.
inversioni di polarità, ma pre­ Diodi zener
senta l'inconveniente per cui Varistore
nel diodo si produce una ca­ Per segnali che abbiano il li­
duta di tensione che può su­ vello superiore a quello della È un componente economico
perare un Volt in diodi di po­ soglia di conduzione del dio­ che pur presentando un'alta
tenza che conducono correnti do, si utilizzano i diodi zener. impedenza, non supera una
elevate. Per ovviare a questo Anche questa protezione è bi­ predeterminata tensione; se
problema, il diodo di protezio­ direzionale, sebbene si abbia quest'ultima viene superata, si
ne può essere collocato in pa­ a che fare con due diodi ze­ comporta quasi come un cor­
rallelo con l'entrata dell'appa­ ner, e dato che sono collegati to circuito a massa. È uno dei
recchiatura, ma in polarizza­ in opposizione, uno si com­ metodi migliori per protegge­
zione inversa, di modo che se porta come uno zener e l'altro re gli ingressi negli alimenta­
l'alimentazione viene collega­ come un normale diodo; per­ tori. Si collega in serie alle en­
ta invertita, questo diodo as­ tanto, alla normale tensione trate dell'apparecchio e si im-
sorbe una notevole quantità
di corrente che fonde un fusi­
bile o che attiva l'interruttore
magnetotermico. Questo tipo
di protezione necessita di un
fusibile o di un altro elemento
che interdica il passaggio del­
la corrente quando il diodo di
protezione inizia a condurre.
Le entrate per segnali di
bassissimo livello di tensione
possono venire protette da
due diodi collegati in parallelo
alle suddette entrate, uno in
diretto e l'altro in polarizza­
zione inversa. Questi diodi
conducono solamente quan­
do la tensione del segnale
d'entrata supera la soglia di
conduzione dei diodi, derivan­
do il segnale alla massa. Que- Fusibile temporizzato.

TEORIA: Circuiti di protezione 50


Teoria 50
Circuiti di protezione

piega sia per variazioni conti­


nue che alternate.
I varistori hanno un tempo
di risposta velocissimo da
quando ricevono la sovraten­
sione a quando reagiscono
derivandola a massa; sono ca­
paci di condurre correnti
istantanee di varie decine, e
anche centinaia, di Ampère e
hanno dimensioni ridotte.
Lasciano passare parte del­
la tensione iniziale, perché si
comportano come resistenze
variabili, ma si tratta di una
tensione bassissima che soli­
tamente non danneggia il cir­
cuito.

Scaricatori a gas Fusibile veloce.

Il loro funzionamento somi­ cia sovente a dispositivi di dersi. Sono impiegati in appa­
glia a quello dei varistori: en­ protezione che assorbano la recchi che hanno brevi picchi
trano in funzione, infatti, corrente a cui il fusibile si fon­ di consumo. C'è anche un al­
quando il livello della tensione de e interdicono la linea d'en­ tro tipo di fusibile, veloce e
supera quello di ionizzazione trata della sovratensione. contrassegnato dalla lettera F
del gas contenuto nell'ampol­ Esistono diversi tipi di fusi­ (dall'inglese "fast" veloce); si
la. bili; quelli temporizzati o ritar­ utilizza per proteggere appa­
Rispondono abbastanza dati sono contrassegnati, oltre recchi molto sensibili e si fon­
lentamente perché il gas che alla loro corrente nominale, dono rapidamente quando
contengono al proprio inter­ con la lettera T e impiegano raggiungono la loro massima
no, per ionizzarsi e agire come un certo tempo prima di fon­ corrente.
conduttore, necessita di un
po' di tempo. Garantiscono
un buon isolamento quando il
gas non è ionizzato e così non
influenzano il circuito che pro­
teggono.

Fusibili
Il fusibile costituisce una pro­
tezione semplice ed economi­
ca inoltre, quando agisce,
scollega l'alimentazione del
circuito. In realtà, è una prote­
zione che si fonde quando
viene attraversata da una cor­
rente superiore a quella deter­
minata. Quando si produce
una sovratensione, essa è soli­
tamente accompagnata da un
aumento di corrente. Si asso­ Scaricatore a gas.

50 TEORIA: Circuiti di protezione


Teoria 51
Il multimetro
Il multimetro è uno strumento di misura polivalente
a basso costo e di massima utilità.
siste una notevole varietà
di multimetri di diversa
qualità e di diverso prez­
zo. Alcuni modelli sono co­
stosissimi, ma sono indispen­
sabili se si vogliono effettuare
delle misurazioni di una certa
precisione. Esistono, però,
anche apparecchi molto eco­
nomici che possiedono la pre­
cisione sufficiente per portare
a termine praticamente la
quasi totalità delle misurazio­
ni che può capitare di effet­
tuare ad un appassionato e,
forse, anche la quasi totalità
di quelle di livello professio­
nale.
I primi multimetri erano
analogici e potevano realizza­
re molte misurazioni, ma i
modelli più precisi risultavano
abbastanza costosi. Inoltre, Multimetro analogico e multimetro digitale.
erano strumenti delicati e do­
vevano essere periodicamente Qualche decina di anni fa tre oggi hanno schermi a cri­
calibrati. Il loro uso era van­ apparvero i primi multimetri stalli liquidi e con il loro ridot­
taggioso per un certo tipo di digitali con tubi Nixie - li no­ to consumo permettono di
regolazione perché si poteva miniamo affinché il lettore ne fabbricare strumenti con mol­
osservare in pochissimo tem­ possa parlare ai suoi colleghi te ore di autonomia con pile
po verso dove tendeva a spo­ più anziani; quindi vennero o batterie di ridotte dimen­
starsi l'ago. quelli con display a LED, men­ sioni.

AUTO POWER-OFF
POWER 20k 200k 2WI
• o 20Ma 200M
IVI ,_________ llll-l
200 .OfTENiF™
hFE o :
200m
A- 2m» o
20m • •2
200m •
0 20 v-
20 • o 200

28° • 1000
A-
200m ° • 750
* 200
V~
20m •’
«
20 u * o 20
2M* o
200n * e .,rt 20kHz
20n 2n
F EBC E
r_Cx->>
Selettore di scala e misura di un multimetro analogico. Selettore di scala e misura di un multimetro digitale.

TEORIA: Il multimetro 51
Teoria 51
Il multimetro

Scale di misura per corrente alternata.

Il multimetro è uno stru­ ne. Un multimetro


mento che consente di realiz­ realizza misurazioni in Scale di misura per tensioni
zare vari tipi di misurazioni; corrente continua, in tensione alternate.
possiamo modificare le funzio­ continua, in tensione alternata
ni mediante un commutatore, e di resistenza, come minimo, diverse scale, a seconda del li­
oppure spostando la posizione ma misura anche corrente al­ vello del segnale da misurare.
dei suoi puntali di misurazio- ternata. Tutto ciò lo effettua su I multimetri più completi in­
cludono una sonda per la tem­
peratura, misure per la fre­
quenza e la capacità, se hanno
margine ridotto, e sono abba­
stanza utili per applicazioni a
bassa frequenza. Frequente­
mente, inoltre, sono dotati an­
che di zoccoli per verificare
diodi e transistor.
Questo strumento si è evo­
luto per diversi anni ed è di­
ventato sempre più completo;
ne esistono modelli piccoli ed
economici.

Modelli
Consigliare quale modello ac­
quistare è difficile, ma voglia­
mo comunque fare una racco­
mandazione. I modelli digitali
sono robusti e la loro precisio­
ne è accettabile. Se avete
Scale di misura per corrente continua. esperienza nel realizzare le mi­

51 TEORIA: Il multimetro
Teoria 52
Il multimetro

L 3 S_eJ
20k 200k 2M PNP NPN
• 20M V—
®200m
X ®2
• 20
• 200 |p:
@1000

• 700 Scala di misura per


resistenze.
Scala di misura per tensioni continue.

surazioni e li sapete utilizzare, misurare le resistenze, dovete Differenze


è consigliabile comprare il più scollegarle dal circuito. Queste
completo possibile, anche se, ultime misurazioni non costi­ Esistono molti tipi di multime-
molto probabilmente, non tuiscono un pericolo per il tri, ma hanno, quasi tutti, un
sarà a buon prezzo. Se, invece, multimetro. funzionamento simile: hanno
non si ha abbastanza esperien­
za, è meglio acquistare il più a
buon mercato, anche se avrà
prestazioni limitate e alcune
misurazioni saranno impossibi­
li: si potranno eseguire le più
correnti e nel caso lo si dan­
neggi, cosa che all'inizio è ab­
bastanza frequente, la sua so­
stituzione non sarà troppo
"dolorosa". Diamo un altro
importante consiglio: tolto
dall'imballaggio, leggete at­
tentamente le istruzioni, indi­
viduate quante misurazioni
può effettuare e quante scale
di misura ha, ma non fatene
nessuna se non sapete effet­
tuare le più facili perché è faci­
lissimo danneggiarlo se mal
utilizzato. Non misurate mai la
tensione di rete e, soprattutto,
non utilizzate la scala di misura
della corrente; se non volete Indicatore per la misurazione della continuità; hanno, di solito, un indicatore acustico.

TEORIA: Il multimetro 52
Teoria 52
Il multimetro

700
200
20
2
20 20

Alcuni multimetri sono in grado di


misurare le frequenze.
Settore per le connessioni della sonda per la temperatura.

uno schermo a cristalli liquidi serito proprio nel selettore del­ spiegheremo, per i diversi mo­
con tre cifre e mezzo come mi­ le funzioni e delle misurazioni. delli, a poco a poco e in gene­
nimo, un commutatore - a ro­ Hanno, inoltre, degli zoccoli rale come effettuare le misura­
tazione o a pressione - e alcu­ per inserire i terminali dei tran­ zioni negli esempi che faremo.
ni morsetti per connettere i sistor, dei condensatori e la Non è strettamente necessario
puntali di misurazione. Hanno sonda per la temperatura. per realizzare gli esperimenti
anche un interruttore d'ali­ Tuttavia, le diversità non indicati nel laboratorio anche
mentazione che a volte va in­ implicano alcun problema: se sarebbe un buon esercizio.

Zoccoli per la verifica dei transistor. Multimetro che misura anche i condensatori.

52 TEORIA: Il multimetro
Teoria 53
Logica combinatoria
Si utilizza in circuiti logici la cui uscita dipende
esclusivamente dallo stato delle entrate.
■ circuiti
combinato­
ri sono A
quelli in cui
gli stati del­ F = ABCD+ABCD+ABCD+ABCD+ABCD
l'uscita, o
delle uscite,
cioè il livello
di tensione B
'1' o '0', di­ F = (A + B + C) (A + B + C) (A + B + C) (A + B + C)
pende esclu­
sivamente
dalle entrate. Le espressioni canoniche possono essere poste sotto forma di somma dei prodotti (a)
Le stesse e sotto forma di prodotto della somma (b).
combinazioni
di entrata producono
sempre i medesimi stati di
uscita, a differenza dei cir­ C B A s
cuiti sequenziali, in cui la
i i i 0 INPUTS
stessa combinazione di se­
gnali d'entrata può dar
i i
luogo a differenti stati di
uscita (ne sono un esem­ i i
pio i contatori). I circuiti
5 LOGIC S
combinatori più semplici
sono le porte logiche.
I I
Parleremo del circuito
partendo da alcune pre­ I I 0
messe iniziali e passando,
poi, per un'espressione lo­ i> OUTPUTS
gica, o equazione, che co­
0
stituisce l'inizio del proget­ o [
to dei circuiti digitali.
Nella tavola delle verità si riflettono tutti gli stati delle entrate e delle uscite
Processo che il circuito logico avrà.
di sviluppo
Spieghiamo i principi fon­
damentali dei circuiti com­ Somma dei 0 Variabile negata
binatori di base basati sulle
porte logiche. Nello svilup­ prodotti 1 -► Variabile diretta
po di un circuito logico,
una volta definita la fun­
zione che il circuito deve
realizzare, il passo succes­
sivo è la creazione della 0 0 1 C B A
corrispondente tavola del­
le verità. In questa tavola
Esempi 0 1 0 C B A
devono figurare tutti gli
stati logici che le uscite do­
1 0 0 C B A
vranno assumere in fun­
zione delle entrate. Nei mintermini, le variabili che valgono uno '0' logico sono rappresentate come negate
A partire da questa ta- ma non quelle che valgono '1

TEORIA: Logica combinatoria 53


Teoria 53 »
Logica combinatoria

C B A s
i i i 0
i i >C B A
0 1 0 He B A S=CBA+CBA+CBA
i 0
i i -►C B A
i i
i i
i

La funzione di uscita sarà la somma di tutti i prodotti dell'entrata che abbiano come uscita '1

vola delle verità, si ottengono Espressioni canoniche Esistono due tipi di espres­
delle espressioni logiche ini­ della funzione sioni canoniche:
ziali denominate espressioni 1 - Espressione sotto forma di
canoniche, che sono caratte­ Abbiamo detto pocanzi che somma dei prodotti: ogni
rizzate dal fatto che in ogni un'espressione canonica è termine è il prodotto di tut­
termine (prodotto o somma) un'espressione logica nella te le variabili. In gergo tec­
appaiono tutte le variabili, sia quale in ogni termine appaiono nico questo tipo di termine
nella loro forma diretta che in tutte le variabili. Questa espres­ viene chiamato minitermini
quella negata. Il successivo sione si evidenzia direttamente e, quindi, anche queste
passaggio consiste in una dalla tavola delle verità ed è la espressioni vengono chia­
eventuale semplificazione del­ base per lo sviluppo del futuro mate espressioni in miniter­
le espressioni canoniche, co­ circuito. mini della funzione.
sicché anche i circuiti siano il
più possibile semplici. L'ulti­
mo passaggio è costituito dal­ S= C B A + C B A +C B A
la realizzazione pratica, che si A
realizza utilizzando i circuiti A°
integrati esistenti sul mercato. B

Possiamo pertanto, riassume­
re il processo di sviluppo in Co c
cinque passaggi:

1 - definizione delle funzioni


del circuito;
2 - realizzazione della tavola
delle verità;
3 - conseguimento delle
espressioni canoniche;
4 - semplificazione delle
espressioni canoniche;
5 - realizzazione pratica. Il circuito logico rappresenta fedelmente l'equazione di uscita.

53 TEORIA: Logica combinatoria


Teoria 54
Logica combinatoria

2 - Espressione sotto forma dei ■


prodotti delle somme: ogni
termine è la somma tra tut­
Somma dei 0-*- Variabile diretta
te le variabili. Questi termini prodotti 1 Variabile negata
sono chiamati minterms e,
quindi, anche le espressioni
vengono chiamate espres­
sioni in minitermini della
funzione. 0 0 1 C B A
Espressioni canoniche Esempi 0 1 0 C B A
in minitermini 1 0 0 C B A
È la maniera più normale di Ihhhiì
scrivere le espressioni per otte­ Nei minterms le variabili che sono '1 ' logico vengono rappresentate come negate,
nere un circuito. Vediamo un mentre quelle che sono V logico no.
esempio nel quale potremo se­
guire tutto il processo di un ci­ somma dei prodotti faremo co­ ro forma diretta che in quella
clo completo di sviluppo fino me segue: complementata: è proprio
al raggiungimento del circuito questo che caratterizza le
logico. 1 - A ciascuna delle combina­ espressioni canoniche.
Supponiamo di avere un cir­ zioni d'entrata per cui l'u­ A partire da qui, possiamo
cuito con tre entrate - A, B e C scita sia S = 1 corrisponde realizzare il circuito logico,
- e con uscita S. L'uscita deve un prodotto logico costitui­ che risponderà alle specifiche
attivarsi (essere posta a '1') so­ to da tutte le variabili d'en­ iniziali e che potrà, eventual­
lamente quando una delle sue trata. Le variabili a '0' ap­ mente, essere semplificato.
entrate è a '1'. Se più di un'en­ paiono come negate, men­ Nell'illustrazione possiamo
trata è attiva, l'uscita deve es­ tre quelle a '1' sono in for­ vedere il circuito corrispon­
sere '0'; lo possiamo vedere ma diretta. dente a questo esempio: ci
nell'illustrazione. Se osservia­ 2 - Ciascuno dei termini dei dà un'idea del processo da
mo la tavola, vediamo che l'u­ prodotti si somma. Il risulta­ seguire a partire dalla tavola
scita assume il valore '1' in tre to sarà una funzione logica delle verità. La norma, quan­
casi che corrispondono alle nella sua forma canonica di do il circuito ci interessa, è
combinazioni binarie dell'en­ somma dei prodotti. quella di semplificare la fun­
trata 001, 010 e 100. zione, e ciò implica la sempli­
Per avere l'espressione logi­ In ciascuno dei termini appaio­ ficazione del circuito logico
ca nella sua forma canonica di no tutte le variabili, sia nella Io­ corrispondente.

C B A s
©= C+B+A
£ 71
7 i
7 C+B+A S=(C+B+A) (C+B+A) (C+B+A) (C+B+A) (C+B+A)
i
7 £ C+B+A
i J HC+B+A
7 -► C+B+A

La funzione dell'uscita sarà il prodotto delle sommatorie dell'entrata la cui uscita sia '0'.

TEORIA: Logica combinatoria 54


Teoria 54
Logica combinatoria

Espressioni canoniche Nel circuito corrispondente a che di norma le equazioni ap­


in maxitermini questa espressione logica, l'u­ paiono come somma dei pro­
scita è a '0' per tutte le combi­ dotti.
In questo caso, l'espressione nazione d'entrata indicate.
canonica è espressa dai pro­ Nelle restanti combinazioni, Negazione
dotti delle somme, invece che l'uscita sarà a '1'.
dalla somma dei prodotti. Le espressioni canoniche in Nelle equazioni logiche si uti­
Ogni termine è la somma di minitermini e in maxitermini, lizza la negazione, detta anche
tutte le variabili nella loro for­ quindi, sono equivalenti a livel­ inversione. Quando c'è uno '0'
ma diretta o negata. lo operativo: generano la me­ e lo si inverte, esso diventa '1'
Per ottenere la funzione desima funzione logica, anche e viceversa. La negazione viene
sotto forma dei prodotti delle se in maniera differente e con espressa mediante un trattino
somme seguiremo i seguenti differenti circuiti logici. Proprio orizzontale situato sopra la let­
passaggi: come si può dedurre, il circuito tera, o sopra l'espressione da
di questo esempio, corrispon­ invertire. Una lettera, o un'e­
1 - A ogni combinazione di dente all'espressione in maxi­ spressione, risulta uguale a se
entrate tale per cui la fun­ termini, è più complicato ri­ stessa quando viene negata
zione sia '0' corrisponderà spetto a quello corrispondente due volte: lo si fa, a volte, co­
una somma composta da all'espressione in minitermini. me passaggio intermedio per
tutte le variabili d'entrata; Tuttavia, non è sempre così: semplificare le equazioni.
le variabili a '0' appaiono decideremo volta per volta se i Le funzioni logiche di uscita
nella loro forma diretta, circuiti saranno più semplici se possono essere semplificate e,
mentre quelle a '1' ap­ realizzati in minitermini o in di conseguenza, si riduce an­
paiono nella loro forma maxitermini. Dobbiamo sce­ che il corrispondente circuito
negata. gliere, quindi, la modalità che elettronico: questo presuppo­
più ci conviene per portare a ne una riduzione di spazio, ol­
2 - Ciascuno di questi termini, termine il nostro montaggio. tre che di costi, ma vedremo
somme, è in relazione con Dobbiamo dire, comunque, tutto ciò in seguito.
l'operazione prodotta. Ap­
pare, così, l'espressione
logica della funzione nella S=(C+B+A)(C+B+A)(C+B+A)(C+B+A)(C+B+A)
sua forma canonica di pro­
dotto delle somme - detta A
A°-
semplicemente espressio­ B
ne in maxitermini. Possia­ B°
mo osservare che si opera C
in maniera inversa rispetto C»
a come si faceva per otte­
nere l'espressione come
somma dei prodotti.

Vediamo un esempio gra­


zie al quale, partendo da que­
sto, otterremo un circuito lo­ s
gico. Se osserviamo l'illustra­
zione, vediamo che le combi­
nazioni dell'entrata che pro­
ducono un'uscita sia '0' sono
cinque; appariranno, pertan­
to, cinque funzioni di somma.
L'espressione della funzione si
compone del prodotto di tutti
questi termini. Il circuito logico è un fedele riflesso dell'equazione di uscita.

54 teoria: Logica combinatoria


Teoria 55
Semplificazione delle funzioni
È quasi sempre possibile semplificare un'equazione logica
per ridurre il numero di componenti del circuito.
'elettronica non è unita alla ti, proprio come lo saranno i
matematica anche se que- corrispondenti circuiti. Le c B A s
amste due scienze possono se- espressioni non canoniche O 0 0 0
guire percorsi paralleli; a qual- semplificate sono una conse-
cuno potrebbero sembrare stra- guenza dell'applicazione della 0 0 1 1:
ne le pagine seguenti, ma quan- semplificazione alle espressioni 0 1 0 1
do avrà studiato questi argo­ canoniche. 0 1 1 1
menti, si accorgerà di aver per­ In generale, possiamo dire
corso già molto cammino. Ad che una stessa funzione può es- 1 0 0 0
ogni modo, si devono conside­ sere rappresentata in diversi 1 0 1 0:
rare sia la matematica che l'elet­ modi. Ovviamente, si devono 1 1 0 0
tronica e grazie agli esperimenti porre le funzioni nella loro for­
proveremo la semplificazione ma più semplice soprattutto
1 1 1 0
delle funzioni. perché con ciò si semplifica la
Proprio come abbiamo visto realizzazione del circuito. f=CBA+CBA+CBA
in precedenza, partendo dalla
tavola delle verità, possiamo ot- Metodi di A partire dagli 'uno' della tavola delle
tenere delle espressioni logiche semplificazione verità, otteniamo la funzione logica.
che daranno luogo a un circuito ----------------------------
operativo, sempre che questo La semplificazione delle funzio- Il metodo algebrico si basa
soddisfi le specifiche previste. ni logiche può essere effettua- sull'applicazione delle regole
Tuttavia, le espressioni canoni­ ta mediante diversi metodi, che dell'algebra di Boole all'e­
che possono - solitamente - es­ sono: spressione da semplificare. È
sere semplificate per ottenere un metodo puramente mate­
circuiti maggiormente semplici. 1 - Metodo algebrico. matico e, pertanto, non ordi­
È chiaro che, quanto più si sem­ 2 - Metodo grafico, tavole di nato, la cui efficienza si deve
plificano queste espressioni, Karnaugh. alle conoscenze e all'esperien­
tanto più ridotti risulteranno i 3 - Metodo di Quine McClu- za che si possiede dell'algebra
corrispondenti circuiti. Da qui skey. di Boole.
l'interesse generale per la sem­
plificazione delle funzioni.

Un esempio ABCo A B C
9 9

Possiamo verificare, grazie all'e­


sempio, che circuiti con diversi
livelli di complessità compiono
la medesima funzione logica
oppure, detto altrimenti, che ad
essi corrisponde una stessa ta­
vola delle verità.
I circuiti dell'illustrazione
hanno differenti funzioni che,
però, sono equivalenti e quindi
hanno la medesima tavola delle
verità. L'espressione canonica è
più complessa rispetto alla pre­
cedente e ancora più comples­
sa risulta l'espressione come
prodotto delle somme. Tutte e
due le espressioni, comunque, f=CBA+CBA+CBA
rappresentano la stessa funzio­
ne e sono, pertanto, equivalen- Il circuito corrisponde all'equazione logica ottenuta dalla tavola.

TEORIA: Semplificazione delle funzioni SS


Teoria 55
Semplificazione delle funzioni

mutativa, quella associativa e


C B A C A+B f quella distributiva. Quest'ulti-
ma ha un valore aggiunto ed è
quello che è rispetto alla som­
ma e rispetto al prodotto.

Regole logiche
Esiste una serie di regole logi­
che molto evidenti, ma che tut­
tavia ci possono sembrare a pri­
ma vista un poco incomprensi­
bili. Da qui, familiarizziamo con
1 0 le più usate, in modo che al-
l'occorrenza ci saranno di gran­
1 1 0J de aiuto quando dovremo co­
minciare a lavorare con le
1 1 1 equazioni.

Teoremi
f = C ( A + B ) Di tutti i teoremi esistenti, meri­
tano di essere menzionati so­
L'equazione logica si riduce per semplificazione. prattutto due, e uno lo abbia­
mo già menzionato prima: stia­
Tra i differenti metodi di Matematica logica mo parlando del Teorema di
semplificazione, parleremo di Morgan o della ridondanza.
quello delle tavole di Karnau- Le equazioni logiche sono for­ Morgan ci dice che se ab­
gh per via del loro facile utiliz­ mate da variabili che contengo­ biamo un'inversione di due va­
zo, della loro efficacia e della no molte delle proprietà più riabili (sommate o moltiplicate),
popolarità, anche se si deve usuali della matematica con­ eliminando l'inversione, il se­
dire che a partire da più di venzionale. Tra queste pro­ gno cambia, di modo che, se
quattro variabili comincia a prietà ci sono la proprietà com- era una somma, diventerà un
perdere di interesse perché il
suo procedimento diventa
troppo laborioso.
Il metodo di Quine McClu-
Teorema di Morgan
sky è ordinato, quindi è indi­
cato per semplificare funzioni A+B=A B
complicate con più di quattro
variabili. Il suo procedimento A B=A+B
d'applicazione è lungo e com­
plesso, la metodologia di ordi­ A B=A+B
namento lo rende adatto per
essere realizzato mediante
computer. Tuttavia, dobbiamo
A+B=A B
anche dire che la semplifica­
zione di funzioni con più di Teorema della ridondanza
quattro variabili è un'eventua­
lità che si presenta raramente. A+(A B)=A y A+À B=A+B
Non tratteremo questo meto­
do a causa della sua comples­
sità. / due teoremi più importanti dell'algebra logica.

■■■■

SS TEORIA: Semplificazione delle funzioni


Teoria 56
Semplificazione delle funzioni

nominati "Logiche Programma-


bili", che possono essere proget­
Regole AND Regole OR tati su misura dell'utente finale.
Si tratta di matrici programmabi­
li che altro non sono se non una
A 0=0 A+0=A rete di interconnessioni interne
in cui può essere sviluppata una
funzione logica.
A 1 =A A + 1 =1 Per riuscire ad avere un chip
finale si deve seguire una serie di
A A=A A +A = A precedenti passaggi: innanzitut­
to, a partire dalla tavola delle ve­
rità, si dovrà ottenere la funzione
A A=0 A+A=1 logica da sviluppare; in seguito,
detta funzione verrà semplificata
e la si adatterà al dispositivo sele­
Per la semplificazione, esistono delle regole - utilissime - da seguire. zionato (porte OR o AND) e l'ul­
timo passaggio è la scrittura sul
dispositivo logico e la sua verifica
ABC così da poter realizzare prima
9 9
una protezione facoltativa.
f = C(A + B)
Vantaggi
apportati dai PLD
Enumereremo alcuni dei più im­
La riduzione dell'equazione implica anche la riduzione del circuito. portanti vantaggi apportati dal-

prodotto, mentre se era un pro­


dotto, passerà ad essere una
somma. La stessa cosa succede Legge commutativa
se abbiamo le due variabili inver­
tite sommate o moltiplicate e le
invertiamo a due per volta: an­
A+B=B+A
che qui il segno cambia (vedi illu­
strazione).
A-B = B- A
Il Teorema della ridondanza
implica che un'espressione logi­
ca - somma dei prodotti - di un
Legge associativa
prodotto che contenga tutti i fat­
tori di un altro prodotto, è ridon­ A+B+C=A+(B+C)=(A+B)+C
dante.
ABC = A(BC) = (AB)C
Logica
programmabile (PLD)
Legge distributiva
I dispositivi programmabili, come
si può supporre, migliorano sem­
pre più, giorno dopo giorno.
A•(B+C)=A• B+A• C
Non c'è nessun freno per i ricer­
catori che fanno nascere nuove
A+(B-C)=(A+B)(A+C)
possibilità, tanto per fare un
esempio, a questi dispositivi de- Anche le proprietà matematiche sono applicabili alla logica.

TEORIA: Semplificazione delle funzioni S6


Teoria 56
Semplificazione delle funzioni

F.P.L.A.: in questo dispositivo


sia la matrice costituita da porte
AND che quella costituita da
porte OR sono programmabili.
Può incorporare transistor da
utilizzarsi in caso di necessità.

"Procedure"
di progettazione
Arrivati a questo punto, vedia­
mo quali sono le procedure da
seguire per portare a termine
un progetto logico secondo i
nuovi passaggi che abbiamo vi­
sto finora:
1° - Compilazione della tavola
L'aspetto di un dispositivo logico programmabile è il medesimo di quello delle verità.
di un normale integrato. 2° - Ottenimento delle espres­
sioni canoniche.
l'utilizzo di questo tipo di tec­ tutti. È caratterizzato dal fatto 3° - Semplificare, se possibile,
nica: che la matrice, costituita da le suddette equazioni.
porte AND, è programmabile, 4° - Progettare il circuito rela-
Facile progettazione: le mentre le matrici basate su tivo.
interfacce necessarie, come i porte OR non sono program­ 5° - Realizzare il circuito con i
programmi, sono abbastanza mabili. circuiti logici o implemen­
facili da usare e non sono sem­ G.A.L.: può essere cancella­ tare il circuito con un di­
pre necessariamente costose. to mediante impulsi elettrici. spositivo PLA.
Prestazioni: sono le mede­
sime che un circuito logico con­
venzionale garantisce.
Costo: malgrado l'inversio­
ne iniziale del costo sia del PLC
che dei dispositivi di program­
mazione, il risparmio di spazio
per quanto riguarda la piastra
riduce sia il consumo che la
spesa finale.
Sicurezza e affidabilità:
dato che il numero dei circuiti
risulta ridotto, diminuisce an­
che il numero di guasti. Per
quanto concerne la sicurezza,
dispongono di un sistema che
ne impedisce la lettura e quindi
la copiatura.

PLD: tipologie
Esistono vari tipi di dispositivi
logici programmabili, tra cui
andiamo ad enumerare: Attraverso la conoscenza dei circuiti logici e delle espressioni matematiche,
P.A.L.: è il più popolare tra comprenderemo il funzionamento dei circuiti più complessi.

56 TEORIA: Semplificazione delle funzioni


Teoria 57
Misurazione delle tensioni continue
La tensione continua si misura con un voltmetro
per tensione continua, di solito integrata in un multimetro.
a misurazione delle tensioni
continue è relativamente
semplice: non è necessario
interrompere la continuità del cir­
cuito, basta applicare i puntali del
multimetro a ciascuno dei due
punti tra i quali si intende misura­
re la tensione.

Attenuatore d'entrata
Il livello delle tensioni da misurare
è diverso volta per volta; può es­
sere necessario misurare 30 mV,
4 V, 149 V, 0,6 V, 540 V eccetera.
Lo strumento standard sul quale
sono solitamente basati i multi­ Il multimetro è uno strumento che viene utilizzato per misurare la tensione,
metri di utilizzo corrente è un in questo caso la tensione continua.
voltmetro con una sensibilità di
200 mV per poter ottenere una 2.000 V; possiamo selezionarle rabile per ciascuna scala, ma
riduzione efficace del livello del mediante un commutatore rotati- dobbiamo rammentarci di una
segnale da misurare, cosa di cui vo. Quando cambiamo di scala piccola limitazione nei multimetri
dovremo in seguito tenere conto, con il commutatore, vengono a digitali: ci riferiamo a quelli di
quando dovremo calcolare il risul­ prodursi diversi cambiamenti: il uso più comune con il display a
tato. Grazie all'attenuatore la ten- primo, ovviamente, riguarda il 3,5 cifre, tuttavia anche i display
sione massima che sarà presente cambiamento d'indicazione della con più cifre possono presentare
nel voltmetro sarà di 200 mV. Le scala, il secondo la commutazio- io stesso problema.
diverse posizioni dell'attenuatore ne nel valore adeguato dell'atte­ Quando diciamo che la sud-
daranno luogo alle diverse scale. nuatore e il terzo la posizione sul divisione della scala è di 200 mV,
display del punto decimale. significa che la massima tensione
Scale che può essere misurata senza
Suddivisione partitori o resistenze attenuatrici
Per misurare la tensione continua della Scala è di 200 mV, se però consideria­
con dei multimetri digitali, le sca­ mo la visione digitale della misu­
le più utilizzate sono quelle di 200 La suddivisione della scalai è il ra, il numero massimo rappre­
mV, 2.000 mV (2V), 20 V, 200 V e massimo livello di tensione misu- sentabile è 199,9 che di norma
Punto decimale Scala Lettura
V
DP1 200 mV 199.9
2.000 mV 1999 9M

DP3 2V 1.999
DP2
DP1
20 V
200 V
19.99
199.9
FI 900k
0
200mV

20Vo
2.000 V 1999 V
90k +200mV
SOOvJ O

9k

2000V

1k

DP3 DP2 DP1 COM


Display a 3,5 cifre utilizzato nei multimetri più semplici. Schema elettrico di un attenuatore di tensione.

___________
TEORIA: Misurazione delle tensioni continue 57
Teoria 57
Misurazione delle tensioni continue

non costituisce alcun problema,


ma se volessimo avere una visio­
ne più esatta della misura in esa­
me, dovremmo predisporre il no­
stro multimetro sulla misura im­
mediatamente superiore.
Un'altra differenza dei multi-
metri digitali consiste nella rap­
presentazione della tensione mi­
surata: se la scala utilizzata è
quella di 2 Volt e la tensione mi­
surata è di 2 Volt, potremo os­
servare sul display 2.000 che
equivale a 2 mila millivolt. Que­
sta condizione è valida anche per
misure superiori o inferiori, ad
Misurazione della tensione di una pila da 1,5 Volt con una scala da 99 Volt. esempio 1,67 Volt, a seconda
della scala prescelta potrebbe es­
sere 1,6 o 1,670.

Tensione massima
In alcuni multimetri, anche se
teoricamente è possibile la misu­
razione di tensioni di 2.000 Volt,
possono avere il display che indi­
ca al massimo 1.000 Volt; è chia­
ro che se si vuole effettuare que­
sto tipo di misura, ci dovremo
fornire di un apposito adattatore
che, con una scala adeguata, ci
permetterà di leggere il valore
della tensione misurata. Non
sempre i multimetri sopportano
alte tensioni, quando sono pro­
Misurazione della tensione di una pila da 1,5 Volt con una scala da 20 V (fondo scala). gettati per questo scopo, hanno
l'indicazione "High Voltage" o
"Alta Tensione".

Segno
(positivo o negativo)
Nei multimetri digitali il segno
viene assegnato automatica-
mente; se si invertono le connes­
sioni, sulla sinistra dello schermo,
appare il segno Ovviamente,
avendo la corrente continua un
segno, lo possiede anche la ten­
sione.
I multimetri hanno due pun­
tali di misurazione (con un isola­
Misurazione di una pila da 1,5 Volt con una scala da 2 V (fondo scala). mento abbastanza ampio da iso-

57 TEORIA: Misurazione delle tensioni continue


Teoria 58
Misurazione delle tensioni continue

possiamo vedere grazie all'indi­


catore LOWBAT (o batteria bas­
sa), che segnala una tensione in­
sufficiente della batteria.
L'apparecchio ha normalmen­
te un'autocalibrazione: in caso
contrario, non avremmo un valo­
re esatto del valore che stiamo
misurando.
Il commutatore per l'imposta­
zione dei valori di misura deve es­
sere posizionato sulla scala di
tensione più alta, a meno che si
conosca per approssimazione il li­
vello di tensione da misurare. De­
Se la tensione supera la suddivisione della scala, sul display si illumina solamente ve essere posizionato sulla dicitu­
I' 1 a sinistra: in questo caso si agirà sull'attenuatore per passare a una scala superiore. ra V continua, seguita da un trat­
tino — o un segno simile —, o VDC.
lare la mano durante la misura­ da utilizzare deve essere costituì- Alcuni multimetri per la continua
zione): una rossa per il positivo e to da fili sottilissimi, che, oltretut­ e l'alternata utilizzano le medesi­
l'altra nera per il negativo. Inol­ to, gli conferiscono anche una me scale: hanno un commutato­
tre, si possono utilizzare anche notevole flessibilità. re AC/DC che deve essere posi­
delle pinze a coccodrillo, che si zionato in posizione DC. I puntali
possono fissare a vite o a pressio­ Procedimenti di misurazione hanno due con­
ne agli stessi puntali di cui abbia­ di misurazione nettori: il più corto viene inserito
mo appena parlato, così da po­ nel multimetro - in questo caso il
ter avere una o tutte e due le Prima di collegare lo strumento nero al terminale comune, con­
mani libere durante la misurazio­ per misurare le tensioni continue, traddistinto da COIVI - e il rosso
ne. Frequentemente si collega il dobbiamo verificare parecchie alla V. Quando si collega al punto
puntale di misurazione alla mas­ cose: innanzitutto, si deve accen- da misurare, senza toccare con le
sa mediante una pinzetta. Se ab­ dere lo strumento per verificare dita le parti di contatto dell'appa-
biamo bisogno di una mano per se è in condizioni di effettuare recchio di misurazione, sul di­
effettuare una regolazione, per misurazioni; poi, deve avere le splay apparirà una lettura: se 1'1 è
impugnare il puntale ce ne rima­ batterie in buono stato - e que­ a sinistra, significa che dobbiamo
ne solamente un'altra! Quando sto, in alcune apparecchiature, lo commutare il nostro multimetro
si effettuano delle misurazioni, si
deve tenere conto del fatto che i
puntali sono metallici e, unendo
due punti che non devono asso­
lutamente essere uniti, possono
provocare un cortocircuito; se
dobbiamo operare in parti in cui
c'è questa eventualità, conviene
ricoprire con un piccolo tubo iso­
lante, per esempio termorestrin­
gente, il puntale di misurazione,
ad eccezione del suo tratto fina­
le (la punta): in questo modo la­
sciamo scoperta solamente una
piccola parte e con essa effet­
tuiamo la misurazione. Per facili­ La connessione tra strumento e puntali di misurazione della tensione,
tare le misurazioni e per far sì che si effettua con puntali di prova se la connessione è momentanea, oppure con delle
non si deteriori per l'uso, il cavo pinze a coccodrillo se deve essere mantenuta per un periodo di tempo maggiore.

TEORIA: Misurazione delle tensioni continue 58


Teoria 58
Misurazione delle tensioni continue

NPN
PNP
mA -M-VnHz A
A

A
I 200<nAr.
UNFUSEDA---- FUSE
k------ 20A I5SEC MAX —
I
I puntali di misurazione devono essere
inseriti nelle boccole adeguate:
quello nero, comunemente, va collegato
al comune e quello rosso
al terminale contrassegnato con la V

sulla scala più alta e se siamo sul­ Per effettuare delle esercitazioni pratiche, possiamo
la scala massima, dovremo rinun­ generare delle piccole tensioni, grazie all'aiuto del potenziometro del laboratorio:
ciare alla misura, perché vuol dire in questo caso stiamo utilizzando la scala da 200 mV.
che abbiamo superato il valore
massimo del nostro multimetro e boratori specializzati, i quali rila­ multimetro e nel verificarne la
quindi abbiamo bisogno di appa­ sciano il corrispondente certifica­ corrispondenza di risultato; è un
recchiature di misurazione specia­ to di calibrazione e a cui ricorrono buon procedimento, ma solo se
li per effettuare quella particolare i professionisti per far calibrare l'altro multimetro è calibrato. Se i
misurazione. Tuttavia, dato che periodicamente tutti i loro appa­ risultati non fossero uguali, o se la
una simile eventualità si presenta recchi di misurazione. Quando si differenza tra di essi è superiore
raramente, scenderemo di scala acquista uno strumento di misu­ alla precisione indicata sul multi­
per garantire una maggior preci­ razione, esso viene calibrato, ma metro, dobbiamo portarlo a far ri­
sione alla misurazione che stare­ ci si deve assicurare che la calibra­ calibrare. Se tutti e due i multime-
mo effettuando. Per esempio, se zione si mantenga. Per i lavoretti tri, o anche un terzo multimetro,
la tensione è di 138 mV e siamo degli appassionati e soprattutto danno la medesima misurazione,
regolati su una scala di 2.000 V, per quei lavori che non richiedo­ è molto probabile che sia ben ca­
sullo schermo apparirà appena la no una gran precisione, esistono librato o, almeno, che le sue mi­
lettura; per una scala di 2 V, ap­ soluzioni alternative: la più sem­ surazioni siano valide per quasi
parirà 0,13 V; per una scala di plice consiste nell'effettuare la tutte le applicazioni destinate a
200 mV - che è la scala più ido­ stessa misurazione con un altro esperimenti semplici.
nea - apparirà 138,0 mV. Si noti
che la lettura corretta viene otte­
nuta solamente con le due scale
più piccole. Vediamo un altro
esempio. Per misurare 22 V, biso­
gna arrivare alla scala di 200 V e
la lettura sarà 22,0 V. Se scendes­
simo a una scala di 20 V, la lettu­
ra sarebbe 1, il che significa che
stiamo oltrepassando la portata
della scala.

Calibrazione
Quando si utilizza uno strumento
di misurazione, dobbiamo essere
sicuri che esso sia calibrato. La ca­ Se la tensione applicata al puntale rosso è minore di quella applicata al puntale
librazione viene effettuata in la­ nero, sul display apparirà automaticamente il segno

58 TEORIA: Misurazione delle tensioni continue


Teoria 59
Le tastiere
Attualmente vengono utilizzati molti modelli di tastiere, le
cui tecnologie di fabbricazione sono in costante evoluzione;
n un appartamento possia­
mo trovare diverse tastiere; le
enumereremo per meglio
comprenderne l'importanza. Le q QtEamxi jjluj ? ->
tastiere di uso più corrente, e di
cui esistono anche molti mo­ I- B" lT I* Bu 11
I : lo ■ ■k [H
delli sono: per il computer, per jj Bn Bn
il telefono di casa, per il telefo­
no cellulare, per i telecomandi
di diverse apparecchiature, per
gli allarmi, per i calcolatori e
per molti altri elettrodomestici
che sono sempre più dotati di Tastiera di computer: oltre alle zone di contatto dei tasti, è dotata
tastiere per il controllo elettro­ di elementi di elettronica di controllo per l'invio delle informazioni al computer tramite
nico, per esempio cucine, forni, un ridottissimo numero di fili.
apparecchi per l'aria condizio­
nata eccetera. poi - e a causa del loro basso niera tale che la parte premuta
costo, vengono considerate si mette in contatto con la par­
Tastiera del computer elementi usa e getta; solita­ te conduttrice posta al di sotto
mente, non vengono riparate, di esso e che appartiene ad un
Le tastiere del computer, viste soprattutto nel caso in cui a altro circuito stampato. Tra i
dall'esterno, sono molto simili; guastarsi sia un tasto. Se apria­ due è interposta una lamina
le differenze maggiori sono tra mo una tastiera di computer, ci isolante perforata i cui fori cor­
i computer fissi e i computer troveremo di fronte un circuito rispondono agli attuatori di
portatili. Ci sono computer con elettronico che si incarica delle ogni tasto. Le connessioni ven­
tasti indipendenti saldati su di comunicazioni con il computer. gono effettuate per fila e per
un circuito stampato - tali era­ I tasti sono pezzi di plastica al­ colonna; sono i circuiti elettrici
no le prime tastiere - ma sono locati in una ben determinata a determinare quale tasto sia
più costosi e il loro utilizzo vie­ zona del circuito stampato. stato premuto in un determina­
ne riservato a utenti professio­ Ogni tasto fa contatto in ma­ to momento e che inviano
nisti che ne fanno un notevole
uso.
Le tastiere più utilizzate, tut­
tavia, hanno una costruzione jB ìs s .» ■ a ■ * a as la bÌm bbI'is1 e_
particolarissima - lo vedremo aaiseiaiSiSEiaiamai * ts * lì~~l a t 1e a s
~~ìiÌM ~ I E E.. >
iss ————4.® tei ta i j«j la? [gj BB E E E E E B. - 1’1 E El E E E - |

n 11 il .11 m tu Mi il tal in tal a. Il m. a, »

Dettaglio dei circuiti stampati e della Interno di una tastiera di computer dove possiamo vedere l'attuatore dei tasti e
lamina isolante intermedia. il circuito stampato flessibile superiore.

TEORIA: Le tastiere 59
Teoria 59
Le tastiere

insieme di colori; sotto ogni ta­


sto c'è un contatto conduttore
DECIMAI ____ ROUNDINC POWER _ - attualmente è di gomma
r r jil _L i-J L conduttrice, mentre prima era
cufsÀiuF làrnàiBono di grafite conduttrice e spesso
si rompeva.
Il tasto viene progettato in
maniera tale che sia il tasto
stesso a effettuare il contatto:
premendo il tasto, quest'ultimo
si deforma e fa contatto; rila­
sciandolo, torna alla sua posi­
B zione originaria.

Condizioni
ambientali
Nei calcolatori si utilizzano diversi tipi di tastiera. Una tastiera per un computer
fisso viene utilizzata negli ap­
l'informazione alla CPU del ce, oppure di grafite. Questo partamenti o nei luoghi di lavo­
computer. elemento conduttore è piega­ ro; normalmente funzionano
to e ben inserito in una tastiera con temperature ambientali
Tastiere di silicone di silicone che, normalmente, correnti, sono protette dalla
viene modellata su richiesta del pioggia, non temono molto la
Le tastiere più comuni - calco­ costruttore. Queste tastiere di polvere e devono sopportare
latori, telecomandi, telefoni silicone possono essere fabbri­ solo qualche piccolo colpetto
eccetera - sono costituite da cate praticamente in qualsiasi prima di presentare difetti evi­
un circuito stampato dotato di forma, dimensione, colore o denti.
zone di contatto con piste in­
crociate e così vicine che si uni­
scono tra loro quando vi si pre­
me sopra con un elemento
conduttore - normalmente è
un pezzo di gomma conduttri-

Tastiera di silicone vista dal lato dal


quale viene utilizzata. Circuito stampato corrispondente a una tastiera.

59 TEORIA: Le tastiere
Teoria 60
Le tastiere

Tastiera a bolle. Il suo vantaggio


consiste nell'avere un'altezza minima:
si incolla sul pannello frontale
dell'apparecchiatura e fuoriesce
di soli 2 mm.
Le tastiere di silicone possiedono delle zone conduttrici che si attivano quando il
Altre tastiere, però, devono tasto corrispondente viene premuto e chiudono così i contatti del circuito stampato.
essere maggiormente protette.
Quella del telecomando di un riguarda volume e cambio dei se la parte del tasto che fa con­
televisore, per esempio, sta per canali. Un altro fattore "ag­ tatto è molto dura, può taglia­
molto tempo tra le mani dell'u­ gressivo" è costituito dal sudo­ re o addirittura rompere il cir­
tente e cade frequentemente a re delle mani che, poco a poco, cuito stampato. Si ovvia a tutto
terra. Deve avere, quindi, una può penetrare all'interno e di ciò in due modi: utilizzando ta­
buonissima chiusura ed essere cui si deve evitare il contatto; si sti non abrasivi oppure appli­
abbastanza robusta, perché i ottiene questo scopo, utilizzan­ cando al circuito stampato un
telespettatori appassionati di do la tastiera stessa come mez­ trattamento indurente.
zapping sono molti e le tastiere zo di comunicazione isolandola
devono sopportare molte ope­ dagli agenti esterni. Un altro Tastiere speciali
razioni, soprattutto per quanto problema è dovuto al fatto che
Quando le condizioni ambien­
tali sono estreme, si progetta­
no delle tastiere speciali; il pro­
getto non si limita solamente
alla tastiera, ma include anche
il contenitore. Le tastiere di sili­
cone, o di materiali simili, pos­
sono essere utilizzate per rea­
lizzare tastiere stagne, resisten­
ti alla pioggia e all'acqua, ma
anche il resto dell'apparecchia ­
tura deve essere resistente ai
fattori appena menzionati. Riu­
sciamo a rendere una tastiera
stagna inserendo la tastiera
stessa unita e dotandola di un
coperchio superiore il quale
evita che la tastiera si deformi.
La tastiera deve, inoltre, sop­
portare una certa pressione,
/ costruttori offrono tastiere su misura delle necessità di ogni cliente. perché se l'apparecchiatura è

TEORIA: Le tastiere 60
Teoria 60
Le tastiere

/ pulsanti meccanici vengono usati sempre meno nelle tastiere e il loro utilizzo è
ormai ridottissimo; vengono tuttora adoperate
nelle apparecchiature che non subiscono un controllo elettronico.
Tastiere indipendenti. Anni fa furono
molto utilizzate, ma andavano saldate a questo fattore è tenuto in consi­ avere il controllo diretto dei cir­
un circuito stampato. Oggi quasi non derazione e lo si compensa cuiti che lavorano con tensioni e
vengono più usate perché esistono quando si progettano i circuiti a correnti elevate; di norma, viene
soluzioni più economiche. cui la tastiera verrà allacciata. interposto un circuito avente il
Queste tastiere non vengono, compito di controllare le sud­
chiusa ermeticamente, l'aria al generalmente, utilizzate per dette elevate tensioni e correnti.
suo interno può dilatarsi o con­
trarsi a seconda che la tempera­
tura dell'apparecchiatura salga
o scenda. Se si dilata, l'apparec­
chiatura si può "bombare",
mentre se si contrae, può flet­
tersi verso l'interno e qualche
tasto può accidentalmente fare
contatto. Si deve anche fare sì
che il materiale non diventi fra­
gile, o durissimo, alle bassissime
temperatura e che non si defor­
mi a temperature molto alte.
Pertanto, quando si decide l'uso
di una tastiera, si deve sapere
dove la si dovrà utilizzare e a
quale tipo di aggressioni ester­
ne essa verrà sottoposta.

Resistenza di contatto
Nelle tastiere la resistenza di Tastiere in miniatura. Vengono utilizzate dietro il pannello frontale
contatto èabbastanza elevata; nei video domestici e vengono azionate dai tasti disposti sul pannello stesso.

60 TEORIA: Le tastiere
Teoria 61
Semplificazione grafica delle funzioni
Il metodo grafico di semplificazione
delle funzioni di Karnaugh è il più diffuso e popolare.
a semplificazione delle fun­
zioni per mezzo delle tavo­ ns A b c F
le di Karnaugh è nata nel A
1959, anno in cui Maurice Kar­ 0 0 o o
naugh pubblicò un articolo
concernente un metodo grafi­ 1 o o 1
co per semplificare le funzioni
logiche. 2 0 1 0
La tavola di Karnaugh è una
rappresentazione grafica della 3 0 1 1
funzione e la si ottiene a parti­
re dalla tavola della verità - che 4 1 o o
rappresenta anch'essa la fun­
zione - con il vantaggio grazie 5 1 0 1
al quale consente di dedurre da
essa, mediante un procedimen­ 6 1 1 0
to grafico, l'espressione logica
già semplificata. 7 -1 1 1

Tavole: loro tipologie


Funzione a tre variabili. Ogni valore della funzione di uscita
Le tavole di Karnaugh più co­ ha il suo corrispondente stato. Per esempio, lo stato 3 evidenzia la variabile B e C,
muni sono quelle a 2, 3 o 4 va­ ma non la variabile A (011 = 3).
riabili. Ogni risultato della ta­
vola della verità va scritto in quadro corrisponde una com­ dati evidenziati con una chiave
una determinata casella della binazione binaria della tavola per ogni variabile rappresenta­
tavola di Karnaugh. Le due ta­ della verità e al suo interno si no 1'1 per questa variabile,
vole sono equivalenti perché pone lo stadio che la funzione mentre quelli non evidenziati
rappresentano la stessa funzio­ assume per la suddetta combi­ rappresentano lo 0.
ne logica. Come si può osser­ nazione. È IMPORTANTISSIMO Ogni stato rappresenta,
vare nelle illustrazioni, a ogni RICORDARSI che nelle tavole i quindi, lo stato della funzione
per una determina­
ta combinazione
delle variabili, co­
me nella tavola
della verità. Per
esempio, nel caso
della funzione del­
le tre variabili, alla
prima combinazio­
ne della tavola del­
la verità (0,0,0), gli
corrisponde lo sta­
to della prima fila e
della prima colon­
na della tavola di
Karnaugh. All'ulti­
ma combinazione
della tavola della
verità (1,1,1) corri­
sponde lo stato
Ogni uscita della tavola della verità, F, corrisponde ad uno stato della tavola di Karnaugh. In questo della seconda fila e
caso, dato che le variabili sono due, ci sono quattro stati. la terza colonna.

TEORIA: Semplificazione grafica delle funzioni 61


Teoria 61
Semplificazione grafica delle funzioni

Funzione a quattro
variabili: il quadrato 15,
Numero
per esempio, è
degli stati
evidenziato dalle chiavi
delle 4 variabili.
La tavola delle
due variabili ha
quattro stati,
quella a tre varia­
Nell'esempio, partiamo bili ne ha otto e
da una tavola a due quella a quattro
variabili, le cui uscite a T variabili, ne ha se­
danno la funzione diretta dici. Deduciamo,
F. La funzione ottenuta quindi, che il nu­
può essere direttamente mero degli stati di
rappresentata nella tavola una tavola di Kar-
di Kamaugh. I quadrati 2 naugh viene dato
e 3 sono adiacenti, quindi da:
li raggruppiamo N° stati — 2n°dlvariablh
ottenendone la variabile Ogni variabile
A. Il quadrato 3, aggiunto aggiunta raddop­
all'1, viene sfruttato per pia il numero de­
ottenere la variabile B. gli stati rispetto
alla precedente
variabile.
Le tavole da 2 a
4 variabili sono le
più comuni, ma
possono essere
realizzate anche
tavole a 5 e 6 va­
riabili, anche se la
cosa non è fre­
quente, dal mo­
mento che diven­
ta complicato la­
vorare con tavole
di queste dimen­
sioni. Bisogna te­
nere conto che
per utilizzare sei
variabili, si ha bi­
sogno di una ta­
vola composta da
64 stati. Per fun­
zioni che abbiano
molti stati, si uti­
lizzano altri meto­
di, per cui esisto­
no anche dei pro­
grammi di com­
puter. A partire da
più di quattro va­
riabili, inizia a
perdere interesse il

• J
61 TEORIA: Semplificazione grafica delle funzioni
Teoria 62
Semplificazione grafica delle funzioni

tema della semplificazione del­ otterremo la somma di prodot­ Regole di


le funzioni grazie a questo me­ ti (minitermini), mentre se ci semplificazione
todo, posto che la realizzazio­ concentriamo sugli stati che
ne dei circuiti logici tende at­ contengono uno '0', otterre­ Il principio è quello di ottenere
tualmente a focalizzarsi verso mo i prodotti delle somme in maniera grafica veloce il
altri dispositivi più complessi (massitermini). maggior numero di fattori co­
(PLD). Rappresentiamo la fun­ muni della forma A + /A = 1, B
zione mettendo 1 negli stati la Stati adiacenti + /B = 1, per semplificare al
cui combinazione di variabili massimo l'equazione logica:
corrisponde a F = 1, mentre Definiamo stati adiacenti gli 1a regola. Due stati adiacen­
negli altri stati mettiamo degli stati in cui cambia solamente il ti si uniscono per mezzo di un
0. In questo modo, dalla tavola valore di una variabile. Così, in ciclo di 1° ordine (2 variabili)
di Karnaugh possiamo ottene­ una tavola a tre variabili, se nu­ dando per risultato un solo ter­
re delle espressioni canoniche meriamo le caselle da 1 a 8, sa­ mine contenente una variabile
della funzione, perché da ogni ranno adiacenti gli stati 1 e 2 e in meno del numero di variabili
stato si deduce un termine ca­ 1 e 5; 2 e 3 e 6 e 7; 3 e 4 e 7 e del diagramma.
nonico. Se ci fermiamo agli 8. Sono adiacenti anche 1'1 e il 2a regola. Due cicli adia­
stati che contengono un '1', 4, il 5 e 1'8. centi (di due variabili) possono

TEORIA: Semplificazione grafica delle funzioni 62


Teoria 62
Semplificazione grafica delle funzioni

essere uniti a un altro ciclo di solamente contenere un nume­ per una maggiore semplifica­
ordine superiore (a 4 variabili) ro di variabili il cui valore sia po­ zione.
dando come risultato un termi­ tenza di due. Non potranno, 5a regola. Per ottenere una
ne contenente due variabili in quindi, contenere un 3, un 5 o maggiore semplificazione si de­
meno rispetto al numero di va­ un 7. ve prendere il minor numero di
riabili del diagramma. 4a regola. Una stessa varia­ cicli che abbia il maggior nu­
3a regola. Due cicli possono bile può far parte di vari cicli mero possibile di variabili.

62 TEORIA: Semplificazione grafica delle funzioni


Teoria 63
Regole di semplificazione di Karnaugh
Spieghiamo dettagliatamente
come avvalerci delle regole di semplificazione.
inora abbiamo visto come
rappresentare graficamente
una tavola di Karnaugh a 2,
3 e 4 variabili, quelle più comu­
nemente utilizzate. Abbiamo vi­
sto, inoltre, come a ogni combi­
nazione di variabili rappresenta­
ta nella tavola della verità sia as­
segnato un valore che rappre­
senta la funzione, '0' o '1 '. Una
volta completata la tavola, e te­
nendo conto delle variabili adia­
centi, passeremo alla semplifica­
zione vera e propria, che potre­
mo portare direttamente a ter­
mine applicando alcune regole.

Quadrati adiacenti
1 termini adiacenti sono quei ter­
mini nei quali cambia il valore di
una sola variabile. Quindi, per
essere adiacenti, nella tavola
della verità non devono neces­
sariamente essere contigui. Co­
sì, in una tavola a due variabili,
se numeriamo le caselle come
0, 1, 2 e 3, saranno adiacenti i
dati 0 e 2, 0 e 1, 1 e 3 e, infine,
2 e 3.

Regole di
semplificazione
Applicheremo una per una tutte
le regole grazie a degli esempi
pratici, per poterle capire e assi­
milarne più facilmente la teoria.
Come ricorderete, il fonda­
mento su cui si basa il diagram­
ma di Karnaugh consiste nel-
l'ottenere graficamente il mag­
gior numero di fattori comuni
sotto la forma di A + /A = 1, B +
/B = 1, così da semplificare al
massimo l'equazione logica. Ri­ Prima regola di semplificazione applicata a tavole di due, tre e quattro variabili.
passeremo, in questo modo,
tutte le regole una per una. loop a due variabili, dando co­ zione, abbiamo una tavola della
me risultato un solo termine che verità a due variabili di una fun­
Prima regola contiene una variabile in meno zione F le cui equazione e tavo­
rispetto al numero delle variabili la di Karnaugh possiamo vedere
Due termini adiacenti possono del diagramma. sempre nell'illustrazione. I ter­
essere uniti per mezzo di un Nell'esempio (A) dell'illustra­ mini 2 = 10e3 = 11 sono adia-

TEORIA: Regole di semplificazione di Karnaugh 63


Teoria 63
Regole di semplificazione di Karnaugh

Seconda regola di semplificazione applicata a tavole di tre e quattro variabili.

63 TEORIA: Regole di semplificazione di Karnaugh


Teoria 64
Regole di semplificazione di Karnaugh

centi e, quindi, possono essere Vediamo che non è A => /A (A la variabile C, non sta all'inter­
uniti mediante un loop. Ora invertita), né B => /B (B invertita) no della variabile B => /B (B in­
dobbiamo guardare all'insieme e che la variabile C non la acqui­ vertita) e la D non acquisisce
di due variabili come se si trat­ sisce, per cui lo perde. per intero il loop, per cui lo per­
tasse di una sola variabile: la I quadrati 3 e 7 formano un de. L'equazione risulta semplifi­
chiave della variabile B non lo altro loop che sta all'interno del­ cata come indicato.
prende per intero, perché que­ la chiave di B e C, ma A non lo
sta variabile prenderebbe sola­ acquisisce e, quindi, lo perde. In Seconda regola
mente il loop di variabili all'in­ questo modo, come possiamo
terno dei quadrati 2 e 3. Ades­ vedere, risulta semplificato. Due loop (a due variabili) adia­
so, quindi, rimane il loop sola­ Nell'esempio (C) abbiamo centi possono essere uniti con
mente nella variabile, e si è eli­ una rappresentazione a quattro un altro loop a quattro variabi­
minata una variabile, soddisfa­ variabili: in questo caso ci sono li, dando come risultato un ter­
cendo la regola enunciata. Pos­ due loop. I quadrati 12 e 8 ne mine che contiene due variabili
siamo verificare il risultato sem­ formano uno a due variabili che in meno rispetto al numero di
plificando l'equazione e appli­ sta all'interno di A, che non sta variabili del diagramma. Nell'e­
cando i teoremi visti. all'interno di C =>/C (C inverti­ sempio (A) dell'illustrazione a
Nell'esempio (B) dell'illustra­ ta), né all'interno di D => /D (D pagina 63, possiamo vedere
zione della pagina precedente invertita); la variabile B non ac­ una rappresentazione a tre va­
abbiamo una funzione a tre va­ quisisce per intero il loop, per riabili in cui i termini 2 e 6 sono
riabili rappresentata in una ta­ cui perde questa variabile. Per adiacenti, come i termini 3 e 7.
vola di Karnaugh. I termini 0 e 1 quanto riguarda il loop dei Abbiamo, pertanto, due loop
costituiscono un loop e li consi­ quadrati 10 e 11, esso sta al­ adiacenti che possiamo unire
dereremo come un tutto unico. l'interno della variabile A e del­ formando un altro loop a quat­
tro variabili. Considerando

□ A
o
J3
0 0
c F
£
questo loop come un tutt'uni-
co, avremo solo la variabile B
perché la A e la C non circon­
dano completamente il loop. In
A o 0 0 questo modo, delle tre variabili
o J_ 0 0 originarie ne abbiamo adesso
o J 0 una sola, soddisfacendo la re­
gola. Potevamo considerare
1 0 0 0
B anche i loop tra i quadrati 2 e 3
1 0 1 1 da un lato e 6 e 7 dall'altro,
1 1 0 perché anch'essi sono adiacen­
ti: il risultato finale sarebbe, co­
1 1 1 1
munque, il medesimo.
Nell'esempio (B), possiamo

□ vedere la stessa cosa con i ter­


mini 12 e 8 da una parte e 13 e
9 dall'altra. Essi possono venire
A uniti formando un loop a quat­
tro variabili che sarebbe A, non
»» ■■R sarebbe C => /C (C invertita) e
KZifl D perderebbe le variabili B e D. I
loop dei termini 10 e 11 e 2 e 3
c sono adiacenti e possono esse­
re uniti formando un loop a
quattro variabili che avrebbe la
variabile C e la /B (B invertita),
perdendo la A e la D perché
Terza regola di semplificazione applicata a tavole di tre e quattro variabili. non le acquisisce per intero.

TEORIA: Regole di semplificazione di Karnaugh 64


Teoria 64
Regole di semplificazione di Karnaugh

n9 A B C D F □
5 0 10 1 1
1 0 0 0 1 1
3 0 0J 1 1
10 10 10 1
F=ABCD+ABCD+ABCD+ABCD+ABCD
ABCD+ABCD+ABCD+ABCD
XX J_0 1 1 1
9 1 oo x 1
14 1 1 1 0 1
15 1111 1
13 110 1 1

F=AC+ACD

A
l

r A
C
(HI
(11IE1E1 D
B
C (làuti
■■E1E1
B F = AC + CD

A
Applicazione della quinta regola con
riEinsn una tavola a quattro variabili.
_ fu vmi r F=CD+AC+BD
c IIMD mo incontrato nel precedente
B fascicolo: possiamo vedere qui
l'applicazione di questa regola.
A I termini 1, 5, 13 e 9 formano
un ciclo di 4 combinazioni /CD;
i termini 14, 15 , 10 e 11 costi­
tuiscono un altro ciclo da 4
B combinazioni, AC, e rimane li­
bero solamente il termine 3.
Possiamo prendere il termine 1,
Applicazione della quarta regola di semplificazione mediante l'esperimento digitale 61. il 9 e 1'11 e formare, insieme al
3, un ciclo a 4 combinazioni.
L'equazione risultante - possia­ la di Karnaugh ha, non possia­ Riusciamo, così, a ottenere una
mo vederlo benissimo - risulta mo mai fare un ciclo con un maggior semplificazione.
molto semplificata. numero di termini dispari. Pos­
siamo aggirare tutto ciò utiliz­ Quinta regola
Terza regola zando due cicli da due variabili
l'uno. Per avere una maggior sempli­
Due cicli possono contenere ficazione, dobbiamo prendere
solamente un numero di termi­ Quarta regola il minor numero possibile di ci­
ni il cui valore sia una potenza cli con il maggior numero pos­
di 2. Non potranno contenere, Per ottenere una maggior sem­ sibile di variabili. L'ultima illu­
quindi, tre, cinque o sette ter­ plificazione, un medesimo ter­ strazione mostra (A) come pos­
mini. mine può essere ruotato in di­ siamo raggruppare nei cicli tut­
Nell'illustrazione alla pagina versi cicli. ti i termini. Già così andrebbe
precedente, possiamo vedere L'illustrazione in questa pa­ bene, ma possiamo ottimizzare
che, indipendentemente dal gina non è altro che la soluzio­ il ciclo da due termini realizzan­
numero di variabili che la tavo- ne ad un problema che aveva­ do un ciclo da quattro termini.

64 TEORIA: Regole di semplificazione di Karnaugh


Teoria 65
Misura del valore delle resistenze
Utilizzo del multimetro
per la misurazione delle resistenze.
r I multimetro permette una mi­
surazione veloce e abbastanza
precisa delle resistenze. Per ef­
fettuare correttamente le misu­
razioni, però, dobbiamo tenere
conto di alcune considerazioni.

Multimetri: tipologia
Ci sono due tipi di multimetro:
quelli analogici e quelli digitali.
Per quanto riguarda il primo ti­
po, solamente i modelli di un
certo costo garantiscono una
buona precisione; i multimetri di­
gitali, invece, offrono degli ottimi
risultati e grazie al loro basso co­
sto si stanno imponendo giorno
dopo giorno. Il multimetro è uno strumento utilissimo per la misurazione delle resistenze.

Multimetro analogico cui non conosciamo il valore. dere alla scala precedente - più
Dobbiamo scegliere una resi­ bassa -, ma dobbiamo ricordarci
Spieghiamo velocemente il pro­ stenza senza guardarla e coprire che la regolazione va sempre ef­
cedimento di misurazione. Quasi la banda dei colori con un pez­ fettuata unendo i puntali prima
tutto quello che diremo in segui­ zetto di carta arrotolato. La colle­ della misurazione. In questo tipo
to è applicabile anche ai multi­ gheremo poi, in modo adegua­ di multimetro il valore della resi­
metri digitali tranne che per due to, al tipo di multimetro, dopodi­ stenza si ottiene moltiplicando il
differenze fondamentali. La pri­ ché si regola il potenziometro fi­ valore letto nella scala per la sca­
ma è ovvia: dobbiamo leggere i no ad ottenere che l'indice di mi­ la che abbiamo scelto per impo­
valori su una scala grafica invece sura arrivi al fondo scala, e a stare la misura.
che su un display. La seconda è questo punto si connettono i
più evidente e comprensibile. puntali alla resistenza. Se effet­ Multimetro digitale
Descriviamo passo passo il tuando la misura riscontriamo
procedimento di misurazione. che l'indice è troppo vicino all'i­ Consente di portare a termine
Disponiamo di una resistenza di nizio della scala, dovremo scen- tutte le misurazioni con maggio-

Selettore di misurazione di un multimetro: È importantissimo collegare I puntali di misurazione ai


segnala le scale disponibili per la misurazione delle resistenze. connettori COM e O, con quelli della misura della tensione.

TEORIA: Misura del valore delle resistenze 65


Teoria 65
Misura del valore delle resistenze

Per garantire un buon contatto dobbiamo avvalerci delle La misura di una resistenza va fatta appoggiando i puntali sui
pinzette per assicurarci che il contatto elettrico sia valido. suoi terminali.

ri comodità e rapidità; tuttavia, care il selettore su una delle sca­ le è 1999. Il punto decimale po­
se il metodo di misurazione è le delle resistenze, collegare i trà trovarsi tra due qualsiasi di
sbagliato, lo sarà anche il risul­ puntali di misurazione ai con­ queste cifre.) Ciò fa sì che tutti i
tato della misurazione e il valore nettori adeguati e leggere il ri­ fondo scala dovrebbero essere,
indicato dal display non sarà sultato sul display. Prima di pro­ per esempio, 20, 200, 2000 ec­
quello effettivo della resistenza. vare a fare tutto questo, prose­ cetera, ma in realtà avremo una
Non ci stanchiamo di ripetere guite nella lettura di tutto il ca­ visualizzazzione che sarà 19,99;
che misurare avventatamente e pitolo. 199,9; 1999 eccetera. Non è
senza prendere determinate importante perché non si devo­
precauzioni significa solamente Scale no mai usare valori che sono in
perdere tempo, perché alla fine fondo scala: dobbiamo utilizza­
non avremo modo di sapere se il I multimetri digitali possiedono re scale che permettano di leg­
valore ottenuto sia quello cor­ diverse scale di misurazione del­ gere al loro centro. Nei multi­
retto oppure no. Per utilizzare le resistenze a seconda del mo­ metri digitali non è un proble­
un multimetro digitale non è dello; i più semplici hanno un di­ ma, ma in quelli analogici, se
necessario compiere una rego­ splay a tre cifre e mezzo (quindi leggessimo alle estremità di una
lazione preliminare: basta collo- il massimo valore rappresentabi­ scala, potremmo commettere
facilmente dei grossi errori.

Fondo della scala


Sul selettore della scala dei mul­
timetri digitali vengono indicati i
fondo scala disponibili in manie­
ra tale che viene anche indicata
la posizione del punto decimale.
Dire, per esempio, 2.000 Q è lo
stesso che dire 2K; tuttavia, se
per misurare una resistenza da
1K2 utilizziamo prima una scala
del multimetro e poi un'altra,
nel primo caso la lettura sareb­
be 1200, mentre nel secondo il
display mostrerebbe 1.200. La
differenza è costituita dal punto
Perché il resto del circuito non influisca decimale.
sulla misurazione, bisogna dissaldare almeno uno dei terminali della resistenza. Le comuni scale disponibili

65 TEORIA: Misura del valore delle resistenze


Teoria 66
Misura del valore delle resistenze

Durante la misurazione, non si devono toccare le Misurazione della resistenza della pelle. Il valore della
estremità delle resistenze: causerebbe un errore. In questo caso resistenza verrebbe posto in parallelo con quello della pelle se
la resistenza è da 4M7. ne stringessimo tra le dita i terminali.

sono da 200 Q, 2K, 20K, 200K Come effettuare la gare l'apparecchiatura alla rete
e 2M anche se è non è insolito misurazione (oppure noi stessi potremmo es­
trovare la scala da 20M; i mo­ serci scordati di scollegarla); per­
delli più completi hanno anche Per misurare una resistenza, in ciò dovremo allontanare la spina
quella da 200M. La dicitura maniera tale che la corrente del­ in un punto difficilmente acces­
può essere anche la seguente: la misurazione passi solo attra­ sibile e, se possibile, lontano da
200 W, 2000 W, 20K, 200K, verso di essa, è necessario che una presa. Il sudore delie mani,
2000K (invece che 2M). In sia separata dal circuito. Un'altra poi, anche se infinitesimale, ha
realtà, la differenza è pochissi­ precauzione da adottare: non si un potere altamente corrosivo e,
ma: quasi tutti i multimetri si deve mai toccare con le dita nes­ a lungo termine, può provocare
assomigliano e la misurazione sun elemento conduttore, e problemi di conduzione. Infine,
non deve presentare problemi, questo per vari motivi. Innanzi­ trattandosi di pezzi piccoli, sono
anche se utilizziamo un model­ tutto, perché alcuni elementi molto più comodamente ma­
lo di multimetri a più cifre. possono accidentalmente colle­ neggiabili con delle pinze con il
manico isolante. Anche se dob­
biamo fare attenzione agli at­
trezzi metallici perché possono
provocare dei cortocircuiti, è si­
curamente meglio un cortocir­
cuito di una scarica elettrica! Nel
nostro laboratorio - e con un
po' di prudenza - siamo in que­
sto caso al sicuro da questi peri­
coli, però è meglio utilizzare del­
le pile. Male che vada, se strin­
giamo le due estremità di una
resistenza tra le dita, stiamo mi­
surando la resistenza della pelle
in parallelo con la resistenza che
vogliamo misurare!

Pinze a coccodrillo
Le pinze a coccodrillo si adatta­
L'utilizzo delle pinze consente una corretta misurazione. Infatti, in questo modo, no alle punte di misurazione e
non colleghiamo in parallelo la resistenza della pelle. facilitano e assicurano le con-

TEORIA: Misura del valore delle resistenze 66


Teoria 66
Misura del valore delle resistenze

Misurazione della variazione


della resistenza del potenziometro
del laboratorio.
Possiamo misurare la resistenza di moltissimi oggetti,
anche quella di un pezzo di carta bagnato.

nessioni; per stringere a suffi­ del numero 1 a destra). Allarme sonoro


cienza e offrire una buona con­ Per verificare se il multime-
nessione, devono essere in buo­ tro è ben calibrato, quando se Alcuni multimetri possiedono
no stato. La resistenza della pel­ ne collegano i terminali, deve un indicatore sonoro che si at­
le ha un valore abbastanza ele­ misurare '0'; a volte, con le tiva quando tra le sue punte di
vato, e può accadere che alcu­ scale più basse ciò non si verifi­ misurazione c'è continuità
ne superfici abbiano una con­ ca. Di norma il costruttore indi­ elettrica. È utilissimo perché
duttività elevata che può falsa­ ca il valore della resistenza mi­ consente di non togliere lo
re la misurazione. Sarebbe co­ nima che quel particolare mo­ sguardo dal punto di connes­
me se misurassimo la resistenza dello di multimetro è in grado sione per osservare il display
che vogliamo effettivamente di misurare. del multimetro.
misurare collegata in parallelo
con un pezzo di tavolo (an-
ch'esso possiede una certa resi­
stenza). Succedeva molto fre­
quentemente con i tavoli di le­
gno dei laboratori: inumiden­
doli per pulirli, se ne aumenta­
va la conduttività.

Misurazione
Per effettuare la misurazione
dovremo utilizzare la scala più
ìcentrataì; normalmente è la
più bassa possibile. Sarebbe ri­
dicolo, per fare un esempio, mi­
surare una resistenza da 470 Q
con una scala da 20M; va misu­
rata con una scala da 2K per­
ché, usando quella da 200 Q,
avremmo un eccesso di scala In alcuni multimetri, quando la resistenza è bassissima, il commutatore ha una posizione
(viene indicato dall'apparizione che consente di misurare la continuità. Per segnalarla emette un suono acuto.

66 TEORIA: Misura del valore delle resistenze


Teoria 67
L'oscilloscopio
Questo strumento permette di visualizzare
sotto forma di onda i segnali elettronici.
'oscilloscopio è uno tra gli
strumenti di misura più
utilizzati nei laboratori di
elettronica: ha il vantaggio, ri­
spetto ad altre apparecchiatu­
re di misura, di visualizzare i
segnali in ingresso sotto forma
di un diagramma spazio/tem-
po. Alcuni dei nostri lettori
avranno già avuto modo di
utilizzarlo; il suo utilizzo di ba­
se è semplice e veloce da ap­
prendere, tuttavia i moderni
oscilloscopi offrono una note­
vole varietà di misurazioni la
cui realizzazione risulta estre­
mamente.complessa. È neces­
sario, quindi, leggere molto
attentamente i manuali d'i­ Oscilloscopio moderno: lo schermo è un monitor.
struzioni allegati alle apparec­
chiature. rappresentato il tempo. Lo posizione del comando della
schermo dell'oscilloscopio è sensibilità di entrata. Il nume­
Schermo diviso da linee orizzontali e ro delle divisioni orizzontali è
verticali, chiamate "divisioni", utilizzato, invece, per misurare
Sullo schermo dell'oscillosco­ usate per misurare sia le am­ il tempo. Negli oscilloscopi clas­
pio appare una rappresenta­ piezze di tensione che le fre­ sici le divisioni sono disegnate
zione del segnale applicato a quenze. La misurazione in ver­ sul vetro dello schermo, mentre
una o a più entrate; sull'asse ticale viene realizzata contan­ negli oscilloscopi moderni, do­
verticale viene rappresentata do il numero di divisioni che il tati di monitor, sono generate
l'ampiezza del segnale, men­ segnale copre e moltiplican­ internamente e non le si può
tre sull'asse orizzontale viene dole per la cifra che indica la vedere se non si accende l'ap­
parecchiatura che poi visualiz­
zerà il valore relativo.

Sensibilità d'entrata
All'entrata dell'oscilloscopio si
applicano segnali di diverso li-

Selettore della sensibilità di un


Oscilloscopio classico: è dotato di un tubo catodico di deflessione elettrostatica. oscilloscopio classico.

TEORIA: L'oscilloscopio 67
Teoria 67
L'oscilloscopio

Selettore della sensibilità di un moderno oscilloscopio. Oscilloscopio classico: comando della base dei tempi.

vello; per adattare i circuiti al Le sonde sonde fisse da 10X e anche da


livello del segnale disponiamo 100X. Quando si utilizza una
di diversi livelli di sensibilità L'entrata dei segnali negli oscil­ sonda, se è, per esempio, da
espressi in Volt/divisione; nor­ loscopi viene realizzata me­ 10X, si deve moltiplicare per
malmente l'oscilloscopio è diante dei connettori BNC. Si dieci la lettura del livello dello
dotato di otto divisioni verti­ può utilizzare un cavo scher­ schermo. Di norma ogni divi­
cali. Se, per esempio, il co­ mato con due pinze di misura­ sione dello schermo è suddivisa
mando della sensibilità è posi­ zione a ogni punta, ma normal­ in cinque parti che vengono se­
zionato sui 20mV/DIV, il mas­ mente la maggior parte utilizza gnate negli assi centrali.
simo segnale applicato all'en­ una sonda. Le sonde di uso più
trata sarà di 160mV, mentre corrente sono la 1X e la 10X, Base dei tempi
se fosse posizionato sui sono, cioè, delle sonde con un
5V/DIV, sarebbe di 40V. Que­ commutatore che nella posizio­ La base dei tempi consente di
sto livello di tensione massi­ ne 10X divide il segnale per 10, "aprire o chiudere" lo schermo
mo si riferisce ai picchi del se­ mentre nella posizione IX non in senso orizzontale; ha un co­
gnale. lo divide. Esistono anche delle mando esterno le cui posizioni
sono segnate sotto forma di
mi tempo/divisione. È normale, ad
TIME/DIV. esempio, che una delle posizio­
TRIG. MODE ni sia 5 ms/DIV e l'altra 10 ms/
DIV. Quando osserviamo un se­
AC 0.5s 50ns gnale periodico, prendiamo un
punto del segnale, lo seguiamo
per tutto il tempo fino al punto
HF in cui si ripete: se contiamo le
LF divisioni tra questi due punti
iV possiamo misurare il periodo del
TVF segnale. Se abbiamo impostato,
per esempio, in una scala di 10
IF
ms/DIV e contiamo 4,4 DIV, il
DEL. POS. ' periodo sarà di 44 ms e, dato
che la frequenza è inversa ri­
SEA./DEL. DEL.TRIG. spetto al periodo, risulta che il
segnale che stiamo osservando
O ON VAR. sullo schermo è di 22.727 Hz.
OFF
Alcuni oscilloscopi generano
sul display direttamente il valo­
Oscilloscopio moderno: comando della base dei tempi. re delle frequenze.

67 TEORIA: L'oscilloscopio
Teoria 68
L'oscilloscopio

10 k
20 5
>VERT. INPUT DC
II
1MA AC
25pF GD
Hor.
Inp.

Selettore d'entrata per DC, AC e GND. Selettore d'entrata per DC, AC e GND.

Il fascio spostamento del fascio in senso pio di funzionamento dell'oscil­


orizzontale e un altro orizzonta­ loscopio e dei suoi comandi, è il
L'immagine appare sullo scher­ le per lo spostamento verticale. medesimo, ad eccezione del
mo dell'oscilloscopio quando La base dei tempi è control­ funzionamento interno - si ve­
uno stretto fascio di elettroni lata nella scansione orizzontale rifica una conversione del se­
colpisce lo schermo che è rive­ e verticale da un doppio ampli­ gnale video per visualizzarlo sul
stito, al suo interno, da un ficatore. Gli oscilloscopi moder­ monitor-, ma tutto questo non
composto fosforescente e che ni, però, non sono dotati del tu­ ha una grande importanza per
ha una determinata persisten­ bo "tipo oscilloscopio", ma di l'utente. Questo tipo di oscillo­
za dopo la scomparsa del fa­ monitor con un funzionamento scopio offre la possibilità di ef­
scio. analogo a quello dei computer fettuare una notevole quantità
Negli oscilloscopi classici il o dei televisori. Hanno una de­ di misurazioni e, in molti casi, di
movimento del fascio - la de­ flessione elettromagnetica, con memorizzarle, di rappresentare
flessione - è il risultato di due delle bobine al posto dei tubi le informazioni sul video ecce­
gioghi di placche di deflessione catodici TRC, ma esistono già tera.
poste ai lati del collo del tubo, dei modelli con lo schermo a
un giogo di placche verticali - cristalli liquidi. Posizione
placche dell'asse y - per lo In tutti, comunque, il princi-
Gli oscilloscopi hanno un co­
mando contrassegnato, di nor­
ma, come POSIZIONE, avente
due frecce opposte, che si utiliz­
za per lo spostamento orizzon­
tale del segnale rappresentato
sullo schermo. Hanno altri due
comandi uguali al precedente,
ma con le frecce disegnate in
verticale: si usano per spostare
verticalmente il segnale. Sono
due perché generalmente gli
oscilloscopi hanno due canali,
hanno, cioè, due entrate indi­
pendenti del segnale; la base dei
tempi si adatta a uno dei due ca­
nali. Questi controlli sono molto
utili per iniettare nel modo mi­
Sonda d'entrata di un oscilloscopio: gliore il segnale e poter contare
solitamente gli oscilloscopi hanno un attenuatore XW. le divisioni.

TEORIA: L'oscilloscopio 68
Teoria 68
L'oscilloscopio

T>500pf- 1 óV1.20ms T>;!00PS V At>4BlKS


.l... L. .v. .... 1.
IO-

+H

Ph
ira yt'SBBmU11 _ -1___ —-------
Forma di un'onda quadra.
<rz ■ ■

I I avrà sette divisioni segnando


Onda sinusoidale che visualizza il segnale applicato all'entrata. 35 V. È corretto come procedi­
mento, ma non riusciamo a di­
ACoDC l'entrata viene collegata alla stinguere l'ondulazione. Posi­
massa. zioniamo nuovamente il co­
All'entrata del segnale di un Vediamo un esempio che ci mando su GND e situiamo la li­
oscilloscopio c'è sempre un aiuti a comprendere meglio l'u­ nea a metà dello schermo, pas­
controllo con le indicazioni AC, tilità. Vogliamo vedere l'ondu­ sando, in questo caso, a AC; se
DC e GND, che corrispondono lazione della tensione generata eliminiamo i 35 Volt della com­
alle tre posizioni di un commu­ da una fonte di alimentazione ponente continua e aumentia­
tatore. Nella posizione DC, il da 35 V DC. Se applichiamo mo la sensibilità, apparirà, di
segnale alternato più quello una sonda X1, il comando del­ norma, un'ondulazione di
continuo viene applicato all'en­ la sensibilità in 5V/DIV e posi­ 100 Hz, il cui livello dipende
trata dell'oscilloscopio. Nella zioniamo il selettore del tipo di in grandissima misura dal tipo
posizione AC, la componente entrata su GND e abbassiamo il di filtro e dal regolatore utiliz­
continua viene disaccoppiata comando della posizione fino zati. Potrebbe essere, però, di
mediante un condensatore, all'ultima linea dello schermo, 100 mVpp, un segnale periodi­
mentre nella posizione GND passando da DC, la linea retta co di 100 Hz sottoposto alla
componente continua e con un
basso valore, accettabile per
quasi tutti i tipi di apparecchi.
POWER INTENS FOCUS
do ci i Intensità e fuoco
A del fascio
Questi comandi erano impor­
AUTOSET tantissimi negli oscilloscopi clas­
READ sici, dato che un eccesso di in­
OUT TR tensità del fascio danneggia lo
schermo, mentre un difetto del
fuoco ne rende difficile la lettu­
Y-POS. I Y-POS. Il ra e affatica la vista. Con questi
apparecchi, inoltre, si deve an­
che vigilare attentamente affin­

ì PUSH
LONG
PUSH
BOTH
Comandi per la regolazione del fuoco e dell'intensità.
ché la scansione non si fermi,
perché potrebbe "bruciare"
una zona dello schermo.

68 TEORIA: L'oscilloscopio
Teoria 69
Conversione DC/AC
Come ottenere energia elettrica alternata
da batterie in grado di erogare solo corrente continua.
a maniera più comune di
immagazzinare energia
elettrica per utilizzi imme­
diati sono le batterie; molte ap­
parecchiature, però, sono state
progettate per essere alimenta­
te dalla rete di distribuzione
dell'energia elettrica. In quasi
tutti i paesi europei le reti na­
zionali sono da 220 V e 50 Hz,
negli Stati Uniti di 60 Hz e sugli
aeroplani di 400 Hz.
Molte di queste apparec­
chiature devono essere alimen­
tate in maniera ininterrotta,
malgrado le eventuali cadute di
tensione della rete. In un'opera­
zione chirurgica, la vita del ma­ / convertitori si utilizzano per alimentare apparecchiature progettate per alimentarsi
lato non può dipendere da dalla rete di distribuzione di tensione alternata,
un'avaria della rete distributiva, quando si ha solamente una fonte di corrente continua.
i computer che regolano il traf­
fico di una città devono poter ma se falliscono altri sistemi e da un convertitore AC/DC
continuare a funzionare. Un d'alimentazione che garanti­ che converte la tensione conti­
semplice personal computer scano l'alimentazione ininter­ nua in alternata. Questi con­
può perdere dei dati o, a causa rottamente, devono essere elet­ vertitori hanno un trasformato­
di uno spegnimento errato, tronici e alimentati a batteria e re che garantisce un livello ade­
provocare delle perdite che devono entrare in funzione au­ guato di tensione di uscita; il li­
possono provocare dei danni tomaticamente impiegando vello di tensione dipende anche
notevoli. Conosciamo tutti i poche frazioni di secondo. dalla tensione della batteria uti­
grandi gruppi elettrogeni d'e­ lizzata, che varia a seconda del­
mergenza alimentati da potenti UPS l'uso che se ne deve fare e del
motori diesel, ma per quanto costruttore. Un complemento
velocemente girino, possono ri­ I gruppi di continuità (in inglese indispensabile per questo tipo
tardare di uno o due minuti nel UPS), vengono utilizzati per di apparecchiature è un siste­
raggiungere la loro velocità di erogare una tensione stabile ma automatico che mantenga
regime; questo lasso di tempo è per fornire l'alimentazione de­ la carica della batteria. La capa­
grandissimo per un computer o gli apparati per un determinato cità della batteria dipende da
per una persona sotto i ferri. Si periodo di tempo. Sono costi­ ogni particolare applicazione.
devono utilizzare questi gruppi, tuiti, in pratica, da una batteria Pensiamo ad alcune applicazio­
ni, tanto per avere un'idea più
chiara dei diversi tipi di UPS. Per
SCR1 un computer di un ufficio po­
sto in una zona in cui normal­
SW1 mente non si verificano interru­
zioni di luce e di cui è possibile
B T
+|
"0 B T
+l CONTROL
0" non farne uso per qualche
tempo, si ha bisogno solamen­
te di un sistema che garantisca
l'alimentazione per 5 o 10 mi­
nuti e che emetta un segnale
acustico che avvisi di chiudere i
Questo è il sistema più elementare per riuscire ad ottenere della corrente alternata a programmi, salvare i dati e spe­
partire dalla corrente continua; si chiama chopper. gnere il computer. Esistono ap-

TEORIA: Conversione DC/AC 69


Teoria 69
Conversione DC/AC

ve avere una autonomia mini­


N1
ma di circa 6 ore.

Conversione DC/AC
+l CONTROL
B T1 Interessiamoci, adesso, sola­
mente alla conversione DC/AC,
che, attualmente, viene effet­
tuata mediante convertitori sta­
tici, che non hanno pezzi mobi­
Convertitore che utilizza solamente un componente di commutazione; si avvale li. Diffusissimi fino a pochi anni
anche di un trasformatore per alzare o abbassare la tensione alternata di uscita. fa - e ancora se ne trovano -
sono i convertitori rotativi: in
pratica sono composti da un
motore (funzionante con cor­
SCR1 rente continua) che faceva ruo­
^F SCR3
c tare un alternatore e accoppia­
+
o to a quest'ultimo per mezzo dei
N R rispettivi assi. Era la procedura
B
SCR4 di conversione classica quando
^F SCR2 si necessitava di grandi quantità
L--------- di energia, che veniva garantita
dai grandi convertitori rotativi.
Lo sviluppo di nuove tecno­
logie, però, ha permesso la co­
Schema - molto semplificato - di un convertitore a quattro tiristor! struzione di dispositivi elettroni­
ci capaci di controllare centomi-
parecchi UPS interfacciati con il do di tempo maggiore, anche la Ampère; è stato l'impulso de-
computer e che possono essere se c'è un gruppo elettrogeno finitivo per il progetto e la fab-
programmati perché l'unità d'emergenza, perché quest'ul- bricazione dei convertitori stati-
UPS chiuda i programmi e timo può rompersi o tardare ad ci di ogni tipo di potenza; essi,
spenga il computer. Tuttavia, avviarsi. Un altro classico esem­ inoltre, sono meno rumorosi ri­
nel caso di una sala operatoria, pio potrebbe essere quello di spetto a quelli rotativi, hanno
deve poter garantire un perio- una centrale telefonica che de­ una bassissima manutenzione e

SCR4
SCR2

ln questo diagramma possiamo vedere che, quando i tiristor! 1, 2 e 3, 4 conducono alternativamente, il senso della corrente che
circola nel carico, rappresentata dalla resistenza R, si inverte.

69 TEORIA: Conversione DC/AC


Teoria 70
Conversione DC/AC

tene dotate di una tensione ele­


-[ R |~
vata. Non costituisce un proble­
220V AC ma a patto che si utilizzi corren­
te alternata e che si colleghi al­
l'uscita, per alzare o abbassare il
TRF L livello di tensione, un convertito­
re. In commercio si trovano facil­
mente convertitori con un'en­
trata da 12 Volt che erogano al­
+
l'uscita 220V/50Hz e che ali­
JT SCR2 mentano dei piccoli elettrodo­
SCR1 — 12Voc
CONTROL mestici: sono apparecchiature di
ridotta potenza, ma molto ap­
prezzate dagli appassionati di
campeggio e di caravan. Sono
comuni anche i convertitori da
Schema base di un transistor 24V DC - garantiscono i soliti
che come elementi di commutazione utilizza dei tiristori. 220V/50Hz - che si impiegano
per le installazioni da 24 V su au­
offrono il vantaggio di potersi mo riconoscere che aveva l'in­ toveicoli pesanti, per alimentare
fermare istantaneamente e di conveniente di dover usare bai­ televisioni o rasoi.
essere facilmente con­
trollabili mediante dei
circuiti elettronici.

li chopper
Il convertitore più sempli­
ce è il chopper, o spezzet-
tatore. Consiste nel di­
sporre un interruttore tra
batteria e carica e nel far­
lo funzionare alla fre­
quenza di rete. Anche se
potrebbe sembrare im­
probabile, sul mercato fu­
rono disponibili converti­
tori destinati a potenze ri­
dotte e basati su questo
principio: l'interruttore
era sostituito dai contatti
di un relè. Il successivo
passaggio nella moder­
nizzazione fu quello di
utilizzare un interruttore
elettronico - un transistor
in commutazione oppure
un tiristore controllati dal
corrispondente circuito di
controllo. Anche se po­
tremmo essere tentati di
giudicare ottimale questo
procedimento, debbia­ Tipico utilizzo di un convertitore DC/AC.

TEORIA: Conversione DC/AC 70


Teoria 70
Conversione DC/AC

I tiristor!
I tiristor! sono dei disposi­
tivi semiconduttori che
possono commutare cor­
renti elevatissime. Neces­
sitano di un circuito di
controllo e sono pilotati
da correnti piccolissime; le
loro dimensioni sono mol­
to ridotte se confrontate
alle correnti che sono in
grado di controllare. I mo­
delli più comuni del tipo
fino a 1 6A hanno i loro
contenitori molto simili a
quelli dei transistor di po­
tenza.

Convertitori / tiristor/, malgrado siano di dimensioni ridotte, controllano correnti elevatissime.


a ponte
conducono devono presentare conducono, la corrente circola
I dispositivi di commutazione - una resistenza molto alta. Per attraverso il carico in un verso,
siano essi transistor di potenza capire meglio gli schemi base ma quando conducono gli altri
o tiristori - agiscono come se che proporremo, comunque, due tiristori, e cioè SCR3 e
fossero degli interruttori: basterà considerarli come dei SCR4, la circolazione della cor­
quando conducono devono semplici interruttori. Se osser­ rente attraverso il carico si in­
avere una caduta di tensione viamo un convertitore a ponte, verte: abbiamo ottenuto un'in­
minima, mentre quando non quando i tiristori SCR1 e SCR2 versione della corrente. Possia­
mo sostituire il carico
con il primario di un tra­
sformatore; nel seconda­
rio otterremo una ten­
sione che è proporziona­
le al numero delle spire.

Forme dell'onda
In teoria, l'onda che
potremmo ottenere
con un circuito di que­
sto tipo, dovrebbe es­
sere quadra, ma sareb­
be meglio riuscire ad
avere un'onda sinusoi­
dale. Possiamo farlo in
vari modi, il più sempli­
ce è quello di collegare
all'uscita un filtro passa
basso che lascia passa­
re solamente la fre­
quenza fondamentale,
Transistor di potenza. cioè i 50Hz.

70 TEORIA: Conversione DC/AC


Teoria 71
Resistenze speciali
Descriveremo alcuni tipi di resistenze il cui utilizzo può
risultare di notevole importanza in alcune applicazioni.
ri'' Itre alle tipiche resistenze
con bande a colore -
’ F molto utilizzate nei cir­
cuiti elettronici - ci sono moltis­
sime resistenze speciali che è in­
teressante conoscere. Il valore
ohmico di alcune resistenze di­
pende in gran parte dalla tem­
peratura, mentre in altri casi di­
pende dal livello di luce che vie­
ne percepito o dalla tensione ad
essa applicata. A volte si usano
dei gruppi di resistenze fisse in­
serite nel medesimo contenitore
per avere un ingombro minore
nel circuito stampato.

Resistenze NTC Resistenze spedali: diversi tipi e applicazioni.

Le resistenze NTC sono così cazioni. Quella più semplice è il In questo tipo di resistenze la
chiamate perché hanno un sensore della temperatura per i temperatura esterna è quella
coefficiente di temperatura ne­ termostati o altri dispositivi. In che determina il valore ohmico,
gativo: il loro valore ohmico, questo tipo di sensori si misura il circuito di misurazione deve
cioè, si abbassa quando aumen­ la resistenza e si traduce nella far circolare una corrente la più
ta la sua temperatura. Sono co­ temperatura: con i moderni si­ bassa possibile attraverso la resi­
stituite da ossidi semiconduttori stemi digitali è facilissimo cali­ stenza per evitarne il surriscal­
e la loro legge di variazione è brare questi dispositivi ed elabo­ damento e per non influenzare
esponenziale; a partire da un rare automaticamente una ta­ la misurazione.
valore a temperatura ambiente, vola resistenza/temperatura.
di circa 25 gradi, il loro valore Tuttavia, se si deve rilevare una Autosurriscaldamento
decresce rapidamente in pro­ determinata temperatura il di­
porzione all'aumento della tem­ spositivo da applicare può esse­ In questo tipo di NTC il riscalda­
peratura. Hanno diverse appli­ re un semplice comparatore. mento viene prodotto dalla cor­
rente che attraversa la resisten­
za, malgrado questo tipo di resi­
stenze abbia una resistenza no­
minale di circa 25° C, si defini­
sce solitamente corrente nomi­
nale o massima quella che la at­
traversa. Vengono usate per evi­
tare forti picchi di corrente nelle
connessioni delle apparecchia­
ture, soprattutto con un carico
costituito da componenti con
grosso assorbimento induttivo o
capacitativo, normalmente do­
vuto ai filtri d'ingresso, alle ap­
parecchiature o alle sorgenti di
alimentazione; vengono colle­
gate in serie con il cavo di ali­
mentazione. Si utilizzano anche
con le lampadine a basso con­
Resistenze NTC utilizzate come sensori della temperatura. sumo: hanno una resistenza re­

TEORIA: Resistenze speciali 71


Teoria 71
Resistenze speciali

NTC utilizzata per limitare la corrente di avviamento. Campioni di resistenze sensibili alla luce.

lativamente alta, da 10 a circa bario, ma in questo caso si trat­ na della temperatura situata in­
50 Q in genere al momento del­ ta di resistenze con un coeffi­ torno al punto di Curie. Le resi­
la connessione, per limitare il ciente di temperatura positivo. Il stenze PTC si utilizzano come
picco di corrente e poi sotto va­ valore della resistenza, cioè, au­ tali in questa zona. Se la tempe­
lori di 1Q per provocare una ca­ menta all'aumentare della tem­ ratura aumenta notevolmente,
duta di tensione dell'alimenta ­ peratura. Il loro comportamen­ il coefficiente ritorna ad essere
zione minima che influisce ap­ to rispetto alla temperatura è leggermente negativo. Si indica
pena sul funzionamento nor­ un po' strano: con le basse tem­ solitamente il coefficiente con
male dell'apparecchio da pro­ perature si comportano quasi una base di temperatura ad un
teggere. come una NTC con un coeffi­ valore pari 25 gradi.
ciente di temperatura legger­ Si impiegano anche come
Resistenze PTC mente negativo, con l'aumento protezione per limitare la cor­
della temperatura invece la loro rente che circola attraverso un
Anche per fabbricare resistenze resistenza inizia rapidamente ad carico, ma si utilizzano per l'ef­
PTC si utilizzano i semicondut­ aumentare. Tutto questo avvie­ fetto contrario della NTC, dato
tori, normalmente in titanato di ne quando ci si trova in una zo- che consente una forte corrente

Il componente che sembra una lenticchia verde è una resistenza


Curve delle variazioni della resistenza di una NTC NTC, che evita picchi di corrente
e di una PTC. di avviamento in una fonte che genera picchi di commutazione.

71 TEORIA: Resistenze speciali


Teoria 72
Resistenze speciali

iniziale anche se poi ne riduce il


funzionamento. Hanno anche
un'applicazione molto peculia­
re: si collegano in serie con l'ali­
mentazione delle bobine di
smagnetizzazione che circon­
dano il tubo catodico dello
schermo del televisore; sono fa­
cilmente riconoscibili perché
quasi sempre vanno all'interno
di un contenitore caratteristico
di plastica bianca: dentro ci so­
no due PTC collegate insieme
con contatti che poi vengono
inseriti nello stesso contenitore.

Resistenze PTC. LDR


Le resistenze LDR si costruisco­
no con solfuro di cadmio, han­
no un comportamento molto
buono con la luce e la resisten­
za varia gradualmente; è facilis­
simo costruire il circuito. Pre­
sentano, però, l'inconveniente
di costare molto e di essere og­
getto di polemiche perché il
cadmio ha un elevato potere
cancerogeno, però non è un
problema perché i fabbricanti
di questo tipo di resistenze ap­
plicano uno strato protettivo
per evitare che non liberino
Campioni di avviamento di resistenze. nessun tipo di sostanza danno­
sa; l'unica attenzione che dob­
biamo avere è di non essere cu­
riosi e di non romperle per ve­
dere cosa ci sia dentro. Il conte­
nitore, com'è logico, deve esse­
re trasparente per permettere
l'incidenza della luce. Quando
la luce illumina la parte sensibi­
le alla luce di questo tipo di re­
sistenze, si libera una notevole
quantità di elettroni che au­
menta la conduttività del mate­
riale, provocando una diminu­
zione di resistenza.

VDR
In questo tipo di resistenze il
Varistori di diversi tipi. valore ohmico varia con la ten-

TEORIA: Resistenze speciali 72


Teoria 72
Resistenze speciali

R R R R R R R R

R R R R R R R R

Schema interno di due componenti integrati di resistenze.

sione applicata e lo fa di soli­


to molto velocemente a parti­
re da un determinato valore
della resistenza. Gli esempi
più tipici sono costituiti dai
varistori utilizzati per la prote­
zione degli apparecchi con
transistor.

Resistenze integrate
Questa dicitura rappresenta
un insieme di resistenze, ma
in gergo elettronico si utilizza
la sua denominazione inglese.
Ci sono diversi tipi di resisten­
ze integrate, normalmente si
tratta di resistenze di valori
uguali. Foto molto ingrandita di una LDR.

72 TEORIA: Resistenze speciali


Teoria 73
Le induttanze
L'induttanza è la principale caratteristica di una bobina.

uando si lavora con ten­


sioni e correnti continue,
si applica la Legge di
Ohm, la quale stabilisce la pro­
porzione esistente tra la corren­
te e la tensione che circola in
una resistenza. Così, se dovesse
esserci un picco di tensione, si
verificherebbe istantaneamente
anche un picco di corrente.
Però, se nel circuito ci sono
dei componenti come le bobi­
ne, tra i due picchi, quello della
tensione e quello della corrente,
c'è un certo ritardo e la legge di
Ohm non viene soddisfatta. In
genere, una bobina inserita in
un circuito, non può cambiare Le bobine sono di diverse forme e dimensioni, a seconda dell'applicazione
in maniera immediata la corren­ a cui sono destinate.
te che le circola attraverso.
costante. La tensione indotta la quantità di energia immagaz­
L'induttanza tende ad opporsi ai cambia­ zinata in una bobina: W = I2I72,
menti di corrente che l'hanno dove W è l'energia immagazzi­
Quando una corrente circola at­ generata. Quando la corrente nata, espressa in joule, I è la
traverso un conduttore, si ge­ aumenta, si immagazzina ener­ corrente che circola, espressa in
nera un campo magnetico che gia sotto forma di campo ma­ Ampère, e L è l'induttanza,
produce, a sua volta, una ten­ gnetico, ma quando la corrente espressa in Henry.
sione tra i morsetti e che si op­ diminuisce, l'energia ritorna al
pone alla corrente che lo ha circuito che l'ha generata. Non Bobina
provocato; appare solamente dimentichiamo che le bobine
quando c'è una variazione di immagazzinano energia! Pos­ Il nome deriva dalla forma più
corrente, mentre, logicamente, siamo applicare la seguente for­ utilizzata per i componenti la
scompare quando la corrente è mula che consente di calcolare cui principale caratteristica è
l'induttanza. L'aspetto più co­
mune è quello di una bobina di
filo di rame arrotolata intorno
ad un nucleo. Il nucleo può es­
sere in aria, in ferro e anche in
ferrite, materiale che consente
di ottenere, in volumi relativa­
mente piccoli, valori altissimi di
induttanza.

Utilizzo
L'utilizzo delle bobine è vastissi­
mo, ma negli apparecchi di ra­
diofrequenza possiamo osser­
vare una notevole varietà di
questo utilizzo. Vengono impie­
gate, accoppiate con i conden­
satori, per realizzare diversi tipi
Tipica bobina cilindrica. di filtri. Esistono delle bobine

TEORIA: Le induttanze 73 E
Teoria 73
Le induttanze

Una bobina consiste in pratica Le bobine possono avere un nucleo costituito da aria o
in un "avvolgimento'' costituito da diverse spire. da altri materiali; possono anche essere circondate dal nucleo.

chiamate shock che vengono bi fluorescenti, che all'accensio­ contatto, può prodursi un tra­
utilizzate, come indica il loro ne fornisce lo spunto per ac­ sferimento dell'energia che si
nome, perché producono uno cendere i tubi e dopo l'accen­ sta applicando da una bobina
"shock" alla radiofrequenza. sione limita la corrente che cir­ all'altra; non dimentichiamoci,
Una bobina di questo tipo col­ cola attraverso di essi. Si utilizza però, che tutto ciò si verifica so­
legata in serie in un circuito pre­ anche in filtri per separare i se­ lamente quando la corrente sta
senta un'alta impedenza a cau­ gnali inviati verso gli altoparlan­ variando. Se applichiamo una
sa delle elevate frequenze; si ti dei bassi. tensione alternata si produrrà
utilizza per evitare che i segnali una corrente che cambia, che
delle alte frequenze circolino Mutua induttanza aumenta o diminuisce periodi­
nelle sezioni di un circuito pro­ camente con il trascorrere del
vocando interferenze non volu­ Le bobine generano un campo tempo; in questo modo, si tra­
te. Un altro esempio classico, magnetico intorno a se stesse e sferisce l'energia da una bobina
anche se fa parte più dell'elet­ quando si mettono vicine due all'altra. È il principio su cui si
tricità che dell'elettronica, è la bobine, in maniera tale che i lo­ basa il funzionamento dei tra­
reattanza che è connessa ai tu- ro campi magnetici vengano a sformatori.

Bobina con nucleo toroidale. Bobine del tipo miniaturizzato.

73 TEORIA: Le induttanze
Teoria 74
Le induttanze

L'Henry
L'Henry è l'unità di misura del­
l'induttanza. Normalmente,
però, dato che l'Henry è un'u­
nità grande, si lavora con i
sottomultipli, come il mil-
liHenry (mH) e il microHenry
(pH). In genere, tanto più alta
è la frequenza, tanto minore
sarà il valore della bobina da
utilizzare e viceversa.

Bobine ideali
In teoria, una bobina ideale si
Grazie alle ferriti di questo tipo, le correnti superficiali indotte vengono distinguerebbe per la sua in­
praticamente eliminate. duttanza - che rappresenta
con la lettera L; in realtà, dato
che una bobina è costituita da
un filo più volte avvolto intor­
no al proprio nucleo, presenta
anche una resistenza in serie.
Tra le varie spire ci sono delle
differenze di tensione e, poi­
ché esse sono vicinissime le
une alle altre, vengono a pro­
dursi delle capacità parassite
che influenzano seriamente il
funzionamento della bobina e
che influiscono in maniera di­
versa a seconda della frequen­
za di funzionamento.

Le bobine miniaturizzate, sono molto simili alle resistenze. Calcolo dell'impedenza


Il modulo dell'impedenza per
una determinata frequenza
può essere dato approssimati­
vamente come il valore della
resistenza che la bobina pre­
senterebbe ai passaggio della
corrente a una determinata fre­
quenza. Viene rappresentata
dalla formula IZI - wL, dove w
= 2nf, f è la frequenza. Osser­
vando la formula è facile de­
durre che l'induttanza aumenti
con l'aumentare della frequen­
za. Lo si comprende meglio con
un esempio. Supponiamo di in­
serire una bobina con un'indut­
Bobina da 1 mH; il codice a colori somiglia molto a quello delle resistenze. tanza di 10 mH in un circuito

TEORIA: Le induttanze 74
Teoria 74
Le induttanze

tici, riescono a concentrare


una maggior quantità di flus­
so magnetico e ciò produce
un considerevole aumento del
valore dell'induttanza.

Il filo conduttore
Ci sono diversi tipi di materia­
le, il più comune è il rame,
nella bobina di RF - radiofre­
quenza -solitamente di rame
ricoperto per diminuire la resi­
stenza parassita in serie. La
cosa più normale è il filo di ra­
me ricoperto con un sottile
strato di vernice isolante per
evitare che le spire si cortocir­
cuitino tra loro. La vernice de­
ve essere di ottima qualità e
deve sopportare altissime
temperature. Dopo aver co­
Bobina doppia con nucleo di ferro; struito una bobina, bisogna
viene usata soprattutto nei filtri di entrata delle apparecchiature. pulirne sempre molto bene le
estremità dei fili per garantire
nel quale circolino, oltre a quel­ stituiti d'aria. Certi materiali, una buona connessione elet­
la dell'alimentazione continua, soprattutto quelli ferromagne- trica.
anche due segnali parassiti,
uno di 500 kHz e l'altro di 12
MHz. Se applichiamo la formu­
la per la corrente continua, la
frequenza è 0 e, pertanto, an­
che il modulo dell'impedenza è
0: la corrente dell'alimentazio­
ne continua, quindi, non incon­
tra resistenza al proprio pas­
saggio. Per il segnale da 500
kHz, presenta un'impedenza di
IZI = 2 x k x 500.000 x 10 x 10
e-3, pari a 31.400 Ohm, cioè
31K; mentre per l'altro abbia­
mo IZI = 2 x n x 12.000.000 x
10 x 10 e-3 uguale a 753.982
Ohm, cioè circa 754K, che è
un'impedenza considerevole e
che produrrà una forte atte­
nuazione in questi due segnali.

I nuclei
I nuclei delle bobine possono
essere molto diversi uno dall'al­ La reattanza utilizzata nei tubi fluorescenti
tro; possono essere anche co- è l'esempio più comune di bobine che possiamo trovare nelle nostre case.

74 TEORIA: Le induttanze
Teoria 75
L'euroconnettore
lfi questo connettore troviamo gli ingressi e le uscite dei
segnali audio, video e di altri segnali addizionali.
arlando di televisori, video­
registratori e gruppi audio,
dobbiamo tenere presenti i
concetti che spiegheremo in se­
guito. Per ora, ci concentreremo
solamente sul ricevitore (comu­
nemente chiamato sintonizza­
tore) della televisione: dispone
di un cavo per mezzo del quale
riceve l'alimentazione della rete
(ed altro) collegato all'antenna.
Sedendoci davanti ad un televi­
sore, vediamo un'immagine e
sentiamo dei suoni.
Questo segnale viaggia su di
una frequenza ben definita, Vista posteriore di un videoregistratore domestico ad alta gamma. Si osservi la
detta Frequenza Portante, con­ notevole quantità di connettori disponibili.
tenente due tipi di segnali diver­
si: il segnale video e il segnale toportante Audio, è modulato Apparecchiatura video
audio. in ampiezza, ed ha una separa­
Il segnale video contiene le zione fissa dalla portante vi­ Supponiamo, ora, di voler colle­
informazioni relative alla lumi­ deo di 5.5 MHZ (Megaertz). gare un videoregistratore al tele­
nosità (o Luminanza con sim­ Ad esempio se la portante vi­ visore per vedere una registrazio­
bolo Y) e al colore dell'immagi­ deo è sui 430 MHZ la sottopor­ ne e di ascoltarne il corrispon­
ne stessa (o Crominanza con tante Audio sarà a 435.5 MHZ. dente suono. In questo caso, il
simbolo C). All'interno del televisore e problema si complica perché il vi­
Le informazioni relative alla per mezzo di un processo abba­ deoregistratore, producendo di­
luminanza sono modulate in stanza complesso i segnali au­ versi segnali di uscita, offre diver­
ampiezza, mentre le informa­ dio e video vengono demodu­ se possibilità. Inserendo la cas­
zioni della crominanza sono lati e inviati a diversi circuiti: co­ setta VHF e premendo il pulsan­
modulate in fase. me risultato avremo un'imma­ te "PLAY", l'apparecchio produ­
Il segnale Audio viaggia su gine sullo schermo del televiso­ ce un segnale video, e un se­
una frequenza vicina alla Fre­ re e un suono prodotto dall'al­ gnale audio, separati e in "Ban­
quenza Portante, chiamata Sot- toparlante. da Base" cioè senza alcuna mo­
dulazione in frequenza.
I connettori vengono identifi­
cati come VIDEO OUT e AUDIO
OUT e, se l'apparecchio è ste­
reofonico, ci sono due segnali
audio: AUDIO OUT (R) e AUDIO
OUT (L). Questi segnali possono
essere disponibili nei connettori
individuali tipo RCA o integrati
nell'euroconnettore, comune­
mente chiamato presa SCART.
Alcuni apparecchi ad alta gam­
ma offrono entrambe le possibi­
lità. Il problema però, sta nel por­
tare i segnali al televisore, infatti
con un televisore non molto sofi­
sticato di alcuni anni fa, che di­
/ televisori moderni hanno spone solamente dell'entrata
come minimo, una presa per l'antenna e un euroconnettore. dell'antenna contrassegnata so­

TEORIA: L'euroconnettore 75
Teoria 75
L'euroconnettore

Adattatore RCA per euroconnettore. Si utilizza per


collegare la telecamera a un euroconnettore: il connettore
giallo è l'entrata video, quello bianco La modalità più consueta per collegare un videoregistratore
e quello rosso, invece, sono destinati ai due canali audio. a un televisore è mediante gli euroconnettori a tutti e due gli estremi.

litamente come RF, non si può lato in RF con le frequenze corri­ lizzabile come connettore della
effettuare questa connessione. spondenti a quelle di un canale connessione dell'antenna. Per­
Per ovviare a questo problema, i televisivo, per poter accedere a ché la rimanenza dei canali tele­
costruttori di videoregistratori in­ questo per mezzo della presa visivi continui a giungere al tele­
seriscono un modulo modulato­ dell'antenna. Nel videoregistra­ visore, l'apparecchio riprodutto­
re che riceve alla sua entrata i se­ tore questa uscita del segnale è re ha anche un'entrata RF IN, per
gnali audio e video ed eroga alla contrassegnata come RF OUT ed collegare il cavo dell'antenna che
propria uscita un segnale modu- è facilmente identificabile e uti- prima andava al televisore.
AUDIO RIGHT OUTPUT 1 USCITA AUDIO CANALE DESTRO
]
AUDIO RIGHT INPUT 2 ENTRATA AUDIO CANALE DESTRO 14 -4- ► 41
AUDIO LEFT OUTPUT 3 USCITA AUDIO CANALE SINISTRO 24 ► X 4 42
20 AUDIO COMMON RETURN 4 MASSA AUDIO 30- •4 4 4 3
] 19 BLUE RETURN 5 MASSA DEL BLU 44 44
18 [ AUDIO LEFTINPUT 6 ENTRATA AUDIO CANALE 54 X 1
-T 4 5
SINISTRO >
J17 64 <— 4 6
BLUE 7 INGRESSO DEL BLU 4
16 7 0- 47
STATUS/16:9 8 TENSIONE DI COMMUTAZIONE
84 48
15 GREEN RETURN 9 MASSA DEL VERDE
94 4 9
14 FUTURE USE 10 UTILIZZO FUTURO 1
10 4 4 10
GREEN 11 INGRESSO DEL VERDE
]13 114 £ 4 4 11
FUTURE USE 12 UTILIZZO FUTURO
12 12 4 4 12
RED RETURN 13 MASSA DEL ROSSO
11 FAST BLANKING RETURN 14 MASSA DEL BLANKING* 134
1 4 13
10 c RED/CHROMINANCE 15 INGRESSO DEL ROSSO/ 144- T 4 14
9 CROMINANZA 15 4 4 4 15
FAST BLANKING (RGB) 16 BLANKING* 164- 4 4 16
8
CVBS OUTPUT RETURN 17 MASSA DEL SEGNALE 174
~T 4 17
7 VIDEOCOMPOSITO USCITA 184 X ~T 4 18
6 CVBSINPUT RETURN 18 MASSA DEL SEGNALE 194 ■4 4 ► 4 19
5
19
VIDEOCOMPOSITO ENTRATA
USCITA VIDEOCOMPOSITO
204 4 4X -4— 4 20
4 CVBSOUTPUT 214
CVBS LUMINANCEINPUT 20 ENTRATA VIDEOCOMPOSITO/ T 4 21
3 CABLE
LUMINANZA
2
COMMON RETURN 21 CONNESSIONE SCHERMO
1 DEL CAVO Cavo di connessione
* Durante questo segnale presente sia nel ritorno di quadro che in tra videoregistratore e TV. I circuiti
quello di riga il pannello elettronico è spento.
rappresentano gli schemi dei cavi.

75 TEORIA: L'eurMonnettore
Teoria 76
L'euroconnettore

Entrate del televisore


Da qualche anno, quasi tutti i ri­
cevitori televisivi hanno uno o
più ingressi audio e video indi­
pendenti dal segnale dell'anten­
na. Questo consente ai segnali
audio e video provenienti dalle
uscite VIDEO OUT e AUDIO OUT
dal riproduttore del video di arri­
vare alle entrate VIDEO IN e AU­
DIO IN del televisore. Le entra­
te del televisore possono essere
utilizzate per collegare anche
una telecamera. Il connettore
può essere un euroconnettore o
avere dei terminali del tipo RCA;
il colore giallo, solitamente, indi­
ca l'ingresso video, mentre il ros­
so e il bianco corrispondono ai
due canali del suono.

Entrate del video


Finora abbiamo parlato sola­
mente della riproduzione, ma gli
apparecchi domestici in genere
offrono diverse possibilità: si può
ricevere un segnale delia televisio­
ne, di una telecamera, di un altro
riproduttore video o di un televi­
sore. Vediamoli ad uno ad uno.
Gli apparecchi video domesti­
ci hanno dei circuiti che corri­
spondono a un sintonizzatore
TV, selettore dei canali incluso,
che permettono di estrarre da un
canale televisivo sintonizzato, i
segnali video e audio da registra­
re; in questo caso, essi arrivano
attraverso il cavo dell'antenna.
Gli apparecchi però, hanno
normalmente delle entrate diret­
te video e audio, contrassegnate
rispettivamente come VIDEO IN
e AUDIO IN (AUDIO IN (R) e AU­
DIO IN (L) se si tratta di un appa­
recchio stereofonico). Attraverso
queste entrate si possono riceve­
re segnali audio e video prove­
nienti da altre apparecchiature
come telecamere, videoripro­
L'euroconnettore montato sulle apparrecchiature video è un euroconnettore femmina. duttori e dalle uscite VIDEO OUT

TEORIA: L'euroconnettore 76
Teoria 76
L'euroconnettore

Connessioni video
Le connessioni video devono es­
sere realizzate con un cavo coas­
siale da 75Q, unendo la calza di
ognuno dei cavi al terminale
corrispondente. I costruttori di
cavi, terminanti in connettori di
diverso tipo, prolunghe eccete­
ra, tengono conto di tutte que­
ste considerazioni e utilizzano i
cavi adeguati. Comunque la co­
struzione di questo tipo di cavi è
abbastanza semplice, soprattut­
to quando non devono essere
utilizzati tutti i segnali. Conosce­
Gli euroconnettori montati su cavi sono del tipo maschio. re almeno superficialmente tutti
i collegamenti in modo da poter
e AUDIO OUT dei recettori della catore audio, avremo bisogno all'occorenza, effettuare delle
televisione che dispongono delle solamente dei terminali 1 e 3, riparazioni, è utile, ma i connet­
medesime. senza dimenticarci di utilizzare tori devono poter essere del tipo
un cavo schermato e collegare che è possibile smontare. Abi­
L'euroconnettore lo schermo al terminale della tualmente si usano connettori
massa audio, contrassegnato con una copertura che non fon­
È un connettore composto da con il numero 4. Questa non è da, una volta che sia stato colle­
21 terminali, l'ultimo dei quali, il una raccomandazione inutile, gato il cavo; infatti danno dei
ventunesimo, non ha l'aspetto di infatti se lo dimenticassimo, gli buoni risultati stringendo bene i
un terminale vero e proprio in altoparlanti dell'amplificatore cavi e sopportando gli strattoni a
quanto corrisponde all'intelaia­ potrebbero produrre un forte cui vengono invariabilmente sot­
tura metallica. Permette di effet­ rumore causato dalle non ade­ toposti, però ne impediscono, in
tuare connessioni multiple di guate connessioni. caso di avaria, la riparazione.
molti segnali tra gruppi audio e
video domestici. Contiene princi­
palmente le connessioni audio e
video, sia d'entrata che di uscita.
Oltre a quelle dei segnali di con­
r £1____ GND
|
VIDEO OUT

VIDEO OUT

i 1 2o erri
trollo è prevista anche la possibi­ 1 r~'~i 19
; 18=1 ; 1 bezzi
lità di trasmettere dati, facilitan­ *-£==17 '€=17
161I
do inoltre la connessione di de­ = 15 = 15
16t=

codificatori e di recettori dei se­ 141I


= 13 = 13
14t=

gnali sia della televisione via ete­ 121-1


(-------111
12=]
(=11
re, via satellite, sia di tipo analo­ 10=] 101----- 1
=9 =9
gico che digitale. 8= 8=
=7


6 =—

Utilizzo E=5 _ =5

dell'euroconnettore

e
~r—~~13
2=

-------- AUDIO (L)

Sono molti i tipi di cavi che utiliz­ -------- AUDIO (R)

zano l'euroconnettore pur non AUDIO (R) ____________

essendo sempre necessarie tutte AUDIO (L) **____________

le connessioni. Se, per esempio,


si vuole semplicemente estrarre il Connessioni minime da effettuare per portare
suono per portarlo a un amplifi- i segnali audio e video tra il televisore e il videoregistratore o il riproduttore.

76 TEORIA: L'euroconnettore
Teoria 77
I cristalli di quarzo
I cristalli di quarzo si utilizzano principalmente per costruire degli
oscillatori quando si vuole grande precisione e stabilità di frequenza.
r > egli apparecchi radio
più vecchi la frequenza
dell'oscillatore veniva
ottenuta mediante un cristal­
lo di quarzo, utilizzandone
uno diverso per ogni canale.
Al giorno d'oggi si utilizza­
no altre tecniche che permet­
tono di disporre di un gran nu­
mero di canali, 2000 ad esem­
pio. Va detto però, che non
hanno un banco di 2000 cri­
stalli, ma si utilizza un sintetiz­
zatore che a sua volta funzio­
na grazie a uno o due cristalli
di una determinata frequenza.

I cristalli Cristalli di quarzo di uso comune.

Il quarzo è il materiale più uti­ 125 MHz (alcuni tipi di taglio, ne sconsigliano l'utilizzo. I cri­
lizzato per costruire cristalli ri­ in particolare il taglio AT, uno stalli sintetici garantiscono un
sonanti, è in realtà diossido di dei più classici nel quarzo, por­ maggior rendimento e permet­
silicio. Anche se il quarzo è ta i quarzi a oscillare in un cam­ tono di ottenere un maggior
molto diffuso in natura e faci­ po di frequenze da 800 KHz a numero di lamine utili per
le da reperire, così come lo si 360 MHz) la frequenza massi­ unità di volume. Il taglio del
trova, esso non ha una diretta ma viene determinata dalle di­ quarzo è un procedimento de­
applicazione come risonatore. mensioni minime del cristallo licato perché si deve individua­
Perché possano assolvere a che rischierebbe, quindi, di re l'asse ottico, tagliare la fac­
questa funzione, i cristalli di rompersi. Alcuni procedimenti cia parallela ad esso, quindi,
quarzo devono venire tagliati ci permettono di raggiungere con un complesso sistema di
in una determinata maniera. frequenze superiori. raggi X si focalizza l'asse elet­
Sono componenti relativa­ trico; quello meccanico è facile
mente grandi: tanto più bassa Naturale o sintetico da determinare perché è per­
è la frequenza, tanto più gran­ pendicolare ai due assi prece­
de deve essere il cristallo. Anche se in natura è disponi­ dentemente calcolati. Tagliata
Dato che i cristalli funziona­ bile molto quarzo, in genere, la piastra, la si pulisce e si ap­
no, solitamente, tra i 400 Hz e i presenta molte impurità che plica sulle due facce una super­
ficie conduttrice a cui andran­
no saldati i terminali. Nei vec­
chi cristalli i contatti erano a
pressione. In seguito, si inseri­
sce il tutto in una capsula che,
in genere, è di metallo. Il cri­
stallo ha bisogno di un periodo
di tempo per stabilizzarsi.

Frequenza
La frequenza di risonanza dei
cristalli dipende dalle dimen­
sioni della piastra e dalle mo­
dalità di vibrazione. Un cri­
Parti principali di cui è costituito un cristallo di quarzo. stallo può vibrare nei seguen-

TEORIA: I cristalli di quarzo 77 |


Teoria 77
I cristalli di quarzo

ti modi: flessore, trasversale e


longitudinale. Il modo flesso­
re consiste in un movimento
di curvatura della piastra, la
modalità trasversale consiste
in uno spostamento parallelo
di due piani alla piastra, ma in
senso opposto. Infine la mo­
dalità longitudinale consiste
in un movimento di "allunga­
mento" della piastra. Nel mo­
do flessore le frequenze di
oscillazione vanno da 0,4 a
100 kHz, nella modalità longi­
tudinale vanno da 409 a
15000 kHz e, infine, nella
Ampiezza relativa della vibrazione di un cristallo di quarzo. modalità trasversale vanno da
100 a 125.000 kHz. I cristalli
hanno due frequenze di riso­
nanza. La frequenza di riso­
L1 R
C1 nanza in serie dipende dai va­
O lori di autoinduzione L1 e dal­
la capacità C1; la capacità pa­
rallela Co influisce anche sulla
C2 frequenza risonante in paral­
lelo. L'impedenza del cristallo
F- . 1 è minima per la frequenza di
Ilici risonanza in serie, mentre è
massima quando risuona in
Circuito equivalente di un cristallo di quarzo. parallelo. Nei circuiti, di nor­
ma, lavorano necessariamen­
te in una modalità o nell'altra.
Anche se ci sono dei cristalli
per alcune frequenza stan­
dard, possono essere incarica­
ti dello stesso compito dei cri­
stalli di qualsiasi frequenza al­
l'interno di ragionevoli margi­
ni di frequenza. Quando si ac­
quista un cristallo, e soprat­
tutto se si vogliono raggiun­
gere grandi precisioni e stabi­
lità, si devono conoscere i
suoi dati caratteristici, come
le derive nel tempo e di tem­
peratura.

Oscillatori
Alcuni costruttori offrono dei
piccoli oscillatori, estrema-
mente completi e pronti all'u-
Cristallo con capsula trasparente.

77 TEORIA: I cristalli di quarzo


Teoria 78
I cristalli di quarzo

Modalità di vibrazione di un cristallo di quarzo.


A) per flessione, B) per spostamento in senso longitudinale, C) per spostamento in senso trasversale.

so; ne esistono a frequenza


fissa oppure a frequenza re­
golabile.

Filtri
I cristalli di quarzo si utilizza­
no anche per costruire dei fil­
tri molto selettivi: possono at­
tenuare il canale vicino fino a
90 dB.

Fattore di qualità
Quando si parla di filtri, si
menziona, solitamente, il fat­
tore di qualità, rappresentato
dalla Q. Un oscillatore è tanto
più stabile quanto più grande
Cristallo di quarzo senza carcassa; è la sua Q. La Q di un circuito
è posto di fianco al pezzo che lo contiene e che lo protegge anche dai colpi. determina la larghezza di

TEORIA: I cristalli di quarzo 78


I
Teoria 78
I cristalli di quarzo

In genere, la frequenza è stampata sul


corpo del cristallo.

banda a 3 dB. La Q diminuisce


quanto più alto è il valore resi­
stivo del filtro: è importantissi­
mo che la resistenza serie del­
le bobine sia minima. Con un
circuito LC si ottengono valori
tra i 40 e i 100, valori altissimi,
ma possiamo raggiungere an­
che i 400. I cristalli hanno po­ In molti circuiti, soprattutto ricevitori radio e computer, si trovano cristalli di quarzo.
chissime perdite e la Q dei cri­
stalli è, quindi, elevatissima: tissime apparecchiature. Si con un costo molto più alto,
solitamente risulta superiore a utilizzano anche oscillatori infatti se ne riserva l'uso ad
10.000 e, in alcuni casi, può molto stabili che a loro volta apparecchi costosissimi. Per
superare il milione. vengono periodicamente cali­ circuiti più abbordabili, invece,
brati con altri di qualità supe­ si possono utilizzare risuona­
Forni riore; si usano anche altri ma­ tori ceramici, oltretutto di mi­
teriali diversi dal quarzo, ma nor dimensione.
Quando si deve mantenere
molto stabile la frequenza del­
l'oscillatore, oltre a utilizzare
circuiti che compensino le
possibili variazioni di tempera­
tura, si usano anche i cosid­
detti forni, che consistono di
alcuni piccoli recinti in cui si
mantiene la temperatura, soli­
tamente a circa 50 o 60 gradi
centigradi, per evitare possibi­
li derive di temperatura. Non
incorporano il solo cristallo,
ma l'oscillatore completo. Nei
laboratori è normale l'utilizzo
di strumenti con alcune parti
del circuito costantemente
sotto tensione - e una di esse
è per l'appunto quella che
contiene il forno -. Si otten­
gono così frequenze molto
stabili, indispensabili per mol­ Oscillatori a cristallo.

78 TEORIA: I cristalli di quarzo


Teoria ............ 79
I rettificatori di precisione
I diodi non possono essere utilizzati per rettificare direttamente
segnali di tensione inferiori alla loro soglia di conduzione.
■ tilizzando i diodi, non bi­
sogna dimenticare che la
' differenza di potenziale
applicata fra anodo e catodo
deve superare la tensione di so­
glia per portarli in conduzione;
quindi è approssimativo dire
che il diodo permette il passag­
gio della corrente in un senso e
che lo impedisce nell'altro.

La soglia
I diodi hanno una tensione so­
glia al di sotto della quale non
conducono o, se conducono, lo
fanno in modo molto irregola­
re. Pertanto, se applichiamo al­
l'entrata di un diodo un segna­
le troppo debole, alla sua uscita
non avremo nessuna risposta.
I diodi che comunemente si
usano sono quelli al germanio / multimetri hanno bisogno di rettificatori di precisione.
e al silicio. I primi vengono uti­
lizzati molto nei rettificatori dei bi 6 Volt, inoltre vengono con­ glia attorno a 0,6 Volt. Questo
multimetri analogici ad ago, siderate imprecise le letture al ne rende sconsigliabile l'utilizzo
per la misura dei segnali alter­ di sotto di 1 Volt. La tensione di diretto nei rettificatori per pic­
nati. Utilizzando questo tipo di soglia dei diodi al germanio è coli segnali.
strumento ricordiamoci di pre­ dell'ordine di 0,2 Volt, mentre i
stare molta attenzione al cam­ diodi al silicio, attualmente Rettificatori
po di misura specificato dalle molto diffusi, sono peggiori per piccoli segnali
istruzioni. Il fondoscala di que­ sotto questo punto di vista, in­
sti multimetri generalmente è fatti hanno una tensione di so­ Gli attuali multimetri misurano
con notevole precisione le ten­
sioni alternate e normalmente
arrivano ad una sensibilità di
200 V sul fondoscala. Questo è
possibile grazie ai circuiti rettifi­
catori di precisione che utilizza­
no diodi al silicio, abbinati ad
altri componenti attivi, ad
esempio gli amplificatori ope­
razionali. Generalmente, non ci
si avvale della rettificazione di­
retta, dato che non è realizza­
bile per i segnali al di sotto del­
la tensione di soglia.

Rettificatore
base di precisione
Il circuito base di rettificazione
I diodi al silicio hanno una soglia di conduzione di 0,6 Volt. è molto elementare, ma ci ser­

TEORIA: I rettificatori di precisione 79


Teoria 79
I rettificatori di precisione

versamento dovremo applicare


un coefficiente correttore. Se,
per esempio, misurassimo
un'onda quadrata, la lettura
data dal multimetro andrà con­
siderata come approssimativa.

Rettificatori di
precisione a semionda
Nell'illustrazione possiamo ve­
dere che durante i semicicli ne­
gativi l'uscita diventa positiva, il
diodo D2 conduce e la retroa­
zione si produce mediante la
resistenza R2. Il diodo D1 rima­
ne inversamente polarizzato e
all'uscita appaiono solamente i
semicicli positivi.
Rettificatori
/ diodi al germanio hanno una soglia di conduzione di 0,2 Volt. di precisione
a onda completa
ve per capire senza difficoltà il condurre il diodo e quindi ad
funzionamento di un rettifica­ innescare la retroazione verso Esistono molti circuiti, però ci
tore di precisione e i vantaggi l'ingresso. La soglia di condu­ concentreremo solamente su
che apporta rispetto a quelli di zione viene solitamente trascu­ uno di essi per capire come
un semplice diodo. Lo schema rata, perché approssimativa­ funzionano. Questi circuiti han­
ci ricorda un circuito inseguito­ mente si divide 0,5 per 50.000: no bisogno di essere alimentati
re, ma fra l'uscita dell'amplifi­ una tensione effettivamente simmetricamente. Per facilitar­
catore e il suo ingresso di re­ piccolissima! ne lo studio utilizzeremo due
troazione viene interposto un Questo circuito è molto pre­ schemi su cui viene indicato in
diodo al silicio, con l'anodo col­ ciso, ma conduce solamente un caso, il cammino seguito
legato all'uscita dell'operazio- per i cicli positivi del segnale dalla semionda positiva e nel­
nale e il catodo rivolto all'uscita d'ingresso che si trasferiscono l'altro caso, quello seguito dal­
del circuito e alla connessione all'uscita. I picchi negativi ven­ la semionda negativa. Iniziere­
di retroazione. Quando all'en­ gono bloccati dal diodo. È, mo con la semionda positiva.
trata non c'è una tensione ap­ quindi, un rettificatore a se­ Una semionda positiva
plicata, il diodo non conduce, mionda. giunge all'entrata del primo
non c'è tensione all'uscita e amplificatore operazionale che
quindi nemmeno sull'ingresso Rettificatori è configurato come invertente
invertente dell'amplificatore di precisione e che, quindi, eroga una se-
operazionale. Ricordiamo che il
guadagno dell'amplificatore Esistono molti circuiti rettifica-
operazionale è elevatissimo, tori di precisione, sia a semion­ D
A
definibile intorno a 50.000 co­
me minimo.
da che a onda completa e si
usano normalmente per la stru­
O
H -O

Quando la tensione d'in­ mentazione di misura. v1N V<dut


gresso passa da zero ad un va­ Dobbiamo però tenere con­
lore positivo, anche molto pic­ to che la misura delle tensioni O -o
colo, 1 mV oppure meno, avre­ efficaci con questo tipo di stru­
mo all'uscita dell'amplificatore menti, è valida solamente per Rettificatore a un diodo: non è adatto
una tensione sufficiente a far forme d'onda sinusoidali, di- alla rettificazione dei segnali deboli.

79 TEORIA: I rettificatori di precisione


Teoria 80
I rettificatori di precisione

La soglia di conduzione per i diodi rende difficile Rettificatore base con A.O.: consente di rettificare i segnali deboli.
la rettificazione dei segnali deboli.

mionda negativa al secondo catore è configurato come in­ Calibrazione


amplificatore operazionale. Il vertente, esso eroga alla pro­
segnale, però, entra in que­ pria uscita un semiciclo positivo Per ora ci concentriamo sull'a­
st'ultimo attraverso il suo in­ che entra nel secondo opera­ spetto della rettificazione. Que­
gresso invertente e perciò tor­ zionale - questa è la differenza sti circuiti rettificatori di preci­
na ad essere invertito e all'usci­ - attraverso l'ingresso non in­ sione devono, appunto, essere
ta appare un'altra volta una se­ vertente. Il semiciclo non risulta precisi, se cioè, alla loro entrata
mionda positiva. invertito e all'uscita appare un si applica un segnale di 175 mV
Vediamo pertanto che una semiciclo positivo. I semicicli efficaci, all'uscita devono ero­
semionda positiva nell'entrata negativi all'ingresso diventano gare 175 mV di continua. Si ot­
origina all'uscita una semionda all'uscita semicicli positivi. Nel­ tiene questo risultato sceglien­
anch'essa positiva. l'insieme si ottiene una rettifi­ do resistenze di valore adegua­
Prendiamo in considerazio­ cazione completa dell'onda. In to per amplificare, o attenuare,
ne lo stesso circuito: come è lo­ conclusione, per ottenere un sia il semiciclo positivo che
gico, dopo un semiciclo positi­ valore efficace, dobbiamo ri­ quello negativo del segnale si­
vo ne arriva uno negativo e in cordare che si devono misurare nusoidale d'ingresso. Inoltre,
questo caso conduce il diodo segnali periodici e perfetta­ dobbiamo selezionare gli altri
D2. Dato che il primo ampliti- mente sinusoidali. componenti, sia quelli attivi - i
circuiti integrati - che quelli
passivi - resistenze e condensa-
R2 tori - in maniera tale che il cir­
cuito abbia nell'insieme la mi­
nor deriva possibile dovuta ai
D1 cambiamenti della temperatura
ambientale.
Anche il tipo di circuito scel­
to influisce sulla stabilità termi­
R1 ca; esso deve avere anche degli
D2
V,N
A.O?
w O VOUT
elementi di regolazione per la
sua messa a punto durante la
fase di calibrazione. Il costrutto­
re indica nella tavola delle ca­
Q Q ratteristiche tecniche le tempe­
"3 0 rature all'interno delle quali vie­
ne garantita la precisione del
circuito stesso. La precisione
delle misure in alternata, è sem­
pre peggiore di quelle in conti­
Rettificatore di precisione a semionda. nua perché lo strumento fun-

TEORIA: I rettificatori di precisione 80


I rettificatori di precisione

Rettificatore di precisione a onda completa. Il semiciclo positivo è rappresentato in rosso.

ziona in continua e alle impreci­ no utilizzabili e misurano 40kHz. Per essere certi con
sioni di quest'ultima si aggiun­ correttamente la tensione al­ sicurezza che la lettura indi­
gono quelle del rettificatore. ternata all'interno di una cata dallo strumento sia cor­
La temperatura di utilizzo banda di frequenze che deve retta, si deve essere certi del­
dei multimetri più economici va esserci indicata dal costrut­ la modalità con cui stiamo
dagli 0 gradi centigradi (32F) ai tore dell'apparecchio. effettuando la misurazione.
40 gradi centigradi (104F). La banda corrisponde, È assolutamente indispen­
normalmente, alle frequen­ sabile leggere il foglio illu­
Frequenza ze basse; alcuni modelli strativo concernente i dati e
funzionano solo tra i 40 e i che viene sempre fornito dal
I rettificatori di precisione 400 Hz, altri, invece, arriva­ costruttore insieme agli ap­
impiegati nei multimetri so- no ai 20 kHz o addirittura ai parecchi di misura.

Rettificatore di precisione a onda completa. Viene rappresentata la rettificazione del ciclo negativo.

80 TEORIA: I rettificatori di precisione


Teoria 81
Conversione A/D D/A
A quasi tutto ciò che ha a che fare con l'elettronica si aggiunge
l'appellativo "digitale", anche se grandezze o segnali sono analogici.
r segnali digitali sono tutti si­
mili tra loro: sono composti
da parole di maggiore o mi­
nore lunghezza. In effetti sono
catene più o meno lunghe di
bit e, semplificando molto, so­
no degli insiemi di 'uno' e 'ze­
ro' logici. Il fatto che tutti i se­
gnali digitali abbiano, per così
dire, lo stesso aspetto, consen­
te di utilizzare per la loro tra­
smissione apparecchiature co­
muni. Un esempio, potrebbe
essere la rete Internet: in realtà,
nella rete circolano solamente
dei dati digitali, qualunque sia il
loro contenuto. Si possono tra­
smettere, per esempio, voci,
immagini, testi eccetera.

Segnali analogici
Quasi tutti i segnali che siamo Il CD è un sistema di immagazzinamento dei dati.
abituati a maneggiare sono in
realtà analogici. Prendiamo ad sore oppure da una radio: sono rato con l'uso, mentre questo è
esempio il suono, una tipica gli stessi suoni e sono analogici. esattamente quello che succe­
grandezza analogica. È di mo­ Tanto per capire, analizziamo il de con un nastro magnetico
da il suono digitale, quello dei suono registrato su di un CD. che si danneggia a poco a poco
CD, ma quando ascoltiamo un Innanzitutto, possiamo osser­ irrimediabilmente. Ciò è dovu­
Compact Disc non riscontriamo vare un certo miglioramento to al fatto che nei CD i dati che
una grande differenza rispetto della sua qualità rispetto a contengono l'informazione del
a una registrazione su nastro o quello registrato su nastro; suono sono registrati digital­
ai suoni trasmessi da un televi­ inoltre, esso non verrà deterio- mente, sono inalterabili e non
sono soggetti a guasti. Nei na­
stri, invece, a contenere l'infor­
mazione sono le particelle ma­
gnetiche. È possibile quindi,
che oltre a distaccarsi dal na­
stro, quest'ultimo possa rovi­
narsi a causa dell'uso e del pas­
sare del tempo. A questo pun­
to è facile dedurre che bisogna
convertire il segnale elettrico
contenente l'informazione del
suono in un segnale digitale
contenente la medesima infor­
mazione, lo possiamo fare me­
diante un convertitore analogi-
co-digitale. Il segnale digitale
può essere elaborato a seconda
delle necessità ed essere inviato
a distanza, registrato su un na­
Il suono è una grandezza analogica ma viene immagazzinata ed elaborata digitalmente. stro DAT, su CD, trasmesso a

TEORIA: Conversione A/D D/A 81


Teoria 81
Conversione A/D D/A

ta: viene così elaborata e tra­


smessa fino a quando non arri­
va al telefono cui era destinata,
nel quale viene recuperata co­
me informazione analogica.

Conversione A/D D/A


la conversione di un segnale
analogico in uno digitale viene
effettuata con dei convertitori
del tipo analogico-digitale e
viene rappresentata come A/D;
quella che avviene in senso
contrario viene rappresentata
come D/A. Esiste una notevole
quantità di circuiti integrati che
possono essere utilizzati per
questo tipo di conversione ap­
plicando tecniche molto diver­
se. Ma prima di entrare in pie­
Convertitore analogico digitale integrato. no nel mondo dei convertitori
cerchiamo di capire come sia
un satellite eccetera. Quando possono contenere le informa­ possibile effettuare una corri­
vogliamo recuperare l'informa­ zioni più diverse fra loro, canali spondenza tra un segnale ana­
zione audio, dobbiamo rifor­ televisivi, canali del suono, logico e uno digitale.
mare il segnale in modo che sia informazioni telefoniche conte­
il più possibile simile a quello nenti informazioni audio ri­ Conversione
originario: lo possiamo fare con guardanti moltissimi abbonati
un procedimento contrario, che stanno parlando simulta­ Supponiamo di avere un se­
con un convertitore digitale­ neamente eccetera. Quando gnale analogico che dobbiamo
analogico. utilizziamo un telefono cellula­ digitalizzare e di essere in pos­
re del tipo GSM la nostra voce sesso di un convertitore digita­
Condivisione è immediatamente digitalizza­ le a tre bit. Inoltre, supponiamo
di tecnologie
Se osserviamo un CD audio o
un CD ROM utilizzato in un
computer possiamo vedere che
non c'è molta differenza, inol­
tre il CD audio si può ascoltare
anche in un computer. Questo
ci consente di vedere come si
possano utilizzare percorsi digi­
tali comuni per applicazioni di­
verse fra di loro. È un esempio
semplice, ma quasi senza ren­
dercene conto siamo entrati in
un mondo in cui si maneggiano
grandi quantità di informazioni
digitali. Le compagnie che for­
niscono servizi di trasmissione
trasportano dati; questi ultimi Circuito convertitore utilizzato per la costruzione dei multimeli.

*
81 TEORIA: Conversione A/D D/A
Teoria 82
Conversione A/D D/A

00011001
DIGITAL
CONVERTER 11011101 PROCESSING
A/D
0000001 1 (Pc, ne, |ip)
10101011
t

I segnali digitali sono, in pratica, parole formate da un insieme di bit che vengono trasmesse
/'una dopo l'altra attraverso il sistema.

ANALOG
111 SIGNAL
110
LLl
Q
O 101
O
I
l- 100 A/D
H 011

I
Z)
O 010

001
DIGITAL
VlNPUT
000 L PROCESSING
0 V

Con una parola di tre soli bit possiamo avere otto possibili combinazioni. Così,
se vogliamo rappresentare una variabile, le possiamo attribuire solamente otto livelli. I
che il segnale analogico vari tra esempio semplicissimo: se au­ D/A
0 e 5 Volt. Disponendo sola­ mentiamo il numero dei bit uti­
mente di tre bit, abbiamo sola­ lizzati per la conversione i livelli
mente otto possibilità di rap­
presentazione del segnale ana­
logico; se assegniamo lo 000
di tensione diventano sempre
più piccoli e la rappresentazio­
ne del segnale è molto più defi­
nita, quindi il recupero del se­
I
ANALOG
agli 0 Volt e 1'111 ai 5 Volt, ri­
mangono solo sei valori inter­ gnale può essere eseguito con SIGNAL
medi. Il segnale può essere di­ notevole precisione. Con quat­
gitalizzato, ma quando lo recu­ tro bit possiamo avere una divi­
pereremo sapremo solamente sione in 16 livelli, con 5 in 32, All'inizio e alla fine del procedimento
in quale livello intermedio di con 6 in 64, con 7 in 128 e con abbiamo dei segnali analogici;
tensione eravamo in origine, 8 in 256 livelli che garantiscono li dobbiamo convertire prima in segnali
però non conosceremo la ten­ già una notevole precisione. A digitali e poi
sione esatta. Questo è un seconda della precisione neces- effettuare il procedimento opposto.

TEORIA: Conversione A/D D/A 82


I
Teoria _ _______ ____-_ 82
Conversione A/D VA

D c B A V
111 r
0000 0 ---- 0,3125
110 0001 0,3125 --- 0,625
HI 0010 0,625 -- 0,9375
Q 101
O 0011 0,9375 --- 1,25
O
H 100
£ 011
Z3 3,4375 -------- 3,75
1011
o 010
1100 3,75-------- 4,0625
1101 4,0625 ------- 4,375
001
1110 4,375 ------- 4,6175
VlNPUT
000 1111 4,6175---------- 5
0 0,625 1,375 3,125 4,375 V
1,25 2,5 3,75 5
Con 4 bit raggiungiamo una
Se un segnale ha, al massimo, 5 Volt, maggiore precisione perché abbiamo
possiamo classificare una parola di soli 3 bit su 8 livelli, con salti di 0,625 Volt. a disposizione 16 livelli.

saria si sceglie il numero di bit è molto importante, ma per che la conversione avvenga
da utilizzare per la conversione. quanto riguarda i segnali alter­ quasi istantaneamente e la me­
nati esso è fondamentale. In un desima sensazione la deve pro­
Velocità della telefono digitale, per esempio, vare chi riceve la telefonata,
conversione la voce va campionata e con­ malgrado le diverse direzioni
vertita con precisione e velocità seguite dal segnale da un uten­
La velocità della conversione è tali per cui tutti i suoni emessi te all'altro. Il segnale può pas­
un parametro importantissimo; siano poi ricostruiti con fedeltà sare, e di fatto lo fa, attraverso
se si tratta, per esempio, di un all'altro capo della linea. L'u­ diverse centrali telefoniche, sa­
segnale continuo, il tempo non tente deve avere la sensazione telliti, fibre ottiche eccetera.

Convertitore analogico-digitale AD620. Convertitore digitale-analogico DAC08.

82 TEORIA: Conversione A/D D/A


Teoria 83
Circuiti per la conversione A/D D/A
Continuiamo a chiarire i concetti per capire meglio
le conversioni tra il mondo analogico e quello digitale.
convertitori analogico-digitali
o digital-analogici, a seconda
dell'applicazione cui sono de­
stinati, possono essere diversis­
simi. Alcuni parametri li caratte­
rizzano: conviene conoscerli.

Risoluzione
La risoluzione di un convertito­
re analogico-digitale è data dal
numero dei bit di uscita. Mag­
giore sarà il numero dei bit,
maggiore sarà la risoluzione, e
viceversa. Di conseguenza an­
che il segnale analogico viene
recuperato garantendo risultati
migliori.

Tempo di conversione La scheda audio è un componente comune nei computer ad uso domestico.

L'importanza di questo fattore sione, maggiore o uguale alla vertitore. Di norma, non costi­
dipende in notevole misura dal­ voce stessa perché si possa tra­ tuisce un problema perché il
l'applicazione di destinazione. smettere. Il tempo di conversio­ segnale d'ingresso può essere
Se, per esempio, si tratta di mi­ ne viene solitamente espresso amplificato, o attenuato, co­
surare una tensione costante in millisecondi. sicché la massima tensione rag­
con un multimetro digitale, giungibile corrisponda alla
possiamo utilizzare un conver­ Tensione d'entrata massima tensione ammissibile
titore abbastanza lento. all'ingresso del convertitore.
Nel caso in cui si debba digi­ La tensione d'ingresso del cir­ La tensione d'ingresso ana­
talizzare una voce, si deve ga­ cuito ha un livello massimo in­ logica può essere unipolare, va­
rantire una velocità di conver- dicato dal costruttore del con­ riabile cioè tra 0 e 5 Volt, oppu­
re bipolare, variabile cioè tra
-5 e +5 Volt.

Uscita digitale
L'uscita di un convertitore può
erogare i dati in serie oppure in
parallelo (a seconda del model­
lo di convertitore), inoltre si de­
ve tenere presente che la tec­
nologia utilizzata può essere
TTL, CMOS e che le tensioni, di
conseguenza, possono essere
diverse, al punto da richiedere
un adattamento dei livelli.
Nella tecnologia TTL, per
esempio, il livello basso è a 0
Volt, mentre quello alto è a 5
Volt; nella tecnologia CMOS, il
livello alto può arrivare sino a
Entrate e uscite analogiche di una scheda audio. 12 Volt.

TEORIA: Circuiti per la conversione A/D D/A 83 I


Teoria 83
Circuiti per la conversione A/D D/A

A/D D/A

1
■x
v 0 0 0 V
Vma. ’ 0 0 0
0 0 0
0 0 1
0 0 1
0 1 1
1 1 0
000 | 010 I 100 I 110 I t t
CODE 1 1 1
001 011 101 111

y
A B C D

A) Livelli di tensione di un convertitore a 3 bits. B) Il segnale analogico e i livelli che gli corrispondono. C) Dati digitali
corrispondenti al segnale analogico anteriore. D) Segnale analogico recuperato; si può migliorare applicandogli un filtro
passo basso, il segnale differisce troppo dall'originale per utilizzare un convertitore a soli 3 bits.

Altri dettagli quando cambia col passare del la" il segnale-si effettua la mi­
tempo - pensiamo come esem­ surazione e, passato un tempo
Se leggiamo le osservazioni ac­ pio ad una registrazione vocale prestabilito, si torna a misurare
cluse ad un convertitore analo- - si deve trovare un metodo e così via.
gico-digitale, vedremo che in pratico per convertirlo. Si pren­ Si deve mantenere fisso il li­
quasi tutti è presente una ten­ de la misura della tensione in vello della tensione per tutto il
sione di riferimento molto sta­ alcuni determinati istanti - vol­ tempo di conversione, anche se
bile. garmente si dice che si "conge- questo fosse piccolissimo. In
Ci sono, di solito, anche dei
componenti che hanno l'indi­
cazione del livello minimo di R
conversione, underflow, cioè si MSB D7
attiva quando il segnale in in­ 2R
gresso è inferiore al valore di ri­
D6
ferimento minimo e l'indicazio­
4R
ne di overflow che indica quan­ R1
D
do il segnale in ingresso supera
I I
il livello massimo di riferimento. G N
8R
Inoltre, la caratteristica di l p D4
questi circuiti è avere due in­ T u 16R
gressi di alimentazione, una A T D3 A o
■o
per la parte analogica e l'altra L N U
32R
per quella digitale. Dispongo­ A T
D2
no, poi, di un clock interno o di L P
connessione con un altro clock 64R O U
esterno. D1

128R
0" G T

Segnali variabili LSB DO

Quando un segnale è continuo,


è facile effettuarne la conver­
sione in segnale digitale, ma Convertitore digital-analogico a otto bit: utilizza la tecnica delle resistenze ponderate.

83 TEORIA: Circuiti per la conversione A/D D/A


Teoria 84
Circuiti per la conversione A/D D/A

sv il numero dei bit del convertito­


-o re, più numerosi saranno i livel­
470
1OK li e il segnale recuperato sarà
^4 ANAIOG
sempre più somigliante al se­
■ra n
470 02

Tt4
U1 INPUT gnale analogico.

ORO —o
470 03
oei
OBJ Quanti più livelli disponia­
w4 DB3
10K
470 04
DB4
DBS
086
O.KR 19
U28
mo, tanto minore sarà l'errore
tt4 087 LM358N
di conversione. Supponiamo ad
470 OS ± s CLK

VREF
• 5
7t4 wfi
INTR AGNO
esempio, che il segnale nell'i­
470 DO

tt4
ADC0804
stante in cui viene misurato ab­
470 07
bia una tensione di 1,2 Volt. Lo
7v4
convertiremo in segnale digita­
470 DB

w4
U3A

A 3
150pF i~i 1uF
Q “* le e poi lo recupereremo come
2__

7408
segnale analogico. Analizziamo
ov
gli eventuali errori che potrem­
O mo commettere utilizzando
convertitori rispettivamente da
Convertitore analogico-digitale sperimentale: 3, 4, 5 e 6 bit.
utilizza il circuito integrato ADC0804. Il codice digitale viene visualizzato nei LED. I calcoli che seguono sono
eseguiti ponendo come valore
ogni unità di tempo si prende Ciò significa che il segnale in massimo della tensione 5V e
un determinato numero di un determinato istante può as­ assumendo di tenere il valore
campionature. sumere un qualunque valore approssimato per difetto (il va­
Serviranno tante più cam­ tra 0 e 5 Volt. Quando utilizzia­ lore inferiore più vicino) duran­
pionature quanto più alta è la mo un convertitore, disponia­ te la conversione A/D. Osservia­
frequenza del segnale da mi­ mo di un numero finito di livel­ mo il grafico in cui viene rap­
surare. I circuiti che si utilizza­ li per classificare il segnale: se presentato un piccolo pezzo
no per eseguire queste cam­ utilizziamo un convertitore da degli scalini di tensione di que­
pionature si chiamano "circui­ 3 bit, avremo 8 livelli; da 4 bit sti convertitori.
ti di campionamento e riten­ avremo16 livelli; da 5, 32 livelli; Con il convertitore da 3 bit,
zione", in inglese "Sample da 6, 64 livelli; da 7, 128 livelli lo rappresentiamo con lo 001,
and Hold". e da 8, 256 livelli. Più alto sarà che corrisponde a 0,625 Volt;

Segnale variabile come si recupera utilizzando un


convertitore da tre bit.

Vout :R COMPANY BIgITAL AUDIO

100
- ' O N £ s OOP
011 NMLÉSj STEREO iwsit$2_

biem Made in
010 010 9-2 , Holiand
\\ SGAE
001 3 bit . 1990
Dep.malM-40511
OOP 000 t

Precisione
Regoliamo l'entrata del segnale
analogico per far sì che il suo
massimo livello sia di 5 Volt. Compact Disc. Immagazzina digitalmente i segnali audio.

TEORIA: Circuiti per la conversione A/D D/A 84


Teoria 84
Circuiti per la conversione A/D D/A

9031-78769-2
COMPACT

DIGITAL AUDIO

Simbolo di un CD audio. Simbolo di un CD utilizzato per immagazzinare dati.

con quello a 4 bit, lo rappre­ quello da 6 bit, lo rappresentia­ sarà di 0,575 Volt nel caso del
sentiamo con lo 0011, che cor­ mo con lo 001111 che corri­ convertitore da 3 bit, di 0,262
risponde a 0.938 Volt; con il sponde a 1,171 Volt. Volt nel caso di quello da 4 bit,
convertitore a 5 bit, si rappre­ Quando si recupera il se­ di 0,107 Volt per quello da 5 bit
senta con lo 00111, che corri­ gnale, si ottengono questi valo­ e di 0,029 Volt per quello da 6
sponde a 1,093 Volt e con ri, per cui l'errore commesso bit.
L'errore può essere maggio­
3 bit 4 bit
re, o minore, a seconda del li­
1.250 vello in cui è situato il segnale
analogico da convertire. Più bit
si utilizzano, minore sarà l'erro­
re commesso.
0.B25

0313

0.150

.==.

1
001 0001

3
jL
* 0 -2 o
2 £
tf àr
II Q u i
“8

Rappresentazione dei primi livelli di tensione per convertitori da 3, 4, 5 e 6 bit.


L'entrata del segnale analogico viene sempre regolata in maniera tale che il suo Nastro DAT
livello massimo sia di 5 Volt. per immagazzinare dati a 4GB.

84 TEORIA: Circuiti per la conversione A/D D/A


Teoria 85
Circuiti regolatori della tensione
Molti circuiti elettronici hanno bisogno di
una tensione di alimentazione continua che si mantenga
all'interno di un margine molto ristretto.
Por output voitagc othor than 5V. 12V and 15V thè LM117
na fonte di alimentazio­ sonos providcs an output voltago rango from 1 2V lo 57V.

ne semplice, pur risultan­ blo voftagos and curronts. an


Features
■ Output curront in oxcoss ot 1A
do utilissima, presenta 70XX sorios I, avallatilo In an aluminum TO-3 pack.
Ih w.ll a low ovor 1OA load emani ir adequato Seat
■ Internai thormal ovorload protoction
■ No oxtcrnal components required
alcune limitazioni che non ren­ S providod. Curront limitlng is ,„o,udod ’ “
■ Output transistor salo arca protoction
poi curront to a salo valva. Salo area proloetton to
dono possibile impiegarla per r" Irans.slor Is providod lo limi! inlomXr..,n, d"’T ■ Internai short Circuit curront limit

w
' intornai power d.sslpat.on bocom JHMm, ■ Available in thè aluminum TO-3 package f'"
determinate applicazioni. Alcu­ slnking providod. tho Ihormal '^■■Klrcmi
Voltage Range
’r provonbng II,.. |C troni avori,oJHIWy’’
ni circuiti non sopportano i se­ sblo odori was oxpandod lo so LM7805C 5V

guenti problemi: filtraggio in­ igulalors oasy lo uso and m,r numbor LM7812C
LM7815C
12V
15V ___
sufficiente, variazioni della ten­ __
natie and ConnectioX Diagra
sione della fonte di alimenta­ Diagrams
zione al variare del carico e il ri­ Metal Can Package
TO-3 (K)
schio di danneggiamento per Aluminum

protezione difettosa. Tutti que­ OUTPUT —\ --------- ( ■GND

sti problemi si possono risolve­ o o


re grazie agli stabilizzatori di INPUT-
TUH/7746-2
tensione, che possono essere Bottoni Vlew ,
progettati con componenti di­ OUTPUT
, - Hrriar Niimh*»rJ_M7805CK.----------- -------- LJ

screti oppure con circuiti inte­ Per avere il massimo rendimento dai circuiti integrati regolatori, conviene conoscerne
grati. Ne esistono molti tipi molto bene le caratteristiche.
adatti allo scopo.
un televisore, oltre al ronzio si cui valori non sono disponibili
Filtraggio potranno osservare alcune on­ sul mercato.
insufficiente dulazioni che fanno spostare in Il circuito regolatore può eli­
senso verticale l'immagine pre­ minare quella parte dell'ondu­
Quando il filtraggio è insuffi­ sente sullo schermo. lazione che il filtro non riesce
ciente si producono dei disturbi Teoricamente, si può ovviare ad annullare, comunque in
nel funzionamento dell'appa­ a questo problema aumentan­ qualsiasi caso il filtro è sempre
recchio alimentato, per esem­ do la capacità del condensato- necessario.
pio in un amplificatore audio, il re di filtro sino ai valore neces­
disturbo si traduce solitamente sario; ma le sue dimensioni au­ Regolazione
in un ronzio di 50 o 100 Hz che menterebbero considerevol­ con il carico
si sente negli altoparlanti mi­ mente, e si potrebbe arrivare
schiato al suono originario. In ad avere bisogno di capacità i Quando la fonte di alimenta­
zione non è stabilizzata, la ten­
sione misurata alla sua uscita
varia con le variazioni del cari­
co. Lo possiamo verificare col­
legando all'alimentatore di un
amplificatore audio un multi-
metro.
Alcune apparecchiature non
sopportano la piccola variazio­
ne che lo strumento induce e
questo può influenzare moltis­
simo il loro funzionamento.

Variazioni all'ingresso
Esistono anche delle oscillazio­
ni nella tensione d'ingresso che
si trasmettono attraverso il tra­
sformatore; queste sono dovu­
Piccolo regolatore tipo 78L05. Tensione di uscita di 5 Volt. te alle variazioni nella tensione

TEORIA: Circuiti regolatori della tensione 85


Teoria 85
Circuiti regolatori della tensione

quando è collegato in serie con


vREG la carica.
Teo Regolatori in parallelo
+O IN
POWER |OUT -O—

IN REGULATOR Iqut In questo sistema, l'elemento


REF stabilizzatore è in parallelo alla
Vout R carica e la sua modalità di lavo­
Vn ||ref

r
LOAD ro consiste nell'assorbire una
notevole quantità di corrente
nei momenti in cui la corrente
o ■o non viene consumata dal cari­
co e assorbendone solo una
La tensione che non arriva alla carica cade nel regolatore Vreg. piccola parte quando il carico
raggiunge il limite massimo. In
della rete e possono verificarsi mantenga ad un valore suffi­ questo modo la corrente ero­
per diversi motivi. Sia questi ciente. Infine, conviene ricorda­ gata dal filtro è praticamente
problemi che i precedenti pos­ re che la stabilizzazione si pro­ costante, di conseguenza, lo è
sono essere risolti utilizzando i duce a costo di una caduta di anche la tensione di uscita. Nel
circuiti stabilizzatori, che man­ tensione, il che provoca un as­ caso si verificassero delle varia­
tengono la tensione dell'uscita sorbimento di potenza con la zioni nella rete lo stabilizzatore
e fanno sì che abbia variazioni conseguente dissipazione di reagirà, variando il suo assorbi­
piccolissime; la rendono prati­ calore, funzione della caduta di mento di corrente, e di conse­
camente costante e indipen­ tensione e della corrente assor­ guenza anche di quella che at­
dente dalle oscillazioni della bita dal carico. traversa il filtro. Ciò provo­
tensione d'ingresso e dalle va­ cherà una variazione della ten­
riazioni della corrente sul cari­ Tipi di regolatori sione contraria a quella partita
co, all'interno di ragionevoli in ingresso, coi/.pensando l'ef­
margini. Lo stabilizzatore va Ci sono due sistemi stabilizza­ fetto finale.
sempre collocato tra il filtro e il tori della tensione il cui nome Il circuito più semplice per
circuito da alimentare; inoltre è dipende dalla loro configura­ costruire regolatori in paralle­
necessario prevedere che, an­ zione nel circuito: si può chia­ lo è il diodo zener; se polariz­
che nel momento di massimo mare regolatore parallelo, zato al di sopra della sua ten­
assorbimento, la tensione in in­ quando è collegato in parallelo sione nominale, è capace di
gresso allo stabilizzatore si alla carica, e regolatore in serie mantenere tra i suoi terminali

NPN

o o o
R

ZZI- o
R

DZ
Vin Vout Vin Vout

ZENER
ZENER

o o
o o
Quando non si ha bisogno di una regolazione molto precisa, Il regolatore in parallelo più semplice si costruisce con una
questo regolatore in serie, pur essendo semplicissimo, è efficace. resistenza e un diodo zener.

85 TEORIA: Circuiti regolatori della tensione


Teoria 86
Circuiti regolatori della tensione

uscita una tensione stabilizza­


20Vmax
15Vmin
ta. Il circuito più semplice con­
LM7812
3
siste in un transistor con un
o o diodo zener alla sua base che
lo costringe a erogare una
2 tensione costante sul carico
d'uscita.
100nF 10pF
Vin 12V
Dissipazione massima
100nF —t—
Quando si utilizza un circuito
regolatore si deve sempre ricor­
dare che la massima dissipazio­
o o ne di calore che l'integrato può
sopportare, include anche il
Regolatore integrato con corrente massima di 1 A contributo di un dissipatore. La
e con un minimo numero di componenti. prima cosa di cui si deve tenere
conto è che la tensione di usci­
ta sommata a quella che cade
LM317
nel regolatore è uguale alla
o 1 3
o tensione d'ingresso; la seconda
cosa, invece, è che la corrente
2
240 R che attraversa la carica è quasi
100nF
10pF la stessa che passa attraverso il
Vin Vout
regolatore.
Supponiamo di avere un cir­
pot n<- 100nF — cuito che consumi 800 mA ali­
mentato a 12 Volt: abbiamo un
sistema di alimentazione non
stabilizzato che eroga alla sua
o o uscita una tensione filtrata con­
tinua e non stabilizzata la qua­
Regolatore della tensione, con tensione di uscita regolabile. le può arrivare a 20 Volt.
Disponiamo di un regolato­
una tensione costante, indi­ tamente sulle variazioni di re in serie la cui massima cor­
pendentemente dalla corrente tensione, assorbendo le flut­ rente è di 1 Ampère e che am­
che lo attraversa. Nel circuito tuazioni per ottenere alla sua mette al suo ingresso una ten-
parallelo con diodo zener, la re­
sistenza R ha il compito di as­
sorbire la differenza di tensione
esistente tra l'uscita del filtro e
la tensione dello zener. Con dei
transistor, si possono costruire
anche dei regolatori in parallelo
più complessi, ma questo tipo
di stabilizzatori, nella pratica
non è molto utilizzato a causa
del loro basso rendimento.

Stabilizzatore in serie
Questo tipo di regolatore è
molto utilizzato e agisce diret- Regolatori della tensione positiva appartenenti alla famiglia 78XX.

TEORIA: Circuiti regolatori della tensione 86 ■


Teoria 86
Circuiti regolatori della tensione

il regolatore è adeguato a que­


sta applicazione.

Regolatori integrati
I regolatori lineari integrati so­
no comodissimi da utilizzare e
hanno bisogno di pochissimi
componenti esterni. I regolato­
ri integrati a tensione positiva
più popolari che erogano una
corrente massima di 1 Ampère
appartengono alla famiglia 78
e vengono forniti regolati su al­
cuni valori fissi per quanto ri­
guarda la tensione d'uscita; es­
si sono, per esempio, il 7805,
Regolatori della tensione negativa appartenenti alla famiglia 79XX. 7808, 7812, 7815 e 7818,

sione massima di 35 Volt. Con regolatore è di 20 -


questi dati, il regolatore sem­ 12 = 8 Volt e la cor­
bra perfetto, ma ci manca an­ rente è di 0,9
cora un dato: è necessario sa­ Ampère, per cui la
pere quanto calore può dissipa­ potenza che il re­
re. golatore deve dissi­
Dai dati forniti dal costrut­ pare sarà di 8 x 0,9
tore verifichiamo che un buon = 7,2 Watt, al di
radiatore può dissipare 15 sotto dei 15 Watt, il
Watt. La caduta di tensione nel che ci dimostra che

Quando la potenza
da dissipare è molto elevata, si ricorre
all'utilizzo dei dissipatori.

con tensioni di uscita rispettiva­


mente di 5,8, 12, 15 e 18 Volt.
Molti dei regolatori integrati
dispongono di protezione con­
tro i sovraccarichi, così da dimi­
nuire automaticamente la ten­
sione di uscita quando l'assor­
bimento oltrepassa la soglia
definita.
Esistono anche dei circuiti
regolatori integrati la cui ten­
sione di uscita può essere fissa­
ta mediante dei componenti
esterni: normalmente un po­
tenziometro oppure un paio di
Regolatori del tipo 317 con contenitori diversi. resistenze.

86 TEORIA: Circuiti regolatori della tensione


Teoria 87
Misurazione delle tensioni alternate
I multimetri, selezionando la scala adeguata, possono
venire utilizzati per la misurazione delle tensioni alternate.
a misurazione delle tensioni
alternate, apparentemente
è molto facile; invece, prima
di prendere per valida la lettura
dello strumento con cui abbia­
mo effettuato la misurazione,
dobbiamo tener conto di svariati
fattori.

Il manuale
Prima di usare un multimetro -
definizione che comprende
qualsiasi apparecchio di misura -
se ne devono conoscere bene le
caratteristiche.
Tutti i costruttori forniscono,
unitamente all'apparecchiatura,
un manuale per l'uso o, almeno,
una tavola in cui sono stati ripor­ / multimetri dispongono di alcune scale per la misura delle tensioni alternate.
tati i dati più importanti, che
possono cambiare molto da un oppure con più apparecchi. Se male, gli altri non servono e non
multimetro all'altro. Questi de­ danno tutti la medesima lettura, vale la pena di considerarli.
vono sempre essere letti, non si la considereremo buona, sempre
deve commettere l'errore di pen­ che non si tratti di misure per le La frequenza
sare che tutti gli apparecchi siano quali ci sia bisogno di una note­
uguali. Innanzitutto, dobbiamo vole precisione. La precisione, in­ Quando si misurano i segnali al­
assicurarci che l'apparecchiatura fatti, è un altro fattore molto im­ ternati, l'apparecchio misura va­
sia calibrata. Per le apparecchia­ portante: un multimetro digitale lori efficaci, ma lo fa solamente
ture più economiche potrebbero potrebbe fornire una lettura con se l'onda è periodica e sinusoida­
sorgere dei problemi, ma potre­ molte cifre decimali, ma con un le. Se l'onda è quadrata il multi­
mo verificare comunque la misu­ notevole errore di misura. Per i metro fornirà una lettura che po­
razione con un altro apparecchio nostri scopi basterà il primo deci- tremo usare solamente come pa­
ragone. Nel manuale si deve leg­
gere attentamente - è importan­
tissimo - la banda di frequenze
per la quale viene garantita la
precisione. Nel modello mostra­
to nelle fotografie questa banda
va da 40 a 400 Hz. Esistono, ov­
viamente, altri apparecchi che
possono misurare tensioni a fre­
quenze più elevate.
Dobbiamo essere molto sicuri
della frequenza del segnale che
vogliamo misurare, perché se lo
utilizzassimo per misurare una
tensione al di fuori della suddetta
banda, probabilmente l'apparec­
chio darebbe comunque una let­
tura, ma la potremo usare sola­
Prima di effettuare la misura, si deve selezionare mente per delle misurazioni com­
la scala e ci si deve assicurare che sia quella delle tensioni alternate. parative. Lo stesso costruttore ci

TEORIA: Misurazione delle tensioni alternate 87 I


Teoria 87
Misurazione delle tensioni alternate

avverte che l'apparecchio non è


stato previsto per funzionare al di
fuori di questi margini di fre­
quenza.

Scale
Nei multimelo digitali le scale so­
no le stesse che per le tensioni
continue; iniziano da 200mV, 2V,
20V, 200V e l'ultima, che teorica­
mente misura fino a 2000V, viene
tagliata a 750 Volt. Questo viene
fatto soprattutto per due motivi:
primo per garantire la sicurezza
personale, infatti per le tensioni
elevate si esigono protezioni Effettuare alcune connessioni utilizzando una pinzetta risulta utilissimo:
maggiori, tra cui anche quelle per così abbiamo una mano libera.
I puntali di verifica che devono
avere un isolamento adeguato; basti ricordare che un diodo al si­ al terminale V, che spesso è in co­
secondo perché molti compo­ licio inizia a condurre solamente mune con quello che si usa per
nenti utilizzati nell'attenuatore da 0,6 Volt. misurare correnti e resistenze.
d'ingresso non sarebbero adatti
per lavorare con queste tensioni. Puntali di misurazione La misurazione
Se dobbiamo misurare tensioni
più elevate, esistono apparecchi Teoricamente, l'ordine di inseri­ Prima di iniziare a misurare, do­
progettati appositamente e con mento dei puntali di misurazione vremo portare a termine alcune
un funzionamento simile. non ha importanza, ma per evi­ verifiche. Verificare che, nei limi­
Alcune versioni economiche tare di commettere errori quando ti del possibile, l'apparecchio sia
di multimetri, possiedono dei si devono effettuare altre misura­ calibrato e le pile siano in buono
rettificatori a diodi semplicissimi: zioni, consigliamo di inserirli cia­ stato; quasi tutti gli apparecchi
è possibile che abbiano solamen­ scuno al suo posto. Il puntale ne­ hanno sul display un indicatore
te scale da 200V e 750V, per le ro, va collegato al connettore co­ di pila scarica (LoBat). Anche i
tensioni inferiori a 5V danno un mune, quasi sempre contrasse­ puntali di misurazione devono
errore di misura considerevole; gnato come COM, mentre l'altro essere in buono stato, così che
possano garantire delle connes-

// puntale rosso va collegato al terminale


contrassegnata dalla V,
che può essere usato anche per
Il puntale nero si collega al comune, contrassegnato solitamente come COM. effettuare altre misurazioni.

87 TEORIA: Misurazione delle tensioni alternate


Teoria 88
Misurazione delle tensioni alternate

Accuracy
Rango Resolution
UT5t | UTS2 | UT53 ~I UT54 I UT55
200mV 100 m V ± (1 2% rdg * 3 digiti)
2V 1mV ~
20V 10mV
± (0.8% rdg ♦ 3 digiti)
200V 100mV
750V IV ~(1 2% rdg * 3 digits)

All ranges are 10M Q

Frequency: 40Hz-400Hz
Overload protection: 200mV is 250VDC or
AC RMS. All other ranges is 750Vrms or
lOOOVp-p
Display: Average Value (RMS of Sine Wave)

Prima di utilizzare un multimetro si deve


leggere il suo manuale di istruzioni.

Dettaglio del selettore di un multimetro


impostato sulla scala di misurazione della tensione alternata.

sioni sicure. Attenzione ai punta­ Scelta della scala Tensione della rete
li a pinzetta, quando vengono
utilizzati questi devono esercitare In caso di dubbio, dobbiamo Prima di misurare la tensione
una pressione sufficiente, infatti iniziare dalla scala più alta, per della rete, raccomandiamo di
se si allentassero, oltre a impedi­ poi scendere e, se possibile, far pratica con delle tensioni in­
re la misurazione, potrebbero utilizzare la scala più bassa, feriori, come, per esempio, la
provocare un cortocircuito nel­ così da raggiungere una mag­ tensione di uscita di un trasfor­
l'apparecchiatura. Dovremo poi gior precisione. Nelle fotogra­ matore, o di un generatore si­
assicurarci che dalla parte poste­ fie possiamo vedere le letture nusoidale, fra i molti con i quali
riore della pinza non resti una ottenute misurando la mede­ abbiamo portato a termine de­
parte del conduttore scoperta, sima tensione, di circa 7,47 gli esperimenti. Se voleste però,
perché potremmo riceverne una Volt, con lo stesso multimetro, misurare la tensione della rete,
forte scarica. Infine, prima di fa­ ma con tre diverse scale. raccomandiamo di prendere le
re il collegamento, dovremo sce­
gliere la portata, assicurandoci
che sia adatta alla tensione alter­
nata in caso di dubbio, iniziere­
mo dalla più alta, quella da 750
Volt. Il simbolo che viene nor­
malmente utilizzato è una V
maiuscola seguita da un trattino
ondulato disposto orizzontal­
mente (V~). Se per errore predi­
sponessimo lo strumento per
misurare la corrente, questo po­
trebbe distruggersi, perché pro­
vocheremmo un cortocircuito.
Anche se alcuni strumenti sono
protetti da un fusibile, non tutte
le scale sono protette. La misura
della tensione alternata si realiz­
za collegando i puntali nei punti
entro i quali vogliamo misurare
la tensione. Misurazione di una tensione sulla scala più adeguata, quella da 20V.

TEORIA: Misurazione delle tensioni alternate 88


I
Teoria 88
Misurazione delle tensioni alternate

■>

R1
B
r <■
2K2

R2
4K7

R3

c
<-
3K3

Il voltmetro è rappresentato
dalla lettera V e si collega direttamente
tra i due punti da misurare.

perché delle piccole variazioni


di tensione sono ammesse, sia
al di sopra che al di sotto del va­
La stessa tensione misura nella scala da 200 V. lore nominale. Per reti da 220
Volt, ad esempio, è normale
dovute precauzioni. I bambini strumento. La scala deve essere leggere 227V o 215V.
non dovranno mai effettuare quella di 750V. Prima di collega­
questa misurazione. Ci dovre­ re un puntale di prova a uno dei Resistenza interna
mo mettere in una zona asciut­ morsetti della presa, dobbiamo
ta, sistemare il multimetro a ter­ ricordarci che, una volta colle­ Se il circuito che si vuole misu­
ra, se il pavimento è asciutto, e gato il primo, anche l'altro pun­ rare ha una resistenza interna
non toccare mai con le mani lo tale sarà sotto tensione a causa molto alta, potrebbe essere in­
del misuratore e dobbia­ fluenzato dalla resistenza inter­
A
R1
B mo stare molto attenti a na dello strumento, che per gli
non toccarlo con le dita. apparecchi digitali è solitamen­
2K2
Non aspettiamoci di leg­ te di 10M. Se si utilizza un mul­
gere la misurazione esatta timetro analogico, per alcune
G di 110Vz 125V o 220V, a misure, potrebbero nascere dei
A seconda della nazione, problemi.

R3

D C
3K3

■>

R1 B
A

470K

G B

R3

é
D
22QK
c

La connessione di un voltmetro può influenzare


il funzionamento del circuito a causa
della resistenza interna dello strumento stesso. Sempre la stessa tensione, ma misurata sulla scala da 750V.

88 TEORIA: Misurazione delle tensioni alternate


Teoria 89
Misurazione delle correnti continue
I multimetri possono misurare la corrente alternata,
ma per la misurazione va adottato il metodo adeguato.
rima di misurare la corren­ [ hFE
te continua, si deve sapere
che metodo adottare: non
dobbiamo mai utilizzare nessu­ 200)1®
no strumento se non ne cono­
sciamo il funzionamento. Non 2ni®
seguire questo avvertimento
può causare la distruzione del­ 20 ni®
l'apparecchio di misura, un
guasto, oppure nel migliore dei
casi, dei risultati inservibili, per­ 200m
ché non sappiamo se siano giu­
sti oppure no.

Le scale
Le scale che misurano le cor­
renti continue variano da un
20
multimetro all'altro: dovremo 2011
quindi fare molta attenzione al Per effettuare delle misure con la corrente continua,
pannello frontale dell'apparec­ si deve prima selezionare la scala corrispondente a questo tipo di misurazione.
chiatura che stiamo per usare
e, in caso di dubbio, consultare me e, inoltre, la portata più al­ perché la resistenza del fusibile
il manuale. Dovremo sempre ta della corrente utilizza in ge­ renderebbe difficile la misura­
leggere le istruzioni per l'uso, nere un connettore del positivo zione.
sia per conoscere quale sia la diverso. In alcuni modelli, le In seguito, indicheremo al­
precisione garantita dello stru­ portate più basse della corrente cune sequenze di portata, pre­
mento sia per sapere quale sarà sono solitamente protette da se da multimetri reali di tipo
il margine d'errore nelle misu­ un fusibile; mentre per quelle economico: 200 pA, 2 mA, 20
razioni. Le scale sono diversissi­ più alte questo non è possibile, mA, 200 mA e, cambiando la
connessione del puntale di mi­
surazione del positivo, che è
rosso, una portata aggiuntiva
di 10 A. Nell'altro esempio, tro­
veremo 200 pA, 2 mA, 20 mA,
200 mA, 2 A e un'altra portata
da 20 A. Nell'ultimo esempio la
scala sarà: 2 mA, 20 mA, 200
mA e una portata addizionale
di 20 A.
La portata aggiuntiva non è
mai protetta da un fusibile e
molte volte il tempo di misura­
zione è limitato, perché la resi­
stenza interna sulla quale viene
presa la misura tende a scaldar­
si e oltre ai vari problemi che
potrebbe generare, può variare
il suo valore, falsando la misu­
ra. Queste resistenze hanno va­
lori solitamente molto bassi,
La sequenza delle portate della scala per la misurazione della corrente continua pertanto, paragonabili alla resi­
cambia da un multimetro all'altro. stenza dello stesso fusibile.

TEORIA: Misurazione delle correnti continue 89


A 89
Misurazione delle correnti continue

Simbolo
Il simbolo di un amperometro è
un cerchio con una A maiusco­
la nel centro, ma si usano an­
che pA e mA. Nei multimetri le
scale di misurazione della cor­
rente continua sono segnate
con la lettera A seguita da due
lineette orizzontali parallele, di
cui una continua e l'altra trat­
teggiata. Esistono anche degli
strumenti di misura che hanno
la scala fissa; sul loro pannello
frontale è indicata una A (A, o
mA) e il valore di fondo-scala è
scritto a fianco.

La connessione Bisogna osservare attentamente la zona delle connessioni dei puntali di misura;
in questo caso, le scale basse, fino a 200 mA, sono protette da un fusibile.
L'amperometro per la corrente
continua viene usato per misu­ evitare che il circuito subisca te di avere le mani libere, quin­
rare la corrente che attraversa un'avaria durante l'operazione di di svolgere altri lavori.
un circuito. Per poter effettuare di misurazione. Quest'ultimo
la misurazione, si deve aprire il problema viene risolto usando Puntali di misurazione
circuito e inserire lo strumento delle pinzette di connessione, o
in serie al ramo in cui si vuole dei cavi di misura dotati di pin­ I puntali di un multimetro ven­
misurare. Se ne possono trarre zette alle estremità. Esistono gono impiegati per ogni tipo di
alcune conclusioni. La prima è dei modelli di pinze comodissi­ misura, ma il metodo con cui
che tutta la corrente attraversa mi da usare perché si inserisco­ viene eseguita la misura ci ob­
lo strumento, la seconda è che no nei puntali del multimetro. bliga a prendere delle precau­
l'amperometro deve avere una L'utilizzo delle pinzette permet- zioni. È molto importante sa-
resistenza interna molto bassa
per non alterare il funziona­
mento del circuito su cui si mi­
sura; la terza è che le connes­
sioni devono essere sicure per
w2
' 20p 2 200 m
20Dn’ 2*m 2m 200-u
A~

iNFUSE0 _ woovp-p

MAX
2OA

In questo modello di multimetro gli


ingressi sono protetti dalla corrente fino
a un massimo di 2 A. Connessione dei puntali di misura per correnti minori di 200 mA.

89 TEORIA: Misurazione delle correnti continue


Teoria 90
Misurazione delle correnti continue

NPN parecchi hanno sul display un


PNP indicatore di batteria bassa (Lo-

A mA Bat). Dovremo posizionare il se­


"w’vnHzAC0M lettore sulla scala adeguata e
realizzare correttamente le con­
nessioni. Se abbiamo il sospetto
■ I |
16 v che nel punto in cui vogliamo
effettuare la misura circoli una
(I"! .'1/
corrente eccessiva, che potreb­
be danneggiare lo strumento,
CATI
“A I 2C 1000V MA possiamo ricorrere a un trucco,
^UNFUSED'— 200mA MAX semplice ma abbastanza effica­
• FUSED - ce. Si apre il circuito nel punto
— 20A15SECMAX in cui si vuole effettuare la mi­
sura e si inserisce un fusibile, ad
i esempio da 100 mA. Se una
volta messo in funzione il circui­
to il fusibile non si fonde, signi­
Connessione dei puntali di misura per la scala da 20 A; dobbiamo ricordarci fica che sarà possibile effettua­
che questa scala non è protetta da fusibile. re la misura nella scala fino a
Inoltre, non dovremo mantenere la connessione per più di 75 secondi. 200 mA. Raccomandiamo di fa­
re sempre questa verifica, so­
pere come si collega un multi­ La misurazione prattutto quando abbiamo a
metro. Il cavo nero va collega­ che fare con le scale addizionali
to al terminale comune con­ Prima di iniziare a misurare, do­ perché un fusibile è sicuramen­
trassegnato da COIVI; si deve vremo accertarci, nei limiti del te più economico di un multi­
fare molta attenzione al cavo possibile, che lo strumento sia metro. Non dobbiamo affidare
rosso, anche se non conoscia­ calibrato e che le pile siano in la protezione del multimetro
mo il consumo, dovremmo buono stato: quasi tutti gli ap- unicamente al fusibile interno.
avere comunque un'idea
approssimativa del valore che
stiamo per misurare. Racco­
mandiamo inoltre di verificare
tutto con attenzione prima di
collegare lo strumento al cir­
cuito. Ecco come procedere:
se non si conosce il valore del­
la corrente, utilizzeremo la
scala più alta, osservando at­
tentamente il punto in cui si
collegano i puntali di misura.
Quello rosso andrà collegato al
connettore contrassegnato da
20 A, o 10 A a seconda del
modello, posizionando il selet­
tore della scala nella portata
corrispondente. Se la lettura
sarà bassa e nell'ambito di una
scala minore, converrà cam­
biare di portata ricordandosi di
cambiare anche le connessioni
dei cavi di misura allo stru­ Utilizzo del multimetro per misurare
mento. il consumo del circuito corrispondente a uno degli esperimenti.

TEORIA: Misurazione delle correnti continue 90


I
Teoria
Misurazione delle correnti continue

r. '-il-, r'i-
IH ... *-I ■ L * •••
->

ì? « o
— BATTERY
POWER

SUPPLY

k
V," POWER

— BATTERY
SUPPLY

Procedimento utilizzato
per misurare il consumo della corrente
di un'apparecchiatura.
Misura della corrente che circola attraverso un LED.

Errore serie e il voltometro in parallelo. stenze interne per la misura di


Scambiarne le connessioni po­ correnti continue: 100 Q, per
Quando non si conosce l'utiliz­ trebbe causare problemi e ava­ la scala da 2 mA; 10 Q per la
zo di uno strumento o questo rie. scala da 20 mA; 1 Q per la sca­
cade in mani inesperte, capita la da 200 mA; 0,1 Q per la sca­
spesso che si "giochi" con le Resistenza interna la da 2 A e 0,01 Q per la scala
scale e si applichino i puntali di da 20 A. Quest'ultima resisten­
misura tra due punti qualunque Per capire meglio, ecco un za è così bassa che impedisce
di un circuito. Questo tipo di esempio di come può essere la l'inserimento di un fusibile di
procedimento non si deve fare sequenza dei valori delle resi- protezione.
con le scale di misurazione della
corrente continua, infatti se lo si
facesse si verificherebbe un cor­
tocircuito tra i punti nei quali
vengono applicati i puntali. Ri­ + Ri R
cordiamoci che la resistenza in­
terna di un multimetro è molto EZ k
bassa. R 2K2
Se si collegano i due puntali
ai morsetti di una pila, senza in­ +
serire una resistenza di limitazio­ 9V F led
ne o lo stesso circuito da misura­ BATTERY
re, si provocherà, come minimo,
un'avaria nello strumento.
Non dovremo mai collegare
i puntali di misura di uno stru­
mento predisposto per misura­
re la corrente in parallelo, a un
generatore di tensione, basta ri­
cordare che un amperometro è L'amperometro, o il multimetro predisposto
in pratica un cortocircuito. per misurare la corrente continua, va inserito in serie con il circuito; a questo scopo
L'amperometro va collegato in si rende necessaria l'apertura del circuito.

90 TEORIA: Misurazione delle correnti continue


Teoria 91
Avarie dovute all'alimentazione
Quando un'apparecchiatura smette di funzionare, prima
di aprirla, dobbiamo effettuare una serie di verifiche.
/ uando un'apparecchia­
tura smette di funziona­
re, solitamente la si apre
un po' troppo precipitosamen­
te e ci si mettono disordinata-
mente le mani. Questo non è il
modo corretto di procedere,
perché potrebbe succedere di
peggiorare l'avaria iniziale,
compromettendo definitiva­
mente l'apparecchiatura.

Primi passi
Quando un apparecchio smet­
te di funzionare, la prima cosa
da fare è cercare quale sia la
causa immediata. Dobbiamo Prima di utilizzare un multimetro per misurare una tensione della rete, ci si deve
cercare di capire, cioè, se ci sia assicurare che i puntali di misurazione siano uniti ai connettori adeguati,
stata una circostanza in coinci­ che il selettore delle scale sia su una portata adeguata alle tensioni alternate,
denza con l'avaria: stavamo e che ci sia come minimo un fondoscala di 750 V AC.
muovendo l'apparecchio, l'ab­
biamo fatto cadere, ha ricevuto su ciò che sta succedendo: se farci fuorviare dal fatto che in
un colpo, qualcuno in un'altra l'apparecchio non funziona, si casa ci sia l'illuminazione né dal
stanza ha collegato un altro ap­ deve innanzitutto verificare se è fatto che un'altra presa sia in
parecchio, c'è un temporale, la alimentato, la cosa più semplice tensione. Normalmente in un'a­
rete manca, eccetera. è verificare la presenza della ten­ bitazione ci sono diversi circuiti e
sione nella presa di rete. Toglie­ potrebbe essere saltato il dispo­
L'investigazione remo il cavo e collegheremo al sitivo di protezione corrispon­
suo posto, per esempio, una dente alla nostra presa; normal­
Qualcuna delle precedenti cause lampadina: verificheremo, così, mente è un interruttore magne-
potrebbe darci un suggerimento se c'è tensione. Non dobbiamo totermico o un interruttore dif­
ferenziale. Oltre a quello corri­
spondente al circuito, potrebbe
essere saltato l'interruttore ge­
nerale. Si deve anche considera­
re l'eventuale presenza di fusibi­
li a valle del contatore, oppure la
presenza di fusibili alla base di
ogni presa. Nel caso in cui la ve­
rifica non dia frutti, colleghere­
mo nuovamente l'apparecchia­
tura alla rete: potrebbe esserci
stata una momentanea man­
canza di tensione, oppure po­
trebbe trattarsi di un falso con­
tatto nella spina di connessione:
muovendola e inserendola di
nuovo nella presa, il problema
potrebbe, per il momento, esse­
re risolto. Si deve fare molta at­
tenzione alle prolunghe e ai di­
Misurazione della tensione della rete in un cavo di alimentazione di un‘apparecchiatura. spositivi di connessione dotate

TEORIA: Avarie dovute all'alimentazione 91


Teoria 91
Avarie dovute all'alimentazione

Alcuni fusibili sono all'interno degli


apparecchi e a volte sono difficili da
trovare a causa
della quantità di polvere accumulata.
I fusibili a pannello sono accessibili dall'esterno dell'apparecchiatura.

di diverse prese, si deve sceglie­ il normale funzionamento o du­ potrebbe essere stato inserito
re materiale omologato e di rante l'accensione dell'apparec­ un fusibile inadeguato. Una
buona qualità, evitare un so­ chiatura, oppure potrebbe non volta verificato e sostituito il fu­
vraccarico di consumo e il disor­ fondere nemmeno in caso di sibile, si può tornare a collegare
dine nei cavi. Si deve evitare an­ sovracorrente, lasciando l'appa­ l'apparecchio. Se l'apparecchio
che di metterli in zone di pas­ recchio non protetto. Non ci si funziona ma il fusibile continua
saggio, perché possono far in­ deve fidare del modello di fusi­ a fondere si deve riaprire l'ap­
ciampare e comunque, danneg­ bile installato, se pensiamo che parecchio. Dovremmo farlo so­
giare l'installazione. l'apparecchio possa aver subito lo se sappiamo come ripararlo,
manipolazioni precedenti al no­ altrimenti è meglio portarlo a
Cavi di alimentazione stro intervento. A causa di una un tecnico specializzato. In que­
riparazione frettolosa, infatti sti casi, deve essere effettuata
Se l'avaria dovesse persistere,
dovremo verificare il fusibile
esterno dell'apparecchio, e nel
caso dovesse essere interrotto,
possiamo inserirne un altro
adeguato all'apparecchio. Deve
essere quello raccomandato dal
costruttore. Infatti a volte viene
indicato vicino al porta fusibili,
mentre altre volte varia a secon­
da della tensione delle rete sele­
zionata, e può essere del tipo
rapido, normale o temporizza-
to. Quelli rapidi sono contras­
segnati dalla lettera F (per fast)
e quelli ritardati con la lettera T
(per temporizzato). Se il fusibile
non fosse adeguato, avremmo
due tipi di inconvenienti: Il fusi­ Il selettore della tensione
bile potrebbe fondere, durante deve segnalare la tensione della rete adeguata alla zona nella quale si utilizza.

91 TEORIA: Avarie dovute all'alimentazione


Teoria 92
Avarie dovute all'alimentazione

La tensione delle batterie, perché


l'apparecchio funzioni, non deve
scendere sotto un determinato valore.

tenere presente che anche ap­


parecchi molto somiglianti pos­
Un'avaria molto frequente sono i guasti degli alimentatori: sono utilizzare tensioni di ali­
bisogna verificarne il funzionamento prima di aprire l'apparecchiatura. mentazione molto diverse fra di
loro, come nel caso dei perso­
la riparazione in un negozio o Fonti di alimentazione nal computer. Quando si utiliz­
nei servizi di manutenzione rac­ zano diversi apparecchi insie­
comandati dal costruttore del­ Alcune apparecchiature hanno me, dobbiamo essere certi di
l'apparecchiatura. Se il fusibile una fonte di alimentazione faci­ impiegare per ognuno l'alimen­
non si fonde, bisogna verificare le da identificare; il caso più tatore adeguato.
che il cavo di alimentazione sia semplice è quello degli alimen­
in buono stato; possiamo sosti­ tatori esterni. Misurare la loro Personal computer
tuirlo con quello di un altro ap­ tensione di uscita è abbastanza
parecchio, misurare la tensione comodo, bisogna fare attenzio­ Nei comuni personal computer
esistente tra le sue estremità, ne alla tensione e alla polarità è facile localizzare la fonte di
prestando molta attenzione a adeguate. Gli alimentatori sono alimentazione; inoltre le con­
non toccare con le dita le parti tutti molto simili, ma dobbiamo nessioni di uscita sono simili
metalliche dei puntali. Inoltre
bisogna evitare che si tocchino
fra di loro mentre si sta effet­
tuando la misura; questo, infat­
ti, provocherebbe un cortocir­
cuito che oltre a rovinare i pun­
tali stessi e la presa, mettereb­
be a rischio la nostra incolu­
mità. Quando un cavo di ali­
mentazione è sottoposto a nu­
merose sollecitazioni, per
esempio negli alimentatori de­
gli apparecchi portatili, può
succedere che i conduttori in­
terni del cavo si rompano. La
copertura isolante esterna può
apparire in buono stato, ma al­
l'interno non circolerà corrente
perché nel rame non ci sarà L'alimentatore interno del computer genera tensioni continue da +5, -5, + 12 e-12
continuità. Volt che possono essere facilmente misurate riferendoci al comune, solitamente nero.

TEORIA: Avarie dovute all'alimentazione 92


Teoria 92
Avarie dovute all'alimentazione

Il multimetro può essere utilizzato / cavi audio devono dare continuità sia sui conduttori centrali
per misurare la continuità del cavo di alimentazione, che su quelli esterni ma non deve
dopo che lo avremo scollegato dalla rete. esserci continuità fra il conduttore centrale e quello esterno.

per molti di questi apparecchi. menti o sganciati inavvertita­ Pile


Hanno un connettore caratteri­ mente, soprattutto durante le
stico e tensioni di +5, -5, +12 e operazioni di pulizia, oppure Negli apparecchi portatili, ol­
-12 Volt, che possono essere quando i cavi sono troppo ac­ tre a verificare lo stato delle
misurate sulla scala della ten­ cessibili. In luoghi in cui c'è pile, bisogna verificare anche
sione continua con un multi- molta polvere o sporco e negli che siano ben collegate: alcu­
metro. Se qualche tensione apparecchi troppo utilizzati, è ni contatti possono essere
manca, l'apparecchio non può frequente che si intasino i ven­ sporchi o rovinati a causa del­
funzionare. Frequentemente si tilatori e l'apparecchio si surri­ l'ossido generato da batterie
rompono gli interruttori di ali­ scaldi. Quando lo si pulisce, avariate. Non dobbiamo di­
mentazione: possiamo provare l'apparecchio deve essere scol­ menticarci le pile negli appa­
ponticellando i morsetti di in­ legato e si devono impiegare recchi che non usiamo abi­
gresso con quelli di uscita, pre­ un aspirapolvere e una spazzo­ tualmente.
stando la massima attenzione a la morbida, evitando di usare Possiamo conservare le pi­
non provocare cortocircuito. In l'aria compressa, perché po­ le in un luogo visibile per veri­
questo tipo di apparecchiature tremmo causare altri danni. ficarne lo stato e quando so­
le avarie possono essere causa­ Non dobbiamo fare uso di li­ no scariche dobbiamo portar­
te anche dai cavi non perfetta­ quidi né tantomeno bagnare le in un punto di raccolta per­
mente inseriti nei loro alloggia- l'interno dell'apparecchiatura. ché vengano riciclate.

Un fusibile in buone condizioni Un fusibile in cattivo stato


indica continuità. non dà continuità e si indica con un 1 alla sinistra.

92 TEORIA: Avarie dovute all'alimentazione


Teoria 93
Strumenti analogici
Gli strumenti di misura di più comune utilizzo sono
costruiti partendo da un microamperometro.
■ I microamperometro è lo stru­
mento base più usato. I volt-
metri e gli amperometri per le
misure in continua, vengono co­
struiti partendo da un microam­
perometro e aggiungendogli
delle resistenze.
Riassumendo, possiamo dire
che per costruire un voltmetro si
aggiunge a un amperometro
una resistenza in serie; invece,
per costruire un amperometro, la
resistenza viene collegata in pa­
rallelo. Queste resistenze devono Aspetto dello strumento del laboratorio dopo averne asportato il coperchio di protezione.
essere di valore noto, e molto
precise; inoltre, l'insieme finale bilità agli errori. Nel nostro la­ un misuratore all'altro perché è
ottenuto, vale a dire l'unione boratorio disponiamo di uno impossibile ottenere dei valori
dello strumento base e della resi­ strumento base da 200 pA di esatti nel processo di fabbrica­
stenza deve essere calibrato. fondo scala. La resistenza inter­ zione. Per i calcoli teorici pos­
na dello strumento costituisce siamo utilizzare il valore di
Lo strumento base un parametro di grande impor­ 1.600 Q considerando che, per
tanza: l'ideale sarebbe che un quanto sia fabbricato con com­
II microamperometro è lo stru­ amperometro, collegato in se­ ponenti molto precisi, uno stru­
mento base impiegato nei mi­ rie con il circuito da misurare, mento deve sempre essere sot­
suratori analogici, ne esistono avesse una resistenza zero toposto ad un processo di cali­
vari modelli, diversi per caratte­ mentre un voltmetro collegato brazione prima del suo utilizzo.
ristiche costruttive e per qua­ in parallelo con il circuito da
lità; i più comuni oscillano tra misurare, avesse una resistenza Scala graduata
40 e 200 pA, anche se si posso­ infinita. Lo strumento del no­
no costruire apparecchi più stro laboratorio ha una resi­ Lo strumento base dispone di
sensibili grazie a strumenti di stenza interna di approssimati­ un ago che si sposta su una
misura più reattivi. Ciò tuttavia vamente 1.630 Q. È un valore doppia scala graduata, che nel
implica una maggiore vulnera- teorico e varia leggermente da nostro caso è stata contrasse-

Procedimento da seguire per calibrare o per verificare la calibrazione di un microamperometro.

TEORIA: Strumenti analogici 93


Teoria 93
Strumenti analogici

+ Ri

O
1600

o
Per effettuare i calcoli si deve
considerare che lo strumento del
laboratorio ha una resistenza interna
di circa 1.600 Q.

un liquido rimasto in un reci­


Prova effettiva di verifica dello strumento del laboratorio: piente, essa verrà graduata
dato che i due strumenti sono collegati in serie, devono dare tutti e due la medesima usando come unità di misura il
lettura, a parte un piccolissimo margine di errore. litro. L'ago arriverà al fondo
scala quando nello strumento
gnata con V/l e va da 0 a 10, te di tensione da 10 Volt diret­ base circoleranno 200 pA.
nella parte superiore e da 0 a tamente allo strumento può
200 nella parte inferiore. Que- provocarne la distruzione: infat­ L'interno
st'ultima corrisponde allo stru­ ti, verrebbe a mancare la resi­
mento base e misura 200 pA a stenza di limitazione della cor­ L'interno dello strumento è de­
fondo scala, l'altra scala ha bi­ rente a 200 pA che evita che l'a­ licatissimo, non deve essere
sogno di una resistenza in serie go oltrepassi il fondo della scala. smontato in nessun caso per­
di circa 48 K perché misuri i Volt La scala può essere gradua­ ché, oltre a provocare un dan­
tra 0 e 10. La presenza della re­ ta in funzione della grandezza no diretto, possiamo far entra­
sistenza in serie è indispensabi­ da misurare; per esempio, se si re della sporcizia, o della polve­
le, in quanto collegare una fon- usa per misurare la quantità di re, che potrebbe bloccare il

Sistema di misura per calibrare o costruire un voltmetro: gli strumenti sono collegati in parallelo.
I morsetti del voltmetro sono il (-) dello strumento base e il terminale A del potenziometro. Il potenziometro e la resistenza
costituiscono parte del voltmetro. In questo caso vengono presi i valori per una scala da 0 a W Volt.

93 TEORIA: Strumenti analogici


Teoria 94
Strumenti analogici

caso potremmo distruggere


entrambi gli strumenti.

Voltmetro
Per costruire un voltmetro par­
tendo da un microamperome­
tro si collega in serie quest'ulti­
mo ad una resistenza tale che,
alla tensione di fondo scala de­
siderata, attraverso lo strumen­
to circoli la corrente massima
ammessa dal microamperome­
tro. Come esempio, vediamo
quello che utilizzeremo nel no­
stro laboratorio. Vogliamo co­
struire un voltmetro da 10 Volt
Prova reale: si regola la fonte di alimentazione (PS) a 10 Volt, misura di fondo scala con il nostro stru­
verificabile mediante il voltmetro digitale, si regola il potenziometro fino a che l'ago mento da 200 pA. Se applichia­
dello strumento base non segni 10 sulla sua scala più esterna. mo la legge di Ohm a un circui­
to attraverso il quale circolano
meccanismo della bobina mo­ 33 K. La fonte di alimentazione 200 pA, quando si applica una
bile. Nella fotografia vediamo deve poter regolare la tensione tensione da 10 Volt risulta una
uno strumento aperto per po­ in modo che attraverso il circui­ resistenza da 50 K, che si otten­
terne osservare l'interno e per to circoli una corrente da 200 gono dividendo i 10 Volt per gli
non cadere nella tentazione di pA; entrambi gli strumenti de­ 0,0002 A. Dato però che la resi­
aprirne uno. Se il coperchio ri­ vono dare la stessa misura. Po­ stenza interna dello strumento
sulta fissato in modo poco sicu­ trebbe esserci una piccola diffe­ è approssimativamente dii,6K
ro, conviene fermarlo con una renza di letture, dato che non si Q si deve aggiungere una resi­
goccia di colla facendo atten­ tratta di uno strumento di stenza di 48,4 KQ. In pratica bi­
zione a non sporcare il frontali­ grande precisione. Non dob­ sogna regolare ogni strumento
no dello strumento. biamo dimenticarci della resi­ perché tra gli errori degli stru­
stenza da 33 K, perché in tal menti e la tolleranza delle resi-
Verifica dello
strumento base er-off

Per utilizzare uno strumento di


misura, bisogna prima verificar­
ne il funzionamento. Un mi­
croamperometro si prova fa­
cendovi circolare una corrente
di valore noto; se utilizziamo
come esempio quello del labo­
ratorio bisogna far circolare at­
traverso lo strumento una cor­
rente di 200 pA, che misurere­
mo con un altro strumento per b?
UNFUSED
MA1MECMAX'

essere sicuri del valore. Nell'illu­


strazione corrispondente po­
tremo osservare che ambedue
gli apparecchi sono collegati in Una volta determinato il valore della resistenza da inserire per ottenere una scala da
serie sia alla fonte di alimenta­ 10 Volt, possiamo lasciare il potenziometro e la resistenza
zione, che a una resistenza da o prendere un insieme di resistenze fisse che ci fornisca il medesimo valore.

TEORIA: Strumenti analogici 94 I


Teoria 94
Strumenti analogici

11 + RI

+ •> Ri
o A ■o
o A o 1600

1600

0,16
2A
O
I2
RS 1.6
200mA
■ce1
16
20mA
11 x RI ■o
RS

I2 160
2mA
■o
Per costruire un amperometro che misuri correnti superiori a
200 pA, si collega una resistenza in parallelo, 200uA
o
attraverso la quale deve circolare quasi tutta la corrente,
in maniera tale che attraverso lo strumento Rete resistiva per ottenere
passi solamente una piccola parte di corrente proporzionale. in uno stesso strumento base diverse scale di misura.

stenze si possono commettere Amperometri scaldi perché non si guasti e per­


errori abbastanza grandi. La ché il suo valore non cambi con
cosa più pratica da fare è usare Per costruire un amperometro la temperatura. La si deve anche
un potenziometro di regolazio­ che riesca a misurare delle cor­ calibrare; la calibrazione si calco­
ne come viene indicato nell'illu­ renti superiori a 200 pA, si deve la mediante la seguente formula:
strazione e regolare la fonte di collegare in parallelo alla bobina Rs = (11 x Ri)/I2, dove 11 è la cor­
alimentazione (PS da Power dello strumento una resistenza rente massima dello strumento
Supply) a una tensione di 10 attraverso la quale circoli quasi base - nel nostro caso 200 pA -,
Volt; possiamo verificarlo con tutta la corrente, in modo che, Ri è la resistenza interna che per
un multimetro regolando il po­ quando circola attraverso il pa­ questo strumento è di 1K6, e I2
tenziometro fino a quando lo rallelo così formato la corrente è il fondo scala da 200 mA. Que­
strumento non segni 10 Volt. massima prevista, attraverso lo sta resistenza Shunt ha un valore
Possiamo lasciare il potenzio­ strumento base passino esatta­ di 1,6 Q e per 2A sarà solamen­
metro regolabile oppure inseri­ mente 200 pA. La resistenza te di 0,16 Q. Se si utilizzano di­
re una rete di resistenze che so­ usata come Shunt ha normal­ verse resistenze possiamo di­
stituisca la somma del poten­ mente un valore molto basso e sporre di diverse scale, ricordan­
ziometro e della resistenza uti­ deve riuscire a sopportare il pas­ doci di scollegare lo strumento
lizzati, tenendo conto che biso­ saggio di tutta la corrente; si de­ ogni volta che vogliamo cambia­
gna inserire una resistenza pari ve innanzitutto evitare che si ri­ re scala.
alla somma di entrambi questi
elementi. Nel caso del nostro
laboratorio dobbiamo fare lo
stesso, ma se non abbiamo
nessun tipo di strumento di mi­
sura, utilizzeremo una resisten­
za da 47 K più un'altra da 1 K,
valori che abbiamo impiegato
nella campionatura dei diversi
strumenti scelti a caso. Proba­
bilmente ci sarà qualche errore,
ma non influenzerà la realizza­
zione degli esperimenti, e con
delle pile nuove segnerà un va­
lore molto vicino a 10, un po' al
di sopra oppure un po' al di Esperimento realizzato collegando una resistenza
sotto. da 1,6 Q per ottenere un amperometro con un fondo scala di 200 mA

94 TEORIA: Strumenti analogici


Teoria 95
Misure con l'oscilloscopio
In questa scheda mostreremo come effettuare
alcune misure utilizzando un oscilloscopio.
I 5oscilloscopio è uno strumen­
to tipico di un laboratorio
■■■elettronico. L'ideale sarebbe
possederne uno e poter contare
sulla collaborazione di qualcuno
che ci insegni a utilizzarlo facen­
doci vedere come si effettuano
alcune misure di segnali.

Misurazione della
tensione continua
Siamo abituati a misurare con
un oscilloscopio i segnali perio­
dici, ma non dobbiamo dimen­
ticarci che con questo strumen­ Prima di iniziare a misurare, si deve verificare la posizione del comando
to possiamo misurare anche i dell'attenuatore della sonda.
valori di tensione. Prima di ini­
ziare le misure, ci sono due altri invece, è un selettore AC, spostamento della linea in sen­
operazioni da effettuare: la pri­ DC e GND. La posizione utiliz­ so verticale, vale a dire le divi­
ma consiste nel verificare la po­ zata per fissare il selettore viene sioni che la linea orizzontale ha
sizione dell'attenuatore della contrassegnata come GD o percorso, per la cifra indicata
sonda, che può essere sulla po­ GND, a seconda del modello. dal comando della sensibilità
sizione x1 oppure x10. Se il se­ Mentre il selettore è selezionato d'ingresso. In alcuni modelli di
lettore si trova sulla posizione su GD o GND, si agisce sul co­ oscilloscopio questa scala viene
x1 il segnale non viene modifi­ mando della posizione verticale indicata sullo schermo.
cato, nella posizione x10, inve­ per muovere il segnale visualiz­
ce, il segnale d'ingresso viene zato fino ad uno dei riferimenti Segnali periodici
diviso per dieci. Al momento orizzontali più bassi del reticolo;
della lettura, quindi, dobbiamo fissiamo mentalmente la sud­ L'oscilloscopio è uno strumento
moltiplicare per dieci i dati detta posizione. Passando alla utilissimo, visualizza la forma
d'ampiezza visualizzati sullo posizione DC, l'oscilloscopio dell'onda sullo schermo, oltre
schermo dell'oscilloscopio. L'al­ può misurare le tensioni rispet­ ad altri dati quali il periodo (che
tra operazione consiste nel fis­ to alla massa. Se applichiamo ci consente di calcolare la fre­
sare un valore di riferimento: a della tensione tra la massa e quenza) e l'ampiezza. Possono
questo scopo posizioneremo il l'ingresso, il segnale visualizza­ anche essere visualizzate altre
selettore d'ingresso a massa, to si sposta di un determinato deformazioni che ci indicano se
cioè a zero; in alcuni oscillosco­ numero di divisioni, la tensione il segnale è tagliato, distorto o
pi il selettore è un pulsante, in viene misurata moltiplicando lo modulato, oppure se la fre-
r~T VAR. J CHP P ~ J ADD
UHII

INPUT CHI (HOR.INP.(X))


; c. in
AC
■- Dc
1007
20pF G
________

// pulsante GD collega l'ingresso a terra per poter fissare Il comando della posizione Y permette il posizionamento della
il livello di riferimento utilizzato per le misure in continua. linea orizzontale in senso verticale.

TEORIA: Misure con l'oscilloscopio 95


Teoria ______ _______ 95
Misure con l'oscilloscopio

ampiezza. Bisognerà agire sul


comando della base tempi per
adattarci alla frequenza del se­
gnale e poterlo visualizzare.
Questa procedura si può appli­
care quando si utilizzano am­
plificatori operazionali con ali­
mentazione asimmetrica, cioè
con una sola fonte di alimenta­
zione, e quando si polarizzano
solamente alcuni punti del cir­
cuito con la metà della tensio­
ne di alimentazione, che viene
in seguito eliminata dall'uscita
con condensatori di disaccop­
piamento. Si possono effettua­
re misure prima e dopo questi
Il livello di riferimento per le misure della tensione viene fissato spostando la linea condensatori, per vedere la dif­
orizzontale con il comando dalla "posizione Y" fino a una linea del reticolo. ferenza. Possiamo fare questa
misura negli amplificatori audio,
quenza cambia eccetera. Prima esempio, 100 mV di ampiezza i quali sono dotati di questi con­
di applicare il segnale all'in­ e 100 Hz di frequenza sovrap­ densatori all'uscita, e sono ali­
gresso, si deve posizionare il se­ posto alla continua; sulla pre­ mentati asimmetricamente.
lettore dell'ingresso su AC, cedente scala non vedremmo
possiamo farlo anche su DC, se niente. Però se spostiamo il se- Onda quadra
vogliamo vedere il livello della lettore dell'ingresso su AC, eli­
continua. A questo punto, minando la corrente continua, Fra i segnali periodici si segnala­
dobbiamo tener conto di un potremo aumentare gradata- no quelli quadrati: a prima vista
fattore molto importante. Il li­ mente la sensibilità. Vedremo hanno una forma quasi perfetta,
vello della continua e il segnale allora che la linea inizierà ad anche se analizzando bene l'im­
alternato, non sempre possono "ingrassare" fino a quando si pulso, vediamo che non è perfet­
essere visualizzati simultanea­ vedrà una sinusoide quasi per­ to e la tensione non sale e non
mente. Facciamo un esempio fetta di 100 Hz e di 100 mV di scende verticalmente; e in alcuni
pratico: supponiamo di dover
misurare il segnale di uscita di
una fonte di alimentazione di
corrente continua da 48 Volt.
Posizioniamo l'attenuatore del­
la sonda su x10, collochiamo il
selettore ■ dell'ingresso su
1 V/DIV, cioè un Volt per divisio­
ne, e utilizzando il procedimen­
to prima indicato vedremo che
la linea orizzontale si sposta
verso l'alto di 4 posizioni com­
plete, più quasi tutta la succes­
siva, tenendo conto che la son­
da sta misurando 48 Volt. Però
se volessimo vedere il ripple
dell'alimentatore, che suppo­
niamo costituito da un raddriz­ Applicando una tensione continua, la linea si sposta in senso verticale,
zatore a ponte, dovremmo cer­ in questo esempio di 5 divisioni essendo il selettore della sensibilità 1V/DIV ci indica
care un debole segnale, per che la tensione applicata all'ingresso dell'oscilloscopio è di 5 Volt.

95 TEORIA: Misure con l'oscilloscopio


Teoria ___ 96
Misure con l'oscilloscopio

casi contiene deforma­


zioni importanti. In un
segnale formato da un
treno continuo di im­
pulsi, se ne deve ana­
lizzare il periodo, op­
pure detto in maniera
più semplice, la porzio­
ne di segnale di livello
alto più la porzione a li­
vello basso. La somma
di questi due tempi
forma il periodo del se- Onda sinusoidale. Le linee ausiliarie delimitano un Onda del tipo a "dente di sega"
gnale in esame. La fre- periodo completo, in questo caso è un segnale da 3,4 V di ampiezza e con una
quenza è l'opposto del sinusoidale da 1,89 kHz e con un'ampiezza di3,6 V. frequenza di 896 Hz.
periodo, risulta cioè
dalla divisione dell'unità per il in cui il segnale sta a livello alto, ca tende ad essere chiamata se­
periodo. Alcuni oscilloscopi di­ può essere uguale al livello basso, gnale a dente di sega, denomi­
spongono di marcatori, visualiz­ oppure variare ed essere più largo nazione più accertata, perché
zati in forma di due righe verti­ o più stretto, ma non dobbiamo come per le seghe, i picchi pos­
cali, posizionabili mediante al­ confondere la larghezza dell'im­ sono essere più o meno inclina­
cuni pulsanti; in questo modo pulso con la frequenza. Se si ti; l'inclinazione, ovvero le pen­
situandoli nei due punti che de- mantiene la somma dei tempi in denze dei due fronti di salita e di
. finiscono il periodo forniscono cui il segnale è a livello alto e a li­ discesa possono essere uguali
sullo schermo la lettura diretta vello basso, la frequenza non fra loro, diversi, oppure uno dei
della frequenza. In alcuni oscil­ cambia. L'ampiezza dell'impulso due fronti potrebbe essere an­
loscopi si deve moltiplicare il nu­ è la differenza tra il livello alto e che praticamente verticale. Il
mero delle divisioni orizzontali, quello basso e si misura contando periodo è uguale per qualunque
che il periodo copre per il molti­ il numero di divisioni tra i due. segnale periodico: si sceglie un
plicatore, che la base tempi ci punto e si segue il segnale fino
indica; così si ottiene il tempo e Onda triangolare a trovare un altro punto uguale
calcolando il suo opposto si ot­ a partire dal quale il segnale tor­
tiene la frequenza. La durata L'onda triangolare ha forma di na a ripetersi. Per calcolare il pe­
dell'impulso attivo, il tempo cioè triangolo, anche se in elettroni- riodo, e a partire da esso anche

100- ■ ....


....

Onda quadra con una frequenza


Visualizzazione di un'onda quadra di 2 V di ampiezza massima di 957 Hz e di 4,8 V di ampiezza. Si osserva che
e con una frequenza di 520 Hz. In questo caso, le linee ausiliarie verticali il tempo in cui il segnale è a livello
posizionate agli estremi del periodo ci indicano la frequenza. alto è molto diverso da quando è a livello basso.

TEORIA: Misure con l'oscilloscopio 96


Teoria _ —.. ... -___ _____ 96
Misure con l'oscilloscopio

—:
T'5B0PS raffi!"

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L
Anche alcuni oscilloscopi hanno linee orizzontali ausiliari
per misurare l'ampiezza da picco a picco.
t
In un oscilloscopio a due canali si possono visualizzare
In questo caso segnano esattamente 3,63 Volt. simultaneamente due segnali.

la frequenza, si misura la distan­ co si divide per due e si ottiene Modo XY


za tra i due punti contando le Vp. Per calcolare il valore effica­
divisioni orizzontali. ce, che è quello che misurano i Gli oscilloscopi dispongono an­
multimetri, si deve tornare a di­ che della modalità XY, la cui
Onda sinusoidale videre il valore del picco per la comprensione può risultare ab­
radice di 2. A titolo di esempio bastanza complicata per i prin­
L'onda sinusoidale corrisponde a diremo che la tensione della rete cipianti.
un tono puro, composto da una da 220 Volt ha 311 Vp e 622 Se si applica un generatore
sola frequenza e in assenza di di­ Vpp. Ma attenzione, queste for­ sinusoidale all'asse X e un altro
storsioni armoniche. La frequen­ mule sono valide solamente per all'asse Y si ottiene un anello
za si misura come nel preceden­ un'onda di forma sinusoidale. che gira per uno dei suoi dia­
te caso, l'ampiezza si misura in metri, a livello di visualizzazio­
verticale contando le divisioni e Canali ne potrebbe essere anche solo
moltiplicando per l'indicazione una linea. La posizione del cer­
del comando della sensibilità. Gli oscilloscopi possono avere chio indica lo sfasamento o il ri­
Misurando la sensibilità tra i due diversi canali per visualizzare si­ tardo fra segnali applicati all'in­
picchi positivi e quelli negativi si multaneamente più forme d'on­ gresso. Se i segnali sono multi­
ottiene l'ampiezza da picco a da, pertanto hanno diversi in­ pli, si ottiene una tipica figura
picco, rappresentata da Vpp; gressi indipendenti e anche indi­ in movimento dall'aspetto tridi­
per calcolare la tensione del pic- pendenti controlli di sensibilità. mensionale.

Figure ottenute grazie alla modalità XY applicando onde sinusoidali di frequenza uguale o multiple una dell'altra.

96 TEORIA: Misure con l'oscilloscopio


Teoria 97
Osservazione dei segnali sullo schermo di un oscilloscopio
Alcuni segnali possono essere facilmente identificati sullo
schermo di un oscilloscopio.
ueste pagine sono state
scritte pensando soprat­
tutto a chi non possiede
un oscilloscopio. Le immagini
sono reali: è stato impiegato un
comune oscilloscopio e tutte le
misure effettuate sono facil­
mente ripetibili, anche se chi le
effettua non ha familiarità con
questo strumento. Potete rea­
lizzare vari tentativi fino a riu­
scirci. Osservando i segnali del­
l'oscilloscopio possiamo trarre
molte conclusioni.

Distorsione
Con l'ausilio di un generatore, Fotografia di un'onda sinusoidale presa dall'uscita di un amplificatore audio.
mandiamo all'ingresso di un È uguale al segnale applicato all'ingresso: è una sinusoide quasi perfetta e pertanto
amplificatore audio, un segnale ha una distorsione bassissima.
sinusoidale perfetto. Se osser­
viamo sullo schermo di un
oscilloscopio l'uscita dell'ampli­
ficatore, vediamo che il segnale
è perfettamente definito e che
conserva la forma geometrica
di un segnale sinusoidale; la di­
storsione del segnale sarà sicu­
ramente bassissima, minore
dell'1%. Per misurare la distor­
sione esistono apparecchiature
specifiche, che sono solitamen­
te integrate negli analizzatori
audio; se vediamo che il segna­
le è tagliato o deformato, sicu-

Quando si cerca di estrarre troppa potenza da


un amplificatore l'ampiezza del segnale si avvicina
a quella dell'alimentazione. Non può salire
ulteriormente e viene tagliato. Quando la distorsione
supera il 5%, ce ne accorgiamo a orecchio,
mentre se supera il 10% diventa anche molesta.

ramente misureremo un alto li­


vello di distorsione.
Non sempre la distorsione di
un segnale è causata dall'am­
plificatore; se per esempio ap­
plichiamo all'ingresso di un
amplificatore un segnale audio
di livello eccessivo, l'uscita risul­
Segnale di onda triangolare corrispondente a una delle uscite terà tagliata e molto distorta.
dell'esperimento "TECNICHE 33". Se la sinusoide è leggermente

TEORIA: Osservazione dei segnali sullo schermo di un oscilloscopio 97


Teoria 97
Osservazione dei segnali sullo schermo di un oscilloscopio

visualizzati i segnali periodici,


sia quelli provenienti da un ge­
neratore sia quelli che si posso­
no ottenere da altre apparec­
chiature, di cui molte sono pra­
ticamente alla portata di tutti.
In queste pagine presenteremo
i segnali di uscita corrisponden­
ti a uno degli esperimenti effet­
tuati con il laboratorio. Notate
che malgrado la semplicità del
circuito i segnali ottenuti pos­
siedono una forma geometrica
quasi perfetta.

Segnali del video


Segnale di un'onda quadrata corrispondente a una delle uscite del circuito Anche se esistono strumenti
dell'esperimento "TECNICHE 33". specifici per visualizzare i se­
gnali video, è possibile farlo an­
tagliata al di sopra o al di sotto, un'onda triangolare, essa suo­ che con un oscilloscopio.
avremo una distorsione di circa na diversamente rispetto a una Come abbiamo già detto in
il 5%. Questo livello di distor­ sinusoidale e a una quadrata un'altra occasione, il segnale vi­
sione inizia a essere apprezzabi­ perché nello spettro sonoro ha deo contiene l'informazione
le a "orecchio", mentre se su­ una diversa distribuzione delle dell'immagine mentre il segnale
pera il 10% diventa "molesto". armoniche. Questo è uno dei audio contiene quella del suo­
Se aumenta ancora diventa motivi per cui gli strumenti mu­ no. Possiamo ottenere questi
praticamente inaccettabile. sicali suonano diversamente, segnali sia dai connettori AU­
La distorsione si misura con anche se emettono la medesi­ DIO OUT di un riproduttore vi­
un segnale sinusoidale, perché ma nota nella medesima scala. deo, sia da una videocamera o
quest'ultimo contiene un tono da quelli di un televisore: sono
puro, cioè un'unica frequenza. Forme dell'onda solitamente connettori RCA di
Un segnale quadrato possiede colore bianco o rosso. Normal­
una forte distorsione armonica: Sullo schermo di un oscillosco­ mente possiamo disporre an­
oltre alla frequenza fondamen­ pio possono essere facilmente che di un altro connettore de­
tale contiene delle componen­
ti di frequenza armonica e,
sempre nel caso dell'onda qua­
drata, dispari. Se abbiamo un
segnale quadrato di 1 kHz, per
esempio, esso conterrà delle
armoniche di 3, 5 e 7 kHz: le
armoniche a frequenza più alta
hanno intensità minore. Que­
ste frequenze armoniche ag­
giunte sono udibili: per questo
un segnale quadrato da 1 kHz
si sente in maniera diversa ri­
spetto a uno sinusoidale da 1
kHz. Se scegliamo una qualun­
que onda che non sia sinusoi­
dale, essa ha sicuramente delle Per poter effettuare delle misure nei nostri esperimenti, colleghiamo la pinza della
armoniche. Se ascoltiamo massa della sonda a (-) e il puntale a una qualunque uscita.

97 TEORIA: Osservazione dei segnali sullo schermo di un oscilloscopio


Teoria 98
Osservazione dei segnali sullo schermo di un oscilloscopio

nominato VIDEO OUT: in corrispondente; se


genere un RCA giallo. Sia non la si collega, la vi­
i segnali video che quelli sualizzazione può es­
audio possono venire vi­ sere molto disturbata
sualizzati sullo schermo o addirittura impossi­
di un oscilloscopio, ma se bile.
i suddetti segnali vengo­
no modulati con portanti Segnale a barre
di radiofrequenza e con­
vertiti in un canale del te­ Un segnale tipico uti­
levisore, non possono es­ lizzato nei video è il
sere visti con un oscillo­ segnale delle bande
scopio. Non possiamo verticali che, essendo
cioè vedere i segnali cap­ Segnale di uscita video corrispondente a una immagine costituito da linee tut­
tati da un'antenna o quel­ di barre verticali sullo schermo. te uguali, può essere
li in uscita dalle connes­ visto perfettamente
sioni ANT o RF OUT di un sullo schermo di un
videoriproduttore. Avre­ oscilloscopio e ha il ti­
mo comunque all'uscita pico aspetto di una
VIDEO OUT un segnale vi­ scala. Ogni scalino
deo demodulato corri­ corrisponde a un di­
spondente all'emissione verso livello di lumi­
su cui siamo sintonizzati, nanza.
e che possiamo osservare Per maggior chia­
anche sullo schermo di un rezza, ricordiamo che
oscilloscopio. Non vedia­ in questo caso l'im­
mo l'immagine, ma magine video mostra
l'informazione video, di delle barre verticali,
modo che in un sistema ed è costruita con
PAL da 625 linee, ogni li­ Video che mostra il segnale a barre che stiamo vedendo molte linee orizzon­
nea si vede tra due impul­ sullo schermo dell‘oscilloscopio. tali.
si del sincronismo oriz­
zontale. La frequenza di questo scart, perché molti apparecchi Livello del bianco
segnale è di 15.625 Hz. non possiedono i connettori e del nero
I segnali VIDEO OUT e AU­ dell'uscita del tipo RCA. Ci si de­
DIO OUT sono disponibili anche ve ricordare di collegare sempre Il livello del segnale video è
in un euroconnettore, o presa la pinza della massa del segnale compreso tra due valori estre-

4-
E ~

4-H- -+4+4-H-r+-
fi
IK
i T

Dettaglio di un segnale video. Questa zona corrisponde


■■ yi>200»U~

Segnale di uscita di una videocamera quando la si mette


al segnale di burst o salva colore. a fuoco su una superficie bianca ben illuminata.

TEORIA: Osservazione dei segnali sullo schermo di un oscilloscopio 98


Teoria 98
Osservazione dei segnali sullo schermo di un oscilloscopio

quali accessibili anche agli uten­


ti, come la luminosità, il contra­
sto, il colore eccetera.
Logicamente sull'oscillosco­
pio è possibile visualizzare bene
solamente i parametri delle
barre; le altre mappe di regola­
zione contengono linee diver­
se, che producono sullo scher­
mo una specie di nube in movi­
mento tra due impulsi di sin­
cronismo orizzontale, che inve­
ce si vedono abbastanza bene.


Segnale di uscita di una videocamera quando
non riceve luce: si vede il livello del nero. jll . __
. I-U. d—
4-~- _ .
I : __
mi, il bianco e il nero, che sono
facilmente identificabili: basta
collegare l'uscita video di una
videocamera all'oscilloscopio.
g----
8
.


4-1 I ì fi I F

L M' ,i...
fl "I
_• ? OH I
Quando mettiamo a fuoco un
Si
foglio, o una parete bianca e
perfettamente illuminata, otte­
■ -10------ —- ---- )- -4—---
- ... ■
niamo il limite superiore (il livel­
lo del bianco) e quando tappia­
mo l'obbiettivo otteniamo il li­
H
■K
yt-seemu»
__

■ I
mite inferiore (il livello del ne­
ro). Se mettiamo a fuoco una Quando le linee cambiano e le immagini si sovrappongono non è facile identificare
videocamera su un qualunque il segnale; questo segnale per esempio è quello di una mappa di regolazione.
oggetto, vediamo che il livello
fluttua nell'ambito dei suddetti -
limiti. Nelle videocamere è mol­
to importante regolare bene il
bianco, anche se quelle moder­
ne lo fanno automaticamente.
hhhh ìbbbb'
bb"
Mappe di regolazione IH
Esiste una notevole varietà di 3HB 81
HBBF
ddzol
iiBBr
BBHIII Affluii
generatori di segnali per la re­
golazione dei monitor dei vi­
BB1I
deoregistratori e dei televisori:
bbeli
si chiamano mappe e ciascuna
di esse consente di effettuare HB! t
un tipo di regolazione. Esistono
differenti trame, barre verticali, BBBBBBBBBBBBS
quadrati colorati, cerchi, ecce­ bbbbbbìbbbbbbbbbbbf
•—“—•
tera. Questi consentono una re­
golazione di determinati para­ Sul video si vede la mappa di regolazione, il cui segnale è visualizzato con
metri degli schermi, alcuni dei l'oscilloscopio nella figura precedente.

98 TEORIA: Osservazione dei segnali sullo schermo di un oscilloscopio


Teoria 99
Contatori digitali (II)
Vediamo i diversi tipi di contatori digitali
classificandoli in funzione del loro segnale del clock.
roprio come abbiamo visto
Q +Vcc
~ ' nella parte introduttiva ri­
guardo ai contatori e come
abbiamo scoperto nei moltepli­ CLOCK J 0 - J 0 -J Q
ci esperimenti realizzati lungo INPUT
“L_rLn_o—I—d>cp <>CP <>CP
questa opera, questo tipo di di­
spositivi ha un campo di appli­ Q

a
----- K R Q - K R Q - K R
cazioni molto ampio. Li possia­ ^7 Y
mo utilizzare in: frequenzimetri,
orologi, divisori di frequenza,
sequenziatori per il controllo in­
dustriale, temporizzatori ecce­
tera. In pratica vengono usati in q2ó
Qo Qi
generale per tutte quelle appli­
cazioni in cui ci sia bisogno di
contare gli impulsi. Vedremo CLOCK
fondamentalmente due tipi di INPUT

contatori: i sincroni e gli asin­


0 1 0 1 0 1 0 1
croni. I primi garantiscono una Qo
maggior velocità di funziona­
mento e non presentano l'in­ Qi 0' 1 : 1 L 0 0 flo »_r
conveniente di avere degli stadi
transitori, anche se possono Q2 o; o 0 o r 1 : 1 :1 o :
sembrare più complicati, men­ ‘ _11— '
Transitory state
tre i secondi sono molto più
semplici.
Il contatore asincrono a modulo 6 ci permette di contare da 0 a 5. A questo scopo si
Contatori asincroni rileva il numero 6, che resetta tutti i flip-flop, e il conteggio ricomincia.

Questo tipo di contatori viene contatore di questo tipo a quat­ mo alla tensione di alimentazio­
ottenuto partendo da dei bista­ tro uscite e la rappresentazione ne pari a +Vcc). Alle uscite da
bili configurati a T e collegati del segnale in ciascuna di esse, QO a Q3 otteniamo il numero
uno di seguito all'altro di modo è chiarissimo. Si tratta di un binario corrispondente al nu­
che l'uscita di uno, Qi, sia l'in­ contatore a 4 bit realizzato con mero degli impulsi dell'ingres­
gresso del clock per il successi­ bistabili JK configurati a T (unia­ so. Nel bistabile a cui applichia­
vo, CLKi + 1. L'esempio di un mo gli ingressi J e K e li mettia- mo il segnale del clock esterno
(CLOCK) otteniamo l'uscita di
minor peso del contatore (QO).
Q +Vcc Dato che i bistabili sono confi­
gurati a T la frequenza di uscita
CLOCK j Q j Q j Q J Q di ognuno sarà la metà rispetto
INPUT
n_n_n_o—kbcp >CP >CP >CP all'ingresso del clock. Possiamo
-K R Q k r a|- K R Q K R Q verificarlo nel diagramma dei
Y tempi corrispondente. Quando
arriviamo al valore massimo del
conteggio (QO = Q1 = Q2 - Q3
= 1) il contatore torna allo stato
iniziale (QO = Q1 = Q2 0 Q3 =
Qo Qz O3 0) e il processo continua.
Di conseguenza il numero
Dei contatori che esistono nelle applicazioni lente, forse il più economico e utilizzato massimo di stati differenti è 16
è l'asincrono BCD che conta da 0 a 9. Si basa e la sua massima capacità di
su un contatore a 4 bit (da 0 a 15) nel quale si rileva il 10 e si resetta il conteggio. conteggio arriva a 15. Il massi-

TEORIA: Contatori digitali (II) 99


Teoria 99
Contatori digitali (II)

Q +Vcc

Qo Qi Q2 C>3
- 1J - 1J -n - 1J
CLOCK
O- <(>C1 q>ci -cpci <{>C1
1K 1K 1K 1K

RESET|O
T
R R R
r R

Q? Qi q2 Q?
I
CLOCK
INPUT

Qo 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0

Q1 Q P n 0 ; 0 I 0 p. 0 q I 1 ; P_J. lP P_
q2 o; o 0 0 0 0 0 o n 1 1 1 1 1 1 1

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Per costruire un contatore binario puro basta inserire le uscite e gli ingressi
dei flip-flop come indicato nell'illustrazione, / segnali in ogni uscita saranno di frequenza doppia rispetto al successivo.

mo numero degli stati del conta­ locità di questo tipo di conta­ Asincroni di modulo n
tore N = 2n dove enne è il nume­ tori è limitata perché sono
ro dei bit del contatore e si chia­ collegati in serie (ognuno ri­ La struttura di un contatore
ma "modulo del contatore". ceve il segnale dal preceden­ asincrono che abbiamo visto è
Se trattiamo il contatore co­ te), I ritardi di propagazione sempre valida per formare un si­
me un divisore di frequenza, sono trascurabili per le basse stema contatore per qualunque
ogni bistabile si comporta come velocità, ma diventano im­ capacità di conteggio: basta
un divisore per due, all'uscita portanti per le alte frequen­ collegare in serie più bistabili.
Q1 avremo una divisione per ze. Ad ogni modo si ottiene sempre
quattro, alla Q2 per otto e alla
Q3 per sedici. Nei contatori,
quindi, il modulo indica quale
sia la massima divisione per po­
tenza che è possibile raggiun­
gere con un contatore.
Per quanto concerne la ve­
locità di funzionamento, dato
che i bistabili commutano in
serie, i tempi di programma­
zione si sommano, cosicché il
tempo totale che intercorre
nel percorrere tutti gli stati
possibili verrà direttamente
dato dalla velocità del clock:
Tclk x N.
Dobbiamo fare una consi­ Per realizzare un contatore ascendente/discendente basta aggiungere una piccola
derazione importante: la ve- logica di selezione che scelga l'uscita Q (up) o la /Q (down).

99 TEORIA: Contatori digitali (II)


Teoria _____ ; 100
Contatori digitali (II)

un contatore con un modulo


potenza di 2 (2n), perciò la sua
capacità di conteggio sarà di
(2n1), cioè di 3 (2 bit), 7 (3 bit),
15 (4 bit), 31 (5 bit) eccetera.
In molti casi si ha bisogno di
un contatore con modulo diver­
so da 2n, un contatore cioè che
non conti sino al suo massimo
ma fino a un numero che ci in­
teressa per poi tornare al nume­
ro iniziale e ricominciare. Spie­
ghiamo con un esempio in cui il
conteggio va da 0 a 5.
Dato che dobbiamo contare
fino a 5, sono necessari tre bi­
stabili. Il metodo che utilizzere­
mo è la rilevazione dei bit a 1
della quantità successiva a 5
(101), cioè 6 (110) e quando si
produce, deve resettare il con­ Uno dei dispositivi più utilizzati oggi è il modem; in esso si attua
tatore e farlo tornare a zero. Il un rigoroso conteggio di tutti i bit che gli arrivano, avvisando il PC quando è pieno
numero 6 viene rappresentato per trasmettergli un pacchetto di dati.
come Q2 - 1, Q1 =1 e Q0 = 0
per cui alle uscite Q1 e Q2 inse­ che abbiamo fatto per il conta­ Asincrono ascendente/
riremo una porta. Se dobbiamo tore con modulo 6, possiamo discendente
resettare tutti i flip-flop a livello farlo per qualsiasi altro contato­
basso, la porta dovrà essere una re con un altro valore. Quello Per ottenere un contatore
porta NAND perché con le sue forse più utilizzato è a modulo ascendente si deve collegare
entrate a livello alto l'uscita sarà 10 per rappresentazioni BCD. In l'uscita Q di ciascun flip-flop al­
0. Come possiamo vedere nel­ questo caso per contare da 0 a l'ingresso di clock del bistabile
l'illustrazione corrispondente 9 si deve resettare quando arri­ successivo. Perché il contatore
appare uno stato transistorio va al 10 (Q3 = 1, Q2 = 0, Q1 = conti in modalità discendente,
che genera il reset del contato­ 1 e QO = 0). Collocheremo per­ dovremo unire l'uscita /Q di
re. Si rappresenta nel diagram­ tanto alle uscite Q3 e Q1 una ogni flip-flop all'ingresso del
ma dei tempi e anche se è un'u­ porta NAND e la sua uscita an­ clock del successivo. In questo
scita non voluta grazie alla sua drà collegata a tutti gli ingressi modo possiamo imporre una
brevità non dà problemi. Quello del reset dei flip-flop. logica di selezione all'uscita di
ogni flip-flop per far sì che in
funzione dello stato di un ter­
minale U/D (UP/DOWN) il con­
Qo Qi Q2
tatore conti in modalità ascen­

CLOCK
INPUT
Q J dente o discendente.

“LTLTLO—t—C >C1 Contatori sincroni


R Q> R Q>
I contatori sincroni sono carat­
RESET O-
Y terizzati dal fatto che tutti i loro
bistabili ricevono il medesimo
segnale del clock; cambiano di
stato nello stesso tempo, ossia
/ contatori sincroni sono caratterizzati dal fatto che i flip-flop che li costituiscono in maniera sincrona. Ciò fa sì
hanno tutti i segnali di clock uniti. Per i dati si deve determinare una speciale logica. che non appaiano stati fransi-

TEORIA: Contatori digitali (II)


100
Teoria 100
Contatori digitali (II)

Il contatore sincrono
UP
binario puro è il più
Q +Vcc q1 °o2 semplice e la logica
che si deve imporre è
- JO Qo J1 Qi - J2 a2 J3 a3 formata da una
CLOCK
<>CP >CP <>CP >CP semplice porta AND.
+Vcc - K0 R Qo K1 R 5, - K2 R Q2 K3 R Q3
A seconda

ZI JZL se sia ascendente o


discendente
RESET .6
verrà presa l'uscita

I Qo Qi Qo Qi Q2
Q ola !Q.

DOWN

Q +Vcc o1 p2 ¥
lo contatore. Per
CLOCK
- J0 Qo J1 Q1 - J2 q2 J3 Qa poter collegare tra
<>CP >CP <>CP >CP di loro dei conta­
+Vcc - KO R Qo K1 R Q. — K2 R Q2 K3 R Qa tori, si deve soddi­

RESET|ò
ZI sfare una condi­
zione fondamen­
tale: che siano
1 Qo Q1 Qo Q1 Q2 configurati
medesimo modo.
nel

Questo significa
stori indesiderati alle loro usci­ dette porte AND le uscite Q dei che gli ingressi di selezione della
te, e inoltre che siano più veloci bistabili, mentre se è discen­ modalità del conteggio (ascen-
rispetto agli asincroni. Dato che dente gli ingressi delle porte sa­ dente/discendente), gli ingressi
il clock si collega a tutti i bista- ranno le uscite /Q (vedi illustra­ di SET e RESET, i comandi per il
bili, questi ultimi si attivano tut­ zione). conteggio in binario/decimale,
ti insieme. La connessione degli devono essere impostati allo
ingressi dei dati dipende dalle Interconnessione stesso livello logico. Il passo suc­
caratteristiche del contatore e si di contatori cessivo è collegare dei terminali
fa basandosi su una metodica che siano già stati disposti per
di progettazione predetermina­ È logico poter disporre in un si­ questo scopo e che sono nor­
ta e lunga, per mezzo delle ta­ stema di diversi contatori colle­ malmente chiamati CARRY IN e
vole di Karnaugh. Il caso più gati tra di loro: possono contare CARRY OUT (riporto d'ingresso
semplice è il contatore binario più di quanto non faccia un se­ e riporto di uscita).
puro, che può essere costruito
in maniera totalmente mecca­ Q +Vcc
_^1
nica utilizzando delle porte
AND che gestiscono le uscite '0

intermedie. Se il contatore è J
ascendente da 0 a 15 si prende­
ranno come ingressi delle sud-
'0 ZE
U/D
__ 9
B/D U/D
_9
B/D
ZE
U/D
__ 9_
B/D

CLOCK 15■ CLK Co 7 15 CLK Co 7 1 5 CLK Co 7


INPUT
Per collegare tra di loro dei contatori 5 5 5
‘ CI 4029 CI 4029

w
CI_______ 4029
asincroni la "regola d'oro"
da seguire è collegare tutti I segnali di
controllo uniti in tutti I Qq Qi Q2 Q3
nti
Qq Qi Q2 Q3
ITTI
Qq Qi Q2 Q3

contatori e il segnale di CARRY OUT COUNTER


Qq Qi Q2 Q3 Q4 Q5 Qg Q7 Qg Qg Q10Q1I ....
di ogni contatore all'ingresso N BITS

del clock (CLK) del contatore successivo.

<O
100 TEORIA: Contatori digitali (II)
Teoria 101
Sistema di alimentazione ininterrotta
I computer e gli apparecchi che controllano dei servizi
importanti non possono dipendere
lipendere
esclusivamente dalla rete di di_
distribuzione
__ ’L dell'elettricità.
Itimamente sono molto
conosciuti gli apparecchi
SAI, abbreviazione di Si­
stema di Alimentazione Ininter­
rotta, e la loro applicazione si
sta estendendo anche all'utiliz-
zo domestico. Finora gli appa­
recchi cessavano di funzionare
quando c'era un black-out di
energia, per ricominciare quan­
do questa si ristabiliva. Gli ap­
parecchi informatici però subi­
vano dei danni nei programmi,
e cosa ancor più grave, perdite
di dati e di molte ore di lavoro.
Tutti sanno che un computer
non si spegne semplicemente
schiacciando un interruttore.
Quando parliamo di computer Apparecchi ad alimentazione ininterrotta da 325 VA a 2500 VA.
dobbiamo pensare per esem­
pio ai computer che controlla­ che si usano per le operazioni, gazione aerea e l'illuminazione
no l'amministrazione di un'im­ oppure quelli di una UCI (Unità segnaletica di un aeroporto
presa, i dati riguardanti i movi­ di Cure Intensive). È importante non possono avere delle avarie,
menti bancari, il funzionamen ­ che il chirurgo, per poter ope- Nei grandi magazzini la man­
to delle reti telefoniche, le tarif­ rare, abbia sempre la luce e che canza di illuminazione può
fe delle chiamate, eccetera. le delicate apparecchiature che creare situazioni di panico e
C'è anche un'altra serie di ap­ utilizza non sbaglino e soprat­ quindi di pericolo, oltre a pre­
parecchiature a cui si deve assi­ tutto non siano soggette a giudicare l'aspetto economico.
curare l'alimentazione: per black-out. Anche per altre attività convie­
esempio l'illuminazione di una Alcune apparecchiature co­ ne disporre di apparecchi ad
sala operatoria e gli strumenti me i sistemi di aiuto per la navi- alimentazione ininterrotta; in
un ristorante prestigioso, per
esempio, non è opportuno do­
ver far uscire tutti i clienti per
un black-out elettrico.

La soluzione
La soluzione è diversa a secon­
da dei casi, e deve essere ade­
guata alle esigenze. La denomi­
nazione SAI (in inglese UPS
Uninterruptible Power Sup-
plies) si applica ad apparecchi
che danno continuità all'ali­
mentazione della rete: per
black-out di breve durata utiliz­
zano energia immagazzinata
nelle batterie e mantengono
l'alimentazione, a seconda del­
l'applicazione, tra 5 e 20 minu­
ti. Questo periodo di tempo
/ SAI più moderni dispongono di software di shutdown per diversi settori informatici. serve per chiudere gli archivi e

TEORIA: Sistema di alimentazione ininterrotta 101 I


Teoria 101
Sistema di alimentazione ininterrotta

proteggere così i dati, o black-out. Si calcola


dare il tempo, nel caso che il 25% dei danni
il sistema sia stato pro­ subiti dai sistemi infor­
gettato a questo scopo, matici derivino da
perché i motori a scop­ black-out del sistema
pio che fanno funzio­ energetico, e che in
nare i generatori ausi­ qualche caso possano
liari, partano e raggiun­ danneggiare il sistema,
gano la velocità di regi­ e che per ripararlo ser­
me utile. Questo siste­ vano ore se non giorni.
ma è necessario quan­ Ne potrebbero derivare
do il consumo è eleva­ quindi enormi perdite
to. Le soluzioni sono di­ economiche: pensiamo
verse e richiedono per al denaro perso da una
ogni caso un'analisi compagnia telefonica
particolareggiata; in un che perde anche solo
piccolo studio, per un'ora di tariffazione.
esempio, basterà senti­ Non si deve pensare a
re l'allarme acustico per proteggere solamente
chiudere i programmi e gli utenti della rete ma
salvare i dati, anche se anche tutta la strumen­
ci sono SAI e program­ tazione e gli apparecchi
mi che possono ese­ ausiliari come modem,
guire automaticamente I SAI devono avere un pannello di indicatori con spie che ne fax, stampanti, swit-
le operazioni di chiusu­ testimonino lo stato di funzionamento. ches, centralini telefoni­
ra. Un altro esempio è ci di uffici eccetera. Esi­
costituito da una sala operato­ Sistemi informatici stono modelli di SAI di ogni di­
ria che potrebbe consumare mensione e per ogni applica­
per esempio 3 kVA per i quali è Tanto più importante è un si­ zione; inoltre, se necessario
necessario un generatore. An­ stema informatico tanto più ha devono essere in grado di man­
che se di ottima qualità potreb­ bisogno di essere protetto dai tenere un dialogo con il siste­
be impiegare per partire da 1 ma informatico per spegner­
a 2 minuti: durante questo lo, se consentito, nel caso il
lasso di tempo l'alimentazio­ black-out sia prolungato,
ne deve essere mantenuta perché non sempre c'è una
con un SAI. persona davanti a ogni com­
Dato che si tratta di circo­ puter oppure perché l'opera­
stanze delicate è meglio che il tore può assentarsi per quei
SAI sia in grado di garantire pochi minuti in cui potrebbe
l'alimentazione per un mag­ verificarsi un problema nella
gior periodo di tempo, ad rete. Non si deve mai affidare
esempio 30 minuti, perché se un sistema informatico unica­
il generatore dovesse essere mente all'esistenza di un ge­
guasto, questo periodo di neratore, ausiliario perché il
tempo servirebbe a trovare tempo che quest'ultimo im­
altre soluzioni o a prendere piega a partire è troppo lun­
decisioni importanti. I tempi go per il primo. Il costo degli
che abbiamo dato finora pos­ apparecchi SAI si ammortizza
sono andare bene in un'eve­ rapidamente, perché essi ri­
nienza e non in un'altra; insi­ ducono al minimo le perdite
stiamo nel dire che si deve dovute ai black-out o alle al­
studiare con molta attenzio­ SAI da 1500 VA a 4000 VA destinato tre perturbazioni della rete
ne ogni caso. a diverse applicazioni. che vedremo in seguito.

101 TEORIA: Sistema di alimentazione ininterrotta


Teoria 102
Sistema di alimentazione ininterrotta

m$)J scono nel funziona­ Schema base


mento degli apparec­
chi provocando perdi­ Ogni costruttore ha un diverso
7 te di dati e avarie nei schema per ogni SAI, oltre a va­
sistemi. ri modelli e la protezione offer­
"©1/ ,“2 Anche un repenti­ ta da questi sistemi aumenta
no abbassamento di sempre più. Tuttavia semplifi­
tensione per accen­ cando molto possiamo dire che
sione di motori o spe­ un SAI è un sistema che con­
gnimento di gruppi verte l'energia della rete in con­
-■1
elettrogeni (abba­ tinua per caricare la batteria, e
stanza frequenti per che utilizza un convertitore o
victron la mancanza di com­ inverter per convertire l'energia
bustibile) può costi­ continua della batteria in ener­
tuire un problema. gia sotto forma di corrente al­
Un'altra situazione a ternata, simile a quella dell'in­
£= rischio è il verificarsi gresso per frequenza e tensio­
di microcorti, o man­ ne. È il sistema detto a doppia
canze molto brevi conversione. Non è semplice,
nell'erogazione, che perché bisogna evitare che i
possono danneggiare picchi di tensione della rete,
Sistema di alimentazione ininterrotta in rack da seriamente le appa­ quando si collega e si scollega
19 pollici; ha un sistema di gestione attraverso la rete recchiature. l'alimentazione, arrivino al
informatica, per garantire un ottimo sfruttamento Tutte queste pertur­ computer: si deve evitare che
e la massima protezione dei dati. bazioni possono a l'inverter generi interferenze, si
volte far saltare i si­ deve stabilizzare la frequenza,
Altri problemi stemi di protezione della rete controllare la carica delle batte­
come i differenziali o i magne- rie, cercare di sfruttare diretta-
Oltre ai black-out di energia fa­ totermici, per cui conviene sa­ mente la rete quando si può,
cilmente riscontrabili a occhio pere dove sono stati
quando la luce nell'ufficio installati i quadri elet­
manca, ci sono altri problemi trici e avvertire sem­
molto gravi e in alcuni casi dif­ pre quando si ricolle­
ficilmente riscontrabili. A volte ga la corrente.
si verificano delle sovratensioni A molti di questi
superiori al 10% causate da problemi si ovvia con i
una diminuzione del consumo sistemi di protezione,
nell'ambito della zona di forni­ ma conviene che an­
tura, che provocano errori di che l'apparecchio sia
trasmissione dei dati, lampeg­ protetto al massimo -
giamento delle luci e anche i SAI proteggono da
spegnimento dei sistemi. quasi tutti i problemi
A volte appaiono dei picchi elencati. Nel caso di
di tensione molto elevati dovu­ un fulmine è necessa­
ti alla connessione e disconnes­ rio aggiungere una
sione di carichi induttivi come protezione in più,
motori o disturbi derivanti da poiché i SAI proteg­
scariche atmosferiche, che pos­ gono solamente dalle
sono anche provocare dei dan­ tensioni residuali;
ni fisici evidenti dell'hardware. questa protezione de­
Possono esserci anche pertur­ ve essere collocata
bazioni elettromagnetiche o di nell'installazione del­ Sistema di alimentazione ininterrotta
radiofrequenza che interferi­ l'edificio. da 160a500kVA.

TEORIA: Sistema di alimentazione ininterrotta 102


Teoria 102
Sistema di alimentazione ininterrotta

SAI da 1 a 3 kVA, tensione d'ingresso da 160 a 275 V.

per cui se ne devono naia di VA a decine o centi­


seguire attentamen­ naia di kilowatt. La durata
te i lavori di manu­ delle batterie dipende dal
tenzione, pochi, rac­ consumo e dal singolo pro­
Alimentazione ininterrotta da 10 a 60 kVA. comandati dal co­ getto, per esempio possiamo
struttore di ogni SAI. avere SAI da 400 VA che du­
eccetera. Sono solo alcuni degli rano un'ora e SAI da 10 kVA
innumerevoli problemi che i co­ Potenza che durano dieci minuti. La
struttori hanno risolto offrendo potenza dipende dal dimen­
apparecchi che funzionano or­ Ci sono SAI che lavorano con sionamento dei circuiti con­
mai da anni senza problemi, potenze che vanno da centi­ vertitori.
La durata dipende dalla ca­
pacità delle batterie utilizzate
e dal consumo; si deve tener
conto del rendimento perché
anche i circuiti interni di un
SAI consumano.
Dato che ci sono moltissi­
mi casi differenti, raccoman­
diamo di ricorrere al costrut­
tore per farci consigliare il
modello più adeguato.
Infatti potremmo correre il
rischio di danneggiare l'appa­
recchio e accorciare la vita uti­
le del SAI, in quanto un grup­
po di continuità troppo picco­
lo non ci proteggerebbe a suf­
ficienza; per contro, sarebbe
antieconomico installare un
Alcuni SAI possiedono microprocessori SAI di potenza superiore a
con programmi studiati dai costruttori per gestirne il funzionamento. quella necessaria.

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