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Il dibattito sull’intelligenza artificiale nei giornali e nei mezzi d’informazione italiani

Le fonti:
- [1] L'eclissi dell'uomo nell'epoca dell'intelligenza artificiale. La regressione del quoziente
intellettivo umano: https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2021/06/Leclissi-delluomo-
nellepoca-dellintelligenza-artificiale---6493c4d2-d561-4df5-9491-ffbae7c43606.html

Paolo Ercolani parla degli effetti delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale sullo sviluppo
dell’intelligenza umana.
Per circa un secolo, da quando nei primi del Novecento si cominciò a misurare il quoziente intellettivo delle
persone, abbiamo assistito a un graduale ma costante aumento. Ciò fino al 2009, quando hanno cominciato ad
emergere degli studi che documentavano una regressione.

- [2] Intelligenza artificiale: il dibattito sui rischi. A cura di Filippo Proietti, Giulio Galoppo e
Cristiano Cruciani:
https://www1.wdr.de/radio/cosmo/programm/sendungen/radio-colonia/il-tema/intelligenza-
artificiale-germania-chatgpt-100.html 08.05.2023, 17:04 Uhr.

- [3] Perché l’Italia ha bloccato ChatGPT? https://www.securenews.it/perche-italia-ha-


bloccato-chatgpt/

Di seguito, riportiamo integralmente la fonte [2]:

Da settimane ormai si discute molto di intelligenza artificiale (IA). Il dibattito sociale è stato acceso dal
lancio del software ChatGPT. L'IA è senza dubbio una delle tecnologie più innovative e promettenti degli
ultimi decenni e solleva proprio per questo alcune preoccupazioni. Renderà superfluo il lavoro degli esseri
umani? Ce ne ha parlato Giulio Galoppo. In Italia, ChatGPT ha riaperto dopo che il Garante per la protezione
dei dati personali ne aveva ordinato il blocco lo scorso 30 marzo. Cosa è cambiato? Ce lo rivela Luca
Zorloni, giornalista della rivista online Wired. Del mondo che si cela dietro all’IA parliamo, invece, con un
cosiddetto “Cleaner”.
IA e mondo del lavoro
Il mondo del lavoro cambierà e probabilmente alcune figure professionali potranno essere sostituite dalla
tecnologia, ma nasceranno nuove professioni, quindi l’essere umano non diventerà superfluo nel mondo del
lavoro. L’IA ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e influenza già molti aspetti della nostra vita. I
sistemi di IA sono sempre più utilizzati in settori quali la medicina, i trasporti e l'industria e hanno
sicuramente il potenziale per rendere le nostre vite più semplici ed efficienti e, potenzialmente, potrebbero
effettivamente sostituire parte del lavoro umano.
I pericoli maggiori legati all’IA: perdita di controllo
L'IA potrebbe sfuggire al controllo umano. I sistemi di IA imparano e migliorano grazie all'apprendimento
automatico e diventano più intelligenti nel tempo. Tuttavia, se non adeguatamente programmati o monitorati,
potrebbero produrre risultati imprevisti o addirittura causare danni. Ad esempio, i veicoli autonomi
controllati da sistemi di intelligenza artificiale potrebbero prendere decisioni sbagliate in situazioni
pericolose e causare incidenti.
Sostituzione del lavoro umano

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Come accennavamo poco fa, potenzialmente, l’IA potrebbe sostituire il lavoro umano. Sistemi di IA vengono
già utilizzati in molti settori per automatizzare le attività ripetitive e aumentare l'efficienza.
Se da un lato questo può essere vantaggioso per le aziende, dall'altro molte funzioni svolte da persone
potrebbero venire meno. Questo potrebbe portare a un aumento della disoccupazione e delle disuguaglianze
sociali. Tra i lavori che, per esempio, ChatGPT considera potenzialmente a rischio ci sono programmatori,
copywriter, analisti, addetti al servizio clienti. Mentre, sempre secondo ChatGPT, non potranno mai essere
sostituiti dall'intelligenza artificiale attori, insegnanti o psicologi.
E il giornalismo?
È legittimo chiederselo. La qualità dei testi che un software linguistico come ChatGPT è in grado di produrre
ci inducono a porci questo e altri quesiti. L’IA può essere un'opportunità, però, per i media, può creare testi,
immagini, musica e video e semplificare il lavoro, accelerare i processi o ridurre i costi. C’è chi pensa che i
grandi modelli linguistici come ChatGPT, rivoluzioneranno completamente il giornalismo. In realtà,
l'impatto dell'IA sul giornalismo sarà più sottile. Varierà a seconda dell'applicazione specifica e del contesto
in cui viene utilizzata, cioè: si vogliono dare solo informazioni, o interpretare, commentare? Ciò che
sicuramente ci distinguerà sempre dai computer e dalle macchine è la capacità di porre buone domande, in
grado di mettere in discussione risposte comuni. Una buona domanda non può essere prevista. Si tratta di
capire quali siano i limiti dell’IA e dove saremo chiamati ad assumerci maggiore responsabilità per le nostre
azioni. La responsabilità delle conseguenze dell'intelligenza artificiale è di noi umani, non delle macchine.
L’aspetto etico
Esiste sicuramente il pericolo che i sistemi di IA possano essere utilizzati in modo improprio, non etico,
come il monitoraggio delle persone o la creazione di contenuti falsi – e qui la figura di noi giornalisti sarà
fondamentale per far chiarezza e identificare tali contenuti. Se questi sistemi finiscono nelle mani sbagliate,
potrebbero essere utilizzati anche per scopi criminali o terroristici.
L’IA non ha la capacità di esprimere giudizi morali. Le decisioni prese solo sulla base di fatti concreti
potrebbero mettere in secondo piano i bisogni umani, con un impatto negativo sulla vita di molti.
La dichiarazione del Deutscher Ethikrat (Consiglio etico tedesco)
Il Consiglio etico tedesco si è espresso a favore di limiti severi all'uso dell’IA. Le sue applicazioni non
possono sostituire l'intelligenza umana, la responsabilità e la valutazione. L’obiettivo dell’utilizzo dell'IA
deve essere l’espansione dello sviluppo umano e non la sua riduzione, non può e non deve sostituire gli
esseri umani. I sistemi software non dispongono della ragione, non agiscono da soli e quindi non possono
assumersi responsabilità, si legge nella dichiarazione, alla quale il Consiglio etico ha lavorato per ben due
anni e che individua quattro aree di applicazione: medicina, educazione scolastica, comunicazione pubblica e
formazione di opinioni e pubblica amministrazione.
ChatGPT in Italia
Chat GPT ha creato scompiglio anche in Italia. Tanto che è stato il primo paese in cui è intervenuta
un'autorità per bloccarla. Il Garante per la protezione dei dati personali ha bloccato il 30 marzo scorso il
chatbot anche in seguito a una grave perdita di dati personali avvenuta qualche giorno prima. Circa un mese
dopo ChatGPT ha riaperto in Italia ma dopo aver introdotto dei miglioramenti. È quanto riferisce Luca
Zorloni, giornalista della rivista online Wired.
IA dietro le quinte
Il mondo dell’IA è un mondo dietro al quale lavorano milioni di persone, spesso sottopagate. Ed è un mondo
di cui fanno parte anche social media come Facebook.
Ogni post offensivo, ogni immagine hard, ogni frase fuori dai ranghi viene segnalata e analizzata da
qualcuno, che in molti casi la cancella, la censura. Un lavoro che serve ad addestrare appunto l’IA a
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riconoscere automaticamente quello che non deve essere postato. Chi fa questo lavoro, però, è sottoposto per
molte ore al giorno a contenuti traumatici. A COSMO Italiano ci racconta tutto questo un cosiddetto
“cleaner”, un pulitore che lavora alla Tellus International, azienda che si occupa di moderazione di contenuti
anche per grandi compagnie, come Meta. Omar, nome fittizio per motivi di sicurezza, ci ha svelato i
retroscena dell’IA.

Di seguito, è riportata integralmente la fonte [3], Perché l’Italia ha bloccato ChatGPT?


In mezzo alla crescente popolarità di ChatGPT in tutto il mondo, questa tecnologia IA ha ora affrontato una
grave battuta d’arresto: ChatGPT è stato vietato in Italia.

Cosa è successo, e perché?


Negli ultimi mesi, l’intelligenza artificiale (IA) ha letteralmente dominato il mondo della
tecnologia. Un grande merito va al chatbot ChatGPT di OpenAI, che ha definitivamente portato l’IA
nella narrativa mainstream. Infatti, il miliardario e cofondatore di Microsoft Bill Gates ha definito
ChatGPT la tecnologia più “rivoluzionaria” degli ultimi 40 anni.
Tuttavia, nonostante la crescente popolarità di ChatGPT in tutto il mondo, questa tecnologia AI ha
dovuto affrontare una grave battuta d’arresto. Secondo quanto riferito (ed ormai acclarato, vedi
sotto), venerdì scorso, 1 aprile 2023, ChatGPT è stato vietato in Italia (e non era un pesce
d’aprile…). Si tratta del primo caso noto di blocco di uno strumento di intelligenza artificiale da
parte di un governo.
Secondo un articolo del New York Times, l’Authority italiana per la protezione dei dati ha accusato
OpenAI, il produttore di ChatGPT, di aver rubato i dati dei suoi utenti. Inoltre, l’Authority italiana
ha affermato che ChatGPT non dispone di un sistema di verifica dell’età per evitare che i minori
siano esposti a materiale illecito.

Primi al mondo… per le cose sbagliate

Con questo, l’Italia è diventata il primo Paese a vietare ChatGPT per problemi di privacy.
Mentre in Cina, Russia, Corea del Nord e Iran (nazioni totalitarie), OpenAI ha deliberatamente
deciso di rimanere inaccessibile, in una nazione del mondo occidentale, un bot di deep learning
che i media hanno esaltato come intelligenza artificiale viene bloccato.

In seguito al divieto, il fondatore di ChatGPT Sam Altman ha dichiarato che l’Italia è uno dei suoi
Paesi preferiti, e ha aggiunto: “Naturalmente ci rimettiamo al governo italiano, ed abbiamo smesso
di offrire ChatGPT in Italia (anche se pensiamo di rispettare tutte le leggi sulla privacy). L’Italia è
uno dei miei Paesi preferiti e non vedo l’ora di tornare a visitarla presto!“.

Cosa succederà adesso con ChatGPT?

In Italia, le autorità di regolamentazione hanno imposto (oscurantismo?) a OpenAI di bloccare


l’accesso a ChatGPT agli utenti di Internet del Paese fino a quando l’azienda non fornirà
ulteriori informazioni, come riportato dal NYT. Ad OpenAI sono stati concessi 20 giorni per
fornire all’agenzia il materiale e i possibili rimedi prima di poter prendere una decisione definitiva
sul futuro della tecnologia nel Paese.

Le autorità di regolamentazione italiane hanno citato una violazione dei dati del 20 marzo 2023 che
ha esposto le conversazioni e i dettagli di pagamento di decine di utenti. Le autorità italiane
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potrebbero imporre ad OpenAI una multa di circa 22 milioni di dollari, pari al 4% del suo fatturato
annuo mondiale.

OpenAI ha annunciato di aver disabilitato ChatGPT in Italia, e di continuare a


impegnarsi per proteggere la privacy delle persone.

Il NYT ha citato la dichiarazione di OpenAI: “Lavoriamo attivamente per ridurre i dati


personali nell’addestramento dei nostri sistemi di IA come ChatGPT, perché vogliamo che
la nostra IA impari a conoscere il mondo, non le persone private“.

“Crediamo inoltre che la regolamentazione dell’IA sia necessaria“, ha aggiunto.

Concludiamo con una (triste, ma vera) boutade. Volete ridere? Ieri, 3 marzo 2023, un utente
ha chiesto a ChatGPT (fuori dall’Italia) se sarebbe stato vietato in Italia a causa di problemi
di privacy; lo strumento di intelligenza artificiale ha risposto: “Non ci dovrebbero essere
problemi… sono un modello linguistico di intelligenza artificiale a cui si può accedere da
qualsiasi parte del mondo, purché ci sia una connessione a Internet“.

Ad oggi, ChatGPT è perfettamente utilizzabile anche in Italia.

Dopo aver consultato le fonti [1], [2], [3] riassumine i punti fondamentali in un testo scritto.
In seguito, confronta le tre fonti tenendo presenti: i diversi punti di vista proposti, il diverso
approccio nell’affrontare il tema dell’AI, i rischi evocati dal suo impiego esteso, ma anche gli aspetti
positivi.
Cerca di adottare una prospettiva critica e, per concludere, elabora il tuo personale giudizio sulla
questione presentata: la tua argomentazione dovrà basarsi sulle tue conoscenze/esperienze, e
potrà servirsi di quanto affermato nei due documenti consultati.

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