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L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Le intelligenze artificiali rappresentano uno dei più grandi sviluppi tecnologici degli ultimi decenni.
Se mi dovessero chiedere cos’è l’intelligenza artificiale a pelle direi che si tratta di invenzioni create
dagli uomini per aiutare gli uomini stessi. Ma la storia delle intelligenze artificiali è molto più lunga
e complessa di così. Le prime tracce di questa nuova tecnologia risalgono agli anni cinquanta.
Durante il convegno di Darmouth, tenutosi nel 1956, Alan Turing, uno dei padri fondatori
dell’informatica moderna, con un test dimostrò che una macchina poteva essere considerata
intelligente se il suo comportamento, osservato da un essere umano, fosse considerato
indistinguibile da quello di una persona. Grazie al lavoro di Turing, il tema dell’Intelligenza
Artificiale ricevette una forte attenzione da parte della comunità scientifica e nacquero diversi
approcci.
L'intelligenza artificiale ha dimostrato di essere in grado di apprendere, elaborare informazioni e
prendere decisioni in modo simile o superiore all'intelligenza umana. Tuttavia, mentre le
potenzialità delle IA sono entusiasmanti, il loro impatto sulla società e sull'occupazione solleva
anche importanti questioni etiche, sociali ed economiche. Uno dei vantaggi delle IA è che il loro
utilizzo è a portata di tutti. Per esempio nelle case smart alimentate dall'intelligenza artificiale, la
luce e altri elettro domestici sono controllati da queste tecnologie, che impediscono l’eccesivo
consumo di corrente. Con la loro programmazione permettono a tutti di sfruttare i loro vantaggi e
risparmiare tempo e denaro. Allo stesso modo queste tecnologie semplificano il lavoro umano.
Riescono, difatti, a svolgere lo stesso lavoro per cui l’uomo impegnerebbe un paio di ore anche in
metà del tempo. Inoltre l’efficienza è estremamente elevata. In settori in cui l’accuratezza e la
precisione solo la priorità queste macchine sono in grado di svolgere il lavoro con il minor margine
di errore possibile. Anche per questo motivo che oggi vengono sfruttate moltissimo nel campo
medico e della ricerca scientifica. Uno degli ambiti scientifici in cui le intelligenze artificiali hanno
grande efficacia è quello della biologia marina. Infatti quando è necessario studiare creature delicate
e fragili negli abissi non si possono utilizzare robot sottomarini robusti perché rischiano di
danneggiarle, e cosi vengono creati i cosiddetti “robot morbidi” che riescono a studiare l’ambiente
marittimo senza oltraggiarlo. A tal proposito durante il 2021 i ricercatori dell’Università di Zhejiang
in Cina hanno progettato un prototipo di robot in grado di navigare nelle profondità della Fossa
delle Marianne senza danneggiare la flora e la fauna sottomarina.
Ma come in tutte le cose anche in questo caso c’è chi è contrario a questo tipo di tecnologie. La
paura più grande è che questo tipo di macchine può sostituire il lavoro umano. Difatti circa il 51%
degli italiani pensa di poter perdere il proprio lavoro a causa di queste. Un’altra preoccupazione
riguarda la privacy e la sicurezza dei dati. Per quanto possano essere efficaci queste macchine sono
anche molto pericolose. L’IA richiede uso di dati che includono informazioni personali e sensibili.
In caso di guasto si rischierebbe la diffusione di questi dati delicati che potrebbero causare una
catastrofe mondiale. Non da meno sono i costi elevati che hanno queste macchine. Le spese
sarebbero circa di 300mila euro annuo, pari all’1,3% del fatturato delle pmi, con l’impiego medio di
2,7 risorse. Tuttavia non bisogna dimenticare che le IA esistono grazie agli uomini. Quindi per
quanto possano essere brillanti bisogna ricordare che non potrebbero fare ciò che fanno senza
l’ingegno umano.
Dunque le intelligenze artificiali rappresentano una delle tecnologie più innovative e potenti del
nostro tempo. Hanno il potenziale di cambiare il mondo. Per questo motivo vanno usate
saggiamente. Solo attraverso un approccio equilibrato, che promuova la collaborazione tra umani e
IA potremo massimizzare i benefici delle intelligenze artificiali e mitigare i loro potenziali rischi.
Per tanto penso che queste tecnologie non debbano essere considerate come un pericolo dagli
uomini. Se usate sapientemente le intelligenze artificiali possono rappresentare un’enorme risorsa
per l’umanità intera.

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