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V2_TecnicheRG_indice gen:Tecniche rapp_graf_base 18-03-2011 17:07 Pagina I

Indice

Indice

3.9 La quotatura in assonometria, 102


Unità 1 Evoluzione della rappre-
Esercizi di comprensione, sviluppo e recupero, 103
sentazione grafica degli oggetti, 2
1.1 Il periodo antico, 4 Unità 4 Convenzioni per
1.2 Tecniche di disegno nell’epoca romana, 6 tolleranze e sistemi di unione, 114
1.3 La rappresentazione tecnica nel Medioevo, 7
1.4 La rappresentazione nel Rinascimento, 8 4.1 La rappresentazione delle tolleranze, 116
1.5 Lo sviluppo del disegno tecnico, 10 4.2 Come si indicano le tolleranze, 117
1.6 Tecniche di rappresentazione attuali, 13 4.3 Quotatura degli scostamenti delle tolleranze, 118
1.7 La rivoluzione della computer grafica, 14 4.4 Indicazione della rugosità superficiale, 119
1.8 La realtà virtuale, 18 4.5 Unioni mediante chiodature, 121
4.6 Unioni mediante elementi filettati, 123
4.6.1 Vite e madrevite, 123 - 4.6.2 Geometria della filettatura,
Unità 2 Il disegno tecnico, 20 124 - 4.6.3 Tipi di filettatura, 126 - 4.6.4 Rappresentazione
convenzionale delle filettature, 128 - 4.6.5 Designazione e
quotatura delle parti filettate, 130 - 4.6.6 Tipologia delle viti
con filettatura metrica: testa, 132 - 4.6.7 Tipologia delle viti
2.1 Le convenzioni del disegno tecnico, 22 con filettatura metrica: gambo, 134 - 4.6.8 Dadi, rondelle, di-
2.1.1 Introduzione, 22 - 2.1.2 Il disegno tecnico meccanico, 24 spositivi antisvitamento, 135 - 4.6.9 Rappresentazione sem-
- 2.1.3 Il disegno tecnico edile, 26 - 2.1.4 Il disegno tecnico plificata del bullone, 137 - 4.6.10 Tipi di unione, 138
degli impianti elettrici, 29 - 2.1.5 Il disegno tecnico degli im-
4.7 Unioni mediante saldature, 139
pianti antincendio, 32 - 2.1.6 Il disegno tecnico degli impianti
4.7.1 Classificazione, 139 - 4.7.2 Segni grafici, 140
oleoidraulici, 33
4.8 La quotatura delle saldature, 143
2.2 Scale di rappresentazione, 36
2.3 Scale grafiche, equivalenze, ingrandimenti e riduzioni, 38 Esercizi di comprensione, sviluppo e recupero, 145
2.4 Convenzioni fondamentali per le viste, 40
2.4.1 Metodo delle frecce, 40 - 2.4.2 Metodo del primo diedro Unità 5 Il disegno d’insieme, 154
o sistema europeo, 41 - 2.4.3 Metodo del terzo diedro o sistema
americano, 42 - 2.4.4 Viste parziali e posizioni particolari, 43
2.5 La rappresentazione tecnica di solidi non geometrici, 44 5.1 Tipi di disegni, 156
2.5.1 Metodo di rappresentazione per punti, 44 5.2 Numeri di posizione, 157
Esercizi di comprensione, sviluppo e recupero, 46 5.3 Esempi di disegni d’insieme, 158
2.6 Disegni tecnici: principi generali di rappresentazione, 50 5.3.1 Unione smontabile con vite passante, 158 - 5.3.2 Unione
2.6.1 Tipi di linea e loro applicazioni, 50 - 2.6.2 Le linee di ri- smontabile con tirafondo (vite prigioniera), 160 - 5.3.3 Il chia-
chiamo e di riferimento, 57 - 2.6.3 Convenzioni particolari di vistello, 164 - 5.3.4 Il fermavetro, 167
rappresentazione, 58 Esercizi di comprensione, sviluppo e recupero, 169
Esercizi di comprensione, sviluppo e recupero, 64
2.6.4 Convenzioni generali per tagli e sezioni, 70 Unità 6 Il rilievo di oggetti, 174
2.7 Simbologie grafiche, 77
Esercizi di comprensione, sviluppo e recupero, 78
6.1 Le fasi del rilievo, 176
6.2 Rilievo di una flangia, 177
Unità 3 La quotatura, 84
6.3 Rilievo di una cerniera, 183
6.4 Rilievo di vite a testa tonda con quadro sottotesta, 186
3.1 La quotatura dei disegni tecnici, 86 6.5 Rilievo di accessorio da bagno, 188
3.2 Regole generali della quotatura, 89 Esercizi di comprensione, sviluppo e recupero, 190
3.3 Convenzioni particolari, 91
3.4 La quotatura di parti coniche, 94 Appendice Completamento
3.5 La quotatura di profilati, 95 dei disegni tecnici, 193
3.6 Sistemi di quotatura, 96
3.6.1 Quotature in serie e in parallelo, 96 - 3.6.2 Quotature Formato e squadratura dei fogli da disegno, 194
progressiva e combinata, 97 - 3.6.3 Quotature per coordinate, Il riquadro delle iscrizioni, 197
98 - 3.6.4 Quotature geometrica, funzionale e tecnologica, 99 Caratteristiche del riquadro delle iscrizioni, 197 - La struttura
3.7 La quotatura di un pezzo cilindrico, 100 del riquadro delle iscrizioni, 198 - Le scritte, 199
3.8 La quotatura di un pezzo prismatico, 101 Glossario, 201 - Indice analitico, 202
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percorso
N Tipologie di disegno tecnico
N Scale di grandezza
N Convenzioni del disegno tecnico
N Principi generali di rappresentazione

prerequisiti
N Completa padronanza degli elementi fondamentali della rappresentazione degli oggetti,
in particolare: le proiezioni ortogonali e le varie forme di assonometria

obiettivi
N Conoscere e saper utilizzare correttamente l’insieme delle normative relative
alla rappresentazione tecnica

Se vuoi far realizzare queste esigenze e si avvale


un mobile da un artigiano non basta di un consistente apparato di regole
una descrizione o uno schizzo, valide a livello internazionale
occorrono dei disegni precisi con tutte che rendono i disegni, così eseguiti,
le indicazioni necessarie; comprensibili in tutti i Paesi
a maggior ragione, industrializzati.
nel settore industriale la realizzazione Si può dire che il disegno tecnico sia
degli oggetti in grande serie richiede ormai un linguaggio universale
un progetto molto dettagliato, che eviti comprensibile da tutti coloro
qualsiasi piccolo errore che conoscono e rispettano l’insieme
nella fase di produzione. delle norme internazionali illustrate
Il disegno tecnico è nato per soddisfare nelle pagine di questa unità.
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Il disegno tecnico
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2.1 Le convenzioni del disegno tecnico


2.1.1 Introduzione

La produzione industriale richiede una definizione proget-


tuale dell’oggetto da realizzare precisa e inequivocabile; que-
sto ha portato a un grande sviluppo del disegno tecnico
[figura 1], ossia a un sistema di rappresentazione basato su un
complesso insieme di regole internazionali che consentono di
uniformare i disegni in modo che siano compresi in tutto il
mondo industrializzato, indipendentemente dalla lingua par-
lata. In figura 2, ad esempio, è raffigurato un disegno tecnico
realizzato in Lituania.
Il disegno tecnico è pertanto una forma di comunicazione che
utilizza regole ben definite e segni grafici convenzionali che ri-
guardano le modalità di rappresentazione degli oggetti, i tipi di
linee, il loro spessore, la quotatura degli elementi singoli e di in-
sieme dell’oggetto, il modo di apporre le scritte, il modo di in-
dicare i materiali ecc.
Si può dire che il disegno tecnico è un linguaggio simbolico uni-
versale che si presta a essere utilizzato nello stesso modo e con
gli stessi criteri nei vari settori produttivi del mondo indu-
strializzato.
Se le regole di base sono rispettate, questo linguaggio risulta
perfettamente comprensibile e non dà luogo a equivoci.
Gli organismi internazionali che stabiliscono e coordinano le
convenzioni e le regole per la produzione e per il disegno tecnico
industriale sono l’ISO (International Organization for Standar- 1 Disegno tecnico di una parte del motore Lancia Dikappa, 1922.
dization), l’IEC (International Electrotechnical Commission), il
CEN (Comitato Europeo di Normazione) e il CENELEC (Co-
mitato Europeo per la Normalizzazione Elettrotecnica).
In Italia, l’organismo che norma e coordina le regole per l’uni-
ficazione in tutti i settori merceologici (a esclusione di quelli
elettrotecnico ed elettronico), pubblicandole sotto forma di ta-
belle, è l’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione), che è
stato fondato nel 1921. La normazione tecnica relativa a elet-
trotecnica, elettronica e telecomunicazioni è curata dal CEI
(Comitato Elettrotecnico Italiano).
Periodicamente l’UNI aggiorna la normativa, spesso recependo
le norme europee (EN) e quelle internazionali (ISO): in que-
sto caso le pubblicazioni sono individuate dall’acronimo UNI
EN ISO, sempre seguito dal numero specifico e dall’anno di
pubblicazione.

per saperne di più


Le norme UNI
Le norme UNI sono riferite a vari settori di attività; quelle che
riguardano la rappresentazione tecnica nel settore meccanico
sono contenute nelle seguenti raccolte di norme:
– Principi e applicazioni generali di disegno meccanico e indu-
striale;
– Specificazioni dimensionali e geometriche di disegno mecca-
nico industriale;
– Organi meccanici;
– Schemi, simboli e tolleranze di disegno meccanico industriale.
2 Disegno tecnico realizzato in Lituania: a parte la lingua, il disegno è perfettamente
comprensibile perché utilizza le norme grafiche internazionali.
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Il disegno tecnico 23

Che cosa è una norma Come nasce un norma tecnica


Le norme sono delle specifiche dettagliate che definiscono le ca- Le norme nascono da segnali che giungono dal mercato o dalle
ratteristiche di un prodotto, di un processo di produzione o, come attività produttive quando si avverte l’esigenza di un riferi-
nel nostro caso, come devono essere eseguiti i disegni tecnici. mento ufficiale che regoli un determinato aspetto di questi
Per essere valide, le norme devono essere approvate da organi- settori.
smi nazionali (UNI) o internazionali (CEN, ISO) riconosciuti Così, ad esempio, un giocattolo prodotto in Cina non può es-
dalla comunità scientifica atti a svolgere queste funzioni. sere commercializzato in Europa se non rispetta una serie di
norme che riguardano la sua produzione e la garanzia che non
produca danni ai bambini.
I vincoli relativi al rispetto delle norme I segnali recepiti dall’organismo di normazione portano allo
studio di una nuova norma attraverso un processo articolato in
La trasformazione delle attività produttive e dei mercati na- più fasi.
zionali e internazionali ha portato oltre cento nazioni a parte- La prima fase è lo studio di fattibilità che analizza le risorse,
cipare all’attività dell’ISO, anche se il recepimento della relativa le competenze da mettere in campo, i benefici reali. Se il ri-
normativa è ancora non vincolante. sultato della prima fase è positivo, si passa al progetto della
La normativa europea ha regole più rigide, gli organismi di norma, che avviene all’interno dell’organismo normativo at-
normazione aderenti al CEN sono di fatto obbligati a recepire traverso gruppi di lavoro, con esperti del settore nominati
le norme europee che prevalgono su quelle nazionali; se le dai Paesi aderenti, fino all’approvazione consensuale della
norme nazionali sono discordanti da quelle europee devono norma.
essere eliminate.

Le norme armonizzate
L’evoluzione continua dell’attività
In Europa i prodotti che richiedono l’applicazione del marchio
di normazione CE (Comunità Europea) devono rispettare le norme CEN, che
Oggi le norme intervengono a regolare anche le fasi di vita di ne definiscono le caratteristiche, le prestazioni e i metodi di
un prodotto, l’attività di un servizio, gli aspetti dell’organizza- collaudo.
zione aziendale come la certificazione di qualità delle aziende Le norme EN elaborate dal CEN sono definite norme armo-
(UNI EN ISO 9000) o gli aspetti della sicurezza e della prote- nizzate, in quanto i prodotti che le rispettano possono circo-
zione ambientale (UNI EN ISO 14000). lare liberamente in Europa.

3 Disegno tecnico della sezione longitudinale di un locomotore elettrico.


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2.1 Le convenzioni del disegno tecnico


2.1.2 Il disegno tecnico meccanico

Ogni settore di attività tecnologica ha forme specifiche di di- Tipologie di disegno tecnico
segno che, pur facendo riferimento sempre a capisaldi rappre-
sentativi comuni (ad esempio l’utilizzo del sistema delle Lo schizzo quotato
proiezioni ortogonali), si differenziano nello specifico in rela- Lo schizzo quotato [figura 1] è un disegno eseguito usualmente
zione a esigenze particolari del settore. Per questo gli enti di a mano libera e che può trascurare l’accuratezza grafica senza
normazione forniscono per ogni settore industriale la simbo- compromettere l’interpretazione.
logia unificata, che deve essere impiegata nell’esecuzione dei Generalmente è uno stadio preparatorio di ulteriori livelli di
disegni tecnici. rappresentazione.

Nel settore meccanico, in relazione all’elevato grado di preci- Il disegno di componente


sione richiesto dalle lavorazioni dei pezzi, gli oggetti sono rap- Il disegno di componente [figura 2] è un disegno corredato da
presentati in una scala uguale o vicina alla realtà e le misure tutte le informazioni necessarie per realizzare e controllare l’og-
sono sempre espresse in millimetri [figura 1]. getto rappresentato.
Tutte le parti componenti il disegno, il tipo e lo spessore delle
linee, i tratteggi, le indicazioni di quote e di materiali, devono Il disegno di particolare
uniformarsi alla specifica normativa internazionale per con- Il disegno di particolare [figura 3] è un disegno tecnico che rap-
sentire una totale comprensione del disegno in tutte le nazioni presenta un singolo particolare con o senza relazioni o colle-
che aderiscono alle convenzioni di normazione. gamenti con altre parti.
Con la globalizzazione dei processi produttivi, un oggetto in-
dustriale può essere progettato in un continente e realizzato in Il disegno di insieme
un altro, il linguaggio tecnico per la sua progettazione e realiz- Il disegno di insieme (o complessivo) [figura 4] rappresenta com-
zazione deve pertanto essere identico. ponenti e/o gruppi di un insieme nella loro posizione reciproca.

3 Disegno di particolare del pezzo di figura 2.

1 Schizzo quotato.

2 Disegno di componente. 4 Esempio di un disegno d’insieme di un morsetto fermacavo.


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Il disegno tecnico 25

Oltre alle tipologie di disegni tecnici individuate


nella pagina precedente, si usano altre forme di
disegno per rendere più immediata la com-
prensione dell’oggetto rappresentato, dell’in-
sieme o del progetto.
Così ad esempio troviamo:
– il disegno di montaggio [figura 5] con le infor-
mazioni relative all’assemblaggio dei vari
componenti tipici; nella figura il disegno è
realizzato in assonometria esplosa, detta anche
“esploso”;
– lo schema di funzionamento [figura 6];
– lo schema di impianto [figura 7];
– disegni assonometrici o prospettici [figura 8].

5 Rappresentazione di un sistema di montaggio in


assonometria esplosa.

7 Schema di impianto.

6 Schema di funzionamento.

8 Rappresentazione in assonometria trasparente.


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2.1 Le convenzioni del disegno tecnico


2.1.3 Il disegno tecnico edile

Il disegno edile è un particolare tipo di disegno tecnico utiliz- elementi che costituiscono l’edificio nel disegno di progetto.
zato per l’edilizia. Esso è finalizzato alla rappresentazione degli Alcuni simboli riguardano, per esempio, pareti, intercapedini,
edifici e degli elementi che li compongono. canne fumarie, porte, finestre, altri raffigurano elementi di ar-
Anche il disegno tecnico edile deve rispondere a precise norme redo, quali accessori per cucine, tavoli, sedie, divani, armadi,
internazionali che regolamentano le modalità di rappresenta- letti, apparecchi sanitari ecc. [tabelle. 1 e 2].
zione in base alle varie esigenze. Alcuni simboli impiegati nel I simboli da utilizzare nel disegno edile possono variare in re-
disegno edile servono a mettere in evidenza i tipi di materiali lazione alla scala di grandezza usata, che varia a sua volta in base
che costituiscono le varie parti di una costruzione [figure 1, 2 alla tipologia del disegno. Le misure sono indicate, in relazione
e 3]. In altri casi i simboli rappresentano in modo stilizzato gli alla scala di grandezza, in metri o in centimetri [figura 3].

Pavimentazione
Calcestruzzo armato di contenimento
Isolamento termico
Manto impermeabile
Calcestruzzo a
formare le pendenze

1 Sezione di un muro di sostegno del terreno in conglomerato cementizio: il mate- 2 Particolare costruttivo di un tetto piano in scala 1:20. I vari materiali sono indi-
riale è indicato con la sua simbologia specifica e il terreno è indicato con il trat- cati con tratteggi e simbologie specifiche.
teggio proprio.

1 : 200
1:200

1 : 100
1:100

1 : 50
1:50 1:5

3 Disegno di una finestra realizzato in scale diverse in relazione alle esigenze di rappresentazione del progetto.
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Il disegno tecnico 27

Tabella 1 I Rappresentazioni grafiche convenzionali per gli arredi Tabella 2 I Rappresentazioni grafiche
convenzionali per gli apparecchi sanitari
MOBILI
Simbolo Descrizione Simbolo Descrizione BAGNO
Simbolo Descrizione

tavolo letto a due piazze acquaio con


80 ⫻ 120, 4 persone 190 ⫻ 200 gocciolatoio

tavolo acquaio doppio con


letto gocciolatoio
90 ⫻ 150, 4 persone
90 ⫻ 180
90 ⫻ 200, 4 persone

tavolo allungabile lavabo


comodino
100 ⫻ 120 - 230 35 ⫻ 35 - 40 ⫻ 40
4-10 persone

lavabo a canale
tavolo tondo letto con scaffale
80-110 ⭋ 90 ⫻ 225

scrivania vasca da bagno


letto 1,5 piazze
70 ⫻ 130 - 80 ⫻ 150 140-180 ⫻ 200

divano letto da bambino vasca a sedile


80 ⫻ 175 75 ⫻ 160 -
80 ⫻ 170

sofà armadio doccia


90 ⫻ 190 50-80 ⫻ 60

sedia, sgabello toeletta bidet


45 ⫻ 45, 35 ⭋ 50 ⫻ 100

poltrona libreria
60 ⫻ 65 30-60 ⫻ 100 vaso a sedile

CUCINA vaso a pavimento


Simbolo Descrizione Simbolo Descrizione

lavello cucina
90 ⫻ 50 - 120 ⫻ 60 60 ⫻ 60 - 60 ⫻ 90 orinatoio a parete

lavello doppio frigorifero


120 ⫻ 50 60 ⫻ 60
170 ⫻ 60
I simboli convenzionali indicati nelle tabelle
possono subire modifiche soprattutto quando
lavastoviglie
i disegni edili sono eseguiti al CAD; questo
canna fumaria 60 ⫻ 60 strumento consente di impiegare simboli ricchi
di dettagli che rappresentano in modo chiaro e
lavatrice verosimile gli elementi di arredo e i sanitari.
mobili da cucina 60 ⫻ 60 Ogni simbolo costituisce un “blocco”, che può
essere facilmente trasferito sul disegno.
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Scopo principale del disegno tecnico edile è quello di fornire, – progetto definitivo: di solito realizzato in scala 1:100 per
mediante opportune rappresentazioni, tutte le informazioni un edificio, comprende la rappresentazione di planimetrie,
utili per il destinatario del disegno. piante quotate, sezioni quotate, prospetti con quote generali
La rappresentazione di un edificio deve consentire al commit- [figura 4];
tente di verificare se questo risponde alle sue aspettative, al- – progetto esecutivo: riguarda la predisposizione dei disegni
l’ente preposto per le eventuali autorizzazioni di accertare se finalizzati alla realizzazione, di solito rappresentato in scala
vi sono i requisiti necessari per il rilascio delle medesime, al co- non inferiore a 1: 50 per un edificio; il numero e il tipo di
struttore di ricavare tutte le informazioni tecniche, dimensio- questi disegni varia notevolmente a seconda della natura del
nali e relative ai materiali richiesti per la realizzazione. progetto;
Le fasi di un progetto possono essere così schematizzate: – particolari costruttivi: rappresentano le soluzioni tecniche
– progetto preliminare: di solito costituito da disegni realizzati e i dettagli costruttivi riguardanti gli elementi fondamentali
in scala tanto più piccola quanto maggiori sono le dimensioni del progetto, nonché il modo di integrarli tra di loro nella
dell’opera, con rappresentazioni planivolumetriche e viste as- realizzazione; per questo sono disegni la cui scala può va-
sonometriche e prospettiche dei volumi, rese anche sotto riare da 1:20 fino a 1:1, in relazione alle dimensioni degli og-
forma di schizzo; esso è destinato al committente per consen- getti da descrivere.
tire una verifica degli obiettivi del progetto;

4 Tavola di insieme del progetto definitivo per una casetta unifamiliare. I disegni sono impaginati nel formato 210⫻297 mm, individuato dalla linea tratteggiata che corrisponde anche
alla piegatura del foglio. Il riquadro delle iscrizioni deve essere posizionato sempre nell’angolo inferiore destro, in modo da risultare come frontespizio a piegatura ultimata.
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Il disegno tecnico 29

2.1 Le convenzioni del disegno tecnico


2.1.4 Il disegno tecnico degli impianti elettrici

Nel settore impiantistico il disegno tecnico si basa in preva- simboli grafici tutte le apparecchiature e le linee elettriche per
lenza su schemi che utilizzano un linguaggio simbolico speci- i loro collegamenti. Questi simboli consentono di realizzare sia
fico per ogni settore e che non rappresenta l’immagine reale lo schema architettonico (o schema ortografico) sia lo schema
del manufatto, ma la sequenza logica di assemblaggio e di in- funzionale.
stallazione dei vari componenti. Lo schema architettonico di un impianto elettrico è la rap-
Il disegno di un circuito elettrico è decisamente differente dalla presentazione delle apparecchiature che lo costituiscono nella
realtà costruttiva, ma consente al progettista di rappresentare loro esatta posizione, per tutti gli ambienti dell’edificio. È rea-
in modo schematico tutti gli elementi collegati tra di loro. lizzato con i simboli indicati in tabella. I collegamenti tra ap-
Le norme CEI forniscono le indicazioni per rappresentare con parecchiature sono indicati con una linea singola [figura 1].

Principali simboli per gli impianti elettrici (norme CEI)


Apparecchi di comando, prese e condutture

interruttore interruttore deviatore commutatore


unipolare bipolare unipolare unipolare

interruttore interruttore variatore


unipolare unipolare di intensità
invertitore con tirante a tempo luminosa

interruttore interruttore
unipolare bipolare deviatore deviatore
con spia con chiave unipolare con spia unipolare con chiave

pulsante pulsante pulsante


pulsante luminoso a tirante con targa

presa 2P + T presa 2P + T presa 2P + T presa con


da 10 A da 16 A da 10/16 A trasformatore

punto luce punto luce cassetta


punto luce a parete a 2 accensioni di derivazione

contatore quadro

di energia (centralino) ventilatore trasformatore
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 Principali simboli per gli impianti elettrici (norme CEI)


Apparecchi ausiliari e complementari

presa multipla presa per connettore


con n uscite comunicazione presa TV telefonico

suoneria ronzatore sirena altoparlante

lampada interfono
di segnalazione citofono videocitofono serratura elettrica

apparecchio telefonico automatico magnetotermico differenziale puro magnetotermico differenziale

1 Schema architettonico di impianto elettrico rappresentato sulla pianta di un alloggio; la distribuzione degli apparecchi elettrici dipende dalla posizione
degli elementi di arredo.
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Il disegno tecnico 31

Lo schema funzionale di un impianto elettrico [figura 2] rap-


presenta in modo semplice il funzionamento degli apparecchi
che compongono l’impianto. A differenza dello schema orto-
grafico, lo schema funzionale non fornisce indicazione sulla
posizione reale degli apparecchi, ma ne illustra i collegamenti.
Nella figura 2 sono rappresentati, a partire da sinistra, il col-
legamento alla rete elettrica (fasi L ed N) di un punto luce
con interruttore unipolare, una presa, un punto luce con due
deviatori, un punto luce comandato da relè passo-passo a ec-
citazione indipendente. In questo tipo di rappresentazione
non sempre i simboli indicano espressamente un apparec-
chio, ma la sua funzione: l’interruttore di sinistra, per esem-
pio, è rappresentato da un simbolo che indica “contatto
aperto in condizione di riposo”. Nel circuito di destra sono 3 Simbolo CE.
raffigurati due pulsanti con un simbolo grafico che, pur mo-
strando la funzione di contatto, rappresenta un apparecchio
diverso.

La marcatura CE e il marchio di conformità IMQ


Il fabbricante di materiale elettrico garantisce che le apparec-
chiature prodotte possiedono i requisiti minimi di sicurezza
mediante l’apposizione della marcatura CE, secondo la diret-
tiva europea 93/68. La grafica di questo marchio è definita con
precisione per evitare contraffazioni [figura 3].
Il Marchio Italiano di Qualità (IMQ), invece, garantisce la ri- 4 Simbolo IMQ.
spondenza dei prodotti a specifiche norme CEI [figura 4].

L L

deviatore

interruttore Rpp relè


deviatore
presa
pulsanti
punto luce punto luce punto luce

N N

PE PE

2 Schema funzionale di impianto elettrico.


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2.1 Le convenzioni del disegno tecnico


2.1.5 Il disegno tecnico degli impianti antincendio

Le norme di prevenzione incendio impongono che gli edifici per lo spegnimento di eventuali incendi.
soddisfino particolari requisiti e siano dotati di apparecchia- Le norme (D.M. 30-11-1983) prescrivono che i progetti antin-
ture di estinzione. cendio siano realizzati utilizzando i simboli grafici riportati
Il principio di base della prevenzione incendi è che la struttura nella tabella.
degli edifici possa resistere a un eventuale incendio il tempo Le frecce indicano i percorsi di fuga da seguire per raggiun-
necessario per consentire l’evacuazione delle persone presenti gere le aree sicure, normalmente all’esterno dell’edificio. Spe-
nell’edificio stesso e il pronto intervento degli addetti allo spe- cifici simboli indicano il tipo e la posizione di mezzi per
gnimento del fuoco. Per questo nella progettazione degli edifici, l’estinzione del fuoco quali estintori (portatili o carrellati),
siano questi civili o industriali, occorre prestare particolare at- idranti, attacchi idrici per motopompe [figura 1].
tenzione nella scelta dei materiali, nella realizzazione di per- Nei disegni di progetto occorre anche indicare la resistenza al
corsi di fuga e nell’installazione di specifiche apparecchiature fuoco di alcuni elementi costruttivi dell’edificio come porte e
pareti; in questo caso il simbolo è ac-
Simboli grafici per il progetto antincendio compagnato dalla sigla REI seguita da
un valore numerico di minuti (30, 60,
Percorso di fuga verso il basso Idrante a colonna soprasuolo 120 ecc.).
La sigla indica per quanti minuti un ele-
Percorso di fuga verso l’alto Idrante sottosuolo mento mantiene inalterata la propria sta-
bilità (R), la tenuta di fiamme e vapori
Percorso di fuga orizzontale Attacco a motopompa (E) e l’isolamento termico (I), in caso
d’incendio. Una parete REI 120', per
Estintore portatile Pulsante di allarme esempio, deve essere costruita con di-
mensioni e materiali tali da mantenere la
Estintore carrellato Porta REI sua resistenza strutturale per 120 minuti
e per lo stesso tempo da non lasciar pas-
Naspo a muro con tubazione Struttura REI sare né produrre fiamme e vapori e non
trasmettere calore. Una struttura indicata
Idrante a muro con tubazione Rivelatore di fumi con RE, invece, non è adatta a garantire
l’isolamento termico.

1 Esempio di impianto
antincendio.
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Il disegno tecnico 33

2.1 Le convenzioni del disegno tecnico


2.1.6 Il disegno tecnico degli impianti oleoidraulici

Gli impianti oleoidraulici sono largamente impiegati per mo- L’attrezzatura è corredata di tutti i dispositivi di sicurezza atti
vimentare macchine e apparecchiature automatizzate. Un si- a evitare movimenti accidentali della gru, tra i quali lo stabi-
stema oleoidraulico utilizza un fluido ad alta pressione che, lizzatore che si nota a sinistra della foto.
mediante tubazioni e raccordi, consente di mettere in movi-
mento i cosiddetti attuatori. Schema funzionale di circuito oleoidraulico
Il più semplice tipo di attuatore è il cilindro; esso è costituito da Il funzionamento della gru appena descritto è rappresentato
un cilindro vero e proprio nel quale è inserito uno stantuffo (o nello schema funzionale semplificato di figura 2 a pagina se-
pistone). Il fluido in pressione immesso nel cilindro genera una guente. In esso si riconoscono i simboli grafici che costitui-
spinta sulla faccia del pistone che, a sua volta, la trasmette al- scono i vari componenti dell’impianto diviso nei seguenti
l’esterno. blocchi: generatore di energia, valvola di sicurezza, comando
La figura 1 mostra una gru montata su di un autocarro utiliz- alzo 1 e 2, comando motore, comando estensione 1 e 2.
zata per movimentare le merci. Essa è costituita da una base Ogni blocco è costituito da componenti schematizzati compo-
rotante alla quale è collegato il primo cilindro di elevazione sti con i simboli unificati [tabella 1].
(con pistone) per sollevare il primo braccio (rosso con mar- Nel generatore di energia sono presenti la pompa oleoidraulica,
chio). A questo braccio è collegato un secondo cilindro di ele- la valvola di massima pressione e il manometro; il comando mo-
vazione per sollevare il secondo braccio dal quale fuoriescono tore è formato da una valvola di controllo a leva, due valvole
due altri bracci telescopici, allungabili grazie ad altrettanti ci- strozzatrici unidirezionali e il motore idraulico a due sensi di ro-
lindri di estensione. La movimentazione dei bracci avviene me- tazione. I comandi di alzo e quelli di estensione hanno lo stesso
diante la regolazione del fluido in pressione con valvole di schema funzionale e sono costituiti da una valvola di controllo
controllo di direzione manuali poste in prossimità della base a leva, due valvole di ritegno pilotate, due valvole strozzatrici
della gru. unidirezionali e un cilindro a doppio effetto.

1 Gru idraulica per autocarro con movimentazione oleoidraulica dotata in punta di porta pallet (Fassi modello F130A.22).
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34 unità 2

Valvola di sicurezza Generatore di energia

2 Schema funzionale di circuito oleoidraulico.


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Il disegno tecnico 35

Tabella 1 I Principali simboli grafici per schemi di circuiti oleoidraulici (UNI ISO 1219)
Simboli fondamentali

condotta di lavoro, di pilotaggio, condotta di pilotaggio interna ed esterna connessioni meccaniche


di ritorno, elettrica (albero di trasmissione,
leve, stelo di pistone)

1/5 a
tratto continuo tratto interrotto tratto doppio
apparecchi di conversione strumenti di misura valvole di ritegno, motore o pompa
dell’energia (pompe, giunti rotanti, con angolo
compressori, motori) connessioni di rotazione limitato

a
a

meccaniche

a
componenti a filtri, separatori, cilindri b
di comando lubrificatori

a
b⬎a

a
a

triangolo equilatero pieno: triangolo equilatero vuoto:


indica il senso dell’energia indica il senso dell’energia a
trasmessa dal fluido oleoidraulico trasmessa dal fluido pneumatico

Simboli di apparecchi

condotta manuale comando manuale comando a pedale


a pulsante a leva
(a spingere)

comando meccanico comando meccanico comando meccanico


a molla a rullo a pulsante

cilindro a semplice cilindro a semplice cilindro a doppio


effetto in corsa di andata effetto in corsa di ritorno effetto a stelo doppio
(pneumatico) (oleoidraulico) (pneumatico)

cilindro a doppio effetto valvola della regolazione valvola di ritegno


con ammortizzatori della portata con molla
regolabili
(oleoidraulico)

valvola di ritegno valvola strozzatrice valvola di


pilotata con molla unidirezionale sovrappressione
a uno stadio

motore elettrico pompa a cilindrata fissa, pompa a cilindrata variabile,


a un senso di rotazione a un senso di rotazione

valvola di controllo valvola di controllo rubinetto d’isolamento


direzionale 2/2 direzionale 5/2
(due bocche, (cinque bocche,
due posizioni distinte, due posizioni distinte)
a comando manuale)

manometro filtro filtro con indicazione


di contaminazione
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36 unità 2

2.2 Scale di rappresentazione

Il più delle volte l’oggetto che si intende riprodurre nel dise-


gno non può essere rappresentato nelle sue misure reali.
Per esempio, il disegno della facciata di un edificio non avrà le
stesse dimensioni della costruzione, ma dovrà essere molto più
piccolo, mentre il disegno di un minuscolo componente di un
congegno meccanico potrà avere dimensioni addirittura mag-
giori di quelle dell’oggetto stesso, in modo da consentire di di-
stinguerne più agevolmente i dettagli [figura 1].
Quasi sempre la rappresentazione di un oggetto si accompagna
pertanto a un’operazione di riduzione o di ingrandimento, che
deve avvenire in modo da non alterare il rapporto tra le dimen-
sioni dell’oggetto riportando, come si dice, il disegno in scala.
Si intende per scala il rapporto tra le dimensioni lineari del di-
segno e quelle dell’oggetto reale.
Così, ad esempio, un oggetto rappresentato nella scala 1: 20 (si
legge: uno a venti) sarà ridotto nel disegno di venti volte:
1 cm nel disegno corrisponderà a 20 cm nella realtà.

Tipi di scale di rappresentazione


Le scale dei disegni possono essere [figura 2]:
– scale di riduzione: quelle che hanno il primo numero mi-
nore del secondo (ad esempio 1:100) [figura 2a]; 1 Disegno tecnico di un componente meccanico in scala 2 :1.
– scala al vero: quella rappresentata da due numeri uguali
(scala 1:1) [figura 2b];
– scale di ingrandimento: quelle che hanno il primo numero
maggiore del secondo (ad esempio 2 :1) [figura 2c].

2 a) Scala di riduzione (1:2); b) scala al vero (1:1); c) scala di ingrandimento


(2 :1).

2 :1

1:1

1: 2

a b c
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Il disegno tecnico 37

UNI EN ISO 5455/94

Le scale di riduzione o di ingrandimento possono essere infi-


1/4
nite (ad esempio i modellini delle auto sono normalmente ri-
prodotti in scala 1:45, sono cioè 45 volte più piccoli del reale),
4
nel disegno tecnico si debbono però utilizzare soltanto le scale
prescritte dalle norme UNI [tabella 1]. scala 1:2
1 2
La tabella evidenzia le scale di uso comune in ambito interna- 1
zionale (scale normalizzate).
3 4

scala 1:1 scala 2:1


Tabella 1 I Tipi di scale prescritte dalle norme UNI EN ISO 5455
3 Rettangolo disegnato ridotto in scala 1: 2 e ingrandito in scala 2:1: nel primo
Categoria Scale normalizzate caso l’area si riduce a un quarto, nel secondo si ingrandisce di quattro volte.
Scale di 50:1 20:1 10:1
ingrandimento 05:1 02:1
Scala al vero 01:1
01:2 01:5 01:10 1/8 8
Scale di 01:20 01:50 01:100
riduzione 01:200 01:500 01:1000 7 8
01:2000 01:5000 01:10000
5 6

scala 1:2

1
Piccole e grandi scale
Si dice che una scala è tanto più grande quanto più piccolo è il suo
secondo numero e, viceversa, che essa è tanto più piccola quanto
3 4
più il suo secondo numero è grande. Per fare un esempio, la
scala 1:5 è più grande della scala 1:100, che a sua volta è molto 1 2
più grande delle scale utilizzate per le carte topografiche e geo-
grafiche (1:25 000, 1:100 000 ecc.) [figure 3 e 4]. scala 1:1 scala 2:1

4 Cubo disegnato ridotto in scala 1:2 e ingrandito in scala 2:1: nel primo caso il
volume si riduce a un ottavo, nel secondo si ingrandisce di otto volte.
Criteri di scelta della scala
di rappresentazione
È molto importante individuare di volta in volta la scala più esagono 19
adatta a rappresentare un oggetto in relazione alle finalità prati-
che del disegno. Così, il disegno tecnico di una vite in scala 1:20
10

o 1:10 è di scarsa utilità per chi lo deve realizzare; in questo caso


sarebbe più utile fornire il disegno in una scala uguale o più
grande della realtà [figura 5]. Viceversa, il disegno in scala 1:5 della
esagono 19
pianta di un alloggio avrebbe dimensioni tali da non poter essere
in alcun modo utilizzato e non fornirebbe informazioni mag-
32
10

giori di quelle desumibili da un disegno in scala 1:50.


26

Va ricordato che la rappresentazione di un oggetto cambia a


seconda della scala scelta, perché a ogni scala compete un pro- M 12
32
26

prio livello di definizione dei particolari che costituiscono l’og- M 12


getto: nel disegno in scala più grande compaiono dettagli che
non sono riproducibili in quello in scala più piccola e, spesso,
scala 1:2 scala 1:1
gli stessi segni convenzionali da adottare cambiano a seconda
della scala. 5 Disegno tecnico di un bullone.
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38 unità 2

2.3 Scale grafiche, equivalenze, ingrandimenti e riduzioni

Scale grafiche Scalimetro


Può capitare di dover valutare le dimensioni di un oggetto at- Lo scalimetro è un particolare righello a sezione triangolare
traverso un disegno ridotto o ingrandito in modo casuale. In sul quale sono riportate sei diverse scale di grandezza fra le più
queste condizioni la scala del disegno risulta alterata e la valu- usate nel disegno tecnico [figura 2].
tazione delle dimensioni dell’oggetto è compromessa. Questo strumento consente di leggere direttamente le dimen-
Questo inconveniente non accade se il disegno è corredato della sioni reali delle lunghezze dei segmenti rappresentati in disegni
cosiddetta scala grafica, che consiste in una sorta di righello sud- eseguiti in una delle sei scale.
diviso in segmenti corrispondenti all’unità di misura indicata,
eventualmente colorati in modo da agevolarne la lettura. La scala
grafica consente infatti di risalire dalle misure del disegno alle
lunghezze reali, anche senza conoscere il rapporto di riduzione
della rappresentazione e senza ricorrere a calcoli [figura 1].
Tutte le scale topografiche e geografiche sono corredate di scala
2 Scalimetro.
grafica.

Riproduzione di figure piane


con metodi geometrici
L’applicazione di metodi geometrici è alternativa all’utilizzo di
adeguati sistemi di quotatura e, in genere, si utilizzano metodi
geometrici in mancanza di quote sufficienti.
La riproduzione di figure piane con metodi geometrici può av-
venire in vari modi, ma i più comuni sono l’utilizzo del metodo
delle triangolazioni e del metodo delle coordinate.
4

In alcuni casi, specie nel campo del rilievo architettonico e am-


bientale, il metodo delle triangolazioni consente livelli di preci-
sione maggiore nella definizione di forme irregolari individuate
da spigoli. In altre situazioni, come nel caso di forme irregolari
curve, i metodi di rilevamento e riproduzione geometrica sono
utilizzati per costruire le basi necessarie all’applicazione di un si-
stema quotato adeguato al livello di precisione voluto.
3

Metodo delle triangolazioni


Supponiamo sia da riprodurre il poligono 1-2-3-4-5 di figura 3:
I si traccia un segmento 1⬘-2⬘ uguale al segmento 1-2;

I si centra in 1⬘ con raggio 1-3, in 2⬘ con raggio 2-3 e si deter-


mina il punto 3⬘;
2

I analogamente si procede per tutti gli altri punti che, uniti


con segmenti, riproducono il poligono di partenza.

3
1m

3'
5
4
2

5'
4'
2'
1
0

1 L’uso della scala grafica consente di valutare immediatamente le dimensioni 3 Metodo delle triangolazioni.
degli oggetti. 1'
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Il disegno tecnico 39

Metodo delle coordinate 3 3'

Supponiamo sia da riprodurre il poligono 1-2-3-4-5 di figura 4: 2 2'


4'
4
I si traccia una retta r in prossimità della figura da riprodurre;

I si proiettano (meglio se ortogonalmente) i vertici 1-2-3-4-5


sulla retta r ottenendo i punti 1*-2*-3*-4*-5*;
1 5 1'
5'
I su un’altra retta r* parallela a r si riportano i punti 1*-2*-3*-
4*-5* e da questi si innalzano, parallelamente ai segmen- r r*
2* 1* 3* 5* 4* 2* 1* 3* 5* 4*
ti come 1-1*, dalla retta r*, le ordinate (ad esempio
4 Metodo delle coordinate.
1*-1⬘=1*-1), fino a trovare tutti i punti 1⬘-2⬘-3⬘-4⬘-5⬘ che,
uniti con segmenti, determinano la figura riprodotta.

Riduzione e ingrandimento 2
P 2'
Stabilito il rapporto di ingrandimento o di riduzione, oltre al 3'
metodo delle triangolazioni e al metodo delle coordinate, in
relazione alla forma della figura e al grado di precisione voluto, 1' 3

si possono utilizzare altri metodi quali il metodo dei triangoli si- 4'
5'
mili e il metodo della quadrettatura.

1
Metodo dei triangoli simili
Il poligono da ridurre, 1-2-3-4-5, sia quello di figura 5:
I per un punto P conveniente e arbitrario si tracciano le concor-
4
renti passanti per i vertici 1, 2, 3, 4, 5, della figura originale;
I sulla proiettante P1 si fissa un punto 1⬘ tale che il rapporto tra
la lunghezza dei segmenti P1 e P1⬘ sia quello voluto; 5
I per 1⬘ si traccia la parallela a 1-2 e si determina 2⬘ sulla
proiettante P2; Metodo dei triangoli simili.
5
I si continua poi allo stesso modo fino a determinare tutti i punti
che definiscono la figura ridotta cercata.

0 1 2 3 4 5 6 7 8
Metodo del reticolo 1
2 3 4
5
6

o della quadrettatura A
18
17
16
7
8

Si costruisce a matita un reticolo a maglie quadrate sulla figura B 19


15 10
14
20
da ingrandire o da ridurre [figura 6]. Successivamente si costrui- C 21
13
12
11

sce un analogo reticolo, ma con i lati nel rapporto voluto di in-


grandimento o di riduzione rispetto a quelli dell’originale e in 0 1 2 3 4 5 6 7 8
ogni quadretto della figura da riprodurre si misurano le coor- 2' 3' 4'
5'
dinate dei punti salienti (vertici) riferite ai lati del quadrato, 1'
6'
quindi si riportano, nel rapporto stabilito, nel corrispondente A
7'
8'
quadrato del reticolo già predisposto. Unendo opportuna- 17'
16'
18'
mente i punti 1⬘, 2⬘, 3⬘, 4⬘, 5⬘ ecc. trovati, si ottiene la figura in- 9'
10'
grandita (o ridotta) rispetto all’originale. B 19'
15'

Il metodo della quadrettatura, utilizzabile in particolare per le 14'


20'
figure con curve irregolari, è l’applicazione del metodo delle 13'
coordinate e delle ascisse su due assi ortogonali. Il grado di pre- C 21' 11'
12'

cisione è in relazione al passo della quadrettatura: più è fitto


6 Metodo della quadrettatura.
più la precisione aumenta.
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40 unità 2

2.4 Convenzioni fondamentali per le viste


2.4.1 Metodo delle frecce UNI ISO 128-30/2006

Ordine preferenziale funzionamento o al montaggio del pezzo.


Ogni vista, con l’eccezione della vista scelta come principale,
per la rappresentazione ortografica deve essere identificata con chiarezza, mediante l’uso di una
degli oggetti lettera maiuscola ripetuta in corrispondenza della freccia che
La norma ISO 128-30 individua tre metodi per la rappresenta- indica la direzione della vista [figura 1].
zione ortografica degli oggetti nel seguente ordine preferenziale: La lettera maiuscola deve essere sempre posizionata al di sopra
a) metodo delle frecce; o sul lato destro della freccia e letta nella direzione normale di
b) metodo di proiezione del primo diedro (chiamato anche si- lettura del disegno.
stema europeo); La scelta delle viste deve essere fatta in base al principio di li-
c) metodo di proiezione del terzo diedro (chiamato anche sistema mitare il numero delle viste al minimo necessario a definire
americano). completamente e senza ambiguità l’oggetto, evitando, per
quanto possibile, la rappresentazione di contorni e spigoli na-
scosti e la ripetizione dei dettagli.
Metodo delle frecce
Il metodo delle frecce è scelto come metodo preferenziale, in
quanto consente una disposizione più libera delle viste non Rappresentazione ortografica
vincolata alla vista anteriore. Rappresentazione ottenuta mediante proiezioni ortogonali ai
La vista principale dell’oggetto sarà pertanto quella più ricca piani di proiezione.
di informazioni, tenendo conto della sua posizione in merito al

D C

A B

C D E

1 La freccia dovrà essere rappresentata con tratto grosso del tipo 01.2 2.6.1 .
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Il disegno tecnico 41

2.4 Convenzioni fondamentali per le viste


2.4.2 Metodo del primo diedro o sistema europeo UNI ISO 128-30/2006

Con il metodo del primo diedro1 o sistema europeo le proie- b


zioni di un solido geometrico su tre piani ortogonali sono, in
genere, sufficienti alla sua completa definizione; se però l’og-
f
getto è diverso su ogni sua faccia, occorre poter disporre di un d
piano di proiezione per ciascuna di esse: si può così ricorrere a
disegni con sei viste.
In pratica si utilizza solo il numero di proiezioni necessarie in
base alla forma dell’oggetto e alla necessità di non avere troppi a
spigoli nascosti.
c
Immaginiamo di dover rappresentare in proiezioni ortogonali
un oggetto con sei facce diverse [figura 1]. In questo caso esso
sarà contornato da sei piani di proiezione ortogonali fra loro,
in modo da formare un cubo. Proiettando su ogni piano una
faccia dell’oggetto, si ottengono sei proiezioni da rappresen- 1 2 e
tare attraverso una serie di ribaltamenti sul foglio da disegno
[figure 2, 3 e 4].
Il sistema europeo considera la proiezione che parte dall’os-
servatore e proietta la forma dell’oggetto sul piano retrostante
[figure 2÷5]. Esso è contraddistinto da un simbolo [figura 6].

d a c f
c
a

d f
b

4 b

3
d a c f

6 Simbolo distintivo del sistema europeo. Le linee spesse sono del tipo 01.2 2.6.1 ,
5 Rappresentazione dell’oggetto senza i piani ribaltati. proporzioni e dimensioni del segno grafico sono riportate nella ISO 5456-2.

1. Il primo diedro è quello normalmente usato per la rappresentazione in


proiezioni ortogonali.
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42 unità 2

2.4 Convenzioni fondamentali per le viste


2.4.3 Metodo del terzo diedro o sistema americano UNI ISO 128-30/2006

Con il metodo del terzo diedro1 o sistema americano la


proiezione parte dalle facce dell’oggetto e si proietta sul
piano antistante che possiamo immaginare come uno
specchio [figure 1, 2 e 3].
Il sistema americano è contraddistinto da un simbolo
[figura 4].
b
f d

b
c
a

f
d

c e

e II DIEDRO I DIEDRO
2

III DIEDRO b
IV DIEDRO

1 L’oggetto, con il sistema americano, è collocato nel terzo diedro.

f c a d

3 Rappresentazione dell’oggetto senza piani ribaltati.

4 Simbolo distintivo del sistema americano. Le linee spesse sono del tipo 01.2 2.6.1 ,
5 Rappresentazione in proiezioni ortogonali di un oggetto con il sistema americano. proporzioni e dimensioni del segno grafico sono riportate nella ISO 5456-2.

1. L’oggetto in questo caso è collocato nel terzo diedro.


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Il disegno tecnico 43

2.4 Convenzioni fondamentali per le viste


2.4.4 Viste parziali e posizioni particolari UNI ISO 128-30/2006

Viste parziali Posizioni particolari delle viste


Quando la parte di un oggetto richiede una rappresentazione Se necessario, è possibile disegnare la vista in una posizione
specifica, può essere rappresentata mediante una vista parziale ruotata rispetto a quella indicata dalla freccia di riferimento.
delimitata da una linea fine irregolare [figura 1]. In questo caso si utilizza una freccia ad arco che indica il senso
della rotazione, indicando a lato l’angolo di rotazione, secondo
la sequenza: lettera di identificazione della vista, freccia ad arco,
F
angolo di rotazione [figura 3].

G
G 30°

Viste parziali di oggetti simmetrici


È possibile rappresentare oggetti simmetrici sotto forma di H 45°
metà [figura 2a], un quarto [figura 2b] o altre porzioni dell’in- H
tero [figura 2c].
L’asse di simmetria è completato, in questo caso, da due linee
sottili corte, parallele fra loro, tracciate in senso perpendico-
lare all’asse [figura 2].

a b

2 c
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44 unità 2

2.5 La rappresentazione tecnica di solidi non geometrici


2.5.1 Metodo di rappresentazione per punti

Un oggetto di forma non geometrica può essere rappresentato,


come abbiamo visto nell’Unità 5 del Volume 1, mediante una
sequenza di sezioni che determinano il suo contorno; il me-
todo tuttavia non è particolarmente preciso, per una precisione
maggiore si ricorre alla rappresentazione per punti.
Nel metodo di rappresentazione per punti individuati da tre
coordinate rispetto agli assi cartesiani, in genere i punti sono
determinati dall’incrocio di due reticoli fra loro ortogonali.
Questo metodo è tipico della rappresentazione in CAD, il com-
puter rende infatti immediata l’elaborazione di grandi quantità
di dati consentendo di visualizzare i punti e il reticolo con ogni
angolazione voluta [figure 1, 2 e 3].
L’utilizzo del CAD consente inoltre un’applicazione molto più
precisa e dettagliata del metodo delle proiezioni quotate.
Se si dispone dell’oggetto fisico o di un suo master 1.7 , si può
utilizzare una macchina automatica, il lettore di punti che, per-
correndo secondo programmi stabiliti la superficie del solido,
rileva in modo istantaneo le coordinate dei punti [figura 4]: più
aumenta il numero di punti rilevati, più aumenta la precisione
del disegno finale.

1 Utilizzo del CAD per la rappresentazione di forme non geometriche mediante un


sistema di sezioni che individuano le curve di livello. I punti sulla superficie del-
l’oggetto sono individuati dall’intersezione di due sezioni: sono pertanto individuabili
mediante le coordinate (x, y, z) riferite a un’origine. Nell’illustrazione, disegno di
pianta della Ferrari 456 GT (a) e barca a vela Nanta 70 progettata da B. Farr (b).
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Il disegno tecnico 45

2 Rappresentazione di forme non geometriche mediante un reticolo di punti indi-


viduati da tre coordinate. La loro congiungente individua la forma.

3 Progetto e realizzazione di un padiglione espositivo (arch. Philip John-


son). Le forme dell’edificio, particolarmente complesse, hanno ri-
chiesto una progettazione al computer di tutti i volumi. Anche in
questo caso la forma è definita dai punti individuati dall’interse-
zione di un reticolo tridimensionale; ogni punto è individuato da
tre coordinate, riferite a un unico sistema di assi.

4 Lettore di punti su un modello in scala ridotta di un locomotore.

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