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rumore di onde, video della canzone “Solo andata” di Erri de luca , con canzone dal
vivo
Entrano a gruppi le /i supplici dal pubblico, vestite con abiti colorati, coperte di veli
bianchi o rossi. In silenzio solo con musica. Salgono su palco creando una
coreografia. Poi si posizionano a terra assumendo la posa dei supplici in preghiera
(TUTTI INSIEME):
O città, o terra, o limpide acque
accogliete questa schiera di profughi che pregano
e mite sia il respiro di questa terra.
MARINAIO DANAO
Ora bisogna essere saggi, usare prudenza e parole di pace.
Avranno saputo del nostro arrivo,
Presto ci verranno incontro gli uomini
Che governano su questa terra e il popolo.
Per la nostra salvezza preghiamo
Che un cuore benigno li guidi e che conoscano
La legge dell’accoglienza e della solidarietà.
Ma le vostre parole siano sempre degne di rispetto,
di pietà, come si addice a chi giunge straniero.
Ricordate che siete esuli, stranieri
La gente di qui è molto diffidente,
Parole arroganti non servono a chi è più debole.
CORO
Ragioni bene, saremo saggi e che il dio ci assista benevolo!
Lui ci mandò, ci accolga questa terra
dia il buon annuncio a chi è libero!
MARINAIO DANAO
Davvero vi guardi con occhio benevolo
CORO
O dio, abbi pietà delle nostre pene
CORO
Breve sarà la mia risposta, Pelasgo
La nostra è la stirpe degli uomini e delle donne
Che abitano su questo mondo,
Che il sole generoso illumina ogni giorno,
senza far distinzione di razza, di lingue, di religioni o delle fogge degli abiti.
Conta davvero per te se abbiamo sembianze di donne o uomini libici,
se abbiamo abitato le coste sabbiose dell’Africa?
PELASGO
Hai parlato bene, donna,
e capisco che un antico e profondo legame vi unisce a questa terra.
Ma cosa vi ha costretto a lasciare le vostre case,
quale sciagura vi ha colpite?
CORO
Su questi lidi cerchiamo scampo
al terrore, alla guerra e alla morte
Fuggimmo alla miseria e alla fame,
alla furia di uomini assetati di sangue
accecati dal fanatismo,
al pianto disperato dei figli.
La morte è nostra sorella,
il dolore è l’unica certezza.
Se c’è un Dio nell’Olimpo dovrà ricordarsi di noi:
i nostri nemici non hanno nomi,
ma camminano sulla nostra pelle.
Gente come noi, se vuole vivere,
dovrà prima morire dentro,
perché la sofferenza è il nostro sangue.
PELASGO
I miei concittadini mi hanno affidato il compito
di vegliare su queste terre e di garantire pace e prosperità.
Non voglio che questa gente porti danno e disordine nella nostra vita.
Di certo, non abbiamo bisogno di questo.
Ma voi siete esuli e con atto di supplici invocate il nostro aiuto.
L’umanità ci spinge ad accogliere la vostra richiesta,
ma prima di farvi una promessa è giusto
che tutti i cittadini esprimano la loro opinione.
CORO
Sei tu che governi, tu sei il popolo e
dunque, decidi.
Salvarci è un atto di giustizia.
L’uomo è tale se nell’altro vede un fratello da aiutare
E non da abbattere: la solidarietà negata è prerogativa delle bestie.
Aprite le vostre case e fate entrare la luce dei nostri occhi
Che hanno visto solo tenebra finora.
PELASGO
Cade la colpa su chi mi è nemico, non posso tutelarvi senza danno.
Ma è triste negare le vostre preghiere e temo e sono incerto
nel mio cuore se agire o non agire, se afferrare la sorte.
Devo riflettere per trovare una via di salvezza.
Come un pescatore scenderò giù nell’abisso
Scrutando ogni cosa con occhio lucido e sobrio.
Ho bisogno di questo perché il popolo non abbia pena
e anche per me tutto termini bene
e non s’accendano lotta e razzia.
D’altra parte, non voglio consegnare voi che sedete sui sacri seggi,
attirando su di me l’ira degli dei.
Mi occorre quindi un pensiero di salvezza.
CORO
Rifletti e sii giusto,
Non tradire noi esuli
in fuga dalla violenza di uomini disumani e feroci.
Non mandarci via
CORO presto ci appenderemo per la gola! (il coro simula con le fasce il suicidio)
MARINAIO
Grande cosa per noi è avere trovato un potente ambasciatore che ci
onora. Ma invia con me anche una scorta che ci indichi le are
presso cui deporre i nostri doni e che ci dia sicurezza
nell’attraversare la città.
Stai attento che la nostra fierezza non
generi timore. Per non conoscerli, si uccisero amici.
PELASGO
Mettiti in cammino, sarai scortato.
Straniero dici bene: non è necessario a chi incontrerai dire molto.
vai, marinaio, al focolare degli dei.
CORO
Per lui hai parlato, ed egli vada come hai ordinato. Ma noi che
faremo? Come ci dai coraggio?
PELASGO
CORO
Non stupirti se è impaziente un cuore impaurito.
Con le parole e le opere rasserenaci il cuore.
PELASGO
Tranquille, auguratevi ogni bene, perché ogni bene vi sarà augurato.
Ora è tempo che io convochi l’assemblea (popolo scout)
A ben disporre verso di voi la comunità di questo paese.
Persuasione e giustizia mi assistano (esce)
CORO
Racconta cosa fu deciso
MARINAIO
Con voto unanime hanno votato alzando tutti insieme la mano destra:
l’aria vibrò e fu accolta la decisione.
“Ci ospitano, vivremo liberi
E al sicuro da violenza e da terrore”
Pelasgo li persuase con questo discorso:
cominciò col ricordare i doveri dell’accoglienza e della solidarietà
quanto possa essere terribile il rifiuto
e da una duplice colpa mise in guardia i suoi concittadini, foriera di tremende
sventure:
l’oltraggio all’ospite e ai diritti comuni e l’offesa a tutta l’umanità.
Questo ascoltò il popolo, poi sollevò la mano e decretò che così fosse.
CORO
Su, donne, innalziamo preghiere di ringraziamento
per ricambiare la bontà della gente di qui,
perché hanno avuto pietà di noi,
hanno avuto rispetto di una schiera di donne
hanno ubbidito alla legge della solidarietà,
hanno reso giustizia al sangue comune a tutti gli uomini
e allora preghiamo con la voce della gratitudine,
che la guerra non insanguini questa terra,
che i suoi giovani abbino vita prospera e felice,
che, riuniti intorno al focolare, i vecchi possano avere vita lunga e serena,
che le donne abbiano parti felici,
che gli uomini siano esempio di vita onesta e civile,
che il flagello delle malattie fugga da questi lidi,
che siano sempre preservati ai cittadini i loro diritti.
MARINAIO
Approvo queste sagge preghiere.
Ma siate forti e non vi colga nuovo terrore,
può essere che arrivi gente malvagia o un araldo
che voglia portarvi via e ricacciarvi nella miseria, che vi catturi.
CORO
Li conosco quegli uomini intolleranti ed egoisti
Hanno in mente la nostra rovina.
E il loro cuore è pieno di inganni
Un empio delirio li anima contro le genti straniere
E nulla li muove a pietà
MARINAIO
Ma questo non accadrà. Non abbiate paura. Coraggio
Verrà il giorno in cui chi nega agli esuli
l’abbraccio della propria umanità
verrà punito secondo giustizia.
Aspettateci qui
e pregate gli dei.
Noi andremo a cercare soccorso.
CORO
Qualcosa di bello dicono
GUARDIA COSTIERA 1
Via! Presto, via di qua. Alla vostra terra dovete tornare, muovetevi, forza
maledetti, alle navi!
Altrimenti vi strappo i capelli
Chi invade la patria altrui è un criminale!
Noi vogliamo essere una Nazione e non uno stato!
La nostra lingua deve essere come nostra moglie: mai prostituita!
GUARDIA 2
il marchio vi metto, femmine straniere disonorate e maledette
Nulla avete in comune con noi, le nostre leggi e la nostra cultura
GUARDIA 1
urla, grida chiama i tuoi dei, urla, grida, canta un canto più amaro.
Salite alla nave al più presto, tornate alla terra d’Egitto e di Libia.
CORO
Madre terra, mamma terra scaccia l’orrore, l’urlo, figlio della terra!
GUARDIA 2
Non temo gli dei di questa terra, non mi hanno nutrito,
non mi hanno invecchiato.
CORO siamo perduti, non era atteso ciò che ora patiamo.
PELASGO
Fermatevi, come potete pensare di oltraggiare questa gente e di offendere me e questa
terra ospitale?
Pensi di essere venuto in una terra di sole donne?
Sei troppo arrogante hai visto molto male e non hai raddrizzato i tuoi pensieri
GUARDIA 1
In che ho peccato? Contro la giustizia?
Queste donne straniere non hanno diritti, sono carne da sfruttare e non c’è nessuno
che voglia difenderle.
PELASGO
Tu qui sembri lo straniero, non sai la nostra legge, tu nomini la legge a cui non credi.
Le leggi degli uomini vanno rispettate solo se
Il cuore non è in vendita!
PELASGO quelli non sono di qui, tu nomini dei capi a cui non credi
PELASGO
Noi le abbiamo accolte ed ospitate. Non le toccare o te ne pentirai
PELASGO
Tornatene da dove sei venuto
GUARDIA 1
Ce ne andiamo, ma dobbiamo riferire il nome di chi ci ha accolto, chi ci
ha impedito di fare il nostro dovere.
PELASGO
Perché dovrei dirti il mio nome? Col tempo lo saprete tu e i tuoi compagni di
viaggio. Questi potresti riportarli via solo se lo volessero e ne fossero lieti, se un
onesto discorso li persuadesse.
Ti basti sapere che unanime è stato il voto del popolo che ha deciso
di non consegnare mai queste donne.
Sono parole chiare pronunciate dalla voce di un uomo libero.
E ora andate. Scomparite dalla mia vista!
GUARDIA 2
Questo che dici aprirà nuove questioni, molti la pensano come noi
A voler difendere il nostro quieto vivere dall’orda degli esuli e dei barbari
PELASGO
E noi qui troverete, uomini saggi e agguerriti che sapranno contrastare la vostra cieca
intolleranza: vi sono molte dimore della comunità, e anche a me furono date le case
da mano generosa.
Quanto a voi, donne, le vostre sofferenze volgono a termine, la città è pronta ad
accogliervi.
Laggiù sono per voi abitazioni dove potrete abitare comodamente.
Questo è il meglio che io possa offrire e che voi possiate desiderare.
Sarò io il vostro protettore insieme agli altri cittadini che così hanno deciso.
Quali protettori migliori di questi potreste trovare?
MARINAIO
Ringraziate di cuore gli abitanti di questa terra, che ci hanno accolto e salvato
Dobbiamo loro gratitudine e onore.
Ma ricordate che col tempo un popolo viene
messo sotto giudizio.
Tutti sono pronti a biasimare
chi parla una lingua diversa, tutti hanno la lingua pronta
contro gli stranieri, voci malevole che volano veloci e diventano infamie e calunnie.
Guai se procuriamo vergogna a noi stessi e soddisfazione ai nostri nemici
Andate ora e celebrate il popolo che vive in questa terra.
CORO
A voi tutti che avete prestato ascolto a questa vicenda
Gioite e godete della forza benefica che vi è stata donata dagli immigrati.
Accompagnateli in città
Disposizione del coro a triangolo..si staccano i singoli personaggi per porsi in fila
per il saluto finale
Nessuno meglio di Pitagora che ha dovuto lasciare la sua isola di Samo per cercare
fortuna in Magna Grecia ha saputo tradurre questa angoscia:
“Lasciando la tua terra, distogli lo sguardo dai confini che ti hanno visto nascere.
Dalla fine sugli anni ‘80 e dopo la caduta del muro di Berlino,
Spesso provengono da paesi che sono stati dominati e sfruttati dalla colonizzazione
Sperano di trovare un piccolo spazio nella società del benessere, di strappare i loro
figli alla miseria e alla fame
Buio in scena.
Parte una Musica. Rientrano tutti i ragazzi in divisa e con le loro insegne