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I docenti sanno quanto sia difficile catturare l’attenzione dei propri alunni e mantenere a lungo la
loro concentrazione su argomenti lontani dal loro mondo e dai propri interessi.
Spesso le difficoltà di apprendimento sono dovute proprio allo scarso interesse e alla scarsa
motivazione, per questo in classe è necessario privilegiare l’operatività del bambino, rinforzare la
fiducia nelle sue capacità e proporre situazioni di lavoro che facilitino la scoperta.
In tal senso una proposta didattica che prevede lezioni frontali che propongono agli alunni prodotti
finiti come manuali o schede già pronte non risulta tra le più efficaci, un’alternativa valida è invece
quella della ricerca; offre soluzioni al problema proposto in forma criti ca, rivaluta l’esperienza
dell’alunno attraverso il ruolo attivo e spesso può essere un modo per favorire l’apprendimento di
gruppo inteso come apprendimento cooperativo e interazione tra i membri.
L’approccio allo studio di una civiltà antica può essere l’occasione giusta per realizzare una
procedura di apprendimento secondo le strategie sopra indicate.
Inviteremo i membri di ogni gruppo a valutare il loro operato e l’efficacia del loro lavoro e a riflettere
sul percorso effettuato.
Alla fine del percorso è utile il momento della relazione finale fatta dai bambini che permette sia di
consolidare le conoscenze apprese sia di condividerle con gli altri; inoltre, in questo modo la
valutazione si concentrerà su qualcosa di oggettivamente valutabile come la chiarezza della
composizione, la cura con cui è stato impostato il testo, la completezza dell’argomento, gli
approfondimenti…
Ho pensato di progettare un’unità didattica di apprendimento per una classe di quarta elementare
che riguarda il periodo storico del vicino Oriente antico, quindi il periodo che va dalla fine del quarto
millennio a.C. fino al primo secolo a.C. e che riguarda la zona della Mesopotamia, la terra tra i fiumi
Tigri ed Eufrate. Considerando la complessità delle civiltà di questo periodo ho deciso di costruire
un percorso che si basa su 4 parti che prevedono argomenti principali quali la mitologia e la nascita
della scrittura.
Prerequisiti:
Obiettivi:
Area dell’essere
- riflettere sull’importanza delle fonti, della loro tipologia, sull’importanza della verifica e il
confronto di esse
- ascoltare il punto di vista degli altri ed esprimere le proprie opinioni
- porsi in modo attivo, propositivo e partecipato
Mezzi e strumenti:
Metodologia:
Come seconda attività proporrò una linea del tempo sulla quale indicare insieme gli eventi relativi
alla storia della Mesopotamia identificando l’ordine cronologico con il quale si susseguirono i regni
di Sumeri (3500 a.C.), Accadi (2300 a.C.), Amorrei (2000 a.C.), Assiri (1000 a.C.), Babilonesi (612 a.C)
e Persiani (538 a.C.).
Prima della successiva attività faremo un ripasso sul concetto di fonte: consegnerò delle schede
illustrate nelle quali i bambini dovranno riconoscere i 4 tipi di fonti precedentemente studiate: orali,
scritte, iconografiche (dipinti, fotografie, mosaici, tavolette di argilla…) e materiali (fossili, mummie,
oggetti di uso quotidiano, armi, attrezzi, gioielli, edifici, tombe…).
Come terza attività affronteremo la nascita della prima forma di scrittura inventata da i Sumeri
intorno al 3300 a.C. spinti dalla necessità di registrare in maniera efficacie le merci che diventavano
sempre più numerose. Con l’utilizzo della lim cercheremo immagini relative al materiale che
utilizzavano: tavolette di argilla ancora fresche sulle quali incidevano dei segni triangolari, a forma
di cuneo, con cannucce appuntite, scoprendo così il motivo per cui la scrittura venne definita
cuneiforme.
Dal momento in cui spiegherò che anche per i calcoli i sumeri usavano dei segni cuneiformi, due
principalmente, uno per le decine e uno per le unità, inizieremo un laboratorio pratico con l’argilla.
Creeremo delle tavolette su cui ogni bambino dovrà scrivere, usando i due simboli, la propria data
di nascita. Ciascun bambino potrà portare a casa e avere un ricordo della lezione sulla nascita della
scrittura.
Durante la seconda giornata proporrò ai bambini un’attività che cerchi di immedesimarli il più
possibile in un periodo storico in cui ancora non esistevano lettere e numeri per annotare e
comunicare informazioni scritte. Prima però farò presente ai bambini che non esiste un solo tipo di
scrittura e che questa si può trasformare nel tempo, infatti non esiste solo la scrittura cuneiforme
dei sumeri (del 3° millennio) ma in un periodo successivo si sviluppa anche la scrittura accadica (2°
e 1° millennio).
Dividerò la classe in gruppi di 4 o 5 bambini e ogni gruppo dovrà innanzitutto creare una serie di
simboli da usare al posto di parole e numeri per poter scrivere successivamente una storia.
Nella seconda parte dell’esperienza i gruppi si scambieranno i vari prodotti e a partire dai simboli
dovranno interpretare il racconto formulato dai compagni, in questo modo si identificheranno
prima con le civiltà antiche della Mesopotamia che non avevano a disposizione lettere e numeri per
poter tramandare i propri racconti e poi con gli storici il cui compito è quello di tradurre e decifrare
le fonti scritte risalenti a quel periodo.
In questo modo arriveremo a parlare del compito dello storico che, aiutato dagli archeologi, è
riuscito con il tempo a ricavare numerose informazioni di civiltà così lontane nel tempo; molte
tavolette di argilla sono state ritrovate negli scavi archeologici, infatti oltre che fonti scritte possono
essere chiamate anche fonti archeologiche.
Riprendendo la cartina geografica della Mesopotamia utilizzata il primo giorno individueremo due
importanti scavi archeologici dove vennero ritrovate delle vere e proprie biblioteche:
- a Nippur, una biblioteca di scuola contenente tutti testi in cui si faceva riferimento al ruolo di un
maestro
- a Ninive, la biblioteca del sovrano assiro Assurbanipal
Uno tra i gruppi di fonti più importanti di questo periodo è quello delle fonti mitologiche che
riguardano le vicende divine e trattano due grandi questioni: la creazione del mondo e quella
dell’uomo; proporrò un’attività che permetta di far capire ai bambini come molte di queste fonti
siano simili e abbiano molti elementi comuni anche se prodotte da civiltà diverse sia coesistenti che
vissute in epoche differenti. Dopo aver diviso la classe in due gruppi darò da leggere due storie:
-all’altro la storia dell’arca di Noè, racconto biblico contenuto nella Genesi che parla di una grande
imbarcazione costruita su indicazione divina da Noè per sfuggire al diluvio universale, per preservare
la specie umana e gli altri esseri viventi.
4°giornata MITI PER CELEBRARE IMPRESE DI SOVRANI E GESTA DEI RE come fonti secondarie
Nell’ultima giornata inizierò facendo vedere un video sulla storia dell’epopea di Gilgamesh e
consegnerò una scheda dove c’è scritta la storia in modo che possano oltre che vedere, anche
leggere le varie vicende e comprendere meglio gli elementi principali che si ritrovano in comune con
le storie presentate nella giornata precedente. Spiegherò loro che esistono molte versioni di questa
storia perché prende spunto da fonti orali o scritte che vennero ritrovate a quei tempi.
Introdurrò quindi il concetto di fonti primarie e fonti secondarie, le prime nascono da zero, le
seconde invece prendono spunto dalle fonti primarie, l’epopea di Gilgamesh è una fonte secondaria
proprio perché prende spunto da storie già esistenti e già in circolazione.
Per comprendere meglio questo concetto farò fare un’esercitazione di scrittura nella quale io
scriverò alla lavagna dei punti chiave da affrontare che rappresenteranno delle fonti primarie e i
bambini dovranno scrivere una loro storia partendo proprio da quest’ultime, in questo modo è come
se avessero composto storie come l’epopea di Gilgamesh che rappresentano delle fonti secondarie.
-quali elementi comuni ritroviamo tra il poema del diluvio di Atrahasis e la storia dell’arca di Noè?
-cosa sono le fonti secondarie?
-di che tipo sono tutte le varie fonti di cui abbiamo parlato?
In un secondo momento dividerò la classe in gruppi e ognuno di loro dovrà elaborare una relazione
finale che esporrà ai compagni in maniera tale che ciascuno dei bambini abbia una parte da
relazionare. Le domande della verifica delle competenze potranno essere usate come traccia.
Al termine dell’esposizione mi piacerebbe che ciascun bambino esponesse quale sia stata la sua
parte preferita di tutta l’unità didattica e quale sia il messaggio che si porta a casa relativo allo studio
di questo periodo storico.