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L’Italia è una nazione attenta alla moda e la maggior parte degli italiani prende
il loro abbigliamento molto sul serio.
Istruzioni
*1
*2
Arricchite il vostro guardaroba con qualche pezzo di stilisti o designers,
pantaloni di lino ben aderenti e una camicetta di seta. Gli Italiani risparmiano
per 6 mesi per acquistare un capo d’abbigliamento di qualità, piuttosto che
spendere su una maggiore quantità di capi meno costosi.
*3
Evitare abbigliamento con loghi, simboli, patch, ricami e altri disegni. Gli
Italiani ritengono che i loghi di grandi dimensioni sui vestiti li faccia apparire
come cartelloni pubblicitari.
*4
*5
Attenzione al capo corto, specialmente se sei una donna. Molti Italiani trovano
che i pantaloncini siano sgradevoli, e se si sta visitando le chiese in Italia,
potreste trovarvi in difficoltà per entrare a causa del vostro abbigliamento. Le
gonne al ginocchio sono più adatte.
*6
Scegliete tessuti naturali come cotone, seta e lino, piuttosto che quelli sintetici.
*7
Cercate accessori di sobria eleganza. Per le sciarpe, evitate i colori forti, per la
bigiotteria i grandi orecchini a cerchio. Non caricatevi di accessori.
Entra nell'idea che non tutti gli italiani vestono allo stesso modo o si
aspettano da te uno stile in particolare. Questa è una guida generale che ti dà
dei consigli orientativi sullo stile italiano.
Scegli colori chiari, naturali, bianco e nero, invece di colori molto accesi e
vistosi. Concentrati su sfumature non troppo eccessive se vuoi vestirti come gli
italiani. Usa i colori pastello solo d'estate, anche se beige, grigio, crema e bianco
Se sei una donna, usa un make up naturale in ogni occasione. La maggior parte
delle donne italiane ama essere sempre in ordine e sistema capelli, mani, piedi
Scegli un look più formale se non sei sicura su cosa indossare. Opta per materiali
usa la cravatta sulle camicie a maniche corte, sui tessuti estivi e sui jeans. Inoltre,
una camicia non stirata bene non è adatta ad un completo elegante. tuttavia, i
jeans possono andar bene anche in una situazione formale, purché siano alla
Evita top senza spalline e canotte se entri in chiesa o in un altro luogo sacro,
perché mostrano mancanza di rispetto nei confronti del luogo. Gli uomini, inoltre,
I pantaloncini non sono adatti alla sera, né per uomini né per donne, e in
generale gli uomini italiani non li indossano. Come non indossano calzini con i
pantaloni corti.
Evita pantaloni larghi, camicie e magliette, soprattutto quelle con stampe grandi
e vistose.
Scegli con cura le scarpe da abbinare al tuo outfit. Evita i calzini con i sandali
e le scarpe aperte, anche sotto un abito casual e, per gli uomini, soprattutto la
sera. Dovresti evitare anche le infradito, a meno che non sei sulla spiaggia. I
calzini bianchi vanno indossati solo con le scarpette sportive e quando si fa sport.
Indossa sempre i calzini con le scarpe, ma sceglili abbinati alle scarpe stesse o
raffinate.
turista
GLI AGGETTIVI
L’aggettivo è una parte variabile del discorso che esprime gli attributi di qualità,
quantità ecc. della persona o della cosa indicata dal sostantivo a cui si riferisce.
Di questa categoria fanno parte anche gli aggettivi di relazione, che esprimono
appunto una relazione immediata con il nome da cui derivano
In base alla funzione che svolgono all’interno della frase, gli aggettivi possono
essere:
Paolo è forte
*FLESSIONE
Terza classe. Gli aggettivi che al maschile singolare terminano in -ista, -cida, -
ita e -asta presentano tre desinenze:
L’aggettivo concorda sempre con il nome a cui si riferisce. E questa non è una
novità.
Esempi:
POSIZIONE DELL’AGGETTIVO
In italiano la posizione dell’aggettivo non è fissa, pertanto esso può trovarsi
sia prima sia dopo il nome a cui si riferisce. Tale posizione, però, può far
cambiare completamente il significato della frase.
Per esempio, gli aggettivi che esprimono caratteristiche fisiche come “alto“,
“vecchio“, “nuovo” rispettano il loro significato “fisico” quando seguono il nome
cui si riferiscono, ma assumono un significato diverso se lo procedono!
Pertanto:
Esempi:
Ci sono, poi, degli aggettivi che vanno sempre dopo il nome. Si tratta di quelli
che indicano:
Comparativo di maggioranza
Nel comparativo di maggioranza, la qualità ha intensità maggiore nel primo
termine di paragone. Si forma in questo modo:
Comparativo di uguaglianza
Nel comparativo di uguaglianza, la qualità ha la stessa intensità sia nel primo
termine di paragone che nel secondo termine di paragone. Si forma in questo
modo:
Comparativo di minoranza
Nel comparativo di minoranza, la qualità ha intensità minore nel primo termine
di paragone. Si forma in questo modo:
Ad esempio:
Il fiore è più bello che profumato → comparazione tra 2 aggettivi
Per quanto riguarda il grado superlativo, esso esprime una qualità al massimo
grado e si suddivide in due diverse tipologie.
Superlativo assoluto
Nel superlativo assoluto, la qualità è al massimo grado possibile, senza alcun
confronto.
Superlativo relativo
Nel superlativo relativo, la qualità è al massimo grado di maggioranza o di
minoranza in confronto ad altre cose o persone.
– Minoranza:
Marco è il meno alto tra gli amici
il meno (aggettivo) … di / tra /
fra (altre cose o persone con cui si fa il
confronto)
/ Inferiore Infimo
/ Interiore Intimo
/ Esteriore Estremo
Queste forme, a differenza degli aggettivi “buono, cattivo, grande e piccolo”, non hanno
le forme regolari! Pertanto dire “più superiore”, “meno esteriore” e simili è un errore!
1 ) l'affetto materno
2 ) un rimprovero paterno
3 ) un consiglio fraterno
4 ) un comportamento lineare
5 ) un lupo famelico
6 ) una casella postale
7 ) la pietra angolare
8 ) un gattino amorevole
9 ) uno studente pensieroso
10 ) uno strumento musicale
11 ) un materiale ferroso
12 ) una regione collinare
13 ) un terreno pianeggiante
14 ) una scarpata franosa
Aggettivi possessivi.
Sottolinea tutti gli aggettivi possessivi che vedi in queste frasi.
In ognuna di queste frasi c'è un aggettivo possessivo riferito ad una persona singolare
di I - II o III grado; riscrivilo riferendolo a più persone, mantenendo lo stesso grado.
E’ meno fredda
dell’aranciata.
E’ formidabile tanto
quanto te.
educato
leggero
dolce
simpatico
umile
studioso
antico
veloce
costoso
moderno
forte
stanco
vecchio
– Con voce calma e modi cortesissimi, il maestro mi fece una solenne lavata di capo.
Forma il superlativo assoluto degli aggettivi usando i prefissi : extra-, super-, ultra-,
stra-, arci-.
I lavori artigianali sembrano svanire piano piano. Al giorno d’oggi, gran parte
tradizioni che vanno via via perdendosi e sia per queste professioni che stanno
mestiere e spesso una buona dose di fantasia. In diversi paesini del sud
possono ammirare mobili antichi di un certo valore che, una volta restaurati,
raddoppiano la loro bellezza e il loro valore. Quante librerie, quanti tavolini fatti
da bravi falegnami abbiamo potuto ammirare nelle case dei nostri nonni? Si,
perché una volta erano proprio loro ad arredare le case con il loro duro lavoro.
Purtroppo, però, come già accennato prima, gli artigiani stanno via via
per montarli, a noi servono solo delle viti e un martello. Nonostante questo
Nonostante la crisi del settore artigianale, tuttavia oggi ci sono ancora attività redditizie:
gelato è l’alimento che più di tutti riesce a dare sollievo nelle calde giornate
gelato confezionato.
perché con bravura danno un gran supporto ai dentisti, sono loro, infatti, a
• Sarto: con ago, filo, una bella stoffa e una macchina per cucire, i sarti sono
abito particolare per una cerimonia o per qualsiasi evento un po’ più elegante,
• Orafo: buone idee in testa, una bozza ed ecco che gli orafi danno vita a
Ecco le professioni più ricercate e i lavori su cui puntare, almeno in base alle ultime
soddisfacente ma, incrociando una serie di dati – stipendio medio annuale, posti
individuato i più proficui lavori del 2017. Ecco dunque la top 10 dei lavori di quest’anno:
che quella del social media manager diventerà una delle professioni più
dall’altro di migliorare la fruibilità del sito dai vari device, con il preciso
Secondo una riflessione approfondita sui settori più favorevoli alla crescita
quello della cura e della bellezza della persona. Scopriamo allora nel dettaglio quali
insegnanti.
• Addetti alle pulizie: tante famiglie, tante aziende necessitano di addetti alle
diversi ambienti.
allora 8 lavori part time che ti permetteranno di avere qualche soldino in più in tasca
• Lezioni private: potrai gestirle come più ti pare, occupartene durante il fine
• Baby Sitter: metti qualche annuncio sul Web oppure in giro per la città,
• Dog Sitter: se hai dimestichezza con i cani e non hai paura nemmeno di
quello più grosso, puoi mettere in giro qualche annuncio per dog sitter: si
tratterà di badare al cane di chi parte per qualche giorno o di chi per
cucciolo.
pagati bene:
i. L’apicoltore – Avete presente gli uomini che indossano tute quasi spaziali e
vedendo una sola ape ha già un tuffo al cuore, o magari a chi è allergico.
sterili, perché anche una piccola infiltrazione batterica può mandare all’aria
professione.
iii. Il tester di coupon – I siti di deal online cercano qualcuno che garantisca la
qualità delle offerte proposte, testando i prodotti in vendita dal loro servizio
online. Avete capito bene, esiste qualcuno che trascorre week-end in mete
nel fatto che le erbe non vengono, spesso, coltivate per essere vendute al
v. L’allevatore di lumache – Un pezzo di terreno può essere usato non solo per
un po’… brrr
livello.
vii. Gli scrittori di microtesti per i Baci Perugina – Perché quelle piccole frasi non
mondo.
viii. Lo spazzaneve – Antico mestiere un tempo assai più diffuso, ma non del tutto
x. Il negoziante sulle navi da crociera – Sulle grandi navi sono spesso presenti
svolge a terra, solo che i negozi non sono mai nello stesso punto.
avremo un piccolo dubbio e staremo un po’ più attenti nel fornire dati o dare soldi.
inventato, per cui una piccola ricerca un Internet potrebbe aiutarci a capire
trovare un lavoro. Tuttavia, se viene richiesta una certa somma per iniziare
a lavorare il dubbio che si tratti di una truffa dovrebbe sorgere fin da subito.
In genere eventuali corsi di formazione sono gratuiti o retribuiti, per cui chii
agli impostori.
lavoro a cui le ragazze devono stare molto attente. Può trattarsi infatti di
AVVERBI
L'avverbio (dal latino ad verbum, al verbo) è quella parte invariabile del discorso che
determina, modifica e specifica il significato del verbo , dell'aggettivo o di un altro
avverbio ai quali è riferito.
avverbi di tempo: ora, adesso, ancora, ieri, oggi, domani, prima, poi, presto, subito,
tardi, sempre, mai, ecc.
avverbi di quantità: molto, poco, meno, troppo, più, tanto, assai, niente, nulla, ecc.;
avverbi primitivi: bene, male, forse, pure, sempre; ieri, oggi, poi, tardi, mai, magari,
volentieri; molto, tanto, poco, meno, spesso, meglio, peggio, presto, subito, ecc.;
avverbi composti; almeno (da al-meno), dappertutto (da da-per-tutto), infatti (da in-
fatti), inoltre (da in-oltre), persino (da per-sino), intanto (da in-tanto), ecc.;
Altri avverbi di luogo sono: su, giù, lassù, laggiù, ove, dove, dovunque; vicino, lontano,
davanti, dietro, altrove, fuori, dentro, presso, oltre, dappertutto, ecc.
Gli avverbi dove, dovunque, ove, onde e donde sono avverbi relativi e, pertanto, si
possono usare solo quando mettono in relazione e congiungono una proposizione con
un'altra.
Gli avverbi ove, dove, donde, spesso sono usati nelle interrogazioni: ove sei? dove ti
sei cacciato? donde vieni?, ecc
Sono locuzioni avverbiali di luogo: di qui, di qua, di lì, di là. di su, di giù, di sopra, di
sotto, in qua, in là, ecc.
Avverbi di tempo
I principali avverbi di tempo sono: ora, adesso, subito, testé, allora, prima, dapprima,
poi, dopo, oggi, ieri, domani ( dopodomani, avantieri, ecc.), spesso, sovente, sempre,
mai, presto, tardi, poi, già, ancora, talora, finora, ecc.
Inoltre sono avverbi temporali e anche relativi (quindi, vanno usati sempre per
congiungere una proposizione all'altra): quando, allorquando, allorché, qualora: ad
esempio: Verrò a trovarti quando tu vorrai.
L'avverbio mai significa propriamente una volta, una qualche volta, quando che sia; ed
è errore usarlo con valore negativo, se la negazione non sia espressa: ad esempio:
verrà mai non vuol dire che non verrà mai, ma che verrà una qualche volta. Infatti si
dice: verrà mai quel giorno che tanto attendiamo? Volendo dargli senso negativo dovrò
dire: non verrà mai; oppure nessuno verrà mai. Tuttavia è tollerato l'uso del mai
negativo anche senza la negazione, quando esso preceda il verbo: ad esempio: mai
tralasciò di lavorare.
Sono gli avverbi che indicano la qualità, il modo di una azione; si riferiscono
principalmente ad un verbo, oltre che ad un aggettivo o ad un altro avverbio. Derivano
dagli aggettivi qualificativi per cui sono anche detti avverbi qualificativi. Sono assai
numerosi, giacché da quasi tutti gli aggettivi si può ricavare l'avverbio corrispondente.
Gli aggettivi terminanti in -are, -ere, -ale, -ile, -ole, -ore (purché la l o la r non siano
precedute da consonanti) elidono la vocale finale davanti al suffisso: singolarmente,
celermente, platealmente, civilmente, piacevolmente, inferiormente, ecc.
SEVERAMENTE VIETATA LA RIPRODUZIONE
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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2
Un altro gruppo è formato dai derivati in -oni (-one): bocconi, ginocchioni, ciondoloni,
tastoni, carpone, ecc.
Un terzo gruppo è costituito da modali del tipo: bene, male, peggio, meglio, volentieri,
così, ecc.
Come i corrispondenti aggettivi, anche alcuni avverbi modali hanno forme particolari
di comparativo e di superlativo :
Aggettivo : BUONO
Aggettivo : CATTIVO
Aggettivo : GRANDE
Aggettivo : PICCOLO
Aggettivo : MOLTO
Alcuni avverbi ammettono anche l'alterazione ): bene, benino, benone; male, maluccio,
malaccio; poco, pochino, pochetto; presto, prestino, ecc.
Infine, tra le molte locuzioni avverbiali di modo ricordiamo le più frequenti: in fretta, in
fretta e furia, a poco a poco, per l'appunto, man mano, pian piano, di tanto in tanto, bel
bello, niente affatto, in mezzo, poco fa, fino ad ora, d'ora in poi, terra terra, di corsa, di
sbieco, alla carlona, a bizzeffe, ecc.
Avverbi di quantità
A questi si possono aggiungere: anche, almeno, altresì, pure, inoltre, ancora, neanche,
neppure, perfino, circa, quasi, ecc. che sono detti anche avverbi aggiuntivi, perché
servono ad aggiungere qualcosa al verbo o all'intera frase: ad esempio, Al cinema
c'era il tuo amico Carlo? No. E Franco? Neppure.
E' da notare l'uso erroneo che molti fanno dell'avverbio affatto in senso negativo
quando non è accompagnato da negazione: ad esempio, Sei contento di ciò? Affatto.
L'avverbio affatto significa del tutto, interamente; perciò dire: io sono affatto contento
equivale a dire: sono interamente contento, sono contentissimo. In caso di negazione,
bisogna quindi dire correttamente: non sono affatto contento.
Tuttavia questa forma erronea oggi risulta molto frequente nell'uso quotidiano, nelle
risposte con valore negativo; solo in questo caso si può accettare l'avverbio "affatto"
non accompagnato dalla negazione ("niente" oppure "non").
Avverbi di modalità
Per rafforzare il sì sono comunemente usati proprio, precisamente, per l'appunto; per
rafforzare il no sono invece adoperati punto, mica, niente affatto, non mai.
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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2
Locuzioni avverbiali
Una prima forma di locuzione avverbiale è quella di raddoppiare l'avverbio, sia per
semplicemente rafforzarlo, sia per dargli una lieve diversità di significato: lemme
lemme, ben bene, or ora, su su, sotto sotto, pian piano.
INDICE
L'avverbio si pone dopo il verbo o prima, in base al valore che gli si vuole dare nel
contesto della frase.
Si colloca prima del verbo quando gli si vuole conferire risalto ed efficacia espressiva:
Amaramente mi pento del torto che ho fatto a mio figlio.
Nei casi in cui il verbo è composto, l'avverbio si colloca tra l'ausiliare ed il participio, o
prima dell'ausiliare, oppure dopo il participio: ad esempio, Io ho subito chiamato il
dottore. Il dottore immediatamente ha risposto. Il dottore ha risposto gentilmente.
a) quando funge da preposizione, nella maggior parte dei casi regge il sostantivo
direttamente, anche se molte volte si usano due preposizioni: ad esempio, Si nascose
dietro un muretto. Ripose la veste dentro al baule. Sotto la panca la capra crepa;
Alcuni avverbi possono essere usati in funzione di aggettivi : si tratta degli avverbi
quantitativi più, meno, assai, abbastanza, e di quelli modali o locali così, dietro, avanti,
dopo, meglio, peggio: ad esempio, E' la peggio decisione che tu possa prendere; i più
allegri sono i bambini; Carlo è il meglio sarto della città; la strada davanti è piena di
buche; ci siamo incontrati il giorno dopo.
Questi stessi avverbi possono essere anche sostantivati: Mio zio, purtroppo è passato
nel numero dei più; il meglio è il nemico del bene; chiacchierammo del più e del meno;
in ogni risoluzione va considerato il prima e il dopo; non c'è limite al peggio.
Gli avverbi qui, qua, lì, là spesso rafforzano i corrispondenti pronomi dimostrativi: ad
esempio, questo qui, quello là, ecc.
Quasi tutti gli avverbi si possono rafforzare raddoppiandoli: or ora, adesso adesso, giù
giù, su su, lì lì, quasi quasi, ecc.
AVVERBI – ESERCIZI
In ogni frase vedi la parola “ forte “. Scrivi di volta in volta se è nome, aggettivo
qualificativo o avverbio di modo.
In ogni frase vedi la parola “ piano “. Scrivi di volta in volta se è nome, aggettivo
qualificativo o avverbio di modo.
In queste frasi ci sono degli avverbi di modo derivati da aggettivi; scrivi da quale
aggettivo qualificativo deriva ogni avverbio.
5 ) Quando sono arrivato, il concerto era (...) iniziato e non mi hanno fatto entrare.
7 ) L'auto che arrivava di fronte l'ho vista quando ormai era troppo (...).
12 ) Queste scuse le ho (...) sentite troppe volte, adesso non attaccano più.
2 ) Proprio (...) a me c'è una signora con un cappellino che mi impedisce di vedere.
5 ) Ho voluto salire sulla torre, ma quando sono stata (...) sono stata male.
12 ) Passo (...) a quella vetrina tutti i giorni, non ti dico che tentazione
ESERCIZIO 10 : “ la “ “ l'ha “ o “ là “?
5 ) È inutile che tu la cerchi (in quel luogo), sono sicuro che era qua.
8 ) Anche se era una lezione difficile, Luigi (quella lezione) ha capita subito.
9 ) Lei gli ha dato fiducia e lui (lei) ha portata su una brutta strada.
12 ) Sono ore e ore che è sempre (in quel luogo), appoggiato a quel lampione.
13 ) Il dado è tratto? No, (questa frase) ha detta Giulio Cesare, non Pompeo.
9 ) Dopo anni e anni di fidanzamento si sono decisi a fissare la data del matrimonio.
ESERCIZIO 12 : “ ci “ o “ ne “?
1 ) Sono già molti giorni che non (in quel luogo) vado.
2 ) Sì, siamo davanti al teatro, (da questo luogo) siamo appena usciti.
11 ) Io (in quel luogo) sono tornato più volte ma non l'ho più rivista.
12 ) È un ambiente protetto, (in quel luogo) vive una specie di pesci in via di estinzione.
14 ) Io (in quel luogo) sono stato e ti posso garantire che è tutto vero.
2 ) Noi in campeggio ci andiamo ogni anno, abbiamo una tenda con veranda.
3 ) Sei mai andata sulla ruota panoramica? No, non ci sono mai andata, ho paura.
9 ) Se volete salutarci dovete fare in fretta perché il treno parte fra venti minuti.
ESERCIZIO 14 : “ ci “, “ ce “ o “ c'è “?
4 ) Non (...) è ragione di insistere, quando sarà il tuo turno l'avrai anche tu.
3 ) L'ho aiutata tanto, ma devo dire che lei non si è dimostrata riconoscente.
12 ) Nonostante questo lavoro pesante, guadagnano appena quanto basta per vivere.
9 ) Non abbiamo risparmiato ancora (...) denaro per potere cambiare l'arredamento.
10 ) Mi aveva promesso mari e monti, poi alla resta dei conti non mi ha portato (...).
12 ) Vado (...) spesso a trovarla, a volte anche due o tre volte al giorno.
13 ) Non stare (...) a lungo al telefono, poi sai che bollette ci arrivano.
14 ) Non lasciare bollire (...) gli spaghetti, lo sai che li preferisco al dente.
In ogni frase vedi la parola “ molto “. Scrivi di volta in volta se è avverbio di quantità,
pronome indefinito o aggettivo indefinito.
12 ) Dice di sentire poco affetto attorno a sé, ma veramente non ne merita molto.
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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2
In ogni frase vedi la parola “ tanto “. Scrivi di volta in volta se è avverbio di quantità,
pronome indefinito o aggettivo indefinito.
7 ) Tanto denaro sprecato per una cerimonia. Non si poteva impiegarlo meglio?
2 ) Sono sicuro di non sbagliarmi, lei sta (...) meglio della visita precedente.
8 ) Non si preoccupi, se non lo finiamo oggi, (...) l'abito sarà pronto domani.
9 ) Hai preso un taxi? Ma (...) non mi hai avvisato? Sarei venuto a prenderti.
9 ) Ci sento poco.
10 ) Ci sento pochissimo.
9 ) Ci sento male.
L’IMPERFETTO INDICATIVO
L’indicativo è il modo verbale più comune e frequente. Esso è usato per indicare un
fatto, un’azione o un’idea che sono reali, certi e oggettivi.
Scopriamo insieme come formare il tempo imperfetto!
Prima di tutto, vediamo l’imperfetto indicativo dei verbi “essere” e “avere”,
fondamentali anche perché fungono da ausiliari per formare i tempi composti di tutti
gli altri verbi.
ESSERE AVERE
Io ero Io avevo
Tu eri Tu avevi
Lui/lei era Lui/lei aveva
Noi eravamo Noi avevamo
Voi eravate Voi avevate
Loro erano Loro avevano
Esempio:
Quando ero piccolo, avevo un orso di peluche.
Per quanto riguarda tutti gli altri verbi, invece, per formare l’imperfetto indicativo occorre
togliere le desinenze dell’infinito (-ARE, -ERE, -IRE) e aggiungere quelle dell’imperfetto.
Ecco le desinenze dell’imperfetto per i vari gruppi di verbi:
–avano
Come forse avrete già notato osservando la tabella, le tre coniugazioni sono molto
simili. Si differenziano solamente per la lettera che caratterizza la coniugazione:
• I verbi in –ARE hanno una A nella parte del verbo che cambia
Es: io parl + A + vo
• I verbi in –ERE hanno una E nella parte del verbo che cambia
Es: io prend +E + vo
• I verbi in –IRE hanno una I nella parte del verbo che cambia
Es: io part+ I + vo
Possiamo notare che, a differenza del presente indicativo, nell’imperfetto dei verbi
in –IRE non c’è alcuna distinzione tra la coniugazione dei verbi come “partire” e quella
dei verbi come “finire“, ma le desinenze sono le stesse.
Esempio:
Da giovane, Luigi dava sempre una mano ai suoi amici.
Quando faceva freddo, rimanevamo sempre a casa.
Quando finivano di lavorare, passavano dal mio negozio.
Sorprendentemente, molti verbi che al presente indicativo sono irregolari assumono
una coniugazione completamente regolare all’imperfetto! Ad esempio:
andare → io andavo…, tenere → io tenevo…, uscire → io uscivo…
Esempio:
Da piccola, facevo sempre i compiti dopo pranzo.
Voi bevevate sempre il caffè ma ora preferite il tè.
Dicevano che avevi sbagliato.
I VERBI MODALI
Infine, diamo un’occhiata ai verbi modali italiani all’imperfetto. Anche la loro
coniugazione diventa regolare in questo tempo verbale:
Esempio:
Quando eravamo piccoli, dovevamo usare la lira e non l’euro.
Prima si poteva fumare nei bar, ora no.
Volevate quell’appartamento o questo?
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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2
2) descrivere un’azione che si svolge nel tempo e durante la quale accade un’altra
azione momentanea descritta con il passato prossimo o passato remoto (dopo la
parola “mentre”);
Piero piangeva di commozione, mentre Silvia rideva perché era la prima volta
che vedeva suo marito confuso.
Non mi sentivo bene ieri.
Anna non è venuta perché era depressa.
• per indicare un’azione che è avvenuta, una o più volte, in un momento definito
del passato (ieri, due mesi fa, l’anno scorso, in quel momento, ecc.).
Esempi: “Ieri ho mangiato la pizza ai 4 formaggi” (il momento in cui si svolge l’azione è
chiaro a tutti: ieri)
“Sono andata allo stadio soltanto 3 volte l’anno scorso” (l’azione si è svolta l’anno
scorso)
“Quando ho guardato il Re Leone, ho pianto” (l’azione si è svolta quando ho guardato il
Re Leone)
• per parlare di un’azione con una durata definita, di cui si conoscono con
certezza l’inizio e la fine.
Esempi: “Ho vissuto a Roma per 5 anni” (l’arco di tempo in cui si è svolta l’azione è di 5
anni)
“Ci siamo rilassati durante l’estate” (l’arco di tempo è definito, in quanto si sa quando
l’estate comincia e quando finisce)
“Gli studenti hanno chiacchierato tra loro per tutta la lezione” (in questo caso ci si
riferisce a una durata definita, quella dell’intera lezione)
L’Imperfetto è usato:
Esempi: “Da bambina, mangiavo la pizza con i würstel” (era un’abitudine in una fase
non ben definita della vita, in quanto non si sa da che età a che età)
“Prima di vivere a Roma, non prendevo mai la metropolitana” (era un’ abitudine
durante un periodo di cui non si conosce la data di inizio e fine)
“Di solito, andava allo stadio per vedere la sua squadra del cuore” (Non si sa quando
esattamente)
“Quando ero adolescente, guardavo solo film romantici” (in questo caso ci si riferisce
ad una fase della
vita, di cui non è precisata la durata, né l’inizio, né la fine)
ATTENZIONE!
– se il tempo è indefinito, però l’azione si è svolta solo una o un numero determinato
di volte, si userà il passato prossimo
Esempi: “Da bambina, ho assaggiato la pizza con i würstel”
“Quando ero adolescente, ho guardato film romantici un paio di volte“.
Con l’avverbio sempre:
– se ci si riferisce ad un’azione avvenuta in maniera continuata, sempre nel passato,
ma che non succede più nel presente, si userà l’imperfetto:
“Da piccoli, io e mio fratello litigavamo sempre” (da adulti, non succede più)
– se si vuole indicare un’azione che è sempre avvenuta nel passato e che continua
tutt’ora, si userà nuovamente il passato prossimo
“Ho sempre amato il colore blu!” (ed è amato ancora nel presente)
• per parlare di eventi simultanei, contemporanei nel passato, ossia eventi che
avvenivano nello stesso momento/ periodo nel passato.
Esempi: “Mentre io parlavo al telefono, i miei figli facevano i compiti” (nello stesso
momento, stavamo facendo cose diverse)
“Ai tempi dell’università, Mario studiava, lavorava nel negozio di famiglia, andava al
tirocinio
e frequentava i suoi amici: non so come riuscisse a fare tutto!” (le azioni non
avvenivano contemporaneamente, in quanto fisicamente impossibile, ma avvenivano
comunque nello stesso periodo)
Nella narrazione (cioè nei libri o quando raccontiamo una qualsiasi storia) si usano
sia il passato prossimo che l’imperfetto, ma in casi diversi:
Il PASSATO PROSSIMO è usato:
• per far procedere nel tempo il racconto, per far proseguire lo svolgimento dei
fatti.
Esempio: “La festa è stata un successo! Tutti gli ospiti sono rimasti soddisfatti e hanno
fatto , i
complimenti agli organizzatori poi sono tornati a casa con un sorriso stampato sulle
labbra”
L ’ IMPERFETTO è usato:
IMPERFETTO
Si usa per descrivere azioni abituali, ripetute o che sono durate per un certo periodo
di tempo.
ESEMPI :
• Da piccolo andavo al mare tutte le estati.
• La mamma portava sempre il figlio a scuola
• Andavo regolarmente a Milano per lavoro
PASSATO PROSSIMO
Si usa per raccontare azioni avvenute una sola volta, momentanee o per descrivere
un episodio specifico.
ESEMPI :
• L’anno scorso sono andato al mare
• Ieri la mamma ha portato il figlio a scuola
• Il mese scorso sono andato a Milano per lavoro
Questi due tempi possono essere presenti nella stessa frase nel descrivere due
azioni passate avvenute contemporaneamente.
RIASSUNTO
• Raccontare un sogno
• Ero in mezzo alla strada, incontravo persone che conoscevo
ma che non ricordavo…
Molto spesso in italiano utilizziamo l’imperfetto al posto di altri verbi considerati esatti
dall’italiano più formale. Vediamo qualche esempio:
• Usiamo l’imperfetto al posto del presente indicativo o del condizionale
per rendere meno forte una richiesta:
• Volevo prenotare una camera per due notti
• Ti cercavo per chiederti un favore
• Scegliamo l’imperfetto dell’indicativo al posto del congiuntivo
trapassato e del condizionale passato per esprimere un’ipotesi
irrealizzabile
• Se mi chiamavi, ti aspettavo per mangiare (frase corretta: se
mi avessi chiamato, ti avrei aspettato per mangiare)
ESERCIZI
Completa le frasi con i verbi della tabella.
1. Il pittore _________ in una mano la tavolozza, nell’altra i pennelli, e __________ con vera
soddisfazione il quadro posto sul cavalletto.
3. C’________ una tale nebbia che non si __________ la nozione esatta delle distanze.
11. Da bambino una volta al mare. [azione non abituale, che è stata fatta
una sola volta]
12. Mia zia sempre dei dolci buonissimi. [azione ripetitiva, che si faceva
tante volte]
13. Mia zia ieri dei dolci buonissimi. [azione puntuale, avvenuta una volta]
pochi minuti l'acqua (portarsi) via tutto quello che (esserci) sulla
spiaggia.
IL CONDIZIONALE ITALIANO
Il condizionale si forma dalla radice del futuro e ha due tempi:
Mangiare
Condizionale Presente Condizionale Passato
io mangerei io avrei
tu mangeresti tu avresti
Credere
Condizionale Presente Condizionale Passato
io crederei io avrei
tu crederesti tu avresti
Partire
Condizionale Presente Condizionale Passato
io partirei io sarei
Essere
Condizionale Presente Condizionale Passato
io sarei io sarei
Avere
Condizionale Presente Condizionale Passato
io avrei io avrei
tu avresti tu avresti
Il Condizionale Presente
Come accade con il futuro, tutti i verbi in –are che hanno più di 2 sillabe cambiano la “a”
in “e”:
ABITARE CANTARE
Io abiterei Io canterei
Tu abiteresti Tu canteresti
2) alcuni verbi in -ERE come DOVERE, SAPERE, VIVERE, POTERE, VEDERE, CADERE
(N.B. tra questi, anche ANDARE!!!) si comportano come AVERE, vale a dire perdono
anche la prima E oltre che la seconda! Ecco le coniugazioni complete:
ANDARE
io andrei
tu andresti
noi andremmo
voi andreste
loro andrebbero
3) altri verbi, invece, perdono non solo la desinenza, ma anche parte della radice, e sono
caratterizzati dalla presenza della doppia erre “ rr ”… Questo accade con VENIRE, RIMANERE,
MANTENERE, TENERE, VOLERE e BERE. Ecco le coniugazioni:
ANDARE FINIRE
1. DESIDERIO al passato:
Quando sono stata alla festa, mi sarebbe piaciuto fare più foto, ma purtroppo avevo il
cellulare scarico.
3. CONSIGLIO al passato:
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5. DUBBIO al passato:
Quando è andata via, ho pianto tanto. Ma cos’altro avrei potuto fare per fermarla?
1. Senza tutte queste macchine che inquinano, l'aria ______________ (lei/essere) più
pulita.
3. Quando piove così tanto, ______________ (io/volere) avere un ombrello più grande.
5. Il giorno del mio compleanno vi ______________ (voi/aspettare) una torta fatta da me,
ma non sono capace di
1. ________________________________
2. ________________________________
3. ________________________________
4. ________________________________
L’ IMPERATIVO
In italiano l’Imperativo può essere diretto (parla più forte, per favore!)
o indiretto (parli più forte, per favore!).
• Dare un consiglio
• Rimproverare qualcuno
• Pregare qualcuno
- Abbi pietà di me
L’IMPERATIVO DIRETTO
Ecco come si forma:
Per formare l’imperativo negativo basta aggiungere il “NON” prima del verbo
affermativo.
Altri verbi, invece, alla seconda persona singolare hanno due forme.
L’IMPERATIVO INDIRETTO
L’imperativo indiretto è l’imperativo che dobbiamo utilizzare in contesti formali,
quando ci rivolgiamo a persone che non conosciamo o alle quali desideriamo
dimostrare il nostro rispetto attraverso un uso cortese della lingua. Infatti, l’imperativo
indiretto viene anche chiamato imperativo di cortesia, o imperativo formale.
Come forse già saprete, in italiano la forma di cortesia si esprime attraverso l’uso della
terza persona singolare femminile (LEI).
Oggigiorno, però, la terza persona plurale di cortesia non è molto usata, se non
in contesti estremamente formali. Si preferisce utilizzare la seconda persona
plurale VOI dell’imperativo diretto.
L’imperativo alla prima persona singolare, in italiano, non esiste. Per rivolgerci
a noi stessi, abbiamo allora due possibilità:
• Per favore
• Per piacere
• Per cortesia
Si dirà quindi:
• Chiudi la finestra!
ESERCIZI
(A)
1) Ho mal di testa
2) Sono stanco
3) Vorrei fare un bel viaggio rilassante
(B)
DIALOGO IN FARMACIA
C (cliente)
F (farmacista)
C: Buonasera!
F: Salve, desidera?
C: Vorrei chiederle un consiglio.
F: Dica!
C: Sono due giorni che non mi sento affatto bene: ho il raffreddore, mi fanno
male le ossa e starnutisco in continuazione.
F: Allora prenda un’aspirina tre volte al giorno a stomaco pieno.
C: Bene grazie. E per la febbre?
F: Ha anche la febbre?
C: Credo di sì, ho i brividi.
F: Allora, per prima cosa vada subito a casa, si metta a letto e si riposi. E non
esca fino a quando non si sente meglio.
C: Va bene.
F: Per la febbre, le do la tachipirina. A casa la misuri, se dovesse essere
alta, sciolga e beva una bustina di tachipirina ogni 8 ore.
C. Perfetto, la ringrazio! Quanto le devo?
F: Sono 15 euro.
C: Ecco a lei.
F: Mi raccomando…si curi!
C: Lo farò! Grazie e arrivederla!
Completa la tabella
necessario il pronome
alcune domande.
pazienza.
fare !
Completa la tabella
Partire (tu) _______________________ Aprire (noi) _______________________
Mandare (noi) _______________________ Accomodare (voi) _________________
Essere (voi) _______________________ Spedire (tu) _______________________
Scrivere (noi) _______________________ Aspettare (tu) _______________________
Finire (voi) _______________________ Pensare (noi) _______________________
Preoccuparsi (tu)_______________________ Avere (voi) _________________
Vivere (tu) _______________________ Chiedere (noi) _______________________
Vedersi (voi ) _______________________ Tornare (tu) _______________________
RICERCHE
Effettuare ricerche con presentazioni in PowerPoint .
1. ROMA ANTICA
2. TORINO Storia e Monumenti
3. VENEZIA Antica e Moderna
4. NAPOLI Storia
5. GASTRONOMIA I Piatti piu’ Famosi
Le CONGIUNZIONI
Franco e Giovanni camminano per il parco --> Senza la congiunzione, la frase non
avrebbe senso.
Le congiunzioni dunque indicano il legame logico tra le varie componenti che formano
la frase o il discorso. Esse possono essere classificate o in base alla loro forma o in
base al ruolo comunicativo.
I TIPI DI CONGIUNZIONE
• SEMPLICI: sono formate da una sola parola (e, né, se, ma, anzi, come,
però ecc...).
Es: Ho fame però devo aspettare l'ora di cena.
• LOCUZIONI CONGIUNTIVE: sono più parole che formano una sola espressione
che svolge la funzione di congiunzione (anche se, al punto di, dal momento
che, in modo da ecc...).
Es: Silvia andò in palestra anche se non ne aveva molta voglia.
CONGIUNZIONI COORDINANTI
Collegano due parti del discorso che si trovano sullo stesso piano logico, cioè che
hanno la stessa "importanza" sintattica.
Tale congiunzione può legare due parole (Es: pane e olio) o due - o più - frasi (Es: ieri
ho mangiato e mi sono messo a studiare).
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CONGIUNZIONI SUBORDINANTI
Collegano due frasi un cui una dipende dall'altra (quindi le è subordinata). Possono
essere:
TEMA
Descrivi te stesso/a componendo un tema che sia almeno di 150 parole.