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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2

PASSEGGIANDO TRA LA LINGUA


ITALIANA

Autore : Edizioni ITALIA libri


Corso : Lingua Italiana Vers. 02

SEVERAMENTE VIETATA LA RIPRODUZIONE


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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2

Come vestirsi come gli Italiani

L’Italia è una nazione attenta alla moda e la maggior parte degli italiani prende
il loro abbigliamento molto sul serio.

Mentre gli americani amano indossare scarpe da ginnastica comode, jeans


logori e vecchie t-shirt durante una vacanza, gli italiani sentono che lo stile e
l’eleganza non deve mancare. Se si desidera vestirsi come uno di loro durante
un viaggio in Italia, o semplicemente vestire con stile ogni giorno, ecco alcuni
suggerimenti per vestire come un italiano.

Istruzioni

*1

Indossare scarpe di alta qualità, preferibilmente in pelle. La maggior parte


delle donne in Italia indossa scarpe col tacco alto, a punta – anche quando
cammina su strade sterrate. Gli uomini in genere indossano mocassini. La
maggior parte degli Italiani non considera parte del loro abbigliamento scarpe
da ginnastica e flip-flop da spiaggia.

*2
Arricchite il vostro guardaroba con qualche pezzo di stilisti o designers,
pantaloni di lino ben aderenti e una camicetta di seta. Gli Italiani risparmiano
per 6 mesi per acquistare un capo d’abbigliamento di qualità, piuttosto che
spendere su una maggiore quantità di capi meno costosi.

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*3

Evitare abbigliamento con loghi, simboli, patch, ricami e altri disegni. Gli
Italiani ritengono che i loghi di grandi dimensioni sui vestiti li faccia apparire
come cartelloni pubblicitari.

*4

Concentratevi su abiti di buona fattura, abiti minimalisti in colori neutri come il


nero, navy, bianco e beige.

*5

Attenzione al capo corto, specialmente se sei una donna. Molti Italiani trovano
che i pantaloncini siano sgradevoli, e se si sta visitando le chiese in Italia,
potreste trovarvi in difficoltà per entrare a causa del vostro abbigliamento. Le
gonne al ginocchio sono più adatte.

*6

Scegliete tessuti naturali come cotone, seta e lino, piuttosto che quelli sintetici.

*7

Cercate accessori di sobria eleganza. Per le sciarpe, evitate i colori forti, per la
bigiotteria i grandi orecchini a cerchio. Non caricatevi di accessori.

La moda è molto importante nella cultura italiana, e in genere gli italiani


osservano con attenzione l'abbigliamento delle persone. Se stai programmando
un viaggio in Italia e vuoi essere all'altezza, allora segui queste importanti linee
guida per imparare come vestirsi in Italia.

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Entra nell'idea che non tutti gli italiani vestono allo stesso modo o si
aspettano da te uno stile in particolare. Questa è una guida generale che ti dà
dei consigli orientativi sullo stile italiano.

Scegli colori chiari, naturali, bianco e nero, invece di colori molto accesi e

vistosi. Concentrati su sfumature non troppo eccessive se vuoi vestirti come gli

italiani. Usa i colori pastello solo d'estate, anche se beige, grigio, crema e bianco

possono andare bene tutto l'anno.

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Se sei una donna, usa un make up naturale in ogni occasione. La maggior parte

delle donne italiane ama essere sempre in ordine e sistema capelli, mani, piedi

e sopracciglia con regolarità.

Scegli un look più formale se non sei sicura su cosa indossare. Opta per materiali

di qualità, buone marche e outfit completi e abbinati. In Italia di solito non si

usa la cravatta sulle camicie a maniche corte, sui tessuti estivi e sui jeans. Inoltre,

una camicia non stirata bene non è adatta ad un completo elegante. tuttavia, i

jeans possono andar bene anche in una situazione formale, purché siano alla

moda, vestano bene e siano accompagnati da una giacca adatta.

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Evita top senza spalline e canotte se entri in chiesa o in un altro luogo sacro,

perché mostrano mancanza di rispetto nei confronti del luogo. Gli uomini, inoltre,

dovrebbero evitare camicie a maniche corte in luoghi e situazioni formali in Italia.

I pantaloncini non sono adatti alla sera, né per uomini né per donne, e in

generale gli uomini italiani non li indossano. Come non indossano calzini con i

pantaloni corti.

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Evita pantaloni larghi, camicie e magliette, soprattutto quelle con stampe grandi

e vistose.

Scegli con cura le scarpe da abbinare al tuo outfit. Evita i calzini con i sandali

e le scarpe aperte, anche sotto un abito casual e, per gli uomini, soprattutto la

sera. Dovresti evitare anche le infradito, a meno che non sei sulla spiaggia. I

calzini bianchi vanno indossati solo con le scarpette sportive e quando si fa sport.

Indossa sempre i calzini con le scarpe, ma sceglili abbinati alle scarpe stesse o

ai pantaloni e di colori poco vistosi.

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Le camicie eleganti con il taschino o il bottone al collo sono molto eleganti e

raffinate.

Non indossare marsupi bizzarri: fanno capire immediatamente che sei un

turista

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GLI AGGETTIVI

L’aggettivo è una parte variabile del discorso che esprime gli attributi di qualità,
quantità ecc. della persona o della cosa indicata dal sostantivo a cui si riferisce.

Gli aggettivi si distinguono comunemente in ➔ qualificativi e ➔


determinativi (o indicativi).

• Gli aggettivi qualificativi indicano una qualità del nome

Ho comprato una bella maglia

Mario è un bambino molto buono

Di questa categoria fanno parte anche gli aggettivi di relazione, che esprimono
appunto una relazione immediata con il nome da cui derivano

pietra lunare (= della luna)

un marchio italiano (= dell’Italia)

un passo dantesco (= di Dante)

• Gli aggettivi indicativi o determinativi determinano meglio il nome e sono a loro


volta suddivisi in :

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In base alla funzione che svolgono all’interno della frase, gli aggettivi possono
essere:

– attributivi quando sono collegati a un nome

Paolo ha un carattere forte

– predicativi quando fanno parte di un ➔predicato nominale

Paolo è forte

– avverbiali quando modificano il significato di un verbo e assumono un valore


indeclinabile

Paolo corre forte.

GENERE E NUMERO DEGLI AGGETTIVI

La ➔ Flessione* degli aggettivi ricalca in modo semplificato quella del nome

*FLESSIONE

La flessione è il processo di mutamento morfologico che subiscono le parole


variabili per esprimere i diversi valori e rapporti grammaticali. La flessione si
ottiene con l’aggiunta della ➔desinenza alla ➔radice della parola, e può essere
di due tipi.

• La flessione verbale, chiamata anche coniugazione, distingue il modo,


il tempo e la persona dei verbi

ved-iamo, parl-ò, us-avamo, fin-isse

• La flessione nominale riguarda articoli, sostantivi, aggettivi e pronomi e


distingue il genere (maschile e femminile) e il numero (singolare e plurale)

l-o, cuoc-a, buon-i, ess-e.

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(➔ Genere dei nomi).

Si distinguono tre classi :

• Prima classe. Gli aggettivi che al maschile singolare terminano in “o “


presentano quattro desinenze diverse:

– maschile singolare (-o) : un ragazzo alt-o

– femminile singolare (-a) : una ragazza alt-a

– maschile plurale (-i) : due ragazzi alt-i

– femminile plurale (-e) : due ragazze alt-e

• Seconda classe. Gli aggettivi che al maschile singolare terminano in “e


“ presentano due desinenze:

– -e per il singolare sia maschile, sia femminile

un ragazzo gentil-e, una ragazza gentil-e

– -i per il plurale sia maschile, sia femminile

due ragazzi gentil-i, due ragazze gentil-i

Terza classe. Gli aggettivi che al maschile singolare terminano in -ista, -cida, -
ita e -asta presentano tre desinenze:

– -a per il singolare sia maschile, sia femminile

un ragazzo egoist-a, una ragazza egoist-a

– -i per il plurale maschile --→ due ragazzi egoist-i

– -e per il plurale femminile --→ due ragazze egoist-e

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Ci sono poi alcuni aggettivi invariabili. Questo gruppo di aggettivi comprende:

– l’aggettivo pari (e i suoi derivati: dispari ecc.)

– alcuni aggettivi di colore come : blu / rosa / viola / marrone

– gli aggettivi usati in coppia per indicare gradazioni di colore :

grigio-verde / verde pastello

– gli aggettivi formati con anti- + nome : Antinebbia / antifurto

– le locuzioni➔avverbiali usate come aggettivi : Perbene / dappoco.

CONCORDANZA DEGLI AGGETTIVI

L’aggettivo concorda sempre con il nome a cui si riferisce. E questa non è una
novità.

Ma cosa succede se c’è più di un nome?

1) Se i nomi hanno stesso genere, allora l’aggettivo mantiene quel genere e


prende il numero plurale

Esempi:

La rosa e la margherita sono belle / Il tulipano e il ciclamino sono belli

2) Invece, se i nomi hanno generi differenti, allora gli aggettivi prendono


il numero maschile plurale

Esempi: Maria e Paolo sono simpatici / La rosa e il tulipano sono belli

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POSIZIONE DELL’AGGETTIVO
In italiano la posizione dell’aggettivo non è fissa, pertanto esso può trovarsi
sia prima sia dopo il nome a cui si riferisce. Tale posizione, però, può far
cambiare completamente il significato della frase.

Per esempio, gli aggettivi che esprimono caratteristiche fisiche come “alto“,
“vecchio“, “nuovo” rispettano il loro significato “fisico” quando seguono il nome
cui si riferiscono, ma assumono un significato diverso se lo procedono!

Pertanto:

• un dirigente alto è un uomo alto di statura che svolge una mansione


dirigenziale, mentre un alto dirigente è un uomo che ricopre una carica
dirigenziale di alto livello;
• un amico vecchio è un amico di età avanzata, mentre un vecchio
amico è un amico che conosco da molto tempo, ma non
necessariamente anziano;
• se compro un’auto nuova significa che compro un’auto non usata,
mentre se compro una nuova auto è possibile che mi riferisca al fatto
che avevo un’auto e ne ho comprata un’altra, magari anche di seconda
mano;
• un buon insegnante è un insegnante capace, ossia che sa insegnare
bene, sa di cosa parla, ma non necessariamente questi sarà anche
un insegnante buono, cioè gentile, cordiale ecc.
• un pover’uomo è un uomo sfortunato, a cui è accaduto qualcosa di
spiacevole, mentre un uomo povero è un uomo che non ha soldi

Esempi:

Quel pover’uomo ha perso la moglie (pover’uomo → uomo sfortunato).

Ho dato 5 euro ad un uomo povero (uomo povero → uomo senza soldi).

Ci sono, poi, degli aggettivi che vanno sempre dopo il nome. Si tratta di quelli
che indicano:

• nazionalità: la capitale francese


• appartenenza a una categoria: un pittore impressionista
• luogo e posizione: la mano destra
• colore, forma, materia: una rosa blu, una tovaglia tonda

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I gradi dell’aggettivo: comparativo e superlativo

Gli aggettivi hanno vari gradi: positivo, comparativo (maggioranza,


uguaglianza, minoranza) e superlativo (assoluto e relativo)

Comparativo e Superlativo in italiano


Per GRADO di un aggettivo intendiamo l’intensità della qualità espressa dallo
stesso. In italiano esistono 3 gradi di un aggettivo:

• POSITIVO, che indica solo una qualità, in maniera neutra (esempio: Il


fiore è rosso)
• COMPARATIVO, che esprime un paragone tra due termini rispetto ad
una determinata qualità (esempio: Il fiore rosso è più bello del fiore
giallo) oppure tra due qualità di uno stesso termine (esempio: Il fiore
è più bello che profumato).
• SUPERLATIVO, che esprime una qualità al massimo livello. (esempio: ll
fiore rosso è bellissimo / Il fiore giallo è molto profumato).

Per quanto riguarda il comparativo, esso esprime un confronto tra due


entità (nomi), chiamate “primo termine di paragone” e secondo termine di
paragone”, rispetto ad una qualità. Ci sono 3 diverse tipologie di comparativo.

Comparativo di maggioranza
Nel comparativo di maggioranza, la qualità ha intensità maggiore nel primo
termine di paragone. Si forma in questo modo:

Davanti all’aggettivo Davanti al 2° termine Esempi


di paragone

più di Paolo è più alto di Marco.

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Comparativo di uguaglianza
Nel comparativo di uguaglianza, la qualità ha la stessa intensità sia nel primo
termine di paragone che nel secondo termine di paragone. Si forma in questo
modo:

Davanti all’aggettivo Davanti al 2° termine Esempi


di paragone

così / tanto come / quanto Paolo è alto quanto Marco.


Paolo è così alto come
(facoltativi) (obbligatori)
Marco.

Comparativo di minoranza
Nel comparativo di minoranza, la qualità ha intensità minore nel primo termine
di paragone. Si forma in questo modo:

Davanti all’aggettivo Davanti al 2° termine Esempi


di paragone

meno di Paolo è meno alto di Marco.

ATTENZIONE! Se la comparazione di maggioranza o di minoranza non è tra


due nomi (o tra un nome e un pronome) ma tra due aggettivi, due verbi o
due avverbi, allora il secondo termine di paragone non è introdotto da “di” ma
da “che“.

Ad esempio:
Il fiore è più bello che profumato → comparazione tra 2 aggettivi

Lavorare è meno divertente che giocare → comparazione tra 2 verbi

Leggo più tranquillamente che velocemente → comparazione tra 2 avverbi

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Per quanto riguarda il grado superlativo, esso esprime una qualità al massimo
grado e si suddivide in due diverse tipologie.

Superlativo assoluto
Nel superlativo assoluto, la qualità è al massimo grado possibile, senza alcun
confronto.

Come si forma Esempi

1) Con il suffisso -issimo/a/i/e 1) Il fiore è bellissimo

2) Mettendo prima molto, assai, decisamente, 2) Il fiore è molto bello


estremamente…
3) Il fiore è superbello
3) Con prefissi come arci-, super-, iper-, ultra-…
4) Il fiore è bello bello
4) Ripetendo due volte l’aggettivo positivo

Superlativo relativo
Nel superlativo relativo, la qualità è al massimo grado di maggioranza o di
minoranza in confronto ad altre cose o persone.

Come si forma Esempi

– Maggioranza: Marco è il più alto del gruppo

il più (aggettivo) … di / tra / fra (altre


cose o persone con cui si fa il confronto)

– Minoranza:
Marco è il meno alto tra gli amici
il meno (aggettivo) … di / tra /
fra (altre cose o persone con cui si fa il
confronto)

N.B. A volte “di”, “tra”, “fra” possono essere omessi!

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FORME PARTICOLARI DI COMPARATIVI E SUPERLATIVI


Gli aggettivi buono, cattivo, grande, piccolo hanno sia le forme regolari di comparativo
e superlativo (più buono, cattivissimo, il più grande…) sia delle forme irregolari ma
molto frequenti in italiano:

POSITIVO COMPARATIVO SUPERLATIVO

Buono Migliore Ottimo

Cattivo Peggiore Pessimo

Grande Maggiore Massimo

Piccolo Minore Minimo

Altri aggettivi, invece, hanno solo il comparativo e il superlativo, ma mancano di grado


positivo. Sono i seguenti:

POSITIVO COMPARATIVO SUPERLATIVO

/ Superiore Supremo, sommo

/ Inferiore Infimo

/ Interiore Intimo

/ Esteriore Estremo

Queste forme, a differenza degli aggettivi “buono, cattivo, grande e piccolo”, non hanno
le forme regolari! Pertanto dire “più superiore”, “meno esteriore” e simili è un errore!

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Esercizi di grammatica sugli aggettivi


 Aggettivi derivati da nomi
Ogni aggettivo che vedi è derivato da un nome: scrivi di fianco il nome oroginario.

1 ) l'affetto materno
2 ) un rimprovero paterno
3 ) un consiglio fraterno
4 ) un comportamento lineare
5 ) un lupo famelico
6 ) una casella postale
7 ) la pietra angolare
8 ) un gattino amorevole
9 ) uno studente pensieroso
10 ) uno strumento musicale
11 ) un materiale ferroso
12 ) una regione collinare
13 ) un terreno pianeggiante
14 ) una scarpata franosa

 Aggettivi possessivi.
Sottolinea tutti gli aggettivi possessivi che vedi in queste frasi.

1 ) Mio fratello ed io andiamo a fare un giro con la sua moto


2 ) Il mio zainetto si è tutto macchiato.
3 ) Tua mamma e tua zia sono venute a vedere il nostro appartamento.
4 ) Con i tuoi biglietti di invito siamo andati a visitare la sua mostra.
5 ) Mi ha fatto vedere la sua camera, con tutti i suoi poster.
6 ) Ti faccio ascoltare la mia canzone preferita.
7 ) Ho passato i miei appunti a tua cugina.
8 ) Mio zio ha preso una multa mentre guidava la nostra auto con la sua patente
scaduta.
9 ) Ci hanno invitato nella loro casa di campagna.
10 ) Ognuno dovrebbe essere in grado di controllare le proprie emozioni.
11 ) I loro parenti hanno invaso la nostra casa al mare e in particolare il nostro
giardino.

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In ognuna di queste frasi manca un aggettivo possessivo. Leggi l'indicazione tra


parentesi, poi scrivi l'aggettivo possessivo adatto.

1 ) Questo è il (di lei) libro preferito.


2 ) La (di noi) futura casa la compreremo in collina.
3 ) Quando passo davanti al (di lui) giardino guardo sempre se lo vedo alla finestra.
4 ) Sul (di lei) balcone ci sono i fiori più belli di tutto il viale.
5 ) Ho chiesto di suonare la (di noi) musica preferita.
6 ) Vado a prendere i (di voi) cappotti.
7 ) Il (di essi) prodotto non è della migliore qualità.
8 ) Quando penso alle (di noi) vacanze sento molta nostalgìa.
9 ) Domani la mamma viene a parlare con le (di me) insegnanti.
10 ) Il (di noi) cartellone era il più colorato.
11 ) Ho preso le (di te) cuffie in prestito.
12 ) Le (di esse) gonne sono troppo strette.
13 ) Il (di lei) telefono è modernissimo.
14 ) Ha preso la (di lei) borsetta e se ne è andata.

In ognuna di queste frasi c'è un aggettivo possessivo riferito ad una persona singolare
di I - II o III grado; riscrivilo riferendolo a più persone, mantenendo lo stesso grado.

1 ) Questo è il mio libro preferito.


2 ) La tua professoressa mi sembra molto esigente.
3 ) Andiamo da mia nonna, abita vicino al centro della città.
4 ) Il suo racconto è stato molto emozionante.
5 ) La sua automobile ha bisogno di essere lavata per bene.
6 ) Spero di meritare la tua fiducia.
7 ) Il mio medico di famiglia si è laureato a Roma.
8 ) Ho promesso a mia zia di andare a letto presto.
9 ) Sono andato ad acquistare il suo giornale preferito.
10 ) Credo che la tua malattia sia un po' immaginaria.
11 ) La lettura è uno dei miei passatempi preferiti.
12 ) Le sue grida si sentivano fino all'angolo della strada.
13 ) Il lavoro è finito, ma la mia giornata è stata molto pesante.
14 ) La tua calligrafia è quasi incomprensibile.

In ognuna di queste frasi c'è un aggettivo possessivo; scrivi se si tratta di un aggettivo


maschile singolare, maschile plurale, femminile singolare, femminile plurale.

1 ) È caduto il tuo tovagliolo sotto al tavolo.


2 ) I tuoi gatti miagolano di notte e io non riesco a dormire.
3 ) Ha iniziato a piovere, mi presti il tuo ombrello?
4 ) Le tue cravatte sono tutte molto eleganti.
5 ) Il nostro medico non mi sembra molto preoccupato.
6 ) Le vostre chiacchiere sono solo una perdita di tempo.
7 ) Secondo me quelle loro casse non contengono nulla di importante.
8 ) Oggi la nostra maestra è serena e sorridente.

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Completa la tabella indicando con x il grado di comparazione giusto:

comparativo di comparativo di comparativo di


maggioranza minoranza uguaglianza

E’ più veloce di te.

E’ più furbo di Marco.

E’ tanto noioso quanto


Marco.

E’ meno alto di lui.

E’ meno caro del tuo.

E’ meno fredda
dell’aranciata.

E’ simpatico come te.

Sono pigro come Maria.

E’ formidabile tanto
quanto te.

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Completa la tabella come nell’esempio indicando i gradi di comparazione:

GRADO POSITIVO GRADO COMPARATIVO

AGGETTIVI MAGGIORANZA MINORANZA UGUAGLIANZA

educato

leggero

dolce

simpatico

umile

studioso

antico

veloce

costoso

moderno

forte

stanco

vecchio

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Sottolinea gli aggettivi di grado superlativo assoluto:

– La camera d’albergo era pulitissima.

– Firenze è una città antichissima e meravigliosa.

– L’acqua del fiume era limpidissima.

– Le colline si stendevano all’orizzonte con sfumature tenerissime.

– Pezzi di cielo spiccavano azzurrissimi tra le nuvole.

– Il sole luminosissimo rallegrava ancora di più i canti.

– Con voce calma e modi cortesissimi, il maestro mi fece una solenne lavata di capo.

– Il corridore, con uno scatto velocissimo, superò la linea del traguardo.

– Gli occhi della mia mamma sono dolcissimi.

– Nonno Paperone è ricchissimo e avarissimo.

Riconosci i comparativi e i superlativi relativi:

– Questo libro è il più interessante tra quelli che ho letto.

– Oggi è la più afosa giornata del mese.

– La zia è più stanca della mamma.

– Il mare Adriatico è meno profondo del mar Ionio.

– Il tuo regalo è il più bello tra quelli che ho ricevuto.

– La tua nonna è la più simpatica delle nonne.

– Il mio brano di lettura è interessante come il tuo.

– Tu sei il più forte di noi quattro.

– A volte un asino è meno cocciuto di te.

– Marilù è la più graziosa delle tue compagne.

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In ogni frase sostituisci i comparativi e i superlativi con le seguenti forme :

minimo – migliore – peggiore – pessima – ottimo – minore

• Il tuo panino è (più buono) …… del mio.


• Questa medicina è (cattivissima)……… .
• Quando ti comporti così sei (più cattivo ……… di Gianluca.
• Dovresti fare un (piccolissimo) sforzo per migliorare il tuo comportamento.
• L’errore che ho commesso è (più piccolo) di quello che hai commesso tu.
• Hai fatto un (buonissimo) ……….lavoro.

Forma il superlativo assoluto degli aggettivi usando i prefissi : extra-, super-, ultra-,
stra-, arci-.

…………veloce ……………bello ……….forte

………..affollato …………….ricco ……….largo

………..noioso …………..gentile ………..grande

Sostituisci ai comparativi le equivalenti forme speciali: maggiore – peggiore –


maggiore – minore – superiore – inferiore.

• Questo tiramisù è buono , ma quello che prepara mia nonna è (più


buono)……….. .
• Un milione è (più grande) ……….. di un migliaio, ma è (più piccolo) ………… di un
miliardo.
• I miei voti quest’anno sono (più bassi) ……… rispetto a quelli dello scorso
anno.
• Questa notizia è (più cattiva)…………. di quanto mi aspettassi.
• Mario è (più alto) ………… a Gino per forza e coraggio.

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LAVORI ARTIGIANALI REDDITIZI, PROFESSIONI DA SCOPRIRE.

I lavori artigianali sembrano svanire piano piano. Al giorno d’oggi, gran parte

dei ragazzi decide di intraprendere il percorso universitario e specializzarsi in

diversi settori, tralasciando, quindi, quello artigianale. È un peccato, sia per le

tradizioni che vanno via via perdendosi e sia per queste professioni che stanno

per sparire: sono sempre meno le persone che vi si avvicinano. Le professioni

artigianali richiedono una buona manualità, dimestichezza con i ferri del

mestiere e spesso una buona dose di fantasia. In diversi paesini del sud

sopravvivono ancora piccole botteghe in cui si vendono oggetti fatti a mano,

come vasi in ceramica, cestini in vimini; ma anche negozi di antiquariato in cui si

possono ammirare mobili antichi di un certo valore che, una volta restaurati,

raddoppiano la loro bellezza e il loro valore. Quante librerie, quanti tavolini fatti

da bravi falegnami abbiamo potuto ammirare nelle case dei nostri nonni? Si,

perché una volta erano proprio loro ad arredare le case con il loro duro lavoro.

Purtroppo, però, come già accennato prima, gli artigiani stanno via via

diminuendo a causa di diversi fattori, quali la crisi, le tasse e la concorrenza

spietata di nuove catene di negozi che ci forniscono una scrivania, un tavolo e,

per montarli, a noi servono solo delle viti e un martello. Nonostante questo

quadro poco rassicurante, ci sono ancora lavori artigianali redditizi. Vediamo

insieme quali sono i più richiesti.

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o Formazione Professionale: tutti i consigli

LAVORI ARTIGANALI PIÙ RICHIESTI: ATTIVITÀ REDDITIZIE OGGI.

Nonostante la crisi del settore artigianale, tuttavia oggi ci sono ancora attività redditizie:

scopriamo quindi quali sono i lavori artigianali più richiesti.

• Gelataio: in prima posizione vediamo il mestiere più “dolce” del mondo. Il

gelato è l’alimento che più di tutti riesce a dare sollievo nelle calde giornate

estive. È sicuramente più buono e sano un buon gelato artigianale che un

gelato confezionato.

• Odontotecnico: il lavoro artigianale dell’odontotecnico è molto importante,

perché con bravura danno un gran supporto ai dentisti, sono loro, infatti, a

costruire apparecchi, dentiere, etc..

• Sarto: con ago, filo, una bella stoffa e una macchina per cucire, i sarti sono

in grado di creare dei veri e propri capolavori. Quando si è alla ricerca di un

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abito particolare per una cerimonia o per qualsiasi evento un po’ più elegante,

è consigliabile trovare un bravo sarto; creeranno il vestito che stai cercando!

• Pittori: alle fiere capita spesso di imbattersi in bei quadri, di paesaggi, di

innamorati, di tramonti o di stelle. Il pittore è sicuramente un lavoro

artigianale tra i più belli.

• Orafo: buone idee in testa, una bozza ed ecco che gli orafi danno vita a

gioielli molto particolari, pronti a soddisfare tutte le esigenze del cliente.

I PROFILI PIÙ RICERCATI.

Ecco le professioni più ricercate e i lavori su cui puntare, almeno in base alle ultime

indicazioni. In effetti, al giorno d’oggi è complicatissimo cercare un lavoro

soddisfacente ma, incrociando una serie di dati – stipendio medio annuale, posti

vacanti e crescita anno su anno, possibilità di avanzamento professionale, abbiamo

individuato i più proficui lavori del 2017. Ecco dunque la top 10 dei lavori di quest’anno:

• E-commerce Project Manager: tra le professioni più ricercate dalle aziende

interessate ad ampliare la propria fetta di mercato, quella dell’E-commerce

Project Manager è certamente una delle professioni più pagate.

• Social Media Strategist: le aziende più lungimiranti hanno compreso il ruolo

che questi canali svolgeranno al di là della comunicazione ed è per questo

che quella del social media manager diventerà una delle professioni più

richieste del 2017, specialmente in ambito strategico.

• User Experience Specialist: Questa figura, in cui convergono competenze di

SEO, web design e neuromarketing, ha il compito da un lato di studiare la

psicologia ed il comportamento dell’utente durante la navigazione e

dall’altro di migliorare la fruibilità del sito dai vari device, con il preciso

obiettivo di aumentare le conversioni, generare lead, migliorare la

percezione generale del brand e fidelizzare il cliente.

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• App developer: Le aziende che decidono di investire in questo settore si

moltiplicano a vista d’occhio ed è per questo che i programmatori iOS e

Android occupano i primi posti tra le figure professionali più ricercate

• Blogger Influencer: va molto di moda, è vero, ma è annoverata come una

delle professioni più proficue.

• Medico ospedaliero: questo settore è sempre in prima linea tra le

professioni più gettonate. Si tratta dei medici che lavorano esclusivamente

in ospedale, prendendosi cura dei pazienti ricoverati.

• Farmacista: vecchie lauree ma nuovi orizzonti. Chi ha puntato su questa

facoltà non ha sbagliato, perché ad oggi è ancora considerata una

professione utile e molto richiesta per quest’anno.

• Ingegnere del reparto vendite: si sa, la laurea in ingegneria è sempre ai

primi posti quando si tratta di lavoro. In particolare questa specializzazione

vi fa tuffare direttamente nel mondo del lavoro: si tratta di un tecnico che si

occupa della vendita di prodotti ad alto contenuto tecnologico.

• Product manager: figura di spicco, il suo compito è sviluppare idee

innovative sui prodotti e trasformarle in prototipi commerciabili. Inoltre si

occupa dell’organizzazione dell’assortimento e cura l’ideazione delle

confezioni. Un lavoro coi fiocchi!

• Analista finanziario: visti i tempi, questa figura serve perché studia e

analizza il bilancio dell’azienda per stabilirne lo stato di salute, definirne la

struttura e la redditività e valutarne le prospettive economiche.

LE PROFESSIONI PIÙ RICHIESTE DAL MERCATO DEL


LAVORO IN ITALIA ED EUROPA

Secondo una riflessione approfondita sui settori più favorevoli alla crescita

dell’economia di un paese, il settore dell’informatica emerge ai primi posti, insieme a

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quello della cura e della bellezza della persona. Scopriamo allora nel dettaglio quali

sono i lavori più richiesti all’estero e in Italia:

• Insegnanti di scuola primaria e di infanzia: sono in aumento le nascite, sono

in aumento le donne che lavorano che decidono di mettere su famiglia con

la consapevolezza di dover presto affidare i propri figli alle cure di

insegnanti.

• Servizio di cura della persona: si stanno diffondendo a macchia larga tante

professioni sulla cura della persona, estetisti, fisioterapisti, parrucchieri. La

gente inizia ad amarsi di più e prendersi più cura di sé.

• Informatici: la tecnologia è un settore il cui sviluppo è destinato ad andare

sempre oltre, sono tante le applicazioni che ci accompagnano

quotidianamente o i siti che visitiamo.

• Commessi: questa figura lavorativa è sempre più richiesta, sono tante le

attività di diversi settori ad averne bisogno.

• Addetti alle pulizie: tante famiglie, tante aziende necessitano di addetti alle

pulizie che svolgano al meglio i loro compiti, rendendo confortevole i

diversi ambienti.

PART TIME PER STUDENTI UNIVERSITARI: 8 IDEE PER


TROVARE LAVORO.

Vorresti guadagnare qualcosa all’università ma non sai cosa fare? Ti suggeriamo

allora 8 lavori part time che ti permetteranno di avere qualche soldino in più in tasca

ed avere tutto il tempo per studiare e seguire le lezioni!

• Lezioni private: potrai gestirle come più ti pare, occupartene durante il fine

settimana, il tardo pomeriggio o la mattina. Potrai dare ripetizioni a studenti

di scuole medie, superiori o studenti universitari che dovranno sostenere


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esami in cui tu sei preparato. Per trovare studenti interessati basterà

mettere un annuncio sul Web, su un portale dedicato o affiggerlo in luoghi

abbastanza frequentati da ragazzi.

• Cameriere: ti occuperà il fine settimana o comunque non tutti i giorni.

Basterà mettersi d’accordo con il titolare e svolgere turni flessibili o

occasionali, perché ricorda: il tuo obiettivo è la laurea!

• Commesso: porta il curriculum presso qualche negozio, ovviamente

specificando che ti interessa un’offerta di lavoro part time.

• Consegna pizze a domicilio: in questo caso ti serve la patente e in alcuni

casi il motorino. Si tratta di un lavoretto da svolgere, in genere. la sera, e

che non ti occuperà per molte ore.

• 150 ore all’università: gli atenei, ogni anno, mettono a disposizione un

numero di posti di lavoro presso le strutture universitarie, in modo da

aiutare gli studenti più in difficoltà a guadagnarsi qualcosa in più ed avere

qualche agevolazione economica. Per avere informazioni in più ti basterà

consultare il portale della tua università e cercare il bando che ti interessa!

• Baby Sitter: metti qualche annuncio sul Web oppure in giro per la città,

magari in luoghi frequentati da mamme e bambini. Si tratta di un lavoro che

richiede grandi responsabilità e molta attenzione, ma che comunque non

occupa molto tempo e soprattutto non tutti i giorni.

• Pulizie a domicilio: puoi rivolgerti ad un’impresa di pulizie o mettere

annunci da privato, stabilendo tu stesso il compenso ad ora.

• Dog Sitter: se hai dimestichezza con i cani e non hai paura nemmeno di

quello più grosso, puoi mettere in giro qualche annuncio per dog sitter: si

tratterà di badare al cane di chi parte per qualche giorno o di chi per

qualche impegno importante non può occuparsi direttamente del proprio

cucciolo.

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LAVORI STRANI BEN PAGATI: LA LISTA


Scopriamo allora quali sono i lavori particolari ben pagati e che non pensavi fossero

pagati bene:

i. L’apicoltore – Avete presente gli uomini che indossano tute quasi spaziali e

hanno a che fare quotidianamente con migliaia di api? Quello dell’apicoltore

è un mestiere più diffuso di quanto si creda, anche se poco adatto a chi

vedendo una sola ape ha già un tuffo al cuore, o magari a chi è allergico.

ii. Il coltivatore di funghi – Coltivare funghi è qualcosa di molto differente dal

coltivare ortaggi. Si usano spore anziché sementi e occorre creare ambienti

sterili, perché anche una piccola infiltrazione batterica può mandare all’aria

tutto. I funghi si vendono bene ma coltivarli è un’arte, oltre che una

professione.

iii. Il tester di coupon – I siti di deal online cercano qualcuno che garantisca la

qualità delle offerte proposte, testando i prodotti in vendita dal loro servizio

online. Avete capito bene, esiste qualcuno che trascorre week-end in mete

esotiche tra hotel di lusso e ristoranti stellati e viene perfino pagato!

iv. Il coltivatore di erbe officinali – La particolarità di questa professione risiede

nel fatto che le erbe non vengono, spesso, coltivate per essere vendute al

dettaglio, ma per essere vendute in grosse quantità alle case

farmaceutiche, che le utilizzano poi per produrre medicinali. Ovviamente

sono erbe legali.

v. L’allevatore di lumache – Un pezzo di terreno può essere usato non solo per

coltivare verdura e ortaggi, ma anche per allevare lumache. Non è semplice

però, le lumache sono esserini piuttosto esigenti, e diciamolo pure, fanno

un po’… brrr

vi. L’assaggiatore – Ebbene sì, ci sono persone che in ristoranti di grande

prestigio lo fanno per mestiere: assaggiano cibi prelibati facendo notare

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eventuali imperfezioni, per rendere la qualità dei piatti sempre di altissimo

livello.

vii. Gli scrittori di microtesti per i Baci Perugina – Perché quelle piccole frasi non

si scrivono da sole! Secondo una leggenda metropolitana si tratta di

copywriter laureati in lingue per tradurre le frasi firmate da autori di tutto il

mondo.

viii. Lo spazzaneve – Antico mestiere un tempo assai più diffuso, ma non del tutto

scomparso. I mezzi però sono cambiati, non più semplici vanghe, ma

rombanti mezzi cingolati.

ix. Il rabdomante – Questa è una professione, ancora esistente, che decisamente

non può essere intrapresa da chiunque. La rabdomanzia è infatti

considerata, da chi la pratica, un autentico dono.

x. Il negoziante sulle navi da crociera – Sulle grandi navi sono spesso presenti

gift shop, bar e altre attività commerciali. È la stessa professione che si

svolge a terra, solo che i negozi non sono mai nello stesso punto.

OFFERTE DI LAVORO INGANNEVOLI: LE CARATTERISTICHE


DELLE TRUFFE
Per prima cosa bisogna stare attenti ad alcune caratteristiche che accomunano le

false offerte di lavoro: individuandole, anche se non avremo la certezza, almeno

avremo un piccolo dubbio e staremo un po’ più attenti nel fornire dati o dare soldi.

Sintetizziamo quindi i campanellini d’allarme:

• Annuncio anonimo e generico: che si tratti di un annuncio sul web o di un

volantino trovato al bar, bisogna guardare attentamente se c’è il nome

dell’azienda, un numero di telefono con un nome, chiarezza nelle mansioni

che bisognerà eseguire. Anche il nome dell’azienda potrebbe essere

inventato, per cui una piccola ricerca un Internet potrebbe aiutarci a capire

meglio di cosa si tratta.


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• Richiesta di soldi: chi è veramente disperato e ingenuo farebbe di tutto per

trovare un lavoro. Tuttavia, se viene richiesta una certa somma per iniziare

a lavorare il dubbio che si tratti di una truffa dovrebbe sorgere fin da subito.

In genere eventuali corsi di formazione sono gratuiti o retribuiti, per cui chii

ha bisogno davvero di personale non va di certo a chiedere soldi a gente

che invece probabilmente poi dovrà pagare!

• Annunci flash: esistono annunci di lavoro espressi in due parole e con

questa formula “per ulteriori informazioni contattare il numero…”. Lo scopo

potrebbe essere quello di guadagnare con numeri a tariffazione speciale… Il

malcapitato effettuerà il finto colloquio al telefono donando tutto il credito

agli impostori.

• Lavoro nello spettacolo o ragazze immagine: queste sono le offerte di

lavoro a cui le ragazze devono stare molto attente. Può trattarsi infatti di

qualcuno che, tra un complimento e l’altro, false promesse e proposte di

foto un po’ osè, ha intenzione di approfittare della situazione.

• Retribuzione: un altro campanellino d’allarme riguarda la retribuzione. Non

bisogna credere a chi promette facili e ingenti guadagni e a chi scrive

somme esagerate che si guadagnerebbero al mese.

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AVVERBI

L'avverbio (dal latino ad verbum, al verbo) è quella parte invariabile del discorso che
determina, modifica e specifica il significato del verbo , dell'aggettivo o di un altro
avverbio ai quali è riferito.

Esso può indicare la qualità di un'azione o le sue circostanze di luogo, di tempo, di


misura o anche l'affermazione, la negazione o il dubbio nei riguardi dell'azione stessa.
Pertanto, secondo le particolari determinazioni che esprimono, gli avverbi si dividono
in:

avverbi di luogo: qui, qua, vicino, lontano, ecc.;

avverbi di tempo: ora, adesso, ancora, ieri, oggi, domani, prima, poi, presto, subito,
tardi, sempre, mai, ecc.

avverbi di modo o maniera: bene, male, meglio, peggio, volentieri, ecc.;

avverbi di quantità: molto, poco, meno, troppo, più, tanto, assai, niente, nulla, ecc.;

avverbi di modalità, quelli che indicano un'affermazione, una negazione, un dubbio e


un giudizio: sì, certo, sicuro, no, non, neanche, neppure, nemmeno, forse,
probabilmente, quasi, ecc.

Per quanto riguarda la formazione, gli avverbi si dividono in:

avverbi primitivi: bene, male, forse, pure, sempre; ieri, oggi, poi, tardi, mai, magari,
volentieri; molto, tanto, poco, meno, spesso, meglio, peggio, presto, subito, ecc.;

avverbi composti; almeno (da al-meno), dappertutto (da da-per-tutto), infatti (da in-
fatti), inoltre (da in-oltre), persino (da per-sino), intanto (da in-tanto), ecc.;

avverbi derivati: onesta-mente, lenta-mente, rapida-mente; bocc-oni, carp-oni, tast-


oni, tent-oni, ecc.

Altri avverbi di luogo sono: su, giù, lassù, laggiù, ove, dove, dovunque; vicino, lontano,
davanti, dietro, altrove, fuori, dentro, presso, oltre, dappertutto, ecc.

Gli avverbi dove, dovunque, ove, onde e donde sono avverbi relativi e, pertanto, si
possono usare solo quando mettono in relazione e congiungono una proposizione con
un'altra.

Gli avverbi ove, dove, donde, spesso sono usati nelle interrogazioni: ove sei? dove ti
sei cacciato? donde vieni?, ecc

Alcuni avverbi locali ammettono il comparativo , il superlativo , e persino l'alterazione


: ad esempio, più lontano, più su, più giù, lontanissimo, vicinissimo; lontanuccio.
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Sono locuzioni avverbiali di luogo: di qui, di qua, di lì, di là. di su, di giù, di sopra, di
sotto, in qua, in là, ecc.

Avverbi di tempo

I principali avverbi di tempo sono: ora, adesso, subito, testé, allora, prima, dapprima,
poi, dopo, oggi, ieri, domani ( dopodomani, avantieri, ecc.), spesso, sovente, sempre,
mai, presto, tardi, poi, già, ancora, talora, finora, ecc.

Inoltre sono avverbi temporali e anche relativi (quindi, vanno usati sempre per
congiungere una proposizione all'altra): quando, allorquando, allorché, qualora: ad
esempio: Verrò a trovarti quando tu vorrai.

L'avverbio quando si usa anche in proposizioni interrogative : Quando verrai a


trovarmi?

L'avverbio mai significa propriamente una volta, una qualche volta, quando che sia; ed
è errore usarlo con valore negativo, se la negazione non sia espressa: ad esempio:
verrà mai non vuol dire che non verrà mai, ma che verrà una qualche volta. Infatti si
dice: verrà mai quel giorno che tanto attendiamo? Volendo dargli senso negativo dovrò
dire: non verrà mai; oppure nessuno verrà mai. Tuttavia è tollerato l'uso del mai
negativo anche senza la negazione, quando esso preceda il verbo: ad esempio: mai
tralasciò di lavorare.

Alcuni avverbi temporali ammettono la forma comparativa, il superlativo e


l'alterazione: ad esempio: più presto, prestissimo, più tardi, tardissimo, più spesso,
spessissimo; prestino, tarduccio.

Avverbi di modo o di qualità

Sono gli avverbi che indicano la qualità, il modo di una azione; si riferiscono
principalmente ad un verbo, oltre che ad un aggettivo o ad un altro avverbio. Derivano
dagli aggettivi qualificativi per cui sono anche detti avverbi qualificativi. Sono assai
numerosi, giacché da quasi tutti gli aggettivi si può ricavare l'avverbio corrispondente.

Si formano in vari modi, ma il gruppo più importante è costituito dai derivati


caratterizzati dal suffisso -mente, che si aggiunge alla forma femminile dell'aggettivo:
caramente, raramente, amaramente, magnificamente, ecc.

Gli aggettivi terminanti in -are, -ere, -ale, -ile, -ole, -ore (purché la l o la r non siano
precedute da consonanti) elidono la vocale finale davanti al suffisso: singolarmente,
celermente, platealmente, civilmente, piacevolmente, inferiormente, ecc.
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Talvolta il suffisso -mente si aggiunge al participio: correntemente, perdutamente,


ecc.

Un altro gruppo è formato dai derivati in -oni (-one): bocconi, ginocchioni, ciondoloni,
tastoni, carpone, ecc.

Un terzo gruppo è costituito da modali del tipo: bene, male, peggio, meglio, volentieri,
così, ecc.

Gli avverbi qualificativi hanno i gradi di comparazione come i rispettivi aggettivi .

Il comparativo dell'avverbio si forma facendo precedere la forma positiva


dall'avverbio di quantità più o meno. Il superlativo si ottiene invece aggiungendo il
suffisso -mente al superlativo sintetico dell'aggettivo o ripetendo il grado positivo: ad
esempio: più velocemente, meno velocemente, velocissimamente, veloce veloce, assai
o molto velocemente, il più velocemente.

Gradi di comparazione degli avverbi

caramente più caramente, meno caramente carissimamente

facilmente più facilmente, meno facilmente facilissimamente

adagio più adagio, meno adagio adagissimo

Come i corrispondenti aggettivi, anche alcuni avverbi modali hanno forme particolari
di comparativo e di superlativo :

Aggettivo : BUONO

avverbio positivo comparativo superlativo

bene meglio ottimamente (benissimo), moltobene, assai bene

Aggettivo : CATTIVO

avverbio positivo comparativo superlativo

male peggio pessimamente (malissimo),molto male,assai male

Aggettivo : GRANDE

avverbio positivo comparativo superlativo

grandemente maggiormente massimamente (sommamente)

Aggettivo : PICCOLO

avverbio positivo comparativo superlativo

poco meno minimamente(pochissimo),molto poco, assai poco

Aggettivo : MOLTO

avverbio positivo comparativo superlativo

molto più moltissimo (assai)

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Alcuni avverbi ammettono anche l'alterazione ): bene, benino, benone; male, maluccio,
malaccio; poco, pochino, pochetto; presto, prestino, ecc.

Infine, tra le molte locuzioni avverbiali di modo ricordiamo le più frequenti: in fretta, in
fretta e furia, a poco a poco, per l'appunto, man mano, pian piano, di tanto in tanto, bel
bello, niente affatto, in mezzo, poco fa, fino ad ora, d'ora in poi, terra terra, di corsa, di
sbieco, alla carlona, a bizzeffe, ecc.

Avverbi di quantità

Esprimono la misura di un'azione, di un aggettivo o di un altro avverbio. Sono costituiti


in gran parte dagli aggettivi o dai pronomi indefiniti usati in maniera avverbiale. I
principali avverbi di quantità sono: nulla, niente, poco, alquanto, parecchio,
abbastanza, molto, assai, troppo, tanto, quanto, appena, più, meno, affatto (= del tutto),
ecc.

A questi si possono aggiungere: anche, almeno, altresì, pure, inoltre, ancora, neanche,
neppure, perfino, circa, quasi, ecc. che sono detti anche avverbi aggiuntivi, perché
servono ad aggiungere qualcosa al verbo o all'intera frase: ad esempio, Al cinema
c'era il tuo amico Carlo? No. E Franco? Neppure.

E' da notare l'uso erroneo che molti fanno dell'avverbio affatto in senso negativo
quando non è accompagnato da negazione: ad esempio, Sei contento di ciò? Affatto.

L'avverbio affatto significa del tutto, interamente; perciò dire: io sono affatto contento
equivale a dire: sono interamente contento, sono contentissimo. In caso di negazione,
bisogna quindi dire correttamente: non sono affatto contento.

Tuttavia questa forma erronea oggi risulta molto frequente nell'uso quotidiano, nelle
risposte con valore negativo; solo in questo caso si può accettare l'avverbio "affatto"
non accompagnato dalla negazione ("niente" oppure "non").

Le più comuni locuzioni avverbiali di quantità sono: di più, di meno, a un di presso,


all'incirca, press'a poco o presso a poco, né più né meno, per nulla, ecc.

Avverbi di modalità

Gli avverbi di modalità o modificanti si dividono in:

avverbi di affermazione: sì, appunto, sicuro, sicuramente, certo, certamente, già,


proprio, proprio così, giusto, precisamente, naturalmente, senza dubbio, spesso usati
come rafforzativi del sì: ad esempio, L'hai visto? Sì, certo. Mi credi? Sì, proprio.

avverbi di negazione: no, non, neanche, neppure, nemmeno, nemmanco, né (che


significa e non), ecc.

avverbi di dubbio: forse, ma, probabilmente, quasi, ecc.

Per rafforzare il sì sono comunemente usati proprio, precisamente, per l'appunto; per
rafforzare il no sono invece adoperati punto, mica, niente affatto, non mai.
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Locuzioni avverbiali

Una prima forma di locuzione avverbiale è quella di raddoppiare l'avverbio, sia per
semplicemente rafforzarlo, sia per dargli una lieve diversità di significato: lemme
lemme, ben bene, or ora, su su, sotto sotto, pian piano.

Altre locuzioni avverbiali si formano aggiungendo una preposizione a un nome: a


stecchetto, a suo tempo, a bizzeffe, a quattr'occhi, di soppiatto, di palo in frasca, in un
batter d'occhio, in un lampo.

Altre infine si formano premettendo la preposizione articolata alla a un aggettivo


femminile, sottintendendo il nome femminile usanza, maniera, ad esempio: alla
marinara, alla matriciana, all'italiana, alla francese, ecc.

INDICE

L' USO DELL' AVVERBIO

L'avverbio si pone dopo il verbo o prima, in base al valore che gli si vuole dare nel
contesto della frase.

Si colloca prima del verbo quando gli si vuole conferire risalto ed efficacia espressiva:
Amaramente mi pento del torto che ho fatto a mio figlio.

Riferito ad un aggettivo o ad un altro avverbio, si pone davanti: Sono felicemente


sorpreso del tuo arrivo. Mi hai capito molto bene:

Nei casi in cui il verbo è composto, l'avverbio si colloca tra l'ausiliare ed il participio, o
prima dell'ausiliare, oppure dopo il participio: ad esempio, Io ho subito chiamato il
dottore. Il dottore immediatamente ha risposto. Il dottore ha risposto gentilmente.

La prima forma dà maggior risalto al valore dell'avverbio. Ad ogni modo occorre


evitare che la collocazione dell'avverbio generi equivoco o sia un errore: sarete
ascoltati molto presto è chiaro che non può essere cambiato in: sarete molto
ascoltati presto.

Gli avverbi di negazione non, né , di regola precedono immediatamente il verbo; ma le


particelle atone non possono essere separate da quest'ultimo e quindi si inseriscono
fra la negazione ed il verbo: ad esempio, non ci vengo invece di non vengo. Solo
quando si tratta di infiniti, le due costruzioni sono in condizioni di parità: non ci venire
ma anche non venirci.

L'avverbio può essere usato anche in funzione di preposizione o di congiunzione :

a) quando funge da preposizione, nella maggior parte dei casi regge il sostantivo
direttamente, anche se molte volte si usano due preposizioni: ad esempio, Si nascose
dietro un muretto. Ripose la veste dentro al baule. Sotto la panca la capra crepa;

b) esempi di avverbi in funzione di congiunzioni: Ti seguirò dovunque tu vada. Ho


chiesto al concessionario quanto costa la nuova Punto. Ha voluto sapere da dove
venivo.

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Alcuni avverbi possono essere usati in funzione di aggettivi : si tratta degli avverbi
quantitativi più, meno, assai, abbastanza, e di quelli modali o locali così, dietro, avanti,
dopo, meglio, peggio: ad esempio, E' la peggio decisione che tu possa prendere; i più
allegri sono i bambini; Carlo è il meglio sarto della città; la strada davanti è piena di
buche; ci siamo incontrati il giorno dopo.

Questi stessi avverbi possono essere anche sostantivati: Mio zio, purtroppo è passato
nel numero dei più; il meglio è il nemico del bene; chiacchierammo del più e del meno;
in ogni risoluzione va considerato il prima e il dopo; non c'è limite al peggio.

Talvolta gli avverbi, specialmente quelli temporali e locali, lasciano facilmente


sottintendere il verbo cui si riferiscono: ad esempio, E tutti e quattro gli scalatori su
per la vetta (salirono). Alla prima scossa, fuori di corsa (uscirono).

Gli avverbi qui, qua, lì, là spesso rafforzano i corrispondenti pronomi dimostrativi: ad
esempio, questo qui, quello là, ecc.

Le particelle avverbiali ci, vi si usano talvolta in senso neutro col significato di a


questa cosa qui, a quella cosa là: ad esempio, pensaci prima per non pentirti dopo;
riflettici bene prima di decidere.

Le espressioni vederci, sentirci significano avere la vista, l'udito: ad esempio, non ci


vede bene, non ci sente abbastanza.

Quasi tutti gli avverbi si possono rafforzare raddoppiandoli: or ora, adesso adesso, giù
giù, su su, lì lì, quasi quasi, ecc.

AVVERBI – ESERCIZI

ESERCIZIO 1 : Avverbi di modo.

In ogni frase c'è un avverbio di modo, sottolinealo con la matita.

1 ) Ti spiego brevemente cosa è successo.

2 ) Ho inciampato in un sasso, sono caduto bocconi e mi sono rotto un dente.

3 ) Nell'uscita dall'esercizio sono caduto malamente e mi sono slogato una caviglia.

4 ) Mi ha accolto calorosamente, come se fossimo vecchi amici.

5 ) Il pubblico ha apprezzato ed ha applaudito lungamente.

6 ) Il treno sta viaggiando lentamente, non arriverò prima delle dieci.

7 ) Ha estratto l'arma rapidamente ed ha fatto fuoco all'improvviso.

8 ) Mentre uno mi parlava, l'altro abilmente mi ha sottratto il portafogli.

9 ) È uno spettacolo noioso che sta arrivando lentamente alla fine.

10 ) Mi sono addormentato dolcemente nelle sue braccia.


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ESERCIZIO 2 : Avverbi di modo.

In ogni frase c'è un avverbio di modo, sottolinealo con la matita.

1 ) Trascorre le sue giornate serenamente con i nipotini.

2 ) Mi fai vedere concretamente come si fa?

3 ) Con questa foschìa le strisce si vedono malamente.

4 ) Sono riuscito rapidamente a mettere a posto le cose.

5 ) E' caduto pesantemente su un fianco.

6 ) Il pacchetto è arrivato rapidamente.

7 ) Abbiamo superato l'esame brillantemente.

8 ) Le pareti sono decorate pesantemente.

9 ) La tua agitazione mi disturba immensamente.

10 ) La sera rimango in casa volentieri.

11 ) Da un po' di tempo ti comporti male.

12 ) Si vedono distintamente i pianeti del sistema solare.

13 ) Mi hai mentito spudoratamente.

14 ) Siamo andati insieme a fare una gita sulla neve.

ESERCIZIO 3 : Nome, aggettivo o avverbio?

In ogni frase vedi la parola “ forte “. Scrivi di volta in volta se è nome, aggettivo
qualificativo o avverbio di modo.

1 ) Stai andando troppo forte.

2 ) È stato un colpo troppo forte per il suo cuore.

3 ) Il forte si erge sulla collina a ridosso della città.

4 ) Luigi è forte in matematica.

5 ) Questo romanzo sta andando forte nelle vendite.

6 ) Si sente un sibilo forte e fastidioso.

7 ) Il sospetto su di lui è forte.

8 ) Sì, da dove sono io si sente forte e chiaro.

9 ) Questa costruzione era un forte nella prima guerra mondiale.

10 ) Le onde stanno sbattendo forte contro il molo.

11 ) Era un uomo forte e pieno di vita fino a pochi anni fa.

12 ) Non ti nascondo che ho una forte preoccupazione.


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ESERCIZIO 4 : Nome, aggettivo o avverbio?

In ogni frase vedi la parola “ piano “. Scrivi di volta in volta se è nome, aggettivo
qualificativo o avverbio di modo.

1 ) Vai piano, mi raccomando.

2 ) La palla scivola sul piano inclinato.

3 ) Il piano del tavolo deve essere levigato meglio.

4 ) Mi sembra un ottimo piano.

5 ) Parla piano, non voglio che ti sentano.

6 ) Il terreno è piano e regolare.

7 ) Scendi piano e stai attento ai gradini.

8 ) Vacci piano con quel vino, è molto forte.

9 ) Oggi non ho lezione di piano.

10 ) La marea si sta abbassando piano piano.

11 ) Era un piano perfetto, ma abbiamo fatto un errore.

12 ) Il percorso è piano e senza ostacoli.

13 ) Il sentiero si snoda nel bosco sul piano.

14 ) L'acqua sta uscendo piano, ma arriva.

ESERCIZIO 5 : Avverbi di modo.

In queste frasi ci sono degli avverbi di modo derivati da aggettivi; scrivi da quale
aggettivo qualificativo deriva ogni avverbio.

1 ) Questo quadro ti è riuscito meravigliosamente.

2 ) Mi ha abbracciato fortemente, come se dovesse partire per sempre.

3 ) Se non scrivi chiaramente l'indirizzo, la lettera rischia di andare persa.

4 ) Lavorando lentamente si è sicuri di fare un lavoro preciso.

5 ) Potete acquistare comodamente anche da casa, telefonate!

6 ) Si è mostrata falsamente amica, ma ormai la conosco.

7 ) Mi ha parlato freddamente, come se non ci fossimo mai visti.

8 ) Mi hanno regalato una bicicletta; con questa arriverò velocemente a scuola.

9 ) Stai camminando pericolosamente sul bordo del marciapiede.

10 ) Si è avvicinato timidamente e mi ha regalato questo anello.

11 ) E così l'autore procede tranquillamente con la descrizione dell'episodio.

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ESERCIZIO 6 : Avverbi di tempo.

In ogni frase c'è un avverbio di tempo, sottolinealo con la matita.

1 ) Oggi non posso venire, devo andare a lezione di piano.

2 ) Ricorda: stanotte scatta l'ora legale.

3 ) Adesso non è il momento di pensare a queste cose.

4 ) Io credo che non ammetterà mai di avere sbagliato.

5 ) Finora sono riuscito a farcela da solo, spero di continuare così.

6 ) Lo so, sono arrivato tardi, scusatemi.

7 ) Te lo dirò dopo, quando saremo a casa.

8 ) Passo a prenderti verso le nove, poi andiamo da Gianni.

9 ) Eccoti accontentato: ora sei il portiere titolare.

10 ) Cerca di tornare presto, non mi va di restare in casa da sola.

11 ) Stamani splende un bel sole, speriamo che duri.

12 ) Ci incontriamo spesso lungo le scale, ma non so nulla di lei.

13 ) Ho fatto un bagno ristoratore, ma sono più stanco di prima.

14 ) Non cederà mai, ne sono sicura, è troppo orgoglioso.

ESERCIZIO 7 : Avverbi di tempo.

Completa queste frasi con un avverbio di tempo adatto al contesto.

1 ) Andiamo a spaventarlo in camera sua (...) allo scoccare della mezzanotte.

2 ) Ricorda: (...) sarà il compleanno di Luisa.

3 ) Ieri non mi sentivo bene, ma (...) sto meglio.

4 ) Io non ho (...) visto uno spettacolo del genere.

5 ) Quando sono arrivato, il concerto era (...) iniziato e non mi hanno fatto entrare.

6 ) Sono arrivato (...) e ho perso la prima parte della conferenza.

7 ) L'auto che arrivava di fronte l'ho vista quando ormai era troppo (...).

8 ) Sono (...) alcune sere che rientri sempre più tardi.

9 ) Certamente lui si accorgerà di avere sbagliato, ma (...) io sarò già lontana.

10 ) Il festival di Sanremo inizia (...) alle nove.

11 ) Oggi è l'ultimo giorno di scuola, da (...) siamo in vacanza!

12 ) Queste scuse le ho (...) sentite troppe volte, adesso non attaccano più.

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ESERCIZIO 8 : Avverbi di luogo.

In ogni frase c'è un avverbio di luogo, sottolinealo con la matita.

1 ) Sono almeno tre giorni che non ci vado.

2 ) Attacca il nastro davanti all'ingresso, bene in vista.

3 ) Appoggia la pistola sopra il tavolo e non fare movimenti bruschi.

4 ) Andate a giocare nel giardino dietro casa.

5 ) Cosa hai provato quando sei arrivata lassù in cima?

6 ) Mi dispiace ma io quaggiù non vedo proprio niente.

7 ) Qui vedo tre errori, e ce ne sono altri tre nell'altra pagina.

8 ) Vai via di qua, non voglio più vederti.

9 ) No, scusa, stavo scherzando, vieni qui, facciamo pace.

10 ) Sono finito dentro un bell'impiccio.

11 ) Ne vengo adesso, sono appena arrivato.

12 ) Ci vado tutti i giorni con il bus.

13 ) Ma sei sicuro che sia proprio lì?

14 ) Il vento ha fatto volare i foglietti dappertutto.

ESERCIZIO 9 : Avverbi di luogo.

Completa queste frasi con un avverbio di luogo adatto al contesto.

1 ) Se non (...) vai secondo me si offende.

2 ) Proprio (...) a me c'è una signora con un cappellino che mi impedisce di vedere.

3 ) Metti quel vaso (...) il tavolo, bene in vista.

4 ) Stanno costruendo una nuova piscina proprio (...) l'angolo.

5 ) Ho voluto salire sulla torre, ma quando sono stata (...) sono stata male.

6 ) Ho cercato (...) ma non ho ancora trovato un posto di lavoro.

7 ) Sono rimasto (...) a casa tua ad aspettarti per mezz'ora.

8 ) Vieni (...), lasciati guardare bene in viso.

9 ) Abitiamo (...) l'ospedale, sentiamo tutte le sirene delle ambulanze.

10 ) Ha messo la mano nella cesta e (...) la coperta ho sentito un gattino!

11 ) Questa festa non mi attira, e io ho deciso che non (...) vengo.

12 ) Passo (...) a quella vetrina tutti i giorni, non ti dico che tentazione

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ESERCIZIO 10 : “ la “ “ l'ha “ o “ là “?

Completa queste frasi con il pronome “ la “ (con o senza apostrofo) o l'avverbio di


luogo “ là “.

1 ) Sono già molti giorni che non (lei) vedo.

2 ) Quando sarai (in quel luogo) cerca di andare a trovare la zia.

3 ) Io l'ho vista benissimo, ma lei non (quella cosa) ha vista.

4 ) Fatti un po' più in (da quella parte), altrimenti cado.

5 ) È inutile che tu la cerchi (in quel luogo), sono sicuro che era qua.

6 ) Ha fatto una scommessa e (quella scommessa) ha persa.

7 ) Io (lei) incontro tutti i giorni dal giornalaio.

8 ) Anche se era una lezione difficile, Luigi (quella lezione) ha capita subito.

9 ) Lei gli ha dato fiducia e lui (lei) ha portata su una brutta strada.

10 ) Io sono un po' più in (avanti) con gli anni.

11 ) Sandro ne ha avanzato un po', ma Gino (il latte) ha bevuto tutto.

12 ) Sono ore e ore che è sempre (in quel luogo), appoggiato a quel lampione.

13 ) Il dado è tratto? No, (questa frase) ha detta Giulio Cesare, non Pompeo.

14 ) Gli ho prestato la squadra e lui (la squadra) ha rotta.

ESERCIZIO 11 : “ la “ e “ là “ articolo, pronome o avverbio?

In ogni frase vedi la parola “ la “ o “ là “. Scrivi se si tratta dell'articolo determinativo “


la “, del pronome personale “ la “ oppure dell'avverbio di luogo “ là “.

1 ) Sono già molti giorni che non la vedo.

2 ) Quando sarai là cerca di andare a trovare la zia.

3 ) Io gliel'ho data, ma lei non la voleva.

4 ) La panca è corta, se non ti fai un po' più in là cado.

5 ) È inutile che tu la cerchi là, sono sicuro che era qua.

6 ) Abbiamo perso la partita e io ho anche perso la scommessa.

7 ) Io la incontro tutti i giorni dal giornalaio.

8 ) È una cosa troppo difficile, Luigino non la può capire ancora.

9 ) Dopo anni e anni di fidanzamento si sono decisi a fissare la data del matrimonio.

10 ) Io sono un po' più in là con gli anni.

11 ) Sandro ne ha avanzato un po', ma Gino ha mangiato tutta la sua parte.

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ESERCIZIO 12 : “ ci “ o “ ne “?

Sostituisci le parole tra parentesi con l'avverbio di luogo appropriato.

1 ) Sono già molti giorni che non (in quel luogo) vado.

2 ) Sì, siamo davanti al teatro, (da questo luogo) siamo appena usciti.

3 ) Io non (in quel luogo) vado più, mi annoio troppo.

4 ) Va bene, mi hai convinto, domani (in questo luogo) vengo anch'io.

5 ) Nel cassetto (in questo posto) sono le tue lettere.

6 ) Ho passato un brutto periodo, (da quel periodo) sto uscendo adesso.

7 ) La conferenza è finita, (da quel luogo) sono appena uscita.

8 ) Guarda se (in quel luogo) sono i miei occhiali.

9 ) Se non (in quel luogo) guardi bene non li trovi di sicuro.

10 ) Appena (da questo luogo) esce una la prendo al volo.

11 ) Io (in quel luogo) sono tornato più volte ma non l'ho più rivista.

12 ) È un ambiente protetto, (in quel luogo) vive una specie di pesci in via di estinzione.

13 ) Se lei non se (da questo luogo) va chiamo la polizia.

14 ) Io (in quel luogo) sono stato e ti posso garantire che è tutto vero.

ESERCIZIO 13 : “ ci “ pronome o avverbio?

In ogni frase vedi la parola “ ci “. Scrivi di volta in volta se è pronome personale o


avverbio di luogo.

1 ) Sono già molti giorni che non ci danno compiti a casa.

2 ) Noi in campeggio ci andiamo ogni anno, abbiamo una tenda con veranda.

3 ) Sei mai andata sulla ruota panoramica? No, non ci sono mai andata, ho paura.

4 ) Io non salirei mai sul monte Everest, mi fa paura solo pensarci.

5 ) Io sul monte Everest non ci salirei mai, mi fa paura solo pensarci.

6 ) La strada ci è stata indicata da due ragazzi in moto, fermi al semaforo.

7 ) Io non volevo andarci, ma mio padre mi ha costretta.

8 ) È inutile stare a mugugnare e a ripensarci, ormai è andata così.

9 ) Se volete salutarci dovete fare in fretta perché il treno parte fra venti minuti.

10 ) Siete venuti a dirci che vi dispiace? Va bene, accettiamo le vostre scuse.

11 ) Io in quella tana non ci entro di sicuro.

12 ) Ci hanno detto che adesso si trovano molte fragole di bosco.


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ESERCIZIO 14 : “ ci “, “ ce “ o “ c'è “?

Completa le frasi con “ ci “, “ ce “ o “ c'è “.

1 ) Andiamo nel rifugio, (...) dobbiamo proteggere dal freddo.

2 ) Non (...) è l'acqua calda, il riscaldamento non funziona.

3 ) Se non (...) la portano alla svelta finirà per raffreddarsi.

4 ) Non (...) è ragione di insistere, quando sarà il tuo turno l'avrai anche tu.

5 ) C'era una data di scadenza, ma non (...) l'avevano detto.

6 ) Ormai la partita è persa, non (...) è più speranza.

7 ) Lo spettacolo all'aperto non (...) è stato, a causa della pioggia.

8 ) Guarda cosa (...) hanno portato i nostri vicini.

9 ) Se (...) l'avessero detto prima saremmo riusciti ad evitare il pericolo.

10 ) Ormai non (...) è più nessuno senza il telefonino.

11 ) Quante (...) ne hanno dette! Erano arrabbiatissimi.

12 ) Il posto (...) l'hanno assegnato loro, non abbiamo potuto scegliere.

13 ) Questa notte (...) è una splendida luna piena.

14 ) In questo libro (...) è la risposta alla tua domanda.

ESERCIZIO 17 : Avverbi di quantità.

In ogni frase c'è un avverbio di quantità, sottolinealo con la matita.

1 ) Mi leggi cosa c'è scritto qua? Io ormai ci vedo poco.

2 ) Ho studiato molto, ma adesso mi sembra di avere dimenticato ogni cosa.

3 ) L'ho aiutata tanto, ma devo dire che lei non si è dimostrata riconoscente.

4 ) Ho dormito troppo, ho la testa tutta indolenzita.

5 ) Secondo me non hai mangiato abbastanza.

6 ) Ho dimenticato a casa il portafogli, per cui non ho comprato nulla.

7 ) Non mi hai ancora detto niente di quel vostro litigio.

8 ) Mi è dispiaciuto assai che lei si sia offesa.

9 ) È arrivato quasi al limite delle sue capacità.

10 ) Ho camminato molto per tutto il parco, ma non ho visto un solo scoiattolo.

11 ) Mi disturba parecchio, con quella radio sempre accesa a tutto volume.

12 ) Nonostante questo lavoro pesante, guadagnano appena quanto basta per vivere.

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ESERCIZIO 18 : Avverbi di quantità.

Completa queste frasi con un avverbio di quantità adatto al contesto.

1 ) Io non posso parlare perché conosco (...) questo argomento.

2 ) Ti sento (...), la linea è disturbata.

3 ) Secondo me non avremo (...) spumante per tutti gli ospiti.

4 ) Non ho ancora assaggiato (...), ma quei dolci mi sembrano irresistibili.

5 ) Cerco di andare (...) nel suo ufficio, per non disturbarlo.

6 ) In questo periodo mi sono allenato (...) e adesso sono in forma smagliante.

7 ) Mi ha sorpreso (...) quel suo atteggiamento, non me l'aspettavo proprio.

8 ) Cerca di farti coinvolgere (...) in questa storia, non ci vedo chiaro.

9 ) Non abbiamo risparmiato ancora (...) denaro per potere cambiare l'arredamento.

10 ) Mi aveva promesso mari e monti, poi alla resta dei conti non mi ha portato (...).

11 ) Questa festa non mi attira (...), preferirei restare a casa.

12 ) Vado (...) spesso a trovarla, a volte anche due o tre volte al giorno.

13 ) Non stare (...) a lungo al telefono, poi sai che bollette ci arrivano.

14 ) Non lasciare bollire (...) gli spaghetti, lo sai che li preferisco al dente.

ESERCIZIO 19 : “ molto “ avverbio, pronome o aggettivo?

In ogni frase vedi la parola “ molto “. Scrivi di volta in volta se è avverbio di quantità,
pronome indefinito o aggettivo indefinito.

1 ) Ho studiato molto, conosco il capitolo quasi a memoria.

2 ) Ho sentito molto fastidio da parte sua, forse non voleva incontrarci.

3 ) Di gasolio non ne abbiamo molto, ma dovremmo arrivare alla fine dell'inverno.

4 ) Non ho ancora visto molto entusiasmo per questo progetto.

5 ) Il direttore del coro ci ha fatto cantare molto, non ho più voce.

6 ) Il pubblico ha applaudito molto, ma secondo me lo spettacolo non era eccezionale.

7 ) Molto fumo e poco arrosto, non abbiamo combinato niente.

8 ) Stasera non ne ha mostrato molto, ma il suo talento è fuori discussione.

9 ) Sento ancora molto rancore nei suoi confronti.

10 ) A me bastava un po' di basilico, lei me ne ha portato molto.

11 ) Me ne aveva promesso molto, poi si è presentata a mani vuote.

12 ) Dice di sentire poco affetto attorno a sé, ma veramente non ne merita molto.
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ESERCIZIO 20 : “ tanto “ avverbio, pronome o aggettivo?

In ogni frase vedi la parola “ tanto “. Scrivi di volta in volta se è avverbio di quantità,
pronome indefinito o aggettivo indefinito.

1 ) Ho corso tanto, adesso non ho più fiato.

2 ) Non avevo mai sentito tanto freddo in vita mia.

3 ) Di olio non ne abbiamo tanto, bisognerebbe comprarne una o due bottiglie.

4 ) Ho visto tanto impegno da parte tua che ho deciso di premiarti.

5 ) Ho già mangiato tanto, non ce la faccio più.

6 ) Ho applaudito tanto, sino a quando mi hanno fatto male le mani.

7 ) Tanto denaro sprecato per una cerimonia. Non si poteva impiegarlo meglio?

8 ) Si è comportato tanto ingenuamente, si fida troppo degli altri.

9 ) Ho ancora tanto timore che la cosa possa ripetersi.

10 ) Me ne ha portato tanto che non so più dove metterlo.

11 ) Me ne aveva promesso tanto, e in effetti è arrivato con una forma intera di


formaggio.

12 ) Dice di sentire tanto affetto per me, ma non lo dimostra mai.

13 ) Ti ho aspettato tanto, poi mi sono addormentata.

14 ) Sai che il caffé non ti fa dormire, non berne tanto.

ESERCIZIO 21 : Avverbi di affermazione, negazione, dubbio.

In ogni frase c'è un avverbio di affermazione, negazione, dubbio. Sottolinealo con la


matita.

1 ) Probabilmente passerò da casa tua domani pomeriggio.

2 ) È stata veramente una bella gita.

3 ) Mi hai detto proprio quello che volevo sapere.

4 ) Non ne ho visto nemmeno uno.

5 ) Magari fossimo già arrivati! Invece mancano ancora 60 chilometri.

6 ) Sicuramente non arriverò prima delle dieci.

7 ) Probabilmente la frase che gli hai detto lo ha offeso.

8 ) Fammi sapere, eventualmente, se ci sono delle novità.

9 ) Paolo non vuole portarmi, forse vengo con Giuseppe.

10 ) Puoi pregarmi anche in ginocchio, ma io non ci vado.

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11 ) Chissà cosa ha detto Stefania quando ha aperto il pacco.

12 ) Hai fatto davvero un ottimo lavoro, complimenti!

13 ) Questo è appunto ciò che volevo sentire da te.

14 ) È sicuramente stato lui, ma non ne abbiamo le prove.

ESERCIZIO 22 : Avverbi di affermazione, negazione, dubbio.

Completa queste frasi con un avverbio di avverbio di affermazione, negazione, dubbio


adatto al contesto.

1 ) Io (...) posso parlare perché di questo argomento non conosco nulla.

2 ) Sono sicuro di non sbagliarmi, lei sta (...) meglio della visita precedente.

3 ) Non contarci troppo, (...) i miei genitori non mi lasceranno venire.

4 ) Cerco di andare raramente nel suo ufficio, per (...) disturbarlo.

5 ) Dopo tutti questi allenamenti, (...) sarai in forma smagliante.

6 ) Non ricordo bene, (...) l'ho lasciato in garage.

7 ) Cerca di (...) farti coinvolgere in questa storia, non ci vedo chiaro.

8 ) Non si preoccupi, se non lo finiamo oggi, (...) l'abito sarà pronto domani.

9 ) Mi è sembrato un po' distaccato, (...) si sente isolato da noi.

10 ) Non ho capito bene: volete (...) dire che vi abbiamo truffato?

11 ) È un vero fuoriclasse, (...) e di gran lunga il migliore giocatore di questa squadra.

12 ) In realtà tu non hai voglia di vederlo, non è (...) vero?

13 ) È (...) un grande scrittore, nessuno lo mette in dubbio.

14 ) Caschi il mondo, io sarò (...) là, al tuo fianco!

ESERCIZIO 23 : Avverbi interrogativi.

In ogni frase c'è un avverbio interrogativo, sottolinealo con la matita.

1 ) Quando sarà effettuata la consegna?

2 ) Come si sente oggi?

3 ) Perché non me lo hai detto subito?

4 ) Dove si trova questa città?

5 ) Ieri sera ti ho cercato e non c'eri, quando sei arrivato?

6 ) Mi hai incuriosito: dove si trova questa meraviglia?

7 ) Mi hai convinto, ma come faccio ad arrivarci?


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8 ) Io non ho capito bene, come ha detto che si chiama?

9 ) Ma perché non mi hai avvisato prima?

10 ) Scusi, quando parte l'ultimo treno per Napoli?

11 ) Va bene, allora, alle nove, ma dove ci incontriamo?

12 ) Quando compie gli anni tuo fratello?

13 ) Ti assicuro che è andata così, perché non vuoi credermi?

14 ) Può dirmi quando saranno pronti?

ESERCIZIO 24 : Avverbi interrogativi.

Completa queste frasi con un avverbio interrogativo adatto al contesto.

1 ) Tu hai capito (...) ci sarà il prossimo compito in classe?

2 ) Ormai il peggio è passato, (...) si sente adesso?

3 ) Mi spieghi (...) Paolo si è comportato così?

4 ) È un piacere avervi come vicini, (...) vi trovate in questo quartiere?

5 ) Ieri sera ho provato a chiamarti, (...) hai staccato il telefono?

6 ) Mamma, (...) hai messo i miei guanti da portiere?

7 ) Il mio dentista è mio zio. Io vorrei cambiare, ma (...) faccio a dirglielo?

8 ) Non ho capito bene, (...) hai detto che è andato in vacanza?

9 ) Hai preso un taxi? Ma (...) non mi hai avvisato? Sarei venuto a prenderti.

10 ) Io non ne posso più di queste sue arie da principessa, ma (...) la finirà?

11 ) Può ripetermi (...) è l'ufficio del nostro corrrispondente?

12 ) Ti ricordi (...) è l'anniversario del loro matrimonio?

13 ) Io ti sto annoiando, (...) non me lo dici francamente?

14 ) Oggi non effettuate consegne a domicilio? Allora (...)?

ESERCIZIO 28 : I gradi degli avverbi.

In ogni frase vedi un avverbio. Scrivi se si tratta di un avverbio di grado positivo,


comparativo o superlativo.

1 ) Mi raccomando: non fare tardi.

2 ) Ogni sera torni sempre più tardi.

3 ) Ieri sera sei tornato tardissimo.

4 ) Il film mi è piaciuto molto.


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5 ) L'ho apprezzato moltissimo.

6 ) Ti sei comportato bene.

7 ) Potevi comportarti meglio.

8 ) Ti sei comportato benissimo.

9 ) Ci sento poco.

10 ) Ci sento pochissimo.

11 ) L'interrogazione è andata male.

12 ) Poteva andare peggio.

13 ) Oggi mi sento meglio.

14 ) L'esame è andato malissimo.

ESERCIZIO 29 : I gradi degli avverbi.

In ogni frase vedi un avverbio. Scrivi se si tratta di un avverbio di grado positivo,


comparativo o superlativo.

1 ) Mi raccomando: torna presto.

2 ) Speravo che finisse più presto.

3 ) Sei tornato prestissimo.

4 ) Il pubblico ascolta attentamente.

5 ) Ora il pubblico ascolta più attentamente.

6 ) Di questa postazione si sente bene.

7 ) Da dove sei tu forse si vede meglio.

8 ) Noi ci vediamo benissimo.

9 ) Ci sento male.

10 ) Oggi mi sento peggio di ieri.

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L’IMPERFETTO INDICATIVO
L’indicativo è il modo verbale più comune e frequente. Esso è usato per indicare un
fatto, un’azione o un’idea che sono reali, certi e oggettivi.
Scopriamo insieme come formare il tempo imperfetto!
Prima di tutto, vediamo l’imperfetto indicativo dei verbi “essere” e “avere”,
fondamentali anche perché fungono da ausiliari per formare i tempi composti di tutti
gli altri verbi.

ESSERE AVERE

Io ero Io avevo

Tu eri Tu avevi
Lui/lei era Lui/lei aveva
Noi eravamo Noi avevamo
Voi eravate Voi avevate
Loro erano Loro avevano

Esempio:
Quando ero piccolo, avevo un orso di peluche.

Per quanto riguarda tutti gli altri verbi, invece, per formare l’imperfetto indicativo occorre
togliere le desinenze dell’infinito (-ARE, -ERE, -IRE) e aggiungere quelle dell’imperfetto.
Ecco le desinenze dell’imperfetto per i vari gruppi di verbi:

Verbi in -ARE Verbi in -ERE Verbi in -IRE

-avo -evo –ivo


-evi -ivi
-avi –eva -iva

-ava –evamo –ivamo

–avamo –evate -ivate

–avate –evano –ivano

–avano

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Come forse avrete già notato osservando la tabella, le tre coniugazioni sono molto
simili. Si differenziano solamente per la lettera che caratterizza la coniugazione:

• I verbi in –ARE hanno una A nella parte del verbo che cambia
Es: io parl + A + vo
• I verbi in –ERE hanno una E nella parte del verbo che cambia
Es: io prend +E + vo
• I verbi in –IRE hanno una I nella parte del verbo che cambia
Es: io part+ I + vo

Possiamo notare che, a differenza del presente indicativo, nell’imperfetto dei verbi
in –IRE non c’è alcuna distinzione tra la coniugazione dei verbi come “partire” e quella
dei verbi come “finire“, ma le desinenze sono le stesse.

Ecco alcuni esempi di verbi regolari all’imperfetto:

DARE RIMANERE FINIRE

Io davo Io rimanevo Io finivo


Tu rimanevi Tu finivi
Tu davi
Lui/lei rimaneva Lui/lei finiva
Lui/lei dava
Noi rimanevamo Noi finivamo
Noi davamo
Voi rimanevate Voi finivate
Voi davate
Loro rimanevano Loro finivano
Loro davano

Esempio:
Da giovane, Luigi dava sempre una mano ai suoi amici.
Quando faceva freddo, rimanevamo sempre a casa.
Quando finivano di lavorare, passavano dal mio negozio.
Sorprendentemente, molti verbi che al presente indicativo sono irregolari assumono
una coniugazione completamente regolare all’imperfetto! Ad esempio:
andare → io andavo…, tenere → io tenevo…, uscire → io uscivo…

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Rimangono però irregolari anche all’imperfetto i seguenti verbi:

FARE BERE DIRE

Io facevo Io bevevo Io dicevo


Tu bevevi Tu dicevi
Tu facevi
Lui/lei beveva Lui/lei diceva
Lui/lei faceva
Noi bevevamo Noi dicevamo
Noi facevamo
Voi bevevate Voi dicevate
Voi facevate
Loro bevevano Loro dicevano
Loro facevano

Esempio:
Da piccola, facevo sempre i compiti dopo pranzo.
Voi bevevate sempre il caffè ma ora preferite il tè.
Dicevano che avevi sbagliato.

I VERBI MODALI
Infine, diamo un’occhiata ai verbi modali italiani all’imperfetto. Anche la loro
coniugazione diventa regolare in questo tempo verbale:

DOVERE POTERE VOLERE SAPERE

Io dovevo Io potevo Io volevo Io sapevo


Tu potevi Tu volevi Tu sapevi
Tu dovevi
Lui/lei poteva Lui/lei voleva Lui/lei sapeva
Lui/lei doveva
Noi potevamo Noi volevamo Noi sapevamo
Noi dovevamo
Voi potevate Voi volevate Voi sapevate
Voi dovevate
Loro potevano Loro volevano Loro sapevano
Loro dovevano

Esempio:
Quando eravamo piccoli, dovevamo usare la lira e non l’euro.
Prima si poteva fumare nei bar, ora no.
Volevate quell’appartamento o questo?
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Come mai sapevate del suo licenziamento?

 L’imperfetto è un tempo passato che si usa per:


1) descrivere persone, oggetti, luoghi, situazioni, tempo, età, fenomeni atmosferici;

Il posto era troppo turistico.


Quando abitavamo a Genova avevamo una bellissima casa che dava sul
porto. Era piccola ma molto carina e accogliente.
Domenica il tempo non era per niente buono: c’era un gran vento e faceva molto
freddo.
Da bambina avevo i capelli biondi.

2) descrivere un’azione che si svolge nel tempo e durante la quale accade un’altra
azione momentanea descritta con il passato prossimo o passato remoto (dopo la
parola “mentre”);

Mentre guardavo la TV mi sono addormentato.


Mentra lei andava in bici un gatto nero ha attraversato la strada.

3) descrivere le azioni che si svolgono nello stesso momento e hanno la stessa


durata;

I grandi banchetti duravano molte ore: mentre mangiavano e bevevano, i


Romani chiacchieravano e si divertivano.
Mentre Francesca faceva le fotocopie, Silvia scriveva gli indirizzi sulle buste.

4) descrivere azioni che si ripetevano nel passato;

In primavera e in estate, dopo il lavoro, leggevamo il giornale sul terrazzo di casa


e guardavamo il tramonto.
D’estate andavamo al mare tutti i giorni.

5) descrivere stati fisici, psicologici, sensazioni e sentimenti;

Piero piangeva di commozione, mentre Silvia rideva perché era la prima volta
che vedeva suo marito confuso.
Non mi sentivo bene ieri.
Anna non è venuta perché era depressa.

6) all’inizio di una favola;

— C’era una volta…


— Un re! — diranno subito i miei piccoli lettori.
— No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.

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Imperfetto e Passato Prossimo: usi e differenze


Iniziamo col dire che entrambi i tempi si usano per parlare del passato, ma da due
prospettive diverse:
– il passato prossimo si riferisce a eventi circoscritti nel tempo, ossia che hanno un
inizio e una fine
– l’imperfetto si riferisce ad eventi abituali, di cui non si conosce esattamente l’inizio e
la fine

Ma vediamo più nel dettaglio questi due tempi


Il passato prossimo è usato:

• per indicare un’azione che è avvenuta, una o più volte, in un momento definito
del passato (ieri, due mesi fa, l’anno scorso, in quel momento, ecc.).

Esempi: “Ieri ho mangiato la pizza ai 4 formaggi” (il momento in cui si svolge l’azione è
chiaro a tutti: ieri)

“Sono andata allo stadio soltanto 3 volte l’anno scorso” (l’azione si è svolta l’anno
scorso)
“Quando ho guardato il Re Leone, ho pianto” (l’azione si è svolta quando ho guardato il
Re Leone)

ATTENZIONE! In alcuni testi o discorsi potrebbe capitare che il momento in cui si


svolge l’azione non venga espresso; in questi casi il tempo in cui si è svolta l’azione è
sicuramente stato dichiarato precedentemente o è già chiaro a tutti, pertanto non è
necessario ripeterlo.
Esempio: “– Cosa hai fatto l’altro ieri? – Sono andato a correre!”
Nella frase “sono andato a correre” è presente un passato prossimo sebbene nella
frase non venga espresso il momento definito in cui si svolge l’azione.
Questo accade perché nella frase precedente l’interlocutore aveva già chiarito che il
tempo in questione fosse l’altro ieri.

• per parlare di un’azione con una durata definita, di cui si conoscono con
certezza l’inizio e la fine.

Esempi: “Ho vissuto a Roma per 5 anni” (l’arco di tempo in cui si è svolta l’azione è di 5
anni)
“Ci siamo rilassati durante l’estate” (l’arco di tempo è definito, in quanto si sa quando
l’estate comincia e quando finisce)
“Gli studenti hanno chiacchierato tra loro per tutta la lezione” (in questo caso ci si
riferisce a una durata definita, quella dell’intera lezione)

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L’Imperfetto è usato:

• per indicare un’azione abituale, collocata in un arco di tempo indefinito, nel


passato,
di cui non sappiamo inizio, fine o durata (tutti i giorni, ogni estate, sempre, da
bambino, di
solito…)

Esempi: “Da bambina, mangiavo la pizza con i würstel” (era un’abitudine in una fase
non ben definita della vita, in quanto non si sa da che età a che età)
“Prima di vivere a Roma, non prendevo mai la metropolitana” (era un’ abitudine
durante un periodo di cui non si conosce la data di inizio e fine)
“Di solito, andava allo stadio per vedere la sua squadra del cuore” (Non si sa quando
esattamente)
“Quando ero adolescente, guardavo solo film romantici” (in questo caso ci si riferisce
ad una fase della
vita, di cui non è precisata la durata, né l’inizio, né la fine)

ATTENZIONE!
– se il tempo è indefinito, però l’azione si è svolta solo una o un numero determinato
di volte, si userà il passato prossimo
Esempi: “Da bambina, ho assaggiato la pizza con i würstel”
“Quando ero adolescente, ho guardato film romantici un paio di volte“.
Con l’avverbio sempre:
– se ci si riferisce ad un’azione avvenuta in maniera continuata, sempre nel passato,
ma che non succede più nel presente, si userà l’imperfetto:
“Da piccoli, io e mio fratello litigavamo sempre” (da adulti, non succede più)
– se si vuole indicare un’azione che è sempre avvenuta nel passato e che continua
tutt’ora, si userà nuovamente il passato prossimo
“Ho sempre amato il colore blu!” (ed è amato ancora nel presente)

Inoltre, il passato prossimo è usato:

• per parlare di azioni in successione, di cui la durata o il momento in cui sono


successe non sono rilevanti

Esempio: “Nella sua vita, Stefania ha studiato, ha frequentato un anno di università


negli Stati Uniti,
ha lavorato come dirigente, è diventata mamma, ha vissuto in Giappone e ora è in
pensione”

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Al contrario, l’IMPERFETTO è usato:

• per parlare di eventi simultanei, contemporanei nel passato, ossia eventi che
avvenivano nello stesso momento/ periodo nel passato.

Esempi: “Mentre io parlavo al telefono, i miei figli facevano i compiti” (nello stesso
momento, stavamo facendo cose diverse)

“Ai tempi dell’università, Mario studiava, lavorava nel negozio di famiglia, andava al
tirocinio
e frequentava i suoi amici: non so come riuscisse a fare tutto!” (le azioni non
avvenivano contemporaneamente, in quanto fisicamente impossibile, ma avvenivano
comunque nello stesso periodo)
Nella narrazione (cioè nei libri o quando raccontiamo una qualsiasi storia) si usano
sia il passato prossimo che l’imperfetto, ma in casi diversi:
Il PASSATO PROSSIMO è usato:

• per far procedere nel tempo il racconto, per far proseguire lo svolgimento dei
fatti.

Esempio: “La festa è stata un successo! Tutti gli ospiti sono rimasti soddisfatti e hanno
fatto , i
complimenti agli organizzatori poi sono tornati a casa con un sorriso stampato sulle
labbra”
L ’ IMPERFETTO è usato:

• per descrivere l’ambientazione e il contesto in cui si svolge l’evento

Esempio: “Faceva un caldo pazzesco, il sole splendeva nel cielo e le


nuvole erano quasi inesistenti,
l’acqua del mare era caldissima e la gente si divertiva facendo battute sciocche, i
bambini facevano il bagno, gli adulti giocavano a ping-pong o a tennis”
NOTA: È possibile che entrambi i tempi compaiano in una frase, ma solo quando
l’imperfetto, introdotto da “mentre”, esprime un’azione in svolgimento che viene in
qualche modo interrotta da un’altra azione espressa al passato prossimo.
Esempio: “Mentre facevamo colazione, abbiamo ricevuto una chiamata dal nostro
avvocato”

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“ Il passato prossimo e l’imperfetto sono i tempi al passato più utilizzati in Italiano “

IMPERFETTO
Si usa per descrivere azioni abituali, ripetute o che sono durate per un certo periodo
di tempo.

ESEMPI :
• Da piccolo andavo al mare tutte le estati.
• La mamma portava sempre il figlio a scuola
• Andavo regolarmente a Milano per lavoro

PASSATO PROSSIMO

Si usa per raccontare azioni avvenute una sola volta, momentanee o per descrivere
un episodio specifico.

ESEMPI :
• L’anno scorso sono andato al mare
• Ieri la mamma ha portato il figlio a scuola
• Il mese scorso sono andato a Milano per lavoro

Questi due tempi possono essere presenti nella stessa frase nel descrivere due
azioni passate avvenute contemporaneamente.

RIASSUNTO

Quando si usa l’imperfetto

Usiamo l’imperfetto per:


• descrivere fisicamente una situazione, un avvenimento, un luogo, una
persona
• Il tempo era caldo e umido
• Fare una descrizione psicologica, parlare di sentimenti ed emozioni
• Non è venuta alla festa perché era triste
• Parlare di un’abitudine, di qualcosa che avveniva con regolarità
• L’estate, da bambino, andavo sempre al mare
• Dopo la parola “mentre”
• Mentre camminavo per strada ho incontrato Nicola
• Parlare di azioni continuate, non limitate nel tempo o non concluse
• Il mio cane era nella sua cuccia e dormiva tranquillamente
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• Raccontare un sogno
• Ero in mezzo alla strada, incontravo persone che conoscevo
ma che non ricordavo…

Molto spesso in italiano utilizziamo l’imperfetto al posto di altri verbi considerati esatti
dall’italiano più formale. Vediamo qualche esempio:
• Usiamo l’imperfetto al posto del presente indicativo o del condizionale
per rendere meno forte una richiesta:
• Volevo prenotare una camera per due notti
• Ti cercavo per chiederti un favore
• Scegliamo l’imperfetto dell’indicativo al posto del congiuntivo
trapassato e del condizionale passato per esprimere un’ipotesi
irrealizzabile
• Se mi chiamavi, ti aspettavo per mangiare (frase corretta: se
mi avessi chiamato, ti avrei aspettato per mangiare)

ESERCIZI
Completa le frasi con i verbi della tabella.

amavano credevo teneva riteneva era (x2) aveva


guardava

1. Il pittore _________ in una mano la tavolozza, nell’altra i pennelli, e __________ con vera
soddisfazione il quadro posto sul cavalletto.

2. Non ti ___________ così prepotente.

3. C’________ una tale nebbia che non si __________ la nozione esatta delle distanze.

4. ___________ così arrogante che ben pochi ______________ la sua compagnia.

5. Il giudice __________ valida la testimonianza.

Imperfetto o Passato Prossimo.


1. Dove ________________ieri sera? (voi, essere) __________________al concerto di Gino Paoli. (noi,
andare)

2. Dato che la macchina non _____________ (funzionare), Anna __________________ l’autobus.


(prendere)

3. Da bambino Martin ___________________ diventare un calciatore. (volere)

4. (tu) ___________ Marco mentre ________? (vedere, uscire)

5. Gli impiegati non _____________________(andare) al lavoro perché c’ _________sciopero.


(essere)

6. La Porsche mi _______________ molto (piacere), ma _______________troppo (costare) così


(io)____________________ la Panda. (comprare)

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1. per tre anni e mezzo a Parigi.

2. Ho cominciato a studiare l'inglese quando bambino.

3. Albert Einstein il violino.

4. Napoleone Bonaparte nel 1815.

5. Il regista Federico Fellini nove volte il premio Oscar.

6. Quando andavo all'Università per sei mesi un corso di filosofia.

7. Sono andato a dormire perchè sonno.

8. Quando ero giovane l'America e per alcuni

anni l'illusione di voler essere un regista


americano.

9. Carlo ha detto che ieri male tutto il giorno.

10. Da bambino al mare tutte le domeniche. [azione abituale, che si


faceva sempre]

11. Da bambino una volta al mare. [azione non abituale, che è stata fatta
una sola volta]

12. Mia zia sempre dei dolci buonissimi. [azione ripetitiva, che si faceva
tante volte]

13. Mia zia ieri dei dolci buonissimi. [azione puntuale, avvenuta una volta]

14. Ieri . [azione durativa, che è durata per un certo tempo]

15. Ieri un po’. [azione momentanea, breve, che è durata o è avvenuta in


un momento]

16. Mentre , mio fratello la cena. [due azioni


ugualmente lunghe (durative)]

17. Quando Fulvio , lo . [due azioni ugualmente


puntuali o momentanee]

18. Mentre , il telefono. [un’azione durativa durante la


quale avviene un’azione momentanea]

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Completa le frasi coniugando il verbo tra parentesi al PASSATO PROSSIMO o all’


IMPERFETTO.

1) Mentre (tornare,io) a casa, (vedere) Marta che (uscire) di


casa.

2) Ieri (rimanere,noi) a casa perché non (avere) voglia di andare a cena


fuori.

Ieri notte, quando (entrare,io), (chiudere,io) la porta piano


3)
perché (dormire,voi) già.

(prendere,loro) l'autobus che (portare) in centro, ma poi si


4)
(ricordarsi) che i loro amici (/vivere) in periferia.

Sai cosa (succedere) a Francesca? (essere,lei) in vacanza al

mare, (stare) facendo il bagno, (esserci) il sole e non


5)
(esserci) nuvole, ma all'improvviso (iniziare) a piovere cosi intensamente che in

pochi minuti l'acqua (portarsi) via tutto quello che (esserci) sulla
spiaggia.

6) Mario e Luisa (dovere) sposarsi il mese prossimo e invece (decidere) di


rimandare il matrimonio.

Siccome (fare) troppo caldo per uscire, (preferire,noi) passare tutto il


7)
pomeriggio in casa e poi (fare) una passeggiata di sera.

8) (essere) un'estate molto calda, (uscire,io) poco e (bere) due


litri di acqua al giorno.

9) Se non (volere,tu) venire, perché non lo (dire)?

(perdere,io) le chiavi di casa perché non (accorgersi) che la tasca dei


10)
pantaloni (essere) rotta.

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IL CONDIZIONALE ITALIANO
Il condizionale si forma dalla radice del futuro e ha due tempi:

1) Il Condizionale Presente (o semplice) si usa:

• per esprimersi in tono cortese

Vorremmo parlare con il direttore di quest'albergo.

Per favore, potresti chiudere la finestra?

• per esprimere la possibilità di realizzare un azione

Manuela, potresti accompagnarmi dal dottore?

Stasera andrei volentieri al cinema.

• per manifestare un dubbio

In quel caso non so se accetterei la tua proposta.

Che cosa vorresti dire?

• per esprimere un desiderio

Mi piacerebbe mangiare del sushi questa sera a cena.

Vorrei andare in Argentina quest'anno.

2) Il Condizionale Passato (o composto) si usa:

• per esprimere un'azione che non potrà più essere cambiata.

Non sarei dovuto/a uscire con te.

Saremmo andati al mare se non avesse piovuto.

• per esprimere un'azione futura nel passato.

Il professore ha detto che sarebbe passato verso le dieci.

Che altro avremmo potuto fare?

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Condizionale del verbo Mangiare.

Mangiare
Condizionale Presente Condizionale Passato
io mangerei io avrei

tu mangeresti tu avresti

lui/lei/Lei mangerebbe lui/lei/Lei avrebbe


mangiato
noi mangeremmo noi avremmo

voi mangereste voi avreste

loro/Loro mangerebbero loro/Loro avrebbero

Condizionale del verbo Credere.

Credere
Condizionale Presente Condizionale Passato
io crederei io avrei

tu crederesti tu avresti

lui/lei/Lei crederebbe lui/lei/Lei avrebbe


creduto
noi crederemmo noi avremmo

voi credereste voi avreste

loro/Loro crederebbero loro/Loro avrebbero

Condizionale del verbo Partire.

Partire
Condizionale Presente Condizionale Passato
io partirei io sarei

tu partiresti tu saresti partito/a

lui/lei/Lei partirebbe lui/lei/Lei sarebbe


noi saremmo
noi partiremmo
voi sareste partiti/e
voi partireste
loro/Loro sarebbero
loro/Loro partirebbero

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Condizionale del verbo essere.

Essere
Condizionale Presente Condizionale Passato
io sarei io sarei

tu saresti tu saresti stato/a

lui/lei/Lei sarebbe lui/lei/Lei sarebbe


noi saremmo
noi saremmo
voi sareste stati/e
voi sareste
loro/Loro sarebbero
loro/Loro sarebbero

Condizionale del verbo avere.

Avere
Condizionale Presente Condizionale Passato
io avrei io avrei

tu avresti tu avresti

lui/lei/Lei avrebbe lui/lei/Lei avrebbe


avuto
noi avremmo noi avremmo

voi avreste voi avreste

loro/Loro avrebbero loro/Loro avrebbero

Il Condizionale Presente

Il presente del modo condizionale può esprimere:

• un’opinione personale o un consiglio → Io accetterei l’invito.


• la possibilità di realizzare un’azione → Si potrebbe chiedere qualche
informazione.
• un dubbio → Non sarebbe troppo presto?
• una richiesta in tono cortese → Potresti passarmi il sale?
• un desiderio → Mangerei volentieri un gelato.

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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2

Il condizionale presente si forma aggiungendo delle determinate terminazioni alla


radice dell’infinito:

FARE LEGGERE PARTIRE


Io farei Io leggerei Io partirei

Tu faresti Tu leggeresti Tu partiresti

Lui/Lei farebbe Lui/Lei leggerebbe Lui/Lei partirebbe

Noi faremmo Noi leggeremmo Noi partiremmo

Voi fareste Voi leggereste Voi partireste

Loro farebbero Loro leggerebbero Loro partirebbero

Come accade con il futuro, tutti i verbi in –are che hanno più di 2 sillabe cambiano la “a”
in “e”:

ABITARE CANTARE
Io abiterei Io canterei

Tu abiteresti Tu canteresti

Lui/Lei abiterebbe Lui/Lei canterebbe

Noi abiteremmo Noi canteremmo

Voi abitereste Voi cantereste

Loro abiterebbero Loro canterebbero

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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2

Altre irregolarità che meritano di essere ricordate sono:


1) alcuni verbi in -ARE come DARE, FARE e STARE non cambiano la -A in -E. Ecco le
loro coniugazioni complete:

DARE FARE STARE

io darei io farei io starei

tu daresti tu faresti tu staresti

lui / lei darebbe lui / lei farebbe lui / lei starebbe

noi daremmo noi faremmo noi staremmo

voi dareste voi fareste voi stareste

loro darebbero loro farebbero loro starebbero

2) alcuni verbi in -ERE come DOVERE, SAPERE, VIVERE, POTERE, VEDERE, CADERE
(N.B. tra questi, anche ANDARE!!!) si comportano come AVERE, vale a dire perdono
anche la prima E oltre che la seconda! Ecco le coniugazioni complete:

DOVERE SAPERE VIVERE

io dovrei io saprei io vivrei

tu dovresti tu sapresti tu vivresti

lui / lei dovrebbe lui / lei saprebbe lui / lei vivrebbe

noi dovremmo noi sapremmo noi vivremmo

voi dovreste voi sapreste voi vivreste

loro dovrebbero loro saprebbero loro vivrebbero

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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2

POTERE VEDERE CADERE

io potrei io vedrei io cadrei

tu potresti tu vedresti tu cadresti

lui / lei potrebbe lui / lei vedrebbe lui / lei cadrebbe

noi potremmo noi vedremmo noi cadremmo

voi potreste voi vedreste voi cadreste

loro potrebbero loro vedrebbero loro cadrebbero

ANDARE

io andrei

tu andresti

lui / lei andrebbe

noi andremmo

voi andreste

loro andrebbero

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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2

3) altri verbi, invece, perdono non solo la desinenza, ma anche parte della radice, e sono
caratterizzati dalla presenza della doppia erre “ rr ”… Questo accade con VENIRE, RIMANERE,
MANTENERE, TENERE, VOLERE e BERE. Ecco le coniugazioni:

VENIRE RIMANERE MANTENERE

io verrei io rimarrei io manterrei

tu verresti tu rimarresti tu manterresti

lui / lei verrebbe lui / lei rimarrebbe lui / lei manterrebbe

noi verremmo noi rimarremmo noi manterremmo

voi verreste voi rimarreste voi manterreste

loro verrebbero loro rimarrebbero loro manterrebbero

TENERE VOLERE BERE

io terrei io vorrei io berrei

tu terresti tu vorresti tu berresti

lui / lei terrebbe lui / lei vorrebbe lui / lei berrebbe

noi terremmo noi vorremmo noi berremmo

voi terreste voi vorreste voi berreste

Loro terrebbero loro vorrebbero loro berrebbero

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Quando USARE il CONDIZIONALE PRESENTE in italiano?


1. Per esprimere un DESIDERIO
Per esempio: Mi piacerebbe tanto visitare New York!
Oppure : Quanto vorrei che fosse già estate!

2. Per esprimere CORTESIA


Per esempio: Vorrei un caffè per favore!
Oppure : Mi daresti il tuo numero di telefono, gentilmente?

3. Per esprimere OPINIONI PERSONALI


Per esempio: Lucia vuole organizzare una festa a sorpresa per suo
fratello. Sarebbe una cosa carina a mio parere.

4. Per esprimere un CONSIGLIO


Per esempio: Secondo me, dovresti impegnarti di più nel tuo lavoro.

5. Nell’apodosi* di un periodo ipotetico di secondo tipo per esprimere possibilità,


insieme al congiuntivo imperfetto nella protasi.
*Apodosi = frase principale del periodo ipotetico dipendente dal verificarsi della
condizione espressa nella protasi, vale a dire quella subordinata.
Per esempio: Se fossi ricca, comprerei una villa a Cannes.
Oppure : Se chiedesse scusa, lo perdonerei.

6. Per esprimere un DUBBIO


Per esempio: Come potrei fare per risolvere questo problema adesso?
Oppure : E quest’uomo chi sarebbe?

Connesso a questo uso, il condizionale lo troviamo soprattutto nel linguaggio


giornalistico per RIPORTARE NOTIZIE non sicure, voci, rumour.
Per esempio:
Tra le vittime del disastro aereo ci sarebbero 5 italiani (cioè: A quanto pare, secondo
alcune voci, ci sono 5 italiani tra le vittime)

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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2

Il CONDIZIONALE PASSATO in italiano


Il condizionale passato si forma in maniera molto semplice, usando il presente
condizionale dell’ausiliare ESSERE o AVERE (a seconda di quello che regge il verbo) +
il participio passato del verbo!
Per esempio:

ANDARE FINIRE

io sarei andato/a io avrei finito

tu saresti andato/a tu avresti finito

lui / lei sarebbe andato/a lui / lei avrebbe finito

noi saremmo andati/e noi avremmo finito

voi sareste andati/e voi avreste finito

loro sarebbero andati/e loro avrebbero finito

Quando USARE il CONDIZIONALE PASSATO in italiano?


Fondamentalmente, lo troviamo negli stessi casi del presente, ma in riferimento ad
azioni ed eventi passati. L’unico caso in cui non si può usare il condizionale passato è
per esprimere CORTESIA!

1. DESIDERIO al passato:
Quando sono stata alla festa, mi sarebbe piaciuto fare più foto, ma purtroppo avevo il
cellulare scarico.

2. OPINIONE PERSONALE al passato:


Peccato che quella festa sia saltata. Sarebbe stata divertente secondo me. [Quando è
usato in riferimento a eventi, piani e progetti, il verbo SALTARE significa “non avere
luogo”, “non verificarsi]

3. CONSIGLIO al passato:
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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2

Non avresti dovuto lasciarlo andare!

4. Nel periodo ipotetico di terzo tipo, invece, il condizionale passato è usato


nell’apodosi per esprimere impossibilità, con il congiuntivo trapassato nella protasi:
Se tu avessi chiamato Luca, ti avrebbe detto la verità.

5. DUBBIO al passato:
Quando è andata via, ho pianto tanto. Ma cos’altro avrei potuto fare per fermarla?

6. Per RIPORTARE NOTIZIE non sicure al passato:


Il criminale sarebbe stato avvistato al confine con la Svizzera.

7. ATTENZIONE! Usiamo il condizionale passato anche per esprimere il FUTURO NEL


PASSATO!!! Fai molta attenzione perché questo è un uso tipico SOLO dell’italiano!
Per esempio:
Mi ha detto che avrebbe fatto tardi!

Esercizi sul condizionale presente o semplice

Coniuga al condizionale il verbo indicato tra parentesi nelle seguenti frasi

1. Senza tutte queste macchine che inquinano, l'aria ______________ (lei/essere) più
pulita.

2. Con un po' di sole ci ______________ (noi/svegliare) molto più volentieri.

3. Quando piove così tanto, ______________ (io/volere) avere un ombrello più grande.

4. Senza la mia sveglia, tu non ______________ (tu/prendere) mai il treno in orario.

5. Il giorno del mio compleanno vi ______________ (voi/aspettare) una torta fatta da me,
ma non sono capace di

cucinare perciò ne comprerò una.

6. Sono davvero degli appassionati di carte, ______________ (loro/giocare) tutti i giorni.

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Definisci la situazione nelle frasi seguenti, scegliendo tra quelle elencate

1. Le dispiacerebbe farmi sedere?

2. Vorrei tanto che il treno fosse in orario almeno oggi.

3. Con questa bella giornata di sole non dovresti rimanere in casa.

4. I metri quadri dell'appartamento sarebbero circa 60.

Informazione non precisa - Desiderio - Richiesta cortese - Consiglio

1. ________________________________

2. ________________________________

3. ________________________________

4. ________________________________

Inserisci il verbo adatto tra quelli elencati

stancheremmo - dovrebbero - fa - potrebbe - Apriresti - andrei - sarebbe - ho - sono

1. Con dei film più belli io ______________ al cinema più spesso.

2. ______________ la finestra? Oggi ______________ molto caldo.

3. Senza un allenamento arrivare in cima alla montagna _____________ impensabile, ci


______________ presto.

4. Non ______________ l’orologio, ______________ dirmi che ore sono?

5. Le pareti di questo salone ______________ tutte sporche, ______________ pulirle un po’.

Completa coniugando il verbo tra parentesi al condizionale presente:

1. Ti ____________________ (portare,io) in stazione, ma non ho la macchina.

2. Linda, ______________________ (venire,tu) con noi al concerto?

3. Non puoi continuare così, _______________________ (dovere,tu) prendere uno sciroppo


per quella tosse!

4. _______________________ (potere,voi) aiutarmi a spostare la macchina?

5. Marta e Fabio si ______________________ (sposare,loro) volentieri, ma


i loro genitori non vogliono.

6. Elisa ha sempre la nausea, ______________________


(potere, lei) essere incinta.
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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2

L’ IMPERATIVO

In italiano l’Imperativo può essere diretto (parla più forte, per favore!)
o indiretto (parli più forte, per favore!).

L’imperativo è usato nella nostra lingua principalmente per:

• Dare un ordine o esprimere un comando

- Chiudi la porta quando entri!


- Siediti!

• Dare un consiglio

- Prendi due aspirine e mettiti a letto, con questa febbre ti conviene!


- Parti presto domani mattina. C’è sciopero dei mezzi e il traffico sarà
terribile!

• Rimproverare qualcuno

- Non posso credere che lo hai fatto davvero. Vergognati!

• Esortare qualcuno a fare qualcosa

- Dai, vieni al cinema con noi! È tanto che non ci vediamo

• Pregare qualcuno

- Abbi pietà di me

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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2

L’IMPERATIVO DIRETTO
Ecco come si forma:

PARL-ARE VED-ERE PART-IRE

tu PARL-A VED-I PART-I


voi PARL-ATE VED-ETE PART-ITE

Come potete vedere dalla tabella, l’imperativo diretto ha solamente due


persone, il tu e il voi e solo il tempo presente.

È inoltre molto semplice: è uguale al presente indicativo del verbo che


decidiamo di usare!
Bisogna fare attenzione solo all’imperativo della seconda persona singolare
dei verbi in –ARE: l’ultima lettera del verbo non sarà – I bensì – A.

Altrettanto semplice sarà formare l’imperativo diretto negativo:

PARL-ARE VED-ERE PART-IRE

tu NON PARL-ARE NON VED-ERE NON PART-IRE


voi NON PARL-ATE NON VED-ETE NON PART-ITE

Per formare l’imperativo negativo basta aggiungere il “NON” prima del verbo
affermativo.

Anche qui, facciamo attenzione alla seconda persona singolare tu:


l’imperativo prende la forma dell’infinito!

Alcuni verbi hanno un imperativo irregolare:

ESSERE AVERE SAPERE

tu SII ABBI SAPPI


voi SIATE ABBIATE SAPPIATE

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LINGUA ITALIANA EDIZIONI ITALIA LIBRI – LIVELLO A1-2

Il verbo DIRE alla seconda persona singolare ha l’imperativo in DI’

Altri verbi, invece, alla seconda persona singolare hanno due forme.

Possiamo scegliere noi quale usare!

ANDARE DARE FARE STARE

tu VAI/VA’ DAI/DA’ FAI/FA’ STAI/STA’

L’IMPERATIVO INDIRETTO
L’imperativo indiretto è l’imperativo che dobbiamo utilizzare in contesti formali,
quando ci rivolgiamo a persone che non conosciamo o alle quali desideriamo
dimostrare il nostro rispetto attraverso un uso cortese della lingua. Infatti, l’imperativo
indiretto viene anche chiamato imperativo di cortesia, o imperativo formale.
Come forse già saprete, in italiano la forma di cortesia si esprime attraverso l’uso della
terza persona singolare femminile (LEI).

L’imperativo formale è uguale al congiuntivo presente del verbo che vogliamo


utilizzare:

PARL-ARE VED-ERE PART-IRE

Lei PARL-I VED-A PART-A

Per quanto riguarda le forme plurali dell’imperativo indiretto, si usa la terza


persona plurale (LORO) del congiuntivo:

PARL-ARE VED-ERE PART-IRE

Loro PARL-INO VED-ANO PART-ANO

Oggigiorno, però, la terza persona plurale di cortesia non è molto usata, se non
in contesti estremamente formali. Si preferisce utilizzare la seconda persona
plurale VOI dell’imperativo diretto.

Si dirà quindi più spesso: Entrate, prego!

E sempre meno: Entrino, prego!


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Come visto finora, l’imperativo ha solo due persone: la seconda persona


singolare TU e quella plurale VOI. A volte capita, però, di avere bisogno di
ordinare, invitare, esortare, pregare utilizzando la prima persona singolare IO.

L’imperativo alla prima persona singolare, in italiano, non esiste. Per rivolgerci
a noi stessi, abbiamo allora due possibilità:

• usiamo la seconda persona singolare TU


- Rilassati!

• usiamo la prima persona plurale NOI


- Rilassiamoci!

NB: proprio perché l’imperativo è il modo utilizzato per ordinare o comandare,


vi consigliamo, per non essere considerati sgradevoli o addirittura maleducati,
di accompagnare l’imperativo con formule di cortesia, quali:

• Per favore
• Per piacere
• Per cortesia

Si dirà quindi:

• Chiudi la finestra, per favore?

E non (a meno che non vogliate mettere l’educazione da parte! :

• Chiudi la finestra!

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ESERCIZI

Scegli il consiglio adatto al problema e coniuga il verbo all’imperativo


diretto!

(A)

1) Ho mal di testa
2) Sono stanco
3) Vorrei fare un bel viaggio rilassante

4) Questo taglio non mi piace


5) Ho voglia di rimettermi a studiare

a) (fare) ________ una crociera!

b) (cambiare) __________ parrucchiere!

c) (iniziare) ________ un nuovo corso all’università!


d) (prendere) _________ un’aspirina!

e) (andare) ________ in ferie

(B)

DIALOGO IN FARMACIA

C (cliente)
F (farmacista)
C: Buonasera!
F: Salve, desidera?
C: Vorrei chiederle un consiglio.
F: Dica!

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C: Sono due giorni che non mi sento affatto bene: ho il raffreddore, mi fanno
male le ossa e starnutisco in continuazione.
F: Allora prenda un’aspirina tre volte al giorno a stomaco pieno.
C: Bene grazie. E per la febbre?
F: Ha anche la febbre?
C: Credo di sì, ho i brividi.
F: Allora, per prima cosa vada subito a casa, si metta a letto e si riposi. E non
esca fino a quando non si sente meglio.
C: Va bene.
F: Per la febbre, le do la tachipirina. A casa la misuri, se dovesse essere
alta, sciolga e beva una bustina di tachipirina ogni 8 ore.
C. Perfetto, la ringrazio! Quanto le devo?
F: Sono 15 euro.
C: Ecco a lei.
F: Mi raccomando…si curi!
C: Lo farò! Grazie e arrivederla!

Nel dialogo la farmacista usa molti verbi all’imperativo indiretto.


Perché la farmacista si rivolge al cliente usando l’imperativo?

L’IMPERATIVO: FORMA DI CORTESIA

Completa la tabella

IMPERATIVO 3p.s IMPERATIVO 3p.pl

Pensare ________________________ Leggere ________________________

Essere ________________________ Partire ________________________

Preoccuparsi ________________________ Avere ________________________

Vivere ________________________ Chiedere ________________________

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Ora... volgi all’imperativo NEGATIVO

IMPERATIVO 3p.s IMPERATIVO 3p.pl

Pensare ________________________ Leggere ________________________

Essere ________________________ Partire ________________________

Preoccuparsi ________________________ Avere ________________________

Vivere ________________________ Chiedere ________________________

Inserisci la forma adeguata dell’imperativo di forma di cortesia e se

necessario il pronome

1. Il dottore : « Signora, (entrare) ___________________________ e (accomodarsi)

___________________________ su questa sedia. Prima di curarla vorrei farle

alcune domande.

2. Due ragazzi chiedono un consiglio ai loro professori : « Professori (indicarci)

___/ ____________ quale è il migliore di questi due libri ?

3. Signora Brambilli e Signora Astuta , (aspettare) ______________ /

___________________________ nella sala accanto, il dottore ariva fra poco.

4. Signor Rossi, (stare) ____________a sentirmi e (avere) ____________un po’ di

pazienza.

5. Signora, (finire) ___________________________ prima questo tavolo e poi

(chiedere) ___________________________ a Lucia di aiutarla.

6. Signori e signore, (dire - a noi) _______ / ____________quello che dobbiamo

fare !

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Completa la tabella
Partire (tu) _______________________ Aprire (noi) _______________________
Mandare (noi) _______________________ Accomodare (voi) _________________
Essere (voi) _______________________ Spedire (tu) _______________________
Scrivere (noi) _______________________ Aspettare (tu) _______________________
Finire (voi) _______________________ Pensare (noi) _______________________
Preoccuparsi (tu)_______________________ Avere (voi) _________________
Vivere (tu) _______________________ Chiedere (noi) _______________________
Vedersi (voi ) _______________________ Tornare (tu) _______________________

Infine, procedi secondo il modello


es : Credere (tu) - a lui Credigli !
1. Parlare (noi) a lei ______________________________________
2. Scrivere (tu) - a noi _____________________________________
3. Mandare (noi) - la lettera - a loro__________________________
4. Leggere (voi) a me ______________________________________
5. Portare (voi) - a lui _____________________________________
6. Parlare (tu) - ai tuoi amici________________________________
7. Finire (tu) - questo lavoro ________________________________
8. Non prendere (tu) - lui __________________________________
9. Portare (noi) - a voi - un regalo___________________________
10. Avere (tu) - un po` di pazienza __________________________

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RICERCHE
Effettuare ricerche con presentazioni in PowerPoint .

Argomenti su cui poter scegliere :

1. ROMA ANTICA
2. TORINO Storia e Monumenti
3. VENEZIA Antica e Moderna
4. NAPOLI Storia
5. GASTRONOMIA I Piatti piu’ Famosi

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Le CONGIUNZIONI

Che funzione ricoprono? Quali tipi di congiunzione esistono? Ecco


una scheda dettagliata
In italiano le congiunzioni sono delle parti invariabili del discorso che ricoprono la
funzione di congiungere fra loro più parole o più frasi.

Il più classico degli esempi è rappresentato dalla congiunzione "e".

Franco e Giovanni camminano per il parco --> Senza la congiunzione, la frase non
avrebbe senso.

Le congiunzioni dunque indicano il legame logico tra le varie componenti che formano
la frase o il discorso. Esse possono essere classificate o in base alla loro forma o in
base al ruolo comunicativo.

I TIPI DI CONGIUNZIONE

Se vogliamo classificare le congiunzioni in base alla forme, esse si dividono


in semplici, composte o locuzioni congiuntive.

• SEMPLICI: sono formate da una sola parola (e, né, se, ma, anzi, come,
però ecc...).
Es: Ho fame però devo aspettare l'ora di cena.

• COMPOSTE: sono formate dall'unione di più parole (perciò, poiché, affinché,


oppure ecc..).
Es: Giada studiò per ore poiché l'esame era molto importante.

• LOCUZIONI CONGIUNTIVE: sono più parole che formano una sola espressione
che svolge la funzione di congiunzione (anche se, al punto di, dal momento
che, in modo da ecc...).
Es: Silvia andò in palestra anche se non ne aveva molta voglia.

CONGIUNZIONI COORDINANTI E SUBORDINANTI

Parlando delle funzioni delle congiunzioni, esse possono


essere coordinanti o subordinanti in base al tipo di legame entro cui pongono la frase
rispetto ad un'altra.

CONGIUNZIONI COORDINANTI

Collegano due parti del discorso che si trovano sullo stesso piano logico, cioè che
hanno la stessa "importanza" sintattica.
Tale congiunzione può legare due parole (Es: pane e olio) o due - o più - frasi (Es: ieri
ho mangiato e mi sono messo a studiare).
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I tipi di congiunzione coordinante si distinguono in base alla loro funzione:

• COPULATIVE: ricoprono la funzione di collegamento. Possono


essere positive (e, anche, e anche, pure, inoltre...) o negative (né, neppure,
neanche, nemmeno...)

• AVVERSATIVE: esprimono contrapposizione (ma, anzi, tuttavia, invece, però,


eppure...)

• DISGIUNTIVE: hanno la funzione di offrire un'alternativa (o, oppure, altrimenti...)

• ESPLICATIVE O DICHIARATIVE: hanno la funzione di spiegare la parte del


discorso cui fa riferimento (cioè, infatti, ossia...)

• CONCLUSIVE: svolgono la funzione di esprimere una conseguenza (perciò,


pertanto, dunque, quindi ...)

• CORRELATIVE: ricoprono la funzione di indicare una corrispondenza tra due


elementi (non solo...ma anche; sia...sia; sia...che; o...o).

CONGIUNZIONI SUBORDINANTI

Collegano due frasi un cui una dipende dall'altra (quindi le è subordinata). Possono
essere:

• DICHIARATIVE: come, che, cioè..


Es: Il testimone affermava che l'uomo era innocente

• CAUSALI: perché, poiché, dal momento che, siccome, in quanto ecc..


Es: Bevo perché ho sete

• CONCESSIVE: benché, sebbene, anche se...


Es: Continuai a lavorare nonostante la grande fatica

• FINALI: affinché, per, perché ecc...


Es: Piero si allenò per vincere la gara

• TEMPORALI: quando, prima, mentre, dopo, finché ecc...


Es: Prima della tempesta c'era molta calma

• CONDIZIONALI: se, purché, qualora ecc...


Es: La maestra ha detto che mi promuoverà a condizione che mi metta a
studiare seriamente
• CONSECUTIVE: così...che, tanto... che, ecc...
Giulia era così nervosa che fece cadere i libri dal banco.
• LIMITATIVE: a meno che, eccetto che, per quanto, salvo che ecc...
Possiamo stare qui per un po' a meno che non dobbiate scappare subito.
• MODALI: come, come se ecc...
La classe si zittì come se qualcuno avesse dato un comando severo.

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• COMPARATIVE: tanto...quanto, più...che, così...come, peggio...che


Marco non studia così seriamente come Anna
• AVVERSATIVE: mentre, quando ecc...
Dario continua ad abbuffarsi mentre dovrebbe stare attento ai grassi
• ESCLUSIVE: senza, senza che ecc...
Arrivò senza nemmeno salutare
• ECCETTUATIVE: salvo che, fuorché, eccetto che...
In spiaggia si scottarono tutti fuorché quelli che avevano messo la crema
solare
• RELATIVE: il quale, la quale, cui, che ecc...
Aprì la porta all'idraulico, il quale si mise subito al lavoro
• INTERROGATIVE INDIRETTE: se, come, quando ecc...
Mi chiedo se mai riuscirò a laurearmi

TEMA
Descrivi te stesso/a componendo un tema che sia almeno di 150 parole.

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