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È una delle novità della proposta di bilancio UE, sulla quale punta
molto l’attenzione il governo italiano per il finanziamento della ri-
forma delle agenzie del lavoro, perno della strategia del cosiddetto
“reddito di cittadinanza”. Già previsto dal Trattato di Roma e ope-
rativo dal 1962, il Fondo sociale europeo è uno dei più importanti
strumenti finanziari dell’Unione europea a sostegno della strategia
per l’occupazione. FSE+ è frutto della fusione tra il vecchio Fon-
do sociale, l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (YEI), il
Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), il programma per l’oc-
cupazione e l’innovazione sociale (EaSI) e il programma UE per la
salute. Per il periodo 2021-2027 la Commissione propone di de-
stinare all’FSE+ 101,2 miliardi di euro a prezzi correnti, passando
dalla quota del 23% della spesa dei fondi strutturali al 27%. Nel
2014-2020 gli stanziamenti FSE erano di 86,405 miliardi (prima
beneficiaria la Germania seguita dall’Italia con 10,5 miliardi, Spa-
gna, Portogallo e Germania).
Tre i settori principali di investimento: istruzione, formazione e for-
mazione continua; efficacia dei mercati del lavoro e parità di accesso
all’occupazione di qualità; inclusione sociale, salute e lotta alla po-
vertà. Per il nuovo bilancio pluriennale si prevede che almeno il 25%
dei 101,2 miliardi del Fondo FSE+ sia destinato all’inclusione sociale
(dal precedente 20%) e almeno il 4% al contrasto della deprivazio-
ne materiale in modo da perseguire le priorità e le attività dell’at-
tuale FEAD, che si occupa appunto degli aiuti materiali alle persone
in povertà estrema. Inoltre, gli Stati membri con un tasso di giovani
disoccupati e al di fuori di un ciclo di istruzione e formazione (noti
come Neets, acronimo inglese che sta per not engaged in education,
employment or training) superiore alla media dell’Unione nel 2019 do-
vranno inoltre destinare almeno il 10% delle proprie risorse del FSE+
al sostegno dell’occupazione giovanile. Il resto, 1,2 miliardi di euro,
sarà in regime di gestione diretta: la componente occupazione e in-
novazione sociale con 761 milioni di euro e la componente salute con
413 milioni di euro. Inoltre l’FSE+ sosterrà anche l’impegno a integra-
re nei mercati del lavoro i cittadini di Paesi terzi presenti legalmente
nel territorio nazionale.
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Flessibilità
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Mare e Pesca
Per la pesca e l’economia marittima, la Commissione pro-
pone di stanziare nel 2021-2027 6,4 miliardi di euro per
finanziare il Fondo che diventerà più flessibile. Il FEAMP
(Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca) conti-
nuerà ad assistere il settore alieutico nella transizione ver-
so pratiche di pesca più sostenibili, puntando in particola-
re sul sostegno agli operatori della piccola pesca. Ne viene
potenziato l’impatto positivo ambientale con un contribu-
to previsto del 30% del bilancio a favore della mitigazione
e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, in linea con
gli impegni assunti nell’ambito dell’accordo di Parigi sul
clima.
Il sostegno del Fondo si concentrerà principalmente sui
piccoli pescatori costieri che operano con imbarcazioni
di lunghezza inferiore a 12 metri (rappresentano la metà
dell’occupazione nel settore). Le novità rispetto al quadro
di bilancio precedente riguardano l’ulteriore semplificazio-
ne delle procedure; una maggiore scelta per gli Stati che
potranno destinare i finanziamenti a sostegno delle loro
priorità strategiche senza più dover dover scegliere da un
“menu” preconfezionato; un migliore allineamento con
altri Fondi UE per sostegno più mirato al conseguimento
degli obiettivi della politica comune della pesca. Per il pe-
riodo 2007-2014 la dotazione finanziaria è di 5,7 miliardi.
La quota italiana era di 537,2 milioni di euro.
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Sicurezza interna
La proposta sul tavolo è un aumento degli attuali finanziamenti
destinati alla sicurezza da 3,5 a 4,8 miliardi. Ai 2,5 miliardi del
Fondo Sicurezza interna rafforzato (ISF) si aggiungono quasi 1,2
miliardi per la disattivazione in condizioni di sicurezza delle atti-
vità nucleari in alcuni Stati membri e 1,1 miliardi per il potenzia-
mento delle agenzie UE nel settore della sicurezza. Per il Fondo
Sicurezza Interna si tratta di un raddoppio rispetto al 2014-2020.
Missione: sostenere l’incremento degli scambi di informazioni
tra le autorità di contrasto UE, intensificare le operazioni comu-
ni transfrontaliere, potenziare il contrasto e la prevenzione della
criminalità e della radicalizzazione. Un miliardo e mezzo di euro
viene assegnato agli Stati per mettere a punto capacità di con-
trasto a lungo termine; un miliardo viene tenuto come riserva per
imprevisti nel settore della sicurezza per poter reagire rapida-
mente alle emergenze e da incanalare verso gli Stati membri che
ne hanno maggiormente bisogno.
Le erogazioni si baseranno su una ripartizione 60%-40%: 1,25
miliardi del Fondo saranno assegnati agli Stati membri fin dall’i-
nizio (con un successivo versamento intermedio di 250 milioni)
per consentire loro di effettuare investimenti a lungo termine in
materia di sicurezza. Il restante 40% (1 miliardo) sarà riservato
allo “strumento tematico” per finanziamenti mirati di reazioni in
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Sviloppo urbano/Interreg
Per evitare quelli che Fabrizio Barca chiama interventi eu-
ropei “ciechi ai luoghi”(*), il 6% della dotazione del Fondo
per lo sviluppo regionale viene destinato a investimen-
ti per lo sviluppo urbano sostenibile a livello nazionale e
viene introdotta l’iniziativa europea ‘Urban’ (nel periodo
2014-2020 era il 5%): si tratta di uno strumento di coo-
perazione tra centri urbani per l’innovazione e lo sviluppo
delle capacità di gestione delle aree ad alta concentrazio-
ne di popolazione (con particolare attenzione a integrazio-
ne dei migranti, edilizia abitativa, qualità dell’aria, povertà,
transizione energetica). La cooperazione tra regioni tran-
sfrontaliere sarà favorita dalla possibilità per le Regioni di
usare parte della dotazione per finanziare progetti “ovun-
que in Europa” in collaborazione con altre entità regionali
esaltando così il ‘valore aggiunto’ dei programmi Interreg
(questo il nome dei programmi di tale natura) applicato
a tutti i programmi della coesione. Per questi programmi
Interreg sono stanziati 9,5 miliardi a titolo del Fondo di svi-
luppo regionale. Si tratta di un meccanismo trasfrontaliero
su base volontaria per superare gli ostacoli a un proget-
to di comune interesse, particolarmente utile nel settore
delle infrastrutture di trasporti, delle strutture sanitarie, in
settori innovativi (big data, bioeconomia, uso risorse, mo-
bilità). Va tenuto presente che 150 milioni di cittadini UE
vivono in regioni transfrontaliere.
IMPEGNI E DISIMPEGNI
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