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COMPORTAMENTO DINAMICO E FABBISOGNO ENERGETICO DI UFFICI

CLIMATIZZATI DA UN SISTEMA A VENTILCONVETTORI E ARIA PRIMARIA CON


CONTROLLO AD INDICE DI COMFORT COSTANTE

Giancarlo Rossi – Luca Porciani


Dipartimento di Costruzione dell’Architettura - Istituto Universitario di Architettura di Venezia - Venezia

SOMMARIO
Il lavoro studia il comportamento dinamico di un impianto di climatizzazione controllato da un
sistema di regolazione atto a mantenere costante l’indice di benessere termico, PMV.
Le simulazioni dinamiche del sistema edificio-impianto, effettuate con il codice TRNSYS (Tran-
sient System Simulation Program), riguardano un ambiente ad uso ufficio dotato di un impianto di
climatizzazione a ventilconvettori a quattro tubi ed aria primaria.
Il confronto tra il consumo specifico del nuovo sistema di controllo e quello di un impianto con
controllo tradizionale mostra che il tempo di ritorno del costo aggiuntivo può essere breve.

1 – INTRODUZIONE
I fondamenti teorici e sperimentali sul benessere termoigrometrico [1] e la normativa UNI EN
ISO 7730 [2], forniscono gli algoritmi per calcolare l’indice sintetico PMV, grandezza capace di
rappresentare il grado di benessere percepito dagli occupanti all’interno di uno spazio confinato.
Gli impianti di climatizzazione tradizionali, pur essendo progettualmente orientati al comfort,
sono in grado di controllare la temperatura dell’aria e al più l’umidità relativa, ovvero solo due delle
quattro variabili termofluidodinamiche che determinano la sensazione di benessere termoigrometri-
co. Pertanto un sistema impiantistico tradizionale non può garantire sempre la condizione di com-
fort termico; mentre un sistema capace di controllare direttamente la variabile PMV può raggiunge-
re l’obiettivo in questione.
La tecnica di controllo proposta, applicata ad un impianto a ventilconvettori a quattro tubi ed aria
primaria, è stata simulata con un programma di calcolo (TRNSYS) ai fini di verificarne il comporta-
mento in regime dinamico di un locale ad uso ufficio, in differenti contesti climatici. Per confronto
è stato simulato il comportamento dello stesso sistema edificio-impianto controllato da una regola-
zione tradizionale di temperatura e umidità relativa. I risultati mostrano che la soluzione proposta
determina la riduzione del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione in quantità suffi-
ciente a rendere rapido l’ammortamento dei maggiori costi di costruzione, dovuti alle sonde aggiun-
tive ed all’unità di controllo.

2 – LA LOGICA DI CONTROLLO
La tecnica di controllo proposta è classificabile come una “regolazione dell’indice di comfort”;
essa utilizza una unità centrale a microprocessore che acquisisce ed elabora le informazioni che ar-
rivano dai sensori collocati in ambiente e da una tastiera a disposizione dell’utente per informare il
sistema sul tipo del suo vestiario e di attività fisica. Il sistema calcola l’indice di comfort PMV e
aziona le macchine in modo da forzare tale indice a restare nella fascia di accettabilità raccomanda-
ta dalla normativa UNI EN ISO 7730 ovvero PMV = 0  0,5. In questo modo lo stato di benessere

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termico è garantito in tutte le condizioni operative, come prevede la legge 626 [3] per i luoghi di la-
voro.
La prima fase del processo di controllo consiste nel calcolo del valore istantaneo dell’indice
PMV, per mezzo di algoritmi noti [2], in base al valore istantaneo di sei grandezze acquisite dal si-
stema mediante tastiera e sensori posti in una zona significativa dello spazio da climatizzare:
- temperatura dell’aria: rilevata da una sonda a termoresistenza;
- temperatura media radiante: rilevata da una sonda a globo;
- umidità relativa: rilevata da sonda a condensatore;
- velocità dell’aria: rilevata da una sonda a film caldo;
- resistenza termica del vestiario degli occupanti: dato immesso dall’utente mediante tastiera, pic-
colo schermo e menù ad icone; permette di comunicare al sistema di controllo il tipo di vestiario
(media su più persone) indossato degli occupanti nelle diverse stagioni;
- attività metabolica degli occupanti: dato immesso dall’utente mediante tastiera; permette di co-
municare al sistema di controllo il tipo di attività effettivamente svolta nel locale.
La seconda fase del processo consiste nel calcolo della differenza istantanea tra il valore deside-
rato ed il valore effettivo dell’indice di comfort.
La terza fase del processo consiste nello sviluppo dell’azione di controllo basata sulla differenza
tra il valore calcolato ed il valore desiderato. L’azione correttiva deve essere nulla se il PMV calco-
lato dal sistema di controllo è all’interno della fascia di accettabilità.
Benché le grandezze ambientali che concorrono al benessere termoigrometrico siano quattro, un
impianto di climatizzazione può intervenire dinamicamente al massimo su due di queste: la tempe-
ratura l’umidità dell’aria. Quest’ultima grandezza è la meno influente sulle sensazioni di comfort
[1], a patto che non si raggiungano valori prossimi alla saturazione, pericolosi per la conservazione
dei materiali dell’involucro edilizio, e non si scenda al di sotto del 30% (secchezza delle mucose per
gli occupanti). Per questo motivo il controllo del comfort può essere ottenuto agendo prevalente-
mente sulla temperatura di bulbo secco dell’aria ambiente.
L’elemento di novità rispetto ai sistemi tradizionali risiede nel fatto che il controllo non tende a
mantenere un livello costante di temperatura dell’aria, opportunamente scelto in fase di progetto,
ma tende a raggiungere in ogni istante la temperatura ideale, calcolata dal sistema a microprocesso-
re in base al valore desiderato di PMV ed ai valori rilevati delle altre cinque grandezze.
L’azione di controllo è proporzionale alla differenza tra temperatura ideale ed effettiva dell’aria.
Secondo tale logica il PMV è la grandezza direttamente controllata dal sistema e la temperatura
dell’aria è utilizzata solo come variabile intermedia; invece le regolazioni tradizionali hanno come
fine il controllo della temperatura dell’aria e demandano il realizzarsi delle condizioni di comfort al
verificarsi dei valori previsti delle altre variabili su cui il sistema non ha possibilità di controllo.

3 – L’IMPIANTO
L’aria primaria, immessa da anemostati a soffitto, è trattata in una macchina di zona, collocata
nel controsoffitto, immediatamente fuori dell’ufficio. Questa provvede alla ventilazione del locale e
alla neutralizzazione dei carichi latenti interni e di quello dovuto all’aria di rinnovo.
La portata dell’aria primaria è stata scelta pari alla portata minima di aria esterna di rinnovo pre-
vista dalla normativa per i locali ad uso ufficio [4], pertanto non c’è aria ricircolata. La temperatura
di immissione dell’aria primaria è stata scelta pari a 18,5°C  2°C, la variazione con le stagioni
(Tab. 2) permette di minimizzare il consumo di energia assicurando il comfort.
Per limitare il consumo di energia nel trattamento di deumidificazione, normalmente non tutto il
flusso dell’aria esterna attraversa la batteria fredda. Tuttavia se l’umidità relativa misurata
dall’igrometro all’interno dell’ufficio supera un limite massimo impostato dall’utente (RHmax), un
servomotore aziona una serranda che diminuisce il fattore di bypass della batteria fredda, in propor-

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zione alla differenza (Rheffettiva - RHmax), accentuando la deumidificazione.
Parimenti, un umidificatore elettrico a getto di vapore collocato subito dopo la macchina di trat-
tamento dell’aria entra in azione quando l’igrometro rileva un valore dell’umidità relativa più basso
di una soglia minima impostata dall’utenza (RHmin). In inverno, quando l’aria esterna è molto secca,
l’umidificatore viene attivato dal sistema di controllo ed immette in ambiente una portata di vapor
acqueo tale da innalzare il grado igrometrico minimo richiesto nell’ambiente.
Con tali modalità di funzionamento la macchina di trattamento dell’aria concorre in modo indi-
retto all’obiettivo del comfort; infatti mantiene il grado igrometrico entro una fascia considerata ac-
cettabile ed effettua la ventilazione necessaria per la salubrità dell’ambiente interno. L’obiettivo fi-
nale del controllo viene raggiunto tramite un ventilconvettore a quattro tubi: questo terminale costi-
tuisce il principale mezzo per modificare la temperatura istantanea dell’aria con la cessione di po-
tenze termiche solo di tipo sensibile. L’utilizzo dei quattro tubi è una scelta obbligata poiché solo
garantendo la possibilità di fornire o sottrarre calore in ogni istante dello stesso periodo lavorativo,
si può raggiungere con certezza l’obiettivo proposto.
In sostanza il ventilconvettore è l’elemento operativo che viene controllato in modo diretto per il
mantenere costanti l’indice di comfort.
La progettazione dell’aria primaria fatta nel modo descritto in precedenza consente al terminale
di operare nelle migliori condizioni per due ragioni:
- il ventilconvettore lavora a tutto ricircolo ed essendo i carichi latenti neutralizzati dall’aria pri-
maria quasi tutta la potenza che il terminale può fornire viene utilizzata per scambi termici di tipo
sensibile;
- il dimensionamento della potenza di picco (estiva) del terminale viene effettuato tenendo conto
del calore sensibile sottratto all’ambiente dall’aria primaria; con una temperatura dell’aria di immis-
sione di 16,5°C la macchina di trattamento toglie al ventilconvettore buona parte del carico sensibi-
le di raffreddamento. Ciò consente di utilizzare un ventilconvettore con portate più piccole con i
vantaggi che ne derivano (bassa rumorosità, dimensioni ridotte).
Un altro elemento che non partecipa direttamente al processo climatizzazione ma viene control-
lato ai fini del comfort visivo e del risparmio energetico dell’edificio è il frangisole presente
all’esterno del serramento con funzione di schermatura dinamica per la radiazione solare diretta.
Tale dispositivo è composto da lame parallele metalliche che ruotano attorno al loro asse vertica-
le mosse da un motore elettrico. Il controllo è composto da: un sensore di radiazione solare posto
sul tetto dell’edificio ed orientato parallelamente all’esposizione delle finestre per la misura
dell’intensità solare incidente sui serramenti; una tastiera a disposizione degli utenti per
l’impostazione del massimo livello luminoso oltre il quale si desidera ottenere una parzializzazione
del flusso solare in entrata nell’ambiente per evitare l’abbagliamento o la cattiva percezione delle
immagini sugli schermi dei computer.
L’unità di elaborazione confronta il valore misurato con il valore limite impostato dagli occupan-
ti e aziona il frangisole. Se la radiazione (I) supera il valore limite (Imin), le lame del frangisole ruo-
tano proporzionalmente alla differenza (I-Imin) diminuendo la trasparenza globale della superficie
finestrata fino all’eventuale raggiungimento di un valore massimo di radiazione esterna (Imax) oltre
il quale il frangisole rimane fermo realizzando il massimo oscuramento (equivalente a metà
dell’apertura normale del serramento).
Questa logica di controllo, oltre che a garantire la schermatura della radiazione solare diretta che
crea fastidio visivo agli occupanti, è utile per diminuire l’incremento della temperatura superficiale
del pavimento Tsp, dovuto alla radiazione solare incidente proveniente dalle finestre, e quindi per
limitare la crescita della temperatura media radiante. Infatti l’ingresso di un flusso solare elevato
comporta, in estate, carichi di raffreddamento molto consistenti per l’impianto, il quale per mante-
nere costante il valore desiderato di PMV, dovrà operare un forte abbassamento della temperatura
dell’aria interna a parità delle altre grandezze influenti sul benessere.

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L’azione del frangisole interviene sulle cause che determinano l’aumento della temperatura me-
dia radiante (controllando le radiazioni solari in ingresso al locale simulato), contemporaneamente
una sonda rileva la temperatura superficiale del pavimento per intervenire sull’effetto: se viene su-
perato il limite massimo impostato dall’utente (Tsp,max), il sistema di controllo invia all’impianto il
comando per l’erogazione di una potenza di raffreddamento aggiuntiva.

4 – GLI ALGORITMI PER LA REGOLAZIONE


L’efficacia del sistema di climatizzazione proposto dipende dal valore istantaneo della potenza
fornita all’aria ambiente con il ventilconvettore per raggiungere lo stato di comfort desiderato e per
risparmiare energia rispetto al controllo a temperatura costante.
Come in una regolazione climatica tradizionale, è necessario che una quota della potenza fornita
dall’impianto sia pari al carico termico dell’edificio indotto dalla temperatura esterna, fattore clima-
tico che maggiormente influenza gli scambi termici dell’edificio. Questa azione tende ad annullare
l’effetto delle variazioni della temperatura dell’aria esterna sulla temperatura interna dell’aria. Scri-
vendo il bilancio energetico dell’aria interna in regime stazionario, poiché si tratta di fenomeni va-
riabili molto lentamente, si ha:
n
P = QD + QV – QINT =  Ai Ki (Ti –Te) + n V  cpa (Ti – Te) – (QP + QL + QA) (4.1)
i =1
dove QD rappresenta la potenza termica dispersa attraverso l’involucro edilizio; QV rappresenta la
potenza termica dispersa per ventilazione; QINT = QP + QL + QA rappresenta il guadagno energetico
dovuto alle fonti interne nelle tre quote relative alle persone (QP), alle luci (QL) e alle apparecchia-
ture elettriche (QA); Ti è la temperatura desiderata dell’aria interna all’ufficio. Fissata tale tempera-
tura pari alla media tra le temperature che nell’arco dell’anno realizzano il comfort in ambiente,
l’equazione (4.1) indica che la potenza da fornire è funzione lineare della temperatura esterna. La
retta che si ottiene (4.2) è nota come caratteristica di dispersione dell’edificio [5] ed ha la forma:

P = q – mTe (4.2)

dove q rappresenta l’intercetta della retta caratteristica con l’asse delle ordinate (potenza necessaria
per mantenere la temperatura interna Ti quando la temperatura esterna è nulla) mentre m rappresen-
ta il coefficiente angolare di tale retta.
La seconda sollecitazione di origine climatica che influenza notevolmente il comportamento di-
namico del locale è la radiazione solare entrante attraverso la superficie finestrata dell’ufficio. Poi-
ché la dinamica del sistema si può prevedere a partire dal bilancio energetico del fluido aria è ne-
cessario individuare la quota p del flusso solare entrante che viene ceduta interamente all’aria sotto
forma di potenza convettiva [6]. Il flusso radiante solare riscalda le superfici dell’involucro interno
su cui incide e queste riscaldano l’aria dell’ambiente in ragione della quota di flusso che non viene
dispersa o accumulata dalle strutture edilizie irradiate. Per neutralizzare l’effetto dell’irraggiamento
solare sulla temperatura interna è necessario fornire all’aria la potenza aggiuntiva, data da:

Ps = – p S (4.3)

dove S è la potenza solare entrante dalle superfici trasparenti che vale:

S = I Af gl (4.4)

Per la misura istantanea di I il sistema di controllo utilizza il sensore di radiazione solare che
aziona il frangisole.

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Durante l’inverno si consegue un risparmio energetico significativo, poiché la potenza di riscal-
damento del ventilconvettore viene sostituita da quella solare gratuita (se disponibile); nel raffred-
damento Ps diventa invece un carico negativo aggiuntivo che il ventilconvettore deve fornire per
contrastare il contributo dell’irraggiamento.
Fino a questo punto sono state individuate le azioni di controllo necessarie per mantenere costan-
te la temperatura interna neutralizzando gli effetti della temperatura esterna e dell’irraggiamento so-
lare; poiché l’obiettivo è invece quello di mantenere costante l’indice di comfort è necessario forni-
re all’edificio un ulteriore incremento di potenza (il più significativo), che tenda a realizzare istante
per istante la temperatura ideale dell’aria definita al paragrafo 2:

Pt = – z (Ti –Tid) (4.5)

L’intervento della correzione è proporzionale alla differenza tra la temperatura effettiva e quella
necessaria, tramite un fattore moltiplicativo z, che rappresenta la potenza termica da fornire al locale
per forzare la temperatura interna ad avvicinarsi di un grado alla temperatura ideale.
Il sistema di controllo confronta il valore istantaneo misurato della temperatura dell’aria
dell’ufficio con il valore calcolato nello stesso istante della temperatura ideale: se risulta Ti = Tid
abbiamo il comfort; se Ti > Tid si avranno sensazioni di caldo, per cui la temperatura dell’aria inter-
na andrà diminuita aggiungendo alla potenza calcolata con la (4.2) e la (4.3) un differenziale di po-
tenza negativo, mentre se Ti < Tid si avranno sensazioni di freddo per cui la temperatura dell’aria in-
terna andrà aumentata aggiungendo alla potenza del ventilconvettore un Pt positivo. La potenza
complessivamente calcolata finora è da considerarsi, dal punto di vista del sistema di controllo, co-
me una preregolazione, ossia una potenza termica fornita dal ventilconvettore al sistema controllato
(ufficio) in modo da realizzare le condizioni di benessere termoigrometrico, quando le grandezze
non note (disturbi) assumono i valori assunti come ipotesi:

Pp = q – mTe – p S – z (Ti –Tid) (4.6)

Con la (4.6) può essere calcolata con accuratezza la potenza Pp, tenendo conto delle variazioni
istantanee o medie di q ed m, tuttavia in questo tipo di processo manca del tutto la verifica
dell’effetto dell’azione di controllo sulla grandezza controllata, ossia l’effetto della potenza termica
fornita all’aria sul valore istantaneo del PMV che si realizza nel locale.
In sostanza la (4.6) permette di realizzare un controllo che si chiama a catena aperta. Ciò signi-
fica che il sicuro raggiungimento dell’obiettivo si può ottenere solo se sono esattamente conosciuti
(o prevedibili) tutti i disturbi che agiscono sul sistema controllato e se per ognuno di essi si mette in
atto una specifica azione di neutralizzazione.
Nel campo della climatizzazione civile le sollecitazioni termiche sono di tipo climatico (carichi
esterni) o dovute all’occupazione dello spazio (carichi interni), gli scambi energetici sono estrema-
mente complessi, pertanto non c’è la possibilità di prevedere o ritenere costanti i disturbi, quindi è
necessario optare per un sistema di controllo a retroazione o a catena chiusa.
Questo secondo tipo di strategia prevede la verifica della grandezza controllata, PMV, così da
confrontare il valore desiderato con il valore effettivo di tale variabile; questa differenza permette di
calibrare l’azione correttrice. Questo tipo di controllo ha la proprietà di autoregolarsi senza la ne-
cessità di interventi esterni e supera il limite fondamentale del controllo a catena aperta che non può
prescindere dalla conoscenza completa dei fenomeni di disturbo al sistema.
Ai fini della simulazione si aggiunge quindi alla (4.6) una potenza (Pr) che, essendo basata sulla
logica della retroazione, è proporzionale alla distanza riscontrata istante per istante tra l’indice di
comfort desiderato nel locale (PMVrif) ed il valore istantaneo effettivo (PMVi).
In base a quanto detto si può scrivere:

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  dTe dTi dTsp 
Pr  (PMVrif  PMVi ) C g V A  B  C  (4.7)
 dPMV dPMV dPMV 
  
il coefficiente della
Il primo termine è l’errore mentre il termine tra parentesi quadre è la potenza aggiuntiva che rap-
presenta l’effetto retroattivo. Le potenze istantanee da fornire per neutralizzare i disturbi sono pro-
porzionali alle derivate parziali, rispetto a PMV, della temperatura esterna, interna e del pavimento.
Il termine dTsp/dPMV viene considerato solo quando la temperatura del pavimento supera la soglia
massima impostata dall’utente (Tsp,max) per le finalità esposte alla fine del paragrafo 3.
In questo lavoro si propone di caratterizzare tali potenze mediante le tre risposte temporali del
PMV, misurate o calcolate nel locale considerato, che si manifestano per effetto di una sollecitazio-
ne a gradino unitario tre dei disturbi: temperatura dell’aria esterna, dell’aria interna, della superficie
del pavimento (indicatore indiretto della variazione di temperatura media radiante).
Le tre derivate corrispondono alla pendenza iniziale delle rispettive risposte istantanee ottenute a
parità di tutte le altre grandezze non direttamente coinvolte nella determinazione del singolo para-
metro. Queste possono essere ottenute con simulazioni apposite [6] eseguite con lo stesso codice di
calcolo usato per simulare il comportamento del sistema.
L’introduzione dei coefficienti moltiplicatori A, B e C impostati dall’utente consente calibrazioni
manuali o programmate della retroazione in regime di esercizio (o di simulazione) dell’impianto per
rendere l’intervento retroattivo più efficace in funzione dell’obiettivo della climatizzazione.
Un sistema di controllo a catena chiusa offre il vantaggio di autoregolarsi ma al tempo stesso,
come è ben noto, diventa critico se l’azione di correzione è mal calibrata. In tal caso si innesca un
andamento oscillatorio della grandezza controllata la quale non solo può permanere al di fuori della
banda desiderata (il sistema di regolazione non raggiunge l’obiettivo), ma può anche assumere un
andamento che risulta divergente. Ciò vuol dire che si passa attraverso situazioni consecutivamente
inaccettabili (troppo caldo e troppo freddo) e progressivamente di entità maggiore, ossia sempre più
distanti dal valore di riferimento per l’indice di comfort che si vuole mantenere in ambiente.
Una calibrazione adeguata del sistema di controllo a retroazione deve agire invece tramite corre-
zioni capaci di innescare sempre un andamento rapidamente convergente che riporti istante per
istante la grandezza regolata entro i limiti progettuali nei tempi più brevi possibili.
La criticità dei sistemi di questo tipo risiede nell’individuazione empirica dei coefficienti molti-
plicatori A, B e C; infatti all’aumentare di questi si ottengono retroazioni sempre più efficaci sino
ad arrivare ad un limite, oltre il quale il sistema entra in oscillazione e le correzioni dell’impianto
non tendono più a stabilizzare la risposta. La teoria generale dei sistemi di Controllo Automatico
dimostra che il limite viene superato quando si raggiunge il valore unitario del guadagno di anello .
Per superare gli svantaggi tipici dei sistemi di regolazione a catena aperta e di quelli a catena
chiusa il sistema di controllo proposto è del tipo ad azione mista, nel quale la potenza istantanea to-
tale da fornire all’aria mediante il ventilconvettore (Ptot) è data in ogni istante dalla somma delle
azioni di pre-regolazione e di retroazione:

Ptot = Pp + Pr (4.8)

La decisione di determinare Ptot come sommatoria di due termini che appartengono a strategie
differenti è conseguente a due riflessioni:
- affidare al meccanismo della retroazione solamente un ruolo di correzione di una potenza già de-
terminata nel modo più accurato possibile con la preregolazione significa ridimensionare notevol-
mente il problema di ottenere con una regolazione di tipo feedback una risposta veloce ed anche un
buon margine di stabilità in fase di esercizio del sistema;
- consentire di simulare con successo il sistema edificio-impianto in regime dinamico con pro-

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grammi di calcolo che, utilizzando metodi numerici iterativi, determinano molto spesso difficoltà
insuperabili nella convergenza delle soluzioni se il sistema da studiare ha risposta di tipo oscillato-
rio (caso tipico di un controllo retroattivo).

5 – IL SISTEMA SIMULATO
Si descrive brevemente il sistema edificio-impianto oggetto delle simulazioni eseguite.
Per quanto riguarda il clima, sono state considerate tre località italiane appartenenti a zone clima-
tiche differenti [7] considerate significative ai fini della verifica del comportamento dinamico del
sistema:
- Milano (zona climatica E) come clima freddo e umido rappresentativo del nord Italia con mode-
sto irraggiamento solare
- Roma (zona climatica D) come città rappresentativa del centro Italia e con condizioni climatiche
intermedie rispetto agli altri due climi scelti
- Cagliari (zona climatica C) come clima caldo e secco del sud Italia con alto irraggiamento solare
Per quanto riguarda l’edificio, il locale oggetto delle simulazioni eseguite è collocato all’ultimo
piano di uno stabile per uffici: ogni livello presenta un vano di distribuzione longitudinale centrale
(contenente i servizi e l’accesso ai percorsi verticali) che consente di disporre gli uffici in modo da
avere un affaccio diretto verso l’esterno nelle due esposizioni più comuni: Est ed Ovest.
La contestualizzazione del locale all’interno dell’edificio definisce le condizioni termiche al con-
torno (sollecitazioni esterne): le partizioni di confine con l’esterno sono la facciata orientata ad Est
ed il tetto piano, le partizioni interne (pareti e pavimento) confinano con altri uffici e con la zona di-
stribuzione climatizzata a temperatura costante.
Si è scelto un locale a pianta rettangolare di 12 x 5 m (60 m2 di superficie utile), con altezza in-
terna di 3,3 m e due finestre di 2 x 2 m collocate sulla parete esterna orientata ad Est. Le partizioni
interne che separano il locale dagli uffici adiacenti (ugualmente climatizzati) e dalla zona distribu-
zione sono realizzate con tramezze di laterizio di 8 cm intonacate, mentre la parete esterna con
blocchi di laterizio forato da 20 cm ed è isolata all’esterno con pannelli di polistirene espanso estru-
so di 5 cm con intonaco di calce all’interno e di malta cementizia all’esterno. Il solaio del pavimen-
to, che separa l’ufficio da quello sottostante, è realizzato da una struttura in laterocemento di 20 + 6
cm con uno strato di sottofondo in argilla espansa per l’isolamento acustico sotto ad un pavimento
in lastre di marmo; sulla superficie inferiore troviamo il controsoffitto del locale sottostante (per il
passaggio degli impianti di illuminazione e di ventilazione) realizzato in fibre orientate con una in-
tercapedine d’aria di 20 cm. Il solaio del soffitto è analogo per struttura e controsoffittatura, ma poi-
ché l’ufficio considerato è all’ultimo livello di un edificio con copertura piana praticabile, sopra il
solaio troviamo un pannello rigido in fibra di vetro di 10 cm per l’isolamento termico con imper-
meabilizzazione in cartone bitumato e un pavimento per esterni in mattonelle di klinker appoggiato
ad un sottofondo di argilla espansa per la realizzazione della pendenza per lo scolo dell’acqua. I ser-
ramenti sono realizzati con un telaio in alluminio a taglio termico e una vetrocamera composta da
due lastre di 4 mm e intercapedine da 12 mm.
I dati geometrici e termofisici dei materiali e delle strutture necessari per la modellazione in re-
gime dinamico del comportamento dell’involucro edilizio con il metodo delle funzioni di trasferi-
mento [8] sono stati reperiti nelle normative UNI vigenti [9], [10].
L’occupazione dei locali definisce le sollecitazioni termiche interne al sistema ufficio (dovute a
persone [11], luci [12], [13] ed apparecchiature elettriche), l’attività metabolica degli occupanti [14]
necessaria per determinare l’indice di comfort e l’entità della ventilazione è funzione dell’indice di
affollamento come previsto in [4]. Si presuppone che l’ufficio sia occupato continuativamente du-
rante la giornata lavorativa da otto impiegati che lavorano al terminale su scrivanie attrezzate, cia-
scuna illuminata dall’alto da un apparecchio a tubi fluorescenti con reattore esterno posizionato nel
controffitto.

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Per l’impianto di climatizzazione si è scelto il regime di funzionamento intermittente al fine di
conseguire il massimo risparmio energetico. Le condizioni di comfort sono necessarie solo durante
l’orario di lavoro degli impiegati, pertanto un temporizzatore consente alla regolazione di operare
sul ventilconvettore, come descritto nel paragrafo 4, dalle ore 8:00 alle ore 18:00 nei giorni compre-
si tra lunedì e venerdì ed al sabato dalle ore 8:00 alle ore 13:00.
Al momento dell’accensione dell’impianto al mattino le condizioni ambientali dell’ufficio sono
generalmente lontane dalla condizione di comfort, perché nel periodo di non occupazione non c’è
alcun intervento sulla temperatura interna (eccetto il mantenimento di un minimo di 14°C in inver-
no per evitare possibili condensazioni) e tale situazione è più accentuata al lunedì, quando
l’impianto è rimasto inattivo per il fine settimana. Volendo assolutamente evitare un periodo più o
meno lungo di discomfort all’inizio dell’occupazione (inevitabile perché nessun impianto e nessun
sistema di regolazione può portare a regime l’aria ambiente in modo istantaneo), l’impianto si ac-
cende al mattino due ore prima dell’arrivo degli impiegati (quattro ore al lunedì). In questo periodo
il ventilconvettore lavora in regime di pre-riscaldamento o pre-raffreddamento (a seconda
dell’effettivo valore del PMV in ambiente che il sistema di controllo memorizza alla sua accensio-
ne) utilizzando la massima potenza disponibile del terminale. Questa strategia consente di raggiun-
gere la situazione di benessere rapidamente prima dell’effettiva occupazione del locale e senza por-
re problemi di discomfort dato che l’ambiente non è occupato.

6 – IL COMPORTAMENTO DINAMICO
Per verificare il funzionamento di questa strategia di controllo sono state eseguite delle simula-
zioni annuali del comportamento in regime transitorio del sistema clima-edificio-impianto utiliz-
zando il codice di calcolo TRNSYS (Transient System Simulation Program) [15] che ha permesso
di rappresentare il sistema fisico con un alto livello di dettaglio. Il controllo, l’impianto, l’involucro
edilizio e l’occupazione interna sono descritti nel file di ingresso al programma, mentre la simula-
zione del contesto climatico avviene con la lettura da un file meteorologico del tipo TRY di dati
orari annuali effettivi di temperatura dell’aria esterna, umidità relativa esterna, velocità del vento,
radiazione solare incidente per le tre località scelte.
I valori di tutte le grandezze istantanee vengono calcolati dal programma ad intervalli di meno di
30 secondi: in tal modo si facilita la convergenza delle soluzioni e si persegue la massima precisio-
ne nella determinazione dei fabbisogni energetici e dell’evoluzione temporale delle variabili am-
bientali, anche se tale scelta aumenta enormemente i tempi di elaborazione del calcolatore. I valori
delle più significative grandezze (stimate o calcolate) ritenute costanti per l’intero anno simulato
sono riportate in Tabella 1 e divise per categoria di appartenenza, mentre i valori delle principali
grandezze temporizzate a livello stagionale durante l’occupazione sono mostrate in Tabella 2.
Dato che il primo obiettivo delle simulazioni è quello di dimostrare l’efficacia del sistema di
controllo proposto, la fascia di accettabilità programmata per l’indice di comfort PMV è quattro
volte più severa rispetto a quella richiesta dalla normativa che consente un’escursione di questa
grandezza dal valore di – 0,5 a + 0,5. La verifica che il sistema è in grado di garantire sempre un
PMV vicinissimo al valore nullo sarà sufficiente a convalidare il comportamento dinamico del si-
stema proposto.
Le figure 1, 2, 3 presentano i grafici dell’indice di comfort e delle relative potenze cedute all’aria
dal ventilconvettore durante una giornata lavorativa.
In fig. 1 il giorno simulato è il 15 gennaio nel clima di Milano: nei grafici A e B vediamo che fi-
no alle 6:00 del mattino il PMV non è controllato e l’impianto di ventilazione è spento (non c’è oc-
cupazione). Dalle ore 6:00 e per due ore il ventilconvettore opera in modo intermittente alla massi-
ma potenza in regime di pre-riscaldamento e l’indice di comfort risale rapidamente sino alla soglia
minima consentita. Quando alle ore 8:00 entrano gli impiegati le condizioni di comfort sono già
raggiunte e mantenute per tutta la durata dell’orario lavorativo (grafico A); il comportamento inter-

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mittente del ventilconvettore consente il risparmio energetico: quando il PMV rientra all’interno
della banda desiderata il terminale si spegne e ricomincia a scaldare non appena l’indice di comfort
tende a scendere sotto il minimo consentito (siamo in inverno). La potenza ceduta dal ventilconvet-
tore nel periodo di occupazione è calcolata istante per istante come esposto nel paragrafo 4 e
l’andamento che si ottiene nel grafico B si interpreta guardando i grafici C (temperatura dell’aria in-
terna e temperatura media radiante) e D (umidità relativa e radiazione totale incidente all’esterno
del serramento) relativi allo stesso periodo. Quando la temperatura media radiante è bassa occorre
mantenere un alto livello della temperatura dell’aria interna per avere un PMV pari a – 0,125; quan-
do sale la radiazione solare e soprattutto quando sale la temperatura media radiante (cioè quando la
temperatura superficiale del pavimento, colpita dalle radiazioni, aumenta ma con un tempo di ritar-
do rispetto alla radiazione incidente che dipende dall’inerzia della struttura) la temperatura ideale
necessaria per mantenere uguali condizioni di comfort è decisamente più bassa. Questo significa
minori carichi di riscaldamento da fornire: la richiesta di potenza istantanea cresce nuovamente nel
tardo pomeriggio, quando la radiazione solare è ormai quasi nulla e la temperatura media radiante
comincia a scendere. Alle ore 18:00 escono gli impiegati: l’impianto si spegne ed il PMV, non più
controllato, si abbassa liberamente sino al mattino seguente. Durante l’occupazione l’umidità relati-
va del locale è mantenuta dalla macchina di trattamento dell’aria attorno al valore minimo pro-
grammato (con umidificazione perché in inverno l’aria esterna è secca) mentre il vestiario, l’attività
metabolica e la velocità dell’aria sono ritenute costanti: per questo, a parità di quattro delle sei
grandezze che concorrono al comfort, è la temperatura media radiante rilevata dal controllo a defi-
nire l’andamento della temperatura dell’aria necessaria per mantenere invariato il benessere termoi-
grometrico a mezzo delle potenze cedute dal ventilconvettore. Lo sfruttamento opportuno della ra-
diazione solare gratuita e l’intermittenza del regime di climatizzazione realizzano il massimo ri-
sparmio energetico possibile compatibilmente con la fascia di accettabilità del PMV desiderata.
In fig. 2 il giorno simulato è il 18 agosto nel clima di Cagliari: il ventilconvettore è forzato a la-
vorare in regime di pre-raffreddamento nelle due ore precedenti l’orario lavorativo; il PMV è perfet-
tamente controllato durante tutto il periodo di occupazione e la logica di controllo lo spinge verso il
valore massimo consentito. Quando viene superata la soglia, il ventilconvettore raffredda con po-
tenze decrescenti dal mattino al pomeriggio, infatti l’orientazione Est comporta, d’estate, radiazioni
elevate già nelle prime ore del mattino. Di conseguenza la temperatura media radiante si attenua so-
lo nel pomeriggio consentendo alla temperatura dell’aria di attestarsi su livelli più alti e all’impianto
di operare con potenze termiche di raffreddamento gradatamente inferiori.
In fig. 3 il giorno simulato è il 16 aprile nel clima di Roma: questo caso dimostra che il sistema
di controllo proposto funziona solo se l’impianto è capace di riscaldare e raffreddare l’ambiente du-
rante la stessa giornata lavorativa, pertanto la scelta del ventilconvettore a quattro tubi è obbligata.
Nelle mezze stagioni, durante la notte ed al mattino la temperatura esterna è bassa e dal grafico 4.B
vediamo che inizialmente (6:00) c’è bisogno di riscaldare per raggiungere il valore minimo di
PMV; tuttavia poiché spesso in primavera il contributo della radiazione solare è rilevante, si vede
che già alle 8:15 il ventilconvettore si spegne e rimane inattivo sino alle ore 13:00. L’indice di com-
fort, dopo aver raggiunto il valore minimo, permane all’interno della banda accettabile (il terminale
resta inattivo) e sale liberamente verso il limite massimo consentito. Appena il limite viene superato
il ventilconvettore entra in funzione, questa volta con azione di raffreddamento mirata a contenere il
PMV sotto la soglia massima; dopo le 18:00 (fine della giornata) l’indice PMV evolve liberamente.

7 – IL CONFRONTO CON IL CONTROLLO TRADIZIONALE


Il secondo obiettivo delle simulazioni è il confronto dei fabbisogni energetici: quello dovuto alla
nuova strategia di controllo e quello che si ha con una tradizionale regolazione di temperatura. Es-
sendo diversa la finalità delle simulazioni rispetto a prima, si è impostata una fascia di accettabilità
del PMV vicina a quella prevista dalla normativa; ciò comporta un minor consumo di energia per-

9
ché la scelta più severa adoperata nei casi precedenti chiamerebbe il ventilconvettore a riscaldare o
a raffreddare anche quando le condizioni di comfort sono ancora ampiamente accettabili.
La fascia di comfort scelta è PMV =  0,4; il margine di sicurezza rispetto agli estremi di norma
serve a coprire i tempi di reazione dell’impianto, ossia per evitare che l’indice di comfort superi
comunque gli estremi indicati dalla normativa ( 0,5) nel tempo che intercorre tra l’attivazione di
un’azione correttrice ed il suo effetto.
Nella simulazione dell’impianto tradizionale, a temperatura costante, è necessario scegliere una
serie temporale dei valori medi di tale grandezza e della sua fascia di accettabilità. Operativamente
bisogna precalcolare, con passo mensile o stagionale, il valore di temperatura dell’aria che, assieme
al valore noto di vestiario e attività delle altre cinque grandezze del comfort nei diversi periodi
dell’anno (sulle quali il sistema non ha alcun controllo), è in grado di realizzare indirettamente una
condizione confrontabile con le simulazioni a comfort costante, ossia : PMV =  0,4.
Il confronto effettuato, a parità di tutte le altre variabili, riguarda due bimestri significativi nel
clima di Roma: per il bimestre invernale (gennaio e febbraio, i due mesi più freddi) sono stati scelti
come estremi per la temperatura dell’aria interna i valori 21 °C e 23 °C, mentre per il bimestre esti-
vo (luglio e agosto) rispettivamente 23 °C e 25 °C. L’intermittenza dell’impianto è analoga; il ven-
tilconvettore interviene con il riscaldamento se la temperatura rilevata dalla sonda termometrica
scende al di sotto del limite minimo e con il raffreddamento se sale al di sopra del limite massimo:
rimane inattivo se la grandezza controllata resta entro la banda prefissata.
Il confronto sulle energie termiche fornite all’aria dal ventilconvettore è fatto in fig. 4. In inverno
abbiamo solo potenze di riscaldamento e le variabili controllate si attestano sui valori minimi consi-
derati accettabili (– 0,4 per il PMV nel sistema a controllo di comfort e 21 °C per la temperatura
dell’aria nel sistema a controllo tradizionale). In estate invece abbiamo solo raffreddamento e le
grandezze controllate si portano attorno ai valori massimi (+ 0,4 per il PMV e 25 °C per la tempera-
tura dell’aria). Gli istogrammi dimostrano che la differenza di fabbisogno energetico gioca a favore
del sistema a controllo di indice di comfort, con un risparmio del 10,3% sull’energia di riscalda-
mento in inverno e del 7,9% sull’energia di raffreddamento in estate. Il valore economico
dell’energia risparmiata, calcolato per un edificio con 10 uffici da 60 m2, è circa 450.000 L/anno.
Tale risparmio ripaga il costo aggiuntivo della regolazione con tempo di ritorno di 3  6 anni.

8 – CONCLUSIONI
Il sistema di controllo tradizionale a livello di temperatura e umidità relativa non è in grado di
reagire alle variazioni di altre grandezze che concorrono alla realizzazione del benessere termoi-
grometrico nello spazio confinato: di conseguenza non può fornire alcuna garanzia circa il raggiun-
gimento sempre e comunque di una condizione ambientale confortevole durante il periodo lavorati-
vo come esplicitamente richiede la legge 626/94 ora supportata dalla normativa UNI EN ISO 7730.
Ogni qualvolta i valori delle grandezze influenti sul benessere si allontanano da quelli previsti in fa-
se progettuale (con i quali viene calcolata la temperatura dell’aria da mantenere con l’impianto di
climatizzazione) il valore del PMV risultante esce dalla previsione. La reale evoluzione delle gran-
dezze ambientali in regime dinamico in un sistema del tipo edificio-impianto è sufficientemente
complessa da presentare, nell’arco di un anno di tempo simulato, condizioni temporaneamente im-
prevedibili da parte di qualsiasi progettazione orientata al comfort.
Il sistema di climatizzazione proposto consente invece di controllare direttamente ed efficace-
mente l’indice di benessere PMV in qualsiasi contesto climatico e con qualsiasi fruizione dello spa-
zio interno. Il maggior costo di costruzione di un sistema di controllo così concepito, attribuibile al
maggior numero di sensori da collocarsi in ambiente e all’esterno dell’edificio, può essere ammor-
tizzato in breve tempo dal momento che tale strategia di regolazione consente un sensibile risparmio
energetico rispetto alla climatizzazione tradizionale.

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9 – RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] P. O. Fanger, Thermal Comfort. Analysis and Applications in Environmental Engineering, Copenha-
gen, Danish Technical Press, 1970
[2] UNI EN ISO 7730, Determinazione degli indici PMV e PPD e specifica delle condizioni di benessere
termico, Milano, 1997
[3] DECRETO LEGISLATIVO 19-9-1994, n. 626. - Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE,
89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglio-
ramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro
[4] UNI 10339, Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti - Regole per la
richiesta d’ offerta, l’ offerta, l’ ordine e la fornitura, Milano, 1995
[5] R. Cyssau, Manuale della regolazione e della gestione dell’ energia, Milano, Tecniche nuove, 1992
[6] L. Porciani, Confronti del fabbisogno energetico degli uffici a parità di comfort in regime dinamico,
Venezia, Tesi di laurea, novembre 1997
[7] D. P. R. 26-8-1993, n. 412. - Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’ eser-
cizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di ener-
gia, in attuazione dell’ art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10
[8] G. P. Mitalas, D. G. Stephenson, Calculation of Heat Conduction Transfer Function for Multi Layer
Slabs, Ashrae Transactions – vol. 77, 1971, n. 2202
[9] UNI 10351, Materiali da costruzione: Conduttività termica e permeabilità al vapore, Milano, 1994
[10] UNI 10355, Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodo di calcolo, Milano, 1994
[11] E. Bettanini, P. F. Brunello, Lezioni di impianti tecnici - vol. I, Padova, CLEUP, 1991
[12] L. Tassi, Illuminazione di ambienti chiusi in L’ installatore italiano, anno 29, n. 10, Milano, PEG, 1978
[13] A. Briganti, Il condizionamento dell’ aria - II edizione, Milano, Tecniche nuove, maggio 1982
[14] ASHRAE, Thermal Environmental Conditions for Human Occupancy, ASHRAE Standard 55-81, 1981
[15] UNIVERSITY OF WISCONSIN - SOLAR ENERGY LABORATORY, TRNSYS. A Transient Si-
stem Simulation Program, Madison (USA), July 1994

10 – NOMENCLATURA
PMV = voto medio previsto (Predicted Mean Vote)
RH = umidità relativa dell’ambiente interno
I = intensità della radiazione totale solare incidente sulla superficie verticale finestrata
Tsp = temperatura superficiale del pavimento
Ai = area della i-esima parete che delimita l’involucro edilizio dell’ufficio
Ki = trasmittanza della i-esima parete che delimita l’involucro edilizio dell’ufficio
Ti = temperatura dell’aria interna all’ufficio
Te = temperatura dell’aria dell’ambiente esterno
n = tasso di rinnovo o numero di ricambi d’aria orari
 = densità dell’aria
cpa = calore specifico a pressione costante dell’aria
V = volume dell’ufficio
Af = area della superficie finestrata
gl = coefficiente globale di trasmissione del sistema serramento (finestra + frangisole)
Tid = temperatura ideale dell’aria interna.

ABSTRACT
This work studies the dynamic behaviour of an HVAC system controlled in order to keep constant
PMV. Simulation code used is TRNSYS; the case-study is an office conditioned by means of four
pipes fan-coil and primary air.
Energy performance of new control system versus traditional one is given, specific saved energy
shows that the pay-back time of extra-costs can be short.

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Figura 1

A C

Tmr [°C]
Ti [°C]
PMV i

tempo [h] tempo [h]


B D

IT [W/m2]
P ven [W]

RH [%]

tempo [h] tempo [h]

Figura 2 Figura 3

A A
PMV i

PMV i

tempo [h] tempo [h]


B B
P ven [W]

P ven [W]

tempo [h] tempo [h]


Tabella 1
Grandezze Valori Grandezze Valori
geometriche – termofisiche dTsp/dPMV (°C) 3,08
Volume dell’ufficio (m3) 198 impianto
Trasmittanza delle partizioni interne (W/m2 °C) 2,068 Max potenza di riscaldamento del ventilconv. 4653
Trasmittanza della parete esterna (W/m2 °C) 0,454 Max potenza di raffreddamento del ventilconv. – 6589
Trasmittanza del soffitto (W/m2 °C) 0,257 Portata d’aria del ventilconvettore (kg/h) 1698
Trasmittanza del pavimento (W/m2 °C) 0,685 Tasso di rinnovo dell’aria di ventilazione (1/h) 1,6
Numero di finestre 2 Imin (W) 200
Area della finestra (m2) 4 Imax (W) 450
Trasmittanza del serramento (W/m2 °C) 3,182 RHmin (%) 35
Trasparenza del serramento alla radiazione 0,8 RHmax (%) 65
Capacità termica del locale (kJ/°C) 998,1 occupazione
regolazione Numero di impiegati 8
Temperatura iniziale per la preregolazione (°C) 22,5 Guadagno radiativo per luci elettrice (W) 216
p (adim.) 0,63 Guadagno radiativo per attrezzature (W) 768
z (adim.) 1000 Guadagno radiativo per le persone (W) 363
A, B, C (adim.) 7,5 Guadagno convettivo per le persone (W) 242
PMV min (adim.) – 0,125 Apporto di vapore per le persone (kg/h) 0,61
PMV max (adim.) + 0,125 comfort
dTe/dPMV (°C) 103 Attività metabolica (Met) 1,2
dTi/dPMV (°C) 5,29 Velocità media dell’aria interna (m/s) 0,12

Tabella 2
Grandezze Primavera Estate Autunno Inverno
Temperatura spazio di distribuzione adiacente ufficio (°C) 21 26 21 19
Temperatura d’ingresso aria primaria dagli anemostati (°C) 18,5 16,5 19 20,5
Temperatura superficiale limite per il pavimento (°C) 23,5 25 23,5 22
Resistenza termica dell’abbigliamento degli impiegati (clo) 0,76 0,45 0,86 1,07

Figura 4

A Climatizzazione a Energia di riscaldamento


Clima di ROMA
TEMPERATURA COSTANTE del ventilconvettore [kWh]
Orientazione est
B Climatizzazione ad INDICE DI Energia di raffreddamento
COMFORT COSTANTE del ventilconvettore [kWh]

1000
630
800 565
[PAR]
[-10,3%] Ti,min = 21 °C
Simulazione 600 Ti,max = 23 °C
INVERNALE: 400
Mesi di Gennaio 200 PMVi,min = – 0,4
e Febbraio --- --- PMVi,max = + 0,4
0
A 1 B
1000
606 558
800 [PAR]
Simulazione [-7,9%] Ti,max = 25 °C
600 Ti,min = 23 °C
ESTIVA:
Mesi di Luglio 400
e Agosto 200 PMVi,max = + 0,4
--- ---
PMVi,min = – 0,4
0
A 1 B

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