Sei sulla pagina 1di 4

Tommaso Baroncini, Andrea Barontini, Aris De angelis, Pietro Jeri, Andrea

Saggese 4ASA
“Lavoro di gruppo di filosofia sul significato della scienza”
Il testo, tratto dal dramma “Vita di Galileo”, scritto da Bertolt Brecht, ci
permette di comprendere il significato attribuito da parte di Galileo e degli
scienziati della Rivoluzione scientifica al concetto di ragione e gli scopi a cui
deveno essere finalizzate la scienza e le innovazioni, teoriche e pratiche,
introdotte da essa.
Il concetto di applicazione della ragione è alla base della definizione di pensiero
critico corretto, ossia l' esercizio della facoltà di pensare, di mettere in dubbio
gli aspetti della realtà che ci circonda e di comprenderli attraverso la nostra
esperienza autonoma, senza ricorrere all' intervento esterno di nessuno che
possa influenzarci nel nostro processo gnoseologico, è alla base sia della
filosofia degli esponenti greci dell' antichità e sia della capacità delle persone di
poter verificare in maniera autocritica la realtà senza essere influenzati da
giudizi altrui. Questo aspetto, nonostante sia un argomento molto moderno e
che trova applicazione ai nostri giorni, per esempio, nel comportamento
“passivo” o “attivo” detenuto dalle persone, ha la caratteristica di essere stato
analizzato da molti filosofi greci dell' età classica, tra cui, in particolare,
Eraclito e Socrate. In Eraclito troviamo una corrispondenza nella distinzione
dicotomica in “svegli” e “dormienti” rispettivamente nelle persone che
conducono la loro vita in maniera attiva, tentando di comprendere le cause alla
base della realtà indagando in profondità, e nelle persone che invece, con un
atteggiamento passivo, si accontentano delle apparenze. Questo aspetto ci
permette di individuare un' affinità con il pensiero espresso nel testo, dove i
dormienti sarebbero coloro che non impiegherebbero il loro raziocinio, al
contrario degli svegli.
Invece, Socrate si focalizza sul processo attraverso cui una persona è capace di
liberarsi dalle false conoscenze impostele, come forme di dogmatismi, come
evidenziato nel testo proposto su Galilei, attraverso il ricorso alla maieutica e
alla tecnica del dialogo, per poter dare spazio e inizio alle vere conoscenze che
saranno assimilate dalla persona attraverso un indagine razionale personale,
basata sulla propria esperienza: proprio questo aspetto è l' argomento
fondamentale del testo, ossia un riferimento implicito al detto di Kant “Sapere
aude”, secondo cui qualsiasi persona dovrebbe avere il coraggio di servirsi
anche della propria intelligenza, mettere in dubbio e confutare qualsiasi
principio dogmatico per poter perseguire una vera conoscenza.
Tuttavia, per poter analizzare meglio l' aspetto preso in considerazione, è
fondamentale sottolineare quale sia il mezzo attraverso cui una persona si libera
delle conoscenze dogmatiche e quale sia il fine che induce, soprattutto in
ambito sociale e politico, ad attuare un simile cambiamento.
Il mezzo attraverso cui è possibile esercitare un pensiero critico corretto è
proprio la scienza, o più propriamente parlando, riferendosi a Galilei, il metodo
scientifico sperimentale moderno. Mettendo in dubbio le conoscenze
dogmatiche, applicando induzione e deduzione e relazionando esperienza
sensibile a razionalismo logico dovrebbe essere possibile comprendere in
maniera “attiva” qualsiasi aspetto della realtà. La scienza, tuttavia, può essere
applicata in maniera sia teoretica che pratica: il primo aspetto della scienza è
applicato in particolar modo da Aristotele, ma impedisce lo sviluppo di vere e
proprie forme di progresso che permettano di migliorare le condizioni di vita
delle persone; invece, l' applicazione tecnica delle scoperte scientifiche è un
aspetto che emerge in particolar modo nella Rivoluzione scientifica, i cui
principali esponenti, tra cui Galilei e Bacone, reputano che la scienza debba
tentare di migliorare e rendere la vita più facile per le persone.
Oltra a essere un mezzo improntato per il progresso tecnico e scientifico, la
scienza, sia del passato e sia moderna, ha sempre avuto come finalità l'incitare
gli uomini a una vera e propria emancipazione dalla condizione di dogmatismo
statico in cui vivono, distruggendo le false credenze.
La distruzione delle false conoscenze ha anche una finalità politica, come
affermerebbe Platone, infatti, nella seconda parte di testo dell' opera su Galilei
viene affermata anche la finalità della scienza in ambito sociale, ossia, una
finalità dedita alla distruzione di un sistema in cui il potere è esercitato dalle
persone attraverso i falsi dogmi che spingerebbero il resto della popolazione a
non sviluppare il proprio spirito critico, come lo definirebbe Bacone nella “pars
destruens” del “Novum Organum”, a causa dell' ambiente che le influenza e
della paura generata da quegli stessi dogmi; dunque ogni persona, liberatasi
dalle catene delle false conoscenze che la terrebbero imprigionata nel suo
mondo chiuso e dogmatico, facendo un riferimento al mito della caverna nella
“Repubblica” di Platone, e giunta a percepire la vera conoscenza, fuori dalla sua
realtà coercitiva, dovrebbe, essendo il fine della scienza anche politico, tornare
dal proprio gruppo di origine e indurlo a perseguire la vera conoscenza; questa è
la medesima funzione svolta dalla scienza secondo Galilei e, proprio per questa
sua consapevolezza, si vergogna di aver abiurrato poiché avrebbe rinnegato le
teorie che avrebbero dovuto indurre le altre persone a salvarsi da quelle
“catene” che le terrebbero bloccate nella caverna. Nel caso del testo proposto
del dramma “Vita di Galileo”, le catene platoniche coinciderebbero con la
“nebbia madreperlacea” che offuscherebbe lo spirito critico delle persone.
Quindi, la confutazione del principio di “ipse dixit” detenuta da Galilei, a
favore del metodo sperimentale applicato sulla natura, avrebbe la caratteristica
di poter essere applicato anche nella concezione contemporanea di scienza. In
occasione dell' epidemia di covid, il ruolo svolto dagli scienziati in ambito
pratico e teorico è di notevole importanza e, infatti, senza di loro non sarebbe
stato possibile arginare, almeno parzialmente, il flagello che ha afflitto e che sta
affliggendo tutto il mondo. Tuttavia, l' importanza di queste figure ha fatto sì
che qualsiasi loro affermazione sia stata considerata come una verità assoluta,
di conseguenza, il resto dei cittadini è stato indotto a preoccuparsi
maggiormente nel caso in cui lo scienziato in questione avesse confermato le
conseguenze disastrose e negative del covid. Ma la totale fiducia nel
dogmatismo delle persone, seppur competenti, è sia un errore per il resto dei
cittadini e sia per questi stessi individui: infatti, le persone, manifestando
grande suscettibilità nel periodo di crisi, dimostrerebbero una grave incapacità
di razionalizzare con spirito critico il problema, mentre, dal canto loro, gli
scienziati si attribuirebbero un eccessivo valore autoritario nella questione,
rischiando di approfittare del loro potere. Questo errore, seppur dettato dal
panico generale della pandemia, ha delle conseguenze negative anche per la
comunità scientifica, infatti, il fulcro della scienza moderna sta nel fatto di
applicare continuamente degli esperimenti, per poter individuare sempre nuove
leggi e principi, confutando dunque quelli precedenti. Dunque la scienza è piena
di incertezze e non di verità assolute e, non rispettando questo criterio, non
rispetteremmo la stessa affermazione di Galilei al riguardo.
In conclusione, il pensiero critico e la scienza sono dei mezzi fondamentali per
poter conoscere la realtà in maniera autonoma, confutando i dogmi impartitici
in maniera passiva, e cercando di sviluppare un metodo di ragionamento
autonomo che possa avere anche una finalità politica e pratica, tuttavia, il
criterio di mettere in dubbio e di compiere esperimenti vale anche per le stesse
conoscenze acquisite attraverso il metodo stesso, poiché esse non dovrebbero
essere dunque dogmatizzate, altrimenti non sarebbero più teorie e leggi
scientifiche, bensì nuovi dogmi, applicabili quindi per il possibile esercizio di
una nuova forma di egemonia politica, e dunque non etica, nei confronti del
resto della popolazione.
La conoscenza risulta essere quindi un mezzo di grande responsabilità, di
conseguenza, coloro che ne dispongono dovrebbero essere consapevoli, in
maniera coscienziosa, del potere che può derivare dalle loro competenze e dalla
capacità di influenzare il resto delle persone.
Sulla base dell' argomento considerato e delle conclusioni, abbiamo sviluppato
delle opinioni personali al riguardo: alcuni di noi credono che la comunità
scientifica, nonostante la sua competenza riguardo al problema in questione,
abbia espresso dei giudizi tali da indurre il resto della popolazione alla
preoccupazione e follia generale, senza esprimere delle opinioni riguardo agli
altri problemi politici, sociali ed economici che stanno affliggendo il mondo. D'
altro canto, facendo leva sulla preoccupazione della popolazione, i detentori del
potere, secondo alcuni nostri punti di vista, potrebbero approfittare della
situazione di crisi, focalizzando l' attenzione della stessa popolazione sul
problema della pandemia, impedendole di sviluppare un proprio spirito critico e
razionale per considerare il problema in maniera logica.
Se considerassimo anche il fatto che, secondo alcune ipotesi, il covid sia un
virus creato in laboratorio, sarebbe possibile collegarsi anche alla
considerazione di etica nella scienza; ossia, cosa sia giusto e non giusto
introdurre nella comunità scientifica. L' etica è un ambito trattato anche da
numerosi filosofi del passato, tra cui Platone, Aristotele, Epicuro e gli stoici e,
se ragionassimo sui loro concetti di morale, nonostante differenti tra loro,
deduremmo una medesima finalità, ossia la considerazione della conoscenza e
dell' esercizio dell' intelletto non solo nel progresso scientifico, ma anche nella
capacità di fare le scelte giuste nella vita reale. Se infatti non accompagnassimo
la scienza con l' etica, le stesse conoscenze scientifiche rischierebbero di
ritorcersi negativamente contro gli uomini e la finalità politica e utilitaria della
stessa disciplina andrebbe perduta. Da ciò concludiamo affermando che un
possibile miglioramento della situazione attuale potrebbe essere dato dallo
sviluppo della capacità di tutte le persone di ragionare e di riferirsi al passato,
per esempio studiando e valutando le considerazioni degli uomini delle epoche
precedenti per poter comprendere come muoversi per garantire uno sviluppo
scientifico ed etico che non danneggi la società e il mondo in cui viviamo.

Potrebbero piacerti anche