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INTRODUZIONE ALLA
PSICOLQGIA DI JUNG
Moretti &Vitali ed'iJnri
Cras iterabhmlr aeq11or
IL TRIDENTE 2

Collana di saggi
Questa collana è. coordinata da Enrico Mor~tti
e sl avvale della consulcoza dì
Gianluca Bocchi, Marco Gay e Luigi Tassonj
TONI \'qOLFF

INTRODUZIONE ALLA
PSICOLOGIA DI JUNG
Traduzione a ctm, di Gianluca Piccinini

Premessa del prof. C.A. Meier

Moretti&Vitali editori
BERGAMO
WOLFF, Tonl
!ntroduziom, alla psicologlu di Jung / '!'ani Wolfl ; induzione a cura di ewnluc• P1cdninl ;
premessa del proE. C A. Mdcr,
Bergamo : Morelli & Vi1ati, copyright 1991. \
216 p. ; 211 cm, • (li tridente ; 2). ,
.( T!t, orig. : Studicn zu e.e, Jungs Psychologic. .)
ISBN 88 7186 029 2
I JUNG, Cari Gumv
CDD 1'0. 19H

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édlzio11e 1ed,u:o

Studlen iu e.e.Jungs Psychologie


© 1981. Deirnon Vcrl•g, ZGrich
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Edlz,anc ito//a11n
[SaN 88 7186 029 2

Copyright © maggio 1991 by


More11I & Vitali editori
Viale V. Brnnnuc!e 6 7, Ber11nmo
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INDICE

..,
Nora edfroriale p. 11

Premessa alla seconda edizione p. 13

Prefazione di Cari Gustav ]ung p, 15

INTRODUZIONE AI FONDAMENTI
DELLA PSICOLOGIA COMPLESSA p. 23

I. Metodologia : p. 25
~

Il.

--
Struttura: ,:: ""i"v -~ · ,l.
. 7" Ja psicologia della coscienza

- la psicologia dell'inconscio
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~ •.... \..,, •

•.
p. 84
p, 97
r_E processo di indiv~dunzio ne p. 133
I
(_!)o.J(.C- · ~,..i , . , . ,. , , . ,

- - -- ---
III. 11 concetto psicologico di energia o-

IV. li significato storico-culturale della Psicologia Comt-1lcssa


.. ,, , [.", .. . ' p . 165

p. 203
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È signifìcatit10, a mio pare,-e, che solo ora 1111 editore italiano traduca questo
testo di Toni Woljf.
1
L i111'1'ice è sl11t11 infu.tti la coll~1boratl'ice itì vicina 11 ]ung, Jiu come rna
ispiratrice, sia affettivamente, sia come coadiuvatrice della foudazioue (lì,! wo
metodo psièologico.
Iniziò t1 cotlaborare con lo psicologo sviuel'o all'i11circn durante it perio-
do det distacco do Fl'eud, il periodo pii) difficile, pitl torJ'llentato e più cl'<wtivo
della 11it11 di Ju>1g. In particolare in questo testo p1u.1t11aliq4_ e rogistra il pe,ui,g-
ro del maestro e sirinlkiccia- alla filosofia d[ Rickert;, wrig/me.
- Per prima quindi è capace di cogliere i/ filo11e filosofico Clii ]f/ng si rifà,
così come di specificare in modo semplice, ma eslre111ame11le /J1111t11a.le la pecu-
liarità del metodo psicologico. Chi quindi sente il bisogno di una fommlazio-
r,e del "pe11sìero" di ],mg, del suo metodo e della /racl:zione filosofica a cm
il pensatore wb::zero appartiene, 11011 può fare a meno di lep;,ere questo testo.
Ma perché allora non è stato tradotto prima?
Una risposta si può solo a:zxardare. In Italia /1mg è stato relegato al ruolo
dello psicologo aperto alla fa11tasia e alt1itrM.io11ale, co11tmpposto al razionale
e sistematico Freud. Niente di pitì falso. Fret1d presenta una elabora;zione i11
co11tim10 movimento, con forti oscillationi1 all'intemo del suo pensare la psi-
cologia, fra chiusure ra1.io11afi_stiche ed improwise apertura fino alle sua morte
del 1939, Basta pensare al suo saggio "La costmziotie in analisi e la e/abora-
?.ione mitica dell'istinto di morte''.
]ung invece già nel 1921 con "Tipi Psicologici'1 aveva definito una volta
per tutte il suo rlstema teoretico per poi riuolgel'si allo studio dell'alchimia In
particolare, ,,ella q11ale trovava delle analogie co11 il suo pl'ocesso di i11diuidua-
tìo11e, Il mo paradigma teodco, radicato in un impianto di stile ka11tiano, si
è ben presto assestato in tin sistema epistemologico ben delineato e ben p1•eciso.
In parte, q11esta vecchia distinzione di territorio Jrmg-Fretul continua in
Italia a perdurare, ma, in questi ultimi anni, l 1atte11zio11e allo Jung pensatore
e razionale si è enormemente 4//argata, all'interno di 1111a revisione critica deL
pensiero della psicologia analitica. Ecco allom la trad11zione di questo vecchio
testo che, meglio di ogni altra testùnonian;za, chiarifica al lettore desideroso
di sapere, oltre che di sentire, il sistema teorico di }rmg.

Mii.ano, ;!!.aggio 1991 Marco Gay


PREMESSA ALLA SECONDA EDIZIONE
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Ad benevolum lectore,n , -.,. ,\ , ·~, \ ,\\, (, ,. .


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Quando un Libro che è ormai esaurito da lungo tempo viene ristampa-
to senza apportarvi ampliamenti o modifiche, il let tore può chiedersi se
Papera sia ancora attuale. Non basta che editore e curato.re ne siano per-
suasi - criteri più oggettivi devono giustificare una nuova edizione.
A questo si aggiunga, poi, che nel campo della psicologia junghiana
molti, moltissimi sono i testi crit ::i. E le riviste si incaricano di incremen-
tarne ulteriormente il numero. Ora come prima, però, è della mn:isima im
portanza affrontare le opere fondamenta.Li d i questo campo del sapere.
L'opera di Toni Woff è una di queste, non soia perché l'autrice è sta-
ta !a ~ a e più importante collaboratrice diJung, ma anche perché è sta-
t(la prim,€_1~ a elaborare in modo sistematico i fondameoti filo-
sofici della Psicologia Complessa. Oltre a ciò, Toni Woff, dimostrandosi
un'originale precorritrice, si è occupata delle conclusioni pratiche da trarre
dalJe categorie psicologiche proposte da Jung. ·
Quando il cui-atore programmò per la prima volra la pubblicazione di
alcuni lavori di Toni Woff, Jung chiese subito di poter scrivere una prefa-
zione, nella quale tesseva l'elogio anche del lato pratico delle attività della
WolH. Questa sua coUaborazione testimonia al tempo stesso quanto fosse-
ro importanti peI lui, il fondatore d!;:UaJ?sicologia Complessa1 i contributi
di Toni Woff. A questo omaggio postumo, noi non abbiamo nulla da ag-
giungere. Nemmeno vi era motivo per fare oggi una scelta differente degli
scritti dell'autcice, poiché, per rispondere alfa domanda. iniziale, i suoi con-
tributi sono attuali oggi come allora. Il suo modo di accostarsi alla com-
prensione della psicologia femminile cos) come il suo saggio "lnterioriua-
l.ÌOtJe del cristianesimo" non sono mai stati così ri.cchi cli significato come
oggi. E lo stesso vale anche per ampi brani della Prefazione di Jung, ad
esempio per la questione delJa criminalità giovanile.
Eppure, in uo senso ben preciso, questo è anche un libro 'non moder-
no 1, giacché quanto Toni Wolff espone risulta 'autoritario'. Noi riceviamo
le sue intuizioni_per cosl clirefi'om the horse's mouth. Tultavia, bisogna su-
C. Il. MlilEll.

bito aggiungere che nessW10 più della n ostra autrice ha fino ad oggi diritto
ad esprimersi in questa forma qu~si dottrinale. Toni Wo!ff patia con au-
tentica e sincera autorità, proprio perché era tale nel vero senso della paro-
la. Chi l'ha conosciuta, si 1·arnmenterà come questa posizione autoritaria
fosse evidente Eih neUe sue ultime apparizioni pubbliche, ma anche come,
ovviamente, fosse subito accettata da tutti, dato che si accompagnava sempre
ad autendca affabilità.
È da au.guriirsi che anche il moderno lettore sia in grado d i accogliere
in questo spirito i lavori di Toni Wolff. Grande sarà il guadagno che ne
riceverà.

~tlmavera ~981) 1l curatore Prof C.A , Meier


PREFAZIONE

Con questa Introduzione intendo assolvere un debito di riconoscen-


za, poiché l'autrice dei saggi d1e qui. vengono presentati fo legata a me e
alla mia opera da un vincolo di amicizia~ c!_i collaborazione protrattosi pet
ben quarant'anni.1foo alla sua improvvisa scomparsa; avvenuta nel 1953,
all'età di sessantacinque anni. Ella prese p'tlrte attiva alle varie fasi di svi•
luppo della psicologia analitica e s erta a lei il merito di aver · o 4 --
~espressione "pskpl.ggia com~sa~'. La sua colla -oraziòne,Tutta~-ia,- non
fu limitata soltanto all'elaborazione dei metodi pratici di analisi e alla for-
mulazione teorica> entrambe peraltro ben documentate~- · ub-
blic-aci, ma si estese anche all'attuazione di un 'esperimento silenzioso"
di psicologia di gruppo, che pr egue..Ql'1mrrthrultre- ' nt' anru, a parte-
cipazione cioè all'attività cl Club psicologico di Zurigo.
Questo piccolo gruppo, fon ato ne , c e annoverò da trenta si•
no a settanta membri, deve la sua origine al nostro aver p1·eso coscienza
com'era del resto inevitabile, che la terapia analitica individuale (ivi con-
cluso il metodo "psicoanalitico") costituisce un processo dialettico che in-
tercorre tra due individui e perciò garaotisce esiti necessariamente unilate-
rali sotto il profilo della collettività sociale. La personaHtà indivuale dico-
lui che pratica il trattamento rappresenta soltanto una delle infinite possi-
bili forme di adattamento, che la vita non solo consente, ma che esige. Ciò
non significa tuttavia che il confronto tra due individui resti in fondo co-
me quello tra due grandezze irrimediabilmente incommensurabili oppure
non sia .null'altro che un adattamento tra due individui. La personalità umano.
non è soltanto individuale, ma anche collettiva e in misura tale che l'indi-
viduo costituisce per cos1 dire una minoranza soffel'ente. Ogni uomo co-
siddetto normale rappresenta la specie Homo sapiens e può perciò valere
Zc;°me misura delle. ren,m humanarum o come esempio del compaccameoto
umano in generale....Per questo motivo gran parte del lavoro analitico si svolge
in ambiti che sono comuni a tutti gli uomini, o perlomeno a molti, e che
possono lasciar da parte ogni discussione delle differenze individuali. Qu:mto
più la dfacussione si limita volutamente agli elementi comuni, al collettivo
o alla media, vale a dire alle premesse teoriche, tanto più aumenta il ri-
16 C. G. JUNG

schio della repressione dell'elemento individuale.


Grazie al naturiale acume della sua intelligenza e alla sua sensibilità
psicologica davvero geniale, l'autrice ha ravvisato già tempestivamente l'im-
mensa portata di questo problema psicorerapeutico dèdicandovisi con zelo
particolare, Per decenni rimase alla presidenza del Club, disponendo cosl
di un'occasione veramente eccezionale per accumulare esperienze di psico-
logia di gruppo. Nel gruppo infatti si verificano tutti. quegli eventi che non
possono mai venir costellati da un singolo individuo, oppure che possono
esser repressi involontariamente. Un analista di sesso musehile, per esem-
pio, non può mai costellare quelle reazioni che potrebbero invece suscitare
una donna che fosse al suo posto. Queste modalità comportamentali riman-
gono perciò latenti, vale a dire fanno la loro comparsa solo quando non
vi sia uo occhio critico a sceverare il grano dalla pula. Nel migliore dei casi
esse restano sospese a mezz'aria come speculazionL teoriche, ma non ven-
gono vissute come reali ed è possibile perciò che non vengano affatto rico-
nosciute per quello che sono. Può divenire oggetto di dibattito psicologico
soltanto ciò di cui l'analista ha acquisito coscienza tramite la propria espe, ,
rienza personale. Oggetti di altro tipo che il paziente potrebbe presentare
alla discussione, nel caso in cui gli si dovessero afEaccja.J1e alla coscienza,
vanno a scontrarsi contro l'inconsapevolezza1 in questo specifico punto,
di colui che coml:)ie il trattamento. Se egli potesse in questo cas..9 spogliarsi
della propcia autorità, potrebbe riuscite a compensare il suo difetto d'e-
sperienza tramite il vissuto dell'altro. C'è il rischio però che egli contrap-
ponga alla realtà psicologica un teorema astratto perché terne di ser\tÌrsi
inferiore ammettendo di fronte a se stesso la propria lacuna. Questo l'i-
schio si fa particolarmente elevato per il medico da ,c ui ci si auende sempre
un atteggiamento autorevole. Con troppa facilità può succedere. che, per
questo motivo, egli non riesca più a mantenere un equilibrio tra preconcet-
ti teotici e accettazione act~tica e che non gli sia più possibile distinguere
tra resistenze giustificate e ingiustificate da parte del paziente..
Questo problema pratico cli notevole importanza ha indotto l'autrice
a porgere particolare attenzìone a talune tipiche modalità di comportamento1
in spece femminili Come ogni persona intelligente saprà ber\e, una sirruJe
tipologia oon serve affatto a m:farte una classificazione utlizzablle da.I punto
di vista statistico, guanto invece molto più a ceroir di comprendere e di
clivP.nir cosclenti della struttllrn di varie mnrlalità nnrm11li rii mmpnrtamenro .
Si tratta cli forme tipiche di reazione che hanno diritto d 1esistenza e che
non vanno considerate come patologiche esclusivamente perché il terapeu•
ta appartiene a un altro r.ipo. Una tipologia deve perciò essere in primo
luogo uno strumento ausiliario della critica della conoscenza psicologica.
La psicologia empirica è cosl ricca che si possono stabilire centinaia di cri·
teri per costituire dei tipi, senza necessariamente attribuire a nessuno di
essi una particolare-importanza, vale a d ire senza presumere che esso costi-
tuisca un criterio particolarmente generale e probante. Questo modo di pro-
cedere nasce. - e qui sta il suo valore - del tentativo critico d i impedirsi
di far valere il proprio pregiudizio quale criterio di normalità1 caso che pur-
troppo continua a ripresentarsi sin troppo spesso: l'estroversione sarebbe,
per esempio, normale mentre l' introve rsione verrebbe considerata una forma
di autoerotismo patologico.
Lo studio delle difficoltà che si presentano in un gruppo ha offerto
all'autrice una ricca messe di espetìenze, dl cui ella si è ottimamente servi-
ta. Anche il gruppo, alla stessa stregua del singolo indivlduo, è influenzato
da molteplici fattori tipici, quali l'ambiente familiare, la società, la polili-
ca, la concezione dd mondo e .l a religione. Quanlo più ampi sono .i gruppi
tanto più l'indiv1duo assume al loro interno la funziohe di esse1·e colletti-
vo, eh.e è cosl potente d a riuscire a mortiucare la coscienza individuale si-
oo al punto di annullarla, cosa che capita con tanta maggior facilità quanto
più l'individuo è carente sia di un patrimonio che rechi un'impronta indi-
viduale, sia di contenuti spirituali . li gruppo e tutto ciò che g li è pertinen-
te hanno perciò sempre avuto funzione di copertura rispetto alla carenza
d i genoina individualità, aUo stesso modo in cui i genitori suppliscono A
tutte le capacitÀ di cui j] loro bambino è sprovvisto, A ql1esto riguardo il
gruppo esercita dunque un' influenza sedurtiva poiché nulla è più facile del
continuare a percorret'e vie infantili o di forvi ritorno. Resta realmente pre-
servato da questo perico lo soltanto colui che sia capace di acquisire un pa-
trimonio di dati individuali.
Le espe.rienze nd gruppo hanno ripetutamente confecmato che il gruppo
porta sotto ogni riguard o all' lmirazione e 11Ua dipendeuza, in quanto costi-
tuisce una sottile deviazione e pertanto promette agli indlvidui di liberarli
dal penoso confronto con se stessi, Continuiamo a ignorare che il nostro
destino ci raggiunge comunque, se non in modo diretto, ci ha anche sot-
tratto tutto ciò che rend e la vita degna di essere vissuta. N on abbiamo cer-
to bisogno di portar notto le ad Atene sottolineando i vantaggi sociali della
vita di gruppo oppure ammettendo che la protezione du parte della società
è indispens;tbile e ~i rivela di vitale importanza. N e siamo già rutti convin-
ti. Nessuno invece gradisce, od osa menziona.re esplicitnmente, le riper-
cussioni negative che derivano dalla vita di gruppo, perché teme in lai mo-
do d i evocare il temuto problema dell'autoconoscenza e dell'iudividunzio-
18 C, G, JUNG

ne. Nell'ambito del i-rnttRmcnco analitico che si sforza di compiere un con-


fronlo trn le psicologie di due individui, ~ pone invece l'ardua questione
di decidete che cosa appartenga all'uno e che cosa sia invece proprio del-
1'altro.
Pet rispondere a questo interrogativo è necess:1rio sviscerare a fondo
ogni contenuto, significato e valore, procedendo oltre gli imperativi collet-
dvi dell' "occorrerebbe" e del "si dovrebbe", La ri Aessione, generalmente
poco praticata, sulle caratteristiche essenziaJj di ogrJ individuo si pone co-
me complto primario, perch€ nessuno può accedere all' autonomia senza aver
cosdenza della propria singolarità. Credere in progetti genernJi non rende
l'uomo nulla più di un essere collettivo, mentre egli è in realrà un indivi-
duo ben distinto dagli alrri e dovrebbe quindi essere anche in possesso dj
una coscienza individuale. Se non dispone di un pacrimouio fisico e spiri-
Luale adeguato, l'individuo rischia di svanire nel collettivo, cosa che è in
contrasto con l'impulso biologico suo proprio a formarsi una coscienza in-
dividuale differenziata e che determina quindi una molteplicità di effetti
deleteri.
Quanto più l'educazione è ' 'scientilica", tonto più sì orienta su pre-
cetti generali e reprime perciò lo sviluppo individuale del bambino, Uno
cU questi prindpi generali sostiene che "occorre tener conto dell'individualità
dello scolaro e tutelarla".
Questa norma, io sé c ocomiabUe, si tramuta però nella i:,ratica in uo
assurdo perché le varie cara! terisriche dello scolaro non vengono differen-
ziate mediante iJ confronto con i valori collettivi, cosicché le qualità pecu-
liari di ciascuno vengono tutelate e sviluppate purchessia, senza badare se
io futuro risulteranno utili o dannose aJ bambino nella sua vita sodnle. Gli
si preclude la possibilità - per lui di estrema irnporcanza - di sperimen-
tare che le sue doti peculiari non hanno di per sé diritto ad esistere. Ope-
rare una dLHerenziazi::me e compiere una valutazione di tali doti richiede-
una dose talmente elevata di tatto, esperienza e cap~cità da parte degli edu-
catori. che il nostro principio dell'attenzione da prestare alle caratteristi-
che individuali di ogni scolato non può essere attuato senza grossi pericoli.
Un'applicazione troppo generalizzata di tale principio rischia infatti di creare
degli individualisti disadattati, anziché degli individui capad di adattamento
Nel primo caso regna sovrano un Io privo di riguardi per c'hicchessia, men-
tre nel secondo l'Io riconosce l'esistenza di fattori che uguagliano, quando
addirittura non supe.rano, la volontà personale.
Il possesso di caratteristiche peculiari □on ~ né un merito, né un do-
no, in sé c. per sé. prezioso, della natura. È un semplice "esser fatti cosl''
PREFJ\_ZIONE

che acquista rilevanza solo nella misura in C\li diviene oggetto di riflessio-
ne e di valuta.ziooe da parte della coscienza e si sottomette alla decisione
etica, L'autorità indispensabile per una simile evoluzione è rappresentata
dall' educatore. Da lui ci si deve attendere che sia una person11 autorevole;
ma egli può essere tale soltanto se ha compiuto su se stes&o l'atto deU'auto-
conoscenza e se riconosce il principio dell'autorità. Altrimentj i suoi allievi
non cj metteranno molto a scoprire che il maestro fa tante belle chiacchie-
re, ma non è quello che dice. Diritto a mantenere la propria singolarità
ce l'ha soltanto colui che se l'è guadagnata, e solo in quanto se l'è guada-
gnata possiede autorità, vale a dire autonomia e individualità. Queste ulti-
me non si possono mai strappare con la semplice forza del desiderio viziato
di chi ama risparmiarsi.
Oggi sembra che questi luoghi comuni della pedagogia siano da piìi
parti scivolati nell'oblio. E l'ignoranza a tale proposito sembra una dell~
ragioni fondamentali all'origine dd terribile Incremento della criminalità
giovanile. Dato che nessuno può essere educato con prt:<.:elli generali e chtc
essi non lasciano le briglie sciolte alle caratteristiche peculiru-i di ciascWlo,
la gioventù ha perso il senso dell'autorità e in tal modo il singolo diventa
vittima del caos interiore di valori indifferenziati. Lo sviluppo della sua
personalità subisce un arresto, e l'individuo si sente represso, defraudato
della propria natura. Ne deriva paradossalmente che i giovani sono all'af-
fannosa ricerca d i una propria individualità e che si può perfino giungere
al delitto, pur di riuscire a strappare un margine di irrevocabile originalità
personale. Si tratta di una manifestazione di protesta collettiva contro ogni
plalitude livellante che nasce dalla cosiddetta visione scientifica del mondo
e dalla ùisLwzione, da quest'ultima determinata, delle forze istlrvirnli ed
emotive.
Il valore spirituale e mornle di un gruppo corrisponde al valore medio
dei suoi singoli membri. Se questi ultimi non valgono un bel niente, e nulla
serve che il gruppo nutra alti ideali. Le esperienze nel gruppo perciò conti-
nuano sempre a ricondurci al problema del vnlore dd singolo e del suo gra•
do di sviluppo.
L'autrice dei presenti saggi ha rivolto quindi il proprio interesse so-
prattutto al problema dei contenuti psicologici dei singoli individui e alla
discussione dei medesimi in vista di un ra[forzamento della coscienza. La
singolarità di una discussione di questo genere, da cui il profano spesso re-
sta sconcertato, sta proprio oeJ suo non essere filosofica nd senso tradizio-
nale del termine, ma psicologica; essa tien conto cioè dei valori affettivi
ed emotivi individuali, desumendo i propri oggetti non già da un mondo
J.O

di concetti astratti universali, ma dalla vita reale d'ogni giorno, ossia dalle
esperienze, dai sogrù e dalle fantasie dei singoli individuali. La discussione
si propone cli fare un po' di ordine in questo caos di minuzie tra loro scon-
nesse e incomprensibili, riportando alla luce della coscienza i nessi ignoti
con lo spirito umano universale, nd limiti consentiti daJJa nostra intelli-
genza e capacità di comunicazione, Questa attività terapeutica non costi-
tuisce ovviamente una filosofia nel senso odierno della parola, sebbene chi
non abbia dimestid,ezza con la materia psicologica finisca sempre erronea-
mente per prendere l termini puramente empirici e pragmatici per concetti
f ilosofici o perfino per asserti metafisici.
L'autrice ha dimostrato un encomiabile interesse per questo campo
di indagine e i suoi saggi, oltre a rivelarsi estremamente istruttivi e stimo-
lanti pe.t gli addetti ai lavori, potranno offrire anche al lettore profano me-
diamente colto molti spunri di riflessione su ten1i rispetto a cui gli speciali-
sti hanno ben poco da dire. Si tratta di risposte a interrogativi che agitano
la psiche deU'uomo contempornneo più che quella dello speciaJista accade-
mico. Mentre quest'ultimo è autorizzato, nell'ìnteresse dell'obiettività scien-
tifica, a escludere dalla sua ricerca i valori emotivi e, in particolare, tutte
le reazioni soggettjve e gli sconfinamenti nei terreni limitrofi, in cui egli
stesso è un profano, lo psicologo invece seguirebbe una falsa pista se igno-
rasse i nessi e le analogie affettive, che costituiscono glì elementi della vita
psichica. Per abbozzare un quadro adeguato dell'effettiva molteplicità di
relazioni esistente era gli eventi psichici, lo psicologo deve dare rilievo pro•
prio a quegli aspetti che lo scienziato specialista cerca ansiosamente di te-
ner loncani dal suo campo di ricerco, Una psicologia empirica di natura com-
plessa si trova perciò a occupare una posizione alquan to difficile nel mon-
do degli specialisti. Mentre questi ultimi, sulla base di princlpi generali,
pervengono a un più preciso e meglio definito rilevamento de.i particolari
più minuti, lo psicologo empirico deve partire da un campo limitatlssimo,
di cui egli è l'unico esperto, ossia dalla personale conoscenza cbe ha di se
stesso. [o cerci casi egli avrà perfino il suo bel da fare a liberarsi dal pl'egiu-
dizio dl praticare una qualche sorta di "psicologia". Se è realmente delato
a questo riguardo, non gli ci vorrà molto a scoprire eh.e è circondato da
una gran quantità di simili specialisti personali, pure loro forniti di pl'e•
messe soggettive e come lui inclini a ritenere il proprio pregiudizio perso-
nale come una conoscenza psicologica universalmente valida. Per o t tene.re
una conoscenza empirica sono però necessarie molte singole esperienze com-
piute da molti singoli osservatori che si sono previamente accertati dell'i•
dentità sia dei propri metodi d'osservazione, sia anche degli oggetti osser•
PREFAZIONE 2(

vati, Poiché gli eventi psichici complessi sono accessibili ~olo in nùsura mi-
nima a metodi sperimentali, noi dobbiamo perciò rimetterci alla descrizio-
ne che se ne può dare e pos~iarno tentare di interpretarli soltanto amplifi-
candoli e stabilendo tra loro dei confronti. Questa procedura costituisce
l'esatto opposto del risultato cui lo specialista tenta di pervenire: egli mira
infatti a conoscere il proprio oggetto nella sua essenza più genuina, mentre
lo psicologo che si vale dei metodi dell'amplificazione e della comparazio-
ne per comprendere i dettagli irrazionali, apparentemente accidentali e cao-
tici su cui si trova a operare, non deve peritarsi di impiegare anche analo-
gie formali ovvie, superficiali, esteriori e casuali, poìché sono proprie que-
ste a servire da ponte nell'inclividuazione dei nessi psichici. Allo stesso modo
in cui egli fa inorridire il filosofo, al quale è estraneo l'intento dello psico-
logo, con una teoria che agli occhi del primo appare come una forma infe-
riore di filosofia, cos1 irrita anche lo scienziato specialista, che ignora la
problematica psicoterapeutica, con l'imprecisione e la superficialità delle
sue "fantasiose" analogie. Ma cosa lo psicologo potrà poi attendersi dal
teologo, le cui proposizioni egli tratta in modo blasfermo, considerandole
come " asserzioni", vale a dire come prodotti psichici, ponendole con ciò
suUo stesso piano degli asserti di altre religioni, che nel loro insieme non
sono altro che "aberrazioni"?
La terapia psicologjca nel senso più lato va alla ricerca di valori che
plachino i bisogni psichici dell'uomo moderno, in modo tale che egli non
debba più cader vittima della massificazione che Jo annienta. Gli imperati-
vi "occorrerebbe" e "si dovrebbe" sono mezzi inservibili che hanno per-
duto già da gran tempo la loro efficacia. Per individuare il mezzo giusto
ci è necessario invece conoscere l'uomo reale nella sua totalità, cosa che
non è possibile senza coinvolgere tutte quelle sfere della vita e del sapere
che lo riguardano direttamente.
Molti del saggi che seguooo attestano l'impegno in cui l'autrice si è
profusa a questo riguardo e costituiscono un istruttivo e chiaro esempio
dello sforzo operato dalla p_si_c.9l9gia complessa _per colmare le falle aperte
dall'irruzione delle. scienze naturali nel campo dell'educazione superiore
dell'uomo.

Zurigo, 1959 Cari Gustav Ju11g

(Per gmtile co11c~1Jio11~ dello Bolla.tl•Bonnghitn p11bblichi111110 11i /JJ I n · uria /111110 Mnr-
1i111~//odel tmo di C,G. J11n.R. oppano 11e/le OPERB, uo 11111e X 101110 2; Torino, 1"8G).
l I I /

INTRODUZIONE Al FONDAMENTI
DELLA PSICOLOGIA COMPLESSA

_, ; \ '
In un campo difficile quale necessariamente è quello della Psicologia
Com lessa, sarebbe sen:;1'altro opportuno poter contare su di un'indagine
(inetodoJ~ca e uno sguardo 1i ist~mat1c9 p'insieme. T_llttavia, i] lavoro che
segue non intende e_~ ere niente di più che un tentativo di evidenziore e
circoscrivere in quakhe modo lo spazio spirituale in cw si collocano le ide_e
dÌ)ùiig.- - -- - - - - -
- Un'esposizione esaustiva dell'opera di una mente viva e creativa sa-
rebbe impossibile in partenza. Quando però un lavoro di ricerca abbraccia
un arco di tempo di oltre trent'anni, esso produce sicuramente dei risultari
che, al di Jà di tutti i mutamenti e le nuove conoscenze dischiuse, hanno
dimostrato in concreto la propria validità, diventando cosl fondamento çruito
~ luicerca emg!_rica quamo pct la siste~lica ~.:ll~nuuva <liscipliua.
Anche a presandere da qualsiasi insufficienza personale, ogni tenta-
tivo di esporre i principi della Psicologia Com lessa è condannato in se stesso
n restare incompiuto per una serie di ragioni. Per un vetso cm 1pen e a -
la caratteristica spirituale di Jung. Egli è anzitutto e per temperamento un -
-.;~pirico; !!' _t~ria in hii è cresciuta dal lavor9 pr<}tico e in questo si è svj-
luppata ed ampliata. L'elaborazione aprioristica di sistemi o la speculazio-
- - in
;:;-e-ailtìcipatdce ;on sol~ rebbero netta contraddjzione con il suo scru-
- ,,,,
"
polo scienti.fico, ma offuscherebbero anche queUo sguardo ampio e privo , -
dìpregiudizi con cui, da medico, hasaputo seguire le mol'teplki e singolari -~- •
vie deùa;jatura psichica e che gli rende appunto possibiJe di riconoscere
l'esserw~Ja psiche-:-- - ; ; - : ; :, . '\;...., - - - -- J
~..., , ~rperò, ~tesso ~~_!.t.9 de.llJ~~ogia Complessa, vale a
dJre..I.~psiche~l ad_@'esp.Qslzion te9-i:..k , Lo psichico non può
essere a1fatto espresso adeguatamente nel me ,zum di un linguaggio intel-
lettuale. Questa è del resto una caratteristica comune ad ogni esperienw .
A ciò si aggiunge che la sua forma autentica di espressione non è il linguag-
gio razionale della coscienza, ma uc ''6scut111~g"lio lingl,!O gio delle im-
_magini, che la nostra epoca riesce a compren ere so o con molta di ficoltà.
---Un terzo motivo dell'foadeguatezza del presente saggio è da vedersi
nel fatto che la teoria psicologica di Jung è solo em correlato, per di più
inclìssolubUmente legato all'altro, ossia alla sua applicazione e al suo svi-
luppo pratico, Per esporre la Psicologia Complessa in tutti i suoi aspetti,
oon solo si dovrebbe riprodurre l'intera casistica di un'analisi psicologica,
ma si dovrebbero includere anche ampie descrizioni della vita di singoli
uotnini. Questo è però impossibile per la semplice ragi_o ne c_he gggl al"!nlisi
;. ,... e ognl vica fiànno -un cors~ ì~d.Lvifll!il~ . - - - -
\\.- Uni quarta·Jilficoltà di questa esposizione, è costituita dalla molte-
plicità di aspetti che trovano applirnzione nella Psicologia Complessa. Per
~
superare in qualche modo questo ostacolo, si è tentato dt dare rilievo a eia-
,.' scuno cli tali aspetti in quattro capitoli distinti. Nel farlo, pero, ' non si è
,l potuto evirare che le diverse parti oltrepassassero i propri confini, intrec-
ciandosi tra di loto. Cosl, ad esempio, il capit~~o ~~t~~logk(!_g_ey~essen:
messo in relazione_in alcrrn_l suoi pun_ti ~or1 q1:1ello tiguarc;lan..t.~ la struttura,
e vice-versa· una visione globale della struttura dell~ _esich!!_è ,impossibile _
d~ ottenere sé·non si-dispoa_e-9\ p~nff qi v,i sta metqdqlqgicì. ~ 9'-!_es;!J_P..!:.Q·
p_osito la difficoltà maggiore è rappresentata dal C~f!Cett~ Qsiçologico di ener:.
gi!!_. Le rel;zioru énergetiché sono sl"in~~enri~a struttura psichicn~
chiaro tuttavia che esse diventano evidenti solo all'interno di una panico-
lare prospettiva teorica - e per questa ragione nenfrerebbero a buon di-
ritto nel primo capitolo. Questo, però, è a sua volta impossibile, giacché
per comprendere il concetto psicologico di energia bisogna presupporre le
specifiche d inamiche pskhiche. Per questo insieme di mo tivi si~ dedicato
un capitolo a sé nl concerto di energia, iJ che oltretutto è giustificato dal-
l'importanza fondamentale che esso ha per la concezione junghiana della
psiche. L'ultimo capitolo contiene alcuni accenni sul significato della Psi-
cologia Complessa in relazione alle problematiche cbe caratterizzano la vi-
ta dell'uomo nell'attuale civiltà.
Se si tengono presenti tutte queste difficoltà che si devono superare
nel corso dell'esposizlbne delle idee e se inoltre si tiene costantemente d'oc-
chio il fatto che in Jung l'elaborazione teorica non è mai fine a sé, allora
quanto segue può davvero soddisfare il suo intento di essere un 'segnavia'
e trovare quindi ]a sua giustificazione, dato che _esaminare e raccogliere il
materiale empirico all'interno di una concezione teorica corrisponde tanto
all'esi eoza della Psicologia Complessa di essere una dtsc1plina scientifica
quanto aJ temperamento s mtua e J Jung, con a sua du ·ce uaUtà di
medico e ncercatore, che lo predestina ad essere psicologo.
,1. e ►ilCL'-' oV~ il.> )

-c::.,,...:u
r.-b: h.~J:-(.\>
1 ~ l..-< l-.. . ,
_..i·,,..,,...; ,,... ,t""-V...."'\t,"; __. ,....,,_

" .1,1 ......-~~c.


L'indagine ch e segue vorrebbe portare ad un atteggiamento simile a
quello che 'I:leisepR.e ~, a proposito di un'altra disciplina, desccive con questt::.
parole: · - ,.- ·:=::

TI passaggio deUa scienza esatta da un campo esplorato ad un nuovo


i:ampo di esp~cicnza non si compicrÌI dunque mai applicando sempli-
cemente 11.lle nuove esperienze le leggi finora note. Al contl'ario, un
campo di espcrienr.a veramente nuovo condurrà sempre alfo forn1a;i;io-
ne dì un nuovo sistema ili leggi e concetti scientifici, non meno rnzio-
nalmente analiuabili, ma foncLimenralmente diffetenti doi 1,11eccden-
tL.[..,l Quesra nozione ci può preservare dall'errore, prima non sem•
pre cviram, di voler costringere nuovi campi d'esperienza in un'arma•
t1.1ra concettuale ormai invecchiata ed a loro non più :ipproprial:Q E
inversamente ci riuscirli facile inserire alcuni modi di pensare, sorti
in contrasto coll'ideale conoscitivo della scienza classica, in un con-
cetto di scienza vasto e tuttavia unitario e logicamente elaborato. Il
tentativo di collegare prematuramente i vari campi della conoscenza
umana coll'accenno al fatto che forse la loro diversità non condurrà
piì'l a difficolt¼, non Bvrebbe ~rò la forza di produrre una vera uni(j.
cazione deUa vita spirituale, come non l'ebbe a suo tempo la generaliz-
zazione della scienza razionale a immagine razion;tlistica del mondo.
Ma, come quella generalizzazione fu nondimeno feconda, perché in
molti campi il,dicò nuove vie al pensiero, cosl aoche oggi renderemo
un ecceUente 5ervigio al futuro spianando alme.no la vìa alle forme di
pensiero di rccence acquisite, senza combatterle per le loro insolite dif-
ficoltà, Forse non è troppo ardito sper~rc che allora nuove forze spÌl'Ì-
tuali ci riporteranno vicini a quell'unità dell'immagine scientifica deJ
mondo c he nesli ulrimi decenni è -.tata esposta a tanto gr.,.,,i pericoli. 1 ,

La psicologia occupa in più sensi una posizione particolare tra le altre


scienze. f ~'"i si c:Ùstin~ue_ infatti dalle altre discipline empiriche in quanto
il suo ogg_«;_t~o1 Il! psiche, ~ al tiaipo ~tesso anche il presupposco soggettiv9
della conoscenza, indipendentemente dal fatto che il ricercatore rivolga la
prqpria ~ttenzione a se stesso o aglf altri. Perciò, D:!-n~!_garjnzia di v~~a
Q_Q!etti~_sta ne[esigenza, f:~pressa daJ~Jk~ - ~a cr~i~ ei_p3~epo-
sti soggettivi relativamente alle premesse psicologiche ed ideologiche del
- ·--~ - - - . - - - -- - -
4 •. ' .
T . WOLFP

ricercato.r~_. Se quest'ultimo, però, è consaP.e.vole dr;lla sua posizione per-


sonale e concede al suo oggetto jj rango dell'at1to11omia1 se cioè non riduce
la psiche né ad un epifenomeno di processi o'istintì' fisiologici, né ad un
semplice accidente di certi fattori spirituali o magad 'sociologici' , ma la
comprende nella sua realtà, allora il 'presupposto soggettivo' non d.iJferi-
sce in linea di principio da que.lJo di qualunque altra disciplina; «Le scienze
hanno bisogno di un a priori o di un ' pre-giudizio' di cui potersi servire
nella reciproca delimita-zione della realtà da studiare; esse, cioè, hanno bi-
sogno di un @ ncjpig d(ic&n, in base al quale, all'inte r ~ materie date,
distinguono1 come si diçe, l'essenziale dall' i11esse11iiale~ . 2 .
Un ulteriore a priori di cui si deve essere consapevo nella 'delimita•
zione de.lJa realt~' della psicologia, è la posizione intermedia .o a sé che eJ>·
sa_._ per via della sua mat~i.ca, occupo fra scien~ze çlejJa natura e stlenze della
cultura.La psiche ha tanto uo~niversal~ quanto un~n~,~iguale) e
questo aspetto paradossàle è una sua caratfel:istica essenziale. A questo pro-
posito Jung enuncia il seguente importante principio:
\1
U conflitru fra nawra e spirito non è che l'espressione del cò~t.'
rere paradossale: dell'essere spirituale; esso ha un aspetto fisico cd un
aspetto psichico; e tali aspetti ti app:iiono contradditori perché noi ef-
fettivamente non comprendiamo l'essenw della realtà spirituale.. [. . .J
11 con llitco frn l'aipetto fisico e l'aspcmo spirituale èsoltaoto un.a pro-
va del fotto che la realtà psichica è in definitiva qualche cosu d'inaf-

r\ fc:rtabile. 'Qualche cosa' c 'è. Essa è senza dubbio l' unica nostra espc-
rienn immedlntn; tutto ciò cl,e io sperimento è psichico. [ ...] Tutto
cìò che possiamo conoscete consiste pur sempro di elementi psichici.
La p~ichc: è lo più reale d elle essenze, giacché è l'unica realtà immcdia-
t11. A qucstu realtà, alla realtà del/11 uil/1 prichicd, può richiamarsi lo psi-
cologo.[..,] Se io lrasferisco U mio conce tto di rc:ùtà nella psiche, do-
ve c5so ho la su11 sola vera sede, ccssa anche il cunflitto frn natura e
spiriro come principi d i spiegazione; éd essi si risolvono Ìn puri indici
di prove11/e1ua per i vari co11te11ult psichici che si succed ono neUa mia
coscienza,r,

{~ unto) è .forse necessario chiarire iJ rapporto che intercorre


&a i_l concettocl!Pflco/ogio Complessa e quello finora più frequentemente
utilizzato di Psicologia Analitica. La deHniziooe di 'Psicologia Analitica'
fu avarrzat~ung e dalla Scuola di Zurigo, fondata sul suo pensiero, al-
lorché ne1fa9t3)si separarono dalla Psicoanalisi &eudjana, la cui Associa-
zione inte~ionale Jung aveva presieduto fino a quell'anno.
Da allora, pertanto, con '-:Psicologia Analitica' si intende molto in ge-
• I ;
METODOLOGIA

l}_erald_~ .e_sji:9~gLa di Jung .. '.6,9alitica' jo guao!_o_!'..insieme della com:ezio-


~ psic_oJogi~a pres~ppone il ~~mento analitico, vale a dire l'inclusio-
ne dell'inconscio, distinguendosi cos) dal modo di procedere della pura psi-
cologia della coscienza; a differenza della psicoanalisi, però, essa non ana-
lizza l'anima.
I~_tt;_mpì pi~ recentl1 Junf utilizza per lo più il termine 'Psicologia Com-
plessa', e in particolare quando parla dell'insieme della sua psicologia da
un punto di vìsta teorico.~t/-0 ':!.!J__ -- ~ _ •~
1
.,. •1
La d,efinizio~_ç 'R~!c~l(!__g~_~nalitica', in_yece, è apffQpriata quan~o si
tratta del. procedimencq pratico dell'analisi psicoJogica~on è di secon-
daria impo'rtanza tenere gl_stioti i due con'=--etti, ed è ancfie per questo c·h e
il presente ~tudìo metodolog~~ e~o~~rCFeiisce ~ ter!!}i_ne 'Psicologia
"tomplessa' a quelloclt ' Ps~gi~ _ naliika~, piq ge~~almente(fi~ e p1:r-
c10 prevalentemente utilizzato anche in aJtre parti di questo libro.
lh ' -

La psicologin è la scienza degli eventi /!l}fb,{ci: ossl; dei processi e con-


~enut'l psichicie- déi lor~~~i___reciproci. L'asp~tto paraclòssale della sua
materia o, pt:r usare u11'esprt:ssione goethiana, la 'c9esistenza di ciò che
è diviso', diventa necessariamente anche la caratteristica di ·u-nà psicologia
che è scienza sperimentale. E precisamente in più sensi: poiché la psiche è
generale,, e tnf!i,pidutili natmale'e spirit1Ja]e, allora la ps\cologial secondo la
definìzione di · deve servirsi canto del metodo(géner-alizzarit~ quanto
di quello ir[ruvidualizzante Non solo. La Psicologia Coìnpléssà h·a due mo-
di d i proceaère praucamente,siistinti, ma d1e..-da un punto_g_i vista teorico
sono reciprocamente collegat~I' analisi psicologica dell'individuo,~ b teoria
scienlJfica, in altti termini l'applicazione delle conoscenze ps~çqleg-k_he al
dato indjviduale e i princlpi psicologici universalmente validi ricavati'dal-
l'empiria. ··
...__ -
-=·v,- · , •'.
La conoscenza psicologica è una categoria a sé. È un giudizio sintetico
e presuppone tanto la conoscenza del metodo e della strutturi de_lla _?sico-
l~gia ComplPss:1 ci11àn to l'autocritica del soggetto conoscente.
L'applicazione dd giudizio psicologico consiste nel valutare nessi psi-
cologici e nell'attuare un conferimen psicologico di senso. a noscen-
z_a psicologica -procede _tanto in mod •-;;,ti~ quanto in m costruitivo~
Ad esempio,Ja critic!Z.esicologic~er~ette compren ere e i:n~t•v -~oaj_
individuali inconsce, la soggettività dei processi di proiezione, il fondamen to
archetipicocHréaziéìriT"speàfiéheche sembrano persomili. E ssa consente
iooltreta conoscen~~ del c·ipo di attegginm<:!lto e di funzione e della pro-
blematica ad esso relativa, la disti'.nzione di contenuti personali e-imperso-
T. WOLFF

nali, appartenenti cioè alJ'Io o aU'elemento psichico-oggettivo. Per)'aspet-


to costrtlltiuo si possono citare come esempi: il collegamento psicologico cau-
sale degli elementi di un insieme inconscio di immagini o cli una sequenza
di immagini- l'elemento b di un sogno, ad esempio, è la conseguenza psi-
cologica del precedente demento a - ; inoltre si può ricordare l'interpre-
tazione psicologica di prodotti e simboli inconsci, che possono essere di
natura individuale o collettiva, appena sorti o di un'età storica, oppure di
tipo mitologico o primitivo.

P!esupposro categoriale della Psicologia Complessa è la con·elazione


C.!!Jl!P-_/ementare dì coscienta e incomcio. Coscienza e inconscio sooo i due
lati o aspetti della psiche e formano:\un "f_onti1111um eterogeneò, nel senso
in cui Rickert usa quest'espressione, l Jung descrive questo Catto nel modo
,,
seguente: , •;;,

L11. noscr11 coscienza non esprime le lotolitli umana, ma è e rima~


una pute.©ln genere la vitn psichict1, veduto esteriormente, sembru
una riproduzione di processi esterni, che ne cosrfruirebbero non sol-
tQnto l'occa1ione ma la stessa causa cflicientc. Di primo :11cchito si pub
anche pensare che l'inconscio si debba spie_garc soltanto sulla base della
rcalr11. esterna e ddb cosci~n2a: come si sa, la psicologia di Freud ha
fatto un ttnhHivo d i spi~guzionc di questo genere. L'imprcsu snrebbe
potut~ riuscite solramo se l'inconscio derivMse effettivamente dall'es-
sere e dallo cosden2a individuali; mo l'inconscio precede l'individuo,
giacche è disposizione funzionale ereditnto dai pcimordl, e la coscien-
za rnppresenra soltanto u n tardo figlìo della psiche inconscia, È chiaro
che non avrebbe serso spicgnre la vita di un capostipite solo guardan-
do ai suoi tardi epiyoni; percib, secondo mc, ~ :mche errato tr9t~~
l'inconscio come se esso dipendetse çaUSlllmc_n te dalla coscien-za~
i
La coscienza. è.:

il riferimento di contenuti psichici all'Io, in qu1mto iÌ riferimento


è sentito doU'lo ilppunto come tale, I rapp0rti di contenuti con l' Io,
In quanto non sono sentit"i dall'Io come rall, sono i11comci. Lo cosdcn-
2.a è lo funzione o attività che mantiene il rnpporlo di contenuti psi-
chici con l'lo. La coscienza non~ identica con lu psiche, in quanto la
psiche rapp(esente la totalit~ di turtì i contenuti psicnici i quali non
sol')Q di necessità collegati direttamente tutti con l'Io, o.sia non sono
con l'Io in un rapporto tale: che ad essi spetti la quru.ità dello cons~pe-
volezz~Q)
L'Io è un complesso di rappresentazioni che per me costituisce
il cencro del c:nmpo dclla mio coscienza e che mi 5embra po56edere un
METODOLOGI/\

alto grado di continuità e di identità con se stesso. Perciò parlo anthe


di un complesro de!l'lo. LJ com)?lesso dell'Io è tanto un contenuto quanto
una condlzionc della corcie>11a, giacché un elemento psichico per me
è coscien te in q\Jnnto è riferito al complesso dell 'Io. Tuttavia, poiché
I' lo è solu il centro del campo della mia coscienza, esso non è identico
dia totalità della mia psiche, ma è soltanto un complesso &a nltt~ com•
)?lessi. Distinguo quindi fra l'Io e USé, in guanto l'Io è so.lo iJ soggetto
della mia coscienza, mentre il Sé /: il soggeno della mia psiche tot~le,
quindi anche cli quel.la ioconscia. Tn questo senso il Sé sarebbe un'en-
tità (ideale) che include l'fo.0 \

Quello di inconscio è pertanto un concetto-limite, un noumeno, nel


senso Che un contermJ.Q_psichico non c0Jkgru.o~ll'Io_,1R~~na appare nella
coscienza, oon è p.fujnconscia_Dato però che esso., nonostante diventi co-
sciente, conserva la specifica forma d'espressione della psiche inconscia,
è necessario non togliere la distinzione, tanto più in quanto non si deve
credere che i contenuti psichici inconscì siano assimilati dalla coscienza anche
in senso funzionale e conforme al loro senso per i1 solo fatto di essere resi
1
coscienti. 1;;• 1,.. \ 1.,, c:f"' -;. •• •: .. ·,,
A rigar .2.L~f~, si _q_2 yr~bbe _d i_sti nguer~Jf~~Pt9.f ~»t'e.contamitt io-
consci,1~ocessi inco~~sono acce~sibili solo indirett~IJ}~nte;_i ~9l1!~uti
~idUci rnc~osci, mvece, a certe condiz~o..!ti.,_possqp.~S~, per.cepitL.di:-
rett n-te.l ò I
In pratic~ però, questa distinzione fra processi e_contem,1ti è difficile
da man per?.'Se si concorda quindi nel vedere la distinzione fra l 'aspetto
conscio e quello inconscio della psiche nelle differe.n ti funzioni e forme di
espressione, si riesce a caratterizzare con ciò entrambi i lati della natura
psichica e l'inesattezza terminologica diventa un fatto marginale. Questa
motivazione della formazione dei concetti di coscienza e di inconscio è1 tanto
più giustificata, in quanto il P._ti~~ip_io supremo della Psicologia Coitjplessa
è l'intuiziooe-.d.uvuniça della psichei Con questa espressionesi intende, da
~~arre, che tutti-i processi psichici, anche quando ;ppaio-no· isoÌati nell~
coscienza, sono struttu~;ùmente collegati l'uno all'altro - _c osì come l sin-
goli sistemi fisiologici sono coordinati tra di loro nella totali~à de LI' organi-
smo vivente - ç, dall'altta, cbe Ìa psiche non_~a un carattere statico, ffil.'l
dinamico, al quale si può rendere giustizia solo ~ediante una concezione
1;rier~ca.
Un' ulteriore distinzione critica di gene.re terminologico deve essere
fatta quando si tratta dell'applicazione dei concetti di inconscio perso11ale
e impersonale, La medesima distinzione vale anche per la coscienza, solo
Ì /f. _,,,., ' ! rv..., ~ ·~
30

che non sempre vi presciamo attenzione. A rigore, però, anche qul si do-
vrebbe parlare di coscienza personale o impersonale ossia, per esprimerci
in terminj psicologici, di cosci~a_d,ill'._Io e di cosci~oz~ generale o collçt-
tiva. La coscie..nza..gen~f!isponde allo sgirito del tem.p.o volta a .volta
dato, dunq_ue_!_gµille_.ipee e a ql!eÌ ~~ori uruversalmente_v:µidi c),e Ìn..J,111a
certa epoca risultano dorninanti.,La coscienza dell'Io partecipa d i questo
aspettopur senza identificarvisi, in quanto se ne distacca per differenze
tipologiche o di personalità.
Lo stesso vale a proposito dell'inconscio. L'inconscio personale consi-
ste in quella parte dell'Io che strutturalmente appartiene ali'Io psicologi-
co, ma che, o perché d imenticato o per motivi cli incompatibilità, resta in-
conscio e in seguito deve essere completamente assimilato. L'inconscio im-
personale o inconscio co/lettiuo è anzitutto sempre e naruralmeate incon-
scio; è vero che, rendendolo cosciente, esso vie.ne. parzialmente integrato
neUa personalità complessiva, ma tuttavia non può essere assimilato dall'Io
e si rapporta perciò a quesc'ultimo sotto forma ru oggetto (psichico), Per-
tanto l'iriconsci.o collettivo, quando h, coscienza sia in rapporto con esso,
viene anche indicato come lo psichico oggettivo. Il concetto di psichico og-
gettivo fornisce cootemporaoeacneote anche l ' intuizione della realtà e del-
l'autonomia della dimensione psichica.
In uno srudio metodologico, non ci si può ulteriormente addentrare
nella distinzione - oltremodo importante da un punto dj vista pratico -
fra inconscio personale e._inconsç..io collettivo. Ormai, però, dovrebbe esse-
re diventato chiaro cht\il metodé'della Psicologia Complessa è strettamen-
te legato alla visionecglobaledcM strt1tt11rn della psiche. Poiché quest'ulti-
ma sarà esposta in un capitolo a parte, ci resta ora il compito di.a · ee

deve precedere l'esposmoneoeJl~~Ori_!, - ----__J


il primo, Risulterà cosl evidente il motivo per cui l'indagin IJ!.etodologìqi

Un ultimo presupposto della disciplina psicologica, in linea di princi-


pio però estremamente importante, è quello secondo cui iJ suo oggetto può
essere conosciuto come realtà autonoma unicamente per mezzo del suo me-
todo.'.._11 Questo distingue in modo fondamentale la psicologia da tutte le
altre scienze. Certo, tanto la natura quanto Ja storia si innalzano al rango
di oggetti scientifici solo per mezzo di principi scientifici. Entrambi questi
oggetti, però, sono dati e accessibili immediatamente anche aU'inrelletto
ingenuo e possiedono la qualità della realtà anche senza presupposti critico-
gnoseologici e metodologici. Non cosl per la realtà della psiche. Sicuramente,
per l'animo ingenuo l'effict1cia della psid1e è qualcosa di assolutamente reale,
METOOOLOGlA }l

anzi ciò la cui azione lo impressiona e lo occupa più di ogni altra cosa, co-
me si può osservare ad esempio negli uomini primitivi e nei bambinj.
Il primitivo ha un'intuizione vivente dell'anima, mezzo energetica e
mezzo sostanziale, la vede cioè cotne soffio di qualche spirito, 'subtle body'
di tutte le cose. Egli parla con l'anima come con il proprio 'daimonion',
la percepisce come qualcosa di presente, come sorgente di tucta la vita e.
di tutti i processi 'soprannaturali'. Perciò è per lui della massima impor-
tanza quello che succede alla sua anima. I1 primitivo - per la posizione
ancora insufficientemente centrale della sua coscienza - è costantemente
minacciato d[ perdere l'anima e cerca dunque di proteggersi dagli influssi
magici, ossia inconsci, come pure di agire sulla propria anima e su quella
degli altri.
TI modo primitivo di vedere l'elemento psichico come un potete reale
ed oggettivo è però, sebbene oltremodo pertinente da un punto cli vista
psicologico, la formulazione di un'esperienza archetipica e non una posi-
zione critico-gnoseologica. La coscienza conoscente, che distingue fra fatti
soggettivi ed oggettivi e all'occorrenza sa riconoscere l'oggetto apparente-
mente esterno come fattore psicologico, non è ancora formata ed è quindi
sl capace di percepire l'azione di fatti psichici, ma non di pensare la realtà
psicologica.
Dato che lo spirito primitivo ancora non è cosciente di se stesso e si
trova nella condizione deUa 'participatio11 myseique' (riprendendo l'espres-
sione di Lèvy-Bruhl), cioè in identità psichica con l'ambiente circostante
e con l'inconscio collertivo, non è in grado di riconoscere l'azione dell'ani-
ma come fattore soggettivo nel senso psicologico, ma la prnierta e mitolo-
gizza, vale a dire la intende come attività d i forze esterne.
Nella misura in cui non siamo coscienti di una cosa, anche noi la proiet-
tiamo e dòg-màtizziaaio; la diffèren~a rispetto allo spirito _primitivo ·e0-
fancilé è che noi razionalizzhlmo le nostre proiezioni in modo alquanto più
ilfumfnato. Ad esempio, non trasfe~ia~o più processi e conten9ti psichi~i
incons~i neUa natura, pèrché da tempo l'abbiamo spogliata di ogni suo ef. -
fetto magico; invece vediamo-di preférenza i fattori agenti nel prossimo I
in istituzioni, cl~ssr:-partfti ~ nazioni come _pure in idee, convincimenti è
p_rog;·am~. Tu_tto q"-1,eSto. lo r~rJ!!!_mo incondizionata~ente ;e~ponsubilf;-
delle nostre reazioni positive e negative e ci aspet tiamo dalla sua bontà o_
malvagità lu salvezza o la svent~ra.
Noi non siamo coscienti della realtà psichica del fattore soggettivo,
perché la psicologia è diventata solo di recente una scienza sperimentale
e non è molto che ha incominciato a staccarsi dai suo.i&eoitod sc..i.GemiG-i-,
la fjfosofia e la scienza della natura , Solo conquistandosi una posizione a
sé stante, essa ha trovato la propria autonomia e con ciò ha anche elabora-
to un proprio metodo. È per questo motivo che noi possiamo riconoscere
l'azfone specifica della psiche solo per mezzo del punto di vista psicologico.
Col\Oscere significa taoto distinguere un oggetto daali altri, dunque deli-
mitarlo da ciò che esso non è, quanto anche spiegarlo oella sua funzione
e struttura specifica e signlf.icativa. Solamente il metodo specifico, adegua-
to all'oggetto, ci disçhiude la sua natura specifica.
Sotto questo riguardo, la psicologia si trova in una posizione di gran-
de svantaggio rispetto ad altre discipline, come ad esempio la scienza della
natura e quella della storia. L'oggetto dell'una è spaziale, quello dell'altra
temporale ed entrambe, dal punto di vista critico-gnoseologico, sono di-
stanziate dal soggetto conoscente. L.1 psiche, invece, non è in questo senso
un oggetto mediato, ma appare nel soggetto stesso. l?er la critica della co-
noscenza psicologica, pertanto, dobbiamo adottare ouel principio che. Ric-
ken dichiara prerogativa della rnosofia e definisce principio etet·o logico1 per

capire in che misur11 anche l'immediatll sin concxscibilt. Un pcn•


siero universule deve conoscere Lanto l'oggclto quanto il soggcno, Jun-
que, come diremo adottando la terminologia abituale, fare emrambì
'oggcuo' di cono,cenu nel senso più ampio del termine. n lOggcuo
conoscenrc, da qoes10 punto di vista, non~ punimentc 'contcmplnti-
vo' nel senso di uo soggetto che si limirn all~ meru 'intuizioni:' . Esso
ua/111a nel senso piÌl ampio del rcrminc, in quanto uffcrma o nega :in-
ch.:, anzi proprio mentre conosce. Un sollllctto puramente fonnalc, che
non prenda In alrun modo posizione, non sarebbe ancorn un soggetto
COI/Of{e/lle. ,,

IJ soggetto, perciò, vtene definito da Rickert la 'sintesi del conoscere'.


La psicologia non pretende certo di essere un 'pensiero universale',
ma, mutatis mutandir, essa si trova nel suo campo innanzi ad un compito
si.mile a quello che Kant ha .assolto 11ei i::nofrQntì rle lla conoscenza in gene-
rale, queUo c ioè di mettere in luce i fonda menti della sua specifica facoltà
conoscitiva e di precisare i metodi che ne risultano.
Distinguendo fra l'Io psicologico (Ego) e la dimension~ico-
oggetf , ·c.ele · plessa stahilisce la relazione critico-gnoseologÌc'll.
fra il oggetto conoscente nel senso flloso/ico, e j~ggett~ d1u:.ono~~
N senso psicologico, roggetto è l::i totalità psichlcn(S6), dunque l'Ego
con l'inclusione della dimensione psichko-oggettiva1 cd è questo il motivo
per cui nel corso del tempo diventa necessari,1 l'integrazione dell'inconscio,
pe1·ché cioè L'Io deve stabilire un rapporto con esso. Questo rapporto sj
compone di dati della coscienza e dell'inconscio e v iene detto 'funzione
trascendente'. 11
Il criterio imparziale a partire dal quale è possibile tanto intrapren-
dere una c ritica dell'io guanto stabilire una relazione con lo pskhico-
oggettivo, è formato da due categorie, una data og_g1;_ttiyw_çJ:1Le ~ .!,I/!!! 5.2g-
getti~ ~ ~
La categoria oggettiu(lme__f!ie d_!lia._$ il metodo psicol~gico compksw,
quella wggeflitta meilte daca è l'inconscio dell'individuo, ovvero la pres~.91
posizionè dell'Tò n ei confronLi dei fattori fnconsci. 11 più importante fatto-
'te U
inconscio r't!golativo è sogr,o ·..
f- ~- .... ,'- ... • l - , ,....., ~ 1"-41 _,• l.-";_1.• _-;-h '" ft! .~,

Noo dobbiamo dimenticare che:! quasi la merà della nostra vlt11 si


svolge in uno stnto di maggiore o minore incoscienza, e il sogno ~ ap-
punto la tipica espressio ne dcU'ioconscio. La vita psichica, cosl come
ha un suo loto diurno, rappresentato dalhi coscienza, ha un suo lato
llQtturno, costituito da quei processi Inconsci che possono essere nv-
vertiti coroe font:uie oniriche. Ora, poiché nella coscienza non vi so-
no solranto desickri e cimori, ma infinite altre cose, è ben verosimile
che la nostra vita onirica disponga - rispetto alla coscicnz11, la cui na-
tura ~ essenzialmente concentrazione, limirazione., esclusiòne - di uns
sfera altrcltanro, se non plil vasra, di contenuti e fnrmc vi1111l possibi-
li. [.. ,J Effettivamente i sogni sono puri prodotti della psiche incon-
~clu, spontanei, imparziali, indipendenti dalJ'orbltrio dcUa coscicniA.
Essi sono purn narura, e perciò di verità naturale, non aduhecota. Per
questo sono massimamemc idonei o riproporci un urcggiomento con-
forme all'essenza dell'uomo, qu~ndo la nosrra coscienza sì è 1roppo
aUoncanata da 1:i.lc es~nza, cacciandosi in una situazione impossibUe.
Occuparsi dei sogni signiHcu prendere conor,·enta di ré. Mn non è di
sé stessa che lo coscieni;a dt:ll' lo prende conoscenza: essa o,sume i dati
obiettivi del sogno come comunicazione o messaggio dell'unica anima
inconsci3 de.l.l'umnnità. Non ci si conosce in bru;e aU' lo ma al S!, a quel
Sé str1u1lcro che è fondArrn:11t11lmen1c nostro, che è lo stesso nostro
ceppo da cui l' Io è sorto. &so ci è estraneo perché, attraverso lo smar-
rimento della coscienza, ce ne siamo esrraniatl. [ ...) La vita psichica,
qualcsisLemo autoregolantesi, I! equilib(nta come la vita del corpo, co•
sicché per ogni iperfonzione si determinano tosto e necessaciamentc
ddle compensazion1. [... ) C iò che è in <lifwo in una parte, determina
un eccesso in un 'ahnr. Ma nnche la relazione fra la coscien~a e l'in-
conscio ha cua111:re compensatorio. l...] NeU'incerprctnre un sogno è
sempre utile chied!!r~i: q_11al è l':mcggiamcnto cosciente che- viene com•
pensato dal sogno? [. ..J E per questo che U sogno è un organo di infor-
mazione e di controllo, ed è quindi lo strumento pi~ cf{icscc per la
formazione della pi:rso11iilità{.'..,'J
La categoria oggettivamente data della critica e dell'integrazio ne psi-
cologica, vale a dire il metodo psicologico complesso, è lo strumento solo
per mezzo del quale l'anima, in guanto sistema autoregolantesi, può essere
riconosciuta come tale, li metodo fornisce i princlpi e il punto di vista per
conoscere e valutare psicologicamente la realtà psichica e mostrarla nella
sua autonomia.

L 'idea della renltà p5ichica u una volta pienamente ric.onosciuta,


po trebbe verurne:ite eoscituirc: il pili importante acquisto deUa psico-
J.igia moderna, [...J Solo questa formula co nsente di intendere nella
loro natum spedficll le moJtcplid m11ni(c$taiionl dello vite psit;hiça [.. J
Se ora noi vogliamo approfondire le cose, constatiamo che alcuni con-
tenuti o imm11gjni scmbrum provenire da un cosiddetto ambiente fisi-
co, a cui apparricne anche il nostro corpo; mentre altri - senza per
questo essere mena reali - provengono da una cosiddetta fonte spiri-
tuale, la quale se.mbt:i essere cli versa dalle cose matcrlali. (...] Ogni qu~l-
vohu l'intelletto umano vuole fure delle:: 3ffermazioni su ciò che es.,o
non ha compreso e non può comprendere, è costrc1ro C...] a spczznre
quel q11id nei suoi elementi opposti, per poterlo conoscere in qualche
11ÙSU1'11.@

Quando si studia un nuovo campo di indagine o un nuovo procedi-


mento, è possibile prendere io aiuto un 'sistema di riferimento' ad esso
estraneo, ossia scegliere una grandezza già nota come punto di partenza
o termine di paragone in base al quale, sul ponte dell'analogia, avvicinare
alla coscienza ciò che non è noro. A svolgere la funztone di un simile siste-
ma di riferimento, sembra essere adatta più di tutto la dottrina del metodo
di R icke~ ~ certamente senza che si possa accettare come valida 1a sua
concezione élell'essere psichico come qualcosa che "scorre nel tempo ecl è
privo di senso, appartenendo pertanto allato fisico". Dobbiamo anche te-
nere sempre presente che né i concetti di 'cultura' o 'storia' e di 'natura',
né i due metodi ad essi corrispondenti, cioè il pi-ocedimento ' individualiz-
zante' e quello 'generalizzante', possono essere presi alla lettera nel senso
di Rickert, ma piuttosto bisogna trasporli sul piano psicologico. È necessa-
rio infatti ricordarsi sempre il nostro punto di pal'tenza, cioè che la psico-
logia è un campo parttcolare fra la scienza della cultura e la scienia della
natura, e quind1 è una scienza sui germis, con un metodo proprio. Al tem-
po stesso non dobbiamo dimenticare che la psiche è di natura paradossale
e che i suoi contenuti e processi sono 'di origine tanto natutale quanto spi-
rituale', Questa patadossalità esige un punto di vista che non riduca la psi-
che a fom~ pulsionali biologico-materialistiche e oeppure la spieghi come
1\/JETOOOLOGlA

un'appendice ancora grezza dello 'spirito', ma ne riconosca piuttosto la realtà


autonoma, La psiche, inoltre, non è legata ai fondamenti deUa nostra co-
~oscenz~ cosciente, in quanto non ha un'estensione spaz iale e nemmeno
è riferita esclusivamente ad una successione temporale. 18 Essa si manife-
sta in una dimensione sua propria, che può essere definita Ja dimensione
dell I intensità.
Rickcrt fonda con queste parole la sua metodologia del procedimento
ge11erali1.zante e di quello i11dividuafiuante1 basata sui due concetti di natu-
ra e cultura: - -=-,~ •

L'auspicata unirà delle sciente non può in nessun caso signifi<.'llrc


1111i/on11ità metodologica. Con questa si perderebbe molto e non si gu11-
dagnere~be nulla. Sarebbe un 'unilateralità della peggior specie. D mon-
do neUa sua totalità, che è l'oggetto comune di tutte le scienze, cl si
1>resent11 intuitivamente i,11 uno molteplicità cht> non può essere trascu•
rata e alla quale le scien,;e possono render giuni2i11 solo se considera-
- no sotto differenti punti di vista i loro oggetti - che certo non posso•
...B~ mai essere riprodotti nel medium dei concetti nello stesso modo in
cui essi ci si danno immM.iatamcnte - , cioè solo se le scienze si pon•
gono una molreplicid. di scopi ed elaborano i differenti metodi neces-
:;... • .. sari al loro raggiungimento, Una semplice molteplicita di contenuti non
• soddisfa questa esigenza universale. Le cose ci interessano anche sot•
to punti di vist• formalmente diversi e la diHcrenza logica piò impor-
rante è di fatto quella secondo cui gli oggetti vengono presi in corui-
decazione ln parte co~c-;;emp/ari di~ma rpeciesc. in parte..n~lla lc;rQ
i~i~id11alifà. l,.e ~cienze,..9u~d!. p~r_r~gio~ che conànuano II su~i-
stere finché la cultura è qualcosa di diverso dallo natura, devono pro-
cederè_in parte gcrreraliz;;t111d~ e in 1,1ar1e individualiz:z,zndo. Altrlm~tl
non rendono giustizia alla moltcplidtà cli ciò che il mondo contiene
e ci mette di Crontc.
Da un lato ci SOilo le scienze che aspirano per il loro compo di
indugine al manimamenle 1,e11era/e o 111l'assoftL(a&{{.11t.,..geoci:ale, da un
altro lato stanno queUe discipline che cercano di cogllere il massÙ11f!.: )
111ct1t~ ittdivid1111_le o l 'oJs0:/11tame1Jle individuale. •~

Questa contrapposizione, però, non è assoluta.

Ho mostrnro ampinmcnte che i concerti di generale e di partico-


lnre, per il modo stesso In cuj sono elaboroti neUe ~cienze, si dimostra•
no relatiul, e che solamel\te rencndo artentamente io considerai:ione
questa rc:lnrività si può capire logicamente l'effettiva moltc:plicitò me-
todologica deUe singole discipline,
T , WOLFF

Rickel't sottolinea continùamente come egli non peasi che

le scienze della natura abbiano a che fare solo con leggi, rnentre
le scienze delli1 stod~ solo con l'assol11to111e11te irripetibile, Io paclo piut•
tosto di un metodo generalizzante e di uno individualizzante, Mi liml-
to aU'es-posizione dei due eJtremi. nd cui mezzo sto, da 1m certo pulllo
di uhtn, quasi og11i sciema empirico, e affinché lo dì~tinzione sis chiara
devo separare quanto in realtll è strettamente intrecciato.
Per ottenere due concettì puramente logici e 20 per q11er10 p1mrme11•
te torma.li di natura .t 1/oria, termìn1 con i qu,1li non si intendono due
diverse realtà, ma lo 1/essa tealtà considerata sotto due dive1-si p11/lll di
vii/li, ho cetcato di formulare il problema logie.o fondamentale di una
pijrtizi_Q.O-!.delk stknze 1n base al loro metodo, Da un lato stànno le
fidente de/111 (IJJll-;;:Ji Il termine 'naturn' le caratterizza tanto riguardo
al l;ro oggetto qu~lo dguardo al loro 111etl)do, Nel loro oggetti e.~se
vedono un essere ed accadere libero do_ og~ rlferimcnto il valori, ' 1
ed il loro lnteresse è rivol.to a conoscere i rapporti conceJ/110/l ge11emli,
se possibile le leggi, che volgono DeJ. q1.1,esto es~ere e per miest.o 11ccadere.
On 11n 11ltrò lato ~tarmo le:~ie11ie i(e!ich~ d~/14 c11{11f_f{!,;.1Noi dob,
biamo scegliere d11~ espressioni che cordspondano ed entrambi i signl-
fic~ti del termine 'natura', ln quanto scienze della c11lt11m esse trntcu-
no di quegli oggetti rifer.iti ai valori universali della culrnca e perciò
comprensibili nel loro pieno slgnificgto; in qulllltO scienze Jloriche ne
rappresent1mo lo sviluppo lnipetibile nella sua particolarità e indivi-
du~litll, ove la circostanza che siano processi culturali, fornisce al loro
metodo storico nJ tempo 3tesso il principio dell'elaborazione col)cet-
t\lnJe; giacché pi:.r esse essenziale è solo ciò che, i;ome portatore di sen-
so, nella sua peculiarit/\ individuale hu significato per il valore culturn•
le gt1idu. Tali scienze, perc:iò, i11dìvid11alino.11do, trasçelgono daUn real-
tà, come 'cultura', qualco,a di con1plctam1;1ntf divcr1;0 da qunhto fan-
no le scien~ dclfa 11atura quando, genert1/i-i.tdfldo, considerano come
·natura' la stma realtà, poiché nello maggior parte dei casi il signilica-
tQ di un processo Cllltorale riposa proprio nella pecuHnrifà cbe lo cil-
stinguc da ahri, mentre viceversa ciò che ha in comune con nh·ri, dun•
que In sua esseaxs scientifico-natura.le, è inessenzinle per le scienze s to-
riche dclfa cultura.
La realtiJ diueiiln r,q/111'11 q11amlo 11ai 111 çomìde,iamo con rig11nnlo

~J al generr,le, dive/Ila r:oria q111111do /,) consideriamo co11 riguarda ti{ pani- '
co/11re.
t
Nell'opera G,·undproblcmc dcr Philosophic, Rickert dice:
r-;
\
' • . -;i I
~ - a__v)~Oe cJ:i...f..OICt ., L espressmne 1nd11,a CIO C:'he e crcsc1u-
• • • •• ' •

to, chi:! nasce eia sé, senznilnosrro intervento e che noi lasciamo alfa
sua crescita. Alk1ra esso resta pommenle 'natura.le'. 'Cultura' , invece,
MBTOOOLOGIA 37

è lo quintessenza clJ ciò che noi 'colriviomo'. Qui l'origine è il termine


'colerc.'. Verosimilmeme, da un l!J,!.Pl.O-Oi vista etimologico, dobbinmo
pensare anzit utto al contadino. ~Pinn_r} di 'coltura' sono, aU'opposro
delle piante naturali, queUe che l' uomo non lascia crescere libcramen•
te, ma e!!:ll• Possiamo generalizzare lo distinzione e giungere casl ai
concetti lpiù umpi di natu.ra e cultura,
~~:~J\
Il #:,:oncetto di natura decisivo per la dottrina del metodo» è definito
1a Rickert, che a questo proposito cita Kant, come l'esistenza delle cose,
1cio quanto essa è determinata da leggi generali». Con questo, per Rickett,
mche

Il concetto pili 1111/vtmale dj sdmla della natura per il prossimo fu.


turo è definitivamente fissRto. Conoscere la natura signi!ica, jn base:
a questo pn,suppo~to, formare concetti generali muovendo da clemen-
ti generali e, se possibile, formulare giudizi incondizionatammrc uni-
versali sulla rcakà, ossia scoprire concetti di leggi 11a/11rali la cui essen-
'la logica implica che non contengano niencc di quello che si 1rova rolo
in questo o quel processo individu'lle irripe1jbUe.
Pertirnto, bisogna dire che lu realtà, nella sua pnrticolarit~ e indi-
vidualità, è il li111ite per og11i elabora~iofll: conce/111ale scientifìco 11a1J1mle.
0

Per tutti questi roolivi, possiamo definire generalizzante il metodo


scienti/ico-11at11role, per fare risaltare cosl U conceuo/orma/e di narura.
La co11osce11t,1 t111111rale genernlilza . In questo consiste la sus essenza
logica.

Viceversa, il principio guida sul quale Rickert fonda il concetto di scien-


la della cultura, è da lui cosl definito:

Vi sono scienze che non sono indirizzate alla fotmulazione di lcg•


gi n~turnli, anzi che non sono affatro indirizzate solo aU:i formazione
di concetti ge11erali, e queste sono le scienze :storiche nel senso più am-
pio del termine. Esse vogliono rappresentare la realtà, che non è llli!I
generale, ma sempre individuale, nella sua i11d;c,i~J!.,.JlIJl1.;,.DPrn
questa viene presn in considerazio · concetto scientifo;Q:natuJ!Ùe
eve necessariamente {al/ife...prushills!}_q.;.i&!!ili™oJ\~iste.appun-
1onCD'ii"ccan tonare come 'lnesseoziale' ciò che è !lldivi.cl.11.~e.
- 1:opposlO<IefconCètto. /ogicoc!ina'iu ~ a come l'esistenza
delle cose determinata da leggi generali, può essete rapptC!iCMnto so-
lnmente da un concetto oltrcttanro logico. Questo però, come credo,
è U concetto di itorla nel senso più ampio del termine, vale a dire quel
co ncetto di euc11to irripetibile preso neUa sua tndividualltll e particola.
tlrll, che è l'ontìtesi formale del concet to dj legge gencri1lc; pertanto,
dovremo p11rlare di una differenza fra il metodo scientlfico-ua111r11b! e
quelio sta_fko. Ln suddivisione, infatti, è glusclficatn se si può dimo-
strare., come dreogo, che proprio lo stesso concetto di cultur~ intesa
corne realtà dorata di senso e valore, determina al contempo ~nche i.I
principio ddl'elabornzio11e concettuale storica o individ.uulizzante. Per
l'elabouzlone concettuale storÌCll, quindi, il concetto di cultura forai-
5CC'I/ principio per opemre fa scel/11 dell'esm1~/a/e all'intemo deUa real-
tà, e lo stesso (a per le scienze naturali il concetto di namru intesn co-
me realtà definita in base a ciò che è generale. Attraverso i ~a/ori, cbe
sono intrinseci aUa cultura, e attraverso la rel'1ziooe ud essi viene a
çosli/11[,ri il concetto di un' individualitll storicamente rapprescntiibile
come portotore reale di forme significative. Chi parl(t di 'stori11-' torti
i:ourl, intende sempre il decorso ihdividualc e irripetibile di un11 cosa
e proprio in fUosofia si t soliti ctmtrnpporre ciò che è storico, in quun-
co particolare, :illa naturu, in quanto universale.

TI metodo storico, vale a dire quello delle scienze della cultuxa, è dun-
que quel procedlmento individualizzante per mezzo del quale

una dcterininatn sequenza irdpetibile di uvenri reali viene com-


pres<i in modo da far rii11lture lu particolarità e l'indiv1du,1lità di ogni
singolo evento e da accoglTere nella rappresent~zione ciò che 11011 èrQ
$fato mai ,tè i11 ,,/c,m luogo. Non la legge naturale universale o IJ con,
cc;-tto gent!J'alc, per il quale ogni particolace è solo un caso tta infiniti
altri, b,ms\ il 1111/0/'e i:11//11rn!e rapprtsenta ciò che è storicamenre 'gene-
rale', e quest'ultimo può veni.re gradualmente ad espressione solo in
ciò che è irripetibile ed indivldunle, oisiu legJJndosi con deUc realtà
effettive di modò che qllesrc diventino beni culturnli. Se pertanto rJ.
feri~Cò una teijltà lndividualc ad un V!llort 1,1nivcrsalc, ta1le re11-ltà 11ot1
divenl.11 per questo un esemp/111-e generico di un concetto generale, ma
re~to slgnifit:ntìvo nella sua i11di11id1111fitil proprio in qunnto portatore
di una forma significativa. li significato c11lt11rale dl ua oggetto, in fotti,
in quanto è consid;erato eome un tu!to, non consiste fn clò chie ha iµ
c:om111111 con altre realtll, ma proprio in ciò d1e lo distù1g11e dalle altre,
e perclè anche la realtà che noi, tenendo conto deJ suo rapporto ai v,1-
lori rultur11li 1 considel'Ìnmo come loro portatore reale, deve essere vi•
srn in relnzione al particolore e all'indiv!duule.
Anzi, spesso il significat(l i;ultwrale di Lln processo cresce tonto più,
quanto più esclusivamente il conoerto cuhumlc o la formo signiurnt,-
vn in questione sooo collegnti con lu loto con.figurazione i,1d/vid11ale.
In uno storiu della religione, dello Sroto, della scienza o dell'arte, l'in-
dividuo irripetibile nuo può lll/lÌ essete 1incsscnzinle'. Qui, gli impulsi
per la creazione: di nuovi beni culturali pròvengono quasi sempte du
singole pemmafilò.

Il metodo indivjduaLizzanre o riferito gj valori pone dunque come c.d-


METODOLOGIA 39

cerio supremo l'idea di personatìtit,

I processi culcuroli noo dovrnnno essere considcr11Li in tealcà solo


in relazione ad un vo.lo1e, ma al tempo st=o onthc in relazione od
un 1mere psichico II che li voluta, perch;I i valori vengono volutati solo
da esseri paichki,

- e qui il modo in cui si compie la valutazione è ovviamente la cosa


decisiva. A questo proposito, nella sua opera Gn111dprobleme der Philoso-
phie, Rickert scrive:

La culmro, che~ più di un semplice meno, 11 presuppone, tanto


per la sua nllSdt11 9uonro per il suo sussistere, uomlni con un pPrticoll\•
re moda di camportoni. Non che l'uomo viva, ma i:or,,e configurn li,
sua v\ta è essen1.i11le pc:r la .:ulcuna, /
\ ol n i sii....... I MQ i

In Die Grenzen dur natc,,wissenrchn/tlìch<!n Begrif/sbi!dung, Rickert de-


finisce i concetti di imj~idu_; e c!_(~dividualità con parole ç),ç s_ono rnolto
prossime alla formulazione che ne.dà la Psicologia Complesso.

1n che cosa consiste dunque !"unità' del concetto storico, se l'o-


mogcneitò degli dementi concetcuali non poggia, come per Uconcetto , ,.
scientifico-naturale, sulla sua volidltà univcrsulc per lutti gl! e ~ernplarl
i:he gli sono subordinati? Per rispondere a questa domonda, pensinrno
di nuovo al concetto piìl comprensivo di c:iò che è storico, c\oè al con-
ceuo dcU'ù1di.iiid110 ~aie io generale, e prcdsamentesottolineiamo ora
che il termine non ha solo quel significato che abbiamo preso in consi-
derazione fin qui, vale a dire "'lwilt:CTEìle, parucolore e unlcQ} ma
al tempo stesso anche quello di 1!!.E!.!!!lifi. ---
Il concetto di indivisibilità t1m:11L11 o un'rmilà che suscita inte-
resse logico. Per qucsro sorge spontanea la domand~: è forse piì1 di
un semplice cs,o che al termine 'indìviduo' siano legati due si ni(ica-
ti, d11 una pane quello dell'unità dl unti mòl~icll n ~mo dell'a_p-
pimèoeiii"iiallo5te!~ gcncte e cj!J.lf~I.!!2 ~lo~'u!_ljsit~. Cerchi;1-
moiiiprimoluogo di stubTurc in modo dd ~uno genuale se concet- a
to di indivislbilit~ si possa coUegnce a qucUo ru uaidtà, di modo che
l'unicità costituisc~ li\ 1aglone o il presupposto dcll'indivisibilltà.
Non si può certo negare che ogni vita psichic,i individuale di fat•
tosi modifichi costuntementc, che cioè perd9 lllcunedue parti cosciru•
tive e si arrlcchisc~ di nitre. Ma I\Ht:i,vh1 sl può penso re che questa di-
visibilit1i e tr11sform,1zione abbia un limite e che l' aucencico 'nucleo'
indìvlduol~ di un'~n{mn costituisco pur sempre un tutto unitario, una
coesione neccuori~. in linea di principio distinto do.Ila coe:sione ddlc
qo T. WOLP!'

realtà foichc. Conscgucntemcnce, l'individunlieà psicb.ica sucbbe da


intcndcre io certo qual modo come il ecotro lncllvlsjbiJc dell'anima e
solo,alb sua pcriferio ~vrebbero luogo i processi di trasformazione. Qut
allora l'unicità sarebbe davvero collegata. aU'in~isibilirà, e ud uno pcr-
ro11alità si e,d.11tterebbe il termine 'ind ividuo' in entrambi i suoi signi-
ficati.

In questo meda Rickert ci ha fornito una base o p11rtire dalia quale


possiàmo téncare di 'elaborare uno studio me.to:lologTooclei princlpi della
Psìrorcìgìii Comples!: . Tuttavia, nelnosfro centattvo, dobbiamo rimanere
consapevoli cldrat fo che in psicologia vale sempre e soltanto un>etabora-
{ione co11cett11nle psicologicn. Con il concetto di natura, quindi, io psicolo-
gia non si intende il medesimo oggetto o le medesime proprietà o cui si
riferiscono le scienze naturali. 'Natura', in senso psicologico, çj'essenza e,
peculiare della psiche, vale a dire il materiaJeps;ch7éo,-cosfcomtè qtJesro.· §.i
mantlésra ;enza l' int~r'vento e l'ela6orazionè della éosd~za. i
c!l
- Al concetto s~ori:u!Lgl~k~t, in,..R~c..~ia corrisponde all'incirca
il conmtÒ di_cosci_el)Z11. )i.il conç;ettodi cuJ~'.Y la Psicologia ComRJ~sa
lo utilizza là dove è istituita una correlazione cooscia fra la coscienza e l'in-
T conscio. È vero-c1ìiila co~1;·zio~e-Ea"·c91cien;3;._e in~oo~i.;_è s~~re-
se_h~Jna,1inChé l~coscienzanon'vi si confron'tei,~sa reHa u.rislat~a-
men~~ . . .
- ~rtare rigorosamente fino m fondo l'analogia .farebbe degenerare la
cosa in assurdità. Conformemente a quello che è anche l'intento delle ela-
borazioni di R.ickert, si tratta non ta,nro d~ oggetti,_quant~.del rm:todo,
, dunque del p rocedimento ge~~alizzante e di ffi.!ello individ_uaJizzl!n!ç.:.
---- --~·~- - -
\ La Psicologia Complessa è, tanto per.la snGteiJquanto g.er il suo
ç~\ di forma com lessa. ~•oggetto delJa ma g1or parte delle a di-
sci ne e i natura semplice ed univoc u ùn o di vista o -
seologtco, esso può essere mserito senz'altro in uno o nell'altro dei campi
definitt da R1ckert e d1 conseguenza, er essere stu · · so o
i uno . et metodi che oe risultano~
La Psicologia Complessa, inoltre, non è solo un problema gnoseologi-
co, rna per l ~ s natura è in ugual misura anche un problema emi-
a stessa
nentemente ratko. Infatti, tutto ciò che è psiche, riguarda noi stessi in
modo molto I iato. Pertanto, chi cerca la verità e vuole sperimentare
la dimensione psichica nella sua forma originaria, non potrà accantonare
un fatto razionalizzandolo solo perché contiene n roble-ma morale o in-
tellettuale scomodo. E in realtà la ~mplessità della siche è un dato di
A '~ .. '\,..._. -~~~· '>"
METODOLOGlA

fatto che non sarà disposto ad ammettere solo colui che, epigone dell'epo-
ca illuministka, crede al dogma: 'psici;)e uguale a coscienza', oppure quel-
l'altro che, al contrario di questi, erede dell' ideologia darwinista, riduce
l'elemento psichico a istinti biolog,ici o aUe condizioni economiche della
'lotta per l'esistenza'. ln tutt'e due i casi, al semplicistico fondamento espli-
cativo corrisponde anche un metodo univoco che, procedendo nel senso
del 'niente altro che', rende il suo oggetto una mera appendice delJ'i:ltel-
letto o degli istinti. Né si potrà mai tenere lontano dalla conoscenza iJ peri-
colo che una verità venga distorta da persone irragionevoli o che queste
ne abusino. La Critica della ragion pura di Kant e i sanguinari démool della
rivoluzione francese venerarono, a distanza di poclù anni, il medesimo prin-
cipio supremo. Forse che per questo si deve rendere la ragione responsabi-
le della follia?
G li eventi storici, e in particolare quelli del secondo decennio del no-
stro secolo, quando le nazioni cristiane, che si riconoscono nella religione
dell'amore, scatenarono la più mostruosa di tutte le guerre, hanno fatto
vacillare la fedeillummista nel potere assoluto della ratzo umana e pertanto
oggi, consapevolmente o inconsapevolmente influenzati dal balzo compiu-
to dalle scienze naturali ed economico•sociali, si è impressionati fin ne.i pìù
reconditi angoli ideologici dal principio opposto, quello cioè della supre-
mazia degli istinti.
AJ di fuori di Nietzsche, c'è forse qualcuno, che non sia psicologo,
che abbia mai riflettuto su come l'umanità, di regola, abbia quella reJigio-
ne o quel convincimento ideologico di cui ha bisogno per compensare il
suo atteggiamento cosciente, sempre presupponendo, natural.mente, che non
si tratti di una reazione dettata dal risentimento? E questo proprio per il
motivo che una 1eligione o una concezione del mondo non è escogitata con
il semplice intelletto, non è quindi una semplice ideologia, ma cresce auto-
nomamente dall'inconscio e solo molto più tardi viene sottomessa ad una
razionalizzazione dogma_tica o d'altro genere. Di conseguenza, noi dobbia-
mo rivolgere questo interrogativo anche ad una psicologia che, per la pri-
ma volta nella storia dello spirito occidentale, sostiene l'auL011umia e la n::altù
deUa psiche in forma di principio scientifico. La risposta a ciò non è diffi-
cile da intuire: l'attività autonoma dell'elemento psichico - il quale certo
alla nostra coscienza occidentale, interessata a ciò che ha uno scopoi può
imporsi per lo più solo nella forma inautentica della nevrosi psichica - è
la nattu-ale compensazione per il nostro atteggiamento industrializzato, tec-
nocratico, materialistico, esasperatamente dedito all'agonismo, politicizzato,
estroverso. La coscienza autarchica, la volontà personale da un lato, la con-
42 T. WOLFF'

d.izionatezza biologica e sociologica dall'altro sono resi e. antitesi cli uo':m-


cinornia che deforma la cultura e dilania l'inclividuo.
Uno dei fatti psicologici più essenziali è senz'altro quello per cui un
conllitto noo può mai· essere risolto semplicemente identificandosi o con
la tesi o con l'antitesi, poiché in tal caso il fattore opposto non sarebbe
superato, ma solo rimosso. La soluzione di que&to dissidio non consiste io
u_n 'o-o', ma io un 'tanto-guanto', il che però non equivale ad un compro-
messo o ad una caoceJJaziooe degli opposti, ma produce una figura comple-
taniente nuova la quale, pur partecipando di entrambi gli opposti, «forma
una base intermedia sulla quale gli opposti possono conciliarsi [.. .] e che
nei riguardi di entrambi svolge una funzione compensatrice». 2◄
La psiche, nella sua complessità di aspetti antitetici, è iJ fondamento
sperimentale che supera la scissione in princlpi antinomici portandola ad
una ' base intermedia'. In quanto lo psichico noo può essere sussunto oé
sotto il principio esplicativo razionale né sotto quello degli istinti, ma è
piuttosto una ter1.a cosa, autonoma e indivisibile, nasce un nuovo centro
di coscienza a partire dal quale gli opposti divengono relativi.
Corrispondentemente al suo oggetto, anche la psicologia è una disci-
plina che non può votarsiJ!é solamente aJ metodo generalizzante, proprio
a ~ 1 r a ,~né a quello individJJiliiiaritç, delle -sçie;;ze propno
della cultura~m~ ad~tta un metodo complesso che, secondo i casi, utilizza
e~tr;;1bi ~e_ocedimenti e- medi~nte questo collegirp~nro_fo""rma un princi-
pio props.io. Un importante criterio di tale principio è certamente quello
secondo cui il metodo non può essere appreso solo teoricamente, ma ha
bisogno a sua volta del suo complemento, dell'esperienza pratica, e più esat-
tamente oon solo dell'esperienza dell'altro Io, ma anche cli quella del pro-
prio. Precisamente questo motivo dell'unità specifica di empiria e teoria,
che è il presupposto del metodo psicolo ico _!:!Ò far comprendere peÙiltto
anc e o st e e mo o tn vt uale di esposizione caratteristici delle ope-
re di Jung, nelle quaU-intuitiviÌ:à ed astrazìone fotm-ano unèo1iti11m1n1-in-
scìnd1bi1e, una particolarità c ~·n o r i s ì a d ~ ~q ~ri teouci
~___;t_qudlo::il.egli.esteti,_~ perol'umca espos1z1one conforme all'oggetto,
~ o-gli_sj_yyg_l~ fare _yiolenza. . · ·--
La complessità della psiche, della cui autentica ampiezza qui non si
può dare che un cenno schematico, dchiede quindi un metodo altrettanto
complesso, che certo poteva essere elaborato solo da un ricercatore attento.

Nella nostra coscienza, però, l'essenza della psiche appare di gen1;_r~


paradossale e in una molteplicità di aspetticomrasta_nti,-cfièyerosooose.mpre .
C:.-(1!, .. ,. ••; ::....-, ,
.._) '.> ,_ • ~ r.:.n ' ) I.!· t r...,., ;::. \ , -;:;;;:;;.;::-,,,1-,.1
..... -
P\."\·, : ~k.:..i ..."'r.la:.. ,, _.;-
J
anche correlati. Questi aspett i, dal punto d(yis'ta matetiiile;;possono essere
brevemente definiti comé/attività-prod11ttiu,re ricettiva) attivilà conscia e
incg.!!scia, di natura generake indif!td~1ale, e c{% formazione di prodotti
'fi{èr!Ji alta rèa{tà e nmbolìCi. Dal punto di vist ormilg delle coppie di op-
posti, ;i possono cita1·e il processo razionale e q~eUo irrazio11ale, naturale _,;
spirit11~/e, este>rsìuo e i11temiun (vale. a dire l'orjentamentÒ deUa psiche in
base ai dati de.I mondo esterno oggettivo e in base a quelli soggettivi dd-
l'essere psichico stesso) e infine iJ prqcesso d111amicot che include tn sé_il
carattere contraç.lc:littorio ço rpso.
Al carattere paradossale della materia corrispondono numerosi pro-
cessi antinomici di cui la psicologia si deve servire costruttiuame11te per com-
prendere adeguatamente il suo oggetto. U metodo p_s,içol9gìco, che come
tale è un principio unitario, si _c~mpone _d a un punto di vista logico dei se-
gÙenti q_uatfro inodi dj procedere: (h conoscenza teoriai e.. procedimento
._..- , - . --
prà"tico!"2:·, interpretazione riduzionistica ·esi~t~li~a/.3, linterprerazione rea-
~Le simbolica (filtlegazion~_sul .pi'clno ogget~e ~ su quellQ soggertua-
le), cioè valutazione dei contenuti psichici II seconda deUa loro reiezione
f~t tu_~le o fflr.lbolica al_da cldel ip...Qn~Jo e§terno o-;-qu;-U(çJ~a stessa psiche.
E infine uh~rincipio a sé è quello deLe._unl_o g_i visca ener~co, checonce-
ptsce le Eunztoni e i fattoci psichici co.!l'e gmy!menti di energia - Ujla..cori-
c~ol}_c q~11.1}ìe.sus~ume 't anto ilconcetto di decorso sincronica quanto
~ello di decorso cronologiS!). 1 ...:,. ~,, .41 .J

Per ottenere una certa_panoramjca della mo lteplicità dei processi psi-


cologie[. si deve ten_tJll;!Lllf! çi aeplicare alla ~~c~ia Complessa In di-
stinzione che Rickert_stabilisçe tra(frmetodo delle scienze della n~11 e
quellodèJ1€nze della cu.l.t!.!ià, duto che. essa di fotto rende 11cnµian~~
éooto dei due rapporti ili provenienza Qaspetti dei conter11.1ti 1isichici. 25
u procedimento generaliua11te_2elle ~cienze deUa n!tur!:.è nece_ilario
in primo Luogo quando si tratta di ~ ~ti_psicti,icl_gener@ o d i asp~t_f_i
"clell'iflàt.~tuo,5 y,_ seco~do~go quando si .ricercano prodo:~..::. fimi.ioni
déilapsic e universalmente viiliC:li. lnvece · ' nerale' o 'universale', la
Psicologià Complessa usa U concetto d collettiuo Esso indica «rutti quei
contenuti psichici che non sono peculiart · n so o individuo, ma contem-
poraneamente dj molti individui>>. 16 Jia_spetto collettivo della _psiche RUQ
essere di natura conscia o jncons..cia.
-Nella psko!ogi~~della coscienza, l1 p_rocedimento generatiuant_e si oc-
cupa anzitu·uo:aella t i p ~ cioè di.9uelle funzioni psicologiche che han-
no raggiunto il ~ 1 v idità universale. q_uello rjpologico è,.!:!.!} ~U!l!9
1. wow-I•

di vista furm~ non ma~eriaJe, poiché_s~di{!i;odo d ~ t?. n?n i con-


tenuti dèllefunzioni psicol9_g!che fon_flame,ntnli. Allo stesso modo, rientra
nd procedlmento generalizzante l'ulteriore distinzione tra l'atteggiamen•
to psicologico dell'e.stroversione e quello dell'introversione.
Va da sé che istinti e pulsioni sono anch'essi di gene.re collettivo ed
inoltre che, in quanto sono connessi con processi psicologici, confinano anche
materialmente con l'ambito della natura.
L'inconscio collettivo è, tanto da] punto di vista del contenuto quanto
da quello della forma, universalmente valido, poiché gli archetipi non deri-
vano dall'esperienza dell'individuo, ma rappresentano

un precipitato e con ciò una forma fondamentale tipica di uno


dctc:rD'UJlara espericnia psichica vissuta e che sempre si ripresenta [e
che] si è costituito mcdienrc la condensazione di innumerevoli proces-
si simili Fra di loro. 21

Il concetto psicologico di energia - energia qui definita come <1inten-


sità del processo psichico, suo valore psicologico», - è usato in modo analo-
go al concetto fisico di energia e si riferisce a nessi psicologici tra rdazioni
energetiche. (Il valore, perciò, non deve essere inteso ovviamente come va-
lutazione morale, intellertua1e, estetica o d'altro genere). In rclazione al
concetto psicologico di energia, il pcocedimento generalizzante può scor•
gersi in tutta la sua chiarezza, Nondimeno, proprio nella prospettiva ener•
getica e conformemeote al principio ad essa lnere nte del decorso enaotlo-
drornico, si verifica necessariamente l'inversione del metodo delle scienze
naturali in quello individualizZ1lnte. Un processo psichico, infatti, anche
se considerato dal punto di vista energetico, in quanto psicologico non è
indifferente ai valori, giacché può essere di importanza vitale se esso viene
riconosciuto come un progresso o come una regressione e lo stesso vale quan-
do si prenda in coa sideraziohe l'altro principio direttivo, quello dell'estro-
1
versione o dell intcoversione.
Co1u:.iò,,-peuipri:o_çl_ere il titolo d_tll'ope~di Rickert, è raggiµntoJJ
\]iiilt;..dell'elaborazìone concettuale cleilCsc1enfectdI!!-...n,11~µ..!:_~i dato ch e
si tratta di una 'realtà nella sua parttcolarWi e individualità' - sìa questa
un indivìduo, un gruppo o un proces~q culturale "7'""" e di conseguenza ora
entra in questione il proced.imento~dividualizzante ;(e riferito aJ vaJori).
- . . t- - - - -1'
Anzill!.IJ.Q,.,mme presupposto, è necess:1rio definire il concetto psico-
~ico'3màivìa'~ -
L'ind ividualità dell'individuo è senz,a, du~bio un dato psichico a priç>-
!".~ anzi; lìCsuaì-ealizzazlone coscient5:..@:l<i_i~azion_!:) è il _comQito più .il·
t~'aèP.ITca~io~_Qratic~ Psicologia Co_mplessa. Jung definisce cosl
l'individualità: -- - - -- - - -

Individuo vu~dire ci;s=;: singolo !/ indj__~i~u4?.P1Ì!.Ol~ tea•


rattcriìi'iitoèl'àllnsua psìèologm particolare, e, sotro un cerro aspetto,
irtifi91bile. LII natura specilica'dclla psiche fudiv\dual;;-app;;:ènon tnni'o
hci suoi°clemclHi quanto piutto~10 nelle 5uç $lrat1urc complesse. L'in-
dividLtO (psicologico), o l'individuallr~ psicologica esiste inconsciamemc
a priori, coscit:ntemente [nvccc soltruito nelln rnisurn nella quale sussi-
ste la consar,evolezza di un peculillJ'e modo d'esse.re, ossia ncUu misuru
nella quale sussiste una con51pc110le differemm da altri individui. [.,. J
~r rendere coscicnJe l'indiyif!t_1!!litl, o~ia eer tr3Ele fuori dull'idcnti•
cà con l'oggcttQ, v'è bisogno d'un processo cosciente di dìHerem:iff•
iionc: l'illlli11id11azÌom:, L'fJ.entith dcll'ancliv'idunlicà con l'oggetto ri-
vela chfaramente il canittcre inconscio di quest' ultimo. Quando l'in-
dividualità è inc(ln~in oon vi è un individuo psicologico cosciente, me

--~~J.
solo uno psicologia collcttiv~ della coscienz~.
-
Per evitpre di fraintendere questo punto confondendolo con l'i.ndlvi-
dualismo, citìamo anche la definizione di individuazione;

Per U fouo stesso che l'individuo non~ soltanto un «:$sere singo•


lo, ma presuppone anche dei rnpporti collettivi per potere csisterc,_il
processo di individuazione non porra aU'iro/a~_e!'.,lf!, ~fill.!L!!!!~C-► -~
siooc collettiva pi!! i!!temiìe °èl~·gçner_Ale.T..1
L'inclivìduazione non può csscn: in alcun ciiso l'unicò obiettivo
dell'educaziope psicologicu. Primo di poter.i.proporre come ,copo l'ln-
dìvlduozione, ~corre 111ggiungere la mèta educuivn dell'adattumento
aJ minimo di norme collettjve neccssnrio pc_r l'esistenza: una pior1ca
che debba essere portntA alla massimo pussibUe fiorituta delle sue pe-
culiarità, deve anzitulto poter crcsc<:re nd terreno in cui è plantarn.
L'iodividunionc è sempre più o meno in contrasto con le norme
coUciilve, gillcchTesss ~ scparazi2nc ej!_iflc!~~~~ !Wll~nill-
ìae ivìluppo ìfe1 pu~l?ra;EE!!.._Pf:rò d ~-~L.i,c.9h!!itwcata, bensl
èltun:i pàii'icofaiicà già a priori foncfaj;"nella dlspo.sizione natu-;,;re, L'op-
posizione alle norme collettive è però soltPnto appa.rcnrc, in quanto,
o. ben guardare, iJ punto di vista individuale non_! ~ ien~10Jt1 ,!_l!I/Jf!.
op~to_~:,.~ot~etti)'s, ma so{o T,f.te1!,_s0ìli11e1J.E., La viti lndivi•
duole può anche noa essere ailat10 in contrasto con 111 norma colletti•
vu, gi1cché l'antitesi di quest'ultimn non potrebbe dsere alrro che u11n
11or/lla. opposte, Mo la via i11d1vidualc non~ 11ppunto mai una normo.
Una normo nasce dall'!.nsieme delle Yie 1ndi11iduali e ho lè"Jgione di e1i-
stere e pmsiedc unn sua efficocia animatrice solo quando genericamente
sussistono v!c individuali c:hc di taaro in tanto vogli1100 seguire il suo
orientamento. Una normo che obbia validità assoluto non serve a nul-
la. Un vero conflitto con le norme c:oUettivc si ha solo quando una via
individuale vrcne elevata a norma, U che e poi lo vera intenzione del-
l'individualismo estremo. Questa intenzione è naturalmc-nte parologi•
ca e del tulio svversa alla vita. Pertanto essa non ha nul!a a cbc furc
con l'individunionc, la quale, deviando dalla via consueta per imboc-
carne una Individuale, ba bisogno proprio per questo della norma per
orientarsi di fronte alls società e per effettuare la coesione fra gli indi-
vidui entro la società, coesione che è una necessità virale. L'indivi-
duazione porta perciò a un apprezzamento spontaneo ddlc norme col-
lettive, invece la norma diventa sempre più superfluo in un urienrn-
mento esclusivamente c0Ue1Livo dcUa vito, e con cib la vera moralità
va in rovina. Quu11to pitl L'uomo i souoposto 11 11om1e co/Jeuiue, tonto
maggiore è lo mo immoralità i11divid11a/e. L'individuuione coincide con
l'cvolm:ione della coscicaz:i dall'ociginacio sia/o d'ulentitil; l'individua- L_
zionc rappresenta quindi un ompliomcnto dc:Uu ,lcr11 della coscienza
e delln vita psicologica coscicot~
r,.
L'individualità, dunque, è un valore che non riguarda solo i.I sogget-
to, ma, come ogni ampliameoto della coscienza. ha anche un significato
e una validità oggettivi.
È senz' altro evidente come, a proposito del concetto e dl'I proresso
di indiv.iduazfone, trovi applicazione anzitutto iJ procedimento individ11a-
lizwnte. Tuttavia, è necessario anche il metodo generalizzante, dato che,
in relazione al divenit·e cosciente deU'individualità, si tratta proprio della
distìnzione o, a seconda de.i casi, deUa contr~~~ cli g~~rale ~ r-
ticolare. . - ~ - ----· - · - -)
- .....,,. Pertanto, il procedimento individualizz~nte è indispensabile anche in /
riferimento alla maggior parte delle funzioni e dei fattori psichici restanti/
essendo il nese..§_sario....correlato·del- punto ·d.r·-vist:f"gerieralizz~me. -- __,
- -consfderia.mo, ad esempio, l'atteggiarnento psicologico cosciente di una
persona - che, cum grano salis, dalla sua giovinezza fino alla piena maturi-
tà può restare lo stesso - dal punto di vista del predominio della funzione
superiore. Supponiamo che questa funzione sia un intelletto differenziato
- che, come/orma, non è identico con il graduale ampliamento dei conte-
mrti di pensiero - ; vediamo allora che la funzione dd pensiero sottostà
alle leggi universo.LJ che regolano il pensiero. In quanto si identifica con
la sua funzione superiore, l'im.lJviJuu puù essere.-: coro1,1rc.-:so coueLtameme
solo mediante il metodo generalizzante. D 'altro lato, però, in quanto pos-
siede anche altre funzioni, rendere coscienti le quali sarebbe appunto la
MEl'Ul.>Ul.Uu!A

necessità cli questo particolare momento psicologico, solo il metodo indivi-


dualizzante è in grado di vedere correttamente l'atteggiamento psicologico
complessivo e cosl di comprendere il problema individuale di questa perso-
na in questo istante. Lo stesso vale per tutti quei fenome1ù psichici che,
per quanto possano mosLrare per lungo tempo, magari per anni, il medesi-
mo aspetto formale, hanno un significato individuale completamente di-
verso a seconda deil' età, della problematica del momento e di altre condi-
zioni. Ad esempio, il medesimo sintomo può tormentare una persona tutta
una vila e _n ondimeno, come 'prodotto significativo', deve essere inteso
in modo del tutto diverso a seconda che sia valutato in relazione alla pro-
blematico psicologica giovanile o a quella matura, per il semplice motivo
che la persona, ne sia consapevole o meno, ha eo ipso sempre la psicologia
della sua età attuale e i compiti ad essa corrispondenti.

ll principio indi~a!izzante si applica ovviamente anche all'incon-


scio, e anzitut to aj s~gni. Il~g!!Q.1.JJD ,E!todot_!Q_estrc;.Q!~J!!~te ç_Q_mP.lica-
to, che si compone di dati consci e inconsci e, conformemente alla sua fun-
ziòne, commema sempre la speèifièa situiizione psicologic~1tua~del~o-
gnarore:-Come suo materink•-:il scigòoìifilizià - a·preséinctere "da d~t~-
mi;ate ~ccezioni _-ta~t~ immaginCpu;amente fantastiche quanto conte-
nuti della vita e del pensiero coscienre più personali. Un sogno, qui~di,
non può maj essere compreso da solo, senza cioè la precisa conoscenza del-
l'intera problematica individuale del sognatore, così come questa, vicever-
sa, può essere tanto sottile che è possibile formularla solo con Paiuto del
sogno. Laf,mtione com11e1m1trice dell'inconscio rende allora possibile trar-
re dalla considerazione non prevenuta dell'immagine onirica delle conclu-
sioni a proposito di quelle sfumature psicalogiche dell'ullt:ggiamento che
in questo momento mancano a questo determinato pcoblema - certamen-
Le, bisogna aggiungere che questo è possibile esclusjvamente nel caso in
cui il sognatore conosca bene la sua psicologia.
I simboli dei sogni, pertanto, non soltanto non sono mai univoci e fis-
sati una volta per tutte, ma lo stesso sogno può avete un significato com-
pletamente differente anche a seconda dell'età e della situazione esisten-
ziale esteriore ed interiore. Un procedimento interpretativo che, sulla base
di opinioni preconcette, voglia decifrare macchinalmente il 'senso' dei so-
gni, non solo uccide la funzione regolativa deH'inconscio generalizzandola
e riducendola in modo raz-ionalistico, mn svaluta anche la funzione rlella
coscienza e appiattisce l'individualità. Questo può diventare un vero e pro-
prio pericolo, perché è assolutamente essenziale che, ad esempio, il giova-
T. WOl.l"l'

ne individuo sviluppi la propria coscienza libernndosi dail'idendtà prima-


ria con l'Inconscio, cosl come, viceversa, la persona matura deve distin-
guersi dall'atteggiamento solo cosciente e includere l'inconscio.

Tenendo presenti tutti questi motivi, si comprende anche perché in


psicologia l'applkuziooe esclusiva dd pri11cipio causalistico di spiegazione sia
destinato a fallire, dato che esso intende determinare il significato di pro-
dott.i e processi psichici ricohduce.odoli -a cause prime, trascurando cosl la
viva dinamica psi.chlca come pure il valore individuale dell'individuo e del
momento psicologico attuale. Tale principio risulta dunque troppo mecca-
nicistico e ridurtivo. • • ~- - - • ·· · ' · •
L'us.;;sclusivo o prevalente del principio di causalit?i non è opportu-
no in nessuna scienza ddla cultura, l i tanto meno, però, lo è in psicologla.
Il principio di causalità è un concelto esclr1siuamente scie11tifico-r1t1t11rale, che
esprime il fatto che tutte le situazioni future di un sistema chiuso sono de-
terminale daile sue condizioni di parteozn, Io ah:re parole:

AU'lnt~rno di un sistemo, tu1rl i processi lwnno uno svolgimenlo


' causale' qu~ndo, osservato lo muo del sisc~a io 1.m Lempo /, si può
:iffcrmarc che lo stero osservabile !n un tempo,• successivo è derermi•
nnto io modo univoco, 12

Qui non dobbiamo occuparci di come La validità esclusiva del princi-


pio di causalità sia stata messa in questione dalla fisica moderna (il rappor-
to di indeterminatezza di Heisenberg) e, se oon sostituita, certo infranta
dal principio d1 «probabilità statistica». H Le riflessioni gnoseologiche che
si basano su questo stato di cose, dimenticano troppo facilmente che il rap-
porto di indeterminatezza vale solo per iL campo dalla natura micro/isica.
Freud, ad ogni modo, applica in modo logkameote conseguente il princi-
pio di caus:ù.ità. Infatti, dato che, secondo la sua concezione, il complesso
edipico sta alla base di tutta la vita psicologica e sociologica, tutti i succes-
sivi processi ed eventi psichici possono essere ptevfati con esattezza mate-
matica e quindi anche essere spiegati in modo puramente schematico se-
condo iJ sistema logico, senza tener conto di alcun momento individuale,
dunque nemmeno dell'individualità dell'individuo da stlldiare. Pokhé lo
stato di partenza t è il complesso edipico, gli stat i successivi t ' sono deter•
minati univocamente d:i questo, il che sign,i(ìca che ne sono derivati e con-
tengono pertanto logicamente tale complesso in una qualche sua variazione.
A proposito deJ metodo individualizzante, dobbiamo dunque stabili-
METODOLOGIA 49

re nell'individuo stesso, come secondo concetto di valore, accanto a quello


supremo di individualità, anche il concetto di momento psicologico indivi•
duale. H Entrambi i concetti devono essere spiegati in base all'attività pro-
duttiva della psiche, La psiche non conosce causalità ed è condizionata da
sé stessa, anche se questo, ovviamente, ooo esclude che i prodotti e j pro•
cessi psichici possano esse.re considerati da un punto di vista gene~ico.

Resta ora da presentare il metodo individualizzante anche in relaiio-


ne a prodotti e contenucl psichki che, sebbene di natura e forme espressi-
va generale, nondimeno non possono essere adeguatamente valutati con
il procedimento generalizzante. Qui si nota come anche il co11cetto di valo-
re, all'interno di una disciplina psicologica, provenga evidentemente da dati
psicologici, sebbene in certi casi possa coincidere con le categorie di valore
cli altri campi. D'altra parte, proprio in conseguenza di questi fatti, si do-
vrà infine sottolineare anche la delimitazione del metodo psicologico nei
confronti di altri procedimenri.
Anche se noi, «in ultima analisi siamo talmente avviluppati in imma-
gini psichiche che non possiamo per nuUa procedere nella ricerca dell'es-
senza delle cose fuori di noi», n in uno studio metodologico dobbiamo ten-
tare di distinguere fra il materiale costituito da prodot ti e processj psichici
e il materiale di qoei contenuti cli coscienza che sono a tal punto differen-
ziati dall'esistenza puramente psichica da essere diventati valori e concetti
fissi, a sé. Questo non impedisce, però, che anch'essi possano essere acces-
sibili ad una considerazione psicologica.
In sé certamente la psiche, l'«essere sommamente reale>), può essere
tanto poco conosciuta quanto qualunque altro oggetto; è piuttosto solo at-
t\'averso la sua azione, le sue manifcstazion.i e i suoi prodotti dotati di for-
ma che la si può comprendere. Come 'cosa in sé', essa è 'qualcosa di inaf-
ferrabile' come ogni altra cosa, anzi ancora di più, in quanto noi incomin-
ciamo ad orientarci in un qualche modo solo in relazione alla sua sperimen-
tabilità ed afferrabilità. La civiltà occidentale, però, da sempre, ma in par-
ticolar modo a partire dalla Rlforma, ha elaborato solo i fondamenti per
la conoscenza rivolta al mondo esterno, vale a dire 'sensibilità' e 'intellec-
to'. lo relazione al 'senso interno', invece, nonostante psicoanalisi, para-
psicologia ed occultismo, in realtà non è andata oltre la valutazione che ne
diede Kant, e cioè una svalutazione . Da un punto di vi5ta psicologico, que-
sto è facilmente comprensibile; infatti, a proposito di ua nuovo orienta-
mento, non si tratta mai solo di conoscenza, ma al tempo stesso e soprat•
tutto di un ,m11ameMlo di atteggiamento, che in questo caso si contrappone
JO T . WOLFI'

nel modo più deciso agli isrinri occidentali. Forse, quindi, sarà riservata
solo ad un'epoca successiva l'adeguata valutazione degli sforzi sostenuti da
Jung per continuare in relazione al 'senso interno' il cammino intrapteso
da Kant.
Poiché l'oggetto individua.le della psicologia è il singolo uomo, sia sot-
to il suo aspetto generale sia sotto quello particolare, è chiaro che il meto-
do individualizzante è il necessario complemento di quello generalizzante
anche là dove si tratta cli prodotti e contenuti psichici di natura universa-
le. Fino a che punto la psicologia della coscienza si muova in questa dire-
zione ► è già stato m.enziom.1to a proposito della problematica dell'atteggia-
mento tipologico. Pertanto restano da sLudiare sotto quest'ottica i prodot-
ti dc.ll'inconscio collettivo. Il catattere univers11le degli archetipi è eviden-
te. Cosl, pe.rò, l'interrog:,itivo psicologico è posto solo a metà, g iacché è
sempre e solo in un individuo determinato o in un gruppo o in un'epoca
culturale particolare che un'immagine primordh1le o un simbolo prendono
forma. In altre parole: l' immagine inconscia può essere compresa in modo
adeguato solo se, di volta in volta, viene presa in considerazione ,rnche la
specifica situazione cli coscienza cbe tale immagi11e presuppone . Proprio
fo relazione al metodo di interpretazione simbolica il procedimento genera-
lizzante e quello individualizzante formano un'unità inscindibile. Il proce-
dimento generalizzante è comparativo, in quanto mette in rilievo i paralle-
li storico-culturali corrispondenti a questo simbolo partìcolare. Cos1, però,
il simbolo è valutato solo o mirologicamente o storicamente e ne è provata
Jn più o meno grande importanza e validit?i storico-culturale generale. Per
quale motivo, però, l'incoosc10 abbia prodotto quella costellazione simbo-
lica proprio ìn questo momento e proprio in questo individuo, resta :iocoro
da spiegare. La simbologia compnracivs porta alla comprensione del sim-
bolo particolare nella misura in cui lo inserisce in un più grande contesto
storico-spirituale. In questo modo, esso è sl avvicinato alla comprensione
cosciente, ma non ancora a!Jlintegrazione psicologica totale.
Mediante questo pamlleLismo, il simbolo viene altrettanto poco com-
preso da un punto di vista psicologico, cosa che invece è una conditio si11e
qua non per l'integrazione. 1J simbolo, quindi, deve essere tradotto in un
linguaggio psicologico e deve avere un significato per questo individuo in
questo momento individu::ile, oppure, se si tratta di un simbolo storico, per
quest'epoca particolare e per Ucorrelativo grado di differenziazione di questa
coscienza storico-culturaJe. Mostrare dettagliatamente il procedimento non
è certo necessario, dato che il significato e l'interpretazione psicologica dei
s imboli sono uno dei pdncipal.i. campi di ind1.1gine di Junge pe.nanto posso-
METODOLOGIA

no essere studiati nelle sue opere.


Qui, invece, è importante tener presente un elemento che a sua volta
costituisce una parte costitutiva integrante deUa Psicologia Complessa, an-
zi è /ielemento in relazione al qullle se ne mostrano nel modo più chiaro
po~zione e metodo particolnrl. Questo elemento è 1a funzione simbolico
1tiell!individuo d'oggi. (È imenzlonalmente che non si dice(ile/l'individuo,
poi°ché esse ooo dipende affatto dallo volontà cosciente, ma~d 1 altra parte
non viene nemmeno prodotta solo da1J'lnconsdo, bensì presuppone il con•
Elina - morale e conoscitivo - degli opposti e perciò ha come condizione
non solo la produttività inconscia, me anche l'incondizionata presa di po-
sizione della coscienza). Un simbolo è compreso in senso psicologico quan-
do non viene colto solo co111paratl11n111er1te dal punto di vista della storia
deUa cultura o della religione o delle filosofia e cosl via - per quanto que-
sto lavoro riippresenti una parte indispensabile della sua comprensibilità.
La secot1da 1>arte 1 però, conshte nel mostrare psicologicamente Usuo signi-
ficato per questo individuo in questo momento. In altre parole: µ_Jirnb'Q.!o
devf essere CO..!!!J)teso come un prodotto psichico che hn uL1 significato vi-
tale per l'individuo in qu~ tomomento, in quanto contiene in -eg~aJ mi;"u.
ra l'aspetto universàle e quello individuale, cosl come in gerere tuu;_1e
coppie di oppos~ délla _2sicne; esso, conseguentemente, rappresenta ad un
tempo l'oggetto e lo stru-;,ento per mezzo dci quali l'energia psichica trova
un nuovo gradiente, cosa che da un punto di vista pratico equivale ad 11n
nuovo orientamento ed ampliamento delJa coscienza.
Per dare almeno un esempio di quanto detto; alla base del simbolo
della rinascita, indipendentemente dal fatto che esso compaia in forma di
primitivo rito lniz.iatorio, come battesimo nel significato del crjstianesimo
degu inizi o in un' immagine simbolica corrispondente, sta sempre l'idei
primordiale della trasformazj9.11e dell'Jlni.l;µa. Nondjmeno, fa vi; per-Zui que-
sta- tra~1qrm_azfon_Lt rnggiunr~, varia a 1~ondi; della situàzione scorice· i;
individuale dell!!_g)~lenz..a,~,eer questo_il simbolp_da una parte de~ ess~-
re-vaJutato -4(, modo collettivo: ma dall'al.!-ra JefJ!lodo individuale.
Anche simboli di validità più o meno collettiva sono pur sempre di
origine individuale, il che signjfica che nascono originariamente nell'indi-
viduo singolo, ma U loro significato va oltre 1'1o, o da un punto di vista
soggettivo o da uno oggettivo. Da quello soggettivo ciò vuol dire che, neU11
configurazione del simbolo, non è più l'Io a possedere la supremazia psico•
logica, ma la/orma simbolica. Da quello oggettivo, bisogna intendere che
in individui diversi in luoghi diversi e in tempi clive-rsi compare ili modo
gent1it10, vale a dire senza influssi, un simbolo identico o affine .
T , WOLFF

Nel caso in cui un simbolo sia di età storica maggiore, con il tempo
esso perderà il suo puro carattere di simbolo, ossia verrà gradualmente as-
similato e assorbito dalla coscienza. Diventa un dogma, un sistema o un
concetto; la sua originaria efficacia psicologica si indebolisce e il suo signi-
ficato viene a dipendere da spiegazioni di tipo puramente razionale. Con-
temporaneamente, esso viene sottoposto ad indagini storico-critiche, Ad
esempio, attraverso confronti storici possiamo comprendere e immedesi-
marci retrospettivamente io quello che nei primi secoU ha significato il sim-
bolo di Crisco o della croce. Questo, però, non cambia nulla al fatto che
oggi, per molti uomini, Cristo è ormai esclusivamente una persona storica
particolarmente significativa e che la croce è lo strumento storico della sua
morte.
11 metodo psicologico può invece schiudere di nuovo il significato ori-
ginario e l'autentico senso psicologico di un simbolo storico, senza che per
questo gli si possa restituire la sua efficacia attuale. In quanto pei-ò viene
considerato come espressione psichica totale di un individuo o di un'epoca,
è possibile ricostruìre la vita inconscia che in esso si manifesta. In tal mo-
do, il simbolo diventa accessibile ad una valutazione più ampia di quanto
non sia possibile alla scienza della scoria. Si può vedere, ad esempio, in
che misu.ra il simbolo sia una manifestazione compensatoria della mentali-
tà che lo produce. lnolrre il simbolo è spesso una specie di programma in-
conscio a più straci che si dispiegano in successione, La tarda antichità,
barbarica e asociale in grado estremo, aveva bisogno ad esempio come sim-
bolo guida dell'idea dell'amore e della visione di tutta l'umanità come fi-
glia di Dio. Invece, già nella Gnosi si trovano altre interpretazioni. Per
Paolo, Cristo è il simbolo di ciò che, da uo punto di vista empirico-
psicologico, verrebbe definito l'atteggiamento cosciente nei confronti del
Sé. Nella mistica medioevale viene continuata la linea dell'esperienza inte-
riore del simbolo, come ad esempio nella dottrina di Meister Eckhart del
'Figlio' inteso come quella parte grazie a cui l'anima è uguale a Dio; è in
tal senso che egli scrive: «F. uno stato superiore quello che Dio è nell' ani-
ma, perché l'anima è in Dio». Lo stesso intende Nicola Cusano quando
definisce l'uomo 'deus humanatus', al quale Dio dice; <<Sis to tuus, et ego
ero tuus». Una concezione moderna, che non è più in grado di scorgere
il simbolo del Sé in una figura data, vedrebbe in Cristo il modello di un
uomo che ha preso su di sé la sua determinazione individuale. >6
In Trasfomraziani e rimbo/ì della libido, Jung, muovendo da un :10alo-
go materiale empirico inconscio, ha studiato U significato psicologico di un
gran numero dei più importanti temi mitologici e storico-religiosi. Sirnil-
MlffO0OLOGIII

mente, la Psicologia Complessa schiude il senso anche di altri modi di ve-


dere che sono distanti dalla moderna comprensione, come quelli propri dei
primitivi o della superstizione, oppure le immagini simboliche dell'astrolo-
gia e dell'alchimia H - anzi noi, oggi che la loro interpretazione concreti-
stica non ci dice più niente, possiamo trovare in genere un senso in que!Je
figure peculiari solo comprendendole come espressione della dimensione
psichica inconscia, e in tal modo non è solo il loro significato ad apparirci
chiaro e conseguente, ma anche la loro strana forma espressiva.
Parlando dei simboli sooricamente nati, entriamo però nel problema
della delimitazione del metodo psicologico rispetto a quello delle altre scienze,
Quanto è stato detto sulla valutazione psicologica del simbolo, vale anche
per il modo psicologico di considerare un qualsiasi alrro oggetto delle scienze
della cultura. fn quanto tutto ciò che riguarda l'uomo e che venne vissuto,
fatto e compreso dall'uomo, rimanda in ultima analisi alla natura psichica
come suo sosCTato, tutci i beni culturali hanno anche un aspetto psicologi•
co, possono cioè venire studiati o relativamente alle loro condizioni psico-
logiche originarie o alla loro eE6cacia e al loro attuale significato psicologi-
co o storico. Da un punto di vista psichico e psicologico, l'uomo, la psiche
uroaoa, è 'la misura di tutte le cose' - il che- non esclude, anzi include
la valutazione e la riOessione in base ad un altro punto di vista, poiché lo
psichico, considerato logicamente, è solo una metà del mondo. L'altra me-
tà è il mondo della 'sensibilità' e deU"intclletto', con le sue norme e i suoi
valori razionali.

Non è questo il luogo per descrivere in dettaglio l'applicazione del me-


todo psicologico ad oggetti extra-psicologici; piuttosto ci rimane 11ncor11 il
compito di fissare i limiti di t,de metodo, Questu cu111pito è t1.111tu µiù Ut:·
cessacio _in quanto spesso si parla di 'psicologismo' , intendendo con ciò un
illt:!gittimo u!trepassamento da parte deJJa psicologia dei propri confini, ol-
trepassamento che la porterebbe ad interpretare 'psicologicamente' campi
ed oggetti in realtà estranei a questo proceclirnenco, provocando cos) una
loro relativizzazione e soggettivizzazione.
Indubbiamente, l'obiezione è giusta nei casi in cui di fatto si psicolo-
gizza, privando cosl l'oggetto della sua autentica essenza, oppure dove, muo-
vendo da un campo specifico deJJa psicologia, per esempio la psicopatolo-
gia, vengono elaborate norme e leggi di valiclità urùversale, che invece hanno
valore solo per questo campo specifico - così come, viceversa, noo è am-
missibile vedere lo psiche patologica come fondamentalmente diversa da
queUa notm.ale. Allo steSSQ modo la psicologia erra quando non sottopone.
54 'l', WOLPF

i suoi 'presupposti soggettivi' ud una critica psicologi_ca; quando cioè guar•


da il proprio oggetto, per cosl djre, attraverso gli occhiali soggettivi di tcm•
peramento, concezione del mondo e altre simili situazioni di fatto sogget-
tive, senza esserne consapevole e dunque facendo violenza all'oggetto. Di
'psicologismo' si i:,arla particolarmente volentierì anche quando problemi
artistici, filosofici o religiosi vengono studiati in relazione al loro significa-
to psicologico. Di fatto lo nostra epoca, con il suo relativismo estremo, si
è resa spesso colpevole sotto questo riguardo - si pensi solo al concetto
di 'sovrastruttura ideologica' dl Marx o di 'sublimazione degli istinti ri-
mossi' di Freud, con cui si dovevano spiegare set1za eccezioni tutti i beni
culturali, vale a dire ridurli alla loro 'causa autentica' ,
Proprio alla Psicologia Complessa sarebbe però meno legittimo che a
tutte le altre scienze muovere l'accusa di psicologismo; non ci si potrebbe
nemmeno giustificare invocando quell'inesattezza storica, per altro ampia-
mente diffusa, secondo cui Jung 'deriverebbe da Freud'. Vero è, invece,
che Jung - allora unico tra gli accademid - riconobbe come vincolante
la relativa verità delle scopette di Freud e per questo si impegnò nello loro
difesa, sebbene lo fece sin dall'inizio con esplidte riserve 1 rendendo noto
il11omt: di FreuJ nel mondo sciemifico. Se pe.rò si ha fio dal principio chia-
ro davanti agli occhi il cammino scientiiico proprio d i Jung - che è possi-
bile distinguere già oei primissimi sturu 18 e che diventerà evidente anzi-
tutto nella dottrina del 'complesso• 39 da lui elaborata, nella qùale le sco-
perte freudiane poterono essere prese in considerazione solo successivamente
-, allora si potrebbe stabilire una volta per tutte l'incommensurabilltà dei
due ricercatori e l'assoluta diversità del loro puoto di partenza.
Il fraintendi.mento che porta a parlare d i psicologismo nasce in ultima.
anaU:il dalla situazione filosofica poco chiara del nostro tem(:>o, Non sono
pochi i sistemi filosofici le cui concezioni gnoseologiche d i fondo trascura-
no il punto di vjsta kantiano . Possiamo spiegare questo nato di cose ricor-
dando come il quadro spirituale del mondo sia profondamente mutato ri-
spetto a l periodo dì fioritura delJ'iUuminismo; in altre parole, le esperienze
e le conoscenze relative al mondo interiore e a quello esterno che sono se-
guite a quel periodo, hanno modificato a tal punto la coscienza umana che
la nuova situazione spirituale si rispecchia necessariamente anche in filo-
sofia. L'intuizionismo e l'itraziooalismo banno dato la Loro impronta al XX
secolo - un atteggiamento, questo, dal punto di vista psicologico, del tut-
to conseguente. Gli eventi irrazionali, come la guerra mondiale, il bolsce-
vismo, le rivoluzioni nazionali e cos\ via, sono il riflesso esterno dei corri-
spondenti sovvertimenti psichici1 ~0 e in tale contesto filosofemj puramen-
MIITODOLOGCA 55

re intufrìvì appaiono gli unici adeguati alla realtà . Dal punto cli vista del
contenuto, è pertanto inevitabile che la filosofia sia compenetrata da que-
sti avvenimenti e si confronti con essi. E certo non basta neppure richia-
ma.rsi semplicemente ai risultati kantiani per essere all'altezza di questo
compito, Però, da una filosofia che ancora avanza la pretesa cli essere 'scLenza
della totalità', ci si potrebbe attendere che sia consapevole del fatto che
o si aggancia saldamente al punto di vista kantiano e non fa valere accanto
a questo nessun'altra possibilità, oppure ritorna a posizioni gnoseologiche
prekantiane, allacciandosi alla concezione romantica che non è stata tocca-
ta dal criticismo kantiano e che fu piuttosto una filosofia intuitiva e del
sentimento. Se perciò la filosofia, invece dì poggiare, come queUa kanl1a·
na, sull'intelletto e sulla sensazione, si consegna completamente all'intui•
zione, (*) non può che hascere una teoria altrettanto unilaterale della 'vi-
sione' del mondo; l'intuizionejnfaui è solo una delle quattro funzioni psi-
cologiche fondamentali e non è adatta per la conoscenza del mondo dei
fatti cosl come non lo è per quella dei fondamenti gnoseologici, dato che
essa 'vede' solo possibilità, ma non realtà dare. L'odierna situazione filoso-
fica, in tealt~, può essere compresa solo psicologicamcnle, perd1é è :::erco
da attribuire al generale atteggiamento rivolto verso l'esteriorità il fotto
che l'oggetto e i1 tipo e modo di espericmm vengano ritenuti più importan-
ti della critica del soggetto conoscente.
Si può comprendete come in questo atteggiamento che accetta acriti-
camente il ' presupposto soggettivo', incorrendo cos1 di fatto in soggetti-
vizzazioni, - un atteggiamento che non si limita solo alla filosofia ma ti•
guarda anche oltre discipJjne - predomini una generale sfiducia nei con-
fro nti dei metodi di conoscenza. Ugualmente si può comprendere come que-
sto stato cli cose si diffonda in modo panicolate nei confronti della psico-
logia, e ciò non solo per i legittimi motivi sopra riport-ati1 ma anche perché
in psicologia fa sentite notevolmente la sua voce pure il 'pregiudizio sog-
gettivo' del pubblico. Lu psicologia, infatti, è un campo che tocca d a vici-
no e personalmente chiunque.

AiµitUlto , ognuno pensa di conoscere pcrfetcomente la psicolo-


gia; e 'pskologio' l: sempre la ma psicologia; e soltanto lui la conosce;
m,1 nello stesso tempo la sua psicologia è la psicolo8io in generale. Si
suppone istintlvamencc cbe lo proprùi costiruzionc psichica sici comu,
ne o luni; che cioè tutti gli uomini siano essem:iulo1cnte faui allo stcs•
so mQ<!o, ossia come se Stt!ssi. ~I
I pregiudizi e i fraintendimenti si indirizzano perciò in modo partico•
lare verso talune cerchie di tabù psichici, a cui si vuole vietare una consi-
derazjo ne psicologica, nella convinzione che nei loro confronti valga una
classificazione del tipo 'nient'altro che'. Questo è quanto avviene nella ti•
pologia psicologica, dove ci si oppone violentemente all'idea cli 'essere un
tipo solo introverso o estroverso', per lo più ritenendo che l'uno sia megJio
dell'aJtro. Altrettanto violente sono le reazioni quando si tratta dell'appli-
cazione di punti di vista psicologici all'arte o all'artista; eppure quest'ulti-
mo ha certo uo:i sua psicologia particoh,re, cosl come anche l'opera d'arte,
tra l'altro, può essere considerata da una prospettiva psicologica, proprio
come la si sottomette a studi di storia dell'arte o di storia della cultura.
Si dovrebbe ben poco dubitare anche del fatto che il processo di produzÌo•
ne dell'opera d'arte abbia il suo specifico aspetto psicologico distinto da
quello di processi creativi propri di altri campi. E invece, per un qualche
inspiegabile mo tivo. si suppone che, considerando l'oper:t d'arte o la crea-
zione artistica in senso psicologico, si esprima su di essa anche un giudizio
di valore - una mancanza di chiarezza gnoseologica, questa, che confon-
de la psicologia con l'estetica.
L'opera d'arte autentica, oltre al valo.re estetico, possiede senso e si-
gnificato, è un simbolo che vuole dire qualcosa all'epoca. Essa è nata dal-
l'inconscio collettivo dell'artista e perciò non riguarda solo la dimensione
artistica, bensì anche queUa umana. 42 ' L'art pour l'art' è un punto di vista
che, in un'ottica storica, fu un episodio di minima durata, un fraintendi-
mento - forse necessario - , un sintomo dell'enorme specializzazione di
cui è virtima il nosrro tempo a seguito delle sue conquiste tecniche. L'arte
è un'espressione spirituale come qualunque altra e quindi anche una comu-
n.icazione o un messaggio all'anima.
Un altro campo in cui s1. crede di doversi difendere daUe invasioni della
psicologia, è quello religioso, Certo, qui s i ha bisogno dd massimo tatto
e del più sottile 'senso delle sfumature' per non fare passi falsi, e bisogna
ammettere che la psicologia freudiana h:.1 sulla sua coscienza una gran par-
te delle reazioni di difesa del pubblico precisamente in questo settore. Ad
ogni modo, riflettendo bene, per quale motivo fa 'coscienza religiosa' do-
vrebbe essere esclusa dalla considerazione psicologica? Questa ipotesi pog-
gia su due ragioni. In primo luogo la forma di religione di cui storicamente
si fa parte, è il presupposto a priori della cultura dell'individuo, che questi
ne sia cosciente o meno. Sin dall'inizio, dunque, si è identici con tale pre•
supposto e di conseguenza parte in causa. 1n secondo luogo, però, non si
possono presupporre nel pubblico quelle conoscenze storico-religiose ed et•
METODOLOGIA 57

nologiche di cui si ha bisogno per comprendere come la funzione religiosa


sia uno dei dati psichici primari, si potrebbe addirittura dire: quel dato che
è evidentemente una conditio sine q11a 11011 della coscienza umana. Come
mai sorga la coscienza, è impossibile spiegarlo. Ma resta iJ fatto che noi,
nel momento in cul, da un punto di vista storico-evolutivo, possiamo par-
lare <li uomo e contrapporlo all'animale, incontriamo subito anche la co-
scienza e questa coscienza è determinata prevalentemente da rappresenta-
zioni religiose. Tutte le osservazioni e le ricerche condotte su popolazioni
primitive hanno portato al risultato che la loro psicologia e ]a loro vita quo-
tidiana sono dominate da esperienze e modi di vedere di natura religiosa
ln una misura molto più elevnta di quanto noi si possa comprendere sulla
base della nostra esperienza. Ora, in quanto il primitivo ba una psicologia
che, da un punto di vista tanto filogenetico che ontogeneùco, dobbiamo
considerare più o meno come la psicologia originaria dell'uomo in genera-
le, possiamo trarre da questo fatto alcune conclusioni a proposito ddla no-
H~ costitu7.ione primaria. Troviamo allora - se neUa coscienza o neU'in-
consdo da un punto di visto teorico è indifferente - che quella religiosa
è la funzione che mette l'autocoscienza, in quanto coscienza dell'elemento
umano, in rapporto con fattori transoggettivi di cui si ha un·esperien:w psi-
chica o che la distingue da essi. Questi fattori, 1:he trascendono l'Io e che
sono percepiti come 'extraumani', non sono valutari dal primitivo anzitut-
to come sovra- o subumani, ma solo in riferimento all'azione che essi eser-
cilano sul soggetto, ossia in quanto, come 'totaJmente altro', colpiscono
il soggetto in senso positivo o negativo. 11 più noto, da questo punto d1
vista, è il concetto di 'mano' dei melanesi, 'IJ che indica ciò che agisce in
modo fuori dall'ordinario ed esprime una visione energetica. A tale visio-
ne si aggiungono poi le qualità di 'bene' e 'male', in quanto è di importan-
za vltale se l'individuo, sia uomo, animale, pianta o cosa, viene favorito
o danneggiato dal mana e se è presente un eccesso o un difetto di mana.
L'esperienza religiosa o - se si preferisce questo termine - numino-
s11 resta comunque un dato psichico primario e universale. 4~ Ovviamente,
però, le sue forme di inluizione, come quelle di altte esperienze psichiche,
cambiano con il progressivo differenziarsi della coscienza e noi, da un pun-
to di vista gnoseologico, possiamo occuparci solo di queste/om1e di intui-
i:ione. Che cosa sia in sé l'oggetto numinoso possiamo saperlo tanto poco
quanto poco riusciamo a conoscere che cosa sia l'in-sé di un qualsiasi altro
oggetto, anzi ancor meno, perché non potremo mai afferrare con la coscienza
qualcosa che è più ampio o totalmente altro rispetto alla nostra coscien-
za. 41·Però, possiamo conoscerne gli effetti e da questi trarre delle conclu-
T. WOLFF

sioni sulla sua datità pskhica. Poiché questi effetti sono di natura specifi-
ca, ne risulta che il numinoso è una categoria d'esperienza specifica. R
Otto la definisce nel modo seguente:

li sacro, od senso pieno del termine, è dunque per noi una catego-
ria composta. Gli elementi che 111 compongono sono le sue parti costitu-
tive razio□alì e trraz1onali. Secorido entrambi gli elerunti, però - que-
sto deve essere flffermato col rnassirno rigore di fro:ite ad ogni se n~i-
smo e «d ogni evofu.,.iomsmo- essa è una categoria p111'U111en/ea priori.

La Psicologia Complessa - -sia stabilito una volta per tutte - può


e intende occuparsi solo deU'esse in anima dell'espetienza, non solo dell'e-
sperienza religiosa, ma deU'esperienza in generale. Motivazioni e valuta-
zioni teologiche, metafisiche, e in genere tutte quelle che non sono psico-
logiche, restano al di fuori della sua competenza.
Pertanto, l'obiezLone secondo cui la Psicologia ComplessR 'psicologiz-
zerebbe' l'oggetto numinoso e lo spiegherebbe come un elemento puramente
soggettivo, nasce da una maocanza di chiarezza gnoseologica e da errate.
conclusioni merafìsicbe". Certo, ùu un punco di vista cmlco-conosdtiuo, quella
religiosa è un'esperienza immanente, prendendo questo termine nell'acce-
zione kantiana: <iDefiniaroo immanenti qui principi la cui applicazione si
mantiene completamente entro i limiti dell'esperienza possibile, trascendenti,
invece, quelli che intendono volare oltre questi limit i». (Ctitica della ragion
pura).
Se però si vuol fare un uso psicologico e non gnoseologico dei concetti
cli immanenza e trascendenza, senza quindi attribuire ad essi alcun valore
metafisico, allora si dovrebbe dire che l'esperienza numinosa è un'especieoza
che trascende J'fo.
Per evitare confusioni concettuali è meglio oon osare in psicologia al-
cuna definizione filosofica, e per questo la Psicologia Complessa è costrel •
ta a crearsi Rnche una sua propria te.rminologia. Più giusto in senso psico-
logico e più moderato in quello gnoseologico è dunque parlare di funzione
religiosa e indicate il suo oggetto - considerato che, da un punto di vista
puramente formale, è un noumeno, «dunque solo un concetto-limite per
circoscrivere le pretese della sensibilità» - come fattore a11tonomo e come
psichismo oggettivo, come Noa-lo psichico: un dato psichico, quindi, al di
là della coscienza dell'Io - soggettiva - , che non può essere dominaco
e controllato dalla cosc1enza dell'Io, ma che agisce sull' [o secondo leggi pro-
prie e il proprio modo d'essere.
Concepire Dio come un contenuto psichico autonomo significo
fare di Dio un problema morale, il che, confessiamolo,~ alquanto inco-
modo. Mo se questo problema non esiste, neppure Dio è rea'le, perché
aUora egli non interviene nella nostra vita. ••

Una seconda e altrettanto essenziale causa di fraintendimenti psi-


cologici, è però proprio il non voler accettare l'idea di realtà psichica. Un
oggetto è per noi reale quando appartiene all'ambito della natura o dello
spirito, quando cioè ha un'esistenza o fisica o metafisica. Che fatti psichici
siano altrettanto reali, cioè efficaci ed esistenti, noi non riusciamo a rico-
noscerlo in quanto non abbiamo sviluppato il 'senso interno' e perciò eli-
miniamo le realtà psichiche razionalizzandole con spiegazioni del tipo
'nient'altro-che'.

Le forme dell'intuizione, io tese come recipiente in cui l'Io accoglie lo


psichismo oggettivo, in parte sono date dalla 'categoria fl priori' del fatto-
re autonomo stesso nella percezione primordiale degli archetipi, in parte
sono determinate, quanto meno nell''uomo civile', dal grado specifico di
differenziazione della sua coscienza e dalle conceziool che risultano domi-
nanti in una certa epoca. Queste due basi delle forme dell'intuizione e del-
l'esperienza spiegano da un lato la loro omogeneità, dall'altro anche la loro
diversità.
La seconda indicazione dj provenienza delle forme dj iotuizione spie-
ga inoltre perché la mentaHtà occidentale, nella misura in cui non vive più
la categoria del numinoso all'interno della forma cristiana di intuizione,
sia scissa in due campi. Da un lato troviamo l'agnosticismo, che nega in
genere 'dò che vi è di assolutamente specifico nell'esperienza vissutE reli-
giosa' e quindi si libera della sua presenza storica razionalizzandola in base
ad un qualsiasi principio riduttivo. Di fronte ad una simile coscienza asso-
lutamente 'illuminata', il fattore autonomo non può imporsi altrimenti che
in una forma inautentica, ad esempio come nevrosi. L'altro campo si po-
trebbe indicare in generale come occultismo, includendo in ciò tutte quelle
conoscenze che - secondo un'esigenza senz'altro sincera, ma in una con-
dizione di spirito confusa - si servono di quelle forme di intuizione che
o si sono dimostrate indubbiamente autentiche in civiltà straniere, come
ad esempio quella orientale, oppure provano il loro valore in base al nume-
ro relativamente alto di seguaci.
[ migliori tra gli uornioj moderni, però, no□ possono accontentarsi né
deUe une né delle altre.
60 T. WOLFr

Dal momento in ,ui esiste una forma esteriore ideale e rituale,


per esempio una religione vivente, che racch.iude in sé cd esprime tut•
re le aspirazioni e speranze dell 'anima, questa si e.srefiori:zim, e non
vi sono più problemi psichici, né può esistere l'inconscio nel s1:n50 che
noi diamo a questa parola. Perciò la scoperta della psicologin ijpportic-
ne agli ultimi decenni, henche i secoli precedenti fossc-ro sufficiente•
mente dotati d'intelligenza e d'introspezione per conoscere le rffità
psicologiche, [ ... ] È stura nec~ssarin la miseria psichica dei nostri tem-
pi per farci scoprire la psicologia. 1 fenomeni psichici esistevano certa-
mente giil da: ptima, ma oon erano tali do imporsi u.lJ'artem:1one e nes-
suno si 5offcrrnsva a considersrli. Se ne. faceva Q meno. Oggi invea:
non si può piÌl prt:scindi:re dalla psiche. [ ... I La coscienza moderna ci-
fiute la Cede nei postulnti dogmatici e per conseguenza le religioni ba-
sate: su di essa, ma le uc:ccna però nella misuro in cui il loro contenuto
conoscitivo si accorda apparv1tcmtntc con i fenomeni aperimc:ntati
nei piani pili profondi deUa psiche. Essa vuole conoscere, cioè vuole
e.,pcrirnentill'e da se s1essa. [.. .) l,11 nostrn epoca vuole fnrc da sola l'e-
sperienza deU'anima. Essa vuole esperimentare do sé, e perciò rcspin•
gc ogni principio deriva.nte d:i esperienze passate. Ma ciò non esclude
che essa si si,rva dd principi delle religioni e dello scienza, come ipate•
si di lavoro, per raggiungere il suo scopo. 0

Dell'arum11, però, e quindi anche di tutte le sae forme fenomeniche,


non si può fare esperienza solo con tlllfl funzione, e perciò non basta né
solo il sentimento, inteso come fede, né l'ioteUetto, come semplice cono-
scenza di paralleli storici e di rappotti logici, né l'intuizione, come sempli-
ce presentimento di esperienze vissute possibili, né infine la sola sensazio-
ne, che da sé non è in grado di capire l'esperienza. Nd campo del numino-
so, come in lutti i campi e i fenomeni psichici, il metodo psicologico deve
procedere cocrispondcntcmcntc alla sua complessità psicologicnmenle con-
dizionata; in altre parole: deve includere tutr'e quattro Le funzioni psicolo-
giche fondamentali per poter render ragione dei suoi oggetti da ogni punto
di vista - un'esigenza, questa, che invero presuppone neUo psicologo il
processo di individuazione, o per Lo me.no lo pone come condizione:

U quarto gradino dclln Psicologia Analitica, [quello cioè della tra-


sformaiione) richiede quindI una relroopplictU.io11e del .ri1te1110 di volto
i11 voi/o cred,110 ml medico .ritmo, e precisamente con la mcdesinl!l mon-
c:inzR di riguardo, co[lsequenzialit:1 e pcrscvc111nza che il medico ha
quoLidianamcnte nel confronti del pozienrc. [...] Vorrei souolineare
che lo sviluppo plò recente deUa Psicologia Analit\cn ci avvicino alln
grande questione dei fattori irrazionali della personalità umo,oa e met-
te Ì.ll primo piano la personalità dello ste~so medico come Eattote dl
METODOLOGIA 61

cuce o suo oppo310, e questo richiede IA sua trasformazione, cioè l'afl-


toed11co:io11e dell'educatore. [...] L'orientamento piu recente pomi i\ ri-
tenere un problemu inevìt11bUe l'ottcggiomento elico del medico. l'au-
tocridca e l'au1oindoginc, indissolubilmente collegqte a tale problema,
renderanno necessaria una concezione dcll'enima complet11mente di-
vers3 da quella precedente, sempliccmeatt biologica, perché l'anima
deU\iomo non è a(fRllo soltanto un oggetlo della medicina orientala
sul modello delle scienze nocurn!J, non è solo il malato, ma unche U
medico, non solo l'ojjgetto, mu anche il soggeuo, non solo una funzio-
ne del cervello, mo la condizione ossolula dello nostra consapevolC'~za.
Cib eh(! prìm11 era metodo terapeutico della medicina, ora diven-
ta metodo di umoeducazione, e cosl l'or1z;i:ome della nostra psicologia
&i allargi\ d'improvviso n cib che non era nemmeno presentito. Decisi-
vo non è pi~ il diploma di medico, ma la qualila umnna, Questa svolto
è signlficutlva, perché pone l'intero armamcnlarlo dell'arte medica dcl-
l';inirnn- il quale si è. sviJuppato, affinato e sistemotiz-zoro in un con-
tinuo esercizio sul malato - al servizio dell'autoeducazione, dtU'1111-
lope-rfezio1111111e11t.o, e cosl la Psicologia Analitica fo spitare le cMenc che
la imprigionavano nella camera di consultazione del medico. Essu vo
oltre se stcss:i c:d entra in quella grande IAcuna che finora è stnto lo
svantaggio psichico della culcuro occidenrole nei confronti di quelle
orientali. Noi abbiamo c.onosciu10 solo sottomissione e imbrigliamen-
to dell'anima mo nessuno sviluppo metodico dcU'onime e delle sue
1
funzioni. ~• l

D Lato pratico della Psicologia Complessa, in quanto scienza sperimen-


tale, deve quindi occuparsi anche del problema dei valori etici - un quar-
to punto nel quale si incorre spesso nel malinteso del soggettivismo. Come
si può facilmente vedere, esso deriva dall'insufficiente distinzione tra in-
dividuazione e indjvidualismo, e dal pregiudizio occidentale che non sia
sano, anzi che sia immorale 'occuparsi di se stessi'. n lavoro su se stessi,
però, non è un fine ultimo, ma un mezzo e la conoscenza dell'Io è solo un
gradino nel processo di individuazione, il cui senso è quello di connettersi
con la totalità psichica.
La totalità psichica è detta Sé. Come totalità, essa è trascendente ri-
spetto alla coscienza, dato che l'Io, in senso psicologico, è un ambito più
ristretto rispetto ai dati psichici totali e ciò che è più piccolo non può ab-
bracciare ciò che è più grande. Il processo di individuazione ratJpresentn
l'avvicinamento graduale ai contenuti e alle funzioni della totalità psichica
e il dconoscimento della loro azione sull'Ego. Il Sé non può essere cono-
sciuto in se stesso, ma la sua essenza e i suoi effetti sj riflettono nella co-
scienza in i ntuizioni simboliche. 411 In tal modo, l'Ego viene trasformato
62 T. WOLFF

e trova posto all'interno della totalità psichica, L'Io u.isformato è l'indivi-


dllalit~ cosciente, la formB empirica_ in cui il Sé appare. ll Sé, come fattore
che psicologicamen te trascende l'Io, regola la vita dell'individuo e lo co-
s ttinge all'individuazione.
La funzione autoregolativa della psiche, che mette l'individuo in equi-
librio con la totalità dei dati psichici, non può essere ulteriormente spiega-
ta da un punto di vista psicologico, Essa è un dato di fatto dell'esperienza
e può essere ricavata dai contenuti compensatòri dcll'Lnmnscio come pure
da quei ptocessi e quelle immagini che appartengono &.I processo di indivi-
duazione e tendono alla centratura della personalità . 50
La relazione alla totalità psichica, che viene istituita includendo con-
sapevolmente lo ps ichismo oggettivo, contiene di conseguenza anche cate•
go rie di valore ps1co/ogicamer1te oggettive. L'Ego è l'uspetto soggettivo e
psicologicamente arbitrario, che giudica in base a scopi determinaci in mo-
do personale. Lo psichico oggecrivo compensa !''essere rivolto a uno sco•
po• della coscienza ciell'Io e agisce anzitutto portando l'individuo a ricono-
scere se stesso per ciò che è per naturn, in contrasto con e:iò che vorrebbe
essere. Sottoporsi aJ processo dUndividuazione implica, çome condizione,
tanto l'esigenza di assoluta sincerità verso se stessi, guanto la conoscenza
e la valutazione psicologica dei con tenuti e dci processi che si manifesrnno
in un dato momento, quanto infine, come ovvia conseguenza di tutto ciò,
la r elativa presa di posjzione pratica - un compito etico e insieme inteUet-
tuale, questo, di cui non si deve sottovalutare la gl'andezza.

No11 ;/ può cambiai'!' 11it111ti: che 11011 si sia occ,nltlto. La condftnna


non libera, rc:prime. Tn realrà, dcccttare iJ foto d'ombra della natura
umana è quolcosn che rasem.i l'Impossibile. SI pensi o cosa significa
riconoscere il dfritco d'esistere dell'irragionevole, dell'insensato e del
mnlr. Questo, però, è proprio qullllro vuole 1'11omo moderno; tcgll vuole
vivere con ciò che egli è; vuole conosce~ ciò che egli èe, e perciò getta
da patte la 5torio.
Questo forse sembrw molto semplice. Ciò che è semplice, però,
è sempre la cosa più drf(icile. In realt~, infatti, esser semplice!: ('qrte
somma, e cosl l'acccttorc-.sc-s1essi è lu quintcssem:a del problema mo-
rnle ed il nucleo di un' intera visione del mondo."

Della conoscenza di sé fa parte, tra l'altro, anche la chiara compren-


sion e della proiezione dei contenuti psichici.. Tutti i contenuti appartenen-
ti alla propria psicologia, ma di cui si è inconsapevoli, appaiono come qua-
lità delJ'oggetto e di conseguenza si giudica e si nglscc io rapporto all'og·
METODOLOGIA

getto invece che a se stessi. La conoscenza del tipo di funzione, il prendere


coscienza de.lJ'Ombra, del1 1Anima e cosl via è conseguentemente un atto
morale che chiarisce la relazione dell'individuo nei confronti di se stesso
come pure quella nci confronti dell'oggetto, liberandolo in tal modo da il-
lusioni e altre mescolanze e confusioni soggettive. Un passo avanti essen-
zlale sul cammino dell'individuazione è costituito dalla conoscenza delle
intmiet:iohi, ossia di quella identificazione dell'Ego con contenuti psichico-
oggettivi attraverso ln quale questi ultimi vengono soggettivizzut! provo-
cando cosl un'inflazìone dell'Io. Quando iiinconscio collettivo è attivato,
l'Io, privo di una sufficiente conoscenza di sé, si identifica con le figure
archetipiche e si dissolve in esse, come è successo ad esempio a Nietzsche
con la figura di Zarathustra. L'inconscio colletlivo, infatti, è quell'insieme
di funzioni psichiche universali, uguali per tutti, dal quale il soggetto deve
distinguersi se si vuole salvaguardare .la coscienzu psicologica dell'Io. Dato
che per intensità energetica i contenuti psichico-coUettivi sono dl valore
per lo meno uguale se ooo maggiore rispetto all'Ego, non possono essergli
sussunti, ma. devono essere oggettùH1tì. In questo modo nasce una ,-eln:àone
fra l'Io e lo psichico oggettivo, ll cuj dsult11to è l'individualità cosdente,
Sarà appena da accennare per quale motivo la conoscenza cli sé sia .ne-
cessaria e perché proiezioni e introiezioni sottostiano ad un tabù psicologi-
co. È vero che noi, suUa base dei loro eff~tti, possiamo capire per qual.e
ragjone siano moralmente e biologicamente inammissibili; la proiezione,
infatti, porta col tempo alla dlstruziQne del rapporto con l'oggetto umano,
mentre l'introiezione fa Io stesso con la coscienza psicologica dell'Io. En-
trambi i fartori 1 però, sono indispensabili per la viro. La conoscenza di sé,
vale a dire la conoscenza e la distinzione psicologica de.i diversi fattori del-
la totalità dell'anima - dell'Io, dell'Ombra, delle figure archetipiche, del
simbolo del Sé - appartengono evidentemente ul mistero della coscienza
umana e quindi dell'umanazione. In ogni caso, troviamo che il problema
della distinzione di lo e Non-Io è sentito come assolutamente vitale già
presso i pdmitivi. Le civiltà orientali sono progredite su questa linea di
sviluppo uno al più alto grado di differenziazione - cerro trascurando al-
tri valori, che per noi occidentali sono lrrinunciabili.
Ma sembra che anche pet noi occidentali sia ora necessaria una mag-
giore riflessione su di sé. La Psicologia Complessa è sorta perché i fatti psi-
chici si sono conquistati una loro validità in quanto tali, in forma genuina,
non ancora assimilata alla coscienza dell'Io. Pet questo, guardando la cosa
dal punto di vista della totalirà dell@psiche, c'è anche un'etica psicologica
altamente vincolante e inflessibile che coincide con le leggi più essenziali
della vita. A questo punto, però, dobbiamo aggiungere che la realtà e la
totalità dell'anima non sarebbero giunte cosl presto alla coscienza dell'oc-
cidente, se non si fosse trovato in C.G, Jung colui per mezzo del quale,
del suo migliore impegno spirituale e dello sua incondizionata responsabi-
lità umana, fu possibile conoscere l'essenza della psiche e renderla accessi-
bile al pensiero e alla vita dell'uomo occidentale.
Le categorie di valore poste attraverso la Psicologia Complessa non
sono ovviamente da confondere con l'ethos in generale. L'ethos dovrebbe
intendersi sempre 'da sé' . I concetti psicologici di valore si riferiscono in-
vece a conoscenze relative a contenuti e datità con cui deve confrontarsi
l'ethos inteso come fun:t.ioné.

lJ problema etico è per un uomo morsle una questione passiona-


le, cadicacu nei suoi istinti più profondi come nelle sue aspi.razioni più
ideali. Per lul il problema è commoventemence reale. Non stupisce quin-
di che vi rispondono anche le profondità dcl suo essere. ,.

L'ethos è la base e l'istanza indispensabile per il confronto della co-


scienza con l'inconscio. Un'intrinseca carenza della funzione etica rende
lmpossib iJe l'assimilazione dell'inconscio. Il risultato è l'abbandonarsi al-
t·amoralità o immoralità oppure alla psicosi. Rapportarsi ali'inconscio non
s ignifica rovesciare i valori, ma piuttosto prendere piena consapevolezza
delle categorie di valore fin qui osservate mediante le nuove categorie ac-
guisite. Gettare via i valori fin qui segui ti sarebbe anarchismo e condur-
rebbe alla barbarie.
Alla civiltà appartengono l'ethos consapevole e Usenso di continuità
s torica. È pertanto necessaria una buona dose di coscienza storica per rico-
noscere i motivi per cui, in certe circostanze, i valori dati non sono più
sufficienti. Solo sapendo come questi valori sono nati e qual è stato il loro
significato, è possibile osare un passo oltre di essi. A tale scopo, però, è
necessario sapere molt-o esattamente dove ci si trovi e che cosa si stia fa.
cendo, perché solo così è possibile allacciare ciò che segue ra ciò che fin qui
è stato.

Riassumendo, si potrebbe dire che la Psicologia Complessa è una scienza


sperimentale per la quale sarebbe pertinente la definizione .f.ilosofica di rea•
lisJflo. Con ciò, naturalmente, non si intende il materiale - l'empiria si
fonda ovviamente su ciò che di fotto è da to-, ma il presupposto ideologi-
co del suo metodo. Essa vede l'uomo e i suoi processi e prodotti psichici
METODOLOGIA

per ciò che sono e non per ciò che dovrebbero o potrebbero essere. Questo
presupposto non è una cosa ovvia - almeno ooo nella nostra cultura occi-
dentale - e perciò incontra dapprima resistenze istintive in ciascuno, in-
cluso lo psicologo.
Il reallsmo non ha nieole a che fare con forme di considerazione ma-
terialistiche o biologiche. Il punto di vista realistico significa vedere le CO·
se come esse sono per oatuta. La natura umana, presa nel suo senso più
am_pio, è lo psichico e quindi include ovviamente in sé ciò che appartiene
al concetto di 'essere umano'; tutto l'aspetto istintivo, ogni azione etica
o sommamente spirituale della coscienza come pure lo psichismo oggetlÌ·
vo1 che, in quanto fattore autonomo, influisce profondamente sulla sog-
gettività dell'individuo e deve essere integrato da quest'ult imo secondo una
qualsiasi forma di intuizione.
Il metodo deUa Psicologia Complessa è pertanto anche di tipo feno•
111<mologico1 ) ) in quanto le forme di manifestazione psichiche vengono va-
lutate od lorn 'esser-cos\-e-non-altrimenti'. 1h altri termini, il prodotto psi-
cnico non viene riferito ad uo senso che starebbe dierro e fuori di esso e
che solo per un qualche frai.ntenc:limento o una qualche insuCficieoza della
disposizione cosciente non sarebbe in grado di esprimersi a11tenticamente.
Quest'ultima è ad es~pfo la concezione delle correnti freudiane e adleria-
ne, nelle quali, parte.odo da un'idea preconcetta, turti i fenomeni psichici
vengono anaHzzati in relazione al loro cosfddetto significato autentico, in
quanto si ritiene che i contenuti psichici siano incompatibili con la coscienza
e perciò esprimibili solo in forma distorta per via ddla rimozione oppure
in quanto compensazione dj sensi di inferiorità. In tnl modo la forma feno-
menica diventa un mero segno che può essere interpretato in base ad una
ddavc valiJa w1a volta per lulte,
La Psicologia Complessa prende i fenomeni sul serio, anche quando,
in ultima aoafai, si deve parlare di un'espressione inautentica, come avvie-
ne ad esempio a proposito di un sintomo nevrotico. Dal punto di vista del-
la totalità delta psiche, il sintomo nevrotico è un 'espressione inautentica in
quanto esso, come fenomeno di ristagno dell'energia psichica, -agisce solo
ostacolando o addirittura distruggendo la vita dell' individuo. Valutato in-
vece dal ponto di vista dcli' Io e del momento psicologico individuale, esso
è un dato di fatto che non può essere tolto di mezzo né con la volontà né
con una qualsiasi interpretazione intellettuale, dato che in senso energeti-
co esso agisce profondamente nella vita. L'energia in esso investita può per-
tanto essere condotta ad un uso adeguato solo per mezzo di un cambiamen-
to di dispo_r~ione, il che è possibile solo se il dato di f11rto di disturbo viene
68 '!' , WOLFF

terminare dall 'oggetto- in fondo erroneatnenre-, giacché esse per-


vengono dalia strutrura inconscia della psiche e vengono suscitate sol-
tanto dall'azione dell'og~etto. Queste tendenze e concezioni sogge tti-
ve sono più forti dell'inilue nza esercitata dall'oggetto, il loro valore
psichico è superiore, cosl che esse si sovrappongono a tutte le impres-
siorù."

Gli archetipi sono le motivazioni - che senza spiegazione analitica


restano sempre inconsce - di quei processi coscienti il cui valore energeti-
co supera il comportamento personalmente adeguaro dell'i.odividuo. Sono
dunque, ad esempio, il fondamento di affetti troppo intensi, di processi.
di pensiero e di fantasie incontrollabili, di complessi autonomi e di conte·
nuti psicotici. In senso gnoseologico essi so.oo trascendentali, in modo si-
mile a come lo è l'intuizione cli spazio e tempo per l'esperienza del mondo
esterno. Cos11e rappresentazioni archetipiche precedono l'esperienza, so-
no forrne vuote che soltanto in condizioni particolati vengono costellate,
cioè suscitate e riempite di contenuto, Esse sono dunque l'a priori psichico
di determinate esperienze. e idee, che però, senza lo strumento della critica
psicologica, vengono fraintese come fattori personali.
La Psicologia Complessa ha compreso per la prima volta le forme di
intuizione immediate e archetipiche come dati psichici. Fino ad ora le si
trovava - già presso i primitivi - solo in forma proiettata ed elaborata
dalla coscienza. 59 Unicamente nella psicosi intuizioni archetipiche compaiono
senza essere trasfigurate. Di norma, però, la loro esistenza ed efficacia di-
venta evidente solo ad una coscienza che si sia ampliata attraverso il pro-
cesso di individuazione, Questa coscienza riconosce i contenuti dell'incon-
scio collettivo, fino ad allora latenti o razionalizzati e. ;>roiettati sul!'ogget-
to, come appartenenti al soggetto e se ne fa responsabile, vale a di._re li og-
gettivizza psicologicamente; cosl facendo, l' Io, in quanto inipétibile, deve
contrapporsi agli archetipi, che rappresentano invece J'elemento universale. 60
li metodo dell'indagine e interpreta~ione psicologica dei simbotì è oltte-
modo complesso, abbracciando come desìderatwm da una parte l'intero di-
spositivo della simbolica comparativa e dell'altra un11 çoooscenza ed un'e-
sperienza fondamentale della psicologia e della problematica dell'.indiv.iduo
moderno. Un vero simbolo non può mai essere compreso completamente
al momento del suo sorgere, altrimenti non è un s.im.bolo, ma un segno,
che potrebbe esprìmersi altrettanto bene, se non meglio, nel linguaggio della
coscienza. Il simbolo vivente rappresenta sempre, per un periodo più o meno
lungo, un processo o un contenuto psicologico-complessivo solo in parte as-
M81'ODOLOGIA

similabile in modo consapevole e che, da un punto di vista psicologico, è


sovrapposto alla coscienza e per questo agisce su di essa. Esso ha un carat-
tere io parre r azionale, in pnrte irrazionale. La coscienza, in conseguenza
dell'efficacia del simbolo, è costretta a confronrarsi con esso, e in questo
modo il simbolo viene gradualmente compreso e infine assimilato dalla co•
scienza. Con ciò tale simbolo perde la sua efficacia e la coscienza, ha otte-
nuto di nuovo, per un certo lasso di tempo, In supremazia psicologica.
L'interpretazione psicologica dei simboli è qui odi quel procedimento
che traduce approssimativamente un simbolo nel linguaggio della coscien-
za. Nel caso noo si facesse questo tentativo, il simbolo resterebbe un fatto•
re isolato, separato dall'Io e cosl subentrerebbe il perjcolo cl1 una scissione
della personalità, in quanto la coscienza dell'Io si irrigidirebbe nella sua
disposizione unilaterale, allontanandosi in tal modo sempre più dal conte-
nuto psichico nuovamente attivato, mentre questo, in modo regressivo, as-
sumerebbe fotme sempre più incomprensibili. L'assimilazione della coscienza
al simbolo e Jd simbolo all'Io significa invece da un lato l'ampliamento
della coscienza e dall'altro la rinnovata connessione con le leggi universal-
mente umane.
Per comprendere on simbolo sorto individualmente, è necessario u ti-
lizzate il materiale compararivo tratto dalla simbologia, in quanto solo in
questo modo si può capire il suo significato universale, sebbene storico.
Stabilendo dei paralleli mitologici e storico-religiosi, applicando quindi il
metodo generalizzante, da fatto isolato il simbolo diventa generale e dguar-
dante la storia dell'uomo. Cos1 esso viene in parte liberato dan' incompren-
sibilità per essere assimilato dapprima intellettualmente.
Per una complet~ assimilazione psicologica per quanto questa al mo-
mento sia in genere possibile - non basta però soltanto la comprensione
attraverso una funzione, ma 1a migliore integrazione totale possibile. Que-
sta può avvenire solo cercando, secondo il metodo individualizzante, il si-
gnificato psicologico che U simbolo può avere per questo individuo in que-
sto momento. A tale scopo è necessario prima un ampio otienta1m:1110 sul-
la situazione psicologica cosciente dell'individuo e poi un.i traduzione del
simbolo nel linguaggio psicologico, vale a di.re la sua comprensione in rela-
zione alla vita e al pensiero di questo individuo in questo momento. Inol-
tre, è di importanza determinante la fenomenologia della forma simbolica,
il suo apparire o rappresentarsi proprio i□ questa forma e questa connes-
sione, daro che solo da ciò può essere dedotta la sua valutazione psicologi-
ca. Tutti i contenuti inconsci sono di nalttra ambivalente e per questo, al
fine dell'integrazione cosciente, è essenziale sapere se si tratta di fattori
prevalentemente positivi o negativi. Anche i fattori negativi sono dati d i
fa tto che devono essere integrati; per l'atteggiamento coscfonte, però, è
tutt'altro che indifferente se essi sono riconosciuti come tali oppure ven-
gono razionalizzati e trasformati in qualcosa di positivo. Il simbolo di un
serpente, ad esempio, in sé può significare entrambe le cose. Dall'attenta
verifica della situazione di coscienza ed anche dal contesto complessivo in
cui l'immagine appare, diventa però chiaro se si tratta - come è il caso
di talune favole e miti dell'uomo primitivo, che parla con 'il suo serpente' ,
mettendosi così in rapporto con la sua 'anima del cespuglio', iJ suo incon-
scio - del 'serpente saggio' che impersona la sapienza della natura, cioè
il sapere istintivo defl'ìnconscio che fovorìsce la vita, o piutlosto del ser-
pente nd suo aspetto abituale, inquietante e pericoloso, davanti al quale
uomini ed animali nutrono una paura innata, istintiva. 61 Se questo aspet-
to negativo diventa chiaro in ogni nesso del simbolo, allora anche dal pun•
to cli vista psicologico si tratta di qualcosa che suscita paura o, a seconda
dei casi, di qualcosa di pericoloso, che deve essere dlm.ostrato nella situa-
zione psicologica dell'individuo in questione. Può trattarsi in questo caso
di fattori infrapsicbki, oppµre di un perkolo fisico o esterno, di cui però
non si è abbastanza consapevoli, ragion per cui l'inconscio compensa que-
sta djsposizione ottimistica attraverso un simbolo di paura. La paura è la
reazione archetipica al pericolo. Quest'ultimo può anche essere un sottile
pericolo psichico, una specie di catastrofe interiore, di cui i primitivi san-
no certo più di noi. Per loro, una perdita dell'anima o l'essere posseduti
e ammaliati, insomma una forma qualsiasi di disintegrazfone psichica è una
faccenda talmente importante che vivono con il continuo terrore per que-
sto 'Peri/s o/ the Sout' e, quando la sventura è accad uta, si so ttomettono
subito all'autorità competente, all'uomo di medicina, alle pratiche e ai ri-
medi magici, cioè psichici, necessari.
Naturalmente a questo riguardo bisogna tener presente che la psico-
logi a primitiva evidenzia una coscienza integrata in modo molto precario,
dato che l'elemento psichko-soggetcivo e l'oggetto esterno si trovano in
una completa partecip:izione 'magica', mentre la coscienza dell'Io è ancora
assai poco sviluppata, per cui è preda di tutti glj influssi.
Nella nostra psicologia occidentale attuale avviene il contrario. Noi
possediamo una coscienza dell'Io oltremodo stabile, addirittura rigida, che
però si è a tal punto differenziata dallo sfondo psichico da allontanarsi aJ
tempo stesso sempre di più anche dai fatti fondamentali e dalle leggi che
regolano 1a vita umana in generale. La Psicologia Complessa vede il pro-
prio significato neJ tentativo di ripristinare iJ nesso tra la coscienza e la
I •

totalità psichica. Curare l'uomo, rendergli la 'salute' vuol dire Earlo essere
di nuovo intero, portare alla sua coscienza la totalità dell'essere umano -
un compito che, in epoche di cultura collettiva, spettò alle religioni della
'salvezza' , ma che oggi, cli fronte al conseguente giunge.re a termine di quella
linea di sviluppo iniziata dal protestantesimo, deve evidentemente essere
assolto dal singolo e nel singolo.
In tal modo U simbolo diventa evento psichico, È Ja riproduzione o
l'autorappresentazione deUa situazione psicologica complessiva dell'indi-
viduo del nostro tempo e contiene in ,u1ce i processi psichici che da cale
situazione risultano, conferendogli al contempo un senso. Il simbolo au-
tentico è fenomeno e idea in uno - idea nel suo significato originario, in-
tesa cioè come ' immagine efficace'. Nel processo di individuazione, quin-
di, non si tratta anzitutto di interpretare il simbolo, ma della sua rappresen-
tazione e config11razio11e, Cosl, esso non viene solamente assim.ilato dallo
funzione superiore, ma integrato come figura Intera dalla pe1·sonalità com-
plessiva e 1 viceversa, si dimostra ancbe lo strumento attraverso il quale di-
venta gradualmente cosci~11Lt:. la personalità complessiva. Il simbolo, iote,
so come Ggura psicologicamente reale, è la forma in cui trova la sua auten-
tica espressione la realtà dello pskh.ico.
Nella valutazione del simbolo, come in t1ttte le manilestazioni psichi-
che - siano di natura conscia o inconscia, si tratti di problemi personali
o cli ciò che è universalmente valido, di processi soggettivi o di contenuti
oggettivi, di semplid sintomi o di un conflitto reale o di qualunque altra
cosa - decisivo è sempre il principio dei momerrto psicologico individua/e
Si tratta sempre di diventare consapevoli del qui ed orn, per la semplice
ragione che ciò che è psicologicamente passato è superato nel presente, ma
ciò che verrà, tuttavia 1 risulterà da quest'ultimo. È per questo motivo che
l'individuo ha la psicologia della sua età e della sua epoca, e deviazioni ar-
bitrarie ed 'egoistiche' da essa contravvengono alla legge naturale deU' esi-
stehza. Anche queste concezione è un principio realistico - se si preferi-
sce, un presupposto ideologico, soggettivo - della Psicologia Complessa.
È però la stessa it1dagi.11e oggectiva dt:Uu p~kht: a spingere verso questo punro
di vista, se non si vuole eliminare razionalisticarnente la chiara influenza
dei fattori psichici, ma piuttosto riconoscerla nell'esistenza individuale co-
me natura regolativa e presupposto deila vita cosciente e differenziata.

Fino ad un certo grado, la facoltà del giudizio psicologico si può ap-


prendere. Nel presente studio noi cerchiamo di esporre a. grondi linee il
rnetodo e la teoria che stanno alla sua base. Un secondo principio e una
condizione preliminare necessaria del suo esercizio è la sua retroapplica-
zione sullo psicologo stesso. Solo chi è capace di guardarsi criticamente e
senza illusioni, guadagnerà un punto di vista davvero oggettivo e libe.ro
da pregiudizi personali, e solo chi ha fatto esperienza della complessità della
propria psiche, sarà convinto della realtà dell'elemento psichico. Come terzo
requisito sarebbe da aggiungere quello di un'adeguata dose di buon senso,
una specie di ingenuità conquistata, più elevata, uno sguardo del tutto li-
bero da dogmi ed aperto sul fenomeno psichico anche nella sua forma più
banale e bizzarra. Ed infine la facoltà del giudizio psicologico è anche l'e-
spressione di un certo talento, che a sua volta è un prodotto complesso di
-carattere eteditatio, di condizioni di vita ed espericnaze personali e deU'a-
spetto creativo della psiche stessa.
A conclusione di quesro capitolo si dovrebbe porre la domanda, e ri-
sponderle: il metodo psicologico complesso è una semplice sintesi del pro-
cedimento genetali.zzantc e di quello individl1alizzante e, a seconda del-
l'indicazione, si applica ora l'uno orn l'altro? Oppure, se si tratta di un me-
todo autonomo sui generis: in che consiste il suo 'principio di scelta deU'e.s-
senziule ', qual è lo specifico metro psicologico di valutazione che lo distin-
gue tanto dalla considerazione propria delle scienze della natura quanto da
quella proptia delle scienze della storia e deUa cultura?
lo non oserò rispondere a questa domanda. Ricengo però che l'indica-
zione di singoli problemi metodologici della Psicologia Complessa equival-
ga, seppure in modo solo parziale, ad una risposta lndiretta, come pure il
tentativo di esporre il suo metodo come metodo complesso è un indizio del
fatto che non si tratta di una semplice sintesi arbitraria del metodi delle
altre discipline.
Il metodo è dato dal suo oggetto. L'oggetto, però, si sottrae nella sua
totalità ad una rappresentazione solo inceUettuale. Questo è un aspetto che
le psiche ha in comune con la vita, la quale deve tanto essere vissuta quan-
to anche esige che si rifletta sul suo senso. Né la semplice vita né la sempli-
ce riflessione sulla vita consente di giungere all'esperienza della totalità.
Altrettanto, la psiche ha un lato che rende possibile una teoria scien-
tifica dei suoi contenuti e dei suoi processi ed un altro di cui si devono
sperimentare le manifestaziorù spontanee per riusci.te a comprendere l'es-
senza. Questo lato, pe:rò, si sottrae ad una demarcazione metodica.
Cogliere le realtà psichiche e saperoe vedere l'espressione piena di senso,
che fovorisce oppure ostacola la vita, è in ultima istanza una qualità indivi-
duale indefinibile, che mette una persona sullo stesso piano degli spiriti
creatori.
Ad una cosa però si può fl}fe cenno. li metodo psicologico complesso
1
è una questione di otteggiamento, ianto di un atteggiameoto scientifico quanto
di un E1tteggiame~to 'nei confron ti della vita - di un atteggiamento che
include la totalità dei dati psichici. Come lo psichico ha la sua sostanza
specifica, Così la Psicologia Complessa ha il suo luogo specilico e il suo lin-
gllaggio cnncett~f;e i.i mbollco specifico. Aver r ico.;_o~ciu to per primo l' es-
senia del suo oggetto, come pure (p.rincìpi" del suo metodo, è 1a chiara espres-
sione della personalità creatrice di Jung.
Tornando al nostro punto di partenza, nel quale l'individuale t:ra sta·
to coi:trapp?sto al_generale, si può sottolineare anche l'aspetto irripetibile
ed unico dello spirito psicologico di Jung, che daJJa storia della coscienza
umana fu posto innanzi al compito: 'quaero quod impç,ssibile', 1dopo che
l'anima □on sl era plù ritrovata in quello del-'credo quia impossibile' ,

• W. HEISENBERG, I re,:e,,1/ 11111tn111e11ti 11c//e bu,i ci~llu 1clem11 esalta, in M111amu11// 11ullt basi d,/111 ,cte11-
za, Einaudi, Torino, 11144.
_ '.J:l, R1c1t1;,w,, K11/1111winemcha/11111d NnlllnJJim·mchn/1, Moht, T(ibingcn, 1926.

i'c.G. )Ul'{!l. flp,1Jb/en10 /011d,1111e11lnle r/111/11 pslaologìa cm1te111porn,wt1, in Opere, Botinghlcri, Todno,
1965,~~I, VEIL' ' •
G 4Chiunquc intraprendo m11111mcnti anolitici p~rtc da un prcsuppo,to: ossiu che il rendere cosciemi,
in modo do sottopeirrc alla ,ce.lrà e ulla tritiéa ~onsgvcvole parti dcli~ porsonnlitll chc prlm11 erano in-
eonscct abbia un signilicato e un v,lore, '/,Jon tale _11zione, il pa~icntc viene. posto di fronce a problemi
e sdmohuo • on giudfaio e cf'elibcrazioni ronsapevoli, vi~ne con ciò promossa in lui uno {unzione dti<:11,
di «ui l'intera p«rsonalit~ resta \pvestita». C.G, ]u"!Q, L'qpplicnblli1iJ prqJic<1 Je/l'n11nl/si dti SQR11i. io
Opert:, XVI, 2 , \··i-.·:, • • •<
.::=-. -- --- - -
~ ckcrl intende il c ~ i co11li11t1t1111 non nel sc,nso di una continuità tempo"1c, bcnsl 'csse~ia-
le': "0g'!1~ÈE_~_s.sj_ ei~nd! .nello spazio o. che occ1;1pi un certo l"Ull di _J<;.IJ!P.11 ha I!" siITJU~ C11(4J·
me d_i J.~t-a_n:,,:1_: Q\!~lo~lg p~~iomb brcvcemcnte lndicllt"e come prtn<;ieio della ronlinuìrà di tutto i!,
re~I~' ;_.~ re:iltò i: eteroçcnco perché nessuna cosa o processo cquiVGlc <omplccamenre od 11n'wrrn cosa
o a un 11l1ro -processo, ma mostra un'imptont• particolare, unica, individual,. LP m1ltn oHcttualt è
un co11ti111111m guallrativo cd eterogcn~o lt le discipline c,mpiriche hanno lo scopo dJ cogliere twe realtà
ei~fiJCa1- - - .-.•:::..."'-• -
-· fn canir~•to con dò, la fisica matcmatJ"11 coglie il mondo del111 puce quontltA e vede- quindi lu
re11ltil sotto forma di un co11tim1t1nl,pmog~ncÒ' o,~nchc, nc:.Ua misura iri cui vl O(l~QI.SkL11J.&llconccm10\
li, sotto (orm'II di un d/1cret11m, e con dò la rC1111il) sempre quslitativ1, dlvcntR \!luantit~ m•tcmariClt.,
Cfr, K11ltt1ruJùsemchaft 1111d N1111m11i1rr,1sch,1/I, cit'. -
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r.7-.,\.,-. ,.,.-;: r) l\ ; -r--: ....._, c.,._-;-,~ I
0:.G. }UNC, Spiri/o e lifta, in .fl problema dell'i11conscio ne/I,, p1icoloiia moom,a, Einnudi, Torino. l 9~9.

~-G,G. JuNG, Il probler,ta /011dame111ale della p,icologia co11l1!111pora11ra, cic.

{,C,G. J1mc;, Tipi psicologie,, in Ope,~. V_f .

{i_;b,dem.;

10 Que1co ovviAmcnte non significa che si trotti di st-abilirc quale $ia la loro nmue in <é e per sé nello
si11to di picllll incoscienzi. li loro divcntuc cosdend, gi) &olo sorto forma di sogni, rappresenta un
cerco avvlclnamen10 ..Ua coscien~a e alk. sue condii.ioni di perce-iionc, La 'cosa in sé' è, come sempre,
inconmcibile, Eppure, la fcnomeno~ia di contenuti inconsci si discinguc da quella dei cont~outi con-
sci tanco che lo loro provenienza dalla psiche oggettiv11 ~ ...,mprc chiar:im"'1tc distinguibile.

11 S ul concetto di au,onomia cfr. RlcKERT, Allgemei11t Gn111dil!tU1tt drr P'1llosophir, Mohr, Tiibingen,
1921: cl.,'111tonomia viene considernta .soliramcnte com~ un concclto •pecificomcmc etico Tuttavia,
bisognerebbe appunto rilevare che essa coni iene i ndie un principio filosofico universale. Libtro, nd
pieno s,gniflc~to positivo dd termine, è il senso dì ogni 11to del sogsetro che non solo sin privo di
causa e nemmeno solo che valuti v•lori in gcnu,ile, bensl che riconosca un v•Jorc per lo ,uo stessa
valldicii, ossia auronomamentc, cosicché. .u può parlorc di llberr\ in un mplice senso: come moncnnzo
di c.au~, come 'atto' deUa valutazione e come autonomia. Di che genere sin quaruo al iuo conrenulo
il valore valurato autonomamente, qui non cntn ancorA in considera~lone. Qui imporra solo il rlcono•
scimeoto voluradvo acausalc del valore in visto del valore stesso~.
Sul conccrro di realtà cfr Eoo1c,;c•10N, 1'he Nnt11" Qf the Phy1ical \Ylorld, Univcr.1iiy Prcss, Com-
bridge, 1929: •L' eliemento concN!temcnte ,ost~nziole ha ~vuto co.1\ esprcmmente il cuoio guida sulla
~ccnn ddl'espcricnza, che, nell'uso lingulsrlco abituale, 'concreto' e ' rcele' sono divcnloti prcss11ché
sinonimi, Si chieda ad un uomo qulllsh••l, che non 1i11 un filot0fo o un mistico, di indie-are quaJcos~
di tiplcarncenre renle, e questi sccgllcr/1 sicurnn1cnle come esempio una coso concrcro. GU si pongo la
domnndo se, il tempo sio rt~le, t:gli v1:ro.,lmilmen1c si d~ddtJÌI nd am111errcrc con una qualche e,it:nio.
ne che lo si dovrebbc ritenere r~olc, mu nel farlo ha dentro di sE I• sensuione che la domanda sia
in qua.khe modo iooppoetun• e di essere sottoposto •d un ingiusto lntcrtogatorlo (. I. Le moderne
teorie 3cfen11fiche hannu abbandonoro il comune uso lin11uistico che identifico il rc1tle con il concreto.
Credo che poircmtno dire con diritto che il tempo sia pl;i tipico per 13 rcoltà fisic, dr qu~nto lo si,
lu maet:ria, g!seché esso;, maggiormente sottrailo• queUe anocinioni met•fiaichc che la fisic3 esclu,
de. Sm-ebbc !Uedro dlre ,hc, lo fisica potrebbe orn:he concnlere c.he la cca11~ sia quaku$ll di spi1hu•lc,
Dobbiamo essere pi,', cauti. Tuuavi", a~-costondoci • tdi que.stioni, non siamo più tentati di ucceturc
per valido l'aueggiomento sc«>ndo cui rutto ciii che manca di concrc1nza debbo essere per ciò stcuo
condannat01>,

11 RlCKEJtT, Gnmdpmble,ne der Philowphie, Mohr, Tubingen, I 9 34

11 Vedi li secondo c.tpi,olo e anche J\JMG, Lo ft111r1011e 1r111ce11d011tl!, in Opti<\ ~)LN.d.C.).

11 e " Le due cnnioni sono tnlle dai scg11t:atl 1iggi di Jung, Il problcm11 /011dammt11le dt!Un pstcofo11ia
co11ttt11pom1w1, dt, Il 1ig11i/ìcuto ddlll p<icologio prr i u111pi 111mlm11, in Opc", X:. L'app/ic11bilitÌi pratico
,1~11•,,,alirl d~i sog11I, clt

" Sorprenck come, in rifc,rimcnto 11.111i caunciaù paradosSll.!i circa l'oggetto di indagine, sunin11 un
paro.lido critico-<:onoscitivo proprio con quello scienza I, qWllc, quanto al suo nggctto, ~ del 1u110 anti-
tctk• allo psicologia, vale a dire, la fmc• teorica. ~La luce, da un certo pu11to di vista, hn l'a,pcrto
dl onde, mcnrre do un altro di minwcole p•rtkdlc - all'incircil CQme un pectine, uno volta $embra
un• tcric di punte c,d 11n'altr11 ur\'1tsta a seconda della dìrczioncda cui lo sì gu•rda, Un'•nalogia parzia-
le cc la oHrc il moro ondoso del mare. L'acqua del mare la possiamo consi<kl'llrc o da un punro di
vist• statutico o da uno individuale. S1ati,1lcamcn1e cs,a consinc di onck, lndividualmcntc di moleco-
le. 8 allo 11~,o modo 11 luce, vista su11is1korncn1t, mosru molte qu.lit~ delle onde, ,e invece la si
considera individualmente, di corpuscoli, ( ...] Noi vedremo che per clcuroni e protoni sussiste un'im-
magine e1auameJ1te complcmcnt~ e Secondo raie immn11inc, elettroni e pro1or1i si comportano com~
eorpuscoLi quaodo sl muovulQ liberamente amuvcrso lo spa1.io, e come onde qu•ndo si imbattano i~
materia, (,.. ] Vi è un'esnunlva teoria ma1cmatfc~, lrl b~J<: alla quale risulta che l'i1TUT1:19inc di parriceU,
e quella di onde sono due diverse forme di manife, nzlone di un'unicu e medesimo rcaltb fisica~. Srft
J. JEA'1S, Dia MlleJr Gn111dfage11 dcr N111t1rdrkc111111,ir, Dc.ut,cl1c Vedn!?anstolt, S1uttg1trt-Bcrlln, 19}4,
L'aspetto metodologlcomemc im1,orrn11te è eh• IK coscìenz• occidcnra.lc è in urrrdo dì formRrc CO·
nusc•nzc di n~tura porodonule e - I,, p1lcologiu clcvc oygiungere - di sosicnc,rlc p,ichlcam!'ntc.

11 Vedi in purticoJure K11//11rw,rm11chn(I 1111J N11111ru1in,usch11ft, cit

"VediJui«:, ,111il/llll'nEO,/I', in Op,rt, vur: crr. ancheJ w. DuNtlll, /111 e,\"(><mlllttll w,1h Ili/li', Black,
loudon, l929 come pure JuHO, I.a sl11cro11ici1J tol/le pri11cipio di 11mi acamuli, in Oput, VI 11.

" llJCKl!RT, Dir G~1w1 dtr 1111111nvlsi,111cho/1/ich•h Begriff1bild1111g, Mohr, Tùbingcn, l929.

,. !ùcKERT, K11flurw11w11choft 1111d Na111n1J1uemcho/t. dr,

" O vvlomence il metodo 1cicmilico-11111urale, al coatMrio del suo oi;gctto, non è >etl%11 rlfcrim•nto
~i valori, giacché cercu il v1lorc ' vcrltò ', come Rkkcrt dim1mr• nelle pagine 1ucccnivc,

u Con 'essere psichico' gui 110 11 si intende notuNlhncnte In psiche, bcnsl U1ogg~cto psicologico-

•I Cioè ben pilt che il mero pl'Qgruso materiale.

• 1 Ju,,"G, Tipi psicologici, cit

"In Principi di p1ico1tNp10 prallca, ln Opm, XV{, I, Jung formula nei •tguenlÌ termini la corrclationc
ddl'anrir,omio individuDlc,•9cncnJc al.l'intcrno ddla aMLi,i psicologica: ..Se l'individualiri loss,: una
sCflarllZionc tota.le, se cioè l'individuo fo.uc coralmente diverso d~ ogni altro individuo, I• p,icologi•
s•rcbbc lmpossibUc come scienza, onla essa consiS1c.rebbc di un insupcrabile cao, di opinioni soggctt~
ve. Poiché pcrò l'i11divlduali1a è ,alo relaùva, vale a diJc solo complementue alla conformi I~ o o mpgc-
ndtò degli uomini, ~ possibile formulare cnundati unlversalmc111c v11lidl, cio~ asserii scientifici. Quc,
sti enunciBtl, però, possono corrL,pondcorcmcnte rlledul ,ola mente li quelle porri del ~i5t<!ma psichlc9
che sono conformi, ouiu confrontabili e che dunque posson,1 essere colte stnfotic:11D1entc, 110n Invece
.U'uspeuo indiYidullle, vnle I dire irripcrìbilc di un $istcmn,,

26 Tlpi p1/cologlci, cit.

'' lbidm,.

•• lbtd•111.

,o Vedi il secondo capi1olo.


11 Rickert definisce le leggi cuusllli vGlide nell3 ~cicnzo deUo nn1ura COITU! un principio limimo all'a-

spetto quan1ìtativo e le distingue dol nessi cawali scorici e inclividu.iJ, ossi• dctllc serie di eventi nella
loro irripetibile fotcudirì. ln queste serie l'erfetto contiene semp~ qualco,n di nuovo, menue le leggi
di natura v,,ngono roggiunte proprio facendo astrnione d~ questi nessi ca\lsaU individuali. Alla mtsciti
del n uovo all'interno dcli, stori• è pertanto in grado di rendere giu11iiia solo il concetto di 'non equi-
valenza causale', mcnue lo sclcnl!ll della natura pub prescindere d o questo 'nuovo' e Jich!o_rare· caura
,uq11al tf/ectum.

"P. JORDAN, IJic Q;ra11/c11mecha11ile 1111d dle Grt111dproblemeder Biologie, in «Dic N s1urwissenschafteml
20 Jg., tt. 45, l9.32.

" In fi.ica atomica inde1erminatcn• signìlica: ,;Condizioni di portcnu identiche non portano sempre
o ris-ulta1i identici, ma scmplic:emence alla medesima statistico dì risuluci. Esls1ono p<etcib cegolarira
solo di narun scatistka o prob,bilitlit. Grato da SorKOEDtNGBR, Ober lndetermi11iJ11111r i,, du Phy1ik,
Banh, Lcipzig, 1932.

" A qucsco riguPrdo dr. ,nchc M. P.LANCK, Das Prf11:ip tler &h,,/111111 der 511erg/e, Tt:ubner, Leipllg,
19 IJ: «In preccdenzu.si c~eva che tutto ciò che avviene in natura, lo spiritu..Je come il fisico, trovi
il suo fondamento e hl suo spiegazione suffkicnre non solo in clrco,unu che qiscono contcmporan..a-
mente, ma che in generale ramo ciò e~ è passato qu•nto anche cib che è futuro (tdcologio) interven-
gono diretCBmcncc contribuendo• determinare il corso delle cose cd influenzando la legge di c•uS1l!ic1i
f.u morl,mo sdenzo della natura - " proprio ~u d l dò poggia il v•ntaggio che cssu l,a nei confronti
di quclJQ antica - ha distruno questa crodcnz,,; essa suppone che in ultimo isun:.o lo srato p~scnte,
ossia ciò che avviene nell'insieme dd roondo in un certo momento, co1t i1uisca la vt:r• cawa determi-
nante di cib che subentrerà nel m.omento successivo, che dunque 1U'imerno dc!Ja c:ontinua catena di
mutamentj ognl anello è c:ondfaionYIO ouconomamente e in ru11• la ,ua amplezZìl dall'am:Jlo che lo
precede immcdiatwuent~.

,, JuNO. 11 ptobltma /011d11me111,tle del/lJ psicolngia conltmpora,1t•a, clt.

·~ Vedi jUNG, (/ dive11ire ,le//,, pmo11alltò, in Opat, xvn..


' ' Cfr. Juwc, Psicolog,o t a/chimi~. in Opere, XII.

11 Vttli la m• blogralia in Die kwlt11re/fe B,Je111r1ng der Komple>-~11 Prycholotie, Berlin 19}5.

" Vedi la bibliografia delle oue ep= in fbid,111.

•♦ •l..e immaniau astrof, che ci minacci•no. non sono affa110 eventi elemenrori di na1ura /ìsien o biolo-
gie11, ma cvenri psichici. Noi siomo mlnocciati in misura tcrrificame da guerre e rivoluiioni, le quali
nun ,ooo .l[ro che epidcrrlie j»ichkhe. In ogni inante, mllìoni dì uomin1 p01sono essere pn,si dulln
foUia, e allora avremo uno nuova iucrr• monJial~ o un'altra rivoluzione dcvastatric~. Invece di essere
esp<>sd ogli nuolri di animali selvaggi, al prccipirare dì rocc:c, allo stnripamento d~Ue acque, l'uomo
d'oggi è in balla ddla violenza dei suoi elementi psichici. Ls psiche è una grande potenza, che supero
d i molto 1u11c le potenze dcli-a terre. [, ..J Quando si essmina la scoria dell'umonltà se ne vede solo
l'upctto più superfici«Je. anch'esso deformalo neUo specchio appannato della tradizione. Ciò che 1!
accaduto vert1111e11ft si sollroe ..JJ'aniillsi dello srorlc:o, glacch~ l'essenza ddl'evento 11orico rcsra pro•
fondomence n11Sco1ta: csu ~ vissuta da ognuno senza che alcuno vi prcsd attenzione: è priva risslma
e soggct tivissima vira i,d esperienza p$ichica. Guerre, dlnnstie, rivolgin1coti sociali, conquiste, religio-
ni sono i sintomi più superficiali d i un occulto comport• menro psichico fondamenr..Je del singolo, dì
cui e>so Sll:SSo è inconsupevole .~ che non ~ pcrdb rcgisn-atu da nessuno sto:ico; for5e solt•nto i fondu-
tori delle rdigloru sonno dirci una potolo essenziale. In ultima anttli,t i grandi eventi della noria sono
profondamcme insignilianti. Solo Lu viro $oggcttiv~ del singolo~ 1:$Scnziale, Sohonto essa fa la stori•,
soltanto in cua si ottu•no tutti I (llllndl muumcnti; e ogni avvenire e ogni storia del mondo nuce,
CQme una somma immema, d~ queste nnscum, fondi del singolo, Nelle. nostra vita pi1i privoro e soggct
tivo non subiamo solrnnto U nostro tempo, ma ne siamo gli autori. U nostro tempo? Ma noi s<cui lo
~iamo•. JuNc, li prob/~111a /0111/11111c11ta/t della pricologia contm1po,a11e•, cit .

* ' lntui1ionc', dal h11in~ fi,: 'densro' \ .l11tre 'onervar'è) conscrv~ nel termine tcdCS<io ·Anschauung'
un più esplìclto legume c'on ·'védi:re', 'om:rv11ré' f1cbauen), il che rende più immediato il passaggio
dal tema psicologico ddln (ftcolcà dcll"imuizione' 11 problema della 'vi.sionc del mondo' (N.d.T.).

•• JuNC, li 1/g11l/icato ,J~/la p,ico/ogia per I ltmp, modemi, cit.

◄> Vedi JuNG, Prìco/Qglo a11nl11ico t artt poelka, in Op,,re, XV.

0 JUNG, E11erge1ica p.11chicn, in Oper(', Vlll . Ma dr. •nchc R. OTro, O,n f/eilige, Breslou, 1917: •Con
un'energia ed un'arte che si potrebbero definire quasi ,orprtndenri, si chiudono gli occhi innanzi 11ll'a•
.spetto aurenrlcamente •pecilico deU'esperienu reliaiou anche ncUe sue m•nlEestazioni pìù primirive.
Con sorpresa o stupore, giacché se c'è un campo della vir11 uinanu ove si può osservare qu~kos11 dj
spècifito e di rismnlrabilc rolo In esso, questo~ proprio il campo reli~lo,~1».

"Jn 1 rapporti della psicoterapia co11 lt, dite~1011e spintualt, in Opere, Xl, 1, Juni: scrive: •Tcs tutti i
mid pjZienti che hanno supewo la meta dcli, viu, ossi~ che hKnno più di J5 91111i, non ve n·~ alamo
il cui problema fondamentale non si■ quello della disposizione religiosa. Anzi, ognuno soffre In ultima
,inalisi per aver perduto dò che tutte fc rdiaio11l viventi hunno d"to In ogni tempo ni propri fedeli,
e ncuuno ritrova veramente la salurc se primo non ha nggiunto nuovamente la propria disposizione
rcll'gio,a - cosa che, naruralmente, non ha niente o cbc verlerè con 13 ton.feuiobe o l' tppartencnz•
ad una qualsiasi Chiesa...

"-1D vero mistero religioso è, per esprimerlo nel modo forse più perspicuo, il 'totolmente Altro'. ciò
che sta oltre la ,Cera dell'abituale, del noto e del familiare e pcrcib del 'segreto' e che si con1n1pponc
o quest'ultimo, ri~npiendo l'animo di stupore•. R.. Orco, D,u Htìligf, di
A questo proposito si porrebbe anche riporruc un chiarimento critico,conosdtivo di ,an Brrnu
do: ~Quondo l'anima iniziar• c rapita da.ila visione viene colpita daUa luce divi.o• come da un f•J lmine,
n:11cono in es•• immagini e rapprcscnrazlonl di cose umane e subordlno1c le qlMlli si rifcrl1<ono alla
vcritl divenuu ora manifesta all'a nima e servono ,fa procc1.ionc e velo per Attenuare la luccnieua di
questa vrritì, per renderla sopporrabile e for sl che colui eh• ne è diventato portarore, possa comuni•
cada anehc agli aJ1ri.>, Citalo d• E , HEl.l.o, Heiligengertaltt:11, Hegner, Lcipzig, 19J4,
Il protestant•nmo, p.e.r porte SWI, ho d~to un• fondnioue morale al problema deUa conoscenia
C>lvioo rlit~: «Pe.rey,i lo cnnn,cenz• di fJin, qu•le es.a ors ~ possibile (ci~ dopo il peccato or4:lnal,),
non ~ altro che la terribile fonte del servizio di Dio e di ogni c-rc,denn. (...) Non vi fu • lcuno che
non ubbia cercato di i.J1dudcre la moestii di Dio nella propria ragione e crearsi un Dio corrispondente
alla sua facoh¼ comprensivo. Dopo che quelli ebbero formato un simile Dio, ogni conoscenze del vero
Dio r<:$IÒ e1clwa: essi si $O no labbdcoti da sé un nuovo Dio, un fanta•m• che ha preso il posto dd
Dio vero... Cimo do P. IlARTII, Dar Problt111 dl!r Hatiirlichm 17,e,.,/ogie bei Calvi11, in •Thcologiscl,e
Eximnz hcutc», Koiscc, Miinchcn, 19J5, IL 18.

•• ]IJNG, L '/o e l'incomc,o, in Ope~. VU.

"}VNG. Il probfc111a prichico del/'1101110 modemo, in Il problema dell'i11comcio 11e/la prico/ogh1 mode:ma, dr.
"JuNO, I problemi dc/In psicotempìa moJm,n, in // problema del/'111co11mo ntl/11 psicolog111 111od1m10,
cir. Vedi anche Il diuo11ire della jurso11,1/ilà, cit.

" Vedi e.e. JUNG • R. WtLHBLM, /1 ;r,grelo del fior, J'o,o, i11 Oper,, XUI.

•• Alle percezioni lnu·ospertive. fu no11, anche. se difficilmcnre esprimibile., l'cs~riem\• d, unR forzo
o di um sorgente psichica snu•t• die1ro la coscicnu, un 11punto di coincidcnn di tuttc le ~omponcntl
spirituali della perwnalir~•. Cosl, ad cs,,mpio, In mistica occidentale parla del •fondo dell'anima• co•
me del luogo di questo evento e dcli• !<$intercsi• come ddla sua funzione:. Le immagini che cercano
di esprimere questi esperienza vissuta, si incontrano sorto alcuni riguardi con simboll prodotti dall'c-
spcriem~ empirica del processo di individuazione coiciente. Osimbolo del cerchio e dd centro Immo-
bile o del punto lo si trovo in modo particolare in Meisrcr Eckhart: le hcolrà psichico-spirintali perife-
riche tendono verso un centro nel quale diventano Uno. 11 punto, il «ntro immobile~ la ofacolrà della
Trinità,• dunque l'anima npp~rticnc al punto immobile,;. Ndle immagini simbolicl,e, che ,orgone nel
moderno ptoccsso di Individuazione, il centro ~ sempre punto di partenza di quattro principi, corri•
spondentemcotc alle quamo funz,ooi p$ico!ogiche fondamcmali o, in altri termini, 1Ula 1ot11lità psid,ic«.
Pe..r Tommaoo d'Aquino, la sinteresi é un «habitus natun1Ji.., un organo nahiralc la cui fùn'1.ione
è 1'11ccogtlmcnto dell' «iu inc1us d.vinus- - una cont'e't_ionc del resto che secondo Karl Bnrth sarebbe
csscnziulinente antitetica aUa posh.ionc della Riforma. Citato da J, BERNUAR'f, Die phitosophlsche My-
stlk Jcs Millefoltm, Reinhort, Miinchcn, 1922.

" C.G. )UNG, I rnpporlì dello psico1t11Jpia co11 la Jfret1011t spiri111alt, cit.

"Ju,~c;, L 'In e l'mconrcio, cit.

JJ Qui, ovviamente, non si intende 'fenomenologia' nel senso dello corrente fllosofieu mnderna, ma
come valutuione cki fenomeni psichici dal punto di vista psicologico.

" Vedi il secondo capitolo.

"«L'immaginazione è l'atrività riprodutriv• o cre9llva dello spirito, in genere, scnzo per quc9lo costi ,
tuire uns facoltà parncoLire, poid,l C$U può e5plicursi in tutte le forme fonclam~ntali elci processi psi ,
chici, nel pensare, nel sentire, nel percepire sensoriale e nell'intuire. Ln l1nrns[u, come. ottlvhl'I imm••
ginotiva, è per mc scmpliceme.nt• l'esprcHionc dircttJ deU',nivil"à vliu)e psichiça, dell'energia psichi-
ca, !•quale, data alla cosdenza solo in forma di imm2gini o di cnncenulÌ !...). L'attivirh famosmmdco,
come attività immaginativs, è identica al decorso del processo psicocncrge1ko•.JWJG, Tipi p,icologici, ci1.

>• JuNc, l11i,110 e lncomcio, in Opere, Vili.

"}UNC, Il problema fo11danm11ale della psicologia 11111dema, cir

)I )UNC, Tip, p1/co/01,ici, cit.

1• JuNG, Gli a,c~lipi dcll'incomcio col/c11iuo, in Opere, lX, I.

'° Rifacendosi ad un'espressione di Jakob Burkh«rdt, Ju11g chiami) dapprim• glJ archçripi 'iuunogini
primordiali' (TraJformaiio,ri" 11mbofi della lib,Jo) e successivamente li dcfinl le 'domlnanti dcll'incon-
scio coUeuivo' (Psicolog,a dti proemi i11co111ci. ora: Pilcofogia d«l/'i11comcio). L'espressione 'archetipo'
egli la riprende da Sant' Agostino, che con essa indica le idee «quae ipsae fonnatae non sunt; guae
tn divin• inrclligcntia continemur.
L'idea delle Immagini primordloli lo si 1m111 nello me.tof11iro neoplatonico t scolus1ica sotto diffe-
rcnti indicazioni analoghe, come tipi originnri, excmpla, parudigmato, univcrsalia, e cosi vi"'-- NeUa
mistica lo. iocontriamo in Mcistcr Eckhorr, che chiama il 'FigJlo' (Verbum) il "'lnundus an:hNypus~-
ln Nicola Cusano, Dio ~ i.I (\mundu, 1rtherypu1»,
Nella filosofia isl~!nica medioevale, gli urchetipi hanno lln ruolo ahren,nto ,onsider,volc. l'lei
,isrcmi plo1onici presenti in csu è possibile iru:onrruc un Logos Demiurgo, che cu,todiscc in sé gli
urch,cipi. All'immagine degli archetipi~ collegata quella dell'Uomo ideale cosmico, 1Uinc 111 Now plo-
tinico, Per ogni tipo dcll'enuc egli meuc in luce, facendolo uscire dd sé, un tipo corrisponcl~ntc -
t1n archetipo Egli è l'archetipo di tutrc le cose create, in qu•nto nello JU\1 cssem.a le pensa s~condo
le dhposi?ioni tipiche. I suoi p~nsicri crescono poi fino a diventare formaiion1 della Cant••i3 (fanra-
,m~tal, che infine si coocretizuno ndle cose del mondo fisico. L'Uomo ideale cO!mico è pcrò10rtu110
allo spazio e 11 <erupo, e per lui l'esistenza non ~ altro che un• ropprescntaziono della fantasia. La
font!Ui• è le ~ito dello spirito creotorc. L'immogine della foni ..ia è l'•ncllo in1crmedio, Il creativo mondo
d1 mezzo In l'incst<so, il .sovraspnialc e il mondo dei corpi cd~ 1,-er questo che viene delinit• l a •m~tc·
rin prima' del çosmo, gi=hé costituisce il fondamento a partire dal quale viene innalu10 ù mondo
dei corpi. Cfr. M. Ho1tTEN, Die Pbilo,ophrt dts Islam, Relnhurdt, Miinchcn, 1924.
Non dovrebbe risultare difficile tradurre queste concezion, dal piano co•moloiÌCO • quello p,ico.
logico, rotrolincondo l'i,nportania della fanc~i11 ocUc cosmogonie islamiche. Hortcn dimostra per 11,
rco gli Influssi ddlc domine della coriosceni~ pctsinnc e indiane.

•• ln termini encrgctid: se iJ serpente è un simbolo dd m,.>VÌmento di energia progressivo o r~rcssivo.


t.
II. STRUT1JURJ\
"Il . .;5:, i1...,:..1µ. Ql..

----
li pensiero scicnrifico presuppone lo lota.lità dell'esperienza e del-
l'elaborazione concettuale prescientifiche cd integrQ, rafforza e cor•
regge l'immagine prescientifica del mondo, focendo!o contcmporanca-
111cnte, dn un lnto, ovunzare verso l'elaborazione di concetti nuovi e
più complessi e, da!l'oltro, retrocedere e analizzare in modo sempre
più penetrante i concetli fondamentali. 1

Il principio supremo, l'idea centrale della Psicologia Complessa: la tq__-


talità psichì'é;,, siÌ:rova7n forma-di_intui~.iQllè~ gi~ nei primi~sì{; l~v_ori gi_
Jung 1 sebbene solo succes~l.v ~ents:__riceva una formulazione concettuale.
La totalità sichica abbraccia ent-;_~ i~;;.;fatT ~~~i~nza ~d-inc~n-
scio, che sono reciprocamente com /ementari.- L'esperienza p~tica c1 rn-o-
stra come la coscienza non sia identica con l~totalitf"della vien psichica;
quest'ultima~ al contrai-io, contiene vasti ambiti che
non- sono legati alla
cosclcnzà dell'Io. Se si supponesse una coscienza oonicòmprenslva1 che non
tralasciasse alcun fenomeno psichico, dal punto di vista teorico non vi sa-,
rebbe alcun inconscio. 2 La coscienza, però, in quanto opera una tcelta·era,_,,.
la totalità del materiale psichico, è orientata e differenziata ed è pertanro
inevitabile che un gran numero di fatti psichici non venga percepito. Que-
sti fatti formano l'inconscio, r:
La coscienza e tini::onscio.si..difili.Qgy.ono tra d~anto per la loro
str~t!..,.g~oJQ per _laJomJ.unzi.on~e.lorml\_d~espr~~t,Ql_lS. La coscienza
.= neDa nostra cultura occidentale - è .quella parte della psiche la cui di-
sposizione è volta all'adattamento alla· realtà esterna~ A tale scopo, deter-
mlnate funzioni psicologiche vengono distinte dalle recondite profondità
della psiche complessiva e separate (differenziate) come patri. Per l'adatta-
mento alla realtà esterna, devono essere lasdati da parte i fanori soggetti-
vi e si devono sviluppare i valori oggettivi e universalmente validi, ovvero
è necessario un adattamento a valori~ggetlivwQuesto vale tanto in rela-
zione ai contenuti psichici quanto a proposito delle forme d'espressione
della coscienza. Quello della coscienza, q'!in_~,_è un lin.auaggi5>.;_azionale,
adeiuato ai concerueai- moai di vèaere universalmente validi.
-- - ---- -- - - - - -·
',-_], ___ , 1- --
1_!1 qu~nto è or~enta.t~ e 9 ifferenziara', la coscienza ha, di _conse.13~_a
~-~ certa_unilateralità; cq.e _si allop_tana d3/1a totalit~ psichica, _a_!t~rnnclg_ç__Qtl_
in misura maggiore o minor.e l'equilibrio}'inconscio compensa l'equilibrio
mancante costellando quei fatti psichici clie'in quel dato momento sono
dchiesti dal bilanciamento e dalla connessione con la totalità della psiche.
Dato che la coscienza dell'uomo occidentale è indirizzata in modo par-
ticolarmente unilaterale verso l'esterno, questo fa sl che venga prestata scarsa
attenzione ai fenomeni intrapsichici, e la funzione compensatoria dell'in-
conscio comprende perciò proprio quei contenuti che rappresentano la strut-
tura e le leggi della psiche. Non sarebbe pertanto eccessivo dire che, a ri-
gore, solo la moderna psiche occidentale si scinde .in coscienza ed .incon-
scio. Altre civiltà, .in particolare quelle orientali, si concentrano istintiva-
mente sugli eventi psichici e la loro coscienza è petoò costruita sulla petce-
zione e la differenziazione dei fenomeni infrapsichici, Esse raggiungono
in ciò quella consapevolezza e quell'oggettività che lo spirito occidentale
possiede nell'indagine e nel dominio del mondo esterno - cetto a spese
di quelli çhe sono i nostri ~ t i (scienza raziQnale, t~cu, i~-
ne, assistenza sociale, organizzazione e così via). Lo sforzo che oggj l'O-
rientecompie in direziOne di una cornp~nsio~e oggettiva e impersonale
del mondo esterno, rappres!."nta il parallelo dello sforzo psicologico occi-
dentale in relazione all'interiorità, Poiché le leggi e i fatti psichici fonda-
mentali sono gli stessi in tutti gli uomini, non sorprende che la fenotneno-
logia dell'inconscio occidentale coincida largamente con i modi io cui la
psiche raffigura se stessa e che sono messì in luce dalla civiltà orientale ed
anche dalla mentalità primitiva.
La moderna coscienza differenziata di regola non sa niente dell'atti-
vità propria dell'anima e non posskde alcuna forma che le permetta dico-
glierla. Per questo lo psichismo oggettivo non viene incluso nell'atteggiamento
complessivo e resta in.conscio. Per la moderna dviltà occidentale, l'elemento
inconscio e quello psichico sono sinoniml, Questo è qualcosa dì stocicamente
nuovo. Ovunque si guardi, infatti, ci si accol·gerà che mai la totalità psi-
chica e particolarmente le profondità de.Ila cosdenza risultano essere in-
consce, bensl le si può afferrare in forma simbolica; si noterà anche che
avere un corretto atteggiamento nei confronti di questa realtà è sempre
con siderata una questione centrale per l'uomo. Le autentiche forme di in-
tuizione e comprensione ideale dello psichico sono j simboli religiosi, e i
sistemi religiosi costituiscono le istituzioni che governano l'autonomia e
la totalità della realtà psichica, in particolare di quell'aspetto che non può
essere tenuto in adeguata considerazione nel quotidiano processo di adat-
tamento, nella 'lotta per l'esistenza' e in turto ciò che il medioevo defin1v11
'Madre Temi' . Si parla di 'religioni della salvezza' perché, in modo simbo-
lico, esse pon_gono l'individuo in relazione co11la sua rotalltà, Quando pe•
rò una torma religiosa non possiede più una validità assoluta - o in quan-
to non basta più alla progredita differenziazio.ae della coscienza e quindi
non abbraccia tutte le componenti consce, oppure in quanto è solo univer-
salmente valida e quindi non tiene conto delfa specifica costituzione dcl-
l'ihdividuo - , essa non è più capace di esprimere simbolic~mente l'incera
complessità della psiche e la sua «gratia medicinalis» (Agostino) è andata
perduta, L'uomo, cosl, si trova staccato dalla totalità dei processi vitali ed
è scisso in coscienza ed elemento psichico, e per questo lnotivo ha un ih-
conscio. J
L'inconscio, o psichico, ha per contenuto quel mareriale non sufficien-
temente realizzato relativo all'attegginmento dell'individuo nei confronti
del mondo esterno e più precisamente al suo atteggiamento nei confronti
dei dati complessivi deUa struttura e dello dinamica psichica. li rapporto
con l'inconscjo ha pertanto la funzione di odatt::imento alle leggi che rego-
lano la psiche e serve quindi al ripristino dell'equilibrio e all'adattamento
alla tornii tà psichica. 4
La forma d'espressione dello psichico è quella irrazionale, pre- o cran-
slogica, dello spirito primordiale. È il linguaggio figurato deil'irnmagina-
zione che, anche nella successiva crescita della coscienza, conserva il suo
carattere peculiare, finché, mediante 1111 'assimilazione grnduale, si riesce
ad incorporare nella coscienza quei cohtenuti e cos1 anche a tradurU in un
linguaggio razionale. Una peculiarità dell'espressione psichica è ad esem-
pio quella secondo cul contenuti e processi sono rappresentati in modo pl,i-
stico, attraverso figure cd eventi, Pensieri e sentimenti appaiono personi
ficati in figure che parlano ed agiscono; stati d 'animo vengono espressi da
immagini di paesaggio, istinti da animali e cosl vio. Queste espressioni sim-
boliche o figurate sono prese dall'esperienza personale dell'individuo op-
pure sono una riproduzione spontanea di quella facoltà rappresentali va ar-
chetipica che sta aJ fondo di tutta la cosciem;a; in questo caso e~se hanno
un carattere univel'sale. In linea di principio, però, tali espressioni si distin-
guono- anche se al loro fondo stanno motivi simili o uguali - da rappre-
sentaziohi di forma storico-culturale come pure artistica per il fatto che
non sono rielaborate dalla coscienza e quindi non sono differenziate né in
senso estetico né in senso ideale. In più, esse hanno validità solo per l'indi-
viduo che le vive e dà loro forma.
Da un punto di vista pratico, l'tnconscio non è certo completamente
separato dalla coscieoza. Essendo investito di energia e dunque attivo, es-
so accompagna la coscienza e, secondo le circostanze, incide nel suo decor-
so. Fino a che invece la coscienza manca di forme in cui accogliere l'ele-
mento psichico, quc~t ' ultimo può imporsi solamente in modo indiretto o
inautentico, sotto forma cioè di fantasie inutili e incomprese, di complessi
sentimentali, dì sintomi nevrotici o psicotici . Unicamente nel sogno l'in-
conscio può esprimersi senza ostacoli.
Uoa psjcologia che voglia render giustizia alla totalità della psiche, deve
pertanto tenere nell'identica considerazione tanto la coscienza quanto l'in-
conscio e sforzarsi anzitutto di trovare i princlpi della loro correlazione.
Pet breve esposizione sistemaLica delle concezioni più im-
porta~ti della Psicologia Comp essa a prooosLto_della..cosc~o~a~~ :~11~-
c9n5cio, cosl come della loro complementarietà funzionale, lo schema più
adeguato da seguire mi sembra essere il seguente;

, ::: La psicologia e la stTUltura della cosc;enza


• La psico!ogfo e la fenomenologia dell'inconscio.
1 ; ll processo di individuazione.
l ;: Il concetto psicologico di ertel'gia.

Quest'ulti.iT\O richiede però una trattazione a pane.

/ ;!. "' \v
\• ~•:.!•Q •• j f). \. • . '
•II/~

\. Lo psicologia della coscienza \

Il modo in cui !a molteplicità dei contenuti di coscienza è raggruppa-


ta, permette di tnin~ lllcuue cc,11dusiu1ù sull'urdìnamento psichico, o CO·
stituzione strutturale psichica dell'individuo. Questa struttura, a sua vol-
ta, ha una forma tipica, vale a dire si possono riconoscere forme generali
di comportamento che sono proprie di determin~i u pi di individui. s
Questo comportamento concern~teggiamentFpsico~gico il genere di
reazione al contenuti del mondo esterno ointerio re, nella misura in cui
questi giungono alla coscienza1 ed inoltre quella /11n1.:011e psicologica per mez-
zo della quale viene attuato l'adattamento psicologico alla realtà, dunque
il m,o;fo specifico~in cui s1 dà forrll.\ u1 materiale dell'esperienza vissuta,
!L'atteggiame)l/o tipico signifi.c.:i )
- --- -- -- ..,.
UJ1e disposizione ddla psiche ad ogire o reagire in una cleccrmma-
10 direzione. [ ... ] Avere un aueggiamc:nco significa: esser pronto per
una derermlnBla co~a, anche se questa determinata cosa è inconsci11.
[ ..•] La &posizione che io concepisco come atteggiamento consiste sem-
pre ndls presenza di una decerminam costellazione sogge11iva, di una
certa combinazione di fattori o contenuti psichici, che determinerà il
comporto mento in questa o quella direzione oppure concepirà uno stÌ·
molo esterno in questo o quel dccerminMo modo, [ ...] H11 luogo perciò
una scelta o un giudi1.io che esclude ciò che non è pertinente.©

L'atteggiamento tipico determina dunque la totalità dei contenuti (co-


scienti) seco-ndo una certa airezione psicqlogico. Esso noo è identico con
aft7eooego;i~ divalore, ad ésempio caratcerologiche o m~rali, oppure con
classificazioni secondo tipi ai vocazione o di talento,
· Per funzione tipologica Jung intende «una certa forma dl attività psi-
duca che in circostanze diverse rimune fondamentalmente uguale a se stes-
sa». 7~!-,yo,;.) deUe singole funziom è indipendente dai loro co11i;11uti A
proposito del sentire, ad esempio, non si tratta di ciò a proposito del quale
il sentimento entra in funzione, ma del/atto che esso appunto entra in fun-
zione ed inoltre che, nel 'tipo sentimentale', la funzione del sentire svolge
iJ ruolo decisivo nella maggior parte delle situazioni di vira e delle decisio-
ni consce. , ~ ... ~...,,'"\.., e ~,• . ..-c...- ..-.f. • ~ -.. , .. • .,,-~,l.
'"\, ""' ,. ' - .
Dalla morfologia della coscienza risulta perciò una tipologia psicologi-
ca, ossia u~ r n-cii~o-coho~Cl~lv°'che consente di vàgliare e valuta,
re iJ materiàlè spenmentalè. La tipologia non mjra a dare una classificozio-
n~ es~~tiv3:~ell'uorpo, cosa che del resto non potrep~e mai fare già per
il solo fatto che il tipo psicologico di atteggiament~~):li durata relat1va-
m-ente grande, anzi è evidentemente innato nell'individuo e pertanto, in
una qualche misura, rappresento la sua natura permanente; d'altrn parte,
1.:umillique, esso 11un sla aJ iuJiu1n: uuu sd 1c::u1a rigiùu. Il tipu <li ijllt:ggiu- 1_
'!lento- è sajo il fondamentQ._gençm!Ll!cl!'.haqitus_psichico; ~ltre) però~
esso è caratterizzato dal predominio d.i.y.M, qet_i::ttnWl!.ta fun~1on_e- psicolo-
~a. Dato che presente nell'individuo è npn una,Jlla più/w1~io11i psicolo-
giche fondamentali nel corso dell' esistenza si_gone la necessità di~viluppa-~
r': anche le fu~i r i m ~, ~-~~ l~obl~!,llatica tipqlogl~~I}_~~
un cilfattere dinamico. il":;<'l~- ~c -
- - UJlpu_esicologico caratterizza la natura di un det_ermina!Q. babi~us ge-
neral~e_ppurè)àll'inter~o dT;Iò che- è tipico, esistono ovviamente modili-
cazìon.fspecifiche che possono essere date ad esempio dal livello sociale,
etico o spirituale. In altri termini, questo significa che l'atteggiamento e
la funzione dominante Eossiedono le loro note psicologiche caratteristiche,
ma ooncfimeno la scelta e la limitatezza o moltc:ÈÌÌ9.tà'°'dèl loro oggetti sono,
/.. - M~,.,, ,_ v - - 1:--.,~- - --~ .-: I

~
legate a condizioni empiriche. Un tipo di penslero introvet§Q._ del genere
d i un Kant, si dedicherà ad oggetti diversi e si muoverà in un.a sfera i.ntcl-
Let91ale .cJ}v~r~a r~-2.,~tto a que]o che ad ~ pio J!.!f°lgg~o tÌpo cliat-
t,-9.
teggiame~o e di funzione se si tratta di un~ ~_elle.e uomo <!,_';!_pÒP.(ilo.
mune ad entrambi, però, è l'atteggiamento introverso eaìl confronto con
l~altà -esterna sotto forma dì quella comprens.ione intellettuale che ha
~ z i ò n e predominante rispetto ad altr_e fuo_zionì . ~
Per quanto concerne però la psicologia tipica dell' atteggiamen ro e del-
le funzioni differenziate, queste modificazioni non cambiano nulla. E allo
stesso modo anche le leggi che regolano il decorso delle diverse funzioni
nell'individuo sono tipiche. Qualunque sia la funzione predominante, sempre
quella ad essa contrapposta è inconscia e dunque indifferenziata, e le ftm-
zioni intermedie sono sì più o me-no coscienti e sviluppate, ma mai domi-
naoti. Allo stesso modo, l'ottegg.iamento dell'inconscio e quindi della fun-
ziooe Weriorc_è...se-~pre cootcapposto alla disposizione. coscienTu.
In conseguenza di questa regolarità, nel corso della vita viene a verifi-
carsi una successione dinnmka, vale a dire una sequenza tipica nella gra-
duale assimilazione delle funzioni meno coscienti. La tipologia..psic.Q!_qg~a (1";.~
~ n è quindi un..sis.te.m:uigido,.IDa qmtiene. al ç.9ntrario il presup_Qosto pec •1 \.
_ ) il processo di individuaiion~. ~~-
., La conoscenza della propria t i ologia e problematica tipologica signi• _ : •
~ ''. fiça per l'indivi uo una cri 1ca e proprio~~mento coscie ~ - L'Ego 'w
-,-'> 'si .identifica eo Ipso conle funzioni superiori, con r a l tUS dell'atteggia-
> .< ·' mento e con i corrispondenti valori. Tu tti quei fatti psichici che accadono
,,.. al di fuori di questa cornice, sono consjderati come un fraintendimento e
~- .. si pensa che avvengano solo- per disattenzione o errore; oppure è iJ com•
0
portamento dell'oggeLto ad avere la colpa di queste reazioni, le quali per-
-·~ tanto vengono sottomesse ai criteri delle funzioni superiori . L'igi:_i;1.tjfo:.ll;
zione dell'Ego con le funz ioni superiori è cosl uo segmento arbi trario del
coiiiP,ò~tamento ps1cruco complessLVO e viene indicata colli'e Persona. l ''a't-
t~ggiam~to della Persooa è una specie di maschera o ruolo e cor risponde
aUe norme colletdvamcnte valide dello spirito del cempo volta a volta da-
to, Prendendo coscienza del tipo di atteggiamento e di funzione, se ne può
valutare tanto la forza quanto Ja limitatezza e si può cosl riconoscere l' esi-
stenza e la problematica delle funzioni restanti come pure del meccanismo
dell'atteggiamento contrario.
Quesw, di r~gul11 1 è uu problema che appartiene all'età più matura.
Nella giovinezza, l'adattamento alla realtà è fornito dalla funzione più for-
te, che nel corso degli anni viene ampiamente differenziata. Sempre dj più,
però, si fanno sentire le esigenze delle funzioni rimanenti, suscitate da mo-
tivi esterni o interiori, oppure da entrambi insieme. L'individuo s.i vede
in una situazione che non è in grado dj controllare amaverso l'atteggia•
mento unilaterale fin qui avuto, e neppure con la funzione massimamente
differenziata. Si potrebbe dire altrettanto bene che le funzioni fin qui tra-
scurate e ormai energeticamente attive si impongono alla coscienza e por•
tana l'individuo in situazioni di vita che rendono necessario un altro orien•
tameoto, più ampio di quello fin qui seguito.
Questo schema della successione delle diverse funzioni psicologiche,
che può sembrare di un'astJ"iltczza quasi matematica, sta a indicare in real-
tà un processo dinamico che caratterizza tutte le singole Yicende della vita
e che, sotto forma di un nuovo orientamento, costituisce un grande risul•
tato spirituale e morale. In un primo momento, l'assimilazione della fun-
zione inferiore fin q11i incomcia porta ad un conflitto assai intenso, poiché
i princlpi della funzione superiore e di quella inferiore si vengono a Lrovare
in un contrasto reciproco. Il conflitto è ulteriormente acuito dal fatto che
la funzione inferiore è contaminata con i contenuti dell'inconscio colletti-
vo, e pertanto l'Ego minaccia di dissolversi. Come la funzione superiore
è di validità unjversale relativamente ai valori vigenti, ugualmente la fun-
zione inferiore coincide con le leggi universali e atemporali della natura
um(lna, cosl come questa sempt't! è e sempre è stata. Il problema deU'assi
miJazione, o del confronto con la J!!_n zione inferio~e. r:ipp_re~~Ja perciò
il_ primo pafsosurcamr~_!:!~U !~ P!.QC~s_o_.9.i i11giyidJ.1aZiQ[I<;.

La tipolçgia..e.cicknzia anzitutto lr...fm:m~ico/Qgiche_fçmdaJlt.eJ'ltali di


~ - L'atteggio.mento è una s ecie di apparato psichico di adatt~•
mento, con il gu e un in ivìdu9_m_1gìKejn modo consc~o o inconsçi...9 aJle
s~zioni.de.lla..vii..8-e.si confronta.con.esse. _e_oiché_Lf!,g~nere la ru>stca
~cienza è orientata verso il moodq_pgg~.tJLVO..J;S~~l)_o, Ja direzione. dell' e-
~~_psichiç_~ vale a. dire iLcapporto. diretto o.ind iretto dell'individuo
ntl.,.confronti .del mondo es temo, viene. determinato in base ali' 9ggeJto.-"
Nella nostra psicologia occidentali, l'oggehg è quel concetto sotto cui
si raccolgono i contenuti del mondo em_pirico o spirituale circostante e di
que.ÙÒ est~fill_, Con?soggetto - in~ece, si in-d1èii.T individu~ psicologico, in~
c1udendo in ciò il mon o mteriore psichico-oggettivo. Il soggetto, pertan-
to, non è identico con l'Io. Quest'ultimo è il portatore e la guida, in patte
volontaria in parte involontaria Jdl'ncreggiamento e della sua direzione spe-
cifica. s"J"'•-'
In generale, ci sono@?;tif!!.!!J alteggiame~f(?_! queUo estroverso e quel-
lo introverso. Nel primo, l'energia psichica scorre dire_.tt!I e immediata in
<:·'H!"~i~ne c!~'o~uietto esterno~ l'.atteggia~n!ç> jn~ro_vec.s~-
traddistinto da un rapporto mediato, in ultima analisi determinato da far.
- . --- ... -.-·- - .
tori soggett1v1, ,.,., ... ~-., .~~- ,, ~ ..
-- - -----
Qui è impossibi!e andare oltre un semplice abbozzo schematico della
problematica tipologia. Per dargli un qualche cootenuto, ci sarebbe biso•
gno di esposizioni minuziose e condotte caso per caso. Tuttavia, proprio
n el menzionare i tipi psicologici si deve sottolineare con vigore l'autono-
mo punto di vista psicologico. il tipo psicologico, risultante dall'atteggia-
mento e dalla funzione dominanti, è la manifestazione di una catego,ia strut-
turale della coscienza e prescinde da contenuti specitici e da peculiarit~ ca•
ratlerologiche. 8 Tale categoria è naturalmente strettamente collegata a queste
peculiarità, ovvero essi costituiscono il materiale che mediante la struttura
viene espresso in una forma tipica. La tipologia, quindi, può essere indica-
ta come una morfologia psicologica della coscienza. Il tipo psicologico è
per cosl dire l'armatura o lo scheletro che predetermina o modifica l'atreg·
giamento specifico nei con&onti della materia <lei contenuti vissuti. 9
~-~~-~ ~)~- :·
~
Nel tipo tiilptteggiame1J/o {p ,..~;,
estroverso,~ t•n,
t o a un valore energetico
più alto che il @"ogge~ L 'ogg_etto è l' elemen o rujcologicamente impor-
tante. L'estroverso tencle ad w1 rnntatto posirivo con esso e, nelle sue mo-
~ioni, ne è condizionato. I fattOii esterni sono determinati nei giudizi
che egli formula, nelle sue perCezioni, senttmenti ed azioni. Egli, ad esem-
pio, pensa con concetti che abbiano la validità più ampìa possibile ed ha
quei sentimenti che corrispondono aUe migliori attese dl una certa situa-
zione. Una cosa viene accettata come giusta quando è sostenuta e detta
buona da un gran numero di persnnr o da persone competenti. [I tipo estto-
verso fa le cose adatte e che non fuoriescono dai limiti della società in cui
vive. Essenziale per Lui è potersi richiamare, per le sue idee, ad autorità
riconosciute - in vita o storiche.
Il contatto dell'estroverso con l'oggetto è spontaneo e tutto il valore
è riposto sul fatto che non ci sia nessun elemento di disturbo. li soggetto,
pertanto, si adatta ampiamente oU'oggctto e cel'ca di essere il più possibile
alJ'unisono con questo. Per tale ragione, tutto ciò che non si adatta a que-
sto oggetto, anzitutto i fattori soggettivi, ma anche tutto ciò che è troppo
insolito, inaudito e non universalmente valido, viene escluso, trascurato
e respinto, cosa che è possibile per un lungo periodo in quanto i fattori
soggettivi impegnano una debole quantità di energia. Essi, per così dire,
non esisLOno, vengono valutati negativamente, perché tutto ciò che è posi-
tivo sta nella relazione con l'oggetto. I fattoti soggettivi, perciò, restano
relativamente inconsci, il che porta al rischio che l'estroverso abbia molti
più rapporti con l'oggetto di quelli di cui può venire a capo e da ciò, infine,
non nasce solo una certa superficialità delle relazioni all'oggetto, ma anche
il confondersi e lo scomparire della personalità de} soggetto negli oggetti.
Questa condizione.estrema porta ad una contrapposizione con i fattori ìn-
consci, i quali, a un dato momento, irrompei:anno nella coscienza.
L' atteggia~to dell'int:Q!L,SC.io).11 §~ ~-~.nt!tetic~_a _guello cosciente. L'in·
conscio d!:U' esys,_y~so_è iot:r2,ye_r~9.. aoche se certo, pe.r via ddt4lc_Qpsape-
volezza, lo è in for!Jla_i!}giff_er:em:iata-e coattiva o pulsionale. Quando per-
cièi"fa bi~cctaìàpai:te complementare, i fattori soggettivi si impongono con
violenza. In tal modo, la persona che ha un rapporto positivo con il mon•
do, che è all 'unisono con tutto il mondo, diventa temporaneamente o defi-
nitivamente un individuo egocentrico, ipercritico, brontolone, 1_:>ieno di sfi-
ducia, che sospetta in tutto e tutti la presen-za dei motivi più personali.
Si sehte misconosciuto e isolato e fiuta ovunque ostilità. Il passaggio auto•
rnatìco dall'atteggiamento cosciente a quello inconscio 01_:>posto si può rico-
noscete frequentemente dal fatto che i propri lati negativi vengono fissati
o proiettati sull'oggetto - e precisamente di regola suJl'oggetto di tipo in-
troverso - , cosa che ovviamente conduce a confronti estremamente spia-
cevoli, ingiusti e infruttuosi.

Nel 4ipo_A}_~}!~ggiarJleJ1l_
o i,1trovers0 avviene l'esatto contrario. I/attori
soggettivi sono l'elemento energeticamente più attivo, e pertanto è il sog-
getto àd essere psicologicamente importante. L'atteggiamento dell'intro-
versò nei confronti dell'oggetto appare quindi esitante, se non addirittura
di rifiuto. È come se temesse di essere troppo influenzato dall'oggetto, Egli
è perciò facilmente tentato di togliere forza all'oggetto e alla sua azione,
imponendogli le sue datità soggettive - o mediante corrispondenti conce-
zioni relative all'oggetto oppure mediante un dominio di fatto. In ogni ca-
so, si pon.e in rapporto con l'oggetto secondo il proprio modo soggettivo
di coglierlo ed il contatto con questo è indiretto. Tutto il peso e tutto il
valore sta nei fattori soggettivi. L'oggetto è preso in considerazione solo
nella misura in cui li suscita. L'accento cade piuttQfil.O sulle. opiniaol che
s~ru10 di qualcosa, sulle perceziot~,L~..Ls~tltnent.i...soggettiyi--pr-ovocati
dall'oggetto. I Fattori soggettivi non hanno bisogno di coocordare con l'og-
gctto, madevono essere validi e cogenti da un punto di vista soggettivo,
vale a dire in accordo con i valoci riconosciuti e accettati dal soggetto. In
un introvet·so normale, cioè adattato, questi valori naturalmente non dif-
feriscono da quelli universalmente accettati, egli però giunge a riconoscer.o
per una via diversa da quella seguita dall'estroverso. Una cosa è vera non
quando tutto il mondo crede in essa, tna solo quando essa, inoltre, venga
riconosciuta valida attraverso riflessioni e valutazioni proprie. I fattori sog-
gettivi non sono identici con l'Io, rna provengono in ultima istanza dall'in•
conscio colletrivo, che sì può definire l'oggetto interno. Dato che, di regola,
l'introverso hon può rendersi conto delle effettive e recondite profondità
psichiche del suo atteggiamento, egli non sa che cosa veramente lo muova
e perciò può confondere facilmente i fattori soggettivi con l'Io. Il suo at-
teggiamento riceve la sua relativa stabilità e sicurezza nei confronti degli
influssi dell'oggetto dell'intensità della tensione energetica, presente nei
retropiani della cosdenza. Per questo motivo, l'introverso è anche in gra-
do di sopportare più facilmente un certo grado di isola.mento, in quanto
anche se 'tutt'un mondo è contro di lui' , si tratta solo del mondo oggettivo
esterno, che in ogni caso pet lui possiede un significato enetgetico minore.
[nrealtà, senza saperlo, egli è cooternJto nel mondo oggettivo inteciore ed
è legato cosl a ciò che è universalmente umano tanto quanto lo è l'estro-
verso nei confronti della realtà esterna. Certamente sussis.te per lui lo stes-
so rischio di dissolversi in quel mondo interiore di quello che esiste per
l 'estroverso nei confronti dell'oggetto esterno, il che a sua volca porta fa-
cilmente ad accentuare eccessivamente il complesso dell' Io. Chiudendosi
completamente agli influssi oggettivi estero!, _l'introverso cade altresl i.n una
posizione estrema e io questo modo la tensione nei riguardi dei fattori og-
gettivi opposti, tenud inconsci, diventa sempre {>lÙ forte, fino a raggiun-
gere infine la preponderanza.
Quando in un tipo introverso fa breccia, in modo eoantiodromico, l'al-
teggiamehto inconscio opposto, allora egli diventa in una certa rnisuta uh
estroverso inferlore. Egli sopravvaluta l'oggetto esterno, senza però che
questo porti ad una comprensione oggettiva o ad instaurare un rapporto
con esso. Al contrada, l 'oggetto viene sommerso da proiezioni di materia-
le soggettìvo e-, in particolare, da contenuti dell' inconsci.o collettivo, e in
tal modo acquista una sorta di significato magico. Una rappresentazione
umoristica di questa s.ìruazione è data nell' ope.ra dl F.Th. Vischer, Auch
Biner. La qualiriì magica, cet·tamente, spetta soltanto alle cose; tuttavia può
estendersi !tltrettanto bene e &equentemente agli uomini. Da questo dato
di fatto nasce una spede di «participatlon mystique» (Lévy-Bruhl) con le
persone, giacché queste impersonano l'inconscio dell' introverso. Natural-
mente, l.1118 situazione simile sorge particolarmente spesso in tapparti d' a-
more o d'odio, poiché un affetto intenso già di per sé facilita il meccani-
smo della proiezione.

L'atteggiamento abituale della coscienza si conserva in vita fino a quan•


do l'individuo non viene a trovarsi in una situazione in cui la sua unilatera-
lità gli rende impossibile un adattamento completo. Molto spesso questa
siwnione consiste nel fatto che la persona in questione si trova in un rap-
porto vitale con un oggetto di tipo opposto, Gli opposti allora cozzano uno
contro l'altro1 non ci si intende o non si riesce più ad intende1si, diamo
tutta la colpa all'altro perché possiede quelle qualità che non vediamo in
noi stessi e che non abbiamo sviluppato, e che per questo sono presenti
in una forma inferiore. Spesso, quindi, il contJasto tra tipi è l'autentico
fondamento psicologico di problemi coniugali, di difficoltà fra genitori e
figli, di attriti in rapporti d'amicizia o professionali, e persino di differen-
ze politiche e sociali. Tutti questi aspetti della nostra psiche di cui non si
è consapevoli, appaiono proiettati sull'oggetlo, e fino a che non si ricono-
sce in sé stessi il contenuto proiettato, l'oggetto diventa capro espiatorio.
Il compito morale sarebbe queflo di prendere cosciehza in noi slt:ssi del-
l'habitus degli atteggiAmenti opposti, perché esso, da un punto di vista strut-
turale, è sempre presente. Accettandolo e sviluppandolo coscie11le111ente, l'in-
dividuo non giungerebbe solo ad una situazione di equilibrio, mn capireb-
be anche meglio l'oggetto.
Ogni atteggiamento unilaterale, non appena d iventi estremo, trova su-
bito la sua compensazione neU'inconscio, e questa si impone sempre più
aUa coscienza sotto forme di attivazione e intensificai.ione del principio
contrario. Dapprima si cerca dj reprimere il principio antitetico inconscio,
sia perché non è aU'unisono con l'atteggiamento 'abituale.I sia perché man-
cano forme che ne cu11sentano l'assimilazione. In tal modo, però, si roffor-
za la sua proiezione sull'oggetto. L'estroverso, allora, si adeguerà ancor più
all'oggetto e diventerà completamente inconsapevole di se stesso, ma con-
temporaneamente cercherà cl.i realizzare le sue tendenze soggettive, di cui
non ha coscienza, attraverso l'oggetto abusandone cosl per scopi egoistici.
L'introverso, invece, or a temerà davvero l'oggetto e cercherà quindi dl sva-
lutarlo il più possibile per salvare il suo lo minacciato. Al tempo stesso,
però, egli sottostà inconsciamente a tal punto all'azione dell'oggetto che
le sue idee ed azioni, apparentemente soggettive e determinate da lui stes-
so, in fondo avvengono completamente in considerazione deU'oggetto. Così
il circulus vi1iosi1s si chiude
Da un punto di vista energetico, il principio contrario inconsçlo.di-
venta'-se.mpre più atuvo.l'lelcaso"cioo-possaesseré-éompres~-ed iac.luso
-----"---"-
daJla coscienza come compensazione, esso si scinde diventando autonomo
ed infine irrompe nella coscienza. Cosl l'individuo viene trascinato in un
decorso automatico e viene a coincidere con esso. Subentra un processo
eoantiodromico, ossfa l'atteggiamento tipologico finora cosciente viene ro-
vesciato nel suo opposto inferiore, il che equivale ad un caos psichico e
ad un totale disorientamento interiore.
La via psicologica d'uscita può essere trovata solo attraverso la cono-
scenza delle/1111zioni psicologiche che ora sono costellate, oppure mediante
l'assimilazione cosciente del pcincipio inconscio antitetico, evitando quin-
di il pericolo déll'enantiodromia, alla quale è legata 1a problematica deUe
funzioni superiori ed inferiori dell'individuo.

QaJ punto_gi~t.t:utturale; il ·tipo di,atteggiamen/0 che indica lalorma


fondamentale g~~r!1e c;lell.'habirus estroverso ed introverso, è ulteriormente
cafatlerò:zat.o e complicato dal prevalere di una deterrqinata f11nzio11c psi-
cologica. Jung d istingue quallro funzioni psicologiche fondamentali: il pen-
siero, il sentimento, la sensazione e l'intuizione. Le funzioni sono distinte
in,b,3se al loro g!:fil)o.di.clif-fere-nzia:iione..cos.cieote-'I!.l!ggiormeo~llu1wato.
TI"}.ensicro (l'intelletto) è la funzione cbe, per mez~~ di nessi concet-
tuali e aecl~ni logiche, conosce e giudicai che cosa è l'oggeffo. ,Il se111.i- 1
me11to è la funzione che conferisce un valore emotivò ilfogger.to:~ he -;;alo- ~ ••
re abbia un oggetto rer un animo, vale a dire se io valuto un oggetto positi- 1.,\Y
vamente o negativamente, nel senso più ampio del termine; se sia cioè da ;,~~
\i
accertare o rifiutare in base a v~lori senti entali non solo soggettivi, ma
anche oggertivamente validi. 1fa !§lJS({Z.ÌOJJ~ ercepisce i dati effettivi; essa
dice che qualcosa è, è la percezione cosciente di ciò che sta di fronte a noi.
L' rntui.tio11e è la percezione inconscia, ossia quella percezione che avviene
in modo inconscio oppure che si riferisce a ~nY!.Le_P-ro~si in~onscij ,
essa 'suggerisce' dò che l'oggetto fu uo tempo o che cosa potrebbe venir- ,'
oe, ~~~l'_resetJl~ ,~ e~ibilità latenti_jn _~ ~ ~l onj;,. 1,(..,-J ,.-!, f) ?olH~,J i'ì.
Le quartro funzioni fondamentali sono in rapporto reciproco sotco for- /,:i,;.•
ma di quattro coppie di opposti. Pensi~9__ç,_~git~.f:.~~<? ~~1}2 ~z_ioni,.!.~9-
flali, sensazione e intu'· · il'ra:donali. Pensiero e sentimentç producono
é-;;tram'"bi ~n~~i{io}~gl;_g; _l'uno in bas;-11 moti;f di ·r~i~;aiità lnt:elld-
tuale, l'àltro emotÌva. Sensazioq~ed intuizione, i'}vece, sono entrambe sem-
pJici perS con le quali nori"si valuta oé si(~onferis~.!~~; J ~ r -
cepisce eia che èmOlutamente dato, la realtà concreta, che è cosl e non
può essere diversamente, 10 J' altra le possilifil_p.!.Q1QrulliLJ!!.g2!J~dL.l.!D'!
iiwaz1one, cli una persona e cosl via, e si ba~çJ~che_g\!ando l~_nossi-
• I .,. i"C t: ~ r> <h- ,,.o e a f<",-.il
\ _ ,la I ot.:{µ <....._ , _ • . 1 e,,-,, v-c ~\i,1 >9:. t.._.,;.... e;
j ~ t\~ .,,-"n ,;_.,.., .,.--.:i L.: . , ~
-, lo • \. :1 •• 1
bilità non diventano affatto realtà.
r Inoltre, pensiero e .sentimento da un lato e sensazione e intuizione dnJ ..
l'altro presentano una contrapposizione reciproca che in llnea di principio
è da riteoersi ancora più impattante. Quando si riflette sul nesso concet-
tuale di una cosa, non la si può giudicare al tempo stesso in base al suo
valore sentimentale. Quando si percepisce ciò che è assolutamente dato,
non se ne possono vedere contemporaneamente anche le possibilità laten-
ti, e viceversa.
Ogni uomo è predisposto secondo tutt'e quattro le fu_n~iQni fonda-
• ~n.t~4. Onco peròche"i.l pf6Cesso-d18d~t;;;;nror1é.hjede una direzione
determinata, non ci si può orient11re contemponmeomente secondo quat-
tro punti dlHerentì, tanto meno in quanto questi, a loro volta, sono reci-
procamente contn1pposti. Di regola, perciò, avviene che l"uorno civile' svi-
luppi una.deUe quattro funzioni fondamentali più delle altre, verosimllmente
quello che, dal punto di visti\ della predisposizione, possiede la maggiore
lntensitt Lo sviluppo di una funzione avviene sotto forma di sua diff.ere11-
zw.ione. Differenziare la funzione ptincipale signif1ca distingueaal ~t;c-
carl~aUe ~ffunzioh1, ·esclo·dere-compoo'ènti cbe non le appartengO-
·n;. Le ~lid~l speCiiicrie della fuhziOnépd;d~e in questione vengono
~cemuate e elàoorate. .S.~t?.fu fuftl1. e!~Jlli'~t~_la· fa~iion~~çj! ~cfaf§-
1!}i11t lQJ!.ljiE!J.le\ oK(qualltà ~ezione all'att4gia32!:D!P C(?_S<;ient!=. A se-
condn ell'intenzTone e della volontà, essa può essere applicata o meno.
Le funzioni rimanenti, invece, vengono escluse daUa possibilità di avere
un'influenza determinBn te. La funzione dif f~te,ozia~!!. in questo modo, ri-
1
sulta all'interno di ogni rapport~f,mzione :st1pcrio1y. 11
La funz.!..~.!':_superi~ se&!;!_e ss;m9,fe!'na~. ae1l"at1e_g11iam,!:!ltO est\:Q·
~!:~®oy_c:;1~de~~5#.':dd..l!.9· li ~ ~ ?1~~:o, perciò, n.~n _è c~atE_e-
9zzato,solo c_9..tr}~~_rupv~@ o i?troverso, ma comelipo-estrov~o o u1_:
!J:QY!!rso in r,e!!iz_i~:1-:.. ~- p~~iero, aT_
seotim~to, all~ sen·sazlon-e o ali'intuJ:
.JÌooe. Teoricamente, dunque, ci sono otto tipi psico1ogid1 che però, in realtà,
non soltanto sono spesso diffìclU da definire, ma compaiono anche rara-
mente in forma pura, perché più frequentemente La (uuzjone....su~riore è
mescolata alla funzion_e aus~da che sta al secondo posto, ovver~che-f
Coliegata ;J';s~ .
La/unzione ausi]i4.li4-è_tcl@.tjyamente dillerenziata ed orientata,,AIID-
~e Gra dalle altre due!unzioni rest_l:!l~i. ~~,.però, non~ determi11an-
~ma_stg~uida della funzione superiore. Q ~ a la funzione ~h__e
s_i.E_'{E,tdina alla f u ~ dominante-, dipende daLia.Mrunura fqndarne!llille
dell'individuo e, con ci?!, dalle leggi che regolano iL_q~qr~P..P-~içQ!,Qgiç_o
- - ----
1
· Ad una funzione principale razionale può accompagnarsi, come seconda-
ria, una funzione irrazionale, mai però quella in linea di principio contrap-
posta alla funzione superiore.
' Possono darsi casi, invece, in <:ui la funzione principale, e quella se-
condaria sono decisive quasi nella stessa misura e cooperano a tal punto
che ne nasce un tipo misto, ad esempio il pensatore speculativo, il tipo sen-
timentale con una forte impronta di sensazione, )' intuitivo emocivo o il
\ tipo sensoriale intellettuale (l'empirico o il pragmatico scientifico). In ogn~
cnso, comunque, la disposizione è estroversa o introve~~ - Un tipo di pen-
sierolnrroverso puro sareoDe-wesempiolG::nt,inentre Nietzsche, almeno
nelle sue prime opere, sarebbe un tipo introverso intelle ttuale e insieme
intuitivo; più tardi, invece, e particolarmente in Zarathustra, l'intuizione
introversa appare ampiamente sovraordinata al pensiero.

misura. -----~-
Le due funzionj restallt!, invece, non sono differenziare nella stessa
_..,,E vero che, in certi casi, da un puntocJì visraenèi'geti~o;-h-anno
uni forte intensità e si impongono pertanto alla coscienza disturbandola.
Com~Juat.umi,_pero,....noo sono distinte e si trovano quindi in una condi-
~ e p _rimiJi'>l.n. Non sono solo mescolat"ètìnìicon1',i7t;11- :ma-=e1n modo
particolare Ja quarta funzione - anche contaminate con contenuti dell'in-
conscio personale e coUenivo. Esse dunque con tengono mescolanze con-
cretistiche e fantastiche , e corrispondono inoltre ad un piano che sta die-
tro o sotto il livello delle funzioni superiori: sono più infantili o più primi-
tive. Per tutti questi motivi sono dette funzioni inferiori .
.§..Jll_rambe le funzioni indiffer~r,Jia~e o inferiol"i, specialm~fil_t;)a g~.!_;l_i
s~~ inolt1~ carat~~gzate dal. fago_cht:;pQ.q ~~son_o e.!~~c~troUate ç!aUa
1
"'.c_>lon~; hanno un ca~t~~ ~ul~nomo., il loro mqg_Q._9 o ~_è _arbitra:_
r-io1 _11;0_~ ~ ~ . ? . ! ! : ~ ~ _ J ~ i u s ~ ~ es~pj9 ~I- ~o men t~.
in c_uJ~e ~r~hhe..h.iso&!lQ., e si 1me_ong~!l~ec~ q~'l_cfo l~t~zion_e
n_~n è a~!!H!l.-Non sono collegate alla coscienza dell'Io, ma agiscono dal-
l'inconscio come corpi estranei. La loro contaminazione con l'inconscio col-
lettivo fa sl che siano dominate, tipologicamente, dall'atteggiamento con-
trapposto alla coscienza. Se la coscienza è estroversa, le funzioni inferiori
seguono il meccanismo introverso, e viceversa. Per non essere quindi som-
mersi dalle funzioni inferiori e dall'atteggiamento contrapposto in esse im-
plicito, è necessario passare daUo. funzione superiore a quella ausiliaria e
poi, successivamente, tanto distinguere la terza e la quarta funzione l'una
dall'altra quanto anc-he liberarle dalla stretta de] materiale dell'inconscio
collettivo - cosa che, naturalmente, riesce solo con il massimo impegno
delle funzioni superiori, che tengono ferma lo realtà cosciente.
Dal rapporto reciproco delle quattro funzioni fondamentali risulta un
ordine regolare all'interno deJJa struttura Oelfa psicologia indiv1duak.Le
1unzioni reciprocamente antfteciche non si coUegano mai alla funzione su-
periore né a quella ausiliaria. Nel caso, dunque sia il sentimento la funzio-
ne superiore, sarà la sensazione o l'intuizione la funzione ausiliaria, mai
però il pensiero, cbe allora rappresenta le funzione inferiore. Allo stesso
modo delle due funzioni razionali, le funzioni irrazionali, in quanto diffe.
renziate, si escludono l'un l'altra. Un tipo sensitivo può avere come fun-
zione ausiliaria o il sentimento o il pensiero, mai però l'ioruizione, che in
quesco caso forma la funzione inferiore, cosl come, viceversa, è la sensa-
zione ad occupare questo posto quando è l'intuiz1one ad avere un ruolo
guida nella coscienza. Tanto le funzioni i-azionali qu:into quelle irrazionali
sono dunque tra loro completamente contrapposte.

Nell'individuo, questa antiteticità delle funzioni e dell'atteggiamento


conscio e inconscio si costeUa di regola solo verso la seconda metà della
vita, si può dire anzi che sia il problema con il quale in questa parte della
vita si annuncia un mutamento di psicologia. La prima metà dell'esistenza
è caratterizzata dalla necessità di ~ssolvere i compiti relativi alla realÌ:~~
~questo scopo SI lia btsogno deliaoIHeren~g~ dell'is~Jame~
atque1letunzioniche individualmente sono meglio approQ!!_8t~_ciò. Con.
f'àssimilaz1oneè-Ja rdat1vacfifférenZiazic)oe.dellefuniioni fin qui lnc:onsce
e percib inferiori, diventa ne~sario uo orientamento verso l'interiorità,
ìl cut·rompifoelòsvUùppòacll11 personaUrà complessiva e il rapporto con
~1a l'ealtà ·piichica.
1 problemi conseguenti all'antiteticltà tipologica sono molto spesso -
di regola nel caso dl persone capaci e cb.e si sono ad1ntate al mondo esterno
- il motivo autentico, sia pure inconscio, di una nevrosi e quindi rappre-
sentano anche ciò che in tali casi, all'inizio dell'analis.i psicologica, ha i_l
ruolo principale. Si tratta allora di fornire all'individuo i metodi grazie ai
~ali da una part;:-può riconoscere il_èroPiTo t!fil>psTc:ofOJ<:oI!'~n_ilile-
r:Jir~1d~l11atteggiamen~o tjpologiço differ.-~_zi~to e, dall'altrn. di ?;>sl_rnil!t~ .
e sviluppare il la~o compensatorio inconscio sotto forma di funzioni inferiori.
- Non di rado succede ~nche che una persona - di solito condizionata
dagli influssi diretti o indiretti del suo primo ambiente - non viva il suo
tipo corrispondente ed elabori un atteggiamento ed una funzione che non
le è conforme e che perciò ostacola continuamente il suo sviluppo ed un
suo migliore adattamento. Per l'individuo, allora, il compito immediato con-
siste nel riconoscere e differenziare il proprio tipo, in altre parole nel cet-
care di vivere conformemente ad esso. In oo caso simile, lo compensazio.
dell' atteggiamento coscieoce mediante l'accettazione del loto opposto v
ne naturalmente rinviata ad un tempo successivo, vale a dire fino a quan,
l'individuo non ha risolto quei compiti nei confronti deUa realtà ester
che corrispondono alla sua funzione superiore. Il passo che porta daU':
ceggiarnento cosciente a quello inconscio non può esser fatto a proprio p.
cimento, sia perché le leggi che regolano la successione delle funzioni so.
autonome, sia in quanto si può osare discendere nd lato inconscio oppos
solo qualora la coscienza sia saldamente ancorata nella realtà.
Nella struttura della coscienza, il tipo psicologico di atteggiamentE
di funzione ha un ruolo talmente decisivo, che ci si sotptende del fat
che esso non venga riconosciuto dallo stesso individuo. Questo, però, è qu~
to avviene. di norma e non solo quando viene vissuto un tipo falso. Anc
nella ricerca psicologica individunle non è aUatto ovvio che l'habitus tii:
logico venga dconosciuto immediatamente. Al contrario, esso per lo f
può essere approssimativamente delimitato solo attraverso una minuzìc
conoscenza di tutte le azioni e reazioni individuali, ed anche allora rei
da vedere se l'ipotesi dà buoni risultati.
A prescindere dai tipi misti e da quegli individui che seguono una fu
zione o un atteggiamento non conforme al loro essere, per la conoscen
dell'habitus t.ipologìco e dì tutti gli aspetti e le problematiche che ne de
vano, un'ulteriore complicazione è rappresentata da qucUe nature che, e
punto di vista strutturale, abbiano con l'inconscio un rapporto più inten
di quanto non avvenga solit!\mente, ad esempio in individui creativi ed ;
tistici. ln questi casi, risulta spesso difficile stabilite quale sia il tipo psic
logico, ln quanto la forza creatrice artisti.ca o produttività artistica sta semE
in un contatto particolare con l'inconscio e !Jertanlo è SLimolaLa :;ulu rel11
vamenre dalla psicologia della coscienza, Può anche succedere che ad esemf
un artista, come persona, sia da annove.rare nel tipo estroverso mentre, f
la sua produzione, in quello introverso, e viceversa. Allo stesso modo,
funzione creatrice non può riferirsi alle quattro funzioni psicologiche fc
<lamentali, ma è una categoria a sé. Essa, quindi, viene influenzata se
relativamente dalla struttura tipologica. In Schiller, ad esempio, la sua p
cologia di pensatore prevalentemente introverso è chiaramente visibile ne
sue. opere, mentre in una natura essenzìalmente poetica come Goethe :
rebbe difficile dimostrare quale funzione psicologica predomini all'inter
ciel processo creatore Dovrebbe essere chiaro, invece, che Goethe, cor
uomo, fu un tipo estroverso ed altrettanto che nella sua giovinezza prec
minò la funzione sentimentale mentre nella vecchiaia queUa del pensie
(nei limiti in cui la chiusura che caratterizza i suoi ulci.mi anni conse
in genere di gettare uno sguardo nella sua psicologia) - del resto, qm
è un processo di inversione che non segue la successione abituale e eh
può spiegare solo attraverso la natura essenzialmente artistica di Goe1
Al di là dell'habitus dell'atteggiamento, la direzione energetica·es
versa o introversa si manifesta anche in fasi o situazioni. Queste però
è necessario che coincidano con la successione enantiodromica del pri
pio inconscio antitetico. An_che se quest'ultimo è relativa.mente assi mii
può prepararsi gradualmente una situazione nuovamente contrappost:
l'atteggiamento cosciente, situazione che la coscienza deve allora accet
e accompagnare. Prima dl una decisione importante·, quando ci si trov
una condizione di difficoltà o di conflitto, durante l'incubazione e la
di elaborazione di un processo creativo, l'ene(gia psichica noo sta a e
pleta disposizione della coscienza, ma è 'introvertita', vale a dire inc
nell'inconscio. Là essa è occupata con determinati contenuti, che però .
dopo qualche tempo vengono attivati e giungono alla coscienza. Anche
lora, del resto, essi porteranno in sé gli elementi della loro provenien
saranno di natura fantastica; si ha bisogno pertanto di un processo coscic
di estroversione per tradurli in un linguaggio adeguato atla coscienz,
Altrettanto, per motivi che la coscienza è io grado di comprenc
solo Ielacivatnente, può svilupparsi una fase estroversa, che non deve
forza dì cose caratterizzarsi in base al sentimento; «Seid urnsc.hlungen, i
lionen» (Schiller), ma può manifestarsi, in certi casi, in un'attività di n
ra razionale che sorprende chi sta al di fuori o addirittura lo stesso in(
duo. Un esempio storico di una fase estroversa della civiltà occidentale
essere l'epoca delle scoperte e del Rinascimento, nella quale l'espansj
si estese a nuovi continenti e in genere alla Natura , che fino ad allora
stata trascurata, / •

La psicologia dell'itrconscio

Da un punto di vista Eenorneoologico, la psicologia dell'inconscio


essere divisa in quattro gruppi:

-Q il sintomo e il complesso,
_ il sogno1
le fantasie,
il simbolo,
La funzione che l'inconscio svolge all'interno della totalità psichica
è la compensazione dclJ'atteggiamento cosciente. In guanto la coscienza è
orientata, tesa a raggiungere un fine e conforme ad uno scopo, e nella mi-
sura in cui ciò deve anche assolvere il compito dell'adattamento nei con-
fronti del mo~ esteroor~Q.rlare anche a proposiç_ojeU'inconscio
di un(direzione di una~eguateiz~ allo scopo:-Quéste ultime sono orien.:-
tate- àll'affiifta ento interiore e-;-rn quanto portano cosl ad una situazione
di equilibtio rispetto aUa coscienza e ai suoi fini esteriori, hanno come fine
l'adattamento rispetto alla totalità della suuttura psichica delJ'individuo.
La totalità psichica sembra servirsi cli una funzione la quale regola ogni
unilateralità e, ogni volta che è necessario, ripristina il potenziale sull'altro
lato, affinché il d ecorso energetico del processo vitale non patisca alcun
arresto.
Per quanto concerne ~ contenuto, l'inconscio mostta due categorie:
una personale ed una irnper~onale. L'inconscio personale consiste di tutti
quei contenllti che una volta furono coscienti e sono stari dimenticati. Inol-
tre, però, è anche formato da contenuti che potrebbero essere coscienti,
ma che per un morivo qualsiasi oon lo diventano - sia perché non ci si
sforza in tal senso, sia perché sono ìncornpattbili con l'atteggiamento co-
sciente, sia infine petché non possiedono la sufficiente intensità energeti-
ca per penetrare nella coscienza. In ogni caso, però, sono couLenuti che
appartengono alla psicologia personale dell'individuo e solo assimilandoli
quest'ultimo può r11ggiungere la sua personalità completa, Se rimangono
troppo a Lungo inconsci, l' e.nergia investita in essi non trova alcuna espres-
sione adeguata e forma al loro posto sintomi nevrotici. Il mezzo attraverso
cui è possibile prendere coscienz'il dei contenuti inconsci personali è anzi-
tutto il sogno,
L'inconscio impersonale o collettivo consiste di contenuti che non rien-
trano nell'ambito dell'esperienza personale dell'individuo, Pertanto non pos-
sono essere resi coscienti in ogni momento, ma si costellano solo qllando
è una particolare situazione esistenziale a determinarlo. Essi non regohino
il comportamento personale dell' indivjduo, ossia il suo atteggiamento nei
confronti di se stesso in quanto personatità totale, ad esempio al di là della
!imitazione tipologica. Piuttosto, i contenuti dell'inconscio collettivo con-
tengono i modi secondo cui l'individuo, in quanto essere umano io genei-a-
le, reagisce quando si trova in situazioni che, a prescindere da ogni genere
di differenziazione, sono di natura universaltlleote umana. Quinrli, 11d esem•
pio, paura, timore, spavento, perlcolo, il trovarsi di fronte ad una diHìcol-
tà insuperabile, la lotta contro un t,otere superiore, il rapporto tra i sessi,
quello nei confronti di figure paterne e materne, nei confronti dei bambi-
ni, odio e amore, il potere del principio chiaro (bene) e di quello oscuro
(male), l'azione del demoniaco, del numinoso, nascita, morte e così di se-
guito. 12 In tulte queste situazioni, la psiche non reagisce solo allo superfi-
cie, in modo individuale, ma anche tipicamente, vale a dire in modo sem-
plicemente umano in geneJjaJe.
I contenuti deU'inconscio coUettivo sono riproduzioni di queste rea-
zioni strutturali generali deUa psiche e corrispondono perciò ad un appara-
to dj funzioni ilquaJe esprime le leggi che regolano la 11nl11ra psichica e che
sono collettive, presenrj ovunque, cosl come si trovano al fondo di tutti
gli uomini, a prescindere da ogni differenziazione storica o d'altro genere.
Essi sono «sisterg_i_di ered_isposizioni tli,e.soUQ ~d un g:mpc, immag_iu.e_~d
·emozione», sono riproduzioni di reazioni istintivet cioè psichicamente ne-
cessarie, corru. 2 naèntJ.J1d una determinatn siruazi; oe e per qu~o soo·o
aettil are eltpi. ueste reazioni oon sono né apprese né in genere le si può
appren ere, ma - come Je azioni istintive degli animali, che spesso sono
oltremodo complicate-, in quanto attitudini e pt·edisposizioni innate, so-
no presenti a priori nella struttura psichica e dunque in grado, ogni qual
'Lolta la situazione lo richieda, di produrre un comportamento adeguato senza
aver bisogno ddl'a.i uto deUe coscienza e senza nemmeno dover necessaria-
mente gi~gere alla coscienza. Certo, visto dall'esterno, il comportamento
può sembrare estremamente inadeguato, Prendendo però coscienza della
situazione psicologica reale o del modo in cui la situazione viene giudicata
a partire dall'inconscio, tale comportamento potrà rivelarsi del tutto ap-
propriato.
Gli archetipi sono quindi l'intuizione psichica dell'istinto o l'autori•
produzione dell'ìsrjnto oU'imerno della psiche e, come l'istihto, anch'essi
sono subordinati a regole e leggi. JJ Pertanto, anche i motivi delle immagi-
ni archetipiche sono ovonqoe simili gli uni agli altri. Le fantasie archetipi-
che nell'individuo d'oggi cotrispondooo infatti ai motivi mitologici tipid
e alle «représentations collectives» (Lévy-Bruhl) dei primitivi §se raepre.
sentano situazioni universaLmeoce U!UB_!le e 1~ compri;nsioni e_reazioni..psi-
cbiche tipiche relativ~ a taJj situazionl. Le comprensioni psichiche non so-
no rappresentazioni razionali o comunque coscienti, ma sono prodotte dal-
la/alllasia, che è iJ llnguaggio dello spirito primitivo e con ciò, per noi, del-
l'inconscio collettivo, L'immagine atcheùpica elaborata dalla fantasia cor-
risponde ad ut10 stato di coscienza in cui si fa valere non il modo realistico
di cogliere l'oggetto, ma l' influsso che esso esercita sulla psiche. L'immagi-
ne arcbetipic11 è dunque una riproduzione psichica dell'oggetto e aJ contern-
po la riproduzione dei processi psichici stessi,
Alla costellazione dell'inconscio collettivo rimandano quei sogni che
contengono motivi ptop_ci d~I simb~lisrn";; mito1ogico o comunq~arte-
nenti alla storia univ;rsale delJ'um'~nità, Inoltre: le intense reazioni speci:
fiche devono farci concludere che non è solo l'Ego, rna Lo straro psichico
coUettlvo ad essere stimolato. I suoi fenomeni , però, vengono dischiusj so-
lo se la coscienza si concentra sullo loro efficacia caratteristica e i suoi con-
tenuti ci sono accessibili soltanto ne.I linguaggio dell'immaginazione, Essi
si presentano pertanto alla coscienza sotto forma di fantasie di natura
psichico-collettiva.

~ Tutto ciò che è inconscio(è s~mpre proiet~at appare cioè come qua-
lità o comportanrenrodell 12ggetto 1 e-sofo attraverso un atto di conoscenza
,.,. "t. di sé i contenuti corrispondenti vengono integrati al soggetto e cosl stacca-
t(dall' oggetto e ..:iconosciuti come fenomeni-Biifhici.
Jkodere...cos · te l' inconscio significa quind~pliare e diEferenzia-
re la coscienza ...Da uo punto dì visLa gnoseo ogico, inconscio è sem ce
rnente ciò che non è ancora cosciente, sul quale non si può dire niente (in
a che non possiede l'inrensìt~ energetica suthc1ente er essere Je:rce ·
I conce to I Inconscio è ana ogo a a m1z1one kantiana di 'cosa In sé
ossia è un concetto-limite esclusivamente negativo, Esso indica i limiti del-
la coscienze senza esprimere nulla circa ì contenuti. Per questa ragione non
è nemmeno possibile comprendere ed integrare i contenuti delJ'jnconscio
senza metterli in relazione con la coscienza.
A seconda deU'atteggiamento della coscienza nei confronti dell'incon-
scio, quest'uJtimo è in condizione di esprimersi adeguatamente o inade-
guatamente. A sua volta, l' integrazione deU'im:u11scio per mezzo deUa co•
scienza ha per conseguenza un' azione sull'inconscio, la quale influisce io
modo decisivo sul suo 'linguaggio' o forma d'espressione. Per qu~s!<Lllri!g•
gruppameoco_/ernmrenofogico dell'incon,.scio è ~I t~mpo stesso anche ~i ge-
n?ft!Jwiiiot1aJ~j~gò brevemente. caratce_sizzare così:
•) il sintomo ed il complesiò'coriieznfl_at.ìòne (l'inconscio penetra io for-
ma inautentica entro uno stato estremo di coscienza),
1.\ il sogno come interpolat.ione compensatoria (l'inconscio cerca di bilan-
ciare l'atteggiamento carente della coscienza),
,J la fantasia, in particolare la fantasia archetipica; come cooperazio11e di
im.:011sdv e coscienza (la coscienza accompagna il decorso inc-onscio),
~\ il simbolo come integrazione (come prodotto del collegamento di co-
scienza e inconscio).
Il sintomo neJl!_ot/ça pu~oifestacsi io mQdo puca.rru:rw.:..psiclllca.op•
pure come sintomo somatico sico eno. Esso compare quando la coscienz-a
si chlu e a mconsdo, quando cioè non accetta determinati fatti che po-
trebbero essere coscienti. H Può anche subentrare quando si rende neces-
sario un radicale mutamento di atteggiamento, di cui oon si è in grado di
venire a capo coo i mezzi a disposizione, vale a dire, quando bisognerebbe
integrare pienamence l'inconscio. Il sintomo è per cosl dire un segnale d 'al-
larme, che sta ad indicare come nell'atteggiamento cosciente ci sia qualco-
sa di essenziale che non va o che è insufficiente, e che dunque si dovrebbe
cercare di realizzare un ampliamento della cosdenza. In che modo, però,
questo dovrebbe succedere, non si può comprendere in base al sintomo,
ma solo attraverso i sogni, che rappresentano il linguaggio autentico del-
l'inconscio. ll sintomo è un'espressione inautentica e deve essere inteso so-
lo da un punto di vista energetico, come fenomeno di ristagno del decorso
cli energia psichica. Il carente. o unilaterale orientamento della coscienza
è l'ostacolo che si interpone al gradiente naturale, Il decorso naturale di
energia muove in direzione dei contenuti ineonsd come verso il nuovo po-
tenziale e, qualora ciò non sia possibile, si trasforma in sintomo. Ogni ma-
nifestazione malata dell'inconscio trova la sua causa in un atteggiamento
cosciente insufficiente. Possono cetto darsi casi in cui ciò dipenda da una,
per cosl dire, impotenza organica, come ad esempio quando manca per na-
tUl'a l'intelligenza D o la funzione morale 16 dell'individuo necessaria per
comprendere adeguatamente i fatti psichici.
Anche i complessi at1tonom@sono fattori di disturbo, con i guaii jl
decorso inconscio irrompe in quello conscio. Essi corrispondono ad una de-
terminata quanttta d1 energ1à psichica, che non sta. a disposizione della co-
scienza, oppure che le si è sottratta. A differenza dd sintomo, l'effetto del
complesso non è però solamente una paralisi delle intenzioni coscienti, ma
anche la sua fenomenologia è un'altra. ~plesso non si manifesta sol~
in una cieca re_ststenza all'intenzione cosciente ma in resistenza di e aue~
re ben eternùnato. Esso si comporta come una ersooalità estranea, o me lio
come una personalita parzi; e, a cw psico ogia e il cui comportamento con-
traddicono quelli della coscienza, le sbarrano il easso, la incrociano, in breve.
si..!tteggia come un essere autonomo con intenzioni proprie. I complessi
sono parti della psiche separate, parti di personalità dissociate dalla coscienza,
conten~1ci psichici raggruppati in un modo i cui trarti si distinguono chia-
ramente, che si sono staccati dalla coscienza e «conducono un'esistenza se-
parata nell'inconscio, restando sempre pronti ad ostacolare- o rinforzare !e
intenzioni coscienti►>. 18
Il simomo contiene una quantità di energia, cioè contenuti psichici
.che dovrebbero essere assimUati alla personalità conscia. Nel complesso,
invece, è attivo J'elememo psichico autonomo; perciò iJ contenuto del com-
plesso non è. necessaria me o te una componente dcli' Ego e quindi non può
nem meno essere risolto semplicemente reodendoJo cosciente. Un comples-
so sorge <<dal cazzo tra il bisogno di adattamento e l'incapacità costituzio-
nale dell'individuo ad accettarlo>>. 19 Questo, però, non vuol dire cbe qui
si manifestj necessariamente un'inferiorità, ma solo

che eslm qualcosa di dis11rmonico, di lnassimilaco e di discordoncc,


che fone ~ un ostacolo mu che è anche uno stimolo per compiere un
più grande sforzo e per questo pub rnppresenrnre una nuovo possibili-
tà di successo. 1 complCj.Si sotto q\Jesto as~tco sono proprio i punti
focali e nodali ddla vita psichiell., che non debbono moncure, aluimenri
lo vi~ psichica cadrebbe in un fot11lc lc:targo. Ma essi indicano i pro-
blerol non risolti deU'i11d ivlduo 1 il punto dove egli ha subitu una di-
sfatta, dove vi è qualcosa cl,e egli non pub sistemare o supcrare: indi-
cano, senza dubbio, U punto debole, nel vero senso dclfo parola. 10

Un complesso sorge quindi da un conflitto e conriene e produce un


confitto del.la cui portata l'individuo non è Cl non può essere sufficiente-
mente@nsapevolè)Ciascuno ha ad esempio un 'complesso dei genitori'.
Questo sigruficache l'inconscio, nell'età in cui l'individuo si separa consa-
pevolmente dai genitori ed-inizia un'esistenza Autonoma, resta attaccato
alle loro figure, alle Joro imagi~eJ. Le im'!t_ines ra_p_E!!se[l.tanoJa_somm_;i_de-
gli effetti psichici che nascono dall' inco_!l.t ro tra la psicolc~_gia dei ~tori
e quella del figlio, Questi effet ti, però, sono solo in parte consci e pertanro
-vengo110 proiettati sui genitori. Rt:sLando inconsce, le imagilles si associano
con il materiale dell'inconscio collettivo, cioè con le immagini archetipiche
di padre e madre, dunque con l'esperienza originaria p1:opria della struttu-
ra psic:-hica del rapporto tra genitori e figli. Dato che l'archetipo possiede
una grande intensità energetica, esso si impone contro l'intenzione indivi-
duale e la maturità ed autonomia personale dell'individuo. Questo, però,
non significa che l'individuo resti 'infantile' e viva tutti i rapporti umani
secondo lo schema di padre-madre, ma solo c he la sua energia psichica to-
tale non è a sua disposizione e che in lui si possono osservare disturbi sotto
forma di complessi. Il 'complesso dei genitori' non viene dunque 'risolto'
attraverso una comprensione perspicua, ma solo portando ad un llltro im-
piego l'energja in esso investita, il che, ad ogni modo, not1 può accadere
arbitariamente, ma tisuJtu dal significato simbolico dell'archetipo io que-
stione. 21 Il significato attuale di un complesso, ossia il compito che esso po-
ne all'individuo, viene dischiuso solo attraverso l'analisi del sogno. I com-
plessi appaiono nei sogni if\....!orma personificata. .:.; -
- La prescnztre la/e11ome11ohgia dei complessi autonomi possono essere
stabilite direttamente attraverso l'esperimento dell'associazione. Jung, con
questo procedimento da lui elaborato, 22 giunse alla scopertB di ~,complessi
dotati di una tonalità affettiva», 2 ' come egli allora li chiamò. I diversi er-
rori di reazione in cui incorre la persona su cui si conduce l'esperimento,
danno come risultato la psicologia dei complessi, dunque la loro caratteri-
stica ed intensità e il predominio del complesso principale sugli altri.
Dato che dall'elaborazione delle 'caratteristiche del complesso' diven-
tano visibili i contenuti psichici scissi volontariamente e involontariamen-
te, l'esperimento dell'associazione è adottato con successo anche nella cri-
minaJogia, 2 • ove in certi casi dalle 'reazioni del complesso' della persona
oggetto delJ'esperimenro non risulta solo la diagnosi del fatto, ma anche
la sua motivazione psicologica.
I complessi psichici autonomi appaiono, come del resto tutto l 'incon-
scio, proiettati sul mondo circostante, e precisamente non solo su quelJo
umano, ma anche sugli oggetti. NeJ caso in cui la loro efficacia diventi poi
evidenre in un modo qualsiasi, essa appare come agens di una forza ester-
na, sempre però invjsibile. La natura autonoma dei contenuti scissi si com-
porta come un coboldo o un demone. I complessi sono dunque una delle
motivazioni dei fenomeni occulti e certo la spiegazione più soddisfacente
per le apparizioni di spiriti. 25 Per i primitivi, le apparizioni di spiriti sono
un fenomeno normale, dato che per loto la riproduzione vissuta (l'imago)
di un defunto è altrettanto reale e perciò ovvia della persona reale. Accan-
to agli spiriti dei defunti, c'è un'altra categoria. di spiriti, di natura demo-
nica. La psicologia dell'uomo primitivo permette anche di studiare la dif-
ferenza fra complessi di natura personale e impersonale. La sua 'anima' è
un complesso che normalmente dovrebbe essere associato con la sua psico-
logia personale, mentre gli 'spiriti' appartengono alla sfera numinosa e perciò
vengono temu1i e circondati di tutte le possibili precauzioni rituali. Si ca-
de in una malattia, quando ad un individuo viene meno l'anima, ed anche
quando si è posseduti da ullo spirito estraneo. 26
Per questo motivo, la credenza negli spiriti compare di frequente an-
che come sintomo della psicosi, dato che il malato mentale, essendo il suo
complesso dell'Io risucchiato dall'inconscio collettivo, regredisce ad una
condizjooe psicologica pdmlciva. Perciò egli, come il primitivo, crede ad
incantesimi e magie di ogni genere, d11 un punto di vista cr-ltico-conoscitivo
a torto, ma psicologicamente n ragione, poiché i 'poteri maligni' stanno a
rappresentare l'azione rustruttrice dei suoi complessi e dell'inconscio in ge-
nerale.
Quando pertanto l'esperimento de.lJ'assodaziooe viene condotto con
degli psicotici, il suo tisultitto sarà opposto a quello che si avrà quando Lo
si conduce su persone normali - si giungerà cioè al ritrovamento del com-
plesso dell'Io per rendere accessibili i contenuti scomparsi della coscienza
personale. 27 Nella psicosi coscienza ed inconscio si sono scambiati posi-
zione e al posto della relazione con il mondo esterno subentra l'inconscio
collettivo.
Durante il suo lavoro relativo alla psicologia della dementia praecox,
Jung scoprl perciò, attraverso l'esperimento dell'associazione, anche l'oc-
casione psichica che dà luogo alla malattia. Easa consisteva in l:.10 conflitto
personale sprofondato completamente nell'inconscio, ma che si manifesta-
va in modo ancora molto allusivo in certe azioni scurrili da parte dei malati
e che era sovracompensato dalle loro fantas.ie.
È una delle grandi scoperte di Jung quella di avere compreso anche-
malattie come l'isteria, il sonnambulismo e la dementia praecox in base nlla
totalità psichica e cosl di avere ruscbiuso il senso psicologico delle loro allu-
cinazioni. Queste traggono origine dalla situazione conscia dd momento
e dai conflitti persomili dell'individuo, costellando il materiale inconscio.
Per via della relativa debolezza, in certi casi, dei confini fra coscienza ed
inconscio, contenuti personali inconsci si intrecciano facilmente con quelli
dell'inconscio coUettivo. Qualora, però, sia presente un forte nucleo di per-
sonalità e la coscienza quindi resri intatta, da questa contaminazione risul-
ta un ampliamento e una maturazione della personalità, come avviene nel
caso descritto nella dissertazione di Jung, 28 - del resto simile al caso di
Gottlieb Dittus di Blumhardt. 29 Se invece la personalità è debole, la co-
scienza viene facilmente disintegrata, fino a che l'inconscio prende com-
pletamente il sopravvento. In taJ modo, l'energia psichica è ritirata del tutto
dalla realtà e al suo posto è attivato l'inconscio collettivo, il quale arriva
ad assumere carattere di realtà. È per questo che al malato i contenuti psi-
duci appaiono come delle tealtà concrete. Essi rispecchiano infatti il suo
conflitto personale, ingrandito fino a coincidere con quello mitologico, ed
accennano anche a tenracivj simbolici cli soluzione. Dato però che non è
più presente una coscienza integra che possa comprendere e far propri questi
tentativi, ha luogo un ciclo senza fine di immagini fantastiche che eviden-
ziano un esplicito carattere arcaico e che spesso contengono sorprendentì
analogie con concezioni primitive e micologiche, consentendo cos) di vede-
S1'RUTII.JltA 105

re all'opera la genuina riproduzione di arch.e tipi. Col tempo, questi pro-


dotti della fantasia diventano sempre più indistinti e incomprensibili, fino
a quando inLine la vita psichica cade preda di uno stato interamente en-
tropico.

D prodotto più frequente e più accessibile dell'inconscio è il soguo. Il


D suo materiale consiste di una combinazione di componenti consce ed in-
consce. Secondo la sua Jenotne1tologia, però, esso è uo puro risultato del-
l'inconscio e dell'attività psichica dell'immaginazione. Il sogno è un sim-
bolo e può essere compreso solo per mezzo di un particolare procedi meato
interpretativo.
L'immagine onirica, io quanto pura manifestazione dell'inconscio, è
della massima oggettività psicologica. In quanto prodotto dell'immagina-
zione, essa mostra la logica peculiare della fantasia, vale a dire dello spirito
originario che stabili.sce il nesso tra i fenomeni non per mezzo di un astrat-
to ordinamento causale, mu osserva c valuta l'accadere in riferimento alla
sua efficacia, significatività e coerenza psichiche,
Il materiale dell'immagine onirica può essere preso ovunque. Vi sono
sogni che, apparenremeote, danno una pura riproduzione di eventi diurni,
altri che combinano arbitrariamente ciò che è stato realmente vissuto op-
pure lo mescolano con motivi nuovi e altri infine le cui immagini derivano
completamente dall'immaginazione. A questi ultimi appartengono quei sogni
che, tanto per la loro particolare scelta di .immagini q uanto per la loro fotte
azjone affettiva, dimostrano cli salire dalla profonclità della psiche col-
Jett iva. Jl
In ogni caso, però, l'immagine oniriun esprime uno stato di fatlu in-
Jrapsichico, s ia questo il comportamento psicologico del sognatore relativa-
men te ad eventi esterni, o l'atteggiamento nei confronti di fattori interni,
o infine il comportamento dei fattori psichici stessi.
Sempre, però, si sogna di e da sé stessi e a partire dalla situai.ione psi-
cologica attuale:

li sogno dproduce quella situa.:io11e interiore del soggetto che la


cosdenza non vuol riconoscere, o riconosce solo a malincuon:, come
vera e reale. [...J I sogni ci pcrruertono di renderci conto della nostra
vita interiore e di qucUt' componenti ddla personali1ll [...) che ncUa
vita diurna hanno il signiUcaro di sintomi nevrotici. , i

Nel sogno, lo psichico-ç,J!.gettivo si manifesta nel modo più semplice e


più facilmente accessibile. Non sempre si ha bisogno di comprendere un so•
gno, affinché esso possa agire. Come il sogno deriva dalla totalità psichica,
cos1 esso, molte volce senza alcuna interpretazione, raggiunge anche quei
nostri lati che non sono in primo piano nella nostra coscienza. Un'immagi-
ne capace di imporsi o un'emozione intensa agiscono in modo più durevole
e profondo di tante spiegazioni con cui la coscienza razionalizza l'idea che
il sogno cerca di comunicare e la subordina se:nplicemente all'atteggiamento
dato.
11 sogno deriva dall'intereua del nostro essere e la sua funzione cli com-
pensazione dell' atteggiame.nto insufficiente, cioè unilaterale, della coscien-
za è una manifestazione del carattere autoregolativo della psiche.

Effettivamente i sogni sono pu1·i prodotti della psiche inconscio,


spontanei, imparziali, indipendenti daU' atbitrlo deUa coscic.-nza. Essi
sono natura pura, e perciò di verità na1uralc., non adulterata. Per que-
sto sono m~s.simamente idonei a riproporci un 11ueggiamento confor-
me alla essenza dell'uomo, quando '3 nostra coscienza si è troppo g(.
lontanata da un.i cale essenza, coccianclosi 10 una situazione impossi-
bile. l •

Ogni epoca, al di fuori della nostra, ha dunque anche riconosciuro al


sogno la sua importanza e questt11 per il genuino spirito primitivo, è cosl
ampia che i sogni ritenuti 'gtandi' so.no raccontati e discussi nelle riunioni,
in quanto si pensa che essi rjguardioo il bene deUa tl'ibù; i 'grandi' sogni,
infatti, sono considerati una rivelazione e l'espressione di contatti imme-
diali con potenze superiori. Anche nell'antica Roma venivano proposti aJ
Senato sogni importanti, addirittura da donne. Singole persone che ubbia-
no conservato nella loro anima la disposizione originaria, ancora oggi sono
colpite dai sogni e sentono il bisogno di parlarne o comunque di occuparse-
oe. In generale, però, la malattia di cui sofEre la coscienza della nostra epo-
ca si puè} scorgere chiaramente proprio nell'atteggiamento che essa assume
nei confronti del sogno. La concezione rnzfonalistica secondo cui i sogni
non significano nulla e nascerebbero solo per caso, è in fondo ancora 111
concezione di Freud, secondo cui il sogno è solo il custode del sonno e si
occupa solo di quei desjderi infantili rimossi, che nella vita diurna non pos-
sono trovare posto. Cosl si creò il pregiudizio molto diffuso, che il conte-
nuto del sogno sia una regressione all'aspetto infantile e 'primitivo' , de-
gradando in tal modo l'incQnscio a minaccioso 'uomo delle caverne.'. Lo
natura dell'elemento psichico, però, non è né una condizione paradisiaca
nel senso di Rousseau, né una barbarie, ma semplicemente l'effettiva es-
senza dell' uomo.

L'inconscio non è affatto un mostro demoniaco, mn un csGere OH•


turale, moralmentCi esteticamente e imdlettu11Jmente indiHcrcncc, che
divent~ pericoloso solo quando la oosrr:i Impostazione cosciente è ra-
dicnlmence sbagliua. La sua pericolositìì aumento nello misura in cui
noi lo reprimiamo, mentre diminuisce nd momento stesso in,cui il po•
zicnte comincia ad assimila re i contenuti che erano inconsci. Con In
progressiva assimilazione scompare la dissociazione della personalità,
ossia l'angosciosa scissione de.I la to diurno e del lato notturno. ( ...] Lll
sopraffazione della coscienza da parte deU' inconscio si produce invece
nella forll\!I più rapida proprio quando nel bel mcizo della vita l'in-
conscio viene ostacolato con la rimozione, con le false inlcrprctuionl
e con uno svalutazione. L..•111 sogno, come cSpcessione di un processo
psiclùco inconscio, che si sottrae all'innuenza della coscienza, rappre-
senta la vcril realtà inceriocc t'OSl com'é, non dunque come io la sup•
pongo, o come (... ] 18 vorrc(n 11vcre, ma proprio come eno i . "

Queste considerazioni suUa valutazione psicologica del sogno sono ne-


cessarie per accedere ai princtp; dett'interpreta:àone dei sogni, Infat ti, anche
se ogni opinione preconcetta sul significato cli singoli sogni è falsa e manca
necessariamente il loro senso autentico, vi sono nondimeno determinate
regole e metodi di lavoro in base a cui l'interpretilzio.ne deve procedere.
lJ prlncipio delln /rmt.ione compensatrice del sogno è la i;-egola supre-
ma. Essa consente anche di rimanere il più possibile indipendenti da qual-
siasi pregiudi~io quando si proced e alla valutazione del senso del sogno.
Perché, ,w che se so in che consista l'unilateralità della coscienza, non pos•
so comunque sapere secondo quale direzione essa debba essere integrata.
Questo lo possiamo comprendere solo conoscendo la natw-a della totalità
psichica, di cui solo l' inconscio sa.
L'immagine del sogno esprime pe r mez7.o di un linguaggio simbolico
l'accadere psichico. La coscienza è sempre indirizzata a un fine, l'Io pren-
de sempre una poslziope, la volontà ha sempce un ruolo dominante. L'in-
conscio, invece, percepisce la conti1111ità del processo psichico che mira alla
to talità della psiche. Per questo è indiHerente nei conCronti del fatro che
la coscienza tenda ad un fine unilaterale e riferito all'Io, e man tiene un'o-
biettività impersonale simile a quella della natura. Nel caso in cui median-
te l'elaborazione del senso del sogno venga dischiuso il punto di vista del-
J'i.t1cuusdu1 alluni la cuscit:nzu IJUÒ cunfruntarsi cu11 t:ssu.
L'i11terpretalio11e dei sogni è fondata su quattro fattori: sulla piena co-
noscenza della psicologia e della situazione esistenziale cosciente del so-
gnatore, sulla riproduzione non faJsificara dell'immagine ciel sogno, sulle
associazioni collegate a tale immagine e alle singole parti del soguo e infine
su un'elaborazione del materiale che tenga in considerazione turti questi
fattori. L'interpretazione dei sogni è pertanto un metodo costruttivo,
L'immagine del sogno riproduce sempre ciò che l'i_nconscio ha da dire
su una data situazione. Non è un'espressione inautentica, ma autentica. L'in-
conscio vuole caratterizzare la situazione psichica proprio in questa imma-
g,ine e non in un'altra 'autentica', che starebbe alle spalle di questa. Esso
dispone di una scelta illimitata di possibilità rappresentative e pertanto se
sceglle proprio questo simbolo, vuol dire che associato ad esso vi è un sen-
so ben preciso, si potrebbe quasi dire: un'intenzione.
Questo, comunque, non significa che con l'immagine del sogno sia com-
preso aI tempo stesso anche il suo senso, che ci siano cioè certi simboli stan-
dard che significherebbero la stessa cosa per ogni tempo e per ogni perso-
na. I contenuti inconsci sono al contrario polisensi e, a seconda dei casi,
possono intendere qualco.sa di completamente diverso. Per questa ragione
per ogni singola parte del sogno è necessario esaminare e considerare quel-
le associazioni che sono raggruppate attorno ad essa. Questo lavoro con-
sente di ricavare il contesto del sogno, ed è inoltre l'esatto contrario di un'in.
terminabile produzione di 'libere associazioni'.
Con l'individuazione e.lei contesto, gli eventi del sogno sono racconta-
ti ancora una volta a chiare linee, in una corrispondente distribuzione di
accenti di valore e gettando luce su quello che è il loro nesso interiore, Ci
si trova di fronte ad una situazione che può essere paragonata ad esempio
alla leltuta di un Lesto egizio: si hanno davanti determinati geroglifici e
ora si conosce il significato che possiedono aU'interno del mondo rappre-
senta.tivo degJi egizi. A questo punto tutto ciò deve essei e u·adutLO rn:lla
nostra lingua, cioè essere formulato ù1 modo che signìiichi qualcosa per
il momento psicologico attuale del sognatore e che aggiunga qualcos-:i al suo
atteggiamento cosciente.
Procedendo .in questo modo, l'elaborazione psicologica del senso del
sogno ricava il qundro oggettivo dell1111/t•m situazione psicologica del mo-
mento, e con questa situazione la coscienza deve ora confrontarsi. Il sogno
non dice come il sognatore debba comportarsi nei' suoi riguardi
È foctedibilmente difficile interpretare da sé i propri sogni. Pet farlo,
la coscienza deve ave~e un otteggiomento orientato in un determinato mo-
do e si dovrebbe presuppone una coscienza supe1·iore se si potesse dispor-
re della necessaria concentrazione, della facoltà di escludere e di distingue-
re e se contemporaneamente si fosse capaci di prescindere assolutamente
da orieatamend prevenutl e di avere invece una visione globale cU tutte
le altre possibilità. È vero che, dopo un'ussimilaziooe relacivamente ampia
dell'i11conscio, che equivale ad un superamento dell'unilateralità della co•
scienza, viene a svilupparsì una sorta di 'senso sottile' unitamente ad una
maggiore obiettività psicologica nei confronti cli se stessi, grazie alle quali
possono essere trovate, ia un certo senso, le vie dell'inconscio; prima, pe-
rò, questo non è possibile, in quanto si è talmente presi nella propri3 psico-
logia e situazione che non Jesi può valutare obiettivamente. Manca un punto
di vista Ee.rmo in base al quale poter ordinare la molteplicità di signiucati
della simbologia del sogni.
Poiché la funzione del sogno consiste nella compensazione dell'atteg-
giamento cosciente, allora è necessario sapere che cosa deve essere com-
pensato e come. È pe.rtanto di importanza capitale che il sogno non venga
interpretato scavalcando la persona del sognatore. Non si possono né vio-
lare i valori della personalità coscieme, né possono essere tralasciate le con-
vinzioni coscienti del sognatore di ordine morale, filosofico o religioso. Ugual-
menre, l'analisi dei sogni deve adattarsi al livello spirituale e alla tipologia
psicologica cU chi sogna. Per questo ogni rigida teoria dei sogni risulta dan-
nosu, mentre è condizione essenziale la più ampia considerazione dcli' indi-
vidualità del sognatore. L' altro presupposto di ogni interpretazione è la co-
noscenza dei prìndpi della Psicologia Complessa: accanto ad una certa pa-
noramica sul linguaggio della psiche in W1 1 ottica generalmente storico-
culturale, è necessaria anche una confidenza con la psicologia e la proble-
matica delle diverse età, dei sessi e dei tipi psicologici, poiché, a seconda
dei casi, l'interpretazione dci sogni richiede un differente punto di vista.
Questa conoscenza è tanto più necessaria, in quanto iJ linguaggio del so-
g11u puù cssct·e molto drastico. Quanto più esrremo cd unilaterale è l'attcg•
giamento cosciente, tanto plù dedsamente e chiaramente deve essergli rac-
comandato l'altro lato, L'immagine del sogno, quindi, può Wustrare l'esat-
to contrario di quanto di me io rirengo di essere cosdente.
Oltre cbe nel bilanciare i diversi fattori personau, la funzione regola-
tiva d ella psiche consiste anche nel porte l'individuo in una condizione di
equilibrio con i dari universalmente umani. L'elemento ps.icbico totale è
ben la mia totalità strutturale. In quanto però questa mia strurtu.ra si di~
stingue dalla psiche degli aJtri uomini non per i suol elementi, ma solo per
la combinazione individuale degli elementi, io sono congiunto all'inerente
natura umana in generale, Come la mii1 cmeiPnZR partecipa a idee e situa-
zio nl universalmente umane, senza fare di tutto ciò una mia questione per-
sonale, pur potendo essere sensibilmente colpita da eventi impersonali, co-
sl anche la mia psiche, e precisamente l'interezza dei miei dati personali,
è co1legatu con fatti impersonali universalmence umani, altrettanto quanto
lo è la mia coscienza nei confronti del mondo esterno. Io sono condiziona-
to dall'essere strutturale della psiche tanto quanto lo sono dalla connessione
di tutti i fanori del mio ambiente complessivo.
In quanto la totalità psichica contiene tutte le qualità e le possibilità
umano-collettive, io non posso allontanarmene a piacere t: non curarmene
senza perdere con ciò l'equilibrio interiore. Infatti io non sono solo la per-
sona cosl e cosl, con una costiJuzioneassoh1tamente unica, ma sono anche
semplicemente un uomo che ha tutte le tendenze fondamentali della natu-
ra umana; non sono solo un segmento intenzionale e una persona consape-
volmente formata, ma possiedo anche tutti quegli altri aspetti che non con-
cordano necessariamente con ciò; e solo prendendo atto di quest'altro la-
to, vale a dire riconoscendolo e accettandolo, posso essere un uomo intero.
La persona consapevolmente formata non è un'individualità, perché
la scelta e la differenziazione più o meno arbitraria delle mie qualità e dei
miei valori si indirizza in parte secondo quei contenuti psichici che banno
co ipso il massimo valore energetico, dunque secondo le mie funzioni psi-
cologiche più forti, il mio remperamenco, e dunque verso tutto ciò che mi
sembra appartenermi e di particolare valore. In parte, però, questi valori
sono proprio quelli universalmente ciconosciuti, e cosl io, nella mia coscienza,
sono da una parte del tutto personale e dall'altra solo collettivo. Ad esem-
pio: in quanto il moodo che mi circonda o l'intera epoca in cui vivo, si
discosta dai fatti fondamentali della natuni universalmente umana, anch'io
ovvinmente condivido questa disposizione e pertanto l'inconscio me lo de-
ve ricordare . I miei sogni allora mi mostrano

istinti, qualità e idee (imm~gini) universalmente presemi, e l\n•


che tutte queUe quote 'statistiche' di virtù medin e cli v~io medio, sic-
ché, come si suol dire, 'ognuno ha in sé qualcosa del delinquente, dcl
genio e del santo'. Cos1 si rt:111izza infine un vivo qu~dro che contiene
quftsi tutto cib che si ngito suUa scena del mondo, 1icc11 d'ombre e cli
luci: il bene come il male, il bello cotne il brutto. "

Ora, se la coscienza è ad esempio tro ppo buona, troppo estetica, trop-


po personale, troppo estroversa o troppo introversa o in qualunque modo
estremo sia disposta, a!Jora il sogno, già nella scelta delle sue immagini,
le porrà davanti agli occhi l'opposto, proprio in quanto è l'altra verità da
cui la coscienza distoglie lo sguardo. Nel caso però l'immagine del sogno
I I l

fosse presa come la verità autentica, l'unilateralità della coscienza sarebbe


semplicemente sosciruira con l'unilateralità inconscia contraria, e con ciò
si provocherebbero nuovamente sogni altrettanto moralisticj, estetizzanti
e cosl via, in breve si determinerebbe uo girare-in-circolo senza fine, apre-
scindere complecamence daJ fatto che la coscienza non può affatto buttarsi
a capofitto nel suo opposto. Qualora le venisse in mente di farlo, p rovve·
dcrebbero i sogru alla necessaria correzione.
fnoltre, però, il linguaggio inconscio è drastico anche per un altro mo-
tivo. Lo spirito origjnario è vicino alla natura c perciò esprime in una sim-
bologia arcaica e concretistica ciò che la coscienza direbbe con infinite sfu-
mature o per mezzo di concetti astratt i. li fatto che il linguaggio dei sogni
sia comunque arcaico, ha d i per sé un suo significato psicologico, giacché
io tal modo lo spi.rito cosciente viene nuovamente coUeg-ato aUe sue rgdici
originarie. In un certo senso è la stessa natura che esprime ìl suo commen-
to altamente oggettivo e impersonale II proposito delle nostre stravaganze.
D'altro canto, però, è assolutamente essenzia'lc a chi la natura offre questo
commento e come debba essere inteso. Come nella psicologia primitiva tutti
i processi e gli esseri naturali hanno al tempo stesso anche un lor::, signifi-
cato spirituale, ossia simbolico, allo stesso modo sono da intendere_ anche.
le espressioni 'naturali' del sogno. Se sogno per esempio di mangiare un
certo frutto, allora, a meno che non sia un asceta, sarebbe assurdo inten-
del'e alla lettera questa immagine, ma si tratta evidentemente di un'assimi-
lazione psicologicamente necessar.ia e che si muove in una determinata di-
rezione, la quale è accennata dal simbolo della pianta. Parimenti, un sim-
bolo ad esempio sessuale esprime una relazione che può essere meglio pre-
cisata rkorrendo ad ulteriori materiali onirici, Può trattarsi così dell'unio-
ne con una parte di me che non conosco, oppure il sogno può riferirsi sem-
plicemente al rapporto umano, dato che la sessualità è l'archetipo del rap-
porto come tale. Può trattarsi però, ad esempio nei giovani o in casi di ri-
mozione, anche della S!'!ssualità vera e propria, ossia dell' esigenza di un at-
teggiamento nei confronti di un dato universalmente umano che finora è
s tato negato.
Dal principio supremo della funzione compensatrice del sogno, deri-
va quindi una serie d i altre regole in base aUe quali l'iote,;pretazione dei
sogni deve procedere. Per un verso esse sono determinate dalla situazione
cosciente totale del sognatore e per un altro da1 materiale stesso dei sogni.
Tali regole sono da un lato l'interpretazione riduttiva e quella sintetica,
dall'altro l'interpretazione relativa al piano oggettuale e a quello soggettuale.
L'interprecnzione riduttiva pone l'accento sulla condzzionaleua del so-
gno. Essa pone la domanda: perché ho avuto questo sogno? E allora il sen-
so del sogno è compreso qua odo vengono trovate e valutate le cause psico-
logiche che pro\•ocano il sogno, e precisamente il loL'O significato e la loro
azione attuale. Se ad esempio sogno di persone o avvenimenti della mia
infanzia, vuol dire che evidentemente nel mio atteggiamento sono ancora
in qualche modo condizionato da precedenti esperienze, dunque sono in
un ce.rto senso ancora infantile e mi comporto come se io stesso e la mia
attuale situazione di vita fossimo ancora quelli di un tempo.
La rìduzi_one agli elementi originari è necessaria anche quando la co-
scien~a ha un atteggiamento eccentrico oppure quando non vengono com-
presi i motivi autenlici, Ad esempio, un' azione può sembrarmi molto di-
sinteressata, mentre in fondo vi sono coinvolti i più grandi vantaggi perso-
nali. Oppure posso credere di essere molto 'spirituale' o molto al di sopra
deUe cose, e invece questa ' spiritualità' è fint11 1 perché nata dalla rimozio-
ne, e il mio presunto 'essere superiore' si rivela una semplice mancanza di
interesse o una scarsa voglia di impegnarmi personalmente.
L'analisi riduttiva dei sogni, perciò, è importante finché il sognatore
non ha chiara la conclizionatezza del proprio atteggiamento cosciente .
L'interpretazione sintetica, invece, prende come materia/e i contenuti
retrospettivi e gli aspetti originari, per mezzo dei quali viene trovata la fun-
zione prospettica e simbolica del sogno. La domanda, alJora, non è: per qua-
le motivo, ma a che fine ho avuto questo sogno, che cosa di nuovo ha da
dirmi, a quali fattori psicologici sconosciuti, rivolti al fu turo intende ac-
cennare? li senso del sogno non sta neUa valutazione e spiegazione del mio
atteggiamento presente attraverso il passato, m~ serve ad esempio ad illu-
minare un problema Immediatamente dato, forse appena /!Orto, che io non
vedo o non capisco sufficientemente e venire a capo del quale è vitale per
il progresso ulteriore della mia esistenza. Il significato del sogno consiste
nel rendere più pienamente cosciente il problema o per Jo meno quei suoi
aspetti che sono essenziali per iniziare ad affrontarlo e successivamente ri-
solverlo.
Se i1 sogno utilizza immagini concretistich.e o arcaico-primitive, allo-
ra, nel procedimento sintetico, non è possibile ridurle ai loro elementi pri-
mitivi, In quanto esse piuttosto rimandano, al di là del loro aspetto forma-
le, ad un senso che nel linguaggio dell'inconscio può sì essere espresso solo
in questa forma fenomenka, ma che intende non il lato realistico, quanto
piuttosto quello simbolico dcl fenomeno. Se ad esempio sogno cli un pa-
dre, non si intende.il mio padre reale, ma qualcosa di ' paterno', forse un'i•
stituzione o magari un principio, oppure una figura 'patria' dell'inconscio
collettivo. Se non so che nell'inconscio sono presenti ta)j figure, il sogno
deve servirsi di un'immagine tratta dalla mia esperienza personale per ca-
catteri.zzare l'archetipo specifico. Se l'uomo sogna di una donna sconosciu-
ta, quesro non significa che abbia inconsapevolmente nostalgia di un'11ma-
ta lontana, ma l"arno.ta lontana' è forse la sua Anima. Se sogno dej misteri
dell'Indla, questo non esprime il desiderio di andare in India o, nel caso
sia una natura più filosofica, di occuparmi di speculazioni teosofiche, ma
il sogno rimanda piultosro al fatto che qualcosa nella mia anima è così lon-
tano o cosl estraneo come l'India, e l'aspetto misterioso ha su di me l'ef-
fetto di spingermi a recarmi in questo 'pac:se sconosciuto' che è l'inconscio.
L'interpretazione sintetica dei sogni trova la sua giustificazione e U
suo valore quando il sognatore ha chiara la sua personalità ed ha assimilato
il suo inconscio personale. L'interpretazione sintetica dei sogni accompa-
gna e serve il processo di individuazione.
L'interpretazione al piano oggettuale vuol dire che le figure e le situa-
zioni del sogno devono essere conci-etamente intese come tali. Questo non
signiiica però che l'immagine del sogno sia da prendere alla lettera. Nel
modo in cui rappresenta persone o situazioni, il sogno non in rende espri_-
mere al~un giudizio assolutamente vulido; l'inconscio in genere non ha al-
cuna funzione giudicatrice, presenta solo fatti e non valutazioni oggettive.
li sogno quindi non dice che lu persona o la situazione di cui sogno, sia
esattamente così come appare nel sogno, ma che è cosl per me, o piuttosto
per il mio inconscio. Se ad esempio sogno in una luce negativa una situa-
zione verso la quale sono in obbligo, questo non significa che la situazione
sia giudicata come qualcosa di falso da cui dovrei liberarmi. Essa però è
negativa per me, per una parte di me o perché bo un atteggiamento negati-
vo nei suoi confronti e di conseguenza la vorrei evitare, oppure perché so-
no troppo ottimista riguardo ad essa e rimuovo o trascuro le mie impres-
sioni o intuizioni sgradevoli. L'immagine sgradevole che il sogno dà di questa.
situazione non sìgnifica comunque che le cose stiano semplicemente cosl
o che r,er me l'aspetro sgr::irl.-vole c1ebbii necessariamenre diventare un ar-
gomento. L'inconscio non dà consigli. La decisione è una faccenda che ri-
guard~ esdusivamente l:i coscienza, L' inconscio mi dice solo: la cosa può
vedersi anche cos); oppure: hai trascurato questo aspetto.
Quando sopravvaluto o sottovaluto persone con cui ho rapporti, il so-
gno compensa questa disposizione mediante uo'indicazfone contraria, per-
ché ho trascurato l'altro loro lato. Allora per me queste persone risultnno
più positive o più negative di quanro pensassi. Gli oggetti del sogno signi-
ficano perciò k, mia relazione con essi, il mio modo di rapportarmi ad essi,
il modo in cui li valuto e li gilldico. SI può formulare una certa regola per
questo aspetto, quella cioè secondo cui persone o situazioni che sooo im-
portanti nella vita del sognatore, compaiono nei sogni proprio per il loro
significato e perciò sono da interpretare al piano oggettuale. Ad ogni mo-
do, anche questa regola ha i suoi limiti, che portano all'interpretazione al
piano soggettualc.
11 piano soggettuale interpreta tutte le figure e le situazioni dei sogni
in modo simbolico, vale a dire come riproduzioni di fattori infrapsichid
e di situazioni proprie del sognatore. Il sogno, aUora, non rimanda ad una
componente inconscia nel rapporto con un oggetto o stato di cose esterno,
bensl aJJe datità interiori. Le persone che compaiono nel sogno rappreseo-
taoo allora tendenze o funzioni del sognatore, la situazione del sogno la
sua situazione psicologica in relazione a sé stesso e alla sua realtà psichico-
oggettiva.
A causa della proiezione di tutti i conrenuti inco(lsci, proprio gli og-
getti esterni con i quali si ha un rapporto importante o intenso, diventano
simboli di fotti psicnici. Su un tipo psicologico contrario aJ mio proietterò
facilmente le mie proprie contraddizioni, ossia le mie funzioni inferiori -
e valuterò o tratterò di consegueozii la persona in questione. In una perso-
na del mio stesso sesso, ma di differente stile di vita, vedrò a seconda dei
casi la mia Omb~ o La mia individualità. L'oggetto di sesso opposto lo con-
fondo con la mia Anima o con il mio AnJmus; unn persona di qualità eccel-
lenti può rappresentare per me il Sé- a seco11d0 dei casi, dunque, qualco-
sa dj divino o cli diabolko. Sarò pertanm in grado di o rientare nel modo
giusto il mio rapporto nei confronti dell'oggetto esterno solo se riconosco
anzitutto il significato soggettivo, cioè simbolico, che esso ha per me, rap-
portandomi cosl all'oggetto interiore.
La domanda: quando è indicato il piano soggettuale, risulta dal mate-
riale associativo e daJ confronto del contesto ciel sogno con la situazione
conscia. Nel successivo sviluppo del processo di inviduazione, il piano sog-
gettuale dell'interpretazione dei sogni viene sempre più in primo piano,
ma anche oggetti concretamente significativi hanno allora, sotto forma d i
immagini di sogni, un significato prevalentemente simbolico - già solo
per il facto che ki relazione reale nel loro confronti è stata resa sufficiente-
me nte cosciente, giacché è il presupposto dell'individuazio ne.
Spesso non si può decidere cosl senz'altro se si tratta del piano sog-
gettuale o piuttosto di quello oggettuale; spesso possono essere signilicati-
vi entrambi contemporaneamente, e spesso la comprensione dell'uno si rag-
giun ge solo attraverso L'elaborazione deU'altro. li criterio pe.r sapere se un
sogno è stato interpretato correttamente, è dato unicamente dal fatto che
l'ipotesi interpretativa produca un senso che possa essere utilizzato prati-
camente ed ampli il quadro psicologico complessivo del sognatore. Chi so-
gna deve essere egli stesso d'accordo con l' interpretazione del sogno - ov-
viamente presupponendo la massima obiettività possibile e tenendo in con-
siderazione eventuali resistenze.
Per vja della natura polisenso del Linguaggio inconscio, è impossibile
interpretate in modo univocame11te 'giusto' un sogno. Vi è però un certo
sentimento che indica se l'interpretazione i:iesce, cioè se coglie evidente-
meate nel segoo. Questo però nella maggioranza dei casi non avviene e per-
tanto è opportuno formulare l'interpretaiione solo come ipotesi e verifica-
re la validità dell'assunto sui sogni successivi. Questi o correggeranno b
concezione errata oppure la confermeranno, permettendo cosl di seguire
ulteriormente il morivo e di esporlo in altri suoi aspetti. Una relativa sicu-
rezza ci.rea la giustezza dell'interpretazione viene quindJ raggiunta soprat-
tutto nell'esame di una serie di sogni.

Le fantasie sono affini ai sogni, essendo Jn parte prodoni spontanei


dell'inconsc-io. Come sogni ad occhi aperti, come s[ è soliti anche definirle,
sono note a chiunque. Esse compaiono da sé in situazioni ln cui la coscien-
za sia attenuata, si allacciano per lo pili a contenuti consci e continuano
una situazione reale in forma di gioco, corrispondendo ai desideri o ai ti-
mori soggettivi. Il loro senso è perciò più o meno evidente; esso rispecchia
il comportamento dell'mdividuo, e precisamente per lo più in relazione a
componenti personali delle funzioni psicologiche inferiori. Questo genere
di fantasie del'iva dall'inconscio perranale ed ha per contenuto anticipazio-
ni e retrospettive di acceuro nt:gutivo o JJUSilivu. Puic.hé la coscienza, nel
loro decorso, ha un ruolo completamente passivo, sono dette fantasie pas-
siµe_ A seconda della loro intensità energetica, esse agiscono sulla. coscien-
za; cosl ad esempio una fantasia di paura paralizza mentre un'antici1:>azio-
ne troppo intensa di una situazione rende del tutto priva d'interesse o fal -
sa la realtà successivameme subentrata.
Le fantasie passive possono anche svolgersj in modo del tutto incon-
scio, senza che questo ostacoli il loro influsso energetico suUa coscienza.
Esse sono al contrario le motivazioni autentiche di reazioni personali trop-
po negative o troppo positive. Per chiarire l'atteggiamento nei confronti
della realtà esterna, è necessario seguire consapevolmente il decorso delle
fantasie e comunque sottoporle ad un'elaborazione analoga a quella di un
sogno_
Le fantasie autenticamente Importanti, che dìmosrrano in modo puro
l'attività immaginativa alJ'opera, sono le fantasie dell'i11conscio collettivo.
Questa categoria di fantasie normalmente oon è osservabile, il che signifi-
ca che i loro conte1111ti non appaiono da sé nella coscienza, se non in certi
sogni significativi. H La loro efficacia energetica, invece, è molto più inten-
sa di quella delle fantasie personali e pertanto, in base a determinati indi-
zi, come ad esempio reazioni affettive eccessive o depressioni non spiega•
bili in base alla situazione cosciente, bisogna concludere tra l'altro che con
esse vengono costellati contenuti dell'inconscio collettivo. Tali fantasie sono
suscitate dall'intensificazio ne degli elementi collettivi propri delle funzio•
ni psicologicamente inferiori. la quanto fantasie, però, esse appaiono solo
attraverso una concentrazione aJtiva della coscienza sullo sfondo psichico
attivato. Per tale ragione sono anche dette fantasie al/ive. Per consentire
che la loro fenomenologia specifica giunga ad espressione, è necessario un
determinato atteggiamento. Anzitutto, mediante la concentrazione sul pro-
cesso psichico, viene portata all'inconscio tanta energia conscia che esso
può ora prender forma . In secondo luogo, le fantasie inconsce collettive
o archetipiche hanno leggi e attività proprie. Perciò la coscienza deve sì
volgersi ad esse, ma deve anche trattenersi da qualsiasi intervento arbitra-
rio sul loro 'esser-cos1' e sul loro decorso. Bisogna dunque intenzionalmen-
te evirare interpretazioni e giudizi affinché le immagiui simboliche dispie-
ghino la loro vita autonoma e possano cosl agire sulla coscienza.
L'oggettivazione dei fenomeni dell'i_nconscio collettivo è possibile so-
lo se, grazie all'assimilazione dei contenuti dell'inconscio personale, si è
raggiunta l'integrità della personalità. Solo un Ego ioregt'O può scorgere
nell'oggetto interiore qualcosa di reale che gli sta di fronte e distinguere
se! stcssu i.lal µrucesso autonomo delle immagini psichiche.

Le fantasie archetipiche sono il pdmo accesso allo p,ichico oggettiµo ,


Esse rappresencano in forma simbolica contenuti e processi psichici che sono
indipeodcnt.i dall'Ego, m11 che, mediante la loro forma e il loro significato
presagito, agiscono sull'Ego. Nella successione delle serie dl immagini del-
lo psichico oggettivo, l'Ego sta difronte al processo in quanto assume anzi-
tutto un atteggiamento ricettivo e cotttemplalivo nei confronti dei datì e
degli eventi. Non può utìlizzaru in alcun modo per i propl'i scopi personali
e deve prima guardarsi attorno nel mondo interiore ignoto e imparare a
conoscerne le figure estranee.
Le immagini psichiche danno forma a quell'energia che si ruaniJesta
nella coscienza sotro l'aspetto di affetti e reazioni incommensurabiJj di ogni
.:>IU,._Ul.t..UJ\I\

genere, oppure cli intricate implicazioni umllne e cosl via , Esse sono lari-
produzione e l'essenza di questa intensità energetica, Con la loro configu-
razione in immagini simboli.che è il loro senso ad essere espresso ed è crea-
ta cosl una forma pet quei processi che accadono comunque ed automati-
camente. Nel caso di reazioni violente, particolari depressioni, complica-
zioni e cnsl vie, io sono soggetto a tale stato, lo psichico-oggettivo dispone
di me e mi vive, fa in me qu.alcosa che altera il mio Ego. Concentrandomi
su questa coodiziotJe ed oggettivandola all'interno di un ptocesso di imma-
gini, le do forma e ne- trovo il senso. Mi abbandono intenzionalmente al
processo, il quale, se non si stabilisse questo rapporto 1 avrebbe un decorso
semplicemente automatico e l'aspetto di cicca natura.
1n quanto la concentrazione della coscienza intensi.fica il semplice pro-
cesso, facendolo diventate un accadimento figurato, il movimento di ener-
gia passa alla forma fenomenica autentica dello psichico-oggettivo. Consi-
derando ed approfondendo l' immagine cosl come essa è, la situazione cosl
come mi appare, vita e movimento penetnno in essa. Se si mantiene que-
sto atteggiamento, se cioè l'immagine viene vista per se stessa e se ne ten-
gono loncane tutte le idee esn:inseche che vengono in men te e tutte le pos-
sibilità di valutazione, allora il decotso delle imm.igini si sviluppa fo con•
formità al proprio senso. L'immagine diventa l'evento che mi afferra, che
agisce sulla mia totaUtà umana, di cui sento la realtn, dietro alla quale pre-
sc.oto un significato. È vita e idea al tempo stesso.
Se questo atteggiamento è mantenuto coerentemente, lo psichico-
oggettivo è in grado di sviluppare la sua vita autonoma. 11 motivo della
prima immagine viene continuato, corrispondentemente al nesso jotetno,
in un'immagine successiva e col tempo ne risultano situazioni e figure chia-
ramente delineate. L'inconscio collettivo ci appare nello stesso modo in cui
appariva allo spirito primitivo, cioè in forma personificata ed esteso a pae-
saggi ed eventi. Le personalità e le situazioni che l'imm11ginazione produ-
ce, sono varianti più o meno chiare di quei motivi archetipici che ci sono
noli grazie alla storia della civiltà. Questi sono le forme riprodotte sponta-
neamente di cui la psiche dispone per esprimete esperienze e jdee tipiche
nel medium del proprio linguaggio. È per questo che la serie delle immagi-
ni si sviluppa secondo !e leggi e la consequenzialità inerente allo psìchico,
giacché glJ archetipi sono l'espressione dell'unità strutturale dell'inconscio
collettivo.

L'anima è, oel senso più lato, umi successione di imm,uglni, mQ


non un alline"mento accidentale di immagini, bensì una costruzione
estremamente sensata e opportuna, una intuibilità di nttivitìì viraH
espressa in immagini. n

Da Wl punto di vista fenomenologico, delle fantasie archetipiche bi-


sogna dire che concordano ampiamente con motivi mitologici e con mani-
festazioni d'ogni genere dello spirito primitivo, A questo proposito, però,
è evidente che esse non prendono forma p rescindendo comp!ettlmente dal
mondo delle rappresentazioni coscienti dell'individuo: sono ln certo modo
colorate dall'esperienza personale e dal contenuto, più o meno ricco, del
mondo spirituale dell'osservatore. Tuttavia, questo è vero più per i tratti
esteriori e marginali ed è in primo piano soprattutto all'inizio del processo.
In questa fase, le figure archetipiche sono ancora avvolte in materiale del-
l'esperienza soggettiva, sono rivesrite con tratti di persone, animali o eventi
dell'infanzia, quando ancora si era vicini all'inconscio collettivo. Oppute
portano la maschera dei complessi, poiché sono la sostanza interiore dei
complessi autonomi. Possono essere altrettanto ricoperte con quelle idee
che hanno una lontana somiglianza con loto, giacche hanno la stessa origine.
Quanto più però il processo di oggettivazione progredisce, tanto più
chlatamente emerge la figuta autentica degli archetipi, e tutte le note ca-
ratteristiche dell'essenza figurativa della psiche, che già si possono scorgere
nella fenomenologia e configurazione del sogno, trovano ora per cos) dire
una loro forma pura di espressione. Lo spirito primordiale 'pensa' per im-
maginj intuitive, per 'idee' nel senso originario del termine. Gli elementi
di queste immagini derivano in parte dal mondo esterno, nella misuta in
cui i processi naturali vengono compresi simbolicamente, i.o parte sono rap-
_presentaziorù spontanee del processo psichico vitale. L'immagine del mito
<lel sole, ad esempio, abbraccia da un lato la visione del mondo del p rimiti-
vo, ossia la sua spiegazione dell'accadere naturale, e dall'alrro è al tempo
stesso il simbolo dl un processo interiore simile e regolato da leggi tanto
quanto il primo. Il coeso giornaliero del sole suscita nel primitivo l' impres-
sione che il sole venga divorato dal mostro della notte e che il giorno se-
guente si liberi dal ventre della balena e rinasca. Questo mito è al tempo
stesso la raffigurazione del processo energetico della regressione, dell'esse-
re ingbiotciti nell'inconscio, dal quale la coscienza deve liberarsi mediante
un intervento. AJlo stesso modo, il corso del sole è un'immagine simbolica
dell' intero corso della vita psichica con i.I suo leva1•si, la sua altezza meri•
diana e il suo declinare verso la morte.
Il primitivo noo 'pensa' questo, non intende dare una spiegazione, ma
l'idea prende forma in lui, nasce da sé all'interno del materiale psichico
e gli appa,e come manifestazione primordiale, naturale ddlo spjrito umano.

!\Ila luce l'organismo contrnppone una nuova formazione, l'oc-


cbio, e al processo naturale lo spirito contrappone un'immagine sim-
bolica lo qunlc coglie il p rocesso nsrurale proprio come l'oc.:hio lu lu-
ce. (...] Pcriaoto nnchc l'immagine primordiale da un luto vo riferita
indubbiamente a determinati processi rnuuroli che sono evidenti e sem-
pre si rinnovano e che quindi sono sempre efficaci, dnll'ultro però 1tl-
lrerta11to indubbinmente a determinare dispo!i.zioni interiori della vi-
ta spirirullk e dello vita in cenere. n

Tali impressioni, costimtemente rivissute e suscitate dall'interno e dal-


l'esterno, nel corso dei tempi si sono incise come engrammi entro la psi-
che, ispessendosi fino a cliventare delle forme tipiche. Esse rappresentano
l'insieme delle leggi secondo cw la psiche coglie il moodo e i processi inte-
riori; sono le categorie a priori che ordinano il materiale dell'esperienza
vissuta assi01rando cos1 continuità alla coscienza.
Le forme archetipiche sono campi di forza psichici strutturnli1 t·oggtul)-
pnmenti di energia e dì esper(enze vissute tipiche. Sono costellazioni cli na-
tura affettiva e ideale, che consistono di un nucleo caratteristico e del ma-
teriale ad esso legato. Il numero degli urchetipi potrebbe ben corr isponde-
re alle possibilità dì esperienze vissute fondamentali tipiche dell'essere umano
in quanto tale. Le forme archetipiche sono perciò immagini universalmen-
te valide, indipendenti da qualsiasi coscienza e daJ]e sue categorie 1·aziona-
li di tempo e spazio. Sono collettive, ossia potenzialmente presenti e atti-
vabili sempre e ovunque. Per questo l'incouscio collettivo ooo p resta nt-
renzione aUe categorie di tempo e spazio. 40
Come costellazioni, gli archetipi rest:ino latenti fino a quando suben-
rra un 'esperienza vissuta che corrisponde ad un raggruppamento archeti-
pico, In tal modo l'archetipo in questione si 11ttiva, vale a dire fa sentire
la saa efficacia energetica. Gli archetipi sono in cetLa misura dei campi ma-
gnetici, che agiscono in modo attrattivo nei confronti della coscienza. Essi
perciò traggono a sé turto iJ materiale psichico che in una qualche misura
corrisponde al complesso archetipico di volta in volta costeUato. Questa
regolarità energetica e strutturale propria dell'elemento psichico-collettivo
appare nella coscienza sotto fotmà di complesso autonomo.
Le forme archetipiche di espet.ienza e dì rappresentazione sooo sovrap-
poste alla mentalità primitiva come immagini tipiche, come «rcprésenta -
t ions colJectives» dalle quali il primitivo trae jJ mondo spirituale che gli
è proprio. Con il progressivo consolidarsi e differenziarsi della coscienza,
120 T . WOLPF

le immagini archeripiche vengono sviluppate ed elaborate nei complicati


miri del medioevo e nei simboli delle religioni più mature. Lo spi.rito occi-
dentaJe ha complecammre differenziato ed astratto il modo di cogliere gli
eventi naturali esterni dal linguaggio delle immagini primordiali, innalzan-
dolo al rango di scienza razionaJe, Gli eventi psichici, invece, nel corso di
questo processo sono stati abbandonati a se stessi. Quando però si verifica
una determinata siruazione che oltrepassa le possibilità date di interpreta-
zione e comprensione personale o cosciente, viene attivata la forma arche-
tipica con cui si coglie tale situazione psicologica.
In sé gli archetipi sono forme vuole deUa rappresentazione. So1o at-
traverso un'esperienza specifica vengono messi in azione e solo attraverso
la concentrazione attiva della coscienza su queste 'condizioni a priori del-
l'immaginazione' essi sono riempiti, diventando cosl percepibili come con-
cezione archetipica c:elfa situazione specifica. In tru modo, la situazione non
viene colta solo n parti.re della coscienza e sotto l'aspetto personale, ma
anche e soprattutto sperimentata, illuminata e continuata in base all'ine-
rente costituzione de Uo psichico-oggettivo, Pertanto, corrispondentemen-
te ad una situazione specifica, vengono costellati determinati archetipi. Nel
esso ad esempio un uomo si trovi con una donna in una rel111,ione psicolo-
gicnmente complicata, che attiva le sue funzioni inferiori e determina una
certa quantità di proiezioni, allora nello psichico oggettivo si costeUa l'ar-
chetipo dell'Anima, 41 vale a di.re U modo universalmente umano e non per-
sonale in cui l'uomo vive l'esperienza della donna in generale e insieme
la 'participation mystique' con la donna, cioè l' azione e l'efficacia che LI
principio femminile esercita sulla psiche dell'uomo. Cosl la situazione, an-
dando oltre la realtà particolare e persooaJe, diventa un'esperienza univer-
salmente uroa □a e l'uomo può sottrarsi al fascino eccessivo - positivo o
negativo - esercitato su di lui dall'oggetto esterno ed essere condotto cosl
a percept.te l'og_~ctto ittteriore e quindi iniziare a stabilire un rapporto con
la totalità psichica.
In realtà, non è l'oggetto interiore, in questo caso il complesso dell' A-
nima, ad essel"e proietttltO sull:1 clonna, ma solo gli effetti che risultano dalla
costellazione dell'archetipo, Come immagine archetipic-a1 l'Anima appare
solo se si riesce a disLinguere lf1 causa, qui la doona, dall'effetto. L'effetto
è una mia faccenda soggettiva, poiché rappresenta la mia reazione psichi-
ca. È dunque il mio aspetto psichico inconscio che mi spinge~ mì detta erno-
:doni e pensieri, incrocia le mie intenzioni coscienti, in breve possiede un11
psicologin completamente diversa da quella del mio Io cosciente. È l'Altro
in me, ao2itutto la mia pro\lria Ombra ed inoltre tutto ciò che è per mc
STRUTTURA lit

assolutamente inconscio - l'elemento femminile nell' uomo e l' elemento


maschile nella donna. E precisamente noo come io me l'immagino coscien-
temente e come Jo vedo davanti a me nell'altro sesso, ma come la psiche
da sempre ne ha fatto esperienza e l'ha raffigurato. C'è b isogno pertanto
di una risoluzione motale e di un atto intenzionale di integrazione per uscire
dall'identificazione con l'oggetto da cui il processo si avvia e dalle emozio-
ni ar;,parentemenre suscitate dall'esterno e penetrare così nella causa psichica.

Amaverso un simile processo di inrroversione voluto e attivo, nel corso


de.I quale la coscieaza ha anzitutto una posizione di attesa, si fa evidente
la fenomenologia e la psicologia dei contenuti e dei processi psichlco-
oggettivi. In un primo momento, lo psichico-oggettivo dispone della mag-
giore jnrensità energetica e forma perciò il potenziale per l'energia psichi-
ca. Questo comunque non vuol dire che la coscienza sia completamente
esclusa. Al contratio, è necessario che essa si ponga in relazione con gli
eventi psichici. E precisamente per due ragioni. In primo luogo le irrur.agi-
ni archetipiche, proprio per la loro grande 1nrens1tà, possiedono una tale
forza d'attrazione che sommergerebbero la coscienza o ne dissolverebbero
la debole coesione originaria, se essa non salvaguardasse !a propria integri-
tà. E secondo, il decorso deUe manifestazioni psichiche resterebbe una suc-
cessione di immagini che murano s1 costantemente, essendo ora positive
ora negative, ma del tutto prive di senso per la realtà dell'individuo a cau-
sa della loto ambivalenza e cangiante equivocità. Tali immagini girerebbe-
ro sempre io circolo, come in un sistema chiuso in sé, se la coscienza non
si ponesse in rapporto con esse. L'immagine archetipica si costella proprio
perché funziona da necessaria compensazione all'aneggiamento conscio.
La coscienza stabilisce una relazione con il processo psichico-oggettivo
mediante l'oggettivat.ione delle immagini archetipiche. Questo significa che
le immagini devono essere rese nel modo più adeguato possibile, per mez-
zo di colori e di parole. Cosl esse vengono fissate al di là della loro sempli-
ce percezione ed è messa in risalto la loro vita peculiare e la loto azione
sulla coscienza. Solo con la configurazione oggetciva delle immagini la co-
scie.n za si trova di fronte alla realtà psichica effettiva. Qui, naturalmente,
ooo si intende una configurazione di tipo artistico, nella quale si attua una
scelta in base a giudizi estetici. È vero che si deve portare quanto è perce-
pito nella fantasìa alla 111Ìgliore forma possibile, ma nondimeno questo de-
ve avvenire in senso psicologico e non estetico o iotelletruale; questo vuol
dire che il fatto psichico deve essere portato ad espressione con i mezzi
migliori a disposizione, ma proprio nel modo in cui si presenta, Cos1 l'og-
122 T. WOLFF

gettività delJo psichico è mantenuta ed agisce sulla coscienza. 42


Dato che ogni azione ne provoca sempre una contrarla, l'Ego diventa
a sue volta un fattore all'incerno della successione de!Je immagini psichi-
che, il che si esprime sotto molteplici aspetti. Da un lato le fantasie si in-
tensificano, passando dalla condizione cli semplici percezioni a quella di
forme determinate e motivi distinti gli uni dagli altri. Dall'altro, anche l'Ego
ora ci sembra una componente dello spazio psichico. Noi stessi siamo una
figura nella serie di eventi , sui quali comunque si deve intervenire. Questo
intervento si distingue da uno ìngiust.ificato compiuto da una posizione ester-
na, priva di legami con gli eventi, in guanto con'i.sponde ed è conforme nJ
senso dei processi psichici riprodotti. In altri termini, ci si comporta come
ci si comporterebbe anche nei confronti di una situazione esterna, vale a
dire, secondo i casi, accettando o rifiutando; si condivide dove questo è
giusto e si interviene quando è necessario. ◄ >
Açtraverso questo calarsi attivamente nella situazione inconscia, l' c·
vento psichico, per cos) dire, è provocato ad una presa di posizione, 11 pro•
cesso psichico, in quanto tipico e generale, corrisponde all'Io tanto quanto
anche lo contraddice. L'incoosc'io ha quindi delle intenzioni che è impossi-
bile condividere. 1viecliante l'oggetbvazione, questi propositi, queste inteo·
zioni e insinuazioni diventano chiare. Se ad esempio il complesso delJ' Ani•
ma si è costellato, esso appare nella f igura dell'Anima, la quale possiede
una delerminata psicologia. Di conseguenza ci si confronta con essa come
ci si confro nterebbe con un partner o con un avversario, vale a dire si per•
sonificano gli effe cri dell'Anjma sotto forma di clò che noi non siamo, ma
che vuole chiaramente qualcos11. •~ È quindi necessario intendersi con ciò
che ci sta dl fronte, perché altrimenli esso si impone a prescinde.re dalla
coscienza. Attraverso U conftonro con il complesso deJl'Artima, 111 campo·
nente che può essere accolta dall'Ego viene assimilata, mentre ciò che non
può esserlo, col tempo attiva un nuovo archetipo. Il complesso del}' Anima
diventa cosl da figura furuione, e al suo posto subentra una nuova f~gura
dell'inconscio collettivo. ◄ 1 ll processo continua fino a quando non sono
esaurite le esperienze psichico-oggettive appartenenti al problema coscien•
te del momento.
Con l'oggettivazione delle fantasie dell'inconscio collettivo, l'indivi-
duo viene messo in grado di comprendere il suo mondo psichico interiore.
Egli fa esperienza deJl'elemento universalmente psichico in quanto emo-
zione e idea primordiale, e vive in modo simbolico e figurato tutto ciò che
non trova spazio nella vita coscienre, o perché non può essere affatto vis-
suto in modo concreto oppure perché è in una forma ancora troppo em-
STRUTTURA 123

brlonale per poter essere tradotto nella vita cosciente. Le fantasie attive
hanno perciò un significato sitnile u quello del gioco di fantasia del bambi-
no: sono una specie di escrdzio prepara,-torio per successive applicazioni
Nella misura in cui il particolare viene posto di &onte all'universale, esse
rappresentano l'anticipazione simbolica della configurazione di sé.

L'intensità energetica delle reazioni archetipiche sta al fondo di un


gran numero di processi psichici, Un archetipo è attivato soprattutto qua-
lora s1 stia vivendo un destino universalmente umano. A seconda dei casi,
l'archetipo può essere 1in ostacolo o un aiuto1 sempre però, per via della
sua intensità superiore, oltrepassa la quantità energetica del comportamento
personale. Già la prima esl)erienzt1 umana, il modo in cui Ubambino vive
il padre e la madre, è intrecciata con immagini archetipiche, e anche molto
intensamente, dato che il complesso dell'lo del bambino si forma solo a
poco a poco. Per questo avviene che 'complessi della madre o del padre'
abbiano un effetto tanto graade di fronre a cui le intenzioni coscienti non
possono competere. Con l'età più matura si costellano nuovi archetipi, al
quali i precedenti sono di ostacolo. Gli archetipi rappresentano il decorso
della natura psichica cosl come questo è tipico per la struttura fondamen-
tale della vita umana. Gli archetipi concengono tanto la forma unive1·sal-
mente valida quanto l'energia in essa investita per il passo psicologico suc-
cessivo che l'individuo deve compiere i11 quanto essere universalmente
umano. 46
Il primitivo è naturalmente in rapporto con queste leggi psichiche, viene
afferrato dall'archetipo adeguato al suo livello di vit11 e deve soddisfarlo
prestandogli la più severa osservanza. Egli vieoe educaco ed esortato daUe
lstituzlonl a dò pret,oste a farsi pervadel'e compleramente dal significutu
del principio volta o volta costcllato - noi diremmo: a realizzarlo comi,le-
ramence. Sotto questo riguardo, sono decisive le cerimonie che sanciscono
il passaggio dall'infanzia all'età aduha. All'archetipo dei genitori si con-
trappone l'archetipo della tribù, della comunità e della responsabilità. I mezzi
drastici e crudeli che portano a compimento l'iniziazione alla nuova condi-
zione, dimostrano in modo impressionante il potere dell'archetipo che si
tratta di vincere. Con prove fisiche e spirituali di coraggio - nelle quali
gli individui deboli possono fallire - il giovane in parte viene educato ud
essere membro a pieno titolo della comunità deglj uomini, fo un certo qual
modo 'cittadino della tribù', in parte viene trasformato in modo magico,
ossia mediante un intervento sul suo inconscio; io questo caso, tonto iJ pl·o-
cesso simbotico quanto il significato della c-er.imonia consistono nel fatto
124 T. WOLFF

che il bambino è morLo e il suo posto è stato prern da un uomo. È questo


il motivo per cui a chi partecipa al rito di iniziazione vengono dati anche
nuovi nomi, oppure bisogna conquisrarseli mediante un'azione particola-
re. Un membro dello tribù che non abbia partecipato alle cerimonie, i pri-
mitivi non lo considerano aifocto un uomo e con ciò egli ha cessato di esistere.
Allo stesso modo, un uomo non diventa capo o uomo di medicina solo
per il privilegio deJla sua origine o per il suo talento, ma ottiene l'investi-
tura vera e propria attraverso un'lnlziazione particolare, che ne fa l'essere
necessario per la sua funzione sociale, cancellando la sua precedente natu-
ra di uomo comune.
Iniziazioni di genere più sottile si trovano in quasi ogni religione, e
turte stanno a significare che l'essere semplicemente naturale è diventato
un essere spirituale.
Nella nostra civiltà, tali strumenti di sviluppo e trasformazione del-
l'anima mancano quasi completamente, col risultato che non c'è nulla che
venga in soccorso delle leggi psichiche; così il pas~aggio da una condizione
di vica ad un'altra si compie solo sul versante cosciente e personale, men-
tre lo psichico-oggettivo resta abbandonato a se stesso ed è pertanto esclu-
so dalla partecipazione alla vita e ai processi della personalità conscia. Ren-
dendo coscienti e integrando le fantasie archetipiche, l'energia psichica viene
liberata da quegli archetipi che non sono più adeguati all'età del momento
e ttasferita suUa costellazione archetipica adatta. TI progresso psichico del-
la vita è possibile solo trovando il senso del nuovo archecipo.

TI senso delle fantasie archetipiche, petÒ1 non può essere trovato me-
d iante: Pinte1pretazio11e come nel caso del sogno, perché esse rappresentano
un materiale psichico che può essere assirn.i.lato dal la personalità tutt'al più
solo in parte. Assimilabili sono esclusivamente queUe componenti delle fun-
1
:llioni inferiori che sono fuse con l inconscio collettivo. D a un punto di vi-
sta psicologico, gli autentici contenuti archetipici non sono soggetto, ma
oggetto e pertanto stanno di fronte alla personalità come elemento univer-
salmente umano. In quanto però rappresentano tdee universali, sono ac-
cessibili ad un'interpretazione parziale. Per valutare adeguatamente la lo-
ro natura impersohale, è necessario includere nella. consjderazione anche
il materiale parallelo tratto dalla psicologia dei primltivl e dalla stori11 deUa
cultura, ove i corrispettivi confronti tratti dall'archeologia, dalla mitolo-
gia, da.Ua 6CÌenzo delle religioni devono servire alla. loro illurrunozione. Co-
sì diventa chiaro il signifìcato psichico unjversale delle immagini. Quanto
di particolare esse hanno da dire al singolo individuo, proviene da!Ja loro
STRUTTURA. 125

azione e dalla loro costellazione neUa situazione specifica.


Il senso autentico delle fantasie archetipiche sta nell'espe1·ic11w che esse
procurano ed illustrano. Nella realtà psiçhica l'individuo vive tutte quelle
idee ed emozioni primordiali proprie a tutta la natura umana, le quali altri -
menti sono escluse in quanto l'esistenza personale del singolo occupa uno
spazio llmitato e la su11 co~c-ienza è sempre legata ad un periodo storico ben
determlnato. Cosl, l'individuo viene collegato con l'umanJtà e con lo sfon-
do storico, e al tempo stesso messo in rapporto con la totalità della sua ani-
ma, giacché la psiche, nella sua struttura cli fondo, è sempre e ovunque
lu medesima ed è dunque ciò che consente agli uomini di intendersi reci-
procamente.

L'effetto delle fantasie archetipiche oggettivate è che la coscienza per-


sonale si avvicina alla natura psichica, venendone con ciò intensamente sti-
molata. Questa compenetrazione ed azione reciproca di coscienza e psichico-
oggettivo trova la sua espressione specifica neg!l ai·chetipi della il'as[orma-
zione, 47 che illustrano il processo deU'"esperienza vissuta dell'immagine
e neU'immagi.ne". Nei suoi simboli sooo anche avvertiti i rischi specifici
del processo. lo quanto infatti la coscienza si rivolge all 'attività autonoma
dello psichico, l'Ego diventa oggetto del processo, cosa a cui è legato il ri-
schio della spersonalizzazione. Lo psichico-oggel tÌvo possiede la maggiore
Intensità energetica ed inoltre tutti I singoli archetipi sono contaminati l'uno
con l' altro, di modo che l'Ego di volta in volta si trova dl fronte non ad
uno, ma all'insieme di rutti gli archetipi capaci di divenire coscienti e con
ciò, a seconda delle circostanze, può essere assimilato da essi. Nella misura
in cui l'Ego rinuncia alle sue mura unilaterali, razionali e personali, che
ha ert:tto contro lo pskhko-oggettivo, ed apre le porte alla natura sepolta,
cade anche preda di tutti i pericoli della natura. Natura psichicu e immagi-
nr archetipiche sono identiche.
Dal punto cli vista strutturale, nella natura umana è contenuto rutto:
bene e male, ch_iaro e oscuro, fotte e debole - in breve rutto dò che la
coscienza deve distinguere e separare in opposti. In quanto l'Ego si sotto-
pone al processo psichico-oggettivo, si attivano anche tutte le potenze con-
trarie e cosl incomincia la relativizzazione dell'atteggiamento morale eco-
noscitivo cosciente.
Per questo l'Ego è minacciato dal processo psichico autonomo cli dis-,
solversi nell'universale e di regredii-e allo mito di incosciem.::i della psiche
primitiva, la quale è solo collettiva e non conosce alcuna distinzione indi-
viduale. Al fa.scino affettivo esercitato daUe cnstdlazioni archetipich.e si
T . WOLFF

aggiunge come ulteriore difficoltà il fotto che l'attività propria dell'imma-


ginazione è ben difficile da tradurre adeguatamente nel linguaggio della
coscienza1 18 dato che non vi sono forme coscienti capaci di cog.ljere i con-
tenuti psichici. Se esistessero, allora guanto essi hanno d1 vivo si sarebbe
già astratto in concetti e figure linguistiche.
Queste difficoltà e questi pericoli l'Ego li può affrontare solo tenen-
dosi altrettanto saldo alla sua integrità e ai fortori della sua realtà concreta.
Mediante questa conflittualità estrema fra la personalità particolare e lo
psichico-oggettivo vengono ora pi:odotti quei simboli archetipici che raffi-
gurano la problemarica del processo - la disintegrazione, ad esempio, co-
me verur divorati e l'integrazione come trasformazione. Questi temi ed al-
tri simili costituiscono i segnavia per la cooperazione deU►Ego con lo psichico-
oggettivo.
Gli archetipi del mutamento sono dunque già l'anticipazione incon-
scia del centremento della personalità comple::ssiva, centramenro che si p,o-
duce quando si istituisce un rapporto con la totalità psichica. Le immagini
del mutamento accennano alla diminuzione del prevalere deUo psichico-
oggettivo sullu personalità cosciente. Invece, l'equilibrio interiore tra co-
scienza e ìnconscio viene a stnbifosi solo se il nucleo della personalità indi-
viduale non si lascia dissolve1•e lungo il cammino dal processo autonomo.
Nel caso quesro riesca, il processo trapassa ora nella formazione di simboli
unificatori, i quali sono mezzo e via per il centramento ddla personalità.

Per la sua fenomenologia, anche se non del tutto per la suu struttura,
iJ simbolo nniflcatore fa parte dei modi di manifestazione dell'inconscio.
La definizione 'simbolo unificatore' sarebbe una tautologia, se con ciò non
.si cirwscrivcsse u110 stato di cose ben preciso che deve essere distinto da altri.
TI termine simbolo indica una complessità psichica che v.iene espressa
per mezzo di immagini, eia~ che non può essere resa attraverso un concet-
to o una qualunque definizione cosciente, poiché tanto nella sua forma quan-
to nel suo significato contiene elementi che oltrepassano la comprensione
cosciente. Se non fosse così, allota il fatto espresso 'simbolicamente' po-
trebbe o dovrebbe essere reso nel linguaggio razionale. In tal modo, però,
non si tratterebbe più di un simbolo, ma cli un'aUegoria, nella quale conte-
nuti coscienti e noti sono tradotti inrenzionalmente in un linguaggio di se-
gni, dal quale pertanto possono essere ritradotti in ognj momento.
li simbolo, al contrario, abbraccia fatti psichici che al momento o.nco-
ra non possono essere coscienti e che comunque nemmeno in una successi-
va presa di coscienza si lasciano tradurre interamente nel medium di un
STRUTl'lJRA. 127

)jnguugglo razionale.
Letteralmente, simbolo significa qualcosa che è 'messo insieme' o 'get-
tato insieme'. Da un punto di vista psicologico, quindi, può essere definito
come un'immagine che abbraccia dati consci e inconsci.
Un simbolo vero e proprio, dunque, non può mai essere inte,pretato
senza re-sci, eforo c-he oltrepassa la comprensione del momento_U suo lnro
razionale può essere avvicinato alla comprensione cosciente, mettendolo
a confronto con i corrispondenti paralleli storico-culturali. Invece, il suo
lato irrazionale, vale a dite inconscio, pur essendo inaccessibile aJJ'inrcUct-
to, agisce ben più a fondo sull'animo. Di fatto, iJ significato del simbolo
vivente sta anzitutto nel suo effetto. È una 'forma vivente' (Schiller); mo-
do di manifestarsi e significato sono due lati inseparabili della sua essenza.
Solo la forma particolare fotnisce il senso particolare, e rispeltivameote il
senso p11rticol11re si sceglie la forma particolare. È insito pertanto nella na-
tura del simbolo che esso sia efficace solo in una configurazione oggettìvata.
Anche sogni e fantasie archetipiche sono simboli autentici. Essi espri•
mono sempre stati di fatto psichici complessi, i quali, per quanto possano
diventare coscienti, non si lasciano affatt(? o non ancora esprimete in mo-
do rnziooale. Tuttav1a si distinguono ta~1ro trn di loro quanto dal simbolo
unificatore per la struttura o per l'estensione cld prodotto complesso, co-
me pure per la relazione che quest'ultimo ha. con la coscienza.
TI .sogno può essere definito grosso modo un simbolo che rappresenta
un materiale complesso costellato in quel dato momento e riferito alla psi-
co1ogfa personale dell'individuo, Questo materiale, attraverso il metodo del-
l' interpretazione costruttiva - a prescindere dalle eccezioni costituite dai
sogni archetipici - , può essere rradolto oel linguaggio cosciente e deve
essere assimilato psicologicamente dall'individuo e applicato nella concreta
vita personale.
La fantasia archetipica è un simbolo che esprime un materiale colletti-
va, psichico-oggettivo appartenente a quel dato momento. Il materiale può
essere compreso solo comparativamente e, più che interpretarlo, bisogna
darglì forma e farne esperienza. Le componenti collettive delle funzioni psi-
cologicamente inferiori sono contaminate con materiale psichico-collettivo
io genere e pertanto l'intensificazione delle funzioni inferiori ravviva ne-
cessariamente l'inconscio collettivo. Quei contenuti e quelle attività delle
funzionj inferiori, che non possono essere assimilati dall'Ego, perché con-
trastano con la personalit~, vengono cosl vissuti in forma simbolica. 11 lin-
guaggio simbolico non può essere tradotto in quello della coscienza; certo,
per i singoli contenuti e processi possono essere coniati dei concetti, ma
128

questi rimangono incommensurabili rispetto all'evento reale,


L'attivazione delle fantasie archetipid1e è un processo che oon può
essere arrestato arbitrariamente e. che dura fino a quando oon è esaurito
il materiale deU'i.nconscio collettivo che compensa la situazione del momento,
L'Ego, perciò, deve odatttmi al processo autonomo simbolico. Il processo
autonomo è l'esperienza dello psichico-oggettivo, finché questo si contrap-
pone all'Ego. Perciò lo psichico-oggetrivo appare personificato in figure
e personalità tipiche con le quali l'Io deve confrontarsi.
Avvicinando lo _psichico-oggettivo alla coscienza, la fenomenologia dei
simboli archetipic1 cambia. L'inconscio collettivo non appare più in forma
personificata, ma come immagine del processo unificatore stesso sotto for-
ma di situaz:ioni o località tipiche, di mezzi e vie simbolici, di animali soc-
correvoli o minacciosi, di piante ed elementi. Iti tutto ciò, comunque, ri-
mane sempre la caratte.ri.stica del processo autonomo: l'Io, cioè, vive in modo
simbolicamente drammatizzato la situazione psichko-oggettiva in cui è
coinvolto,
II simbolo unificatore compare solo quando il processo psichico-oggettivo
ha raggiunto il suo culmine, vale a dire quando lo psichico è stato ricono~
sciuto altrettanto reale ed efficace e psicologicamente altrettanto vero quanto
il mondo della realtà esterna. Così l'Ego sl trova di fronte ad una nuova
situazione: è posto in rappol'lo con la totalità psichica; ma questa totalità
non la sperimenta come un'unltà, ma piuttosto come un'estrema tensione
di opposti: realtà esterna ed interiore nanno oro lo stesso v11lore, ma sono
inconciliabili. Fuori sta il mondo razionale del 'qui ed ora', del particolare
e dell'irripetibile, delle cose e degli uo mini concreti, dei concetti e dei va-
lori determinati. Dentro, invece, sca la realtà irrazionale deU'atemporaJe,
deli 'indeterminato, dell'universal.rnentc umano, delle figure di cangiante
equivocità, delle idee cariche di presagio, dei sentimenti ineffabili e delle
possibili~è continuamente trasformantisi. 49
Entrambe la realtà sono ugualmente ve.re ed ugualmente determinan-
ti. Possiedono la stessa intensità energetica, cosicché in un primo momen-
to ogni movimento si arresta. L'Io non può assumere né il punto di vista
della realtà esterna né quello dello psichico-oggettivo, dato che entrambi
hanno la medesima validità e cogeaza. L'Ego si deve perciò distanziare da
entrambe le posizioni e attenersi al nucleo più intimo della sua personalità
per non essere lacerato e dissolto negli opposti. Attenendosi ad uoa salda
posizione al di fuori degli opposti, si esercita un' a~ione sulle posizioni lo con-
flitto, il cui risultato è un simbolo che contiene elementi di egual valore
t11oto della realtà e.sternn quanto di quella psichico-oggettiva e la cui forma
STRUTTURA 129

oon corrisponde a nessuna delle due prese a sé, cos1 come non è neppUie
una semplice addizione dei due dementi, ma rappresenta piuttosto un' 11t1i-
fica1.ione di entrambi al livello più alto.
NeUa misura nella quale l'Ego si distanzia dal conflitto degli opposti
e conserva la sua saldezza individuale, le posizioni antitetiche della totali-
tà psichica vengono unificate in un prodotto simbolico. In tale prodotto
si esprime in modo simbolicamente efficace la totalità psichica, nella co-
stellazione in cui essa si trova e nd modo in cui è sperimentabile in quel
dato momento. Cosl l'Ego non si linùta più a stare di fronte allo psichico-
oggetùvo, ma si presenta in una situazione del tutto diversa: l'Ego si rivol-
ge alla totalità psichica.
L'integrità del'Ego è pertanto la condizione che. rende possibile allo
psichico totale di esprimersi in modo simbolicamente efficace. NeUo 15si-
chico tota1e, però, l'Ego è anche contenuto, è un suo contenuto, una com-
ponente accanto a quella della funzione cosciente della realtà e della fun.
zione deJlo psichico-oggettivo. Il risultato, o la quarta componente, sotto
forma di azione reciproca di tutti i fattori, è la funzione simbolica, il cui
prodotto esprime perciò la situazione psichica comp/esrìva, e più precisamente
la situazione complessiva momentanea dell'individuo come pure la sua si-
tuazione passata o futura. Attraverso il processo che stabilisce una relazio-
ne con lo psichico-oggettivo, la "irripetibilità della coscienza del presente
viene fusa con il passato primordiale della vita" . Toccate gli strati archeti-
pici vuol dire però toccare la vita della psiche in generale, l 'attività creatri-
ce della sua essenza, che porta in sé anche i futuri germogli di personalità.
Con questa nuova relazione dell'Ego alla totalità psichica, l'accento
dell'attività psichica oggettiva si sposta dal processo autonomo delle fanta-
sie archetipiche aU'attività simbolica della totalità psichica.

La totalità psichica si può esprimere solo simbolicamente, proprio per-


ché abbraccia 1a struttura totale e le possibilità totali dell'individuo, men-
tre la coscienza individuale è necessariamente limitata. Nella forma sim-
bolica, viene avvicinato alla coscienza quell'aspeno de.ila personalità totale
che di volta in voJta può diventare cosciente . In questo senso, anche il sim-
bolo unificatore è una funzione compensatrice, dato che produce un am-
pliamento della coscienza e mantiene un legame fra l'Ego e i dati psichici
totali. Esso, però1 a differenza dd sogno e dd processo psichico autono-
mo, non deriva da una disposizione carente o unilaterale della coscienza,
bens1 dalla naturale ed inevitabile limitate1.1.a della coscienza individuale
rispetto alla totalità dei dati psichici. Il simbolo porta ad espressione quel-
130 T , WOLFP

l'aspetto della totalità psichica che in quel dato momento è necessario e


possibile.
Il simbolo unificatore, in quanto è l'espressione della situazione psi-
chica complessiva, deriva dunque da tutti i fattori psicbici momentanea-
mente costellati, da quelli consci come da quelli inconsci, razionali come
irrazionali, particolari come generali, da quelli soggettivi, apparceoenri al-
l'Ego, come pure da quelli oggeuivi della totalità psichica, Esso raccoglie
tutti gll opposti in un'unica immagine che rappresenta l'espressione mi-
gliore possibile per questa situazione. L'immagine simbolica significu e al
tempo stesso produce l'unificazione. al momento più perfetta di tutcl gli op-
posti presenti nell'individuo in t111'11nica figura.
Come iJ simbolo è nato dall'insìeme dei faltori, cos) esso agisce sull'in-
sieme della psiche e si rivolge a tutte le funzioni: l'intelletto riflette sui
contesti storici e ideali di un certo simbolo, il sentimento he misura il valo-
re, la sensazione ne percepisce la particolare realtà in questa sua forma,
l'intuizione ne presente i possibili significati e sviluppi.
Attraverso la fenomenologia del simbolo, ne diventiino vislbili le com•
ponenti originarie:

Siccome il simbolo sorge appunto dalla suprema e uJtiJna conqui-


s t a spirituale di una mente siffatta, e deve abbracdare nd contempo
anche gli ultimi fondamenti della sua antura, esso non può derivare
unilateralmente dalle. funzioni mentali più altamente clil(erenziace, bensl
deve anche sgorgare iM ugual misura dagli impuls.i più bassi e primiti-
vi. Affinché questa coopi:rozionc distati opposti Crn loro slR semplice-
mente possibile, essi devono coc:.sistcrc entrambi coscicrucmcntc In com•
pleta contrapposizione. Questo stato deve comportare uu violentissi-
mo dissìdJ.o con s~ stessi. >o

D simbolo unifi.catore ha dunque anche il compito d i mediare fra le


funzioni superiori e quelle inferiori. Si rivolge ugualmente ad entrnmbe,
alle funzioni indifferenziate per mezzo della sua natura concreta e a quelle
diHerenziate per mezzo della pienezza di significato del suo contenuto. 1•~
strema tensione fra gli opposti, fra le funzioni inferiori e superiori, e corri-
spondentemente fra i. meccanismi degli atteggiamenti antitetici, fa emer-
gere dal fondamento psichico originado, precedente ogni differenziazione
e contrapposizione, quel conre.nuto simbolico che si rapporta i11 modo com-
pensatore nei confronti degli opposti, e che costituisce pertanto il terreno tnedio
su cui questj si possono unificare. Il simbolo è quindi l'espressione unifica-
trice per il conflitto presente oella coscienza come pure per lo stato unita-
STRUTIURA 1.31

rio nell'inconscio, e coglle la situazione totale in una formazione comples-


sa che contiene il nuovo senso ed è insieme il potenziale energetico per il
progresso della vita.
Il simbolo unilicatoi-e agisce cosl come un nuovo contenuto psichico,
che per un luogo tempo è io gtado di da.re direzione all'atteggiamento com-
plessivo. Con la graduale assimilazione e comprensione del simbolo, sorgo-
no nuovamente altri conflitti, dato che il sìn1bolo o.ra non esprime più la
situa:done coJnplessiva, ma è assimilato dalla coscienza. Con ciò il simbolo
in questione diventa un'espressione insufficiente della datità totale e col
tempo dalla nuova tensione degli opposti, quando cioè questa è giunta al
suo apice, deve nascere un n1,1ovo simbolo.
ll processo del!' elaborazione di simboli viene definito}tmzione trasce11-
dente, " La funzione trascendente è una funzione complessa, che si basa
sui dati della coscienza e dell'inconscio e che determina il passaggio da fat-
tori not:i ad altri ignoti e dunque da un arteggfamento-ad un altro. Sue con-
dizioni. sono le posizioni conflittuali e il suo prodotto è il simbolo. Essa
abbraccia quindi tanto il presupposto quanto il risultato dell'elaborazione
simbolica.

li simbolo willicarore, in quanto espressione della totalità psichica,


sta dunque tra conscio e inconscio ed opern così il centi-amento della perso-
nalità. Ora il centro non è più l'Ego, bensl un virtuale punto creatore si-
tuato a metà fra la realtà esterna e quella interiore. Il nuovo punto medio
è lo psichico totale, il quale nel simbolo uolficatore rende sperimentabili
all'Ego i suoi aspetti volta a volta possibili e necessari. L'Ego ora non ha
più uno posizione immutabile, mn sl muove in direzione del simbolo, per
mezzo del quale è posto in contatto con i fattori dello psichico totale che
io quel dato momento sono costellati.
Con il simbolo unificatore è istituito l'equilibrio momentaneo fra Ego
ed elemento psichico-oggettivo. L'Ego è r.iferito simbolicamente alla tota-
lità psichica, alla realtà esterna ed interiore. Il deflusso energetico va dallo
psichico totale in direzione dell'Ego.
Ovviamente, il simbolo unificatore non è una soluzione definitiva, mn
un compito: è una soluzione simbolica e una direzione simbolica, Trovare
la 'via media' praticamente percorribile per giungere all'unificazione degli
opposti della realtà esterna ed intetfore, dare una forma cosciente ed effet-
tiva all'individualità nella vita, render giustizla nella stessa misura al mon-
do e all'anima, tatto questo costituisce il compito - forse il pit importan-
te - del singolo uomo.
11 simbolo del ceotramento della personalità è un simbolo unificatore
anche perché rimanda tanto all'Ego quanto allo psichico totale. Esso espri-
me la specifica relazione momentanea dell'Ego con lo psichico totale, la
qualità particolare dell'esperienza; al tempo stesso rappresenta la manife-
stazione dello psichico totale in questo momento, l'aspetto volta a volta
prevalente della realtà esterna o interiore e iJ bilanciamento mediante l'al-
tro lato. Dipende dai fattoti individuali che l 'accento cada più sull'Ego o
sul Non-Ego.

ln quanto sperimentabile, lo psichico cotale viene detto Sé si per di-


stinguerlo dall'Io. Il Sé può essere definito come la relativa e graduale per-
cezione e consapevolezza che l'Ego ha della totalità psichica, oppure come
la funzione simbolica pet· mezzo della quale lo psichico totale si manifesta
all'Ego. Una definfaiotie concettuale del Sé è però inadeguata sotto ogni
punto di vista. Esso infatti è accessibile solo all'esperienza, e anche a que-
sta solo &ammcncariamenre. L'integrazione dell'aspetto simbolico dello psi-
chico totale volta a volta dato equìvale aJla manifestazione empirica della
struttura psichica fondamentale dell'indiuiduo. li tapporto dell'Io con il Sé
fornisce cioè all'Lndividuo una sensazione delfo sua più autentica essenza
inreriore. L'Ego diventa cosl individualità cosciente. L'Io individuato è il
portatore e il mediatore del Sé e delle sue

forze oscuramente intuite, ma chiaramente sentite. Questo 'qual-


cosa' ci è estraneo eppure 11kinissimo, coincide con noi eppure non
è da noi conoscibUc:, è un punto medio virrualc di costìruiione talmente
misteriosa che pub esigere tutto. "

Il Sé è U risultato di un atteggiamento che include tanto le componenti


psichiche consce quanto quelle inconsce, collettive quanto individuali. Con
questo a t teggiamento, l'Ego non è né solo .identico coh la coscienza orien-
tata verso l'esterno, né sta di fronte al processo simbolico autonomo e non
assimilabile, bensì è in interazione con lutti i fattori psichici; in questo mo-
do l'integrit~ strutturale partecipa alla vita. L'i,rteg,ità è orn soggetto, e l'Ego
appare come suo unico contemlto e come OF.f.etlo della sua azione. «L'Io
individuato si sente oggetto di un soggetto ignoto e superiore».

11 Sé potrebbe cucre caraucrizzato come uno specie di compen•


sazione per Uconflitto fra l'interno e l'e.u crno; formulazione non im,
propria, in quamo il Sé h11 il carallerc cU un risultato, dì uno mèto con-
seguita, dj qualcosn prodottosi a poco I\ pol'.o e divenuto 1perimenlabi-
STRU'ITURA lJ}

le solo con molte fotkbe. Pertanto il Sé è anche lo scopo dcUa vira,


perché è la più perfe tta espr~ssionc della combinazione di destini che
si chiama individuo, non solo del singolo uomo, mn di un intero grup-
po, nel quale l'uno integra l'altro per costituire l'immagine completa.
Quando si desce o sentire il Sé come un irr112ionalc, carne un en-
te indefinibile, al quale l'Io 0011 è né contrapposto né sottoposto ma
p~rtint>ntc, e intorno al qual~ esso ruoro come la Tecro iororno ol Sole,
aUora lo scopo deU'inclividuazionc è rRggiunto. >4

Lo psichico totale può essere colto solo in base al suoi effetti. Gli effet-
ti sono da un Jato il simbolo unificatote e dall'altro l'azione che il simbolo
esercita sulla personalità. La personalità è l'intermediario e l'espressione
etnpirica dello psichico rotale. L'Ego, che è in relazione con tale elemento,
è l'individualità cordenle. L11 graduale integrazione dello psichico totale co-
stituisce il processo di individuazione e la vita vissuta dall'individuo.
Non è necessario che la forma simbolica s i esprima in ogni circostanza
in un'immagine. Cl1e cosa sia 'simbolo' o che cosa sia in grado di agu'e cu-
me simbolo, talvolta lo si può stabilire solo in seguito, in base all'effetto.
Un atto può essere simbolico, un uomo può diventare un simbolo in una
certa situazione o per un'altra persona, un istante éolmo dei sentimenti
più intensi e indlcibili può contenere la densità di significato o la soluzione
liberatrice del simbolo. La forma vivente dd simbolo unificatore è tanto
irrazionale quanto lo è l'essenza della psiche che si esprime per mezzo di
essa. Si possono fissare solo le condizioni che creano un simbolo, le fonti
da cui esso sgorga:

1lna 1' l'inrnnscio, dx produce spontaneamente tl\11 fantasie; hl•


tra è la vita che, se vissuta con totale abbandono, dà un presentlmen•
10 del Sé, del proprio essere individuale. "

Il processo di i11di11id11azio11e

n .e_rocesso di individuazione è la realizzazione ernpi.rica.dellll t_ Q ~


psiduca. L'individuilità è l'unità strutturale indivisibile dell'individuo. Wo:.
èuvicluazione è iJ f/J.m coscienti_Qi.gy_esta unità e il COQstgue.tlÌe..insec.i.mwto
dell'Ego nd compks~.dei.dati ~b.id,-Q.uia..in.qucll'..asp.1~tta.della tota~tà
costellato di volta in volta dal momento psicologico attuale.
-I:;timlìviclùalita sussiste a priori, ma in modo inconscio. Le componenti
inconsce della totalità psichica appaiono pertanto nell'oggetto. L'individua-
134 T, \'<101..FP

r ----..__ - - - - --
zÌOnC è il ~rocesso di di/ferenziazion che libera il materiale psichico pmiet-
tato dall'iclenttt-à-c0J:1-l!oggeTrue-:lo integra nel soggetto. Cosl l'individuo
diventa consapevole deUa pr?pria inter~z__zu JruJnuale. _
La totalità psichica contiene componenti generali e particolari! Potsj
di trdnte alle componenti collen:ivelia còmècoriseguerii'ail d iventare co•
scienti del nucleo individuale della personalità. Il fine dell' individuazione
è lo sviluppo della personalità individuale, sviluppo attraverso il quale, ac-
canto all'unità srrutturale, diveota cosciente anche l'unicità strutturale. del-
l'individuo. L'unicità può essere colta solo empiricamente. Essa è il rimlta-
to del modo particolare in cw l'individuo reagisce e si rapporta aUe compo-
nenri psichico-collettive esterne ed interiori. L'unicità individuale è, da una
parte, una datità a priori, dall'altra, un atteggiamento, vale a dire la consa-
pevolezza dell'esistenza dei dati psichico-totali e il modo particolare di rap-
por tarsi ad essi.
L'unicità struttu~le si può vagamente scorgere nella vita dell'indivi-
duo, anche quando questi ne sia inconsapevole. Essa pe-rò, per la sua in-
consapevolezza, è nascosta da fattori collettivi tanto riferiti alla realtà quanto
iafrapsichici, e per questo sembra non esserci. Finché l'individuo deve adat-
tarsi a norme collettive ed affermarsi all'interno di esse, questo stato di
cose è psicologicamente corretto, ìn quanto rappresenta il compito genera-
le della prima metà della vita. Solo dopo che q uesto compito è stato assolto
si pone quello ultedore, vale a dlre l' adattamento alla realtà psichica. Per
ogni età si può dunque parlare di unn certa individuazione; il processo psico-
logico di individuazione è però un fenomeno proprio della seconda metà della
vita e ha luogo inoltre solo in individui la cui to talità psichka non possa
esprimersi all'interno di una forma simbolica già data.

1l fatto che l'individuo abbia delle catRtteristiche non è punto da


intendere-come un'cstrancit~ Alla sua sostanza o alle sue componenti,
mQ piuttosto cOJne un peculio re rapporto di miscela o una graduale dif.
fcrenziuionc di fonzioni e anitudini che in té e pei: sé sono univcrsa•
li. Ogni volto umano ha un naso, due occhi, ecc., ma questi fattori
universali sono variabili, cd è quei.tu variabilità quella che rende pos•
sibili lecsratteris1iche individuali. ll termine 'tndividuazione' può quin-
di inrucarc soltanto un processo psicologico che adempie finRlità indi-
viduali date, ossia che fa dcli' uomo quel determinare essere singolo
che è. [.,.] O ra, l'indivjduo umano, come unità vitale, essendo tutto
qullnto composto di fattori universali, è del rutto collettivo e quindi
non è punto In contrasto con la colleuivirà. Un'accentuazione lndlvi-
dualhtica della peculinrità si pone quindi in contraddizione con que-
sto fono fondamentale dell'essere vivente. L'individooi.ione invece mirn
S11lU'ITURA 13:5

precisamente a ona vitale coo~raziorte di tutti i fattori. Ma siccome


I fottori in s~ universali sono sempre presenti sol~rnentc in formu indi-
viduule, il tenerne pieno conto produce anche un effetto indjviduruc,
che Qon può essere sorpassato do nient'altro, e meno che mai dnlJ'in•
dividuolismo.
L'individuazione non ha altro ;capo ck dl liberare il Sé, p.:r un
Inta, d11i falsi involucri dcUa Persono, per l'altro dal potere suggestivo
delle immagini inconsce. "

Il termine indivìduazìone potrebbe quindi essere tradotto con <iforsi


Sé». li Sé, però, a seconda dell'età e della situazione di vita dell'individuo,
mostra aspetti diversi di questa necessaria realizzazione. Perciò la psicolo-
gia dell'individuo è differente nelle sue differenti età. È vero che il nucleo
individuale può scorgersi in tutte, ma nondimeno ogni età ha la sua p~o-
blematica determinata, rispetto alla quale è possibile un:a variazione indi-
viduale; non è possjbile però deviarne o addirittura eluderla arbitrariamente,
senza che questo comporù un disturbo decislvo, ossia un dissidio con le
leggi psichiche fondamentali.
L'immagine archetipiet1 che fin dai pdrno1·dì esptime simbo)jcamente
questa osservanza delle leggi psichiche, è l'immagine dd corso del sole. Come
il sole, ai nostri occhi, si leva il mattino aU'orlzzonte, raggiunge a me2zodì
lo zenit e la sera tramonta nel mare, cosl la curva della vita dell'anima umana
durante Ja giovinezza sale, si d ispiega nel mezzogiorno delPesistenza e con
l'lnizio della seconda metà della vita declina gradualmente verso la morte.
In termini psicologki, questo significa che la vita psichica del bambino si
sottrae alle profondità dell'incoscienza, il ragazzo diventa consapevole di
sé e del rooodo esterno, per raggiungere da adulto quella consapevolezza
che rende possibile assolvere gli indispensabili compiti che la vita impone.
Poi, giacché l'inconscio è di nuovo attivato, l'energia psichica si ripiega
gradualmente verso l'interno e cos), all'adattamento alla realtà esterna, se-
gue quello 11Ua psiche - in ulrima Istanza come preparazione alla morce.
Nel suo st:nso autentico, dunque, il processo di individuazione è uo pro•
blema dell'uomo maturo.
ll bambino è ancora del tutto identico con l'inconscio collettivo; da
un punto di vista psicologico, egli ancora non vive la propria vita, ancora
non è distinto dalla psiche dei genitori. Solo circa negli anni della pubertà
l'Io incomincia a distinguersi e ad accentuarsi, e questo è l'inizio del vero
'farsi coscienti'. Normalmente, ora la coscienza è orientata completamen•
te verso l'esterno e il problema psicologico è quello di assolvere i compiti
che Ja vica pone alle persone adulte: professione, matrimonio, rappO!_tÌ e
1.36 T . WOLFF

~pegni di ogni genere. A questo scopo ha luogo la dlfferenziazione più


elevata possibile delle funzioni superiori e con ciò vengono intenzionalmente
tenuti indietro tutti i fattori psichici di disturbo o troppo soggettivi. Uno
di questi fattori di disturbo è il rimanere troppo a lungo legati al passato,
vale a dire a quell'atteggiamento che è stato determinante nell'infanzfa e
nella giovinezza, e quindi anche all'originaria incoscienza. Nella prima metà
della vira, lo psichico totale, al quale il bambino gradualmente si è sottrat-
to, rappresenta l'ostacolo principale che si interpone all'adattamento all~
realtà esterna. Nella prima metà della vita, infatti, il compito e il fine del-
l'adulto è quello di raggiunget·e la massima oggettività possibile nei con-
fronti dd mondo esterno e delle sue esigenze.
Intorno alla metà ddla vita, 1n situazione psichica cambia e con essa
la psicologia dell'individuo. '7 L'energia psichica, che fin qui era stata in-
vestita nell'ampliare e rafforzare la disposi7jone personale e la condizione
sociale, si rivolge ora a quell'oggetto rimasto rin qui sullo sfondo: la psi-
cbe, la sua vita specifica e le sue particolari richieste. La cosciem:o deve
rivolgersi dalla comprensioae del mondo esterno a quella del mondo psi-
chico e l'Ego si vede ormai in una situazione in cui non ha più la suprema-
zia, mn nella quale anche altri fattori pretendono che siano rispettati i loro
diritti. Sembra infatti esser ptoprio del completamento della vita umana,
realizzal'e in modo coerente e oggettivo non solo l'adattamento verso l'e-
sterno, ma anche quello vei:so l'interno.
D primo problema psicologico che nasce con questo orLentamento verso
l'interno, consiste nel riconoscere l'identificazione dell'Ego con la perso-
nalità formata arbitrariamente, la Persona, la quale si realizza in parte istin-
tivamente, in parte intenzionalmente sulla base della funzione superiore
e ddl'atteggiamento tipologico. Con ciò, Iefunz1011i inferio,i, fin qui trat-
tate solo come spiacevoli malintesi e indebite interferenze nelle funzioni
superiori, diventano oggetto del confronto psicologico. Questo problema
può sorgere per un convincimento, in quanto l'individuo sente che la sua
vita, per cosl dire, gira a vuoto. Per lo più, però, esso sorge quando l'uomo
è già caduto in una sit\laziooe nella quale è stato trascinato dalle funzioni
inferiori attivate e che non può più essere risolta solamente per mezzo dd-
Je funzioni superiori, cosicché; vìsta dal di fuori, la situazione psicologica
è simile a quella di chi S\ sia impantanato o sia finito in uo vicolo cieco.
Per usci.re da questo stato di cose, bi.sogna prendere coscienza delle funzio-
ni inferiori. Questo compito, però1 è estremamente difficile e complicato,
in quanto le fllnzioni inferiori sono contaminate con tutti i restanti conte-
nutl inconsci e perciò l'assimilazione e differenziazione delle funzioni in-
STRUT!URA 137

feriori porta a confrontarsi con l'inconscio collettivo.


L'Ego si trova allora in un mondo infrapsichico, con il quale anzitut-
to coincide, come il bambino con il suo ambiente esterno. E come il bam-
bino impara gradualmente a riconoscere il mondo che lo circonda e a diffe-
renziarne il suo Io, cosl l'uomo, nella seconda metà della sua vita, si vede
messo di fronte ad un mondo di fenomeni ed oggetti psicbkJ di cui deve
fare l'esperienza, che deve conoscere e dai quali deve distinguere il pro-
prio lo. In modo del tutto diverso da quelli dell'inconscio personale, i con-
tenuti inconsci coOetthii non possono essere inclusi nell'Ego né possono
essergli assimilati, ma piuttosto gli stanno di fronte sotto forma di oggetti
e fatti psichici. L'identificaiione con essi ha come conseguenza un' in/lazto-
ne delJ'Ego, cioè, da un punto di vista psicologico, una dissoluzione dell'Io
che ne fa una mnrionetta in mano a fattori psichico-oggettivi.
Gli elementi col1ettivi pertinenti alle funzioni inferiori, e che non ap-
partengono all'Ego, si presentano invece assolutamente e intensamente come
se fossero personali. Lo distinzione può avvenire solo se l'Ego conserva la
sua saldezza individuale, ma al tempo stesso anche se riconosce esistenza
e attività al Non-Ego psicologico, inrendendole e sperimentandole come
contenuti del suo modo più ampio di essete soggetto. Così incomincia il
processo che porta a con&ontarsi con lo psichico-oggettivo.

In un breve schizzo teorico del processo di individuazione, è impossi-


bile dare più dj un semplice accenno a singoli fenomeni dell'inconscio col-
lettivo. Per uoa comprensione più ampia sarebbe necessario esporre este-
samente il materiale e il processo autonomo. Per tutto questo si rimanda
comunque agli scritti di Jung. In fondo, però, nemmeno il loro ~tudio ren-
de possibile cogliere appieno questi peculiari psichismi, dato che solo la
propria esperienza è in grado di fornirne un quadro adeguato. Il processo
psichico-oggettivo non è accessibile alla coscienza se non si dispone dj una
conoscenza e di una tecnica psicologica specilica, oltre che di un atteggia-
mento psicologico particolare. Bisogna perciò sottolineare che, a proposito-
dell 'eJemento psichico collettivo, si tratta di fenomeni ed esperienze che
Jung è stato iJ primo a rico noscete e descrivere in modo scientifico,
Le immagini dell'inconscio col1et tivo non sono certo diventate visibili
solo attraverso la Psicologia Complessa. Esse, al contrario, sia pure in for-
ma già rielaborata, sono davanti agli occhi di tutti sotto foi:ma di simboli
mitici e religiosi, a partire dàllo spirito primitivo fino alle l:eligioni più dif-
ferenziate. Invece, non sono mai state comprese come immagini psichiche,
come immagini cioè che sono ed espr.i.rnono la vita e l'essenza della psiche
T. WOLFF

stessa. Anche quando singoli individui, àd esempio grandi poeti e artisti,


traggono la propria materia da questo mondo dell'esperienza interiore, es-
sa non viene vista come dato dell'esperienza psichico-oggettìva, ma viene-
motivata esteticamente, senza tenere in considerazione- ìJ soggetto che le
dà focma o il suo contenuto universaltnente umano. E questo accade non
solo da parte degli interpreti, ma anche da parte degli stessi artisti. Sen-
z'altro, l'elaborazione estetica di l.10 cootenu.ro psichico è qualcosa di spe-
cWco, qu_alcosa che caratterizza l'essenza deJJ'aNlsta. Questo però non to-
glie che la materia detivi dalla sua fantasia inconscia, dalla 'forza creatrice
materna dello spirito maschile', e che perciò riguardi in qualche modo l'e-
lemento umano; nello stesso modo io cui anche un'idea filosofica o religio-
sa altamen te differenziata, se è cresciuta dall'inconscio, dlce comunque qual-
cosa di più essenziale sul senso e lo spirito di un'epoca storica di quanto
potessero pensare al riguardo gli stessi contemporanei.
A questo proposito, la Psicologia Comple.s sa adduce due nuovi farti:
un'esperienza e una coooscen2n. t' imcnagine psichfo:1 viene vissuta come
fenomeno originario, non in una forma rielaborata d:1lla coscienza, dogma,
rizzata - che già possiede anche nella mentaliùi prlmltiva - , ma così co-
me proviene .immediatamente dal materiale psichico. Per questa ragJooe
essa non è né estetica, né riflessa, né io qualche modo differenziaca, ma
di forma cangiante e di significato molteplice. L'immagine inconscia è un
germoglio, cresciuto sul fondo primordiale deJJ'anima, vale a dire l'immogl-
nozione, la quale, prima della differenziazione del.le funzioni psicologiche-
- pensiero e sentimento, intuizione e sensazione-, abbraccia in un uni-
co sguardo, in un u nico simbolo realtà esterna ed interna, un simbolo che,
in quanto materia e contenuto, forma e idea, costituisce ti fondamento dello
spirito cosciente. .
In secondo luogo, queste immagini germinali non si riferiscono ad UR
qualche 'mondo esterno' di natura estetica o intellettuale, ma riguardano
molto immediatamente l'uomo stesso. Sono crèsciute nella sua anima, so-
no nate dalla sua \fita più soggettiva, da questo e quel conflitto persoollle.
Sono il suo 'dramma' psichico, sono esseri della sita psiche, anzi sono i►es­
senza stessa della psiche. Sono l'Ancbe-Io dell'uomo, l'Altro in lui, che so-
lo lo rende intero. Sono i mediatori che realizzano la vita autonoma della
pskhe.
Attraverso l'azione esercitata dallo psichico-oggettivo sulla coscien-
za, si viene a creare una sltt.Jazione in cui l'uomo lncomincia a sperimenta~
re nel suo essere quella dimensione dove «nulla più è dato per sempre e
disperatamente -pietrificato», una situazione in cui però non regna ne.mme-
STRU'CTVR.A t.39

no più nessuna certezza assoluta, ma tutto è immerso nel divenire e quindi


più o meno relativo.
Dall'integrazione dell'inconscio collettivo nella semplice coscienza del
presente, nasce una coscienza più ampia, che sente 1a continuità storica .
In quanto però la coscienza dell'Io, la quale in un certo senso è il culmine
dello spirito del tempo, cozza c.:011 l'irn:uusdu collettivo dello spirito uma-
no, anche quest'ultimo viene ridestato da quella condizione indistinta e
sempre uguale pro pria deJ sempHce essere psichico e con ciò viene trasfot-
mato; lo spirito umano, cioè, conserva s1 la propria natura universale, ma
rende anche accessibile a quesLo individuo in questo momento l'esperien-
za più personale e il senso più peculiare della sua vita. ' 8

Quesra coscienza più v1sra non è più quel suscettibile cd egoisti-


co agglomerato di desideri, timori, speranze e gmbizioni personali, che
dev'essere compensato o 1111che correi to do opposte tendenze persona•
li inconsce. ma è uns funzione corceladva all'oggetto, al mondo, In quale
tc~s(eriscc l' individuo in una comunione: col mondo che è incondizio•
naia, impegnativa e irrcsolvibilc. Le complicazioni che nascono in questo
stadio non sono pii) egoistici conflitti di desideri, ma difficoltà con-
cernenti tento mc quanto gli altri. In questo stadio si trima, in ultima
analisi, di problemi collcuivi, che pongono in movimento l'inconscio
collettivo, perché abbisognano di une compensazione colletliva e non
personale. Qui possiamo sperimentare che l'inconscio produce comc-
nud vakvoli non solamente: per il singolo, mn anche: per glì alrr~ per
molti e forse per tutti. 19

Perché il processo di individuaziohe si avvil in questa forma specifi-


ca, sono necessari due presupposti. Uno è l'analisi psicologica, l'ahro una
situazione esistenziale che esige l'impegno totale dell'uomo. E ntrambi i pre-
supposti hanno come condizione una certa esperienza di vita e implicano
ovviamente che siano s tati assolti i normali obblighi che rendono possibile
un'esistenza adattatasi al proprio mondo circostante.
Comune ad entrambi è comunque il criterio indispensabile della rda-
zione psicologica con un'altra persona che si rapporti in modo oggettivo
a questa problematica, vale a dire che non vi sia coinvolta anch'essa. Nel
caso dell' analisi, si tratta dello psicologo di professione, nel caso invece della
specifica situazione esiste nziale, di una persona che abbia fa tto anch'essa
l'esperienza dello psichko-oggettivo e che possiedi. le necessarie conoscen-
ze psicologiche.
e
Il rapporto con l'altro indispensabile perché quesr'ultimo, di fronte
ol processo autonomo, tappresenrp In piirt-icolare 1·ealtà umn1UI e consente
T . WOl.PP

qufodi al soggetto di tener ferma e differenziare la sua funzione correlati-


va umana. Solo nella misura in cui questa funzione cotrelaciva è conserva-
ta nella sua integrità, è garantito un punto di vista oggettivo nei confronti
dell'elemento psichico collettivo.
Nell'analisi p.sicologica, con l'inizio del processo autonomo, i contenu-
ti atchetipici vengono inevitabilmente proiettati sullo psicologo, 60 e cosl
viene messo in questione l'adeguato comportamento umano del soggetto.
Gli elementi fantastici devono pertanto essere distinti dall'oggetto della
proiezione e riconosciuti come fattoci infrapskh.ici. Solo se si percepisce
la realtà umana dd Non-Io esterno, è possibile distinguere anche la realtà
dello psichico-oggettivo dall'Io. Quando subencra il processo di indivjdua-
zione, vengono problematizzate due specie di rapporti individuali: il rap-
porto individuale nei confronti dell'oggetto umano e il rapporto individuale
nel confronri dell'oggetto intr11psichico - corrispondentemente alle due
categorie di relazione proprie dell'essere umano: le relazione all'altro uo-
mo e quella nei confronti di sé stessi. Il rapporto fra soggetto e oggetto
è un dato dj fatto fondamentale delJ'uomo e abbraccia in primjssima istan,-
za i suoi rapporti umani. Se qui c'è qualcosa di psicologicamente impor-
tante non in orrune, allora è una parte impottante dell'umanità del sogget-
to a mancare.
Rickert definisce l'unità del cappotto soggecto-oggetto come princi-
pio eterologico. L'analisi psicologica potrebbe così chiamarsi, seguendo Ric-
kert, un procedimento eterologico. Con 'eterotesi' si definisce un principio
che non valuti l'antitesi come negazione, dato che la tesi produce l'Uno,
l'Identico, solo tenendo in considerazione la tesi dell'Altro.

Non csi~tc ,iffatto una 'priorirò' logica dell'Uno suU'Altro. Essi


non solo si coappartcngono ncccssarlami:,nte, ma sono del tutto 'equi-
valenti' anche d~ un punto di vista logico. L'Uno e l'Altro si i11tegra110
reciprocamente In modo positivo cd insieme formano l'intero. Quc·
st'ultimo, che è quanto noi ci sforziamo di pensare, si presenta ovun-
que sorto forma di unu dualità. Se vogliamo comprendere il mondo
teorlcamc:ntc, dobbiamo pcnsttclc, come l'Uno e l'Alt ro. 61

Nei termini di Rickert, si potrebbe definire sinteticamente l'analisi


psicologjca come un processo che, attraverso l'eterotesi, dall'identità arri-
va alla sintesi, cosa che psicologicamente significa: la coscienza non riferi-
ta ai fatti psichici viene avvicinata, tramite la Situazione Analitica, alla realtà
del Non-Ego e stabilisce co~1 una relazione con la totalità psichica. Presup-
posto di ciò è ovvtamente che, nel Rapporto Analitico, il principio eterolo-
gico venga riconosciuto con la medesima incondizionatezza anche da parte
dello psicologo, Questi non ' analizza' un oggetto distanziandosene teori-
camente, bensl è

wtretunto ' in annlisi' quanto il puzientc. [ ...) ln[atti, comunque


lo si voaJia rivolt11rt o girare, la relazione fra mc_dico e paziente è una
relazione personale entro lo cornice impersonale del t rattamento me-
dico. Nessun artificio può evitorc ch e il trattamento sia il prodotto
dl un reciproco .influenzamento, al quale partecipo l'incera personalità
sia d el paz1cntc sia dcl medico. Nel trattamento ha luogo 1'inc:oorro
di due dari di fatto irrazionali, cioè di due uomini, cbe non sono gnm-
dczze dclimfo11e e determinabili, ma. po.etano con sé accaoto alla loro
cosdenzo, forse determinata, una sfera di incosciente di indetermina-
ta estensione. Quindi anche per il risultato di una cura psichica lo per-
sonaUt?i del medico, come quella del paziente, è spesso infinitamente
più importante deUe cose che il medico dice e crede, sebbene queste
ultime possono t!ssere un non dlsprczzabUe fattore di perturbazione
o di guarigione. Il cooOuire c!i due personalità è come la miscela di
due sosumze chimiche differenti: se interviene un legame, ambedue
son t tasformace. 67

Jung definisce pertanto il metodo dell'analisi psicologica un procedi-


mento dialettìco, uo dialogo o un confronto fra due persone:

Unn persona è - nel senso della dialctlica - un sistema psichico


che, nel caso di un intervento su di un 'alm1 persona, entra in intcl'll-
zionc con un ahro sistema psichico, NeU'ambiro di un procedimento
dialetrico, il meclico deve uscire dol suo anonlmato e render conto di
si! stesso, c::;attamcnte quanto pretende dal suo paziente. u

Soltnnto il procedimento dialettico rende giustizia all'individualità del-


l'individuo. Esso rappresenta

uno completa rinuncia a teorie e pratiche a favore d i un atteggia-


mento U più possibile impregiudicato. Il terapeuta non è pii'.l il sogget•
10 11gente, ma una persona che uiue insieme all'altr~ un processo di svi-
luppo individuale. ln ogni caso, la regola suprema di un procedimento
di:11ertico è qucUo secondo cui l'individuallt~ del malato ha la medesi-
ma dignità e il medesimo diritto d'esistere di quella del medico, e per-
ciò tutti gli sviluppi individuali nel paziente devono essere considcrtti
validi, neUa misura in cui non Ji correggono da sé. Un'altra fonte del
procedimento dialettico è U fatto della molteplice interpretabilità de-
gli psichismi simbolici. In ultima istam:a, è l'individualità del p~iiemc.
9 decidere sull'interpretazione.
T. WOLFP

Ln relazione individuale con lo psicologo è il gradino preliminare del-


l'atteggiamento individuale dell'individuo nei confronti degli altri uomini
e del mondo esterno in generale - un compito, questo, che aU'interno del-
l'analisi psicologica può essere solo incominciato, ma che può giungere a
termine unicamente nella realtà, cosl come l'integrazione dei simboli del
processo autonomo ha bisogno appunto dena piena realizzazione all'inter-
no della vita individuale. L'analisi psicologica fornisce solo il mezzo con
cui riconosce.re e sperimenr~re il rapporto con la totalità psichica. In una
successiva costellazione di nuovi problemi, si attivano a loro volta nuovi
contenuti inconsci, poiché la totalità dell'uomo è vissuta fino in fondo solo
'con la morte.

Quando, per via di una certa sitmn:ione di vita, una persona avverte
l'esigenza dell'individuazione, essa si vede mess11 appunto in una 'situazio-
ne analitica', in altri termihi è posta di fronte ad un problema che non è
in grado di risolvere senza confrontarsi con l' inconscio collettivo.
La situazione consiste nel fatto che lo psichico oggeLtivo è activat9
e i suoi contenuti sono proiettati su un oggetto umano; da i:iò nascono le
più divetse complicazioni e i più intensi sgomenti Tutto l'elemento psi-
ciuco che viene costellato, ina che per indolenza, djsattenzione o timore
viene lasdato nella condizione inconscia, possiede jncensità energetica ed
efficacia e, quando il soggetto se ne dissocia, in base alla legge della resi-
stenza minima, passa nell'ambiente e in quegli oggetti ai quali è coUegato
in modo particolarmente foL·te. Conseguentemente, anche gli altri ne ven-
gono stimolati e costretti a recitare il ruolo della parte psichica loro delega-
ta. L'altro allora subisce quelle azioni che il soggetto evita.
Risulta chiaro perciò che una situazione è favorevole ai rapporti uma-
ni solo se si supera il più possibile la 'participation mystique' con il prossi-
mo e si riesce ad integrare nel soggetto il contenuto psichico rappresentato
attraverso l'Altro Cosl, solo dopo che siano state distinte le proiezioni dal-
l'oggetto di proiezione, è possibile .s apere se questo era unicamente iJ reci-
piente per contenuti soggettivi oppJre se, al contrario, al fondo della proie-
zione stava la necessità d1 un rapporto più completo, cioè individuale. Per-
tanto, la resistenza contro la comprensione psicologica poggia spesso non
solo sulla mancanza cli volontil a prendere coscienza dj se stessi, ma anche
sul timore che, riprendendo su di sé le proiezioni, si possa privare l'ogget-
to del suo valore. il signilioato individuale dell'oggetto, però dipende dal
destino, non dalla discrezione dell'interessato: «avere un'noima, è l'auda-
cia della vit1n~.
STRUTIURA

L'integrazione dello psichico oggettivo, che ha luogo con il processo


cli individuazione, non determina l'assenza dj rapporti ed un'intoccabile
isolamento, ma è al contrario la base di legami più stabili di quelli che con-
sente il semplice contatto superficiale per mezzo deUe funzlooj superiori
e dell'atteggiamento della Persona. Le funzioni inferiori possono essere dif-
ferenziate in misura solo rel:itiv11 e dunque continuano ad essere riferite
all'elemento psichico universale. Da ciò deriva un legame più totale e più
naturale con l'aspetto generalmente umano, una partecipazione consape-
vole e vissuta che consiste tanco nel subire gli influssi degli altci, quanto
viceversa oell'az.ione che la propria specificità individuale esercita sugli aJtri.

L'esperienza dello psichico-oggettivo è legata ad un punto di passag-


gio tra i più banali e minimi, dipende cioè dal prendere sul serio la realtà
dl fatto più soggettiva e personale. L'esperienza dell'anim!l è possibile solo
a chi non elude sé stesso.
Il primo oggetto psichico che l'uomo incontra nd suo mondo interio-
re, è la figurn dell'Ombra. L'Ombra è sempre dello stesso sesso del sogget•
ro, benché cli costituzione esseozialmente diversa da quella dell'Ego: è l'o-
scura immagine riflessa dell'Ego. L'Ombra è ciò che non sta ail11 luce della
coscienza e che non può salire all'altezza degli atti coscienti, in quanto pat-
tedpa dell'insufficienza, dell'inerzia e della malvagità inerenti all'essere urna~
no. L'Ombra contiene tutti i disvaloci o l valori opposti a quelli dell'Ego.
Moralmente e spiritu!ilmente, è di qualità inferiore ed inoltre non si trova
alla stessa altezza deUo spirito del tempo come avviene invece per !'lo; le
è ptopria ogni sorta di residuo del passato prossimo e remoto, [n quanto
la natura umana partecipa di qualità universali, la psiche coUettiva contie-
ne le possibilità ili tutte le azioni umane più elevate e eiù basse. L'Ombra
dunque è sempre dall'altra parte, dove non sta l'Ego. E l'Alter Ego, guel-
1'Io che io stesso sono, non però nel mondo della mia coscienza individua-
le, ma nel mondo della realtà psichica rotale. L'Ombra non è identica con
l'Ego e, diventando cosciente, non sottrae a quest'ultimo nessuna delle sue
qualità, ma piuttosto esse vengono integrate nell'aspetto universalmente
umano, al di là di quanto vi è di personale e di legato a.I proprio tempo.
Come la Persona contiene tutto ciò che si vuole essere e rappresenta-
re davanti ai propri occhi e a quelli degli altri, nel rispetto dei valori ester-
ni collettivi, cos1 neU'Ombra appare tutto ciò che, pur appartenendo alla
nnrura umana collettiva, per motivi morali, estetici, inteUettunli e d'nltro
genere si rigetta e non si lascia a(fiorare, proprio in quanto non concorda
con i prioclpi consci e sembra poco pratico o addirittura insensato; per questo
1 44 T, WOLFF

motivo, l'azione esercitata dall'Ombra è simile molte vohe a quella di un


coboldo, che sorprende e spaventa con i tiri più inattesi e spiacevoli. Essa
è all'opera quando ci si lascia andare, quando a una persona capita qualco-
sa di sciocco, quando, con proprio raccapriccio, in un'azione apparente-
mente disinteressata si scoprono anche motivi oltremodo egoistici oppure,
accanto ad un sentimento elevato, affiora una critica meschina dell'ogget•
to, o ancora quando ci si sorprende in pensieri o comportamenti perfidi.
L'Ombra è il fratello oscuro che accompagna ovunque l'Ego, è l'Altro
in noi, che pure deve vivere affinché noi stessi si possa vivere nella nostra
integrità. È sempre là dove l'Ego non è: quando l'Ego è su, l'Ombra è git1;
quando il primo è sincero, questa è infida; se di temperamento siamo mo-
derni, l'Ombra è antiquata; se siamo conservatori, essa è ribelle. L 'Ombra
non compensa 1' atteggiamento cosciente unilaterale, ma è complementare
all:i nostra personalità reale, che può essere sempre solo un segmento del-
l'elemento universalmente umano, una variante e varietà della natura umana.
Se pertanto noi sjaroo l'Uno, l'Ombra è l'Altro, la nostra immagine specu•
lare e mezzo sostanziale nell'oscuro 'retromondo'. Se siamo consapevoµ
di questo stato di cose e lasciamo che l'Ombra viva con noi, allora ci tenia-
mo nel giusto mezzo e rend iamo giustizia alla natura paradossale della psi-
che. Se infatti ci immergiamo davvero e completamente in una determina-
ta situazione, anche l'Ombra è presente in tutco ciò che siamo e facciamo .
E se siamo abbastanza tolleranti da riconoscere il 'prossimo' in noi e dargli
ragione ove è necessario, non è solo la nostra natura, ma anche quella de1-
l'altro che siamo in grado di comprendere meglio di quanto non avvenga
quando, con supponenza, ci ergiamo al di sopra dell'altro. E allora nemme-
no quest'ultimo ho più bisogno.di imporsi violentemente contro di noi. L'in-
tegrazione dell'Ombra segna l'inizio di un atteggiamc11lo oggettivo nei con-
fronti della propria personalità.
Nei sogni e nelle fantasie, l'Ombra appare come una figura oscura,
socialmente, moralmente o spiritualmente inferiore. È un archetipo che ha
una grande impor tanza anche nella psicologia dei primJtivi, i quali Ja mate-
rializzano in un'ombra vera e propria che forma una parte dell'individuo.
Non si può dunque passare sull'ombra di qualcuno, in q uanto cosl se ne
ferirebbe l'integrità, si eserciterebbe cioè su dj lui un'influenza magica.
Il destino dell'uomo che perde la propria ombra e con ciò la propria
umanità, è stato rappresentato simbolicamente da Chamisso nel PETER
SCHLEMIL. A volte, però, ci sono anche uomini ai quali accade il contrario,
l'Ego cioè si scambia con l'Ombra e assume in realtà il ruolo dell'Ombra.
Sono i cosiddetti 'uccelli del malaugurio' e gli iellati, ai quali nulla va per
STRUTTURA

il verso giusto e che passano da una sventura all'altra, Queste persone, per
un motivo qualsiasi, sono cadute preda del lato posteriore o d'ombra della
psiche e perciò non hanno più nessun rapporto corretto né con se stesse
né col mondo esterno. Si fanno responsabili di ogni sventura ed hanno col-
pa per ogni male cbe capiti. Vivono nella realtà quello che dovrebbe essere
vissuto nello spazio _psichico.
Qualcosa di simile, però, accade anzitutto nel processo autonomo at-
traverso l'incontro con l'Ombra. L'Ombra ha un lato personale cd uno im-
personale, per metà appartie11e ull'lo e per metà è un contenuto della psi-
che collettiva. I due lati, comunque, non sono separati, ma al contrario fu.
si insieme in modo indistinguibile, e inoltre ndl'arcbetipo dell'Ombra so-
no, per cos) dire, stratificati tutti gli archetipi che stanno diec;ro di esso,
Solo l'azione della coscienza è in grado di distinguere le singole figure e
còmponenti che nella situazione inconscia hanno una semplice efficacia in-
tensiva.
L 'oggertivazinne rlell'Omhra avvie ne quando l'F.go, mt-cllrm rt> 1:i più
profonda autocritica, diventa consapevole del proprio essere. In questo modo
POmbra è sl delimitat:.i come figura archetipica, ma non per questo la sua
efficacia è superata, anzi solo ora può dispiegarsi. L'Ombra comunica espe-
rienze vissute che mettono l'Ego in situazioni simboliche di carattere uni-
versalmente umano, altneoo nella misura in cui queste stanno nel vero e
proprio lato d'ombra, Si tratta cioè di esperienze vissute dell'aspetto oscu-
ro e malvagio, subumano, dell"uomo più spregevole'; di tutto ciò che an-
che appartiene all'uomo quando questi non è umano, ma semplice bestia
umana. Se io, in quanto Persona, nel mio esser-'Cosl non sono tutto questo,
tuttavia, in quanto uomo, sono anche questo. t.➔
Riconoscendo l'Ombra, l'uomo viene messo di fronte alle proprie con-
traddizioni. La parte inconscia dell'Ombra fa penetrare l'individuo ancora
più a fondo in queste antitesi, nella aarura antitetica dell'inconscio in ge-
nerale.

La figura archetipica che sta dietro all' Ombra e che la segue, è un fc.
nomeno che non appartiene più all'Ego, ma che fa interamente parte del-
l'inconscio collettivo. Essa non è solo opposta all'Io, ma è anche in sé stes·
sa di natura paradossale. Che sia assolutamente oggetto, si dimostra già
nel fatto che, quando viene oggettivata, risulta psicologicamente di sesso
opposto, dunque nell'uomo di qualità femminile e nella doonn maschile.
È la figura dell'immagine dell'anima.
L'immagine dell'anima è un complesso funzionale autonomo che ha
'.I', \1/IOLFF

carattere di personalità. È dunque un complesso delimit~to, distinto dalla


psiche intesa come totalità dei processi, di quelli consci come cli quelli in-
consci, ed è un contenuto della psiche complessiva. Questa distinzfone fra
anima e psiche totale o essere totale si può trovare presso tutte le civiltà
ed è un'esperienza primordiale che ha un ruolo oltremodo importante nel-
la psicologia primitiva. Al primitivo succede spesso di smarrire la propria
anima oppure di cadere in balia di un'anima estranea, e questo viene av-
vertito come una situazione assolutamente falsa. Da un punto cli vista psi-
cologico, la perdita deli ► anima corrisponde alle proiezione inconscia dell'im-
magine de!J'arùma su dì una persona dell'altro sesso; in questo modo, il
soggetto cade i.n una condizione di dipendenza forzata dall'oggetto della
sua proiezione. È stato 'stregato' e 'incantato', cioè si verificano degli in-
flussi inspiegabili ed intensi. l:,a situazione dell'essere posseduti è opposta
a quella della p~rdita dell'anima, ossia della proiezione: è un'introiezione
psicologica. L'immagine dell'anima agisce dall'inconscio e stimola l'Ego al
pumo da forlo i<l~ntificare che le qualità e il comport11mento dell'oggetto
infrapsichico. Il risultato di ciò è l'uomo dominato dai suoi umori, da e~o-
zioni cd affetti, vale a dire che sottostà ad una specie di psicologia femmi-
in
nile inferiore e d1e si orienta base a 'sentimenti' invece che secondo un
comportamento concreto ed oggettivo. Oppure, viceversa, è la donna che
si irrigidisce in opinioni e argomen tazioni quasi logiche, fisse e generaliz-
zanti, trascurando ciò che è autenticamente proprio e individuale, restan-
do sorda a qualunque appello del sentimento e del buon senso umano. Non
sono infatti convincimenti, ma insinuazioni del principio inconscio maschile
quelle che tr.1mutano la donna Ìll virilità inleriore, rendendola così animo-
sa ed aggressiva. Ess11 è posseduta dal suo oggetto infrapsichico, l' Animus,
cosl come l'uomo è preda della sua imm1,1gine femminile dell'anima, l'Ani-
ma. 66 Anche nel caso dell'introiezione è presente una dipendenza coatta,
predsamente quella dal processo psichico.oggettivo.
In realtà, però, inferiore non è l'immagine de!J'anima, bensl la sit11a-
;zio11e e i.I non sapere che l'immagine è attivata; pertanto non si è in gradc
di stabilire un rapporto nel suoi confronti e di oggetti vada. L'orientamen-
to esclusivamente estroverso della nostre coscienza è la causa del fatto che
l' immagine dcU'anima si sovrapponga senz'altro all'Ego, che sin fraintesa
come un (attore personule avendo quindi un effetto disgregatore sulla per-
sonalità. La sua azione viene allora interpretata come una causalità esterna
e trattata in maniera est roversa , molivo per cui la realtà propria e quella
dcl prossimo vengono minacciosamente minate.
Il comple.;so dell'immagioe dell'anima abbraccia 1n fondo l'atteggia•
STJtU'ITURÀ 147

mento dell'individuo nei confronti del proprio mondo psichico intedore.


Questo atteggiamento è complementare a quello che si ha nei con&onti
della realtà esterna. L'uomo, quindi, ha un atteggiamento femminile verso
lo psichico-oggettivo, la donna maschile. Tuttavia, il termine 'atteggjameato'
non è del tutto corretto, poiché indica un orientamento cosciente. Percan-
to è. meglio dire che l'immagine dell'anima esprime un comportamento, Fi-
no a che non si diventa consapevoli dell'esistenza di una realtà psichlca
dalla quale si è.srimolati, il comportamento che risulta da tale realtà è istintivo
e indifferenziato e modifica anzitutto il comportamento dell'Ego nei con-
fronti della realtà esterna. Per questo l'uomo si comporta allora come una
donna, spinto dai propri umori ed emozioni, e la donna come un uomo che
vuol sempre avete ragione, che non critica mai le proprie affexmazioni, ben-
ché in fondo non le pensi da sé, ma le accolga passivamente da tutte le
fonti i:,ossibW. L'Anima, quindi, non esprime i sentimenti propri di un uo-
mo, così come J' Aoimus non esprime le idee proprie di uno donna; piutto-
sto si tratta di sentimenti ed opinioni collettivi, universalmente validi e in
sé veri, che però non colgono affatto la situazione individuale e precisa-
mente fo quanto si riferiscono non alla situazione personale esterna, bensì
a quella collettiva interiore. Mescolandosi con il complesso autonomo del-
1' immagine dell'anima, l'individuo cade in situazioni coatte cbe gli fanno
dire e fare cose che non derivano dal suo essere autentico e dalle quali na•
scono complicazioni irrimediabili e a volte addirittura tragiche. L'Io è 'im-
pazzito', è stato per cosl dire 'spostato' dal suo atteggiamento normalmen•
te umano, in quanto l'energia psichica ha attivato complessi autonomi, fattori
del Non-Ego. Dietro a tutti questi disturbi sta un fatto psichico, uo com-
portamento tipico collettivo, di cui la psiche ha da sempre conservato i.I
sedimento sotto form11 di un'immagine archetipica cosl che que.s ta, quan-
do necessario, è riproducibile. L'oggettiva.zione e distinzione dell'Ego dal
complesso autonomo è perciò di importanza vitale per lo stesso indivtduo
ed anche per l'integrità del suo rapporto coa la realtà. Nel caso noo doves-
se avvedersene, il suo ambiente più prossimo risentirebbe ancora maggior-
mente di questa situazione alterata. La necessità di distinguersi dall' imma-
gine dell'anima si fa quindi più acuta quando la sua azione irrompe sotto
forma di disturbo all'interno di un rapporto o oel corso di uo'impresa di
vitale importanza. Il criterio che conduce alla distinzione sta pertanto nel-
la possibilità di rintracciare attraverso la propria critica o quella del prassi•
mo la coazione interiore.
Nella condizione meramente naturale quesco non accade, anzi è 'na-
turale.' identificarsi con l'immagine dell'anima. Ci sono ad esempio molti
T . WOLFF

matrimoni nei quali, intorno alla metà deUa vita, il rapporto si rovescif
l'uomo diventa cosl emotivo come lo era la donna agli inizi, oppure fo dor
na conduce con energia virile un negozio nel quale l'uomo ha un ruolo d
djpendence. fa un certo senso, questo può essere del tutto giusto, poich
anche il lato opposto inconscio vuole esprimersi nella realtà esterna. Po!
sono subentrare però complicazioni più tragiche, come quando ad esempi
un uomo che ha figli già adulti, proietta l'immagine dell'anima su una gic
vane donna e per amor suo si separa; oppure quando una donna matur
all'improvviso incontra il 'grande amore, sconosciuto ma da lungo sogm
to' e se ne va coo lui. Altrettfillto tragici possono essere però gli effec1
dell'introiezione dd cornplesso dell' Aoimus, quando una donna scopre ir
fine la 'verità a lungo cercata', avvenga questo in forma di 'intufaloni' eh
hanno il carattere della rivelazione, oppure nella persona di un 'maestre
che annuncia una nuova dottrina e con questa unica giusta verità la donn
in questione incomincia a rendere felice o, secondo i casi, a tormentare quel
che v:ivono con lei, sacrifkando ogni sentimento umano e ogni ragionevol
critica al Moloch della 'persuasione'. 1l caso inverso capita all'uomo .eh(
per qualche complicazione o condizionamento sentimentale, per falsi r:
guardi o precedenti esperienze sentimentali 'traumatiche', non riesce a raE
giungere la sua giusta posizione di uomo nel mondo oppure a completar
in qualche modo l'opera a cui vocazione o talento lo destinano.
In tutti questi casi manca l'ethos e la conoscenza necessari per lib(
rarsi dal proliferare del complesso autonomo e tener testa alla sua semplic
dinamica. È perciò segno di cultura morale ed intellettuale quando si è i
grado di separare il proprio Io dalla mescolanza con l'immagine dell'aniro
e conquistare cosl un atteggiamento che renda giustizia tanto alla realt
esterna quanto a quella interiore. Nel caso questo riesca e l'immagine de
l'anima venga vista come simbolo dell'atteggiamento da adottare nei cot
fronti dei far ti infrapsidtlci, allora tale immagine assume una figura rei
con tutte Je qualità proprie di una personalità particolare. In tal modo es!
svolge la sua autentica funzione di segnavia e guida per l'esperienza del
realtà psichica o, in altre parole, di mezzo per l'ampliamento della coscienz

L'archetipo dell'immagine dell'anima è, come tutti gli archetipi, t;


sistema di dis_ponlbilità a priori che viene messo in funzione da determin
Le condizioni. Esso rimane privo di contenuti e inconscio fino a quanc
non si fa un'espet.ienza che tocca la disponibilità latente attivandola. Qu.
sto avviene solo ad un' età nella quale l'uomo, crescendo, è andato olt
gli effetti dell' immagine dei.genitori. L'effeno inconscio deUe imagines d
STRUTTURA 1 49

genitori non cessa con l' infanzia. Le imagines dei genitori vengono in parte
trasferite ad un ambiente più ampio, istituzioni e princìpi, in parte agisco-
no carne obblighi all'interno del soggetto stesso e la loro efficacia dura fj.
no a che si è ell'incimi diventati quello che esse rappresentaao. la taJ mo-
do l'archetipo dei genltori è diventato inefficace e l'energia psichica dà vi-
ta ad un nuovo archetipo, quello dell'immagine dell'anima. 67 Di regola,
la sua attivazione coincide con l' inizio della seconda metà della vita, per-
ché allora l'adattamento al mondo esterno è soddisfacente e ciò che tra
possibile raggiungere è stato raggiunto. L'archetipo o complesso deU 1 im-
magine dell'anima è perciò al contempo l'espressione e il mezzo per l'o-
rientamento nei confronti della realtà e totalità psidùca. È l'essenza auto-
noma della stessa, psiche ad essere stata attivata. L'anima è il vivente, ciò
che è di per se stesso attivo, l'essete psichico che vive cli se stesso e pone
fine all' autarchia della coscienza delno. Per questa ragione l'archetipo or:i
attivato si esprime in forma di i.rruwtgine dell'anima.
Della totalità dell'elemento psichico fanno ptll te anche quelle llualilà
che nella prima metà della vita restano per loro natura più o meno latenti:
nell'uomo i tratti femminili del carattere e nella donna i tratti maschili.
U carattere sessuale complementare dell'immagine dell'anima è l'aspetto
assolutamente antitetico alla personalità cosciente e pertanto la forma in
cui lo psiclùco-oggettivo si preseota anzitutto come Non-Ego e oggeno au-
tentico. D3- un punto di vista psicologico, il complesso dell'immagine del-
l'anJma è composto da quattro fattori: in pdmo luogo dalle propri~ qualità
sessuali complementari; quindi dal sistema cli reJazioni che nell'uomo è orien-
tato sull'imago della donna e nella donna sull'imago dell'uomo; io terzo luogo
dall'immagine archetipica dell'oggetto rii se~sn cnntm.rio, vt1le. ~ diti;' rlRi
precipitati di tutte le esperienze che la serie dei progenitorì ha fatto relati•
vamente all'altro sesso; e infine dalla forma archetipica nella quale l'espe-
rienza immediata dell'attività autonoma dello psichico sì è da sempre tra-
smessa alla mentalità maschile o femminile .

L'attivazione dell'archetipo dell'immagine dell'anima è un evento di


importanza decisiva per il destino cli un individuo, in quanto è l'indizio
inequivocabile del fatto che è incominciata la seconda metà della vita. Se
l'Ombra era l'esperienza vissuta ciel carattere imtitetico della propria per-
sonalit~, l'incontro con l'immagine dell'anima è il mezzo e la via attraver-
so cui la direzione di vita, fino ad ora unitaria, cambia. Lo psichico-oggettivo
è diventato una realtà non più evitabile e dJ conseguenza la coscienza deve
confrontarsi con essa e considerare una questione vitale l'orientamento verso
T. WOLFFI

l'interno, cosl come nella prima metà della vita [o è stato l'orientamento
verso l'esterno. Il paragone, però, non è del rutto esatto, in quanto lo svi-
luppo della funzione della realtà e la disposizione nei confronti della renltà
esterna rendevano necessario allontanarsi dalla realtà psichica che ancora
avvolge interamente il bambino e renderla il più possibile: inefficace - in
altre parole: sviluppare una coscienza indirizzata t111itariame11/e verso l'esterna.
L'incontro con l'immagine dell'anima significa la fine clelt'atleggìamento
unitario, La realtà psichica può essere riconosciuta e vissuta come tale solo
se la posizione della coscienza verso la realtà esterna viene tenuta ferma
con altrettanta coerenza, Condizione per l'oggettivaiioae dell'immagine
dell'11nimn non è solo l'integrltò della personalità, ma anche l'attenersi al-
l'integrità della posizione verso la realtà esterna nel suo •essere-cosl, pro-
prio perché tale posizione è ciò in cui la personalità si è disposta volonta-
riamente e cbe ha creato coscientemente. Rinunciare a ciò equivarrebbe
pertanto ad una diserzjone e, peggio, ad un ti:adimento della propria verità.
L'incontro con lo psichico-oggetrivo pone quindi l'individuo davanti
al problema della relazione con due realtà, quella io terna e quella esterna.
È questo un problema della massima acutezza, un problema di ordine tan-
to etico che conoscitivo. Con l'attiVffzione ddlo psichico-oggeuivo1 l'indi-
viduo è coinvolto nell'aspetto paradossale della natura psichica in genera-
le. Ogni tentativo di giu"ngere ad una soluzione unilaterale e unitaria della
problematica trova con ciò la sua fine.
L'intensità dcUo psichico-oggettivo attivato è talmente forte che l'E-
go cade facilmente in sua balia. Cosl sarebbe ristabUita un'unitarietà, non
tanto una coscienza unita.ria quanto una. direzione o piuttosto una dinami-
ca unitaria. Pet resisterle, la coscienza è quindi costrecta ad un primo para-
dosso, ad un atteggiamento paradossale nei confronti del processo autono-
mo: da una parte se ne deve distinguere, mentre dall'alri:a deve lasciarlo
accadere.
Mediante tale atteggiamento, ha luogo l'oggettivazione del complesso
autonomo dell'immagine dell'anima. In tal modo, la contrapposizione del-
lo psichico-oggettivo nei confronti dell'Ego appare per la prima volta in
forma chiara, perché, o differenza dell'Ombra, l'immagine dell'anima non
è relativamente, bensl assolutamente complementare alla personalità e al-
l'atteggiamento femminile o maschile cosciente verso il mondo esterno. L'og-
gettivazione e personificazione del complesso autonomo riesce nella misu-
ra nella quale il sentimento coatto e l'opinione che ci ossessiona vengono
distinti dall'Io e dalla sua realtà e cos} personificati. Con questo si rivela
anche la natura ambivalente dello psichico oggettivo, o meglio la coesistenza
STRUTIU!v\

di aspetti antitetici che alla coscienza sembrano inconciliabili. L'immagine


dell'anima non è una personalità univoca e dai contorni ben definiti, ma
cangiante e paradossale. L'Anima dell'uomo - io modo complementare
con la sua coscienza aperta alla totalità del mondo - appare come una fi.
gura in se stessa contraddittoria, contenente, mescolate in un'unica forma,
due personalità o modi d'essere femminili. Ha due aspetti differenti, quel·
lo chiaro e quello oscuro, quello buono e quello cattivo, è seducente e fon-
te di ispirnzione, metò simile ad una donna e metà di natura elfica o demo-
nica. L' Animus della donna - complementare con la personalità femmini-
le che si esprime in determinate relazioni e cerchie - non ha tanto un aspetto
dualistico, quanto molteplice e dai molti significati; si tratta di un numero
indeterminato di figure e caratteri - personificazioni di principi e idee
differenti, io certi casi opposti, che sussistono uno accanto all'altro e com-
paiono come esseri in parte umani, in parte demoniaci.
Tutte queste configurazioni dell'immagine dell'anima banno una vittt
propria e intenzioni proprie che sono completamente opposte all'integrità
dell'Ego e alla sua posizione nel mondo esterno. Messo di &onte alle diffe-
renti tendenze dello psichico-oggettivo, l'Ego è costretto a confrontarsi con
esse. A seconda dei casi, dovrà tener conto del punto di vista del Non-Ego
oppure portare quest'ultimo a riconoscere il proprio punto di vista - non
diversamente da quando ci si confronta con una persona reale su vicende
importanti Certo, con la differenza che non si può conoscere ciò che ci
sta di fronte e dialogare con esso nell'usuale linguaggio della coscienza, da-
to che l'oggetto psichico dispone solo del lù1guaggio simbolico dell'imma•
ginazione ed esprime dunque la sua natura e le sue intenzioni in una forma
drammatica figurata. Le forme simboliche parlano ed 11giscona non nel no•
stro linguaggio razionale e legato al tempo, bensì io quel linguaggio ambi-
guo, figurato e cangiante proprio della psiche., dello spirito umano atempo•
raie. Così, l'immagine dell'anima ha anche un legame con la spirito del pas-
sato e della tradizione: porta i tratti dei propri predecessori e del popolo
al quale si appartiene. Inoltre, però, essa è plasmata dall'ambiente nel qua-
le si è nati e più esattamente non tanto dalle sue caratteristiche visibili quanta
piuttosto dalle peculiarità del suo spirito. Il nùglior esempio di ciò è cosli•
tuito da quei tratti sorprendenti del carattere indiano riscontrabili nella
mentalità dei nordamericani, ed esattamente nella fenomenologia del loro
inconscio, 66
Pertanto, l'immagine dell' anima è sl una personalità, ma non nel scn•
so di un essere individuale determinato, come un uomo o una donna reali,
bens} una personalità calletdva e univers~e. non necessariamente di quali-
tà umana. È il complemento della Persona e, come questa, rappresenta uo
segmento della psiche collettiva. Come la Persona era da intendere come
una forma che abbraccia i valori esterni e universalmente validi, con i qua-
li l'Ego non è ìdentico, ma che anzi usa come funzione co"elatiua nei con-
fronti della realtà data, allo stesso modo si può vedere che l'immagine del-
1' anima rappresenta sentimenti e Idee dell'elemento universalmente uma-
no e atemporale.
Per tutti questi motivi, con la sua integrazione ctescente, l'imm11gine
dell'anima risulta esserei come la Persona, un segmento ddimitllto e un
complesso di [tmzioni dello psichico-oggettivo, dietro al quale stanno anco-
ra altri contenuti e processi. Quando appare, l'immagine dell'anima racco-
glie l'intero inconscio collettivo in Utln sola figura, risultando cosl di un
potere superiore. Per mezzo del rapporto e del confronto con l'immagine
dell'anima, questa viene circoscritta e diventa così una/unt.ione co"elatiua
grazie alla quale l'Ego viene posto di fronte agli ulteriori contenuti psichici.
L'immagine dell'anima fornisce in forma simbolica quelle esperienze
Interiori della vita e dello spirito che il singolo individuo non sarebbe in
grado dl fare nella realtà esterna per via deUa sua coodizionatezza in ordi-
ne di. sesso, di tipo psicologico e in genere per tutti quei limiti che vengono
dall'esser-cos) dell'esistenza. In questo modo, l'Anima non fornisce all'uo-
mo solo l'esperienza immediata dell'essere fe.mmi.nile, ma anche del princi-
pio femminile, cioè delle possibilità di una vita indistinta, legata a tutto
e che tutto pervade; mentre l'Animus avvicina la donna all'esperienza del
principio spirituale, con il che non si intende qualcosa di razionale ed astratto,
ma un evento simbolico, un'immagine significativa, l'essenza odginaria del-
l'idea. Gos) l'immagine dell'anima agisce in modo compensatore nei con-
fronti della struttura tipica dei sessi, in base alla quale il principio domi-
nante dell'uomo si esprime in forma di docnin.io spirituale e cli distinzione
formativa della realtà mentre la donna segue il principio di quella vita che
tutto lega.
li confronto con l'immagine dell'anima dà quindi come risultato an-
che la possibilità di giungere a differenziare il principio complementare ri-
spetto alfa struttura del proprio sesso - porta i•uomo a sentirsi legato in
un tnodo più personale al prossimo e a prendere in considerazione i propri
dati soggettivi, la donna invece si sente indotta ad una maggiore oggcttivi-
cà e ad aprirsi vivamente al mondo.

Con la delimirazione dell'immagine dell'anima - intesa come un com-


plesso determinato di funzioni e come quella forma che istituisce la rela-
zio ne con lo psichico oggettivo - compaiono ulteriori figure archetipiche,
precipitati dell'esperienza che tutta l'umanità ha avuto del mondo e dello
spirito; la psiche, infact1 è il fondamento creatore originario dal quale sca-
turisce ogni esperienza, ed ogoi esperienza è in primo luogo un'immagine
psichica,
Gradualmebte cosl, dietro all'Anima, che:: pcrsu1 ufit:a l"arcl1eLiµ o del-
la vlta', e in un legame peculiare con essa, si fa sempce più chiara un'altra
immagine, quella del 'vecchio saggio', l''arcbetipo del senso', 69 la personi-
fica~iooe del principio spirituale, qunle sì trova al fondo della psicologia
maschile. L'Anima ha aggiunto tiita irrqzionale al mondo maschile e razio-
nale delle idee, e l'esperienza dello spirito vivente si personifica ora in una
figura il cui motivo è noto nella storia de.Ila civiltà nei suoi aspetti chiari
ed oscuti, come il saggio, il profeta, il mago e cos) via. Lo spirito vivente
è un fenomeno primordiale e, come la vita, è ad un tempo buono e cattivo,
vale a dire tanto oggettivo e incurante quanto può esserlo la natura, un
principio, una dinaroicn in sé. Spetta alla cosciel1Zl1 volrn II volta rl:1ta tro-
vare un aueggiamento adatto nei suoi confronti, compiere una scelta e tra-
durre la sua oscura ed eterna sapienza nel linguaggio del tempo, rendendo-
la cosl individualmente. utilizzabile. L'archetipo del senso, o la personalità
mana, 70 è una figura cbe agisce in modo almeno altrettanto seducente e
suggestivo deU' Anima, poiché l'identificazione con essa conferisce al ba-
nale Ego importanza e potere magico. Anche. nei suoi riguardi è di necessi-
ta vitale distinguere la propria posizione e attenervisi. Lo spirito è un com-
plesso auLonomo che può Sommergere. e trascinare con sé l'Ego, e in tal
caso ha un'azione esclusivamente distruttiva. L'elemento veramente spiri-
tuale è un atteggiamento consapevole nei con&onti delle forze impersonali,
e presuppone quindi La loro integrazione, non la loro introiezione. 71
Nella donna, dietro la figuro dell' Animus, sta une personalità mana
cli sesso femminile, una personificazione del principio femmlnile fondamen-
tale che è di natura altrettanto corillittuale e che appare sotto forme cli Madre
Terra, vecchia saggia, strega, sacerdotessa e altre immagi11i simili. 11 con-
fronto con J'Animus ha aggiunto al mondo cleJJe relazioni personali della
donna l'esperienza di idee primordiali e di processi dotati cli senso e ciò
portn a costellarsi l'archetipo delfo vita piena di significato. La vita però
è tale, non perché ricca di intenzioni umane e di rif.lessioni coscienti, ma
piuttosto io quanto esprime l'impassibile oggettivirà dei processi vitali, de.Ila
fredda e concreta verità della natura, cos1 come questa sl rispecchia nella
psiche. La problematica è la stessa cli quella della personalità mana maschj.
le: grande è la tentazione di trasformarsi in una Sibilla intl'Oiettaodo J'ar-
T. WOLFF

chetipo del principio femminile. Cos1 però si distrugge la vita reale, che
si manifesta ael particolare esser-cos1 del singolo individuo, che è non solo
significato, ma anche esistenza quotidiana, non solo accadere eterno ma
anche lo sforzo più persooale intorno alla datità individuale del prossimo.

Universale e singolare sono reciprocamente opposti. Lo spirito uma-


no universale e le leggi sempre uguali che regolano gli eventi si contrap-
pongono alla persona singola, Persona, però, s.ignifica isolamento e al tem-
po stesso un liveliameoto nell'aspetto collettivo della coscienza. Di fronte
a questo sta l'elemento psichicamente collettivo del processo autonomo,
Solo confrontandosi con esso, la persona diventa individualità e viene nuo-
vamente collegata con le radici dell'umanità e dello spirito, scoprendo cosl
la propria unicità. Il cozzare del singolare con l'universale, la reciproca com-
penetrazione di entrambi produce la specificit~ dell'individuo. Il t11pporto
nei con&onti della collettività esterna si fonda sulle vte ben formate delle
funz ioni superiori e sul criterio presente dei valori riconosciuti. Essendo
messo di fronte allo psichico collettivo, L'individuo viene trasferito in una
situazione (:>er affrontare 111 quale non sussiste alcun presupposto, ove ogni
passo è fatto brancolando, ogni tratto di strada deve essere prima trovato
e ogni figura deve formarsi ed esprimersi in modo vivente prima di poter
essere colta in qualche modo. ln una simile situazione, nella quale non ser-
ve più alcun orientamento finora praticabile, l'individuo è rinviato com-
pletamente a sé stesso e ai suoi rimedi naturali. Deve farsi dunque molto
semplice e utilizzare i propri istinti, come una persona che si trovi sola in
una regione completamente abbandonata, priva di qualsiasi traccia di ci-
viltà. Questa persona cercherà dl individuare i pericoli e le risorse della
naLura che lo circooda,.e questo le può riuscire solo se può contare suJ pro-
prio istinto e sulla propria intelligenza naturale. Opinioni preconcette e
ipotesi scientifiche non solo non le servono a nient~, ma costituiscono tn
certi casi l'ostacolo maggiore che impedtsce di giungere ad una compren•
sione 11deguata - ossia dl 'conservarsi'.
Così, il confronto con lo psichico-oggettivo porta l'individuo a ripen-
sare ai propri istinti innati, a quel modo psichico immediato cli cogliere l'am-
biente che costituisce l'arma e l'autentico strumento dell'uomo, In quanto
però proprio l'istinto è la funzione che è stata in un certo senso sostituita
da tutte le conqlÙste della civiltà, diventando cosl inconscia, non ci si può
appellate illimitatamente o aJmeno non direttamente all'istinto, in 4uanlU
quest'ultimo 1n certi casi pianta semplicemente in asso l'individuo,
Le rappresentazioni archetipiche sono La riproduzione delle reazioni
STRIJ"ITURA 155

istintive e del modo immediato dj cogliere una data situazione esterna a


interna. Esse vengono in aiuto all'individuo là dove il suo Indebolito istin-
to personale fallisce o dove egli non è cosciente ddJa profondità e della
portata della situazione. GU archetipi sono dunque al tempo stesso ciò che
presta soccorso e, per via del loro valore energetico superiore, dò che co-
stituisce il maggior pe.ricolo, Per que3ta ragione, l'individuo, per conserva-
re se stesso, è costretto a confrontarsi e con essi e a strappar loro quanto
appartiene s.lJa sua propria vita e alla sua qualità specificà, Così si è reso
giustizia ad un tempo all'unìversale e al particolare ed il singolo è collegato
alla totalità psichica.

In ultima analisi, il processo di individuazione hn come fine quello di


trovare il punto centrale della personalità psichica complessiva e di istitui-
re un centro psichico che non consista né nella sopravvalutazione della co-
scienza, con l'Io come fulcro, né io quella del processo autonomo e del fa-
scino esercitato daì processi archetipici.
Se l'Io è in grado di distinguersi dalla personalità mana, l'energia che
11uiva quest'ultima è trasferita ad un a ltro archetipo, il Sé, l'immagine pri•
motdiale della totalità psichica e con ciò de.ila peculiarità ir:idividuale e del-
la sun situazione particolare, tesa t ra due immagini del rnohdo e due prin-
cipi e.l'azione, l'esterno e l'interno. Per via dell'equivalenza energetica del-
le due forze, queste da un lato vengono relativizzate e da!J'altro agiscono
sull'Ego, impedendogli cosl di identificarsi con una delle due, ma anche
di mao tenere una posizione statica. Ciò che agisce da entrambi gli aspetti
della totalità psiclùca, è per un verso fonte di continuo mutamento e di
nuovo orientamento, per Wl altro è una forza istintiva che pre.rne affinché
sia soddisfatta quella più ampia cornice della personalità dì cui tanto forte•
mente si avverte l'azione.
Come tutti gli archetipi, anche quello del Sé è investito di energia ed
attivo; ruttavia è destinato a rimanere solo uo evento interiore, se non vie-
ne integrato dalla coscienza. L'archetipo del Sé, in quanto immagine pri-
mordiale della totalità psichica, contiene in se stesso l'esigenza della sua
rea/inazione, in altri tertnini della rielaborazione della specificità indivi-
duale nella vita personale e nella realtà concreta. Cosl l'individuo, a diffe-
renza di quanto avviene nel caso del processo autonomo, non è più posto
soltanto di fronte al problema di salvaguardare In posizione di realrà, ma
a quello di collegare la realtà psichica con quella esterna. Questo ha comi!
conseguenza che il centro della problematica diventa la stessa i11dit1id11ali-
tà, vale a dire da una parte la peculiarità individuale, con la quale si cerca
T. WOLFF

di rendere giustizia alle esigenze di entrambi j lari, e dall'altra l'azione spe-


cifica che tut t'e due gli aspetti della totalità psichica esercitano sul proprio
essere particolare.
La natura specificamente individuale non può essere form.ulatn in ter-
mini razionali, bensl solo sperimentata e vissuta. Altrettanto poco può co-
gliersi in modo razionale lo psichico totale, dato che esso contiene in sé
la coscienza. Quest'ultimo può dunque esprimersi solo in modo simbolico
e nel simbolo mostra una comprensione figutata del proprio essere, come
pure di quell'aspetto che inclica la via individuale che è necessario seguire
in quel dato momento. Sono dunque i simboli del Sé a fornire e a produrre
l'individualità e.cl .insieme sono lo strumento con cui si ottiene il ce11tramen-
to deilt1 personalità, di quella personalità che non è più riferita solo all'Ego
e nemmeno al processo autonomo, ma alla psi.che nella :sua interezza.
Ora è lo psichico totale il centro della personalità, e l'Ego è un fattore
o un complesso tra ahri; ora, esso sa di esserlo e si orienta di conseguenza.
Il Sé è origine e mèta dell'Jndividuaz.ione, è l'autentico essere innato. U
processo di individuazione lo pmta alla coscienza e con ciò a realizzazione.
Daro che lo psichico cotale contiene l'Ego, il rapporto dell'archetipo del
Sé con l'Ego può essere espresso solo nel simbolo unificatore. La funzìone
di questo simbolo unificatore è di indicare la direzione, di distribuire le
differenti componenti psichiche ed integrarle nella coscienza.

Poiché lo psichico totale rappresenta una grandezza che abbraccia la


coscienza individuale, da uo punto di vista fenomenologico non può essere
un oggetto immediato, con il quale l'Ego abbia un rapporto simile a quello
che ha nei con.fronti delle figure del processo autonomo. È vero che nei
sogni il suo apparire come Sé può avvenire sotto forma di una personalità,
qualora cioè l'aspetto in questione sia capace di diventare cosciente ed as-
similabile. Quando pe.rb la percezione dello psichico totale viene oggetti-
vata e con/igtJrata, ne derivano più simboli astratti di situazioni neUe quali
vengono problematizzati l'ordine simmetrico e La config□taziooe del pun-
to centrale, come pure le trasformazioni che ne risultano. Nei simboli di
situazioni astratte si esprime anzitutto la struttura psichica totale, in se-
condo luogo però anche un certo distanziarsi dell'Ego da implicazioni e
legami solo personali e una sua relativa non-identità con uno stato o un
habitus predominanti, giacché esso è solo una deUe due posizioni contra-
rie, e anche l'altra è contenuta nello psichico totale.
li Sé viene ad esempio simboleggiato come centro di un cercbio o di
un quadroto, e così s i esprime come centro virtuale della situazione psichi-
STRUTIURA 157

ca totale. Poiché la relazione al Sé è effetto di un atteggiamento, anche


lo psichico totale uppare come risultato, ad esempio sotto forma cli bambi-
no o di uovo. La sua attività particolare può raffigurarsi come ruota o co-
me vortice, e la sua non-identificabilità con ]'Ego in uoa forma differente
da quella umana, come quella di un fiore o di una stella. L'indissolubilittà
e la struttura indivisibile dell'individualità si esprime ad esempio nel sim-
bolo di un cristallo o di uo diamante. 72 La reJazione dell'Io nei confronti
dello psichico totale ha sia un effetto poshivo che uno negativo, perché
significa la fine della supremazia della volontà e della decisione solo sog-
gettive e in certi casi può porLare l'individuo proprio in situazioni che egli
vorrebbe evitare. E poiché lo psichico totale non contiene solo i valori,
ma anche i non-ve.lori e i val.ori opposti, dato che aJtrimenti non sarebbe
totale, esso viene sentito anche come un essere demoniaco e pericoloso.
Lo psichico è sperimentabile solo come immagine. Tutto ciò che è nuovo
appare sempre prima nell' immaginazione come figura fant11stica, nello stesso
modo in cui tutto ci~ che in genere ohrepassa la coscienza momentanea
e la comprensione razionole, può essere percepito e spedmentaro anzitutto
solo come immagine. n Le immagini psichiche sono altrett!U)to reali ed og-
gettive di qualunque fattore del mondo esterno. Reali in quanto banno una
loro efficacia, oggettive in quanto non derivano dall'Io, ma dalla totalità
della psiche. Il riconoscimento consapevole e la realizzazione della totalità
psichica, vale a dire del Sé, costituiscono il compito e il fioe della seconda
metà della vita. Tale riconoscimento fornisce all'uomo tutte quelle espe-
rienze originarie della vita e dello spirito di cui egli h11 bisogno per raggiun-
gere la pienezza del suo essere - e con ciò anche l'esperienza originaria
del più proprio essere interiore, che è paradossale come rutto lo psichjco:
è l' unicità dell'esperienza vissuta momentanea e ad un tempo l'essere con-
tenuti in qualcosa di più ampio e più esteso, che a sua volta è comune a
tutti gli uomini. Questa qualit-à dell'individualità è per così dire la sua di-
mensione della profondità, mentre l'asse verticale è rappresentato daJla realtà
esterna oggettivamente data e dalla realtà interiore oggettivamence data
- dalla quale posizione media nasce un punto di vista re!atjvo - e l'asse
orizzontale può essere paragonato al mutamento temporale nel quale l'Ego
si muove cost11ntemc:nte per mezzo della considerazione delle posizioni an-
titetiche. Tutti questi paradossi, o piuttosto correlati, alimentano e rinno-
vano il decorso energetlco del processo vitale e trasformano l'Io corrispon-
dentemente alla funzione autoregolativa della psiche.

Con li crescere dell'età diminuisce costantemente la valenza eoergetl•


T . WOLFr-

ca del mondo este.rno e lo psichico occupa una posizione sempre più di pri-
mo piano, Il cerchio della vita omana sembra chiudersi, in quanto la perso-
na anziana si avvicina di nuovo a quella situazione di unirà con lo psichico
collettivo dalla quale da bambino emerse faticosamente. 1n quella fase del-
la vita che è la vecchiaia, le leggi e la realtà psichica si fanno particolar-
mente chiare. La vita psichica vuole non. solo sviluppo e dispiegamento,
ma anche declino e morte, perché questo è il destino umano. La psiche lo
sa e tende a ciò, anche se la coscienza non lo sa o non vuoJe saperlo. Le
leggi che regolano la vita psichica vedono la morte come la mèta della se-
conda parte dell'esistenza e dispongono anche per quesro delle proprie im-
magini primordiali, che accompagnano l'uomo su questa via dandole senso
e direzione. 7 ~ È pertanto essenziale che l'uomo si confron ti consapevol-
mente con il problema dell(l morte. La morte, però, è un'esperienza che
l'individuo compie una sola volta e che non conosce alcun termine di para-
gone né alcun presupposto nella vita persona.le. L'umanità comunque è pas-
sata innumerevoli volre attraverso l'esperienza della morte, la quale per-
tanto ha lasciato la sua impronta nella psiche collettiva.

li come11s11s genJittm ha intorno alla morte concetti precisi, i quali


$ono til3ti espressi inequivocabilmente in ruttc le.grandi religioni della
terra. Si può dire anzi che la piò parte di quelle religioni sono dei si-
stemi di preparaiione alìa morte; in quanto per esse la vita non signifi-
ca altro[. ..) che uoa preparn2ione al 1ermi.nc csttemo, oUa morte. [...]
L'esperienza prova comunque chele religioni non sorgono quali frutti
di un'elucubrazione cosciente, ma provengono dalle viro naturale del ,
l'un imo inconscia, che in qualche modo esprimono adegua1:11nente. Ciò
spiega fo loro diffusione universale e la loro straordinurio efficacia sto•
ricn sull'umanità. Tale ~zione sarebbe incomprensibile se i simboli re-
ligiosi non fossero per lo meno verità narurali psicologicl1e,"

La necessaria preparazione alla morte viene espressa attraverso sogni


che rappresentano un mutaroènto di condizione dell'anima, In base a tali
sogni si può vedere come l'inconscio prepati una d isposizione verso la morte
che la coscienza dovrebbe accogliere. A questo proposito bìsogna notare
che anche in persone assennate la crescente mancanza di significato del-
l'Ego si esprjme nella presenza di due stati di coscienza. Nella coscienza
dell'Io la conoscenza dell'avvicinarsi della morte non è presente; invece nel-
l'altro stato, nel quale è lo psichico 11d avere un ruolo gujda, lo si sa. O
viceversa ci sono uomini la cui coscienza dell'Io per tutta la vita ha credu-
to solo a ciò che si può afferrare e che è razionale, ma che, pui invecchian-
STRUTIVRA

do, incominciano a confrontarsi con realtà psichiche occupandosi del pro-


blema di Dio e dell'immortalità.
Nell'età avanzata, col cessare della tensione fra esterno e interno e
con U crescere della realtà psichlca, sparisce visibilmente l'importanza del-
l'Ego. Questo si avvicina a quella condizione di piena inconscienza dalla
quale agli inizi era emerso, nella quale esiste ormai solo lo psichico ma non
più un Io petcettivo. Questa esperienza la psiche la raffigura nei simboli
ddla dnascita e della vita dell'anima dopo la morte.

L'idea delln vita olm: 111 morte è W\a di queste immagini, µi scieru.1
non hn alctJna misuro in comune con queste imm11gini primordiali. Es-
se sono dati Irrazioo:ill, condizioni a priori ddl'iromoginuionc, che sem-
plicemente sotto e di cui la scienza non pub scrut:ue lo scopo o le giu-
sto direzione che a posteriori[ ... ) Le immagW primordiali Sl,no, o pa-
rer mio, organi psichici [...) La maggior parte degli uomini, In ogni
tempo, ha sentito lo ncccssit11 di credere alla sopruvvivcnza. l, .•] Pen-
sando che la vita oltrepassi i confini delle morte, noi agiamo secondo
il senso della vita, 3nchc se il significato cLi qu~sta idea ci sfugge.''

1 P.JOUIA>f, Uberdenposiliu/Jlist;/,~" 13egriff,1,:t \Ylirklichke/1, in 1.0ie Natù!Wissenieho.hcn•, 19H, H 29

' Que,1• con,idcruìone potrebbe anche essere espressa mediante le seguenti parole di Kan1: ,tJI cam-
po delle inwizioni unsibili di cui non $iamo coscienti e che 1u11avi• siamo ccui dì poJS<edccc, cioè
il c-ampo dtUc nippresenta~Ìoni osrntc nell'uomo (ed a11chc negli unlmuli) ~ immenso; invece le r11pprc-
scntv.ioni chiare non sono che podùssinù punti ~peni alla cosdcnz1t; ~o quctla rhe pul, esser d.:11a
la gnnde cuta dd no11ro animd non esìsrono che poche ione illumin11te, e ciò pi.IO vcnimcntc farci
tner•vig,lia.ra dc.I nonro e:,s.e.re. Se unn porcmrn !:Upcriorc potesse diro: "Si-a f•rt• la lucet", nibho1 ccn~
za il minimo intervento (prendiamo per esempio un letterato con iucca ciò che ha nella ,ua memoria)
un meno mondo •pparircbbe ni suoi occhi, [ ...J Cosl, nell'uomo, il campo delle N1pprcscn1nzioni mcu-
re è il p1ì) v.,10~. /111troptJlogia d«I p,mto di ulstn pmgmtttlco, in Seri/li mon,li, UTET, Torino, 1970.

' Comunque:, ci furono sempre uomini In cui esperienza psid,ica individuAle non fu conforme alls vi-
sione Jcl mondo dominante (dogrn•tica). Nature ll)Ìslichc oolsc,o e dettero fonru1 alle recondite p,o-
fonditl dell'Gnirru1 mcdidnte uno oosdienza religion più ampift. Altre ancar11 [e espressero in 11n lin-
guaggio apporcntcmcntc:: convcm.iormlc, ma che agll iniziati rfsult~v• profond~rncntc simbolico, tome.
secondo LUIGI VM.U (J)ie C~hel111spr,,che Daf//fl ,md d•r Fedeli ,I'Ap,o,.,,, «E11ropaische Revicw• 6, H .
2. l930) è il ca.so cli Dante e dd poeti della rosa minu,a. Anche l'allegoria e I• iimbolica dcRli alchimi-
T . WOLFF

sii, ohrcmodo oscun, In parte uniforme e in p•rte Invece variat• individuulo1ent<e, pa~ c,sece un ten•
tativo di rappN!Scnme j processi psichici e quelli di trnslorrmmone, Cfr. }UHG, P1ìcologia e a/chimio,
cit (N,d ,C,J.
Potrebbe dipendere lt11 l'altro dftlla maggiore di(fcrcittiozione dell• nostra co1cienzt1 il fatto di
aver perduro Ili dimcstlcheu~ nel C10nfrontl dcll'lmm~ginaziorr: i.n~ come forma di percmone i.nterio~,

• Goethe 1crive a Riemcr (5.Vlll.1810); .,L'uomo non pub rimanere a lungo nella condiiiorn, cosciente
o nella consapevolezza; deve fuggire di nuovo ncWincoscicnz•, giacch~ è qui che si trovano le ,.dici
dcU.. suo vita•.

' Tipi psicologici,

• JuNG, Tipi pitcolop/ci, dt,


1 lbi1lm1.

• L,1 di!lcrenza o I'antite1I multuNLlc rtpoloaiea si può scorgere Ml modo più chiuo quondo due Indi,
vidui cU tipo differente si occup•no del mcedesimo oggctco A quc:sto proposito vedi in portlcolore U
capitolo l ddl'opera dl ]UNG, Trpi psicologici, cit,

• «Una volta dct1'rminatc le rttzionl 2biruali, poJSiruno quasi nsere certi d1 ,wcr colm nel segno, poi•
ch6 c,se non solo regolano il compornamcnto memo, m~ crtano le esperienze specificht:I). JI.ING, 17po-
lugla pt!cologica, in Il Pf0bk111a d,ll'it1comcio ,rei/a psicologia 111odenia, cit.

10 Jn quinto lunz.iooc psicologica, la sensazione non è nuuralmentc limitate a u:mpl id pcrcuionl ~cn

sori.o.U, m• avvectc en~ le rcahll di Cauo psicologìche, intdle« uill, morali, estetiche e cos) vie,

11 Sull'empici• del tipo funi.ionole dr. Tipi p1icalogici, clt., copirolo X.

" Nell'opera di jVNG, TroI/or,11aiio11i e timboll de/In libido, tn Opere, V, è dc,crittu una serie deUe pii,
importonti si11112lonl p,ichico-coUeltive, Motivi e figure principali sono ad esempio lì lotto con il dra-
go, il viaggio notturno per m01e, il tesoro prezioso difflcile du raggiungere, mm-te e rinasclt11, l'eroe,
gli animali soccorn:vol.i, il mago e la strega, la rtuformozionc

u Vedi jl!Nc, /sl/1110 e lnco,ucio, cii.

' ' Vedi jlJNC, Pìico/ogi,, A.11nli1icn ed ed11t:az/olld, in Ope,v:1 XVII.

,. Vedi JuNc;, L'Io t l'i11co111cio, cit,. in particolare il c~pitolo li.

11 Vedi }UN(;, Com/def!J;;:ip11/ generali ri,lfo !.'Oria d~ì complm,, In Op,,e, Vlll.

11 }UNO , Tipologia psicoloaica, cit

•• lblde111,

" Vw.l juNc, A111m11 l Ttrru, in // proh/1!11111 d,1/'incumc,o 11ella psicologia ,,,odrma, ,it
S11lUTTURA r6r

n Jui,,o, Diaw1os1i1che llsso~1atiannt11di~11, 2 Aun., Bd. 1 u, 2, J .A. Barth, Lcipzig 1911.

"llconcctro di 'complcuo· è una dcUc primissime scoperte di Ju11g e rìs,tlc ad un ~riodo che preted•
la sua c.onosccnw dcllte idee di Freud. Più tardi Freud ha riprtso do Jung il corallo di 'complc1so'

" JuNc, La dloinosi psicologico del [,mo, in Opere, fl, I

" e "Jui;u, I fondamenti p1icolog;c, del!,, cred,ma 11,glé rpiritt, in Opere, Vili.

" JuNc, Psicologi,, della demertlta pr.iecox, in O~"• ili.

u JuNG, P1icologla tt patologia dti cosidd<II/ /enomerti occulli, in Op,re, L

,. FR. Zurma, ].Ch. Bltw,hurdt, Brunntn Verlag, Glc.ssen und Bisel, 1922,

•• Vedi JuNG, La strt,uu,u deff'animn, cir.

"JuNG, Co1JJide10tio11i g,·neralì 111/t,, ttrrll/11ra del sogno, In Op,-re, VIU e l.'applicabìlitil p.rt1tico dell'all~•
lisi del sog110, cii.

" v~ùi )llNli, Pilcologla ,111a//1iea ed ed111:,mo11c, cit.

>l JuNG, L'applic:,bilità pratfcn dcll'a11aliri del sogno, cit. Ad un 'opiniont assai simile giunge un uomo
del 186 I , un precur<ore in psicologi", il qu•le allo domanda: «Do dove provengono 1 no<trl mgni?•
d~ la seguente ri~posu: «Esclusivamente dal proprio Sé. Cibchc non è in mc, e sia pure sonnecchiante,
non può ridenorsf in rnc. Posso sognare solo ciò di cui sono capace nellu veglia. Questo ,1.to di cose
d~ ad ognl sogno un significato, un sipJ1ificoto molto più gronde di queUo di cui favoleggiano i libri
dei •ogni. Molto Infatti di queUo che nella rnlo vìh sveglia non si arrischia ad uscire, una paura, un•
speranH, un desiderio, un moto d'invidia, l'ollvolta si manifesta ~•nzo ulcun riguardo nel sogno, cosic:-
ché molto spesso gm2ic ai sogni che ,i fanno ci si conosce sono un aspetto dçl tulio nuovo e si cono,cc
anche l"altro in modo nuovo in base ai sogni che racconta. Non solo il comportamento della persona,
anche ciò che e c:omc essa sogna, ci conf'ntc cli trarre delle conclusioni su quello che è. Ciò che essa
(nel ,ogt10) dice• sè, spesso i: qualcosa che da sveglia non oserebbe confessarsi, oppure quello che rie-
chcsgia cosi lieve da essere soverchialo do! frastuono del ginrno e che ora, divenuto udibile nel sllcntio
deUo notte, pare rivclnrci un segreto del tutlo n11ovo. E questo è quinto il sogno compie realmcnu,,
solo che in esso non~. come riticn• il supcrstlr.ioso, un segreto dd mondo esterno n rivelarsi, m• plut•
tono un segreto del proprio cuom,. O,u 1',.iume11, Confcrcl\l'.a 1en11r1 aJ Winen!ChoEtlichcn V=in
di Berlino dal Dc. fadmg11n (Profcasor in HoUe), W. l-lcrz, Berlin, 186 l.

., JuNG, li s,g11iftcato dello {JJicologia ptr i ttmpl modm,i, cit.

" ]uHG, L 'npplicabilità prd/lC~ dtll'11n,11/ii dd rognl, cit.

" jUN'G, L 'la e l'incomcio, ci1.

" Qowro alle fmmogini di cui si compongono e alld loro efficaci• cmo1lva, i $ogni 'slgnl(icotivl' s0110
ricono,cibili quali espressione dell'inconscio collcuivo. ESJi affiorano quundo lo psichico,oggettivo è
anivato; 11nche come sogni ioizieli ocl caso di prevalenza pJm1logica dcll'inco11$cio collc1tiYO. Lo lo,o
affinità con le rapprc.scnuzloni archcripiche è e1pr~n d,ù primitivi mn1vcr.10 Il fatto d,e sogno e
rcmpo mitico sono design3tl dal medesimo termin•, o •BCbc p,er il fotto che i miti ven~'1no rivelati
do! sogni.
162 'I'. \VOLFF

•• JUNc, Spiri/o e ~ita, cit

" ]IING, 17pl psìccfogic,. eh.

•~ Vedi Jutro, An,,.,a e mo,1e, cit.


" Cfr. il paragrafo sul processo di individuoiìonc.

" Cfr. )UNc, Scop; della pskour.1pia, in Oper~. XVI.

" VcJi JuNG, L'Io e l'i11comcìo, cii.

" Ibidem.

" Ibidem.
' 4 L'immagine ucc:liètlpica ~ «il nccc:ssario opposto complcmcncarc dclJ'islf1110, il quulc comporta,
agire GnaJistico, m• presuppone anche una COfllprcnsione deU• situazione momcntnnea ahrc11anto es
rispondente al senso quanto aderente allo scopo. Questa eppn:nsionc dcUa ,iituazionc dato è ~•nnt
d.U'immagine esìstcnte a priori. Quest'hnma3inc rappresenta )a formula che si pu~ applicare e se-o
la quale l'npprcnsionc: di un dato d) fatto nuovo sarebbe lmposslbllc», )UNO, Tipi psicaloaicì, cit.

" Vedi JuNG, Glì an:he1ipi dell'i11coiucìo col{ellùm, dr.

" I\ propn,ita dell'esperienza di un'immagine nrchetipica (in qucsro Cli.so di un'imm,gine di Dlol e
me pure della 1011a p~r uo'assimila.zione cosciente vedi ]UNG, /-'mie Kla11s, in Opti'!!, XI, 1.

" fn termini psicologiru, ~ la 1eosione fra di,posizionc e rwi~ionc ttPQlogkttmcntc superiori eque
iob:riorl.

,. }UNO, Tipi pJìcologici, c!t.

'' Vedi JuNG, L'fo ~ l'i11co,ucio, cii

" L~ concezione psicologia dctl Sé <leve essere rigorosa monte distinta dal!<, idee mctaftSichc quali s,c
ad esempio quelle che carnllerizzaoo il pensiero indiano ed anche da visioni simili dcUa mii1ica o(
dcnrak Al fondo cli IUIIC le oHermnioni su di un~ gr:uidc:a:o psichia che cras«nde lo coscie:-t
può anche es,ccc che in ultimo ut1n1.o si trovi un'esperienza annloga. Tutc:avie la formuluionc di t
grandczia, il modo in cui Ji rcalizu I• suo esperienze e U comcnum dd suo t:Sserc, cd oozitulll
modo in cui ,i sr~biliscc un rappmto con essa sono - corriaponden1cmcn1c ulla shuazionc di coscie,
foodamcnralmcnce diUeren1c - d:l turto incommcmucnbili.

" e •◄ JuNC, L 'lo • l'l11co111cio, cit.

"JUNG • R, WtLHEl.M, /I scgr~to d,I ft,;r~ d'oro, cic.

"JuNG, L 'lo • l'i11comcio, cit.


,, JuNc, L, divme etìi dell'uomo, in Il probl,rna dell'inconscìo 11elw p1icolo11ìa lfl()Jema, cit.

>• L'espcricnia dcl!o psichico-oggenivo ha da Rmpre 1rova10 il suo scdlmcnlo ncl(c 'immagini prin
diali' , Sono queste le immagini del 'viaggio nonurno per mlllc', dcUa lotta Qon il drogo che cu1tod
LI tcroro, del pcckoli dell'onimo n(gli inferi e nella condi~lonc dopo la motte e pTim• dello rcinca.
zionc, cosi come sono dcserille nei libri egiziani e tibc1oni dci morii: sono t simboli cosmogonici e
STRUTTUltA

filosofie gnostiche, dei processi delle irufocmaiioni ,tlchcmichc che sono cel•1i ,ouo I' .spetto ma1c-
1ialc e cosi vla. Si trattu delle immoglni del problema CJSt'nziale dcU'umanitt <kl problcm• del dì veni-
"'cosc.ic.n1i, dcli, 101111 della coscicnla contro l'inconuptvolczn cl,c sta di r,ontc alla prlmo come un
nemico di narum dc:111011iac1, m• che al contempo co11ilcnc Il pi~ prezioso dei lcsori: lo vita crcarrice
dello psichico e quell'1UTipllumcnro dcllo coscicnu che ,i conqui.111 aunverso l'ln1cgrnione dello psi•
clùco, L'ampllumento della coscienza consis1c nel riallacci2rc la coscie117.a - cflimcra, razionulhricn,
orlcnt•t• veuo l'estemo, 11llontan1rasi daJl'isrlnro - 11 simboli, r quali nicolmuno della loro vira tter•
n• k più l'cconditc profonditi della noma anima. Non ~ possibile che la vita si rcaU~il in tult:l le
rua picnc~za, se non in accordo ~n ess[i); la saggeuo ~ un ritorno verso di CM[i] , N.:m sl 1rut111 in
realrà né di lede, né di sopicnz•, ma dcU'accordo del nostro pensl<ro con le imma~fni primordi"II del
nosu-o inconscio, in:apptcsemablli progenìmci di ogni id~ the po~!• tffiorarc aUn nom« coicien111o1.
jUNG, 1.e diùane e/Ìi d,(1'1101/10, cir.

•• j\JNG, L'To e l'incontcio, cit.

'"' Vedi ]UNO, Prico/ogio Jell'i11corucio, in Opu,, VU cd oggi specialmente Ltt p1icolog,n della lmsltrt.io•
Il<, in Opere, xvr, 2 .

•• H . .R!QU>;RT, A/*111ei11e GnJ11dkgt111g d~ Philo10phi<:, cit.


A> }UNG, J problewi diti/a p1icoterapia mode1'1a. dt,
61 juNO, Prfocìpl di fmcoten,pid pratica, dt,

•• NcUu p3lcologlu dei primitivi, l'O111bra viene anche iodiala come, 'animo del c~spugUo', ci~ 1,na parie
dcll'~nim• me nbim non 11eU1 50eiet1i wrr.ma, ma ndlw uoturo sdvaggia e chevionc incontro sotto for-
ma cli onimnlc, onlmale nd quale in cerù casi cl si pub rro.,formare, per lo piò con Jcopi dì megi• nera,
L'Ombra eittraumana dell'eroe - inteso come penoruilit?o in Uno cerco misura sovrumana - è
mnboleggi•ta da wi wgno di Annibale, ..Annibale, dopo la conquista d1 Sogunto, si vide chiamato
Jn sogno da Giove e invitato al coru= degli dèi. Al suo arrivo, Giove gli comsndò dl fare la guerra
conlro l'Italia e sii asscgnb un uomo di SCDrta, scegliendolo tu i presenti, GuidJlto da questi, Annimle
n1orcib con il suo esercito. L, aua &uldi, pe«i, lo ammonl di non guardarsi intorno. AJb lunga wu,ivla
Annlba!r non poté reggere e, vinLo dalla curiwitÌI, geub uno sguardo dietro di sé. Allou vide un •oi•
mule orribile, mostrUOJO, rutto avvolto do4erpenti, che ad ogni ,uo 11a•SO dlstruggevu pianti:, arbusti,
c:a1e, l\uonito, chi= al cnmpag110 divino che cou significasse questo orrore, e questi gli rìbstté: "La
rovinR dcll'lt~lln'' e lo cson~ poi ~ non esitm: e a non our•~i di quello ovvcnisse rucrro di lui, ~uc
sue spaUe.• . Cltoro da 1, )EZOW&K, Da5 B11ch der Tr.111111~, Rowobh., Berlln, 1928.

" È neceSS11rio f•r prcccd<!te un'esposizione complcro deU'immYj!iae dell'onimo • quçUa degli altti t r-
chetipi in quinto è con l'mivoione deU'irnm~glne dell'anima che ll flVVlft il processo vao i: prop110
di confronto con lo psichico-oggettivo.

" Sen!o p.\lchico e vita psichica; psid,ismo uu1onomo.

•• Vedi }UNG, /Imma ~ TtTTa, cli •


.. Ibidem.
0 Vedi Juwa, Gli arr:b,1;p1 ddl'i11conscio colltlliuo, eh,
•• Vedi JuN<;, L 'lo e l'lncomcio, cit.
" •Lll vita~ un criterio della veri1ìi dello spirito. Uno !J1lrito che tnscini l'uomo fuori delle sue VoSSi•
bilit~ vi1aJi e cerchi 'iO!o l'adempim~nto dei sé srcno, è uno spirito erroneo, non Menu colpa ddl'uo-
mo, che ha in suo patere di concedersi o nno. J1JNG, Spirito e vita, cit,
. IL CONCETTO PSICOLOGICO DI ENERGIA

Non c'è dubbio che ogni nostra conoscenza incomincia con l'e•
specicnzn; do che mai infatti la nostra facoltà d.i conoscere sarebbe messa
in moto se non da parte di oggetri che colpiscono i no5tri sensi, e che
da un lato determinano da sé le rappresentazioni, mentre dall'altro mcr-
rono io moto l'artività del nostro intelletto a raffrontare queste rap-
presentazioni, a unirle o a separarle, ad clnbororc in tal modo la mnre-
ria prima delle impressioni sensibili, in visra di quella conoscen1.a de-
gli oggecri che si chiama esperienza? Quanrn al rernpo, perrnnco, ne.!•
suna conoscc11Z11 precede in noi l'esperienza e t11rre incominciano con
essa.
Ma benché ogni noscra i:onoscenza cominci con l'espcrienia, da
ciò non segue che essa derivi intenuneme dall'esperienza. Potrebbe
infatti avvenire che la nostra stessa conoscenza empirica sio un com-
posto cli db çhe rkeviamo mediante le impressioni ç di dò che I~ no-
stra facoltà conoscitiva vi aggiunge da sé sola (semplicemente stimola-
ta drule impressioni sensibili).
I. Kant, Critica della rag/oh pura

Sebbene il concetto psicologico di energia sia desunto dal sistema coo-


tuale della fisica, di cui applica anche i più importanti princlpii.ESO 11011
lentico ~conce_tto fisico di energia ~non .è dunque necessario prèòc-'
~~~ tutt~ l<è, ~e ~o~gli_ezze_o p~rsino d~lle u)ti,me conquiste della
.ca teorica. 1 Come disciplina autonoma, la psicologia può legittimamen-
permettersi dj prendere a prestito concetti analoghi tanto dalk..s.d~.1e
la narura quanto da quelle della cultura, se coh e~si è 1n grado di coglie-
adeguatamente il soooggetto e a conClìziOne inoltre di chiarirne l'uso
minologico. La difficoltà di elaborare una terminologia adeguata viene
1 Psicologia Complessa non solo dal suo essere una disciplinn recente,
an~e dal suo ogge~ o, la cui e~~e.!J_ZJ\ p.Y.Ò. ve(lire_espr.es.sa.solo in .parte
modo razionale. Un'ulteriore caratteristica della paradossalità della psi-
: Tanche la seguente coppia di opposti( contenuto/ edtwe~ Come i
nenuti psichici devono essere compresi conformemente al loro senso,
:l i processi vengono visti come relazioni enel'getiche, il cui compito prio-
ale sta non tanto nel particolare significato volta a volta dato dei feno-
166 T. WOLFP

meni, quanto piuttosto oella loro reciproca rdazione d1 moto.


La Psicologia Come_lessa usa pertanto il concetto di energie C.Q.llle un
p~ipc1pio tra--;it_ri «_!'~! la ~fta dell'essenzìàfe'»ein modo-iiitem,ionalrr~e!Jl.e
a_ttalogifip.

Il concetto psicologico di energia è il correlato necessario deUe intui-


zioni ~ Psicologia Complessa sulla struttura psichica. U punto di vista
ener etico mette i singoli fenomeni psichici in un 1·apporlo teciproco /t1niio-
nale. E sso, pur teoendo conto del significato del contt:nuto dei fenomeni
psichici, dà tuttavia maggior peso alle relazioni dinamiche tra i fatti psichi-
ci: fenomeni che si succedono nel tempo, dimostrano di essere reciproca-
mente condizionati quando li si consideri come manifestazioni di un fatto-
re dinamico che sta al loro fondo. Inoltre, quando un fenomeno svanisce
e ne appare un altro, questi mutamenti sono solo manifestazioni di genere
differente di un rudesimo processo dinamico; è la stess11 'P-nergia' che la-
scia una forma d'applicazione e attiva la nuova. I n terzo luogo, anche pro-
cessi il cui decorso è simultaneo, ma di natura dJversa, hanno tea di ·loro
un rapporto dinamico. E inune: perché in genere si realizzi un processo
dinamico, devono sussistere condizioni ineguali.
L'energetica è da un lato un presupposto metodologico della Psicolo-
gia Complessa, ma dall'altro la si può definire coo uguale diritto anche il
sostrato strutturale della psiche. Il fatto che la struttura della psiche abbia
un carattere intrinsecamente dinamico, dovrebbe ormai risultare chiaro da
quanto esposto in precedenza. Che però questi dinamismi abbiano tra di
loro dei rapporti det tutto specifici, diventa a sua volta evidente solo dalla
successione psjcologica de.i singoli fenomeni - presupponendo ovviamen-
te che a fondamento di questo modo di vedere stia l'idea di totalità della
psiche. In base a questo presupposto, lo stesso significato del co11te11uto dei
fenomeni psichici può essere valutato adeguatamente soltanto se si include
anche il punto di vista energetico.

_ ,.·;,,- µ ,,.. È un segno della complessità della psiche, i.I farro che una sola rro-
.,.,..<i1'' spettiva non sia-sulficieote pef cogliere j contenuti C j -pcocessì psichki,
' • ,,. e che unicamente la conslderazione simultan~a dCplù Rlmt.i__di yis_t11_re~qa
giustizia all'oggett-0~ No.ndimeoo, l'aspetto duale del metodo psicologico
si estende dai sooi concetti sovraordinati di struttura e di energetica all'in-
terno stesso di questi due punti di vista, Come a proposito della fenome-
nologia psichica è stato necessario distinguere tra coscienza e. inconscio ed
inoltre tra universale e particolare, così ora anche il concetto di energia
107

Lostra un duplice aspetto. Il concetto psicologico di energ_ia, in quanto è


n'analogia tratta dalla fisica, e!'5l~c;l~~[g}jtzantè) sci~otific9-
~le; esso cioè anzitutt~ int~rpreta i singoli feI1_omenì nella loro
articolaritaeneCToco sensp s~d(jç9, ma m,~w:_inJisalto il valore dinaml·
;-ébevienelc:;.Q qg_llJ:SS~te çoordìnatLru. punto di vista ~g_yraordinato del
loro~ ssiooe.
- com·~-;:;~;nc~-t to psicologico di ~nerg~ p~i:91 ~so ~L'2.~a_syU~_11att{m
,ichzca e non può dunque ope1~mente in 1110,.4~ qu~ntlta_t_iv~ .. La co_n-
!~!9!!.e_qttaljtativa, ~ossji,. quella çhe_conferisce il s~nso psicologicocal feoo-
Leno, costituisce il correlato necessario dell'altra, giacché la psicologia ha
che fare con uomioJ e non ccm corpi e processi fisici . La natura psichica
a certamente un decorso naturale, ma !!P,P,ate s:olo sot to fatma.di conte-
ut9 e pçgc~~~ -P.§i~co,.do~·ln UJ]?_ forma volte a voltJ particolare. In
ltima analisi, pertanto, il concetto psicologico di energia non ;1bbraccia
)io relazioni dinamiche!, ma anche significative. Quindi, per la sua appli-
azione è necessario anche il metodo(!!tdividualii~~-eJle ~cienze _<:l,etla
~ t,ur~.

f?m:_,tot~!_.l?~iche è u_n complesso di fun~_iq_ni tlvolto all' ada!t~-


tento ed orientamento in relazione tanto alle condizioni del mondo circo- -"\
:ante quanto ~ all11. r~;ltà clrTatto clellastruttura interiore deU' G;dividu~. '
1
:ssa, m!lruli,..p.ooe e d ~ p o r t o dell individuo con la realtà esterna
SQ!!.S1Uella_p$ichlco.:.oggeJ:tiva. Questi rap[Jorçl_@n_s9no "ciln?J:\!.t:a stati-
~_a.-1.e_cpndizioni dell'ambiente _e steino sono iJ ris1,1!t~to ~i
n ~recesso storico, in _misura maggi2!:e o gu,nore a se.cooda_g~i. casi. l_ya-
>ri~conomjg,_soc~ logi9,.,,p9litici è cultura~1cambi~no ~ostantçm~:gte, in
10d;=piu ii?.,ido Q._più lentOas~conda de'Iré' g;.9che.
Ugualmente, anche iuingQ,lo indbililuo è in piccolo u1112rocess9 stod-
~- La psico1_ggia..ç!,cll.Aom,o cauibia_in__b~ss: aUa..;ma.c:.tà,_.@! _!n_ç9cc_,t1 seco.9--
~l!,J?.!.QQ!~tlca..soggetj:iva o del d~~ ino estemo. E vero che la strut-
ura innata dell'individualità non è sottoposta a mutamenti, ma lo è il suo
10do empirico di agire, ed è con quest'ultimo che ha a che fare una psico-
>gia che voglià essere una scienza spetimentale. Essa ha bisogno quindi . i;'}'"'
i una concezione dinamica per sussumere il mutevole sotto un concetto ~ ·.'.:-- '
lobale, ossia sotto un concetto che subordini i processi che si susseguono~ t
un l'altro ad un punto di vìsta sufficientemente ampio, 1
\lèlw··"''
Accanto alla dinamica della successione Jempor,gle_dei processi.psichi- , ,. . ,
i., però~:} ~ §i. e~è~~è'_un 'aJtr~ ~er_.!~ ~ncora 9J _r~pp~t.!1 quei pr_pçes~i çjQè ,.
be so~o_regp_rocl!mente ççgrdinati e che .si svolgono in modo sinc1w10,
•- - \ ·r;,•
(~ }. ',_.~e ~ ';4•1•,.1L.:-.
'
<.ì1 1 ... .
I
\ C'\-f\t.,~

"' \l.\ .. .\..-) 1.,.;


ti "\
I () V'.:t\...6~ .;t..,.() ""._ 1
)..__
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Il, \_.u . , t,., 1\-
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I
168 T. WOLFF

Guardando da un punto di-\ùstadiverso.da.qu~ll~Lckcoi:so...cJ'.Qnologicd,,


ossia da quello della totalitÀJi.el/Qifhico, si possono ""Ootare duecl.iiia~
smipsièl1iCì che qu~nto _a tempo E.?~ncidwO e ~h~ s'oki ,l?<lf'.)Ontenuto e fòr:·
ma sono differenti: quello conscio e quello inconsciq_. 2 . -

17.ic:o-mpleinentarietà s incrona cll._coscienza ejt:ic_o ~cio_J un .d.a.to_di


fatto che.anche a prescinaere dalla çgmpe~~Lon~ di lignifir;JltO, risulta,
Cluaro sott<?..ISJPe.g_q puraCQC:nte ~~ziona/_ç,jn__Ql.l~l}~O è e({i~e. Si è dun-
que fissata come imprescindibile regola euristica della Psicologia Analitica
quella secondo cui contenuti mancanti nella coscienza provocano una pii).
elevata attività d dl'inconscio e che, viceversa, il sopravvento di materiale
inconscio poggia su di un atteggiamento insufficiente della coscienza. E
più precisamente: dal valore superiore o inferiore, non si possono trarre
immediatamente conclusiooi relative ai contenuti necessari a ristabilire l'e-
quilibrio; piuttosto si tratta in primo luogo d ella fenornenologiR di una 'di-
stribuzione delle forze' . ~e,_a proposito dei çlinamismi cronologici, l_a de-
scrizione che ne viene del decorsò psichico è in un certo senso Q_rizzontale,
aUòra si pvò ç!iie che i: processi sincroni si _sv-9~gono invece sul(' asse vertiC!!·
JJ: dell'accadere. J\pb_edu_!:Je forme di esposizione, comunque, sono viste
dnlla ptospettiva d ei processi di moto-ovvero di quei processi che si civela-
nola- strutturamerente della psiche~
- Diventa dunque necessario trovare un'idea che comprenda le serie dei
rapporti, tanto del decorso cronologico quanto di quello sincrono, all'in-
terno di un principio sovraordinato, un'idea quindi che sia in grado di con•
siderare l'antitesi del susseguirsi e del giustapposti dinamico da uh medesi-
mo punto di vista. Inoltre, come secondo requisito, essa deve essere io gra-
do di spiegare la sede dei rapporti trn conscio e inconscio - serie che è
differente sia per forma che per contenuto - ranto come fenomeno sin-
crono quanto nel suo funzionamento dinamico.

lJ pcincipio che soddisfa questi requisiti è il punto di vista dell'azione


energetica dello psichico, il quale porta ad una concezione energetica. Que-
sta concezione non solo abbraccia il decorso cronologico e quello sincrono
e permette di collegare ill modo dinamico le differenti serie di relazioni
sincrone, ma offre anche un ulteriore principio eudstico di importanza certo
non secondaria. Questo principio, che anche in fisica ha dato al concetto
di energia il suo significato sovraordinato, è quello della sostituzione delle
relazioni qualitative con quelle quantitative, dell' «azione delle forze» con
la funzione dell'azione.
lL CONCBTI'O PSICOLOGICO DI ENE.RGU.

Nella vecchia scienza naturale si parlava sempre degli effetti, e


in seguito questo modo di vedere ani iquom venne rimpiazzato dalla
legge della conservazione dell'energia; cos} qui noi e1:rchiamo, nel campo
della psicologia, di sostituire l'effetto reciproco di (one psichiche coor•
dinate 1r11 loro con una energia pensata ln modo omogeneo. [...) E nem-
meno, io senso rigoroso, le forze fisiche si trasformano l'una neU'a.l-
m11 bensl ~ l'encrgiu che modific-.t ln sua forma fenomenica. Le forze
sono fenomeniche: ciò che sra alla base dei loro rapporti di equivlllcn-
zo ~ il concetto ipotetico di energia, che nacurnlmcnte è del tucto psi-
1,:;\~. cologico e non hn nulla II che fnre con la cosiddetta realtà obiettiva. 1

Come per la fisica, anche per la Psicologia Complessa la concezione


ergetica è di inestimabile valore metodologico, poiché tramite essa il coo-
tto Ldi cOsaè sostituffod~ Cj!;!éllO (}.f_Y~l{fzig_~~ Come in fisica l'enetgia
on possiede uo1esistenza identificabile»,~ cos) anche l'energia psichica
on solo non è concreta o conosciuta, ma è addlrittura un'incogruta, una
ra ipotesi, un'immagine o un'en tità convenzionale>>.~
Il concetto psicologico di energia, quindi, non spiega il materiale psi-
ico, ma mette i processi psichici in reciproche relazioni di moto di genere
:iamico e quantitativo, ed è soltanro a queste relazioni che ci si riferisce
n la concezfone energetica. «L'energia è un concetto astratto dalle rela-
mi di motm>. 6 Qui, dunque, non si tratta anzitutto né di contenuti spe-
'ici n é di quantità, bensl del rapporto dei fenomeni dal punto di vista
ll'intensità e dello stato di tensione. 11 loro valore energetico si riferisce
lcamente alla loro efficacia e resta estraneo a qualsiasi vaJutazione di un
nto di vista non-energetico (ad esemp_io morale, estetico ma anche rela-
'O al contenuto).
La concezione energetica dello psichico non pretende neppure d1 of-
re una spiegazione dei processi psìch.ici in generale, ma solo di un loro
terminato aspetto. Giacché l'energia non può essere colta o percepita
quanto tale, ma si manifesta sempre in specifiche forme fenomeniche, i
:1omeni psichici devono essere compresi e valutati da un'alt ra prospetti-
ancora oltre a quella dinamica, se .o.on si tratta solo del loro significato
ergetico, ma anche di quello del loro contenuto. Questo aspetto è già
lto esposto nel secondo capholo, a1 quale pertanto rimandiamo.

Nel caso dell'applicazione del concetto psicologico di energia, si pos-


no n9rsre tanto alcuni paralleli fondamentali con il concetto fisico di ene.r-
1, quanto ecifiehe-àevi&aiGni.p1ologiche da quest'ultimo. Prinet'pi pa-
~leli sono · principio di equiualen~1 vale a dire il passaggio di una quan~
~! de~erminabile di energia da uoo stato ad un-altro, e. il concetto di entro-
pia, ossia il movimento che tende.all'equilibrio energetico e l'irreversibili-
tà del d~or10. Inerente ad entrambi i prindpi è l'intuizione di un gradien-
te di potenziale: una rrasformazione di energia ba luogo solo in presenza
di una differenza di llveUo.
Le varianti psicologiche e le deviazioni dal modello fisico si basano sul
fatto che in psicologia non si tratta di corpi inorganici e di processi mecca-
nici, ma di esseri psichici viventi. Pertanto, un'energetica psicologica deve
tenere conto delle qualità caratteristiche del suo oggetto e trasformare con-
seg~e~~~~nte _il_~Q.d~l!.C?~C~!_..s~ !1~~rio anche~oltrep~_sarlcl:-
7\ A tali modificazioni corrisponde anzitutto il concetto del fattore esten-
sivq,. che definisce la determinatezza o concretizzazione dina~ca presen-
te di volta in volta nel fenomeno,(ossfa''forma e con:enuto dell'energia. 1n
secondo luogo, si deve menzionare l'inte,vento - possibile fino ad un cer-
to grado - nel decorso entropico, decorso che io natura è irreversibile.
Tale intervento si distingue da quello che si compie :ill'interno dei processi
naturali per mezzo di una macchina, in quanto la coscienza, ovvero ciò che
interviene, è tanto il presupposto quanto in ttltima analisi anche il prodot-
to della sostanza psichica su cui intervi.ene. Una terza deviazione dal mo-
dello fisico è data dalla possibilità e necessità della coscienza - evidente-
mente connessa con questa sua capacità strutturale cli intervenire - di stac-
carsi dallo psichico totale sotto forma di sistema parziale e di isolarsi nej
confronti del sistema psichico-oggettivo. Una quarta modilicazione è vice-
versa la possibilità di mett,:,rc in collegamento reciproco i sistemi parziali
isolaci e di co11gi11ngerli l'uno all'altro. La formazione e l'isolamento di un
sistema parziale avviene nella tarda infanzia e durante la giovinezza, quan-
do la coscieoza dell'Io si distingue dalla totalità psichica e si impone con-
tro di essa sottraendole costantemente energia. In questa età, è la coscien-
za ad avere il potenziale più elevato, e lo psichico-oggettivo è un sistema
scisso, relativamente inattivo. Verso la seconda metà della vita, invece, è
il secondo a crescete di valore e diventa quindi necessario congiungere trn
di loro i due sistemi parziali: coscienza e inconscio. Nel corso di questa
fase, è il sistema parziale psichico-oggettivo ad avere per un certo tempo
il potenziale superiore, che poi gradualmente raggiunge un equilibrio con
il sistema cosciente. Tuttavia, l'integrazione del sistema parziale inconscio
non produce un equilibrio energetico dal quale derivi uno staro entropico,
piuttosto è presente fin verso la fine della vita uno stato energetico di ten-
sione e pertanto una differenza di livello. Il motivo dì ciò è che, con l'ade-
guamento dei due sistemi parziali, viene a crearsi una distribuzione delle
O. CONCE.TTO PSICOLOGJCO 01 ENER.GlA 17r

:zc completamente diversa: l'energia sì muove era i due sistemi i quali


oro volta rappresentano ora all'interno del sistema psichico complessivo
e sistemi aperti l'uno all'altro; in questo modo è il sistema totale ad ave-
iJ potenziale superiore.
Questi processi si possono conciliare perfettamente con una concezione
e tgetica, a patto che non ci si attenga alle definizioni fisiche , ma a quelle
:,prie del concetto psicologico di eaergia. Quale sia comunque il fonda-
!nto ultimo diguesci movimenti e passaggi di energia spt>_cificmnente psi-
ici, è impossibile spiegarlo e si può dire anzi che faccia parte delle quali-
intrinseche alla vita stessa. Come il corpo vivente si sottrae al modello
ramente fisico, cos\ il suo complemento interiore, lo psichico, è eviden-
nente «dotato della capacità di eludere, entro certi limiti, le leggi della
tur-ru>, come dice Sir James Jeans.

Anche a proposito di quei princlpi che sono paralleli al sistema fisico


riferimento, l'accostamento noo può essere completamente esatto, dato
e si tratta di un essere vivente. Per la stessa ragione, però, non è oeppure
ssibile tenere del tutto separati paralleli e deviazioni della psicologia, dato
e stretti sono i legami reciproci.
l.LeE!~.r~sito_l?_e! la de~rminabilità energetica è la misuralione
·tima_di quantità energetiche. Le misurazioni sono possibili solo in rela-
ine a sistemi parziali relativamente chiusi e cos1, per consentire l'asser-
zione, tali sistemi parziali vengono artificialmente separati. Nel caso di
termlnazioni esatte, non si rratta perciò dei sistemi parziali energetici
tumli de.Ùa cosdenza e dell'inconscio, mn di limiti stabiliti intenzional-
:nle all'interno di un certo ambito.
In alcuni di tali sistemi parziali, la quantità energetica può essere fis-
:a in modo oggettiuamente esatto. Questo è possibile ad esempio per mez-
dell' esperimento dell'associazione, misurando il tempo di reazione e sta-
.endo con esattezza altre caratteristiche del complesso. Metodi esatti di
terminazione li possiede anche la psicologia sperimentale, quando ipo-
,za mutamenti fisiologici relativi a stati affettivi, rendendo cos1 possibile
valutazione dell'intensità della forza dell'affetto.
lo secondo luogo, noi possedie.mo

u n sistem11 altamente differenziato a livello soggellivo per ricono-


scere e stimare fenomeni affettivi attuali in altre pccsone: esiste cioè
a questo scopo un istfoto diretto d.l riconoscimento posseduto in larga
misura anche dagliiln.Ìmali, e che funziona non solo ncU'ambico di 11nA
- ,-

stessa specie m1 onche nei confronti degli uomini e degli a.Itri nnirnnli.
Noi percepinmo perfino le più lievi oscillazioni di natura emotiva ne•
gli altri, e abbiamo un senso finissimo della qualità e della quantitli
degli QHerri del nostro p rossimo. 1

Entro certi limiti, questo vale anche nei confronti dei propri affetti.
Alla base dell'espetiehza e dell'osservazione stanno sempre solo siste-
mi parziall pit1 ridottl. Una delermlnazione quantitativa completa ed esat-
ta della totalilà psichica sarebbe impossibile già per il semplice motivo che
la psi.che non è un sistema assolutamenre chiuso da \.J.J1 punto dl vista tem-
porale, ed inolrre perché non si può sottoporre ad una si.mi.le indagi,ne l'in-
te ro corso della vitat dalla nascita alla morte. Pertanto sono sempre e solo
determinati e delimitati segmenti temporali ad essere accessibili aUa com-
prensione energetica.
Analogo è il caso di uno considerazione io un certo guai modo spazia-
le. Neanche qui, infatti, è possibile determinare precisamente l'intero am-
bito dei processi psichici, giacché questi non sono mai tutti contempora-
neamente coscienti e pertanto il sistema non può essere delimitato. 8 Se
però ci si orienta verso il sistema pnrziale cosciente che al momento attuole
si deve studiare, allora questo risulta isolato, in quanto l'individuo è s'i in
costante contatto con iJ mondo esterno, ma le sue azioni e reazioni ad esso
provengono esdllsivamente daUa sua psicologia specifica , ossia individua-
le. La valutazione energerica deve quindi attenersi esclusivamente a que-
sto spazio interiore individuale e considerare il mondo esterno solo come
materiale e stimolo.
A proposito del segmento cronologico come pure di quello sinerono,
è lJossil,ili: sL11Uilirt: su1w111: e.li em:.rgia relativamente valutabili, che nel pri-
mo caso sottostanno ad un mutamento di stato di genere temporale, men-
tre nel secondo :id uno per cosl dire spaziale. Ciascuno, ad esempio, cono-
sct: per esperienza propria siruazioai neUe quali ci si dice: prima avevo in-
teressi per questo e quello, ma ora questo interesse è completamente spari-
to. Oppure: pri.ma sentivo e percepivo le cose molto più intensamente, e
ora invece tutto mi sembra inclirfereate. E relativamente :i.lJ'aspetto spa-
:ciale: vorrei o dovrei fate certe cose ina, nonostante lutta la mia buona
volontà, non riesco a trovare l'energia necessaria.
Con ciò si applica il primo principio dell'energetica: l'energia nonna-
ta
sce dal nulla né può annientarsi; quantità cli eri~rgia pres~llJ&.siste-
ma chiuso resta guindi'.éosfiijte,, Questo, in senso psicol~ico, significa che
l'energia investita aeUal)tCcedente forma d'impiego, se ne è ritirata 11tti-
IL CONCETTO PSICOLOGICO DI ENERGlA

ando un altro contenuto, che però mi è ignoto. Oppure, nel secondo ca.-
o, che l'energia non è a. disposizione della coscienza e deve dunque essere
itrovata nell'inconscio.
Nel caso dell'applicazione del concetto cli costanza, da un punto di
ista psicologico determinante non è il rind io della conservazione del-
1energia, ma piuttosto~ principio di equiva/e,1i . Questo afferma che per
1g ni energia che abbanaooa un certo stato1 su entra altrove un qua11t1,m
lj pari grandezza della medesima o di un'altra forma cli energia.
Psicologicamente, ciò vuol dire che un'attività psichica divenuta ob-
oleta viene sostituita da un'altra attivìtà della medesima intensità energe-
ica, ovvero è sostituibile solo da un'attività cli valore equivalente. 9 E nel
econdo caso; se una certa somma cli energia ba attivato una nuova forma
li impiego, allora un corrispondente qr1antu1n di energrn si è ritirato eo ip-
o da una forma precedente. La nuova forma in cui l'energia ora appare,
,uò essere già presente nella coscienza pur senza essere riconosciuta come
rnsforma.zio□e equivalente della forma precedente svaruta. In questo caso
10n si è coscienti solo della corrispondenza fra U precedente stato energe-
ico e quello attuale. Può però accadere altrettanto spesso che una quanti-
~ di energia sparisca completamente, senza che si possa stabilire quale forma
'abbia sostituita nella coscienza. 1n questo caso, in base al principio cli equi-
·alenza, si può cliroostrare una più elevata attività dell'inconscio. La quan-
ità di energia scomparsa dalla coscienza ha costellato conseguentemente
'inconscio ove ora si rrova pronto per altri jmpieghi, nel caso che il nuovo
tato energetic ssere l'eso cosciente. L'attività inconscia cootie'llg
Uora u valore intensivo che è stato sottratto all'im iego cosciente.
La fenomeno og1a I questa att1v1t inconscia si presenta, a seconda
lei casi, sorto forma di sogni particolarmente vivi, di frammenti fantastici
Jquaoto strani e in aJtri modi simili. L'cs ressione più &equente è erò
i , ione di sintomi che interrorn ono il ecorso cosciente della vita
la cui estensione è ampia e la natura mo tcp ice .• Essi vanno al nervosi-
~o abituale aU'inqwetudine interiore, da improvvisi scoppi affettivi a un
uoto o una tristezza inspieg11bile, da un'attività esagerata o una paura in-
omprensibile a gravi disturbi delln coscienza come depressione, paralisi
lella volontà, venir meno di una funzione importante, pensieri coatti. esau-
imenro nervoso fino a tutta la scala di sintomi somatici di origine psichica.
La formazione di uo sintomo è dunque il sostituto equivalente dd va-
:,re energetica scomparso dalla coscienza, Questa constatazione non è pe-
ò una semplice coosegue-nza teorica trarta dalia concezione della complc-
11entarietà di coscienza e incohsclo, bens1 un dato di fatto dell'esperienza
..1. . w v 1..-rr

basare suJ materiale empirico.

O ra, se l'analls i di questi siototni riesce ad oddurrc alla coscienza


quei contenuti ruiscosti, ~ possibile di regolo dimomarc che la quanti•
tà di libido scomparsa dalla coscienza ha dam o rigine nell'inconsdo
a una forma;i:ione che, nonostPnle h.ltte lt1 diHercru:e, possiede non pochi
tratti in comune con i contenuti comci che avevano perduto In loro
caergia. È come ~e la libido avesse convogliato con 5é nell'inconscio
determin~tc quali1à, e In cosa è spesso tanto chi3r:i che bustano queitl
cunmeri per fan:Lcapircdond" proviene la Ubldo che va arcivando l'in•
conscio. •~

Quanto abbiamo ora stabilito, ci permette di formulare al tempo stes•


so un altro fatto psicologico, che Jung indica con il .c oncetto di/attore esten•
sitJo..0)1'ale concetto s ignifica che la 'massa' dcll'eoecgia investita in una
formazione, non è trasferibile ad un'altra senza che con ciò vengano rra-
sferite anche parti di quella formazione. Il fattore estensivo conferisce dun-
que àlla nuova !orma di stato energetico la sua determinatezza dinamica.
r---11 fattore estensivo ha pertanto come conseguenza che l'energia nòn
/ abbandona un prodotto sotto forma d1 pura intensità, passando cloè senza
resti in uno nuovo, ma piuttosto caratteri del prodotto precedente, nel quale
• ( era investita l'energia, vengono trasferiti aJ nuovo fenomcoo, il quale con-
Ltiene cosl deUe qualità proprie anche cli quello precedente.
TI concetto di fattore estensivo conduce · · a oi · '
pie la tras ormatio11e dell'energia, che per l'ene.cget ica psicolog ica è di parti-
colare importanza e rìchiede per questo definizioni specificamente psico-
logiche.

Al posto dell'enunciato valido in fisica, secondo cui una quantità di


• i... energia
passa da un sistem aro ad un alrr la Psicologie Complessa
~,.. usa es ressioni come is/ocazion e trasfon11azion dell'energia. Dislocazio-
1~ 1e s· n.i.fica · cl or o naturale, asciato a sé stesso d u la sem lice atti-
vazione dell'inconscio: l' intens· ·cazionc di sogni e fantasie e l'elaborazio-
ne
sosti ·V(L di contenuti inconsci in forma di sintonù~ras}ormaziom\cor·
risponde invece al trasferimento in tenziona e, come avviene in fisica con
l'aiuto di macchine. Da un punto di vista psicologico, pertanto, la trasfor-
mazione energetica richiede appunto un intervento all'interno del semplice
d ecorso, e precisamente: da un lato, si devono rendere coscienti ovvero
includere ì contenuti inconsci costellati dal processo energetico e, dall'al-
tro, si deve prendere consapevolmente posizione oei loro confronti.
IL CONCETro PSICOLOGICO DI ENERGIA 1 75

L'attiv_µiQpe, io quanto semplice clislocazione,_i:_endc: ~Yidem~@J_o


fat~oJF_<f.!!.!!!:.nsivo:'' valore ener etico scomparso dalla coscienza è sì spo-
·ato in un modo equivalente, ma non tras orma o tn un mo .o s·colo ica-
rente eqmvatente. L'intens 1cazione del decorso inconscio, dal punto di
tsta]un~ionale, ooo è un'elaborazione sostitutiva sufficiente, come si può
~dere assai E:hiaramente a proposito dei sintomi nevrotici, i quali agisco-
o come semplici disturbi del decorso cosciente. Si tratta di fenomeni di
stagno del processo energetico, provocati da inadeguati gradienti naturali
da ostacoli che si frappongono àl gradiente naturale che trasferirebbe I'e-
e.rgia in un altro stato. Solo tenendo in considetazione anche il/attore esten-
uo, è possibile quell'intervento che trasforma il nuovo stato energetico
1 modo equivalente anche da un punto di vista psicologico, ossia tìspetro
I suo significato.
È pertanto necessario applicare come modello interpretativo anche il
,'incipio di ettttopia. Il principio di equivalenza, intatti, dice solo che i tra-
:erirneoti di energia st comptono mantenendo il medesi.m~i a.l_o~~ Non
1ce mente, rnvece, sul genere deCprocessi nése e· Comé~i realizzano i mo-
unenti di energia.
Un movimento energetico ha luogo solo quando è presente una diff.e-
~iJ!E!~nziale. La trasformazione di forme di energia è collegata al com-
arire di diITerenze di intensità. E precisamente ogni stato energetioofX!✓
1 da punti di intensità superiore ad alu·i di intensità .inferiore. Il movi-
1en.to nasce quindi solo dove sono presenti gradienti, ossia differenze ener-
etiche di livello ed equivale a un trasferimenlq dell'energia da una forma
i stato ad un'altra. - --· ·,
Il concetto qui usato di 'differenza di potenziale' proviene dalla ter-'-----
mcllnamica e comptende in sé inoltre iJ principio secondo cui le trasfor-
rnzioni di energia ~~e ha1:no luo~o aU'i?terno ~i ~n- si~fuia nat~rale _c~lu:
:, tendono !19- çg~,tltbrare il gradiente di ene~a, ~ an trle d1vers1ta dt
alare del sistema compless·ivo passanoc!a unos tato improbabile ad uoo
robabile. Quando il gracut!llte ha raggiunto una situazione di completo
quilibrio e si è arrivati ad uno stato in cui aon compaiono più cUfferenze
i Intensità, ogni ulteriore mutamento cessa e il processo si arresta. L'e•
.e rgia no11 si trasforma più in modo equivalente, poiché è distr-ibuìta in
1odo del tutto uniforme, Espressioae delle leggi che regolano questo pto-
esso è il principio dell'etrtropia il ..9~!L.f1!::.un-1!.!:krevers_ibilità del decorso
nergetico ..albutemo..sil..!!12 siste_ma naturale. ----- - ·
~ natura inanitnata, i processi energetici hanno sempre un decor-
o entropico, l'energia, cioè, passa dallo staro di intensità superiore a quel-
lo di intensità più bassa. L'inverso non ha mai luogo da sé. Il processo ener-
getico ha cosl una dire · ne r · J..il. N.eU~ra abbandonata a se
stessa, tale processo è irreversibile;
loterveoeodo Oel e'"corso naturale, invece, si può ricavare lavoro dal.
l'intensità più elevata e cosl invertire, almeno in parte, il processo energe
tico; con ciò viene ostacolato in misura più o meno grande il raggiungi-
mento dello stato finale entropico. Tutta la vita organica è costruita su questo
fatto. Per quanto riguarda 111 natura concreta, è la tecnica il mezzo con cui
si foterviene; persino taluni animali sono capaci delle più semplici ioven•
zioni tecniche.
Dato comunque che lo sviluppo di calore è legato a quasi ogni proces-
so e che nessun mezzo è in grado di appianare completamente differenze
di temperatura, qualunque trasformazione di energia provocata dal lavoro
è fasieme una perdita parziale di energia. In un sistema chiuso - vale a
dire in un sistema nel quale aon è possibile portare energia dall'esterno
- attraverso quei processi che si mettono in moto da sé, aumenta perto.n-
to Ia somma di energia dalla quale non è più possibile ricavare lavoro, che
cioè, in altri terminl, non è più possibile trasferire in modo equivalenre.

Il problema del traiferimenlo adeguato dell'energia è il problema cen-


traJe dell'energetica psicologica. È dunque necessario analizzare l'equiva-
lente psicologico dei concetti di 'gradiente cli potenziale' e di 'entropia'.
O meglio, anche in questo caso è possibile indagare solo i rapporti di
moto corrispondenti. ComeJa coscienza. umana ha inventato macchine per
intervenire nd decorso naturale entropico, cosl nella stessa psiche, che è
il presupposto della coscienza, hanno luogo processi che intervengono in
modo analogo all' inte1no del decorso irreversibile della natura psichica. Anzi,
si potrebbe dire che, come nella natura esterna il mistero della materia vi-
vente si sottrae al decorso meccanico, 12 allo stesso modo la coscienza è U
fattore misterioso in grado di trasformare l'essere psichico semplicemente
qaturale io valori superiori, disattendendo ognj legge entropica.
Non appena si passa dal presupposto teorico del concetto di energia
alla sua applicazione pratica, si incontrano /orme fenome11iche specifiche
di energia. In fisica, pertanto, si parla in breve di energia elettrica, chimi-
ca, dj energia del carbone, del vapore e così via; in tale modo U concetto
di energia viene concretizzato e identificato con le sostanze sottoposte alla
considerazione energetica.
In psicologia accade lo stesso. li movimento energetico lo si può os-
servare solo sulla base di processi e contenuti determinali o determinabiJi,
1i quali la prospettiva energetica non può prescindere. 11 concetto ener-
:tico dì valore, in quanto si riferisce a processi di movimento, occupa s)
la posizione superiore agli altri, ma allo stesso tempo è collegato con altri
>ncetti psicologici di valore. Il valore energetico di un processo, quindi,
de1er111i114to ed ha un significato anche in relazione al contenuto, come
rviene ad esempio per i movimenti della progressione e della regressione,
,pure per quelli dell'estroversione e dell'introversione. E accanto ai valo-
psicologicamente determinati suss.istono contemporaneamente anche 'va-
ri culturali' universali, come quelli etici, il concetto di differenzìazione
:ila coscienza e cosl via.
Per via di questo stato di cose, nell'applicazione del concetto psicolo-
co di energia vengono coinvolti alcuni momenti propri del metodo delle
,ienze della cultura, ed in particolare i presupposti della Psicologia Com-
essa relativi alla struttura e alla fenomenologia della psiche.

Un presupposto particolare è ]'attività creatrice della psiche vista co-


.e causa ultimR - non fondabile, ma conforme all'esperienza - dei mo-
me1:lti e-dei trasfecimeoti di energia. Io quanto in essi è possibtle osser~
ire tr.asformazionì di uguale 11,1/ore energetico, si può dire cb.e sì tratta di
1 principio parallelo al modello deUa fisica. La deviazione psicologica da
Jest'ultimo consiste però nel fatto che, dal punto di vista del contenuto
dellafi1nzione, possono comp:trire nuovi valori. 1 ' Lo psichico, così, inter-
ene all'interno delle regole del decorso irreversibile, Tuttr:via la coscien-
l non può influire illimitatamente su di esso, poiché il trasferimento di
1ergia è legato a determinate condizioni.
Rientra nella costituzfone essenziale dell'attività creatrice deUa psl-
1e la sua possibilità strutturale di intervenire nei decorsi meramente na-
1rali. La creazione della coscienza e la possibilità di differenziarla ed am-
liarla sono il suo intervento cardinale. D'altra patte, però, essa sembra
rer legato a questo espedmento anche un'intenzione molto precisa, giac-
1é dall'atteggiamento e dagli sforzi di questo suo prodotto dipende com-
le tamente e incondizionatamente fa riuscita di ultedori interventi e di tra-
ormazioni adeguate, A questo proposito bisogna aggiunge.l"e che il pro-
~sso psichico meramente naturale viene sl trasformato in 'cultur0 ', vale
dire consapevolezza, ma solo a patto che si ten,gano presenti a nche le leg-
! c.he regolano la natura psichica.

li principio supremo della Psicologia Complessa - quello doè della


,mplementa,ietl di cosdenzat ;~on,::, '.~.pskhico•oggetdvo) e I, ton·

..
cezione che sta alla sua base dcUo psichico totale - trova la sua fondazio.
ne anzitutto nella teoria psicologica dell'energia.
Dal punto di vista energetico, la psiche totale è un siste,Jl11l...Jll1e,:gc.Ji.ço
relativamente chiuso. Essa non è né riducibile a processi fisici, né un mero
prodotto ereditario è degli influssi del mondo circostante, ma è piuttos to
la datità auronoma ed inerente di un individuo. Nell'uomo dell'attuale ci.
viltà occidentale, il ~istema tot11le è tuttavia diviso in due sistemi parziali,
relntivamente isolati tea di loro e pertanto anche chiusi in sé.
L'orientamento psicologico dell'individuo d'oggi è indirizzato com•
pletamente secondo il sistema cosciente. Questo sistema è cararrerizzato da
' valori culturali' o per lo meno di 'civilizzazione' e dal fatto di essere con•
giunco al complesso dell'Io. La sua funzione è uella di istituire il rapporto
dell'individuo con la ro ria ersona e con il mon o esterno.
Il sistema inconscio, o psichico-oggettivo ~1«.. l?!!L~~n-
te natu.!_a,.psichica, ao2it11tto per la sua stessa essenza e in secondo luogo
in quanto non è congiunto al sistema c~sdeme. Esso f'carattcriu'ato-daf
decorso di costellazfoni energetiche archetipiche. ta sua fuozlone è quella
di portare il sistema conscio in una posizione di equilibrio nei conf~ooti
dei dati psichico•oggettivi collettivi. Questa funzione, però, esso la può eser-
citare solo se è congiunto al sistema cosciente. U collegamento reciproco
dei due sistemi produce una modificazione, ovvero un ampliamento del si-
stema cosciente e in questo modo entrambi i sistemi diventano sistemi aperd
all'interno del sistema complessivo della psiche totale.
li processo di trasformazione dell'energia ha luogo tanto all'interno
del sistema parziale conscio quanto di quello inconscio, certamente con dif-
ferenze curatteristicbe. • ◄
Nella primissima infanzia, entrambi i sistemi parziali sono ancora in•
di.visi. Ben presto però - attraverso un inspiegabile Lncervento psichico
sul decorso naturale - la formazione del complesso dell'Io e quindi della
coscienza rende possibile una stabilirò che consente al ragazzo di sottrarsi
gradualmente al gradiente indirizzato verso il sistema totale. 1' Così, la co-
scienza che sta differenziandosi diventa un sistema relativamente chiuso,
che contiene io se stesso le differenze di intensità necessarie ai crasferi•
menti di energia.
Le differenze di Livello che producono il gradiente energetico signifi.
cano, dal punto di vista psicologico, delle posizio11i conflittuali. Nel bambi-
no tali conflitti si esprimono sotto forma di divergenza Era la natura pul-
sionale e la persona socialmente adattata ancora in divenire, nel giovane
invece sotto forma di 'periodo di tempesta ed impeto', di lotte di natura
LL c.;oNc.;1:.TLU t':,1c.;0LOLJ(;O Ili 1:.NbKvl /1 1 79

ca ed ideologica. L'uomo maturo ha dei conflitti psichici e deve vincere


1trasti ìnteriori. Col tempo, le tensioni iniziali trovano uo equilibrio e
ne a formarsi così un atteggiamento stabile e relativamente immutabile.
questo modo, le differenze di intensità all'interno del sistema cosciente
ninuiscono sempre più e nasce uno stato in certa misura entropico, che,
econda dei casi, si può valutare anche come un faltore negativo, L'at-
,giamenro del sistema cosciente è sl fermo, ma anche rigido, in quanto
sola sottraendosi a ulteriori mutamenti. È vero che il gradiente necessa-
per il processo energetico sarebbe presente, ma appunto fra il sistema
1scio e quello inconscio. li pussagglo o collegamento fra i due sistemi
ato dalle funzioni psicologiche inferiori. Qualora il collegamento del si-
ma inconscio avvenga Lramite il riconoscimento della nuova dHferenza
potenziale, il movimento energetico passa al processo psichico-oggettivo
:onomo. In oltre parole: al posto della differenziazione della coscien-
prima necessaria subentra la differenziazione della personalità totale,
;a che equivale ad un ampliamento del sistema cosciente . La salda co-
enza diventa a questo punto la funzione con cui raggiungere la coosape-
iezza.
Il caso inverso dell'irrigidimento della coscienza, che è un fenomeno
rmale quando non dura troppo a lungo, ha luogo nella psicosi. Qui il
·ema inconscio o non è mai stato cotnpletameote separato da quello con-
o oppure la parete divisoria fra i due è cosl sottile che una scossa un
' più intensa può farvi breccia. Ad og1ù modo, il gradiente verso il siste-
. inconscio è cosl forte che quest'ultimo sottrae gradualmente al sistema
,ciente tutta l'energia, fino a quando, col subentrare della malattia, ne
:nde il posto. L'aspetto psicologico cll questa situazione è un'intens~ chiu-
·a nei confronti del mondo circostante. Con l'estinguersi del sistema co-
ente è superato il rapporto di tensione fra i due sistemi e iJ movimento
=rgctico è diventato entropico. Il sistema inconscio è ora presente, in
·to modo, allo stato puro - comunque in uno stato che procede senza
uo intervento da parte del sistema cosciente e la cui fenomenologia ed
!tgetica equivalgono piuttosto al sistema naturale abbandonato a se stesso.
, certo trasferimento di energia ha luogo anche in questo sistema com-
:tamente chiuso in sé, nella misura in cui le immagini psichiche, ossia
1odi in cui il sistema inconscio raffigura sé stesso, cambiano e si trasfor-
.no. Il loro senso, tuttavia, risulta chiaro solo ad un osservatore esterno
i disintegra a vista d'occhio, dato che più nessun intervento da parte
una coscienza intatta è in grado di farlo risaltare dallo sfondo di quei
·adoni di mondi liberi' e di assimilarlo.
La struttura energetica del sistema psichico-oggettivo o naturale si ma-
nifesta anzitutto nella sua dinamica, ossia nel mutamento spontaneo dei
suoi contenuti. I suoi contenuti sono immagini, i a quanto la specifica for-
ma fenomenica dell'energia psichica aUo stato naturale è l'immagine fanta-
stica, a cui appartiene anche il sogno. Il cambiamento costante delle imma-
gini è segno di un movimento energetico, il quale dunque presuppone una
certa tensione o differenza di livello. Questa si esprime nell'ambivalem;a
o ambiguità delle immagini della fantasia e nel loro apparire sotto forma
dj coppie di opposti. Contenuti nuovi, ossia ancora inconsci, compaiono
spesso a coppie nei sogni e nelle fantasie, come gemelli o dualità. Un con-
tenuto psichico-oggectlvo, se valutato daJ puhto di vista della coscienza,
si presenta come polisenso, paradossale, eventualmente come un doppio
senso. I fenomeni del processo psichico~oggettivo lasciato a sé hanno un
carattei·e profondamente cnantiodromico. Contenuti positivi si alternano
continuamente con altri negativi; nel caso ad esempio si tratti dj una situa-
zione di conflitto presente nella coscienza, un'immagine che rappresenta
un tentativo di soluzione, viene seguita immediatamente da un'altra di l!Sito
distruttivo. Se le immagini fantascicbe hanno a che fare con determinati
valori, neil'immngine successiva sarà rappresentato il valore opposto ovve-
ro il rusvalore: se è il principio luminoso ad essere espresso, allora subito
dopo appare queUo oscuro - in breve, rutti i dati psichici si manifestano
secondo la successione costante del Sl e del No. Sotto l'aspetto fenomeno-
logico, esse sono siruvc.rse, ma anche completamente prive di carattere an-
tinomico. Solo l'intervento deUa coscienza le distingue in base al loro valo-
re psicologico.
Se lo si lascia a se stesso, iJ processo psichico-oggettivo segue la dire-
zione naturale, ossia il decorso entropico; 16 esso allora produce costante-
mente fenomeni psichici, come sogni, fantasie e sintomi, i quali però si tra-
sformano solo l'uno netl'altro. 11 collegamento psicologico del sistema in-
conscio a quello cosciente non si stabilisce mai a partire dal primo, così
come l'autentica differenza di potenziale, psic0Jogicamei:1te importante, è
data solo attraverso la tensione fra il sistema conscio e quello psichico•
oggettivo.

Il sistema cosciente ha come sua car-atteristica essenziale quella dj pos-


sedere la differenza di livello necessaria al movimento energetico. Tale dif-
ferenza consiste nella tensione &a gli opposti. La distinzione fra l'atteggia-
mento cosciente e lo stato di incoscienza consiste nella capacità dl discrinti•
mu-e nel senso più ampio del termine, v~e a dire di distinguere o porre l'e-
IL CONCETIO PSmOLOGICO DI ENeRGJA

nento antitetico; è Ja stessa essenza della coscienza, intesa come inter--


nto della psiche creatrice ne] decorso naturale, che sembra indurre e ob-
igare a questo.
La discriminazione cosciente è un intervento all'interno del decorso
.turale e dei suoi contenuti e processi in sé indistinti; senza tale distin-
me ci saJebbe uno stato inconscio unita.rio, paragonabile a quello p1'e-
nte nel sogno. La distinzione porca alla presa di posizione e spihge così
coscienza a lndirh.zarsi. A differenza dell'orientamento semplicemente
turale, 1'essere indirizzati è una disposizione nei confronti di contenuti
Jrocessi: è valutazione e scelta. L'essere consapevolmente indirizzati se~
ndo valori, scopi e fini mantiene fino ad un certo grado le tensioni di
.etgia senza appiaoade ed è qui11di comrapposro alla direzione irreversi-
le presente in natura. Nel normale deco.rso della coscienza è sempre pre-
pposto e contenuto l'aspetto contrario alla direzione o decisiooe voluta.
vero che un lato ha l'intensità maggiore, ma soio sulla base del coordi11a-
~11to della coppia di opposti. Il 'no' è sempre incluso nel 's)', Nel ca-so
Lesta circostanza venga trascurata, qualora cioè la coscienza si identillchì
n uno degli opposti, allora essa assume una posizione estrema e la tensia-
•cilven t:a rroppo forte. L'altra parte della coppia dJ opposti si dirsocitr dal
•corso cosciente, Il sistema cosciente in un certo qual modo s1 spez~a e
conseguenza di questo è una scissione della personalità - certo, il più
lle volte uon scissione della personalità di genere passivo, sotto forma
nevrosi. Il gradiente trascurato porti! allora oon in direzione del sistema
conscio, ma verso i contenuti oon assimilati di quello cosciente.
Nel caso normale delle coppie di opposti coordinate all'interno del si-
:ma cosciente, quello che avviene nel corso della vita è l'esatto contra-
>. Col tempo, cioè1 gli opposti ri equilibmno al punto che ne nasce un ar-
ggiamento talmente saldo che la tensione necessaria al processo energeti-
diventa tmppo bassa. La situazione, pertanto, è in certa misurn simile
tino stato di equilibdo entropico, in guanto non sono più presenti suffi-
~nti d.iHefell~e di intens~t{I_E uno $tino, questo, che equivale ad uo de-
rso meramente naturale. La differenza di livello e il gradiente sono oc-
ai prodotti dal sistema inconscio. In realtà non è necessario che i suoi
ntenuti appaiano, tuttavia la sua intensità energetica si impone al siste-
a cosciente. In alt(e p~ole: ·usistema inconscio è atti.-uato. La differenza
potenziale indispensabile al movimento energetico è con ciò trasferita
l'antitesi tra il sistema cosciente e quello inconscio. Tutto però dipende
1 sé e come il sistetna cosciente si dispone nei confronti di tale situazione;
•tto diversamente: dal fatto che esso conservi il groprio essere indirizza-
r82 T. WOLFF

to, pur dandogli un altro orientamento.

La struttura eterotetica della coscienza riproduce la struttura della psi-


cl1e in generale. La differenza energetica di livello, necessaria per il movi-
mento e la trasformazione, è data psicologicamente nelle coppie di opposti
e nel loro equilibrio regolativo. La coppia suprema di opposti, quella della
psiche totale, è la compl_e mentarietà di coscienza e inconscio. Finché dura
la supremazia del sistema cosciente, il correlato inconscio è di intensità in-
feriore; è presente, in certo modo, come sous-entendu, come base non ap-
pariscente sulla quale si sviluppa il sistema cosciente, e diventa attiva solo
occasionnlmente e unicamente alio scopo di mettece in azione i richiesti
processi compensatol'i all'interno dd sistema cosciente, In Linea dl princi-
pio, quindi1 esso non (unziona diversamente da un elemento opposto coor-
dinato alla coscienza, con la sola differenza che nd _processo normale tale
elemento è cosciente.
Il decorso non disturbato degli opposti coordinati all' interno del si-
stema cosciente rapp!esenta la dh·ezione energ~t.ica progressjyq__. ~a progres-
sione del movimento e·nergetico consis-te tantç_ pel.c.o.stante avayza,ifcnto
del-processo inairizidlo_di_aclattamèi, to alle dcluesce coscienti della vita,
gi:iaafc,nella-differentiazìo~ a Cl~ . n~s-s~r~d~~·atteggi~~ento psicolo-
gÌèo eaellefillfiiorusuperfori, quanto infine in quelle prestazioni a cuÌin
~rpuoforfrortte-:-be·funziorì.i inferiori possfedono l'intensità ener-
getica rniiioree Iorruscòno appunto la tensione necessaria all'accentuazio-
ne delle funzioni superiori. Va da sé che la tensione fra gli opposti esiste
anche sotto altri riguardi, ad esempio come conHitto etico e in generale
in rdazione a decisioni di ogni sorta. Il movimento progressivo è sempre
caratterizzato dal fatto che il sistema cosciente ha il ruolo gu'ìda,_qi_entre
ta: posizioCJ~ opposta presente all'in~erno di tale s~tçma è_coordinata. 11
-- Se a questo punto un 11.tteggiamento 'abituale.' diventa it1suffi~iente,
per ragioni esterne o interiori, subentra un ristagno di energia, giacché da
un lato viene meno l'adattamento cosciente e dall'altto le recondite pro-
fondità della coscienza vengono intensificate. La situazione di ristagno equi-
vale alla dissociazione della coppia di opposti. 'Sl' e 'no', impulso e con•
troimplllso non sono più in grado di conciliarsi in un atto coordinato. Con
l'esplosione del conflitto, ~u~entra il moviro.~nto energetico a ritroso, la re-
gressione.
- - Q~l p!2_nio~di "'.~sta psicolo~ico, la ~Hrezio~e energetica regressiva si-
gnifica che 2 rm~i sono ~~tiv_ati 9~~ /atto1i ll!gg'!_!tjL"i Chf;. t:ra]io eséJusi cl:il
processodi adatta-mento. L_~,!!gressJ9-~ ?!._Oni un processo indirizzato come
n. CONCETTO PSICOLOGlGO DI ENERGIA

_p_I;Qg~ione, non è caratterizzato daJJa scelta (dilferenziazione) dj de-


rminati ~utf;~oiliurtos't o, ess;-~;e direzione-delgra- 1;
ente naturale1 che in ultima anaLsi porta verso iJ sistema inconscio. Di
nseguenza, crescono di importanza tutti gli elementi fio qui inconsci, sia
J punto di ~vista inte nsivo' pie da quello' e1tensfvo'\Tali elementì conten-
,no quei prÒdotti di natura personale che clisturbano il processo di adat-
mento ed anzitutto quelle funzioni psicologiche che si contrappongono
a Funzione principale diHerenzl:itii ed indirizzata. Poiché però le funzio-
inferiori sono permeate di elementi psichico-collettivi, con esse viene
civato il sistema psichico-oggettivo.
Se la regressione resta un processo lasciato a sé, se cioè Ja coscienza
m .interviene annettendolo, iJ movimenro a ritroso implica un regresso
,che psicologico, giacché l'intensificazione dd sistema inconscio soJ:nmerge
direzione progressiv~. S_i attivano precedenti fasi di sviluppo dell'ndat-
mento, che sono antitetiche a quella raggiunta 1 mentre le funzioni infe-
>ri ora costellate dimostrano un carattere come se corrispondessero ad
1 livello d'età dell'individuo già superato: sono troppo adolescenziali o
fantili. La dissociazione che ne scaturisce rappresenta uno stato nevrori-
. Nella nevrosi la regressione è parziale ed abbraccia solo quella parte
:Ua personalità fin qui non collegata al sistema cosciente. La regressione
venta invece totale nel caso della psicosi. La personalità complessiva spto-
nda ad un piano di adattamento corrispondente ad una forma sociologi-
menLe primitiva. I contenuti psichici portano tratti arcaici.
Qualora invece il sistema cosciente istituisca il collegamento ~,I siste-
a psichico-oggettivo attivato nella regressione, si avvierebbe il ptocesso
invicluazione, poiché ora la natura della psiche stessa è diventata l'og-
tto del movimento energetico.
Regressioni di portata ridotta si possono spesso osservare quando ci
prepara ad azioni di adattamento particolarmente difficili. e soprattutto
bambini e adolescenti. In questo caso, la psiche totale produce da sé,
sia senza alcun intervento da parte della coscienza, l'equilibrio con il mo-
mento progressivo.
_ P!PJtt_~ssior:e e_reg_ressione s~mo rnoyi~enJi di ene.r.g(a che_sj sus~g~o-
\Y!_e!, teml!J. Sono..,(<mezzi. o.punti _di.passaggio del decorso energeJicòf
mtensità dell'una si manifesta a sua volta nell'intensità dell'altra. 1Consi-
:rata dà. u'o punto di vista energetico,

la progressione e l'attiv'ità di adattamento che ne risulta si verifi-


ca solo come un mezzo per Ja regressione, ossi& per la manifestazione
r84 1', WOLFP

dd mondo interiore nel mondo esterno, U che crea una progressione


di tipo diverso che rappresenta un miglior adattamento alle circostan-
ze cslernC":. [...] Dalla narur.i della toncezione energetica non deriva
affnrto che debbo esistere prog;ressione e regressione della libido, ma
solo che d devono C$Serc 1rasformazion.i equivalenti, perchE l'cnergl!·
t icMvede solo il qt1a11lum, ma non spiega li qual.e. Progressioni! e re-
jVC':Ssione sono quindi processi specifici che dobbfamo concepire come
processi dinamici, e cbe come tali sono condinomui du qualit~ <ldln
sostanza. Progn:.ssionc e regressione pcrcib non possono mai esse.re de-
dotte doll'essenil!I del conceuo di energia, ma possono essai-e intese
energcticumcntc solo nelle loro relazioni rcciproçhe, Pcrch~ esistano
progressione e regressione è coso che si può comprendere solo in bnsc
wle qualità ddb sostanza, oula per vfo meccanico-wusale.
La progresdonc, in quanto pro~-e.sso di adaltumento con1inuo aJ-
le condizioni del mondo circo.stante, si fonda sulla neccssilà vitale dd-
l'adattamcnto. IJ bisogno costringe l'orientamento assoluto alle con·
dizioni circonanti e aUo rimozioni~ di tutte le tendenze e possibilttà
che servono aU 'individuuione.
I n11ecc la r,gressionc, come ndattamento ntle condizioni del pro•
prio mondo interiore, è fonJorn sulla necessità vilo.le di soddlsfore le
esigenze dell'individuazione. L'uomo aon è una ma.cchiau nel senso
~hc posso compiere coscanrememc le, stesso lavoro; egli può risponde-
re oU'csigenza ddk nccessirà esterna in modo ideale solo ql13Ddo è adot-
tato onche al proprio mondo inleriore. cioè quando è in sintonia con
5E nesso , E viceversa può odnttarsi al suo mondo interiore e raggiun,
gerc l:t coindclem:a coo .sé stesso solo qunndo è adattato anche ntlt co n-
dizioni del mondo circostanle. L'una o l'uhrn funzione pub essere 1rn-
scurata solo per un ristrello periodo, come dimostra l' espcricni;n. 11

Come l'energia, sotto forma di progre~sione e regressione, in S_!!OSQ.


' ps1cologico si mu~ve ·in avanti o a ritroso, aUo stesso modo essa si muove
i \ spa1.ialme11te :_ sempre in senso psicologico - verso l'esterno _e Y!=t~ l'i;.
terno. Questimovimenti energetici sono l'estroversione e l'intl'Ouersiotte. E;e
\ defiajscono la direzione psicologica dell'energia rispettivamente verso l'og-
," ·'-getto esterno e· v--;rso il soggett~. Estroversione e introversione possono pro-
cedere tanto i.n modo progressivo che regressj•,.10. La direiione estroversa
o introversa dell'energLa non è identica con il tipo di atteggiamento estro-
verso o introverso, giacché la prima indica un processo cli movimento ener-
getico mentre_ques(yltimo un1Jabit11s di comportamento psìcòlògico rèJa-:
tÌvamente stabile. ~ - -- · - - - · ·
-- Poiché l'atteggiamento ùpologìco cosciente non è un sistema comple-
Lrunente1sòlut0;" jJ movimeòto energetico, in certi-casi, può"prendcre fo ai-
rezi9ne opposta a .quella 'abituale'. Così però viene coinvolto il sistema in-
IL CONCETTO PSICOLOGICO or ENERGIA

::inscio. L' atteggiamento 'abituale' possiede un alto grad o di differenzia-


ione ed abbraccia tutti i valori suprem i che il sistema cosciente può co•
liere. Per questo motivo, un semplice ribaltamento automatico nel mo op-
osto rivela un carattere psicologicamente inferiore. Il processo, infatti, resta
bbando nato a sé stesso ed equivale ad un decorso naturale.
Questo processo naturale lasciato a sé è di genere e11antiodromico, un
'Jntromovime!JtOenergetico. 19 U processo enantiodromico si può scorgere
nzitutto sotto forma di fenome no cronologico ed è la conseguen za di un
tteggiamento oltremodo unilaterale presente all'interno del sistema coscien-
:, in base al quale le coppie di opposti si dissociano io modo polare e la
osizione opposta, fin qui inconscia, prende il posto della prima. Nella pro-
pettiv11 psicologica, l'enantiodrotnia è caratterizzata anzitutto dai valori
sicologici opposti a quelli fin qui seguiti.
Il decorso enantiodromico non è solo col.legato con la cilrezionc ener-
etica estroversa o introversa, bensl è un fenomeno psicologico universale.
~uando un processo psichico - un atteggiamento, una funzione e cosl via
- è giunto al culmine, dall'inconscio si avvia automaticamente il movi-
1ento contrario, in quanto si costellano tutti i contenuti e le funzio ni con-
rapposti a quelli finora prevalenti, dando luogo cosl ad una 'inversione
ci v!!J.!?!!'. In singoli casi, questo può~ psicòlogfèamente-un significa-
=> assolutamente positivo; può produrre ad esempio un'improvvisa com-
rensjone ed illumjoazione rnentre cl si trova in una situazione disperata
priva di uscite ed oscura, oppure può essere simile al caso de!Ja conver-
ione di Saulus in Paulus. In generale, però, che l'opposto venga in primo
iano equivarrà ad una regressione ed avrà quindi come esito un mutamento
.egativo del carattere o una scissione della personalità - a meno eh.e il
1ero meccanismo noo sia accompngnato da una comprensione psicologica.
)uanto prima è compreso ed assimilato il movimento contrario avviato dal-
inconscio, tanto meno si è in bana deJ decorso automatico.
Prima di apparire come fenomeno totale, il contromovl.rnento fa sen-
ire uella co:;deuza la pcopria intensità attraver:;u ogni ~orta cli incliu: :;Ì
llpone sono forma di stato d'animo interferente, come un corso di pen-
ieri e di fantasie di disturbo e si rivela chiaramente nei sogni. Se il fatto
he l'energia investita nell'inconscio scorra in direzione contraria è inteso
accolto nella coscienza em compe11razwne della disposizione conscia,
llora si giunge ad un/41Dplfamento e a coscienza mediante il coUegamen-
o del sistema psichico-oggettivo. Nel caso invece del decorso l)uramcnte
nantiodromico e non assimilato, ci si ferma al semplice movimento con-
rario, il quale gradualmente acquisterà un'intensità maggiore cosicché l'Io
verrà a identificarsi con la direzione antitetica, cosl come prima si identifi.
cava con le posizione precedente - con la differenza tuttavia che ora non
esiste più nessuna coscienza orientata in taJ senso, per cui il decorso segue
semplicemente il dislivello naturale. La tensione fra il sistema inconscio
e quello cosciente è pertanto superata, la posizione fin qui tenuta dalla co-
scienza scompare o può persino essere negata intenzionalmente, dato che
l'intensità del movimento contrario agisce da criterio cogente, mentre il
fattore estensivo non è preso in considerazione.

i , Q_uando dive.1ruuiS.Soluto,J~nantiodr~mia è un d~rso cronologico,


:f. p.swibile_p.e.rò.constatare. lti_JJre_sen~_a_ocl}~ qi fe!]O!Jl.f.ni ep_a.[ltiodrg.J!l~ci
,,l• \ }pa~4_..cm:. Aono si11c,:q11i co_n ,Lproci;ssi della c9scienza.-Essi compaiono,
(aél esempio, sotto forma di resistenze apparentemente immotivate contro
attività ed interessi di tonalit~ positiva, oppure sotto forma di esplosioni
di seoùmenti negativi nei confronti di persone cari!, in idee coatte svaluta•
tive o persino blasfeme relativamente ad oggetti ammirati o numinosi -
in breve in forma di processi che interferiscono con il decorso cosciente
e con i valori coscienti. Qualora la coscienza sia pronta ad esaminare-e ri-
conoscere questi fatti. è possibile scorgere un semo in questo meccanismo
apparentemente cioco.
<!)
Pe.r congiung<~r il s~stema pfil.chico-oggettivo a guello cosciente - in
termini energetici, per trasformare in modo psicplogicamente adeguaro l'e-
nergia facendola uscire da~a mera condizione di dislocazione nel sist~m.Jl
psichico inconscio - , è necessario tenere in considerazione due fattori\
Q in primo luogo il fattore estensivo, ossia l'~ame e la valutazion~.P2!COlogi-
ca del nu~_vo poçenzia~, ~ )secofiCfoluogo le f<:Bgi che regolano la trasla-
- z~ru:gra. '~/
fiì La trasformazione può essere necessaria per due ordini di ragioni. Può
~ssere voluta intenzioruilinehte oalla coscienza, ad esempio quaoclo com•
prende che l~teggiamemo fi11uru tenuto era sbagliato o è diventato ormai
insufficientéQPppure può imporsi alla coscienza quando una quantità di
energia è già trasferita nel sist ·nconscio. uesta somma di energia,
allora, im,pone>all~ la propria intensità. Nel caso ciò accada sotto
forma dj(suìtomi nevrotici, · nuovo stato en e ico si fa sentire nel siste•
ma cosciente come rr.ancanza La coscienza resta sì intatta, ma non può
disporre della quan 1tà fissata di energia, Se invece l'attivazione del siste•
ma inconscio si mt,nHesta in forma di complicazione psicologica, poiché
le funzioni inferir i o le costellazioni archetipiche aumentano di importan-
za allora viceversa il sistema cosciente, senza rendersene conto, subisce
. I
1'
IL CONCETI'O PSICOLOGICO DI ENERGIA

nfi.ltrazione cli contenuti e dinamismJ del sistema psichico-oggettivo.


11 materiale del sistema psichico-o ettlvo, i suoi contenuti e i suol ,
ocessi specifici sono il enomeno naturale la presa di posizione della co- - ~ -
lenza corrisponde all' }n e/'ven o Cli tura necessario per la trasformazio-
: del semplice decorso natur e. - · '
--pò1ché l' en-ergia"p;khica allo stato di natura e l'immagine della fanta- _,
1 sono identiche, l'energia del sistema psichico-oggettivo può essere con-
,.inta solamente al sistema cosciente, e precisamente rendendo coscienti
corrispondenti immagini della fantasia. ~esce immagini contengono tanto
7!lCf1Ji!à de!J'cne_rgia del sistema inconscio quanto la~çet~!!!!:,llilt~zza·
rmale e di contenuto, vale 11 <lire l' estensìone energetièa:'--Per queste ra-
Jni, insieme all'im"i:nagi~e fantastica è dato di volta in volta anche un nuovo
1diente, Nella teoria ysicolog~a dell'energia, il fatto.E_e ~ -~VQ e Upo-
nziale energetico sono_correlatJ.: DmOvimento d1energia proviene da questa
:term.Ulata unmagine_ fantastica,..è solo_gu~tHmm,àgioe1~"iitastica. cosl_-
;osl cl1e fornisce uu ultt:riw:e ll1Qvimeutu euergetieo,
· In pratica questo significa che l'energia non uò essere trasferita arbi-
1riamente a una or o m e n t ~ e r e : ess;u1on è com-
~mente disponibile. ;L_aJ.orma_fi~l ~\fovo s_!.~o ~!le1geticç_,{lort0 cara(!~-
e qualità_di gueUa prçsente/.pno_ra.,ìTuttavia a questo proposito bisogna
,che considerare che la 'quantità' trasferita può sl apparire come della me-
:sima sostanza della formazione precedente, ma per quanto riguarda la
a esrem.a non ha bisogno di esserlo. L'es ressione sicluco-o gettiva è
'5!lfJgica ed.1.11ilizza-penanto unJJ.pg!:!,aggio metajo~<!-fon atQ J;uJ11Hi con:-
eti. A se~d.iul.ella.ne~essità_ru;icologica, quindi, iJ fattore estensivo è
ìintendere in m_~ m i s t i c o o simb.oli~ omèslè_m_ostrato a prO:- ·
~ reta ' ' uttiva e sintetica dei so ni. 20
a possibilità di valutare 1a nuova orma di stato energetico in base
la silua~iune in<liviùuale, trova Usuo fondarneolo 11eUa stessa energetica
icologica. È possibile trasferire in un'altra applicazìone solo una quanti-
di energia che sia /iberu per un simile movimento. Poiché il conce tto di
1ergia ha a che fare non con la dislocazione dj sostanze, ma con rapporti
movimento, ne deriva che, anche dal punto di vista psicologico, la nuo-
1 forma nou .N!ppresenta già in partenza una qualche modifica della for-

a precedente, ma è qualcosa di genuinamente ed eo ipso differente. Se


,sl non fosse, un trasferimento non avrebbe senso, anzitutto perché non
vede per quale motivo la prima forma oon sarebbe soddisfacente, e in
condo luogo un trasferimento non sai·ebbe possibile neanche sotto l'a-
•etro energetico, giacché. non sarebbe presente alcun gradiente, nessuna
I •
:,r,~v1 ( ,,•.~\
r88

differenza psìcologica fra l'applicazione fin qui seguita e quella ora data.
Se perciò l'energia passa da uno stato all'altro, questo avviene in quanto
il secondo stato ha un valore psicologico che il primo non ha più, giacché
la quantità energetica divenuta libera può esprimersi adeguatamente solo
nel secondo stato. Da ciò deriva l'esigenza di scoprire l'elemento nuovo del
secondo stato rispetto al primo. Nel caso la fenomenologia del secondo stato
apparentemente non mostri nulla di nuovo o sembri accennare ad elementi
ancora originari, questo non dice ancora niente n proposito della sua valu-
tazione psicologica, dato che solo dischiudeodone il senso gli si dà anche
il suo significato autentico. 2 1
Nondimeno, sebbene nemmeno il fattore estensivo sia immutablle per
via della polivalenza dei prodotti psichici, non è possibile disporre o piacere
della trasformazione energetica (e con questo applicare arbit rariamente il
punto di vista riduttivo o quello sintetico) anche per via della differenza
di potenziale necessaria aJ movimento energetico. Se quindi si deve trasfe-
rire energia da uno stato in un altro, in quanto la forma lin qui data non
ha più valore ed è perciò 'scaduta' , e se la semplice intensità non è ·una
forma psicologicàrllente equivalente, la trasformazione deve allora seguire
il gradiente , ossia la dire~io;1e energetica naturale. La semplice volontà può
contare solo sulla quantità di energia disponibile aUa coscienza e non ha
alcun potere sul fattore estensivo né sulla differenza di livello; la volontà
da sola, quindi, non è in grado di trasferire energia in modo equivalente.

Come riusciamo a tr115formarc in forma sfruttabile praticamente


solo una parte assaì limitata dell'enel'gi,i naturale, dato che siamo co-
strctll y lasdareche la parre di gran lunga maggiore producn, inutiJii-
inta, i suoi effetti in [enomeni naturali, cosl anche oeUa nostra natura
psichica non possiamo sottrarre al decorso naturale se non una piccola
parte di energia. Una parte infinitamente maggiore ci sfogge, e man-
tiene il corso regolare dcU'csistcnza. u

Il corso regolare deUa vita corrisponde alla funzione autoregolativa della


psiche. Se a proposito dell'attuale gradiente si tratta di prodotti inconsci
di natura personale, come ad esempio nella maggior parte dei sogni, la dire-
zione naturale è percepita attraverso il confronto cosciente con essi e me-
diante la conseguente assimilazione del loro senso. Qualora però venga at·
tivato il sistema psichico-oggettivo, già solo la sua i/llensità energetica è trop•
po grande per essere inclusa nel sistema cosciente. Questo fatto diventa
ancora più evidente considerando il fattore estensivo, cioè j contenuti del-
l'inconscio collettivo. Per farli passare daUa loro semplice efficacia aUa con-
IL CONCETTO PSICOl.OGICO 01 ENERCrA

ione di integrazioni signWcative e piene dl senso per il processo esisten-


e dell'individuo, si ha bisogno di un mezzo, la cui funzione equivale
ierto tnodo a quella di una macchina, che è in grado di trasformare l'e-
giu del processo meramente naturale fino a renderla disponibile per un'ap-
:aziooe 'culturale ' , conservando però a1 contempo il gradiente naturale
solo assicura la crasformazione relativamente equlvalence.

Con l'attivazione dell'ìncooscio collettivo, il sistema psichico-oggettivo


:>erto, rna non ancora congiunto a quello cosciente. L'energia si muove
ta i due sistemi, ma questi non si trasformano reciprocamente. Il siste•
cosciente viene permeato da elementi naturali, ma ne è anche scampo-
e gli elementi t111tu1all del sistema psichico-oggettivo non vengono colti
fattori della coscienza - inadeguati a tale sistema - cosl che si possa-
sottrarre al decorso m1turale. È vero che le immagini fantastiche del
ema psichico-oggettivo sono «la natu.ra in noi e lo spixito naturale)>, Le
ici originarie deU11 vita psichica; d'all'ra parte1 però, sono anche dò che
,esciuto in modo meramente naturale1 che di primo acchito si contrap-
le alfa coscienza e che in sé non è cultura. Al contrario, rendendo acces-
Je taJe elemento, l'uomo è messo di frente-alle pecUWJ.rltà della costitu-
ne pl'imitiva dello spirito e deve riconoscere come questa sia sottomessa
esposta a poteri psichico-oggettivi.
Se però il sistema cosciente, pur non congiungendo-si aj fatti naturali
:bica-oggettivi, neppure si oppone alla possibilità che essi siano collega-
quest'a tensione fra gli opposti costella un fattore che pogg.ìa cos) pro-
damente nella struttw-a ps-icbica da costituirne l'autentica essenza. L''atl•
:si fra i due sistemi parziali è in tln certo senso uo 'epifenomeno'; come
1omeno primordiale' esso costituisce la natura della psiche. In questa,
ò, tale fenomeno non si manifesta come polarità, ma come principio ditale,
ne coesistenza di 'natura' e 'spirito'. Poiché natura e spi.titQ (o coasape·
ezza) rappresentano le due mdicazioni di prnvenieoza o aspetti delle con-
ioni psichiche, anche il principio spirituale è fondato oell'essere della
~he. 23
La coesistenza o iJ cozzare dei due aspetti si. può stabilire empirlca-
nte in relazione alla psicologia dei primitivi, alla psiche infantile e ai
ni cornpensatod, nel caso di un sistema conscio che negW per ragioni
alogiche l'aspetto spirituale. Allo stesso modo, l'aspetto spirituale si mo-
1 in quel fenomeni psichlco•oggettivi che contengono idee e fatti che
:epassano la facoltà di formulazione propria del sistema conscio; si trat•
:erto di idee allo stato natutale, le quali però, quanto al loto significato,
sono germi figurati per concezioni simboliche.

Nella psicologia dei primitivi, la dualità psichica è assai evidente. La


psiche primitiva è più unfraria di quella di civiltà superiori, in quanto non
vive in forma di conflitto cosciente l'antitesi fra 'natura' e 'spirito'. Tutta-
via, entrambi gli aspetti appaiono come due princlpi dinamici separati. La
realtà dell'aspetto spirituale può essere spiegata solo atrraverso un'eccedenza
di valore energetico ad esso inerente, la quale si contrappone al decorso
naturale come intemicl dt fom,a specifica. E il contrasto è tale che, nellii
civiltà primitiva, l'aspetto spirituale domina e ordina l'intero mondo di rap-
presentazioni, tutta la struttura sociologica ed anche l'esistenza individua-
le. Tutto ciò che il primitivo vive, fa e pensa, è insieme di significato natu-
rale e 'soprannaturale' e tutte le cose essenziali sono impregnate di spirito
e fondate su di esso. Che «il principio spirituale si imponga con forza inau-
dita nei cooironti di quello semplicemente naturale», si spiega col fatto che
l'intensità energetica della costellazione archetipica cresce lino a giungere
al livello di percezioni psichiche, che si presentano come immagini dotate
di una propria forma. Queste immagini costringono la mentalità primitiva
ad una sorta di confronto con il senso dei processi archetipici e questo sen-
so costituisce la base di tutte le rappresentazioni e le azioni magiche e rituali,
Allo stadio primitivo della coscienza, la stessa costetladone archetipìca
sembra agire come principio duale, io quanto il lato ideale dell'archetipo
si sovrappone al suo lato istintivo, diventando con ciò la base della visione
del mondo, che può essere detta una visione psichica del mondo. Dando
soddisfazione al .lato spu·ituaJe delle costellazioni archetipiche, il primitivo
si libera del loro aspetto naturale, che significherebbe solamente uno 'sta-
to di natura' con tutta l'inerzia inerente e con tutce le paure che sorgereb-
bero di fronte ad una situazione cli caos comple to - e in guesto si distin -
gue appunto dell'animale, il quale percepisce in modo unitario l'aspetto
istintivo.

Da ciò si rfo;moscc la potenza dell'orchecipo, che costringe il pri-


mìtivo ad agire contro lo natura per non caderle in preda. È questo
l'inizio di ogni civiltà, l'inevitabile conscguenzo della consapcvolczzu
e. della possibilità che ne deriva di deviare dalli1 legge incosciente. H

Questo contrasto è

l'espress-ionc e forse 11nche il fondameato di quella tensione che


definiamo energia psichica. [ ...) Qucsra tensione di contrari f...] deve
U. CON'CETI'O PSICOLOGICO DL ENERGIA

esistere anche per ragioni re-otiche., perché senza tensione è impossibi-


le che csis~ un'energb."

La tensione tra gli opposti, pertanto, si può stabilire non solo filoge-
ticameote nell'uomo primitivo, ma anche ontogenetica.mente nel bam-
ìO, giacché essa è innata in ogni individuo;

Questo c!>nfli110 [ .. .] può essere Inteso come un contr~mo tra lu


natura ancora profonda menu: primitivA dell'uomo upp1ma nato e la sun
massa eredit3tia altamente differenziar~. L'essere naturale è coratte-
rizzato do un'intatta pulsionolità, do un completo .ibbundono ulle pùl-
sioni. La massa ereditaria contrnppos111 11 qucstu condizione è eosrlrui-
ta dille sedimentllzioni mnesdche di ru11e le esperienze degli antena-
ti. L .•] In questa eredità sono compcesi gli istinti che derìvnno gill dal-
la fnse animale, e anche tutte le differenziazioni che honno la5cioto
dietro di sé tracce rrasmissiblli in viu ereditaria, A ben vedere qLJindl
ognl bambino nasce con uno. mostruosa inco11g1•11e11w: da un Inta è un
essere inconscio, anim11lesco, per cosl dire; dall'al1ro è l'estrema incar-
nazione dl una sommo di dati creditori antichissimi e infinltnmente
cornpllcatL [...] Quando, grule a un procedimento riduttivo, mettia-
mo in luce 11H stadi infantili di uno psiche aduha, troviaino ~lla base
di tutto i germi infantili che contengono da un lato ;,, stai// nasce11dì
k, succcuiva essenza ~essuale naturale, dall'altro snche tutte le intri-
cate premesse dell'essere civilizzato, Questa situnzione si rispecchia
con la massima evidenza nd sogni dei bombini. Mohi sognì sono sem-
plicemente ' infonrili' e scn1.'altro comprensibili, ,iltri invece concen-
gono possibilirli di interpretazione e cose quasi vertiginose, che svela-
no il loto senso profondo solo allo luce di paralleli primirivi. Questo
altro lato è lo rplrito i,, nuce. L ..] Lo spirito, in quanto principio ag~n•
te della massa eredirnria, è composto dalla sommo degli spiri.i dei prt·
dccessori, dei padri invisibili In cui autorità nasce insieme con il bam-
bino. [...J L'infanzia ~ importante non solo perché da essa prendono
le mosse o.lei.mi storpiamenti dj istinti, ms anche perché aflionmo nel-
la psiche ìnfantilc, procurando spavento o incoraggiamento, i sogni e
le Immagini ud nmpio rngglo che preparano un intero destino. E vi ap-
paiono contemporaneamente quej preic11timr:11ti retrospetcivi che, pro-
cedendo ben olrre il raggio dcli' esperienza infontile, si riallacciano alla
vita degll oll/em1tl. Nella pskhe del bambino, quindi, alla condizione
'naturale' fa d11 contraltare una condizione spirituale. 16

Nell'uomo cìvile moderno, le costellazioni archetipiche formano i1 si-


~a psichico-oggettivo. 1n seguito al radicale cambiamento della situa-
Jne psicologica subentrato con la differenziazione del sistema cosciente,
le sistema rappresenta anzitutto l'aspetto naturale in antitesi alla mehta-
1,. WULJ"'t•

lità primitiva. I processi e i contenuti archetipici mettono d i nuovo l'uomo


civile in rapporto con l'istinto, poiché sono espressione deUe leggi che rego-
lano /.,z psiche. Nelle costellazioni archetipiche, è certo contenuto anche l'a-
spetto spirituale, giac.ché esse sono processi psichico-collettivi e al tempo
stesso immagini che riproducono i processi:

Come gli istioti inducono l' uomo ad una condotta di vita spccifi-
cnmcntc umana, co~l gli archetipi o le categorie costringono la perce-
zione e l'intuizione a formazioni specificamente um11ne. A mio modo
di vedere, è impossibUc dire quale sia il pn·us, la concezione o l'istinto
11d agire. A mc Sl"mbrn che entrumbi siano una sola e medesima cosa,
vna sola e medesimo an ivit~ virale, che solo per .riuscire a compten-
derli meglio dobbfomo pensare come concetti separati. 11

Tuttavia, a seguito dell'isolamento del sistema cosciente, il sistema


psich ico-oggettivo è presente :mzitulto sotto forma di azione dinamica; in
liernuc.lu luugu, µerù, 1:1111.:ht: rendendo coxcienti i ~uoi contenuti, esso cou-
ser\.'.a l'aspetto naturale con tutte le sue caratteristiche del decorso n~tura-
lc. E perciò assolutamente necessario - in quanto basato sulla facol tà di
discriminazione propria del sistema cosdeotc - 0011 confondere il d iverso
carattere dei due sistemi parziali. Solo la consapevolezza costituisce il fon-
do.mento per congiungere in modo psicologicamente adeguato il sistema
psichico-oggettivo. Dato però che il sistema cosciente è solo una parte del
sistema psichico totale, non può identificarsi tout court con l'aspetto spiri-
tuale, fino a che non include i fortori del sistema psichico-oggettivo. 'Spi-
rituale' è non un contenuto, ma un atteggiamento, ed esattamente un at-
teggiamento che no.o esch1de I" ' n:1mrn', ma In pt".nctrn - o anche !.e ne
lascia compenetrare per trasformarla - , quando cioè l'inclusione della 'na-
tura' significa ampliamento della coscienza e consente cos1 alla vira di su-
perare. l'arrestarsi dell'energia.

Il mezzo che congiunge io modo psicolo to il sistema


psichico-o ettivo a guc o cosciente, a s1m olic . In quanto la co-
scienza da un ato sL attiene a a sua 1otegr1 a mentre a altro segue il gra-
diente naturale d i potenziale in direzione del sistema psichico-oggettivo,
sorge un'estrema tensione degli opposti, la quale, per via deU'incompatibi-
lità psicologlca dei d ue sistemi, conduce di primo acchito non tanto ad uo
movimento ulteriore, quanto ad una stasi e con ciò ad un ristagno dell'e-
nergia. Tn questo modo, la semplice dinamica intensiva del processo auto•
nomo cresce fino a diventare immagine. L'immagine di fantasia contiene
a. CONCETTO PSICOLOGICO 01 ENERGIA 193

quantr1m energetico e il quale del sistema psichico•oggetcivo. È espres-


Jne e riproduzione dell'intensità energetica come pure della forma speci-
:a in cui, in quel dato momento, appare la costellazione energetica del
1tema psichico-oggettivo e, al tempo stesso, indica la direzione ddl'uhe-
)re movimento energetico,
Questa direzione è il decorso naturale delle immagini della fantasia.
;sa è di cjpo enantiodromico, ossia procede, per quanto concerne il con-
nuto, sotto forma di mutamento degli opposti. Inoltre è entropico, in quan-
gtadualmente le formazioni antitetiche si equilibrano, cosa che è possi-
le poiché le singole costellazioni archetipiche non sono nettamente sepa-
te le une dalle altre, ma si compenetrano a vicenda. Il deco rso del siste-
a psichico-oggettivo equivale per così dire ad un vasto paesaggio, nel quale
.ingoll fenomeni si presentano sì in successione temporale, per il sempli-
motivo che non possono essere percepiti altrimenti dalla coscienza e che,
:r passare da una percezione ad un'altra, c'è bisogno di un certo tempo;
tardando però la cosa dal punto di vista della struttura del sistema l?Sichico•
:gettivo - il che sarebbe possibile solo percependo tutti i contenuti - ,
m è la successione temporale, ma il modo in cui sono disposti nello spa-
::i a costituire la rappresentazione psicologicamente più esatta. Tuno è
11legato a tutto, tutto si determina reciprocamente e tutto può trasfor-
arsi in tutto - all'interno delle leggi che regolano un sistema naturale
lacivamente chiuso.
In quanto ora la coscienza interviene nel decorso naturale delle imma-
ni della fantasia, viene prodotta la differenza psicologica di uvello fra i
ie sistemi, In quale rende possibile una trasformazione equivalente del
·ocesso solamente ps_ichico. La presa di posizione della coscienza è il fat-
.re per mezzo del quale si può trasformare in cultura l'intensità superiore
:i processi naturali. Aprendosi nei confronti del sistema psichico-oggettivo,
sistema cosciente introduce in quest'ultimo componenti della propria na-
ra. Con ciò lc:1 direzione solo naturale viene trasformata in un essere indi-
:zato in senso psicologico, ossia in configuratione.
La figura psicologica contiene di conseguenza elementi di entrambi.
1istemi: da un lato è caratterizzata dal gradiente naturale dell'immagine
:lla fantasia, cioè dal suo contenuto specifico, dall'altro, però, è plasmata
ùla facoltà che la coscienza ha di distinguere e di dare forma. Il risultato
,Ua compenetrazione reciproca dei due sistemi è la/011nasimbolica. Il sim~
,lo non è né solo un'immagine fantastica né un prodotto escogitato solo
scientemente, ma è piuttosto l'espressione sintetica di e.ntrambi gli aspetti
:ila psiche: esprime l'aspetto naturale attraverso la sua forma e quello spi-
1 94 T. WOLFF

rituale tramite la sua significatività.


L'intensificazione dell'immagine archetipica della fantasia fino al rango
di simbolo introdoce il processo autonomo. 28 Con ciò sono entrambi j si•
sterrd io quanto t-a}i ad essere (lperti psicologicamente l'uno all'altro. Dal
punto di vista dell'intensità, l'integrazione dei contenuti di forma simboli•
ca del processo autonomo ha come conseguenza un graduale equi.librio del-
la diiferenza di livello fra il sistema cosci.ente e quello psichico-oggettivo
L'equilibrio cosl raggiunto dall'intensità, tuttavia, non port,11 ad un proces-
so entropico, perché il/attore estensivo non viene superato dal collegamen-
to del sistema psichico-oggenivo. La differenza psicologica dei due sistemi
continua a sussistere sotto forma di funzione opposta: la coscienza ha co-
me oggetto il rapporto con la realtà concreta e il sistema psichico-oggettivo
l'adattamento alla realtà infrapsichka. Dal punto dj vista psicologico, si
raggiunge con ciò una tensione estrema degli opposti, tensione che alimen-
ta il movimento energetico.
La forma simbolica, intesa come prodotto di questa tensione fra gli
opposti, è la funzione per mezzo della quale entrambi i sistemi vengono
gradualmente fatti passare dal loro isolamento reciproco alla condiziooe di
sistemi aperti. Poiché il simbolo, pur non superando la tensione dei due
sistemi opposti, li accorda su di una nuova base, si può di.re che rappresen-
ti un nuovo graclieote di energia, cioè uno strumento in grado di condurre
U movimento energetico verso il sistema pskhico totale. Lo psicnico tota-
le, però, contiene in sé quella antiteticità data dalla separazione u-a siste-
ma conscio e sistema psichico-oggettivo.

Con la considerazione della fonna simbolica come quella funzione che


permette di schiudere entl'llmbi i sistemi, l'enel'getico psicologi.ca raggiunge
i suoi limiti. Infatti, il realizzarsi di un processo spidtuale, quale è la. for-
mazione di un slmbolo, non può più essere spiegato restando nell'ambito
di una concezione energetica, sia pure orientata nel senso delle scienze del-
la cultura. All'Interno di questa visione, il simbolo può essere solamente
constatato come un dato di fatto e come ma.nìfestazione evidente di uno
di quegli interventi creatoti della psiche,
Se perciò, in queste considerazioni finali, sl conserva la termlnologia
energetica, questo avviene con la chiara consapevolezza di stare utilizzan-
do un linguaggio simbolico, che rende conto quanto meglio possibile cli quei
processi psichici dj movimento su cui ci si interroga.
Nella natura, il processo di trasformazione dell'energia si svolge pas•
sando da uno stato improbabile ad uno probsbiJe. L'intervento che tradu-
IL CONCETTO PSICOLOGICO DI ENBRGJ,\

: in lavoro il processo oaturaJe, conserva, fin dove è possibile, lo stato


11probabile di ineguaglianza delle differenze di intensità. Dal punto di vi-
a della civiltà, però, lo stato improbabile è più probabile, in quanto tra-
iuta forme insoddisfacenti di energia io alrre più adeguate.
La formazione di simboli è p:irtiGolurmentc significativa perché, nel cam-
::, dei processi psichici, compìe un lavoro simile, produce appunto civiltà.
1
aJ punto di vista psicologico, ogni progresso di civiltà è una più ampia
msapevolezza. li sistema cosciente ha hi fW1ziooe di consolidare e con-
:rvare i valori, e in questo modo serve la civilizzazione. Il sistema pskhico-
~gectivo contiene in sé le immagini della fantasia come germi per nuove
::,ssibi.lità, ma solo sotto forma di presentimenti e sogni; e anch'esso, ca.
1e il processo aatura]e1 non fornisce alcun lavoro indirizzato. Il simbolo,
quale, tramite l'intervento della coscienza all' interno del decorso natura-
, archetipico, dischiude i due sistemi, è in grado di soddisfare entrambe
· parti e cosl dJ trasformare in modo equivalente le forme di energia. 29
sso possiede manifestamente iJ potenziaJe rnaggiote, dato cbe congìunge
individuo al sistema psichico totale.
La funzione simbolica è una datità psichica inerente. Essa porta ad
;pressione l'aspetto spirituale della psiche nei confronti di quello natura-
• se non come qualcosa dt sovraordinato, almeno come una realtà equiva-
nte. Soprattutto là dove il simbolo eo ipso ha un potenziale maggiore di
Jello del decorso naturale, l'aspetto spirituale rappresenta la nuova for-
a di stato energetico, e lasciare l'energia allo stato naturale avrebbe come
1nseguenza il suo arrestarsL L'energìa è investita in forma intensiva ed
tensiva tanto nelle funzioni spirituali che in quelle naturali e pertanto
,n può essere sottratta arbitrariamente alle une o alle altre. È questo il
::,tivo per cui, nella prima metà della vita, è psicologicamente sbagliato
via re troppo dai fatti natura/j, giacché il potenzi-aie energetico è orienta·
in base ad essi. Nella seconda metà della vira, invece, l'orientamento
foto in base alla cultura. Il gradiente sta nel sistema psichico-oggettivo,
ngiungersi al quale costituisce un 'compito culturaJe', ed esattamente,
quanto si tratta della datità strutturale dell'individuo, un 'compito cuJ-
:ale' di genere individuale. Per questo il processo di individuazione è ca-
.terizzato da una formatione individuale di simboli. Il simbolo individun-
trasfecisce l'energia dall'atteggiamento biologico a quello 'culturale'. li
160!0 è individuale in quanto aitlta l'individuo a raggiungere lo sua au-
1tica personalità .
Nel corso del lavoro pratico [...] c'imbattiamo ad ogni passo in
queste focmnioni simboliche, che hanno per fine la trnsforma1.ione
delle libido. All'inizio di una cura ltoviamo a l lavoro formazionì sim-
boliche la cui ina.deguatezza rispetto al fine si manifesta nel fatto di
presentare un gradiente troppo ridotto, cosicc_hé la libido non si lascia
m1sformt1_re in una prest-azione effettiva, ma corre inconscfam.entc nel
vecchio alveo[..,). In questo caso naturolmente è indicata l'analisi m,-
ru strictiori, ossia il metodo psicoanalitico ridutùvo inaugurato da Freud,
che smonta tutte le formazioni simboliche inadeguate e le riduce agli
elementi naturali. [.. J La riduzione provoca una scomposfaione di sim-
boli inadeguati e inappropriati, e quindi riconduce al decorso puramente
naturale: il risultato è una stagngzione relativa della libido. Do questo
stato si riC11vano di norma, per forza di cose, le cosiddette 'subhrna-
zioni', ossia determinate manifestazioni di genere oolto, grazie alle quali
l'eccesso insopportabile di libido viene posto in qualche misura sotto
controllo. Cib non bast~ però per plRcare le vere e proprie pretese pri-
mitive. Ma se si analizza con cura e senza prevenzione )11 psicologia
di questa condizione, si scoprono facilmente le disposi1.ioni ulln for-
mazione primitiva della religione e: precisl!mcntc IL una formazione re-
ligiosa di tipo lndividunle, divcrsissim3 dalla religione collettiva dog-
matica dominamc. Ora, poiché le formnione rcligio:.a o simbolica rsp-
prescnt• un interesse dello spirito pcimirivo di importanzA pari al sod-
disfacimento delle pulsioni, ecco che ne risultR logicameote quale sarà
111 strada che percorre l'evoluzione ulteriore. Lo sLrada che conduce
fuori dallo stato di riduzione è la formazione religioia di natura indi-
viduale. In c11.l modo anche l'iodividuolità in generale emergi:- dal velo
della p(l"Sona.lità coUeuiw. 10

Il simbolo è, propriamente, la funzione per mezzo della quale la civil-


tà viene creata e si è creata .fin rl0gli inizi dell'umanità. Nella psicologia
dei pdmitivì si tratta dell'azione magica del simbolo, che domina tutto il
mondo delle loro rappresentazioni. Il simbolo primitivo sorge dal cozzare
de11e costellazioni archetipiche investite di energia con la coscienza. Dato
che a questo livello di civiltà la coscienza è differenziata in modo ancora
relativamente debole e ancora non rappresenta un sistema chiuso nei con-
fronti delle costellazioni archetipiche, il simbolo diventa l'espressione del
fattore intensivo e di quello estensivo degli archetipi, ossia della loro azio-
ne e forma specifica; al tempo stesso esso è il mezzo apotrop9ico capace
di influire su queste forze psichiche.
Con la crescente differenziazione della coscienza, il sistema conscio
occupa una parte sempre ma.ggiote nella formazione dj simboli; questo per
un verso porta alla configurazione dj una simbolica religiosa altamente dif-
ferenziata, per un altro, per~, anche a quell'immiserimento della capacità
1bolica che continua ad aumentare nella nostra epoca, giacché il sistema
;ciente è a tal punto isolato da quello psichico-oggettivo da non essere
1 raggiunto dalla sua azione. Dato che l'energia specifica della formazio-
di simboli non può essere espressa in alcun'altra forma equivalente, la
mcaoza di simboli efficaci porta, in certi casi, a cercare dei surrogati,
esempio semplicemente assimilando simboli provenienti da civiltà estranee
a nostra.
Simboli autentici e perciò vivi sorgono solo sul fondamento delle co-
llazioni archetipiche e di quella differenziazione collettiva o individuale
Ua coscienza, che si confronti con l'efficacia degli archetipi. L'unirà strut-
:ale dello psichi.ca oggettivo è un dato di fatto da cui non è possibile de-
u-e. Gli archetipi non sono eHicaci solo per la loro intensità, ma anche
r la loro estensione specifica; sono configurazioni psichiche con caratte-
inerente e significato a priori. In essi sia forma che contenuto sono dati
lOn possono quindi essere trasformati a piacere. È vero che l'energia in-
;tita negli archetipi assume la forma di simbolo per mezzo dell'inrerven-
della coscienza, la quale la sottrae al processo meramente naturale, ma
n per questo essa scompare dal suo contenuto determinato, bensl si li-
ta a trasportarlo su di un piano culturalmente superiore. L'essenza resta
nservata1 ma la forma è elaborata dalla coscienza volta a volta data .
È questo il motivo per cui da sempre ci sono simboli tipici che espri-
mo le esperieoze vissute fondamentali della psiche e la cui energia non
ò essere tradotta in nessun'altra forma equivalente. Essa può essere mo-
}cata solo dalla differenziazione raggiunta dalla coscienza di una certa
I storica o di un individuo. Una di queste forme specifiche di elaborazio-
di simboli fu da sempre l'esperienza religiosa. L'energia che le è propria
,ta investita in essa, che la coscienza lo sappia o meno. Qualora non sia
~ ente alcun simbolo adeguato a tale esperienza, si ha un ristagno dell'e-
rgia il quale, a seconda dei casi, si manifesta in una nevrosi oppure per
1 di un sostituto di valore inferiore, vale a dire attraverso l'intensifica-
me di un qualunque altro fattore psichico, che allora ottiene un potere
!gitcimo sulla persona.

Al simbolo autenticamente religioso è sempre legata anche l'idea del-


Ificacia energetica e della trasformazione. Ad un piano superiore di ci-
cà, si tr-atta dell'idea di una sostanza divina che viene comunicata nel
stero o nel sacramento. Presso i primitivi, la concezione energetica o di-
mica coincide con l'idea del huminoso. II numinoso è tale in quanto i
:ii poteri sono di efficacia superiore; fattore intensivo ed estensivo sono
T . WOU'P

qualità inscindibili deJ suo essere.


Nelle concezioni primitive, però, il numinoso non è solo un oggetto,
ma anzitutto una potenza - mezzo invisibile, mezzo sostanziale - che
è propria di determinati esseri e di cui, a certe condizioni, ci si può anche
apptoptiare. Tale potenza è caratterìzzara dalla sue trasferibilità o trasmis-
sJbiBtà ed ha la pecuJiarità dJ potersi trasformare in bene o io male. La
concezione deU'eHicacia magica è. pertanto chiaramente l'espressione del
modo io cui i primitivi intuiscono l'azione dell'energia.
n concetto di energia è la formulazione scientifica «di quel qualcosa
che è vivente equilibrio fra opposti». L'idea di energia, però, non è solo
un concetto scientifico, ma è essa stessa un simbolo. Come taJe, essa indica
quella capacità psichica di agire che proviene da opposti, che è in grado
di trasferire e trasformare e che pertanto app11re dotata anche della qualità
della forza creatrice. Quello di energia è un autentico simbolo, in quanto
esprime quell'attività creatrice della psiche che okrepassa la comprensione
razionale. Come espressione di q uesto aspetto pieno di mistero e che costi-
tuisce l 'essenza originaria dell'uomo, il simbolo dell'energia è collegato an-
che aJla visione dell'im magine di Dio e della sua antiteticità: ·

Benc-hé quindi U concc1ro di Dio sia 1.1-n principio spiriLuale par


exullence, il bisogno collettivo prerencle tuttavia che sia al tempo stesso
anche una coocez.lone della Cilasa prìma creatrice, daUa quale procede
tu11a la pulsionalità che contrasta con lo :spirituale. In tal modo Dio
s~rcbbe l'en01M non solo della luce spirituale, eh~ ap()llre come estre-
ma fioritura sull'albero dell'evoluz.ionc, non solo il fine spirituale del-
la redcnz.ione in cui culmina ogni creatura, non solo la fine. e: la mèta,
ma Qnche l'oscurlssima1 profondissima causa di tutte le oscurità natu-
rali. È un parodosso mostruoso, che risponde evidenremi:nte ad una
profondo verit~ psicologica. Esso rappresenta infatti l'antitcticltà di
un medesimo t:ssete, un e5sere la cui n:uura più intima è uos tensione
fra poli opposti. Quc.sto essere è definito dalla scienza con il nome di
e,,crgia. i,
Il, CONCETTO PSICOLOGICO DI ENEllClA 199

ordiamo qui quello che lùcKEllT, Die Ct'fflien du 11a1"rwiJituscha/tliche11 Ber.ri/fibild1111t, ci,., dice
>posiro della metodologia di questo problema:
,.L'acunronamcnto del concelto di cosa, sostiruito dal concetto di relazione, è 11 via suUa quale
ienze nacur:ili del mondo dei oorpi si avvicinano alla loro compiurczu logico.
1n ba.se I dìi Rickcrt tralascia dj consid.cra,e ruue le nuove rcorie fisiche, come ad rn:mplo I,
a della rel.i!vltà, doto che esse non hanno nulla a che fare con Usuo ln1cn10 di mellerc in luce
:uttura logica d eUiI scienz• della ru,tura.
Per questo, continua Rickett, è giustiliCl!to •prendere in esame i progressi compiuti dalle scienze
rali negli ultimi tempi ruu'al più ncllii misura in cui ciò è necessario a mostrare che, uer qu1n10
:me la loro struttura logica, nlcntc è c,mbisto, Prnprìo la drcostanzo che l'idc-..lc logico che s tuva
,asc delle prcceden1i teorie, è presente -a11cora nelle conc:eiioni più moderne, deve necemuiamcn•
,n(erire forza pcrsuasivu ,ille nostre aHetmaiioni. Casi, per quanto possibile, ci libcri•mo dalJo
o - d1t un punto di vist-a logico casuale - deUa scienza naturale nd suo processa cvolu1ivo,.

di U secondo capitolo.

ic, Stiggio di trp0Jilio11e della leoria psico411ali1ica, in Ope.re. lV,


Originufomcnrc, in PJico/ogfn dello ckme11tia praecox, Jung ha uiato l'espressione 'energio psichi-
cr sostituirla poi con il concetto di libido, in ciò appoggrandosi o Freud, ma anche ampliandone
nceiionc. (Questo ampliomcnto e quesn descssualiziaziooe saua estcsumcnte. mo1iv?rl e dima-
i in 1'ras/on11alio11i e 1i111boli della libido). Il concetto di libìdo coincide complctAmentc con quello
,logico di encrgro, che Jung negli ,J1imi anni u,o pressoch~ e~clush,amcnte. Nd citato Sgggio di
i{/011e de/l,1 teurin psicoanolilica, le due espressioni 10110 usate ancou in modo equivalen1e: <1Noi
,amo usegnarc al concem> di ltbido esActamente la posizione che di compere, vale • dite quella
gerlca tout court, in modo da poter concepire gli ever,iti vitali in senso e nergetico e so•tituirc In
hia 'nianc: rccipcaco' con relazioni di equivalcn~• '1$Salut~ . {.. .] Nlu conc~one energetica dob-
10 anche la possibili, ~ dì avere quadrj e segni di relazione dinarnid, che ci sono enormemente ptc-
ncl coos del mondo psichico".
1T presente lavoro fu uso csclusivrupcn1< dcUn 1er1ninolagia più rcccote, e pertanto patia di 'con•
I psicologico di energia' e di 'conceùonc energetica'. Queste e.sprcssioni, però, non sono ancora
,se ovunque: si potrebbe pertanto sostiuùrc la definizione generale di 'libido' semplicemente con
11 di 'energia psichic• '.
t ]AMES JEANS, Die 11e11e11 Crtrndl,,ge,, der Nat11nrlun111nù, ciL

~e, Saggio di e1po1/1io11e della teoria p1icoanal,1i'c12, dc.

~e, E11e'llelicJt psichica, in Opere, VITI.


dem.

prescindere da queste limita2ioni specificamente psicalogiche, una determinazione quan1ha11va


Iuta mente esatta della totalilll pslchic• non è possibile anche per il gencr:ilc motivo meradologico
odo cui ogni 0$SctVeiione co.s1hui.sce un intervento che 1hera l'oggctro da o.sscrvare.

csperìcnu pNtica ci insegna in modo generalissimo che un'auivltì psichica può sempre e soltamo
,e so.stiluira da qualcon di equivalente; un inrcrcnc p11oloeico, un •tta<'Cllmc.oro intensa a un sin-
' può cs,erc rimpiozzaro rolton1a da un legame 1ltreuan10 incenso per un oltro in1crc.uc, r,gionc
:ui non si ottiene mai, ira l'<lluo, che la llbldo s1 u11cchl da tale sintomo senza questo rurrogato.
a
valore energetico del surrogaro infaiorc, sappiamo ,ubito che un• porte deU·e11Crgia va rinmc-
1 11lrrove: se non nella cosdc_nu, In formazioni f11n1utichc dell'inconscio a in un disturbo dcUc
ie• ,upbie,1ru' delle funzioni fisiologiche,,. )UNC, E11ergelico psichico, cir.
T. WOLFF

10 Ibidem.

11 Jbfde111, Jung h• preso il concetto di ' httorc t,tcnslvo' da E. von Hartmnnn , Sull'empiria.del fottona
estensivo ve<li in particolari:, Tms/om1ati<J11/ e ri111b<11i della libido, cit.

11 SJR JAMl!S JEANS, Dle 11Me11 Gnmdlagm der Na/11, Erlw111/11Js, cit., descrive l' cntropin e l'intervento
.al. suo imcmo con la seguente Immagine:
~È c.onforme 11Uo scopo defìnlrt: in genrritlc l'cntro};liu dicendo che fld uno stato piìl frequentc
~petto sempre un'entropia J.liÌl elevati che non Pd uno srato pl11 ro.ro. Con eib l'entropia divento mbu,a
dello 'frequenza' di uno stato dato. Lo naro finale, l'entropia, cvìtn ~ccumuli dl qualunque genere,
sia di ~pecioll ~om1nze, ii• di, "nergic, NeUo 'stoto pi\l frequente' rnnto la matl!riq quonto l'energia
•ono di~trlbuitc in. egual mi,ura.
Tuttavia, un <11SCte di un altro mondo che osservasse lu noma 1crro con sufficiente 01tenzione,
ncnm,bbc sognl che porrebbero f~rlo een.mre e •E>lngcrlo RUa supposizione che qui siano sorprcndcntc-
men1e presenti tccczioni locoll v.llcleggi Wllllétsali dell'entropia, Da un punto di vuu purament<, (i>i-
co, l'oro è un metello de.I tutto cornùnc. Esso non è ln •lçun modo preferito dalle leggi dcUo noturd
o trntt11to in nc.ssuo modo purriCQlare. E nmaviu il nostro visitatore potrebbe osservare come I' intcu
,iserv~ •lltell dd cnondo, che origino.riumcnic era ~bbonan1-• equumeme distribuita su tutta lR supcrfi,
dt' terrestre, i:iv~H l1:1 tr:nd-:-n11J1 ari 1u,c11mulnr~ [n aie-uni pnrhi tt r;,ct-r~ttJnJmi liJoghi, i.I t:ht- .s.unbn
cu-,r-, in netta contraddizione coo quontp affermalo dal secondo prilidpio della termodinamico. Allo
stesso modo, in base •· tale principio, ~ ragione non dovrebbero nemmeno GOinparire [uochi, anche-
se rnvcro O'llo 0mmew, clre posS11no subcntr•re dei cnsi fortui1i, Qut'Slc ,iolnzion1 casua11, però, do-
vrebbero aver luogo in modo nssnl vcro~imiJe quando Il 1cmpo è caldo e scr.co, l', invece il nos1ro visilll,
c11re non sòlo lcoprlrc,bb,, innumcrccvoli [uoohì sulla terra, ma dovtebbe Anche slt\bllire che c"l eom-
plllono panicolsrmente qu:ando ~ freddo e umido, Egli ne vedrebbe li magsior nun1ero su quelle porri
del globo rkoperic cli nev,;., piutu,sto che su quelle bruciate dall'llt1ora i:quatorinle. Inoltre potrebbe
uncorR o>ssorvare che pkcoli accumuli di ghisccio si manifestano In i:,anlcol11re quando il te.mpo è caldo
e ,asciutto.
La po,iibilJ1à che tutçi questi cve.nù avrebbero di oomparire: nd corso normale di uoa riaturo io-
tatta, snrebbc dello steno ordine di grandeua dcll'evcntualitn che un scochio d'acqu:,, posto llll fuo-
co, geli.
Un ~pprofondlto esame statlsdco dcUe più grQ!isplane Jnfrazioro al Jccondo principio rnos!r<,rcbbt
che ì nidi del crimine sono da cicercarè tsattamente nei luoghi che noi indithiamo come c:tenlti di civi•
lizz,1.ione. La materie ln:minu1ta ubbidisce ci-,camentc o.Ila legge, ma ciò che noi ·chiamiamo vita le.
sfugge too alternl successi. Sarebbe ass,i rngionevolc ~e ddinissiruo la vita romc caratterit7.illd d11ll~
capncltb di ~gginire la legge,,.

'' <1Osscrv•ta da quc:s10 lato,., ossie. da qucUo dcf1'011ivit-ò positiva, ql'incosci~n,c ci opp•re ìJ ~ompl••-
so di tuttl i contenuH psìchici i/1 tùJ/u mucl!lldfo, JuNG, Prico/og/a ar1alitlca e. ì'/le/tamc/,ou1111g, in (I pra-
btemo delf'/11comc/a ,w(/<1 pJico/ogit1 rnoden,a, cii.
1 ◄ Da un punro di viscn energetko, l'iticon;clo pcr·soMle 11ppartlcnc el slsttmb costlentc, dato che psi-

cologicRmcnte i ~uoì contc:nutl sono collegul al complesso dell'Io• pertanto possono essere usirnllatl
dallu co,cicn••·

'' La chiusurn cd isolumen10 del sincma cosciente nei confronti di q1Jcllo psjchico-tota!e ~ il ptoblcm11
psicologie.o deU'ìnfonzi11. - un problcm• di cui non si dcv~ sottov,lut,re l'impon•n~• e la diHicoltb ,
VI son" bambini 11.i quali tale proèesso non tie,ce mai con1plcramcntc. li suo parnllelo Wogcnctko può
chjurirtl qucstA problemnttcu., EsS11 h• trovuto il ,uo prcclpi1010 archetipico In innumer-,voli miti e l~g•
gcndc , Per dwe solo qualche morivo: l'ctl dell'oro, lo stato di beathucHne originaria, le leggende dd
,poradiso, il tempo in cui sU d~i •ncora.,; oggiravano sullo rcrrn, l'uomo cosmico orip,lnorio, l'ideo plD•
,nic. dcU'ermofrodita che gli d~i divisero in due metla, il mito indieno dell'isola deUc pietre pnniose
ruota nel mare di urnbro,l1.
Nel bombini si trovano motivi simili nei sogni 'cosmici'. Lo svegliarsi, ci~ la separazione della
1&cienn, viene spc.,,o rapprcsentuta come uno schock moslruoso, oppure nel simbolo di un3 nasc.ha
dio rcrra provenendo da un altro piuncra. Pn:sso I primitivi, la nascita dcU'uomo viene gencr"1mcmc
,legata con e11use non mcrnmcntc norurAli, m• al tempo stesso e principalmente anche 'spiritwtli',
prcciumcncc IJnto In n:mo cosmogonica clic indJvldualc.

La legge ,,condo cui in un sistemo chiuso l'entropia cresce, potrebbe, forse o(frize un• spiegazione
:U'lndipcndenie occasionale dello psichlco-ogget1ivo dalla c~tcgoria Jcl tempo, 8DDINGTON, Th~ Na-
,rr o/ th~ P/;yslc~I \'(/orltl, cii., mostra cqm", lo un ambito spaziale in 11010 di completo i,qullihrio,
:ncrgi2 non è più divìslbUc e pertanro anche il tempo non ba piò direzione. ..L'indica1orc non !a
J■lc dirC'llione seg11ore. Nofl ~•rcbb<: ••~!lo dire cht tale ambito sia ■t=po,ale; gli atomi ,·ibrano
~ modo wuale come piccoli orologi e noi pouÌQmo misurarne velocità e dura.lii. Il ,.,mpo cootlnua
! essere presente e conserva le su~ •olitt: quolltil, ma ho perduto la suo direzione: ~ esteso come_ lo
,nio, mo 'non v11 più avanti'~.

La posizione conuorlR è prc1a In considcra:z:ione anche nél ca.o si• adUSll

Ju.:c, Ene,ge/ica pric/,lcd, cit.

Jung ripr~ndc il concetto di enauriodronùll d• EucUto. Ctr., 1ìPI psit:olotiet, cii,

' Vedi il secondo t11pirolo.

L'ipotesi contraria, ovvero quolla biologk■, ha coodouo ncU~ concezione freudiana da un foto ,ad
.aborim, la defiruziooe solo cousole e moterialc del concctlo ds hbìdo vista com< una sosNnzo immllt••
ile. E dall'shro ,ù concetto dl s01ton:ill corrisponde quello di 's11blim1uonc', con Uquale si intende
na tr:aslorroazionc deU• libido si inautentica e tuttavia rìmcssn allo discrezione della coscienza, la <!U~•
, però non è diversa dallo sostanza. che sti, allo sua ba.se.

· juNc, E,,ctf.e/ic,, ps,ch,ca, cii.


Natura e ,pirito formano ~uno coppia di tontrnri necessoria sU'aurorcsolHiono: l .. J Ali, bue di
u~ti concetti sramx, conrliiioni psichiche lu le quull lo coscìenia dell'uomo oscilla come l'ogo di
na bilanciai.. ibidem.

· JuNG, Psicofog,a a,10/llica • \'Ptltonsch,11,,1111, eh,

' JtmG, fnt,(.tl,ca psichic,,, cit,

, tb,dc111
· JUNC, /11/,110 t i11co111c10. cit.

' Vedi U secondo capitolo.

'In Tr11s/om1a1io11i e 1/1Nboh dtllo fibido, Junç chiamo li simbolo, che 1raslorm1 l'encraia, 11nche • anQ•
,gi, libidica•, intendendo con dli ~upprcsemnianl udottc a e.1primerc in maniero cqulvolente lt libi-
o e quindi a u,nferlrla in una forma dlvcru du quella ori11lnori•~- LB clruione ~ traw, da JuNc, Ener-
,i/ca psithica, cit

'tb,Jc111,
lbtdtlll.
/. IL SIGNIFICATO STORICO-CULTURALE
DELLA PSICOLOGIA COMPLESSA

Io non parlo aUc nuzioni; io mi rivolgo solo nd alcuni pochi uomi-


ni, par i quali vale come verità oerta che le realtà de! nostro mondo
civile non cudono dnl ciclo, ma sono In ultima anolisi opero di nni 110-
minl !ingoi!. Se le cose gra11di vaMo male, è solo perché i singoli van-
no male, perché io stesso vndo male. Perciò per essere ragionevole do-
vrò cominciare col giudicare me stesso, E poiché l'autoritll non mj di-
ce più nulla, io hn bisogno di uno conosceozo delle ltitl me radici del
mio essere soggetfìvo, per potere collocare sopra i fotti eterni dell'ani-
ma umana le mie bnsi.
C G. Jung, fJ 1ig11if/c"to ,Jclla psicologia per I lem/Ji 111od1:nri.

I 'valori..culturali' sono v~__gr(oggéffivg indipendentemente dal fatto


1e ~inno diloatu~iè)t pfu!e~, essi valgQQ~-~:!.~Y là della dlrnens~e
:mpliccmente sogg~Jti.'!_!~ooal~. I capitoli precedenti hanno cetcnto
l dimostrare che 1!.Psicologia Comp~ io guanto scie11ta 1 corrisponde
9uesto criterio. E i diversi,;:.arnpi storico-cultur.ll!J...ç,be in_gJ.Jesto libro so-
J considerati dal punto dl vi~ta della Psicolo ia Complessa, danno ~i-
~a e e sue mo tep 1c1 possi i 'tà cU applicazione indicando cosl l'arric-
limc□to èl'approfondiinento chéfa sctc□za dClI'uomo ne rtc.ev:.:/
P01chè però- rOscessa PslcologiaeompICssa su orCf'inali SCJenza all'e-
1eriem:o, in quanto lo psichico, nel momento in cui se ne ha un'esperienza
issuta, non può essere affatto formulato in modo scieotifko e anche suc-
:ssivarnente può esserlo io modo solo parzialmente adeguato, bisogn.i al-
ira chiedersi per quale ragione sia lecito parlare del 'significato cultur~é'
~ua Psicologia Complessa in un senso più ampio cli quello scientifico,
Avendo silorato nelle analisi precedenti anche l'aspetto etico della co-
Jscenza psicologica, potrebbe sembrare che sotto questo riguardo la do-
1anda abbia già ricevuto almeno una risposta parziale. Ma a questo punto
>rge la domando contraria: la comprensione psicologica, il processo di in-
ividuazione non è una via oltremodo complicata e lun,ga che impegna sen-
i necessità molto tempo in relazione all'aspetto soggettivo e a difficoltà
urarnente personali, le quali invece dovrebbero cedere il passo a cose beo
204 'r. WOLPF

più importanti e indispensabili? Forse che la nostra epoca non ha compiti


molto più urgenti e il singolo non dovrebbe mettere le sue forze a disposi-
zione di qualcosa di oggettivo, invece di coocentratsi su suoi problernj psi-
cologici? Egli, infat ti, vive in una realtà civile universale nei confronti del-
la quale deve assumersi la propria parte di responsabilità.

Nella misw,-a in cui la risposta -a tali interrogativi non è già contenuta


nelle idee dello stesso Jung, si deve cercare di spiegare in senso psicologico
il motivo per cw l'uomo occidentale contemporaneo si pone il problema
di cogliere l'essenza della psiche e le leggi che la regolano.
Nessun'altra scienza, arte, azione ha bisognò di preoccuparsi della s11a
motivazione e della sua nascita in un dat.o momento storico. È sufficiente
che il singolo che sL senta spinto verso di essa, la porti a compimento quan-
to meglio sappia e possa. Alla psicologia, Jnvece, nella sua qualità di cono,
scenza dell'uomo e delle sue motivazioni consce ed inconsce, non è con-
sentito di non fare almeno il tentativo ili applicare a sé stessa i propri metodi.
Solo, a questo punto sorge una difficoltà: è impossibile giudicare in
modo critico ed oggettivo un punto di vista stando al suo interno; ci si de-
ve spostare in un punto esterno per avere una certa panoramica. Il valore
o la mancanza di valore di un uomo, di un evento, di un'idea o di una que-
stione si può apprezzare solo i.n rifedmento a qualcosa d'altro, con cui non
si ha confidenz-a e che non rientra in ciò che si deve valutare. Da dove de-
ve prendere dunque la psicologia questo 'sistema di dferimento'? Essa de-
ve procedere psico!ogicamente. Io fin de.i conti, però, osservato psicologi-
camente, tutto, anche i valoti più oggettivi, è espressione dell' uomo e de.I
sua essere legato e intrecciato alla problematica dell'epoca in cui vive.
Riflessioni di filosofia della civiltà stanno al di là della cornice di una
considerazione psicologica. Jung stesso, nel saggio Il problemfl psichico del-
l'uomo moderno, ha illustrato in modo chiaro e. pregnante la situazione spi-
rituale attuale e come essa trovi la propria compensazione nel processo at-
traverso il quale lo psichico diventa cosciente; solo la sua modestia ed og-
gettività gli hanno impedito di andare oltre la fenomenologia dei fatti e
di trarre delle conseguenze più generali a proposito del significato della pro-
pria opera. Potrebbe però corrisponderè all'intento del suo spldto salda-
mente empirico, cercare di caratterizz.are quei compiti psicologici posti dalla
civiltà contemporanea, che egli si è sforzato di definire e risolvere con il
suo lavoro.
Se nel farlo il concerto di 'civiltà' - nel senso migliore della parola,
ma tuttavia limitato al problema che la civiltà rappresenta per l'individuo
IL SIGNIPlCATO S1'O1UCO·CULTURALE 105

- viene scelto come punto di vista da cui esaminare psicologicamente i.I


significato della Psicologia Complessa, il pericolo di una presa di posizione
di genere psicologistico potrebbe in un certo quaJ modo essere evitato.

È possibile avvicinarsi aJ compito proposito dal tema, anzitutto po-


nendosi la seguellte domanda: quale funzione assolve la Psicologia Com-
plessa all' interno del problema individuale della civiltà? O detto diversa-
mente: quale specifica mancanza psicologica dì civilt~ produce per n ecessi-
tà e come rirnedJo la conoscenza della ri:altà psichica?
Pet cogliere esattamente i termini della questione, bisogna anzitutto
precisare quaJe sia il genere dJ persona toccato da questo problema. Si tra-
ta principalmente del borghese colto, di qud ceto sociale che, a partire dal-
Ja rivoluzione francese, ha avuto ed ha il ruolo guida all'interno della dvii-
Là occidentale. Tra questi uomini, a sua volta, la maggior:inza è costituita
da protestanti, se non di fede, alme-no di tradizione.
La Psicologia Complessa non è né una filosofia né una religione. E ssa
fornisce soltanto un atteggiamento nei confronti di queste domande. La
sua esperienza della psiche umt,na, infatti, le ha insegnato che avere una
visione del mondo è per lo spirito altrettanto irrinundabiJe quanto L'aria
per l'organismo. La vha non vuole essere solo vissuta, vuole essere vissuta
'se.nsntnmente'. Allo stesso modo, un'idea non vuole essere solo pensata,
ma vuole dimostrarsi un atteggiamento vincolante all'interno della realtà
data. Questa dualità., che rimanda in sé ad una unjtà, poggia suUa stessa
struttura della psiche, che è ad un tempo esperienza vissuta e visione della
vita.
Pertanto ciascunu pussiede in definitiva una visione dc:! mondo. Ccr·
to, per lo più non si tratta di una concezione cosciente. Se resta inconscia,
allora non è una visione che i.I singolo abbia conquistato o elaborato da sé,
ma è stata semplicemente assunta, risultando perciò del tutto tradizionale
e indilfetenziata 1 dunque, in certe circostanze, contr-apposta al punto di
vista soggettivo, È ovvio che un punto di visLa inconscio non possa essere
definito una concezione del mondo; tuttavia, la sua efEicacia energetica è
cosl intensa come se dietro ad esso stesse un individuo che prende posizione.
Viceversa, quando la coscienza soddisfa la sua funzione naturale di

orientarsi nella realtà1 l'uomo si fa oo'imroagine del mondo e di stesso.
Nel caso questa immagine- intencfo e.~sere in certa misura oggettiva, allora
è necessario che l'individuo conosca a sufficienza sé stesso peJ" evitare di
falsificare l' immagine; tutte le illusioni, infatti, tutto ciò che si desidera
o che si teme. tutto ciò che non è soggettivamente assimilato, viene proiet-
206 f. \'<IULI~!'

tata sul mondo e diventa cos1 la motivazione non solo dei pensieri, ma an-
che per le azfoni. E finché si vede Ll bene e il male solamente al di fuori
e solo da fuori ci si aspettano i necessari mutamenti, vuol dire che dal pun-
to di vista psicologico non si è ancora cresciuti, giacché non ci si fa respon-
sabili di sé stessi. L'intelletto procede allora 'oggettivamente' e cerca le
cause materiali di una reazìone soggettiva; di conseguenza, si assume un
certo atteggiamento io quanto le circostanze lo esigono e perché è logico
fare o u:aJasciarequesto e quello, dato che l'altro ha fatto o potrebbe fare
questo e quello per questo e quest'altro motivo.
L'obiettività dell'atteggiamento e della conoscenza è uno dei valori
più apprezzabili per Ja cui realizzazione lo spirito umano si affatichi. L'es-
senza e la differenziazione della coscienza ocddencnle sono tali che iJ con-
cetto di oggettività coincide con quello di realtà concreta e di logica razio-
nale. Conseguentemente, pet l'occidentale tutto ciò che accade su di un
altro piano di esperienza è qualcosa di sospetto e di dubbio, e certo lo è
a buon diritro. Un solo ambito ne è escluso, quello religioso, nel quale si
rende conto del fattore irrazionale. Eppure anche qui si richiede oggettivi-
tà, e con altrettanto diritro, giacché altrimenti si spalancano le porte a sog-
gettivismo e follia. E dnl fattore religioso dipende 11 comportamento etico
- cosl almeno si presuppone.
Per questi motivi1 tutto ciò che è 'puramente psichico' incontra in par-
tenza una sfiducia profondamente radicata e verso di esso grava la medesi-
ma avversità che si nurre nei confronti del meramente soggettivo, irreale
e fantastico. Lo psichico sottostà pertanto ad un tabù e può essere accetta-
to nella coscienza solo con le necessarie misure precauzionali e nelle appo-
site forme.
Questo stato d i cose ba comunque la sua profonda giustificazione, giac-
ché un rifiuto istintivo he sempre un fondamento fattuale, sia questo una
debolezza, incapacità, incomprensione o qualunque altra cosa. In ultima
analisi, si tratta della paura dell'ignoto, che proprio pe.r questo spaven~a;
ma la paura è la reazione primordiale di fronte al pericolo. E lo psichico
è o può essere la forza che mette pericolosamente in dubbio l'oggettività,
U senso razionale dei forti, la ragione della coscienza. La psiche è natura ,
e per lo spirito occidentale la natura è quel principio ostile che esso sotto•
mette mediante la scienza e la tecnica, cosl come dà forma aUa natura psi•
chico con i mezzi dell'etìca e delle usanze.

A questo punto potrebbe sembrare che quegli uomini ai quali capita


l'esperienza della realtà psidùca, siano persone scarsamente adattate o in-
IL SIGNrFICA ro S1'OR.1CO-CULTUAALE 207

;cabili, che non sanno o non vogliono orientarsi nella realtà di fatto e oeUe
forme date e che proprio per questo, con l'aiuto della psicologia, imparano
:1 riconoscere la loro inconsapevolezza e la soggettività delle loro pretese.
Naturalmente, 1a psicologia può anche essere applicata a fini pedagogici
~ ovviamente ha anche uJ:l lato puramente terapeutico. Tutc:avia, in questo
caso non sru:ebbe ~Hauo lecito parlare di un suo signì.ficato 'culturale') gioe-
ché ìnsuffidenze ed eccezioni banno a che fare con valori universali solo
nella ruisura nella quale ne sottolineano la validità con una controprova.
L'empiria psicologica, però, patia contro questa parvenza e contro un'in-
terpretazione riduttiva. La coscienza ha sempre un'esperienza relativa del-
lo psichico. Quando la coscienza è salda e differenziata, la funzione auto-
regolativa delJa psiche consiste nel fornire quei contenuti che possono so-
stenere il recupero di quanto è andato perduto e superare la mancanza.
La realtà psichica, però, si impone p roprio in quegli individui che cor-
rispondono aJ criterio de1l'adattamemo al mondo esterno, della capacità,
del senso delle realtà e della consapevolezza di quanto è oggettivamente
dato. Di conseguenza, la funzione compensatrice dello psichico qui non con-
siste nell'accentuazione di questi valori, ma al coott·ario io una sorta di lo-
ru relativizzazione, giacché lo psi,c hico dimostra la proprio realtà sotto for.
ma di contrappeso: l'aspetto soggettivo diventa tanto attivo quanto lo è
quello oggettivo, l'irreale cosl convincente quanto il concreto, Ufantastico
cosl illuminante quanto l'aspetto razionale.
Questo almeno è ciò che appare alfo coscienza, e cosl è anche di fotto.
Ma per quale motivo o a che scopo avviene questo?
L'accadere psichico ha sempte contemporaneamente due fonti. Una
è lo slato attuale della coscienza, l' allTII l'attività cl'eatrice della psiche stessa.
PrntJrlo quando esercita l1t suu funzione con il massimo impegno, qunn-
do coglie ciò che è oggettivamente dato in modo davveto oggettivo ed è
effettivamente padrona delJa realtà concreta, la coscienza raggiunge i pro-
pri llmiti, giacché allora l'uomo si confronta co.n la proptia totalità. Questa
totalità, però, gli è estranea e deve essergli estranea, dato che rappresenta
una vita psichica nuova e creatrice, che jncomincia appena a crescere e che
solo con quel confronto viene attivata. È cioè quello psichico che ancora
non è contenuto in alcuna forma data o storica e che per questo viene esperito
come psichico in quanto tale. Anzitutto esso è qualcosa di completamente
soggettivo, giacché appartiene alla vita interamente personale dl questo in-
dividuo determinato, è la sua p.roblemarka completamente individuale, il
suo proprio essere, cos1 come la natura lo ha predisposto.
Con ciò si è aperta la via ad ogni soggettivismo e fantasia. È l' rrazio-
208 T. WOLFP

nale, che potrebbe Inghiottire la realtà concreta, ed è i1 pericolo di ogni


primitività affettiva ed ideale, è ln natura psichica, che minaccia di dissol-
vere la civiltà della coscienza.
Questa natura prende vita perché la coscienza adempie i1 proprio com-
pito e perché la coscienz~ non dispone di alcuna forma con la quale coglie-
re !o psichico in sé.
Qual è però lo scopo di questa scossa, perché l'individuo viene spinto
ad uscire dalle forme date, per quale motivo deve/'Qre l'erperienxa della realtà
dello psichico senza che questa possa essergli trasmessa? In che cosa consi-
ste la sua particolare struttura psichica, la quale fa sl che proprio lui e non
un altro venga a trovarsi in una situazione che non ha affatto cercato e:
che avrebbe ben più volentieri evitato?

È una legge psichlca che l'individuo sia destinato 11 vivere proprio ciò
che più teme o dal quale inconsciamente è rnina~iato. Io ciò che gli incute
paura sta la sua debolezza, il suo punto vulnerabile - e forse anche il ger-
me di un mutamento di disposizione.
La forza dell'uomo è il luogo psicologico ove egli decide ed agisce sul-
la base del proprio Io; la debolezza, viceversa, è il luogo nel quale egli pati-
sce, nel quale le cose gli accadono. Grazie alla forza egli poggia su se stesso
ed è cosciente della propria differenza rispetto agli altri e si rapporta agli
altri yolontauamente. Per via della sua debolezza è dipendente, frammisto
e sottoposto a trasformazioni, in quanto è inevitabilmente iruluenzato da
fattori esterni ed interiori. Insieme, forza e debolezza costituiscono l'uo-
mo intero, l'uomo quale veramente è.
L'istinto cli assicurate ciò che è saldo e ha dato prova di sé e di proteg-
gerlo dal rischio di dissolversi, è uno dei pore1 i !Jiimari e più uecessari prt!-
senti nell'uomo. Di fronte ad esso sta un altro potere, li potere creatore
della vjra psichica, che vuole alimentare il proprio corso, il quale si realizza
solo nd movimento e nel mutamento. L'ineguale ripartizione dei due fat-
tori negli individui produce il temperamento individuale. A ciò, tuttavia,
si deve aggiungere che la mescolanza specifica non affiora sempre alla su-
perficie, La coscienza può essere orientata completamente alla conserva-
zione dell'esistente, mentre l'inconscio vuole il mutamento; così come, vl•
ceversa, quando è I~ ~osèienza a cercare costantemente U nuovo, l'incon-
scio è più conservatore. -Un'eccessiva insistenza porta infarti all'irrigidimento
I'! un eSllgerato comhi_ a_me.ntn impf'clisc:!': che n(lsc11. qu11lcosa di durevole_
Questa legge ps~c~ica non è osservabile solo nell'individuo, ma è un
fenomeno anche sociòlogico e storico, gi;1cché il singolo è sempre immerso
I
,• .
IL SIGNll'lCATO STOlUCO·CULTURAL6 l09

nella problematica della sue et,oca, lo sappia o meno - come, a sua volta,
l'accadere collettivo non si limita a rispecdùarsi nel singolo, ma è anche
solo in esso che si verifica. Nell' inconscio collettivo tutti partc:cipaho di
questo accadere.
Nel borghese colto prevale, per temperamento e per convincimento,
l'L~tinto di cnnservazione del valori esistenti. Civiltà per lui significo co-
scienza della tradizione, tener conto della storia, delle idc:e e delle forme
che hanno dato prova di sé e di quelle s!tua~ioni che offrono una garanzia
per lo sviluppo cli beni spirituali.
Dato però che l'accadere psichico si muove tra differenze, i singoli
individui vengono afferrati dal temperameaco opposto e scacciati da un'e-
sistenza solamente storica. Cos) vengono a cadete in una situazione molto
particolare, Essi non possono diventare, né per istinto né per convincimento,
1
non-borghesl' 1 per cosl dite 'incivili', perché la civiltà borghese è il loro
spazio storico. Non possono restare all'interno di cale spazio, ma neppure
andare oltre, se non voglio no gettare via il meglio della loto tradizione ed
eredità spirituale, Quelli che cercano di farlo, presto o tardi si accorgono
che ciò alla lunga è impossibile.
Dove è presente un plus, si incontra sempre anche un corrispondente
111i11us. La natura appiana tensioni insostenibili fra gli opposti ranto nel-
l' individuo quanto fra gli uomini. Essa compensa pertanto l'essere conte-
nuti entro forme storiche, la relativa sicurezza delle convinzioni consolida-
re e dell'esistenza esteriore attraverso la parte astorica deUa personalità e
l'insicurezza causata della vi.ta psicbica informe.
Con la parte astorica, ci si viene a trovare in. un qualsiasi problema
personale per affrontare il quale non esistono concezioni e forme date, e
in certi casi neppure quelle suvrarmduua.li Jella religione stor ica. La perso-
na protestante, però, in sé non è mai completo.mente storica, poiché il pro-
testantesimo pone la cosclen.za morale del singolo come fondamento ulti-
mo della decisione, e con ciò porta l'esperienza vissuta religiosa nJ livello
dell'esperienza indi.viduale. Questo dato di fatto, se da un lato impedisce
che il protestantesimo diventi una chiesa onnicomprensiva, dall'altro for-
nisce la garanzia t,er l'esistenza dello spirito, in quanto il singolo è coinvol-
to autenticamente e incondizionatamente e diventa responsabile delle pro-
prie convinzioni. In questo modo risulta soddisfatta la richiesta autentica
del cdstianesimo: porre la profondità dell'anjma al di sopra del mondo.

Una forma religiosa è viva quando include in sé la totalit~ dell'uomo:


quanto vi è di p.iù elevnto, ma anche ciò che è più basso, tanto il razionale
210 T. WOLFF

quanto l'irrazionale, il soggettivo come l'oggettivo, l'individuale come il


colleuivo, ciò che è divenuto insieme a ciò che diviene. Solo se accoglie
tutti gli opposti una forma ha un carattere vincolante, altrimenti singole
parti della personalità ne restano intoccate e conducono un'esistenza sepa-
rata e sofferta, esplicitamente o in modo nascosto,
Quando, nel corso del tempo, nasce un simbolo religioso vivente e dun-
que capace cli riassumere in sé tutti gli opposti, esso diventa un'idea guida
per tutti gli uomini e tutte le epoche il cui destino appartenga alla sfera
del suo significato. Questo suo significato, però, esercita il proprio inElus•
so in un modo che varia a seconda della situazione storica e deUa differen-
ziazione della coscienza degli individui. Da questo stato di cose dipende
la sua vitalità come pure la sua minaccia. Il simbolo, infatti, può essere
ranto razionalizzato da una coscienza forte e trasformato in sistema, quan-
to viceversa reinterpretato da uno spirito debole in senso soggettivo ed ar-
bitrario. Per difenderlo da questi pericoli, il simbolo viene dogmatizzato;
con ciò, però, se ne salva sl l'oggettivìtà, ma d'altro canto se ne indeboli-
sce L'irrazionalità e l'individualità, Cosl il simbolo subisce il destino di ogni
idee che si materin.lizzi nella realtà; questa necessaria tragicità dcll' ide::i è
contenuta e presupposta io essa come suo senso nascosto. Nel mito del sim•
bolo è racchiuso il suo proprio mito,
L'idea guida dell'Occidente è il simbolo cristiano. Sotto la sua guida
si è sviluppata la civiltà occidentale e i nsieme si è differenziat11 la coscien-
za occidentale; il suo manifestarsi in forma di logos ha portato lo spirito
occidentale all'altezza della sua oggettività e del suo senso della realtà. Questo
aspetto del simbolo è stato quello che più ha corrisposto alla psiche del-
l'uomo occidentale e che più profondamente lo ha segnato. Con questo suo
logos la scienza ha nnche spiegato il simbolo, lu ha slUJialu crili1.:a111t:111c
e storicizzato.
È inevitabile cbe nel corso della storia un simbolo perda di vitalità
e diventi uo sistema di norme. Così il !ogos è diventato intelletto e compo•
nente dello coscienze., smarrendo con ciò il suo aspetto irrazionale,
Quando un simbolo viene completamente assimilato dalla coscienza,
cessa d'essere uo simbolo, perché il suo significato ora non oltrepassa quanto
è possibile conoscere e cogliere. Non per questo, però, la sua ricchezza di
significnto deve svuotarsi, e di fatto non lo fo se il simbolo porta ancora
in sé altre possibilità di senso e altri gertni cli vita, Come ad esempio la
concezione di un simbolo si dispiega gradualmente passando da un11 forma
più primitiva ad una più spirituaJe, così anche il senso di un simbolo può
cambiare, passando da un significato più esteriore ad uno più profondo,
n. SlGNTFIC ATO STORICO•CUL1'URAC6 2 II

a uno più generale ad uno più individuale, oppure da mistico può diven-
ite psicologico e così vie. Il mutamento, però, non concerne solo il signi-
icato, ma anche la forma, giacché nella figura simbolica le due cose sono
1scindìbili. Sorge aJlora la domanda: questa fJgura completamente diversa
una rinascita del simbolo originario oppure quest'ultimo è sprofondato
d è stato sostituito da uno nuovo? È una domande, questa, che può rice-
ere risposte differenti e. seconda dell'atteggiamento e della convinzione.
Qui U problema può essere trattato solo psicologicamente, e questo
uol dire che si possono far parlare solo leggi e fatti psichici. Una di queste
:ggi è quella secondo cui nessun valore reale può scomparire; può solo es-
::.re trasferito dnUa coscienza nell'inconscio. E a ciò è connesso il fatto che
contenuto inconscio porta con sé anche qualcosa della sua qualità o del
uo signiUcato precedenti. D'altra parte, però, tale trasformazione produ-
e una siwazione completamente diversa1 tanto per quel che riguarda 1a
oscienza quanto per quel che riguarda U contenuto inconscio. NeJ caso
ato, con l'nssim.ilazione la coscienza ha perso il suo simbolo guida ed è
jventata essa stessa jJ principio psicologico guida. E il si.rnl;,olo diventato
~conscio cessa di essere t11le no ti appena viene scisso dalla coscienza; ora
lm contenuto tra altri contenuti deU'inconscio.

È appunto in questa situazione particolare che si trovano quelle per-


one protestunti la cui roscie.nza ha percorso il cammino fino ai suoi conli-
~, dati dall'aspetto oggettivo del simbolo , Questi limiti, pe~ò, più spesso
10n coincidono con quelli della loro predisposizione complessiva e allora
1 vita psichica oltrepassa il simbofo s torico. In tale caso, quelle persone
i ritrovano in un luogo 11011 ei;plucaLo e in c.:ui nuo c;i si µuò atldentrare,
~a che nondimeno sono costrette a percorrere, si ritrovano nel 'non im-
ilorato', al quale nessuna via conduce, via che tuttavia essi devono segui-
c. Si tratta in breve della via protestante che porta l'uomo contempora-
1eo ad un'uJteriore conseguenza e che costringe la coscienza morale indivi-
luale ad una presa di posizione ancora più impegnativa. Ma si tratta in
,e nerale della problematica del cristiano, i.I quale si trova fra due realtà:
ra mondo ed anima. Solo che, oel corso deJJa storia, la coscienza è diven-
ata così salda e l'oggettività della realtà esterna è cliventata di fatto cosl
o.nvinceote da impedire che la decisione possa essere presa secondo un
olo lato: entrambe le realt~ hanno in.farri l:i stess11 fot7.:i . In ciò la ~it11azio-
1e attuale s1 distingue da quella storica e per questo anche de!Ja realtà psi-
.hica si ha un'esperienza diversa da prima . Questa differenza spiega come
n.al non sia presente alcuna forma di esperienza e di comprensione, ma
212 T. WOl.PF

si sia completamente in balla di que.s ta realtà. Non c'è neanche il diavolo,


come in Faust, che ci porga la chiave. Anche il diavolo, infatti, è una figu-
ra storica apparreoente al simbolo, e conferirebbe aUa situazione un signi-
ficato troppo grave. Né la nostra è una situazione faustiana, dato che non
ci si è allontanati con grandi gesta ed uno sforzo ardente dalla tradizione.
Al contrario, crediamo di trovarci completamente al suo interno e di esse-
re solo in una qualche difficoltà assai personale, nella quale si è inciampati
senza volerlo e senza saperlo. E non c'è nessuno e niente a cui aggrapparsi,
se non il semplice, insignificante lo, sconcertato di fronte al caos - che
è il proprio caos.
Si credeva di conoscersi e di avere confidenza con il proprio intimo
ed ora invece si scopre che tutto è completamente diverso. Si pensava di
esse.re educati e di avere un atteggiamento conveniente verso gli altri. Si
aveva una vita ps.ichica e la si conosceva bene. Ed ora tutto questo si dimo-
stra solo una parte della verità, il cui contrario è altrettanto vero. Ci si tro-
va di fronte a qualcosa che non è né civiltà né coscienza. Vorremmo vol-
gerci altrove ed invece quello ci tiene fermi, e cosl s1 è costretti, bene o
male, a con&ontard con esso. Non si può più scappare davanti a se stessi
e si scopre come- finora lo si sja fatto - forse come si fosse costretti a farlo
e come avesse un senso farlo, oppure come fosse inevitabile per assolvere
altri compiti. Infatti, finché un atteggiamento è in certo modo percorribile
ed utilizzabile, lo si mantiene. Solo l'assoluta impossibilità di vivere con
esso costringe a modificarlo.
L'incontro con l'insieme dell'aspemo soggettivo mostra come la no-
stra obiettività non fosse sempre tale e come avessimo segretamente piega-
to il senso della realtà; come si agisse solo in vista di uno scopo, sebbene
si credesse di farlo in nome di qualche ideale, e come anche l'altruismo fos-
se egoistico. Ceno, è molto più nobile aiutare l'altro - ed è anche molto
più comodo, giacché cosl è possibile evitare l'altro in noi. Ma ora si scopre
che amare il prossimo come se stessi è possibile solo sulla base di un pre-
supposto il cui senso abbiamo preso finora in modo troppo superficiale,
dato che non amiamo affatto noi stessi. Si è forse innamorati di se stessi
o di certe qualità. L'amore, però, non è solo una sensazione o u n sentimen-
to, ma una dirposàione e presuppone tutta la persona, <icon turto il cuore
e tutta l'anima e con ogni forza ed ogni pensier0>).
Il cristianesimo ba contribuito aUo sviluppo delJa civiltà occidentale
con il valoce inestimabile di un'anima umana immortnle ed unica. Ma co-
me posso appretzare e comprendere l'ahima cleU'oltro se non conosco la
mia propria anima? Sarò cieco di fronte nd entrambe.
U. SIONll'ICATO STOIUCO•CUl.TURALE 21J

Nelle 'parole del Signore', trovate nd Oxyrinchus nel 1903 e scritte


nd Ili secolo, si legge:

Gcsìl dice: fVoi. chiede1e: chi sono quelli che d sollevano nel Re-
gno se il Regno è nei dcli? [.,.JGli ucccUi dell'aria e umi 9li animali
che sono sotto la terra o suUP terre, e i pesci del mare, sono questi
che vi conducono 111, e il Regno dei Cicli è in voi; e chiunque conosce-
rà se stesso, lo troverà. Sforzatevi perciò di conoscere voi sressi, e vi
avvcdre1e di essere I figli del Padre onnipotente e comprenderete di
essere neUil Cilfa di Dio, e che voi siete la Cittb. '

NeJl'incontro con quanto vi è di più soggettivo incomincia l'obiettivi-


tà nei confronti di sé stessi, e il senso deUa realtà deve estendersi allo con-
statazione e al riconoscimento deUa propria datità psichica. Devo vedermi
come sono e stare davanti o me come sono. Non posso diventare diverso
da queUo che la mia stnJttura psid1ica ha tracciato, non posso liberarmi
di me, ma solo adempiete tne stesso ed essere responsabile dj me. Nessuno
può togliermi questa responsabilità, nessuno può vivere la mia vita, nessu-
no può fare aJ mio posro ciò che io devo fare, creare, patire. Non posso
delegare ad altri quello che voglio raggiungere e non posso neppure fare
responsabili gli altri della mia inadeguatezza. Non posso né amare cieca-
mente né odiare ciecamente gli altri, poiché devo riconoscere il motivo per
cw li amo o li odio e quale parte di me vorrei con questo addossare loro.
Devo sapere perché bo questa o quella convinzione e devo rendermi conto
che essa può essere solo soggettiva; fino a che punto la soggettività è legit-
tima e fin dove invece contiene semplicemente il mio Io inconfessato.
Con questa conoscenza non diventerò affatto migliore, ma solo un po'
più consapevole e sincero, e possibilmente uo po' più tollerante ne1 con-
fronti di ciò che è dlverso ed estraneo. Posso essere umano con gLi altri,
soJo se e nella misura in cui lo sono nei confronti rli me stesso. Facendo
esperienza delle vie che aggirano o deviano dalla mia natura, mi è possibile
confidare nel divenire natur-ale, senza volerlo raddrizzare con argomenti
razionaJI o con difese istintive. Devo rendermi conto che posso vincere so-
lo quello che prima bo accettato e devo riconoscere che esiste anche l'irra-
zionale e il male, giacché l'ho visto nel profondo del mio animo.
Nel confronto con la realtà psichico-oggettiva si dimostra se l'ethos
è autentico, se lo spi.rito è saldo. Solo neU'i.ncontro con la .natura psicbica
l'essere-uomo raggiunge la sua interezza e si forma quel germe individuale
che, pur provenendo dall'universale e dall' informe, è nondimeno configu-
rMo in un modo particolare. Nello specchio psichico del mondo, in ogni
T . \'(/OLPF

realtà insicura, in ogni luce incerta, in ogni ambiguità e dualità può mo-
strarsi se sta liberandosi dal suo guscio qualcosa di indivisibile e di indi-
struttibile, che garantisce la fedeltà al prnprio essere e che proprio per questo
contemporaneamente è e diviene, è unitario e mutevole. Nella misura nel-
la quo.le ci si mette a repentaglio, si rinuncia a 'conservar-si' e si è pronti
al mutamento, ci si conquista nel corso della vita la totalità del proprio es-
sere. Si apprende cosl che accanto alla coscienza morale individuale è atti-
va una coscienza morale psichlco-oggettiva, che perseguita ingiuste esita-
zioni con inesorabile consequenzialità e influisce autonomamente sulle in-
terpretazioni più soggettive.
E nella misura nella quale il destino avvicina un individuo all'espe-
rienza del suo caos interiore, questi viene a conoscenza delle leggi che re-
golano lo psichico-oggettivo. Non sotto forma di consiglio o guida, ma di
accadere, come un oscuro accenno che deve essere colto dallo spirito co-
sciente e la cui validità o discutibilità può essere dimostuta solo rischian-
do. La verità universale ed eterna, infatti, è vera anche per l'individuo e
per l'età particolare solo quando sia accettata all'interno della vita perso-
nale. Allora essa è conquistata come un possesso individuale e, sulla base
di una comprensione vissuLa, si può accedere al linguaggio della psiche an-
che di altri uomini e di altre epoche. Sperimeotaodo 1'oggettività psichica,
si amplia anche lo sguardo nei confronti della realtà concreta e storica e
diventa più vincolante, e forse anche più esplicito, il collegamento con l'e-
lemento universalmente umano.

L'esperienza delle leggi che regolano la psiche, ci fa capire che niente


è assoluto, che tutto h.a il proprio lato e movimento concrarjo. Al 'sì' segue
un ' no' ed al 'no' uo 's1', al mattino una sera, al successo una caduta, al
declino un rinnovamento. La stabilità e l'unitarietà della coscienza è al-
trettanto importante del cn.rattere molteplice e indifferenziato della natu-
ra psichica; la volontà e la decisione sono necessari quanto l'abbandonarsi
alla crescita e all'accadere. Lo spirito è sia spirito dotato di forma che spi-
rito naturale e la natura interiore è tanto legge induttabile quanto dispie-
gamento del senso. le immagini eterne assopite nell'anima vengono risve-
gliate solo dallo sforzo più propdo teso ad una forma redentrice, e dunque
non sull11 base dell'azione e della volontà, ma per grazia.
La realtà psichka è mutamento e movimento, relatività e polarità. E
ciononostante diventa per me reale solo per mezzo della mia presa di posi-
zione univoca, solo per mezzo della rinuncia a quanto vi è di provvisorio
e d i inautentico e dell'incondizionato dir-di-sl al qui ed ora. Dipende dalle
D.. SIGNIFICATO STORJCO·CULTURALE 2t5

cose più piccole e più quotidiane che le grandi cose abbiano durata, e sol-
tanto attraverso il pieno impegno da parte di quanto vi è di massimamente
personale cresce l'impersonale. Lo spirito è convincente solo quando per•
tnea anche la banale quotidiàO.ità, e la civiltà non è semplice progresso solo
quando non si limita a dominare la natura, ma anche la contiene e le dà
forma. I dati psichici sono qualcosa di indiscutibilmente fattuale, eppure
sono anche simboli, cos1 come il mio proprio essere è solo questo essere
completamente individuale con il suo senso valido solo per me, eppure è
forse anche un'immagine a cui altti danno un sìgnifkàto completamente
diverso. 1n ultima istanza, io sono radicato nel mio essere più proprio e
tuttavia sono inseparabilmente legato al mondo e a tal punto immerso in
esso che tutto ciò che del mondo mi sfugge quanto ad esperienza esterna,
mi viene incontro nella sua immagine interiore riflessa, affinché io possa
coglierlo nella sua interezza, dato che solo cos) io stesso posso raggiungere
la .mia. Io sooo responsabile di me stesso e sono rimesso completamente
a me, e tuttavia. vivo il mio essere-così. solo all'interno di legami impegnati•
vi con gli altri. Le persone che sono per me le più prossime e le più reali
e la cui natura mi è manifesta, sono anche portatrici di qualcosa di miste-
rioso e ricco di significato, che io non sono in grado dì interpretare. Con•
quisto il Sé solo diventando interamente me stesso - e non potrò mai spe-
rimentare il mio Sé, se non riconosco che esso è tanto poco mio proprio
in quanto gli altri vi sono inclusi.
Cosl, dall'esperienza della realtà psichica detiva anche una visione del
mondo. Non è una filosofia, giacché non spiega né il mondo né lo spirito,
e non è neppure una religione, giacché non sa dire nulla sulla realtà metafi-
sica. La si può definire tutt'al più come una certa disposizione filosofica,
che poggia su fatti psichici djmostratisi affidabili e validi. Oppure come
un atteggiamento religioso, in quanto l'uomo ha appreso per esperienza che
l'Io non è l'istanza ultima, ma è coinvolto in poteri tanto soccoti-evoli quanto
distruttori che vanno oltre le sue capacità e la sua c9mpreosione e ai quali
deve abbandonarsi.
Questa visione psicologica dell'accadere trova i suoi aspetti universal-
mente validi negli enunciati della scienza psicologica. Qui, però, essa è so-
lo intellettualmente vincolante e non cattura Ja totalità dell'uomo. Essa può
diventare qualcosa di vivo solo attraverso l'esperLenza, ed allora è necessa-
riamente individuale e legata al tempo.

La realtà della psiche è sotto tutti gli aspetti un paradosso. Mette l'uomo
contemporaneamente dinanzi al compito dell-a conoscenza e dell'espeden-
za, poiché senza l'alt ra nessuna delle due può bastare. Essa gli mostra che
il suo essere è natura e spirito, individuale e generale, presente, passato
e futuro, e che il destino accade sempre ad un tempo aJ di fuori e al di
dentro della persona, che questa può intervenire e insieme deve lasciarlo
accadete: che il singolo è lo ed insieme Non-Io.
La conoscenza della realtà psichica porta l'uomo a trarre le conseguenze
etiche di tale comprensione e con ciò lo fa cadere nel proprio opposto, lo
getta in un conflitto insolubile, con il quale ogni movimento si arresta, col
quale egli viene crocifisso fra il proprio 's)' e il proprio 'no', fra il suo fo
e tutto I' Anche-Io, un conffitto che nondimeno rappresenta l'unica via lungo
la quale la vita può essere vissuta pienamente e l'individualità realizzarsi,
Si è forse risposto cosl alla domanda circa la funzlone svolta dalla Psi-
cologia Complessa nei confronti del problema individuale della civiltà? La
domanda, in fondo, non potrebbe avere una risposta dall'esterno, ma solo
dal di dentro, vale a dire da quegU uomini che vengono messi davanti al
problema dell'esperienza della realtà psichica e che cercano cli risolverlo
per mezzo della conoscenza. Tuttavia, neanche questi sarebbero assoluta-
mente determinanti, giacché un atteggiamento dà prova di sé solamente
nel corso della vita e deve essere sostenibile anche in relaziooe aUa morte.
E inoltre, se consideriamo la civiltà nella sua totalità, ed anzitutto la pro-
blematica della nostra civiltà - che irnpottanza possono avete singoli uo-
mini, del tutto normali, anche se può essere in certa misura significativo
il modo in cui essi hanno affrontato il problema che la civiltà poneva speci-
ficamente a loro?
Così, forse, alla domanda non si. deve dare affatto una risposta di prin-
cipio. Ma sono la realtà ed il futuro a dover mostrare se e fino a che punto
sia necessario o importante che singoli individui si assumano in modo fran-
co e responsabile U compito che è stato Joro posto dalla loro particolare
strutrnra psichica attraverso l'esperienza e la conoscenza della realtà psichica,

• New Sayings o/ }wl! ,md Fragm~,11 o} a Lo,t Gosp,,J, Editcd by Bernord P. Grtnfcll, D. Lin, M.A
and A, S. Hunt, O~ford Univcr,ity Ptcss, 1904.
IL TRIDENTE

Collana ili saggi 1.:uurùinata Ja


Enrico Moretti

Regina Abt-Baechi Il santo e il maiale

Toni Wolff Introduzjone alla psicologia di Jung

Marco Casonato Psicoterapia dinamica


Verso unti prospettiva sistemico-costrutrìvistn

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