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INTRODUZIONE ALLA
PSICOLQGIA DI JUNG
Moretti &Vitali ed'iJnri
Cras iterabhmlr aeq11or
IL TRIDENTE 2
Collana di saggi
Questa collana è. coordinata da Enrico Mor~tti
e sl avvale della consulcoza dì
Gianluca Bocchi, Marco Gay e Luigi Tassonj
TONI \'qOLFF
INTRODUZIONE ALLA
PSICOLOGIA DI JUNG
Traduzione a ctm, di Gianluca Piccinini
Moretti&Vitali editori
BERGAMO
WOLFF, Tonl
!ntroduziom, alla psicologlu di Jung / '!'ani Wolfl ; induzione a cura di ewnluc• P1cdninl ;
premessa del proE. C A. Mdcr,
Bergamo : Morelli & Vi1ati, copyright 1991. \
216 p. ; 211 cm, • (li tridente ; 2). ,
.( T!t, orig. : Studicn zu e.e, Jungs Psychologic. .)
ISBN 88 7186 029 2
I JUNG, Cari Gumv
CDD 1'0. 19H
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édlzio11e 1ed,u:o
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INDICE
..,
Nora edfroriale p. 11
INTRODUZIONE AI FONDAMENTI
DELLA PSICOLOGIA COMPLESSA p. 23
I. Metodologia : p. 25
~
Il.
--
Struttura: ,:: ""i"v -~ · ,l.
. 7" Ja psicologia della coscienza
- la psicologia dell'inconscio
,.,.
~ •.... \..,, •
•.
p. 84
p, 97
r_E processo di indiv~dunzio ne p. 133
I
(_!)o.J(.C- · ~,..i , . , . ,. , , . ,
- - -- ---
III. 11 concetto psicologico di energia o-
p. 203
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V ~ '- ~~~, .n-.:,...., \.. • • 1 J.., ,~ \ \Jn \~·e -.,1;,<,.n l.,r )1• ' j
È signifìcatit10, a mio pare,-e, che solo ora 1111 editore italiano traduca questo
testo di Toni Woljf.
1
L i111'1'ice è sl11t11 infu.tti la coll~1boratl'ice itì vicina 11 ]ung, Jiu come rna
ispiratrice, sia affettivamente, sia come coadiuvatrice della foudazioue (lì,! wo
metodo psièologico.
Iniziò t1 cotlaborare con lo psicologo sviuel'o all'i11circn durante it perio-
do det distacco do Fl'eud, il periodo pii) difficile, pitl torJ'llentato e più cl'<wtivo
della 11it11 di Ju>1g. In particolare in questo testo p1u.1t11aliq4_ e rogistra il pe,ui,g-
ro del maestro e sirinlkiccia- alla filosofia d[ Rickert;, wrig/me.
- Per prima quindi è capace di cogliere i/ filo11e filosofico Clii ]f/ng si rifà,
così come di specificare in modo semplice, ma eslre111ame11le /J1111t11a.le la pecu-
liarità del metodo psicologico. Chi quindi sente il bisogno di una fommlazio-
r,e del "pe11sìero" di ],mg, del suo metodo e della /racl:zione filosofica a cm
il pensatore wb::zero appartiene, 11011 può fare a meno di lep;,ere questo testo.
Ma perché allora non è stato tradotto prima?
Una risposta si può solo a:zxardare. In Italia /1mg è stato relegato al ruolo
dello psicologo aperto alla fa11tasia e alt1itrM.io11ale, co11tmpposto al razionale
e sistematico Freud. Niente di pitì falso. Fret1d presenta una elabora;zione i11
co11tim10 movimento, con forti oscillationi1 all'intemo del suo pensare la psi-
cologia, fra chiusure ra1.io11afi_stiche ed improwise apertura fino alle sua morte
del 1939, Basta pensare al suo saggio "La costmziotie in analisi e la e/abora-
?.ione mitica dell'istinto di morte''.
]ung invece già nel 1921 con "Tipi Psicologici'1 aveva definito una volta
per tutte il suo rlstema teoretico per poi riuolgel'si allo studio dell'alchimia In
particolare, ,,ella q11ale trovava delle analogie co11 il suo pl'ocesso di i11diuidua-
tìo11e, Il mo paradigma teodco, radicato in un impianto di stile ka11tiano, si
è ben presto assestato in tin sistema epistemologico ben delineato e ben p1•eciso.
In parte, q11esta vecchia distinzione di territorio Jrmg-Fretul continua in
Italia a perdurare, ma, in questi ultimi anni, l 1atte11zio11e allo Jung pensatore
e razionale si è enormemente 4//argata, all'interno di 1111a revisione critica deL
pensiero della psicologia analitica. Ecco allom la trad11zione di questo vecchio
testo che, meglio di ogni altra testùnonian;za, chiarifica al lettore desideroso
di sapere, oltre che di sentire, il sistema teorico di }rmg.
.
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111,
\
Quando un Libro che è ormai esaurito da lungo tempo viene ristampa-
to senza apportarvi ampliamenti o modifiche, il let tore può chiedersi se
Papera sia ancora attuale. Non basta che editore e curato.re ne siano per-
suasi - criteri più oggettivi devono giustificare una nuova edizione.
A questo si aggiunga, poi, che nel campo della psicologia junghiana
molti, moltissimi sono i testi crit ::i. E le riviste si incaricano di incremen-
tarne ulteriormente il numero. Ora come prima, però, è della mn:isima im
portanza affrontare le opere fondamenta.Li d i questo campo del sapere.
L'opera di Toni Woff è una di queste, non soia perché l'autrice è sta-
ta !a ~ a e più importante collaboratrice diJung, ma anche perché è sta-
t(la prim,€_1~ a elaborare in modo sistematico i fondameoti filo-
sofici della Psicologia Complessa. Oltre a ciò, Toni Woff, dimostrandosi
un'originale precorritrice, si è occupata delle conclusioni pratiche da trarre
dalJe categorie psicologiche proposte da Jung. ·
Quando il cui-atore programmò per la prima volra la pubblicazione di
alcuni lavori di Toni Woff, Jung chiese subito di poter scrivere una prefa-
zione, nella quale tesseva l'elogio anche del lato pratico delle attività della
WolH. Questa sua coUaborazione testimonia al tempo stesso quanto fosse-
ro importanti peI lui, il fondatore d!;:UaJ?sicologia Complessa1 i contributi
di Toni Woff. A questo omaggio postumo, noi non abbiamo nulla da ag-
giungere. Nemmeno vi era motivo per fare oggi una scelta differente degli
scritti dell'autcice, poiché, per rispondere alfa domanda. iniziale, i suoi con-
tributi sono attuali oggi come allora. Il suo modo di accostarsi alla com-
prensione della psicologia femminile cos) come il suo saggio "lnterioriua-
l.ÌOtJe del cristianesimo" non sono mai stati così ri.cchi cli significato come
oggi. E lo stesso vale anche per ampi brani della Prefazione di Jung, ad
esempio per la questione delJa criminalità giovanile.
Eppure, in uo senso ben preciso, questo è anche un libro 'non moder-
no 1, giacché quanto Toni Wolff espone risulta 'autoritario'. Noi riceviamo
le sue intuizioni_per cosl clirefi'om the horse's mouth. Tultavia, bisogna su-
C. Il. MlilEll.
bito aggiungere che nessW10 più della n ostra autrice ha fino ad oggi diritto
ad esprimersi in questa forma qu~si dottrinale. Toni Wo!ff patia con au-
tentica e sincera autorità, proprio perché era tale nel vero senso della paro-
la. Chi l'ha conosciuta, si 1·arnmenterà come questa posizione autoritaria
fosse evidente Eih neUe sue ultime apparizioni pubbliche, ma anche come,
ovviamente, fosse subito accettata da tutti, dato che si accompagnava sempre
ad autendca affabilità.
È da au.guriirsi che anche il moderno lettore sia in grado d i accogliere
in questo spirito i lavori di Toni Wolff. Grande sarà il guadagno che ne
riceverà.
che acquista rilevanza solo nella misura in C\li diviene oggetto di riflessio-
ne e di valuta.ziooe da parte della coscienza e si sottomette alla decisione
etica, L'autorità indispensabile per una simile evoluzione è rappresentata
dall' educatore. Da lui ci si deve attendere che sia una person11 autorevole;
ma egli può essere tale soltanto se ha compiuto su se stes&o l'atto deU'auto-
conoscenza e se riconosce il principio dell'autorità. Altrimentj i suoi allievi
non cj metteranno molto a scoprire che il maestro fa tante belle chiacchie-
re, ma non è quello che dice. Diritto a mantenere la propria singolarità
ce l'ha soltanto colui che se l'è guadagnata, e solo in quanto se l'è guada-
gnata possiede autorità, vale a dire autonomia e individualità. Queste ulti-
me non si possono mai strappare con la semplice forza del desiderio viziato
di chi ama risparmiarsi.
Oggi sembra che questi luoghi comuni della pedagogia siano da piìi
parti scivolati nell'oblio. E l'ignoranza a tale proposito sembra una dell~
ragioni fondamentali all'origine dd terribile Incremento della criminalità
giovanile. Dato che nessuno può essere educato con prt:<.:elli generali e chtc
essi non lasciano le briglie sciolte alle caratteristiche peculiru-i di ciascWlo,
la gioventù ha perso il senso dell'autorità e in tal modo il singolo diventa
vittima del caos interiore di valori indifferenziati. Lo sviluppo della sua
personalità subisce un arresto, e l'individuo si sente represso, defraudato
della propria natura. Ne deriva paradossalmente che i giovani sono all'af-
fannosa ricerca d i una propria individualità e che si può perfino giungere
al delitto, pur di riuscire a strappare un margine di irrevocabile originalità
personale. Si tratta di una manifestazione di protesta collettiva contro ogni
plalitude livellante che nasce dalla cosiddetta visione scientifica del mondo
e dalla ùisLwzione, da quest'ultima determinata, delle forze istlrvirnli ed
emotive.
Il valore spirituale e mornle di un gruppo corrisponde al valore medio
dei suoi singoli membri. Se questi ultimi non valgono un bel niente, e nulla
serve che il gruppo nutra alti ideali. Le esperienze nel gruppo perciò conti-
nuano sempre a ricondurci al problema del vnlore dd singolo e del suo gra•
do di sviluppo.
L'autrice dei presenti saggi ha rivolto quindi il proprio interesse so-
prattutto al problema dei contenuti psicologici dei singoli individui e alla
discussione dei medesimi in vista di un ra[forzamento della coscienza. La
singolarità di una discussione di questo genere, da cui il profano spesso re-
sta sconcertato, sta proprio oeJ suo non essere filosofica nd senso tradizio-
nale del termine, ma psicologica; essa tien conto cioè dei valori affettivi
ed emotivi individuali, desumendo i propri oggetti non già da un mondo
J.O
di concetti astratti universali, ma dalla vita reale d'ogni giorno, ossia dalle
esperienze, dai sogrù e dalle fantasie dei singoli individuali. La discussione
si propone cli fare un po' di ordine in questo caos di minuzie tra loro scon-
nesse e incomprensibili, riportando alla luce della coscienza i nessi ignoti
con lo spirito umano universale, nd limiti consentiti daJJa nostra intelli-
genza e capacità di comunicazione, Questa attività terapeutica non costi-
tuisce ovviamente una filosofia nel senso odierno della parola, sebbene chi
non abbia dimestid,ezza con la materia psicologica finisca sempre erronea-
mente per prendere l termini puramente empirici e pragmatici per concetti
f ilosofici o perfino per asserti metafisici.
L'autrice ha dimostrato un encomiabile interesse per questo campo
di indagine e i suoi saggi, oltre a rivelarsi estremamente istruttivi e stimo-
lanti pe.t gli addetti ai lavori, potranno offrire anche al lettore profano me-
diamente colto molti spunri di riflessione su ten1i rispetto a cui gli speciali-
sti hanno ben poco da dire. Si tratta di risposte a interrogativi che agitano
la psiche deU'uomo contempornneo più che quella dello speciaJista accade-
mico. Mentre quest'ultimo è autorizzato, nell'ìnteresse dell'obiettività scien-
tifica, a escludere dalla sua ricerca i valori emotivi e, in particolare, tutte
le reazioni soggettjve e gli sconfinamenti nei terreni limitrofi, in cui egli
stesso è un profano, lo psicologo invece seguirebbe una falsa pista se igno-
rasse i nessi e le analogie affettive, che costituiscono glì elementi della vita
psichica. Per abbozzare un quadro adeguato dell'effettiva molteplicità di
relazioni esistente era gli eventi psichici, lo psicologo deve dare rilievo pro•
prio a quegli aspetti che lo scienziato specialista cerca ansiosamente di te-
ner loncani dal suo campo di ricerco, Una psicologia empirica di natura com-
plessa si trova perciò a occupare una posizione alquan to difficile nel mon-
do degli specialisti. Mentre questi ultimi, sulla base di princlpi generali,
pervengono a un più preciso e meglio definito rilevamento de.i particolari
più minuti, lo psicologo empirico deve partire da un campo limitatlssimo,
di cui egli è l'unico esperto, ossia dalla personale conoscenza cbe ha di se
stesso. [o cerci casi egli avrà perfino il suo bel da fare a liberarsi dal pl'egiu-
dizio dl praticare una qualche sorta di "psicologia". Se è realmente delato
a questo riguardo, non gli ci vorrà molto a scoprire eh.e è circondato da
una gran quantità di simili specialisti personali, pure loro forniti di pl'e•
messe soggettive e come lui inclini a ritenere il proprio pregiudizio perso-
nale come una conoscenza psicologica universalmente valida. Per o t tene.re
una conoscenza empirica sono però necessarie molte singole esperienze com-
piute da molti singoli osservatori che si sono previamente accertati dell'i•
dentità sia dei propri metodi d'osservazione, sia anche degli oggetti osser•
PREFAZIONE 2(
vati, Poiché gli eventi psichici complessi sono accessibili ~olo in nùsura mi-
nima a metodi sperimentali, noi dobbiamo perciò rimetterci alla descrizio-
ne che se ne può dare e pos~iarno tentare di interpretarli soltanto amplifi-
candoli e stabilendo tra loro dei confronti. Questa procedura costituisce
l'esatto opposto del risultato cui lo specialista tenta di pervenire: egli mira
infatti a conoscere il proprio oggetto nella sua essenza più genuina, mentre
lo psicologo che si vale dei metodi dell'amplificazione e della comparazio-
ne per comprendere i dettagli irrazionali, apparentemente accidentali e cao-
tici su cui si trova a operare, non deve peritarsi di impiegare anche analo-
gie formali ovvie, superficiali, esteriori e casuali, poìché sono proprie que-
ste a servire da ponte nell'inclividuazione dei nessi psichici. Allo stesso modo
in cui egli fa inorridire il filosofo, al quale è estraneo l'intento dello psico-
logo, con una teoria che agli occhi del primo appare come una forma infe-
riore di filosofia, cos1 irrita anche lo scienziato specialista, che ignora la
problematica psicoterapeutica, con l'imprecisione e la superficialità delle
sue "fantasiose" analogie. Ma cosa lo psicologo potrà poi attendersi dal
teologo, le cui proposizioni egli tratta in modo blasfermo, considerandole
come " asserzioni", vale a dire come prodotti psichici, ponendole con ciò
suUo stesso piano degli asserti di altre religioni, che nel loro insieme non
sono altro che "aberrazioni"?
La terapia psicologjca nel senso più lato va alla ricerca di valori che
plachino i bisogni psichici dell'uomo moderno, in modo tale che egli non
debba più cader vittima della massificazione che Jo annienta. Gli imperati-
vi "occorrerebbe" e "si dovrebbe" sono mezzi inservibili che hanno per-
duto già da gran tempo la loro efficacia. Per individuare il mezzo giusto
ci è necessario invece conoscere l'uomo reale nella sua totalità, cosa che
non è possibile senza coinvolgere tutte quelle sfere della vita e del sapere
che lo riguardano direttamente.
Molti del saggi che seguooo attestano l'impegno in cui l'autrice si è
profusa a questo riguardo e costituiscono un istruttivo e chiaro esempio
dello sforzo operato dalla p_si_c.9l9gia complessa _per colmare le falle aperte
dall'irruzione delle. scienze naturali nel campo dell'educazione superiore
dell'uomo.
(Per gmtile co11c~1Jio11~ dello Bolla.tl•Bonnghitn p11bblichi111110 11i /JJ I n · uria /111110 Mnr-
1i111~//odel tmo di C,G. J11n.R. oppano 11e/le OPERB, uo 11111e X 101110 2; Torino, 1"8G).
l I I /
INTRODUZIONE Al FONDAMENTI
DELLA PSICOLOGIA COMPLESSA
_, ; \ '
In un campo difficile quale necessariamente è quello della Psicologia
Com lessa, sarebbe sen:;1'altro opportuno poter contare su di un'indagine
(inetodoJ~ca e uno sguardo 1i ist~mat1c9 p'insieme. T_llttavia, i] lavoro che
segue non intende e_~ ere niente di più che un tentativo di evidenziore e
circoscrivere in quakhe modo lo spazio spirituale in cw si collocano le ide_e
dÌ)ùiig.- - -- - - - - -
- Un'esposizione esaustiva dell'opera di una mente viva e creativa sa-
rebbe impossibile in partenza. Quando però un lavoro di ricerca abbraccia
un arco di tempo di oltre trent'anni, esso produce sicuramente dei risultari
che, al di Jà di tutti i mutamenti e le nuove conoscenze dischiuse, hanno
dimostrato in concreto la propria validità, diventando cosl fondamento çruito
~ luicerca emg!_rica quamo pct la siste~lica ~.:ll~nuuva <liscipliua.
Anche a presandere da qualsiasi insufficienza personale, ogni tenta-
tivo di esporre i principi della Psicologia Com lessa è condannato in se stesso
n restare incompiuto per una serie di ragioni. Per un vetso cm 1pen e a -
la caratteristica spirituale di Jung. Egli è anzitutto e per temperamento un -
-.;~pirico; !!' _t~ria in hii è cresciuta dal lavor9 pr<}tico e in questo si è svj-
luppata ed ampliata. L'elaborazione aprioristica di sistemi o la speculazio-
- - in
;:;-e-ailtìcipatdce ;on sol~ rebbero netta contraddjzione con il suo scru-
- ,,,,
"
polo scienti.fico, ma offuscherebbero anche queUo sguardo ampio e privo , -
dìpregiudizi con cui, da medico, hasaputo seguire le mol'teplki e singolari -~- •
vie deùa;jatura psichica e che gli rende appunto possibiJe di riconoscere
l'esserw~Ja psiche-:-- - ; ; - : ; :, . '\;...., - - - -- J
~..., , ~rperò, ~tesso ~~_!.t.9 de.llJ~~ogia Complessa, vale a
dJre..I.~psiche~l ad_@'esp.Qslzion te9-i:..k , Lo psichico non può
essere a1fatto espresso adeguatamente nel me ,zum di un linguaggio intel-
lettuale. Questa è del resto una caratteristica comune ad ogni esperienw .
A ciò si aggiunge che la sua forma autentica di espressione non è il linguag-
gio razionale della coscienza, ma uc ''6scut111~g"lio lingl,!O gio delle im-
_magini, che la nostra epoca riesce a compren ere so o con molta di ficoltà.
---Un terzo motivo dell'foadeguatezza del presente saggio è da vedersi
nel fatto che la teoria psicologica di Jung è solo em correlato, per di più
inclìssolubUmente legato all'altro, ossia alla sua applicazione e al suo svi-
luppo pratico, Per esporre la Psicologia Complessa in tutti i suoi aspetti,
oon solo si dovrebbe riprodurre l'intera casistica di un'analisi psicologica,
ma si dovrebbero includere anche ampie descrizioni della vita di singoli
uotnini. Questo è però impossibile per la semplice ragi_o ne c_he gggl al"!nlisi
;. ,... e ognl vica fiànno -un cors~ ì~d.Lvifll!il~ . - - - -
\\.- Uni quarta·Jilficoltà di questa esposizione, è costituita dalla molte-
plicità di aspetti che trovano applirnzione nella Psicologia Complessa. Per
~
superare in qualche modo questo ostacolo, si è tentato dt dare rilievo a eia-
,.' scuno cli tali aspetti in quattro capitoli distinti. Nel farlo, pero, ' non si è
,l potuto evirare che le diverse parti oltrepassassero i propri confini, intrec-
ciandosi tra di loto. Cosl, ad esempio, il capit~~o ~~t~~logk(!_g_ey~essen:
messo in relazione_in alcrrn_l suoi pun_ti ~or1 q1:1ello tiguarc;lan..t.~ la struttura,
e vice-versa· una visione globale della struttura dell~ _esich!!_è ,impossibile _
d~ ottenere sé·non si-dispoa_e-9\ p~nff qi v,i sta metqdqlqgicì. ~ 9'-!_es;!J_P..!:.Q·
p_osito la difficoltà maggiore è rappresentata dal C~f!Cett~ Qsiçologico di ener:.
gi!!_. Le rel;zioru énergetiché sono sl"in~~enri~a struttura psichicn~
chiaro tuttavia che esse diventano evidenti solo all'interno di una panico-
lare prospettiva teorica - e per questa ragione nenfrerebbero a buon di-
ritto nel primo capitolo. Questo, però, è a sua volta impossibile, giacché
per comprendere il concetto psicologico di energia bisogna presupporre le
specifiche d inamiche pskhiche. Per questo insieme di mo tivi si~ dedicato
un capitolo a sé nl concerto di energia, iJ che oltretutto è giustificato dal-
l'importanza fondamentale che esso ha per la concezione junghiana della
psiche. L'ultimo capitolo contiene alcuni accenni sul significato della Psi-
cologia Complessa in relazione alle problematiche cbe caratterizzano la vi-
ta dell'uomo nell'attuale civiltà.
Se si tengono presenti tutte queste difficoltà che si devono superare
nel corso dell'esposizlbne delle idee e se inoltre si tiene costantemente d'oc-
chio il fatto che in Jung l'elaborazione teorica non è mai fine a sé, allora
quanto segue può davvero soddisfare il suo intento di essere un 'segnavia'
e trovare quindi ]a sua giustificazione, dato che _esaminare e raccogliere il
materiale empirico all'interno di una concezione teorica corrisponde tanto
all'esi eoza della Psicologia Complessa di essere una dtsc1plina scientifica
quanto aJ temperamento s mtua e J Jung, con a sua du ·ce uaUtà di
medico e ncercatore, che lo predestina ad essere psicologo.
,1. e ►ilCL'-' oV~ il.> )
-c::.,,...:u
r.-b: h.~J:-(.\>
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_..i·,,..,,...; ,,... ,t""-V...."'\t,"; __. ,....,,_
r\ fc:rtabile. 'Qualche cosa' c 'è. Essa è senza dubbio l' unica nostra espc-
rienn immedlntn; tutto ciò cl,e io sperimento è psichico. [ ...] Tutto
cìò che possiamo conoscete consiste pur sempro di elementi psichici.
La p~ichc: è lo più reale d elle essenze, giacché è l'unica realtà immcdia-
t11. A qucstu realtà, alla realtà del/11 uil/1 prichicd, può richiamarsi lo psi-
cologo.[..,] Se io lrasferisco U mio conce tto di rc:ùtà nella psiche, do-
ve c5so ho la su11 sola vera sede, ccssa anche il cunflitto frn natura e
spiriro come principi d i spiegazione; éd essi si risolvono Ìn puri indici
di prove11/e1ua per i vari co11te11ult psichici che si succed ono neUa mia
coscienza,r,
che non sempre vi presciamo attenzione. A rigore, però, anche qul si do-
vrebbe parlare di coscienza personale o impersonale ossia, per esprimerci
in terminj psicologici, di cosci~a_d,ill'._Io e di cosci~oz~ generale o collçt-
tiva. La coscie..nza..gen~f!isponde allo sgirito del tem.p.o volta a .volta
dato, dunq_ue_!_gµille_.ipee e a ql!eÌ ~~ori uruversalmente_v:µidi c),e Ìn..J,111a
certa epoca risultano dorninanti.,La coscienza dell'Io partecipa d i questo
aspettopur senza identificarvisi, in quanto se ne distacca per differenze
tipologiche o di personalità.
Lo stesso vale a proposito dell'inconscio. L'inconscio personale consi-
ste in quella parte dell'Io che strutturalmente appartiene ali'Io psicologi-
co, ma che, o perché d imenticato o per motivi cli incompatibilità, resta in-
conscio e in seguito deve essere completamente assimilato. L'inconscio im-
personale o inconscio co/lettiuo è anzitutto sempre e naruralmeate incon-
scio; è vero che, rendendolo cosciente, esso vie.ne. parzialmente integrato
neUa personalità complessiva, ma tuttavia non può essere assimilato dall'Io
e si rapporta perciò a quesc'ultimo sotto forma ru oggetto (psichico), Per-
tanto l'iriconsci.o collettivo, quando h, coscienza sia in rapporto con esso,
viene anche indicato come lo psichico oggettivo. Il concetto di psichico og-
gettivo fornisce cootemporaoeacneote anche l ' intuizione della realtà e del-
l'autonomia della dimensione psichica.
In uno srudio metodologico, non ci si può ulteriormente addentrare
nella distinzione - oltremodo importante da un punto dj vista pratico -
fra inconscio personale e._inconsç..io collettivo. Ormai, però, dovrebbe esse-
re diventato chiaro cht\il metodé'della Psicologia Complessa è strettamen-
te legato alla visionecglobaledcM strt1tt11rn della psiche. Poiché quest'ulti-
ma sarà esposta in un capitolo a parte, ci resta ora il compito di.a · ee
anzi ciò la cui azione lo impressiona e lo occupa più di ogni altra cosa, co-
me si può osservare ad esempio negli uomini primitivi e nei bambinj.
Il primitivo ha un'intuizione vivente dell'anima, mezzo energetica e
mezzo sostanziale, la vede cioè cotne soffio di qualche spirito, 'subtle body'
di tutte le cose. Egli parla con l'anima come con il proprio 'daimonion',
la percepisce come qualcosa di presente, come sorgente di tucta la vita e.
di tutti i processi 'soprannaturali'. Perciò è per lui della massima impor-
tanza quello che succede alla sua anima. I1 primitivo - per la posizione
ancora insufficientemente centrale della sua coscienza - è costantemente
minacciato d[ perdere l'anima e cerca dunque di proteggersi dagli influssi
magici, ossia inconsci, come pure di agire sulla propria anima e su quella
degli altri.
TI modo primitivo di vedere l'elemento psichico come un potete reale
ed oggettivo è però, sebbene oltremodo pertinente da un punto cli vista
psicologico, la formulazione di un'esperienza archetipica e non una posi-
zione critico-gnoseologica. La coscienza conoscente, che distingue fra fatti
soggettivi ed oggettivi e all'occorrenza sa riconoscere l'oggetto apparente-
mente esterno come fattore psicologico, non è ancora formata ed è quindi
sl capace di percepire l'azione di fatti psichici, ma non di pensare la realtà
psicologica.
Dato che lo spirito primitivo ancora non è cosciente di se stesso e si
trova nella condizione deUa 'participatio11 myseique' (riprendendo l'espres-
sione di Lèvy-Bruhl), cioè in identità psichica con l'ambiente circostante
e con l'inconscio collertivo, non è in grado di riconoscere l'azione dell'ani-
ma come fattore soggettivo nel senso psicologico, ma la prnierta e mitolo-
gizza, vale a dire la intende come attività d i forze esterne.
Nella misura in cui non siamo coscienti di una cosa, anche noi la proiet-
tiamo e dòg-màtizziaaio; la diffèren~a rispetto allo spirito _primitivo ·e0-
fancilé è che noi razionalizzhlmo le nostre proiezioni in modo alquanto più
ilfumfnato. Ad esempio, non trasfe~ia~o più processi e conten9ti psichi~i
incons~i neUa natura, pèrché da tempo l'abbiamo spogliata di ogni suo ef. -
fetto magico; invece vediamo-di preférenza i fattori agenti nel prossimo I
in istituzioni, cl~ssr:-partfti ~ nazioni come _pure in idee, convincimenti è
p_rog;·am~. Tu_tto q"-1,eSto. lo r~rJ!!!_mo incondizionata~ente ;e~ponsubilf;-
delle nostre reazioni positive e negative e ci aspet tiamo dalla sua bontà o_
malvagità lu salvezza o la svent~ra.
Noi non siamo coscienti della realtà psichica del fattore soggettivo,
perché la psicologia è diventata solo di recente una scienza sperimentale
e non è molto che ha incominciato a staccarsi dai suo.i&eoitod sc..i.GemiG-i-,
la fjfosofia e la scienza della natura , Solo conquistandosi una posizione a
sé stante, essa ha trovato la propria autonomia e con ciò ha anche elabora-
to un proprio metodo. È per questo motivo che noi possiamo riconoscere
l'azfone specifica della psiche solo per mezzo del punto di vista psicologico.
Col\Oscere significa taoto distinguere un oggetto daali altri, dunque deli-
mitarlo da ciò che esso non è, quanto anche spiegarlo oella sua funzione
e struttura specifica e signlf.icativa. Solamente il metodo specifico, adegua-
to all'oggetto, ci disçhiude la sua natura specifica.
Sotto questo riguardo, la psicologia si trova in una posizione di gran-
de svantaggio rispetto ad altre discipline, come ad esempio la scienza della
natura e quella della storia. L'oggetto dell'una è spaziale, quello dell'altra
temporale ed entrambe, dal punto di vista critico-gnoseologico, sono di-
stanziate dal soggetto conoscente. L.1 psiche, invece, non è in questo senso
un oggetto mediato, ma appare nel soggetto stesso. l?er la critica della co-
noscenza psicologica, pertanto, dobbiamo adottare ouel principio che. Ric-
ken dichiara prerogativa della rnosofia e definisce principio etet·o logico1 per
le scienze della natura abbiano a che fare solo con leggi, rnentre
le scienze delli1 stod~ solo con l'assol11to111e11te irripetibile, Io paclo piut•
tosto di un metodo generalizzante e di uno individualizzante, Mi liml-
to aU'es-posizione dei due eJtremi. nd cui mezzo sto, da 1m certo pulllo
di uhtn, quasi og11i sciema empirico, e affinché lo dì~tinzione sis chiara
devo separare quanto in realtll è strettamente intrecciato.
Per ottenere due concettì puramente logici e 20 per q11er10 p1mrme11•
te torma.li di natura .t 1/oria, termìn1 con i qu,1li non si intendono due
diverse realtà, ma lo 1/essa tealtà considerata sotto due dive1-si p11/lll di
vii/li, ho cetcato di formulare il problema logie.o fondamentale di una
pijrtizi_Q.O-!.delk stknze 1n base al loro metodo, Da un lato stànno le
fidente de/111 (IJJll-;;:Ji Il termine 'naturn' le caratterizza tanto riguardo
al l;ro oggetto qu~lo dguardo al loro 111etl)do, Nel loro oggetti e.~se
vedono un essere ed accadere libero do_ og~ rlferimcnto il valori, ' 1
ed il loro lnteresse è rivol.to a conoscere i rapporti conceJ/110/l ge11emli,
se possibile le leggi, che volgono DeJ. q1.1,esto es~ere e per miest.o 11ccadere.
On 11n 11ltrò lato ~tarmo le:~ie11ie i(e!ich~ d~/14 c11{11f_f{!,;.1Noi dob,
biamo scegliere d11~ espressioni che cordspondano ed entrambi i signl-
fic~ti del termine 'natura', ln quanto scienze della c11lt11m esse trntcu-
no di quegli oggetti rifer.iti ai valori universali della culrnca e perciò
comprensibili nel loro pieno slgnificgto; in qulllltO scienze Jloriche ne
rappresent1mo lo sviluppo lnipetibile nella sua particolarità e indivi-
du~litll, ove la circostanza che siano processi culturali, fornisce al loro
metodo storico nJ tempo 3tesso il principio dell'elaborazione col)cet-
t\lnJe; giacché pi:.r esse essenziale è solo ciò che, i;ome portatore di sen-
so, nella sua peculiarit/\ individuale hu significato per il valore culturn•
le gt1idu. Tali scienze, perc:iò, i11dìvid11alino.11do, trasçelgono daUn real-
tà, come 'cultura', qualco,a di con1plctam1;1ntf divcr1;0 da qunhto fan-
no le scien~ dclfa 11atura quando, genert1/i-i.tdfldo, considerano come
·natura' la stma realtà, poiché nello maggior parte dei casi il signilica-
tQ di un processo Cllltorale riposa proprio nella pecuHnrifà cbe lo cil-
stinguc da ahri, mentre viceversa ciò che ha in comune con nh·ri, dun•
que In sua esseaxs scientifico-natura.le, è inessenzinle per le scienze s to-
riche dclfa cultura.
La realtiJ diueiiln r,q/111'11 q11amlo 11ai 111 çomìde,iamo con rig11nnlo
~J al generr,le, dive/Ila r:oria q111111do /,) consideriamo co11 riguarda ti{ pani- '
co/11re.
t
Nell'opera G,·undproblcmc dcr Philosophic, Rickert dice:
r-;
\
' • . -;i I
~ - a__v)~Oe cJ:i...f..OICt ., L espressmne 1nd11,a CIO C:'he e crcsc1u-
• • • •• ' •
to, chi:! nasce eia sé, senznilnosrro intervento e che noi lasciamo alfa
sua crescita. Alk1ra esso resta pommenle 'natura.le'. 'Cultura' , invece,
MBTOOOLOGIA 37
TI metodo storico, vale a dire quello delle scienze della cultuxa, è dun-
que quel procedlmento individualizzante per mezzo del quale
fatto che non sarà disposto ad ammettere solo colui che, epigone dell'epo-
ca illuministka, crede al dogma: 'psici;)e uguale a coscienza', oppure quel-
l'altro che, al contrario di questi, erede dell' ideologia darwinista, riduce
l'elemento psichico a istinti biolog,ici o aUe condizioni economiche della
'lotta per l'esistenza'. ln tutt'e due i casi, al semplicistico fondamento espli-
cativo corrisponde anche un metodo univoco che, procedendo nel senso
del 'niente altro che', rende il suo oggetto una mera appendice delJ'i:ltel-
letto o degli istinti. Né si potrà mai tenere lontano dalla conoscenza iJ peri-
colo che una verità venga distorta da persone irragionevoli o che queste
ne abusino. La Critica della ragion pura di Kant e i sanguinari démool della
rivoluzione francese venerarono, a distanza di poclù anni, il medesimo prin-
cipio supremo. Forse che per questo si deve rendere la ragione responsabi-
le della follia?
G li eventi storici, e in particolare quelli del secondo decennio del no-
stro secolo, quando le nazioni cristiane, che si riconoscono nella religione
dell'amore, scatenarono la più mostruosa di tutte le guerre, hanno fatto
vacillare la fedeillummista nel potere assoluto della ratzo umana e pertanto
oggi, consapevolmente o inconsapevolmente influenzati dal balzo compiu-
to dalle scienze naturali ed economico•sociali, si è impressionati fin ne.i pìù
reconditi angoli ideologici dal principio opposto, quello cioè della supre-
mazia degli istinti.
AJ di fuori di Nietzsche, c'è forse qualcuno, che non sia psicologo,
che abbia mai riflettuto su come l'umanità, di regola, abbia quella reJigio-
ne o quel convincimento ideologico di cui ha bisogno per compensare il
suo atteggiamento cosciente, sempre presupponendo, natural.mente, che non
si tratti di una reazione dettata dal risentimento? E questo proprio per il
motivo che una 1eligione o una concezione del mondo non è escogitata con
il semplice intelletto, non è quindi una semplice ideologia, ma cresce auto-
nomamente dall'inconscio e solo molto più tardi viene sottomessa ad una
razionalizzazione dogma_tica o d'altro genere. Di conseguenza, noi dobbia-
mo rivolgere questo interrogativo anche ad una psicologia che, per la pri-
ma volta nella storia dello spirito occidentale, sostiene l'auL011umia e la n::altù
deUa psiche in forma di principio scientifico. La risposta a ciò non è diffi-
cile da intuire: l'attività autonoma dell'elemento psichico - il quale certo
alla nostra coscienza occidentale, interessata a ciò che ha uno scopoi può
imporsi per lo più solo nella forma inautentica della nevrosi psichica - è
la nattu-ale compensazione per il nostro atteggiamento industrializzato, tec-
nocratico, materialistico, esasperatamente dedito all'agonismo, politicizzato,
estroverso. La coscienza autarchica, la volontà personale da un lato, la con-
42 T. WOLFF'
--~~J.
solo uno psicologia collcttiv~ della coscienz~.
-
Per evitpre di fraintendere questo punto confondendolo con l'i.ndlvi-
dualismo, citìamo anche la definizione di individuazione;
nel modo più deciso agli isrinri occidentali. Forse, quindi, sarà riservata
solo ad un'epoca successiva l'adeguata valutazione degli sforzi sostenuti da
Jung per continuare in relazione al 'senso interno' il cammino intrapteso
da Kant.
Poiché l'oggetto individua.le della psicologia è il singolo uomo, sia sot-
to il suo aspetto generale sia sotto quello particolare, è chiaro che il meto-
do individualizzante è il necessario complemento di quello generalizzante
anche là dove si tratta cli prodotti e contenuti psichici di natura universa-
le. Fino a che punto la psicologia della coscienza si muova in questa dire-
zione ► è già stato m.enziom.1to a proposito della problematica dell'atteggia-
mento tipologico. Pertanto restano da sLudiare sotto quest'ottica i prodot-
ti dc.ll'inconscio collettivo. Il catattere univers11le degli archetipi è eviden-
te. Cosl, pe.rò, l'interrog:,itivo psicologico è posto solo a metà, g iacché è
sempre e solo in un individuo determinato o in un gruppo o in un'epoca
culturale particolare che un'immagine primordh1le o un simbolo prendono
forma. In altre parole: l' immagine inconscia può essere compresa in modo
adeguato solo se, di volta in volta, viene presa in considerazione ,rnche la
specifica situazione cli coscienza cbe tale immagi11e presuppone . Proprio
fo relazione al metodo di interpretazione simbolica il procedimento genera-
lizzante e quello individualizzante formano un'unità inscindibile. Il proce-
dimento generalizzante è comparativo, in quanto mette in rilievo i paralle-
li storico-culturali corrispondenti a questo simbolo partìcolare. Cos1, però,
il simbolo è valutato solo o mirologicamente o storicamente e ne è provata
Jn più o meno grande importanza e validit?i storico-culturale generale. Per
quale motivo, però, l'incoosc10 abbia prodotto quella costellazione simbo-
lica proprio ìn questo momento e proprio in questo individuo, resta :iocoro
da spiegare. La simbologia compnracivs porta alla comprensione del sim-
bolo particolare nella misura in cui lo inserisce in un più grande contesto
storico-spirituale. In questo modo, esso è sl avvicinato alla comprensione
cosciente, ma non ancora a!Jlintegrazione psicologica totale.
Mediante questo pamlleLismo, il simbolo viene altrettanto poco com-
preso da un punto di vista psicologico, cosa che invece è una conditio si11e
qua non per l'integrazione. 1J simbolo, quindi, deve essere tradotto in un
linguaggio psicologico e deve avere un significato per questo individuo in
questo momento individu::ile, oppure, se si tratta di un simbolo storico, per
quest'epoca particolare e per Ucorrelativo grado di differenziazione di questa
coscienza storico-culturaJe. Mostrare dettagliatamente il procedimento non
è certo necessario, dato che il significato e l'interpretazione psicologica dei
s imboli sono uno dei pdncipal.i. campi di ind1.1gine di Junge pe.nanto posso-
METODOLOGIA
Nel caso in cui un simbolo sia di età storica maggiore, con il tempo
esso perderà il suo puro carattere di simbolo, ossia verrà gradualmente as-
similato e assorbito dalla coscienza. Diventa un dogma, un sistema o un
concetto; la sua originaria efficacia psicologica si indebolisce e il suo signi-
ficato viene a dipendere da spiegazioni di tipo puramente razionale. Con-
temporaneamente, esso viene sottoposto ad indagini storico-critiche, Ad
esempio, attraverso confronti storici possiamo comprendere e immedesi-
marci retrospettivamente io quello che nei primi secoU ha significato il sim-
bolo di Crisco o della croce. Questo, però, non cambia nulla al fatto che
oggi, per molti uomini, Cristo è ormai esclusivamente una persona storica
particolarmente significativa e che la croce è lo strumento storico della sua
morte.
11 metodo psicologico può invece schiudere di nuovo il significato ori-
ginario e l'autentico senso psicologico di un simbolo storico, senza che per
questo gli si possa restituire la sua efficacia attuale. In quanto pei-ò viene
considerato come espressione psichica totale di un individuo o di un'epoca,
è possibile ricostruìre la vita inconscia che in esso si manifesta. In tal mo-
do, il simbolo diventa accessibile ad una valutazione più ampia di quanto
non sia possibile alla scienza della scoria. Si può vedere, ad esempio, in
che misu.ra il simbolo sia una manifestazione compensatoria della mentali-
tà che lo produce. lnolrre il simbolo è spesso una specie di programma in-
conscio a più straci che si dispiegano in successione, La tarda antichità,
barbarica e asociale in grado estremo, aveva bisogno ad esempio come sim-
bolo guida dell'idea dell'amore e della visione di tutta l'umanità come fi-
glia di Dio. Invece, già nella Gnosi si trovano altre interpretazioni. Per
Paolo, Cristo è il simbolo di ciò che, da uo punto di vista empirico-
psicologico, verrebbe definito l'atteggiamento cosciente nei confronti del
Sé. Nella mistica medioevale viene continuata la linea dell'esperienza inte-
riore del simbolo, come ad esempio nella dottrina di Meister Eckhart del
'Figlio' inteso come quella parte grazie a cui l'anima è uguale a Dio; è in
tal senso che egli scrive: «F. uno stato superiore quello che Dio è nell' ani-
ma, perché l'anima è in Dio». Lo stesso intende Nicola Cusano quando
definisce l'uomo 'deus humanatus', al quale Dio dice; <<Sis to tuus, et ego
ero tuus». Una concezione moderna, che non è più in grado di scorgere
il simbolo del Sé in una figura data, vedrebbe in Cristo il modello di un
uomo che ha preso su di sé la sua determinazione individuale. >6
In Trasfomraziani e rimbo/ì della libido, Jung, muovendo da un :10alo-
go materiale empirico inconscio, ha studiato U significato psicologico di un
gran numero dei più importanti temi mitologici e storico-religiosi. Sirnil-
MlffO0OLOGIII
re intufrìvì appaiono gli unici adeguati alla realtà . Dal punto cli vista del
contenuto, è pertanto inevitabile che la filosofia sia compenetrata da que-
sti avvenimenti e si confronti con essi. E certo non basta neppure richia-
ma.rsi semplicemente ai risultati kantiani per essere all'altezza di questo
compito, Però, da una filosofia che ancora avanza la pretesa cli essere 'scLenza
della totalità', ci si potrebbe attendere che sia consapevole del fatto che
o si aggancia saldamente al punto di vista kantiano e non fa valere accanto
a questo nessun'altra possibilità, oppure ritorna a posizioni gnoseologiche
prekantiane, allacciandosi alla concezione romantica che non è stata tocca-
ta dal criticismo kantiano e che fu piuttosto una filosofia intuitiva e del
sentimento. Se perciò la filosofia, invece dì poggiare, come queUa kanl1a·
na, sull'intelletto e sulla sensazione, si consegna completamente all'intui•
zione, (*) non può che hascere una teoria altrettanto unilaterale della 'vi-
sione' del mondo; l'intuizionejnfaui è solo una delle quattro funzioni psi-
cologiche fondamentali e non è adatta per la conoscenza del mondo dei
fatti cosl come non lo è per quella dei fondamenti gnoseologici, dato che
essa 'vede' solo possibilità, ma non realtà dare. L'odierna situazione filoso-
fica, in tealt~, può essere compresa solo psicologicamcnle, perd1é è :::erco
da attribuire al generale atteggiamento rivolto verso l'esteriorità il fotto
che l'oggetto e i1 tipo e modo di espericmm vengano ritenuti più importan-
ti della critica del soggetto conoscente.
Si può comprendete come in questo atteggiamento che accetta acriti-
camente il ' presupposto soggettivo', incorrendo cos1 di fatto in soggetti-
vizzazioni, - un atteggiamento che non si limita solo alla filosofia ma ti•
guarda anche oltre discipJjne - predomini una generale sfiducia nei con-
fro nti dei metodi di conoscenza. Ugualmente si può comprendere come que-
sto stato cli cose si diffonda in modo panicolate nei confronti della psico-
logia, e ciò non solo per i legittimi motivi sopra riport-ati1 ma anche perché
in psicologia fa sentite notevolmente la sua voce pure il 'pregiudizio sog-
gettivo' del pubblico. Lu psicologia, infatti, è un campo che tocca d a vici-
no e personalmente chiunque.
sioni sulla sua datità pskhica. Poiché questi effetti sono di natura specifi-
ca, ne risulta che il numinoso è una categoria d'esperienza specifica. R
Otto la definisce nel modo seguente:
li sacro, od senso pieno del termine, è dunque per noi una catego-
ria composta. Gli elementi che 111 compongono sono le sue parti costitu-
tive razio□alì e trraz1onali. Secorido entrambi gli elerunti, però - que-
sto deve essere flffermato col rnassirno rigore di fro:ite ad ogni se n~i-
smo e «d ogni evofu.,.iomsmo- essa è una categoria p111'U111en/ea priori.
per ciò che sono e non per ciò che dovrebbero o potrebbero essere. Questo
presupposto non è una cosa ovvia - almeno ooo nella nostra cultura occi-
dentale - e perciò incontra dapprima resistenze istintive in ciascuno, in-
cluso lo psicologo.
Il reallsmo non ha nieole a che fare con forme di considerazione ma-
terialistiche o biologiche. Il punto di vista realistico significa vedere le CO·
se come esse sono per oatuta. La natura umana, presa nel suo senso più
am_pio, è lo psichico e quindi include ovviamente in sé ciò che appartiene
al concetto di 'essere umano'; tutto l'aspetto istintivo, ogni azione etica
o sommamente spirituale della coscienza come pure lo psichismo oggetlÌ·
vo1 che, in quanto fattore autonomo, influisce profondamente sulla sog-
gettività dell'individuo e deve essere integrato da quest'ult imo secondo una
qualsiasi forma di intuizione.
Il metodo deUa Psicologia Complessa è pertanto anche di tipo feno•
111<mologico1 ) ) in quanto le forme di manifestazione psichiche vengono va-
lutate od lorn 'esser-cos\-e-non-altrimenti'. 1h altri termini, il prodotto psi-
cnico non viene riferito ad uo senso che starebbe dierro e fuori di esso e
che solo per un qualche frai.ntenc:limento o una qualche insuCficieoza della
disposizione cosciente non sarebbe in grado di esprimersi a11tenticamente.
Quest'ultima è ad es~pfo la concezione delle correnti freudiane e adleria-
ne, nelle quali, parte.odo da un'idea preconcetta, turti i fenomeni psichici
vengono anaHzzati in relazione al loro cosfddetto significato autentico, in
quanto si ritiene che i contenuti psichici siano incompatibili con la coscienza
e perciò esprimibili solo in forma distorta per via ddla rimozione oppure
in quanto compensazione dj sensi di inferiorità. In tnl modo la forma feno-
menica diventa un mero segno che può essere interpretato in base ad una
ddavc valiJa w1a volta per lulte,
La Psicologia Complessa prende i fenomeni sul serio, anche quando,
in ultima aoafai, si deve parlare di un'espressione inautentica, come avvie-
ne ad esempio a proposito di un sintomo nevrotico. Dal punto di vista del-
la totalità delta psiche, il sintomo nevrotico è un 'espressione inautentica in
quanto esso, come fenomeno di ristagno dell'energia psichica, -agisce solo
ostacolando o addirittura distruggendo la vita dell' individuo. Valutato in-
vece dal ponto di vista dcli' Io e del momento psicologico individuale, esso
è un dato di fatto che non può essere tolto di mezzo né con la volontà né
con una qualsiasi interpretazione intellettuale, dato che in senso energeti-
co esso agisce profondamente nella vita. L'energia in esso investita può per-
tanto essere condotta ad un uso adeguato solo per mezzo di un cambiamen-
to di dispo_r~ione, il che è possibile solo se il dato di f11rto di disturbo viene
68 '!' , WOLFF
totalità psichica. Curare l'uomo, rendergli la 'salute' vuol dire Earlo essere
di nuovo intero, portare alla sua coscienza la totalità dell'essere umano -
un compito che, in epoche di cultura collettiva, spettò alle religioni della
'salvezza' , ma che oggi, cli fronte al conseguente giunge.re a termine di quella
linea di sviluppo iniziata dal protestantesimo, deve evidentemente essere
assolto dal singolo e nel singolo.
In tal modo U simbolo diventa evento psichico, È Ja riproduzione o
l'autorappresentazione deUa situazione psicologica complessiva dell'indi-
viduo del nostro tempo e contiene in ,u1ce i processi psichici che da cale
situazione risultano, conferendogli al contempo un senso. Il simbolo au-
tentico è fenomeno e idea in uno - idea nel suo significato originario, in-
tesa cioè come ' immagine efficace'. Nel processo di individuazione, quin-
di, non si tratta anzitutto di interpretare il simbolo, ma della sua rappresen-
tazione e config11razio11e, Cosl, esso non viene solamente assim.ilato dallo
funzione superiore, ma integrato come figura Intera dalla pe1·sonalità com-
plessiva e 1 viceversa, si dimostra ancbe lo strumento attraverso il quale di-
venta gradualmente cosci~11Lt:. la personalità complessiva. Il simbolo, iote,
so come Ggura psicologicamente reale, è la forma in cui trova la sua auten-
tica espressione la realtà dello pskh.ico.
Nella valutazione del simbolo, come in t1ttte le manilestazioni psichi-
che - siano di natura conscia o inconscia, si tratti di problemi personali
o cli ciò che è universalmente valido, di processi soggettivi o di contenuti
oggettivi, di semplid sintomi o di un conflitto reale o di qualunque altra
cosa - decisivo è sempre il principio dei momerrto psicologico individua/e
Si tratta sempre di diventare consapevoli del qui ed orn, per la semplice
ragione che ciò che è psicologicamente passato è superato nel presente, ma
ciò che verrà, tuttavia 1 risulterà da quest'ultimo. È per questo motivo che
l'individuo ha la psicologia della sua età e della sua epoca, e deviazioni ar-
bitrarie ed 'egoistiche' da essa contravvengono alla legge naturale deU' esi-
stehza. Anche queste concezione è un principio realistico - se si preferi-
sce, un presupposto ideologico, soggettivo - della Psicologia Complessa.
È però la stessa it1dagi.11e oggectiva dt:Uu p~kht: a spingere verso questo punro
di vista, se non si vuole eliminare razionalisticarnente la chiara influenza
dei fattori psichici, ma piuttosto riconoscerla nell'esistenza individuale co-
me natura regolativa e presupposto deila vita cosciente e differenziata.
• W. HEISENBERG, I re,:e,,1/ 11111tn111e11ti 11c//e bu,i ci~llu 1clem11 esalta, in M111amu11// 11ullt basi d,/111 ,cte11-
za, Einaudi, Torino, 11144.
_ '.J:l, R1c1t1;,w,, K11/1111winemcha/11111d NnlllnJJim·mchn/1, Moht, T(ibingcn, 1926.
i'c.G. )Ul'{!l. flp,1Jb/en10 /011d,1111e11lnle r/111/11 pslaologìa cm1te111porn,wt1, in Opere, Botinghlcri, Todno,
1965,~~I, VEIL' ' •
G 4Chiunquc intraprendo m11111mcnti anolitici p~rtc da un prcsuppo,to: ossiu che il rendere cosciemi,
in modo do sottopeirrc alla ,ce.lrà e ulla tritiéa ~onsgvcvole parti dcli~ porsonnlitll chc prlm11 erano in-
eonscct abbia un signilicato e un v,lore, '/,Jon tale _11zione, il pa~icntc viene. posto di fronce a problemi
e sdmohuo • on giudfaio e cf'elibcrazioni ronsapevoli, vi~ne con ciò promossa in lui uno {unzione dti<:11,
di «ui l'intera p«rsonalit~ resta \pvestita». C.G, ]u"!Q, L'qpplicnblli1iJ prqJic<1 Je/l'n11nl/si dti SQR11i. io
Opert:, XVI, 2 , \··i-.·:, • • •<
.::=-. -- --- - -
~ ckcrl intende il c ~ i co11li11t1t1111 non nel sc,nso di una continuità tempo"1c, bcnsl 'csse~ia-
le': "0g'!1~ÈE_~_s.sj_ ei~nd! .nello spazio o. che occ1;1pi un certo l"Ull di _J<;.IJ!P.11 ha I!" siITJU~ C11(4J·
me d_i J.~t-a_n:,,:1_: Q\!~lo~lg p~~iomb brcvcemcnte lndicllt"e come prtn<;ieio della ronlinuìrà di tutto i!,
re~I~' ;_.~ re:iltò i: eteroçcnco perché nessuna cosa o processo cquiVGlc <omplccamenre od 11n'wrrn cosa
o a un 11l1ro -processo, ma mostra un'imptont• particolare, unica, individual,. LP m1ltn oHcttualt è
un co11ti111111m guallrativo cd eterogcn~o lt le discipline c,mpiriche hanno lo scopo dJ cogliere twe realtà
ei~fiJCa1- - - .-.•:::..."'-• -
-· fn canir~•to con dò, la fisica matcmatJ"11 coglie il mondo del111 puce quontltA e vede- quindi lu
re11ltil sotto forma di un co11tim1t1nl,pmog~ncÒ' o,~nchc, nc:.Ua misura iri cui vl O(l~QI.SkL11J.&llconccm10\
li, sotto (orm'II di un d/1cret11m, e con dò la rC1111il) sempre quslitativ1, dlvcntR \!luantit~ m•tcmariClt.,
Cfr, K11ltt1ruJùsemchaft 1111d N1111m11i1rr,1sch,1/I, cit'. -
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-.,.-::--- ,. '\)W"
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V '' ;.i...,., , .,, 'l
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'"~•I.. . , ••
\ ~ o ..-. , ,;t , .\J •
r.7-.,\.,-. ,.,.-;: r) l\ ; -r--: ....._, c.,._-;-,~ I
0:.G. }UNC, Spiri/o e lifta, in .fl problema dell'i11conscio ne/I,, p1icoloiia moom,a, Einnudi, Torino. l 9~9.
{i_;b,dem.;
10 Que1co ovviAmcnte non significa che si trotti di st-abilirc quale $ia la loro nmue in <é e per sé nello
si11to di picllll incoscienzi. li loro divcntuc cosdend, gi) &olo sorto forma di sogni, rappresenta un
cerco avvlclnamen10 ..Ua coscien~a e alk. sue condii.ioni di perce-iionc, La 'cosa in sé' è, come sempre,
inconmcibile, Eppure, la fcnomeno~ia di contenuti inconsci si discinguc da quella dei cont~outi con-
sci tanco che lo loro provenienza dalla psiche oggettiv11 ~ ...,mprc chiar:im"'1tc distinguibile.
11 S ul concetto di au,onomia cfr. RlcKERT, Allgemei11t Gn111dil!tU1tt drr P'1llosophir, Mohr, Tiibingen,
1921: cl.,'111tonomia viene considernta .soliramcnte com~ un concclto •pecificomcmc etico Tuttavia,
bisognerebbe appunto rilevare che essa coni iene i ndie un principio filosofico universale. Libtro, nd
pieno s,gniflc~to positivo dd termine, è il senso dì ogni 11to del sogsetro che non solo sin privo di
causa e nemmeno solo che valuti v•lori in gcnu,ile, bensl che riconosca un v•Jorc per lo ,uo stessa
valldicii, ossia auronomamentc, cosicché. .u può parlorc di llberr\ in un mplice senso: come moncnnzo
di c.au~, come 'atto' deUa valutazione e come autonomia. Di che genere sin quaruo al iuo conrenulo
il valore valurato autonomamente, qui non cntn ancorA in considera~lone. Qui imporra solo il rlcono•
scimeoto voluradvo acausalc del valore in visto del valore stesso~.
Sul conccrro di realtà cfr Eoo1c,;c•10N, 1'he Nnt11" Qf the Phy1ical \Ylorld, Univcr.1iiy Prcss, Com-
bridge, 1929: •L' eliemento concN!temcnte ,ost~nziole ha ~vuto co.1\ esprcmmente il cuoio guida sulla
~ccnn ddl'espcricnza, che, nell'uso lingulsrlco abituale, 'concreto' e ' rcele' sono divcnloti prcss11ché
sinonimi, Si chieda ad un uomo qulllsh••l, che non 1i11 un filot0fo o un mistico, di indie-are quaJcos~
di tiplcarncenre renle, e questi sccgllcr/1 sicurnn1cnle come esempio una coso concrcro. GU si pongo la
domnndo se, il tempo sio rt~le, t:gli v1:ro.,lmilmen1c si d~ddtJÌI nd am111errcrc con una qualche e,it:nio.
ne che lo si dovrebbc ritenere r~olc, mu nel farlo ha dentro di sE I• sensuione che la domanda sia
in qua.khe modo iooppoetun• e di essere sottoposto •d un ingiusto lntcrtogatorlo (. I. Le moderne
teorie 3cfen11fiche hannu abbandonoro il comune uso lin11uistico che identifico il rc1tle con il concreto.
Credo che poircmtno dire con diritto che il tempo sia pl;i tipico per 13 rcoltà fisic, dr qu~nto lo si,
lu maet:ria, g!seché esso;, maggiormente sottrailo• queUe anocinioni met•fiaichc che la fisic3 esclu,
de. Sm-ebbc !Uedro dlre ,hc, lo fisica potrebbe orn:he concnlere c.he la cca11~ sia quaku$ll di spi1hu•lc,
Dobbiamo essere pi,', cauti. Tuuavi", a~-costondoci • tdi que.stioni, non siamo più tentati di ucceturc
per valido l'aueggiomento sc«>ndo cui rutto ciii che manca di concrc1nza debbo essere per ciò stcuo
condannat01>,
11 e " Le due cnnioni sono tnlle dai scg11t:atl 1iggi di Jung, Il problcm11 /011dammt11le dt!Un pstcofo11ia
co11ttt11pom1w1, dt, Il 1ig11i/ìcuto ddlll p<icologio prr i u111pi 111mlm11, in Opc", X:. L'app/ic11bilitÌi pratico
,1~11•,,,alirl d~i sog11I, clt
" Sorprenck come, in rifc,rimcnto 11.111i caunciaù paradosSll.!i circa l'oggetto di indagine, sunin11 un
paro.lido critico-<:onoscitivo proprio con quello scienza I, qWllc, quanto al suo nggctto, ~ del 1u110 anti-
tctk• allo psicologia, vale a dire, la fmc• teorica. ~La luce, da un certo pu11to di vista, hn l'a,pcrto
dl onde, mcnrre do un altro di minwcole p•rtkdlc - all'incircil CQme un pectine, uno volta $embra
un• tcric di punte c,d 11n'altr11 ur\'1tsta a seconda della dìrczioncda cui lo sì gu•rda, Un'•nalogia parzia-
le cc la oHrc il moro ondoso del mare. L'acqua del mare la possiamo consi<kl'llrc o da un punro di
vist• statutico o da uno individuale. S1ati,1lcamcn1e cs,a consinc di onck, lndividualmcntc di moleco-
le. 8 allo 11~,o modo 11 luce, vista su11is1korncn1t, mosru molte qu.lit~ delle onde, ,e invece la si
considera individualmente, di corpuscoli, ( ...] Noi vedremo che per clcuroni e protoni sussiste un'im-
magine e1auameJ1te complcmcnt~ e Secondo raie immn11inc, elettroni e pro1or1i si comportano com~
eorpuscoLi quaodo sl muovulQ liberamente amuvcrso lo spa1.io, e come onde qu•ndo si imbattano i~
materia, (,.. ] Vi è un'esnunlva teoria ma1cmatfc~, lrl b~J<: alla quale risulta che l'i1TUT1:19inc di parriceU,
e quella di onde sono due diverse forme di manife, nzlone di un'unicu e medesimo rcaltb fisica~. Srft
J. JEA'1S, Dia MlleJr Gn111dfage11 dcr N111t1rdrkc111111,ir, Dc.ut,cl1c Vedn!?anstolt, S1uttg1trt-Bcrlln, 19}4,
L'aspetto metodologlcomemc im1,orrn11te è eh• IK coscìenz• occidcnra.lc è in urrrdo dì formRrc CO·
nusc•nzc di n~tura porodonule e - I,, p1lcologiu clcvc oygiungere - di sosicnc,rlc p,ichlcam!'ntc.
"VediJui«:, ,111il/llll'nEO,/I', in Op,rt, vur: crr. ancheJ w. DuNtlll, /111 e,\"(><mlllttll w,1h Ili/li', Black,
loudon, l929 come pure JuHO, I.a sl11cro11ici1J tol/le pri11cipio di 11mi acamuli, in Oput, VI 11.
" llJCKl!RT, Dir G~1w1 dtr 1111111nvlsi,111cho/1/ich•h Begriff1bild1111g, Mohr, Tùbingcn, l929.
" O vvlomence il metodo 1cicmilico-11111urale, al coatMrio del suo oi;gctto, non è >etl%11 rlfcrim•nto
~i valori, giacché cercu il v1lorc ' vcrltò ', come Rkkcrt dim1mr• nelle pagine 1ucccnivc,
u Con 'essere psichico' gui 110 11 si intende notuNlhncnte In psiche, bcnsl U1ogg~cto psicologico-
"In Principi di p1ico1tNp10 prallca, ln Opm, XV{, I, Jung formula nei •tguenlÌ termini la corrclationc
ddl'anrir,omio individuDlc,•9cncnJc al.l'intcrno ddla aMLi,i psicologica: ..Se l'individualiri loss,: una
sCflarllZionc tota.le, se cioè l'individuo fo.uc coralmente diverso d~ ogni altro individuo, I• p,icologi•
s•rcbbc lmpossibUc come scienza, onla essa consiS1c.rebbc di un insupcrabile cao, di opinioni soggctt~
ve. Poiché pcrò l'i11divlduali1a è ,alo relaùva, vale a diJc solo complementue alla conformi I~ o o mpgc-
ndtò degli uomini, ~ possibile formulare cnundati unlversalmc111c v11lidl, cio~ asserii scientifici. Quc,
sti enunciBtl, però, possono corrL,pondcorcmcnte rlledul ,ola mente li quelle porri del ~i5t<!ma psichlc9
che sono conformi, ouiu confrontabili e che dunque posson,1 essere colte stnfotic:11D1entc, 110n Invece
.U'uspeuo indiYidullle, vnle I dire irripcrìbilc di un $istcmn,,
'' lbidm,.
•• lbtd•111.
spetto quan1ìtativo e le distingue dol nessi cawali scorici e inclividu.iJ, ossi• dctllc serie di eventi nella
loro irripetibile fotcudirì. ln queste serie l'erfetto contiene semp~ qualco,n di nuovo, menue le leggi
di natura v,,ngono roggiunte proprio facendo astrnione d~ questi nessi ca\lsaU individuali. Alla mtsciti
del n uovo all'interno dcli, stori• è pertanto in grado di rendere giu11iiia solo il concetto di 'non equi-
valenza causale', mcnue lo sclcnl!ll della natura pub prescindere d o questo 'nuovo' e Jich!o_rare· caura
,uq11al tf/ectum.
"P. JORDAN, IJic Q;ra11/c11mecha11ile 1111d dle Grt111dproblemeder Biologie, in «Dic N s1urwissenschafteml
20 Jg., tt. 45, l9.32.
" In fi.ica atomica inde1erminatcn• signìlica: ,;Condizioni di portcnu identiche non portano sempre
o ris-ulta1i identici, ma scmplic:emence alla medesima statistico dì risuluci. Esls1ono p<etcib cegolarira
solo di narun scatistka o prob,bilitlit. Grato da SorKOEDtNGBR, Ober lndetermi11iJ11111r i,, du Phy1ik,
Banh, Lcipzig, 1932.
" A qucsco riguPrdo dr. ,nchc M. P.LANCK, Das Prf11:ip tler &h,,/111111 der 511erg/e, Tt:ubner, Leipllg,
19 IJ: «In preccdenzu.si c~eva che tutto ciò che avviene in natura, lo spiritu..Je come il fisico, trovi
il suo fondamento e hl suo spiegazione suffkicnre non solo in clrco,unu che qiscono contcmporan..a-
mente, ma che in generale ramo ciò e~ è passato qu•nto anche cib che è futuro (tdcologio) interven-
gono diretCBmcncc contribuendo• determinare il corso delle cose cd influenzando la legge di c•uS1l!ic1i
f.u morl,mo sdenzo della natura - " proprio ~u d l dò poggia il v•ntaggio che cssu l,a nei confronti
di quclJQ antica - ha distruno questa crodcnz,,; essa suppone che in ultimo isun:.o lo srato p~scnte,
ossia ciò che avviene nell'insieme dd roondo in un certo momento, co1t i1uisca la vt:r• cawa determi-
nante di cib che subentrerà nel m.omento successivo, che dunque 1U'imerno dc!Ja c:ontinua catena di
mutamentj ognl anello è c:ondfaionYIO ouconomamente e in ru11• la ,ua amplezZìl dall'am:Jlo che lo
precede immcdiatwuent~.
11 Vttli la m• blogralia in Die kwlt11re/fe B,Je111r1ng der Komple>-~11 Prycholotie, Berlin 19}5.
•♦ •l..e immaniau astrof, che ci minacci•no. non sono affa110 eventi elemenrori di na1ura /ìsien o biolo-
gie11, ma cvenri psichici. Noi siomo mlnocciati in misura tcrrificame da guerre e rivoluiioni, le quali
nun ,ooo .l[ro che epidcrrlie j»ichkhe. In ogni inante, mllìoni dì uomin1 p01sono essere pn,si dulln
foUia, e allora avremo uno nuova iucrr• monJial~ o un'altra rivoluzione dcvastatric~. Invece di essere
esp<>sd ogli nuolri di animali selvaggi, al prccipirare dì rocc:c, allo stnripamento d~Ue acque, l'uomo
d'oggi è in balla ddla violenza dei suoi elementi psichici. Ls psiche è una grande potenza, che supero
d i molto 1u11c le potenze dcli-a terre. [, ..J Quando si essmina la scoria dell'umonltà se ne vede solo
l'upctto più superfici«Je. anch'esso deformalo neUo specchio appannato della tradizione. Ciò che 1!
accaduto vert1111e11ft si sollroe ..JJ'aniillsi dello srorlc:o, glacch~ l'essenza ddl'evento 11orico rcsra pro•
fondomence n11Sco1ta: csu ~ vissuta da ognuno senza che alcuno vi prcsd attenzione: è priva risslma
e soggct tivissima vira i,d esperienza p$ichica. Guerre, dlnnstie, rivolgin1coti sociali, conquiste, religio-
ni sono i sintomi più superficiali d i un occulto comport• menro psichico fondamenr..Je del singolo, dì
cui e>so Sll:SSo è inconsupevole .~ che non ~ pcrdb rcgisn-atu da nessuno sto:ico; for5e solt•nto i fondu-
tori delle rdigloru sonno dirci una potolo essenziale. In ultima anttli,t i grandi eventi della noria sono
profondamcme insignilianti. Solo Lu viro $oggcttiv~ del singolo~ 1:$Scnziale, Sohonto essa fa la stori•,
soltanto in cua si ottu•no tutti I (llllndl muumcnti; e ogni avvenire e ogni storia del mondo nuce,
CQme una somma immema, d~ queste nnscum, fondi del singolo, Nelle. nostra vita pi1i privoro e soggct
tivo non subiamo solrnnto U nostro tempo, ma ne siamo gli autori. U nostro tempo? Ma noi s<cui lo
~iamo•. JuNc, li prob/~111a /0111/11111c11ta/t della pricologia contm1po,a11e•, cit .
* ' lntui1ionc', dal h11in~ fi,: 'densro' \ .l11tre 'onervar'è) conscrv~ nel termine tcdCS<io ·Anschauung'
un più esplìclto legume c'on ·'védi:re', 'om:rv11ré' f1cbauen), il che rende più immediato il passaggio
dal tema psicologico ddln (ftcolcà dcll"imuizione' 11 problema della 'vi.sionc del mondo' (N.d.T.).
0 JUNG, E11erge1ica p.11chicn, in Oper(', Vlll . Ma dr. •nchc R. OTro, O,n f/eilige, Breslou, 1917: •Con
un'energia ed un'arte che si potrebbero definire quasi ,orprtndenri, si chiudono gli occhi innanzi 11ll'a•
.spetto aurenrlcamente •pecilico deU'esperienu reliaiou anche ncUe sue m•nlEestazioni pìù primirive.
Con sorpresa o stupore, giacché se c'è un campo della vir11 uinanu ove si può osservare qu~kos11 dj
spècifito e di rismnlrabilc rolo In esso, questo~ proprio il campo reli~lo,~1».
"Jn 1 rapporti della psicoterapia co11 lt, dite~1011e spintualt, in Opere, Xl, 1, Juni: scrive: •Tcs tutti i
mid pjZienti che hanno supewo la meta dcli, viu, ossi~ che hKnno più di J5 91111i, non ve n·~ alamo
il cui problema fondamentale non si■ quello della disposizione religiosa. Anzi, ognuno soffre In ultima
,inalisi per aver perduto dò che tutte fc rdiaio11l viventi hunno d"to In ogni tempo ni propri fedeli,
e ncuuno ritrova veramente la salurc se primo non ha nggiunto nuovamente la propria disposizione
rcll'gio,a - cosa che, naruralmente, non ha niente o cbc verlerè con 13 ton.feuiobe o l' tppartencnz•
ad una qualsiasi Chiesa...
"-1D vero mistero religioso è, per esprimerlo nel modo forse più perspicuo, il 'totolmente Altro'. ciò
che sta oltre la ,Cera dell'abituale, del noto e del familiare e pcrcib del 'segreto' e che si con1n1pponc
o quest'ultimo, ri~npiendo l'animo di stupore•. R.. Orco, D,u Htìligf, di
A questo proposito si porrebbe anche riporruc un chiarimento critico,conosdtivo di ,an Brrnu
do: ~Quondo l'anima iniziar• c rapita da.ila visione viene colpita daUa luce divi.o• come da un f•J lmine,
n:11cono in es•• immagini e rapprcscnrazlonl di cose umane e subordlno1c le qlMlli si rifcrl1<ono alla
vcritl divenuu ora manifesta all'a nima e servono ,fa procc1.ionc e velo per Attenuare la luccnieua di
questa vrritì, per renderla sopporrabile e for sl che colui eh• ne è diventato portarore, possa comuni•
cada anehc agli aJ1ri.>, Citalo d• E , HEl.l.o, Heiligengertaltt:11, Hegner, Lcipzig, 19J4,
Il protestant•nmo, p.e.r porte SWI, ho d~to un• fondnioue morale al problema deUa conoscenia
C>lvioo rlit~: «Pe.rey,i lo cnnn,cenz• di fJin, qu•le es.a ors ~ possibile (ci~ dopo il peccato or4:lnal,),
non ~ altro che la terribile fonte del servizio di Dio e di ogni c-rc,denn. (...) Non vi fu • lcuno che
non ubbia cercato di i.J1dudcre la moestii di Dio nella propria ragione e crearsi un Dio corrispondente
alla sua facoh¼ comprensivo. Dopo che quelli ebbero formato un simile Dio, ogni conoscenze del vero
Dio r<:$IÒ e1clwa: essi si $O no labbdcoti da sé un nuovo Dio, un fanta•m• che ha preso il posto dd
Dio vero... Cimo do P. IlARTII, Dar Problt111 dl!r Hatiirlichm 17,e,.,/ogie bei Calvi11, in •Thcologiscl,e
Eximnz hcutc», Koiscc, Miinchcn, 19J5, IL 18.
"}VNG. Il probfc111a prichico del/'1101110 modemo, in Il problema dell'i11comcio 11e/la prico/ogh1 mode:ma, dr.
"JuNO, I problemi dc/In psicotempìa moJm,n, in // problema del/'111co11mo ntl/11 psicolog111 111od1m10,
cir. Vedi anche Il diuo11ire della jurso11,1/ilà, cit.
" Vedi e.e. JUNG • R. WtLHBLM, /1 ;r,grelo del fior, J'o,o, i11 Oper,, XUI.
•• Alle percezioni lnu·ospertive. fu no11, anche. se difficilmcnre esprimibile., l'cs~riem\• d, unR forzo
o di um sorgente psichica snu•t• die1ro la coscicnu, un 11punto di coincidcnn di tuttc le ~omponcntl
spirituali della perwnalir~•. Cosl, ad cs,,mpio, In mistica occidentale parla del •fondo dell'anima• co•
me del luogo di questo evento e dcli• !<$intercsi• come ddla sua funzione:. Le immagini che cercano
di esprimere questi esperienza vissuta, si incontrano sorto alcuni riguardi con simboll prodotti dall'c-
spcriem~ empirica del processo di individuazione coiciente. Osimbolo del cerchio e dd centro Immo-
bile o del punto lo si trovo in modo particolare in Meisrcr Eckhart: le hcolrà psichico-spirintali perife-
riche tendono verso un centro nel quale diventano Uno. 11 punto, il «ntro immobile~ la ofacolrà della
Trinità,• dunque l'anima npp~rticnc al punto immobile,;. Ndle immagini simbolicl,e, che ,orgone nel
moderno ptoccsso di Individuazione, il centro ~ sempre punto di partenza di quattro principi, corri•
spondentemcotc alle quamo funz,ooi p$ico!ogiche fondamcmali o, in altri termini, 1Ula 1ot11lità psid,ic«.
Pe..r Tommaoo d'Aquino, la sinteresi é un «habitus natun1Ji.., un organo nahiralc la cui fùn'1.ione
è 1'11ccogtlmcnto dell' «iu inc1us d.vinus- - una cont'e't_ionc del resto che secondo Karl Bnrth sarebbe
csscnziulinente antitetica aUa posh.ionc della Riforma. Citato da J, BERNUAR'f, Die phitosophlsche My-
stlk Jcs Millefoltm, Reinhort, Miinchcn, 1922.
" C.G. )UNG, I rnpporlì dello psico1t11Jpia co11 la Jfret1011t spiri111alt, cit.
JJ Qui, ovviamente, non si intende 'fenomenologia' nel senso dello corrente fllosofieu mnderna, ma
come valutuione cki fenomeni psichici dal punto di vista psicologico.
"«L'immaginazione è l'atrività riprodutriv• o cre9llva dello spirito, in genere, scnzo per quc9lo costi ,
tuire uns facoltà parncoLire, poid,l C$U può e5plicursi in tutte le forme fonclam~ntali elci processi psi ,
chici, nel pensare, nel sentire, nel percepire sensoriale e nell'intuire. Ln l1nrns[u, come. ottlvhl'I imm••
ginotiva, è per mc scmpliceme.nt• l'esprcHionc dircttJ deU',nivil"à vliu)e psichiça, dell'energia psichi-
ca, !•quale, data alla cosdenza solo in forma di imm2gini o di cnncenulÌ !...). L'attivirh famosmmdco,
come attività immaginativs, è identica al decorso del processo psicocncrge1ko•.JWJG, Tipi p,icologici, ci1.
'° Rifacendosi ad un'espressione di Jakob Burkh«rdt, Ju11g chiami) dapprim• glJ archçripi 'iuunogini
primordiali' (TraJformaiio,ri" 11mbofi della lib,Jo) e successivamente li dcfinl le 'domlnanti dcll'incon-
scio coUeuivo' (Psicolog,a dti proemi i11co111ci. ora: Pilcofogia d«l/'i11comcio). L'espressione 'archetipo'
egli la riprende da Sant' Agostino, che con essa indica le idee «quae ipsae fonnatae non sunt; guae
tn divin• inrclligcntia continemur.
L'idea delle Immagini primordloli lo si 1m111 nello me.tof11iro neoplatonico t scolus1ica sotto diffe-
rcnti indicazioni analoghe, come tipi originnri, excmpla, parudigmato, univcrsalia, e cosi vi"'-- NeUa
mistica lo. iocontriamo in Mcistcr Eckhorr, che chiama il 'FigJlo' (Verbum) il "'lnundus an:hNypus~-
ln Nicola Cusano, Dio ~ i.I (\mundu, 1rtherypu1»,
Nella filosofia isl~!nica medioevale, gli urchetipi hanno lln ruolo ahren,nto ,onsider,volc. l'lei
,isrcmi plo1onici presenti in csu è possibile iru:onrruc un Logos Demiurgo, che cu,todiscc in sé gli
urch,cipi. All'immagine degli archetipi~ collegata quella dell'Uomo ideale cosmico, 1Uinc 111 Now plo-
tinico, Per ogni tipo dcll'enuc egli meuc in luce, facendolo uscire dd sé, un tipo corrisponcl~ntc -
t1n archetipo Egli è l'archetipo di tutrc le cose create, in qu•nto nello JU\1 cssem.a le pensa s~condo
le dhposi?ioni tipiche. I suoi p~nsicri crescono poi fino a diventare formaiion1 della Cant••i3 (fanra-
,m~tal, che infine si coocretizuno ndle cose del mondo fisico. L'Uomo ideale cO!mico è pcrò10rtu110
allo spazio e 11 <erupo, e per lui l'esistenza non ~ altro che un• ropprescntaziono della fantasia. La
font!Ui• è le ~ito dello spirito creotorc. L'immogine della foni ..ia è l'•ncllo in1crmedio, Il creativo mondo
d1 mezzo In l'incst<so, il .sovraspnialc e il mondo dei corpi cd~ 1,-er questo che viene delinit• l a •m~tc·
rin prima' del çosmo, gi=hé costituisce il fondamento a partire dal quale viene innalu10 ù mondo
dei corpi. Cfr. M. Ho1tTEN, Die Pbilo,ophrt dts Islam, Relnhurdt, Miinchcn, 1924.
Non dovrebbe risultare difficile tradurre queste concezion, dal piano co•moloiÌCO • quello p,ico.
logico, rotrolincondo l'i,nportania della fanc~i11 ocUc cosmogonie islamiche. Hortcn dimostra per 11,
rco gli Influssi ddlc domine della coriosceni~ pctsinnc e indiane.
----
li pensiero scicnrifico presuppone lo lota.lità dell'esperienza e del-
l'elaborazione concettuale prescientifiche cd integrQ, rafforza e cor•
regge l'immagine prescientifica del mondo, focendo!o contcmporanca-
111cnte, dn un lnto, ovunzare verso l'elaborazione di concetti nuovi e
più complessi e, da!l'oltro, retrocedere e analizzare in modo sempre
più penetrante i concetli fondamentali. 1
/ ;!. "' \v
\• ~•:.!•Q •• j f). \. • . '
•II/~
~
legate a condizioni empiriche. Un tipo di penslero introvet§Q._ del genere
d i un Kant, si dedicherà ad oggetti diversi e si muoverà in un.a sfera i.ntcl-
Let91ale .cJ}v~r~a r~-2.,~tto a que]o che ad ~ pio J!.!f°lgg~o tÌpo cliat-
t,-9.
teggiame~o e di funzione se si tratta di un~ ~_elle.e uomo <!,_';!_pÒP.(ilo.
mune ad entrambi, però, è l'atteggiamento introverso eaìl confronto con
l~altà -esterna sotto forma dì quella comprens.ione intellettuale che ha
~ z i ò n e predominante rispetto ad altr_e fuo_zionì . ~
Per quanto concerne però la psicologia tipica dell' atteggiamen ro e del-
le funzioni differenziate, queste modificazioni non cambiano nulla. E allo
stesso modo anche le leggi che regolano il decorso delle diverse funzioni
nell'individuo sono tipiche. Qualunque sia la funzione predominante, sempre
quella ad essa contrapposta è inconscia e dunque indifferenziata, e le ftm-
zioni intermedie sono sì più o me-no coscienti e sviluppate, ma mai domi-
naoti. Allo stesso modo, l'ottegg.iamento dell'inconscio e quindi della fun-
ziooe Weriorc_è...se-~pre cootcapposto alla disposizione. coscienTu.
In conseguenza di questa regolarità, nel corso della vita viene a verifi-
carsi una successione dinnmka, vale a dire una sequenza tipica nella gra-
duale assimilazione delle funzioni meno coscienti. La tipologia..psic.Q!_qg~a (1";.~
~ n è quindi un..sis.te.m:uigido,.IDa qmtiene. al ç.9ntrario il presup_Qosto pec •1 \.
_ ) il processo di individuaiion~. ~~-
., La conoscenza della propria t i ologia e problematica tipologica signi• _ : •
~ ''. fiça per l'indivi uo una cri 1ca e proprio~~mento coscie ~ - L'Ego 'w
-,-'> 'si .identifica eo Ipso conle funzioni superiori, con r a l tUS dell'atteggia-
> .< ·' mento e con i corrispondenti valori. Tu tti quei fatti psichici che accadono
,,.. al di fuori di questa cornice, sono consjderati come un fraintendimento e
~- .. si pensa che avvengano solo- per disattenzione o errore; oppure è iJ com•
0
portamento dell'oggeLto ad avere la colpa di queste reazioni, le quali per-
-·~ tanto vengono sottomesse ai criteri delle funzioni superiori . L'igi:_i;1.tjfo:.ll;
zione dell'Ego con le funz ioni superiori è cosl uo segmento arbi trario del
coiiiP,ò~tamento ps1cruco complessLVO e viene indicata colli'e Persona. l ''a't-
t~ggiam~to della Persooa è una specie di maschera o ruolo e cor risponde
aUe norme colletdvamcnte valide dello spirito del cempo volta a volta da-
to, Prendendo coscienza del tipo di atteggiamento e di funzione, se ne può
valutare tanto la forza quanto Ja limitatezza e si può cosl riconoscere l' esi-
stenza e la problematica delle funzioni restanti come pure del meccanismo
dell'atteggiamento contrario.
Quesw, di r~gul11 1 è uu problema che appartiene all'età più matura.
Nella giovinezza, l'adattamento alla realtà è fornito dalla funzione più for-
te, che nel corso degli anni viene ampiamente differenziata. Sempre dj più,
però, si fanno sentire le esigenze delle funzioni rimanenti, suscitate da mo-
tivi esterni o interiori, oppure da entrambi insieme. L'individuo s.i vede
in una situazione che non è in grado dj controllare amaverso l'atteggia•
mento unilaterale fin qui avuto, e neppure con la funzione massimamente
differenziata. Si potrebbe dire altrettanto bene che le funzioni fin qui tra-
scurate e ormai energeticamente attive si impongono alla coscienza e por•
tana l'individuo in situazioni di vita che rendono necessario un altro orien•
tameoto, più ampio di quello fin qui seguito.
Questo schema della successione delle diverse funzioni psicologiche,
che può sembrare di un'astJ"iltczza quasi matematica, sta a indicare in real-
tà un processo dinamico che caratterizza tutte le singole Yicende della vita
e che, sotto forma di un nuovo orientamento, costituisce un grande risul•
tato spirituale e morale. In un primo momento, l'assimilazione della fun-
zione inferiore fin q11i incomcia porta ad un conflitto assai intenso, poiché
i princlpi della funzione superiore e di quella inferiore si vengono a Lrovare
in un contrasto reciproco. Il conflitto è ulteriormente acuito dal fatto che
la funzione inferiore è contaminata con i contenuti dell'inconscio colletti-
vo, e pertanto l'Ego minaccia di dissolversi. Come la funzione superiore
è di validità unjversale relativamente ai valori vigenti, ugualmente la fun-
zione inferiore coincide con le leggi universali e atemporali della natura
um(lna, cosl come questa sempt't! è e sempre è stata. Il problema deU'assi
miJazione, o del confronto con la J!!_n zione inferio~e. r:ipp_re~~Ja perciò
il_ primo pafsosurcamr~_!:!~U !~ P!.QC~s_o_.9.i i11giyidJ.1aZiQ[I<;.
Nel 4ipo_A}_~}!~ggiarJleJ1l_
o i,1trovers0 avviene l'esatto contrario. I/attori
soggettivi sono l'elemento energeticamente più attivo, e pertanto è il sog-
getto àd essere psicologicamente importante. L'atteggiamento dell'intro-
versò nei confronti dell'oggetto appare quindi esitante, se non addirittura
di rifiuto. È come se temesse di essere troppo influenzato dall'oggetto, Egli
è perciò facilmente tentato di togliere forza all'oggetto e alla sua azione,
imponendogli le sue datità soggettive - o mediante corrispondenti conce-
zioni relative all'oggetto oppure mediante un dominio di fatto. In ogni ca-
so, si pon.e in rapporto con l'oggetto secondo il proprio modo soggettivo
di coglierlo ed il contatto con questo è indiretto. Tutto il peso e tutto il
valore sta nei fattori soggettivi. L'oggetto è preso in considerazione solo
nella misura in cui li suscita. L'accento cade piuttQfil.O sulle. opiniaol che
s~ru10 di qualcosa, sulle perceziot~,L~..Ls~tltnent.i...soggettiyi--pr-ovocati
dall'oggetto. I Fattori soggettivi non hanno bisogno di coocordare con l'og-
gctto, madevono essere validi e cogenti da un punto di vista soggettivo,
vale a dire in accordo con i valoci riconosciuti e accettati dal soggetto. In
un introvet·so normale, cioè adattato, questi valori naturalmente non dif-
feriscono da quelli universalmente accettati, egli però giunge a riconoscer.o
per una via diversa da quella seguita dall'estroverso. Una cosa è vera non
quando tutto il mondo crede in essa, tna solo quando essa, inoltre, venga
riconosciuta valida attraverso riflessioni e valutazioni proprie. I fattori sog-
gettivi non sono identici con l'Io, rna provengono in ultima istanza dall'in•
conscio colletrivo, che sì può definire l'oggetto interno. Dato che, di regola,
l'introverso hon può rendersi conto delle effettive e recondite profondità
psichiche del suo atteggiamento, egli non sa che cosa veramente lo muova
e perciò può confondere facilmente i fattori soggettivi con l'Io. Il suo at-
teggiamento riceve la sua relativa stabilità e sicurezza nei confronti degli
influssi dell'oggetto dell'intensità della tensione energetica, presente nei
retropiani della cosdenza. Per questo motivo, l'introverso è anche in gra-
do di sopportare più facilmente un certo grado di isola.mento, in quanto
anche se 'tutt'un mondo è contro di lui' , si tratta solo del mondo oggettivo
esterno, che in ogni caso pet lui possiede un significato enetgetico minore.
[nrealtà, senza saperlo, egli è cooternJto nel mondo oggettivo inteciore ed
è legato cosl a ciò che è universalmente umano tanto quanto lo è l'estro-
verso nei confronti della realtà esterna. Certamente sussis.te per lui lo stes-
so rischio di dissolversi in quel mondo interiore di quello che esiste per
l 'estroverso nei confronti dell'oggetto esterno, il che a sua volca porta fa-
cilmente ad accentuare eccessivamente il complesso dell' Io. Chiudendosi
completamente agli influssi oggettivi estero!, _l'introverso cade altresl i.n una
posizione estrema e io questo modo la tensione nei riguardi dei fattori og-
gettivi opposti, tenud inconsci, diventa sempre {>lÙ forte, fino a raggiun-
gere infine la preponderanza.
Quando in un tipo introverso fa breccia, in modo eoantiodromico, l'al-
teggiamehto inconscio opposto, allora egli diventa in una certa rnisuta uh
estroverso inferlore. Egli sopravvaluta l'oggetto esterno, senza però che
questo porti ad una comprensione oggettiva o ad instaurare un rapporto
con esso. Al contrada, l 'oggetto viene sommerso da proiezioni di materia-
le soggettìvo e-, in particolare, da contenuti dell' inconsci.o collettivo, e in
tal modo acquista una sorta di significato magico. Una rappresentazione
umoristica di questa s.ìruazione è data nell' ope.ra dl F.Th. Vischer, Auch
Biner. La qualiriì magica, cet·tamente, spetta soltanto alle cose; tuttavia può
estendersi !tltrettanto bene e &equentemente agli uomini. Da questo dato
di fatto nasce una spede di «participatlon mystique» (Lévy-Bruhl) con le
persone, giacché queste impersonano l'inconscio dell' introverso. Natural-
mente, l.1118 situazione simile sorge particolarmente spesso in tapparti d' a-
more o d'odio, poiché un affetto intenso già di per sé facilita il meccani-
smo della proiezione.
misura. -----~-
Le due funzionj restallt!, invece, non sono differenziare nella stessa
_..,,E vero che, in certi casi, da un puntocJì visraenèi'geti~o;-h-anno
uni forte intensità e si impongono pertanto alla coscienza disturbandola.
Com~Juat.umi,_pero,....noo sono distinte e si trovano quindi in una condi-
~ e p _rimiJi'>l.n. Non sono solo mescolat"ètìnìicon1',i7t;11- :ma-=e1n modo
particolare Ja quarta funzione - anche contaminate con contenuti dell'in-
conscio personale e coUenivo. Esse dunque con tengono mescolanze con-
cretistiche e fantastiche , e corrispondono inoltre ad un piano che sta die-
tro o sotto il livello delle funzioni superiori: sono più infantili o più primi-
tive. Per tutti questi motivi sono dette funzioni inferiori .
.§..Jll_rambe le funzioni indiffer~r,Jia~e o inferiol"i, specialm~fil_t;)a g~.!_;l_i
s~~ inolt1~ carat~~gzate dal. fago_cht:;pQ.q ~~son_o e.!~~c~troUate ç!aUa
1
"'.c_>lon~; hanno un ca~t~~ ~ul~nomo., il loro mqg_Q._9 o ~_è _arbitra:_
r-io1 _11;0_~ ~ ~ . ? . ! ! : ~ ~ _ J ~ i u s ~ ~ es~pj9 ~I- ~o men t~.
in c_uJ~e ~r~hhe..h.iso&!lQ., e si 1me_ong~!l~ec~ q~'l_cfo l~t~zion_e
n_~n è a~!!H!l.-Non sono collegate alla coscienza dell'Io, ma agiscono dal-
l'inconscio come corpi estranei. La loro contaminazione con l'inconscio col-
lettivo fa sl che siano dominate, tipologicamente, dall'atteggiamento con-
trapposto alla coscienza. Se la coscienza è estroversa, le funzioni inferiori
seguono il meccanismo introverso, e viceversa. Per non essere quindi som-
mersi dalle funzioni inferiori e dall'atteggiamento contrapposto in esse im-
plicito, è necessario passare daUo. funzione superiore a quella ausiliaria e
poi, successivamente, tanto distinguere la terza e la quarta funzione l'una
dall'altra quanto anc-he liberarle dalla stretta de] materiale dell'inconscio
collettivo - cosa che, naturalmente, riesce solo con il massimo impegno
delle funzioni superiori, che tengono ferma lo realtà cosciente.
Dal rapporto reciproco delle quattro funzioni fondamentali risulta un
ordine regolare all'interno deJJa struttura Oelfa psicologia indiv1duak.Le
1unzioni reciprocamente antfteciche non si coUegano mai alla funzione su-
periore né a quella ausiliaria. Nel caso, dunque sia il sentimento la funzio-
ne superiore, sarà la sensazione o l'intuizione la funzione ausiliaria, mai
però il pensiero, cbe allora rappresenta le funzione inferiore. Allo stesso
modo delle due funzioni razionali, le funzioni irrazionali, in quanto diffe.
renziate, si escludono l'un l'altra. Un tipo sensitivo può avere come fun-
zione ausiliaria o il sentimento o il pensiero, mai però l'ioruizione, che in
quesco caso forma la funzione inferiore, cosl come, viceversa, è la sensa-
zione ad occupare questo posto quando è l'intuiz1one ad avere un ruolo
guida nella coscienza. Tanto le funzioni i-azionali qu:into quelle irrazionali
sono dunque tra loro completamente contrapposte.
La psicologia dell'itrconscio
-Q il sintomo e il complesso,
_ il sogno1
le fantasie,
il simbolo,
La funzione che l'inconscio svolge all'interno della totalità psichica
è la compensazione dclJ'atteggiamento cosciente. In guanto la coscienza è
orientata, tesa a raggiungere un fine e conforme ad uno scopo, e nella mi-
sura in cui ciò deve anche assolvere il compito dell'adattamento nei con-
fronti del mo~ esteroor~Q.rlare anche a proposiç_ojeU'inconscio
di un(direzione di una~eguateiz~ allo scopo:-Quéste ultime sono orien.:-
tate- àll'affiifta ento interiore e-;-rn quanto portano cosl ad una situazione
di equilibtio rispetto aUa coscienza e ai suoi fini esteriori, hanno come fine
l'adattamento rispetto alla totalità della suuttura psichica delJ'individuo.
La totalità psichica sembra servirsi cli una funzione la quale regola ogni
unilateralità e, ogni volta che è necessario, ripristina il potenziale sull'altro
lato, affinché il d ecorso energetico del processo vitale non patisca alcun
arresto.
Per quanto concerne ~ contenuto, l'inconscio mostta due categorie:
una personale ed una irnper~onale. L'inconscio personale consiste di tutti
quei contenllti che una volta furono coscienti e sono stari dimenticati. Inol-
tre, però, è anche formato da contenuti che potrebbero essere coscienti,
ma che per un morivo qualsiasi oon lo diventano - sia perché non ci si
sforza in tal senso, sia perché sono ìncornpattbili con l'atteggiamento co-
sciente, sia infine petché non possiedono la sufficiente intensità energeti-
ca per penetrare nella coscienza. In ogni caso, però, sono couLenuti che
appartengono alla psicologia personale dell'individuo e solo assimilandoli
quest'ultimo può r11ggiungere la sua personalità completa, Se rimangono
troppo a Lungo inconsci, l' e.nergia investita in essi non trova alcuna espres-
sione adeguata e forma al loro posto sintomi nevrotici. Il mezzo attraverso
cui è possibile prendere coscienz'il dei contenuti inconsci personali è anzi-
tutto il sogno,
L'inconscio impersonale o collettivo consiste di contenuti che non rien-
trano nell'ambito dell'esperienza personale dell'individuo, Pertanto non pos-
sono essere resi coscienti in ogni momento, ma si costellano solo qllando
è una particolare situazione esistenziale a determinarlo. Essi non regohino
il comportamento personale dell' indivjduo, ossia il suo atteggiamento nei
confronti di se stesso in quanto personatità totale, ad esempio al di là della
!imitazione tipologica. Piuttosto, i contenuti dell'inconscio collettivo con-
tengono i modi secondo cui l'individuo, in quanto essere umano io genei-a-
le, reagisce quando si trova in situazioni che, a prescindere da ogni genere
di differenziazione, sono di natura universaltlleote umana. Quinrli, 11d esem•
pio, paura, timore, spavento, perlcolo, il trovarsi di fronte ad una diHìcol-
tà insuperabile, la lotta contro un t,otere superiore, il rapporto tra i sessi,
quello nei confronti di figure paterne e materne, nei confronti dei bambi-
ni, odio e amore, il potere del principio chiaro (bene) e di quello oscuro
(male), l'azione del demoniaco, del numinoso, nascita, morte e così di se-
guito. 12 In tulte queste situazioni, la psiche non reagisce solo allo superfi-
cie, in modo individuale, ma anche tipicamente, vale a dire in modo sem-
plicemente umano in geneJjaJe.
I contenuti deU'inconscio coUettivo sono riproduzioni di queste rea-
zioni strutturali generali deUa psiche e corrispondono perciò ad un appara-
to dj funzioni ilquaJe esprime le leggi che regolano la 11nl11ra psichica e che
sono collettive, presenrj ovunque, cosl come si trovano al fondo di tutti
gli uomini, a prescindere da ogni differenziazione storica o d'altro genere.
Essi sono «sisterg_i_di ered_isposizioni tli,e.soUQ ~d un g:mpc, immag_iu.e_~d
·emozione», sono riproduzioni di reazioni istintivet cioè psichicamente ne-
cessarie, corru. 2 naèntJ.J1d una determinatn siruazi; oe e per qu~o soo·o
aettil are eltpi. ueste reazioni oon sono né apprese né in genere le si può
appren ere, ma - come Je azioni istintive degli animali, che spesso sono
oltremodo complicate-, in quanto attitudini e pt·edisposizioni innate, so-
no presenti a priori nella struttura psichica e dunque in grado, ogni qual
'Lolta la situazione lo richieda, di produrre un comportamento adeguato senza
aver bisogno ddl'a.i uto deUe coscienza e senza nemmeno dover necessaria-
mente gi~gere alla coscienza. Certo, visto dall'esterno, il comportamento
può sembrare estremamente inadeguato, Prendendo però coscienza della
situazione psicologica reale o del modo in cui la situazione viene giudicata
a partire dall'inconscio, tale comportamento potrà rivelarsi del tutto ap-
propriato.
Gli archetipi sono quindi l'intuizione psichica dell'istinto o l'autori•
produzione dell'ìsrjnto oU'imerno della psiche e, come l'istihto, anch'essi
sono subordinati a regole e leggi. JJ Pertanto, anche i motivi delle immagi-
ni archetipiche sono ovonqoe simili gli uni agli altri. Le fantasie archetipi-
che nell'individuo d'oggi cotrispondooo infatti ai motivi mitologici tipid
e alle «représentations collectives» (Lévy-Bruhl) dei primitivi §se raepre.
sentano situazioni universaLmeoce U!UB_!le e 1~ compri;nsioni e_reazioni..psi-
cbiche tipiche relativ~ a taJj situazionl. Le comprensioni psichiche non so-
no rappresentazioni razionali o comunque coscienti, ma sono prodotte dal-
la/alllasia, che è iJ llnguaggio dello spirito primitivo e con ciò, per noi, del-
l'inconscio collettivo, L'immagine atcheùpica elaborata dalla fantasia cor-
risponde ad ut10 stato di coscienza in cui si fa valere non il modo realistico
di cogliere l'oggetto, ma l' influsso che esso esercita sulla psiche. L'immagi-
ne arcbetipic11 è dunque una riproduzione psichica dell'oggetto e aJ contern-
po la riproduzione dei processi psichici stessi,
Alla costellazione dell'inconscio collettivo rimandano quei sogni che
contengono motivi ptop_ci d~I simb~lisrn";; mito1ogico o comunq~arte-
nenti alla storia univ;rsale delJ'um'~nità, Inoltre: le intense reazioni speci:
fiche devono farci concludere che non è solo l'Ego, rna Lo straro psichico
coUettlvo ad essere stimolato. I suoi fenomeni , però, vengono dischiusj so-
lo se la coscienza si concentra sullo loro efficacia caratteristica e i suoi con-
tenuti ci sono accessibili soltanto ne.I linguaggio dell'immaginazione, Essi
si presentano pertanto alla coscienza sotto forma di fantasie di natura
psichico-collettiva.
~ Tutto ciò che è inconscio(è s~mpre proiet~at appare cioè come qua-
lità o comportanrenrodell 12ggetto 1 e-sofo attraverso un atto di conoscenza
,.,. "t. di sé i contenuti corrispondenti vengono integrati al soggetto e cosl stacca-
t(dall' oggetto e ..:iconosciuti come fenomeni-Biifhici.
Jkodere...cos · te l' inconscio significa quind~pliare e diEferenzia-
re la coscienza ...Da uo punto dì visLa gnoseo ogico, inconscio è sem ce
rnente ciò che non è ancora cosciente, sul quale non si può dire niente (in
a che non possiede l'inrensìt~ energetica suthc1ente er essere Je:rce ·
I conce to I Inconscio è ana ogo a a m1z1one kantiana di 'cosa In sé
ossia è un concetto-limite esclusivamente negativo, Esso indica i limiti del-
la coscienze senza esprimere nulla circa ì contenuti. Per questa ragione non
è nemmeno possibile comprendere ed integrare i contenuti delJ'jnconscio
senza metterli in relazione con la coscienza.
A seconda deU'atteggiamento della coscienza nei confronti dell'incon-
scio, quest'uJtimo è in condizione di esprimersi adeguatamente o inade-
guatamente. A sua volta, l' integrazione deU'im:u11scio per mezzo deUa co•
scienza ha per conseguenza un' azione sull'inconscio, la quale influisce io
modo decisivo sul suo 'linguaggio' o forma d'espressione. Per qu~s!<Lllri!g•
gruppameoco_/ernmrenofogico dell'incon,.scio è ~I t~mpo stesso anche ~i ge-
n?ft!Jwiiiot1aJ~j~gò brevemente. caratce_sizzare così:
•) il sintomo ed il complesiò'coriieznfl_at.ìòne (l'inconscio penetra io for-
ma inautentica entro uno stato estremo di coscienza),
1.\ il sogno come interpolat.ione compensatoria (l'inconscio cerca di bilan-
ciare l'atteggiamento carente della coscienza),
,J la fantasia, in particolare la fantasia archetipica; come cooperazio11e di
im.:011sdv e coscienza (la coscienza accompagna il decorso inc-onscio),
~\ il simbolo come integrazione (come prodotto del collegamento di co-
scienza e inconscio).
Il sintomo neJl!_ot/ça pu~oifestacsi io mQdo puca.rru:rw.:..psiclllca.op•
pure come sintomo somatico sico eno. Esso compare quando la coscienz-a
si chlu e a mconsdo, quando cioè non accetta determinati fatti che po-
trebbero essere coscienti. H Può anche subentrare quando si rende neces-
sario un radicale mutamento di atteggiamento, di cui oon si è in grado di
venire a capo coo i mezzi a disposizione, vale a dire, quando bisognerebbe
integrare pienamence l'inconscio. Il sintomo è per cosl dire un segnale d 'al-
larme, che sta ad indicare come nell'atteggiamento cosciente ci sia qualco-
sa di essenziale che non va o che è insufficiente, e che dunque si dovrebbe
cercare di realizzare un ampliamento della cosdenza. In che modo, però,
questo dovrebbe succedere, non si può comprendere in base al sintomo,
ma solo attraverso i sogni, che rappresentano il linguaggio autentico del-
l'inconscio. ll sintomo è un'espressione inautentica e deve essere inteso so-
lo da un punto di vista energetico, come fenomeno di ristagno del decorso
cli energia psichica. Il carente. o unilaterale orientamento della coscienza
è l'ostacolo che si interpone al gradiente naturale, Il decorso naturale di
energia muove in direzione dei contenuti ineonsd come verso il nuovo po-
tenziale e, qualora ciò non sia possibile, si trasforma in sintomo. Ogni ma-
nifestazione malata dell'inconscio trova la sua causa in un atteggiamento
cosciente insufficiente. Possono cetto darsi casi in cui ciò dipenda da una,
per cosl dire, impotenza organica, come ad esempio quando manca per na-
tUl'a l'intelligenza D o la funzione morale 16 dell'individuo necessaria per
comprendere adeguatamente i fatti psichici.
Anche i complessi at1tonom@sono fattori di disturbo, con i guaii jl
decorso inconscio irrompe in quello conscio. Essi corrispondono ad una de-
terminata quanttta d1 energ1à psichica, che non sta. a disposizione della co-
scienza, oppure che le si è sottratta. A differenza dd sintomo, l'effetto del
complesso non è però solamente una paralisi delle intenzioni coscienti, ma
anche la sua fenomenologia è un'altra. ~plesso non si manifesta sol~
in una cieca re_ststenza all'intenzione cosciente ma in resistenza di e aue~
re ben eternùnato. Esso si comporta come una ersooalità estranea, o me lio
come una personalita parzi; e, a cw psico ogia e il cui comportamento con-
traddicono quelli della coscienza, le sbarrano il easso, la incrociano, in breve.
si..!tteggia come un essere autonomo con intenzioni proprie. I complessi
sono parti della psiche separate, parti di personalità dissociate dalla coscienza,
conten~1ci psichici raggruppati in un modo i cui trarti si distinguono chia-
ramente, che si sono staccati dalla coscienza e «conducono un'esistenza se-
parata nell'inconscio, restando sempre pronti ad ostacolare- o rinforzare !e
intenzioni coscienti►>. 18
Il simomo contiene una quantità di energia, cioè contenuti psichici
.che dovrebbero essere assimUati alla personalità conscia. Nel complesso,
invece, è attivo J'elememo psichico autonomo; perciò iJ contenuto del com-
plesso non è. necessaria me o te una componente dcli' Ego e quindi non può
nem meno essere risolto semplicemente reodendoJo cosciente. Un comples-
so sorge <<dal cazzo tra il bisogno di adattamento e l'incapacità costituzio-
nale dell'individuo ad accettarlo>>. 19 Questo, però, non vuol dire cbe qui
si manifestj necessariamente un'inferiorità, ma solo
genere, oppure cli intricate implicazioni umllne e cosl via , Esse sono lari-
produzione e l'essenza di questa intensità energetica, Con la loro configu-
razione in immagini simboli.che è il loro senso ad essere espresso ed è crea-
ta cosl una forma pet quei processi che accadono comunque ed automati-
camente. Nel caso di reazioni violente, particolari depressioni, complica-
zioni e cnsl vie, io sono soggetto a tale stato, lo psichico-oggettivo dispone
di me e mi vive, fa in me qu.alcosa che altera il mio Ego. Concentrandomi
su questa coodiziotJe ed oggettivandola all'interno di un ptocesso di imma-
gini, le do forma e ne- trovo il senso. Mi abbandono intenzionalmente al
processo, il quale, se non si stabilisse questo rapporto 1 avrebbe un decorso
semplicemente automatico e l'aspetto di cicca natura.
1n quanto la concentrazione della coscienza intensi.fica il semplice pro-
cesso, facendolo diventate un accadimento figurato, il movimento di ener-
gia passa alla forma fenomenica autentica dello psichico-oggettivo. Consi-
derando ed approfondendo l' immagine cosl come essa è, la situazione cosl
come mi appare, vita e movimento penetnno in essa. Se si mantiene que-
sto atteggiamento, se cioè l'immagine viene vista per se stessa e se ne ten-
gono loncane tutte le idee esn:inseche che vengono in men te e tutte le pos-
sibilità di valutazione, allora il decotso delle imm.igini si sviluppa fo con•
formità al proprio senso. L'immagine diventa l'evento che mi afferra, che
agisce sulla mia totaUtà umana, di cui sento la realtn, dietro alla quale pre-
sc.oto un significato. È vita e idea al tempo stesso.
Se questo atteggiamento è mantenuto coerentemente, lo psichico-
oggettivo è in grado di sviluppare la sua vita autonoma. 11 motivo della
prima immagine viene continuato, corrispondentemente al nesso jotetno,
in un'immagine successiva e col tempo ne risultano situazioni e figure chia-
ramente delineate. L'inconscio collettivo ci appare nello stesso modo in cui
appariva allo spirito primitivo, cioè in forma personificata ed esteso a pae-
saggi ed eventi. Le personalità e le situazioni che l'imm11ginazione produ-
ce, sono varianti più o meno chiare di quei motivi archetipici che ci sono
noli grazie alla storia della civiltà. Questi sono le forme riprodotte sponta-
neamente di cui la psiche dispone per esprimete esperienze e jdee tipiche
nel medium del proprio linguaggio. È per questo che la serie delle immagi-
ni si sviluppa secondo !e leggi e la consequenzialità inerente allo psìchico,
giacché glJ archetipi sono l'espressione dell'unità strutturale dell'inconscio
collettivo.
brlonale per poter essere tradotto nella vita cosciente. Le fantasie attive
hanno perciò un significato sitnile u quello del gioco di fantasia del bambi-
no: sono una specie di escrdzio prepara,-torio per successive applicazioni
Nella misura in cui il particolare viene posto di &onte all'universale, esse
rappresentano l'anticipazione simbolica della configurazione di sé.
TI senso delle fantasie archetipiche, petÒ1 non può essere trovato me-
d iante: Pinte1pretazio11e come nel caso del sogno, perché esse rappresentano
un materiale psichico che può essere assirn.i.lato dal la personalità tutt'al più
solo in parte. Assimilabili sono esclusivamente queUe componenti delle fun-
1
:llioni inferiori che sono fuse con l inconscio collettivo. D a un punto di vi-
sta psicologico, gli autentici contenuti archetipici non sono soggetto, ma
oggetto e pertanto stanno di fronte alla personalità come elemento univer-
salmente umano. In quanto però rappresentano tdee universali, sono ac-
cessibili ad un'interpretazione parziale. Per valutare adeguatamente la lo-
ro natura impersohale, è necessario includere nella. consjderazione anche
il materiale parallelo tratto dalla psicologia dei primltivl e dalla stori11 deUa
cultura, ove i corrispettivi confronti tratti dall'archeologia, dalla mitolo-
gia, da.Ua 6CÌenzo delle religioni devono servire alla. loro illurrunozione. Co-
sì diventa chiaro il signifìcato psichico unjversale delle immagini. Quanto
di particolare esse hanno da dire al singolo individuo, proviene da!Ja loro
STRUTTURA. 125
Per la sua fenomenologia, anche se non del tutto per la suu struttura,
iJ simbolo nniflcatore fa parte dei modi di manifestazione dell'inconscio.
La definizione 'simbolo unificatore' sarebbe una tautologia, se con ciò non
.si cirwscrivcsse u110 stato di cose ben preciso che deve essere distinto da altri.
TI termine simbolo indica una complessità psichica che v.iene espressa
per mezzo di immagini, eia~ che non può essere resa attraverso un concet-
to o una qualunque definizione cosciente, poiché tanto nella sua forma quan-
to nel suo significato contiene elementi che oltrepassano la comprensione
cosciente. Se non fosse così, allota il fatto espresso 'simbolicamente' po-
trebbe o dovrebbe essere reso nel linguaggio razionale. In tal modo, però,
non si tratterebbe più di un simbolo, ma cli un'aUegoria, nella quale conte-
nuti coscienti e noti sono tradotti inrenzionalmente in un linguaggio di se-
gni, dal quale pertanto possono essere ritradotti in ognj momento.
li simbolo, al contrario, abbraccia fatti psichici che al momento o.nco-
ra non possono essere coscienti e che comunque nemmeno in una successi-
va presa di coscienza si lasciano tradurre interamente nel medium di un
STRUTl'lJRA. 127
)jnguugglo razionale.
Letteralmente, simbolo significa qualcosa che è 'messo insieme' o 'get-
tato insieme'. Da un punto di vista psicologico, quindi, può essere definito
come un'immagine che abbraccia dati consci e inconsci.
Un simbolo vero e proprio, dunque, non può mai essere inte,pretato
senza re-sci, eforo c-he oltrepassa la comprensione del momento_U suo lnro
razionale può essere avvicinato alla comprensione cosciente, mettendolo
a confronto con i corrispondenti paralleli storico-culturali. Invece, il suo
lato irrazionale, vale a dite inconscio, pur essendo inaccessibile aJJ'inrcUct-
to, agisce ben più a fondo sull'animo. Di fatto, iJ significato del simbolo
vivente sta anzitutto nel suo effetto. È una 'forma vivente' (Schiller); mo-
do di manifestarsi e significato sono due lati inseparabili della sua essenza.
Solo la forma particolare fotnisce il senso particolare, e rispeltivameote il
senso p11rticol11re si sceglie la forma particolare. È insito pertanto nella na-
tura del simbolo che esso sia efficace solo in una configurazione oggettìvata.
Anche sogni e fantasie archetipiche sono simboli autentici. Essi espri•
mono sempre stati di fatto psichici complessi, i quali, per quanto possano
diventare coscienti, non si lasciano affatt(? o non ancora esprimete in mo-
do rnziooale. Tuttav1a si distinguono ta~1ro trn di loro quanto dal simbolo
unificatore per la struttura o per l'estensione cld prodotto complesso, co-
me pure per la relazione che quest'ultimo ha. con la coscienza.
TI .sogno può essere definito grosso modo un simbolo che rappresenta
un materiale complesso costellato in quel dato momento e riferito alla psi-
co1ogfa personale dell'individuo, Questo materiale, attraverso il metodo del-
l' interpretazione costruttiva - a prescindere dalle eccezioni costituite dai
sogni archetipici - , può essere rradolto oel linguaggio cosciente e deve
essere assimilato psicologicamente dall'individuo e applicato nella concreta
vita personale.
La fantasia archetipica è un simbolo che esprime un materiale colletti-
va, psichico-oggettivo appartenente a quel dato momento. Il materiale può
essere compreso solo comparativamente e, più che interpretarlo, bisogna
darglì forma e farne esperienza. Le componenti collettive delle funzioni psi-
cologicamente inferiori sono contaminate con materiale psichico-collettivo
io genere e pertanto l'intensificazione delle funzioni inferiori ravviva ne-
cessariamente l'inconscio collettivo. Quei contenuti e quelle attività delle
funzionj inferiori, che non possono essere assimilati dall'Ego, perché con-
trastano con la personalit~, vengono cosl vissuti in forma simbolica. 11 lin-
guaggio simbolico non può essere tradotto in quello della coscienza; certo,
per i singoli contenuti e processi possono essere coniati dei concetti, ma
128
oon corrisponde a nessuna delle due prese a sé, cos1 come non è neppUie
una semplice addizione dei due dementi, ma rappresenta piuttosto un' 11t1i-
fica1.ione di entrambi al livello più alto.
NeUa misura nella quale l'Ego si distanzia dal conflitto degli opposti
e conserva la sua saldezza individuale, le posizioni antitetiche della totali-
tà psichica vengono unificate in un prodotto simbolico. In tale prodotto
si esprime in modo simbolicamente efficace la totalità psichica, nella co-
stellazione in cui essa si trova e nd modo in cui è sperimentabile in quel
dato momento. Cosl l'Ego non si linùta più a stare di fronte allo psichico-
oggetùvo, ma si presenta in una situazione del tutto diversa: l'Ego si rivol-
ge alla totalità psichica.
L'integrità del'Ego è pertanto la condizione che. rende possibile allo
psichico totale di esprimersi in modo simbolicamente efficace. NeUo 15si-
chico tota1e, però, l'Ego è anche contenuto, è un suo contenuto, una com-
ponente accanto a quella della funzione cosciente della realtà e della fun.
zione deJlo psichico-oggettivo. Il risultato, o la quarta componente, sotto
forma di azione reciproca di tutti i fattori, è la funzione simbolica, il cui
prodotto esprime perciò la situazione psichica comp/esrìva, e più precisamente
la situazione complessiva momentanea dell'individuo come pure la sua si-
tuazione passata o futura. Attraverso il processo che stabilisce una relazio-
ne con lo psichico-oggettivo, la "irripetibilità della coscienza del presente
viene fusa con il passato primordiale della vita" . Toccate gli strati archeti-
pici vuol dire però toccare la vita della psiche in generale, l 'attività creatri-
ce della sua essenza, che porta in sé anche i futuri germogli di personalità.
Con questa nuova relazione dell'Ego alla totalità psichica, l'accento
dell'attività psichica oggettiva si sposta dal processo autonomo delle fanta-
sie archetipiche aU'attività simbolica della totalità psichica.
Lo psichico totale può essere colto solo in base al suoi effetti. Gli effet-
ti sono da un Jato il simbolo unificatote e dall'altro l'azione che il simbolo
esercita sulla personalità. La personalità è l'intermediario e l'espressione
etnpirica dello psichico rotale. L'Ego, che è in relazione con tale elemento,
è l'individualità cordenle. L11 graduale integrazione dello psichico totale co-
stituisce il processo di individuazione e la vita vissuta dall'individuo.
Non è necessario che la forma simbolica s i esprima in ogni circostanza
in un'immagine. Cl1e cosa sia 'simbolo' o che cosa sia in grado di agu'e cu-
me simbolo, talvolta lo si può stabilire solo in seguito, in base all'effetto.
Un atto può essere simbolico, un uomo può diventare un simbolo in una
certa situazione o per un'altra persona, un istante éolmo dei sentimenti
più intensi e indlcibili può contenere la densità di significato o la soluzione
liberatrice del simbolo. La forma vivente dd simbolo unificatore è tanto
irrazionale quanto lo è l'essenza della psiche che si esprime per mezzo di
essa. Si possono fissare solo le condizioni che creano un simbolo, le fonti
da cui esso sgorga:
Il processo di i11di11id11azio11e
r ----..__ - - - - --
zÌOnC è il ~rocesso di di/ferenziazion che libera il materiale psichico pmiet-
tato dall'iclenttt-à-c0J:1-l!oggeTrue-:lo integra nel soggetto. Cosl l'individuo
diventa consapevole deUa pr?pria inter~z__zu JruJnuale. _
La totalità psichica contiene componenti generali e particolari! Potsj
di trdnte alle componenti collen:ivelia còmècoriseguerii'ail d iventare co•
scienti del nucleo individuale della personalità. Il fine dell' individuazione
è lo sviluppo della personalità individuale, sviluppo attraverso il quale, ac-
canto all'unità srrutturale, diveota cosciente anche l'unicità strutturale. del-
l'individuo. L'unicità può essere colta solo empiricamente. Essa è il rimlta-
to del modo particolare in cw l'individuo reagisce e si rapporta aUe compo-
nenri psichico-collettive esterne ed interiori. L'unicità individuale è, da una
parte, una datità a priori, dall'altra, un atteggiamento, vale a dire la consa-
pevolezza dell'esistenza dei dati psichico-totali e il modo particolare di rap-
por tarsi ad essi.
L'unicità struttu~le si può vagamente scorgere nella vita dell'indivi-
duo, anche quando questi ne sia inconsapevole. Essa pe-rò, per la sua in-
consapevolezza, è nascosta da fattori collettivi tanto riferiti alla realtà quanto
iafrapsichici, e per questo sembra non esserci. Finché l'individuo deve adat-
tarsi a norme collettive ed affermarsi all'interno di esse, questo stato di
cose è psicologicamente corretto, ìn quanto rappresenta il compito genera-
le della prima metà della vita. Solo dopo che q uesto compito è stato assolto
si pone quello ultedore, vale a dlre l' adattamento alla realtà psichica. Per
ogni età si può dunque parlare di unn certa individuazione; il processo psico-
logico di individuazione è però un fenomeno proprio della seconda metà della
vita e ha luogo inoltre solo in individui la cui to talità psichka non possa
esprimersi all'interno di una forma simbolica già data.
Quando, per via di una certa sitmn:ione di vita, una persona avverte
l'esigenza dell'individuazione, essa si vede mess11 appunto in una 'situazio-
ne analitica', in altri termihi è posta di fronte ad un problema che non è
in grado di risolvere senza confrontarsi con l' inconscio collettivo.
La situazione consiste nel fatto che lo psichico oggeLtivo è activat9
e i suoi contenuti sono proiettati su un oggetto umano; da i:iò nascono le
più divetse complicazioni e i più intensi sgomenti Tutto l'elemento psi-
ciuco che viene costellato, ina che per indolenza, djsattenzione o timore
viene lasdato nella condizione inconscia, possiede jncensità energetica ed
efficacia e, quando il soggetto se ne dissocia, in base alla legge della resi-
stenza minima, passa nell'ambiente e in quegli oggetti ai quali è coUegato
in modo particolarmente foL·te. Conseguentemente, anche gli altri ne ven-
gono stimolati e costretti a recitare il ruolo della parte psichica loro delega-
ta. L'altro allora subisce quelle azioni che il soggetto evita.
Risulta chiaro perciò che una situazione è favorevole ai rapporti uma-
ni solo se si supera il più possibile la 'participation mystique' con il prossi-
mo e si riesce ad integrare nel soggetto il contenuto psichico rappresentato
attraverso l'Altro Cosl, solo dopo che siano state distinte le proiezioni dal-
l'oggetto di proiezione, è possibile .s apere se questo era unicamente iJ reci-
piente per contenuti soggettivi oppJre se, al contrario, al fondo della proie-
zione stava la necessità d1 un rapporto più completo, cioè individuale. Per-
tanto, la resistenza contro la comprensione psicologica poggia spesso non
solo sulla mancanza cli volontil a prendere coscienza dj se stessi, ma anche
sul timore che, riprendendo su di sé le proiezioni, si possa privare l'ogget-
to del suo valore. il signilioato individuale dell'oggetto, però dipende dal
destino, non dalla discrezione dell'interessato: «avere un'noima, è l'auda-
cia della vit1n~.
STRUTIURA
il verso giusto e che passano da una sventura all'altra, Queste persone, per
un motivo qualsiasi, sono cadute preda del lato posteriore o d'ombra della
psiche e perciò non hanno più nessun rapporto corretto né con se stesse
né col mondo esterno. Si fanno responsabili di ogni sventura ed hanno col-
pa per ogni male cbe capiti. Vivono nella realtà quello che dovrebbe essere
vissuto nello spazio _psichico.
Qualcosa di simile, però, accade anzitutto nel processo autonomo at-
traverso l'incontro con l'Ombra. L'Ombra ha un lato personale cd uno im-
personale, per metà appartie11e ull'lo e per metà è un contenuto della psi-
che collettiva. I due lati, comunque, non sono separati, ma al contrario fu.
si insieme in modo indistinguibile, e inoltre ndl'arcbetipo dell'Ombra so-
no, per cos) dire, stratificati tutti gli archetipi che stanno diec;ro di esso,
Solo l'azione della coscienza è in grado di distinguere le singole figure e
còmponenti che nella situazione inconscia hanno una semplice efficacia in-
tensiva.
L 'oggertivazinne rlell'Omhra avvie ne quando l'F.go, mt-cllrm rt> 1:i più
profonda autocritica, diventa consapevole del proprio essere. In questo modo
POmbra è sl delimitat:.i come figura archetipica, ma non per questo la sua
efficacia è superata, anzi solo ora può dispiegarsi. L'Ombra comunica espe-
rienze vissute che mettono l'Ego in situazioni simboliche di carattere uni-
versalmente umano, altneoo nella misura in cui queste stanno nel vero e
proprio lato d'ombra, Si tratta cioè di esperienze vissute dell'aspetto oscu-
ro e malvagio, subumano, dell"uomo più spregevole'; di tutto ciò che an-
che appartiene all'uomo quando questi non è umano, ma semplice bestia
umana. Se io, in quanto Persona, nel mio esser-'Cosl non sono tutto questo,
tuttavia, in quanto uomo, sono anche questo. t.➔
Riconoscendo l'Ombra, l'uomo viene messo di fronte alle proprie con-
traddizioni. La parte inconscia dell'Ombra fa penetrare l'individuo ancora
più a fondo in queste antitesi, nella aarura antitetica dell'inconscio in ge-
nerale.
La figura archetipica che sta dietro all' Ombra e che la segue, è un fc.
nomeno che non appartiene più all'Ego, ma che fa interamente parte del-
l'inconscio collettivo. Essa non è solo opposta all'Io, ma è anche in sé stes·
sa di natura paradossale. Che sia assolutamente oggetto, si dimostra già
nel fatto che, quando viene oggettivata, risulta psicologicamente di sesso
opposto, dunque nell'uomo di qualità femminile e nella doonn maschile.
È la figura dell'immagine dell'anima.
L'immagine dell'anima è un complesso funzionale autonomo che ha
'.I', \1/IOLFF
matrimoni nei quali, intorno alla metà deUa vita, il rapporto si rovescif
l'uomo diventa cosl emotivo come lo era la donna agli inizi, oppure fo dor
na conduce con energia virile un negozio nel quale l'uomo ha un ruolo d
djpendence. fa un certo senso, questo può essere del tutto giusto, poich
anche il lato opposto inconscio vuole esprimersi nella realtà esterna. Po!
sono subentrare però complicazioni più tragiche, come quando ad esempi
un uomo che ha figli già adulti, proietta l'immagine dell'anima su una gic
vane donna e per amor suo si separa; oppure quando una donna matur
all'improvviso incontra il 'grande amore, sconosciuto ma da lungo sogm
to' e se ne va coo lui. Altrettfillto tragici possono essere però gli effec1
dell'introiezione dd cornplesso dell' Aoimus, quando una donna scopre ir
fine la 'verità a lungo cercata', avvenga questo in forma di 'intufaloni' eh
hanno il carattere della rivelazione, oppure nella persona di un 'maestre
che annuncia una nuova dottrina e con questa unica giusta verità la donn
in questione incomincia a rendere felice o, secondo i casi, a tormentare quel
che v:ivono con lei, sacrifkando ogni sentimento umano e ogni ragionevol
critica al Moloch della 'persuasione'. 1l caso inverso capita all'uomo .eh(
per qualche complicazione o condizionamento sentimentale, per falsi r:
guardi o precedenti esperienze sentimentali 'traumatiche', non riesce a raE
giungere la sua giusta posizione di uomo nel mondo oppure a completar
in qualche modo l'opera a cui vocazione o talento lo destinano.
In tutti questi casi manca l'ethos e la conoscenza necessari per lib(
rarsi dal proliferare del complesso autonomo e tener testa alla sua semplic
dinamica. È perciò segno di cultura morale ed intellettuale quando si è i
grado di separare il proprio Io dalla mescolanza con l'immagine dell'aniro
e conquistare cosl un atteggiamento che renda giustizia tanto alla realt
esterna quanto a quella interiore. Nel caso questo riesca e l'immagine de
l'anima venga vista come simbolo dell'atteggiamento da adottare nei cot
fronti dei far ti infrapsidtlci, allora tale immagine assume una figura rei
con tutte Je qualità proprie di una personalità particolare. In tal modo es!
svolge la sua autentica funzione di segnavia e guida per l'esperienza del
realtà psichica o, in altre parole, di mezzo per l'ampliamento della coscienz
genitori non cessa con l' infanzia. Le imagines dei genitori vengono in parte
trasferite ad un ambiente più ampio, istituzioni e princìpi, in parte agisco-
no carne obblighi all'interno del soggetto stesso e la loro efficacia dura fj.
no a che si è ell'incimi diventati quello che esse rappresentaao. la taJ mo-
do l'archetipo dei genltori è diventato inefficace e l'energia psichica dà vi-
ta ad un nuovo archetipo, quello dell'immagine dell'anima. 67 Di regola,
la sua attivazione coincide con l' inizio della seconda metà della vita, per-
ché allora l'adattamento al mondo esterno è soddisfacente e ciò che tra
possibile raggiungere è stato raggiunto. L'archetipo o complesso deU 1 im-
magine dell'anima è perciò al contempo l'espressione e il mezzo per l'o-
rientamento nei confronti della realtà e totalità psidùca. È l'essenza auto-
noma della stessa, psiche ad essere stata attivata. L'anima è il vivente, ciò
che è di per se stesso attivo, l'essete psichico che vive cli se stesso e pone
fine all' autarchia della coscienza delno. Per questa ragione l'archetipo or:i
attivato si esprime in forma di i.rruwtgine dell'anima.
Della totalità dell'elemento psichico fanno ptll te anche quelle llualilà
che nella prima metà della vita restano per loro natura più o meno latenti:
nell'uomo i tratti femminili del carattere e nella donna i tratti maschili.
U carattere sessuale complementare dell'immagine dell'anima è l'aspetto
assolutamente antitetico alla personalità cosciente e pertanto la forma in
cui lo psiclùco-oggettivo si preseota anzitutto come Non-Ego e oggeno au-
tentico. D3- un punto di vista psicologico, il complesso dell'immagine del-
l'anJma è composto da quattro fattori: in pdmo luogo dalle propri~ qualità
sessuali complementari; quindi dal sistema cli reJazioni che nell'uomo è orien-
tato sull'imago della donna e nella donna sull'imago dell'uomo; io terzo luogo
dall'immagine archetipica dell'oggetto rii se~sn cnntm.rio, vt1le. ~ diti;' rlRi
precipitati di tutte le esperienze che la serie dei progenitorì ha fatto relati•
vamente all'altro sesso; e infine dalla forma archetipica nella quale l'espe-
rienza immediata dell'attività autonoma dello psichico sì è da sempre tra-
smessa alla mentalità maschile o femminile .
l'interno, cosl come nella prima metà della vita [o è stato l'orientamento
verso l'esterno. Il paragone, però, non è del rutto esatto, in quanto lo svi-
luppo della funzione della realtà e la disposizione nei confronti della renltà
esterna rendevano necessario allontanarsi dalla realtà psichica che ancora
avvolge interamente il bambino e renderla il più possibile: inefficace - in
altre parole: sviluppare una coscienza indirizzata t111itariame11/e verso l'esterna.
L'incontro con l'immagine dell'anima significa la fine clelt'atleggìamento
unitario, La realtà psichica può essere riconosciuta e vissuta come tale solo
se la posizione della coscienza verso la realtà esterna viene tenuta ferma
con altrettanta coerenza, Condizione per l'oggettivaiioae dell'immagine
dell'11nimn non è solo l'integrltò della personalità, ma anche l'attenersi al-
l'integrità della posizione verso la realtà esterna nel suo •essere-cosl, pro-
prio perché tale posizione è ciò in cui la personalità si è disposta volonta-
riamente e cbe ha creato coscientemente. Rinunciare a ciò equivarrebbe
pertanto ad una diserzjone e, peggio, ad un ti:adimento della propria verità.
L'incontro con lo psichico-oggetrivo pone quindi l'individuo davanti
al problema della relazione con due realtà, quella io terna e quella esterna.
È questo un problema della massima acutezza, un problema di ordine tan-
to etico che conoscitivo. Con l'attiVffzione ddlo psichico-oggeuivo1 l'indi-
viduo è coinvolto nell'aspetto paradossale della natura psichica in genera-
le. Ogni tentativo di giu"ngere ad una soluzione unilaterale e unitaria della
problematica trova con ciò la sua fine.
L'intensità dcUo psichico-oggettivo attivato è talmente forte che l'E-
go cade facilmente in sua balia. Cosl sarebbe ristabUita un'unitarietà, non
tanto una coscienza unita.ria quanto una. direzione o piuttosto una dinami-
ca unitaria. Pet resisterle, la coscienza è quindi costrecta ad un primo para-
dosso, ad un atteggiamento paradossale nei confronti del processo autono-
mo: da una parte se ne deve distinguere, mentre dall'alri:a deve lasciarlo
accadere.
Mediante tale atteggiamento, ha luogo l'oggettivazione del complesso
autonomo dell'immagine dell'anima. In tal modo, la contrapposizione del-
lo psichico-oggettivo nei confronti dell'Ego appare per la prima volta in
forma chiara, perché, o differenza dell'Ombra, l'immagine dell'anima non
è relativamente, bensl assolutamente complementare alla personalità e al-
l'atteggiamento femminile o maschile cosciente verso il mondo esterno. L'og-
gettivazione e personificazione del complesso autonomo riesce nella misu-
ra nella quale il sentimento coatto e l'opinione che ci ossessiona vengono
distinti dall'Io e dalla sua realtà e cos} personificati. Con questo si rivela
anche la natura ambivalente dello psichico oggettivo, o meglio la coesistenza
STRUTIU!v\
chetipo del principio femminile. Cos1 però si distrugge la vita reale, che
si manifesta ael particolare esser-cos1 del singolo individuo, che è non solo
significato, ma anche esistenza quotidiana, non solo accadere eterno ma
anche lo sforzo più persooale intorno alla datità individuale del prossimo.
ca del mondo este.rno e lo psichico occupa una posizione sempre più di pri-
mo piano, Il cerchio della vita omana sembra chiudersi, in quanto la perso-
na anziana si avvicina di nuovo a quella situazione di unirà con lo psichico
collettivo dalla quale da bambino emerse faticosamente. 1n quella fase del-
la vita che è la vecchiaia, le leggi e la realtà psichica si fanno particolar-
mente chiare. La vita psichica vuole non. solo sviluppo e dispiegamento,
ma anche declino e morte, perché questo è il destino umano. La psiche lo
sa e tende a ciò, anche se la coscienza non lo sa o non vuoJe saperlo. Le
leggi che regolano la vita psichica vedono la morte come la mèta della se-
conda parte dell'esistenza e dispongono anche per quesro delle proprie im-
magini primordiali, che accompagnano l'uomo su questa via dandole senso
e direzione. 7 ~ È pertanto essenziale che l'uomo si confron ti consapevol-
mente con il problema dell(l morte. La morte, però, è un'esperienza che
l'individuo compie una sola volta e che non conosce alcun termine di para-
gone né alcun presupposto nella vita persona.le. L'umanità comunque è pas-
sata innumerevoli volre attraverso l'esperienza della morte, la quale per-
tanto ha lasciato la sua impronta nella psiche collettiva.
L'idea delln vita olm: 111 morte è W\a di queste immagini, µi scieru.1
non hn alctJna misuro in comune con queste imm11gini primordiali. Es-
se sono dati Irrazioo:ill, condizioni a priori ddl'iromoginuionc, che sem-
plicemente sotto e di cui la scienza non pub scrut:ue lo scopo o le giu-
sto direzione che a posteriori[ ... ) Le immagW primordiali Sl,no, o pa-
rer mio, organi psichici [...) La maggior parte degli uomini, In ogni
tempo, ha sentito lo ncccssit11 di credere alla sopruvvivcnza. l, .•] Pen-
sando che la vita oltrepassi i confini delle morte, noi agiamo secondo
il senso della vita, 3nchc se il significato cLi qu~sta idea ci sfugge.''
' Que,1• con,idcruìone potrebbe anche essere espressa mediante le seguenti parole di Kan1: ,tJI cam-
po delle inwizioni unsibili di cui non $iamo coscienti e che 1u11avi• siamo ccui dì poJS<edccc, cioè
il c-ampo dtUc nippresenta~Ìoni osrntc nell'uomo (ed a11chc negli unlmuli) ~ immenso; invece le r11pprc-
scntv.ioni chiare non sono che podùssinù punti ~peni alla cosdcnz1t; ~o quctla rhe pul, esser d.:11a
la gnnde cuta dd no11ro animd non esìsrono che poche ione illumin11te, e ciò pi.IO vcnimcntc farci
tner•vig,lia.ra dc.I nonro e:,s.e.re. Se unn porcmrn !:Upcriorc potesse diro: "Si-a f•rt• la lucet", nibho1 ccn~
za il minimo intervento (prendiamo per esempio un letterato con iucca ciò che ha nella ,ua memoria)
un meno mondo •pparircbbe ni suoi occhi, [ ...J Cosl, nell'uomo, il campo delle N1pprcscn1nzioni mcu-
re è il p1ì) v.,10~. /111troptJlogia d«I p,mto di ulstn pmgmtttlco, in Seri/li mon,li, UTET, Torino, 1970.
' Comunque:, ci furono sempre uomini In cui esperienza psid,ica individuAle non fu conforme alls vi-
sione Jcl mondo dominante (dogrn•tica). Nature ll)Ìslichc oolsc,o e dettero fonru1 alle recondite p,o-
fonditl dell'Gnirru1 mcdidnte uno oosdienza religion più ampift. Altre ancar11 [e espressero in 11n lin-
guaggio apporcntcmcntc:: convcm.iormlc, ma che agll iniziati rfsult~v• profond~rncntc simbolico, tome.
secondo LUIGI VM.U (J)ie C~hel111spr,,che Daf//fl ,md d•r Fedeli ,I'Ap,o,.,,, «E11ropaische Revicw• 6, H .
2. l930) è il ca.so cli Dante e dd poeti della rosa minu,a. Anche l'allegoria e I• iimbolica dcRli alchimi-
T . WOLFF
sii, ohrcmodo oscun, In parte uniforme e in p•rte Invece variat• individuulo1ent<e, pa~ c,sece un ten•
tativo di rappN!Scnme j processi psichici e quelli di trnslorrmmone, Cfr. }UHG, P1ìcologia e a/chimio,
cit (N,d ,C,J.
Potrebbe dipendere lt11 l'altro dftlla maggiore di(fcrcittiozione dell• nostra co1cienzt1 il fatto di
aver perduro Ili dimcstlcheu~ nel C10nfrontl dcll'lmm~ginaziorr: i.n~ come forma di percmone i.nterio~,
• Goethe 1crive a Riemcr (5.Vlll.1810); .,L'uomo non pub rimanere a lungo nella condiiiorn, cosciente
o nella consapevolezza; deve fuggire di nuovo ncWincoscicnz•, giacch~ è qui che si trovano le ,.dici
dcU.. suo vita•.
• L,1 di!lcrenza o I'antite1I multuNLlc rtpoloaiea si può scorgere Ml modo più chiuo quondo due Indi,
vidui cU tipo differente si occup•no del mcedesimo oggctco A quc:sto proposito vedi in portlcolore U
capitolo l ddl'opera dl ]UNG, Trpi psicologici, cit,
• «Una volta dct1'rminatc le rttzionl 2biruali, poJSiruno quasi nsere certi d1 ,wcr colm nel segno, poi•
ch6 c,se non solo regolano il compornamcnto memo, m~ crtano le esperienze specificht:I). JI.ING, 17po-
lugla pt!cologica, in Il Pf0bk111a d,ll'it1comcio ,rei/a psicologia 111odenia, cit.
10 Jn quinto lunz.iooc psicologica, la sensazione non è nuuralmentc limitate a u:mpl id pcrcuionl ~cn
sori.o.U, m• avvectc en~ le rcahll di Cauo psicologìche, intdle« uill, morali, estetiche e cos) vie,
" Nell'opera di jVNG, TroI/or,11aiio11i e timboll de/In libido, tn Opere, V, è dc,crittu una serie deUe pii,
importonti si11112lonl p,ichico-coUeltive, Motivi e figure principali sono ad esempio lì lotto con il dra-
go, il viaggio notturno per m01e, il tesoro prezioso difflcile du raggiungere, mm-te e rinasclt11, l'eroe,
gli animali soccorn:vol.i, il mago e la strega, la rtuformozionc
11 Vedi }UN(;, Com/def!J;;:ip11/ generali ri,lfo !.'Oria d~ì complm,, In Op,,e, Vlll.
•• lblde111,
" Vw.l juNc, A111m11 l Ttrru, in // proh/1!11111 d,1/'incumc,o 11ella psicologia ,,,odrma, ,it
S11lUTTURA r6r
"llconcctro di 'complcuo· è una dcUc primissime scoperte di Ju11g e rìs,tlc ad un ~riodo che preted•
la sua c.onosccnw dcllte idee di Freud. Più tardi Freud ha riprtso do Jung il corallo di 'complc1so'
" e "Jui;u, I fondamenti p1icolog;c, del!,, cred,ma 11,glé rpiritt, in Opere, Vili.
,. FR. Zurma, ].Ch. Bltw,hurdt, Brunntn Verlag, Glc.ssen und Bisel, 1922,
"JuNG, Co1JJide10tio11i g,·neralì 111/t,, ttrrll/11ra del sogno, In Op,-re, VIU e l.'applicabìlitil p.rt1tico dell'all~•
lisi del sog110, cii.
>l JuNG, L'applic:,bilità pratfcn dcll'a11aliri del sogno, cit. Ad un 'opiniont assai simile giunge un uomo
del 186 I , un precur<ore in psicologi", il qu•le allo domanda: «Do dove provengono 1 no<trl mgni?•
d~ la seguente ri~posu: «Esclusivamente dal proprio Sé. Cibchc non è in mc, e sia pure sonnecchiante,
non può ridenorsf in rnc. Posso sognare solo ciò di cui sono capace nellu veglia. Questo ,1.to di cose
d~ ad ognl sogno un significato, un sipJ1ificoto molto più gronde di queUo di cui favoleggiano i libri
dei •ogni. Molto Infatti di queUo che nella rnlo vìh sveglia non si arrischia ad uscire, una paura, un•
speranH, un desiderio, un moto d'invidia, l'ollvolta si manifesta ~•nzo ulcun riguardo nel sogno, cosic:-
ché molto spesso gm2ic ai sogni che ,i fanno ci si conosce sono un aspetto dçl tulio nuovo e si cono,cc
anche l"altro in modo nuovo in base ai sogni che racconta. Non solo il comportamento della persona,
anche ciò che e c:omc essa sogna, ci conf'ntc cli trarre delle conclusioni su quello che è. Ciò che essa
(nel ,ogt10) dice• sè, spesso i: qualcosa che da sveglia non oserebbe confessarsi, oppure quello che rie-
chcsgia cosi lieve da essere soverchialo do! frastuono del ginrno e che ora, divenuto udibile nel sllcntio
deUo notte, pare rivclnrci un segreto del tutlo n11ovo. E questo è quinto il sogno compie realmcnu,,
solo che in esso non~. come riticn• il supcrstlr.ioso, un segreto dd mondo esterno n rivelarsi, m• plut•
tono un segreto del proprio cuom,. O,u 1',.iume11, Confcrcl\l'.a 1en11r1 aJ Winen!ChoEtlichcn V=in
di Berlino dal Dc. fadmg11n (Profcasor in HoUe), W. l-lcrz, Berlin, 186 l.
" Qowro alle fmmogini di cui si compongono e alld loro efficaci• cmo1lva, i $ogni 'slgnl(icotivl' s0110
ricono,cibili quali espressione dell'inconscio collcuivo. ESJi affiorano quundo lo psichico,oggettivo è
anivato; 11nche come sogni ioizieli ocl caso di prevalenza pJm1logica dcll'inco11$cio collc1tiYO. Lo lo,o
affinità con le rapprc.scnuzloni archcripiche è e1pr~n d,ù primitivi mn1vcr.10 Il fatto d,e sogno e
rcmpo mitico sono design3tl dal medesimo termin•, o •BCbc p,er il fotto che i miti ven~'1no rivelati
do! sogni.
162 'I'. \VOLFF
" Ibidem.
" Ibidem.
' 4 L'immagine ucc:liètlpica ~ «il nccc:ssario opposto complcmcncarc dclJ'islf1110, il quulc comporta,
agire GnaJistico, m• presuppone anche una COfllprcnsione deU• situazione momcntnnea ahrc11anto es
rispondente al senso quanto aderente allo scopo. Questa eppn:nsionc dcUa ,iituazionc dato è ~•nnt
d.U'immagine esìstcnte a priori. Quest'hnma3inc rappresenta )a formula che si pu~ applicare e se-o
la quale l'npprcnsionc: di un dato d) fatto nuovo sarebbe lmposslbllc», )UNO, Tipi psicaloaicì, cit.
" I\ propn,ita dell'esperienza di un'immagine nrchetipica (in qucsro Cli.so di un'imm,gine di Dlol e
me pure della 1011a p~r uo'assimila.zione cosciente vedi ]UNG, /-'mie Kla11s, in Opti'!!, XI, 1.
" fn termini psicologiru, ~ la 1eosione fra di,posizionc e rwi~ionc ttPQlogkttmcntc superiori eque
iob:riorl.
" L~ concezione psicologia dctl Sé <leve essere rigorosa monte distinta dal!<, idee mctaftSichc quali s,c
ad esempio quelle che carnllerizzaoo il pensiero indiano ed anche da visioni simili dcUa mii1ica o(
dcnrak Al fondo cli IUIIC le oHermnioni su di un~ gr:uidc:a:o psichia che cras«nde lo coscie:-t
può anche es,ccc che in ultimo ut1n1.o si trovi un'esperienza annloga. Tutc:avie la formuluionc di t
grandczia, il modo in cui Ji rcalizu I• suo esperienze e U comcnum dd suo t:Sserc, cd oozitulll
modo in cui ,i sr~biliscc un rappmto con essa sono - corriaponden1cmcn1c ulla shuazionc di coscie,
foodamcnralmcnce diUeren1c - d:l turto incommcmucnbili.
>• L'espcricnia dcl!o psichico-oggenivo ha da Rmpre 1rova10 il suo scdlmcnlo ncl(c 'immagini prin
diali' , Sono queste le immagini del 'viaggio nonurno per mlllc', dcUa lotta Qon il drogo che cu1tod
LI tcroro, del pcckoli dell'onimo n(gli inferi e nella condi~lonc dopo la motte e pTim• dello rcinca.
zionc, cosi come sono dcserille nei libri egiziani e tibc1oni dci morii: sono t simboli cosmogonici e
STRUTTUltA
filosofie gnostiche, dei processi delle irufocmaiioni ,tlchcmichc che sono cel•1i ,ouo I' .spetto ma1c-
1ialc e cosi vla. Si trattu delle immoglni del problema CJSt'nziale dcU'umanitt <kl problcm• del dì veni-
"'cosc.ic.n1i, dcli, 101111 della coscicnla contro l'inconuptvolczn cl,c sta di r,ontc alla prlmo come un
nemico di narum dc:111011iac1, m• che al contempo co11ilcnc Il pi~ prezioso dei lcsori: lo vita crcarrice
dello psichico e quell'1UTipllumcnro dcllo coscicnu che ,i conqui.111 aunverso l'ln1cgrnione dello psi•
clùco, L'ampllumento della coscienza consis1c nel riallacci2rc la coscie117.a - cflimcra, razionulhricn,
orlcnt•t• veuo l'estemo, 11llontan1rasi daJl'isrlnro - 11 simboli, r quali nicolmuno della loro vira tter•
n• k più l'cconditc profonditi della noma anima. Non ~ possibile che la vita si rcaU~il in tult:l le
rua picnc~za, se non in accordo ~n ess[i); la saggeuo ~ un ritorno verso di CM[i] , N.:m sl 1rut111 in
realrà né di lede, né di sopicnz•, ma dcU'accordo del nostro pensl<ro con le imma~fni primordi"II del
nosu-o inconscio, in:apptcsemablli progenìmci di ogni id~ the po~!• tffiorarc aUn nom« coicien111o1.
jUNG, 1.e diùane e/Ìi d,(1'1101/10, cir.
'"' Vedi ]UNO, Prico/ogio Jell'i11corucio, in Opu,, VU cd oggi specialmente Ltt p1icolog,n della lmsltrt.io•
Il<, in Opere, xvr, 2 .
•• NcUu p3lcologlu dei primitivi, l'O111bra viene anche iodiala come, 'animo del c~spugUo', ci~ 1,na parie
dcll'~nim• me nbim non 11eU1 50eiet1i wrr.ma, ma ndlw uoturo sdvaggia e chevionc incontro sotto for-
ma cli onimnlc, onlmale nd quale in cerù casi cl si pub rro.,formare, per lo piò con Jcopi dì megi• nera,
L'Ombra eittraumana dell'eroe - inteso come penoruilit?o in Uno cerco misura sovrumana - è
mnboleggi•ta da wi wgno di Annibale, ..Annibale, dopo la conquista d1 Sogunto, si vide chiamato
Jn sogno da Giove e invitato al coru= degli dèi. Al suo arrivo, Giove gli comsndò dl fare la guerra
conlro l'Italia e sii asscgnb un uomo di SCDrta, scegliendolo tu i presenti, GuidJlto da questi, Annimle
n1orcib con il suo esercito. L, aua &uldi, pe«i, lo ammonl di non guardarsi intorno. AJb lunga wu,ivla
Annlba!r non poté reggere e, vinLo dalla curiwitÌI, geub uno sguardo dietro di sé. Allou vide un •oi•
mule orribile, mostrUOJO, rutto avvolto do4erpenti, che ad ogni ,uo 11a•SO dlstruggevu pianti:, arbusti,
c:a1e, l\uonito, chi= al cnmpag110 divino che cou significasse questo orrore, e questi gli rìbstté: "La
rovinR dcll'lt~lln'' e lo cson~ poi ~ non esitm: e a non our•~i di quello ovvcnisse rucrro di lui, ~uc
sue spaUe.• . Cltoro da 1, )EZOW&K, Da5 B11ch der Tr.111111~, Rowobh., Berlln, 1928.
" È neceSS11rio f•r prcccd<!te un'esposizione complcro deU'immYj!iae dell'onimo • quçUa degli altti t r-
chetipi in quinto è con l'mivoione deU'irnm~glne dell'anima che ll flVVlft il processo vao i: prop110
di confronto con lo psichico-oggettivo.
Non c'è dubbio che ogni nostra conoscenza incomincia con l'e•
specicnzn; do che mai infatti la nostra facoltà d.i conoscere sarebbe messa
in moto se non da parte di oggetri che colpiscono i no5tri sensi, e che
da un lato determinano da sé le rappresentazioni, mentre dall'altro mcr-
rono io moto l'artività del nostro intelletto a raffrontare queste rap-
presentazioni, a unirle o a separarle, ad clnbororc in tal modo la mnre-
ria prima delle impressioni sensibili, in visra di quella conoscen1.a de-
gli oggecri che si chiama esperienza? Quanrn al rernpo, perrnnco, ne.!•
suna conoscc11Z11 precede in noi l'esperienza e t11rre incominciano con
essa.
Ma benché ogni noscra i:onoscenza cominci con l'espcrienia, da
ciò non segue che essa derivi intenuneme dall'esperienza. Potrebbe
infatti avvenire che la nostra stessa conoscenza empirica sio un com-
posto cli db çhe rkeviamo mediante le impressioni ç di dò che I~ no-
stra facoltà conoscitiva vi aggiunge da sé sola (semplicemente stimola-
ta drule impressioni sensibili).
I. Kant, Critica della rag/oh pura
_ ,.·;,,- µ ,,.. È un segno della complessità della psiche, i.I farro che una sola rro-
.,.,..<i1'' spettiva non sia-sulficieote pef cogliere j contenuti C j -pcocessì psichki,
' • ,,. e che unicamente la conslderazione simultan~a dCplù Rlmt.i__di yis_t11_re~qa
giustizia all'oggett-0~ No.ndimeoo, l'aspetto duale del metodo psicologico
si estende dai sooi concetti sovraordinati di struttura e di energetica all'in-
terno stesso di questi due punti di vista, Come a proposito della fenome-
nologia psichica è stato necessario distinguere tra coscienza e. inconscio ed
inoltre tra universale e particolare, così ora anche il concetto di energia
107
stessa specie m1 onche nei confronti degli uomini e degli a.Itri nnirnnli.
Noi percepinmo perfino le più lievi oscillazioni di natura emotiva ne•
gli altri, e abbiamo un senso finissimo della qualità e della quantitli
degli QHerri del nostro p rossimo. 1
Entro certi limiti, questo vale anche nei confronti dei propri affetti.
Alla base dell'espetiehza e dell'osservazione stanno sempre solo siste-
mi parziall pit1 ridottl. Una delermlnazione quantitativa completa ed esat-
ta della totalilà psichica sarebbe impossibile già per il semplice motivo che
la psi.che non è un sistema assolutamenre chiuso da \.J.J1 punto dl vista tem-
porale, ed inolrre perché non si può sottoporre ad una si.mi.le indagi,ne l'in-
te ro corso della vitat dalla nascita alla morte. Pertanto sono sempre e solo
determinati e delimitati segmenti temporali ad essere accessibili aUa com-
prensione energetica.
Analogo è il caso di uno considerazione io un certo guai modo spazia-
le. Neanche qui, infatti, è possibile determinare precisamente l'intero am-
bito dei processi psichici, giacché questi non sono mai tutti contempora-
neamente coscienti e pertanto il sistema non può essere delimitato. 8 Se
però ci si orienta verso il sistema pnrziale cosciente che al momento attuole
si deve studiare, allora questo risulta isolato, in quanto l'individuo è s'i in
costante contatto con iJ mondo esterno, ma le sue azioni e reazioni ad esso
provengono esdllsivamente daUa sua psicologia specifica , ossia individua-
le. La valutazione energerica deve quindi attenersi esclusivamente a que-
sto spazio interiore individuale e considerare il mondo esterno solo come
materiale e stimolo.
A proposito del segmento cronologico come pure di quello sinerono,
è lJossil,ili: sL11Uilirt: su1w111: e.li em:.rgia relativamente valutabili, che nel pri-
mo caso sottostanno ad un mutamento di stato di genere temporale, men-
tre nel secondo :id uno per cosl dire spaziale. Ciascuno, ad esempio, cono-
sct: per esperienza propria siruazioai neUe quali ci si dice: prima avevo in-
teressi per questo e quello, ma ora questo interesse è completamente spari-
to. Oppure: pri.ma sentivo e percepivo le cose molto più intensamente, e
ora invece tutto mi sembra inclirfereate. E relativamente :i.lJ'aspetto spa-
:ciale: vorrei o dovrei fate certe cose ina, nonostante lutta la mia buona
volontà, non riesco a trovare l'energia necessaria.
Con ciò si applica il primo principio dell'energetica: l'energia nonna-
ta
sce dal nulla né può annientarsi; quantità cli eri~rgia pres~llJ&.siste-
ma chiuso resta guindi'.éosfiijte,, Questo, in senso psicol~ico, significa che
l'energia investita aeUal)tCcedente forma d'impiego, se ne è ritirata 11tti-
IL CONCETTO PSICOLOGICO DI ENERGlA
ando un altro contenuto, che però mi è ignoto. Oppure, nel secondo ca.-
o, che l'energia non è a. disposizione della coscienza e deve dunque essere
itrovata nell'inconscio.
Nel caso dell'applicazione del concetto cli costanza, da un punto di
ista psicologico determinante non è il rind io della conservazione del-
1energia, ma piuttosto~ principio di equiva/e,1i . Questo afferma che per
1g ni energia che abbanaooa un certo stato1 su entra altrove un qua11t1,m
lj pari grandezza della medesima o di un'altra forma cli energia.
Psicologicamente, ciò vuol dire che un'attività psichica divenuta ob-
oleta viene sostituita da un'altra attivìtà della medesima intensità energe-
ica, ovvero è sostituibile solo da un'attività cli valore equivalente. 9 E nel
econdo caso; se una certa somma cli energia ba attivato una nuova forma
li impiego, allora un corrispondente qr1antu1n di energrn si è ritirato eo ip-
o da una forma precedente. La nuova forma in cui l'energia ora appare,
,uò essere già presente nella coscienza pur senza essere riconosciuta come
rnsforma.zio□e equivalente della forma precedente svaruta. In questo caso
10n si è coscienti solo della corrispondenza fra U precedente stato energe-
ico e quello attuale. Può però accadere altrettanto spesso che una quanti-
~ di energia sparisca completamente, senza che si possa stabilire quale forma
'abbia sostituita nella coscienza. 1n questo caso, in base al principio cli equi-
·alenza, si può cliroostrare una più elevata attività dell'inconscio. La quan-
ità di energia scomparsa dalla coscienza ha costellato conseguentemente
'inconscio ove ora si rrova pronto per altri jmpieghi, nel caso che il nuovo
tato energetic ssere l'eso cosciente. L'attività inconscia cootie'llg
Uora u valore intensivo che è stato sottratto all'im iego cosciente.
La fenomeno og1a I questa att1v1t inconscia si presenta, a seconda
lei casi, sorto forma di sogni particolarmente vivi, di frammenti fantastici
Jquaoto strani e in aJtri modi simili. L'cs ressione più &equente è erò
i , ione di sintomi che interrorn ono il ecorso cosciente della vita
la cui estensione è ampia e la natura mo tcp ice .• Essi vanno al nervosi-
~o abituale aU'inqwetudine interiore, da improvvisi scoppi affettivi a un
uoto o una tristezza inspieg11bile, da un'attività esagerata o una paura in-
omprensibile a gravi disturbi delln coscienza come depressione, paralisi
lella volontà, venir meno di una funzione importante, pensieri coatti. esau-
imenro nervoso fino a tutta la scala di sintomi somatici di origine psichica.
La formazione di uo sintomo è dunque il sostituto equivalente dd va-
:,re energetica scomparso dalla coscienza, Questa constatazione non è pe-
ò una semplice coosegue-nza teorica trarta dalia concezione della complc-
11entarietà di coscienza e incohsclo, bens1 un dato di fatto dell'esperienza
..1. . w v 1..-rr
..
cezione che sta alla sua base dcUo psichico totale - trova la sua fondazio.
ne anzitutto nella teoria psicologica dell'energia.
Dal punto di vista energetico, la psiche totale è un siste,Jl11l...Jll1e,:gc.Ji.ço
relativamente chiuso. Essa non è né riducibile a processi fisici, né un mero
prodotto ereditario è degli influssi del mondo circostante, ma è piuttos to
la datità auronoma ed inerente di un individuo. Nell'uomo dell'attuale ci.
viltà occidentale, il ~istema tot11le è tuttavia diviso in due sistemi parziali,
relntivamente isolati tea di loro e pertanto anche chiusi in sé.
L'orientamento psicologico dell'individuo d'oggi è indirizzato com•
pletamente secondo il sistema cosciente. Questo sistema è cararrerizzato da
' valori culturali' o per lo meno di 'civilizzazione' e dal fatto di essere con•
giunco al complesso dell'Io. La sua funzione è uella di istituire il rapporto
dell'individuo con la ro ria ersona e con il mon o esterno.
Il sistema inconscio, o psichico-oggettivo ~1«.. l?!!L~~n-
te natu.!_a,.psichica, ao2it11tto per la sua stessa essenza e in secondo luogo
in quanto non è congiunto al sistema c~sdeme. Esso f'carattcriu'ato-daf
decorso di costellazfoni energetiche archetipiche. ta sua fuozlone è quella
di portare il sistema conscio in una posizione di equilibrio nei conf~ooti
dei dati psichico•oggettivi collettivi. Questa funzione, però, esso la può eser-
citare solo se è congiunto al sistema cosciente. U collegamento reciproco
dei due sistemi produce una modificazione, ovvero un ampliamento del si-
stema cosciente e in questo modo entrambi i sistemi diventano sistemi aperd
all'interno del sistema complessivo della psiche totale.
li processo di trasformazione dell'energia ha luogo tanto all'interno
del sistema parziale conscio quanto di quello inconscio, certamente con dif-
ferenze curatteristicbe. • ◄
Nella primissima infanzia, entrambi i sistemi parziali sono ancora in•
di.visi. Ben presto però - attraverso un inspiegabile Lncervento psichico
sul decorso naturale - la formazione del complesso dell'Io e quindi della
coscienza rende possibile una stabilirò che consente al ragazzo di sottrarsi
gradualmente al gradiente indirizzato verso il sistema totale. 1' Così, la co-
scienza che sta differenziandosi diventa un sistema relativamente chiuso,
che contiene io se stesso le differenze di intensità necessarie ai crasferi•
menti di energia.
Le differenze di Livello che producono il gradiente energetico signifi.
cano, dal punto di vista psicologico, delle posizio11i conflittuali. Nel bambi-
no tali conflitti si esprimono sotto forma di divergenza Era la natura pul-
sionale e la persona socialmente adattata ancora in divenire, nel giovane
invece sotto forma di 'periodo di tempesta ed impeto', di lotte di natura
LL c.;oNc.;1:.TLU t':,1c.;0LOLJ(;O Ili 1:.NbKvl /1 1 79
differenza psìcologica fra l'applicazione fin qui seguita e quella ora data.
Se perciò l'energia passa da uno stato all'altro, questo avviene in quanto
il secondo stato ha un valore psicologico che il primo non ha più, giacché
la quantità energetica divenuta libera può esprimersi adeguatamente solo
nel secondo stato. Da ciò deriva l'esigenza di scoprire l'elemento nuovo del
secondo stato rispetto al primo. Nel caso la fenomenologia del secondo stato
apparentemente non mostri nulla di nuovo o sembri accennare ad elementi
ancora originari, questo non dice ancora niente n proposito della sua valu-
tazione psicologica, dato che solo dischiudeodone il senso gli si dà anche
il suo significato autentico. 2 1
Nondimeno, sebbene nemmeno il fattore estensivo sia immutablle per
via della polivalenza dei prodotti psichici, non è possibile disporre o piacere
della trasformazione energetica (e con questo applicare arbit rariamente il
punto di vista riduttivo o quello sintetico) anche per via della differenza
di potenziale necessaria aJ movimento energetico. Se quindi si deve trasfe-
rire energia da uno stato in un altro, in quanto la forma lin qui data non
ha più valore ed è perciò 'scaduta' , e se la semplice intensità non è ·una
forma psicologicàrllente equivalente, la trasformazione deve allora seguire
il gradiente , ossia la dire~io;1e energetica naturale. La semplice volontà può
contare solo sulla quantità di energia disponibile aUa coscienza e non ha
alcun potere sul fattore estensivo né sulla differenza di livello; la volontà
da sola, quindi, non è in grado di trasferire energia in modo equivalente.
Questo contrasto è
La tensione tra gli opposti, pertanto, si può stabilire non solo filoge-
ticameote nell'uomo primitivo, ma anche ontogenetica.mente nel bam-
ìO, giacché essa è innata in ogni individuo;
Come gli istioti inducono l' uomo ad una condotta di vita spccifi-
cnmcntc umana, co~l gli archetipi o le categorie costringono la perce-
zione e l'intuizione a formazioni specificamente um11ne. A mio modo
di vedere, è impossibUc dire quale sia il pn·us, la concezione o l'istinto
11d agire. A mc Sl"mbrn che entrumbi siano una sola e medesima cosa,
vna sola e medesimo an ivit~ virale, che solo per .riuscire a compten-
derli meglio dobbfomo pensare come concetti separati. 11
ordiamo qui quello che lùcKEllT, Die Ct'fflien du 11a1"rwiJituscha/tliche11 Ber.ri/fibild1111t, ci,., dice
>posiro della metodologia di questo problema:
,.L'acunronamcnto del concelto di cosa, sostiruito dal concetto di relazione, è 11 via suUa quale
ienze nacur:ili del mondo dei oorpi si avvicinano alla loro compiurczu logico.
1n ba.se I dìi Rickcrt tralascia dj consid.cra,e ruue le nuove rcorie fisiche, come ad rn:mplo I,
a della rel.i!vltà, doto che esse non hanno nulla a che fare con Usuo ln1cn10 di mellerc in luce
:uttura logica d eUiI scienz• della ru,tura.
Per questo, continua Rickett, è giustiliCl!to •prendere in esame i progressi compiuti dalle scienze
rali negli ultimi tempi ruu'al più ncllii misura in cui ciò è necessario a mostrare che, uer qu1n10
:me la loro struttura logica, nlcntc è c,mbisto, Prnprìo la drcostanzo che l'idc-..lc logico che s tuva
,asc delle prcceden1i teorie, è presente -a11cora nelle conc:eiioni più moderne, deve necemuiamcn•
,n(erire forza pcrsuasivu ,ille nostre aHetmaiioni. Casi, per quanto possibile, ci libcri•mo dalJo
o - d1t un punto di vist-a logico casuale - deUa scienza naturale nd suo processa cvolu1ivo,.
di U secondo capitolo.
csperìcnu pNtica ci insegna in modo generalissimo che un'auivltì psichica può sempre e soltamo
,e so.stiluira da qualcon di equivalente; un inrcrcnc p11oloeico, un •tta<'Cllmc.oro intensa a un sin-
' può cs,erc rimpiozzaro rolton1a da un legame 1ltreuan10 incenso per un oltro in1crc.uc, r,gionc
:ui non si ottiene mai, ira l'<lluo, che la llbldo s1 u11cchl da tale sintomo senza questo rurrogato.
a
valore energetico del surrogaro infaiorc, sappiamo ,ubito che un• porte deU·e11Crgia va rinmc-
1 11lrrove: se non nella cosdc_nu, In formazioni f11n1utichc dell'inconscio a in un disturbo dcUc
ie• ,upbie,1ru' delle funzioni fisiologiche,,. )UNC, E11ergelico psichico, cir.
T. WOLFF
10 Ibidem.
11 Jbfde111, Jung h• preso il concetto di ' httorc t,tcnslvo' da E. von Hartmnnn , Sull'empiria.del fottona
estensivo ve<li in particolari:, Tms/om1ati<J11/ e ri111b<11i della libido, cit.
11 SJR JAMl!S JEANS, Dle 11Me11 Gnmdlagm der Na/11, Erlw111/11Js, cit., descrive l' cntropin e l'intervento
.al. suo imcmo con la seguente Immagine:
~È c.onforme 11Uo scopo defìnlrt: in genrritlc l'cntro};liu dicendo che fld uno stato piìl frequentc
~petto sempre un'entropia J.liÌl elevati che non Pd uno srato pl11 ro.ro. Con eib l'entropia divento mbu,a
dello 'frequenza' di uno stato dato. Lo naro finale, l'entropia, cvìtn ~ccumuli dl qualunque genere,
sia di ~pecioll ~om1nze, ii• di, "nergic, NeUo 'stoto pi\l frequente' rnnto la matl!riq quonto l'energia
•ono di~trlbuitc in. egual mi,ura.
Tuttavia, un <11SCte di un altro mondo che osservasse lu noma 1crro con sufficiente 01tenzione,
ncnm,bbc sognl che porrebbero f~rlo een.mre e •E>lngcrlo RUa supposizione che qui siano sorprcndcntc-
men1e presenti tccczioni locoll v.llcleggi Wllllétsali dell'entropia, Da un punto di vuu purament<, (i>i-
co, l'oro è un metello de.I tutto cornùnc. Esso non è ln •lçun modo preferito dalle leggi dcUo noturd
o trntt11to in nc.ssuo modo purriCQlare. E nmaviu il nostro visitatore potrebbe osservare come I' intcu
,iserv~ •lltell dd cnondo, che origino.riumcnic era ~bbonan1-• equumeme distribuita su tutta lR supcrfi,
dt' terrestre, i:iv~H l1:1 tr:nd-:-n11J1 ari 1u,c11mulnr~ [n aie-uni pnrhi tt r;,ct-r~ttJnJmi liJoghi, i.I t:ht- .s.unbn
cu-,r-, in netta contraddizione coo quontp affermalo dal secondo prilidpio della termodinamico. Allo
stesso modo, in base •· tale principio, ~ ragione non dovrebbero nemmeno GOinparire [uochi, anche-
se rnvcro O'llo 0mmew, clre posS11no subcntr•re dei cnsi fortui1i, Qut'Slc ,iolnzion1 casua11, però, do-
vrebbero aver luogo in modo nssnl vcro~imiJe quando Il 1cmpo è caldo e scr.co, l', invece il nos1ro visilll,
c11re non sòlo lcoprlrc,bb,, innumcrccvoli [uoohì sulla terra, ma dovtebbe Anche slt\bllire che c"l eom-
plllono panicolsrmente qu:ando ~ freddo e umido, Egli ne vedrebbe li magsior nun1ero su quelle porri
del globo rkoperic cli nev,;., piutu,sto che su quelle bruciate dall'llt1ora i:quatorinle. Inoltre potrebbe
uncorR o>ssorvare che pkcoli accumuli di ghisccio si manifestano In i:,anlcol11re quando il te.mpo è caldo
e ,asciutto.
La po,iibilJ1à che tutçi questi cve.nù avrebbero di oomparire: nd corso normale di uoa riaturo io-
tatta, snrebbc dello steno ordine di grandeua dcll'evcntualitn che un scochio d'acqu:,, posto llll fuo-
co, geli.
Un ~pprofondlto esame statlsdco dcUe più grQ!isplane Jnfrazioro al Jccondo principio rnos!r<,rcbbt
che ì nidi del crimine sono da cicercarè tsattamente nei luoghi che noi indithiamo come c:tenlti di civi•
lizz,1.ione. La materie ln:minu1ta ubbidisce ci-,camentc o.Ila legge, ma ciò che noi ·chiamiamo vita le.
sfugge too alternl successi. Sarebbe ass,i rngionevolc ~e ddinissiruo la vita romc caratterit7.illd d11ll~
capncltb di ~gginire la legge,,.
'' <1Osscrv•ta da quc:s10 lato,., ossie. da qucUo dcf1'011ivit-ò positiva, ql'incosci~n,c ci opp•re ìJ ~ompl••-
so di tuttl i contenuH psìchici i/1 tùJ/u mucl!lldfo, JuNG, Prico/og/a ar1alitlca e. ì'/le/tamc/,ou1111g, in (I pra-
btemo delf'/11comc/a ,w(/<1 pJico/ogit1 rnoden,a, cii.
1 ◄ Da un punro di viscn energetko, l'iticon;clo pcr·soMle 11ppartlcnc el slsttmb costlentc, dato che psi-
cologicRmcnte i ~uoì contc:nutl sono collegul al complesso dell'Io• pertanto possono essere usirnllatl
dallu co,cicn••·
'' La chiusurn cd isolumen10 del sincma cosciente nei confronti di q1Jcllo psjchico-tota!e ~ il ptoblcm11
psicologie.o deU'ìnfonzi11. - un problcm• di cui non si dcv~ sottov,lut,re l'impon•n~• e la diHicoltb ,
VI son" bambini 11.i quali tale proèesso non tie,ce mai con1plcramcntc. li suo parnllelo Wogcnctko può
chjurirtl qucstA problemnttcu., EsS11 h• trovuto il ,uo prcclpi1010 archetipico In innumer-,voli miti e l~g•
gcndc , Per dwe solo qualche morivo: l'ctl dell'oro, lo stato di beathucHne originaria, le leggende dd
,poradiso, il tempo in cui sU d~i •ncora.,; oggiravano sullo rcrrn, l'uomo cosmico orip,lnorio, l'ideo plD•
,nic. dcU'ermofrodita che gli d~i divisero in due metla, il mito indieno dell'isola deUc pietre pnniose
ruota nel mare di urnbro,l1.
Nel bombini si trovano motivi simili nei sogni 'cosmici'. Lo svegliarsi, ci~ la separazione della
1&cienn, viene spc.,,o rapprcsentuta come uno schock moslruoso, oppure nel simbolo di un3 nasc.ha
dio rcrra provenendo da un altro piuncra. Pn:sso I primitivi, la nascita dcU'uomo viene gencr"1mcmc
,legata con e11use non mcrnmcntc norurAli, m• al tempo stesso e principalmente anche 'spiritwtli',
prcciumcncc IJnto In n:mo cosmogonica clic indJvldualc.
La legge ,,condo cui in un sistemo chiuso l'entropia cresce, potrebbe, forse o(frize un• spiegazione
:U'lndipcndenie occasionale dello psichlco-ogget1ivo dalla c~tcgoria Jcl tempo, 8DDINGTON, Th~ Na-
,rr o/ th~ P/;yslc~I \'(/orltl, cii., mostra cqm", lo un ambito spaziale in 11010 di completo i,qullihrio,
:ncrgi2 non è più divìslbUc e pertanro anche il tempo non ba piò direzione. ..L'indica1orc non !a
J■lc dirC'llione seg11ore. Nofl ~•rcbb<: ••~!lo dire cht tale ambito sia ■t=po,ale; gli atomi ,·ibrano
~ modo wuale come piccoli orologi e noi pouÌQmo misurarne velocità e dura.lii. Il ,.,mpo cootlnua
! essere presente e conserva le su~ •olitt: quolltil, ma ho perduto la suo direzione: ~ esteso come_ lo
,nio, mo 'non v11 più avanti'~.
L'ipotesi contraria, ovvero quolla biologk■, ha coodouo ncU~ concezione freudiana da un foto ,ad
.aborim, la defiruziooe solo cousole e moterialc del concctlo ds hbìdo vista com< una sosNnzo immllt••
ile. E dall'shro ,ù concetto dl s01ton:ill corrisponde quello di 's11blim1uonc', con Uquale si intende
na tr:aslorroazionc deU• libido si inautentica e tuttavia rìmcssn allo discrezione della coscienza, la <!U~•
, però non è diversa dallo sostanza. che sti, allo sua ba.se.
, tb,dc111
· JUNC, /11/,110 t i11co111c10. cit.
'In Tr11s/om1a1io11i e 1/1Nboh dtllo fibido, Junç chiamo li simbolo, che 1raslorm1 l'encraia, 11nche • anQ•
,gi, libidica•, intendendo con dli ~upprcsemnianl udottc a e.1primerc in maniero cqulvolente lt libi-
o e quindi a u,nferlrla in una forma dlvcru du quella ori11lnori•~- LB clruione ~ traw, da JuNc, Ener-
,i/ca psithica, cit
'tb,Jc111,
lbtdtlll.
/. IL SIGNIFICATO STORICO-CULTURALE
DELLA PSICOLOGIA COMPLESSA
tata sul mondo e diventa cos1 la motivazione non solo dei pensieri, ma an-
che per le azfoni. E finché si vede Ll bene e il male solamente al di fuori
e solo da fuori ci si aspettano i necessari mutamenti, vuol dire che dal pun-
to di vista psicologico non si è ancora cresciuti, giacché non ci si fa respon-
sabili di sé stessi. L'intelletto procede allora 'oggettivamente' e cerca le
cause materiali di una reazìone soggettiva; di conseguenza, si assume un
certo atteggiamento io quanto le circostanze lo esigono e perché è logico
fare o u:aJasciarequesto e quello, dato che l'altro ha fatto o potrebbe fare
questo e quello per questo e quest'altro motivo.
L'obiettività dell'atteggiamento e della conoscenza è uno dei valori
più apprezzabili per Ja cui realizzazione lo spirito umano si affatichi. L'es-
senza e la differenziazione della coscienza ocddencnle sono tali che iJ con-
cetto di oggettività coincide con quello di realtà concreta e di logica razio-
nale. Conseguentemente, pet l'occidentale tutto ciò che accade su di un
altro piano di esperienza è qualcosa di sospetto e di dubbio, e certo lo è
a buon diritro. Un solo ambito ne è escluso, quello religioso, nel quale si
rende conto del fattore irrazionale. Eppure anche qui si richiede oggettivi-
tà, e con altrettanto diritro, giacché altrimenti si spalancano le porte a sog-
gettivismo e follia. E dnl fattore religioso dipende 11 comportamento etico
- cosl almeno si presuppone.
Per questi motivi1 tutto ciò che è 'puramente psichico' incontra in par-
tenza una sfiducia profondamente radicata e verso di esso grava la medesi-
ma avversità che si nurre nei confronti del meramente soggettivo, irreale
e fantastico. Lo psichico sottostà pertanto ad un tabù e può essere accetta-
to nella coscienza solo con le necessarie misure precauzionali e nelle appo-
site forme.
Questo stato d i cose ba comunque la sua profonda giustificazione, giac-
ché un rifiuto istintivo he sempre un fondamento fattuale, sia questo una
debolezza, incapacità, incomprensione o qualunque altra cosa. In ultima
analisi, si tratta della paura dell'ignoto, che proprio pe.r questo spaven~a;
ma la paura è la reazione primordiale di fronte al pericolo. E lo psichico
è o può essere la forza che mette pericolosamente in dubbio l'oggettività,
U senso razionale dei forti, la ragione della coscienza. La psiche è natura ,
e per lo spirito occidentale la natura è quel principio ostile che esso sotto•
mette mediante la scienza e la tecnica, cosl come dà forma aUa natura psi•
chico con i mezzi dell'etìca e delle usanze.
;cabili, che non sanno o non vogliono orientarsi nella realtà di fatto e oeUe
forme date e che proprio per questo, con l'aiuto della psicologia, imparano
:1 riconoscere la loro inconsapevolezza e la soggettività delle loro pretese.
Naturalmente, 1a psicologia può anche essere applicata a fini pedagogici
~ ovviamente ha anche uJ:l lato puramente terapeutico. Tutc:avia, in questo
caso non sru:ebbe ~Hauo lecito parlare di un suo signì.ficato 'culturale') gioe-
ché ìnsuffidenze ed eccezioni banno a che fare con valori universali solo
nella ruisura nella quale ne sottolineano la validità con una controprova.
L'empiria psicologica, però, patia contro questa parvenza e contro un'in-
terpretazione riduttiva. La coscienza ha sempre un'esperienza relativa del-
lo psichico. Quando la coscienza è salda e differenziata, la funzione auto-
regolativa delJa psiche consiste nel fornire quei contenuti che possono so-
stenere il recupero di quanto è andato perduto e superare la mancanza.
La realtà psichica, però, si impone p roprio in quegli individui che cor-
rispondono aJ criterio de1l'adattamemo al mondo esterno, della capacità,
del senso delle realtà e della consapevolezza di quanto è oggettivamente
dato. Di conseguenza, la funzione compensatrice dello psichico qui non con-
siste nell'accentuazione di questi valori, ma al coott·ario io una sorta di lo-
ru relativizzazione, giacché lo psi,c hico dimostra la proprio realtà sotto for.
ma di contrappeso: l'aspetto soggettivo diventa tanto attivo quanto lo è
quello oggettivo, l'irreale cosl convincente quanto il concreto, Ufantastico
cosl illuminante quanto l'aspetto razionale.
Questo almeno è ciò che appare alfo coscienza, e cosl è anche di fotto.
Ma per quale motivo o a che scopo avviene questo?
L'accadere psichico ha sempte contemporaneamente due fonti. Una
è lo slato attuale della coscienza, l' allTII l'attività cl'eatrice della psiche stessa.
PrntJrlo quando esercita l1t suu funzione con il massimo impegno, qunn-
do coglie ciò che è oggettivamente dato in modo davveto oggettivo ed è
effettivamente padrona delJa realtà concreta, la coscienza raggiunge i pro-
pri llmiti, giacché allora l'uomo si confronta co.n la proptia totalità. Questa
totalità, però, gli è estranea e deve essergli estranea, dato che rappresenta
una vita psichica nuova e creatrice, che jncomincia appena a crescere e che
solo con quel confronto viene attivata. È cioè quello psichico che ancora
non è contenuto in alcuna forma data o storica e che per questo viene esperito
come psichico in quanto tale. Anzitutto esso è qualcosa di completamente
soggettivo, giacché appartiene alla vita interamente personale dl questo in-
dividuo determinato, è la sua p.roblemarka completamente individuale, il
suo proprio essere, cos1 come la natura lo ha predisposto.
Con ciò si è aperta la via ad ogni soggettivismo e fantasia. È l' rrazio-
208 T. WOLFP
È una legge psichlca che l'individuo sia destinato 11 vivere proprio ciò
che più teme o dal quale inconsciamente è rnina~iato. Io ciò che gli incute
paura sta la sua debolezza, il suo punto vulnerabile - e forse anche il ger-
me di un mutamento di disposizione.
La forza dell'uomo è il luogo psicologico ove egli decide ed agisce sul-
la base del proprio Io; la debolezza, viceversa, è il luogo nel quale egli pati-
sce, nel quale le cose gli accadono. Grazie alla forza egli poggia su se stesso
ed è cosciente della propria differenza rispetto agli altri e si rapporta agli
altri yolontauamente. Per via della sua debolezza è dipendente, frammisto
e sottoposto a trasformazioni, in quanto è inevitabilmente iruluenzato da
fattori esterni ed interiori. Insieme, forza e debolezza costituiscono l'uo-
mo intero, l'uomo quale veramente è.
L'istinto cli assicurate ciò che è saldo e ha dato prova di sé e di proteg-
gerlo dal rischio di dissolversi, è uno dei pore1 i !Jiimari e più uecessari prt!-
senti nell'uomo. Di fronte ad esso sta un altro potere, li potere creatore
della vjra psichica, che vuole alimentare il proprio corso, il quale si realizza
solo nd movimento e nel mutamento. L'ineguale ripartizione dei due fat-
tori negli individui produce il temperamento individuale. A ciò, tuttavia,
si deve aggiungere che la mescolanza specifica non affiora sempre alla su-
perficie, La coscienza può essere orientata completamente alla conserva-
zione dell'esistente, mentre l'inconscio vuole il mutamento; così come, vl•
ceversa, quando è I~ ~osèienza a cercare costantemente U nuovo, l'incon-
scio è più conservatore. -Un'eccessiva insistenza porta infarti all'irrigidimento
I'! un eSllgerato comhi_ a_me.ntn impf'clisc:!': che n(lsc11. qu11lcosa di durevole_
Questa legge ps~c~ica non è osservabile solo nell'individuo, ma è un
fenomeno anche sociòlogico e storico, gi;1cché il singolo è sempre immerso
I
,• .
IL SIGNll'lCATO STOlUCO·CULTURAL6 l09
nella problematica della sue et,oca, lo sappia o meno - come, a sua volta,
l'accadere collettivo non si limita a rispecdùarsi nel singolo, ma è anche
solo in esso che si verifica. Nell' inconscio collettivo tutti partc:cipaho di
questo accadere.
Nel borghese colto prevale, per temperamento e per convincimento,
l'L~tinto di cnnservazione del valori esistenti. Civiltà per lui significo co-
scienza della tradizione, tener conto della storia, delle idc:e e delle forme
che hanno dato prova di sé e di quelle s!tua~ioni che offrono una garanzia
per lo sviluppo cli beni spirituali.
Dato però che l'accadere psichico si muove tra differenze, i singoli
individui vengono afferrati dal temperameaco opposto e scacciati da un'e-
sistenza solamente storica. Cos) vengono a cadete in una situazione molto
particolare, Essi non possono diventare, né per istinto né per convincimento,
1
non-borghesl' 1 per cosl dite 'incivili', perché la civiltà borghese è il loro
spazio storico. Non possono restare all'interno di cale spazio, ma neppure
andare oltre, se non voglio no gettare via il meglio della loto tradizione ed
eredità spirituale, Quelli che cercano di farlo, presto o tardi si accorgono
che ciò alla lunga è impossibile.
Dove è presente un plus, si incontra sempre anche un corrispondente
111i11us. La natura appiana tensioni insostenibili fra gli opposti ranto nel-
l' individuo quanto fra gli uomini. Essa compensa pertanto l'essere conte-
nuti entro forme storiche, la relativa sicurezza delle convinzioni consolida-
re e dell'esistenza esteriore attraverso la parte astorica deUa personalità e
l'insicurezza causata della vi.ta psicbica informe.
Con la parte astorica, ci si viene a trovare in. un qualsiasi problema
personale per affrontare il quale non esistono concezioni e forme date, e
in certi casi neppure quelle suvrarmduua.li Jella religione stor ica. La perso-
na protestante, però, in sé non è mai completo.mente storica, poiché il pro-
testantesimo pone la cosclen.za morale del singolo come fondamento ulti-
mo della decisione, e con ciò porta l'esperienza vissuta religiosa nJ livello
dell'esperienza indi.viduale. Questo dato di fatto, se da un lato impedisce
che il protestantesimo diventi una chiesa onnicomprensiva, dall'altro for-
nisce la garanzia t,er l'esistenza dello spirito, in quanto il singolo è coinvol-
to autenticamente e incondizionatamente e diventa responsabile delle pro-
prie convinzioni. In questo modo risulta soddisfatta la richiesta autentica
del cdstianesimo: porre la profondità dell'anjma al di sopra del mondo.
a uno più generale ad uno più individuale, oppure da mistico può diven-
ite psicologico e così vie. Il mutamento, però, non concerne solo il signi-
icato, ma anche la forma, giacché nella figura simbolica le due cose sono
1scindìbili. Sorge aJlora la domanda: questa fJgura completamente diversa
una rinascita del simbolo originario oppure quest'ultimo è sprofondato
d è stato sostituito da uno nuovo? È una domande, questa, che può rice-
ere risposte differenti e. seconda dell'atteggiamento e della convinzione.
Qui U problema può essere trattato solo psicologicamente, e questo
uol dire che si possono far parlare solo leggi e fatti psichici. Una di queste
:ggi è quella secondo cui nessun valore reale può scomparire; può solo es-
::.re trasferito dnUa coscienza nell'inconscio. E a ciò è connesso il fatto che
contenuto inconscio porta con sé anche qualcosa della sua qualità o del
uo signiUcato precedenti. D'altra parte, però, tale trasformazione produ-
e una siwazione completamente diversa1 tanto per quel che riguarda 1a
oscienza quanto per quel che riguarda U contenuto inconscio. NeJ caso
ato, con l'nssim.ilazione la coscienza ha perso il suo simbolo guida ed è
jventata essa stessa jJ principio psicologico guida. E il si.rnl;,olo diventato
~conscio cessa di essere t11le no ti appena viene scisso dalla coscienza; ora
lm contenuto tra altri contenuti deU'inconscio.
Gcsìl dice: fVoi. chiede1e: chi sono quelli che d sollevano nel Re-
gno se il Regno è nei dcli? [.,.JGli ucccUi dell'aria e umi 9li animali
che sono sotto la terra o suUP terre, e i pesci del mare, sono questi
che vi conducono 111, e il Regno dei Cicli è in voi; e chiunque conosce-
rà se stesso, lo troverà. Sforzatevi perciò di conoscere voi sressi, e vi
avvcdre1e di essere I figli del Padre onnipotente e comprenderete di
essere neUil Cilfa di Dio, e che voi siete la Cittb. '
realtà insicura, in ogni luce incerta, in ogni ambiguità e dualità può mo-
strarsi se sta liberandosi dal suo guscio qualcosa di indivisibile e di indi-
struttibile, che garantisce la fedeltà al prnprio essere e che proprio per questo
contemporaneamente è e diviene, è unitario e mutevole. Nella misura nel-
la quo.le ci si mette a repentaglio, si rinuncia a 'conservar-si' e si è pronti
al mutamento, ci si conquista nel corso della vita la totalità del proprio es-
sere. Si apprende cosl che accanto alla coscienza morale individuale è atti-
va una coscienza morale psichlco-oggettiva, che perseguita ingiuste esita-
zioni con inesorabile consequenzialità e influisce autonomamente sulle in-
terpretazioni più soggettive.
E nella misura nella quale il destino avvicina un individuo all'espe-
rienza del suo caos interiore, questi viene a conoscenza delle leggi che re-
golano lo psichico-oggettivo. Non sotto forma di consiglio o guida, ma di
accadere, come un oscuro accenno che deve essere colto dallo spirito co-
sciente e la cui validità o discutibilità può essere dimostuta solo rischian-
do. La verità universale ed eterna, infatti, è vera anche per l'individuo e
per l'età particolare solo quando sia accettata all'interno della vita perso-
nale. Allora essa è conquistata come un possesso individuale e, sulla base
di una comprensione vissuLa, si può accedere al linguaggio della psiche an-
che di altri uomini e di altre epoche. Sperimeotaodo 1'oggettività psichica,
si amplia anche lo sguardo nei confronti della realtà concreta e storica e
diventa più vincolante, e forse anche più esplicito, il collegamento con l'e-
lemento universalmente umano.
cose più piccole e più quotidiane che le grandi cose abbiano durata, e sol-
tanto attraverso il pieno impegno da parte di quanto vi è di massimamente
personale cresce l'impersonale. Lo spirito è convincente solo quando per•
tnea anche la banale quotidiàO.ità, e la civiltà non è semplice progresso solo
quando non si limita a dominare la natura, ma anche la contiene e le dà
forma. I dati psichici sono qualcosa di indiscutibilmente fattuale, eppure
sono anche simboli, cos1 come il mio proprio essere è solo questo essere
completamente individuale con il suo senso valido solo per me, eppure è
forse anche un'immagine a cui altti danno un sìgnifkàto completamente
diverso. 1n ultima istanza, io sono radicato nel mio essere più proprio e
tuttavia sono inseparabilmente legato al mondo e a tal punto immerso in
esso che tutto ciò che del mondo mi sfugge quanto ad esperienza esterna,
mi viene incontro nella sua immagine interiore riflessa, affinché io possa
coglierlo nella sua interezza, dato che solo cos) io stesso posso raggiungere
la .mia. Io sooo responsabile di me stesso e sono rimesso completamente
a me, e tuttavia. vivo il mio essere-così. solo all'interno di legami impegnati•
vi con gli altri. Le persone che sono per me le più prossime e le più reali
e la cui natura mi è manifesta, sono anche portatrici di qualcosa di miste-
rioso e ricco di significato, che io non sono in grado dì interpretare. Con•
quisto il Sé solo diventando interamente me stesso - e non potrò mai spe-
rimentare il mio Sé, se non riconosco che esso è tanto poco mio proprio
in quanto gli altri vi sono inclusi.
Cosl, dall'esperienza della realtà psichica detiva anche una visione del
mondo. Non è una filosofia, giacché non spiega né il mondo né lo spirito,
e non è neppure una religione, giacché non sa dire nulla sulla realtà metafi-
sica. La si può definire tutt'al più come una certa disposizione filosofica,
che poggia su fatti psichici djmostratisi affidabili e validi. Oppure come
un atteggiamento religioso, in quanto l'uomo ha appreso per esperienza che
l'Io non è l'istanza ultima, ma è coinvolto in poteri tanto soccoti-evoli quanto
distruttori che vanno oltre le sue capacità e la sua c9mpreosione e ai quali
deve abbandonarsi.
Questa visione psicologica dell'accadere trova i suoi aspetti universal-
mente validi negli enunciati della scienza psicologica. Qui, però, essa è so-
lo intellettualmente vincolante e non cattura Ja totalità dell'uomo. Essa può
diventare qualcosa di vivo solo attraverso l'esperLenza, ed allora è necessa-
riamente individuale e legata al tempo.
La realtà della psiche è sotto tutti gli aspetti un paradosso. Mette l'uomo
contemporaneamente dinanzi al compito dell-a conoscenza e dell'espeden-
za, poiché senza l'alt ra nessuna delle due può bastare. Essa gli mostra che
il suo essere è natura e spirito, individuale e generale, presente, passato
e futuro, e che il destino accade sempre ad un tempo aJ di fuori e al di
dentro della persona, che questa può intervenire e insieme deve lasciarlo
accadete: che il singolo è lo ed insieme Non-Io.
La conoscenza della realtà psichica porta l'uomo a trarre le conseguenze
etiche di tale comprensione e con ciò lo fa cadere nel proprio opposto, lo
getta in un conflitto insolubile, con il quale ogni movimento si arresta, col
quale egli viene crocifisso fra il proprio 's)' e il proprio 'no', fra il suo fo
e tutto I' Anche-Io, un conffitto che nondimeno rappresenta l'unica via lungo
la quale la vita può essere vissuta pienamente e l'individualità realizzarsi,
Si è forse risposto cosl alla domanda circa la funzlone svolta dalla Psi-
cologia Complessa nei confronti del problema individuale della civiltà? La
domanda, in fondo, non potrebbe avere una risposta dall'esterno, ma solo
dal di dentro, vale a dire da quegU uomini che vengono messi davanti al
problema dell'esperienza della realtà psichica e che cercano cli risolverlo
per mezzo della conoscenza. Tuttavia, neanche questi sarebbero assoluta-
mente determinanti, giacché un atteggiamento dà prova di sé solamente
nel corso della vita e deve essere sostenibile anche in relaziooe aUa morte.
E inoltre, se consideriamo la civiltà nella sua totalità, ed anzitutto la pro-
blematica della nostra civiltà - che irnpottanza possono avete singoli uo-
mini, del tutto normali, anche se può essere in certa misura significativo
il modo in cui essi hanno affrontato il problema che la civiltà poneva speci-
ficamente a loro?
Così, forse, alla domanda non si. deve dare affatto una risposta di prin-
cipio. Ma sono la realtà ed il futuro a dover mostrare se e fino a che punto
sia necessario o importante che singoli individui si assumano in modo fran-
co e responsabile U compito che è stato Joro posto dalla loro particolare
strutrnra psichica attraverso l'esperienza e la conoscenza della realtà psichica,
• New Sayings o/ }wl! ,md Fragm~,11 o} a Lo,t Gosp,,J, Editcd by Bernord P. Grtnfcll, D. Lin, M.A
and A, S. Hunt, O~ford Univcr,ity Ptcss, 1904.
IL TRIDENTE