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COGNOMI DI ISOLA D'ISTRIA

MARINO BONIFACIO
Trieste CDU 80 1.3 13(497.41sola)
Saggio scientifico originale
Settembre 1996

Riassunto- L'autore tratta di quattro cognomi isolani, dei quali tre sono d'antica genesi romanza
locale. Il primo cognome è Bologna documentato dal 1444, risalente al toponimo Bologna. Il
cognome Carboni, detto nel 1346 Carbogne cioè Carbone, deriva dal mestiere di carbonaio e ha per
base la voce carbone. Il casato dei Driòli, presente nel1325, proviene dal nome Driòlo, ipocoristico
di Andriòlo o Andreòlo, diminutivo-derivativo di Andrea. Il cognome Moratto, attestato come
Moresino-Morosino dal 1346, ha origine dal nome Moratto, alterato e derivato di Mòro, forma
popolare di Mauro.

Cognomi isolani: Bologna


Già il 29/9/1346 troviamo a Isola un domino Francisco fil io domini Ardiçoni
de Pitegotis de Bononia, 1 detto lo stesso giorno domino Francisco filio domini
Ardiçoni de Piçegotis de Bononid, cioè domino Francesco figlio di domino
Ardizzone de Pizzegotti di Bologna, il quale in qualità di vicario del podestà di
Isola Pietro Dandolo e per suo mandato e dei di lui quattro giudici, dà licenza a 82
consiglieri nobili isolani di riunirsi nella sala maggiore superiore del palazzo
comunale di Isola. Tale Francesco de Pizzegotti di Bologna, vicario ossia delegato
del podestà di Isola in data 29-9-1346, non è però con sicurezza 11 primo avo da cui
derivano gli odierni Bologna di Isola d'lstria, non esistendo documenti successivi
che comprovino la continuazione della famiglia tramite figli e discendenti.
Il capostipite certo da cui discendono' i Bologna isolani di oggi, viene invece
menzionato dallo stesso Morteani ed è un Giacomo di Bologna chirurgo nel 1444
a Isola 3 , che peraltro negli statuti isolani originali, cui il Morteani attinge, compare

1
Cfr. il documento B in L. MORTEANI, Isola ed i suoi statuti, estratto da AMSI, vol. III (1887), IV ( 1888), V
(1889), p. 216.
2
lbid. , documento C sincrono, p. 220, in cui però invece di Piçegotis c'è scritto erroneamente Piçegatis .
3 Ibid., p. 68, nota l . Diamo qui piena conferma che il detto Giacomo di Bologna chirurgo di Isola nel 1444
sia sicuramente il primo avo dei Bologna isolani, in quanto il precitato Francesco de Pizzegotti di Bologna, vicario
246 M. BONIFACIO, Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278

o dovrebbe comparire in realtà come Iacobus de Bononia ciruigicus o simile.


Da dire inoltre che i Bologna compaiono in sei testamenti di Isola compresi
tra il 10/4/1528 e il 12/5/1579. Così, il 10-4-1528 incontriamo ser Antonio de
Bononia 4 e il 12/5/1579 ser Christophoro de Bononia condam ser Ioannis, 5 data
in cui quindi è ancora in uso la grafia latina Bononia del cognome in esame, anche
se già 1'8/3/1563 compare ser Bartholomeo de Bologna condam ser Domenego, 6
detto ser Bortolomio de Bologna condam ser Dome mego il 27/2/1572 7 .
Di interesse il testamento dell'8/3/1563 del suddetto ser Bartholomeo de
Bologna condam ser Domenego, in cui egli lascia alla figlia Chiaretta la metà della
vigna di So lame 8 in territorio capodistriano, precisamente la banda(= la parte) che
essa preferirà, più la vigna di Montecalvo 9 e un'altra vigna di Ricorvo col terreno
vicino cioè quello sopra la Serra (sempre presso la zona di Montecalvo). Quindi
egli assegna all'altra figlia Isabetta moglie di ser Zaccaria de i Grassi(= Degrassi)
il bosco di Casanuova, e alla moglie Lunarda (= Leonarda) e alla figlia Chiaretta
tutti i mobili della casa in parti uguali. E ancora, dopo la morte di Lunarda, il forno
esistente a Isola in la contrada de sora (cioè nella via Manzioli di questo secolo,
detta ultimamente via Ettoreo), di cui Bartolomeo Bologna è proprietario a metà,
vada ai figli Domenego e Nicolò, a condizione che essi mantengano acceso el
cesendel ossia la lampada ad olio a Sant'Andrea.
Dunque, a quanto visto, parimenti a buona parte delle vecchie famiglie isola-
ne, i Bologna nel 1563 erano proprietari di vigne e terre nel contado, e inoltre
possedevano un forno in comproprietà con un socio, ossia in pratica erano fornai e
panettieri.

del podestà di Isola in data 29-9-1346, poco dopo lasciò la cittadina istriana trasferendosi a Trieste, ove lo
rintracciamo ad esempio il 2-9-1354 sono le spoglie di domino Francisco de Piçigotis quale vicario del comune di
Trieste (L. PERSI CocEVAR, "Jacobus Gremon : quatemus de defensionibus (1354)", AT, vol. XCI, 1982, p. 106).
4
G. RussiGNAN, Testamenti di Isola d 'lstria (dal 1391 al 1579), Trieste novembre 1986, p. 54.
5 lbid. , p. 145.
6
lbid. , p. 109.
7
lbid., p. 130.
8
1bid., p. Il O. Il citato toponimo Salame deriva dalla voce isolana, capodistriana e muggesana solàme =
solatìo, detta su/an in muglisano, su/ier in rovignese, e so/an o solam in piranese (in cui si può dire sia in so/an
che sul so/an riguardo un terreno o campo a solatìo cioè esposto al sole), tutti lemmi registrati in E. RosAMANI,
Vocabolario giuliano, Bologna, 1958, eccetto la variante piranese solam. Già negli statuti di Pirano del 1384 è
comprovato il termine solanum (nel latino maccheronico piranese) o so/an (nel volgare piranese), in N. PETRONIO,
Volumen statutorum legum ac iurium, communis terrae Pirani in vernaculam linguam translatorum, p. 49.
Venezia, 1606. Inoltre, anche nel territorio di Dignano è documentata nel1541/42l 'espressione in el Salame (1. .
PEDERIN, "Il registro dei boschi dell ' lstria occidentale del 1541/42", ACRSR, vol. XIV, 1983-84, p. 169) a
conferma che la voce agricolo-toponimica salame un tempo era comune in tutta l' lstria.
9
Di cui si ha la prima testimonianza nella confinazione tPa i comuni di Isola e Pirano del 19-10-1285 come
Mons Ca/bus (CP l, p. 251), avvertendo che un altro monte Ca/bo, presso il monastero di San Michele di Leme
nel territorio di Parenzo, appare già il 15-9-1040 (CDI) .
M. B ON IFACIO, Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278 247

Riguardo la forma del cognome, già 1'8/311563 abbiamo visto la grafia de


Bologna, mentre il primo Bologna senza il de patronimico, ossia nel modello che
continua a tutt'oggi, è un Domenego Bologna di Isola presente nel 1593 a Cittano-
va 10 , ove nell796 viene segnalato pure uno Zuanne Bologna soldato della fregata
11
"Bellona" , di cui però non viene specificata la provenienza isolana, potendo
perciò egli essere originario anche da altri luoghi d'Italia. Tuttavia, la forma grafica
Bologna, si è fissata stabilmente soltanto nel '700, in modo che uno dei 33 padroni
di brazzere per la pesca esistenti a Isola nel 1746 era appunto Paron Bortolo
Bologna che aveva sotto di sé due uomini 12 , il che comprova naturalmente che i
Bologna non erano solo proprietari agricoli e quindi agricoltori ma nel contempo
anche pescatori, identicamente così a gran parte degli isolani.
Cosicché, sebbene anche in altri centri de li 'l stria sia documentata la presenza
di cittadini bolognesi fin dal '300 13 , solamente a Isola si è formato ed è ~ontinuato

10 M . MALUSA' , " Elenco delle famiglie di Cittanova desunto dai libri parrocchiali (secoli XVI-XVIII)",
ACRSR, vol. XIX (1988-89), p. 113. Da notare che il riferito Damene go Bologna di Isola documentato a Cittanova
nel 1593, lo troviamo poi ancora a Cittanova assieme alla moglie e a un figlio in data 18-4-1596 quale Domenego
da Bo/lagna (M. BuoiCJN, " L'andamento della popolazione a Cittanova nei secoli XVJ-XVIII",ACRSR, vol. XIX,
1988-89, p. l 03).
II M . MALUSA', op. cii., p. 113.
12
E. IVETIC, " Una lista di imbarcazioni e paroni istriani del primo settecento", AMSI, vol. XCV, 1995, p.
l 84, ove però i detti 33 padroni di brazzere risultano essere erroneamente di Pirano analogamente ad altri l 3
padroni di trabaccoli, pieleghi e brazzerotti (ibid , p. 185).
13 Ad esempio, il 12-3-1306 rileviamo a Parenzo il notaio Meioratus quondam domini Guidonis de Bononia

(CP Il, p. 66), e il 20-3-1315 tale Salarolo de Urs de Bononia (C. de FRANCESCHI, "Documenti tratti dal Liber
Rubeus della Curia Episcopale di Parenzo", AMSJ, vol. LV, 1954, p. 99). Il 12-11-1320 (CP Il, p. 98) vediamo a
Capodistria un Petrucio de Magnanis de Bononia e il 16-4-1322 (CDI) a Orsera un Azzone de Gumbertis de
Bononia agente del vescovo di Parenzo. A Pola incontriamo nel 1403 uno /oh. de Bononia (B. BENUSSI,
"Spigolature polesane, I. Nomi degli abitanti di Pola che nell 'anno 1403 pagavano al Capitolo la decima del pane,
vino, legumi, biade e carne", AMSI, vol. XXIII, 1908, p. 363), nel 1427 la di lui figlia D. Francisca de Bononia
qm. Johannis de Pota (C. de FRANCESCHI, "Cognomi soprannomi e prenomi di abitanti di Pola e della Polesana
nei secoli X-XVI " , AT, vol. XXXI, 1906, p. 313), per cui Giovanni da Bologna di Pola è mancato prima del 1427,
mentre la di lui moglie deceduta a Pola nell 'aprile 1434, viene ricordata nell'anniversario della sua morte come
domina Diana u.xor quondam magistri Andree Johannis de Bononia (A. GNIRS, " Fonti per la storia esconomico-
sociale della Polesana nell 'alto medio evo ed al principio dell 'evo moderno, Il Frammenti di un calendarium
defunctorum polese medioevale ", AMSI, vol. LXI, Venezia, 1961 , p. 85), ove notiamo che il marito era in realtà
il maestro Andrea Giovanni da Bologna. Inoltre, la costui già citata figlia appare ancora nel 1429 a Poi a quale
Francisca quondam Johannis de Bononia cum suis confratribus (A. GNIRS, "Fonti ecc., ci t. , l- Due libri contabili
dei vescovi di Pota del XIV e XV secolo", AMSJ," vol. LVIII, 1958, p. 71), in cui rileviamo che Francesca ha anche
dei fratelli . Citiamo pure, quale confronto con altri centri d' Italia, un Mathe de Bononia nunc Utini commoranti
presente come teste in un documento udinese dell ' 11-12-1321 (CDI) , da cui forse discendono gli odierni 2 utenti
Bologna di Udine ; e si veda inoltre il4-2-1333 a Venezia un Bartolameo quondam Petri de Bononia (CP II, pp.
l 75-1 76), dal quale è presumibile che derivino appunto gli attuali pochi utenti Bologna di Venezia. In merito al
detto Petrus de Bononia di Venezia defunto in data 4-2-1333, ci chiediamo inoltre se egli possa identificarsi col
Pietro di Bologna che si trovava in l stria a San Lorenzo del Pasenatico nel 1325 (CARLO DEFRANCESCHI, L '/stria:
note storiche , Parenzo, 1879, p. 160, nota 3). Ricordiamo perdipiù il notaio Filippus condam domini Bolognini de
248 M. B ON IFAC IO, Cognomi d'Isola d'lstria, Alli, vol. XXVI, l 996, p. 243-27 8

sino ad oggi un cognome Bologna, casato che pur essendosi trovato sempre dalla
parte popolana (i Bologna infatti non fecero mai parte del Consiglio nobile di
Isola), è stato comunque uno dei protagonisti nella storia di Isola, cui ha dato il suo
valido contributo, ad iniziare dal primo componente- ossia il già citato Giacomo
di Bologna chirurgo nel 1444 (nome che si ripete, a distanza di cinque secoli, ad
esempio nell'odierno noto avvocato isolano Giacomo Bologna di Trieste) - che
risulta quindi essere uno dei più antichi medici di Isola di cui siamo a conoscenza 14•
Nel 1945 vi erano 28 famiglie Bologna nel comune di Isola, di cui 18 vivevano
a Isola-città, 9 a Baré e l a Cocina, cui vanno aggiunte 1 famiglia Bologna a
Capodistria e un ' altra a Viaro di Strugnano nel comune di Pirano, 15 sottinteso
entrambe di origine isolana 16 . Oggi, la quasi totalità dei Bologna di Isola- di cui
non è rimasto alcun rappresentante nell'attuale Isola d'lstria- proseguono la loro
vita nella provincia di Trieste, ove difatti tra i circa 50 utenti Bologna di Trieste,
inclusi quelli di Opicina e Prosecco, eccetto 3 o 4 che sono oriundi abruzzesi, i
rimanenti sono isolani di nascita o di ceppo, cui sono da aggiungere i 3 utenti

Vandolis de Massa Fischalie (Massafiscagl ia è oggi in provincia di Ferrara), stesore di uno strumento 1' 8-2-1335
in burgo Casteluti (CP Il, p. 229-230) cioè in borgo Casteluto, antica località friulana poi scomparsa che si trovava
sulla cosiddetta Stradalta fra Codroipo e Palmanova, come mi informa cortesemente il prof. Cornelio Desinan,
mio eminente concittadino residente a Udine, che ringrazio di cuore.
14 A questo punto conviene ricordare come anticamente sia esistito un casato Bologna pure a Muggia, per

cui alla fine del 1383 fu ammesso nel Maggior Consiglio di Muggia, senza tener conto degli statuti contrari, il
medico chirurgo Giovanni di Bologna, che nell 'atto di aggregazione del 31-12-1383 appare come magnifìcus
Iohannes cirugicus de Bononia (F. COLOMBO, Storia di Muggia: il comune aquileiese, p. 153, nota 22, e p. 21O,
nota 24, Trieste- Padova agosto 1970). Egli si identifica veros imilmente col magistro lohanne cirorigo compro-
vato a Muggia già nel 1368, e fu medico stipendiato del comune di Muggia ufficialmente dal31-12-1383 fino a
dopo il 1395 . Grande amico del capodistriano Pier Paolo Vergerio il Vecchio, era ancora vivente in data 4-4-1414,
lasciando anche un figlio di nome Bernardo (ibid., p. 209 e p. 21 O, note 24 e 25). Perdi più, il detto medico
Giovanni, essendo stato imprigionato dai traditori di Muggia, venne poi liberato il 21-3-1393 assieme a Nicolò di
Bologna e ad altri due muggesi (ibid., p. 86, nota 92), il quale Nicolò era certamente suo consanguineo, mentre
nel gennaio 1411 compare altresl un Giacomo di Bologna, cittadino muggese (ibid. , p. 101 , nota IO), ovvero un
altro membro degli antichi Bologna di Muggia, a proposito del quale ci chiediamo se egli poi si sia trasferito a
Isola, ossia possa essere in effetti lo stesso precitato Giacomo di Bologna chirurgo nel 1444 a Isola, cui risalgono
i Bologna isolani dei nostri giorni .
15
Cfr. il Cadastre national de /'!strie d 'après le Recensement du !"' Octobre !945, Edition de I' Institut
Adriatique, Susak 1946, p. 389, 521, 523, 524, 534, ove il toponimo isolano Cocina appare sottinteso come Kocina
(ibid. , p. 524), e corrisponde a Calcino in G. PERSELLI, I censimenti della popolazione dell 'Jstria, con Fiume e
Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra ill 850 e i/1936, Trieste-Rovigno, 1993 (Etnia, Centro di ricerche
storiche di Rovigno, vol. IV), p. 127. Peraltro, in realtà, nella parlata popolana isolana e anche in quella piranese
il detto toponimo Calcino si dice invece Calcine con e finale, che beninteso è un maschile singolare.
16 Da notare che il capofamiglia della detta famiglia Bologna vivente nel 1945 a Strugnano (da dove è

esodata a Trieste nel 1953), non è un Giuseppe Bologna agricoltore (di Pietro e fu Maria Svetina), nato a Isola nel
1890, sposatosi il 3-7-1920 a San Martino di Sicciole con una Domenica Maraspin di Parezzago di Pirano, e
nemmeno un Emilio Bologna barbiere nato a Isola nel 1908, unitosi il2-2-1941 a Strugnano con l' isolana Maria
Pustetta, bensì un fratello del detto Emi l io- Riccardo Bologna panettiere (di Luigi barbiere e di Erminia De !conte)
-nato a Isola nel 1911 , ammogliatosi il 24-11-1935 nel duomo di Pirano con Elena Lugnani di Strugnano.
M. B ONIFAC IO, Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XX VI, 1996, p. 243-2 78 249

Bologna di Borgo San Mauro di Sistiana e i 4 utenti Bologna di Muggia. Tra i


Bologna isolani viventi fuori Trieste ricordiamo l famiglia a Bibione (Venezia), l
a Solarolo (Ravenna) e 4 famiglie a Lodi (Milano) 17 .
Il cognome isolano Bologna, analogamente all ' omonimo cognome italiano
Bologna, registrato nel Dizionario dei cognomi italiani di Emidio De Felice,
Milano 1978 - diffuso dal Nord Italia, sempre secondo il De Felice (che però
omette del tutto il cognome isolano Bologna di Trieste), fino al Napoletano e alla
Sicilia 18 , anche nei derivati Bolognesi19, Bolognani e Bolognini (i cognomi Bolo-
gnesi e Bolognini hanno la più alta frequenza proprio a Bologna) - riflette e
continua propriamente il toponimo Bologna, capoluogo dell ' Emilia, derivato per
dissimilazione dal latino Bononia, nome usato già in epoca romana ma non coniato
dai Romani bensì dai Galli Bo i conquistatori giunti in Emilia dalla Gallia (Francia).
Questi imposero il nome Bononia (cioè lo stesso di una loro località che oggi
prosegue in Francia come Boulogne-sur-Mer) alla vecchia Felsina (da un gentili-
zio Ve lsina o Velzna o dalla divinità etrusca Velsina o Velzna), di cui gli Etruschi
già nel VI secolo avanti Cri sto ne avevano fatto la capitale dell 'Etruria circumpa-
dana, poi invasa appunto dai Gall i Boi nel IV secolo e quindi dai Romani nel 191
a.C .. A sua volta Bononia - cui risale direttamente il cognome itali ano Bologna,
propagato dall e Al pi alla Sicil ia, a cominciare dal cognome Bologna di Isola
d ' Istria oggi a Trieste, qui da noi studiato - ha per base la voce celtica bona nel
senso di "fondazione; oppidum" pi ù il st.aitisso -on-ia 20 .

17 11 capostipite delle dette 4 famiglie Bologna di Lodi è Mario Bologna nato nel 1926 a Isola. ammogliatosi
con Giuseppina Lugnan i il4-6-1950 nella cittadina istriana, da cui i due sposi si sono trasferiti col figlio Silvio di
pochi mesi (nato il 12-9-1951) nel 1952 appunto a Lodi ove si sono rifatti una vita e dove hanno generato altri due
figli maschi- Luigi (1955) e Giuliano ( 1960)- i quali hanno poi avuto dalle rispettive consorti un maschio ciascuno
(a Luigi è nata pure una femmina), continuatori del ramo, mentre invece la moglie del primogenito Silvio gli ha
dato solo una femmina. .
18 In proposito si veda il siciliano Vincenzo Bologna, marchese di Mineo, che al principio del 1600 vendette
un suo feudo, che oggi è appunto il paese di Bolognetta in provincia di Palermo (cfr. il toponimo Bolognetta nel
Dizwnario di toponomastica: storia e srgnifìcato dei nom i geografici italiani, UTET, Torino, 1990, p. 84), il quale
topon1mo Bolognetta è stato però coni ato soltanto di recente, nel 1882 (per secoli si chiamò infatti Ogliastro.
divenuto Santa Maria d'Ogliastro nel 1864. nome durato quindi solo diciotto anni), per ricordare proprio il
cognome Bologna del primo proprietario del luogo.
19 Nel 1846 è testi moniato a Buie uno .Jacobus Bolognese. fabbro ferraio (L. UGUSSJ - N. MORATTO. ·'Nomi
di fami glia a Buie' ', Antologia delle opere premiate del concorso " lstria Nobilissima", Trieste-Fiume, vol. XVIII ,
1985, p. 226).
2
°
Cfr. il toponimo Bologna nel Dizionario di toponomastica, ci t. , p. 84. Conviene inoltre ricordare come il
cognome e toponimo Bologna che in italiano ha la o tonica chiusa (cfr. E. DE FELICE, Dizionario dei cognomi
italiani, Milano, 1978, p. 81 ), in dialetto isolano e veneto istriano in genere si dica invece Bològna con la o tonica
moderatamente aperta. È utile infine segnalare l'esistenza a Pirano di due frati il 10-1-1263 (CP l, p. 152), ossia
difratre /ohanne Ursi de Bononia de ordinumfratrum predicatorumJratre Crismano de eodem ordine, il primo
dei quali è sicuramente di Bologna (del secondo invece è incerto se sia pure di provenienza bolognese) ed è confessore
del nobile piranese domino Rizzotto Carentanesio, il che è una prova della presenza di cittadini bolognesi laici e
religiosi in !stria non solo fin dal '300, come già visto alle note l, 2, 3, 13 e 14, ma pure sin dal '200.
250 M. B ON IFACIO, Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278

Cognomi isolani: Carboni


Carboni è antico casato isolano indigeno, detto in ongme Carbongne o
Carbogne o Carbogno cioè Carbone o Carbono, il cui capostitipe è un Mengus
Carbongne ossia Menego Carbone, testimoniato a Isola fin dal 29-9-1346 21, che
ricompare quale Mengho Carbogne in un successivo documento del 9-10-134 22 .
In tali due strumenti - osserviamo- pur non essendo espressamente precisato che
Menego cioè Domenico Carbone faccia parte del Consiglio isolano, si rileva però
con evidenza come egli faccia parte di quel centinaio di cittadini più influenti di
Isola, che nella metà del ' 300 primeggiavano nella vita politico-sociale della città
di San Mauro e San Donato.
Proseguendo nel discorso, un altro membro del casato - ossia Zuane q.
Almerigo Carbogno- lo incontriamo sempre a Isola nel 1360, data in cui egli abita
in una casa situata presso la casa piana di certo Pasqua/in Mugisan (= Muggesano
cioè di Muggia) e vicino a un ' androna 23 .
A questo punto occorre peraltro segnalare come dopo la suddetta carta, per i
Carbone di Isola vi sia un vuoto di documentazione nei secoli seguenti, per cui, ad
esempio, in primo luogo, non li troviamo nei 67 testamenti isolani di Giovanni
Russignan compresi tra ill0-1-1391 e il30-l2-1579 24 . Ciò malgrado, è però certo
che i Carbone continuarono a Isola, diventando poi Car.boni e anche Carboncini,
e - curiosamente - dall'inizio del sec. XVIII essi proseguirono sottoforma di
Carboncich, come già rilevato da don Attilio Delise sul periodico isolano "Isola
Nostra" N. 24, p. 3, Trieste ottobre 1967, o ve egli cita quale esempio di confronto
un don Antonio Carboncich nato a Isola nel 1790 divenuto sacerdote nel 1814, che
nel settembre 1849 confessò a Trieste il poeta isolano Pasquale Besenghi degli
Ughi pochi giorni prima che morisse. Con tale esempio- notiamo- il Delise però
si contraddice, poiché esso dimostra l ' uso certo della grafia Carboncich a Isola non
al principio bensì alla fine del '700, evento di cui daremo subito le prove.
In verità, da un primo sommario esame dei registri matrimoniali isolani,
notiamo che nel 1753 un Matteo Chicco sposa una Maria Carboncich, ma poi i
Carboni di Isola vengono chiamati Carboncin (non Carboncini) fino al 1789, e
soltanto dopo tale data riprende e si fissa la grafia Carboncich. Cosicché, un Pietro
Carboncin di Marco sposa il26-ll-1760 Maria Degrassi ; un altro Pietro Carboncin

21
L. MoRTEANI, op. cii. , p. 217, riga 14, in cui però il Morteani scrive erroneamente Mengus Carbogne
invece di Mengus Carbongne , come appare chiaramente nel documento originale giacente neii 'Archiviio Diplo-
matico della Biblioteca Civica di Trieste.
22
Ibid , p. 224, riga 4.
23lbid., p. 192, negli Statuti di Isola codificati il5-11-1360 (ibid., p. 107). Da ril evare che il detto Zuane q.
A/merigo Carbogno del 1360 può essere fratello oppure nipote del citato Mengho Carbogne del 9-10-1346,
secondo che Almerigo sia padre anche di Mengho o invece sia il di lui fratello.
24
G. RUSSIGNAN, op. cii.
M . BoNIFACIO, Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278 251

fu Giacomo sposa Giovanna Parma il 2-5-1762 ; Gasparo Carboncin di Marco si


unisce con Caterina Drioli il 7-.11-1764, e infine Antonio Carboncin di Pietro
impalma Elisabetta Vascotto il 4-2-1789. Da questa unione forse è nato nel 1790
il precitato don Antonio Carboncich menzionato da don Delise. Ad ogni modo,
seguitando, nel susseguente matrimonio isolano del 13-8-1791 vediamo un Marco
Carboncich di Gasparo unirsi con una Maria Zaro, ossia da qui in avanti compare
costantemente la forma cognominale Carboncich a Isola, avvertendo però nel
contempo da parte nostra come - dati gli intensi rapporti sin da antico tra Isola e
Pirano e i frequenti intrecci matrimoniali fra isolani e piranesi - il modello
Carboncich appaia ancor prima nei registri di Pirano, ossia nel 1788. Infatti, una
Servola Contento piranese nata nel 1760, dopo essere rimasta vedova di un
Tommaso Giraldi sposato nel 1777 si è risposata sempre a Pirano nel 1788 con un
Carboncich di Isola, nato presumibilmente verso il 1755, di cui però ignoriamo il
nome (esso di fatto non appare nei matrimoni delle femmine Contento presenti
nell ' albero genealogico del casato Contento di Pirano).
Perdipiù, ritornando ai libri parrocchiali isolani, da essi appare che un Antonio
Carboncich pescatore, di Gasparo, sposa il16-2-1802 a Isola una Nicoletta Degras-
si di Antonio. Il loro figlio Antonio Francesco Carboncich nato a Isola nel 1805,
pescatore, fu Antonio Carboncich pescatore e fu Nicoletta Degrassi, già vedovo di
una N ico letta De grassi (omonima della di lui defunta madre), sposata a Isola verso
il 1835, il 13-8-1864 si è unito a Strugnano di Pirano con tale Anna Maria Codan
pure lei già vedova. È possibile che sia stato fratello del detto Antonio Francesco
(1805) quel Marco Nicolò Carboncich nato a Isola nel 1807, agricoltore, di
Antonio Carboncich agricoltore e di Nicoletta Degrassi che 1' 8-6-1836 ha sposato
a Capodistria Margherita Casson, dando così origine ai Carboncich capodistriani,
che nel 1945 erano impersonati da una sola famiglia. Se ciò è vero, allora il padre
de i due fratelli Antonio ( 1805) e Marco ( 1807)- Antonio Carboncich (nato a Isola
nel 1775-80)- era sia pescatore che agricoltore, al pari dunque di buona parte degli
isolani . ·
Con attinenza ad altri Carboncich isolani accasatisi a Pirano, citiamo ancora
un Marco Carboncich nato a Isola nel 1811 , agricoltore, fu Tommaso e di Maria
Vascotto, ammogliatosi il21-11-1835 con la piranese Anna Fragiacomo; quindi un
altro Francesco Carboncich di Isola coniugatosi a Pirano nel 1885 con Maria
Sirotich di Umago: il loro figlio Luigi Carboncich diventato poi Carboni, nato nel
1887 a Pirano, facchino a Trieste, ha impalmato il 17-2-1912 sempre a Pirano una
Teresa Rotter di Salvore.
Si rende ora necessario dare una spiegazione sul perché della grafia slavizzata
dell ' antico cognome isolano che stiamo studiando, il quale nel secolo scorso
veniva pertanto scritto esclusivamente nel modello grafico Carboncich, e dopo il
1918 ha ripreso il suo volto naturale- Carboni- nella cui terminazione in -i si è
conservato il genitivo latino dell'originaria forma Carbone. Avvertiamo peraltro
252 M. BONIFACIO, Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278

che la versione attuale non può essere che provvisoria, giacché solo quando si
potranno esaminare a fondo tutti i registri battesimali, matrimoniali e dei defunti
di Isola, e si riuscirà a individuare il primo religioso (o i primi religiosi) che ha
introdotto la grafia Carboncich, si potrà dare una risposta esauriente e definitiva
alla questione.
Comunque sia, al momento possiamo dire che, siccome il cognome in esame
oltreché nelle già citate forme Carbongne, Carbogne e Carbogno appare antica-
mente pure nella grafia CarboncP 5, gli stessi preti isolani che in pratica erano tutti
italiani del posto durante il governo veneto cioè fino al 1797 26 , convinti di trovarsi
di fronte ad un cognome di origine slava, ad un certo momento, nella seconda metà
del ' 700, negli anni attorno al 1780, ritennero più giusto scrivere Carboncich,
aggiungendov i il suffisso slavo -ich, adattamento italiano del suffi sso sloveno -ic
e croato -ié. Si tratta però di un travi samento, in quanto la predetta fo rma Carbonci
è in realtà il genitivo latino di Carboncio, riduz ione medioevale equ ivalente a
Carbonucio 0 Carbonuccio, da confro ntare con la voce italiana carbonchio (=
rubino e malattia degli erbivori trasmiss ib ile a ll ' uomo e pure del grano), derivata
dal latino carbunculum diminutivo di carbo "carbone", ove carbunculum in
origine equivalse a " carboncino, pezzetto d i carbone", e poi significò anche
" pietra preziosa" (perché bri Il a come un carbone acceso) e "malattia d eli 'uomo, o
de lle piante" (per l'aspetto scuro de lle vesc iche), precisando che carbonchio si può
dire a ltresì carbonce/lo27 , e si veda anche il nome medi oevale Baroncio alterato e
derivato di Barone 28 .
Il suffisso dimi nutivo e derivativo -oncius o -onzius cioè -oncia o -anzio al
posto di -onuccio o -onuzio era comune in tutta Italia, inclusa l'Istria, sin dal
Medioevo. In tal modo, ad esempio, il 15-6-1330 è documentatato a Trieste un
cittadino padovano chiamato Benvenuto Baronçi 29 ossia Benvenuto di Baroncio o
Baronzio che equivale a Baronucio o Baronuzio. Mentre, il 5-3-1336 abbiamo a
Pirano un Peloncio fi/io Va/trami del Força 30 cioè Apolloncio o Apolloniuccio
(diminutivo vezzeggiativo di Apollonia) figlio di Valtramo del Forza. Inoltre. tra i
cittadini di alcune ville (= villaggi) della Polesana che il 29-9-1370 dovevano

25 L. MORTEANI, op. cii. , p. 59, righe 12 e 19.


26 11 Consiglio di Isola godeva infatti del possesso antico cioè dell 'antico diritto di eleggere il pievano e tre
canonici del luogo ossia nati escl usivamente a Isola, come riconosciuto da Venezia ad esempio in data 12-10-1584
(cfr. " Senato Mare- Cose dell ' lstria", AMSI, vol. XI, 1895 , p. 79).
27 Cfr. le voci carbonchio e carboncèllo in DEI e DEL/ e in N. ZINGARELLI, Vocabolario della lingua

italiana, decima edizione, Bologna, 1970.


28 Cfr. i cognomi Barone e Bonci in E. DE FELICE, op. cii .
29 CP Il, p. 155.
30 lbid., p. 237.
M . BONIFACIO, Cognomi d' Isola d' Istria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278 253

pagare fitti e dazioni al Capitolo di Pola, c'è anche un Venerius quondam Miluci
de Bagnolis 31 ovvero Venerio del fu Mi lucio di Bagnole, detto poi anche Venerius
quondam Milci de Bagnolis 32 , in cui Milci è forma sincopata di Miluci, e in
proposito si vedano anche l' attuale cognome siciliano Milunzi, l'altro cognome
calabrese Scarinci nonché il raro cognome Bellonci di Roma.
Del resto, a ulteriore conferma di quanto enunciato, altresì l'altro cognome
isolano Marin, tuttora fiorente , nei secoli passati oltre che Marino e Marini veniva
detto anche Marinci o Marinzi cioè Marinucci o Marinuzzi . Cosicché, il l 0-1-1391
33
è comprovato a Isola un Mengossio fil io Marini de Insula habitatore Humaci
(Domenico figlio di Marino di Isola abitante a Umago), che è uno dei primi
componenti del casato, un cui discedente si palesa nel testamento del 13-4-1571 di
donna Benvenuta relicta condam ser Zaro de Marincii 34 cioè di donna Benvenuta
vedova del fu ser Zaro de Marinci (= Marinuci o Mariniucci). Ancora, un ser
Zuanne Marinzi q. ser Bernardin di Isola sposò il 19-10-1595 a Pirano una
Francesca Saracco già vedova di Francesco Campagna; rimasto poi vedovo, lo
stesso ser Zuane Marinci de Isola si risposò il 9-2-1600 sempre a Piano con una
Menega vedova di Piero Favero (=Fabbro). E un di lui parente- ser Zorzi figliolo
del q. ser Zaro Marinzi (già defunto in data 19-10-1595, come sopra visto) - si
ammogliò pure a Pirano il 3-2-1611 con Caterina Ferron vedova dell 'isolano
Antonio Civran.
Passando ora all'etimo del cognome in oggetto, secondo la spiegazione del De
Felice, il cognome Carbone 35 con la variante Carboni (e gli alterati e derivati
Carbonella e Carbone/li, Carbonetti, Carbonini e Carbonin, Carbonaro e Carbo-
nari, Carbonara), ampiamente diffuso in tutta l' Italia 36 (nel Centro-Sud però solo
negli alterati e derivati con eccezione del settentrionale Carbonin), compresa la
Sardegna (ove Carboni è comunissimo nel Campidano e nel Sassarese), continua
originari soprannomi e nomi di mestiere formati da carbone, carbonaio o carbo-
naro, connessi cioè con l' estrazione e l' utilizzazione, il commercio e la vendita del

31
A. CELLA, "Un quaderno delle rendite del Capitolo della Cattedrale di Poi a (1349-1371 )" , AMSI. vol.
LXVIII (1968), p. 69.
32
l bid. , p. 69. ove Mi/cio o Milucio sembra essere proprio la forma contratta di Michelucio, poiché nella
stessa carta vediamo poi pure un Michael de villa Bagnolis (ibid. , p. 70). Quanto alla località di Bagnole, si tratta
senz'altro di Bagnole Maggiore presso Dignano e non Bagnole Minore presso Pomèr (cfr. i toponimi Bagno/e
Maggiore e Bagno/e Minore in C. de FRANCESCHI, " La toponomastica dell 'antico agro polese desunta dai
documenti ". AMSI, vol. LI-LII, 1939-40, p. 150).
33 G. RUSSIGNAN, op. cii., p. Il.
34
!bid.. p. 128.
35
E. DE FELICE, op. cii., p. 93-94.
36
Dove tra i 226 cognomi più trequenti Carbone è all 'SI o posto con 4881 utenti pari a 26.545 persone, mentre
a Genova Carbone è il 14° cognome con 490 utenti (E. DE FELICE, l cognomi italiani, Torino, 1980, p. 38 e 79).
254 M. BONIFACIO. Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278

carbone, tenendo però conto che il cognome Carbonara può rappresentare l'omo-
nimo toponimo.
Quanto detto può valere sottinteso anche per l'odierno casato isolano Carboni,
in origine Carbone, il cui primo antenato conosciuto- Menego Carbone attestato
a Isola dal 1346- doveva il suo cognome proprio al fatto che produceva o vendeva
carbone, oppure era figlio di uno occupato in tale attività. È anche verosimile che
egli, per le sue necessità, si recasse ad esempio nella vicina località di Carbonaro
nel territorio di Pirano, ossia è pure presumibile che il cognome isolano Carbone
sia collegato al toponimo piranese Carbonaro, tuttora esistente. Questo identifica
una contrada campestre fra Strugnano e Portorose chiamata così perché anticamen-
te, fin dal ' 200, vi si faceva carbone di legna 37 , nominata già nella quarta
confinazione tra i comuni di Pirano e Isola del dicembre 1283, ove notiamo che il
confine fra i territori piranese e isolano passa tra l' altro pure per va/lem Carbonari}
(lungo la valle di Carbonario) detta poi nella stessa carta anche si/va Carbonari} 38 ,
mentre nel 1307 vediamo che il comune di Pirano vieta ai cittadini piranesi di
tagliare legna e di accendere fuochi in selve/la de Carbonario 39 , e ciò allo scopo
evidente di preservare il bosco di Carbonaro dall ' eccessivo disboscamento.
Va tuttavia fatto pure presente che non sempre i toponimi del tipo Carbonara
e Carbonaro, frequenti in ogni parte d'Italia, hanno il significato di carbonaia
"buca dove si fa il carbone e catasta di legna che bruciando diventa carbone " ossia
di " fornace per il carbone ", da un originario latino carbonaria 40 . Così, ad esempio,
Carbonara al Ticino (Pavia) e Carbonara di Nola (Napoli) sono sicuramente
connessi all ' industria e produzione del carbone tratto dalla legna fin dall'antico
ossia al termine carbone, mentre invece Carbonara Po (Mantova) e Carbonara
Scrivia (Alessandria) possono derivare sia dal detto termine che dal latino carbo-
37
Cfr. il toponimo piranese Carbonaro in G. GRA VISI, Toponomastica del comune di Pirano, Parenzo, 1932.
p. 19, e in E. RosAMANI, op. cii ., p. 171. Da dire come la derivazione del cognome isolano Carbone o Carboni dal
toponimo piranese Carbonaro, che poi in effetti è prossimo non solo a Pirano ma pure a Isola, abbia un ri scontro
e un parallelo nell 'omonimo toponimo dell 'agro capodistriano Carbonar, sottinteso con stesso etimo. da cui deri va
appunto il cognome capodistriano Carbonaio (cfr. il toponimo Carbonar in E. RosAMAN I. cii ., p. 171), attestato
almeno fin dal ' 500 (A. TOMMASICH, Famiglie capodistriane esistenti nel secolo XVI con cenni storico-biografìci.
Capodistria, 1886, p. 35), detto anticamente anche Carboner. oggi proseguente come Carbonaio a Trieste . Da dire
che nel 1642 è testimoniato a Buie un Antonio Carbonar e nel 1735 un Zan 'Antonio Carbonaro (L. UGUSSI - N.
MORAITO, op. cii. , p. 192), i quali erano con ogni probabilità di Capodistria, per cui se ciò è vero nel 1735 il
cognome veniva scritto ancora nella forma Carbonaro.
38
CP l , p. 237-238. Pure il 7-1-1284 viene citata una vigna posta in Carbonario e l' 11-2-1284 un 'altra
mezza vigna in San tiana versum Carbonari i (D. MIHELIC, Najstarejsa piranska notarska knjiga (l 281-1 287/89)-
11 più vecchio libro notari/e di Pirano (1281-1287189) , Lubiana, 1984, p. 48-49 e 54), cioè a Santiane (sopra
Portorose) verso Carbonario.
39
C. de FRANCESCHI, Gli statuti del comune di Pirano del l 307 confrontali con quelli del l 332 e del l 358,
Venezia, 1960, p. 58.
40
Le più antiche attestazioni italiane di carbonaia dal latino carbonaria " fornace dove si là il carbone ",
sono nel secolo X a Roma, nel 991 a Cava e nel 996 a Firenze (cfr. il lemma carbonaia in DEl. p. 756) .
M. B ONIFACIO, Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278 255

naria neli ' altra accezione di "fossa o fosso di scolo lungo le mura della città per
protezione di una fortificazione medioevale" 41 . Inoltre, altri toponimi, quali ad
esempio Carbonate (Como) e Carbone (Potenza), possono altresì risalire diretta-
mente a un originario nome personale o cognome Carbone, intanto che Carbogna-
no (Viterbo) non dipende dal termine carbone ma è piuttosto un prediale in -anus
42
denotante appartenenza, proprietà, derivato dal personale latino Carbonius .
Rammentiamo quindi che il nome Carbogno è già presente a Verona nel 1133,
nel Trentino nel 1159, nel Cadore nel 1186, mentre a Padova sempre nel secolo XII
si riscontrano i nomi Carbone, Carbognus, Carbogna, Carbonzello e Carbonino,
da cui sono derivati i cognomi Carbonin e Carbognin a Padova e Verona (il primo
dei quali è però oggi estinto a Verona- n.d.r.), mentre il nome Carbone, documen-
tato nell ' area bolognese nei secoli XI-XIV, ha ivi originato l'attuale cognome
Carbonesi43 . Da rilevare perdipìù che a Venezia, oltre agli usuali Carbone, Carbo-
ni e Carbonin, che sono del posto, ci sono pure alcuni Carbonich, i quali sono
indubbiamente di provenienza dalmata quasi certamente zaratina. Invero, già nel
marzo 1227 vediamo che uno dei due ambasciatori zaratini inviati a Venezia è un
Cerna de Carbono 44 , che in data 30-4-1250 era ancora vivente a Zara 45 , mentre il
46
4-3-1347 incontriamo un ser Zaninus de Carbone di Zara confinato a Venezia ,
1' 8-7-1348 compare il notaio zaratino Thomasius de Carbonibus stesore di un
testamento 47 ossia Tommaso de Carboni, e ancora l' 1-10-1353 incrociamo un altro
Georgius de Carbanosso de Jadra 48 cioè Giorgio de Carboneso di Zara, a riprova
41 Cfr. i toponimi Carbonara al Ticino, Carbonara di Nola, Carbonara Po e Carbonara Scrivia in

Dizionario di toponomastica, cit., p. 141. La più antica documentazione italiana di carbonaria nel senso di
·'grande buca o fossato con o senza acqua per proteggere una fortificazione medioevale" l' abbiamo a Ravenna
nel secolo X (cfr. la voce carbonaia in DE/, p. 756).
42
Cfr. i toponimi Carbonate, Carbone, Carbognano in Dizionario di toponomastica, cit., p. 141.
43
D. Ouv!ERI, "l cognomi della Venezia Euganea- Saggio di uno studio stori co-etimologico", Biblioteca
dell ' "Archivum Romanicum", Ginevra, 1923, n. 6, p. 238-239. Da aggiungere che nell 300 si rilevano a Terlago
(Trento) un Carbogninus de Covo/o e il di lui figlio Joh.f Carbogni de Covo/o(= Cogolo sempre in provincia di
Trento), ricordando che nello stesso periodo in tutto il Trentino sono attestati i nomi Carbonius. Carbognus,
Carboncinus. raramente Carbonus, e a Firenze un Carbone de ' Cerchi, mentre già in una carta romana del l 060
troviamo il nome Carboni al genitivo (L. CESARINI SFORZA, "Spogli di pergamene (Archivio comunale di
Terlago)", in Archivio Trentina, Trento. 190 1, a. XVI, p. 54 e 64, nota 62).
44 S. L!UBié, Monumento spectantia historiam Slavorum meridionalium , Zagabria. vol. l, 1868, p. 42. Si
tratta quindi in effetti di un Nero figi io di Carbone, poiché Cerna o Cerne è chiaramente il croato Crn = Nero, in
cui Cerna!Nero e Carbone sono equivalenti, per cui nel contempo notiamo l 'uso di nomi slavi a Zara già nel 1227,
in simbiosi con quelli romanzi.
45
lbid. , p. 80.
46
/bid., vol. Il (1870), p. 438.
47
CP Il, p. 35 1.
S LJuBié, op. cit., vol. Ili ( 1872), p. 259, ove Carbanosso è ipercorrezione di Carbanoso forma dalmatica
48

particolare equivalente a Carboneso.


256 M. B ONIFACIO, Cognomi d' Isola d ' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278

della continuazione del casato Carbono o Carbone o Carboni eziandio a Zara.


Poiché appunto nel ' 200 e ' 300 vi furono immigrazioni dalla Dalmazia aii'Istria
meridionale, il 16-6-1420 intercettiamo ad Albona un Matheus Carbuncinich 49 ,
palese slavizzazione dell ' originario cognome dalmato-latino Carbuncino o Car-
buncini o Carbuncin cioè Carboncin , già visto a Isola come variante grafica
diminutiva di Carbone o Carboni. Dal detto Matteo Carbuncinich albonese del
16-6-1420 discendeva quasi sicuramente proprio quel prete Carboncin che era
parroco di Peroi (località vicino a Pota) il 18-9-1677 50 .
Nell945 vi erano a Isola 44 famiglie Carboni e 6 famiglie Carboncich (le quali
avevano quindi mantenuto la grafia slavizzata) 51, più qualche altra famiglia Carbo-
ni e Carboncich in altri comuni istriani, perlopiù sempre di stirpe isolana, ma in
minor misura anche dalmata, italiana meridionale e perfino istroromena, come
vedremo subito. Tra i Carboni di ceppo isolano, come già detto, l famiglia viveva
a Capodistria 52 e altre 3 nel comune di Pirano, di cui 2 in città e l alla Casa Rossa
di Portorose 53 . Perlatro, riguardo le 3 famiglie Carboni di Pirano, le prime 2 erano
di sicura origine isolana (risalenti ai già chiamti Carboncich isolani sposatisi nel
corso del secolo scorso a Pirano), mentre la terza famiglia Carboni della Casa
Rossa era rappresentata da certo Pietro Carboni, guardi a di finanza, nato nel 191 l

49
CDI. Tale documento albonese del 16-61420 è alquanto interessante dal lato onomastico, poiché in esso
oltre al pievano di Albona e al suo canonico e a 16 consiglieri (uno dei quali è S. Justo qm. Bonifacii cioè ser
Giusto Bonifacio, il che prova che nel 1420 il cognome Bonifacio era fiorente pure ad Albona), incluso un giudice,
vi compaiono pure circa Il O popolani (tra cui anche un notaio, un sacerdote e un arcidi acono). una parte
minoritari a dei quali appartengono alla popolazione romanza originaria, come appare dai loro cognomi, mentre
invece la maggior parte portano cognomi slavi, considerando l'evento stori co che già nel secoli XII e XIII Albona
venne croati zzata assieme a Fianona. e poi riguadagnata all ' italianità nel secolo XV grazie uni camente alla forza
assimilatrice della cultura italiana (D. de CASTRO, La questione di Trieste: l'azione politica e diplomatica italiana
dal 1943 al 1954, vol. l, Trieste, luglio 198 1, p. 15) .
50 "Senato Mare- Cose dell ' lstria", AMSI, vol. XVI (1 900), p. 79.
51
Da notare che il Cadastre national, ci t. , p. 521 , oltre alle dette 44 fami glie Carboni registra pure 2 fami glie
Carboncich diventate Carboni dopo il 1918 e altre 4 famiglie Karboncic divenute Carboni sempre al tempo
dell ' Italia, il che non corrisponde al vero. trattandosi invece di 6 famiglie Carboncich rimaste tali e quali anche
nel periodo italiano tra le due guerre e altresì dopo l'esodo a Trieste.
52 Cadastre national, cit. , p. 390, che però segnala erroneamente l fami glia Karboncié passata a Carboni, e

pure in modo erroneo l fami gl·ia Carbonio che invece era Carbonai o e come già avvertito alla nota 37 essa continua
oggi a Trieste ove è rappresentata da due soli utenti . A quanto consta dai libri matrimoni ali capodistriani tale
cognome ancora nel 1835 veniva scritto nella grafi a Carbonajo, giacché un Ma /leo Carbonaj o di anni 28, di
Giuseppe Carbona}o e di Bi agia Cepich, il 18-2-1 835 ha sposato a Capodistri a Anna Maria Elisabetta Urbanaz di
anni 22, del posto, figlia di Nazario Urbanaz e di Elena Steffe.
53Cadastre national, cit., p. 529 e 536, ove però delle 2 famiglie Carboni di Pirano-cent ro una viene
presentata per errore come Carbon (ibid. , p. 529), mentre la famiglia ·Carboni della Casa Rossa viene registrata
erratamente quale Carbone (p. 536).
M. BONIFACIO, Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, l 996, p. 243 -278 257

a Oschiri (Sassari) in Sardegna ammogliatosi a P iran o il 20-7-1940 con Santina


Furian 54 .
Ancora, nel 1945 in Istria vi era l famiglia Carboni pure a Pisino 55, il cui
capofamiglia era un ferroviere meridionale 56. Perdipiù, a Rovigno c'era l famiglia
Carboncini 57 , discendente verosimilmente dal precitato Matheus Carbuncinich di
Albona del 16-6-1420 58 , intanto che ad Arsia vivevano sia l famiglia Carbone che
l famiglia Carbuni 59 , di cui la prima era proveniente da qualche regione italiana e
la seconda era di origine italiana meridionale 60 oppure istroromena o dalmata.
Segnaliamo altresì nell945 2 famiglie Carboncich a Cittanova 61, l a Visigna-
no di Parenzo 62 e 2 a Serbani di Villanova di Verteneglio 63 . Peraltro, delle 2
famiglie Carboncich di Cittanova, l era di ceppo isolano e risaliva a un Pietro
Carboncich (di Antonio Carboncich e di Lucia Carboncich), nato a Isola nel 1872,
pescatore, coniugatosi il 12-2-1896 a Cittanova con Giuseppa Demitri 64 . L'altra
famiglia Carboncich di Cittanova, dello stesso stipite dei Carboncich di Visignano
e Villanova di Verteneglio, si chiamava in realtà Cherboncich in precedenza,
poiché tale era appunto il cognome del casato di Serbani di Villanova di Vertene-

54 Da ril evare che al momento del matrimonio a Pirano in data 20-7-1 940, il Carboni abitava a Lussipiccolo

ove ha portato la moglie piranese. Dopo il ribaltone dell '8-9-1 943 i due sposi si sono stabiliti a Pirano alla Casa
Rossa, da dove poi sono esodati nel 1945 a Trieste, ove il Carboni è tuttora vivente come vedovo e senza fig li,
non avendo egli avuto prole dalla consorte.
55
Cadastre. ecc., cit., p. 252.
56Come confermatomi dalla protèssoressa pisinota Nerina Feresini che ringrazio. Da ricordare che Pisi no,
posta a 46 km da Pola e a 83 km da Trieste, era un importante nodo ferroviario dell 'lstria sulla linea Trieste-Pola
costruita tra il marzo 1868 e il 20-9- 1875 (N. FERESINI, Pisino qua/tro passi tra i ricordi, Call iano di Trento, 1981 ,
p. Il ).
57 Cadastre, ecc., cit., p. 155 .
58Peraltro giunta a Rovigno di recente, non necessari amente dalla zona di Albona bensì da Pero i. ove come
visto già il 18-9- 1677 era parroco un Carboncin.
59 Cadastre, ecc., cit., p. 197.
60
Nel caso che Carbuni non sia stato errore di stampa per Carboni e che nell ' Italia meridionale esistesse
ed esista veramente un cognome Carbuni.
61 In real tà il Cadastre ecc., cit., p. 17, registra erroneamente l sola famiglia Karboncié a Cittanova, con

grafia croata, mentre invece una signora cittanovese di cognome Carboncich e altri cittanovesi di Trieste
ricordano chiaramente l'esistenza di 2 fa miglie Carboncich e di ceppo diverso.
62 Non registrata nel Cadastre ecc., cit., bensì segnalatami da una nipote del capofamiglia della detta
fami glia.
63 Cadastre ecc., cit. , p. 38, che presenta le dette 2 famiglie Carboncich sottinteso quali Karboncié, grafia

non riscontrabile nella realtà.


64 Tale fami glia si è comunque estinta già almeno una decina d'anni fa con la morte a Trieste del l'un ica
figlia dei detti Pietro Carboncich e Giuseppa Dimitri - Amelia- nata il 2-3-1 897 a Cittanova e ivi maritatas i il
14-2- 1920 con Carl o Verginella.
258 M. B ONIFACIO. Cognomi d' Isola d ' lstri a, Alli, vol. XXVI, l 996 , p. 243-278

glio da cui è scaturita la diramazione cittanovese. Infatti, un Luigi Cherboncich


nato nel 1898 a Matterada (mentre il di lui padre Antonio Cherboncich era nato a
Villanova di Verteneglio, unendosi verso il 1897 con una Maria Zancola a Matte-
rada o a Umago), ha sposato il 14-2-1920 a Cittanova Maria Rota che gli ha dato
quattro femmine e un maschio - Luigi nato nel 1929 - rimasto però celibe, oggi
vivente in Belgio; mentre il fratello minore di Luigi Cherboncich (1898)- Giovanni
nato nel 1909- ha impalmato nel 1936 a Visignano Maria Milich, da cui è nato il
maschio Armando nel 193 7 (e più tardi la femmina Annamaria nel 1946), esodato
nel 1955 a Udine e poi stabilitosi a Spilimbergo e ivi ammogliatosi, la cui
compagna gli ha dato però solo una femmina, per cui i Carboncich di Cittanova
sono in via di estinzione anche se forse continua il ramo primario di Villanova 65 .
In proposito è presumibile che i Cherboncich siano giunti a Villanova di Vertene-
glio (e quindi a Cittanova), attraverso la Bassa Istria 66 , però non dalla Cicceria
(!stria interna montana) ma dalla Valdarsa (!stria pedemontana), precisamente

65 Dalle copie incomplete dei libri matrimoniali di Villanova di Vcrteneglio esistenti nell a Curia Vescovi le

di Trieste, notiamo che un Rodolfo Cherboncich nato il 22-6-1892 a Villanova (di Antonio Cherboncich e di Lucia
Beacovich), sposa iv i il 20-4- 1914 una Margherita Sborovaz nata il27-2-1895 a Villanova, di Domenico Sborovaz
e di Caterina Palcich. La loro figlia o una loro fi gli a di nome l rene, nata nel 1923, si è poi unita i1 6-3-1943 (data
in cui la di lei madre Margherita Sborovaz viene indicata come Margherita Borroni) a Villanova con Armando
Crevatin nato nel 1924 a Carsette di Buie. Inoltre, un fratello del suddetto Rodolfo Cherboncich ( 1892) più giovane
di ben diciotto anni , oss ia Angelo Cherboncich nato nel 191 O a Villanova si è qui ammogliato il 19- 1-1 935 con
Antoni a Vivoda nata nel 19 11 a Vetta di Pinguente, e uno dei due testi presenti al matrimonio è stato Vittorio
Cherboncich fratello di Angelo e Rodolfo. Ange lo Cherboncich divenuto poi Carboni prima del 1940, non è però
esodato dall ' lstri a dopo il 1945, bensi si è stabilito ass ieme alla moglie Antonia e ai figli a Isola ove ha impiantato
un ' azienda industri ale, oggi portata avanti dal figlio Mario- di cui però ignoriamo se abbia a sua volta eredi maschi
continuatori - per cu i gli attuali due utenti Carboni di Isola, Graziella e Mario, non appartengono agli anti chi
Carboni isolani bensì ai Cherboncich di Serbani di Villanova di Verteneglio, ivi arrivati peraltro in antecedenza,
come osserviamo ora, dall a zona di Visinada a sud del fiume Quieto, dato che la citata madre di Rodolfo
Cherboncich e quindi anche di Angelo e Vittorio era una Lucia Beacovich, cognome presente fino al 1945 in pi ù
località del territorio visinadese e anche a Torre di Parenzo. Quanto al predetto fratello maggiore di Angelo -
Rodolfo Cherboncich (avvertiamo peraltro che oltre a costui e al già visto Vittorio vi erano ancora altri fratelli ,
come vengo informato, i quali comunque non hanno avuto figli maschi prosecutori della stirpe)- egli ha avuto
dalla consorte un fi glio di nome Arcisio nato il 16-8-1 920 a Serbani , pure lui diventato Carboni , pluridecorato al
valore militare dopo l' ultima guerra ed esodato a Trieste qui raggiungendo il grado di appuntato nell a poli zia di
stato, la cui moglie gli ha dato il fi glio Gianni che però ha generato solo una femmina, in modo che la linea si sta
spegnendo.
Da segnalare ancora che, riguardo il predetto Luigi Cherboncich ( 1898) accasatosi a Cittanova il 14-2-1 920,
oltre al già riferito fratello minore Giovanni (1909),. egli aveva pure due sorelle, di cui Maria nata nel 1900 a
Umago ha sposato a Cittanova Giovanni Grisancich di Matterada il 27-11-1920, data in cui essa compare come
Maria Carboncich, mentre invece la sorell a più piccola Angela nata nel 1905 a Cittanova e ivi maritatasi con
Francesco Nanut di Torre di Parenzo il 18-10-1924, appare in tale data quale Angela Cherboncich.
66 Così, in merito, nel 1620 troviamo a Valle d' Istria un Antonio Cherbonazi da S. Vincenti (M. B ER TOSA,
" Valle d' Istria durante la dominazione veneziana, Appendice I : I cognomi del castell o di Valle e dei villagg i
circostanti ( 1617-181 3)", ACRSR, vol. III, 1972, p. 181), dal quale Antonio Cherbonazi potrebbe essere disceso
proprio l' anzidetto Antonio Cherboncich ammogliatosi intorno al I897 a Villanova di Vertenglio, ove i suoi
vivevano comunque già da qualche generazione.
M. BONIFACIO. Cognomi d' Isola d' lstria. Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278 259

dalla località di Cherbune o Carbune, situata vicino a Pedena e facente parte del
comune di Pisino fino al 1945. 67 Cherboncich è quindi forma slavizzata con aggiunta
di suffisso -ich dell'originario cognome istroromeno, esattamente ciribiro 68 -
Cherbune - sviluppatosi dall 'omonimo toponimo Cherbune documentato fin dal
5-5-1275 69 , derivato dalla voce cherbune, forma dialettale istroromena o parzial-
mente croatizzata del romeno grammaticale carbune "carbone" 70 .
Oggi la maggior parte dei Carboni e Carboncich di Isola e d eli 'l stria continua-
no a Trieste, ove tra i 54 utenti Carboni comprese le aziende il 90% sono isolani
di nascita o di ceppo 71 , analogamente ai 7 utenti Carboncich di cui un paio vengono
da Cittanova e Verteneglio 72 , mentre sono totalmente isolani i 7 utenti Carboni di
Muggia e i 4 di Duino Aurisina. Tra i Carboni isolani viventi fuori Trieste
ricordiamo l famiglia a Monfalcone (Gorizia), l a Busto Arsizio (Varese), l a
Rebbio (çomo ), l a Modena e l a Carpi di Modena, l a Genova - Sturi a, e 2
famiglie Carboni negli USA a New York di cui l nel sobborgo di Bronx.
In conclusione, il nome e cognome Carbone, documentato a Isola d'Istria dal
29-9-1346 con un Mengus Carbongne e a Zara non solo dal marzo 1227 col già
visto Cerna de Carbono ma, come notiamo ora, dal 1199 con un Michael o Micha

67
G. PERSELLI, op. cii. , p. 257-258.
68
Nel 1925 vi erano nella Valdarsa, a nord del lago d'Arsa, ancora 2500 istriani di origine romena detti
Ciribiri (L. V. BERTARELLI, Le Tre Venezie, in Guida d 'Italia del Touring Club ltgliano, vol. III, Milano, 1925, p.
366), poi ridotti nel 1949 a 1145 persone e nel 1983 a 435 (N . FERESINI, // Comune istro-romeno di Valdarsa,
Istituto Regionale per la Cultura Istriana, Trieste, febbraio 1996, p. 12). Da rilevare che Cherbune pur non
figurando ufficialmente tra i sette comuni censuari compresi nel neocomune di Valdarsa istituito ill9-l-1922 (N.
FERESTNI, // Comune, cit., p. 12-13, 15. 18), tuttavia storicamente fa parte fin da antico della Valdarsa in quanto
vicinissimo a Grobenico o Grobenico dei Carnelli cioè a uno dei detti sette comuni censuari (ibid. , p. 15 e 18).
69
CDI, ove peraltro viene detto che Cherbune appare già in un precedente atto di confinazione del 1170.
L'antichità di tale toponimo naturalmente sotti ntende pure l'antica produzione e utilizzazione del carbone nella
zona fin dal secolo XII. È inoltre utile ricordare l'esistenza di un toponimo Carbone anche a Stignano presso Poi a
fin dal 1303 (C. de FRANCESCHI, "La toponomatica ". cit., p. 153), detta contrae/a de Carbone o contrae/a
Carbone ad esempio il25-12-1457 (C. de FRANCESCHI, "Testamenti poi esani del secolo XV, con alcuni cenni sulle
antiche casate patri zie di Poi a", AMSJ, Pola, vol. 42° (930), p. 205-206), la quale contrada Carbone risultava deserta
nel 1563 (C. de FRANCESCHI, " La toponomastica", cii., p. 153).
70
Ricordiamo che il comune catastale di Cherbune detto in croato Krbune nel 1945 contava 303 abitanti
tutti croati viventi in 13 villaggi e casali, tra cui propriamente il villaggio di Cherbune (Krbune) aveva 7 famiglie
pari a 37 abitanti tutti croati (Cadastre ecc., cit., p. 239), il che non corrisponde a verità poiché almeno 2 famiglie
erano di ceppo italiano e cioè i Runco (di origine friulana) e i Siro! , presentati però come Runko e Siro/ (ibid. , p.
239). È interessante infine far notare come ancora nel 1910 i poveri abitanti Ciribiri della Valdarsa alternassero il
lavoro di carbonari(= carbonai) col commercio dei polli (N . FERESTNI, op. cit., p. 23).
71
Alcuni Carboni di Trieste sono infatti originari da altre regioni italiane, al pari dei Carbone, che sono
perlopiù friulani, veneti e meridionali . In proposito, un don Carlo Carbone, sacerdote cooperatore, friulano o
veneto, ha celebrato a Isola circa III matrimoni tra il 23-1-1911 e il 29-1-1921 .
72
Tra i Carboncich cittanovesi si veda ad esempio la utente Angela Carboncich, avvertendo che i
Cherboncich di Cittanova e Villanova di Verteneglio sono divenuti tutti Carboncich, in parte già in !stria e poi
definitivamente a Trieste, per cui oggi a Trieste la grafia Cherboncich non esiste più.
260 M. BoNIFACIO, Cognomi d'Isola d'lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-2 78

filius Dobre Carbonis 73 , è continuato come cognome Carboni sino ad oggi sia in
!stria- ad iniziare da Isola- che in Dalmazia. Il suffisso -ich aggiunto poi nel corso
del tempo - dando vita alle riferite forme, Carboncich, Carbonich, Carbuncinich,
Cherboncich- è di scarsa rilevanza, poiché ciò che conta in ultima analisi è la base
originaria latina del cognome isolano, istriano e dalmato in discussione- carbone
-voce romanza che invece nelle lingue slave si dice oglje (in sloveno) o ugljen (in
croato)74 •

73 C. JIRECEiç " L'eredità di Roma nelle città della Dalmazia durante il medioevo. Cognomi e soprannomi

(nomignoli) nelle antiche città latine della Dalmazia negli anni l 000-1500", Atti e Memorie della Società Dalmata
di Storia Patria, a cura di Attilio Budrovich -Mario Enrietti - Rita Tolomeo, B) vol. Xl, Roma 1986, pp. 28-29.
Infatti, basandosi su fonti scientifiche, lo Jirecek menziona i nobili de Carbunne di Zara documentati sin dal 1199
col detto Michael o Michajìlius Dobre Carbonis, osservando che tale cognome è stato latinizzato in de Carbone,
Carbono, Carbonis, e venezianizzato in de Carbon. Egli cita inoltre altri membri e discendenti del casato,
chiamato tra il 1289 e il 1353 anche Carbanosso o Carbanoso (da noi già interpretato come Carboneso alla nota
48), su cui spiega che nei codici di Ragusa la voce carbanossus o crabanossus equivale a "mascherato (travestito),
in origine col volto annerito dal carbone" . Viene ancora segnalato un Cerne de Garbane o Cherne Carbonis rettore
e giudice a Traù nel 1242-45, ma apprendiamo pure - quale nozione di notevole interesse - come la più antica
attestazione dalmata dei Carbone sia in realtà quella di un Petra Carbone presente a Spalato già nel l 080 (ibid.,
p. 28-29).
Per quanto riguarda la continuazione dei Carboni zaratini o comunque dalmati al giorno d'oggi, essa è
senz'altro assicurata dai già nominati Carbonich di Venezia, ma è presumibile che si trovino dei Carbonich o
Carboncich o simili anche nell 'attuale Dalmazia non esclusa la stessa Zara. Sempre in materia è importante inoltre
avvertire come pure a Trieste sia esistito anticamente un casato Carboneso o Carbonese , il cui capostipite è un L.
Carboneso già testimoniato ii26-I0-1202 (CDI). La famiglia sopravviveva ancora al principio dell355, dato che
il4-l-1355 incontriamo a Trieste domina Agnex uxor Bernardi de Carbonexa (L. PERSI CocEVAR, op. cii., p. 136),
detta il 5-1-1355 domina Agnetem uxorem Bernardi de Charbonesa, giorno nel quale compare pure il di lei marito
Bernardus de Charbonesa e in cui vengono menzionati i di lui genitori defunti Martinus de Carbonesa (o de
Charbonesa) e Charbonesa (ibid. , p. 138), mentre nella stessa data si palesa anche un altro componente vivente
della famiglia, ossia Franciscus de Charbonesa (ibid., p. 141). Sembrerebbe dunque, a prima vista, che l'intero
casato in parola- estintosi presumibilmente tra Ila fine del '300 e l'inizio del '400 - tragga il cognome di famiglia
da Carbonesa nome della moglie di Martino, madre di Bernardo (sposato con Agnese) e di Francesco (oppure
nonna di costui se egli è figlio di Bernardo). Ma può anche e meglio trattarsi del contrario, ossia che Carbonesa
sia casualmente un nome femminile allora di moda e nulla più, e che il casato in oggetto discenda invece
propriamente dal predetto L. Carboneso del 26-10-1202.
74 In questa nota finale va peraltro fatto notare come il cognome isolano Carboni, al pari di altri omonimi

cognomi italiani, potrebbe essere in effetti la cognominizzazione del personale Carbone inteso quale continuatore
medioevale del precitato nome latino Carbonius, usato quindi già dal tempo di Roma, che però a sua volta si
riallaccia o si riallaccerebbe pur sempre alla voce carbone magari nel senso figurato di "nero, scuro, come il
carbone". In proposito è utile pure ricordare che a Isola esiste o esisteva una varietà di oliva detta avolìa carbogna,
così denominata perché appunto scura quale il carbone, letteralmente in italiano oliva carboniccia (poiché
l' ital iano carboniccio = di colore nerastro come il carbone), la quale avolìa carbogna è prodotta dali ' avolì
carbogno (cfr. le voci avolì, avolìa e carbogna in A. VAscorro, Voci della parlata isolana nella prima metà di
questo secolo, Imola, 1987, p. 40 e p. 73), cioè dali ' olivo carboniccio che è in realtà il mari nello toscano, detto in
piranese o/ìo carbogno (= olivo carboniccio), che produce /'o/ìa carbogna (cfr. la voce piranese carbogno in E.
ROSAMANI , op. cii., p. 171 ).
Utilizziamo ancorché la presente nota per dare un 'ultima istruttiva comunicazione. Infatti, da un ' ulteriore
verifica dei libri matrimoniali isolani, ci accorgiamo che, oltre alla già vista grafia Carboncich per Carboni, per
un breve periodo è stata impiegata pure l'altra grafia Carbonsick a Isola. In modo che, un Giobatta Vascotto di
M . BONIFAC IO, Cognomi d' Isola d' Istria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278 261

Cognomi isolani: Driòli


Drioli è antico casato isolano indigeno, il cui capostipite è un Andrea/o de
Insula al quale in data 17-10-1325 vennero consegnate nelle stesse condizioni
originarie due botte ribolii ossia due botti di vino ribolla che i vecchi stimatori del
comune di Isola per ignoranza avevano fatturato (cioè adulterato, rovinato) e
travasato da una botte ali ' altra 75 .
Il detto Andreolo di Isola ossia Andrea (di cui Andreolo è appunto una forma
diminutivo-affettiva), ebbe un figlio di nome Almerico il quale a sua volta procreò
Andrea (nome dato in ricordo del nonno). Quest'ultimo compare nei tre noti
documenti isolani del 1346, giacenti nell'Archivio Diplomatico della Biblioteca
Civica di Trieste e pubblicati dal prof. Luigi Morteani, i quali strumenti concernen-
ti la vertenza tra il comune isolano e il monastero di S. Maria d'Aquileia per le
decime di Isola spettanti ad esso monastero fin dall'anno 1031 sono notevoli,
poiché in essi vi compaiono diversi antichi cittadini di Isola della prima metà del
' 300 con nome e cognome.
Così, nel documento B del 29-9-1346, rogato presso il palazzo del comune di
Isola, cioè all'aperto, in cui vi appaiono 156 persone, uomini e donne, compresi la

anni 27 sposa il 17-2-1838 a Isola Maria Carboncich di anni 26, fu Marco fu Antonio, mentre la di lei sorella
Caterina Carboncich di anni 28 si unisce il 26-2-1838 con Giovanni Lanza pescatore di anni 18. Ancora, un
Almerigo Russignan di anni 28 sposa il24-6-1838 Maria Carboncich di anni 30, di Batta, vedova di Tommaso
Costanzo, intanto che Pasqualin Carboncich di anni 40, fu Giacomo, vedovo di Lucia Ulcigrai, si ammoglia il
22-7-1838 con Maria Vascotto di anni 41 pure vedova, e altre due sorelle Carboncich si maritano il4-2-1839.
Però, poi osserviamo che un Antonio Carbonsick di anni 35, di Giobatta Carbonsick e di Bonetta Bologna, sposa
il 7-2-1846 Caterina Ulcigrai di anni 25, e un altro Gasparo Carbonsick di anni 23, di Giuseppe Carbonsick e di
Lucia Degrassi, si unisce il 19-2-1846 con Francesca Dudine di anni 27. Da rilevare che tutti i matrimoni dei
Carboncich finora citati dal 17-2-1838 in poi, sono celebrati dal parroco di Isola don Giacomo Lugnani, il quale
però improvvisamente, il 7-2-1846 (forse anche prima ma non possiamo rilevarlo qui a Trieste ove mancano i
matrimoni isolani del 1840-45), invece di Carboncich comincia a scrivere Carbonsick, grafia che ripete poi come
visto il 19-2-1846, e che continua a ripetere nei successivi matrimoni, come ad es. i14-8-1847 in cui egli sposa
una Maria Carbonsick di anni 25. figlia di Giobatta Carbonsick e di Bonetta Bologna (Maria è quindi sorella del
precitato Antonio Carbonsick sposatosi il 7-2-1846) con Tomaso Chicco di anni 23. figlio di Vincenzo Chicco e
di Lucia Carbonsick. Gli altri riti nuziali officiati dal parroco Lugnani in cui prosegue la grafia Carbonsick sono
del 19-7-1847 (nel cognome della sposa), 11-2-1850, 18-1-1851, 3-3-1851, e anche del 15-6-1852 per opera di un
altro sacerdote celebrante ossia di don Giovanni Derossi cooperatore, grafia che ripete il 27-11-1852 (nel cognome
della sposa) e 13-6-1853 (nel cognome materno dello sposo). Da notare che il 15-6-1852 Giacomo Carbonsick di
anni 55, fu Gaspero, vedovo di Domenica Decarli, si risposa con Maddalena Russignan di anni 40,mentre la di lui
figlia Elena Carbonsick di anni 19 si unisce il 27-11-1852 col pescatore Angelo Sfriso. Rileviamo poi un'altra
sorpresa, poiché troviamo ancora che la detta prima moglie Domenica Decarli aveva sposato Giacomo Carbonsick
il 16-2-1828, e vediamo pure un altro Giacomo Carbonsick di Giacomo che il 25-9-1827 si unisce con Maria
Cozeverin di Nazario (sottinteso capodistriana di cognome), il che fa retrodatare l'uso della grafia Carbonsick a
Isola addirittura al 1827. Ritornando adesso alla predetta grafia Carbonsick del 13-6-1853, essa riappare ancora
per mano di don De rossi il 27-2-1854 nel cognome di una sposa, e poi dal 12-8-1854 con don Liberato Basilisco
riprende la solita grafia Carboncich che durerà fino a questo secolo, per cui quanto visto dimostra chiaramente
come non di rado le grafie fallaci dei cognomi siano dovute a sviste, errori di interpretazione e anche ai capricci
dei singoli sacerdoti registratori degli atti matrimoniali .
75 " Documentata ad Forumjulii, lstriam, Goritiam, Tergestum spectantia", AMSI, vol. Xlii (1897), p. 12.
262 M. B oNIFACIO. Cognomi d' Isola d' Istria. Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278

badessa del convento di S. Maria d'Aquileia e i suoi due rappresentanti, i due di


Isola, il giudice delegato dalla Santa Sede e il notaio isolano rogatore dello
strumento stesso, notiamo anche un Andreas Almerici Andree 76 ossia Andrea di
Almerico di Andrea. Il quale è uno degli 82 consiglieri nobili isolani presenti nel
documento C sincrono del29-9-1346 77 , steso dal notaio isolano Benvenutusfilius
ser Odorici Spelaleporum de Jnsulla 78 nella sala maggiore superiore del palazzo
comunale di Isola, in cui oltre ai cinque testi forestieri abitanti a Isola (due
fiorentini , due veneziani e uno polese), intervengono il podestà di Isola Pietro
Dandolo col vicario bolognese e i suoi quattro giudici isolani di cui uno è assente
per malattia, più come già detto 82 consiglieri su 100 complessivi che ne contava
allora il Consiglio Nobile di Isola, cui aveva diritto d ' appartenenza colui che
avesse compiuto l'età di 15 anni, il cui avo (padre, fratello, zio, figlio e nipoti)
avesse già fatto parte del medesimo 79 .
Il riferito Andreas Almerici Andree dei due visti atti sincroni del 29-9-1346
ricompare tale e quale sempre come teste pure nel lungo documento D del 9-10-
1346 80 , stilato a Grado nella chiesa maggiore di Sant'Ermacora, ove risulta che la
questione delle decime tra Isola e il monastero di Aquileia, sottoposta all ' appella-
zione del pontefice, venne risolta in via amichevole, per cui il comune di Isola
accettava di dare alla badessa Rustighella (=Rustichella), oltre alle solite l 02 ome
di vino concesse da antico, ancora 300 ome annue al tempo della vendemmia, sei
orne d' olio 15 giorn i dopo la Circoncisione del Signore, e sei staia di frumento per la
festa di S. Margherita, mentre il monastero rinunciava ad ogni altra giurisdizione 81.
Continuando nell 'argomento, tra i discendenti del suddetto Andrea di Alme-
rico di Andrea di Isola del 19-9-1346, un Pietro de Driolis fu aggregato al
Consiglio di Isola nel 1492-93 82 e un altro Pietro Driolifu Carlo venne iscritto al
Consiglio della città nel 1534. 83 Questo Pietro era fratello di quel ser Almerico de
Driolis condam ser Caro/i 84 teste nel testamento isolano del 28-6-1537 85 , che è

76 L. M ORTEAN I, op. cii., p. 217. riga 18.


77 Jb id. , p. 220, riga 18.
78
Jbid. , p. 222, cioè Benvenuto fi glio di ser Odori ico Spelalepre di Isola, i cui familiari appaiono nel corso
della stessa carta e sono il di lui padre ser Odorlicus Spe/aleporum e il fratello di Benvenuto, Nico/etus ser Odoriici
Spela /eporum (ib id., p. 220).
79
lbid. , p. 39.
80 Jbid., p. 224, riga 8.
8l lbid. , p. 225-230.
82
lbid. , p. 58.
84 Cioè ser Almerico Orio li del fu ser Carlo, discendente diretto del predetto Almerico di Andrea o Almerico

di Andreolo del 29-9-1 346 e 9-10- 1346.


85 G. R USS IGNAN, op. cii., p. 64.
M. B ONIFAC IO, Cognomi d' Isola d' Istria, Alli, vol. XXVI , 1996, p. 243-278 263

uno dei sette testamenti nel libro del Russignan in cui compaiono dei Drioli_ Tra
questi c ' è anche il figlio Giacomo dell'anzidetto Pietro de Driolis del 1492-93,
ossia ser Jacobo condam ser Petri de Driolis che incontriamo come teste il
12-2-1539 86 , ma che in effetti è vicedomino e giudice di Isola. Egli difatti si palesa
quale domino Jacobo de Driolis condam ser Petri nel testamento del 25-1-1558 in
cui viene assunto in veste di viicedomino al posto di Giacomo Egidio87 , e sottofor-
ma di messer Iacobo de Andrioli honorando iudice il 2-1-1561 88 , mentre il 15-7-
1568 viene presentato come spectabile domino Jacobo de Andriolis condam ser
Petri iudice honorando89 • E ancora vediamo che nel suo testamento del 13-12-
1562, donna Bartolomea vedova del fu ser Moretto de Menis nomina suoi heriedi
universali Margarita sua neza et Merigo fio/ de ser Nicolò de Drio/i marido di essa
Margherita 90 . Infine, nel testamento di Bartolomeo Vascotto fu Zanin del 5-3-
1579 uno dei testi è ser Francisco de Andriolis filio ser Ioannis 91 .
Da notare che i Drioli detti in precedenza Andrioli, oltreché membri del
Consiglio di Isola fin dal 1346, furono sottinteso anche proprietari di barche
pescherecce e possidenti terrieri, in modo che fra i 33 padroni isolani di brazzere
da pesca nel 1746, rileviamo pure un Paron Nicolò Drioli con due pescatori alle
proprie dipendenze e un Paron Drioli Drioli altresì con due pescatori ai propri
ordini 92 • Inoltre, il detto Paron Nicolò Drioli del 1746 può identificarsi col Nicolò
Andrioli che nel 1775-76 aveva una stanzia(= podere con casa colonica) e dei prati
boscati nella contrada Dobrave a Paugnano nel territorio di Capodistria 93 , mentre
un Andrea Andrioli (fratello di Nicolò come vedremo subito) nello stesso periodo
possedeva sempre in territorio capodistriano un boschetto in Costiera Erta a

86
lbid. , p. 68 .
87
lbid., p. 98.
88
lbid., p. 103.
89
lbid. , p. 121.
90
lbid. , p. 108.
91
lbid., p. 142. Tra gli antichi Drioli o Andrioli isolani ricordiamo pure un s. Thomasino di Andria(;· o
Thomasino de Andriolis o s. Thomasin di Thomasinj che in data 6-2-1580 era sposato con certa Fiornovella di
anni 20 (A. LAVRié, Vizitacijsko poroéilo Agostina Va/iera o koprski skofiji iz /eta 1579 - lstriae visita/io
apostolica 1579 visi/alia iustinopo/itana Augustini Va/eri i, Lubiana, 1986, p. 156-1 57), la quale compare poi
ancora nello stesso lungo strumento e lo stesso giorno come con Fiornove//a moglie di Thomasin o Driolj (ibid.,
p. 160), e 1'8-2-1580 quale Floremnovella uxore Thomasinj Andriolj de Insula (ibid. , p. 167) o Florenove/la uxore
Thomasinj de Andriolis (ibid., p. 168), indicata in precedenza sempre in tale data pure come Fiornove/1/ajìglio/a
di m. Nicolo lurco (ibid. , p. 166), il quale Nicolò turco era quasi certamente di Trieste.
92
E. IVETIC, op. cit. , p. 184. Da notare che già il 6-2-1 580 è documentato a Isola un s. Druolj di Drolj (A.
LAVRJé, op. cii., p. 157) cioè un ser Drioli (di) Drioli, il che comprova l' impiego del nome personale Drioli fra i
Drioli di Isola fin da antico.
93 V . MOROSINIIV, Catastico generale dei boschi della provincia de/1 '/stria (1 775-1 776) , a cura di Vj .
B RATULJé, Trieste- Rovigno, 1980 (Collana degli ACRSR, n. 4), p. 27.
264 M. BONIFACIO, Cognomi d ' Isola d'Istria, Alli, vol. XXVI , 1996, p. 243-278

Centora. 94 I riferiti Nicolò e Andrea Andrioli erano anche proprietari nel territorio
di Isola di altri campi a San Giacomo semplicemente come Andria/i 95 , e quali
Fratelli Drioli padroni assieme al conte Zuanne Adriano Contesini di una Costiera
in contrada di San Giacomo e Modiano 96 .
Perdipiù, a dimostrazione del costante prestigio mantenuto dai Orio li sino alla
fine della Repubblica di Venezia, il Piano degli Studi presentato il 6-12-1793 dai
sindici (=capi rappresentanti) Mattio Lessi e Nicolò Drioli 97 e accolto dal Senato
di Venezia il7-6-1794 98 , venne approvato defintivamente a Isola il29-6-1794 alla
presenza del podestà e di un piccolo collegio costituito dagli stessi suddetti sindici
Mattio Lessi e Nicolò Drioli, da sette probi e benestanti Capifamiglia isolani nominati
dal parroco, più i due giudici Zuanne de Lise q.n Pietro e Drioli Drioli q." Iseppo 99 ,
ove notiamo per la terza volta l' uso tra i Drioli del personale Drioli, originatore
dell ' omonimo cognome, già visto il6-2-1580 e nel1746.
Facendo ora il punto, come dunque finora visto, pur essendo la forma cogno-
minale de Driolis presente a Isola sin dal 1492-93, tuttavia nei sette precitati
testamenti isolani compresi tra il 28-6-1537 e il 5-3-1579 vi troviamo tre volte la
grafia de Driolis e una volta de prioli ma pure una volta de Andria/i, una de
Andriolis e una de Andreolis. La prima attestazione del modello Drioli, che
continua a tutt' oggi, è invece del 1746, comprovata da due esempi, e si ripete, però
una sola volta, nel 1775-76, periodo in cui nel contempo ritorna la vecchia grafia
Andria/i per ben tre volte. Rivediamo peraltro il cognome Drioli il 6-12-1793 con
un esempio e il 29-6-1794 con due esempi, ricordando però ancora che, come
appare dai libri matrimoniali piranesi, una Nico/ina Andria/i di Isola si è unita nel
1796 a Pirano con Nicolò Tamburlin (= Tamburlini), per cui se ne ricava che vi
siano state continue oscillazioni del cognome tra le due grafie Drioli e Andria/i
praticamente sino alla fine del ' 700, e che il modello cognomi naie Drioli, qual è ai
nostri giorni, si sia imposto nettamente a Isola soltanto al principio del 1800.
Da aggiungere che, sempre nei libri matrimoniali di Pirano riscontriamo ad
esempio una Caterina Testa già vedova di Piero de Pretto(= Dapretto) di Bernar-
din ditta Furigon (sposato il 9-2-1600), che il 28-1-1602 sposa uno Zuane Drioli

94
lbid. , p. 29.
95 lbid., p. 139.
96 /bid. , p. 141.
97L. MoRTEANt, op. cit., p. 76, ove il detto Nicolò Drioli può essere il medesimo prefato Nicolò Andrioli
possidente del 1775-76.
98 lbid. , p. 75, nota l .
99 lbid., p. 75, nota 1, e p. 79. Dunque, nel 1794 la grafia Dr io/i è ormai prevalente e diventa il modello
unico del cognome agli inizi del 1800 a Isola, come poi anche si dice, sebbene ancora nel 1836 troviamo a Buie
un Dominicus Andria/i, agricu/tor lnsu/e (L. UoussJ -N. MORATTO, op . cii., p. 225), il quale esempio dovrebbe
essere l'ultimo in cui vediamo la forma cognomi naie isolana Andria/i.
M. BoNIFACIO, Cognomi d'Isola d'Istria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278 265

di Isola, di cui poi rimane vedova risposandosi per la terza volta il 9-8-1606 col
cittadino piranese Cristoforo Apollonio. Segnaliamo altresì un Driolo Mistaro
ammogliatosi il 28-6-1594 a Pirano con Anastasia Barboio, una Driola Ghelfo
maritatasi nel novembre 1597 con Trani di Cristoforo Trani cioè in pratica con un
Trani Trani, e un Bortolo Dapretto accasatos i nel 1633 con una Andria/a, a
conferma che i nomi Andria/o e Andria/a erano usati pure a Pirano assieme agli
abbreviativi Driolo e Driola, per cui era scontato che nella vicina Isola si formasse
un cognome Drioli, calcolando pure il fatto significativo che anche a Pirano sia
esistito anticamente un casato Andria/i, estintosi però probabilmente già verso la
fine del '300 100 .
Drioli è pertanto un antico casato isolano indigeno, il cui capostipite è testi-
moniato fin dal 17-10-1325, iscritto sin dal29-9-1346 al Consiglio Nobile di Isola,
di cui ne faceva parte ancora ne11492-93, nel1534 e il15-7-1568, risalente al nome
Driòlo ipocoristico di Andriòlo o Andreòlo, diminutivo-derivativo di Andrea
derivato attraverso il latino Andreas dal greco Andréas, ipocoristico in -éas dì un
nome greco formato come primo elemento da andr6s " uomo, guerriero" oppure
da andreia " forza, coraggio virile". Questo personale Andrea si è diffuso neli 'Im-
pero romano e si è affermato in Italia in età cristiana per il prestigio di Sant' Andrea
apostolo, fratello di Simone-Pietro ed evangelizzatore dell'Europa sud-orientale,
morto martire a Patrasso in Grecia. 101
Il De Felice registra quindi tra gli alterati e derivati di Andrei anche il cognome
Andria/i (oltre ad Andrea/o e Andrea!), e tra gli abbreviati pure il cognome Drioli,
senza però segnalare che il cognome Drioli di Trieste sia di provenienza isolana 102 .
Drioli è comunque un cognome poco diffuso in Italia, diversamente da Andrea/i

100
Il capostipite degli Andrioli di Plrano registrati in L. MORTEANI, Notizie storiche della ci/là di Pirano,
Trieste, 1886, p. 155, è un Andriolus de Mathia proprietario nel dicembre 1283 di una vigna vicino alla località
Cavalier sul confine piranese-isolano (CP /, p. 238), e di un 'altra vigna presso Strugnano, pure attraversata dal
confine, il29-8-1 32 1 (CP Il, p. Ili), data in cui compare comeAdreolusde MathjaeAndreolus. Egli ebbe almeno
tre fi gli, di cui Berto o Bertone generò un fi glio detto Andreasjìlius condam Bertoni Andrioli (Andrea fi glio del
fu Bertone Andrioli) il 16-12-1337 (ci/., p. 261); mentre Pellegrino non ebbe prole dalla mogl ie Marina e risulta
già defunto 1' 1-1-1338 (cii., p. 264), giorno in cui vediamo Marina ux. qm. Pelegrini Andrioli. la quale poi
ricompare ancora il24-4-1350 (cii., pp. 382-383). E neppure il terzo tiglio di Andriolo- Martinus qm. Andrioli-
che si palesa il2-2-1338 (cii., p, 264), deve aver avuto eredi, per cui il casato è andato avanti ancora per un po'
tramite il suddetto Andrea del fu Berto Andrioli e forse anche per mezzo di un figi io di Andrea, per poi spegnersi
verosimilmente entro il '300, come già detto. Va inoltre segnalata l'esistenza pure a Capodistria di un cognome
Andrioli fin dal ' 500 (A. ToMMASICH, op. cit., p. 35), casato locale oppure ramo di Isol a, che sopravvive tuttora
con 2 fami glie Andrioli ad Ancarano di Capodistria (di cui l scritta Andrijoli nell'el. te l. sloveno del 1989/90).
10 1
Cfr. il cognome Andrèi in E. DE FELICE, Dizionario dei cognomi italiani, cit., p. 56, e il nome Andrèa
in E. DE FELICE, Dizionario dei nomi italiani, Milano, 1986, p. 65.
102
E. DE FELICE, Dizionario dei cognomi italiani, cit., p. 56, ove inoltre non vengono menzionati gli
equivalenti cognomi friulani dell'isolano Drioli, ossia Driol (presente ad es. a Spilimbergo, Pordenone e Fossalta
di Portogruaro, località in provincia di Venezia ma linguisticamente friulana), e Driul (a Udine, ecc.) nonché il
diminutivo Driulini (a Pordenone, Tricesimo, ecc.).
266 M. B O NIFACIO, Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278

avente una discreta diffusione in quanto portato da 2 .. 000 utenti italiani pari a oltre
10.000 persone 103 .
Sull ' antico uso del suffisso -òlo a Isola e in altre parti dell'l stria, è interessante
notare come il 29-9-1346 oltre al già nominato Andreas Almerici Andree siano
presenti a Isola pure Petrus Tiralus, Adamus eiusfilius 104 , i quali lo stesso giorno
105
vengono poi chiamati Adamus Pero/i Tiralius e ser Perolus Tiralius cioè
Adamo di Perolo (o Pierolo o Pietrolo) Tirai io e ser Perolo Tirai io. Inoltre, il notaio
capodistrianoAndream de Senis che era vivente il29-4-1342 e 9-6-1342, 106 appare
poi defunto il 17-10-1384, data in cui incontriamo la di lui moglie vedova Marghe-
rita ved. del fu Andrea/o de Senis 107 , o ve notiamo il diminutivo Andrea/o al posto
103
E. DE FELICE, I cognomi italiani, cit., p. 36.
104
L. MORTEANI, Isola ed i suoi statuti, cit., p. 2 17, riga 15. Il primo componente dei Tira/o di Iso la, detti
in ori gine anche Tirado, è un Nicolao Tiradi cameraro del comune di Isola in data 1-5-1253 (CDI, ove peraltro
invece di Tiradi c'è scritto erroneamente Firadi) , mentre un secondo membro è un Colmannus Tiradus documen-
tato il 26-7- 1255 (CP l, p. 125). Il casato esisteva ancora il4-7-1464. data in cui appare certo Pietro fi gli astro di
Biagio di Nicolò da Portole ejìlio condam ser lacobi Tira/i cioè figlio del fu ser Giacomo Tiralo (G. RussiGNAN,
Testamenti di Isola d 'Jstria ecc., cit., p. 20). Tale nome Giacomo ci giunge ora come un elemento prezioso, in
quanto ci indica con chiarezza che il casato in parola sopravviveva pure nel 1700, dato che il 29-3-1700 è
documentato un Giacomo Tira/li con mogl ie a Cittanova, ove egli abitava già dal luglio 1688 (M. BuoiCIN.
"L' andamento della popolazione a Cittanova nei secoli XVI-XVIII ", cit., p. 103), il quale Giacomo Tiralli era
certame nte un discendente diretto o indiretto dell 'omonimo predetto avo ser Giacomo Tira/o deceduto a Isola
poco prima del4-7- 1464. l Tirai li si sono poi comunque estinti sia a Isola che a Cittanova nel corso del ' 700 e di
essi non è rimasto alcun ricordo.
105
L. MORTEAN I, Isola ed i suoi statuti, ci t. , p. 221 , riga 7 e righe 9-1O. Bisogna peraltro avve rtire come il
citato ser Pero/us Tiralius della p. 22 1, righe 9- 1O, stranamente appaia nell a stessa carta quale Perolus Tira/ius
già in precedenza a p. 220, righe 27-28. e pure nell a riga 12 del documento originario, per cui ne deriva
chiaramente che il notaio stesore dell 'atto per errore abbia ripetuto due volte il nome di un medesi mo consigliere
cioè quello di Pero lo Tirali o. Da dire inoltre che i due consiglieri- padre e fi gli o- si palesano ancora il 9- 10- 1346
come Petro Ty ralo, Adamo eiusfì/io (ibid. , p. 224, riga 5).
Non possiamo tralasciare di citare ancorché tre esempi col suffi sso diminuti vo -o/o che compaiono a Isola
ancora nel 1346 e nel 1360, il primo e il terzo dei quali concernono proprio il nome Andria/o. In tal modo, il
29-9-1 346 vediamo a Isola uxor q. Andria/i Amadei (ibid. , p. 217), detta il 9-10-1 346 uxore quondam Andria/i
Amadei (ibid. , p. 224), ove si tratta della moglie del fu Andriolo Amadei, il quale casato Amadei o Amad io è
durato poco a Isola. Menzioni amo poi un Mengosius Nandoli il29-9-1 346 (ibid., p. 2 17), chiamato lo stesso giorno
anche Mengossius q. Nandi (ibid., p. 220), e il 9-10-1346 nuovamente Mengossio Nandoli (ibid., p. 223). Mentre,
negli Statuti di Isola del 1360 viene menzionata pure la casa de Andria/i de Griffo (ibid., p. 192), ossia la casa di
Andriolo di Griffo, in cui Griffo sta forse meglio per Grisso, per cui si tratterebbe in realtà di un Andriolo Griso
o Grisoni. Vanno segnalati infine nel 1403 a Pola una D. Andria/a ux. s. Zanini o/im s. Nicoletta e Bona ux. s.
Andrea/i de Parentio (B. BENUSSI, op. cit., p. 363).
106
CP li, p. 286-287-288.
107
G. CAPRJN, L '/stria nobilissima, Parte I, Trieste, 1905, p. 270, nota l. Si veda perdipiù il 27-9- 1429
ancora a Capodistria un ser Andria/ Belgramon (' 'Nota delle " appuntadure" (pagamenti d' imposte) fatte dai
cittadini di Capodistria, 27 settembre 1429", AMSJ, vol. Xl (1895), p. 197 e 202, ove però a p. 197 invece di ser
Andria/ Belgramon c'è scritto erroneamente ser Andria/ Bergamo; i Belgramoni capodistriani si estinsero nel
corso del XIX secolo). Vi aggiungiamo pure un Andriolus Fuscareno, castell ano di Belforte (isoletta presso
Grado) in data 26-1-1324 ("Documenta ad Forumjulii ", cit., p. 5), cioè un Andrea Foscarini di Venezia detto
Andria/o, diminutivo in voga allora anche nel Veneto.
M. BONIFACIO, Cognomi d ' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278 267

di Andrea. Va peraltro ancora sottolineato l'evento importante che, la più antica


attestazione istriana del diminutivo Andria/o non sia l'Andriolus de Mathia pira-
nese del dicembre 1283, già visto alla nota 100, bensì già nell 'ottobre 1202 sono
108
documentati a Muggia un Andreas e i suoi figli D..filius Andree e R ..filius Andrio/ .
È indispensabile infine richiamarci al De Felice, il quale registra sia il suffisso -òlo
o -òla, con o tonica aperta, panitaliano, con valore originariamente diminutivo ma
risultativamente molto vario, anche etnico e di mestiere, con la variante toscana
109
-uòlo e meridionale -ula, come ad esempio nel cognome Andriulo ; e sia l'altro
suffiso -alo o -ala, con o atona (e quindi sottinteso chiusa), pure panitaliano, con
originaria e fo ndamentale funzione semantica diminutiva, che compare in molti
cognomi, per cui l'esempio di più alto rango e diffusione è il cognome Piccolo o
Piccoli e Piccola 110 •
Nel 1945 vi erano 23 famiglie Drioli a Isola 111 , oggi viventi in maggioranza
con i di scendenti nella provincia di Trieste. Qui infatti contiamo 44 utenti Drioli,
escluse le aziende, equivalenti grossomodo ad altrettante famiglie, cui vanno
aggiunti i 13 utenti Drioli di Muggia e l' utente Drioli di Duino Aurisina, avverten-
do però che alcuni Drioli di Trieste risalgono a capostipiti immigrati da Isola già
prima del 1850 11 2 e altri ad avi gi unti nella città di San Giusto nel periodo fra le

108
CDI. Vi aggiungiamo il 22- 12-1 354 a Trieste un Andriolus Albertus (L. PERSI CocEVAR, op. cit., p. 134),
detto poi lo stesso giorno anche Andriolus de Albertis (ibid. , p. 135). E si veda pure una Mora de Andria/a de
Sissano (presso Pola) nel 1430 (C. de FRANCESCHI, "Cognomi soprannomi e prenomi", cit., p. 313).
109
E. DE FELICE, l cognomi italiani, ci t., p. 327.
IlO lbid. , p. 327.
11 1
Cadastre national, cit., p. 521 , ove però il cognome Drio/i appare sotto l 'erronea grafia Dr ilo. Da notare
inoltre che un Massimi/iano Drioli nato nel 1892 a Isola ha sposato il 14-1- 1918 a Pirano una Giovanna Benvenuto
pure di Isola, ma i due sposi evidentemente non si sono fe rmati a vivere a Pirano in quanto il Cadastre national,
cit., non segnala alcuna famiglia Dr io/i a Pirano nel 1945. Pure un Romano Dr io/i nato a Isola nel 1891 , giornalista,
si è unito a Pirano con la maestra piranese Maria Schiavuzzi il 26- 11-1 92 1, ma in tale data egli abitava già a Trieste
ove ha portato sottinteso a vivere anche la moglie; e vi aggiungiamo un Nicolò Drioli nato nel 1888 a Isola,
pescatore, già vedovo, risposatosi l' 1-5-1943 a Strugnano di Pirano con l' isolana Margherita Del ise nata nel 1913,
restando ben inteso il fatto che i due coniugi abbiano continuato la loro vita a Isola. Va peraltro ancora segnalato
che nel 1945 vi era a Poi a l tàmiglia Driui(J . BRATUL!é i P. StMUNOV té, Prezimena i naselja u lstri: narodnosna
statistika u godini oslobodenja, [Cognomi e abitati in !stri a: statistica per razionalità nell 'anno della liberazione],
libro primo, Pola-Fiume 1985, p. 26 1), di evidente origine friulana, come già visto alla nota l 02.
11 2
Infatti. già nella prima elezione del Consiglio Municipale di Trieste nel 1850 fra gli elettori del IV Corpo
Elettorale di Città troviamo un Donato Drioli e un Nicolò Drioli (cfr. la Lista degli Elettori nel Regolamento
provvisorio per la prima elezione del Consiglio Municipale della Città immediata di Trieste. in base alla
Costituzione promulgata con Sovrana patente 12 aprile 1850, Trieste. 22 luglio 1850). Inoltre, nelle elezioni
triestine del 1903 individuiamo nel Il Corpo Elettorale di Città un Carlo Dr io/i possidente fu Nicolò e il di lui
frate llo Enrico Dr io/i possidente fu Nicolò, e nel IV Corpo Elettorale di Città un Gioachino Dr io/i oste fu Antonio
(Elezioni Generali del Consiglio Municipale di Trieste 1903- Liste Ele fforali Rellijìcate, Trieste, 2 aprile 1903,
p. Il e p. 67) . Da segnalare perdipiù che il detto Carlo Drioli possidente fu Nicolò, elettore a Trieste nel 1903 , si
identifica senza dubbio con il Carlo Drioli cajfeffiere che nel 1894 abitava a Trieste in via Sanità 9, anno in cui
abitavano a Trieste pure altri quattro Drioli, ossia Domenico Drioli marittimo domiciliato in via Fontanone 18,
268 M. BoNIFACIO, Cognomi d'Isola d'Istria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278

due guerre. Tra le famiglie isolane Drioli stabilitesi fuori Trieste, ricordiamo 3
famiglie a Monfalcone e l a Staranzano di Monfalcone, l famiglia a Gorizia, l a
Udine, l a Capriva del Friuli (Udine), I a Venezia, l a Padova 113 , l a Brescia, l
ad Alassio (Savona) e l a Roma 11 4 • Nell 'attuale Isola d' Istria non esiste più il
cognome Drioli .

Cognomi isolani: Moratto


Il Morteani annovera i Morosini tra le antiche famiglie di [sola ivi presenti fin
dal 1346 115 , e poi dice la stessa cosa anche dei M o ratto 11 6, trascurando però i l fatto
che i Morosini siano in realtà tutt' uno coi Moratto, dei quali ultimi poi ne riparta
affermando al contrario che sono giunti a Isola " nel principio del 1300 e forse
molto prima" da Latisana del Friuli 117 , senza però produrre alcun documento di
comprova, per cui si tratta di una sua convinzione personale e niente di più. Moratto
è invece un casato isolano indigeno, come risulta dalle nostre ricerche, detto in
origine Marasino o Moresino , poi Maretto, Mauruzio e Morucio , e infine Morato ,
Moratti e Moratto.
Così, nel documento C del29-9-1346 tra 82 consiglieri nobili isolani individuia-
mo un Franciscus Morexini 118 e il di lui figlio Dominicus Francisci Morexini 11 9, il
quale ultimo compare anche in precedenza lo stesso giorno nello strumento sincro-

Domenico Dr io/i agente vivente in via Muda Vecchia 2, Giuseppe Dr io/i macchinista alloggiato in via Madonnina
14 e Ugo Dr io/i impiegato residente in via Poste 2 (Supplemento alla Guida Generale pel 1894 (Edizione speciale
per Trieste), p. 17, in Guida generale amministrativa commerciale e corografica di Trieste, il Goriziano, l '/stria.
Fiume e la Dalmazia. anno l, Trieste, l 894). Ancora, il citato Domenico Drioli che nel l 894 abitava a Trieste in
via Fontanone 18, in realtà cuoco mari/limo sposato con Maria Maraspin (di origi ne sotti nteso piranese ), ebbe da
coste i al meno un figlio· Neri Drio/i nato a Trieste nel 1889 ·il quale poi si sposò in qualità di meccanico il
7-4-1920 nella chiesa di S. Antonio Vecéhio di Trieste con Emilia Cecchinato nata nel 1892 a Tezze (Treviso).
Nell'odierna Trieste. oltre ai Drioli di sangue isolano, vi rilev iamo altresl l famiglia Driuli (italianizzazione di
Driul) di chiaro ceppo fr iulano, forse continuatrice della predetta famiglia Driul che c'era a Poia nel l 945, più 2
fan1iglie Dreolin di origi ne veneta o friulana.
113
Da chiarire che il cognome Drioli non esisteva nel Veneto fino al 1945. ove gli attuali soli utenti Drio/i
di Venezia e Padova sono appunto oriundi da Isola d' lstria. Nel Veneto è invece diffuso il tipo Andria/i e simili
(A ndria/li, Andria/o, Andria/lo, ecc.), o Andrea/i e simili (Andrea/, Andrea/o, Andrea/a, ecc. ), come ad esempi o
a Verona, ove Andrea/i con oltre l 00 utenti è uno dei cognomi più frequenti e segue di poco Castellani che è al
15° posto con 135 utenti (cfr. E. DE FELICE, l cognomi italiani, cit., p. 72).
114
Da osservare che l'utente isolano Drioli di Roma è l' unico nella capitale con tale cognome, mentre
l' utente Driul ivi presente è di provenienza friulana.
11 5
L. MoRTEANI, Isola ed i suoi statuti, cit., p. 55.
I 16 fbid. , p. 59.
I 17 fbid. , p. 63.

ll S. Jbid., p. 221.

l I9 lbid., p. 220.
M. B ONIFACIO, Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278 269

no B del 29-9-1346 come Dominicus Francisci Moroxini 120 , e ancora il9-l 0-1346
quale Dominica Francisci Moresini 121 .
Tra i discendenti del detto Domenico di Francesco Morosino o Moresino del
1346, citiamo un ser Maretto de Jnsula il 22-7-1394 122 , mentre il primo compo-
nente del casato che appare nei 67 testamenti isolani del Russignan è un Mauritio
condam ser Antonii in data 26-9-1484 123 , detto Mauro de Morucio il 9-3-1492. 124
La grafia Morato inizia in data 23-7-1528 con domino Ioanne Morato giudice
e nunzio del podestà di Isola 125 . Mentre, il modello grafico Moratto- poi impostasi
come grafia ufficiale definitiva del cognome, che perdura a tutt'oggi - risale al
primo testamento del 19-11-1546 di domina Bilia relicta condam ser Almerigo
Moratto 126 , da cui apprendiamo che il figlio Francesco si trova prigioniero in
Turchia, e ove tra l'altro vengono menzionate la vigna di certo Mori(= Moro) cioè
Mauro e la chiesa di San Moro 127 ossia di San Mauro. Da dire inoltre che un altro
figlio della suddetta donna Bilia vedova del fu ser Almerigo Moratto viene
nominato nel codicillo (= atto aggiuntivo) al di lei terzo testamento, cioè il
14-1-1559 nelle sembianze del condam ser Domenego Moratto suofio/ 128 , peraltro
poi indicato il 7-10-1562 quale ser Menego Moretto 129 , il che significa che il
modello cognominale Moratto si sia affermato nettamente appena nel corso del
' 600 o del '700, o meglio durante 1' 800, dato che, ad esempio, come poi vedremo,
ancora nel 1775-76 appare la grafia Morato con una t sola, avvertendo nel contem-
po che talvolta compare pure l' altra grafia Morali o Moratti o de Moratti, seppure
saltuariamente. In tal modo, Vincenzo de Castro, illustre letterato (fu professore di
letteratura classica ed estetica e quindi Decano della facoltà filosofica nell 'Univer-
sità di Padova), pedagogista, poeta e giornalista, morto a Milano il 18-1-1886 (a
lui sono intitolate una via a Padova e una a Roma), nacque a Pirano il 5-7-1808

120
lbid., p. 2 17.
121
Ibid., p. 224.
122
lbid., p. 235. ave beninteso ser Maretto non è il nome ma il cognome, per cui ser Maretto sottintende in
realtà un Maretto de ser Maretto, cioè in prati ca un More/lo More/lo.
123
G . RussJGNAN, op. cit., p. 38.
124
lbid., p. 40, per cui il precedente Maurutio condom ser Antonii del 26-9-1 484 sta chiaramente per
Maurutio condom ser Anioni i de Maurutio.
125
lbid. , p. 56.
126
l bid. , p. 82.
127
!bid., p. 83-84, ove la detta chiesa appare precisamente come chiesa de messer San Moro (ibid. , p. 84),
la quale venne rieditì cata l'anno dopo cioè nel 1547 (ibid., p. 85). Da dire inoltre che essa chiesa viene ad esempio
nominata già 79 anni prima, il 2 1-7-1 477, per ben tre volte quale giesia de San Moro (ibid. , p. 27).
128
lbid. , p. 102.
129
l bid. , p. l 06.
270 M. B ON IFACIO, Cognomi d' Isola d' lstria. Alli. vol. XXVI, 1996, p. 243-278

dall ' avvocato piranese Giovanni de Castro e da Teresa de Moratti di Isola 130 .
Riprendendo il filo del discorso, perdipiù, nel medesimo già citato libro del
Russignan troviamo ad esempio il testamento del 13-12-1562 di donna Bartholo-
mea relicta condam ser Maretto de Menis 131, a compn)Va che Moretta - variante
di Moratto e alterato diminutivo di Moro cioè Mauro - veniva usato come perso-
nale pure presso altre famiglie isolane, analogamente alle altre varianti consimili
Mauro , Maureto o Mauretto, Moro ecc. Cosicché, citiamo ancora il 25-9-1508 un
ser Maureto de Tamario 132 (ser Maureto T amaro), il cui figlio ser Nicolaofilio ser
Mauri de Thamario si palesa l' 11-5-1570.133 Si veda pure il testamento del16-12-1575
di ser Bartholomeo del condam ser Moro de Coleti citadino de Isola 134 , quindi l' altro
testamento del 17-3-1579 di ser Balsaminofiol de ser Moro de Lise condam ser
Mathei 135, mentre il 30-12-1579 incontriamo ser Mauretto Vascotto 136 .
Dunque riassumendo, l' odierno cognome isolano Moratto - identicamente
all ' omonimo cognome italiano Moratto - deriva dal nome Moratto, alterato e
derivato dal nome base Mòro, forma popolare di Mauro , che conti nua in parte il
soprannome e poi personale latino Maurus, formato dall ' etn ico Maurus " abitante,
oriundo dell a Mauritania, dell ' Africa settentrionale" (ma anche in senso fi gurato
" di pelle e di carnagione molto scura" ), e in parte maggiore formato dall ' aggettivo
mòro, continuatore del latino Maurus, che nel Medioevo aveva assunto pure il
nuovo significato di " Saraceno" , cioè appartenente alle popolazioni di reli gione
islamica del Mediterraneo 137 .
Il nome Mauro , oggi abbastanza diffuso in Italia (ove si contano 95.000

13
°
Cfr. M. ZAN INI, " Vincenzo de Castro piranese, patriota fervente, maestro di cultura. pedagogista
insigne", Prima parte. sul periodico La Voce di San Giorgio, nuova serie, Trieste giugno-luglio 1987, n. 38, p. 4.
Peraltro, nell 'albero genealogico dei Castro di Pirano (foglio 17), compilato dal canonico piranese Domenico
Vidali (1847- 1905), la madre del detto prof. Vincenzo de Castro (1808) compare come Maria Teresa Morali.
13 1
G. RuSSIGNAN, op. cii., p. 108 . Il detto defunto ser Maretto de Menis si identifica probabilmente col
Moretus de Menis presente a Isola già il 17-1 0-1 519 (''Senato Mare- Cose dell ' lstri a". AMSJ, vol. IX, 1893, p.
102). lnoltre, nel casato de Menis (oggi Menis) troviamo un Maurus filius ser Dominci de Menis già molto prima,
il 14-7- 1477 (G. RussiGNAN. op. cii., p. 26), il quale testamento, ril eviamo, viene dettato a Isola presso la casa
degli eredi di donna Coletta moglie del fu Mauro pievano (ibid.. p. 26), per cui ne deriva che alcuni anni prima
del 1477 vi era stato a Isola un pievano di nome Mauro.
132
G. RUSSIGNAN. op. cii. , p. 49.
133
Jbid. , p. 125 .
134
lbid. , p. 136. Si tratta di un componente degli antichi Coletti cioè Nicoletti isolani estintisi all ' inizio
dell ' 800.
135
lbid., p. 143, in cui siamo di fronte a un membro dei Delise, casato isolano ancor oggi tìorente a Trieste
e altrove.
136
lbid., p. 147 .
137
Cfr. il cognome Mòri e relati vi alterati e derivati in E, DE FELICE, Dizionario dei cognomi italiani, cit.,
p. 172-173.
271

maschi così chiamati), è sostenuto dal culto di vari santi e sante, tra cui San Mauro
abate, discepolo e compagno di San Benedetto da Norcia, patrono di vari centri
italian i e in particolare di Cesena (Forlì) e Casoria (Napoli), festeggiato .il 20
gennaio, quindi San Mauro vescovo e patrono di Bisceglie (Bari), che si festeggia
il27 luglio, e Santa Maura martire a Ravenna sotto Decio (13 febbraio) 138 . Il San
Mauro patrono di Isola d'Istria, che fu vescovo e confessore a Verona, si festeggia
140
invece il21 novembre, 139 come a Parenzo, poiché si tratta dello stesso protettore •
Da segnalare inoltre che a Isola il nome Mauro assurse a grande prestigio già
verso la fine del ' 300, in seguito all ' evento che, durante la guerra di Chioggia
(1378-81) tra Venezia e Genova (perduta da quest'ultima). E essendo stata
occupata Isola nel 1380 per la seconda volta dai Genovesi 14 1, questi- secondo la
tradizione - rimasero accecati, e quindi furono rapidamente sconfitti, per cui gli
Isolani la chiamarono la vittoria di San Mauro, e assunsero per stemma comunale la
colomba con un ramo d' olivo in bocca 142, anche se in realtà furono le guarnigioni di
Capodistria e Pirano che concorsero a liberare la città di San Mauro dal nemico. Il
culto di San Mauro a Isola è però molto più antico, dato che il plebanato (= pieve,
pievania) di San Mauro di Isola è documentato già il 3-12-1082 143 , mentre il
3-6-1212 vengono citate le festività di San Mauro e San Donato e di San Sisto sempre
a Isola 144 •
Riguardo il fatto che i Moratto di Isola in origine si siano chiamati pure
Morosino o Moresino, è chiaro che si tratti dell ' esito popolare di Maurocino o
Mauricino, ricordando che già il 12-3-933 è testimoniato a Capodistria un Mauro-
ceno filio Mauroceni de Justinopoli 145 ossia Maurocino figlio di Maurocino di

138 Cfr. il nome Mauro in E. DE FELICE, Dizionario dei nomi italiani, cit., p. 257, e in C. TAGLI AV1N1, Un
nome al giorno, Torino, 30 di ce mbre 1955, p. 259-260.
139 Cfr. sempre il nome Mauro in C. TAGLIAV1N1, op. cii., p. 260.

°
14 Ctr. l' arti coletto " l miraco li di San Mauro " sul periodico isolano Isola Nostra. Trieste, ottobre 1994, n.
316, p. IO. Sì veda inoltre l' importante contributo di G. Cuscno, " l santi Mauro ed Eleuterio di Parenzo.
L' identità, il culto. le reliquie" . ACRSR. vol. XV I (1985-86), p. 33-59, ove viene confe rmata la ri correnza stori ca
di San Mauro di Parenzo al 21 novembre (ibid., p. 35), le cui spoglie sarebbero state trasferite nella primitiva
basilica di Parenzo intorno agli ann i 380-386 (ibid., p. 45).
141 L. MORTEANI, Isola ed i suoi statuti. cit. , p. 20. La prima occupazione di Isola ad opera di truppe del
Friuli di parte genovese era avvenuta il 25-8-1 379 (ib id., p. 20).
142 lbid. , p. 20, ove però appare scritto erroneamente che la pace di Torino fra Venezia e Genova venne
conclusa il 24-8-1 387, invece che 1' 8-8-1 381 (in propos ito cfr. M. BONIFACIO, Antichi casali di Pirano d 'Jstria:
lndrigo, Trieste, novembre 1995, p. 45, nota 74).
143 CDI.
144 /bid. Da notare che San Donato- detto in dial etto isolano San Donà - è ancora oggi il compatrono di
Isola, e viene celebrato il 7 agosto (cfr. l'articolo "Conservare le trad izioni dei padri " su Isola Nostra. cit., 1994.
n. 316, p. 16).
14 5 CDI.
272 M. B ONIFACIO, Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278

Giustinopoli (= Capodistria) o Morosino figlio di Morosino di Giustinopoli, men-


tre nel giugno 960 troviamo a Rialto (Venezia) quattro cittadini veneziani di
cognome Maurocenus 146 cioè Morosino, antichissimo e nobile casato veneziano,
ancor oggi fiorente a Venezia come Morosini, che ha dato alla Serenissima grandi
uomini tra cui quattro dogi nonché due regine. 147 Perdi più, a comprova che il nome
e cognome isolano Moratto o Maretto sia la stessa cosa di Maurocino o Mauricino
o Morocino o Moracino o Moraceno o Morosino-Moresino - forma ultima origi-
naria del cognome registrata a Isola fin dal 1346- nel 1403 intercettiamo a Pola un
Alvise nep. s. P. Moretti 148 cioè Luigi nipote di ser Pietro Moretta o Moretti, il quale
Pietro Moretti pur trovandosi a Pola era però senza dubbio di Capodistria al pari del
nipote Luigi 149, e viene poi detto nello stesso documento Petrus Moraceno 150 •
È interessante ancora far notare come, mentre dalla precitata primitiva grafia
Moroxino-Morexino-Moresino del 29-9-1346 e 9-10-1346, a Isola si è formato
infine il cognome Moratto, a Capodistria dalla detta primitiva forma Mauroceno
del 12-3-933, attraverso le varie grafie intermedie Mauruzio o Maurucio o Mau-
ruzzi, 151 e Morosino o Moraceno o Morachini o Morelli o Moro, 152 alla fine si è
imposto il tipo cognominale Mori o Demori, il quale ultimo è sopravvissuto fino

146
lbid.. ove difatti su 70 testi presenti appaiono uno Joannes Maurocenus, un Petrus Maurocenus, un
Dominicus Maurocenus e uno Stephanus Maurocenus . Come risulta dalle carte, la detta forma cognominale
Maurocenus dopo il 1100 passa a Morosinus o Morosinius o Morisinius, in modo che il 5-3-1 11 6 (ibid.) è
comprovato ad esempio a Venezia uno Joannes Morisinius.
147
Cfr. il cognome Morosini in G. de Torro, //patriziato di Capodistria, Parenzo, 1939, p. 56-57. estratto
daAMSI, vol. XLIX (1939).
148
B. BENUSSI, op. cii., p. 364.
149
Infatti , nella medesima citata fonte vi compaiono nel 1403 a Pola pure altri cittadini di evidente
provenienza capodistriana, ossia Vigil ux. s. Nassivere de Cap. (= Capodistria), Nat. de lustinopolis. Petrus de
lustinopoli, Dominicus nepos Nata/ de lustinopoli. Andr. q. s. Petri de Ricobonis (Andrea del fu Pietro Riccobon),
e !oh. fil. s. Greg. de Tarsia (B. BENUSSI, op. cii., pp. 363-364-365).
150
lbid. , p. 365.
15 1
Cfr. il cognome Mauruzzi in G. de Torro, op. cii., p. 54. il quale cognome Mauruzzi o Mauruzio o
Maurucio, che esisteva ancora nella prima metà del '600 (ibid. , p. 54), ed era tutt' uno coi Mauroceno o Moraceno
o Marasino o Morachini o Morelli o Moro, è poi continuato e continua a tutt'oggi come Demori.
152
Il Tommasich registra infatti sia i Morachini che i Morelli e i Moro nel ' 500 a Capodistri a (A .
TOMMASICH, op. cii., p. 36), ignorando però egli il fatto che si tratti in effetti di tre varietà grafiche di un unico
casato poi proseguito sino a noi quale Demori, come già detto nell a nota precedente. Da avvertire quindi che
l'antica precitata forma cognominale capodistriana Marasino è andata perduta, e non ha niente a che vedere per
origine coi Marasino poi Morosini di Venezia già menzionati alla nota 147, un cui ramo trapiantato a Capodistria
(G. de Torro, op. cii., p. 56-57) dovrebbe oggi proseguire a Trieste. Da rilevare ancora che, sebbene il Cadastre
national, ci t., non segnali alcuna famiglia Morosini nel 1945 a Capodistria, tuttavia nell 'elenco telefonico slove no
del 1989/90 notiamo 2 famiglie Morosini a Capodistria, le quali potrebbero essere originarie dall 'lstria meridio-
nale, dato che lo stesso Cadastre naliona/, cit., p. 171 , 199, 362, registra nel 1945 in lstria 2 fami glie Morosin
divenute Morosini a Valle, l Morozin ad Arsia e l Morosini a Laurana, le quali erano invece sottinteso tutte
Morosini, ri cordando nel contempo che nel 1945 esistevano pure 2 famiglie Morosi ni a Pola.
M. BONIFACIO, Cognomi d'Isola d'Istria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278 273

ai nostri giorni 153 . Tuttavia, come abbiamo visto il cognome isolano Moratto
diventare pure Maretto il 22-7-1394 e il 7-10-1562, così l'anzidetto cognome
capodistriano Maretto o Morelli o Moraceno del 1403, fiorente oggi a Trieste come
De mori, appare nel '500 altresì nella rara grafia Morato, per cui si veda ad esempio
Giulio Mora! o, nato nel 151 O a Capodistria, frate minore guardiano del convento
154
di San Francesco di Capodistria, processato nel 1557 a Venezia per eresia .
Occorre pure precisare che il cognome Moratto, registrato dal De Felice quale
alterato-derivato del cognome-base Mòri 155 , pur non essendo di alto rango come
Moretti 156 , è comunque comune a buona parte dell'area linguistica italiana, da nord a
sud e da est a ovest, ossia dali'Istria alla Corsica, come lo dimostra ad esempio la
circostanza che il20-3-1618 il governo di Venezia decise di spostare dali'Istria veneta
alla Lombardia veneta le milizie corse di cinque capitani corsi, due dei quali si
chiamavano Giorgio Morato e Guido Morato 157 , cognome tuttora vivo in Corsica.

153
Nel 1886 vi erano ancora 4 famiglie De mori a Capodistria (A . ToMMASICH, op. cii., p. 29), poi ridotte a
2 nel I 945 (Cadastre national. ci t. , p. 390), oggi proseguenti a Trieste, ove dopo l' insediamento si sono rigenerate
aumentando di numero. Da rilevare inoltre come malgrado le continue variazioni grafiche del detto cognome nel
corso del tempo. era scontato che alla fine prevalesse la forma Mori-Demori a Capodistria, ove ad esempio, e ciò
può essere decisivo. già in due documenti sincroni deii ' 8-I0-1310 (CDI) è presente un Petro de Mauro, per cui
tutte le altre grafie erano secondarie rispetto a quella de Mauro oggi De mori. Anche a Pirano è esistita anticamente
una casata de Mauro documentata dal XIV secolo secondo il Morteani (L. MoRTEANI. Notizie storiche della ci/là
di Pirano, cit., p. 156), che invece è ben più antica come da noi rilevato, dato che già il4-3-1205 (CP l, p. 79) è
testimoniato a Pirano uno lohanne de Mauro, tra i cui discendenti citiamo il6-4-1337 (CP Il, p. 242) un Baseglo
condam Dominici de Moro e il4-l-1349 (ibid., p. 363) uno lohannem Mori detto lo stesso giorno anche lohannes
Mori (ibid. , p. 365). Menzioniamo altresl il 4-10-1269 (CP l, p. 178) un Mauro de Castignolo, chiamato poi il
18-12-1284 (D. MIH EUè. op. cii .. p. 102) Morus de Castignolo. qui mmc moratur Pirani. che sembra poscia
identificarsi col Maurum de Saçolis (= Mauro di Sicciole) del 31-10-1305 (CP Il, p. 52).
154
F. SEMI, "Giulio Morato", in /stria e Dalmazia uomini e tempi : lstria e Fiume , p. 184-185, Istituto
Regionale per la Cultura lstriana, Osteria Grande (Bologna), 1991 , p. 184-185. In relazione ancora alle continue
variazioni grafiche dei Moraceno o Morelli o Moraro e consimili capodistriani, in una confinazione sul comune
di Sterna in data 22-4-1693 interviene quale gi~dice arbitro tale D. Francesco Morelli (Stampa Comun di
Topolovaz. e Nob. Sig. Co. Francesco de Tarsia Assuntor di Giudizio al Taglio, Venezia, 1783, p. l 0), sottinteso
di Capodistria, mentre in un ' altra determinazione di confini tra Sternae Cucibrech datata a Cucibrech i19-ll-171 9.
viene detto che già quarant'anni prima, cioè nel 1679, cinque nobili capodistriani avevano verificato i detti confini,
tra cui un Andrian Morosini (dei precitati Morosi ni di Venezia trapiantati a Capodistria) e un D. Simon Morali in
rappresentanza dello zio Domenico Fonda di Pirano a quel tempo padrone della villa di Cucibrech (Stampa Comun
di Topolovaz, ci t. , p. 27). Inoltre, nel 1806 è attestata la presenza di uno Zuanne Morelli di Pinguente a Buie ove
era ancora vivente nel 1840 (L. UGUSSI- N. MoRAno, op. cit. , p. 221), il quale Zuanne Moretti di Pinguente era
però certamente di origine capodistriana. Da ricordare infine che il 29-5-1602 il vescovo Girolamo Contarini
investi i fratelli Morali (sottinteso di Capodistria- n.d.r.) del diritto sulle decime della villa di Popetra (G. GRA VISI,
Toponomastica del comune di Marésego nel/ '/stria, Parenzo, 1930, p. 20).
155
E. DE FELICE, Dizionario dei cognomi italiani. ci t. , p. 172.
156
Morelli è infatti il 23° cognome maggiormente diffuso in Italia con 8.839 utenti pari a 48.071 persone
(E. DE FELICE, l cognom i italiani, cit., p. 34). Inoltre Morelli è ad esempio il29° cognome a Milano con 615 utenti
(ibid. , p. 62) e il 13° con 1.075 utenti a Roma (ibid. , p. 96), ove invece ci sono soltanto un paio di utenti Moratto
e IO Moralli più 2 Morati .
157
"Senato Mare- Cose dell ' lstria", AMSJ, vol. XII (1897), p. 442.
274 M. BoNIFACIO, Cognomi d'Isola d'lstria, Alli. vol. XXVI, 1996, p. 243-278

Continuando, l'antico casato dei Moratto, iscritto al Consiglio nobile di Isola


fin dal29-9-1346, oltre che consiglieri e giudici (si veda il già citato giudice Ioanne
Morato del23-7-1528), ha dato pure dei prelati, per cui Pasquale Morali fu parroco
di Isola dal 21-3-1651 al 9-9-1662, data della sua morte 158 , e Simone Morali
divenne parroco il6-4-1694 159 rinunciando però alla parrocchia nel 1700 160 . Perdi-
più, Christophorus Moratus et Marcus Manzuoli donarono nel 1686 al pievano di
Isola Pre Marino Contesino (= Contesini) un originale Ieggìo di legno esistente
ancor oggi nel duomo di Isola, recante appunto un'iscrizione con i nomi dei detti
due donatori 161 . A dimostrazione ancora che i Moratto furono ricchi possidenti, nel
1775-76 un Nicolò Morato era proprietario assieme a Zuanne de Menis di un
terreno in contrada Marzanè ossia Ronco 162 , intanto che un Vittorio Moratti era
comproprietario assieme al canonico isolano don Zuanne Goina di una costieretta
boschiva a Bosemè 163 , e lo stesso Vittorio Moratti qm Mauro da Isola possedeva
pure una stanza(= stanzia cioè podere con casa colonica) e un terreno pascolivo
(= pascolativo) assieme al socio Domenico Diminich qm Steffano a Cugn (=
Cugno) nel territorio di Albana 164 . Va ricordato anche un Giuseppe Morato, il
quale pur non avendo ancora raggiunto l'età prescritta, venne eletto notaio di Isola
al posto del defunto padre ii3-I0-1789 165 .
I Moratto si distinguono però particolarmente tra le famiglie isolane per aver
conservato, tramite un ramo, la loro antica nobiltà, seppure per un breve periodo di
tempo, anche sotto l'Austria, apparendo essi infatti tra i nobili dell'lstria confermati
dall'imperatore Francesco I dall'1-1-1816 al31-12-1834 166 , ove vengono indicati
come Moratto 167 anche se in realtà in altre occasioni sono presentati quali de
158
L. MORTEANI, Isola ed i suoi statuti, cit., p. 89.
159
lbid. , p. 89.
16
°
Cfr. don Attilio De lise su Isola Nostra, cit. , maggio 1968, n. 31 , p. 2, ovc egli menziona pure un Antonio
Moratto Contesini (in cui Morallo è il secondo nome di Antonio Contesini oppure siamo di fronte al doppio
cognome Mora/lo Contesini), che nel 1778 era cancelliere podestarile a Isola.
16 1
G. CAPRrN, op. cii. , Parte Il , p. 209.
162
V. MORJSINIIV, op. cii. , p. 140, ove però il detto Zuanne de Menis appare scritto erroneamente Zuanne
de Mevis. Da notare inoltre che le citate località isolane di Marzanè e Ronco confinano col territorio di Pirano.
163
lbid. , p. 143, ove Bosemè, che si trova in territorio isolano, oggi si chiama Bosumè.
164
lbid., p. 345 .
165
"Senato Mare- Cose dell ' lstria", AMSI, vol. XVII ( !901 ), p. 266.
166
G. PusTERLA, l nobili di Capodistria e dell'fstria con cenni storico-biografici, terza edizione. Capodi-
stria, 1888, p. 32, ove la detta famiglia Moratto nobile è rappresentata dai tre componenti Giuseppe, Domenico
Stefano e Mauro, i quali pur essendo nativi di Isola all 'epoca dimoravano però a Pirano (ibid., p. 32). Inoltre, nell o
stesso periodo fu nobile dell'Austria pure Giovanni Pietro Antonio Besenghi degli Ughi. nato a Isola ma abitante
a Capodistria (padre di Giacomo e Pasquale, il poeta), creato per meriti speciali da papa Pio VI Conte Lateranense
e Cavaliere dell 'Ordine di Cristo (ibid. , p. 31 ).
167
lbid. , p. 32.
M. B ONIFACIO. Cognomi d' Isola d' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278 275

Moratti, come ad esempio la già nominata Teresa de Moratti unitasi verso il 1807
con l' avvocato piranese Giovanni de Castro. Tale ramo nobile si è però estinto
nella seconda metà dell'800 per mancanza di eredi maschi, e a quanto risulta dai
libri matrimoniali isolani, dei tre componenti della famiglia citati alla nota 166, uno
solo - Mauro - ha avuto una figlia, la quale in qualità di Teresa de Moratti,
possidente civile di anni 24, fu Mauro de Moratti possidente civile e fu Flora
Piacentini, ha sposato il 30-4-1853 a Isola certo Nicolò Marchetti di anni 22 .
Riguardo invece il modello grafico del cognome, riferito all'intero casato,
come già avvertito in precedenza la grafia definitiva Moratto si è fissata solo
nell'800, e a essere più precisi- lo diciamo adesso- ad iniziare dal 1863 in poi.
Infatti, come notiamo dai registri matrimoniali isolani, un Pasqua/in Moratto
pescatore, di anni 33, di Antonio Moratto pescatore e di Maria Degrassi, sposa il
6-2-1847 a Isola Angiola Zaro di anni 24, di Nicolò Zaro e di Angiola Degrassi . ll
fratello del detto Pasquali n Moratto appare invece come Domenico Moratti pesca-
tore, di anni 36, fu Antonio Moratti pescatore e di Maria Degrassi, quando il
20-11-1848 si unisce a Isola con Maria Zaro di anni 23 , di Giovanni Zaro e di
Domenica Drioli. Inoltre, una Caterina Moratti nata nel1838,.fu. Giovanni Moratto
(non Moratti come la figlia) e di Lucia Drioli, sposa il 15-5-1858 Domenico
Ulcigrai pescatore nato nel 1834. In tale data matrimoniale si rileva per l' ultima
volta la variante grafica Moratti, mentre nei successivi matrimoni di altri membri
del casato sia maschi che femmine, dal 28-11-1863 in avanti appare sempre e
soltanto la forma Moratto, divenuta finalmente la grafia ufficiale del cognome,
tuttora in uso.
Nel 1945 vi erano Il famiglie Moratto a Isola-città 168 , più altre 4 famiglie
Moratto a Corte d 'Iso la 169 , l a Cedo la 170 , 3 a Scamal 171 , l a Baré 172 e l a Settore 173 .
Inoltre, ben altre 44 famiglie Moratto di sangue isolano vivevano fuori del
174
territorio di Isola, di cui l a Luzzano nel comune di Pirano, 3 nel contado
175
capodistriano di cui 2 a Montetoso e l a Cavriago 176 , 23 famiglie Moratto a

168
Cadastre narional, cit., p. 521.
169 lbid. , p. 520, ove appaiono erroneamente come Moraro.
170
Jbid., p. 519, scritta erratamente Moraro.
171
Jbid. , p. 524, anche qui scritte Mora/o.
172
lbid. , p. 523. in cui compare però come Mora/o.
173 Jbid. , p. 523, presentata quale Mora lo.
174
lbid. , p. 533, scritta Moraro. il cui capofamiglia era un Giovanni Mora/lo agricoltore nato nel 1906 a
Luzzano, di Giovanni Moratto agricoltore e di Anna Scherl ich, sposa tosi l' ll-11-1 93 1 a Strugnano con Giovanna
Jugovaz nata nel 1910 a Luzzano, come appuriamo nei libri matrimoniali piranesi.
175 Jbid. , p. 451 , scritte Moraro .
176
Jbid. , p. 451 , scritta Mora/o.
276 M. BONIFACIO, Cognomi d' Isola d ' Istria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-278

Buie 177 , 15 famiglie Moratto a Parenzo 178 e 2 a Pola 179 • I primi avi dei Moratto
buiesi sono un Antonio Morato nato a Buie nel 1603 e un Pietro Moratto ivi
deceduto nel 1675 180 e quindi nato forse prima del 1600, verosimilmente fratello
di Antonio, ove pur non essendo indicati nome e provenienza del loro padre 181 è
però praticamente certo che egli fosse di Isola 182 . Mentre, il capostipite dei Moratto
parenzani è un Matteo Morato da Isola aggregato al Consiglio Nobile di Parenzo
1' 8-6-1685 183 .
Nonostante l'esodo, a tutt' oggi si riscontrano 4 famiglie Moratto a Isola e 3 a
Corte d'Isola, più altre 2 famiglie Moratto a Capodistria e 2 a Villa Decani,
sottinteso sempre di origine isolana, tutte però scritte Morato nell'elenco telefonico
sloveno del 1989/90, cui va aggiunta una famiglia Moratto a Sezza di Pirano, scritta
anche questa Morato, presente però solo nell'elenco telefonico del comune di
Pirano del 1995 e perciò stabilitasi a Sezza dopo il 1990. Peraltro, la grande massa
dei Moratto isolani e istriani oggi vivono naturalmente a Trieste, ove- a parte i 5
utenti Moratti di origine friulana e veneta 184 - contiamo, escludendo le aziende, 70
utenti ovvero famiglie Moratto, originarie da Isola, Buie e Parenzo, le quali sono
però tutte di antica stirpe isolana, come già sappiamo. Da aggiungere 4 famiglie
Moratto a Duino Aurisina (Villaggio del Pescatore), l a Muggia, 1 a Bagnoli della
Rosandra (comune di San Dorligo della Valle), e 1 a Sgonico (in frazione Sama-

177
lbid. , p. 6.
178 lbid. , p. 92.
179 Cfr. G. GIURICIN, L 'lstriaè lontana: unesodosenzas/oria, Trieste, 1981 , p. 206, ove anche se il cognome

Moratto, analogamente agli altri cognomi di Pola, viene solo ricordato a memoria d' uomo (ibid. , p. 178), e non
vi èaltra indicazione in proposito, tuttavia è presumibile che esso cognome fosse rappresentato da almeno un paio
di famiglie nel 1945, le quali a loro volta erano quasi certamente di ceppo parenzano.
180 L. UGUSSI- N. MORATTO. op. cii., p. 177.
181 lbid., p. 177.
182 1nfatti, malgrado non sia specificata la provenienza da Isola, un 'altra famiglia buiese isolana è senz'altro
quella dei Cari in i o Cari in, documentati a Buie dal 160 l (L. Uouss1 - N. MoRA TTO, op. cii., p. 174}, parimenti ai
Vascotto buiesi dei quali viene però precisato che hanno per capostipite un Cristoforus Vascolto de lnsula morto
a Buie nel 1651 (ibid. , p. 195).
183 C. de FRANCESCHJ, " Il Consiglio Nobile di Parenzo e i profughi di Creta", AMSI, N.S., vol. li (1952), p. 98.
184 1n merito appunto al cognome Moratti. vediamo ad esempio l utente Moratti a Udine e 2 utenti Moratti
a Pordenone (ove c'è anche l utente Morat, cognome " tagliato" di tipo dialettale settentrionale esistente anche in
Piemonte- cfr. il suffisso -alo in E. DE FELICE, I cognom i italiani, cit., p. 316), cognome quindi con scarsa presenza
nel Friuli, ove invece sono maggiormente diffusi i tipi Morelli (30 utenti a Udine. 7 a Pordenone, 4 a Gorizia),
Moras (26 utenti a Pordenone), Morassi (14 utenti a Udine e 3 a Gorizia), Morassut (24 utenti a Pordenone},
Morassutti (8 utenti a Udine, ecc.}, e simili . Per quanto riguarda il Veneto, a Venezia abbiamo 2 Morato e 2
Moratti ; a Padova l Morati, 23 Morato, l Moratti, 2 Moratto; a Treviso 2 Morato, l Moratti, 4 Moratto; a Vicenza
4 Morato e l Moratti ; a Rovigo l Morato; a Verona 12 Morali, 2 Morato e 4 Moratti. Ne deriva quindi che in area
veneta la grafia Mora/lo sia rara (4 utenti a Treviso e 2 a Padova}, rispetto ai più frequenti Morato (34), Morali
(13) e Moratti (9).
M. BONIFACIO. Cognomi d'Isola d' lstria. Alli, vol. XXV!. 1996, p. 243-278 277

torza), mentre fuori Trieste si registra una sola famiglia Moratto isolana vivente a
Marano Lagunare (Udine), ricordando però nel contempo che 3 famiglie Moratto
buiesi abitano a Fossalon di Grado (Gorizia), proprio in via Buie. 185

185 Non abbiamo rilevato alcun elettore di cognome Mora/lo nelle elezioni municipali triestine del 1850 e

1903 (ove invece sono presenti dei Drioli- cfr. la nota 112), per cui è evidente che i Moratto isolani e istriani in
genere siano recenti a Trieste, qui giunti soltanto in questo secolo, taluni dopo il1918 ma i più dopo ill945 .

ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE

ACRSR Atti del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno (dal 1970 in poi), Trieste-Rovigno.
AMSI Alli e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria (dal 1885 in poi ; stampati
prima a Parenzo, quindi a Pala, poscia a Venezia, e infine a Trieste dal 1971 in avanti).
AT Archeografo Triestino (dal 1829 in poi), Trieste.
CDI Codice Diplomatico Istriano (in cinque volumi), di P. KANDLER, Trieste, 1862-1865.
CP I Chartularium Piranense, vol. I (a. 1062-1300), di C. de FRANCESCHI, AMSI , vol. XXXVI (1924).
CP II Chartularium Piranense, vol. II (a. 1301-1350), di C. de FRANCESCHI, ParerÌzo, 1940.
DEI Dizionario Etimologico Italiano (in cinque volumi), di C. BATTISTI- G. ALESSIO, Firenze, 1975.
DEL/ Dizionario etimologico della lingua italiana (in cinque volumi), di M. CORTELAZZO- P. ZoLLI. Bo- ·
lagna, febbraio 1979 - maggio 1988.
278 M . B ON IFACIO, Cognomi d' Isola d ' lstria, Alli, vol. XXVI, 1996, p. 243-27 8

SAZETAK: "Prezimena Izole u lstri" - Autor obraduje cetiri izolanska prezimena, koja
uz iznimku prvog, potjecu iz stare romanske i lokalne matrice. Prvo prezime koja se
navodi je Bologna , kaje je sa sigurnoséu dokumentirano 1444, i koje potjece - kao i
istoimeno prezime Bologna koje nalazimo posvuda po Italiji, od sjevera do Sicilije - od
toponima Bologna, nazivana prvobitno Bonomia u Gala i Rimljana, i jos prije toga
Felsina u Etruséana.
Prezime Carboni potvrdeno je jos od 29./09./1346. kao Carbogne , tj. Carbone, koje
je zbog starog oblika Carbonci ( = Carbonucio) pogresno presto u Carboncich , te potjece
iz izvornog imena zanata (carbonaio = ugljenar) praoca obitelji i ima kao temely rijec
ugljen (carbone).
Prezime Drioli potvrdeno je 17./10./1325., a potjece iz imena Driòlo , hipokoristika
imena Andriòlo, umanjenice-izvedenice u -òlo imena Andrea, koje potjece iz grckog kroz
latinski Andròs ( = «Covjek», «ratnik»), ili iz rijeci andreia ( «Snaga>>, «muska hrabrost>> ).
Prezime Moratto potvrdeno je kao Moresino-Morosino 29./09./1346., i kao Morato ili
Moratto od 23./07./1528.; potjece od imena Moratto, iskrivljenog i preinacenog u -atto,
iz temeljnog imena Mòro, puckog oblika imena Mauro , koje nastavlja osobno latinsko
ime Maurus, iz etnickog Maurus , stanovnik Mauritanje i Saracen.

POVZETEK: "Priimki iz /strke Izole" - Avtor obravnava v tej razpravi stiri izolske
priimke, ki so, z izjemo prvega, starega lokalnega romanskega izvora. Prvi priimek, o
katerem je govor, je priimek Bologna , ki je bil z gotovostjo dokumentiran od leta 1444
dalje. Gre za priimek, ki ga je mogoce zaslediti povsod v Italiji, od Sicilije do severne
Italije. Omenjeni priimek izhaja iz krajevnega imena Bologna . Galei in Rimljani so najprej
imeli izraz Bononia , Etruscani pa Felsina.
Priimek Carboni je bil izprican vse od dne 29.9.1346 v dvek oblikah Carbogne ali
Carbone . Nato je zaradi stare oblike Carbonci (- Carbonucio) prese) pomotoma v
Carboncich . Ta priimek izhaja iz prvotnega poklica, ki ga je opravljal zacetnik te rodbine
- to je iz besede carbonaio (ogljar) in ima torej kot temeljno besedo carbone - oglje.
Priimek Driòli, ki je bil dokumentiran vse od dne 17.10.1325, izhaja iz imena Driòlo ,
skrcena oblika imena Andriòlo ali Andreòlo. Gre za pomanjsevalnico na -òlo, izhajajoco
iz imena Andrea . Slednje ime izhaja s svoje strani preko latinskega iz grskega imena
andr6s, to je "clovek", "vojscak". Ali pa iz besede " moc", "moski pogum".
Priimek Moratto izprican kot Moresino ali Morosino vse od 29.9.1346 ali kot Morato
ali Moratto od 23.7.1528, izhaja iz imena Moratto. Le-ta izhaja iz osnovnega imena Moro,
ki je bilo izkrivljeno in sprenemjeno s koncnico na -atto. To pa je ljudska oblika za
ime Mauro, ki nadaljuje latinsko lastno ime Maurus iz etnicnega imena Maurus, to je
prebivalec Mauritanije in Saracen.

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