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STORIA DELL’ARTE

MANIERISMO
NASCITA
In Italia, la sensibilità di intellettuali e artisti fu molto influenzata
dalla crisi che colpì i primi anni del 500, segnati da continue
guerre e pestilenze, dalla diffusione della Riforma luterana e
anche dalla marginalizzazione del paese.
La rottura con l’armonia e la razionalità fu netta: la ricerca della
bellezza ideale teorizzata dalla filosofia neoplatonica e la fiducia
nel primato classico vennero meno, perciò l’arte divenne
fortemente emozionale.
A Firenze si sviluppò un movimento anticlassico, mentre a Roma
gli artisti giovani cercavano nuove vie espressive che portassero
le caratteristiche dei maestri come Leonardo o Michelangelo.
Così nacque il Manierismo, segnato da un’ossessiva ricerca
formale e da una tendenza al virtuosismo compositivo

UN TERMINE COMPLESSO
Il periodo fra il secondo decennio del 500 e la fine di esso, è stato
definito Manierismo.

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STORIA DELL’ARTE

Il termine maniera era già stato utilizzato nel XV sec. per


indicare lo stile di un artista o un gruppo di artisti, finché Giorgio
Vasari gli diede un valore: si parlò di maniera moderna
intendendo la fase inaugurata di Leonardo, Michelangelo e
Raffaello.
Il termine Manierismo invece fu usato in senso negativo fino al
900 per indicare le opere che si allontanavano dal rispetto
dell’armonia e presentavano invece audaci sperimentalismi.
Questo termine poi, fu ampiamente rivalutato nei suoi caratteri
di originalità: oggi il Manierismo è considerato una tappa
fondamentale dell’evoluzione dell’arte italiana e i protagonisti,
capaci di fondere i modelli figurativi e le invenzioni
iconografiche dei grandi maestri con fantasia unendo in sostanza
regola e licenza

IL MANIERISMO FIORENTINO E ANDREA IL SARTO


A Firenze, si manifestò prima di tutti un forte impulso
anticlassico con la nascita di uno stile che precorreva gli esiti
maturi del Manierismo.
Andrea d’Agnolo, noto come Andrea del Santo, è colui che
meglio illustra il passaggio dal classicismo a una pittura estrosa
e irrequieta.

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STORIA DELL’ARTE

Riunendo gli spunti provenienti da Leonardo, Michelangelo e


Raffaello, l’artista elaborò uno stile molto raffinato, dove si
riconoscono le avvisaglie dell’inquietudine che saranno poi
pienamente sviluppate da Iacopo Pontormo e Rosso Fiorentino.

Una delle prime opere che mostrano questo cambiamento è la


Madonna delle Arpie: il dipinto è mosso da un’atmosfera cupa
che sembra riecheggiare le predicazioni apocalittiche.
Le figure hanno pose instabili e sui loro volti appaiono le ombre
di un’inquieta apprensione. Ci sono molti rimandi simbolici: le
arpie scolpite sul marmo del basamento e le nuvole di fumo alle
spalle della Madonna,
Alludono all’Apocalisse di san Giovanni, secondo il quale alla
fine del mondo dal “pozzo dell’abisso” usciranno fumo e locuste
per punire gli uomini senza il marchio del Tau sulla fronte.
La vergine poi è sorretta da angioletti indisciplinati, come se da
sola non potesse stare in piedi.

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STORIA DELL’ARTE

A sinistra invece, troviamo San Francesco che è colto nell’atto di


volgersi quasi di scatto verso il fedele con un’espressione
pensierosa.
Invece San Giovanni Evangelista appare più determinato: questa
sensazione è trasmessa soprattutto dallo sguardo diretto, dai colori
della veste, e dalla presa salda del libro.
I volti sono modellati con uno sfumato ancora Leonardesco,
mentre i volumi dei panneggi appaiono michelangioleschi.

ROSSO FIORENTINO
LA DEPOSIZIONE DI VOLTERRA

La Deposizione della Croce, realizzata nel 1521 per la Cappella


della Croce annessa alla chiesa di San Francesco a Volterra, è una
delle opere più emblematiche di Rosso Fiorentino.
La scena è dominata dalla croce e attorno ad essa sembrano
recitare i personaggi, bloccati nei loro gesti come se fossero mimi
su uno sfondo di un paesaggio e di un cielo così piatti e astratti da
sembrare uno scenario fittizio.
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STORIA DELL’ARTE

Le figure sembrano tagliate in legno, gli abiti dai colori brillanti


cascano in pieghe spigolose, illuminati da una luce violenta e
infine i volumi sono semplificati.
Questi sono tutti elementi che accentuano il senso di
inquietudine e malinconia e giocano con l’ambiguità tra realtà e
astrazione

La grande croce divide la composizione


in settori: nella parte superiore, il corpo
di cristo viene staccato da quattro
uomini che si muovono in modo
concitato x

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