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SOMMARIO
1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO .......................................................................... 3
2. CONTENUTI ED ELABORATI ....................................................................................... 4
3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO .............................................................................. 5
4. PRESCRIZIONI GENERALI COMUNI ........................................................................... 6
5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE ................................................................................. 9
6. ULTERIORI DEFINIZIONI............................................................................................. 10
7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA ............................................... 12
PER STRUTTURE ACCESSORIE....................................................................................... 12
8. PROCEDURE................................................................................................................ 14
9. Controllo partecipativo ............................................................................................... 16
10. Opere in assenza o difformità dal titolo abilitativo e sanzioni.......................... 16
11. Norme finali ed abrogazioni ................................................................................... 16
12. DISPOSIZIONI INERENTI LE STRUTTURE............................................................ 18
ACCESSORIE PER ZONA OMOGENEA ........................................................................... 18
12.1. ZONA A .......................................................................................................................................... 18
12.1.1. Tipologie in zona A ................................................................................... 18
12.1.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo in zona A ........................ 18
12.1.3. Pedane in zona A....................................................................................... 21
12.1.4. Sedie, tavoli, dondoli ed arredi in zona A .............................................. 21
12.1.5. Tende rimovibili ed ombrelloni in zona A .............................................. 24
12.1.6. Tamponature verticali, fioriere e vasi in zona A ................................... 26
12.1.7. Strutture esistenti per il tipo e in zona A ......................................... 29
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2 ............................ 31
12.2. Zona B ............................................................................................................................................ 31
12.2.1. Tipologie della zona B .............................................................................. 31
12.2.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo nella zona B ................... 31
12.2.3. Pedane nella zona B ................................................................................. 33
12.2.4. Sedie, tavoli ed arredi nella zona B ........................................................ 33
12.2.5. Tende rimovibili ed ombrelloni nella zona B ......................................... 35
12.2.6. Tamponature verticali, vasi ed essenze arboree nella zona B............ 36
12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B......................................... 40
12.3. Zona neutra ................................................................................................................................... 43
12.3.1. Tipologie della zona neutra ..................................................................... 43
12.3.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo della zona neutra .......... 43

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1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO

Il presente piano ha come obiettivo quello di disciplinare l’occupazione del suolo pubblico
nel territorio comunale di Finale Ligure al fine di migliorare il decoro urbano ma anche, più
in generale, la qualità di vita civica.

In particolare intende normare:


• la conformazione delle strutture architettoniche e di arredo urbano quali dehors,
verande, chioschi, tensostrutture, gazebo, pergole, ombrelloni, sedie, tavoli e
similari che occupino il suolo pubblico, annessi ad attività di ristoro, bar, pizzeria,
gelateria, strutture turistico-ricettive, stabilimenti balneari, strutture definite come
“attrezzature accessorie” e che sono meglio definite all’art.5 delle presenti
disposizioni.
• la conformazione delle modeste occupazioni del suolo pubblico ad opera di esercizi
commerciali quali negozi di giocattoli, di abbigliamento, giornalai, rivendite di
alimentari e verdurieri, quotidianamente rimosse con la chiusura dell’esercizio,
definite come “limitate occupazioni del suolo pubblico”.

Il piano stabilisce limitazioni e divieti e suggerisce soluzioni ammissibili per le attrezzature


accessorie e le limitate occupazioni del suolo, definendo l’iter necessario alla loro
approvazione.

La filosofia del Piano fa propri i dettami della prossemica e della sociologia urbanistica nel
convincimento che debba esistere un continuum formale-spaziale tra gli spazi del suolo
pubblico occupato dai privati e l’intorno urbano.

Ulteriore finalità che il Piano si propone è l’articolazione di una coerente omogeneità


formale degli arredi urbani tale da evitare ogni sensazione di aleatorietà e caoticità
dell’impianto urbanistico.

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E’, infine, intendimento del Piano normare l’“estetica notturna” delle attrezzature
accessorie, nella consapevolezza dei suoi notevoli risvolti economici, psicologici e sociali.

Al fine di ottenere una coerente omogeneità nella progettazione dell’urbano e di


controllarne il valore architettonico, vengono stabilite norme e prescrizioni per
l’occupazione del suolo pubblico, di carattere quantitativo e qualitativo, che saranno
vincolanti per le future progettazioni.

2. CONTENUTI ED ELABORATI

Il Piano comprende prescrizioni e norme riguardanti: materiali, eventuali impianti di


illuminazione, colori e finiture, caratteri formali e tipologici, dimensioni quantitative
massime degli interventi, procedure, elenco degli elaborati necessari all’ottenimento del
titolo abilitativo.
Fanno parte integrante del Piano i seguenti elaborati:
1)Disposizioni di Piano
2)Tav.1: Planimetrie con individuazione delle zone omogenee di intervento
3)Tav.2: Progetto della attrezzature accessorie complete di tipo per Zona A1
4)Tav.3: Progetto della attrezzature accessorie complete di tipo per Zona A2

5) Tav 4: Progetto della tipologia architettonica per zona neutra

6) Allegati n.1: scheda di rilevamento


7) Allegato n.2: abaco di sedie e tavoli
8) Allegato n.3: arredi e dettagli costruttivi
9) Allegato n.4: esempi chiarificatori
10) Allegato n.5: regolamento delle limitate occupazioni di suolo pubblico

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3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO

Il Piano prevede la suddivisione del territorio comunale in Zone Omogenee accomunate


dalle medesime prescrizioni/norme.
Mentre talune prescrizioni avranno valore assoluto e generale all’interno dell’intero
territorio comunale (vedi articolo successivo) altre saranno peculiari di ciascuna di dette
Zone Omogenee.
La zonizzazione è dunque stabilita al fine di indirizzare le intenzioni progettuali di iniziativa
privata in modo coordinato e coerente ai caratteri del contesto urbano.

Nel territorio comunale sono state individuate 2 zone omogenee principali caratterizzate
ciascuna da connotazioni particolari sotto il profilo urbanistico, architettonico ed
commerciale. La Giunta Comunale provvederà, qualora opportuno, ad aggiornare la
zonizzazione sulla base della trasformazione del territorio comunale.
E’ individuata una ulteriore zona denominata “zona neutra” corrispondente alla parte di
territorio non compresa nelle 2 zone principali.
In essa zona, data la difficoltà a definirne un carattere significativamente omogeneo
dell’immagine urbano-architettonica, le norme saranno meno restrittive e sarà più ampia la
mestica delle soluzioni progettuali ammesse.

All’interno della zona A sono state altresì individuate 2 sub-zone con caratteristiche
specifiche e norme particolari e puntuali: la sub-zona A1 e la sub-zona A2. Valgono per
esse le norme della zona A, salvo quando diversamente specificato.

Nella Tavola n.1 si individuano dunque le seguenti zone omogenee:

Zona A
Comprensiva delle passeggiata a mare di Marina, Pia e Varigotti, del fronte su via
Concezione e Via S. Pietro, del fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato.

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Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Varigotti, Borgo, Gorra, Perti, e Piazza Vittorio Emanuele

Zona Neutra
Tutto il territorio comunale non compreso nelle precedenti zone

4. PRESCRIZIONI GENERALI COMUNI


A TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE

Il presente Piano stabilisce le seguenti prescrizioni comuni a tutto il territorio comunale, a


prescindere dalle zone omogenee di cui alla Tavola 1, salvo diverse indicazioni e
specifiche norme di zona di cui all’art.12 (disposizioni inerenti le attrezzature accessorie
per zona omogenea).

1. Bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, strutture turistico ricettive, stabilimenti balneari


possono realizzare attrezzature accessorie sul suolo pubblico a condizione che
tali impianti:
• non siano di intralcio al pubblico transito sia veicolare sia pedonale.
• non compromettano la lettura di emergenze architettoniche di pregio o di aree di
particolare valore paesaggistico.
• non siano in contrasto con l’interesse collettivo.

2. Le attrezzature accessorie, essendo disposte su suolo pubblico, contribuiscono


con la loro immagine all’estetica urbana del comune; pertanto devono essere
decorose per forme, materiali, dimensioni e stato di manutenzione; devono
rispettare il tessuto architettonico del contesto in cui si inseriscono; devono

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rispondere a principi di qualità estetica. E’ facoltà dell’ Amministrazione individuare
le aree destinate ad ospitare o meno dette attrezzature.

3. Le attrezzature accessorie devono essere rimovibili e dunque smontabili per


intero senza dover manomettere in alcun modo nè il suolo pubblico nè le pareti
prospettanti le pubbliche vie.

4. Le attrezzature accessorie non possono essere realizzate in contrasto con quanto


previsto dal D.Lgs.285/92 – Codice della Strada – e dal D.P.R. 495/92 –
Regolamento di attuazione ed esecuzione e successive modificazioni ed
integrazioni; devono conformarsi al Regolamento Comunale di Occupazione Spazi
ed Aree Pubbliche; devono conformarsi al Regolamento di Polizia Urbana; devono
conformarsi a quanto specificatamente prescritto dagli uffici competenti coinvolti
dallo S.u.a.p.

5. Le attrezzature accessorie mantenendo un carattere di transitorietà non possono


considerarsi costruzioni edilizie agli effetti degli indici e dei parametri urbanistici,
sicchè non sono soggette alla verifica dei distacchi dai confini e dalle costruzioni.
Peraltro non devono ingombrare accessi di edifici residenziali e/o commerciali di
terzi neppure temporaneamente.

6. Le attrezzature accessorie possono essere delimitate da paratie-membrane


verticali di protezione, preferibilmente interamente trasparenti, comprese nel profilo
della struttura portante.

7. Le attrezzature accessorie non possono avere un piano di calpestio autonomo


rispetto al suolo pubblico se non nel caso in cui quest’ultimo sia semplicemente
asfaltato o pavimentato con piastrelle di cemento.

8. Le attrezzature accessorie possono essere dotate di copertura.

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9. Le strutture accessorie non possono ospitare sedie e tavolini che siano costituiti
interamente in materiale plastico. Fanno eccezione le sedute ed i tavolini disegnati
dai designer di cui all’allegato 2 che sono ritenuti ammessi anche se interamente in
plastica.

10. In adiacenza ed internamente alle attrezzature accessorie è vietato l’uso di


distributori automatici, giochi, cavallini a gettone, carretti e similari.

11. Le attrezzature accessorie non possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui. Questa
norma si stabilisce in accordo con gli obiettivi del Piano al fine di favorire lo sviluppo
di un continuum urbano socializzante e di evitare la frammentazione spaziale della
città in mille “orti conclusi” individualistici.

12. L’eventuale illuminazione delle attrezzature accessorie sarà a bassa temperatura


di colore: Gli apparecchi illuminanti dovranno essere ad incandescenza o alogeni
con potenza < o = a 100 Watt. Non sono ammesse luci di potenza superiore ai 100
Watt. Non sono ammesse luci a fluorescenza e a scarica con luce bianca. Sono
ammesse luci a fluorescenza se a luce colorata.

13. Non è ammesso l’uso di insegne luminose agganciate direttamente alla struttura
delle attrezzature accessorie.

14. Le strutture accessorie devono essere mantenute in decoroso stato di


manutenzione ed ordine. Non possono essere adoperate quali magazzini anche
temporanei. Nel caso in cui l’esercizio rimanga chiusa per più di un mese, o
comunque la struttura accessoria non venga adoperata per almeno un mese, essa
deve essere riordinata, sgombrata interamente da sedie, tavoli ed ogni altro
arredo o materiale e lasciata in stato di buon decoro. Sono fatti salvi i casi in cui
la chiusura o il non utilizzo delle strutture accessorie siano correlati,
oggettivamente, a cause indipendenti dalle scelte gestionali dell’azienda quali
interventi di ristrutturazione della struttura accessoria e/o dell’azienda.

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• Negozi di giocattoli, di abbigliamento, giornalai, pescherie, verdurieri e rivendite di
alimentari possono realizzare “limitate occupazioni del suolo pubblico” nelle
forme e nei modi previsti dall’allegato “Regolamento delle limitate occupazioni di
suolo pubblico” che del presente Piano è parte integrante.
Per le limitate occupazioni del suolo pubblico non valgono i successivi articoli 7 e
12. Il regolamento delle limitate occupazioni di suolo pubblico si intende esteso ad
ogni zona del territorio comunale.

5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE
Ai fini delle presenti disposizioni si intende per:
• ATTREZZATURA ACCESSORIA una struttura (annessa ad attività di ristoro, bar,
pizzeria, gelateria, strutture turistico-ricettive, stabilimenti balneari) posta sul suolo
pubblico che rientri entro una delle seguenti tipologie:

Attrezzatura accessoria di Tipo (di tipo “leggero”)

Strutture prive di una copertura continua (munite solo di copertura parziale tipo
tende od ombrelloni) ed altresì prive di tamponamenti laterali verticali, attrezzate
con sedute e tavolini.

Attrezzatura accessoria di Tipo (dehor)

Strutture funzionalmente dipendenti da un bar, un ristorante, una struttura turistico-


alberghiera od uno stabilimento balneare, possono essere adiacenti ad un edificio
esistente od isolate. Hanno una copertura completa, fissa o mobile, dell’area
attrezzata e possono avere tamponature verticali.

Attrezzatura accessoria di Tipo (chiosco)

Piccola struttura isolata ed autonoma adibita a bar. Può avere uno spazio
pertinenziale arredato secondo la tipologia .

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Attrezzatura accessoria di Tipo (“bancone” esterno)

Struttura collocata all’esterno di un esercizio commerciale (nella sua zona di


pertinenza, sia essa di tipo o ) che costituisce replica della funzione di
banco-bar distributore interno.

a) esempio di tipologia annessa a tipologia

• LIMITATA OCCUPAZIONE DEL SUOLO PUBBLICO: occupazione del suolo


pubblico di modestissime dimensioni (annessa a negozi di giocattoli, di
abbigliamento, giornalai, pescherie, verdurieri e rivendite di alimentari) e con la
peculiarità di essere interamente rimossa alla quotidiana chiusura dell’esercizio.

6. ULTERIORI DEFINIZIONI

Ai fini delle presenti disposizioni si intende per:


AREA PEDONALE DI RIFERIMENTO la zona pedonale comunale, demaniale o privata
(se adibita all’uso pubblico) a traffico limitato o inibita al transito veicolare univocamente
riconducibile ad un esercizio commerciale.

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a) individuazione dell’area pedonale di riferimento per un’attività situata nel centro storico con antistante
strada a traffico limitato o inibito

RAPPORTO DI OCCUPAZIONE DEL SUOLO s’intende il rapporto tra la somma delle


superfici delle attrezzature accessorie e l’area pedonale di riferimento.
SALA DI DISTRIBUZIONE INTERNA è la zona dell’esercizio, bar, ristorante o residenza
turistico-ricettiva specificatamente adibito alla distribuzione e somministrazione di bevande
e/o cibi. Non ne fanno parte altri locali quali servizi igienici, cucine, ecc.
TENDA: struttura di copertura rimovibile/avvolgibile collegata a muratura, priva di appoggi
a terra e con aggetto inferiore ai 2,5 mt.
OMBRELLONE: struttura di copertura chiudibile con un unico appoggio.
VASO: arredo atto a contenere essenze vegetali con lunghezza minore di 90 cm.
FIORIERA: arredo atto a contenere essenze vegetali con lunghezza maggiore o uguale a
90 cm.

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7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA
PER ATTREZZATURE ACCESSORIE1

Tutte le attrezzature accessorie dovranno possedere titolo abilitativo nei tempi di cui
all’art.8.
La domanda per l’ottenimento del titolo abilitativo deve essere presentata allo SUAP e
dovrà essere firmata dal richiedente. Sarà corredata da Progetto di adeguamento al
Piano dei Dehor a firma di tecnico abilitato e composto da:
1. Relazione tecnico-descrittiva (secondo lo schema dell’allegato 1) con dettagliata
descrizione dello stato attuale e di progetto comprendente almeno i seguenti dati:
• dimensionamento dello spazio pedonale di pertinenza e dei rapporti di occupazione
del suolo pubblico, dello spazio interno di distribuzione, quote e dimensioni della
struttura
• indicazioni concernenti materiali, colori e forma degli arredi (sedie, tavoli, dondoli,
struttura di copertura, pannelli frangivento, fioriere e vasi, coperture, tende,
ombrelloni, porta-menù, ecc.ecc.)
• tipo di luci
• tipologia attuale e di progetto della struttura ( , , o )
• presenza o meno di pedana e suo materiale e motivo di tale presenza.
• asseverazione della rispondenza alle: prescrizioni del Codice della Strada e
Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Codice della Strada; alle norme di
sicurezza sui luoghi di lavoro; conformità alle norme urbanistiche comunali e
sovracomunali vigenti;
2. Estratti cartografici di inquadramento urbanistico aggiornati (Carta Tecnica
Regionale, P.R.G./P.U.C., planimetria catastale con evidenziato il sito di intervento).

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NON PER LE LIMITATE OCCUPAZIONI DEL SUOLO PUBBLICO

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3. Esauriente documentazione fotografica con almeno una prospettiva o render
tridimensionale o fotomontaggio.
4. Piante, prospetti e sezioni dell’attrezzatura in scala 1:50 quotati (stato attuale,
progetto e raffronto) in numero tale da assicurare una piena comprensione del progetto.
5. Dettaglio costruttivo dell’eventuale tamponatura verticale in vetro in scala 1:10.
Gli uffici competenti potranno comunque richiedere particolari specifiche tecniche ritenute
necessarie al completamento della pratica.

Per quanto concerne il numero di copie degli elaborati che devono essere presentate:

1. se la struttura accessoria è collocata in zona nè soggetta a vincoli urbanistico,


architettonico o paesaggistico, nè in adiacenza ad edificio vincolato, la
documentazione sopra illustrata dovrà essere prodotta in 5 copie.

2. se la struttura accessoria è collocata in adiacenza ad un immobile soggetto a vincolo


architettonico o in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico/ambientale, la
documentazione progettuale dovrà essere prodotta in 8 copie, di cui due con
documentazione fotografica in originale.

Le norme di cui al presente Piano devono in particolare essere integrate con la


osservanza di quelle disciplinate dal Regolamento Comunale Occupazione Spazi ed Aree
Pubbliche.
I titoli abilitativi sono rilasciati fatti salvi i diritti di terzi.
Le istanze denegate vengono archiviati e la documentazione prodotta, allegata alla
richiesta, è posta a disposizione dell’interessato (salvo copia da tenere agli atti).
Il subentro nella titolarità dell'
attrezzatura dovrà essere sempre comunicata per iscritto al
Comune, indicando il numero e la data del titolo abilitativo originario, allegando copia di
questo alla domanda; nella medesima richiesta il subentrante dichiarerà i propri dati
identificativi; il subentro deve essere autodichiarato, il Comune potrà richiedere l'
esibizione
degli atti comprovanti il subentro;
Le richieste di titolo abilitativo dovranno essere corredate da dichiarazione liberatoria degli
eventuali terzi interessati, siano essi soggetti pubblici o privati, nei confronti dei quali il
Comune resta completamente estraneo.

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Il richiedente manleva il Comune da qualsiasi danno a persone o cose provocato
dall’installazione o dalla permanenza dei manufatti richiesti.

8. PROCEDURE

   
  
          
                  
        
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Lo SUAP indice conferenza interna trasmettendo gli elaborati agli uffici competenti.

Nel caso l’intervento comporti opere di entità complessa o particolari soluzioni progettuali
di rilevante impatto sotto il profilo estetico, o viario, od altro, la richiesta potrà essere
sottoposta all’esame della Giunta Municipale.

Qualora l’intervento sia sottoposto ad un Vincolo architettonico o paesistico ambientale imposto a norma
del titolo II° (ex legge 1497/39) del DLGS 490/99 l’opera potrà essere realizzata solamente dopo il rilascio
dell’autorizzazione prevista dall’art. 151 dello stesso decreto legislativo; il rilascio di tale autorizzazione nel
caso di opere di competenza della CEI comunale sarà effettuato direttamente dall’Amministrazione o se di
competenza della Regione Liguria acquisito attraverso apposita conferenza dei servizi; Rimane ovviamente
facoltà del richiedente di ottenere preventivamente la richiesta autorizzazione.

Le attrezzature accessorie e le limitate occupazioni di suolo pubblico, per quanto concerne


gli aspetti urbanistico-edilizia, non sono soggette agli oneri di concessione edilizia di cui
alla legge regionale n°25/1993 ma al canone di occupazione del suolo pubblico (c.o.s.a.p.)
Eventuali rimozione-ripristino, purchè non intervengano modifiche rispetto al titolo
abilitativo, richiedono unicamente la comunicazione allo SUAP comprensiva di estremi
dell’autorizzazione originaria e dichiarazione in cui si affermi che l’attrezzatura accessoria
o la limitata occupaizone di suolo pubblico resta conforme al titolo rilasciato.

Il diniego del titolo abilitativo può avvenire con atto motivato quando si verifichi una
delle seguenti ipotesi:

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• Essa non risulti conforme alle norme vigenti in materia;
• Essa non ottenga il benestare degli enti ed uffici eventualmente competenti in merito;
• Essa non sia ritenuta consona per ragioni estetico-architettoniche;
• L’Amministrazione sia a conoscenza di violazioni di diritti di terzi;
• Per contrasto con altre normative in vigore.

Il titolo abilitativo è modificato, sospeso, revocato dall’amministrazione comunale:


• per ragioni di utilità ed interesse pubblici.
• per realizzazione di opere difformi rispetto a quelle autodichiarate o autorizzate.
• qualora ottenuta in base ad elaborati tecnici alterati o non rispondenti al vero.
• per sopravvenuto contrasto con le norme urbanistico-edilizie.
• qualora i manufatti non rispondano più per mancanza di manutenzione o per
eccessiva vetustà al generale criterio di decoro.
• quando il sito occupato sia soggetto ad intervento di pubblica utilità, all’esecuzione
di un progetto di opera pubblica, alla realizzazione di un particolare intervento di
manutenzione di opera pubblica.
• quando l’attrezzatura venga adoperata per usi non consentiti.
• quando sia realizzata in difformità dal titolo abilitativo.
• qualora il titolare ne chieda la revoca.

Le attività produttive le cui attrezzature accessorie o limitate occupazioni di suolo pubblico


risultino esistenti ed autorizzate alla data di entrata in vigore del Piano dovranno dotarsi
entro 8 mesi del titolo abilitativo ed eseguire le opere di adeguamento entro ulteriori 4
mesi.
Eccezionalmente le attrezzature accessorie complete esistenti del tipo ricadenti in zona
A e relative sub-zone, limitatamente a:
1. struttura completa di copertura (art.12.1.8)
2. materiali delle tamponature verticali
dovranno adeguarsi concretamente al Piano entro 18 mesi, ma dovranno comunque
dotarsi del titolo abilitativo entro 8 mesi. Le struttura che intendano passare dal tipo al
tipo non usufruiranno di questa proroga temporale.

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Le disposizioni-prescrizioni della CEI, della Regione Liguria o della Sovrintendenza ai Beni
Architettonici hanno valore vincolante e prevalente rispetto al Piano.

9. Controllo partecipativo

Chiunque può prendere visione presso gli Uffici Comunali del titolo abilitativo e dei relativi
atti tecnico-amministrativi e ricorrere contro il rilascio del titolo stesso, in quanto in
contrasto con le disposizioni di legge o con le prescrizioni del presente Piano o per ragioni
e motivi personali, secondo le modalità previste dalla L.241/90 e dal regolamento di
accesso agli atti.

10. Opere in assenza o difformità dal titolo abilitativo e sanzioni

Le attrezzature accessorie esistenti e le limitate occupazioni di suolo pubblico alla


data di approvazione del Piano e che al termine dei tempi di cui all’art.8 risultino sprovviste
del titolo abilitativo dovranno essere rimosse o non potranno essere reinstallate, e la
concessione di suolo pubblico verrà dichiarata decaduta. Saranno inoltre sottoposte alle
eventuali sanzioni previste dalle normativa vigente statale, regionale e comunale.
Le nuove attrezzature accessorie e limitate occupazioni di suolo pubblico che
risultino realizzate in assenza o difformità dal titolo abilitativo dovranno essere rimosse e
saranno inoltre sottoposte alle sanzioni previste dalle normativa vigente statale, regionale
e comunale.

11. Norme finali ed abrogazioni

1. Il presente Piano sostituisce ogni precedente disposizione afferente le strutture


accessorie e le limitate occupazioni di suolo pubblico
2. Per quanto non previsto nel presente Piano si fa riferimento alle norme vigenti in

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materia.
3. Le eventuali modifiche delle Leggi in vigore comportano le conseguenti variazioni delle
norme del presente Piano.
4. Il presente Piano entra in vigore dalla data di esecutività della delibera di approvazione.

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12. DISPOSIZIONI INERENTI LE ATTREZZATURE
ACCESSORIE2 PER ZONA OMOGENEA

12.1. ZONA A
Lungomari di Marina, Pia e Varigotti, fronte di via Concezione
e Via S. Pietro, fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato

12.1.1. Tipologie in zona A

• sono ammesse nuove attrezzature di tipo .


• sono ammesse nuove attrezzature di tipo se isolate e non adiacenti agli edifici
(solo sul lungomare) fatta eccezione per il lungomare di Varigotti dove non sono
ammesse nuove attrezzature di tipo (inclusa la trasformazione da tipo a tipo )
• non sono ammesse nuove attrezzature di tipo e .
• è ammessa la trasformazione da tipo a tipo limitatamente alle strutture isolate e
non adiacenti agli edifici (solo quelle disposte sul lungomare)
• non è ammesso passaggio da tipo o a tipo .

12.1.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo in zona A

Le attrezzature esistenti non potranno superare l’attuale superficie occupata, anche


nell’eventuale trasformazione da tipo a tipo .
Eccezionalmente e previo parere dell’amministrazione è facoltà per le strutture esistenti
realizzare minimi ampliamenti purchè suffragati da valide argomentazioni storiche o
urbanistiche.
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NON LE LIMITATE OCCUPAZIONI DEL SUOLO PUBBLICO

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Le nuove attrezzature di tipo e dovranno rientrare nei seguenti parametri:

• se poste sul lungomare, avranno lato massimo metri 10; superficie massima mq.
100 e comunque non superiore alla superficie della sala di distribuzione interna;
collocazione nelle zone comprese tra viale e controviale [come da schemi b) e c)].
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di
due metri da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre
attività commerciali o comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.

• se poste a contatto del fronte di abitazioni su via S. Pietro e Via Concezione non
dovranno oltrepassare lateralmente la proiezione del locale e dovranno avere
ampiezza tale da consentire un transito pedonale di almeno 1,2 ml.

Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4, ed in particolar modo alla necessità di non
intralciare in alcun modo il traffico veicolare e pedonale.

L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta


ubicazione e dimensione della struttura accessoria, anche diversamente dagli standard di
cui al precedente paragrafo, in ragione di principi generali di decoro urbano e viabilità ed
anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico di iniziativa pubblica
approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse pubblico e/o
sicurezza.

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b) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura senza altri bar o ristoranti adiacenti

c) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura con altro locale adiacente

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12.1.3. Pedane in zona A

Non è ammesso l’uso di pedane per le attrezzature accessorie della zona A..
Fanno eccezione le strutture esistenti laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o
piastrelle di cemento: per quest’ultime è possibile l’uso di pedane che devono essere tali
da non favorire l’accumulo di sporcizie e rifiuti sotto di esse.
Su pavimentazione tipo basolato o su quelle di pendenza > 8% ove sia oggettivamente
compromessa la sicurezza della clientela, è consentito l’uso di pedane.
Nei casi consentiti le pedane dovranno essere comunque realizzate con listoni in legno
massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho, Teak Siam, od altra essenza pregiata.

12.1.4. Sedie, tavoli, dondoli ed arredi in zona A

Si intende per struttura di una sedia, di un dondolo o di un tavolo la parte strutturale che li
sostiene (gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro
del tavolo.

Sono ammesse le seguenti tipologie di sedie e dondoli:


• con struttura in tubolare di acciaio con finitura cromata, nichelata o inox e
seduta/schienale in tubo di polietilene, legno chiaro, midollino, vimini, lamiera forata
o stirata, acciaio smerigliato.
• in midollino, vimini e similari colore naturale
• in legno e tela tipo “regista”
• in legno con seduta impagliata e struttura leggera: gambe rastremate o tornite di
sezione sottile (non sono ammesse sedie in legno con gambe a sezione circolare
costante e diametro maggiore di 3 cm., e comunque con struttura oggettivamente

21
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in alluminio colore naturale
• in ferro esclusivamente di colore bianco

Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• in legno stile Thonet (non le imitazioni delle Thonet realizzate in metallo)
• in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox e con seduta/schienale in
legno o metallo

fig.1: esempio di sedia non ammissibile fig.1bis: esempio di classica sedia


perchè interamente in plastica “paesana” in legno con struttura leggera e fig. 1tris: sedia in legno con
seduta impagliata: ammessa struttura pesante: non ammessa

I tavoli non potranno essere in materiale plastico. Potranno essere:


• in metallo con piano in marmo, legno, alluminio e acciaio smerigliato, rete o lamiera
metallica forata, vetro
• in alluminio colore naturale

22
• in ferro
• interamente in legno. In tal caso dovranno avere struttura leggera (e mai gambe a
sezione tonda con diametro >5 cm.)

Sedie, tavoli, dondoli, sdraio e similari non potranno essere interamente in materiale
plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari) e dovranno essere improntati a
sobrietà ed eleganza formali.

fig.2: esempio di sedia con schienale e seduta in tubo di polietilene (ammissibile)

Sono comunque ammissibili, di qualsiasi materiale e forma esse siano, le sedute ed i


tavoli opera intellettuale dei designer elencati nell’allegato 2.

All’allegato 2, a mero scopo di suggerimento e non coercitivamente, si mostra un abaco di


sedute e tavoli ammissibili. E’ possibile tuttavia proporre arredi diversi, purchè conformi
alle prescrizioni di Piano.

Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per attrezzatura e dovranno
essere realizzati conformemente ad una delle soluzioni di cui all’allegato 3.

23
fig.3: leggii per menù in zona A

12.1.5. Tende rimovibili ed ombrelloni in zona A

Le nuove attrezzature di tipo potranno avere coperture discontinue e rimovibili come


tende od ombrelloni3.
Le tende di nuova installazione adiacenti agli edifici di via Concezione e Via S. Pietro
avranno struttura in ferro finito con vernice micacea color antracite e di disegno
improntato alla massima sobrietà ed eleganza. Non saranno ammesse nuove tende con
struttura in alluminio, eccezion fatta per quelle a capottina.

3
Per le definizioni di “Tenda” ed “Ombrellone” si rimanda all’art.6.
Strutture di copertura che non ricadono in tali definizioni non sono ammesse nelle tipologie .

24
fig.4: nuove tende con struttura in alluminio non sono ammissibili

fig.5: esempio di tenda con struttura in ferro e tela (ammessa)

fig.6: esempio di tenda a capottina


(ammessa anche con struttura in alluminio)

25
Le nuove tende saranno bianche in tela, polymar o similare.

Gli ombrelloni di nuova installazione non potranno avere struttura in alluminio ma


unicamente in ferro o legno, e tela bianca.

Tende ed ombrelloni delle attrezzature esistenti eccezionalmente, e transitoriamente,


possono mantenere materiali e colori in uso al momento dell’entrata in vigore del presente
Piano, fatta eccezione per quelli recanti scritte e nomi di sponsor che andranno comunque
cambiati.

12.1.6. Tamponature verticali, fioriere e vasi in zona A

Le strutture verticali di tamponamento-riparo para-vento non potranno essere di materiali


plastici, tela cerata, pvc spalmato o similari ma esclusivamente in vetro temperato o
retinato, con finitura trasparente (non sono ammesse altre finiture quali vetro fumè, a
specchio, ecc. o pannelli i metacrilato, policarbonato, plexiglass e similari).

Le tamponature in vetro, al fine di mantenere una decisa sensazione di trasparenza


nonchè la potenziale introspezione, avranno grandi campiture prive di serramento.
In particolare, conformemente alle tav. 2 e 3, non avranno traversi orizzontali né
serramento verticale.
Potranno essere scorrevoli o pivottanti.
In quest’ultimo caso potranno, nella posizione di apertura, sporgere al di fuori della
proiezione della copertura per non più di 40 cm. Salvo che ciò pregiudichi la sicurezza del
traffico stradale/pedonale.
Il serramento, presente solo in testa e al piede del vetro, sarà in acciaio inox o alluminio
con finitura naturale.

26
fig.7: esempio di tamponatura verticale non ammessa

fig.8: schema di tamponatura in vetro pivottante nelle due posizioni chiusa e aperta

La trasparenza della vetrata e l’introspezione non possono essere in alcun modo limitate
con l’uso di pannelli in legno, metallo, separè vegetali, tende anche interne, o quant’altro.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna.

Non sono ammesse tamponature verticali nelle strutture adiacenti agli edifici di via
Concezione e via S. Pietro se non già esistenti all’entrata in vigore del piano. In tal caso
dovranno comunque essere adeguate alle tipologie ed ai materiali di cui sopra.

27
Sui lungomari di Marina, Pia e Varigotti e nel fronte-mare tra le Capo S. Donato ed il
Castelletto le attrezzature di tipo annesse a tipi potranno adoperare vasi conformi
all’allegato 3 e discontinui, in numero di 1 ogni vertice del poligono perimetrale dell’area
attrezzata per un massimo di 4 vasi. I tipi non annessi a tipi potranno disporre di più
di 4 vasi, sempre conformi all’allegato 3. Le attrezzature di tipo non potranno disporre di
vasi e/o fioriere disposti sul perimetro delle stesse.

Le attrezzature accessorie poste sul fronte di via Concezione e Via S. Pietro in adiacenza
agli edifici potranno adoperare fioriere e/o vasi, discontinui, conformi all’allegato 3
posizionate in modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito
veicolare e da non costituire ostacolo per il transito pedonale.

chiosco

fig.9: disposizione corretta dei vasi (massimo 4) nei tipi annessi alle strutture

chiosco

fig.10: disposizione ERRATA dei vasi (più di 4 e non sui vertici) nei tipi annessi alle strutture

28
fig.11: tipologia di vaso per i tipi dei lungomari nella zona A

E’ ammesso l’uso delle seguenti essenze arboree e floreali: ulivo cipressino, palma dracena, palma
camaerops, fotinia, abulia, oleandro, corbezzolo, poligala mirtifolia, pohenix robellini, gerani, artemisia powis
castle, rosa rugosa scabrosa, lavanda, santolina viridis, stachys lanata, echium, olearia, potentilla, hebe,
helichrysum, cistus, senecio greyi, od altra essenza tipica della macchia mediterranea.

12.1.7. Strutture esistenti per il tipo e in zona A

Le attrezzature esistenti di tipo e tipo non potranno subire ampliamenti e si


ingegneranno al fine di suscitare immagini di ordine e sobrietà formale.
Nello specifico le attrezzature esistenti di tipo e non avranno colori accesi, troppo
saturi, e tenderanno alla monocromia anche nei dettagli: se, ad esempio, disponessero di
tamponature in alluminio bianco, della stessa tinta dovranno essere anche tutte le parti
strutturali in vista.
Nel caso di strutture in legno è richiesto l’uso del suo colore naturale non tinteggiato.
Le strutture di tipo e non potranno ospitare affissioni di manifesti e locandine e non
potranno disporre di insegne di qualsivoglia genere.
Potranno disporre di supergraphics4 illustranti con foto in bianconero aspetti e paesaggi
dell’entroterra o della storia finalesi.
Qualora le strutture di tipo intendessero modificare in toto la propria estetica dovranno essere
rivestite con tamponature in legno con pannelli come da figure 12 e 13, distanziati reciprocamente

4
Immagini di grande formato serigrafate o stampate su pellicola adesiva

29
di c.ca 4 cm. e con dimensione prevalentemente orizzontale. Dietro di essi pannelli (con struttura
in ferro e legno) una lastra in vetro o policarbonato satinato o biancolatte assicurerà l’ermeticità
della struttura.
piatto in ferro 1cm. x 5cm.
tubolare di ferro con
0,01 distanziatore per i listelli di legno
listello di legno
0,02

0,03
0,02

0,02
0,01

vuoto tra i listelli


attraverso il quale si vede
il retrostante pannello in vetro o policarbonato

fig.12: pannello di tamponamento per eventuali modifiche dei tipi

fig.13: come potrebbe apparire un’attrezzatura di tipo in seguito a modifiche sostanziali

30
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2

Le strutture a copertura delle tipologie nella zona A avranno forme e dimensioni a livello
di sub-zona come da allegati progetti (Tav 2 e Tav.3).
Per tutto il resto le strutture accessorie di dette sub-zone (sub-zona A1: lungomari ad Est
dell’arco di Spagna; sub-zona A2: lungomare ad Ovest dell’arco di Spagna) si
conformano alle norme della zona A.

12.2. Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Borgo, Varigotti, Gorra, Perti e p.zza Vittorio Emanuele

12.2.1. Tipologie della zona B

• Non sono ammesse nuove strutture di tipo , e .


• Non e’ ammessa la trasformazione di strutture da tipo a
• Sono ammesse nuove strutture di tipo .

12.2.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo nella zona B

Le strutture esistenti non potranno superare l’attuale superficie occupata.

31
Eccezionalmente e previo parere dell’amministrazione è facoltà per le strutture esistenti
realizzare minimi ampliamenti purchè suffragati da valide argomentazioni storiche o
urbanistiche.
Le nuove attrezzature di tipo dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• lato massimo metri 10.
• superficie massima non superiore a quella della sala di distribuzione interna e
comunque minore di mq. 30.
• massimo rapporto di occupazione del suolo = 0,35
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.

Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.

L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta


ubicazione e dimensione della struttura accessoria, anche diversamente dagli standard di
cui al precedente paragrafo, in ragione di principi generali di decoro urbano e viabilità ed
anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico di iniziativa pubblica
approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse pubblico e/o
sicurezza.

Non potranno essere ammessi affollamenti su piazze >25% del suolo e dunque non
saranno ammissibili nuove attrezzature la cui presenza andasse provocasse il
superamento di tale soglia limite.

32
12.2.3. Pedane nella zona B

Per le nuove strutture e per le strutture esistenti non è ammesso l’uso di pedane salvo
laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o piastrelle di cemento.
Per le strutture esistenti e per le nuove strutture per oggettive e comprovate ragioni di
sicurezza (rischio di ribaltamento dei tavoli e delle sedute non riducibile a semplici e
controllabili oscillazioni e pendenza > 8%) ove sia oggettivamente compromessa la
sicurezza della clientela, è consentito, eccezionalmente e previo parere favorevole
dell’amministrazione, l’uso di pedane.
Dette pedane dovranno essere in legno, tali da non favorire l’accumulo di sporcizie sotto di
esse, con listoni in legno massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho o Teak Siam.

12.2.4. Sedie, tavoli ed arredi nella zona B

Si intende per struttura di una sedia o di un tavolo la parte strutturale che li sostiene
(gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro del tavolo.

Sedie, tavoli, sdraio e similari, come già sancito all’art. 4, non potranno essere in
materiale plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari).

Sono ammesse le seguenti tipologie di sedie e dondoli:


• con struttura in tubolare di acciaio (finitura inox, cromo o nichel) e seduta/schienale
in tubo di polietilene o legno chiaro
• in alluminio colore naturale
• interamente in ferro di colore bianco o antracite con vernice micacea
• con struttura in ferro color antracite e seduta/schienale in legno
• in legno con seduta impagliata e struttura leggera: gambe rastremate o tornite di
sezione sottile (non sono ammesse sedie in legno con gambe a sezione circolare
costante e diametro maggiore di 3 cm., e comunque con struttura oggettivamente

33
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in legno “da regista” o tipo Thonet (non le imitazioni in metallo delle Thonet ! )

Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• sedie in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox

I tavoli non potranno essere in materiale plastico. Potranno essere:


• in metallo con piano in marmo, legno, alluminio e acciaio smerigliato, rete o lamiera
metallica forata, vetro, ceramica.
• in alluminio colore naturale
• in ferro
• interamente in legno (ma non con gambe a sezione tonda e diametro maggiore di 5
cm.)

Sono comunque ammissibili, di qualsiasi materiale e forma esse siano, le sedute ed i


tavoli opera intellettuale dei designer elencati nell’allegato 2.

All’allegato 2, a mero scopo di suggerimento e non coercitivamente, si mostra un abaco di


sedute e tavoli ammissibili. E’ possibile tuttavia proporre arredi diversi, purchè conformi
alle prescrizioni di Piano.

Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per struttura e dovranno essere
realizzati adoperando un cavalletto da pittore.

34
fig.14: leggio per menù in zona B: cavalletto da pittore

12.2.5. Tende rimovibili ed ombrelloni nella zona B

Le nuove strutture di tipo potranno avere coperture discontinue e rimovibili come tende
od ombrelloni.

Le tende di nuova installazione adiacenti agli edifici avranno struttura in ferro finito con
vernice micacea antracite con “terminali” improntati alla massima sobrietà ed eleganza.

Non saranno ammesse nuove tende con struttura in alluminio eccetto per quelle di tipo “a
capottina” se di luce inferiore ai 3 mt.

Le nuove tende saranno bianche in tela e non potranno aggettare per più di 2,5 metri né
tantomeno essere fornite di appoggi a terra (si veda la definizione di tenda art.6)

35
Gli ombrelloni di nuova installazione non potranno avere struttura in alluminio ma
unicamente in ferro o legno, e tela bianca.

Le tende e gli ombrelloni delle strutture esistenti eccezionalmente, e transitoriamente,


potranno mantenere materiali e colori in uso al momento dell’entrata in vigore del Piano.

12.2.6. Tamponature verticali, vasi ed essenze arboree nella zona B

Nella zona B dei centri storici sono ammesse tamponature verticali solo per ristoranti e
pizzerie che ne dispongano già all’entrata in vigore del Piano, le quali dovranno
adeguarsi alle norme di cui al seguito.

Le strutture verticali di tamponamento-riparo para-vento non potranno essere di materiale


plastico o tela cerata ma esclusivamente in vetro temperato o di sicurezza, con finitura
trasparente (non sono ammesse altre finiture quali vetro fumè, a specchio, ecc.).

Al fine di evitare il manifestarsi di fenomeni di surriscaldamento interno i vetri potranno


essere del tipo ad alta riflessione.

Le tamponature in vetro, al fine di mantenere una decisa sensazione di trasparenza


nonchè la potenziale introspezione, avranno grandi campiture prive di serramento.

36
fig.15: esempio di tamponature ammissibili con finitura color antracite e raccordi curvi.

In particolare avranno montanti verticali a distanza reciproca non inferiore a 80 cm. e non
avranno traversi orizzontali (eccezionalmente ne sono ammessi in numero limitato e
saltuari).

Al fine di proteggere i vetri da urti accidentali, è ammesso l’uso di una “croce” (fig.16) o in
alternativa di uno “zoccolo” di altezza massima 40 cm., in lamiera con gli stessi colori e
finitura della struttura (Ral.6010, 6001, 6002, 6016 o antracite).
Eccezionalmente le tamponature verticali potranno disporre di un raccordo curvo (fig.15)

Le vetrate potranno essere scorrevoli o pivottanti; in quest’ultimo caso potranno, nella


posizione di apertura, sporgere al di fuori della proiezione della copertura per non più di 80
cm. salvo che ciò pregiudichi la sicurezza del traffico stradale/pedonale.

37
fig.16: croce a protezione dei vetri

Il serramento sarà dello stesso materiale, colore e finitura della struttura fissa .

Non è ammesso l’uso di tende verticali di alcun genere esterne o interne in


corrispondenza delle vetrate.

Le attrezzature accessorie non possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,


cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui.

Le strutture accessorie poste a diretto contatto con strade o piazza a transito veicolare
continuo e non limitato potranno mantenere fioriere e/o vasi in terracotta o legno in
modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito veicolare.

Eccezionalmente, per le attrezzature a diretto contatto con edifici esistenti, è ammesso


l’uso di vasi in terracotta o legno solo sui due lati perpendicolari all’edificio e in numero
non superiore a 2 vasi.

38
edificio

fig.17: esempio di posizionamento corretto dei vasi

Non è ammesso l’uso di fioriere contemporaneamente a quello dei tamponamenti in vetro.


E’ ammesso l’uso delle seguenti essenze arboree: ulivo cipressino, palma dracena,
palma camaerops, fotinia, abulia, oleandro, corbezzolo, poligala mirtifolia, pohenix
robellini, gerani, rose rugose, choysia ternata, osmantus x burkwodii, deutria x kalmiflora,
enythria crista-galli, indigofera heteranta, hydrangea lace-cap, ortensia, od altra essenza
tipica della macchia mediterranea.

39
12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B

fig.18: esempio di struttura ammissibile per la zona B (centri storici)

fig.19: esempio di struttura ammissibile per la zona B (centri storici)

40
Le strutture a copertura del tipo saranno di ferro zincato o ghisa colore verde
(Ral.6010, 6001, 6002, 6016) o antracite, in vernice micacea, in ferro, acciaio o ghisa,
con pilastrini di sezione tonda con diametro massimo 10 cm.

fig.20: pilastrino

41
fig.21: esempio di struttura completa di tipo per zona B ammissibile come tipo di struttura.

Non sono ammesse strutture di altro materiale. Detti pilastrini dovranno essere facilmente
rimovibili.
Le attrezzature accessorie possono avere copertura in tela, pvc, polymar, vetro, lamiera
metallica con finitura antichizzata, rame.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna all’interno delle
tipologie

Unicamente per i centri storici di Gorra e Perti sono ammesse strutture in legno e
coperture in canniccio o con vegetazione rampicante.

42
12.3. Zona neutra

S’intende per zona neutra l’area comunale non compresa nelle zone A e B e rispettive
sub-zone.

12.3.1. Tipologie della zona neutra

• Negli spazi pedonali e negli spazi destinati a verde attrezzato è consentita la


realizzazione di tipologie e che non ledano la funzionalità degli spazi stessi.
• Non e’ ammessa la trasformazione di strutture da tipo a .
• Non sono ammesse nuove strutture di tipo e .

12.3.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo della zona neutra

Le strutture esistenti non potranno superare l’attuale superficie occupata.


Le nuove attrezzature di tipo dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• lato massimo metri 10.
• superficie massima non superiore a quella della sala di distribuzione interna e
comunque minore di mq. 30.
• massimo rapporto di occupazione del suolo = 0,35
Le nuove attrezzature di tipo dovranno conformarsi all’allegato progetto (tav.4). Non
potranno disporre di un annesso spazio attrezzato come tipo .

Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.

43
L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta
ubicazione e dimensione della struttura accessoria in ragione di principi generali di decoro
urbano e viabilità ed anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico
di iniziativa pubblica approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse
pubblico e/o sicurezza.
Le attrezzature accessorie della Zona Neutra di tipo e dovranno conformarsi alle
disposizioni di cui all’art.4 con le seguenti eccezioni:
• le strutture accessorie possono ospitare qualsiasi tipo di sedie, tavoli, dondoli e
similari, anche costituiti interamente da materiale plastico, purchè in decoroso stato
di manutenzione e di non eccessiva vetustà.
• In adiacenza alle attrezzature accessorie è possibile l’uso di distributori automatici,
giochi, cavallini a gettone e similari.
• Le attrezzature accessorie possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui.
• Le attrezzature accessorie potranno disporre di qualsiasi tipo di impianti illuminanti
purchè di intensità tale da non essere pericolosi per la viabilità o occasione di
inquinamento luminoso.
• E’ ammesso l’uso di insegne luminose agganciate alle attrezzature accessorie.

Le nuove strutture accessorie di tipo si conformeranno senza le suddette eccezioni a


tutte le disposizioni dell’art.4 e avranno tipologia, materiali e finiture di cui alla Tav.4 che è
parte costitutiva del Piano.

44
1
SOMMARIO
1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO .......................................................................... 3
2. CONTENUTI ED ELABORATI ....................................................................................... 4
3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO .............................................................................. 5
4. PRESCRIZIONI GENERALI COMUNI ........................................................................... 6
5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE ................................................................................. 9
6. ULTERIORI DEFINIZIONI............................................................................................. 10
7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA ............................................... 12
PER STRUTTURE ACCESSORIE....................................................................................... 12
8. PROCEDURE................................................................................................................ 14
9. Controllo partecipativo ............................................................................................... 16
10. Opere in assenza o difformità dal titolo abilitativo e sanzioni.......................... 16
11. Norme finali ed abrogazioni ................................................................................... 16
12. DISPOSIZIONI INERENTI LE STRUTTURE............................................................ 18
ACCESSORIE PER ZONA OMOGENEA ........................................................................... 18
12.1. ZONA A .......................................................................................................................................... 18
12.1.1. Tipologie in zona A ................................................................................... 18
12.1.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo in zona A ........................ 18
12.1.3. Pedane in zona A....................................................................................... 21
12.1.4. Sedie, tavoli, dondoli ed arredi in zona A .............................................. 21
12.1.5. Tende rimovibili ed ombrelloni in zona A .............................................. 24
12.1.6. Tamponature verticali, fioriere e vasi in zona A ................................... 26
12.1.7. Strutture esistenti per il tipo e in zona A ......................................... 29
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2 ............................ 31
12.2. Zona B ............................................................................................................................................ 31
12.2.1. Tipologie della zona B .............................................................................. 31
12.2.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo nella zona B ................... 31
12.2.3. Pedane nella zona B ................................................................................. 33
12.2.4. Sedie, tavoli ed arredi nella zona B ........................................................ 33
12.2.5. Tende rimovibili ed ombrelloni nella zona B ......................................... 35
12.2.6. Tamponature verticali, vasi ed essenze arboree nella zona B............ 36
12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B......................................... 40
12.3. Zona neutra ................................................................................................................................... 43
12.3.1. Tipologie della zona neutra ..................................................................... 43
12.3.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo della zona neutra .......... 43

2
1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO

Il presente piano ha come obiettivo quello di disciplinare l’occupazione del suolo pubblico
nel territorio comunale di Finale Ligure al fine di migliorare il decoro urbano ma anche, più
in generale, la qualità di vita civica.

In particolare intende normare:


• la conformazione delle strutture architettoniche e di arredo urbano quali dehors,
verande, chioschi, tensostrutture, gazebo, pergole, ombrelloni, sedie, tavoli e
similari che occupino il suolo pubblico, annessi ad attività di ristoro, bar, pizzeria,
gelateria, strutture turistico-ricettive, stabilimenti balneari, strutture definite come
“attrezzature accessorie” e che sono meglio definite all’art.5 delle presenti
disposizioni.
• la conformazione delle modeste occupazioni del suolo pubblico ad opera di esercizi
commerciali quali negozi di giocattoli, di abbigliamento, giornalai, rivendite di
alimentari e verdurieri, quotidianamente rimosse con la chiusura dell’esercizio,
definite come “limitate occupazioni del suolo pubblico”.

Il piano stabilisce limitazioni e divieti e suggerisce soluzioni ammissibili per le attrezzature


accessorie e le limitate occupazioni del suolo, definendo l’iter necessario alla loro
approvazione.

La filosofia del Piano fa propri i dettami della prossemica e della sociologia urbanistica nel
convincimento che debba esistere un continuum formale-spaziale tra gli spazi del suolo
pubblico occupato dai privati e l’intorno urbano.

Ulteriore finalità che il Piano si propone è l’articolazione di una coerente omogeneità


formale degli arredi urbani tale da evitare ogni sensazione di aleatorietà e caoticità
dell’impianto urbanistico.

3
E’, infine, intendimento del Piano normare l’“estetica notturna” delle attrezzature
accessorie, nella consapevolezza dei suoi notevoli risvolti economici, psicologici e sociali.

Al fine di ottenere una coerente omogeneità nella progettazione dell’urbano e di


controllarne il valore architettonico, vengono stabilite norme e prescrizioni per
l’occupazione del suolo pubblico, di carattere quantitativo e qualitativo, che saranno
vincolanti per le future progettazioni.

2. CONTENUTI ED ELABORATI

Il Piano comprende prescrizioni e norme riguardanti: materiali, eventuali impianti di


illuminazione, colori e finiture, caratteri formali e tipologici, dimensioni quantitative
massime degli interventi, procedure, elenco degli elaborati necessari all’ottenimento del
titolo abilitativo.
Fanno parte integrante del Piano i seguenti elaborati:
1)Disposizioni di Piano
2)Tav.1: Planimetrie con individuazione delle zone omogenee di intervento
3)Tav.2: Progetto della attrezzature accessorie complete di tipo per Zona A1
4)Tav.3: Progetto della attrezzature accessorie complete di tipo per Zona A2

5) Tav 4: Progetto della tipologia architettonica per zona neutra

6) Allegati n.1: scheda di rilevamento


7) Allegato n.2: abaco di sedie e tavoli
8) Allegato n.3: arredi e dettagli costruttivi
9) Allegato n.4: esempi chiarificatori
10) Allegato n.5: regolamento delle limitate occupazioni di suolo pubblico

4
3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO

Il Piano prevede la suddivisione del territorio comunale in Zone Omogenee accomunate


dalle medesime prescrizioni/norme.
Mentre talune prescrizioni avranno valore assoluto e generale all’interno dell’intero
territorio comunale (vedi articolo successivo) altre saranno peculiari di ciascuna di dette
Zone Omogenee.
La zonizzazione è dunque stabilita al fine di indirizzare le intenzioni progettuali di iniziativa
privata in modo coordinato e coerente ai caratteri del contesto urbano.

Nel territorio comunale sono state individuate 2 zone omogenee principali caratterizzate
ciascuna da connotazioni particolari sotto il profilo urbanistico, architettonico ed
commerciale. La Giunta Comunale provvederà, qualora opportuno, ad aggiornare la
zonizzazione sulla base della trasformazione del territorio comunale.
E’ individuata una ulteriore zona denominata “zona neutra” corrispondente alla parte di
territorio non compresa nelle 2 zone principali.
In essa zona, data la difficoltà a definirne un carattere significativamente omogeneo
dell’immagine urbano-architettonica, le norme saranno meno restrittive e sarà più ampia la
mestica delle soluzioni progettuali ammesse.

All’interno della zona A sono state altresì individuate 2 sub-zone con caratteristiche
specifiche e norme particolari e puntuali: la sub-zona A1 e la sub-zona A2. Valgono per
esse le norme della zona A, salvo quando diversamente specificato.

Nella Tavola n.1 si individuano dunque le seguenti zone omogenee:

Zona A
Comprensiva delle passeggiata a mare di Marina, Pia e Varigotti, del fronte su via
Concezione e Via S. Pietro, del fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato.

5
Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Varigotti, Borgo, Gorra, Perti, e Piazza Vittorio Emanuele

Zona Neutra
Tutto il territorio comunale non compreso nelle precedenti zone

4. PRESCRIZIONI GENERALI COMUNI


A TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE

Il presente Piano stabilisce le seguenti prescrizioni comuni a tutto il territorio comunale, a


prescindere dalle zone omogenee di cui alla Tavola 1, salvo diverse indicazioni e
specifiche norme di zona di cui all’art.12 (disposizioni inerenti le attrezzature accessorie
per zona omogenea).

1. Bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, strutture turistico ricettive, stabilimenti balneari


possono realizzare attrezzature accessorie sul suolo pubblico a condizione che
tali impianti:
• non siano di intralcio al pubblico transito sia veicolare sia pedonale.
• non compromettano la lettura di emergenze architettoniche di pregio o di aree di
particolare valore paesaggistico.
• non siano in contrasto con l’interesse collettivo.

2. Le attrezzature accessorie, essendo disposte su suolo pubblico, contribuiscono


con la loro immagine all’estetica urbana del comune; pertanto devono essere
decorose per forme, materiali, dimensioni e stato di manutenzione; devono
rispettare il tessuto architettonico del contesto in cui si inseriscono; devono

6
rispondere a principi di qualità estetica. E’ facoltà dell’ Amministrazione individuare
le aree destinate ad ospitare o meno dette attrezzature.

3. Le attrezzature accessorie devono essere rimovibili e dunque smontabili per


intero senza dover manomettere in alcun modo nè il suolo pubblico nè le pareti
prospettanti le pubbliche vie.

4. Le attrezzature accessorie non possono essere realizzate in contrasto con quanto


previsto dal D.Lgs.285/92 – Codice della Strada – e dal D.P.R. 495/92 –
Regolamento di attuazione ed esecuzione e successive modificazioni ed
integrazioni; devono conformarsi al Regolamento Comunale di Occupazione Spazi
ed Aree Pubbliche; devono conformarsi al Regolamento di Polizia Urbana; devono
conformarsi a quanto specificatamente prescritto dagli uffici competenti coinvolti
dallo S.u.a.p.

5. Le attrezzature accessorie mantenendo un carattere di transitorietà non possono


considerarsi costruzioni edilizie agli effetti degli indici e dei parametri urbanistici,
sicchè non sono soggette alla verifica dei distacchi dai confini e dalle costruzioni.
Peraltro non devono ingombrare accessi di edifici residenziali e/o commerciali di
terzi neppure temporaneamente.

6. Le attrezzature accessorie possono essere delimitate da paratie-membrane


verticali di protezione, preferibilmente interamente trasparenti, comprese nel profilo
della struttura portante.

7. Le attrezzature accessorie non possono avere un piano di calpestio autonomo


rispetto al suolo pubblico se non nel caso in cui quest’ultimo sia semplicemente
asfaltato o pavimentato con piastrelle di cemento.

8. Le attrezzature accessorie possono essere dotate di copertura.

7
9. Le strutture accessorie non possono ospitare sedie e tavolini che siano costituiti
interamente in materiale plastico. Fanno eccezione le sedute ed i tavolini disegnati
dai designer di cui all’allegato 2 che sono ritenuti ammessi anche se interamente in
plastica.

10. In adiacenza ed internamente alle attrezzature accessorie è vietato l’uso di


distributori automatici, giochi, cavallini a gettone, carretti e similari.

11. Le attrezzature accessorie non possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui. Questa
norma si stabilisce in accordo con gli obiettivi del Piano al fine di favorire lo sviluppo
di un continuum urbano socializzante e di evitare la frammentazione spaziale della
città in mille “orti conclusi” individualistici.

12. L’eventuale illuminazione delle attrezzature accessorie sarà a bassa temperatura


di colore: Gli apparecchi illuminanti dovranno essere ad incandescenza o alogeni
con potenza < o = a 100 Watt. Non sono ammesse luci di potenza superiore ai 100
Watt. Non sono ammesse luci a fluorescenza e a scarica con luce bianca. Sono
ammesse luci a fluorescenza se a luce colorata.

13. Non è ammesso l’uso di insegne luminose agganciate direttamente alla struttura
delle attrezzature accessorie.

14. Le strutture accessorie devono essere mantenute in decoroso stato di


manutenzione ed ordine. Non possono essere adoperate quali magazzini anche
temporanei. Nel caso in cui l’esercizio rimanga chiusa per più di un mese, o
comunque la struttura accessoria non venga adoperata per almeno un mese, essa
deve essere riordinata, sgombrata interamente da sedie, tavoli ed ogni altro
arredo o materiale e lasciata in stato di buon decoro. Sono fatti salvi i casi in cui
la chiusura o il non utilizzo delle strutture accessorie siano correlati,
oggettivamente, a cause indipendenti dalle scelte gestionali dell’azienda quali
interventi di ristrutturazione della struttura accessoria e/o dell’azienda.

8
• Negozi di giocattoli, di abbigliamento, giornalai, pescherie, verdurieri e rivendite di
alimentari possono realizzare “limitate occupazioni del suolo pubblico” nelle
forme e nei modi previsti dall’allegato “Regolamento delle limitate occupazioni di
suolo pubblico” che del presente Piano è parte integrante.
Per le limitate occupazioni del suolo pubblico non valgono i successivi articoli 7 e
12. Il regolamento delle limitate occupazioni di suolo pubblico si intende esteso ad
ogni zona del territorio comunale.

5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE
Ai fini delle presenti disposizioni si intende per:
• ATTREZZATURA ACCESSORIA una struttura (annessa ad attività di ristoro, bar,
pizzeria, gelateria, strutture turistico-ricettive, stabilimenti balneari) posta sul suolo
pubblico che rientri entro una delle seguenti tipologie:

Attrezzatura accessoria di Tipo (di tipo “leggero”)

Strutture prive di una copertura continua (munite solo di copertura parziale tipo
tende od ombrelloni) ed altresì prive di tamponamenti laterali verticali, attrezzate
con sedute e tavolini.

Attrezzatura accessoria di Tipo (dehor)

Strutture funzionalmente dipendenti da un bar, un ristorante, una struttura turistico-


alberghiera od uno stabilimento balneare, possono essere adiacenti ad un edificio
esistente od isolate. Hanno una copertura completa, fissa o mobile, dell’area
attrezzata e possono avere tamponature verticali.

Attrezzatura accessoria di Tipo (chiosco)

Piccola struttura isolata ed autonoma adibita a bar. Può avere uno spazio
pertinenziale arredato secondo la tipologia .

9
Attrezzatura accessoria di Tipo (“bancone” esterno)

Struttura collocata all’esterno di un esercizio commerciale (nella sua zona di


pertinenza, sia essa di tipo o ) che costituisce replica della funzione di
banco-bar distributore interno.

a) esempio di tipologia annessa a tipologia

• LIMITATA OCCUPAZIONE DEL SUOLO PUBBLICO: occupazione del suolo


pubblico di modestissime dimensioni (annessa a negozi di giocattoli, di
abbigliamento, giornalai, pescherie, verdurieri e rivendite di alimentari) e con la
peculiarità di essere interamente rimossa alla quotidiana chiusura dell’esercizio.

6. ULTERIORI DEFINIZIONI

Ai fini delle presenti disposizioni si intende per:


AREA PEDONALE DI RIFERIMENTO la zona pedonale comunale, demaniale o privata
(se adibita all’uso pubblico) a traffico limitato o inibita al transito veicolare univocamente
riconducibile ad un esercizio commerciale.

10
a) individuazione dell’area pedonale di riferimento per un’attività situata nel centro storico con antistante
strada a traffico limitato o inibito

RAPPORTO DI OCCUPAZIONE DEL SUOLO s’intende il rapporto tra la somma delle


superfici delle attrezzature accessorie e l’area pedonale di riferimento.
SALA DI DISTRIBUZIONE INTERNA è la zona dell’esercizio, bar, ristorante o residenza
turistico-ricettiva specificatamente adibito alla distribuzione e somministrazione di bevande
e/o cibi. Non ne fanno parte altri locali quali servizi igienici, cucine, ecc.
TENDA: struttura di copertura rimovibile/avvolgibile collegata a muratura, priva di appoggi
a terra e con aggetto inferiore ai 2,5 mt.
OMBRELLONE: struttura di copertura chiudibile con un unico appoggio.
VASO: arredo atto a contenere essenze vegetali con lunghezza minore di 90 cm.
FIORIERA: arredo atto a contenere essenze vegetali con lunghezza maggiore o uguale a
90 cm.

11
7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA
PER ATTREZZATURE ACCESSORIE1

Tutte le attrezzature accessorie dovranno possedere titolo abilitativo nei tempi di cui
all’art.8.
La domanda per l’ottenimento del titolo abilitativo deve essere presentata allo SUAP e
dovrà essere firmata dal richiedente. Sarà corredata da Progetto di adeguamento al
Piano dei Dehor a firma di tecnico abilitato e composto da:
1. Relazione tecnico-descrittiva (secondo lo schema dell’allegato 1) con dettagliata
descrizione dello stato attuale e di progetto comprendente almeno i seguenti dati:
• dimensionamento dello spazio pedonale di pertinenza e dei rapporti di occupazione
del suolo pubblico, dello spazio interno di distribuzione, quote e dimensioni della
struttura
• indicazioni concernenti materiali, colori e forma degli arredi (sedie, tavoli, dondoli,
struttura di copertura, pannelli frangivento, fioriere e vasi, coperture, tende,
ombrelloni, porta-menù, ecc.ecc.)
• tipo di luci
• tipologia attuale e di progetto della struttura ( , , o )
• presenza o meno di pedana e suo materiale e motivo di tale presenza.
• asseverazione della rispondenza alle: prescrizioni del Codice della Strada e
Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Codice della Strada; alle norme di
sicurezza sui luoghi di lavoro; conformità alle norme urbanistiche comunali e
sovracomunali vigenti;
2. Estratti cartografici di inquadramento urbanistico aggiornati (Carta Tecnica
Regionale, P.R.G./P.U.C., planimetria catastale con evidenziato il sito di intervento).

1
NON PER LE LIMITATE OCCUPAZIONI DEL SUOLO PUBBLICO

12
3. Esauriente documentazione fotografica con almeno una prospettiva o render
tridimensionale o fotomontaggio.
4. Piante, prospetti e sezioni dell’attrezzatura in scala 1:50 quotati (stato attuale,
progetto e raffronto) in numero tale da assicurare una piena comprensione del progetto.
5. Dettaglio costruttivo dell’eventuale tamponatura verticale in vetro in scala 1:10.
Gli uffici competenti potranno comunque richiedere particolari specifiche tecniche ritenute
necessarie al completamento della pratica.

Per quanto concerne il numero di copie degli elaborati che devono essere presentate:

1. se la struttura accessoria è collocata in zona nè soggetta a vincoli urbanistico,


architettonico o paesaggistico, nè in adiacenza ad edificio vincolato, la
documentazione sopra illustrata dovrà essere prodotta in 5 copie.

2. se la struttura accessoria è collocata in adiacenza ad un immobile soggetto a vincolo


architettonico o in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico/ambientale, la
documentazione progettuale dovrà essere prodotta in 8 copie, di cui due con
documentazione fotografica in originale.

Le norme di cui al presente Piano devono in particolare essere integrate con la


osservanza di quelle disciplinate dal Regolamento Comunale Occupazione Spazi ed Aree
Pubbliche.
I titoli abilitativi sono rilasciati fatti salvi i diritti di terzi.
Le istanze denegate vengono archiviati e la documentazione prodotta, allegata alla
richiesta, è posta a disposizione dell’interessato (salvo copia da tenere agli atti).
Il subentro nella titolarità dell'
attrezzatura dovrà essere sempre comunicata per iscritto al
Comune, indicando il numero e la data del titolo abilitativo originario, allegando copia di
questo alla domanda; nella medesima richiesta il subentrante dichiarerà i propri dati
identificativi; il subentro deve essere autodichiarato, il Comune potrà richiedere l'
esibizione
degli atti comprovanti il subentro;
Le richieste di titolo abilitativo dovranno essere corredate da dichiarazione liberatoria degli
eventuali terzi interessati, siano essi soggetti pubblici o privati, nei confronti dei quali il
Comune resta completamente estraneo.

13
Il richiedente manleva il Comune da qualsiasi danno a persone o cose provocato
dall’installazione o dalla permanenza dei manufatti richiesti.

8. PROCEDURE

   
  
          
                  
        
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Lo SUAP indice conferenza interna trasmettendo gli elaborati agli uffici competenti.

Nel caso l’intervento comporti opere di entità complessa o particolari soluzioni progettuali
di rilevante impatto sotto il profilo estetico, o viario, od altro, la richiesta potrà essere
sottoposta all’esame della Giunta Municipale.

Qualora l’intervento sia sottoposto ad un Vincolo architettonico o paesistico ambientale imposto a norma
del titolo II° (ex legge 1497/39) del DLGS 490/99 l’opera potrà essere realizzata solamente dopo il rilascio
dell’autorizzazione prevista dall’art. 151 dello stesso decreto legislativo; il rilascio di tale autorizzazione nel
caso di opere di competenza della CEI comunale sarà effettuato direttamente dall’Amministrazione o se di
competenza della Regione Liguria acquisito attraverso apposita conferenza dei servizi; Rimane ovviamente
facoltà del richiedente di ottenere preventivamente la richiesta autorizzazione.

Le attrezzature accessorie e le limitate occupazioni di suolo pubblico, per quanto concerne


gli aspetti urbanistico-edilizia, non sono soggette agli oneri di concessione edilizia di cui
alla legge regionale n°25/1993 ma al canone di occupazione del suolo pubblico (c.o.s.a.p.)
Eventuali rimozione-ripristino, purchè non intervengano modifiche rispetto al titolo
abilitativo, richiedono unicamente la comunicazione allo SUAP comprensiva di estremi
dell’autorizzazione originaria e dichiarazione in cui si affermi che l’attrezzatura accessoria
o la limitata occupaizone di suolo pubblico resta conforme al titolo rilasciato.

Il diniego del titolo abilitativo può avvenire con atto motivato quando si verifichi una
delle seguenti ipotesi:

14
• Essa non risulti conforme alle norme vigenti in materia;
• Essa non ottenga il benestare degli enti ed uffici eventualmente competenti in merito;
• Essa non sia ritenuta consona per ragioni estetico-architettoniche;
• L’Amministrazione sia a conoscenza di violazioni di diritti di terzi;
• Per contrasto con altre normative in vigore.

Il titolo abilitativo è modificato, sospeso, revocato dall’amministrazione comunale:


• per ragioni di utilità ed interesse pubblici.
• per realizzazione di opere difformi rispetto a quelle autodichiarate o autorizzate.
• qualora ottenuta in base ad elaborati tecnici alterati o non rispondenti al vero.
• per sopravvenuto contrasto con le norme urbanistico-edilizie.
• qualora i manufatti non rispondano più per mancanza di manutenzione o per
eccessiva vetustà al generale criterio di decoro.
• quando il sito occupato sia soggetto ad intervento di pubblica utilità, all’esecuzione
di un progetto di opera pubblica, alla realizzazione di un particolare intervento di
manutenzione di opera pubblica.
• quando l’attrezzatura venga adoperata per usi non consentiti.
• quando sia realizzata in difformità dal titolo abilitativo.
• qualora il titolare ne chieda la revoca.

Le attività produttive le cui attrezzature accessorie o limitate occupazioni di suolo pubblico


risultino esistenti ed autorizzate alla data di entrata in vigore del Piano dovranno dotarsi
entro 8 mesi del titolo abilitativo ed eseguire le opere di adeguamento entro ulteriori 4
mesi.
Eccezionalmente le attrezzature accessorie complete esistenti del tipo ricadenti in zona
A e relative sub-zone, limitatamente a:
1. struttura completa di copertura (art.12.1.8)
2. materiali delle tamponature verticali
dovranno adeguarsi concretamente al Piano entro 18 mesi, ma dovranno comunque
dotarsi del titolo abilitativo entro 8 mesi. Le struttura che intendano passare dal tipo al
tipo non usufruiranno di questa proroga temporale.

15
Le disposizioni-prescrizioni della CEI, della Regione Liguria o della Sovrintendenza ai Beni
Architettonici hanno valore vincolante e prevalente rispetto al Piano.

9. Controllo partecipativo

Chiunque può prendere visione presso gli Uffici Comunali del titolo abilitativo e dei relativi
atti tecnico-amministrativi e ricorrere contro il rilascio del titolo stesso, in quanto in
contrasto con le disposizioni di legge o con le prescrizioni del presente Piano o per ragioni
e motivi personali, secondo le modalità previste dalla L.241/90 e dal regolamento di
accesso agli atti.

10. Opere in assenza o difformità dal titolo abilitativo e sanzioni

Le attrezzature accessorie esistenti e le limitate occupazioni di suolo pubblico alla


data di approvazione del Piano e che al termine dei tempi di cui all’art.8 risultino sprovviste
del titolo abilitativo dovranno essere rimosse o non potranno essere reinstallate, e la
concessione di suolo pubblico verrà dichiarata decaduta. Saranno inoltre sottoposte alle
eventuali sanzioni previste dalle normativa vigente statale, regionale e comunale.
Le nuove attrezzature accessorie e limitate occupazioni di suolo pubblico che
risultino realizzate in assenza o difformità dal titolo abilitativo dovranno essere rimosse e
saranno inoltre sottoposte alle sanzioni previste dalle normativa vigente statale, regionale
e comunale.

11. Norme finali ed abrogazioni

1. Il presente Piano sostituisce ogni precedente disposizione afferente le strutture


accessorie e le limitate occupazioni di suolo pubblico
2. Per quanto non previsto nel presente Piano si fa riferimento alle norme vigenti in

16
materia.
3. Le eventuali modifiche delle Leggi in vigore comportano le conseguenti variazioni delle
norme del presente Piano.
4. Il presente Piano entra in vigore dalla data di esecutività della delibera di approvazione.

17
12. DISPOSIZIONI INERENTI LE ATTREZZATURE
ACCESSORIE2 PER ZONA OMOGENEA

12.1. ZONA A
Lungomari di Marina, Pia e Varigotti, fronte di via Concezione
e Via S. Pietro, fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato

12.1.1. Tipologie in zona A

• sono ammesse nuove attrezzature di tipo .


• sono ammesse nuove attrezzature di tipo se isolate e non adiacenti agli edifici
(solo sul lungomare) fatta eccezione per il lungomare di Varigotti dove non sono
ammesse nuove attrezzature di tipo (inclusa la trasformazione da tipo a tipo )
• non sono ammesse nuove attrezzature di tipo e .
• è ammessa la trasformazione da tipo a tipo limitatamente alle strutture isolate e
non adiacenti agli edifici (solo quelle disposte sul lungomare)
• non è ammesso passaggio da tipo o a tipo .

12.1.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo in zona A

Le attrezzature esistenti non potranno superare l’attuale superficie occupata, anche


nell’eventuale trasformazione da tipo a tipo .
Eccezionalmente e previo parere dell’amministrazione è facoltà per le strutture esistenti
realizzare minimi ampliamenti purchè suffragati da valide argomentazioni storiche o
urbanistiche.
2
NON LE LIMITATE OCCUPAZIONI DEL SUOLO PUBBLICO

18
Le nuove attrezzature di tipo e dovranno rientrare nei seguenti parametri:

• se poste sul lungomare, avranno lato massimo metri 10; superficie massima mq.
100 e comunque non superiore alla superficie della sala di distribuzione interna;
collocazione nelle zone comprese tra viale e controviale [come da schemi b) e c)].
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di
due metri da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre
attività commerciali o comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.

• se poste a contatto del fronte di abitazioni su via S. Pietro e Via Concezione non
dovranno oltrepassare lateralmente la proiezione del locale e dovranno avere
ampiezza tale da consentire un transito pedonale di almeno 1,2 ml.

Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4, ed in particolar modo alla necessità di non
intralciare in alcun modo il traffico veicolare e pedonale.

L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta


ubicazione e dimensione della struttura accessoria, anche diversamente dagli standard di
cui al precedente paragrafo, in ragione di principi generali di decoro urbano e viabilità ed
anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico di iniziativa pubblica
approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse pubblico e/o
sicurezza.

19
b) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura senza altri bar o ristoranti adiacenti

c) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura con altro locale adiacente

20
12.1.3. Pedane in zona A

Non è ammesso l’uso di pedane per le attrezzature accessorie della zona A..
Fanno eccezione le strutture esistenti laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o
piastrelle di cemento: per quest’ultime è possibile l’uso di pedane che devono essere tali
da non favorire l’accumulo di sporcizie e rifiuti sotto di esse.
Su pavimentazione tipo basolato o su quelle di pendenza > 8% ove sia oggettivamente
compromessa la sicurezza della clientela, è consentito l’uso di pedane.
Nei casi consentiti le pedane dovranno essere comunque realizzate con listoni in legno
massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho, Teak Siam, od altra essenza pregiata.

12.1.4. Sedie, tavoli, dondoli ed arredi in zona A

Si intende per struttura di una sedia, di un dondolo o di un tavolo la parte strutturale che li
sostiene (gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro
del tavolo.

Sono ammesse le seguenti tipologie di sedie e dondoli:


• con struttura in tubolare di acciaio con finitura cromata, nichelata o inox e
seduta/schienale in tubo di polietilene, legno chiaro, midollino, vimini, lamiera forata
o stirata, acciaio smerigliato.
• in midollino, vimini e similari colore naturale
• in legno e tela tipo “regista”
• in legno con seduta impagliata e struttura leggera: gambe rastremate o tornite di
sezione sottile (non sono ammesse sedie in legno con gambe a sezione circolare
costante e diametro maggiore di 3 cm., e comunque con struttura oggettivamente

21
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in alluminio colore naturale
• in ferro esclusivamente di colore bianco

Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• in legno stile Thonet (non le imitazioni delle Thonet realizzate in metallo)
• in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox e con seduta/schienale in
legno o metallo

fig.1: esempio di sedia non ammissibile fig.1bis: esempio di classica sedia


perchè interamente in plastica “paesana” in legno con struttura leggera e fig. 1tris: sedia in legno con
seduta impagliata: ammessa struttura pesante: non ammessa

I tavoli non potranno essere in materiale plastico. Potranno essere:


• in metallo con piano in marmo, legno, alluminio e acciaio smerigliato, rete o lamiera
metallica forata, vetro
• in alluminio colore naturale

22
• in ferro
• interamente in legno. In tal caso dovranno avere struttura leggera (e mai gambe a
sezione tonda con diametro >5 cm.)

Sedie, tavoli, dondoli, sdraio e similari non potranno essere interamente in materiale
plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari) e dovranno essere improntati a
sobrietà ed eleganza formali.

fig.2: esempio di sedia con schienale e seduta in tubo di polietilene (ammissibile)

Sono comunque ammissibili, di qualsiasi materiale e forma esse siano, le sedute ed i


tavoli opera intellettuale dei designer elencati nell’allegato 2.

All’allegato 2, a mero scopo di suggerimento e non coercitivamente, si mostra un abaco di


sedute e tavoli ammissibili. E’ possibile tuttavia proporre arredi diversi, purchè conformi
alle prescrizioni di Piano.

Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per attrezzatura e dovranno
essere realizzati conformemente ad una delle soluzioni di cui all’allegato 3.

23
fig.3: leggii per menù in zona A

12.1.5. Tende rimovibili ed ombrelloni in zona A

Le nuove attrezzature di tipo potranno avere coperture discontinue e rimovibili come


tende od ombrelloni3.
Le tende di nuova installazione adiacenti agli edifici di via Concezione e Via S. Pietro
avranno struttura in ferro finito con vernice micacea color antracite e di disegno
improntato alla massima sobrietà ed eleganza. Non saranno ammesse nuove tende con
struttura in alluminio, eccezion fatta per quelle a capottina.

3
Per le definizioni di “Tenda” ed “Ombrellone” si rimanda all’art.6.
Strutture di copertura che non ricadono in tali definizioni non sono ammesse nelle tipologie .

24
fig.4: nuove tende con struttura in alluminio non sono ammissibili

fig.5: esempio di tenda con struttura in ferro e tela (ammessa)

fig.6: esempio di tenda a capottina


(ammessa anche con struttura in alluminio)

25
Le nuove tende saranno bianche in tela, polymar o similare.

Gli ombrelloni di nuova installazione non potranno avere struttura in alluminio ma


unicamente in ferro o legno, e tela bianca.

Tende ed ombrelloni delle attrezzature esistenti eccezionalmente, e transitoriamente,


possono mantenere materiali e colori in uso al momento dell’entrata in vigore del presente
Piano, fatta eccezione per quelli recanti scritte e nomi di sponsor che andranno comunque
cambiati.

12.1.6. Tamponature verticali, fioriere e vasi in zona A

Le strutture verticali di tamponamento-riparo para-vento non potranno essere di materiali


plastici, tela cerata, pvc spalmato o similari ma esclusivamente in vetro temperato o
retinato, con finitura trasparente (non sono ammesse altre finiture quali vetro fumè, a
specchio, ecc. o pannelli i metacrilato, policarbonato, plexiglass e similari).

Le tamponature in vetro, al fine di mantenere una decisa sensazione di trasparenza


nonchè la potenziale introspezione, avranno grandi campiture prive di serramento.
In particolare, conformemente alle tav. 2 e 3, non avranno traversi orizzontali né
serramento verticale.
Potranno essere scorrevoli o pivottanti.
In quest’ultimo caso potranno, nella posizione di apertura, sporgere al di fuori della
proiezione della copertura per non più di 40 cm. Salvo che ciò pregiudichi la sicurezza del
traffico stradale/pedonale.
Il serramento, presente solo in testa e al piede del vetro, sarà in acciaio inox o alluminio
con finitura naturale.

26
fig.7: esempio di tamponatura verticale non ammessa

fig.8: schema di tamponatura in vetro pivottante nelle due posizioni chiusa e aperta

La trasparenza della vetrata e l’introspezione non possono essere in alcun modo limitate
con l’uso di pannelli in legno, metallo, separè vegetali, tende anche interne, o quant’altro.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna.

Non sono ammesse tamponature verticali nelle strutture adiacenti agli edifici di via
Concezione e via S. Pietro se non già esistenti all’entrata in vigore del piano. In tal caso
dovranno comunque essere adeguate alle tipologie ed ai materiali di cui sopra.

27
Sui lungomari di Marina, Pia e Varigotti e nel fronte-mare tra le Capo S. Donato ed il
Castelletto le attrezzature di tipo annesse a tipi potranno adoperare vasi conformi
all’allegato 3 e discontinui, in numero di 1 ogni vertice del poligono perimetrale dell’area
attrezzata per un massimo di 4 vasi. I tipi non annessi a tipi potranno disporre di più
di 4 vasi, sempre conformi all’allegato 3. Le attrezzature di tipo non potranno disporre di
vasi e/o fioriere disposti sul perimetro delle stesse.

Le attrezzature accessorie poste sul fronte di via Concezione e Via S. Pietro in adiacenza
agli edifici potranno adoperare fioriere e/o vasi, discontinui, conformi all’allegato 3
posizionate in modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito
veicolare e da non costituire ostacolo per il transito pedonale.

chiosco

fig.9: disposizione corretta dei vasi (massimo 4) nei tipi annessi alle strutture

chiosco

fig.10: disposizione ERRATA dei vasi (più di 4 e non sui vertici) nei tipi annessi alle strutture

28
fig.11: tipologia di vaso per i tipi dei lungomari nella zona A

E’ ammesso l’uso delle seguenti essenze arboree e floreali: ulivo cipressino, palma dracena, palma
camaerops, fotinia, abulia, oleandro, corbezzolo, poligala mirtifolia, pohenix robellini, gerani, artemisia powis
castle, rosa rugosa scabrosa, lavanda, santolina viridis, stachys lanata, echium, olearia, potentilla, hebe,
helichrysum, cistus, senecio greyi, od altra essenza tipica della macchia mediterranea.

12.1.7. Strutture esistenti per il tipo e in zona A

Le attrezzature esistenti di tipo e tipo non potranno subire ampliamenti e si


ingegneranno al fine di suscitare immagini di ordine e sobrietà formale.
Nello specifico le attrezzature esistenti di tipo e non avranno colori accesi, troppo
saturi, e tenderanno alla monocromia anche nei dettagli: se, ad esempio, disponessero di
tamponature in alluminio bianco, della stessa tinta dovranno essere anche tutte le parti
strutturali in vista.
Nel caso di strutture in legno è richiesto l’uso del suo colore naturale non tinteggiato.
Le strutture di tipo e non potranno ospitare affissioni di manifesti e locandine e non
potranno disporre di insegne di qualsivoglia genere.
Potranno disporre di supergraphics4 illustranti con foto in bianconero aspetti e paesaggi
dell’entroterra o della storia finalesi.
Qualora le strutture di tipo intendessero modificare in toto la propria estetica dovranno essere
rivestite con tamponature in legno con pannelli come da figure 12 e 13, distanziati reciprocamente

4
Immagini di grande formato serigrafate o stampate su pellicola adesiva

29
di c.ca 4 cm. e con dimensione prevalentemente orizzontale. Dietro di essi pannelli (con struttura
in ferro e legno) una lastra in vetro o policarbonato satinato o biancolatte assicurerà l’ermeticità
della struttura.
piatto in ferro 1cm. x 5cm.
tubolare di ferro con
0,01 distanziatore per i listelli di legno
listello di legno
0,02

0,03
0,02

0,02
0,01

vuoto tra i listelli


attraverso il quale si vede
il retrostante pannello in vetro o policarbonato

fig.12: pannello di tamponamento per eventuali modifiche dei tipi

fig.13: come potrebbe apparire un’attrezzatura di tipo in seguito a modifiche sostanziali

30
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2

Le strutture a copertura delle tipologie nella zona A avranno forme e dimensioni a livello
di sub-zona come da allegati progetti (Tav 2 e Tav.3).
Per tutto il resto le strutture accessorie di dette sub-zone (sub-zona A1: lungomari ad Est
dell’arco di Spagna; sub-zona A2: lungomare ad Ovest dell’arco di Spagna) si
conformano alle norme della zona A.

12.2. Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Borgo, Varigotti, Gorra, Perti e p.zza Vittorio Emanuele

12.2.1. Tipologie della zona B

• Non sono ammesse nuove strutture di tipo , e .


• Non e’ ammessa la trasformazione di strutture da tipo a
• Sono ammesse nuove strutture di tipo .

12.2.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo nella zona B

Le strutture esistenti non potranno superare l’attuale superficie occupata.

31
Eccezionalmente e previo parere dell’amministrazione è facoltà per le strutture esistenti
realizzare minimi ampliamenti purchè suffragati da valide argomentazioni storiche o
urbanistiche.
Le nuove attrezzature di tipo dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• lato massimo metri 10.
• superficie massima non superiore a quella della sala di distribuzione interna e
comunque minore di mq. 30.
• massimo rapporto di occupazione del suolo = 0,35
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.

Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.

L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta


ubicazione e dimensione della struttura accessoria, anche diversamente dagli standard di
cui al precedente paragrafo, in ragione di principi generali di decoro urbano e viabilità ed
anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico di iniziativa pubblica
approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse pubblico e/o
sicurezza.

Non potranno essere ammessi affollamenti su piazze >25% del suolo e dunque non
saranno ammissibili nuove attrezzature la cui presenza andasse provocasse il
superamento di tale soglia limite.

32
12.2.3. Pedane nella zona B

Per le nuove strutture e per le strutture esistenti non è ammesso l’uso di pedane salvo
laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o piastrelle di cemento.
Per le strutture esistenti e per le nuove strutture per oggettive e comprovate ragioni di
sicurezza (rischio di ribaltamento dei tavoli e delle sedute non riducibile a semplici e
controllabili oscillazioni e pendenza > 8%) ove sia oggettivamente compromessa la
sicurezza della clientela, è consentito, eccezionalmente e previo parere favorevole
dell’amministrazione, l’uso di pedane.
Dette pedane dovranno essere in legno, tali da non favorire l’accumulo di sporcizie sotto di
esse, con listoni in legno massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho o Teak Siam.

12.2.4. Sedie, tavoli ed arredi nella zona B

Si intende per struttura di una sedia o di un tavolo la parte strutturale che li sostiene
(gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro del tavolo.

Sedie, tavoli, sdraio e similari, come già sancito all’art. 4, non potranno essere in
materiale plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari).

Sono ammesse le seguenti tipologie di sedie e dondoli:


• con struttura in tubolare di acciaio (finitura inox, cromo o nichel) e seduta/schienale
in tubo di polietilene o legno chiaro
• in alluminio colore naturale
• interamente in ferro di colore bianco o antracite con vernice micacea
• con struttura in ferro color antracite e seduta/schienale in legno
• in legno con seduta impagliata e struttura leggera: gambe rastremate o tornite di
sezione sottile (non sono ammesse sedie in legno con gambe a sezione circolare
costante e diametro maggiore di 3 cm., e comunque con struttura oggettivamente

33
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in legno “da regista” o tipo Thonet (non le imitazioni in metallo delle Thonet ! )

Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• sedie in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox

I tavoli non potranno essere in materiale plastico. Potranno essere:


• in metallo con piano in marmo, legno, alluminio e acciaio smerigliato, rete o lamiera
metallica forata, vetro, ceramica.
• in alluminio colore naturale
• in ferro
• interamente in legno (ma non con gambe a sezione tonda e diametro maggiore di 5
cm.)

Sono comunque ammissibili, di qualsiasi materiale e forma esse siano, le sedute ed i


tavoli opera intellettuale dei designer elencati nell’allegato 2.

All’allegato 2, a mero scopo di suggerimento e non coercitivamente, si mostra un abaco di


sedute e tavoli ammissibili. E’ possibile tuttavia proporre arredi diversi, purchè conformi
alle prescrizioni di Piano.

Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per struttura e dovranno essere
realizzati adoperando un cavalletto da pittore.

34
fig.14: leggio per menù in zona B: cavalletto da pittore

12.2.5. Tende rimovibili ed ombrelloni nella zona B

Le nuove strutture di tipo potranno avere coperture discontinue e rimovibili come tende
od ombrelloni.

Le tende di nuova installazione adiacenti agli edifici avranno struttura in ferro finito con
vernice micacea antracite con “terminali” improntati alla massima sobrietà ed eleganza.

Non saranno ammesse nuove tende con struttura in alluminio eccetto per quelle di tipo “a
capottina” se di luce inferiore ai 3 mt.

Le nuove tende saranno bianche in tela e non potranno aggettare per più di 2,5 metri né
tantomeno essere fornite di appoggi a terra (si veda la definizione di tenda art.6)

35
Gli ombrelloni di nuova installazione non potranno avere struttura in alluminio ma
unicamente in ferro o legno, e tela bianca.

Le tende e gli ombrelloni delle strutture esistenti eccezionalmente, e transitoriamente,


potranno mantenere materiali e colori in uso al momento dell’entrata in vigore del Piano.

12.2.6. Tamponature verticali, vasi ed essenze arboree nella zona B

Nella zona B dei centri storici sono ammesse tamponature verticali solo per ristoranti e
pizzerie che ne dispongano già all’entrata in vigore del Piano, le quali dovranno
adeguarsi alle norme di cui al seguito.

Le strutture verticali di tamponamento-riparo para-vento non potranno essere di materiale


plastico o tela cerata ma esclusivamente in vetro temperato o di sicurezza, con finitura
trasparente (non sono ammesse altre finiture quali vetro fumè, a specchio, ecc.).

Al fine di evitare il manifestarsi di fenomeni di surriscaldamento interno i vetri potranno


essere del tipo ad alta riflessione.

Le tamponature in vetro, al fine di mantenere una decisa sensazione di trasparenza


nonchè la potenziale introspezione, avranno grandi campiture prive di serramento.

36
fig.15: esempio di tamponature ammissibili con finitura color antracite e raccordi curvi.

In particolare avranno montanti verticali a distanza reciproca non inferiore a 80 cm. e non
avranno traversi orizzontali (eccezionalmente ne sono ammessi in numero limitato e
saltuari).

Al fine di proteggere i vetri da urti accidentali, è ammesso l’uso di una “croce” (fig.16) o in
alternativa di uno “zoccolo” di altezza massima 40 cm., in lamiera con gli stessi colori e
finitura della struttura (Ral.6010, 6001, 6002, 6016 o antracite).
Eccezionalmente le tamponature verticali potranno disporre di un raccordo curvo (fig.15)

Le vetrate potranno essere scorrevoli o pivottanti; in quest’ultimo caso potranno, nella


posizione di apertura, sporgere al di fuori della proiezione della copertura per non più di 80
cm. salvo che ciò pregiudichi la sicurezza del traffico stradale/pedonale.

37
fig.16: croce a protezione dei vetri

Il serramento sarà dello stesso materiale, colore e finitura della struttura fissa .

Non è ammesso l’uso di tende verticali di alcun genere esterne o interne in


corrispondenza delle vetrate.

Le attrezzature accessorie non possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,


cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui.

Le strutture accessorie poste a diretto contatto con strade o piazza a transito veicolare
continuo e non limitato potranno mantenere fioriere e/o vasi in terracotta o legno in
modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito veicolare.

Eccezionalmente, per le attrezzature a diretto contatto con edifici esistenti, è ammesso


l’uso di vasi in terracotta o legno solo sui due lati perpendicolari all’edificio e in numero
non superiore a 2 vasi.

38
edificio

fig.17: esempio di posizionamento corretto dei vasi

Non è ammesso l’uso di fioriere contemporaneamente a quello dei tamponamenti in vetro.


E’ ammesso l’uso delle seguenti essenze arboree: ulivo cipressino, palma dracena,
palma camaerops, fotinia, abulia, oleandro, corbezzolo, poligala mirtifolia, pohenix
robellini, gerani, rose rugose, choysia ternata, osmantus x burkwodii, deutria x kalmiflora,
enythria crista-galli, indigofera heteranta, hydrangea lace-cap, ortensia, od altra essenza
tipica della macchia mediterranea.

39
12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B

fig.18: esempio di struttura ammissibile per la zona B (centri storici)

fig.19: esempio di struttura ammissibile per la zona B (centri storici)

40
Le strutture a copertura del tipo saranno di ferro zincato o ghisa colore verde
(Ral.6010, 6001, 6002, 6016) o antracite, in vernice micacea, in ferro, acciaio o ghisa,
con pilastrini di sezione tonda con diametro massimo 10 cm.

fig.20: pilastrino

41
fig.21: esempio di struttura completa di tipo per zona B ammissibile come tipo di struttura.

Non sono ammesse strutture di altro materiale. Detti pilastrini dovranno essere facilmente
rimovibili.
Le attrezzature accessorie possono avere copertura in tela, pvc, polymar, vetro, lamiera
metallica con finitura antichizzata, rame.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna all’interno delle
tipologie

Unicamente per i centri storici di Gorra e Perti sono ammesse strutture in legno e
coperture in canniccio o con vegetazione rampicante.

42
12.3. Zona neutra

S’intende per zona neutra l’area comunale non compresa nelle zone A e B e rispettive
sub-zone.

12.3.1. Tipologie della zona neutra

• Negli spazi pedonali e negli spazi destinati a verde attrezzato è consentita la


realizzazione di tipologie e che non ledano la funzionalità degli spazi stessi.
• Non e’ ammessa la trasformazione di strutture da tipo a .
• Non sono ammesse nuove strutture di tipo e .

12.3.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo della zona neutra

Le strutture esistenti non potranno superare l’attuale superficie occupata.


Le nuove attrezzature di tipo dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• lato massimo metri 10.
• superficie massima non superiore a quella della sala di distribuzione interna e
comunque minore di mq. 30.
• massimo rapporto di occupazione del suolo = 0,35
Le nuove attrezzature di tipo dovranno conformarsi all’allegato progetto (tav.4). Non
potranno disporre di un annesso spazio attrezzato come tipo .

Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.

43
L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta
ubicazione e dimensione della struttura accessoria in ragione di principi generali di decoro
urbano e viabilità ed anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico
di iniziativa pubblica approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse
pubblico e/o sicurezza.
Le attrezzature accessorie della Zona Neutra di tipo e dovranno conformarsi alle
disposizioni di cui all’art.4 con le seguenti eccezioni:
• le strutture accessorie possono ospitare qualsiasi tipo di sedie, tavoli, dondoli e
similari, anche costituiti interamente da materiale plastico, purchè in decoroso stato
di manutenzione e di non eccessiva vetustà.
• In adiacenza alle attrezzature accessorie è possibile l’uso di distributori automatici,
giochi, cavallini a gettone e similari.
• Le attrezzature accessorie possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui.
• Le attrezzature accessorie potranno disporre di qualsiasi tipo di impianti illuminanti
purchè di intensità tale da non essere pericolosi per la viabilità o occasione di
inquinamento luminoso.
• E’ ammesso l’uso di insegne luminose agganciate alle attrezzature accessorie.

Le nuove strutture accessorie di tipo si conformeranno senza le suddette eccezioni a


tutte le disposizioni dell’art.4 e avranno tipologia, materiali e finiture di cui alla Tav.4 che è
parte costitutiva del Piano.

44
1
SOMMARIO
1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO .......................................................................... 3
2. CONTENUTI ED ELABORATI ....................................................................................... 4
3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO .............................................................................. 5
4. PRESCRIZIONI GENERALI COMUNI ........................................................................... 6
5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE ................................................................................. 9
6. ULTERIORI DEFINIZIONI............................................................................................. 10
7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA ............................................... 12
PER STRUTTURE ACCESSORIE....................................................................................... 12
8. PROCEDURE................................................................................................................ 14
9. Controllo partecipativo ............................................................................................... 16
10. Opere in assenza o difformità dal titolo abilitativo e sanzioni.......................... 16
11. Norme finali ed abrogazioni ................................................................................... 16
12. DISPOSIZIONI INERENTI LE STRUTTURE............................................................ 18
ACCESSORIE PER ZONA OMOGENEA ........................................................................... 18
12.1. ZONA A .......................................................................................................................................... 18
12.1.1. Tipologie in zona A ................................................................................... 18
12.1.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo in zona A ........................ 18
12.1.3. Pedane in zona A....................................................................................... 21
12.1.4. Sedie, tavoli, dondoli ed arredi in zona A .............................................. 21
12.1.5. Tende rimovibili ed ombrelloni in zona A .............................................. 24
12.1.6. Tamponature verticali, fioriere e vasi in zona A ................................... 26
12.1.7. Strutture esistenti per il tipo e in zona A ......................................... 29
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2 ............................ 31
12.2. Zona B ............................................................................................................................................ 31
12.2.1. Tipologie della zona B .............................................................................. 31
12.2.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo nella zona B ................... 31
12.2.3. Pedane nella zona B ................................................................................. 33
12.2.4. Sedie, tavoli ed arredi nella zona B ........................................................ 33
12.2.5. Tende rimovibili ed ombrelloni nella zona B ......................................... 35
12.2.6. Tamponature verticali, vasi ed essenze arboree nella zona B............ 36
12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B......................................... 40
12.3. Zona neutra ................................................................................................................................... 43
12.3.1. Tipologie della zona neutra ..................................................................... 43
12.3.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo della zona neutra .......... 43

2
1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO

Il presente piano ha come obiettivo quello di disciplinare l’occupazione del suolo pubblico
nel territorio comunale di Finale Ligure al fine di migliorare il decoro urbano ma anche, più
in generale, la qualità di vita civica.

In particolare intende normare:


• la conformazione delle strutture architettoniche e di arredo urbano quali dehors,
verande, chioschi, tensostrutture, gazebo, pergole, ombrelloni, sedie, tavoli e
similari che occupino il suolo pubblico, annessi ad attività di ristoro, bar, pizzeria,
gelateria, strutture turistico-ricettive, stabilimenti balneari, strutture definite come
“attrezzature accessorie” e che sono meglio definite all’art.5 delle presenti
disposizioni.
• la conformazione delle modeste occupazioni del suolo pubblico ad opera di esercizi
commerciali quali negozi di giocattoli, di abbigliamento, giornalai, rivendite di
alimentari e verdurieri, quotidianamente rimosse con la chiusura dell’esercizio,
definite come “limitate occupazioni del suolo pubblico”.

Il piano stabilisce limitazioni e divieti e suggerisce soluzioni ammissibili per le attrezzature


accessorie e le limitate occupazioni del suolo, definendo l’iter necessario alla loro
approvazione.

La filosofia del Piano fa propri i dettami della prossemica e della sociologia urbanistica nel
convincimento che debba esistere un continuum formale-spaziale tra gli spazi del suolo
pubblico occupato dai privati e l’intorno urbano.

Ulteriore finalità che il Piano si propone è l’articolazione di una coerente omogeneità


formale degli arredi urbani tale da evitare ogni sensazione di aleatorietà e caoticità
dell’impianto urbanistico.

3
E’, infine, intendimento del Piano normare l’“estetica notturna” delle attrezzature
accessorie, nella consapevolezza dei suoi notevoli risvolti economici, psicologici e sociali.

Al fine di ottenere una coerente omogeneità nella progettazione dell’urbano e di


controllarne il valore architettonico, vengono stabilite norme e prescrizioni per
l’occupazione del suolo pubblico, di carattere quantitativo e qualitativo, che saranno
vincolanti per le future progettazioni.

2. CONTENUTI ED ELABORATI

Il Piano comprende prescrizioni e norme riguardanti: materiali, eventuali impianti di


illuminazione, colori e finiture, caratteri formali e tipologici, dimensioni quantitative
massime degli interventi, procedure, elenco degli elaborati necessari all’ottenimento del
titolo abilitativo.
Fanno parte integrante del Piano i seguenti elaborati:
1)Disposizioni di Piano
2)Tav.1: Planimetrie con individuazione delle zone omogenee di intervento
3)Tav.2: Progetto della attrezzature accessorie complete di tipo per Zona A1
4)Tav.3: Progetto della attrezzature accessorie complete di tipo per Zona A2

5) Tav 4: Progetto della tipologia architettonica per zona neutra

6) Allegati n.1: scheda di rilevamento


7) Allegato n.2: abaco di sedie e tavoli
8) Allegato n.3: arredi e dettagli costruttivi
9) Allegato n.4: esempi chiarificatori
10) Allegato n.5: regolamento delle limitate occupazioni di suolo pubblico

4
3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO

Il Piano prevede la suddivisione del territorio comunale in Zone Omogenee accomunate


dalle medesime prescrizioni/norme.
Mentre talune prescrizioni avranno valore assoluto e generale all’interno dell’intero
territorio comunale (vedi articolo successivo) altre saranno peculiari di ciascuna di dette
Zone Omogenee.
La zonizzazione è dunque stabilita al fine di indirizzare le intenzioni progettuali di iniziativa
privata in modo coordinato e coerente ai caratteri del contesto urbano.

Nel territorio comunale sono state individuate 2 zone omogenee principali caratterizzate
ciascuna da connotazioni particolari sotto il profilo urbanistico, architettonico ed
commerciale. La Giunta Comunale provvederà, qualora opportuno, ad aggiornare la
zonizzazione sulla base della trasformazione del territorio comunale.
E’ individuata una ulteriore zona denominata “zona neutra” corrispondente alla parte di
territorio non compresa nelle 2 zone principali.
In essa zona, data la difficoltà a definirne un carattere significativamente omogeneo
dell’immagine urbano-architettonica, le norme saranno meno restrittive e sarà più ampia la
mestica delle soluzioni progettuali ammesse.

All’interno della zona A sono state altresì individuate 2 sub-zone con caratteristiche
specifiche e norme particolari e puntuali: la sub-zona A1 e la sub-zona A2. Valgono per
esse le norme della zona A, salvo quando diversamente specificato.

Nella Tavola n.1 si individuano dunque le seguenti zone omogenee:

Zona A
Comprensiva delle passeggiata a mare di Marina, Pia e Varigotti, del fronte su via
Concezione e Via S. Pietro, del fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato.

5
Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Varigotti, Borgo, Gorra, Perti, e Piazza Vittorio Emanuele

Zona Neutra
Tutto il territorio comunale non compreso nelle precedenti zone

4. PRESCRIZIONI GENERALI COMUNI


A TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE

Il presente Piano stabilisce le seguenti prescrizioni comuni a tutto il territorio comunale, a


prescindere dalle zone omogenee di cui alla Tavola 1, salvo diverse indicazioni e
specifiche norme di zona di cui all’art.12 (disposizioni inerenti le attrezzature accessorie
per zona omogenea).

1. Bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, strutture turistico ricettive, stabilimenti balneari


possono realizzare attrezzature accessorie sul suolo pubblico a condizione che
tali impianti:
• non siano di intralcio al pubblico transito sia veicolare sia pedonale.
• non compromettano la lettura di emergenze architettoniche di pregio o di aree di
particolare valore paesaggistico.
• non siano in contrasto con l’interesse collettivo.

2. Le attrezzature accessorie, essendo disposte su suolo pubblico, contribuiscono


con la loro immagine all’estetica urbana del comune; pertanto devono essere
decorose per forme, materiali, dimensioni e stato di manutenzione; devono
rispettare il tessuto architettonico del contesto in cui si inseriscono; devono

6
rispondere a principi di qualità estetica. E’ facoltà dell’ Amministrazione individuare
le aree destinate ad ospitare o meno dette attrezzature.

3. Le attrezzature accessorie devono essere rimovibili e dunque smontabili per


intero senza dover manomettere in alcun modo nè il suolo pubblico nè le pareti
prospettanti le pubbliche vie.

4. Le attrezzature accessorie non possono essere realizzate in contrasto con quanto


previsto dal D.Lgs.285/92 – Codice della Strada – e dal D.P.R. 495/92 –
Regolamento di attuazione ed esecuzione e successive modificazioni ed
integrazioni; devono conformarsi al Regolamento Comunale di Occupazione Spazi
ed Aree Pubbliche; devono conformarsi al Regolamento di Polizia Urbana; devono
conformarsi a quanto specificatamente prescritto dagli uffici competenti coinvolti
dallo S.u.a.p.

5. Le attrezzature accessorie mantenendo un carattere di transitorietà non possono


considerarsi costruzioni edilizie agli effetti degli indici e dei parametri urbanistici,
sicchè non sono soggette alla verifica dei distacchi dai confini e dalle costruzioni.
Peraltro non devono ingombrare accessi di edifici residenziali e/o commerciali di
terzi neppure temporaneamente.

6. Le attrezzature accessorie possono essere delimitate da paratie-membrane


verticali di protezione, preferibilmente interamente trasparenti, comprese nel profilo
della struttura portante.

7. Le attrezzature accessorie non possono avere un piano di calpestio autonomo


rispetto al suolo pubblico se non nel caso in cui quest’ultimo sia semplicemente
asfaltato o pavimentato con piastrelle di cemento.

8. Le attrezzature accessorie possono essere dotate di copertura.

7
9. Le strutture accessorie non possono ospitare sedie e tavolini che siano costituiti
interamente in materiale plastico. Fanno eccezione le sedute ed i tavolini disegnati
dai designer di cui all’allegato 2 che sono ritenuti ammessi anche se interamente in
plastica.

10. In adiacenza ed internamente alle attrezzature accessorie è vietato l’uso di


distributori automatici, giochi, cavallini a gettone, carretti e similari.

11. Le attrezzature accessorie non possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui. Questa
norma si stabilisce in accordo con gli obiettivi del Piano al fine di favorire lo sviluppo
di un continuum urbano socializzante e di evitare la frammentazione spaziale della
città in mille “orti conclusi” individualistici.

12. L’eventuale illuminazione delle attrezzature accessorie sarà a bassa temperatura


di colore: Gli apparecchi illuminanti dovranno essere ad incandescenza o alogeni
con potenza < o = a 100 Watt. Non sono ammesse luci di potenza superiore ai 100
Watt. Non sono ammesse luci a fluorescenza e a scarica con luce bianca. Sono
ammesse luci a fluorescenza se a luce colorata.

13. Non è ammesso l’uso di insegne luminose agganciate direttamente alla struttura
delle attrezzature accessorie.

14. Le strutture accessorie devono essere mantenute in decoroso stato di


manutenzione ed ordine. Non possono essere adoperate quali magazzini anche
temporanei. Nel caso in cui l’esercizio rimanga chiusa per più di un mese, o
comunque la struttura accessoria non venga adoperata per almeno un mese, essa
deve essere riordinata, sgombrata interamente da sedie, tavoli ed ogni altro
arredo o materiale e lasciata in stato di buon decoro. Sono fatti salvi i casi in cui
la chiusura o il non utilizzo delle strutture accessorie siano correlati,
oggettivamente, a cause indipendenti dalle scelte gestionali dell’azienda quali
interventi di ristrutturazione della struttura accessoria e/o dell’azienda.

8
• Negozi di giocattoli, di abbigliamento, giornalai, pescherie, verdurieri e rivendite di
alimentari possono realizzare “limitate occupazioni del suolo pubblico” nelle
forme e nei modi previsti dall’allegato “Regolamento delle limitate occupazioni di
suolo pubblico” che del presente Piano è parte integrante.
Per le limitate occupazioni del suolo pubblico non valgono i successivi articoli 7 e
12. Il regolamento delle limitate occupazioni di suolo pubblico si intende esteso ad
ogni zona del territorio comunale.

5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE
Ai fini delle presenti disposizioni si intende per:
• ATTREZZATURA ACCESSORIA una struttura (annessa ad attività di ristoro, bar,
pizzeria, gelateria, strutture turistico-ricettive, stabilimenti balneari) posta sul suolo
pubblico che rientri entro una delle seguenti tipologie:

Attrezzatura accessoria di Tipo (di tipo “leggero”)

Strutture prive di una copertura continua (munite solo di copertura parziale tipo
tende od ombrelloni) ed altresì prive di tamponamenti laterali verticali, attrezzate
con sedute e tavolini.

Attrezzatura accessoria di Tipo (dehor)

Strutture funzionalmente dipendenti da un bar, un ristorante, una struttura turistico-


alberghiera od uno stabilimento balneare, possono essere adiacenti ad un edificio
esistente od isolate. Hanno una copertura completa, fissa o mobile, dell’area
attrezzata e possono avere tamponature verticali.

Attrezzatura accessoria di Tipo (chiosco)

Piccola struttura isolata ed autonoma adibita a bar. Può avere uno spazio
pertinenziale arredato secondo la tipologia .

9
Attrezzatura accessoria di Tipo (“bancone” esterno)

Struttura collocata all’esterno di un esercizio commerciale (nella sua zona di


pertinenza, sia essa di tipo o ) che costituisce replica della funzione di
banco-bar distributore interno.

a) esempio di tipologia annessa a tipologia

• LIMITATA OCCUPAZIONE DEL SUOLO PUBBLICO: occupazione del suolo


pubblico di modestissime dimensioni (annessa a negozi di giocattoli, di
abbigliamento, giornalai, pescherie, verdurieri e rivendite di alimentari) e con la
peculiarità di essere interamente rimossa alla quotidiana chiusura dell’esercizio.

6. ULTERIORI DEFINIZIONI

Ai fini delle presenti disposizioni si intende per:


AREA PEDONALE DI RIFERIMENTO la zona pedonale comunale, demaniale o privata
(se adibita all’uso pubblico) a traffico limitato o inibita al transito veicolare univocamente
riconducibile ad un esercizio commerciale.

10
a) individuazione dell’area pedonale di riferimento per un’attività situata nel centro storico con antistante
strada a traffico limitato o inibito

RAPPORTO DI OCCUPAZIONE DEL SUOLO s’intende il rapporto tra la somma delle


superfici delle attrezzature accessorie e l’area pedonale di riferimento.
SALA DI DISTRIBUZIONE INTERNA è la zona dell’esercizio, bar, ristorante o residenza
turistico-ricettiva specificatamente adibito alla distribuzione e somministrazione di bevande
e/o cibi. Non ne fanno parte altri locali quali servizi igienici, cucine, ecc.
TENDA: struttura di copertura rimovibile/avvolgibile collegata a muratura, priva di appoggi
a terra e con aggetto inferiore ai 2,5 mt.
OMBRELLONE: struttura di copertura chiudibile con un unico appoggio.
VASO: arredo atto a contenere essenze vegetali con lunghezza minore di 90 cm.
FIORIERA: arredo atto a contenere essenze vegetali con lunghezza maggiore o uguale a
90 cm.

11
7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA
PER ATTREZZATURE ACCESSORIE1

Tutte le attrezzature accessorie dovranno possedere titolo abilitativo nei tempi di cui
all’art.8.
La domanda per l’ottenimento del titolo abilitativo deve essere presentata allo SUAP e
dovrà essere firmata dal richiedente. Sarà corredata da Progetto di adeguamento al
Piano dei Dehor a firma di tecnico abilitato e composto da:
1. Relazione tecnico-descrittiva (secondo lo schema dell’allegato 1) con dettagliata
descrizione dello stato attuale e di progetto comprendente almeno i seguenti dati:
• dimensionamento dello spazio pedonale di pertinenza e dei rapporti di occupazione
del suolo pubblico, dello spazio interno di distribuzione, quote e dimensioni della
struttura
• indicazioni concernenti materiali, colori e forma degli arredi (sedie, tavoli, dondoli,
struttura di copertura, pannelli frangivento, fioriere e vasi, coperture, tende,
ombrelloni, porta-menù, ecc.ecc.)
• tipo di luci
• tipologia attuale e di progetto della struttura ( , , o )
• presenza o meno di pedana e suo materiale e motivo di tale presenza.
• asseverazione della rispondenza alle: prescrizioni del Codice della Strada e
Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Codice della Strada; alle norme di
sicurezza sui luoghi di lavoro; conformità alle norme urbanistiche comunali e
sovracomunali vigenti;
2. Estratti cartografici di inquadramento urbanistico aggiornati (Carta Tecnica
Regionale, P.R.G./P.U.C., planimetria catastale con evidenziato il sito di intervento).

1
NON PER LE LIMITATE OCCUPAZIONI DEL SUOLO PUBBLICO

12
3. Esauriente documentazione fotografica con almeno una prospettiva o render
tridimensionale o fotomontaggio.
4. Piante, prospetti e sezioni dell’attrezzatura in scala 1:50 quotati (stato attuale,
progetto e raffronto) in numero tale da assicurare una piena comprensione del progetto.
5. Dettaglio costruttivo dell’eventuale tamponatura verticale in vetro in scala 1:10.
Gli uffici competenti potranno comunque richiedere particolari specifiche tecniche ritenute
necessarie al completamento della pratica.

Per quanto concerne il numero di copie degli elaborati che devono essere presentate:

1. se la struttura accessoria è collocata in zona nè soggetta a vincoli urbanistico,


architettonico o paesaggistico, nè in adiacenza ad edificio vincolato, la
documentazione sopra illustrata dovrà essere prodotta in 5 copie.

2. se la struttura accessoria è collocata in adiacenza ad un immobile soggetto a vincolo


architettonico o in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico/ambientale, la
documentazione progettuale dovrà essere prodotta in 8 copie, di cui due con
documentazione fotografica in originale.

Le norme di cui al presente Piano devono in particolare essere integrate con la


osservanza di quelle disciplinate dal Regolamento Comunale Occupazione Spazi ed Aree
Pubbliche.
I titoli abilitativi sono rilasciati fatti salvi i diritti di terzi.
Le istanze denegate vengono archiviati e la documentazione prodotta, allegata alla
richiesta, è posta a disposizione dell’interessato (salvo copia da tenere agli atti).
Il subentro nella titolarità dell'
attrezzatura dovrà essere sempre comunicata per iscritto al
Comune, indicando il numero e la data del titolo abilitativo originario, allegando copia di
questo alla domanda; nella medesima richiesta il subentrante dichiarerà i propri dati
identificativi; il subentro deve essere autodichiarato, il Comune potrà richiedere l'
esibizione
degli atti comprovanti il subentro;
Le richieste di titolo abilitativo dovranno essere corredate da dichiarazione liberatoria degli
eventuali terzi interessati, siano essi soggetti pubblici o privati, nei confronti dei quali il
Comune resta completamente estraneo.

13
Il richiedente manleva il Comune da qualsiasi danno a persone o cose provocato
dall’installazione o dalla permanenza dei manufatti richiesti.

8. PROCEDURE

   
  
          
                  
        
     "!      #
  "   $ %

         
 
   &      '   (     ) *  
    + & '( * , -

Lo SUAP indice conferenza interna trasmettendo gli elaborati agli uffici competenti.

Nel caso l’intervento comporti opere di entità complessa o particolari soluzioni progettuali
di rilevante impatto sotto il profilo estetico, o viario, od altro, la richiesta potrà essere
sottoposta all’esame della Giunta Municipale.

Qualora l’intervento sia sottoposto ad un Vincolo architettonico o paesistico ambientale imposto a norma
del titolo II° (ex legge 1497/39) del DLGS 490/99 l’opera potrà essere realizzata solamente dopo il rilascio
dell’autorizzazione prevista dall’art. 151 dello stesso decreto legislativo; il rilascio di tale autorizzazione nel
caso di opere di competenza della CEI comunale sarà effettuato direttamente dall’Amministrazione o se di
competenza della Regione Liguria acquisito attraverso apposita conferenza dei servizi; Rimane ovviamente
facoltà del richiedente di ottenere preventivamente la richiesta autorizzazione.

Le attrezzature accessorie e le limitate occupazioni di suolo pubblico, per quanto concerne


gli aspetti urbanistico-edilizia, non sono soggette agli oneri di concessione edilizia di cui
alla legge regionale n°25/1993 ma al canone di occupazione del suolo pubblico (c.o.s.a.p.)
Eventuali rimozione-ripristino, purchè non intervengano modifiche rispetto al titolo
abilitativo, richiedono unicamente la comunicazione allo SUAP comprensiva di estremi
dell’autorizzazione originaria e dichiarazione in cui si affermi che l’attrezzatura accessoria
o la limitata occupaizone di suolo pubblico resta conforme al titolo rilasciato.

Il diniego del titolo abilitativo può avvenire con atto motivato quando si verifichi una
delle seguenti ipotesi:

14
• Essa non risulti conforme alle norme vigenti in materia;
• Essa non ottenga il benestare degli enti ed uffici eventualmente competenti in merito;
• Essa non sia ritenuta consona per ragioni estetico-architettoniche;
• L’Amministrazione sia a conoscenza di violazioni di diritti di terzi;
• Per contrasto con altre normative in vigore.

Il titolo abilitativo è modificato, sospeso, revocato dall’amministrazione comunale:


• per ragioni di utilità ed interesse pubblici.
• per realizzazione di opere difformi rispetto a quelle autodichiarate o autorizzate.
• qualora ottenuta in base ad elaborati tecnici alterati o non rispondenti al vero.
• per sopravvenuto contrasto con le norme urbanistico-edilizie.
• qualora i manufatti non rispondano più per mancanza di manutenzione o per
eccessiva vetustà al generale criterio di decoro.
• quando il sito occupato sia soggetto ad intervento di pubblica utilità, all’esecuzione
di un progetto di opera pubblica, alla realizzazione di un particolare intervento di
manutenzione di opera pubblica.
• quando l’attrezzatura venga adoperata per usi non consentiti.
• quando sia realizzata in difformità dal titolo abilitativo.
• qualora il titolare ne chieda la revoca.

Le attività produttive le cui attrezzature accessorie o limitate occupazioni di suolo pubblico


risultino esistenti ed autorizzate alla data di entrata in vigore del Piano dovranno dotarsi
entro 8 mesi del titolo abilitativo ed eseguire le opere di adeguamento entro ulteriori 4
mesi.
Eccezionalmente le attrezzature accessorie complete esistenti del tipo ricadenti in zona
A e relative sub-zone, limitatamente a:
1. struttura completa di copertura (art.12.1.8)
2. materiali delle tamponature verticali
dovranno adeguarsi concretamente al Piano entro 18 mesi, ma dovranno comunque
dotarsi del titolo abilitativo entro 8 mesi. Le struttura che intendano passare dal tipo al
tipo non usufruiranno di questa proroga temporale.

15
Le disposizioni-prescrizioni della CEI, della Regione Liguria o della Sovrintendenza ai Beni
Architettonici hanno valore vincolante e prevalente rispetto al Piano.

9. Controllo partecipativo

Chiunque può prendere visione presso gli Uffici Comunali del titolo abilitativo e dei relativi
atti tecnico-amministrativi e ricorrere contro il rilascio del titolo stesso, in quanto in
contrasto con le disposizioni di legge o con le prescrizioni del presente Piano o per ragioni
e motivi personali, secondo le modalità previste dalla L.241/90 e dal regolamento di
accesso agli atti.

10. Opere in assenza o difformità dal titolo abilitativo e sanzioni

Le attrezzature accessorie esistenti e le limitate occupazioni di suolo pubblico alla


data di approvazione del Piano e che al termine dei tempi di cui all’art.8 risultino sprovviste
del titolo abilitativo dovranno essere rimosse o non potranno essere reinstallate, e la
concessione di suolo pubblico verrà dichiarata decaduta. Saranno inoltre sottoposte alle
eventuali sanzioni previste dalle normativa vigente statale, regionale e comunale.
Le nuove attrezzature accessorie e limitate occupazioni di suolo pubblico che
risultino realizzate in assenza o difformità dal titolo abilitativo dovranno essere rimosse e
saranno inoltre sottoposte alle sanzioni previste dalle normativa vigente statale, regionale
e comunale.

11. Norme finali ed abrogazioni

1. Il presente Piano sostituisce ogni precedente disposizione afferente le strutture


accessorie e le limitate occupazioni di suolo pubblico
2. Per quanto non previsto nel presente Piano si fa riferimento alle norme vigenti in

16
materia.
3. Le eventuali modifiche delle Leggi in vigore comportano le conseguenti variazioni delle
norme del presente Piano.
4. Il presente Piano entra in vigore dalla data di esecutività della delibera di approvazione.

17
12. DISPOSIZIONI INERENTI LE ATTREZZATURE
ACCESSORIE2 PER ZONA OMOGENEA

12.1. ZONA A
Lungomari di Marina, Pia e Varigotti, fronte di via Concezione
e Via S. Pietro, fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato

12.1.1. Tipologie in zona A

• sono ammesse nuove attrezzature di tipo .


• sono ammesse nuove attrezzature di tipo se isolate e non adiacenti agli edifici
(solo sul lungomare) fatta eccezione per il lungomare di Varigotti dove non sono
ammesse nuove attrezzature di tipo (inclusa la trasformazione da tipo a tipo )
• non sono ammesse nuove attrezzature di tipo e .
• è ammessa la trasformazione da tipo a tipo limitatamente alle strutture isolate e
non adiacenti agli edifici (solo quelle disposte sul lungomare)
• non è ammesso passaggio da tipo o a tipo .

12.1.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo in zona A

Le attrezzature esistenti non potranno superare l’attuale superficie occupata, anche


nell’eventuale trasformazione da tipo a tipo .
Eccezionalmente e previo parere dell’amministrazione è facoltà per le strutture esistenti
realizzare minimi ampliamenti purchè suffragati da valide argomentazioni storiche o
urbanistiche.
2
NON LE LIMITATE OCCUPAZIONI DEL SUOLO PUBBLICO

18
Le nuove attrezzature di tipo e dovranno rientrare nei seguenti parametri:

• se poste sul lungomare, avranno lato massimo metri 10; superficie massima mq.
100 e comunque non superiore alla superficie della sala di distribuzione interna;
collocazione nelle zone comprese tra viale e controviale [come da schemi b) e c)].
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di
due metri da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre
attività commerciali o comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.

• se poste a contatto del fronte di abitazioni su via S. Pietro e Via Concezione non
dovranno oltrepassare lateralmente la proiezione del locale e dovranno avere
ampiezza tale da consentire un transito pedonale di almeno 1,2 ml.

Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4, ed in particolar modo alla necessità di non
intralciare in alcun modo il traffico veicolare e pedonale.

L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta


ubicazione e dimensione della struttura accessoria, anche diversamente dagli standard di
cui al precedente paragrafo, in ragione di principi generali di decoro urbano e viabilità ed
anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico di iniziativa pubblica
approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse pubblico e/o
sicurezza.

19
b) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura senza altri bar o ristoranti adiacenti

c) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura con altro locale adiacente

20
12.1.3. Pedane in zona A

Non è ammesso l’uso di pedane per le attrezzature accessorie della zona A..
Fanno eccezione le strutture esistenti laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o
piastrelle di cemento: per quest’ultime è possibile l’uso di pedane che devono essere tali
da non favorire l’accumulo di sporcizie e rifiuti sotto di esse.
Su pavimentazione tipo basolato o su quelle di pendenza > 8% ove sia oggettivamente
compromessa la sicurezza della clientela, è consentito l’uso di pedane.
Nei casi consentiti le pedane dovranno essere comunque realizzate con listoni in legno
massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho, Teak Siam, od altra essenza pregiata.

12.1.4. Sedie, tavoli, dondoli ed arredi in zona A

Si intende per struttura di una sedia, di un dondolo o di un tavolo la parte strutturale che li
sostiene (gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro
del tavolo.

Sono ammesse le seguenti tipologie di sedie e dondoli:


• con struttura in tubolare di acciaio con finitura cromata, nichelata o inox e
seduta/schienale in tubo di polietilene, legno chiaro, midollino, vimini, lamiera forata
o stirata, acciaio smerigliato.
• in midollino, vimini e similari colore naturale
• in legno e tela tipo “regista”
• in legno con seduta impagliata e struttura leggera: gambe rastremate o tornite di
sezione sottile (non sono ammesse sedie in legno con gambe a sezione circolare
costante e diametro maggiore di 3 cm., e comunque con struttura oggettivamente

21
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in alluminio colore naturale
• in ferro esclusivamente di colore bianco

Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• in legno stile Thonet (non le imitazioni delle Thonet realizzate in metallo)
• in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox e con seduta/schienale in
legno o metallo

fig.1: esempio di sedia non ammissibile fig.1bis: esempio di classica sedia


perchè interamente in plastica “paesana” in legno con struttura leggera e fig. 1tris: sedia in legno con
seduta impagliata: ammessa struttura pesante: non ammessa

I tavoli non potranno essere in materiale plastico. Potranno essere:


• in metallo con piano in marmo, legno, alluminio e acciaio smerigliato, rete o lamiera
metallica forata, vetro
• in alluminio colore naturale

22
• in ferro
• interamente in legno. In tal caso dovranno avere struttura leggera (e mai gambe a
sezione tonda con diametro >5 cm.)

Sedie, tavoli, dondoli, sdraio e similari non potranno essere interamente in materiale
plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari) e dovranno essere improntati a
sobrietà ed eleganza formali.

fig.2: esempio di sedia con schienale e seduta in tubo di polietilene (ammissibile)

Sono comunque ammissibili, di qualsiasi materiale e forma esse siano, le sedute ed i


tavoli opera intellettuale dei designer elencati nell’allegato 2.

All’allegato 2, a mero scopo di suggerimento e non coercitivamente, si mostra un abaco di


sedute e tavoli ammissibili. E’ possibile tuttavia proporre arredi diversi, purchè conformi
alle prescrizioni di Piano.

Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per attrezzatura e dovranno
essere realizzati conformemente ad una delle soluzioni di cui all’allegato 3.

23
fig.3: leggii per menù in zona A

12.1.5. Tende rimovibili ed ombrelloni in zona A

Le nuove attrezzature di tipo potranno avere coperture discontinue e rimovibili come


tende od ombrelloni3.
Le tende di nuova installazione adiacenti agli edifici di via Concezione e Via S. Pietro
avranno struttura in ferro finito con vernice micacea color antracite e di disegno
improntato alla massima sobrietà ed eleganza. Non saranno ammesse nuove tende con
struttura in alluminio, eccezion fatta per quelle a capottina.

3
Per le definizioni di “Tenda” ed “Ombrellone” si rimanda all’art.6.
Strutture di copertura che non ricadono in tali definizioni non sono ammesse nelle tipologie .

24
fig.4: nuove tende con struttura in alluminio non sono ammissibili

fig.5: esempio di tenda con struttura in ferro e tela (ammessa)

fig.6: esempio di tenda a capottina


(ammessa anche con struttura in alluminio)

25
Le nuove tende saranno bianche in tela, polymar o similare.

Gli ombrelloni di nuova installazione non potranno avere struttura in alluminio ma


unicamente in ferro o legno, e tela bianca.

Tende ed ombrelloni delle attrezzature esistenti eccezionalmente, e transitoriamente,


possono mantenere materiali e colori in uso al momento dell’entrata in vigore del presente
Piano, fatta eccezione per quelli recanti scritte e nomi di sponsor che andranno comunque
cambiati.

12.1.6. Tamponature verticali, fioriere e vasi in zona A

Le strutture verticali di tamponamento-riparo para-vento non potranno essere di materiali


plastici, tela cerata, pvc spalmato o similari ma esclusivamente in vetro temperato o
retinato, con finitura trasparente (non sono ammesse altre finiture quali vetro fumè, a
specchio, ecc. o pannelli i metacrilato, policarbonato, plexiglass e similari).

Le tamponature in vetro, al fine di mantenere una decisa sensazione di trasparenza


nonchè la potenziale introspezione, avranno grandi campiture prive di serramento.
In particolare, conformemente alle tav. 2 e 3, non avranno traversi orizzontali né
serramento verticale.
Potranno essere scorrevoli o pivottanti.
In quest’ultimo caso potranno, nella posizione di apertura, sporgere al di fuori della
proiezione della copertura per non più di 40 cm. Salvo che ciò pregiudichi la sicurezza del
traffico stradale/pedonale.
Il serramento, presente solo in testa e al piede del vetro, sarà in acciaio inox o alluminio
con finitura naturale.

26
fig.7: esempio di tamponatura verticale non ammessa

fig.8: schema di tamponatura in vetro pivottante nelle due posizioni chiusa e aperta

La trasparenza della vetrata e l’introspezione non possono essere in alcun modo limitate
con l’uso di pannelli in legno, metallo, separè vegetali, tende anche interne, o quant’altro.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna.

Non sono ammesse tamponature verticali nelle strutture adiacenti agli edifici di via
Concezione e via S. Pietro se non già esistenti all’entrata in vigore del piano. In tal caso
dovranno comunque essere adeguate alle tipologie ed ai materiali di cui sopra.

27
Sui lungomari di Marina, Pia e Varigotti e nel fronte-mare tra le Capo S. Donato ed il
Castelletto le attrezzature di tipo annesse a tipi potranno adoperare vasi conformi
all’allegato 3 e discontinui, in numero di 1 ogni vertice del poligono perimetrale dell’area
attrezzata per un massimo di 4 vasi. I tipi non annessi a tipi potranno disporre di più
di 4 vasi, sempre conformi all’allegato 3. Le attrezzature di tipo non potranno disporre di
vasi e/o fioriere disposti sul perimetro delle stesse.

Le attrezzature accessorie poste sul fronte di via Concezione e Via S. Pietro in adiacenza
agli edifici potranno adoperare fioriere e/o vasi, discontinui, conformi all’allegato 3
posizionate in modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito
veicolare e da non costituire ostacolo per il transito pedonale.

chiosco

fig.9: disposizione corretta dei vasi (massimo 4) nei tipi annessi alle strutture

chiosco

fig.10: disposizione ERRATA dei vasi (più di 4 e non sui vertici) nei tipi annessi alle strutture

28
fig.11: tipologia di vaso per i tipi dei lungomari nella zona A

E’ ammesso l’uso delle seguenti essenze arboree e floreali: ulivo cipressino, palma dracena, palma
camaerops, fotinia, abulia, oleandro, corbezzolo, poligala mirtifolia, pohenix robellini, gerani, artemisia powis
castle, rosa rugosa scabrosa, lavanda, santolina viridis, stachys lanata, echium, olearia, potentilla, hebe,
helichrysum, cistus, senecio greyi, od altra essenza tipica della macchia mediterranea.

12.1.7. Strutture esistenti per il tipo e in zona A

Le attrezzature esistenti di tipo e tipo non potranno subire ampliamenti e si


ingegneranno al fine di suscitare immagini di ordine e sobrietà formale.
Nello specifico le attrezzature esistenti di tipo e non avranno colori accesi, troppo
saturi, e tenderanno alla monocromia anche nei dettagli: se, ad esempio, disponessero di
tamponature in alluminio bianco, della stessa tinta dovranno essere anche tutte le parti
strutturali in vista.
Nel caso di strutture in legno è richiesto l’uso del suo colore naturale non tinteggiato.
Le strutture di tipo e non potranno ospitare affissioni di manifesti e locandine e non
potranno disporre di insegne di qualsivoglia genere.
Potranno disporre di supergraphics4 illustranti con foto in bianconero aspetti e paesaggi
dell’entroterra o della storia finalesi.
Qualora le strutture di tipo intendessero modificare in toto la propria estetica dovranno essere
rivestite con tamponature in legno con pannelli come da figure 12 e 13, distanziati reciprocamente

4
Immagini di grande formato serigrafate o stampate su pellicola adesiva

29
di c.ca 4 cm. e con dimensione prevalentemente orizzontale. Dietro di essi pannelli (con struttura
in ferro e legno) una lastra in vetro o policarbonato satinato o biancolatte assicurerà l’ermeticità
della struttura.
piatto in ferro 1cm. x 5cm.
tubolare di ferro con
0,01 distanziatore per i listelli di legno
listello di legno
0,02

0,03
0,02

0,02
0,01

vuoto tra i listelli


attraverso il quale si vede
il retrostante pannello in vetro o policarbonato

fig.12: pannello di tamponamento per eventuali modifiche dei tipi

fig.13: come potrebbe apparire un’attrezzatura di tipo in seguito a modifiche sostanziali

30
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2

Le strutture a copertura delle tipologie nella zona A avranno forme e dimensioni a livello
di sub-zona come da allegati progetti (Tav 2 e Tav.3).
Per tutto il resto le strutture accessorie di dette sub-zone (sub-zona A1: lungomari ad Est
dell’arco di Spagna; sub-zona A2: lungomare ad Ovest dell’arco di Spagna) si
conformano alle norme della zona A.

12.2. Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Borgo, Varigotti, Gorra, Perti e p.zza Vittorio Emanuele

12.2.1. Tipologie della zona B

• Non sono ammesse nuove strutture di tipo , e .


• Non e’ ammessa la trasformazione di strutture da tipo a
• Sono ammesse nuove strutture di tipo .

12.2.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo nella zona B

Le strutture esistenti non potranno superare l’attuale superficie occupata.

31
Eccezionalmente e previo parere dell’amministrazione è facoltà per le strutture esistenti
realizzare minimi ampliamenti purchè suffragati da valide argomentazioni storiche o
urbanistiche.
Le nuove attrezzature di tipo dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• lato massimo metri 10.
• superficie massima non superiore a quella della sala di distribuzione interna e
comunque minore di mq. 30.
• massimo rapporto di occupazione del suolo = 0,35
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.

Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.

L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta


ubicazione e dimensione della struttura accessoria, anche diversamente dagli standard di
cui al precedente paragrafo, in ragione di principi generali di decoro urbano e viabilità ed
anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico di iniziativa pubblica
approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse pubblico e/o
sicurezza.

Non potranno essere ammessi affollamenti su piazze >25% del suolo e dunque non
saranno ammissibili nuove attrezzature la cui presenza andasse provocasse il
superamento di tale soglia limite.

32
12.2.3. Pedane nella zona B

Per le nuove strutture e per le strutture esistenti non è ammesso l’uso di pedane salvo
laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o piastrelle di cemento.
Per le strutture esistenti e per le nuove strutture per oggettive e comprovate ragioni di
sicurezza (rischio di ribaltamento dei tavoli e delle sedute non riducibile a semplici e
controllabili oscillazioni e pendenza > 8%) ove sia oggettivamente compromessa la
sicurezza della clientela, è consentito, eccezionalmente e previo parere favorevole
dell’amministrazione, l’uso di pedane.
Dette pedane dovranno essere in legno, tali da non favorire l’accumulo di sporcizie sotto di
esse, con listoni in legno massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho o Teak Siam.

12.2.4. Sedie, tavoli ed arredi nella zona B

Si intende per struttura di una sedia o di un tavolo la parte strutturale che li sostiene
(gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro del tavolo.

Sedie, tavoli, sdraio e similari, come già sancito all’art. 4, non potranno essere in
materiale plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari).

Sono ammesse le seguenti tipologie di sedie e dondoli:


• con struttura in tubolare di acciaio (finitura inox, cromo o nichel) e seduta/schienale
in tubo di polietilene o legno chiaro
• in alluminio colore naturale
• interamente in ferro di colore bianco o antracite con vernice micacea
• con struttura in ferro color antracite e seduta/schienale in legno
• in legno con seduta impagliata e struttura leggera: gambe rastremate o tornite di
sezione sottile (non sono ammesse sedie in legno con gambe a sezione circolare
costante e diametro maggiore di 3 cm., e comunque con struttura oggettivamente

33
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in legno “da regista” o tipo Thonet (non le imitazioni in metallo delle Thonet ! )

Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• sedie in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox

I tavoli non potranno essere in materiale plastico. Potranno essere:


• in metallo con piano in marmo, legno, alluminio e acciaio smerigliato, rete o lamiera
metallica forata, vetro, ceramica.
• in alluminio colore naturale
• in ferro
• interamente in legno (ma non con gambe a sezione tonda e diametro maggiore di 5
cm.)

Sono comunque ammissibili, di qualsiasi materiale e forma esse siano, le sedute ed i


tavoli opera intellettuale dei designer elencati nell’allegato 2.

All’allegato 2, a mero scopo di suggerimento e non coercitivamente, si mostra un abaco di


sedute e tavoli ammissibili. E’ possibile tuttavia proporre arredi diversi, purchè conformi
alle prescrizioni di Piano.

Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per struttura e dovranno essere
realizzati adoperando un cavalletto da pittore.

34
fig.14: leggio per menù in zona B: cavalletto da pittore

12.2.5. Tende rimovibili ed ombrelloni nella zona B

Le nuove strutture di tipo potranno avere coperture discontinue e rimovibili come tende
od ombrelloni.

Le tende di nuova installazione adiacenti agli edifici avranno struttura in ferro finito con
vernice micacea antracite con “terminali” improntati alla massima sobrietà ed eleganza.

Non saranno ammesse nuove tende con struttura in alluminio eccetto per quelle di tipo “a
capottina” se di luce inferiore ai 3 mt.

Le nuove tende saranno bianche in tela e non potranno aggettare per più di 2,5 metri né
tantomeno essere fornite di appoggi a terra (si veda la definizione di tenda art.6)

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Gli ombrelloni di nuova installazione non potranno avere struttura in alluminio ma
unicamente in ferro o legno, e tela bianca.

Le tende e gli ombrelloni delle strutture esistenti eccezionalmente, e transitoriamente,


potranno mantenere materiali e colori in uso al momento dell’entrata in vigore del Piano.

12.2.6. Tamponature verticali, vasi ed essenze arboree nella zona B

Nella zona B dei centri storici sono ammesse tamponature verticali solo per ristoranti e
pizzerie che ne dispongano già all’entrata in vigore del Piano, le quali dovranno
adeguarsi alle norme di cui al seguito.

Le strutture verticali di tamponamento-riparo para-vento non potranno essere di materiale


plastico o tela cerata ma esclusivamente in vetro temperato o di sicurezza, con finitura
trasparente (non sono ammesse altre finiture quali vetro fumè, a specchio, ecc.).

Al fine di evitare il manifestarsi di fenomeni di surriscaldamento interno i vetri potranno


essere del tipo ad alta riflessione.

Le tamponature in vetro, al fine di mantenere una decisa sensazione di trasparenza


nonchè la potenziale introspezione, avranno grandi campiture prive di serramento.

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fig.15: esempio di tamponature ammissibili con finitura color antracite e raccordi curvi.

In particolare avranno montanti verticali a distanza reciproca non inferiore a 80 cm. e non
avranno traversi orizzontali (eccezionalmente ne sono ammessi in numero limitato e
saltuari).

Al fine di proteggere i vetri da urti accidentali, è ammesso l’uso di una “croce” (fig.16) o in
alternativa di uno “zoccolo” di altezza massima 40 cm., in lamiera con gli stessi colori e
finitura della struttura (Ral.6010, 6001, 6002, 6016 o antracite).
Eccezionalmente le tamponature verticali potranno disporre di un raccordo curvo (fig.15)

Le vetrate potranno essere scorrevoli o pivottanti; in quest’ultimo caso potranno, nella


posizione di apertura, sporgere al di fuori della proiezione della copertura per non più di 80
cm. salvo che ciò pregiudichi la sicurezza del traffico stradale/pedonale.

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fig.16: croce a protezione dei vetri

Il serramento sarà dello stesso materiale, colore e finitura della struttura fissa .

Non è ammesso l’uso di tende verticali di alcun genere esterne o interne in


corrispondenza delle vetrate.

Le attrezzature accessorie non possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,


cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui.

Le strutture accessorie poste a diretto contatto con strade o piazza a transito veicolare
continuo e non limitato potranno mantenere fioriere e/o vasi in terracotta o legno in
modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito veicolare.

Eccezionalmente, per le attrezzature a diretto contatto con edifici esistenti, è ammesso


l’uso di vasi in terracotta o legno solo sui due lati perpendicolari all’edificio e in numero
non superiore a 2 vasi.

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edificio

fig.17: esempio di posizionamento corretto dei vasi

Non è ammesso l’uso di fioriere contemporaneamente a quello dei tamponamenti in vetro.


E’ ammesso l’uso delle seguenti essenze arboree: ulivo cipressino, palma dracena,
palma camaerops, fotinia, abulia, oleandro, corbezzolo, poligala mirtifolia, pohenix
robellini, gerani, rose rugose, choysia ternata, osmantus x burkwodii, deutria x kalmiflora,
enythria crista-galli, indigofera heteranta, hydrangea lace-cap, ortensia, od altra essenza
tipica della macchia mediterranea.

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12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B

fig.18: esempio di struttura ammissibile per la zona B (centri storici)

fig.19: esempio di struttura ammissibile per la zona B (centri storici)

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Le strutture a copertura del tipo saranno di ferro zincato o ghisa colore verde
(Ral.6010, 6001, 6002, 6016) o antracite, in vernice micacea, in ferro, acciaio o ghisa,
con pilastrini di sezione tonda con diametro massimo 10 cm.

fig.20: pilastrino

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fig.21: esempio di struttura completa di tipo per zona B ammissibile come tipo di struttura.

Non sono ammesse strutture di altro materiale. Detti pilastrini dovranno essere facilmente
rimovibili.
Le attrezzature accessorie possono avere copertura in tela, pvc, polymar, vetro, lamiera
metallica con finitura antichizzata, rame.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna all’interno delle
tipologie

Unicamente per i centri storici di Gorra e Perti sono ammesse strutture in legno e
coperture in canniccio o con vegetazione rampicante.

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12.3. Zona neutra

S’intende per zona neutra l’area comunale non compresa nelle zone A e B e rispettive
sub-zone.

12.3.1. Tipologie della zona neutra

• Negli spazi pedonali e negli spazi destinati a verde attrezzato è consentita la


realizzazione di tipologie e che non ledano la funzionalità degli spazi stessi.
• Non e’ ammessa la trasformazione di strutture da tipo a .
• Non sono ammesse nuove strutture di tipo e .

12.3.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo della zona neutra

Le strutture esistenti non potranno superare l’attuale superficie occupata.


Le nuove attrezzature di tipo dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• lato massimo metri 10.
• superficie massima non superiore a quella della sala di distribuzione interna e
comunque minore di mq. 30.
• massimo rapporto di occupazione del suolo = 0,35
Le nuove attrezzature di tipo dovranno conformarsi all’allegato progetto (tav.4). Non
potranno disporre di un annesso spazio attrezzato come tipo .

Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.

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L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta
ubicazione e dimensione della struttura accessoria in ragione di principi generali di decoro
urbano e viabilità ed anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico
di iniziativa pubblica approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse
pubblico e/o sicurezza.
Le attrezzature accessorie della Zona Neutra di tipo e dovranno conformarsi alle
disposizioni di cui all’art.4 con le seguenti eccezioni:
• le strutture accessorie possono ospitare qualsiasi tipo di sedie, tavoli, dondoli e
similari, anche costituiti interamente da materiale plastico, purchè in decoroso stato
di manutenzione e di non eccessiva vetustà.
• In adiacenza alle attrezzature accessorie è possibile l’uso di distributori automatici,
giochi, cavallini a gettone e similari.
• Le attrezzature accessorie possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui.
• Le attrezzature accessorie potranno disporre di qualsiasi tipo di impianti illuminanti
purchè di intensità tale da non essere pericolosi per la viabilità o occasione di
inquinamento luminoso.
• E’ ammesso l’uso di insegne luminose agganciate alle attrezzature accessorie.

Le nuove strutture accessorie di tipo si conformeranno senza le suddette eccezioni a


tutte le disposizioni dell’art.4 e avranno tipologia, materiali e finiture di cui alla Tav.4 che è
parte costitutiva del Piano.

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