SOMMARIO
1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO .......................................................................... 3
2. CONTENUTI ED ELABORATI ....................................................................................... 4
3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO .............................................................................. 5
4. PRESCRIZIONI GENERALI COMUNI ........................................................................... 6
5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE ................................................................................. 9
6. ULTERIORI DEFINIZIONI............................................................................................. 10
7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA ............................................... 12
PER STRUTTURE ACCESSORIE....................................................................................... 12
8. PROCEDURE................................................................................................................ 14
9. Controllo partecipativo ............................................................................................... 16
10. Opere in assenza o difformità dal titolo abilitativo e sanzioni.......................... 16
11. Norme finali ed abrogazioni ................................................................................... 16
12. DISPOSIZIONI INERENTI LE STRUTTURE............................................................ 18
ACCESSORIE PER ZONA OMOGENEA ........................................................................... 18
12.1. ZONA A .......................................................................................................................................... 18
12.1.1. Tipologie in zona A ................................................................................... 18
12.1.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo in zona A ........................ 18
12.1.3. Pedane in zona A....................................................................................... 21
12.1.4. Sedie, tavoli, dondoli ed arredi in zona A .............................................. 21
12.1.5. Tende rimovibili ed ombrelloni in zona A .............................................. 24
12.1.6. Tamponature verticali, fioriere e vasi in zona A ................................... 26
12.1.7. Strutture esistenti per il tipo e in zona A ......................................... 29
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2 ............................ 31
12.2. Zona B ............................................................................................................................................ 31
12.2.1. Tipologie della zona B .............................................................................. 31
12.2.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo nella zona B ................... 31
12.2.3. Pedane nella zona B ................................................................................. 33
12.2.4. Sedie, tavoli ed arredi nella zona B ........................................................ 33
12.2.5. Tende rimovibili ed ombrelloni nella zona B ......................................... 35
12.2.6. Tamponature verticali, vasi ed essenze arboree nella zona B............ 36
12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B......................................... 40
12.3. Zona neutra ................................................................................................................................... 43
12.3.1. Tipologie della zona neutra ..................................................................... 43
12.3.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo della zona neutra .......... 43
2
1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO
Il presente piano ha come obiettivo quello di disciplinare l’occupazione del suolo pubblico
nel territorio comunale di Finale Ligure al fine di migliorare il decoro urbano ma anche, più
in generale, la qualità di vita civica.
La filosofia del Piano fa propri i dettami della prossemica e della sociologia urbanistica nel
convincimento che debba esistere un continuum formale-spaziale tra gli spazi del suolo
pubblico occupato dai privati e l’intorno urbano.
3
E’, infine, intendimento del Piano normare l’“estetica notturna” delle attrezzature
accessorie, nella consapevolezza dei suoi notevoli risvolti economici, psicologici e sociali.
2. CONTENUTI ED ELABORATI
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3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO
Nel territorio comunale sono state individuate 2 zone omogenee principali caratterizzate
ciascuna da connotazioni particolari sotto il profilo urbanistico, architettonico ed
commerciale. La Giunta Comunale provvederà, qualora opportuno, ad aggiornare la
zonizzazione sulla base della trasformazione del territorio comunale.
E’ individuata una ulteriore zona denominata “zona neutra” corrispondente alla parte di
territorio non compresa nelle 2 zone principali.
In essa zona, data la difficoltà a definirne un carattere significativamente omogeneo
dell’immagine urbano-architettonica, le norme saranno meno restrittive e sarà più ampia la
mestica delle soluzioni progettuali ammesse.
All’interno della zona A sono state altresì individuate 2 sub-zone con caratteristiche
specifiche e norme particolari e puntuali: la sub-zona A1 e la sub-zona A2. Valgono per
esse le norme della zona A, salvo quando diversamente specificato.
Zona A
Comprensiva delle passeggiata a mare di Marina, Pia e Varigotti, del fronte su via
Concezione e Via S. Pietro, del fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato.
5
Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Varigotti, Borgo, Gorra, Perti, e Piazza Vittorio Emanuele
Zona Neutra
Tutto il territorio comunale non compreso nelle precedenti zone
6
rispondere a principi di qualità estetica. E’ facoltà dell’ Amministrazione individuare
le aree destinate ad ospitare o meno dette attrezzature.
7
9. Le strutture accessorie non possono ospitare sedie e tavolini che siano costituiti
interamente in materiale plastico. Fanno eccezione le sedute ed i tavolini disegnati
dai designer di cui all’allegato 2 che sono ritenuti ammessi anche se interamente in
plastica.
11. Le attrezzature accessorie non possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui. Questa
norma si stabilisce in accordo con gli obiettivi del Piano al fine di favorire lo sviluppo
di un continuum urbano socializzante e di evitare la frammentazione spaziale della
città in mille “orti conclusi” individualistici.
13. Non è ammesso l’uso di insegne luminose agganciate direttamente alla struttura
delle attrezzature accessorie.
8
• Negozi di giocattoli, di abbigliamento, giornalai, pescherie, verdurieri e rivendite di
alimentari possono realizzare “limitate occupazioni del suolo pubblico” nelle
forme e nei modi previsti dall’allegato “Regolamento delle limitate occupazioni di
suolo pubblico” che del presente Piano è parte integrante.
Per le limitate occupazioni del suolo pubblico non valgono i successivi articoli 7 e
12. Il regolamento delle limitate occupazioni di suolo pubblico si intende esteso ad
ogni zona del territorio comunale.
5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE
Ai fini delle presenti disposizioni si intende per:
• ATTREZZATURA ACCESSORIA una struttura (annessa ad attività di ristoro, bar,
pizzeria, gelateria, strutture turistico-ricettive, stabilimenti balneari) posta sul suolo
pubblico che rientri entro una delle seguenti tipologie:
Strutture prive di una copertura continua (munite solo di copertura parziale tipo
tende od ombrelloni) ed altresì prive di tamponamenti laterali verticali, attrezzate
con sedute e tavolini.
Piccola struttura isolata ed autonoma adibita a bar. Può avere uno spazio
pertinenziale arredato secondo la tipologia .
9
Attrezzatura accessoria di Tipo (“bancone” esterno)
6. ULTERIORI DEFINIZIONI
10
a) individuazione dell’area pedonale di riferimento per un’attività situata nel centro storico con antistante
strada a traffico limitato o inibito
11
7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA
PER ATTREZZATURE ACCESSORIE1
Tutte le attrezzature accessorie dovranno possedere titolo abilitativo nei tempi di cui
all’art.8.
La domanda per l’ottenimento del titolo abilitativo deve essere presentata allo SUAP e
dovrà essere firmata dal richiedente. Sarà corredata da Progetto di adeguamento al
Piano dei Dehor a firma di tecnico abilitato e composto da:
1. Relazione tecnico-descrittiva (secondo lo schema dell’allegato 1) con dettagliata
descrizione dello stato attuale e di progetto comprendente almeno i seguenti dati:
• dimensionamento dello spazio pedonale di pertinenza e dei rapporti di occupazione
del suolo pubblico, dello spazio interno di distribuzione, quote e dimensioni della
struttura
• indicazioni concernenti materiali, colori e forma degli arredi (sedie, tavoli, dondoli,
struttura di copertura, pannelli frangivento, fioriere e vasi, coperture, tende,
ombrelloni, porta-menù, ecc.ecc.)
• tipo di luci
• tipologia attuale e di progetto della struttura ( , , o )
• presenza o meno di pedana e suo materiale e motivo di tale presenza.
• asseverazione della rispondenza alle: prescrizioni del Codice della Strada e
Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Codice della Strada; alle norme di
sicurezza sui luoghi di lavoro; conformità alle norme urbanistiche comunali e
sovracomunali vigenti;
2. Estratti cartografici di inquadramento urbanistico aggiornati (Carta Tecnica
Regionale, P.R.G./P.U.C., planimetria catastale con evidenziato il sito di intervento).
1
NON PER LE LIMITATE OCCUPAZIONI DEL SUOLO PUBBLICO
12
3. Esauriente documentazione fotografica con almeno una prospettiva o render
tridimensionale o fotomontaggio.
4. Piante, prospetti e sezioni dell’attrezzatura in scala 1:50 quotati (stato attuale,
progetto e raffronto) in numero tale da assicurare una piena comprensione del progetto.
5. Dettaglio costruttivo dell’eventuale tamponatura verticale in vetro in scala 1:10.
Gli uffici competenti potranno comunque richiedere particolari specifiche tecniche ritenute
necessarie al completamento della pratica.
Per quanto concerne il numero di copie degli elaborati che devono essere presentate:
13
Il richiedente manleva il Comune da qualsiasi danno a persone o cose provocato
dall’installazione o dalla permanenza dei manufatti richiesti.
8. PROCEDURE
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Lo SUAP indice conferenza interna trasmettendo gli elaborati agli uffici competenti.
Nel caso l’intervento comporti opere di entità complessa o particolari soluzioni progettuali
di rilevante impatto sotto il profilo estetico, o viario, od altro, la richiesta potrà essere
sottoposta all’esame della Giunta Municipale.
Qualora l’intervento sia sottoposto ad un Vincolo architettonico o paesistico ambientale imposto a norma
del titolo II° (ex legge 1497/39) del DLGS 490/99 l’opera potrà essere realizzata solamente dopo il rilascio
dell’autorizzazione prevista dall’art. 151 dello stesso decreto legislativo; il rilascio di tale autorizzazione nel
caso di opere di competenza della CEI comunale sarà effettuato direttamente dall’Amministrazione o se di
competenza della Regione Liguria acquisito attraverso apposita conferenza dei servizi; Rimane ovviamente
facoltà del richiedente di ottenere preventivamente la richiesta autorizzazione.
Il diniego del titolo abilitativo può avvenire con atto motivato quando si verifichi una
delle seguenti ipotesi:
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• Essa non risulti conforme alle norme vigenti in materia;
• Essa non ottenga il benestare degli enti ed uffici eventualmente competenti in merito;
• Essa non sia ritenuta consona per ragioni estetico-architettoniche;
• L’Amministrazione sia a conoscenza di violazioni di diritti di terzi;
• Per contrasto con altre normative in vigore.
15
Le disposizioni-prescrizioni della CEI, della Regione Liguria o della Sovrintendenza ai Beni
Architettonici hanno valore vincolante e prevalente rispetto al Piano.
9. Controllo partecipativo
Chiunque può prendere visione presso gli Uffici Comunali del titolo abilitativo e dei relativi
atti tecnico-amministrativi e ricorrere contro il rilascio del titolo stesso, in quanto in
contrasto con le disposizioni di legge o con le prescrizioni del presente Piano o per ragioni
e motivi personali, secondo le modalità previste dalla L.241/90 e dal regolamento di
accesso agli atti.
16
materia.
3. Le eventuali modifiche delle Leggi in vigore comportano le conseguenti variazioni delle
norme del presente Piano.
4. Il presente Piano entra in vigore dalla data di esecutività della delibera di approvazione.
17
12. DISPOSIZIONI INERENTI LE ATTREZZATURE
ACCESSORIE2 PER ZONA OMOGENEA
12.1. ZONA A
Lungomari di Marina, Pia e Varigotti, fronte di via Concezione
e Via S. Pietro, fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato
18
Le nuove attrezzature di tipo e dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• se poste sul lungomare, avranno lato massimo metri 10; superficie massima mq.
100 e comunque non superiore alla superficie della sala di distribuzione interna;
collocazione nelle zone comprese tra viale e controviale [come da schemi b) e c)].
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di
due metri da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre
attività commerciali o comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
• se poste a contatto del fronte di abitazioni su via S. Pietro e Via Concezione non
dovranno oltrepassare lateralmente la proiezione del locale e dovranno avere
ampiezza tale da consentire un transito pedonale di almeno 1,2 ml.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4, ed in particolar modo alla necessità di non
intralciare in alcun modo il traffico veicolare e pedonale.
19
b) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura senza altri bar o ristoranti adiacenti
c) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura con altro locale adiacente
20
12.1.3. Pedane in zona A
Non è ammesso l’uso di pedane per le attrezzature accessorie della zona A..
Fanno eccezione le strutture esistenti laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o
piastrelle di cemento: per quest’ultime è possibile l’uso di pedane che devono essere tali
da non favorire l’accumulo di sporcizie e rifiuti sotto di esse.
Su pavimentazione tipo basolato o su quelle di pendenza > 8% ove sia oggettivamente
compromessa la sicurezza della clientela, è consentito l’uso di pedane.
Nei casi consentiti le pedane dovranno essere comunque realizzate con listoni in legno
massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho, Teak Siam, od altra essenza pregiata.
Si intende per struttura di una sedia, di un dondolo o di un tavolo la parte strutturale che li
sostiene (gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro
del tavolo.
21
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in alluminio colore naturale
• in ferro esclusivamente di colore bianco
Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• in legno stile Thonet (non le imitazioni delle Thonet realizzate in metallo)
• in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox e con seduta/schienale in
legno o metallo
22
• in ferro
• interamente in legno. In tal caso dovranno avere struttura leggera (e mai gambe a
sezione tonda con diametro >5 cm.)
Sedie, tavoli, dondoli, sdraio e similari non potranno essere interamente in materiale
plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari) e dovranno essere improntati a
sobrietà ed eleganza formali.
Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per attrezzatura e dovranno
essere realizzati conformemente ad una delle soluzioni di cui all’allegato 3.
23
fig.3: leggii per menù in zona A
3
Per le definizioni di “Tenda” ed “Ombrellone” si rimanda all’art.6.
Strutture di copertura che non ricadono in tali definizioni non sono ammesse nelle tipologie .
24
fig.4: nuove tende con struttura in alluminio non sono ammissibili
25
Le nuove tende saranno bianche in tela, polymar o similare.
26
fig.7: esempio di tamponatura verticale non ammessa
fig.8: schema di tamponatura in vetro pivottante nelle due posizioni chiusa e aperta
La trasparenza della vetrata e l’introspezione non possono essere in alcun modo limitate
con l’uso di pannelli in legno, metallo, separè vegetali, tende anche interne, o quant’altro.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna.
Non sono ammesse tamponature verticali nelle strutture adiacenti agli edifici di via
Concezione e via S. Pietro se non già esistenti all’entrata in vigore del piano. In tal caso
dovranno comunque essere adeguate alle tipologie ed ai materiali di cui sopra.
27
Sui lungomari di Marina, Pia e Varigotti e nel fronte-mare tra le Capo S. Donato ed il
Castelletto le attrezzature di tipo annesse a tipi potranno adoperare vasi conformi
all’allegato 3 e discontinui, in numero di 1 ogni vertice del poligono perimetrale dell’area
attrezzata per un massimo di 4 vasi. I tipi non annessi a tipi potranno disporre di più
di 4 vasi, sempre conformi all’allegato 3. Le attrezzature di tipo non potranno disporre di
vasi e/o fioriere disposti sul perimetro delle stesse.
Le attrezzature accessorie poste sul fronte di via Concezione e Via S. Pietro in adiacenza
agli edifici potranno adoperare fioriere e/o vasi, discontinui, conformi all’allegato 3
posizionate in modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito
veicolare e da non costituire ostacolo per il transito pedonale.
chiosco
fig.9: disposizione corretta dei vasi (massimo 4) nei tipi annessi alle strutture
chiosco
fig.10: disposizione ERRATA dei vasi (più di 4 e non sui vertici) nei tipi annessi alle strutture
28
fig.11: tipologia di vaso per i tipi dei lungomari nella zona A
E’ ammesso l’uso delle seguenti essenze arboree e floreali: ulivo cipressino, palma dracena, palma
camaerops, fotinia, abulia, oleandro, corbezzolo, poligala mirtifolia, pohenix robellini, gerani, artemisia powis
castle, rosa rugosa scabrosa, lavanda, santolina viridis, stachys lanata, echium, olearia, potentilla, hebe,
helichrysum, cistus, senecio greyi, od altra essenza tipica della macchia mediterranea.
4
Immagini di grande formato serigrafate o stampate su pellicola adesiva
29
di c.ca 4 cm. e con dimensione prevalentemente orizzontale. Dietro di essi pannelli (con struttura
in ferro e legno) una lastra in vetro o policarbonato satinato o biancolatte assicurerà l’ermeticità
della struttura.
piatto in ferro 1cm. x 5cm.
tubolare di ferro con
0,01 distanziatore per i listelli di legno
listello di legno
0,02
0,03
0,02
0,02
0,01
30
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2
Le strutture a copertura delle tipologie nella zona A avranno forme e dimensioni a livello
di sub-zona come da allegati progetti (Tav 2 e Tav.3).
Per tutto il resto le strutture accessorie di dette sub-zone (sub-zona A1: lungomari ad Est
dell’arco di Spagna; sub-zona A2: lungomare ad Ovest dell’arco di Spagna) si
conformano alle norme della zona A.
12.2. Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Borgo, Varigotti, Gorra, Perti e p.zza Vittorio Emanuele
31
Eccezionalmente e previo parere dell’amministrazione è facoltà per le strutture esistenti
realizzare minimi ampliamenti purchè suffragati da valide argomentazioni storiche o
urbanistiche.
Le nuove attrezzature di tipo dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• lato massimo metri 10.
• superficie massima non superiore a quella della sala di distribuzione interna e
comunque minore di mq. 30.
• massimo rapporto di occupazione del suolo = 0,35
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.
Non potranno essere ammessi affollamenti su piazze >25% del suolo e dunque non
saranno ammissibili nuove attrezzature la cui presenza andasse provocasse il
superamento di tale soglia limite.
32
12.2.3. Pedane nella zona B
Per le nuove strutture e per le strutture esistenti non è ammesso l’uso di pedane salvo
laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o piastrelle di cemento.
Per le strutture esistenti e per le nuove strutture per oggettive e comprovate ragioni di
sicurezza (rischio di ribaltamento dei tavoli e delle sedute non riducibile a semplici e
controllabili oscillazioni e pendenza > 8%) ove sia oggettivamente compromessa la
sicurezza della clientela, è consentito, eccezionalmente e previo parere favorevole
dell’amministrazione, l’uso di pedane.
Dette pedane dovranno essere in legno, tali da non favorire l’accumulo di sporcizie sotto di
esse, con listoni in legno massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho o Teak Siam.
Si intende per struttura di una sedia o di un tavolo la parte strutturale che li sostiene
(gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro del tavolo.
Sedie, tavoli, sdraio e similari, come già sancito all’art. 4, non potranno essere in
materiale plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari).
33
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in legno “da regista” o tipo Thonet (non le imitazioni in metallo delle Thonet ! )
Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• sedie in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox
Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per struttura e dovranno essere
realizzati adoperando un cavalletto da pittore.
34
fig.14: leggio per menù in zona B: cavalletto da pittore
Le nuove strutture di tipo potranno avere coperture discontinue e rimovibili come tende
od ombrelloni.
Le tende di nuova installazione adiacenti agli edifici avranno struttura in ferro finito con
vernice micacea antracite con “terminali” improntati alla massima sobrietà ed eleganza.
Non saranno ammesse nuove tende con struttura in alluminio eccetto per quelle di tipo “a
capottina” se di luce inferiore ai 3 mt.
Le nuove tende saranno bianche in tela e non potranno aggettare per più di 2,5 metri né
tantomeno essere fornite di appoggi a terra (si veda la definizione di tenda art.6)
35
Gli ombrelloni di nuova installazione non potranno avere struttura in alluminio ma
unicamente in ferro o legno, e tela bianca.
Nella zona B dei centri storici sono ammesse tamponature verticali solo per ristoranti e
pizzerie che ne dispongano già all’entrata in vigore del Piano, le quali dovranno
adeguarsi alle norme di cui al seguito.
36
fig.15: esempio di tamponature ammissibili con finitura color antracite e raccordi curvi.
In particolare avranno montanti verticali a distanza reciproca non inferiore a 80 cm. e non
avranno traversi orizzontali (eccezionalmente ne sono ammessi in numero limitato e
saltuari).
Al fine di proteggere i vetri da urti accidentali, è ammesso l’uso di una “croce” (fig.16) o in
alternativa di uno “zoccolo” di altezza massima 40 cm., in lamiera con gli stessi colori e
finitura della struttura (Ral.6010, 6001, 6002, 6016 o antracite).
Eccezionalmente le tamponature verticali potranno disporre di un raccordo curvo (fig.15)
37
fig.16: croce a protezione dei vetri
Il serramento sarà dello stesso materiale, colore e finitura della struttura fissa .
Le strutture accessorie poste a diretto contatto con strade o piazza a transito veicolare
continuo e non limitato potranno mantenere fioriere e/o vasi in terracotta o legno in
modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito veicolare.
38
edificio
39
12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B
40
Le strutture a copertura del tipo saranno di ferro zincato o ghisa colore verde
(Ral.6010, 6001, 6002, 6016) o antracite, in vernice micacea, in ferro, acciaio o ghisa,
con pilastrini di sezione tonda con diametro massimo 10 cm.
fig.20: pilastrino
41
fig.21: esempio di struttura completa di tipo per zona B ammissibile come tipo di struttura.
Non sono ammesse strutture di altro materiale. Detti pilastrini dovranno essere facilmente
rimovibili.
Le attrezzature accessorie possono avere copertura in tela, pvc, polymar, vetro, lamiera
metallica con finitura antichizzata, rame.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna all’interno delle
tipologie
Unicamente per i centri storici di Gorra e Perti sono ammesse strutture in legno e
coperture in canniccio o con vegetazione rampicante.
42
12.3. Zona neutra
S’intende per zona neutra l’area comunale non compresa nelle zone A e B e rispettive
sub-zone.
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.
43
L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta
ubicazione e dimensione della struttura accessoria in ragione di principi generali di decoro
urbano e viabilità ed anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico
di iniziativa pubblica approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse
pubblico e/o sicurezza.
Le attrezzature accessorie della Zona Neutra di tipo e dovranno conformarsi alle
disposizioni di cui all’art.4 con le seguenti eccezioni:
• le strutture accessorie possono ospitare qualsiasi tipo di sedie, tavoli, dondoli e
similari, anche costituiti interamente da materiale plastico, purchè in decoroso stato
di manutenzione e di non eccessiva vetustà.
• In adiacenza alle attrezzature accessorie è possibile l’uso di distributori automatici,
giochi, cavallini a gettone e similari.
• Le attrezzature accessorie possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui.
• Le attrezzature accessorie potranno disporre di qualsiasi tipo di impianti illuminanti
purchè di intensità tale da non essere pericolosi per la viabilità o occasione di
inquinamento luminoso.
• E’ ammesso l’uso di insegne luminose agganciate alle attrezzature accessorie.
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SOMMARIO
1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO .......................................................................... 3
2. CONTENUTI ED ELABORATI ....................................................................................... 4
3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO .............................................................................. 5
4. PRESCRIZIONI GENERALI COMUNI ........................................................................... 6
5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE ................................................................................. 9
6. ULTERIORI DEFINIZIONI............................................................................................. 10
7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA ............................................... 12
PER STRUTTURE ACCESSORIE....................................................................................... 12
8. PROCEDURE................................................................................................................ 14
9. Controllo partecipativo ............................................................................................... 16
10. Opere in assenza o difformità dal titolo abilitativo e sanzioni.......................... 16
11. Norme finali ed abrogazioni ................................................................................... 16
12. DISPOSIZIONI INERENTI LE STRUTTURE............................................................ 18
ACCESSORIE PER ZONA OMOGENEA ........................................................................... 18
12.1. ZONA A .......................................................................................................................................... 18
12.1.1. Tipologie in zona A ................................................................................... 18
12.1.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo in zona A ........................ 18
12.1.3. Pedane in zona A....................................................................................... 21
12.1.4. Sedie, tavoli, dondoli ed arredi in zona A .............................................. 21
12.1.5. Tende rimovibili ed ombrelloni in zona A .............................................. 24
12.1.6. Tamponature verticali, fioriere e vasi in zona A ................................... 26
12.1.7. Strutture esistenti per il tipo e in zona A ......................................... 29
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2 ............................ 31
12.2. Zona B ............................................................................................................................................ 31
12.2.1. Tipologie della zona B .............................................................................. 31
12.2.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo nella zona B ................... 31
12.2.3. Pedane nella zona B ................................................................................. 33
12.2.4. Sedie, tavoli ed arredi nella zona B ........................................................ 33
12.2.5. Tende rimovibili ed ombrelloni nella zona B ......................................... 35
12.2.6. Tamponature verticali, vasi ed essenze arboree nella zona B............ 36
12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B......................................... 40
12.3. Zona neutra ................................................................................................................................... 43
12.3.1. Tipologie della zona neutra ..................................................................... 43
12.3.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo della zona neutra .......... 43
2
1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO
Il presente piano ha come obiettivo quello di disciplinare l’occupazione del suolo pubblico
nel territorio comunale di Finale Ligure al fine di migliorare il decoro urbano ma anche, più
in generale, la qualità di vita civica.
La filosofia del Piano fa propri i dettami della prossemica e della sociologia urbanistica nel
convincimento che debba esistere un continuum formale-spaziale tra gli spazi del suolo
pubblico occupato dai privati e l’intorno urbano.
3
E’, infine, intendimento del Piano normare l’“estetica notturna” delle attrezzature
accessorie, nella consapevolezza dei suoi notevoli risvolti economici, psicologici e sociali.
2. CONTENUTI ED ELABORATI
4
3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO
Nel territorio comunale sono state individuate 2 zone omogenee principali caratterizzate
ciascuna da connotazioni particolari sotto il profilo urbanistico, architettonico ed
commerciale. La Giunta Comunale provvederà, qualora opportuno, ad aggiornare la
zonizzazione sulla base della trasformazione del territorio comunale.
E’ individuata una ulteriore zona denominata “zona neutra” corrispondente alla parte di
territorio non compresa nelle 2 zone principali.
In essa zona, data la difficoltà a definirne un carattere significativamente omogeneo
dell’immagine urbano-architettonica, le norme saranno meno restrittive e sarà più ampia la
mestica delle soluzioni progettuali ammesse.
All’interno della zona A sono state altresì individuate 2 sub-zone con caratteristiche
specifiche e norme particolari e puntuali: la sub-zona A1 e la sub-zona A2. Valgono per
esse le norme della zona A, salvo quando diversamente specificato.
Zona A
Comprensiva delle passeggiata a mare di Marina, Pia e Varigotti, del fronte su via
Concezione e Via S. Pietro, del fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato.
5
Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Varigotti, Borgo, Gorra, Perti, e Piazza Vittorio Emanuele
Zona Neutra
Tutto il territorio comunale non compreso nelle precedenti zone
6
rispondere a principi di qualità estetica. E’ facoltà dell’ Amministrazione individuare
le aree destinate ad ospitare o meno dette attrezzature.
7
9. Le strutture accessorie non possono ospitare sedie e tavolini che siano costituiti
interamente in materiale plastico. Fanno eccezione le sedute ed i tavolini disegnati
dai designer di cui all’allegato 2 che sono ritenuti ammessi anche se interamente in
plastica.
11. Le attrezzature accessorie non possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui. Questa
norma si stabilisce in accordo con gli obiettivi del Piano al fine di favorire lo sviluppo
di un continuum urbano socializzante e di evitare la frammentazione spaziale della
città in mille “orti conclusi” individualistici.
13. Non è ammesso l’uso di insegne luminose agganciate direttamente alla struttura
delle attrezzature accessorie.
8
• Negozi di giocattoli, di abbigliamento, giornalai, pescherie, verdurieri e rivendite di
alimentari possono realizzare “limitate occupazioni del suolo pubblico” nelle
forme e nei modi previsti dall’allegato “Regolamento delle limitate occupazioni di
suolo pubblico” che del presente Piano è parte integrante.
Per le limitate occupazioni del suolo pubblico non valgono i successivi articoli 7 e
12. Il regolamento delle limitate occupazioni di suolo pubblico si intende esteso ad
ogni zona del territorio comunale.
5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE
Ai fini delle presenti disposizioni si intende per:
• ATTREZZATURA ACCESSORIA una struttura (annessa ad attività di ristoro, bar,
pizzeria, gelateria, strutture turistico-ricettive, stabilimenti balneari) posta sul suolo
pubblico che rientri entro una delle seguenti tipologie:
Strutture prive di una copertura continua (munite solo di copertura parziale tipo
tende od ombrelloni) ed altresì prive di tamponamenti laterali verticali, attrezzate
con sedute e tavolini.
Piccola struttura isolata ed autonoma adibita a bar. Può avere uno spazio
pertinenziale arredato secondo la tipologia .
9
Attrezzatura accessoria di Tipo (“bancone” esterno)
6. ULTERIORI DEFINIZIONI
10
a) individuazione dell’area pedonale di riferimento per un’attività situata nel centro storico con antistante
strada a traffico limitato o inibito
11
7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA
PER ATTREZZATURE ACCESSORIE1
Tutte le attrezzature accessorie dovranno possedere titolo abilitativo nei tempi di cui
all’art.8.
La domanda per l’ottenimento del titolo abilitativo deve essere presentata allo SUAP e
dovrà essere firmata dal richiedente. Sarà corredata da Progetto di adeguamento al
Piano dei Dehor a firma di tecnico abilitato e composto da:
1. Relazione tecnico-descrittiva (secondo lo schema dell’allegato 1) con dettagliata
descrizione dello stato attuale e di progetto comprendente almeno i seguenti dati:
• dimensionamento dello spazio pedonale di pertinenza e dei rapporti di occupazione
del suolo pubblico, dello spazio interno di distribuzione, quote e dimensioni della
struttura
• indicazioni concernenti materiali, colori e forma degli arredi (sedie, tavoli, dondoli,
struttura di copertura, pannelli frangivento, fioriere e vasi, coperture, tende,
ombrelloni, porta-menù, ecc.ecc.)
• tipo di luci
• tipologia attuale e di progetto della struttura ( , , o )
• presenza o meno di pedana e suo materiale e motivo di tale presenza.
• asseverazione della rispondenza alle: prescrizioni del Codice della Strada e
Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Codice della Strada; alle norme di
sicurezza sui luoghi di lavoro; conformità alle norme urbanistiche comunali e
sovracomunali vigenti;
2. Estratti cartografici di inquadramento urbanistico aggiornati (Carta Tecnica
Regionale, P.R.G./P.U.C., planimetria catastale con evidenziato il sito di intervento).
1
NON PER LE LIMITATE OCCUPAZIONI DEL SUOLO PUBBLICO
12
3. Esauriente documentazione fotografica con almeno una prospettiva o render
tridimensionale o fotomontaggio.
4. Piante, prospetti e sezioni dell’attrezzatura in scala 1:50 quotati (stato attuale,
progetto e raffronto) in numero tale da assicurare una piena comprensione del progetto.
5. Dettaglio costruttivo dell’eventuale tamponatura verticale in vetro in scala 1:10.
Gli uffici competenti potranno comunque richiedere particolari specifiche tecniche ritenute
necessarie al completamento della pratica.
Per quanto concerne il numero di copie degli elaborati che devono essere presentate:
13
Il richiedente manleva il Comune da qualsiasi danno a persone o cose provocato
dall’installazione o dalla permanenza dei manufatti richiesti.
8. PROCEDURE
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Lo SUAP indice conferenza interna trasmettendo gli elaborati agli uffici competenti.
Nel caso l’intervento comporti opere di entità complessa o particolari soluzioni progettuali
di rilevante impatto sotto il profilo estetico, o viario, od altro, la richiesta potrà essere
sottoposta all’esame della Giunta Municipale.
Qualora l’intervento sia sottoposto ad un Vincolo architettonico o paesistico ambientale imposto a norma
del titolo II° (ex legge 1497/39) del DLGS 490/99 l’opera potrà essere realizzata solamente dopo il rilascio
dell’autorizzazione prevista dall’art. 151 dello stesso decreto legislativo; il rilascio di tale autorizzazione nel
caso di opere di competenza della CEI comunale sarà effettuato direttamente dall’Amministrazione o se di
competenza della Regione Liguria acquisito attraverso apposita conferenza dei servizi; Rimane ovviamente
facoltà del richiedente di ottenere preventivamente la richiesta autorizzazione.
Il diniego del titolo abilitativo può avvenire con atto motivato quando si verifichi una
delle seguenti ipotesi:
14
• Essa non risulti conforme alle norme vigenti in materia;
• Essa non ottenga il benestare degli enti ed uffici eventualmente competenti in merito;
• Essa non sia ritenuta consona per ragioni estetico-architettoniche;
• L’Amministrazione sia a conoscenza di violazioni di diritti di terzi;
• Per contrasto con altre normative in vigore.
15
Le disposizioni-prescrizioni della CEI, della Regione Liguria o della Sovrintendenza ai Beni
Architettonici hanno valore vincolante e prevalente rispetto al Piano.
9. Controllo partecipativo
Chiunque può prendere visione presso gli Uffici Comunali del titolo abilitativo e dei relativi
atti tecnico-amministrativi e ricorrere contro il rilascio del titolo stesso, in quanto in
contrasto con le disposizioni di legge o con le prescrizioni del presente Piano o per ragioni
e motivi personali, secondo le modalità previste dalla L.241/90 e dal regolamento di
accesso agli atti.
16
materia.
3. Le eventuali modifiche delle Leggi in vigore comportano le conseguenti variazioni delle
norme del presente Piano.
4. Il presente Piano entra in vigore dalla data di esecutività della delibera di approvazione.
17
12. DISPOSIZIONI INERENTI LE ATTREZZATURE
ACCESSORIE2 PER ZONA OMOGENEA
12.1. ZONA A
Lungomari di Marina, Pia e Varigotti, fronte di via Concezione
e Via S. Pietro, fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato
18
Le nuove attrezzature di tipo e dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• se poste sul lungomare, avranno lato massimo metri 10; superficie massima mq.
100 e comunque non superiore alla superficie della sala di distribuzione interna;
collocazione nelle zone comprese tra viale e controviale [come da schemi b) e c)].
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di
due metri da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre
attività commerciali o comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
• se poste a contatto del fronte di abitazioni su via S. Pietro e Via Concezione non
dovranno oltrepassare lateralmente la proiezione del locale e dovranno avere
ampiezza tale da consentire un transito pedonale di almeno 1,2 ml.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4, ed in particolar modo alla necessità di non
intralciare in alcun modo il traffico veicolare e pedonale.
19
b) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura senza altri bar o ristoranti adiacenti
c) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura con altro locale adiacente
20
12.1.3. Pedane in zona A
Non è ammesso l’uso di pedane per le attrezzature accessorie della zona A..
Fanno eccezione le strutture esistenti laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o
piastrelle di cemento: per quest’ultime è possibile l’uso di pedane che devono essere tali
da non favorire l’accumulo di sporcizie e rifiuti sotto di esse.
Su pavimentazione tipo basolato o su quelle di pendenza > 8% ove sia oggettivamente
compromessa la sicurezza della clientela, è consentito l’uso di pedane.
Nei casi consentiti le pedane dovranno essere comunque realizzate con listoni in legno
massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho, Teak Siam, od altra essenza pregiata.
Si intende per struttura di una sedia, di un dondolo o di un tavolo la parte strutturale che li
sostiene (gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro
del tavolo.
21
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in alluminio colore naturale
• in ferro esclusivamente di colore bianco
Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• in legno stile Thonet (non le imitazioni delle Thonet realizzate in metallo)
• in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox e con seduta/schienale in
legno o metallo
22
• in ferro
• interamente in legno. In tal caso dovranno avere struttura leggera (e mai gambe a
sezione tonda con diametro >5 cm.)
Sedie, tavoli, dondoli, sdraio e similari non potranno essere interamente in materiale
plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari) e dovranno essere improntati a
sobrietà ed eleganza formali.
Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per attrezzatura e dovranno
essere realizzati conformemente ad una delle soluzioni di cui all’allegato 3.
23
fig.3: leggii per menù in zona A
3
Per le definizioni di “Tenda” ed “Ombrellone” si rimanda all’art.6.
Strutture di copertura che non ricadono in tali definizioni non sono ammesse nelle tipologie .
24
fig.4: nuove tende con struttura in alluminio non sono ammissibili
25
Le nuove tende saranno bianche in tela, polymar o similare.
26
fig.7: esempio di tamponatura verticale non ammessa
fig.8: schema di tamponatura in vetro pivottante nelle due posizioni chiusa e aperta
La trasparenza della vetrata e l’introspezione non possono essere in alcun modo limitate
con l’uso di pannelli in legno, metallo, separè vegetali, tende anche interne, o quant’altro.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna.
Non sono ammesse tamponature verticali nelle strutture adiacenti agli edifici di via
Concezione e via S. Pietro se non già esistenti all’entrata in vigore del piano. In tal caso
dovranno comunque essere adeguate alle tipologie ed ai materiali di cui sopra.
27
Sui lungomari di Marina, Pia e Varigotti e nel fronte-mare tra le Capo S. Donato ed il
Castelletto le attrezzature di tipo annesse a tipi potranno adoperare vasi conformi
all’allegato 3 e discontinui, in numero di 1 ogni vertice del poligono perimetrale dell’area
attrezzata per un massimo di 4 vasi. I tipi non annessi a tipi potranno disporre di più
di 4 vasi, sempre conformi all’allegato 3. Le attrezzature di tipo non potranno disporre di
vasi e/o fioriere disposti sul perimetro delle stesse.
Le attrezzature accessorie poste sul fronte di via Concezione e Via S. Pietro in adiacenza
agli edifici potranno adoperare fioriere e/o vasi, discontinui, conformi all’allegato 3
posizionate in modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito
veicolare e da non costituire ostacolo per il transito pedonale.
chiosco
fig.9: disposizione corretta dei vasi (massimo 4) nei tipi annessi alle strutture
chiosco
fig.10: disposizione ERRATA dei vasi (più di 4 e non sui vertici) nei tipi annessi alle strutture
28
fig.11: tipologia di vaso per i tipi dei lungomari nella zona A
E’ ammesso l’uso delle seguenti essenze arboree e floreali: ulivo cipressino, palma dracena, palma
camaerops, fotinia, abulia, oleandro, corbezzolo, poligala mirtifolia, pohenix robellini, gerani, artemisia powis
castle, rosa rugosa scabrosa, lavanda, santolina viridis, stachys lanata, echium, olearia, potentilla, hebe,
helichrysum, cistus, senecio greyi, od altra essenza tipica della macchia mediterranea.
4
Immagini di grande formato serigrafate o stampate su pellicola adesiva
29
di c.ca 4 cm. e con dimensione prevalentemente orizzontale. Dietro di essi pannelli (con struttura
in ferro e legno) una lastra in vetro o policarbonato satinato o biancolatte assicurerà l’ermeticità
della struttura.
piatto in ferro 1cm. x 5cm.
tubolare di ferro con
0,01 distanziatore per i listelli di legno
listello di legno
0,02
0,03
0,02
0,02
0,01
30
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2
Le strutture a copertura delle tipologie nella zona A avranno forme e dimensioni a livello
di sub-zona come da allegati progetti (Tav 2 e Tav.3).
Per tutto il resto le strutture accessorie di dette sub-zone (sub-zona A1: lungomari ad Est
dell’arco di Spagna; sub-zona A2: lungomare ad Ovest dell’arco di Spagna) si
conformano alle norme della zona A.
12.2. Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Borgo, Varigotti, Gorra, Perti e p.zza Vittorio Emanuele
31
Eccezionalmente e previo parere dell’amministrazione è facoltà per le strutture esistenti
realizzare minimi ampliamenti purchè suffragati da valide argomentazioni storiche o
urbanistiche.
Le nuove attrezzature di tipo dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• lato massimo metri 10.
• superficie massima non superiore a quella della sala di distribuzione interna e
comunque minore di mq. 30.
• massimo rapporto di occupazione del suolo = 0,35
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.
Non potranno essere ammessi affollamenti su piazze >25% del suolo e dunque non
saranno ammissibili nuove attrezzature la cui presenza andasse provocasse il
superamento di tale soglia limite.
32
12.2.3. Pedane nella zona B
Per le nuove strutture e per le strutture esistenti non è ammesso l’uso di pedane salvo
laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o piastrelle di cemento.
Per le strutture esistenti e per le nuove strutture per oggettive e comprovate ragioni di
sicurezza (rischio di ribaltamento dei tavoli e delle sedute non riducibile a semplici e
controllabili oscillazioni e pendenza > 8%) ove sia oggettivamente compromessa la
sicurezza della clientela, è consentito, eccezionalmente e previo parere favorevole
dell’amministrazione, l’uso di pedane.
Dette pedane dovranno essere in legno, tali da non favorire l’accumulo di sporcizie sotto di
esse, con listoni in legno massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho o Teak Siam.
Si intende per struttura di una sedia o di un tavolo la parte strutturale che li sostiene
(gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro del tavolo.
Sedie, tavoli, sdraio e similari, come già sancito all’art. 4, non potranno essere in
materiale plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari).
33
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in legno “da regista” o tipo Thonet (non le imitazioni in metallo delle Thonet ! )
Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• sedie in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox
Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per struttura e dovranno essere
realizzati adoperando un cavalletto da pittore.
34
fig.14: leggio per menù in zona B: cavalletto da pittore
Le nuove strutture di tipo potranno avere coperture discontinue e rimovibili come tende
od ombrelloni.
Le tende di nuova installazione adiacenti agli edifici avranno struttura in ferro finito con
vernice micacea antracite con “terminali” improntati alla massima sobrietà ed eleganza.
Non saranno ammesse nuove tende con struttura in alluminio eccetto per quelle di tipo “a
capottina” se di luce inferiore ai 3 mt.
Le nuove tende saranno bianche in tela e non potranno aggettare per più di 2,5 metri né
tantomeno essere fornite di appoggi a terra (si veda la definizione di tenda art.6)
35
Gli ombrelloni di nuova installazione non potranno avere struttura in alluminio ma
unicamente in ferro o legno, e tela bianca.
Nella zona B dei centri storici sono ammesse tamponature verticali solo per ristoranti e
pizzerie che ne dispongano già all’entrata in vigore del Piano, le quali dovranno
adeguarsi alle norme di cui al seguito.
36
fig.15: esempio di tamponature ammissibili con finitura color antracite e raccordi curvi.
In particolare avranno montanti verticali a distanza reciproca non inferiore a 80 cm. e non
avranno traversi orizzontali (eccezionalmente ne sono ammessi in numero limitato e
saltuari).
Al fine di proteggere i vetri da urti accidentali, è ammesso l’uso di una “croce” (fig.16) o in
alternativa di uno “zoccolo” di altezza massima 40 cm., in lamiera con gli stessi colori e
finitura della struttura (Ral.6010, 6001, 6002, 6016 o antracite).
Eccezionalmente le tamponature verticali potranno disporre di un raccordo curvo (fig.15)
37
fig.16: croce a protezione dei vetri
Il serramento sarà dello stesso materiale, colore e finitura della struttura fissa .
Le strutture accessorie poste a diretto contatto con strade o piazza a transito veicolare
continuo e non limitato potranno mantenere fioriere e/o vasi in terracotta o legno in
modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito veicolare.
38
edificio
39
12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B
40
Le strutture a copertura del tipo saranno di ferro zincato o ghisa colore verde
(Ral.6010, 6001, 6002, 6016) o antracite, in vernice micacea, in ferro, acciaio o ghisa,
con pilastrini di sezione tonda con diametro massimo 10 cm.
fig.20: pilastrino
41
fig.21: esempio di struttura completa di tipo per zona B ammissibile come tipo di struttura.
Non sono ammesse strutture di altro materiale. Detti pilastrini dovranno essere facilmente
rimovibili.
Le attrezzature accessorie possono avere copertura in tela, pvc, polymar, vetro, lamiera
metallica con finitura antichizzata, rame.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna all’interno delle
tipologie
Unicamente per i centri storici di Gorra e Perti sono ammesse strutture in legno e
coperture in canniccio o con vegetazione rampicante.
42
12.3. Zona neutra
S’intende per zona neutra l’area comunale non compresa nelle zone A e B e rispettive
sub-zone.
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.
43
L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta
ubicazione e dimensione della struttura accessoria in ragione di principi generali di decoro
urbano e viabilità ed anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico
di iniziativa pubblica approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse
pubblico e/o sicurezza.
Le attrezzature accessorie della Zona Neutra di tipo e dovranno conformarsi alle
disposizioni di cui all’art.4 con le seguenti eccezioni:
• le strutture accessorie possono ospitare qualsiasi tipo di sedie, tavoli, dondoli e
similari, anche costituiti interamente da materiale plastico, purchè in decoroso stato
di manutenzione e di non eccessiva vetustà.
• In adiacenza alle attrezzature accessorie è possibile l’uso di distributori automatici,
giochi, cavallini a gettone e similari.
• Le attrezzature accessorie possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui.
• Le attrezzature accessorie potranno disporre di qualsiasi tipo di impianti illuminanti
purchè di intensità tale da non essere pericolosi per la viabilità o occasione di
inquinamento luminoso.
• E’ ammesso l’uso di insegne luminose agganciate alle attrezzature accessorie.
44
1
SOMMARIO
1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO .......................................................................... 3
2. CONTENUTI ED ELABORATI ....................................................................................... 4
3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO .............................................................................. 5
4. PRESCRIZIONI GENERALI COMUNI ........................................................................... 6
5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE ................................................................................. 9
6. ULTERIORI DEFINIZIONI............................................................................................. 10
7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA ............................................... 12
PER STRUTTURE ACCESSORIE....................................................................................... 12
8. PROCEDURE................................................................................................................ 14
9. Controllo partecipativo ............................................................................................... 16
10. Opere in assenza o difformità dal titolo abilitativo e sanzioni.......................... 16
11. Norme finali ed abrogazioni ................................................................................... 16
12. DISPOSIZIONI INERENTI LE STRUTTURE............................................................ 18
ACCESSORIE PER ZONA OMOGENEA ........................................................................... 18
12.1. ZONA A .......................................................................................................................................... 18
12.1.1. Tipologie in zona A ................................................................................... 18
12.1.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo in zona A ........................ 18
12.1.3. Pedane in zona A....................................................................................... 21
12.1.4. Sedie, tavoli, dondoli ed arredi in zona A .............................................. 21
12.1.5. Tende rimovibili ed ombrelloni in zona A .............................................. 24
12.1.6. Tamponature verticali, fioriere e vasi in zona A ................................... 26
12.1.7. Strutture esistenti per il tipo e in zona A ......................................... 29
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2 ............................ 31
12.2. Zona B ............................................................................................................................................ 31
12.2.1. Tipologie della zona B .............................................................................. 31
12.2.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo nella zona B ................... 31
12.2.3. Pedane nella zona B ................................................................................. 33
12.2.4. Sedie, tavoli ed arredi nella zona B ........................................................ 33
12.2.5. Tende rimovibili ed ombrelloni nella zona B ......................................... 35
12.2.6. Tamponature verticali, vasi ed essenze arboree nella zona B............ 36
12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B......................................... 40
12.3. Zona neutra ................................................................................................................................... 43
12.3.1. Tipologie della zona neutra ..................................................................... 43
12.3.2. Quantificazione dell’occupazione del suolo della zona neutra .......... 43
2
1. OBIETTIVI E FILOSOFIA DEL PIANO
Il presente piano ha come obiettivo quello di disciplinare l’occupazione del suolo pubblico
nel territorio comunale di Finale Ligure al fine di migliorare il decoro urbano ma anche, più
in generale, la qualità di vita civica.
La filosofia del Piano fa propri i dettami della prossemica e della sociologia urbanistica nel
convincimento che debba esistere un continuum formale-spaziale tra gli spazi del suolo
pubblico occupato dai privati e l’intorno urbano.
3
E’, infine, intendimento del Piano normare l’“estetica notturna” delle attrezzature
accessorie, nella consapevolezza dei suoi notevoli risvolti economici, psicologici e sociali.
2. CONTENUTI ED ELABORATI
4
3. ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO
Nel territorio comunale sono state individuate 2 zone omogenee principali caratterizzate
ciascuna da connotazioni particolari sotto il profilo urbanistico, architettonico ed
commerciale. La Giunta Comunale provvederà, qualora opportuno, ad aggiornare la
zonizzazione sulla base della trasformazione del territorio comunale.
E’ individuata una ulteriore zona denominata “zona neutra” corrispondente alla parte di
territorio non compresa nelle 2 zone principali.
In essa zona, data la difficoltà a definirne un carattere significativamente omogeneo
dell’immagine urbano-architettonica, le norme saranno meno restrittive e sarà più ampia la
mestica delle soluzioni progettuali ammesse.
All’interno della zona A sono state altresì individuate 2 sub-zone con caratteristiche
specifiche e norme particolari e puntuali: la sub-zona A1 e la sub-zona A2. Valgono per
esse le norme della zona A, salvo quando diversamente specificato.
Zona A
Comprensiva delle passeggiata a mare di Marina, Pia e Varigotti, del fronte su via
Concezione e Via S. Pietro, del fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato.
5
Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Varigotti, Borgo, Gorra, Perti, e Piazza Vittorio Emanuele
Zona Neutra
Tutto il territorio comunale non compreso nelle precedenti zone
6
rispondere a principi di qualità estetica. E’ facoltà dell’ Amministrazione individuare
le aree destinate ad ospitare o meno dette attrezzature.
7
9. Le strutture accessorie non possono ospitare sedie e tavolini che siano costituiti
interamente in materiale plastico. Fanno eccezione le sedute ed i tavolini disegnati
dai designer di cui all’allegato 2 che sono ritenuti ammessi anche se interamente in
plastica.
11. Le attrezzature accessorie non possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui. Questa
norma si stabilisce in accordo con gli obiettivi del Piano al fine di favorire lo sviluppo
di un continuum urbano socializzante e di evitare la frammentazione spaziale della
città in mille “orti conclusi” individualistici.
13. Non è ammesso l’uso di insegne luminose agganciate direttamente alla struttura
delle attrezzature accessorie.
8
• Negozi di giocattoli, di abbigliamento, giornalai, pescherie, verdurieri e rivendite di
alimentari possono realizzare “limitate occupazioni del suolo pubblico” nelle
forme e nei modi previsti dall’allegato “Regolamento delle limitate occupazioni di
suolo pubblico” che del presente Piano è parte integrante.
Per le limitate occupazioni del suolo pubblico non valgono i successivi articoli 7 e
12. Il regolamento delle limitate occupazioni di suolo pubblico si intende esteso ad
ogni zona del territorio comunale.
5. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE
Ai fini delle presenti disposizioni si intende per:
• ATTREZZATURA ACCESSORIA una struttura (annessa ad attività di ristoro, bar,
pizzeria, gelateria, strutture turistico-ricettive, stabilimenti balneari) posta sul suolo
pubblico che rientri entro una delle seguenti tipologie:
Strutture prive di una copertura continua (munite solo di copertura parziale tipo
tende od ombrelloni) ed altresì prive di tamponamenti laterali verticali, attrezzate
con sedute e tavolini.
Piccola struttura isolata ed autonoma adibita a bar. Può avere uno spazio
pertinenziale arredato secondo la tipologia .
9
Attrezzatura accessoria di Tipo (“bancone” esterno)
6. ULTERIORI DEFINIZIONI
10
a) individuazione dell’area pedonale di riferimento per un’attività situata nel centro storico con antistante
strada a traffico limitato o inibito
11
7. TITOLO ABILITATIVO E MODALITA’ DI RICHIESTA
PER ATTREZZATURE ACCESSORIE1
Tutte le attrezzature accessorie dovranno possedere titolo abilitativo nei tempi di cui
all’art.8.
La domanda per l’ottenimento del titolo abilitativo deve essere presentata allo SUAP e
dovrà essere firmata dal richiedente. Sarà corredata da Progetto di adeguamento al
Piano dei Dehor a firma di tecnico abilitato e composto da:
1. Relazione tecnico-descrittiva (secondo lo schema dell’allegato 1) con dettagliata
descrizione dello stato attuale e di progetto comprendente almeno i seguenti dati:
• dimensionamento dello spazio pedonale di pertinenza e dei rapporti di occupazione
del suolo pubblico, dello spazio interno di distribuzione, quote e dimensioni della
struttura
• indicazioni concernenti materiali, colori e forma degli arredi (sedie, tavoli, dondoli,
struttura di copertura, pannelli frangivento, fioriere e vasi, coperture, tende,
ombrelloni, porta-menù, ecc.ecc.)
• tipo di luci
• tipologia attuale e di progetto della struttura ( , , o )
• presenza o meno di pedana e suo materiale e motivo di tale presenza.
• asseverazione della rispondenza alle: prescrizioni del Codice della Strada e
Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Codice della Strada; alle norme di
sicurezza sui luoghi di lavoro; conformità alle norme urbanistiche comunali e
sovracomunali vigenti;
2. Estratti cartografici di inquadramento urbanistico aggiornati (Carta Tecnica
Regionale, P.R.G./P.U.C., planimetria catastale con evidenziato il sito di intervento).
1
NON PER LE LIMITATE OCCUPAZIONI DEL SUOLO PUBBLICO
12
3. Esauriente documentazione fotografica con almeno una prospettiva o render
tridimensionale o fotomontaggio.
4. Piante, prospetti e sezioni dell’attrezzatura in scala 1:50 quotati (stato attuale,
progetto e raffronto) in numero tale da assicurare una piena comprensione del progetto.
5. Dettaglio costruttivo dell’eventuale tamponatura verticale in vetro in scala 1:10.
Gli uffici competenti potranno comunque richiedere particolari specifiche tecniche ritenute
necessarie al completamento della pratica.
Per quanto concerne il numero di copie degli elaborati che devono essere presentate:
13
Il richiedente manleva il Comune da qualsiasi danno a persone o cose provocato
dall’installazione o dalla permanenza dei manufatti richiesti.
8. PROCEDURE
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Lo SUAP indice conferenza interna trasmettendo gli elaborati agli uffici competenti.
Nel caso l’intervento comporti opere di entità complessa o particolari soluzioni progettuali
di rilevante impatto sotto il profilo estetico, o viario, od altro, la richiesta potrà essere
sottoposta all’esame della Giunta Municipale.
Qualora l’intervento sia sottoposto ad un Vincolo architettonico o paesistico ambientale imposto a norma
del titolo II° (ex legge 1497/39) del DLGS 490/99 l’opera potrà essere realizzata solamente dopo il rilascio
dell’autorizzazione prevista dall’art. 151 dello stesso decreto legislativo; il rilascio di tale autorizzazione nel
caso di opere di competenza della CEI comunale sarà effettuato direttamente dall’Amministrazione o se di
competenza della Regione Liguria acquisito attraverso apposita conferenza dei servizi; Rimane ovviamente
facoltà del richiedente di ottenere preventivamente la richiesta autorizzazione.
Il diniego del titolo abilitativo può avvenire con atto motivato quando si verifichi una
delle seguenti ipotesi:
14
• Essa non risulti conforme alle norme vigenti in materia;
• Essa non ottenga il benestare degli enti ed uffici eventualmente competenti in merito;
• Essa non sia ritenuta consona per ragioni estetico-architettoniche;
• L’Amministrazione sia a conoscenza di violazioni di diritti di terzi;
• Per contrasto con altre normative in vigore.
15
Le disposizioni-prescrizioni della CEI, della Regione Liguria o della Sovrintendenza ai Beni
Architettonici hanno valore vincolante e prevalente rispetto al Piano.
9. Controllo partecipativo
Chiunque può prendere visione presso gli Uffici Comunali del titolo abilitativo e dei relativi
atti tecnico-amministrativi e ricorrere contro il rilascio del titolo stesso, in quanto in
contrasto con le disposizioni di legge o con le prescrizioni del presente Piano o per ragioni
e motivi personali, secondo le modalità previste dalla L.241/90 e dal regolamento di
accesso agli atti.
16
materia.
3. Le eventuali modifiche delle Leggi in vigore comportano le conseguenti variazioni delle
norme del presente Piano.
4. Il presente Piano entra in vigore dalla data di esecutività della delibera di approvazione.
17
12. DISPOSIZIONI INERENTI LE ATTREZZATURE
ACCESSORIE2 PER ZONA OMOGENEA
12.1. ZONA A
Lungomari di Marina, Pia e Varigotti, fronte di via Concezione
e Via S. Pietro, fronte mare compreso tra Castelletto e Capo S. Donato
18
Le nuove attrezzature di tipo e dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• se poste sul lungomare, avranno lato massimo metri 10; superficie massima mq.
100 e comunque non superiore alla superficie della sala di distribuzione interna;
collocazione nelle zone comprese tra viale e controviale [come da schemi b) e c)].
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di
due metri da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre
attività commerciali o comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
• se poste a contatto del fronte di abitazioni su via S. Pietro e Via Concezione non
dovranno oltrepassare lateralmente la proiezione del locale e dovranno avere
ampiezza tale da consentire un transito pedonale di almeno 1,2 ml.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4, ed in particolar modo alla necessità di non
intralciare in alcun modo il traffico veicolare e pedonale.
19
b) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura senza altri bar o ristoranti adiacenti
c) schema di occupazione del lungomare da parte di attrezzatura con altro locale adiacente
20
12.1.3. Pedane in zona A
Non è ammesso l’uso di pedane per le attrezzature accessorie della zona A..
Fanno eccezione le strutture esistenti laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o
piastrelle di cemento: per quest’ultime è possibile l’uso di pedane che devono essere tali
da non favorire l’accumulo di sporcizie e rifiuti sotto di esse.
Su pavimentazione tipo basolato o su quelle di pendenza > 8% ove sia oggettivamente
compromessa la sicurezza della clientela, è consentito l’uso di pedane.
Nei casi consentiti le pedane dovranno essere comunque realizzate con listoni in legno
massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho, Teak Siam, od altra essenza pregiata.
Si intende per struttura di una sedia, di un dondolo o di un tavolo la parte strutturale che li
sostiene (gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro
del tavolo.
21
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in alluminio colore naturale
• in ferro esclusivamente di colore bianco
Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• in legno stile Thonet (non le imitazioni delle Thonet realizzate in metallo)
• in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox e con seduta/schienale in
legno o metallo
22
• in ferro
• interamente in legno. In tal caso dovranno avere struttura leggera (e mai gambe a
sezione tonda con diametro >5 cm.)
Sedie, tavoli, dondoli, sdraio e similari non potranno essere interamente in materiale
plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari) e dovranno essere improntati a
sobrietà ed eleganza formali.
Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per attrezzatura e dovranno
essere realizzati conformemente ad una delle soluzioni di cui all’allegato 3.
23
fig.3: leggii per menù in zona A
3
Per le definizioni di “Tenda” ed “Ombrellone” si rimanda all’art.6.
Strutture di copertura che non ricadono in tali definizioni non sono ammesse nelle tipologie .
24
fig.4: nuove tende con struttura in alluminio non sono ammissibili
25
Le nuove tende saranno bianche in tela, polymar o similare.
26
fig.7: esempio di tamponatura verticale non ammessa
fig.8: schema di tamponatura in vetro pivottante nelle due posizioni chiusa e aperta
La trasparenza della vetrata e l’introspezione non possono essere in alcun modo limitate
con l’uso di pannelli in legno, metallo, separè vegetali, tende anche interne, o quant’altro.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna.
Non sono ammesse tamponature verticali nelle strutture adiacenti agli edifici di via
Concezione e via S. Pietro se non già esistenti all’entrata in vigore del piano. In tal caso
dovranno comunque essere adeguate alle tipologie ed ai materiali di cui sopra.
27
Sui lungomari di Marina, Pia e Varigotti e nel fronte-mare tra le Capo S. Donato ed il
Castelletto le attrezzature di tipo annesse a tipi potranno adoperare vasi conformi
all’allegato 3 e discontinui, in numero di 1 ogni vertice del poligono perimetrale dell’area
attrezzata per un massimo di 4 vasi. I tipi non annessi a tipi potranno disporre di più
di 4 vasi, sempre conformi all’allegato 3. Le attrezzature di tipo non potranno disporre di
vasi e/o fioriere disposti sul perimetro delle stesse.
Le attrezzature accessorie poste sul fronte di via Concezione e Via S. Pietro in adiacenza
agli edifici potranno adoperare fioriere e/o vasi, discontinui, conformi all’allegato 3
posizionate in modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito
veicolare e da non costituire ostacolo per il transito pedonale.
chiosco
fig.9: disposizione corretta dei vasi (massimo 4) nei tipi annessi alle strutture
chiosco
fig.10: disposizione ERRATA dei vasi (più di 4 e non sui vertici) nei tipi annessi alle strutture
28
fig.11: tipologia di vaso per i tipi dei lungomari nella zona A
E’ ammesso l’uso delle seguenti essenze arboree e floreali: ulivo cipressino, palma dracena, palma
camaerops, fotinia, abulia, oleandro, corbezzolo, poligala mirtifolia, pohenix robellini, gerani, artemisia powis
castle, rosa rugosa scabrosa, lavanda, santolina viridis, stachys lanata, echium, olearia, potentilla, hebe,
helichrysum, cistus, senecio greyi, od altra essenza tipica della macchia mediterranea.
4
Immagini di grande formato serigrafate o stampate su pellicola adesiva
29
di c.ca 4 cm. e con dimensione prevalentemente orizzontale. Dietro di essi pannelli (con struttura
in ferro e legno) una lastra in vetro o policarbonato satinato o biancolatte assicurerà l’ermeticità
della struttura.
piatto in ferro 1cm. x 5cm.
tubolare di ferro con
0,01 distanziatore per i listelli di legno
listello di legno
0,02
0,03
0,02
0,02
0,01
30
12.1.8. Strutture complete per il tipo per le zone A1 e A2
Le strutture a copertura delle tipologie nella zona A avranno forme e dimensioni a livello
di sub-zona come da allegati progetti (Tav 2 e Tav.3).
Per tutto il resto le strutture accessorie di dette sub-zone (sub-zona A1: lungomari ad Est
dell’arco di Spagna; sub-zona A2: lungomare ad Ovest dell’arco di Spagna) si
conformano alle norme della zona A.
12.2. Zona B
Centri storici di Marina, Pia, Borgo, Varigotti, Gorra, Perti e p.zza Vittorio Emanuele
31
Eccezionalmente e previo parere dell’amministrazione è facoltà per le strutture esistenti
realizzare minimi ampliamenti purchè suffragati da valide argomentazioni storiche o
urbanistiche.
Le nuove attrezzature di tipo dovranno rientrare nei seguenti parametri:
• lato massimo metri 10.
• superficie massima non superiore a quella della sala di distribuzione interna e
comunque minore di mq. 30.
• massimo rapporto di occupazione del suolo = 0,35
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.
Non potranno essere ammessi affollamenti su piazze >25% del suolo e dunque non
saranno ammissibili nuove attrezzature la cui presenza andasse provocasse il
superamento di tale soglia limite.
32
12.2.3. Pedane nella zona B
Per le nuove strutture e per le strutture esistenti non è ammesso l’uso di pedane salvo
laddove insistano su pavimentazioni in asfalto o piastrelle di cemento.
Per le strutture esistenti e per le nuove strutture per oggettive e comprovate ragioni di
sicurezza (rischio di ribaltamento dei tavoli e delle sedute non riducibile a semplici e
controllabili oscillazioni e pendenza > 8%) ove sia oggettivamente compromessa la
sicurezza della clientela, è consentito, eccezionalmente e previo parere favorevole
dell’amministrazione, l’uso di pedane.
Dette pedane dovranno essere in legno, tali da non favorire l’accumulo di sporcizie sotto di
esse, con listoni in legno massello di grandi dimensioni in Ipè Lapacho o Teak Siam.
Si intende per struttura di una sedia o di un tavolo la parte strutturale che li sostiene
(gambe) distinguendola da ciò che è schienale, piano di seduta, piano di lavoro del tavolo.
Sedie, tavoli, sdraio e similari, come già sancito all’art. 4, non potranno essere in
materiale plastico (metacrilato, polivinilcloruro, polietilene, e similari).
33
ed esteticamente “pesante”). Le sedie in legno dovranno essere prive di orpelli e
decori, bensì improntate alla massima austerità e sobrietà (fig.1 bis).
• in legno “da regista” o tipo Thonet (non le imitazioni in metallo delle Thonet ! )
Le strutture esistenti in deroga a quanto sopra potranno mantenere l’utilizzo delle seguenti
tipologie di sedute e dondoli:
• sedie in metallo di colori diversi dal bianco o dalla finitura inox
Gli espositori dei menù saranno in numero massimo di 1 per struttura e dovranno essere
realizzati adoperando un cavalletto da pittore.
34
fig.14: leggio per menù in zona B: cavalletto da pittore
Le nuove strutture di tipo potranno avere coperture discontinue e rimovibili come tende
od ombrelloni.
Le tende di nuova installazione adiacenti agli edifici avranno struttura in ferro finito con
vernice micacea antracite con “terminali” improntati alla massima sobrietà ed eleganza.
Non saranno ammesse nuove tende con struttura in alluminio eccetto per quelle di tipo “a
capottina” se di luce inferiore ai 3 mt.
Le nuove tende saranno bianche in tela e non potranno aggettare per più di 2,5 metri né
tantomeno essere fornite di appoggi a terra (si veda la definizione di tenda art.6)
35
Gli ombrelloni di nuova installazione non potranno avere struttura in alluminio ma
unicamente in ferro o legno, e tela bianca.
Nella zona B dei centri storici sono ammesse tamponature verticali solo per ristoranti e
pizzerie che ne dispongano già all’entrata in vigore del Piano, le quali dovranno
adeguarsi alle norme di cui al seguito.
36
fig.15: esempio di tamponature ammissibili con finitura color antracite e raccordi curvi.
In particolare avranno montanti verticali a distanza reciproca non inferiore a 80 cm. e non
avranno traversi orizzontali (eccezionalmente ne sono ammessi in numero limitato e
saltuari).
Al fine di proteggere i vetri da urti accidentali, è ammesso l’uso di una “croce” (fig.16) o in
alternativa di uno “zoccolo” di altezza massima 40 cm., in lamiera con gli stessi colori e
finitura della struttura (Ral.6010, 6001, 6002, 6016 o antracite).
Eccezionalmente le tamponature verticali potranno disporre di un raccordo curvo (fig.15)
37
fig.16: croce a protezione dei vetri
Il serramento sarà dello stesso materiale, colore e finitura della struttura fissa .
Le strutture accessorie poste a diretto contatto con strade o piazza a transito veicolare
continuo e non limitato potranno mantenere fioriere e/o vasi in terracotta o legno in
modo tale da costituire un minimo ma utile distacco dalla strada a transito veicolare.
38
edificio
39
12.2.7. Strutture complete per il tipo nella zona B
40
Le strutture a copertura del tipo saranno di ferro zincato o ghisa colore verde
(Ral.6010, 6001, 6002, 6016) o antracite, in vernice micacea, in ferro, acciaio o ghisa,
con pilastrini di sezione tonda con diametro massimo 10 cm.
fig.20: pilastrino
41
fig.21: esempio di struttura completa di tipo per zona B ammissibile come tipo di struttura.
Non sono ammesse strutture di altro materiale. Detti pilastrini dovranno essere facilmente
rimovibili.
Le attrezzature accessorie possono avere copertura in tela, pvc, polymar, vetro, lamiera
metallica con finitura antichizzata, rame.
Non è ammesso l’uso di impianti di climatizzazione con unità esterna all’interno delle
tipologie
Unicamente per i centri storici di Gorra e Perti sono ammesse strutture in legno e
coperture in canniccio o con vegetazione rampicante.
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12.3. Zona neutra
S’intende per zona neutra l’area comunale non compresa nelle zone A e B e rispettive
sub-zone.
Non dovranno tuttavia oltrepassare l’immaginaria proiezione del locale per più di due metri
da ambo i lati, nè potranno in alcun modo farlo se adiacenti ad altre attività commerciali o
comunque andando a ledere diritti e servitù di terzi.
Si rammenta infine quanto già asserito all’art.4 comma 4 ed in particolar modo alla
necessità di non intralciare in alcun modo il traffico pedonale e non.
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L’amministrazione si riserva la possibilità di dare indicazioni concernenti l’esatta
ubicazione e dimensione della struttura accessoria in ragione di principi generali di decoro
urbano e viabilità ed anche per esigenze altre quali la presenza di un progetto urbanistico
di iniziativa pubblica approvato od in fase di redazione, od ancora per motivi di interesse
pubblico e/o sicurezza.
Le attrezzature accessorie della Zona Neutra di tipo e dovranno conformarsi alle
disposizioni di cui all’art.4 con le seguenti eccezioni:
• le strutture accessorie possono ospitare qualsiasi tipo di sedie, tavoli, dondoli e
similari, anche costituiti interamente da materiale plastico, purchè in decoroso stato
di manutenzione e di non eccessiva vetustà.
• In adiacenza alle attrezzature accessorie è possibile l’uso di distributori automatici,
giochi, cavallini a gettone e similari.
• Le attrezzature accessorie possono essere dotate di fioriere, vasi, parapetti,
cordicelle ed altri ostacoli del traffico pedonale sia continui che discontinui.
• Le attrezzature accessorie potranno disporre di qualsiasi tipo di impianti illuminanti
purchè di intensità tale da non essere pericolosi per la viabilità o occasione di
inquinamento luminoso.
• E’ ammesso l’uso di insegne luminose agganciate alle attrezzature accessorie.
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