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DINAMICA APPLICATA
CAPITOLO 16
DINAMICA APPLICATA
calettato sull’asse
O1O2 di lunghezza
l, in modo tale che
la normale al suo
piano passante per
il baricentro G
formi, rispetto
all’asse stesso, un
angolo α; il bari-
centro G stia
sull’asse di rota- Figura 1
zione, supposto in-
deformabile, ed il sistema ruoti con una velocità angolare ω1=cost.
In tali condizioni si vogliono determinare le reazioni vincolari in
O1 e in O2.
Dovrà essere come visto nel precedente paragrafo:
& & &
F ( v ) = −( F ( a ) + F ')
& & & (5)
M o( v ) = −( M o( a ) + M ' o )
Non
& ( a ) avendo
& ( a ) ipotizzato la presenza di azioni esterne sarà senz’altro
F = M = 0, ed inoltre poiché il baricentro coincide con un
punto dell’asse di rotazione (considerato & indeformabile) sarà an-
&
che a G = 0 e di conseguenza F'= 0.
Le (5) si ridurranno pertanto a:
&
F (v ) = 0
& & (6)
M o( v ) = − M ' o
da cui emerge subito che il risultante delle reazioni vincolari sarà
nullo, e che il momento delle reazioni vincolari sarà causato e-
sclusivamente dal momento risultante delle forze d’inerzia.
Ne segue che quest’ultimo darà luogo, in O1 e in O2, a due forze
eguali ed opposte che costituiranno una coppia.
Che debba essere necessariamente così si può dedurre osser-
vando che il sistema delle forze d’inerzia cui risulta soggetta cia-
scuna delle due metà del disco tagliato, nel piano di figura,
dall’asse
& di rotazione
& può essere ricondotto ai due vettori
& &
F '1 = − m1a G1 ed F ' 2 = −m2 a G2 , applicati rispettivamente nei punti
G1 e G2, eguali e di verso opposto; inoltre poiché i punti G1 e G2
non sono allineati sulla stessa perpendicolare ad O1O2 le due forze
582
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
costituiranno coppia.
Ora, per quanto concerne il calcolo del momento di tale cop-
pia, ossia per il calcolo del momento risultante delle forze
d’inerzia (6), converrà scegliere come polo il baricentro G del di-
sco e come assi di riferimento un sistema di assi, solidali al disco
& & &
stesso, di versori i1 , j1 , k 1 , ed aventi la direzione dei suoi assi prin-
cipali d’inerzia; con tali ipotesi, la seconda delle (6) si scriverà al-
lora:
& & & & &
M G( v ) = − M ' G = K G + ωΛ K G (7)
& &
M G( v ) k1 = Φ l k1
se indichiamo con l la lunghezza dell'albero e con Φ il modulo
della reazione vincolare; quest'ultima sarà comunque un vettore
&
rotante (fig. 2) con la stessa velocità angolare ω 1 del disco.
Dalla (8') avremo quindi, nel riferimento fisso:
& & & & m 2 2 &
ΦO1 × j = −ΦO2 × j = ω1 ( 3r − h 2 ) sen 2α cos(ω1t ) j
24l
& & & & m 2 2 &
ΦO1 × k = −ΦO2 × k = ω1 ( 3r − h 2 ) sen 2α sen(ω1t ) k
24l
e ciò mostra come, in definitiva, si generino sui sopporti delle sol-
lecitazioni variabili nel tempo con legge sinusoidale capaci, quin-
di, di indurre delle vibrazioni.
§ 3. - Energia cinetica.
&
essendo v la velocità assoluta di ciascun punto P del rigido
all’istante considerato.
In quest’ultimo caso, tuttavia, si può pervenire (v. Appendice) ad
585
DINAMICA APPLICATA
una espressione diversa che tenga conto del moto del rigido nel
suo insieme che si scrive:
1 1
T = mv 2A + ( Ap 2 + Bq 2 + Cr 2 − 2 A' qr − 2 B' pr − 2C ' pq ) +
2 2 (11)
+ m( G − A) × ( v A ∧ ω )
& &
Nel caso particolare in cui si abbia a che fare con un sistema i cui
vincoli siano indipendenti dal tempo, tutte le bh e la T0 sono nul-
le, e l’espressione precedente si riduce solamente a:
1
T = ∑ a q q
2 h ,k hk h k
(16)
stema.
Se il sistema di cui trattasi è un sistema rigido, di cui sia O un ge-
nerico punto, si ha dalla (17), analogamente:
dT
dt i i
[ & &
]
= ∑ mi a i × vi = ∑ mi ai × v O + ω ∧ ( Pi − O) =
& & &
= ∑ mi a i × v O + ∑ mi ai × ω ∧ ( Pi − O)
& & & &
i i
e questa, se si tiene conto delle proprietà del prodotto misto, equi-
vale a:
dT
= ∑ mi a i × v O + ∑ mi ai × ω ∧ ( Pi − O) =
& & & &
dt i i
= ∑ mi a i × v O + ∑ ( Pi − O) ∧ mi a i × ω =
& & & &
i i
& &
& & & & dQ & dK O & & &
= − F '×v O − M ' O ×ω = × vO + + vO ∧ Q × ω
dt dt
da cui si riconosce ancora che è:
& & & &
dT = − F '×v O dt − M ' O ×ωdt = −dL' (19)
1 1
Tb = mb v G 2 + I b ω2 (24)
2 2
Infine per lo stantuffo, che si muove di moto traslatorio sarà so-
lamente:
1
Ts = m v2 (25)
2 s B
La (22), allora, si scriverà:
1 2 1 2 1 1 2
T= I mω 1 + mb vG + I b ω 2 + ms v B (26)
2 2 2 2
Questa espressione, poichè il meccanismo ha un solo grado di li-
bertà, può essere ricondotta ad una funzione di un unica coordina-
ta lagrangiana; scegliendo come tale l’angolo di manovella ϑ 1, si
tratterà di esprimere in funzione di questa variabile le espressioni
di vG, ω, e vB.
Per la velocità del baricentro G della biella possiamo scrivere:
xG = r1 cosϑ 1 + l2 cosϕ
yG = r1 senϑ 1 − l2 sen ϕ
e quindi, ricordando che:
sen ϕ = − λ senϑ 1 (27)
ed allora:
590
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
v G 2 = x G 2 + y G 2 =
2 λ l2 λ 2 l22
sen ϑ 1 + sen ϑ 1 sen 2ϑ 1 + 2 sen 2ϑ 1
2
(28)
l 4l
= ω12 r12 2
l1
+ cos ϑ 1
2
l2
Derivando la (27) rispetto al tempo ed elevando al quadrato si ot-
tiene il quadrato della velocità angolare della biella, nella forma:
dϕ cosϑ 1
ω= = −ω1 λ ≅ −ω1 λ cosϑ 1
dt cos ϕ
(29)
1
ω 2 ≅ ω12 λ 2 cos2 ϑ 1 ≅ ω12 r12 2 cos2 ϑ 1
l
Allora, ricordando che si è già posto m'b = mb l1 l ; m"b = mb l2 l , la
(24) si potrà scrivere come:
( m r12 sen 2 ϑ 1 + m" λ r12 senϑ 1 sen 2ϑ 1 +
b b
1 λ3
Tb = +r1l1 λ m' b cos ϑ 1 +
2
r1l2 m"b sen 2ϑ 1 + ω12
2
(30)
2 4
+ I b λ 2 cos2 ϑ 1
Per lo stantuffo, basterà ricordare dalla analisi cinematica già svol-
ta, che in seconda approssimazione, è:
λ
v B = −ω1r1 senϑ 1 + sen 2ϑ 1
2
ed, elevando al quadrato, sostituire nella (31), ottenendo:
1 2 λ2
Ts = ms r1 sen ϑ 1 + λ senϑ 1 sen 2ϑ 1 +
2
sen 2 2ϑ 1 ω12 (31)
2 4
Sommando la (23), la (30) e la (31), si ottiene per l’energia cineti-
ca del monocilindro (v. Appendice) una forma del tipo:
1
T= a(θ )ω2 (32)
2 1 1
in cui è:
a( θ1 ) = A0 + A1 cos θ1 + A2 cos 2θ1 + A3 cos 3θ1 + A4 cos 4θ1
con i coefficienti:
591
DINAMICA APPLICATA
1 2 1
A0 = I m +
2
[ ]
λ ( I b + mb l12 ) + r12 ( mb + ms ) + λ4 ( l22 mb + ms l 2 )
8
1 2 1
A1 =
2
λr1 ( m"b + ms ); [
A2 = λ2 ( I b + mb l12 ) − r12 ( mb + ms )
2
]
1 1
A3 = − λr12 ( m"b + ms ); A4 = − λ4 ( l22 mb + ms l 2 )
2 8
Si noti che la (32) è proprio della forma della (16), come doveva
essere.
Infatti il monocilindro ha vincoli indipendenti dal tempo, ed inol-
tre, ha un solo grado di libertà la cui coordinata lagrangiana è
q1 = ϑ 1 con q1 = ω1 .
La componente lagrangiana delle forze d’inerzia può essere
quindi calcolata direttamente dalla (32), essendo:
∂T ∂T
= = a(ϑ 1 ) ω1
∂q1 ∂ω1
∂T ∂T 1 d a(ϑ 1 ) 2
= = ω1
∂q1 ∂θ 1 2 d ϑ 1
Da qui, se si suppone che sia ω1=cost, si ha:
d ∂ T da (ϑ 1 ) da (ϑ 1 ) dϑ 1 da (ϑ 1 ) 2
= ω1 = ω1 = ω
dt ∂ q 1 dt d ϑ 1 dt dϑ 1 1
e pertanto:
d a (ϑ 1 ) 2 1 d a (ϑ 1 ) 2 1 d a (ϑ 1 ) 2
Q' = − ω1 − ω1 = − ω1
dϑ 1 2 dϑ 1 2 dϑ 1
Il lavoro delle forze d’inerzia, se ω1=cost, sarà data allora da:
dL' dq1 1 da (ϑ 1 ) 2 dϑ 1 1 da (ϑ 1 ) 3 dT
= Q' =− ω1 =− ω1 = − (33)
dt dt 2 dϑ 1 dt 2 dϑ 1 dt
Se invece non è ω1=cost, dovrà essere:
d ∂T da(ϑ 1 ) da(ϑ 1 ) 2
= a(ϑ 1 )ω1 + ω1 = ω + a(ϑ 1 )ω1
dt ∂ q 1 dt dϑ 1 1
e quindi, per la componente lagrangiana delle forze d’inerzia:
592
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
d a (ϑ 1 ) 2 1 d a (ϑ 1 ) 2
Q'= − ω1 + a (ϑ 1 )ω1 − ω1
dϑ 1 2 dϑ 1
ossia:
1 da (ϑ 1 ) 2
Q'= −a (ϑ 1 )ω1 + ω
2 dϑ 1 1
In definitiva sarà quindi:
dL' dϑ 1 1 da (ϑ 1 ) 2 dT
= Q' = −a (ϑ 1 )ω1 + ω1 ω1 = − (34)
dt dt 2 dϑ 1 dt
Si ottiene allora:
T + U = cost = E (37)
che rappresenta l’integrale primo dell’energia cinetica.
594
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
§ 6. - Equazione dell’energia.
dT dT 1 da( q ) 2
= q = a( q ) q + q q
dt dq 2 dq
In termini di componenti lagrangiane, si può allora scrivere:
dT
Qm q + Qu q + Q*q − βq 2 = Q' q = q (44)
dq
ossia:
dT 1 da( q ) 2
Qm + Qu + Q * − βq = = a( q ) q + q (45)
dq 2 dq
§ 7. - Uniformazione.
Ed allora, essendo:
dx s dx s dϑ 1 dx s
= = ω
dt dϑ 1 dt dϑ 1 1
possiamo pure ricavare, utilizzando gli sviluppi in seconda ap-
prossimazione:
dx s v B λ
= = −r1 senϑ 1 + sen 2ϑ 1 (48)
dϑ 1 ω1 2
Le (47) diventano quindi:
λ
Qm = Cm (ϑ 1 ) = ( p − pe ) Sr1 senϑ 1 + sen 2ϑ 1
2 (49)
Qu = Cr (ϑ 1 ) = −Cr
Si è pure trovata, precedentemente, l’espressione dell’energia ci-
netica:
1
T= a (ϑ 1 )ω12
2
dove, come già visto al § 4, è:
a (ϑ 1 ) = A0 + A1 cosϑ 1 + A2 cos 2ϑ 1 + A3 cos 3ϑ 1
La componente lagrangiana dT/dq si scrive, quindi (v.§ prec.),
come:
dT 1 d
=
dϑ 1 2 dϑ 1
[
a(ϑ 1 )ω12 ] (50)
[
2Q(ϑ 1 ) dϑ 1 = d a(ϑ 1 )ω12 ] (51)
dove:
a( 0) = A0 + A1 + A2 + A3
è il valore assunto dalla a(ϑ1) per ϑ1=0.
Dalla (52) si ottiene quindi:
θ1
2 ∫ Q(ϑ 1 )dϑ 1
a (0) 2
ω (ϑ 1 ) =
2 0
+ ω ∩ f (ϑ 1 ) (53)
a(ϑ 1 ) a (ϑ 1 ) 0
1
ossia:
Θ Θ
∫ Q (ϑ )dϑ = ∫ Q (ϑ )dϑ
m 1 1 u 1 1 (56)
0 0
1
L’espressione (58) è valida se, come nel caso in questione, lo scarto fra le ve-
1Θ
locità angolari max e min è piccolo; in generale è: ωm = ∫ ω(θ1 )dθ1
Θ0
601
DINAMICA APPLICATA
ϑ1.
Inoltre se si scrive la stessa (59) nella forma:
1
T = a(ϑ 1 )ω12 (ϑ 1 ) = F (ϑ 1 ) (60)
2
avendo posto:
θ1
1
F (ϑ 1 ) = ∫ Q(ϑ 1 )dϑ 1 + a( 0)ω02
0 2
si vede che il rapporto F(ϑ1)/a(ϑ1) è proporzionale ad ω 12 . Pertanto
se, per ogni valore di ϑ1, si riportano in un diagramma cartesiano i
punti aventi per ascissa a(ϑ1) e per ordinata F(ϑ1) si otterrà una
punteggiata che prende il nome di diagramma delle forze vive
(fig.5) (o diagramma di Wittenbauer) della macchina in questione,
e tale curva, se la macchina è a regime, e quindi vale la (55), e se
il rapporto fra il suo periodo Θ e quello della funzione a(ϑ1) è ra-
zionale, è certamente
una curva chiusa.
Ciascun suo punto
P(ϑ1) corrisponde ad
una particolare confi-
gurazione, nell’ambito
del periodo, in cui si
avrà un determinato
valore a(P) per il mo-
mento di inerzia equi-
valente della macchina
ed un determinato li- Figura 5
vello di energia cineti-
ca F(P).
La congiungente OP fra l’origine degli assi ed il generico punto P
del diagramma formerà, con l’asse delle ascisse, un angolo α il cui
valore è proporzionale ad ω12 ( P) . Infatti, dalla (60) si ha:
F( P) 1 2
tan α = = ω ( P) (61)
a( P ) 2 1
Se si indicano con αmax ed αmin i valori degli angoli delle rette
che, uscendo da O, risultano tangenti alla curva, rispettivamente
nella parte più alta e nella parte più bassa, si avrà ovviamente:
603
DINAMICA APPLICATA
1 2
tan α max = ω 1 max
2
(62)
1
tan α min = ω 12min
2
Ora, poiché possiamo scrivere:
ω max − ω min 2( ω max − ω min ) 2( ω max − ω min )
2 2
I= = = =
ωm ω max + ωmin (ωmax + ωmin ) 2
2( ω2max − ω2min )
=
ω2max + ω2min + 2ωmax ω min
sarà anche:
2( 2 tan α max − 2 tan α min )
I = =
2 tan α max − 2 tan α min + 4 tan α max tan α min
(63)
2( tan α max − tan α min )
=
tan α max − tan α min + 2 tan α max tan α min
il che consente di risolvere il problema della determinazione del
grado di irregolarità periodica della macchina.
In modo grafico, (fig.6), si può desumere il valore di I osservando
che, per un generico valore a di a(θ1), l’ordinata di P1 sulla tangen-
te più bassa vale:
1 2
s1 = a tan α min = ω a (62’)
2 min
e l’ordinata di P2 sulla tangente più alta vale:
1 2
s2 = a tan α max = ω a (62”)
2 max
ne segue che l’ordinata del punto medio Pm del segmento P1P2 sa-
rà:
s1 + s2 1
sm = = a( ω2max + ω2min )
2 4
Quindi potremo scrivere:
1
s2 − s1 a(ω2max − ω2min ) ω2max − ω2min
2
= = 2 (63’)
2 sm 1 ωmax + ω2min
2 a( ω2max + ω2min )
4
604
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
Figura 7
606
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
θ1
1 1
T0 = a(ϑ 1 )ω12 (ϑ 1 ) = ∫ Q(ϑ 1 ) dϑ 1 + a (0)ω02n (65")
2 0 2
e tracciare il diagramma polare delle forze vive per la macchina
senza volano per poi determinare il corretto valore di Jv da asse-
gnare al volano attraverso l’individuazione della nuova origine O’
dello stesso diagramma tale che ne risulti il desiderato grado di ir-
regolarità periodica.
A tale scopo possiamo tener presente che, come si è già visto,
(63’’), è:
ω2max ≅ ω2m (1 + I )
(67)
ω2min ≅ ωm2 (1 − I )
e, con i coefficenti angolari corrispondenti a questi valori, traccia-
re le tangenti al diagramma polare; nella loro intersezione avremo
la nuova origine O’ del riferimento cartesiano.
La traslazione lungo l’asse delle ascisse sarà il valore Jv cercato,
mentre la traslazione lungo l’asse delle ordinate darà l’incremento
di energia cinetica ∆T dovuto alla presenza del volano.
Indicando con x0M ed x0m, nel riferimento di T0, le ascisse dei pun-
ti di intersezione delle rette inclinate rispettivamente di αmax ed α
min, dovrà essere, nel nuovo riferimento con origine O’:
Appendice
si consideri che per ciascun punto Pi, per la formula fondamentale dei
moti rigidi, si può scrivere:
vi = v A + ω ∧ ( Pi − A)
& & &
Si avrà allora:
& & &
[& & &
] [
vi2 = vi × vi = v A + ω ∧ ( Pi − A) × v A + ω ∧ ( Pi − A) = ]
(1)
[
= v 2A + ω ∧ ( Pi − A) + 2v A ] × [ω ∧ ( P − A)]
2
& & &
i
&
Se, ora, si indicano con u, v, w, le componenti della velocità v A secondo
un riferimento Axyz con origine in A e direzioni degli assi invariabili ri-
spetto al riferimento fisso, e se si indicano con p, q, r, le componenti
&
della velocità angolare ω del rigido rispetto al medesimo riferimento,
nella (1) si ha:
v 2A = u 2 + v 2 + w2 (2)
e poi:
& &
[ ]
v A × ω ∧ ( Pi − A) = ( Pi − A) × ( v A ∧ ω ) =
& &
= xi ( vr − wq ) + yi ( wp − ur ) + zi ( uq − vp)
Sostituendo nella (1), e potendo ora utilizzare l'operazione di integrale
al posto della sommatoria, si ha quindi:
1 2
T= v ∫ dm +
2 AS
1 2 1 1
+ p ∫ ( y 2 + z 2 )dm + q 2 ∫ ( x 2 + z 2 ) dm + r 2 ∫ ( x 2 + y 2 )dm +
2 S 2 S 2 S
− qr ∫ yzdm − pr ∫ xzdm − pq ∫ xydm +
S S S
la (1) diventa:
1 1
T = mv 2A + ( Ap 2 + Bq 2 + Cr 2 − 2 A' qr − 2 B' pr − 2C ' pq ) +
2 2 (4)
+ m( G − A) × ( v A ∧ ω )
& &
b0 = r12 ( mb + ms ); b1 = λ 2
( I + m l );
b
2
b 1
(9)
b2 = 2 λ r12 ( m"b +ms ); b3 = λ ( l m + m l );
4 2
2 b s
2
no:
1 2 1
A0 = I m +
2
[ ]
λ ( I b + mb l12 ) + r12 ( mb + ms ) + λ4 ( l22 mb + ms l 2 )
8
1 2 1 2
A1 = λr ( m"b + ms );
2 1
A2 =
2
[
λ ( I b + mb l12 ) − r12 ( mb + ms ) ]
1 1
A3 = − λr12 ( m"b + ms ); A4 = − λ4 ( l22 mb + ms l 2 )
2 8
Uniformazione
ϑ
∫
− g1 ( ϑ ) dϑ
ϑ
ϑ
∫ g1 (ϑ ) dϑ
ω12 = e 0 ω 2 + ∫ g (ϑ )e 0 dϑ (15)
0 2
0
∫ [ f (ϑ )ω
1
2
1 + f 2 (ϑ )]dϑ = 0
0
Nel caso particolare in cui nella (12) sia f1(ϑ)=0, nella (14) si avrà:
1 d a( θ)
g1 ( θ) =
a( θ) d θ
e nella (15):
ϑ ϑ
1 d a(ϑ ) ϑ
d a(ϑ ) a(ϑ )
∫ g (ϑ )dϑ = ∫ a(ϑ ) dϑ
dϑ = ∫
( )
= log
a( 0)
0 a ϑ
1
0 0
a( 0) 2 f 2 (ϑ ) a(ϑ )
ϑ
ω12 =
a(ϑ )
ω + 2 ∫ ( ) a( 0)
dϑ =
0 a ϑ
0
a( 0) 2
ϑ
2
=
a(ϑ )
ω 0 + ∫
a( 0) 0
f 2 (ϑ )dϑ =
a( 0) 2
ϑ
2
=
(
aϑ )
ω0 + ∫ f (ϑ )dϑ
aϑ) 0 2
(