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Capitolo 5
I MECCANISMI PIANI
pendicolare al telaio e 1
2
Il suo valore (>0) dovrà quindi essere maggiore del più grande che
si ottiene dalle prime tre condizioni, e minore di quello che si ot-
tiene dalla quarta.
Fissate, quindi, le lunghezze delle quattro aste si può subito
avere una indicazione sulla mobilità dell'asta di ingresso e di
quella di uscita in base alla già citata regola di Grashof (v. Cap. 4)
la quale, indicando con M la lunghezza dell'asta più lunga, con m
quella della più corta, e con r ed s le lunghezze delle restanti, si
può sintetizzare nella forma:
Gra = ( M + m) − ( r + s) (2)
la corona circolare di 2
a
nella regione inter-
na alla circonfe- 2
renza di diametro 1
2
minore [bilanciere,
traiettoria di A a
sinistra di O1 che
attraversa la retta
dei centri: ( ];
Figura 3
d) che ne rimanga-
145
I MECCANISMI PIANI – PROBLEMI DIRETTI – RISOLUZIONE ANALITICA
d + r1 > r2 + l
- un bilanciere del tipo ) se: (4)
d − r1 ≥ r2 − l
d + r1 ≤ r2 + l
- un bilanciere del tipo ( se: (5)
d - r1 < r2 − l
d + r1 > r2 + l
- un bilanciere del tipo ∩ se: (6)
d - r1 < r2 − l
Le condizioni per il braccio di uscita, in base ad analogo ragiona-
mento, si ottengono dalle precedenti scambiando r1 ed r2; si avrà
quindi che il braccio di uscita sarà:
d + r2 ≤ r1 + l
- una manovella O se: (3')
d − r2 ≥ r1 − l
d + r2 > r1 + l
- un bilanciere del tipo ( se: (4')
d − r2 ≥ r1 − l
d + r2 ≤ r1 + l
- un bilanciere del tipo ) se: (5')
d - r2 < r1 − l
d + r2 > r1 + l
- un bilanciere del tipo ∩ se: (6')
d - r2 < r1 − l
Combinando ciascuna delle (3...6) con ciascuna delle (3'...6') si
possono dedurre le condizioni che debbono essere contemporane-
amente verificate per poter avere un particolare tipo di meccani-
146
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
verse configura- 1 2
vendo: 2 1
1
1
v A = ω1r1 = ω AC (8) 1 2
Figura 5
e:
v B = ω2 r2 = ω BC (8')
e ricavando da queste:
ω2 r1 BC
= (9)
ω1 r2 AC
Infatti, (fig. 5), è:
A1 B B1 A
BC = AC = (10)
sen(ϑ 2 − ϑ 1 ) sen(ϑ 2 − ϑ 1 )
con:
A1 B = A1 B2 − BB2 = d sen ϑ 1 − r2 sen(ϑ 2 − ϑ 1 )
B1 A = B1 A2 − AA2 = d senϑ 2 − r1 sen(ϑ 2 − ϑ 1 )
da cui proprio la (7).
Per derivazione della stessa (7) si ottiene l'espressione della
accelerazione angolare del braccio di uscita.
148
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
ω r1 sen(ϑ 2 − ϑ 1 ) r1
= = r1 = (11)
ω1 AC d sen ϑ 2 − r1 sen(ϑ 2 − ϑ 1 ) d senϑ 2
− r1
sen(ϑ 2 − ϑ 1 )
e da questa, di nuovo per derivazione, si può avere l'espressione
della corrispondente accelerazione angolare.
Occorre osservare a questo punto che né la (7) né la (11), e
tanto meno le rispettive derivate, non essendo espressioni in forma
chiusa, possono es-
sere facilmente uti-
lizzate per avere una
legge di variazione
delle grandezze ci-
2
nematiche in que-
1
2
stione in funzione di
1
ϑ1: al di là della 1 2
1 2
Figura 7a
1 2
Figura 8a
2
1 2
2 2
2
1
2
2
2
2 1
Figura 8b
153
I MECCANISMI PIANI – PROBLEMI DIRETTI – RISOLUZIONE ANALITICA
riportati rispettiva- 1
mente lo schema di 212
un quadrilatero a 2
doppia manovella
ed i corrispondenti 2
diagrammi di rota-
zione, velocità ed 2
2
accelerazione ango-
lare in funzione del- 2
l'angolo ϑ1 della
manovella di sini- 2 1
Figura 10a
Nell'attraver-
samento di 12
questi valori di 2
2
ϑ1 da parte del- 1
2 2
2
la manovella,
tuttavia, l'evo-
luzione "spon-
tanea" del mec- 2
2
1
canismo è quel-
la del passag- 2 2
1 2
Figura 11a
figurazione [-],
(A5B5), quando 2
l'angolo di ma-
2
1
novella è 2 2
2
1
ϑ1=251° e in
configurazione
2
[+], (A3B'3),
quando l'angolo
2
di manovella è
ϑ1=109°. In tale 2
1
circostanza la
2
2
1 2
5
4
M
M 6
M'
6 5 7 m
6 7
4 1 M'
1 1
4
2 2
0
0 0 0 3 6
m
1 1
M 1
M
4
3
Figura 12a
1 2
Figura 13a
1 2
Figura 14a
dei punti ..., B5, B6, B7, ... per le configurazioni [-], e successione
dei punti B'0, B'1, B'2, B'3, ... per le configurazioni [+].
160
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
A differenza dei
due casi preceden-
ti, infine, non esi-
stono configura-
zioni intermedie
in cui si annulla il
valore della acce-
lerazione angolare
del bilanciere di
uscita e quindi,
fig.14b, la sua ve-
locità angolare è
sempre decrescen-
te (configurazioni
[-]) o sempre cre- Figura 14b
scente (configura-
zioni [+]).
§ 3. - Il manovellismo di spinta.
valido in tutti i 1
casi. 1
Il manovel- 1
lismo là descritto
è il classico ma-
novellismo cen-
trato (fig. 15) Figura 15
mentre il caso
generale è invece quello (fig.16) in cui l'asse della guida del cor-
soio non passa per il centro della coppia rotoidale fissa, O1, quello,
cioè del manovellismo non centrato; anche quest'ultima dizione
161
I MECCANISMI PIANI – PROBLEMI DIRETTI – RISOLUZIONE ANALITICA
incernierata in O1 1
possa effettiva- 1
1
mente compiere
una rotazione
completa.
Ciò dipende,
come si può de- Figura 16
durre dalla stessa
fig. 16 dalla distanza d (eccentricità del manovellismo) che inter-
corre fra la coppia rotoidale O1 e l'asse del moto del piede di biel-
la, in relazione alle lunghezze della manovella (r1) e della biella
(l).
L'analisi delle diverse situazioni che si possono avere, in
rapporto alle lunghez-
ze di r, di l e di d, può
essere fatta seguendo
un ragionamento ana-
logo a quanto visto nel
precedente paragrafo
per il quadrilatero ar-
ticolato piano, osser-
vando, anche qui, che
il piede di biella, se
svincolato dal corsoio
può trovarsi in un
punto qualsiasi dell'a-
rea della corona circo- Figura 17
lare compresa fra la
circonferenza di raggio (r+l) e la circonferenza di raggio (l-r), se
r<l (fig.17), oppure di raggio (r-l), se r>l (fig. 18). Ciò implica
immediatamente una condizione per l'eccentricità d: se fosse
d>(r+l) la retta, guida del moto del piede di biella, non potrebbe
mai avere punti in comune con questo e quindi la catena cinemati-
ca non potrebbe essere chiusa.
D'altra parte se è |r-l|≤d≤(r+l) esisterà un unico segmento di retta
interno alla suddetta corona circolare e il piede potrà percorrere
l'intero tratto A'A'; viceversa se è 0≤d<|r-l| esistono due segmenti
162
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
A)
τ ≥ 1− λ (18)
B)
λ≤1
(19)
0 ≤ τ ≤ (1 − λ )
in cui si ha un effettivo manovellismo centrato o non centrato a
seconda se sia τ=0 oppure τ>0; la traiettoria del piede sta tutta da
una parte rispetto alla perpendicolare alla guida passante per la
cerniera fissa;
C)
λ ≥1
(20)
0 ≤ τ ≤ ( λ - 1)
in cui il bottone di manovella, A, percorre di nuovo solamente un
arco della sua traiettoria ma questa sta ora tutta da una parte ri-
spetto alla perpendicolare alla guida passante per la cerniera fissa;
e nella stessa situazione si trova pure la traiettoria del piede di
biella B.
La fig.19 mostra proprio le regioni in cui si verificano i tre
casi.
Le regioni A e C, si noti, sono tagliate dalla retta τ=1: nelle
due semiregioni al di sopra di questa (τ>1) i punti della traiettoria
del bottone di manovella non possono distare dal telaio più della
cerniera fissa, mentre nelle due regioni al di sotto (τ>1) i punti
della traiettoria del bottone di manovella possono anche distare
dal telaio più della cerniera fissa.
164
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
La condizione τ=1,
infatti, corrisponde
a d=l e, conseguen-
temente, a due
condizioni di arre-
sto con manovella
parallela alla guida
fissa e biella per-
pendicolare a que-
sta; con τ>1, ossia
con d>l, la mano-
vella si arresterà al
di sotto della paral-
lela alla guida,
mentre con τ<1,
Figura 19
ossia con d<l, l'ar-
resto avverrà al di sopra di questa.
Le rette indicate con D (τ = 1 − λ ) ed con E (τ = λ − 1 ) rappre-
sentano le situazioni limite di transizione rispettivamente fra le re-
gioni A e B e le regioni A e C.
Nel caso del manovellismo di spinta la determinazione delle
relazioni analitiche che legano il moto del piede di biella alla rota-
zione della mano-
vella si ottengono,
in modo più im-
mediato rispetto al 1
re sulla base di
semplici conside-
razioni geometri-
che.
Figura 20
Riferendoci
allo schema di fig.20, la posizione del piede di biella, B, può esse-
re data da:
x B = r1 cosϑ 1 ± l cosϕ (21)
e
sen ϕ = −(τ + λ sen ϑ 1 ) (22')
xB 1
1 − (τ + λ sen ϑ 1 )
2
= cosϑ 1 ± (23')
r1 λ
Derivando due volte quest'ultima espressione, (v. Appendice C), si
ottiene dapprima l'espressione della velocità del piede:
vB (τ + λ senϑ 1 ) cosϑ 1
= − sen ϑ 1 ± (24)
2
ω1r1
1 − (τ + λ sen ϑ 1 )
λ ( 2τ cosϑ 1 + λ sen 2ϑ 1 )
2
+ (25)
4
[1 − (τ + λ sen ϑ 1 ) ]
2 3
Analogamente (v. Appendice D) partendo dalla (22') si può otte-
166
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
da cui:
τ
senϑ 1 = − (28')
1+ λ
oppure:
167
I MECCANISMI PIANI – PROBLEMI DIRETTI – RISOLUZIONE ANALITICA
τ
sen ϑ 1 = (28")
1− λ
Per i manovellismi di tipo (A), per i quali è τ > 1 − λ , la (28")
non può avere soluzioni e quindi dalla (28') si hanno i due valori
cercati:
τ
(ϑ )
1 e = − arcsen
1+ λ
e
τ
(ϑ )
1 e' = π − (ϑ 1 ) e = π + arcsen
1+ λ
Per i manovellismi di tipo (B) o (C) ), per i quali è τ < 1 − λ , si
ha dalla (28') la soluzione per il p.m.e.:
τ
(ϑ )
1 e = − arcsen
1+ λ
e dalla (28") la soluzione per il p.m.i.:
τ
(ϑ )
1 i = arcsen
1− λ
Le soluzioni π − (ϑ 1 ) e e π − (ϑ 1 ) i si riferiscono al manovellismo
simmetrico a cui si può pervenire solo sciogliendo i vincoli.
Si possono ancora prendere in esame, per ciascun tipo di
manovellismo, le configurazioni per le quali la biella si dispone
perpendicolarmente alla guida (ϕ = ± π 2) : si hanno in corrispon-
denza i punti di arresto della manovella.
Di nuovo dalla (22') discendono le condizioni:
τ + λ senϑ 1 = ±1 (29)
ossia:
1− τ
senϑ 1 = ± (29')
λ
con, necessariamente, 1 − τ < λ .
Ciò esclude immediatamente l'esistenza di punti di arresto per i
manovellismi di tipo (B) per i quali, essendo τ < 1 − λ < 1 e λ<1,
risulta che è 1− τ > λ : come visto precedentemente è il caso in
cui si è in presenza di una manovella effettiva.
Invece, per i manovellismi di tipo (A) in cui è:
168
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
1 − λ < τ ≤ (1 + λ )
si ha che, se è λ<1, è pure τ > 1 − λ , e quindi 1− τ < λ ; se, inve-
ce, è λ>1, da τ ≤ ( λ +1) segue ancora τ − 1 < λ .
Le soluzioni saranno quindi date da:
1− τ
(ϑ )
1 0 = arcsen±
λ
e (ϑ )
1 0' = π − (ϑ 1 ) 0
co.
Come si è già accennato, a partire da queste configurazioni
di arresto, il moto del meccanismo può evolversi, indifferentemen-
te dal punto di vista cinematico, in modo tale che la biella si pre-
senti inclinata da una parte o dall'altra rispetto alla perpendicolare
alla guida.
In fig. 21a è rappresentato un meccanismo in cui è λ<1 e
(1− λ ) < τ < λ e quindi un meccanismo di tipo (A); sono rappre-
sentate le diverse configurazioni assunte durante il moto, sia quel-
le corrispondenti al
segno [+] nella
(23'), che quelle
corrispondenti al
segno [-]. Si può
rilevare che la e-
stensione della cor-
sa del piede, B, sia
nell'un caso che
nell'altro, risulta
delimitata dalle po-
sizioni corrispon-
denti ad una con-
figurazione di arre-
sto ed una configu-
razione in cui ma-
novella e biella si
Figura 21a
169
I MECCANISMI PIANI – PROBLEMI DIRETTI – RISOLUZIONE ANALITICA
velocità del piede risulta massima non è la medesima nei due casi:
l'accelerazione del piede, infatti, si annulla un po' prima dei -90°
nel caso [-], un po' dopo, invece nel caso [+].
In fig. 22a è rappresentato un manovellismo di tipo B, λ<1 e
τ < (1 − λ ); si tratta quindi di un manovellismo effettivo poiché la
manovella può compiere l'intera rotazione di 360°. Si è già detto
che in questo caso non è possibile, salvo che non si sciolgano i
vincoli, ottenere l'inclinazione simmetrica della biella e quindi è
riportata un'unica rappresentazione ([+]). D'altra parte ciò vuol dire
anche che, non esistendo punti di arresto del meccanismo, la corsa
del piede di biella sarà delimitata dalle configurazioni di pme
(A0B0) in cui la biella è sul prolungamento della manovella, e di
pmi (A3B3) in
cui la biella si
trova sovrappo-
sta alla mano-
vella.
In figura 22b si
hanno i dia-
grammi di spo-
stamento
velocità ed
accelerazione
del piede di Figura 22a
biella dell'angolo
zione in fun- di manovella, compreso, questo, fra -180° e
180°. Si può rilevare che l'angolo corrispondente alla configura-
zione in cui il piede si trova al suo pme è di -9° ed a questo corri-
sponde uno spostamento pari a 3.16r1; di contro, l'angolo corri-
spondente alla configurazione in cui il piede si trova al suo pmi è
di 155° ed a questo
corrisponde uno
spostamento pari a
1.09r1; la corsa
complessiva del
piede è quindi di
2.07r1.
E' interessante pure
rilevare che i valori
dell'angolo di ma-
novella in corri-
spondenza ai quali il
Figura 22b
171
I MECCANISMI PIANI – PROBLEMI DIRETTI – RISOLUZIONE ANALITICA
Figura 23a
piede ha la sua velocità massima (in modulo), coincidenti natu-
ralmente con i valori per cui l'accelerazione è nulla, sono diversi,
fra corsa di andata e corsa di ritorno: -78°.4
per la corsa di andata e quindi oltre la posizione del punto medio
della corsa del piede (ϑ1=-90°.9); 61°.3 per la corsa di ritorno e
quindi prima che il piede abbia raggiunto il punto medio della sua
corsa (ϑ1=64°.6).
Questa dissimmetria di funzionamento (v. fig. 22a) è da attribuire,
di fatto, alla eccentricità della guida fissa.
In fig.23a è rappresentato, infine, un manovellismo con λ>1
e τ<(λ-1); si tratta quindi di un manovellismo di tipo C. Il tratto di
guida fissa interessato alla corsa del piede di biella, come si è già
visto per questi tipi, sta tutto da una parte rispetto alla perpendico-
lare ad essa passante per la cerniera fissa: il tratto simmetrico ne
sarebbe interessato solo sciogliendo i vincoli.
Esistono, si noti, due configurazioni di arresto della manovella,
A0B0 e A4B4 (o A4B'4), che delimitano quindi il campo della sua
rotazione; anche qui, a partire da queste configurazioni, la biella
può assumere inclinazione opposta dando luogo al caso [+] o al ca-
so [-].
Per quanto riguarda la corsa del piede, questo, nei due casi, avrà
estensione ed estremi diversi: nel caso [+] la posizione di pmi si
ha in corrispondenza della configurazione di arresto A0B0 e la po-
sizione di pme quando la biella si trova sul prolungamento della
manovella (A2B2); nel caso [-], invece, è la posizione di pme che
si ha in corrispondenza della configurazione di arresto A4B'4 men-
tre la posizione di pmi si ha quando la biella si trova sovrapposta
alla manovella (A1B'1).
I relativi diagrammi di spostamento, velocità ed accelerazione del
172
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
vB λ sen ϑ 1 cosϑ 1
= −sen ϑ 1 +
ω1r1 1 − λ 2 sen 2 ϑ 1
ossia:
vB 1 λ sen 2ϑ 1
= − sen ϑ 1 + (31)
ω1r1 2 1 − λ 2 sen 2 ϑ 1
Figura 25
Figura 26
Figura 27
Figura 28
(1 − x 2 ) −1 2 ≅ 1 + 21 x 2 + 83 x 4 + 16
5 6
x +
Figura 29
la biella.
A conclusione di questa analisi sulla cinematica del mano-
vellismo di spinta centrato, è utile trovare anche le espressioni del-
la velocità e della
accelerazione di un
generico punto P
della biella, che pos- 1
=cost
maginare (fig.30) 1
m
x P = r1 cosϑ 1 + 1 − λ 2 sen 2 ϑ 1
r1
(40)
m
y P = r1 sen ϑ 1 − sen ϑ 1
l
Utilizzando lo sviluppo di Mac Laurin, in seconda approssimazio-
ne, si ha:
xP m λ 2
= cos ϑ 1 + 1 − sen 2 ϑ 1
r1 r1 2
(41)
y P m
= 1 − sen ϑ 1
r1 l
Derivando la (41) si ha per la velocità del punto P:
x P mλ
= −sen ϑ 1 + sen 2ϑ 1
ω1r1 2l
(42)
y P m
= 1 − cosϑ 1
ω1r1 l
e derivando una seconda volta si ha per la accelerazione del punto
P, nella ipotesi che sia ω1=cost:
xP mλ
= −cosϑ1 + cos 2ϑ 1
ω1 r1
2
l
(43)
yP
m
= −1 − sen ϑ 1
ω1 r1
2
l
Poiché non è stata fatta alcuna ipotesi particolare sul punto P, se
non quella che si trovasse sulla congiungente AB, le (41) … (43),
ovviamente, danno, al variare di m, le caratteristiche cinematiche
di un qualsiasi punto posto lungo l'asse della biella.
1 2
1
1
1
1
1
1 2
1
Figura 31 Figura 32
(τ + senϑ ) 1
2
1 + τ senϑ 1
ϕ = ω = ω1 =
(τ + senϑ ) + cos ϑ (τ + senϑ )
1
2 2
1 1
2
1 + τ senϑ 1
= ω (45)
1 + τ 2 + 2τ senϑ 1 1
Ora, affinché il glifo abbia un moto alterno devono esistere
due configurazioni in corrispondenza delle quali sia ω=0; dalla
(45) si deduce che queste si avranno quando
sen ϑ 1 = − 1 τ .
Ciò sarà possibile solo se è τ>1, ossia se h>r; viceversa il numera-
tore della (45) non sarà mai nullo.
L'accelerazione angolare del glifo si ottiene derivando ancora la
(45).
Si ottiene:
ϕ ω τ cosϑ 1 (τ 2 − 1)
= = (46)
ω12 ω12 (1 + τ 2 + 2τ senϑ ) 2
1
Gli andamenti delle funzioni (44), (45) e (46) sono riportati nelle
fig. 33 e 34 e 35 sia per il caso in cui è τ>1 (glifo oscillante) che
per il caso in cui è τ<1 (glifo rotante).
Si nota chiaramente in fig.33 il diverso comportamento fra i due
tipi di meccanismo: l'escursione limitata dei valori dell'angolo ϕ
del glifo quando è τ>1 rispetto alla intera rotazione (-180°- 180°)
che si ha comunque quando
è τ<1. A ciò si associa ov-
viamente l'andamento sem-
pre crescente dei valori, in
questo secondo caso, a fron-
te dell'andamento crescente
e decrescente del primo.
Il riscontro di ciò si ha, natu-
ralmente, nel diagramma di
fig.34 che mostra il rapporto
di trasmissione del meccani-
smo, e dove si può notare il
cambiamento di segno della
funzione quando è τ>1,
1
mentre il segno rimane sem-
pre positivo quando è τ<1.
Figura 33
182
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
Figura 34
laio, d, e la lun-
ghezza della mano-
vella, r, è maggiore
dell'unità: se così
non è, il meccani- 1
smo diventa a cor- 1
37).
Basandosi sullo
schema di fig.36,
ed indicando con τ
Figura 36
il rapporto d/r, si
può esprimere il legame fra l'angolo del glifo ϕ e l'angolo di ma-
novella ϑ1 riconoscendo che è:
AH
tan ϕ = −
BH
ossia:
r senϑ 1 senϑ 1
tan ϕ = − =− (47)
d − r cosϑ 1 τ − cosϑ 1
Da questa per derivazione si ottiene il rapporto di trasmissione:
ϕ ω τ cosϑ 1 − 1
= = (48)
ω1 ω1 1 + τ 2 − 2τ cosϑ 1
e derivando ancora l'accelerazione angolare del glifo:
ϕ ω τ senϑ 1 (1 − τ 2 )
= = (49)
ω12 ω12 (1 + τ 2 − 2τ cosϑ ) 2
1
danno le configura- 1
APPENDICE -B
(A)
a ) d + r1 ≤ r2 + l c) d + r2 > r1 + l
e 2)
b) d - r1 ≥ r2 − l d ) d - r2 < r1 − l
r1 d b c a d a d
r1 r2 c a d b d b
r1 l d a c b c b
189
I MECCANISMI PIANI – PROBLEMI DIRETTI – RISOLUZIONE ANALITICA
r1 r2 c a d b d b d b
r1 d b c a d a d a d
quanto detto per il caso precedente dopo aver scambiato r1 con r2 sia
nella scelta delle aste che nelle rispettive condizioni.
Le (4') possono essere contemporaneamente verificate solo se è Gra=0 e
se il braccio di uscita (r2) è la minore delle quattro aste, mentre la mag-
a ) d + r1 ≤ r2 + l c) d + r2 ≤ r1 + l
e 5')
b) d - r1 < r2 − l d ) d - r2 ≥ r1 − l
E' la situazione speculare del caso 5): la verifica si ha ripetendo quanto
detto per il caso precedente dopo aver scambiato r1 con r2 sia nella scel-
ta delle aste che nelle rispettive condizioni.
Le (5') possono essere contemporaneamente verificate solo se è Gra=0 e
se il braccio di uscita (r2) è la minore delle quattro aste, mentre la mag-
giore deve essere la biella (l).
6) - Doppio bilanciere: ) - ( .
Sia il braccio di ingresso che il braccio di uscita sono bilancieri i
cui estremi mobili descrivono entrambi una traiettoria che taglia il seg-
mento fra i centri fissi in un punto interno ad essi.
Devono essere verificate (4 e 4' §2) le condizioni:
a ) d + r1 > r2 + l c) d + r2 > r1 + l
e 6)
b) d - r1 ≥ r2 − l d ) d - r2 ≥ r1 − l
La tabella 6 mostra che le condizioni (6) risultano tutte contempo-
raneamente quando sia Gra≥0 e l'asta di lunghezza massima è il telaio;
r2 d d a c b c b c b
r1 d b c a d a d a d
l d a c b d b d b d
r2 r1 a c b d b d b d
d r1 b c a d a d a d
l r1 d a c b c b c b
8) - Doppio bilanciere: ( - ).
Sia il braccio di ingresso che il braccio di uscita sono bilancieri i
cui estremi mobile descrivono entrambi una traiettoria che taglia il seg-
mento fra i centri fissi in un punto esterno ad essi.
Devono essere verificate (5 e 5' §2) le condizioni:
a ) d + r1 ≤ r2 + l c) d + r2 ≤ r1 + l
e 8)
b) d - r1 < r2 − l d ) d - r2 < r1 − l
L'analisi delle compatibilità riportata dalla tabella 8 mostra che queste
condizioni saranno tutte e contemporaneamente verificate solo se è
Gra>0 e se la biella (l) è l'asta di lunghezza maggiore; quella di lun-
ghezza minore potrà essere una qualsiasi delle altre.
Dal punto di vista delle combinazioni possibili esisterebbero ancora i
seguenti quattro casi:
9) - Doppio bilanciere: ∩-) per il quale dovrebbero essere verificate
(6 e 5' §2) le condizioni:
r1 l d A c b c b c b
d l c A d b d b d b
r2 l b C a d a d a d
a) d + r1 > r2 + l c) d + r2 ≤ r1 + l
(9)
b) d - r1 < r2 − l d) d - r2 < r1 − l
∩ per il quale dovrebbero essere verificate
9') - Doppio bilanciere: (-∩
(5 e 6' §2) le condizioni:
195
I MECCANISMI PIANI – PROBLEMI DIRETTI – RISOLUZIONE ANALITICA
a) d + r1 ≤ r2 + l c) d + r2 > r1 + l
(9')
b) d - r1 < r2 − l d) d - r2 < r1 − l
10) - Doppio bilanciere: ∩-( per il quale dovrebbero essere verificate
(6 e 4' §2) le condizioni:
a) d + r1 > r2 + l c) d + r2 > r1 + l
(10)
b) d - r1 < r2 − l d) d - r2 ≥ r1 − l
∩ per il quale dovrebbero essere verificate
10') - Doppio bilanciere: )-∩
(4 e 6' §2) le condizioni:
a) d + r1 > r2 + l c) d + r2 > r1 + l
(10')
b) d - r1 ≥ r2 − l d) d - r2 < r1 − l
Nessuno di questi quattro casi risulta realizzabile: qualunque sia la scel-
ta delle aste e qualunque sia la condizione di Grashof imposta, le rispet-
tive condizioni di mobilità non sono mai contemporaneamente verifica-
te.
Consideriamo adesso il caso particolare in cui le quattro aste del
quadrilatero siano a due a due eguali o, al limite, tutte e quattro eguali.
Tale ipotesi implica, come già notato, che nella (a0) valga il segno di
uguaglianza. Tuttavia, per comodità, consideriamo che sia r=m'=m ed
s=M'=M evidenziando in tal modo l'eguaglianza della coppia di aste ri-
spetto alla lunghezza.
La (a0), allora, va scritta come:
M − m = m'− M ' = M '−m' (a'0)
da cui segue che è:
M + m' = M '+m (a'1)
D'altra parte essendo M'>m' sarà anche:
M + M ' > m'+m (a'2)
Infine, fra le relazioni prese in considerazione per gli altri casi, possono
valere, ovviamente, solamente le (ci) che scriveremo adesso come:
M + m = M '+m' (c'0)
numericamente identica alla (a'1); da questa si ha:
M − M ' = m'−m (c'1)
di cui, anche se è una espressione identicamente nulla, interessa rilevare
il segno di eguaglianza.
Ora, le situazioni che si possono verificare sono essenzialmente
di tre tipi:
1) sono eguali fra loro due aste opposte.
Ricadono in questo caso: r1=r2=m; l=d=M oppure d=l=m;
196
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
r1=r2=M.
In questo caso la (c'0), e la (a'0) daranno luogo, in ogni caso, a:
d + r1 = r2 + l d + r2 = r1 + l
d − r1 = r2 − l d − r2 = r1 − l
e queste sono condizioni di mobilità che corrispondono ad un quadrila-
tero a doppia manovella.
2) sono eguali fra loro due aste adiacenti ed il telaio è un'asta corta.
Ricadono in questo caso: d=r1=m; l=r2=M oppure d=r2=m;
l=r1=M.
In questo caso, se la seconda asta corta è r1, la (a'2), la (c'1), la (c'0), e la
(a'0) daranno luogo, nell'ordine, a:
d + r1 < r2 + l d + r2 = r1 + l
d − r1 = r2 − l d − r2 = r1 − l
mentre, se la seconda asta corta è r2, la (c'0), la (a'0), la (a'2) e la (c'1),
daranno luogo, nell'ordine, a:
d + r1 = r2 + l d + r2 < r1 + l
d − r1 = r2 − l d − r2 = r1 − l
Anche in questo caso, quindi, si ottengono le condizioni di mobilità di
un quadrilatero a doppia manovella.
3) sono eguali fra loro due aste adiacenti ed il telaio è un'asta lunga.
Ricadono in questo caso: r1=l=m; d=r2=M oppure r2=l=m; d=r1=M.
In questo caso, se una delle aste corte è r1, la (c'0), la (a'0), la (a'2), e la
(c'1) daranno luogo, nell'ordine, a:
d + r1 = r2 + l d + r2 > r1 + l
d − r1 = r2 − l d − r2 = r1 − l
e queste sono le condizioni di mobilità di un quadrilatero manovella-
bilanciere del tipo 4 [ O - ( ];
se, invece, una delle aste corte è r2, la (a'2), la (c'1), la (c'0), e la (a'0), da-
ranno luogo, nell'ordine, a:
d + r1 > r2 + l d + r2 = r1 + l
d − r1 = r2 − l d − r2 = r1 − l
e queste sono le condizioni di mobilità di un quadrilatero manovella-
bilanciere del tipo 4' [ ) - O ] speculare, come era intuibile, del tipo pre-
cedente.
Ancora un quadrilatero a doppia manovella si ha, infine, se tutte e
quattro le aste sono eguali fra loro: si tratta ovviamente di una ulteriore
particolarizzazione che si può far rientrare nel precedente caso 2) te-
nendo conto che in tale circostanza anche la (a'2) va scritta con il segno
197
I MECCANISMI PIANI – PROBLEMI DIRETTI – RISOLUZIONE ANALITICA
di uguaglianza.
(B)
Dalla:
ossia:
ω2
dr1 sen ϑ 1 − r1r2 sen(ϑ 2 − ϑ 1 ) = [
dr sen ϑ 2 − r1r2 sen(ϑ 2 − ϑ 1 )
ω1 2
]
e quindi, in definitiva:
ω 2 r1 d sen ϑ 1 − r2 sen(ϑ 2 − ϑ 1 )
=
ω1 r2 d sen ϑ 2 − r1 sen(ϑ 2 − ϑ 1 )
198
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
C)
D)
Da:
xB 1
1 − (τ + λ senϑ 1 )
2
= cosϑ 1 +
r1 λ
derivando si ha:
(τ + λ senϑ 1 ) cosϑ 1
= −ω1 senϑ 1 +
2
1 − (τ + λ senϑ 1 )
ossia:
vB (τ + λ senϑ 1 ) cosϑ 1
= − sen ϑ 1 +
2
ω1r1
1 − (τ + λ sen ϑ 1 )
Derivando una seconda volta, nella ipotesi che sia ω1=cost (fig.20), si
ottiene:
ossia:
λ cos 2ϑ 1 − τ sen ϑ 1 (τ + λ sen ϑ 1 ) λ cos ϑ 1
2 2
aB
= − cosϑ 1 − − =
ω12 r1 1 − (τ + λ sen ϑ 1 ) [ ]
2 2 3
1 − (τ + λ sen ϑ 1 )
200
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
λ cos 2ϑ 1 − τ senϑ 1 λ ( 2τ cosϑ 1 + λ sen 2ϑ 1 )
2
= −cosϑ 1 + +
1 − (τ + λ sen ϑ 1 ) 4
[ ]
2 2 3
1 − (τ + λ senϑ 1 )
E)
Da
Con una seconda derivazione, nella ipotesi che sia ω1=cost, si ottiene:
ϕ senϑ 1
= − λ ω1 − +
ω1
1 − (τ + λ senϑ 1 )
2
−
[
cosϑ 1 −2(τ + λ senϑ 1 ) λ cosϑ 1 ]
[
2 1 − (τ + λ senϑ 1 )
2 3
]
e da qui:
ϕ senϑ 1 (τ + λ sen ϑ 1 ) λ cos 2
ϑ 1
= λ − =
ω12 ( ) [ ]
2 2 3
1 − τ + λ sen ϑ 1 1 − (τ + λ senϑ 1 )
201
I MECCANISMI PIANI – PROBLEMI DIRETTI – RISOLUZIONE ANALITICA
=λ
[ 2
]
senϑ 1 1 − (τ + λ senϑ 1 ) − (τ + λ senϑ 1 ) λ cos2 ϑ 1
=
[1 − (τ + λ senϑ ) ] 1
2 3
=λ
[
sen ϑ 1 − (τ + λ senϑ 1 ) senϑ 1 (τ + λ senϑ 1 ) + λ cos 2 ϑ 1 ]=
[1 − (τ + λ senϑ ) ] 1
2 3
e in definitiva: