Capitolo 9
del moto.
& &
I vettori v A ed ω sono i vetto-
ri caratteristici del moto elicoidale
ed il rapporto v A ω prende il nome
di rapporto caratteristico del moto
elicoidale.
Se invece che il punto A si
fosse scelto come centro di riduzio-
ne del moto un altro punto, B, del
Figura 1
rigido, la velocità del punto P sa-
274
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
di traslazione assume il 1
esiste alcun punto del rigido che abbia velocità nulla, ma che esi-
ste invece un luogo di punti, l’asse istantaneo del moto elicoidale,
che hanno una velocità minima data da:
Elicoide rigato aperto a cono direttore Elicoide rigato chiuso a cono diretto-
re
Figura 3 Figura 4
trio uno dei due membri (in questo caso una vite); è fissato il va-
lore del rapporto di trasmissione τ=ω2/ω1=cost; determinare il nu-
mero dei denti dell’altro membro (la ruota) e la forma delle loro
superfici. La forma delle superfici dei denti si otterrà come invi-
luppo della superficie attiva della vite, (A), nel moto relativo
all’altro membro, (B).
La superficie attiva della vite è un elicoide, ossia una super-
ficie generata, in termini generali, da una linea, detta generatrice,
che si muove di moto elicoidale intorno ad un asse fisso, l’asse
dell’elicoide.
In questo moto tutti i punti della generatrice descrivono delle eli-
Elicoide rigato aperto a piano direttore Elicoide rigato chiuso a piano direttore
Figura 5 Figura 6
277
TRASMISSIONE DEL MOTO FRA ASSI SGHEMBI
a a
2
m
1
Figura 7 Figura 8
in tale piano.
2
Se la vite ruota intorno al
suo asse con velocità an-
&
golare ω1 , la sezione del
filetto trasla nel piano m
& 1 1
principale con velocità v 1
nella direzione dello stes-
so asse; se si indica con t0
il tempo necessario alla
rotazione di un giro sarà: Figura 9
2π = ω1 t 0
279
TRASMISSIONE DEL MOTO FRA ASSI SGHEMBI
z1 2 1
τ= = =
z2 60 30
a cui corrisponderà, prescindendo dalle perdite, un rapporto fra le
coppie:
Cm ω2 1
= =
Cr ω1 30
Il contatto fra il filetto attivo della vite (A), su cui agisce una
coppia motrice Cm, ed il dente della ruota (B) ), su cui agisce la
coppia resistente Cr, è un contatto lineare. Possiamo supporre, tut-
tavia, che la forza che i due membri si scambiano sia concentrata
tutta nel corrispondente
punto del piano principale
2
e che questo punto r
2
all’istante considerato sia
proprio C (fig. 10). yz y
Consideriamo pure un ri- y
ferimento ortogonale in z m
in figura.
In questo riferimento, la Figura 10
vite, immaginata costituita
&
da un elicoide destro, porrà in rotazione la ruota (B) con una ω 2
negativa.
Nel piano principale, piano yz, la normale al contatto fra la
sezione del filetto ed il profilo del dente della ruota deve essere
inclinata dell’angolo&ϑ rispetto all’asse z; si &dovrà quindi avere in
C una componente Fyz della forza normale Fn che (A) esercita su
(B) e tale che sia:
282
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
& &
Fy = Fz tanϑ (11)
& &
Tuttavia né la − Fy né la − Fz possono essere tali da equilibrare la
Cm applicata alla vite, avendo la prima direzione incidente, la se-
conda direzione parallela all’asse di rotazione della stessa:
& dovrà
esistere di conseguenza, nel piano xz, una componente Fxz della
&
Fn , normale all’elica e quindi inclinata dell’angolo α, tale che
sia contemporaneamente:
Cm
Fx = = Fz tanα (12)
rm
&
Dalle (11) e (12) si possono dedurre le tre componenti della Fn in
funzione della coppia motrice e dei parametri costruttivi
dell’imbocco:
Cm
Fx =
rm
Cm tan ϑ
Fy = Fz tan ϑ = (13)
rm tan α
1 C 1
Fz = Fx = m
tan α rm tan α
&
da cui l’espressione della Fn risulta:
Cm tan 2 ϑ 1
Fn = Fx2 + Fy2 + Fz2 = 1+ + =
rm tan α tan 2 α
2
(14)
Cm
= 1 + tan 2 α + tan 2 ϑ
rm tan α