Capitolo 8
generale, si intersecano B
tersezione degli 1
assi dei bracci
della crociera
(e quindi degli B 0
1
assi delle quat- 2
tro coppie ro-
toidali) e con- A
tenente i centri,
Figura 5
A e B, degli
accoppiamenti fra la crociera e le forcelle. Si suppone poi che il
meccanismo sia disposto in modo che l’asse delle y coincida con
l’asse di rotazione dell’albero condotto: il piano xz sarà di conse-
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CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
guenza il piano in cui giace, istante per istante, l’asse comune alle
coppie rotoidali della corrispondente forcella FA. L’albero motore
abbia il suo asse giacente nel piano xy e formante un angolo α con
l’albero condotto, e quindi con l’asse delle y. Lo stesso angolo α
sarà quindi formato dal piano in cui giace, istante per istante,
l’asse comune alle coppie rotoidali della forcella FB con il piano
xz; le intersezioni di questi due piani con la sfera del moto saran-
no due circonferenza massime di raggio r (quello della sfera) cor-
rispondenti rispettivamente alle traiettorie dei punti B ed A. Poi-
ché i punti A e B, inoltre, appartengono anche alla crociera (mem-
bro rigido), essi possono essere considerati come gli estremi di un
arco rigido di circonferenza
massima, di raggio r, mobile
sulla stessa sfera (quadrilate-
ro articolato sferico). 0
e cioè:
sen ϑ 2 cos α cosϑ 1 − cosϑ 2 sen ϑ 1 = 0 (6)
2
1
Figura 6
2
2
1
Figura 7
E’ agevole rilevare la crescente influenza del disassamento sulla
variabilità del rapporto di trasmissione e come ciò si ripercuota in
modo notevole sui valori della accelerazione angolare.
265
TRASMISSIONE DEL MOTO FRA ASSI CONCORRENTI
al membro 1
(A), sarà la retta OC, aven-
1
2
te la direzione del vettore
& & &
ω = ω2 − ω1 , e di cui il pun- 2
to C è la intersezione con la
sfera del moto: tale asse sta
nel piano definito da ω&1 ed
ω&2 e risulterà inclinato ri- Figura 8
spetto ad essi rispettiva-
mente degli angoli α1 ed α2, tali quindi che sia α = α 1 + α 2 =cost.
Considerando la velocità assoluta del punto C appartenente una
volta al membro (A) ed una volta al membro (B) possiamo ora
scrivere:
( v&C ) A = ω& 1Λ( C − O) = ( v&C ) B = ω& 2 Λ( C − O)
ossia:
ω1OC sen α1 = ω2 OC sen α 2
Ne risulta che è:
ω2 sen α1
τ= = (11)
ω1 sen α 2
Ora essendo, per ipotesi, τ=cost anche il secondo membro dovrà
essere costante; e poiché si può anche scrivere:
266
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
ω2 sen(α − α 2 ) sen α1
τ= = =
ω1 sen α 2 sen( α − α1 )
si può concludere che saranno pure costanti sia α1 che α2; quindi
l’asse della rota-
zione istantanea
1
nel moto relativo
2
fra i due membri 1 1
è inclinato sem- 2 1
2
pre dello stesso 2
angolo rispetto 1
1
ed il cono corrispon- 1
dente degenera in un
piano la cui interse- 1
Figura 10
zione con la sfera del
moto sarebbe allora una circonferenza massima. Si avrebbe una
ruota piano-conica ed il rapporto di trasmissione della coppia sa-
rebbe τ=sinα1.
L’utilizzazione dei coni primitivi come superfici reali desti-
nate alla trasmissione di potenza porterebbe agli stessi inconve-
nienti già visti per il caso delle primitive cilindriche, ossia nel caso
del moto piano; per piccole potenze tuttavia è possibile il loro im-
piego sotto l’aspetto di ruote di frizione coniche.
267
TRASMISSIONE DEL MOTO FRA ASSI CONCORRENTI
che si incontrerebbe
nella esecuzione di e
riamente perpendicolare al
y
0
piano m che è il piano che, Figura 13
270
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
2 R1 2r1 z1
z1,i = = =
m m cosα 1 cosα 1
(18)
2 R2 2r2 z2
z 2 ,i = = =
m m cosα 2 cosα 2
ne segue anche che il minimo numero di denti che si può avere per
una ruota immaginaria:
2
zi ,min =
sen 2 ϑ
darà per la corrispondente ruota reale:
2
zmin = cos α1
sen 2 ϑ
Dalle (18) si deduce che se per es. α2=π/2, ossia si tratta di ruota
piano-conica, diventa z2,i=∞; il cono primitivo infatti degenera nel
piano B0, come già visto, e la sua intersezione con il piano tangen-
te alla sfera è una retta: la corrispondente ruota immaginaria è
quindi proprio la dentiera.