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CAPITOLO 2
(1 - LE VELOCITA')
r r r
v P = vΩ + ω ∧ ( P − Ω) (1)
dove P ed Ω sono ancora due punti qualsiasi del corpo rigido, e che
configura un atto di moto
elicoidale. A
Nel caso di un moto piano,
invece, le traiettorie di tutti i
B
punti del rigido, e quindi le
loro velocità, devono giace-
B
re su un unico piano o su
A
piani paralleli; è sempre
possibile quindi considerare
B
un unico piano solidale al
rigido, il cosiddetto piano
mobile (mobile rispetto al
piano fisso di riferimento o
piano del moto), sul quale
rappresentare tutte le gran- Figura 1
•
Non ha alcuna importanza che un punto per es. Ω’ possa fisicamente apparte-
nere ad un piano parallelo al piano mobile: se Ω è il punto proiezione ortogonale
di Ω’ sul piano mobile, nella (1) è:
r r r
( ) ( )
ω ∧ P − Ω' = ω ∧ P − Ω essendo ω ∧ Ω − Ω' = 0 ( )
••
La velocità di P deve stare sul piano mobile anche se è nulla la velocità di Ω.
19
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
r
locità angolare ω , non ve ne sia uno, C, che, nell'istante che si conside-
ra (e cioè per una determinata configurazione del rigido), abbia velocità
nulla; per il quale cioè si possa scrivere:
r r r
v C = vΩ + ω ∧ ( C − Ω) = 0
Tale punto esiste, e, tenendo conto del prodotto vettoriale, si può af-
fermare che sarà quel punto C che, situato sulla perpendicolare per Ω
r
a vΩ , si trova a distanza:
vΩ
( Ω − C) =
ω
Il punto C prende il nome di centro delle velocità del rigido, con la
caratteristica, quindi, di avere istantaneamente velocità nulla.
Alla stessa conclusione si può pervenire partendo dalla stessa
condizione di rigidità. In base a questa (fig. 1) un punto A’ scelto sulla
r
perpendicolare alla v A deve necessariamente avere una velocità paral-
lela ed equiversa a questa; un punto B’ scelto sulla perpendicolare alla
r
v B deve ugualmente avere una velocità ad essa parallela ed equiversa.
Il punto C, intersezione delle due perpendicolari, per soddisfare alla
condizione di rigidità, sia in relazione ad A che in relazione a B, deve
avere un vettore velocità la cui componente sia nulla tanto sulla con-
giungente AC che sulla congiungente BC: il vettore pertanto non può
che essere nullo.
L'esistenza del punto C, con tale caratteristica, ci può far aggiun-
gere a quanto prima detto che l'atto di moto del rigido è in definitiva un
atto di moto rotatorio intorno ad un particolare punto del piano mo-
bile (che può anche non far parte fisicamente del rigido), il centro C
appunto, (istantaneo o permanente se il moto avviene intorno ad un
punto fisso) ed è caratterizzato dal vettore (cursore) velocità ango-
r
lare, ω , che ne definisce il moto d'insieme .
r
Se, come caso particolare, accade che il vettore ω è nullo, in tal
caso, se almeno un punto del rigido ha velocità diversa da zero, si è in
presenza di un atto di moto traslatorio: tutti i punti del sistema avranno,
in quell’istante, la stessa velocità, e si può intendere che la rotazione
del sistema avviene intorno al punto all'∞ della normale alla direzione
del moto.
In tal caso, almeno in un intorno di quella configurazione, il rigido si
muoverà mantenendosi parallelo a se stesso.
20
Corso di Meccanica applicata alle macchine
§ 2. - Applicazioni grafiche.
A
a). - L'applicazione in
A
forma vettoriale della relazio-
ne fondamentale (3) mostra B
ai segmenti AC e BC.
Si può concludere, al-
lora, che, noto il valore A
r
di ω , i lati del triangolo
ABC rappresentano, a
tale scala, i vettori ve-
r r r
locità v A , v B e v BA
Figura 3a
ruotati di 90°.
b). - La relazione generale (2) mostra che, nel moto piano, in
r
cui il vettore ω è certamente perpendicolare al piano del moto, esi-
ste una proporzionalità diretta fra il modulo della velocità di P e la di-
stanza PC: questa circostanza consente (fig.3a) la costruzione grafica
r r
del vettore v B quando sia noto il vettore v A di un punto A dello stes-
so sistema rigido cui appartiene B, ed il punto C intorno a cui si
svolge l'atto di moto del rigido stesso.
E' sufficiente riportare in B' la distanza di B da C e costruire i due
r
triangoli simili AA'C e B’B"C; il segmento B'B" è il modulo di v B , vet-
tore da riportare poi in B in direzione perpendicolare a BC e verso
23
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
r
coerente con quello di ω .
A
c). - Si può fare
B
una costruzione analoga
per trovare la velocità di
un terzo punto Q dello
stesso sistema rigido, rico- A
Riportandolo in Q, perpen-
dicolarmente alla direzione
di AQ e sommandogli il vet-
r
tore v A si avrà il vettore vrQ , A
QB
la velocità del punto Q
BA B
cercata.
Q
d). – Si possono ot-
A
tenere le velocità dei punti B
e Q, a partire dalla velocità
di un qualsiasi punto A, an- B
Se ne
Q
conclude quindi
che il punto P, m
m
il centro di m
m
f A
curvatura, O,
della sua f
traiettoria, ed f
il centro della f
rotazione i-
Figura 5
stantanea C
del rigido cui P appartiene sono sempre allineati su un'unica retta.
E questa è anche una conferma del teorema di Chasles.
Inoltre, quando un membro rigido (A) è in contatto con un altro
membro (B), fisso o mobile che sia, ed ha, rispetto ad esso, un moto
relativo di strisciamento (né di puro rotolamento né di urto), le super-
fici a contatto costituiscono nel piano del moto una coppia di profili co-
niugati, σf, σm (fig.5).
Poiché siamo in presenza di strisciamento, la velocità del punto di con-
tatto di (A), nel moto rispetto a (B), deve avere la direzione della
tangente comune ai due profili; e poiché anche per tale punto deve
valere la relazione generale:
r
se ne deduce che il punto C deve trovarsi sulla normale alla v P pas-
sante per P; pertanto possiamo affermare che il centro della rota-
zione istantanea si trova sempre sulla normale comune ai profili
coniugati.
Possiamo anche aggiungere che, poiché la normale ai profili deve con-
tenere anche i centri di curvatura Of ed Om, rispettivamente di σf e di
σm, su questa stessa retta troveremo: il punto di contatto fra i
profili, i loro centri di curvatura ed il punto C.
26
Corso di Meccanica applicata alle macchine
f
§ 4. - Calcolo delle velocità per un
rigido in moto composto. f
ciascun moto, i criteri già visti per il moto del corpo rigido.
Possiamo ora dimostrare che una relazione analoga alla (4) lega
anche le velocità angolari che competono a (B) nel moto composto.
Per ricavarla consideriamo (fig.8) un rigido (A) che ruota con
velocità angolare
r
ω A intorno ad un A
P,A
punto fisso O, e
che, in A è colle-
A (a) (t)
gato mediante una P P
coppia rotoidale B
(r)
(t)
ad un secondo (t)
A B
membro rigido (B) (r) (r)
P
la cui velocità an-
golare, nel moto
r
assoluto sia ω B . Figura 8
Per quanto
detto prima, il moto relativo di (B) rispetto ad (A) sarà quello che si
realizzerebbe quando (A) fosse fisso e (B) in moto rotatorio intorno al
centro A della coppia rotoidale che lo collega a (B); il moto di trasci-
namento di (B) da parte di (A) sarà quello che si realizzerebbe quando
(B) fosse rigidamente connesso (solidale) ad (A).
Cerchiamo intanto quale sia la velocità di un punto P di (B) nel
suo moto assoluto.
Poiché i punti A e P appartengono allo stesso membro rigido
(B), la velocità di P, nel moto assoluto di (B), può essere ricavata,
per la (3) dalla velocità di A, scrivendo:
r r r r
v P( a) = v P = v A + ωB ∧ ( P − A)
dove per la velocità di A possiamo sostituire il vettore calcolato per A
come punto di (A), ossia:
r r
v A = ω A ∧ ( A − O)
Sarà quindi:
r r r
v P = ω A ∧ ( A − O ) + ω B ∧ ( P − A) (5)
r
Sulla normale alla v P( a ) , si noti, dovrà trovarsi C, il centro delle velocità
nel moto assoluto di (B); la sua posizione su detta retta è immediata-
mente individuabile se si considera che, dovendo essere anche :
29
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
r r
v A = ω B ∧ ( A − C)
r
esso dovrà pure stare sulla perpendicolare alla v A .
D'altra parte, poiché il moto di (B) è un moto composto, pos-
siamo anche considerare che il suo moto assoluto dovrà risultare dalla
composizione del moto relativo di (B) rispetto ad (A), in cui (B) ruo-
r
ta intorno al punto A con una certa velocità angolare ω B( r, )A , e del moto
di trascinamento di (B) da parte di (A) in cui (B), solidale ad (A), ruota
intorno al punto O con la stessa velocità angolare del membro rigido
r r
(A), ω B( t ) = ω A .
I vettori da sommare nella precedente relazione (4) dovranno allora
essere:
r (r ) r (r )
v P = ω B, A ∧ ( P − A)
r r r
v P( t ) = ωB(t ) ∧ ( P − O) = ω A ∧ ( P − O )
e quindi questa diventa:
r r r r r
v P( a ) = v P(r ) + v P( t) = ω B( r, )A ∧ ( P − A) + ω B( t ) ∧ ( P − O) (6)
Ora, poiché i vettori ottenuti con la (5) e con la (6) non possono che
essere identici, uguagliando le due espressioni abbiamo:
r r r r r
v P( a ) = ω A ∧ ( A − O) + ω B ∧ ( P − A) = ω B( r, )A ∧ ( P − A) + ωB(t ) ∧ ( P − O)
ovvero:
r r r r
ω B ∧ ( P − A) = ωB(r, )A ∧ ( P − A) + ω B( t ) ∧ ( P − O) − ω A ∧ ( A − O)
r r
dove però è, come visto, ω B( t ) = ω A .
Sostituendo si ha quindi:
r r r
ω B ∧ ( P − A) = ωB(r, )A ∧ ( P − A) + ω B( t ) ∧ ( P − O − A + O)
r r
ossia, poiché è proprio ω B( a) = ω B :
r r r
ω B( a) ∧ ( P − A) = ωB( r, )A ∧ ( P − A) + ω B( t ) ∧ ( P − A)
e cioè:
r r r
ω B( a) = ω B( r, )A + ω B( t ) (7)
r r r
ω ( a) = ω ( r ) + ω ( t ) (8)
relazione che è analoga alla (4) e che lega fra loro le velocità angolari
nel moto composto.
Un altro modo per giungere al medesimo risultato è quello di con-
siderare che il punto A appartiene contemporaneamente sia al membro
(A) che al membro (B) e che pertanto dovrà essere:
r r r
v A = ω A ∧ ( A − O) = ω B ∧ ( A − C) (9)
D'altra parte la relazione (8) insieme alla (10), che può essere scritta nel-
la forma:
( A − C) ∧ ωr ( r ) + ( O − C) ∧ ωr (t ) = 0 (10')
r
confermano che il vettore ω ( a ) è effettivamente il risultante degli altri
r r
due: sono, infatti, eguali ed opposti i momenti di ω ( r ) e di ω ( t ) rispetto al
punto C.
Il teorema di Aronhold-Kennedy è estremamente utile nella riso-
luzione della cinematica dei sistemi rigidi in moto piano: nel moto piano,
infatti, i vettori velocità angolare sono, per definizione, tutti paralleli fra
loro, perpendicolari al piano del moto e in più li possiamo pensare "ap-
plicati" nei rispettivi centri di velocità; per essi devono quindi essere va-
lide le regole di composizione e scomposizione dei vettori applicati pa-
31
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
ralleli.
r
Segue allora, (7), che il punto di applicazione del vettore ω B( a ) dovrà
trovarsi sulla congiungente i punti di applicazione degli altri due; in altre
parole il centro delle velocità nel moto assoluto di (B) dovrà trovarsi
sulla congiungente il centro delle velocità nel moto relativo di (B) ri-
spetto ad (A) e il centro del moto di trascinamento di (B) da parte di
(A).
In generale: centro del moto assoluto, relativo e di trasci-
namento stanno sulla medesima retta.
Nel caso di un membro rigido (B) che appartiene ad una catena
cinematica, ed è quindi collegato a due membri adiacenti, (A) e (C), è
possibile, in generale, individuare due di tali rette, una considerando il
collegamento di (B) con (A) e l'altra considerando il collegamento di
(B) con (C); il centro delle velocità nel moto assoluto di (B)dovrà tro-
varsi sulla intersezione delle due rette.
Tuttavia dalla (7) discende anche una proprietà di carattere an-
r r
cora più generale; tenendo conto, come già visto, che è ω B( t ) = ω A , es-
sa può essere scritta anche come:
r r r
ω B( a) = ωB(r, )A + ω A(a )
da cui:
r r r
ω B( r, )A = ω B( a ) − ω (Aa ) (11)
cosa che mette in evidenza come il centro del moto relativo fra due
membri sta sulla congiungente i centri del loro moto assoluto.
Ora, poiché la validità della (11) non è legata al fatto che i due membri
(A) e (B) siano direttamente connessi, la stessa relazione deve valere
anche per due membri qualsiasi, in moto, che non siano fisicamente a
contatto fra loro; possono sempre essere individuati i rispettivi centri di
rotazione nel loro moto assoluto, e allora il centro del moto relati-
vo fra i due sarà sempre un punto comune ai rispettivi piani mobili
situato sulla congiungente i centri del moto assoluto.
Il teorema di Aronhold-Kennedy mostra chiaramente, inoltre, come
l'atto di moto relativo sia sempre dato dalla differenza di due atti
di moto assoluti; ne discende che, volendo determinare il moto relati-
vo fra due membri (A) e (B), [per esempio di (B) rispetto ad (A)], è
sufficiente sovrapporre a tutto il sistema un atto di moto eguale
ed opposto a quello del membro rispetto al quale si vuole il moto
32
Corso di Meccanica applicata alle macchine
e questa si può leggere dicendo che il centro del moto relativo fra
due membri rigidi piani sta sulla congiungente i centri del moto
relativo degli stessi rispetto ad un terzo membro (a prescindere
dalla circostanza che siano a questo direttamente connessi).
In conclusione, servendosi due volte della (8) sarà possibile, per
un qualsiasi membro, la determinazione grafica della posizione di quel
centro di moto che dovesse risultare incognito; una coppia di relazioni
come la (11) e la (12) permette la determinazione grafica della posizio-
ne del centro del moto relativo fra due membri qualsiasi di un meccani-
smo.
Inoltre, se si tiene presente che, nel moto piano, il teorema di
Kennedy, stabilisce una relazione fra vettori paralleli, l’ap-plicazione
delle proprietà di cui gode la somma di questi vettori è sufficiente a
r
fornire informazioni anche sul modulo e sul verso del vettore ω incogni-
to.
Noti i tre centri delle rotazioni C(a), C(r), C(t); sarà sufficiente ri-
cordare che se il centro C(a) è interno al segmento che congiunge C(r) e
r r
C(t) i vettori ω ( r ) ed ω (t ) saranno concordi, mentre se C(a) è esterno
r r
alla congiungente C(r) e C(t) i vettori ω ( r ) ed ω (t ) saranno discordi.
r
Inoltre, poiché ω ( a ) è il risultante degli altri due, dovrà pure essere nulla
r r
la somma dei momenti di ω ( r ) ed ω (t ) rispetto al centro C(a); questa
condizione, insieme alla (8), risolve il problema della determinazione
33
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
trascinamento*.
Se fosse traslatorio il
moto di trascinamento
(per es. quello di un’asta
vincolata con una coppia B,D
rotoidale ad un corsoio
2
in moto lungo una guida A,D
1 A 2 D
fissa), sarebbero uguali
Figura 10
le velocità angolari nel
moto assoluto e nel moto relativo.
Se poi la velocità angolare nel moto di trascinamento fosse eguale ed
opposta alla velocità angolare nel moto relativo, allora sarebbe il moto
assoluto a risultare traslatorio: è il caso per es. del telaio di un veicolo
in moto su una strada piana.
*
E non potrebbe non essere così, se è vero che una coppia prismatica non con-
sente rotazioni fra i due membri.
35
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
r
giungente O2D, il vettore ω B( r, )D , nel moto relativo di (B) rispetto a (D),
r
sarà discorde rispetto a ω2 e quindi questa rotazione sarà oraria.
r
Per quanto concerne il vettore ω B( a) , esso dovrà essere concorde con il
r ( r) r r
vettore ω B, D , e dovrà pure essere ω B( r, )D > ω2 .
Il moto del membro (A), a sua volta, sarà caratterizzato da un vettore
r r
ω1 [ω B( t) per il membro (B)] che dovrà essere concorde con il vettore
r
ω B( a) (C BA è all'∞) e quindi la rotazione di (A) è pure oraria.
La stessa relazione (8) consentirebbe pure la determinazione dei mo-
duli dei vettori velocità angolari attraverso l'applicazione delle regole
generali riguardanti i vettori paralleli.
Con analogo ragionamento è possibile determinare il centro del moto
relativo, C(AD), fra i membri (A) e (D). Esso dovrà stare sulla congiun-
gente i punti O1 ed O2 che sono i rispettivi centri del moto assoluto; ma
anche sulla retta per P normale all'asse del glifo sulla quale stanno sia il
centro del moto relativo di (A) rispetto a (B), all'∞, sia il centro P del
moto relativo di (D) rispetto a (B).
Si applicano cioè le due relazioni:
r r r
ω D( r,)A = ω D( a) − ω (Aa )
e:
r r r
ω D( r,)A = ω D( r,)B − ω A( r, )B
secondo le (11) e (12).
E possiamo pure aggiungere che, tenendo conto della posizione del
r r
punto C(AD) sulla congiungente i punti O1 ed O2, sarà ω 2 = 3.4ω 1 .
2. - In fig. 11, il centro C(B) del moto assoluto dell'asta (B) dovrà
stare sulla retta per A e per O1, rispettivamente centro del moto relati-
vo di (B) rispetto ad (A), e centro del moto di trascinamento di (B) da
parte di (A); dovrà stare anche sulla retta per B e per C, rispettiva-
mente centro del moto relativo dell'asta (B) rispetto alla rotella (D), e
centro del moto di trascinamento di (B) da parte di (D).
36
Corso di Meccanica applicata alle macchine
Secondo lo stesso 1 A 2 B
A,B
procedimento visto
Figura 12
nel caso precedente
possiamo determinare il cen-
tro, C(AD), del moto relativo B,D
f
f
m
f
m
m f
Figura 13
41
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
i f
1,i
m
1 v
0
1
1
i
f
i
i
v,i
m f
Figura 14
42
Corso di Meccanica applicata alle macchine
male per B alla retta OiB (giacitura corrente della retta bb) si interse-
cheranno nel punto C'v,i della polare mobile, coniugato al corrispon-
dente C’ della polare fissa.
A differenza si quanto avviene con il metodo del trasporto, con
il metodo del moto inverso è possibile tracciare la polare mobile senza
utilizzare i punti della polare fissa; ciò evidentemente fa perdere
l’identificazione della corrispondenza fra i punti delle due polari. Qualo-
ra fosse necessario evidenziarla, sarà sufficiente utilizzare, nei due casi,
la medesima configurazione, stabilita dalla eguaglianza dei due angoli
correnti O1 Aˆ ' B' e O1, i Aˆ B .
Questa, nel caso di moto piano e nel riferimento cartesiano fisso prefis-
sato, si può scrivere:
r r
[ r
]
x& Ai + y& A j + ωr ∧ ( x C − x A ) i + ( yC − y A ) j = 0
r
ossia:
x& Ai + y& A j + ω ( xC − x A ) j − ω ( yC − y A ) i = 0
r r r r
43
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
y& A + ω ( x C − x A ) = 0
Da queste si ricavano immediatamente le coordinate di C nel riferimen-
to fisso, ossia proprio le equazioni parametriche della polare fissa:
x C = x A − y& A ω
(14)
y C = y A + x& A ω
La stessa relazione (13), poi, riferita al sistema di riferimento solidale al
rigido mobile, si scrive:
[ ]
r r r
vr × λ + vr × µ + ωk ∧ ( ξ − ξ ) λ + (η − η ) µ = 0
r r
A A C A C A
ossia:
r r r r r r
v A × λ + v A × µ + ω (ξ C − ξ A )µ − ω (ηC − η A )λ = 0
Annullando, di nuovo, le componenti secondo i nuovi assi, si ha:
vr × λr − ω( η − η ) = 0
rA r C A
A
v × µ + ω ( ξ C − ξ A) = 0
e quindi:
ξ = ξ − ( vr × µr ) ω
C A A
r
η C = η A + ( v A × λ ) ω
r (15)
r r r r
v A × λ = (x& Ai + y& A j )× λ = x& A cos ϕ + y& A senϕ
r
r r r r
v A × µ = (x& A i + y& A j ) × µ = − x& A senϕ + y& A cos ϕ
r
r
dove, poiché ω è la velocità angolare del rigido nel suo moto assoluto,
è anche ω = ϕ .
Le (16), per il modo in cui sono state ricavate, sono le coordinate di C,
centro della rotazione istantanea, riferite agli assi solidali al rigido in
movimento: corrispondono quindi ai punti della polare mobile.
Nel caso particolare in cui l'origine del riferimento mobile sia stato
scelto coincidente con il punto A, sarà, ovviamente, ξ A=ηA=0, e le
(16) diventano:
x& A y& A
ξ C = ω senϕ − ω
cos ϕ
x& y& A
(16')
ηC = A cos ϕ + senϕ
ω ω
La rappresentazione effettiva della polare mobile nello stesso riferimen-
to Oxy in cui è stata tracciata la polare fissa richiede, tuttavia, che sia
prefissata, così come si è visto nel caso della costruzione grafica, la
configurazione istantanea di riferimento; e questa sarà individuata da un
certo valore ϕ0 di ϕ. Tenendo conto di ciò, i punti della polare mobile,
sul piano fisso, saranno dati dalle equazioni parametriche:
x& A y& A
x 'C = ( x A ) 0 + ω sen(ϕ − ϕ 0 ) − ω
cos(ϕ − ϕ 0 )
x& y& A
(17)
y 'C = ( y A )0 + A cos(ϕ − ϕ 0 ) + sen(ϕ − ϕ 0 )
ω ω
dove (xA)0 ed (yA)0 sono le coordinate del punto A nella configurazio-
ne di riferimento (ϕ=ϕ0) prefissata.
45
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
§ 9. - Applicazioni.
l cos ϕ = l 2 − ( h + r senϑ )
2
η C = ( 2 cos 2 ϕ tanϑ − sen 2ϕ )
l
2
che sono le equazioni cercate riferite al piano mobile; da queste, indi-
cando con ϕ0 il valore di ϕ corrispondente alla configurazione di riferi-
mento di AB, si possono ricavare dalle (17):
C A 0 [
x ' = ( x ) + l cos ϕ tanϑ sen( ϕ − ϕ ) + cos( ϕ − ϕ )
0 0 ]
[ ]
y 'C = ( y A ) 0 + l cos ϕ tanϑ cos( ϕ − ϕ 0 ) − sen( ϕ − ϕ0 )
e quindi:
cos ϕ
x 'C = r cosϑ 0 + l cosϑ cos( ϑ − ϕ + ϕ 0 )
cos ϕ
y ' C = h + r senϑ 0 + l sen(ϑ − ϕ + ϕ 0 )
cosϑ
dove è ancora:
l cos ϕ = l 2 − ( h + r senϑ )
2
e quindi anche:
l cos ϕ 0 = l 2 − ( h + r sen ϑ 0 )
2
se dϑ f e dϑ m sono rispetti- m m
m
vamente gli angoli descritti dai
raggi vettori OfC ed OmC f
f
dσ dσ 1 1
dϑ = dϑ f − dϑ m = − = − dσ
R f Rm R f Rm
e cioè:
1 1 1
−
m
= m
D R f Rm m
M
e quindi:
r r R f |Rm| r
vC = ωDτ = ω τ
R f +|Rm|
b): i centri di curvatura delle polari sono dalla stessa parte (fig.17) ed è
Rf<Rm.
In questo caso è Rf>0 ed anche Rm>0; per il valore di D si avrà quindi:
1 1 1
= − >0
D R f Rm
da cui:
49
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
r r R f Rm r
v C = ωD τ = ω τ
Rm - R f
sa parte ma è Rf>Rm.
In questo caso è Rf>0 ed an- m f
che Rm>0; sarà quindi: f
f
1 1 1
= − <0 Figura 18
D R f Rm
e quindi:
r r R f Rm r
v C = ωDτ = −ω τ
|Rm - R f |
Sarà allora:
1 1
= >0 f
D Rm
e quindi:
r r r Figura 19
v C = ωDτ = ω Rmτ
r
Si può verificare con facilità che l'arbitrarietà nella scelta del versore n ,
tipica di
questo caso, non genera alcun problema ai fini del risultato.
e): la polare mobile è una
retta (fig.20).
Questa volta è Rm= ∞ m
= >0 f
f
D Rf
e poi:
Figura 20
50
Corso di Meccanica applicata alle macchine
r r r
v C = ωD τ = ω R f τ
Giova pure osservare che si giunge ai medesimi risultati anche
attraverso gli usuali metodi vettoriali della cinematica: si può, infatti,
considerare che il punto C, dovendosi trovare sempre sulla normale
comune alle polari, sia un punto della retta OfOm; si può pure osservare
che esso, nel moto di rotolamento della pm sulla pf avrà una velocità
che dipende dalla velocità angolare ωr f con cui detta retta ruota intorno
ad Of, e la cui espressione sarà:
r r
(
vC = ω f ∧ C − O f ) (18)
r
e questa, sostituita nella espressione di v C , restituisce:
Rm R f r
vrC = ω τ
R f + Rm
che è proprio il risultato trovato precedentemente.
Allo stesso modo si possono verificare i risultati ottenuti per i casi b) e
c).
Per il caso d), in cui è Rf =∞, si terrà presente che è vrC = vrOm , mentre
per il caso e), in cui è Rm =∞, si terrà presente che è ωr = ωr f .
f m
come si è già visto,
sulla medesima retta;
conviene, quindi, con- O
P
siderare, accanto al C
f
in C e versori n e τ , C C
r
scegliendo un versore ν orientato lungo la normale alla traiettoria di P
r
e positivo nel verso che va da P verso Ω f, ed un versore µ lungo la
tangente alla traiettoria stessa orientato in modo che una rotazione po-
r
sitiva di 90° lo porti a sovrapporsi a ν .
Sia inoltre ϕ, all'istante considerato, l'angolo che formano fra loro le
due normali: la normale alla traiettoria di P rispetto alla normale comu-
ne alle polari.
La linea polare mobile è pure essa solidale al membro (A) cui
P appartiene, e pertanto (fig.21), al dato istante sarà, deve essere sia:
r r r
v P = ω ∧ ( P − C) = ω CP µ (21)
come pure:
r
vrOm = ωr ∧ (Om - C) = ω COm τ (22)
Ωf C
v C(t ) = vP (25)
Ωf P
53
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
In definitiva:
1 1 1
= − cosϕ (28)
D C Ω f CP
dove, si ricordi, le distanze CP e CΩ f vanno prese con il loro segno.
La (28), ora ricavata, è la formula di Eulero-Savary: essa mette in
relazione i raggi di curvatura delle polari di un rigido in moto piano
(v.§10) con le distanze dal centro della rotazione istantanea, C, di un
punto appartenente allo stesso rigido e del centro di curvatura della sua
traiettoria.
Considerato, ora, che, ad un dato istante, ad un punto mobile di (A)
54
Corso di Meccanica applicata alle macchine
corrisponde una sola normale alla sua traiettoria, (e quindi un solo va-
lore di ϕ) si ha che in ogni istante il prodotto Dcosϕ è costante e la
(28) definisce quindi sulla normale alla traiettoria del punto una cor-
rispondenza proiettiva fra i diversi punti P di essa ed i corrispondenti
centri di curvatura, Ω f , delle loro traiettorie; proiettività di cui il punto
C è il punto unito. E infatti, risulta anche che scambiando Rm con Rf, ed
il punto P con Ω f, ossia se si considera il moto inverso di (A) in cui le
polari si scambiano le loro funzioni, la (28) rimane inalterata ed il punto
P diventa centro di curvatura della traiettoria di Ω f. Per tale motivo P
ed Ω f si dicono punti coniugati.
La determinazione per via grafica di Ω f può essere fatta attra-
verso la costruzione di Hartmann (fig. 21).
Noti i centri di curvatura delle polari, Of ed Om, e nota la velocità an-
r r
golare ω , si possono tracciare i due vettori vr Om e v P .
La proporzionalità indicata dalle relazioni 18) e 19) del §10 consente
r
ancora la determinazione del vettore v C , e, da questo, di ricavare il suo
r r
componente v C(t ) = vC cos ϕ µ sulla direzione della perpendicolare alla
r
PC. Infine la retta per il secondo estremo di vC( t ) e per il secondo e-
r
stremo di v P intersecherà in Ω f la retta PC. La similitudine dei triangoli
PBΩ f e CDΩ f verifica la proporzionalità indicata dalle relazioni 23) e
24).
Il teorema di Eulero-Savary non riguarda solamente il caso del
punto e della sua traiettoria. Una relazione strettamente analoga si ot-
tiene se si considera un profilo mobile σm, solidale al rigido (A), del
quale Ω m sia il centro di curvatura, e che sia coniugato ad un profilo
fisso σf che ha centro di curvatura in un punto Ω f da determinare.
Sarà sufficiente considerare, al posto della velocità del punto P, la ve-
locità del punto Ω m di σm, per trovare:
1 1 1
= − cosϕ (28')
D C Ω f CΩm
strettamente analoga alla (28), e che conferma ancora una volta come il
punto e la sua traiettoria costituiscono una particolare coppia di profili
coniugati.
55
Cinematica dei sistemi rigidi piani – Le velocità
Che la (28')
equivale alla (28) si può m
facilmente comprendere f
m
25). o
Si hanno a disposi- o
APPENDICE - A
A-1
Utilizzando il riferimento già fissato al §10 Cap.2, si indicano
con Rf ed Rm i raggi di curvatura rispettivamente della polare fissa, e
della polare mobile; essi corrispondono ai segmenti orientati (Of-C) e
(O m-C).
Sulla direzione della nor-
m
male comune ai profili co- m
Ωf
( f )
− Ω − C sen ϕ −( Ω − C) sen ϕ
Ωm m
( )
Ω f − C cos ϕ ( Ω m − C) cos ϕ
0 0
Of Om
Rf Rm
Pertanto la retta OfΩ f sarà data da:
60
Corso di Meccanica applicata alle macchine
x y 1
( )
− Ω f − C sen ϕ (Ω f )
− C cosϕ 1 =0
0 Rf 1
[(Ω f ) ] ( ) (
− C cosϕ − R f x + Ω f − C sen ϕ y − Rf Ω f − C sen ϕ = 0 )
Dividendo per Rf(Ω f-C),si ottiene:
1
p x+ sen ϕ y − sen ϕ = 0 (1)
Rf
avendo posto:
cosϕ 1
p= − (2)
Rf Ωf − C
[(Ω m ]
− C) cos ϕ − Rm x + ( Ω m − C ) sen ϕ y − Rm ( Ω m − C ) sen ϕ = 0
in cui è:
1 1 1 1
p −q = − cosϕ − −
Rf Rm Ω f − C Ωm − C
Quest'ultima, tenendo anche conto del teorema di Eulero-Savary, si
può ridurre a:
1 1 1 sin 2ϕ
p − q = cos ϕ − =− (6)
D D cosϕ D cosϕ
e quindi il coefficiente angolare della (5), tenendo conto della (6), è :
sen ϕ sen ϕ D cos ϕ 1
m' = − = =
( p − q ) D D sen ϕ tan ϕ
2
x y 1
(
− Ω f − C sen ϕ) ( )
Ω f − C cos ϕ 1= 0
−( Ωm − C) sen ϕ (Ω m − C) cos ϕ 1
ossia, sviluppando:
[(Ω f ) ] [( )
− C − ( Ωm − C ) cosϕ x + Ω f − C − ( Ω m − C) senϕ y = 0 ]
il cui coefficiente angolare è m = − sen ϕ cosϕ = − tan ϕ
Poiché risulta mm' = -1, si può concludere che la retta (5) per il punto
C e per il punto di intersezione Q fra OfΩ f e OmΩ m e la retta Ω fΩ m,
per i centri di curvatura dei due profili coniugati, sono fra loro perpen-
dicolari.
62
Corso di Meccanica applicata alle macchine
A-2
retta di collineazione
relativa alle due nor-
mali, mentre con t è
indicata la tangente comune alle polari del moto del rigido stesso.
Applicando il teorema dei seni ai triangoli CAQ, CA0Q, CBQ, CB0Q,
si può scrivere:
CQ sin α sin( γ 1 + γ 2 )
= =
CA sin γ 2 sinγ 2
CQ sinα 0 sin( γ 0 + γ 1 )
= =
CA0 sinγ 0 sin γ 0
CQ sin β sin( γ 2 + γ 3 )
= =
CB sin γ 2 sinγ 2
CQ sin β 0 sin( γ 0 + γ 3 )
= =
CB0 sin γ 0 sin γ 0
1 1 1 1
− = = π
CB0 CB D sin ϑ b
D cos( ϑ b − )
2
e si può scrivere, quindi, moltiplicando per CQ:
CQ CQ CQ
− =
CA0 CA D sin ϑ a
CQ CQ CQ
− =
CB0 CB D sin ϑ b
sin γ 3 sinγ 3
= sinϑ b cos γ 3 + − − cos γ 3
tan γ 0 tan γ 2
ossia:
1 1 1 1
sinϑ a sin γ 1 − = sin ϑ b sin γ 3 −
tan γ 0 tan γ 2 tan γ 0 tan γ 2
e infine:
64
Corso di Meccanica applicata alle macchine
1 1
tan γ − tan γ ( sinϑ a sin γ 1 − sinϑ b sin γ 3) = 0
0 2
come pure:
cos( ϑ b − γ 3 ) = cos( ϑ a − γ 1 )
ossia:
cosϑ a cos γ 1 + sinϑ a sinγ 1 = cosϑ b cosγ 3 + sin ϑ b sinγ 3
che, quindi, per la (7), vale:
cosϑ a cos γ 1 = cosϑ b cosγ 3 (9)