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LE AZIONI D'INERZIA
CAPITOLO 15
LE AZIONI D'INERZIA
&
& d KO & &
MO = − − vO ∧ Q (3)
dt
oppure anche, esplicitando la quantità di moto del sistema:
&
& d KO &
MO = − − v O ∧ mv&G (3')
dt
Da quest'ultima si vede chiaramente che, allorché si sceglie come
polo un punto fisso, per il quale sarà ovviamente v&O = 0, oppure si
sceglie come polo il baricentro del sistema, per cui sarà v&O = v&G ,
il secondo termine della somma a secondo membro della (3') stes-
sa sarà nullo, e l'espressione del momento risultante delle forze
d'inerzia si riduce a:
&
& d KO
MO = − (4)
dt
oppure (v. Appendice) a:
&
& d KG & & &
MG = − = − K G − ω ∧ K G (4')
dt
a) - Manovella.
Osserviamo subito che si tratta di un membro rigido in moto
piano intorno ad un punto fisso e con velocità angolare costante;
da quest'ultima circostanza segue che è ω&1 = 0 .
Per quanto concerne il calcolo delle azioni d'inerzia dovrà
essere, come già visto:
&
F ′ = − mm a&G
& & & & (5)
M ' O1 = − K O1 − ω ∧ K O1
Possiamo subito concludere che sarà certamente nullo il momento
risultante delle forze d'inerzia: infatti nella seconda delle (5), sce-
gliendo come riferimento solidale al rigido il riferimento baricen-
&
trico con origine anch'esso in O 1 e versori ρ orientato come la
& &
manovella e k 1 ≡ k , si avrebbe:
& & &
K O1 = Cr k 1 = C ω1 k 1
e di conseguenza:
& & & &
M ' O1 = − r k 1 − ω 1 k ∧ K = 0 (6)
c) Biella.
La biella ha un moto rototraslatorio ed il suo atto di moto,
quindi, avviene, per ogni configurazione, intorno al punto C, cen-
tro della rotazione istantanea.
Per il calcolo del risultante delle forze d'inerzia, cerchiamo
anzitutto l'accelerazione del baricentro. Per il teorema di Rivals
deve essere:
& & &
aG = a A + aG ,A (10)
e, in queste è:
aG , A = l2 ω 2 + ω 4
a B , A = l ω 2 + ω 4
con i due vettori a&G , A
e a& B , A paralleli fra lo-
ro, essendo allineati i
punti A, G, e B.
E' lecito pertanto
scrivere: Figura 2
aG, A AG l2
= =
a B,A AB l
e poiché a&G , A e a& B , A sono paralleli vale anche:
& l &
aG , A = 2 a B , A (12)
l
Sostituendo la (12) nella (10) avremo, allora:
& l & & l & &
aG = a A + aG , A = a A + 2 a B , A = a A + 2 ( a B − a A )
& & &
l l
ossia:
& l & l & l & l & & &
aG = 1 − 2 a A + 2 a B = 1 a A + 2 a B = a ' G +a"G (13)
l l l l
La costruzione del vettore a&G può allora essere fatta, come in fig. 2
partendo dai vettori a& A e a& B e costruendo i vettori proporzionali a&'G
ed a&"G da sommare fra loro come nella (13).
Il risultante delle forze d'inerzia che sollecitano la biella, si
potrà allora scrivere come:
& l & l &
F 'b = − mb ( a ' G +a"G ) = −mb 1 a A + mb 2 a B =
& &
l l (14)
= −( m'b a A + m"b a B )
& &
Si vede cioè che, ai fini del calcolo del risultante delle forze d'iner-
zia, la massa complessiva, mb, della biella può pensarsi scomposta
in due masse ridotte, m'b ed m''b, proporzionali rispettivamente alle
distanze del baricentro, G, da B e da A, ed applicate nei punti A e
B.
& & &
Sostituendo nella (14) le espressioni di a A = − r1ω12 ρ e di a B
548
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
(*)
Se ms <m'b-m"b, ossia se ms <mb(l1-l2)/l, l'intensità risulta minore (pistoni in
lega leggera).
553
LE AZIONI D'INERZIA
&
brato nel senso che risulta F ' c = 0.
le forze alterne:
[ F '] aI = r1ω12 ma [cosϑ 1 + cos(ϑ 1 + 2π )] = 2r1ω12 ma cosϑ 1
[ F '] aII = r1ω12 ma λ [cos 2ϑ 1 + cos 2(ϑ 1 + 2π )] = 2r1ω12 ma λ cos 2ϑ 1
Equilibrando quindi le forze di tipo centrifugo non si ottiene alcun
effetto positivo per ciò che riguarda le forze alterne del I ordine.
Se invece si pone me = ( ms + mb ) r1 re , dalle (26) abbiamo:
[ F '] Ix = 0
[ F '] Iy = −2r1ω12 ( m"b +ms ) senϑ 1
ottenendo, per le forze d'inerzia del I ordine, un risultato quantitati-
vamente identico al precedente ma con il "trasferimento" del risul-
tante sull'asse delle y.
π
cos 2ϑ 1 + cos 2ϑ 1 + 2 +
[ F '] a = r1ω1 λ ma
II 2
=0
π
+cos2(ϑ 1 + π ) + cos2ϑ 1 + 3 2
§ 5.- Applicazioni.
A)
Si consideri una pala dell'elica di un elicottero (fig. 9) sche-
matizzata per semplicità come una piastra rettangolare di massa m,
di lunghezza l, di larghezza b, e spessore &a; sia α l'angolo di calet-
&
tamento della pala sul mozzo, e sia ω = ωk la sua velocità angolare.
I momenti principali d'inerzia della pala, secondo i tre assi x1, y1, z1,
sono rispettivamente:
2
m l m
A = (a 2 + l 2 )+ m = ( a 2 + 4 l 2)
12 2 12
m 2 2
B= (a + b ) (29)
12
2
m 2 2 l m
C = (b + l )+ m = ( b2 + 4 l 2)
12 2 12
La via più semplice è quella di scegliere
come polo per il calcolo dei momenti il
punto fisso O, di modo che l'espressione che
dà il momento risultante delle forze d'iner-
zia si riduce a:
& & &
M o′ = − K o − ω ∧ K o (30)
e:
& & &
K o = − Aω sin α i 1 + Cω cosα k 1
Avremo quindi:
& & &
i1 j1 k1
& &
ω ∧ K o = −ω sin α 0 ω cosα =
(31)
− Aω sin α 0 Cω cosα
&
= (C ω 2 sin α cosα - A ω 2 sin α cosα ) j 1
e quindi, in definitiva:
& 1 &
M o′ = − (C - A)ω 2 sin 2α j 1 (32)
2
Qui il segno effettivo del vettore momento risultante delle forze d'i-
nerzia dipende, come si vede, dal segno della differenza (C-A) .
Ora, poiché è a<b, si ha:
b2 l 2 a2 l2 m 2 2
C - A = m + - m + = ( b - a ) > 0 (33)
12 3 12 3 12
e non potendo essere sen(2α)<0 finchè 0<α<π/2, si vede che il mo-
mento risultante delle forze d'inerzia tende a far ruotare la pala in-
torno al suo asse longitudinale nel verso che porterebbe l'asse x1 a
coincidere con l'asse x.
B)
Si consideri, co-me nello schema di fig.10, un disco pesante
di massa m, raggio r, e spessore b, vincolato a rotolare senza stri-
sciare su un piano, per il tramite di un braccio, privo di massa, in-
fulcrato, a sua volta, in O mediante una coppia rotoidale, ad un'asta
verticale.
Si vuole
trovare il momento
risultante delle for-
ze d'inerzia che
sollecita la coppia
rotoidale in O,
quando il braccio,
ruotando con velo-
cità angolare
Ω=cost, pone a sua
Figura 10
559
LE AZIONI D'INERZIA
dove è:
& & &
F ′ = −ma& G = −m( − Ω2 R) i 1 = m Ω2 R i 1
&
Quindi F'risulta parallelo a (G-O) e quindi è nullo il prodotto vetto-
re a secondo membro della (39).
In effetti, se si fosse scelta la terna mobile con origine in O, anziché
in G, avremmo dovuto correggere i momenti d'inerzia B, e C che di
fatto non intervengono & a formare il risultato ottenuto.
La coppia trovata, M ' G , prende il nome di coppia giroscopica e si
manifesta per il moto di precessione regolare del disco sottoposto
contemporaneamente a due rotazioni distinte secondo due assi con-
correnti; ha come effetto quello di far aumentare il peso apparente
del disco dal lato esterno, con conseguente aumento della reazione
del piano lungo la generatrice di contatto.
561
LE AZIONI D'INERZIA
Appendice
Alla (2) è possibile dare anche una forma diversa, forma che consente una
semplificazione del calcolo.
Possiamo, allo scopo, definire per ogni punto materiale del siste-
ma, il prodotto della sua massa per la sua velocità, come quantità di mo-
to:
& &
Qi = mi vi
Per l'intero sistema, la quantità di moto risultante sarà:
&
Q = ∑ mi vi
&
(3)
i
pure essere:
∑ m ( P − O) =m( G − O)
i i (4)
i
∑ m ( v& i i − v o ) = m( v G − v o )
& & &
i
ossia:
&
∑ m v& i i
&
= mv G = Q (5)
i
&
E possiamo intanto osservare che la quantità di moto Q del sistema non
dipende dall'essere il prescelto polo O, fisso o mobile, ma risulta legata
solamente alla velocità assoluta del baricentro del sistema.
Riprendendo ora l'espressione (2) del risultante delle forze d'iner-
zia, vediamo che questa può anche essere scritta come:
& d &
F ' = − ∑ mi a i = − ∑ mi vi
&
i dt i
e quindi, per la (5):
&
& d & dQ d
F ' = − ∑ mi vi = − = − ( mv G )
&
(6)
dt i dt dt
Se ne conclude che il risultante delle forze d'inerzia è esprimibile come la
derivata rispetto al tempo della quantità di moto del sistema, cambiata di
segno.
& &
M ' O = ∑ ( Pi − O) ∧ F ' i = − ∑ ( Pi − O) ∧ mi ai
&
(7)
i i
Definiamo ancora, per ogni punto del sistema materiale il momento della
quantità di moto, ossia:
Derivando la (8) rispetto al tempo, nella ipotesi che sia m=cost, ottenia-
mo:
&
d Ko
= ∑(v&i − v&O ) ∧ mi v&i + ∑( Pi − O) ∧ mi a&i
dt i i
ossia:
&
d Ko
= − v&o ∧ ∑ mi v&i + ∑( Pi − O) ∧ mi a&i =
dt i i
& (9)
= ∑( Pi − O) ∧ mi a i − v&o ∧ Q
&
i
&
i
&
i
[ ]
KO = ∑( Pi − O) ∧ mi vi = ∑ ( Pi − O1 ) + ( O1 − O) ∧ mi vi =
&
= ∑( Pi − O1 ) ∧ mi vi + ( O1 − O) ∧ ∑ mi vi =
& &
(12)
i i
& &
= KO1 + ( O1 − O) ∧ Q
Derivando rispetto al tempo si ottiene poi:
& & &
dKO dK O1
dt
=
dt
&
(
& &
)
+ v O1 − v O ∧ Q + ( O1 − O) ∧
dQ
dt
ossia:
& &
dKO & & & dKO1 & & &
+ vO ∧ Q = M ' O = + vO1 ∧ Q + ( O − O1 ) ∧ F '
dt dt
che è proprio la (11).
Se poi come polo era stato scelto il baricentro G del sistema, la stessa (11)
si riduce a:
&
& dK G &
M 'O = − + (G - O) ∧ F ′ (11')
dt
Dalla (11) o dalla (11') si deduce che se la retta contenente i due poli è
parallela al risultante delle forzed'inerzia si annulla il secondo termine
della somma a secondo membro e quindi il momento risultante delle
forze d'inerzia rimane invariato.
& &
K A = m( G − A) ∧ v A +
(13)
[
+ ∑ mi ( Pi − A) ω − ∑ mi ( Pi − A) × ω ( Pi − A)
2 & &
]
Riferiamo
& & & adesso il moto del rigido ad un sistema di assi di versori
i1 , j1 , k 1 , e con origine in A. Avremo, per il vettore velocità angolare del
rigido:
& & & &
ω = pi 1 + q j 1 + r k 1
se p, q, r sono le componenti di questo rispetto ai versori della terna pre-
scelta; e poi anche:
& & &
Pi − A = xi i 1 + yi j 1 + zi k 1
per la posizione del generico punto del rigido.
Consideriamo separatamente gli ultimi due termini della precedente e-
spressione (13) del momento della quantità di moto.
Avremo per il primo dei due:
& &
∑ m ( P − A) ω& = ∑ mi ( xi2 + yi2 + zi2 )( pi1 + qj1 + rk1 )
&
2
i i (14)
e per il secondo:
∑ [ m ( P − A) × ω&]( P − A) =
i i i
& &
= ∑ m ( x p + y q + z r )( x i + y j + zi k1 ) =
&
i i i i i 1 i 1
= ∑ m ( x p + x y q + x z r )i +
& 2
i i i i i i 1 (15)
&
+ ∑m ( x y p + y q + y z r ) j +
i i i i
2
i i 1
&
+ ∑m ( x z p + y z q + z r )ki i i i i i
2
1
∑ m ( P − A)
i i [
ω& − ∑ mi ( Pi − A) × ω& ( Pi − A) =
2
]
[
= ∑ mi ( yi2 + zi2 ) p − xi yi q − xi zi r i1 +
&
]
(16)
[ &
+ ∑ mi ( xi2 + zi2 ) q − xi yi p − yi zi r j1 + ]
&
[
+ ∑ mi ( xi2 + yi2 )r − xi zi p − yi zi q k1 ]
Ora, poiché i componenti della rotazione, p, q, r, sono indipendenti dai
singoli punti che costituiscono il rigido, nella (16) si può porre:
566
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
A = ∑ mi ( yi2 + zi2 ) = ∫ ( y 2 + z 2 ) dm
S
B = ∑ mi ( x + z
i
2
i
2
) = ∫(x 2
+ z 2 ) dm
S
A' = ∑ mi yi zi = ∫ yz dm
S
B ' = ∑ mi xi zi = ∫ xz dm
S
C ' = ∑ mi xi yi = ∫ xy dm
S
& &
K A = K A( r ) + m(G - A) ∧ v& A (19)
(*)
ϕ=πt/n con t ⇒ tempi del ciclo termodin.; n ⇒ numero dei cilindri
569
LE AZIONI D'INERZIA
πt
β 2 = ϕ +α = +α
n
La manovella di un eventuale terzo manovellismo sarà ruotata rispetto a
quella del primo di un angolo pari a 2ϕ se il suo cilindro ha l'asse paral-
&
lelo al versore i1 (bancata dispari), oppure dell'angolo 2ϕ+ α se il suo
&
cilindro ha l'asse parallelo al versore i 2 (bancata pari).
Numerando con i (i=1..n) i successivi manovellismi, possiamo scrivere:
β i = ( i − 1)ϕ + b α (23)
& α &
[F' ]
II
a o = r1ω12 ma λ cos 2ϑ 1 sen o
2
(26)
& II α &
[ F 'a ] v = r1ω12 ma λ cos 2ϑ 1 cos v
2
Dalla seconda delle (22'), per le forze alterne del secondo manovelli-
smo, e per le componenti del I ordine:
& α &
[F' ]
I
a o = − r1ω12 ma cosϑ 2 sen o
2
(25')
& I α &
[ F 'a ] v = r1ω12 ma cosϑ 2 cos v
2
e per quelle del II ordine:
& α &
[F' ]
II
a o = − r1ω12 ma λ cos 2ϑ 2 sen o
2
(26')
& II α &
[ F 'a ] v = r1ω12 ma λ cos 2ϑ 2 cos v
2
Infine, dal punto di vista dell'analisi dei risultati, è sufficiente, come si
può dedurre confrontando la struttura delle (25) e (25') e delle (26) e
(26'), fare riferimento solamente alle funzioni trigonometriche che com-
paiono in esse.
∝ [cos 2ϑ ]
&
[F' ] − cos 2(ϑ 1 + π ) o = 0
II &
a o 1
[F& ' ]
I
a o
&
∝ [cos ϑ1 − cos(ϑ1 + π ) + cos(ϑ1 + 2π ) − cos(ϑ1 + π )]o =
&
∝ 4 cos ϑ1o
575
LE AZIONI D'INERZIA
π 2π
& cosϑ 1 + cosϑ 1 + 3 + cosϑ 1 + 3 + cos(ϑ 1 + π ) +
[F' ] v& =
I
a v ∝
4π 5π
+ cosϑ 1 + + cosϑ 1 +
3 3
π π
cosϑ 1 + cosϑ 1 + 3 + cosϑ 1 + π − 3 +
∝ v& =
π π
cos(ϑ + π ) + cosϑ 1 + π + + cosϑ 1 + 2π −
1
3 3
π π π π
cosϑ 1 1 + cos 3 − cos 3 − 1 − cos 3 + cos 3 +
∝ v& = 0
π π π π
+ sen ϑ − sen − sen + sen + sen
1
3 3 3 3
e per le componenti del II ordine:
π 2π
& cos 2ϑ 1 + cos 2ϑ 1 + 3 + cos 2ϑ 1 + 3 +
[F' ] v& =
II
a v ∝
4π 5π
+ cos 2(ϑ 1 + π ) + cos 2ϑ 1 + 3 + cos 2ϑ 1 + 3
π π
cos 2ϑ 1 + cos2ϑ 1 + π − 3 + cos2ϑ 1 + π + 3 +
∝ v& =
π π
+ cos 2ϑ 1 + cos2ϑ 1 + 3π − 3 + cos2ϑ 1 + 3π + 3
π π &
∝ 2 cos 2ϑ 1 + 2 cos2ϑ 1 + π − + 2 cos2ϑ 1 + π + v =
3 3
π π π π &
∝ 2 cos 2ϑ 1 1 − cos − cos + 2 sen 2ϑ 1 − sen + sen v =
3 3 3 3
π &
∝ 2 cos 2ϑ 1 1 − 2 cos v = 0
3
Tutte le forze d'inerzia risultano quindi perfettamente equilibrate.
β 1 = 0; ϑ 1 = ϑ 1;
2π 2π
β2 = ϕ = ; ϑ2 =ϑ1 +ϕ =ϑ1 +
3 3
4π 2π 2π
β 3 = 2ϕ = = 2π − ; ϑ 3 = ϑ 1 + 2ϕ = ϑ 1 −
3 3 3
6π
β 4 = 3ϕ = = 2π ; ϑ 4 = ϑ 1 + 3ϕ = ϑ 1 + 2π
3
8π 2π 2π
β 5 = 4ϕ = = ; ϑ 5 = ϑ 1 + 4ϕ = ϑ 1 +
3 3 3
10π 2π 2π
β 6 = 5ϕ = = 4π − ; ϑ 6 = ϑ 1 + 5ϕ = ϑ 1 −
3 3 3
L'albero nel suo complesso risulta staticamente e dinamicamente
equilibrato in quanto le
manovelle sono fra loro
ruotate di 120°.
Occorrerà intervenire, in-
vece, per correggere i
momenti dovuti alla di-
stanza fra gli assi dei ci-
lindri.
Per quanto riguarda le
componenti di tipo alter-
no, sparando le compo-
nenti del I ordine da quel-
le del II ordine, avremo, Figura 7
lungo l'asse v, per le com-
ponenti del I ordine:
2π 2π
& cosϑ 1 + cosϑ 1 + 3 + cosϑ 1 − 3 +
[F' ] v& =
I
a v ∝
2π 2π
cos(ϑ 1 + 2π ) + cosϑ 1 +
3
+ cosϑ 1 −
3
2π 2π &
∝ 2cosϑ 1 + cosϑ 1 + + cosϑ 1 − + v =
3 3
2π 2π 2π 2π &
∝ 2cosϑ 1 1 + cos + cos + sen ϑ 1 − sen + sen v =
3 3 3 3
2π & π
∝ 2 cosϑ 1 1 + 2 cos v ∝ 2 cosϑ 1 1 + 4 cos2 − 2 v& = 0
3 3
e per le componenti del II ordine:
578
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
2π 2π
cos 2ϑ 1 + cos 2ϑ 1 + 3 + cos 2ϑ 1 − 3 +
& 2π &
[F' ] ∝ + cos 2(ϑ 1 + 2π ) + cos 2ϑ 1 +
II
*
a v
3 v =
+ cos 2ϑ − 2π
1 3
2π 2π &
∝ 2cos 2ϑ 1 + cos2ϑ 1 − + cos2ϑ 1 + v =
3 3
2π 2π 2π 2π &
∝ 2cos 2ϑ 1 1 + cos + cos + sen 2ϑ 1 sen − sen v =
3 3 3 3
2π & π
∝ 2 cos 2ϑ 1 1 + 2 cos v ∝ 2 cos 2ϑ 1 1 + 4 cos2 − 2 v& = 0
3 3
Sia le componenti del I ordine che quelle del II ordine danno quindi ri-
sultante nulla.
Tuttavia, volendo tener conto della contrappesatura dei singoli mano-
vellismi necessaria per evitare la presenza dei momenti dovuti alla di-
stanza fra gli assi dei cilindri, e se si utilizza una massa me∝(ms+mb)
[cfr. § 3], si equilibreranno, lungo l'asse v, le singole componenti del I
ordine di tipo alterno, mentre si avrà sull'asse o:
2π 2π
sen ϑ 1 + senϑ 1 + 3 + senϑ 1 − 3 +
[ F '] vI ∝ − v& =
2π 2π
+ sen(ϑ 1 + 2π ) + senϑ 1 +
+ senϑ 1 −
3 3
2π 2π &
∝ −2sen ϑ 1 + senϑ 1 + + senϑ 1 − v =
3 3
2π 2π 2π 2π &
∝ −2sen ϑ 11 + cos + cos + cosϑ 1 sen − sen v =
3 3 3 3
2π π
∝ −2 senϑ 1 1 + 2 cos ∝ −2 senϑ 1 1 + 4 cos2 − 2 = 0
3 3
Il risultato complessivo, quindi, dal punto di vista dell'equilibramento,
non muta.