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CAPITOLO 13
n2 − n1 ≅ 2π ≅ 6
Le funi a trefoli si ottengono avvolgendo a elica attorno al-
l'anima uno o più strati di trefoli (funi spiroidali).
Gli avvolgimenti dei fili sia nei trefoli che nello stesso cavo possono
essere nello stesso senso (avvolgimento parallelo o concordante)
oppure in senso contrario (avvolgimento crociato o discordante) e
ciò dipende dalla destinazione d'uso del cavo stesso.
Le funi torticce si ottengono in modo analogo avvolgendo
ad elica le funi a trefoli.
* ∆ l* *
l + ∆ l = l 1 + * = l (1 + ε )
* * *
l
dove ε* è l'allungamento unitario del filo che costituisce il cavo. Il
suo valore, utilizzando la (1) e la (2), può essere espresso come:
∆ l* ∆l cos α ∆l
ε* = = = cos2 α = ε c cos2 α
*
l l/ cos α l
mostrando che è:
ε*
εc = 2
> ε*
cos α
D'altra parte, indicando con σ* lo sforzo specifico normale in ogni
filo di sezione s (inclinato dell'angolo α rispetto all'asse del cavo),
ciascuno di essi sarà sottoposto alla tensione σ∗s, mentre il cavo nel
suo complesso sarà sotto posto alla tensione:
T = ∑( σ * s cosα ) = σ * cosα ∑ s = σ * S cosα
avendo supposto la sezione del cavo S≈Σs.
Lo sforzo specifico nel cavo sarà allora dato da:
T
σ c= = σ * cosα
S
e si vede quindi che è:
σ c <σ *
* σ * = σ c / cos α = 1
E = E c
ε * ε c cos2 α cos α
3
e quindi è:
σc σ * cos α σ*
Ec = = * 2
= * cos 3 α = E * cos 3 α
ε c ε cos α ε
Il modulo di elasticità del cavo quindi risulta molto minore del cor-
rispondente modulo di elasticità del filo.
Se poi si vuol tener conto anche del fatto che il cavo sottopo-
sto a tensione subisce anche una contrazione laterale (riduzione del
diametro), si può osservare che ad una variazione del raggio del ca-
439
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
l
2π ∆r
= ε c cos α ( cos α − sin α )
lεc
Definendo come coefficiente di contrazione laterale il rapporto:
2π ∆r ∆r
µ= = 2π
lε c ∆l c
l'espressione corretta del coefficiente di allungamento del filo sarà:
ε * = ε c cos α (cos α − µ sin α ) >> ε c
In corrispondenza si avrà per il modulo di elasticità:
σ* = σ c cos α
E =
*
=
ε *
ε c cos α (cos α − µ sin α )
1
= Ec
cos α (cos α − µ sin α )
2
e quindi:
E c = E cos α (cos α − µ sin α )
* 2
In tal caso allora il valore del modulo di elasticità del cavo risulta
ancora più basso rispetto al valore di quello trovato precedentemen-
te.
Il coefficiente di contrazione laterale, µ, dipende dal tipo di
anima impiegata nella costruzione del cavo: sarà ovviamente mag-
giore se l'anima è di canapa invece che di metallo.
Inoltre poiché le deformazioni che portano alla diminuzione del dia-
metro sono, almeno in parte, di natura anelastica, ne segue che µ
diminuisce col tempo (e quindi con l'anzianità del cavo stesso) fa-
cendo crescere il valore del modulo di elasticità .
Nelle applicazioni dinamiche le funi sono soggette a cari-
chi variabili: basti pensare che una fune (o un cavo) avvolta fra
due pulegge deve, durante il moto, piegare via via il suo asse se-
440
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
gia; il contatto deve sempre avvenire fra le guance della gola e mai
fra il fondo della gola e la cinghia.
L'angolo della gola della puleggia è, pertanto, leggermente minore
del corrispondente angolo della cinghia e ciò per tener conto della
diminuzione che quest'ultimo subisce a causa dell'allungamento cui
la cinghia è sottoposta durante il funzionamento.
&
dT &
+F = 0 (3)
ds
che rappresenta in forma vettoriale l’equazione di equilibrio del
flessibile e che deve essere valida per tutti i suoi punti.
&
Supponiamo adesso che la forza F sia solamente quella dovuta
soltanto al peso proprio del flessibile stesso e consideriamo che in
queste condizioni esso si disporrà nel piano verticale contenente i
punti H1 ed H2.
Utilizziamo, quindi, proprio questo piano come piano di riferi-
mento xy con l’asse delle y positivo verso l’alto (fig. 5); in questo
riferimento, indicando con
q la massa per unità di lun- 2
ds ds 1
L’equazione di equilibrio
(3) darà luogo, allora, alle Figura 5
due equazioni scalari:
d dx
T =0
ds ds
(4)
d dy
T − qg = 0
ds ds
La variabile s, che rappresenta l’arco di funicolare nel piano xy,
non è ovviamente indipendente, ma rimane legata alle coordinate
x ed y del punto P dalla relazione:
2 2
dx dy
+ =1 (5)
ds ds
da cui ricaviamo:
2 2
dx dy dx
1+ =1
ds ds ds
e quindi:
443
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
2 2
dy dx 2
ds = 1 + dx = 1 + m dx (6)
ds ds
avendo posto m=dy/dx, con il significato di coefficiente angolare
della tangente alla curva funicolare nel punto generico.
L’integrazione della prima delle (4) dà:
dx
T = cos t = T0
ds
la quale, ci dice che lungo la curva funicolare la componente oriz-
zontale della tensione, T0, si mantiene costante in ogni punto.
D’altra parte questa stessa ci consente di ricavare l’espressione di:
T0
T=
dx ds
da sostituire nella seconda delle (4) da cui si ricava:
dy
T
d 0 ds d dy
− qg = T0 − qg = 0
ds dx ds dx
ds
e quindi, tendo conto della (6):
dm qg
= dx (7)
1+ m 2 T0
Quest’ultima integrata ci dà:
(
ln 1 + m 2 + m = ) qg
T0
x + cost (8)
1 x − x
qg qg
qg
m = e T0 − e T0 = sinh x (10)
2
T0
ossia:
qg
dy = sinh x dx
T0
Integrando ancora una volta si ottiene l’equazione della curva fu-
nicolare rappresentata da:
T0 qg
y= cosh x + cost
qg T0
ma anche dalla:
T0 qg
y= cosh x (11)
qg T0
se si trasla l’asse delle x in modo che per x=0 sia y=T0/qg ed avere
così nulla la costante di integrazione.
La (11) è l’equazione della catenaria, la curva quindi secondo cui
si dispone un flessibile sospeso ai suoi estremi soggetto esclusi-
vamente al proprio peso.
Si può adesso trovare l’espressione che ci dia il variare della
tensione lungo i punti del flessibile.
E’ stato già ricavato che deve essere:
ds
T = T0
dx
e quindi, per la (6), sarà:
T = T0 1 + m 2
dove l’espressione di m è quella data dalla (10). Pertanto sarà:
2
qg qg
T = T0 1 + sinh x = T0 cosh x
T0 T0
che, per la (11), corrisponde a:
T = qgy (12)
445
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
dT
+ Ft −
( )
d qv 2
=0
ds ds
T v2
+ Fn − q =0
R R
Fb = 0
che possiamo anche scrivere:
d (T − qv 2 )
+ Ft = 0
ds
T − qv 2
+ Fn = 0 (16)
R
Fb = 0
delle quali l'ultima ci dice che il piano osculatore alla curva funico-
lare, se il flessibile è in equilibrio, contiene interamente la forza e-
sterna.
1
t 1
o t
2 2
1 2
2
1
o 2
m
r r
1
1
2
2
Figura 7
che deve essere(*):
C m - T 1 R1 + T 2 R 1 = 0
da cui:
Cm
T1 - T2= (17)
R1
& &
Poiché Cm>0 sarà anche T1 > T2 , e quindi, nel verso positivo delle s,
dT
<0 .
ds
Se analogamente consideriamo, poi, l'equilibrio alla rota-
zione della puleggia condotta, sempre con l’ipotesi che sia
ω 2 =cost, dovremo scrivere:
* *
C r + T 1 R2 - T 2 R2 = 0
da cui:
* * Cr
T 2 -T1= (18)
R2
& &
ed, essendo ancora Cr>0, sarà anche T2* > T1* , e quindi, sempre nel
dT
verso positivo delle s, >0 .
ds
(*)
Si sta trascurando la coppia dovuta al momento risultante delle forze
d’inerzia che sollecita il flessibile: comprensibilmente, può ritenersi quantitati-
vamente trascurabile rispetto alle altre coppie. Lo stesso varrà per l’equilibrio
della puleggia condotta.
449
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
& &
Ora, se sulla puleggia motrice è T1 > T2 , e quindi se c’è una
variazione di tensione lungo il tratto di flessibile che è in contatto
con la puleggia, è presumibile che debba verificarsi scorrimento fra
il flessibile, che è un elemento elastico, e la puleggia stessa; e ciò
dovrà avvenire fra i punti H1 ed H2 che sono gli estremi dell’arco di
contatto fra i due membri (arco di abbracciamento).
Ragionando in modo analogo, la stessa cosa dovrà dirsi per la pu-
leggia condotta con riferimento ai punti H1* ed H2* ed al corrispon-
dente arco di abbracciamento.
Per mezzo delle (16) possiamo cercare, allora, l'andamento delle
tensioni che sollecitano il flessibile nei due casi.
& &
Per la puleggia motrice, essendo T2 < T1 , lo scorrimento del fles-
sibile dovrà avvenire con una velocità relativa (del flessibile rispetto
&
alla puleggia) v ( r ) < 0 per cui, nei punti del contatto dove ciò avvie-
&
ne, ci deve essere necessariamente una Ft > 0 agente sul flessibile.
Pertanto si potrà scrivere:
Ft =+ f | Fn | (19)
&* &*
Per la puleggia condotta, essendo T2 > T1 , lo scorrimento del
flessibile dovrà avvenire con una velocità relativa (del flessibile ri-
&
spetto alla puleggia) v ( r ) > 0 per cui, nei punti del contatto dove ciò
&
avviene, ci deve essere necessariamente una Ft < 0 agente sul fles-
sibile.
In questo caso sarà allora:
Ft = - f | Fn | (20)
(∗)
Significa che l’azione sull’elemento ds dovuta alla tensione è maggiore di
quella dovuta alla forza d’inerzia.
451
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
Lungo l'arco ∆ϑ0, quindi la velocità del flessibile dovrà essere ugua-
le alla velocità della puleggia.
Tale arco, sulla puleggia motrice ha inizio nel punto H1 dove, infatti:
- non può essere v1> ω1R1;
453
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
se così fosse, infatti, la velocità relativa del flessibile rispetto alla pu-
leggia sarebbe v(r) = (v1-ω1R1) > 0, orientata quindi nel verso delle s
crescenti, e si avrebbe allora Ft<0 e di conseguenza dT/ds>0, ossia
una tensione crescente nel verso positivo delle s.
Ciò significherebbe che la v1, già maggiore di ω1R1 in H1, da quel
punto in avanti, con il crescere della tensione, crescerebbe ancora
secondo il verso delle s crescenti: si avrebbe quindi scorrimento
globale lungo tutto l'arco di abbracciamento; peraltro, contrariamen-
te a quanto trovato prima, avremmo T2>T1.
- non può essere v1< ω1R1;
se così fosse, infatti, la velocità relativa del flessibile rispetto alla pu-
leggia sarebbe v(r) = (v1-ω1R1) < 0, orientata quindi nel verso delle s
decrescenti; si avrebbe allora Ft>0 e di conseguenza dT/ds<0, ossia
una tensione decrescente nel verso positivo delle s.
Ciò significherebbe che la v1, già minore di ω1R1 in H1, da quel
punto in avanti continuerebbe a diminuire lungo l'arco di abbrac-
ciamento restando quindi sempre al di sotto del valore di ω1R1; a-
vremmo di nuovo scorrimento globale.
Non resta che concludere che la velocità del punto del flessi-
bile a contatto con la puleggia motrice in H1 sarà:
T1
v1 = ω 1 R1 = v0 1 + (27)
Ec S
Ragionando in modo analogo per ciò che riguarda il punto del fles-
sibile a contatto con la puleggia condotta in H1* si potrà concludere
che la sua velocità deve essere:
* T1
*
v1 = ω 2 R2 = v0 1 +
*
(28)
Ec S
In definitiva, se non ci si trova nelle condizioni limite dello scorri-
mento globale, l'equazione delle tensioni sul flessibile avvolto sulla
puleggia motrice deve essere scritta come:
T2 - q v 2 *
2
= e− f∆ϑ (29)
T1 - q v
e quella delle tensioni sul flessibile avvolto sulla puleggia condotta
come:
454
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
T2* − q v 2 *
*
= e f∆ϑ (30)
T1 − q v 2
§ 6. - Rapporto di trasmissione.
T
1 + 2
R S
τ = ω 2 = 1 E c < R1 (31’)
ω 1 R2 T R2
1 + 1
Ec S
& &
essendo T2 < T1 .
§ 7. - Rendimento.
R1 (T1 − T2 ) R2 T
1 + 1
Ec S
ossia, semplificando:
T
1 + 2
( - ) * *
S
η = T T Ec
2 1
(32)
( T1 - T 2 ) T 1
1 +
Ec S
& &
( )
Si può pure ammettere che sia T2* − T1* ≅ (T1 − T2 ) e quindi scrive-
re in definitiva:
456
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
T
1 + 2
S
η ≅ Ec (33)
T
1 + 1
Ec S
sterna corrispondente
unicamente al peso del
1
d (T − qv 2 )
− qg sin α = 0
ds
T − qv 2
− qg cos α = 0
ρ
essendo ρ il raggio di curvatura del flessibile nel punto considera-
to.
Se poi riteniamo che sia v=cost, possiamo anche porre T’=T-qv2 e
dT ' ds = dT ds per scrivere quindi:
dT '
− qg sin α = 0
ds (34)
T'
− qg cos α = 0
ρ
che sono del tutto analoghe alle equazioni di equilibrio (4) del
flessibile immobile e sollecitato solamente dal proprio peso.
Infatti, essendo ds = ρ dα , le (34) si scrivono:
dT '
= qg sin α dα
ρ
T'
= qg cos α
ρ
per cui, facendo il rapporto si ottiene:
dT '
= tan α dα
T'
che integrata dà:
c
ln T ' = − ln cos α + cost = ln
cosα
ossia:
dx
T ' cos α = c = T' = T0
ds
che è la medesima condizione trovata al §3.
Inoltre dalla prima delle (34) si ha pure:
dT ' dy
= qg sin α = qg
ds ds
che integrata dà immediatamente la (12):
458
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
§ 9. - Sistemi di forzamento.
gia. 1
Possiamo scrivere l’equili-
brio del sistema sopporto + 1
&
Per quanto riguarda, invece, il risultante delle dFt ' , questo, risul-
*
In tal modo la coppia Cm è azione interna al sistema.
460
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
a
T 1 = mg + qv 2 + C m b2
b1 + b2 R1 b1 + b2
(43)
a
T 2 = mg + qv 2 − C m b2
b1 + b2 R1 b1 + b2
Note che siano la T1 e la T2, l'ampiezza dell'arco di scorrimento ela-
stico ∆θ* (≤ ∆θ) si ricava dalla:
T 2 − q v = − f∆ϑ *
2
e (44)
T1 − q v
2
mentre la T2 diminui-
sce e per questo, si de- m max
2
1
m 2
2
2
Figura 12
(*)
Formalmente risulta, ovviamente, identica alla (37).
463
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
equipaggio intorno ad O1 m
terminata tensione. m
2
r
l 0 = l* + ∆l 0
In condizioni di esercizio e sottoposto
quindi alle T1 e T2 esso subisce un allunga-
mento ∆l di modo tale che la sua lunghezza fi-
nale sarà:
l = l* + ∆l 2
2
Sottraendo la prima dalla seconda si ottiene: r
l − l 0 = ∆l − ∆l 0 = 0
Figura 15
465
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
e cioè:
T1 + T2
T0 = (54)
2
Poiché anche in questo caso dovrà poi essere:
Cm
T1 − T 2 = (55)
R
risolvendo il sistema delle (53) e (55) si ottiene in definitiva:
Cm
T1 = T 0 +
2R
(56)
Cm
T2 = T0 −
2R
In questo caso, quindi, si vede che le tensioni variano linearmente
con la Cm, l’una in crescita, l’altra in diminuzione, e con lo stesso
coefficiente di proporzionalità.
Le variazioni di T1 e T2 per effetto di un incremento della coppia
466
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
ché, naturalmente, in
quelle condizioni il valo- 0
re della T1 sia ancora al m max
di sotto del limite di rot-
tura del flessibile. m
EI
a1 + b1 = = 2a1
RT1
e ciò vuol dire che è b1=a1.
Quanto sopra si può ripetere, ovviamente, anche per il ramo
&
in uscita dalla puleggia: sottoposto alla T2 , esso si scosterà dalla
configurazione ideale di una quantità a2.
Poiché le caratteristiche della fune sono le medesime, possiamo
concludere, tenendo conto della (60), che sarà:
T2 a2 = T1a1 (63)
a. Carrucola fissa.
La puleggia della carrucola (fig
19) abbia raggio R e sia d il diametro
del perno; sia poi f il coefficiente
d’attrito nella coppia rotoidale. Sia in-
fine Q il carico da sollevare e P la forza
da impiegare allo scopo.
Nella fase di sollevamento di Q, il ver- 2
1
so di rotazione è orario e quindi sarà
Q≡T1 e P≡T2.
Le forze agenti sulla puleggia sono, la
P, la Q, e la reazione vincolare Φ tan-
gente al cerchio d’attrito in O1 e dire-
zione parallela alle altre forze.
L’equilibrio alla rotazione della 1 2
c d
1++ sin ϕ
P =Q R 2 R = KQ (67)
c d
1− − sin ϕ
R 2R
Il coefficiente K che, evidentemente, è maggiore dell’unità si pre-
senta come il fattore di moltiplicazione che, tenendo conto di tutte le
perdite, fa crescere il valore della tensione sul ramo di uscita rispetto
al valore della tensione sul ramo di ingresso.
Il suo valore, legato non solo alle caratteristiche fisiche del flessibile
ma anche al rapporto geometrico dell’accoppiamento, assume valori
che orientativamente possono oscillare fra 1.02 e 1.08 per funi ve-
getali, ma, per funi d’acciaio, il limite superiore può crescere anche
di molto specialmente se si mantiene alto il rapporto d/R (K= 1.2 ÷
2.8 e oltre).
E’ immediato verificare che, in assenza di perdite (c=0; ϕ=0) si a-
vrà K=1, e quindi P=Pi=Q.
D’altra parte, considerando il flessibile perfettamente aderente alla
puleggia, è pure immediato trovare la velocità di sollevamento di Q
in funzione della velocità di P.
vQ = v H 1 = ω R = v H 2 = v P
Quindi è τ=1.
L’espressione del rendimento si può pure ricavare facilmen-
te.
Se si considera che in assenza di perdite (η=1) è Lu=(Lm)i e quindi
si può scrivere:
(Lm )i Pi Q 1
η= = = =
Lm P KQ K
b. Carrucola mobile.
In questo caso (fig. 20) uno dei due rami del flessibile è
fissato a telaio, all’altro è applicata la forza P di sollevamento; il
carico Q è applicato all’asse di rotazione della puleggia.
Per la (67) la relazione fra le tensioni sulla fune è data da:
P = KΦ
mentre, per l’equilibrio alla traslazione, deve essere:
Q = P+Φ
Sarà quindi:
473
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
P (K + 1) = KQ
ossia:
K 2
P= Q (68)
1
K +1
Inoltre, considerando che il punto H1 è il
centro di rotazione istantaneo della pu-
leggia, è anche:
1
v P = v H 2 = 2 vQ 2
(Lm )i Pi Q 2 K +1
η= = = =
Lm P KQ (K + 1) 2K
c. Paranco esponenziale.
E’ una combinazione di n car-
rucole mobili (fig. 21) disposte in mo-
do che il ramo di fune di trazione di 1
ha: 2
K
Tn = Tn −1
K +1 1
di per sostituzione:
Figura 21
474
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
n
K
Tn = Q
K + 1
Per la presenza della carrucola fissa dovrà ancora essere (67):
K (n +1)
n
K
P = KTn = K Q= Q (69)
K + 1 (K + 1)n
Analogamente, per quanto riguarda le velocità dei singoli rami,
dovrà essere:
v n = 2vn −1
e quindi, ancora per sostituzione, e tenendo conto che v0=vQ e che
vP=vn, si ottiene:
v P = 2 n vQ
Considerando che, per K=1, è Pi=Q/2n, si può pure scrivere il ren-
dimento che risulta:
Pi Q (K + 1) 1 (K + 1)
n n
η= = = (70)
P 2 n K ( n +1) Q 2 n K ( n +1)
La struttura di questa
espressione suggerisce
che il numero delle car-
rucole mobili che si
possono utilizzare in un
dispositivo di questo ti-
po non può essere ec-
cessivamente elevato: il
rendimento decade ra-
pidamente a valori mol-
to bassi, come mostra la
fig. 22, dove la (70) è
diagrammata per tre di- Figura 22
versi valori di K.
d. Paranchi
Un paranco è un dispositivo di sollevamento costituito da
un bozzello superiore, fissato a telaio, di cui fanno parte una o più
carrucole coassiali e folli sul loro asse, e di un bozzello inferiore
costituito in modo analogo,a cui viene applicato il carico Q da sol-
levare. La fune, che avvolge ordinatamente tutte le carrucole, ha
475
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
scorde. 1
Eliminando ωR si ha quindi:
v 2i = v2 i −1 + 2vQ
D’altra parte in ogni singola carrucola del bozzello fisso le veloci-
476
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
con i=1÷n/2.
Tenendo presente che v1=0 e che vn+1=vP, si ricava:
n
vP = (2vQ ) = nvQ (74)
2
Infine, per K=1, la (73) consente di ricavare il rapporto fra tensio-
ni in condizioni ideali; si ottiene (72):
1
Pi = Q
n
per cui il rendimento si scrive:
Pi Q K n − 1 1 Kn −1
η= = = (75)
P n K n (K − 1) Q nK n (K − 1)
Con il medesimo procedimento si ottengono le relazioni per
il caso in cui il paranco, con n carrucole, abbia il tiro, P, in verso
discorde rispetto a quello del carico Q.
La (72) andrà scritta come:
n n
K n +1 − 1
Q= ∑T + P = ∑T + K T
i i
n
1 = (K n
+ + K + 1)T
1 = T1
1 1 K −1
e si otterrà pertanto:
K n (K − 1)
P= Q (73’)
K n +1 − 1
e poi:
Pi Q K n +1 − 1 1 K n +1 − 1
η= = = (75’)
P n + 1 K n (K − 1) Q (n + 1)K n (K − 1)
Nelle figure successive sono riportati, per alcuni valori di K, i dia-
grammi che mostrano come diminuisce il rendimento del paranco
al crescere del numero delle carrucole: per il caso in cui P e Q ab-
biano lo stesso verso (fig. 24) e per il caso in cui il verso di P è di-
scorde dal verso di Q (fig. 25).
Valgono anche qui, quindi le medesime considerazioni fatte a
proposito del paranco esponenziale.
477
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
Figura 24 Figura 25
e. Paranco Weston
(*)
Per la prima delle (25), in cui, data la bassa velocità di rotazione, può essere
trascurato il termine qv2, si può scrivere T0 = T2 ' e − f 2πn . Trascurando il lnT0
rispetto al lnT’2, si ricava quindi n = ln (T2 ' T0 ) (2π f ) .
478
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
T1 = KT ' 2
T1 + T ' 2 = Q
da cui si ricavano:
K
T1 = Q
K +1
(76)
1
T '2 = Q
K +1
Consideriamo ora l’equilibrio alla rotazione del bozzello superio-
re.
Avendosi qui due carrucole di diverso raggio e solidali fra
loro, non è possibile l’utilizzo diretto del coefficiente K per mette-
re in relazione le tensioni sui rami che si avvolgono con le tensio-
ni sui rami che si svolgono.
Dovremo invece scrivere, sia pure trascurando la T0, l’equilibrio
dei momenti applicati al bozzello.
Avremo allora:
d
P (R2 − c ) + T2 ' (R1 − c ) − T1 (R2 + c ) − Φ sin ϕ = 0
2
Ed essendo Φ = P + T2 '+T1 :
c d c d
PR2 1 − − sin ϕ + T2 ' R1 1 − − sin ϕ +
R2 2 R2 R1 2 R1
c d
− T1 R2 1 + + sin ϕ = 0
R2 2 R2
Ora, poiché i raggi delle due carrucole non sono verosimilmente
troppo diversi fra loro, si può pure ammettere di considerare ugua-
li i coefficienti fra parentesi dei primi due termini, potendo così
scrivere:
PR2 + T2 ' R1 = T1 R2 K 2
ed anche:
PR2 + T2 ' R1 = T1 R2 K
se, essendo R1<R<R2, consideriamo pure che sia K2≅K.
In tal modo, sostituendovi le (76), si ottiene:
479
TRASMISSIONI CON ORGANI FLESSIBILI
1 K2
PR2 + QR1 = QR2
K +1 K +1
e quindi:
R1
K2 −
R2
P= Q (77)
K +1
che dà, appunto, la relazione fra il carico da sollevare ed il tiro da
esercitare allo scopo.
In assenza di perdite, e cioè per K=1, si avrebbe:
R1
1−
R2
Pi = Q (78)
2
e pertanto, per il rendimento vale:
R1
1−
P Q R K +1 1 K +1 R2
η = i = 1 − 1 = (79)
P 2 R2 K 2 − R1 Q 2 R
K2 − 1
R2 R2
1 2 1 2
Figura 27 Figura 28