Sei sulla pagina 1di 2

Guido Cavalcanti

Figlio di Cavalcante nasce a Firenze nel 1250, di orientamento guelfo si schierò dalla parte
dei guel bianchi e partecipò intensamente alle vicende politiche della città. Nel 1280 fu
uno dei garanti della pace tra Guel e Ghibellini. Tra il 1284 e il 1290 fu eletto fra i
rappresentanti del Consiglio del Comune. Mentre nel 1300 fu tra i capi delle opposte fazioni
condannati all esilio. Fu richiamato a Firenze il 19 agosto ma ammalato di malaria morì
poco dopo.
Di Cavalcanti ci sono 52 componimenti, fra cui 36 sonetti, 11 ballate e 2 canzoni. La sua
profonda cultura loso ca si rivela nella sua canzone manifesto Donna me prega , un
testo oscuro e arduo, di cile da interpretare. Al centro della canzone ci sono gli e etti
prodotti dall amore: alla vista della bellezza l amante crea un immagine ideale della
donna che va a colpire i sensi. Così l amore, da una forza spirituale elevata, diventa una
forza oscura, impedendo all uomo ogni controllo razionale. Difatti da qui hanno origine gli
e etti sconvolgenti dell amore sul soggetto che ama: lui si impossessa dell anima generando
paura, so erenza e apparendo come una forza terribile e tenebrosa.
I temi più caratteristici nelle opere di Cavalcanti sono: il tremore, le lacrime, lo
sbigottimento che conducono l amante alla distruzione sica e spirituale. L immagine della
donna è avvolta come una gura irraggiungibile,lontana e inconoscibile. Il dramma si
svolge nell inferno dell animo dell amante, e questo dramma si concretizza attraverso una
serie di personi cazioni : l immagine ideale della donna che è una realtà mentale, gli spiriti
che guidano l anima, la gura esteriore del poeta che ha solo l apparenza della vita e la
voce sbigottita che parla di dolore. Su questa personi cazioni si aggiunge quindi la violenza
devastante dell amore, una dolorosa scissione interiore, che porta alla morte.
Lo stile dei versi di Cavalcanti hanno una uidità melodica grazie al ritmo degli accenti, gli
aspetti fonici, l assenza pause , inversioni sintattiche.
Uno dei suoi più importanti sonetti Chi è questa che vèn, ch ogn om la mira è in lode alla
donna, descritta come superiore. Da un lato cadono i paragoni naturali, concreti (come
quelli del sonetto di guinizzelli) e il discorso si fa più astratto e meta sico; mentre dall altro
l atteggiamento di Cavalcanti risulta più radicale nella sublimazione della donna, la
trasforma in un essere sovraumano e irraggiungibile. L interrogazione iniziale accentua lo
stupore della creatura miracolosa. L attacco rimanda al linguaggio biblico perché la gura
della donna viene associata a quella della Vergine.
Si introduce un elemento profano, cioè la presenza del dio Amore che riporta all ambito
consueto della cortesia.
Ma soprattutto si propone un motivo centrale dell esperienza mistico-religiosa : quello
dell ine abilità: la realtà sovrannaturale supera ogni possibilità di linguaggio umano, perciò
l uomo dinanzi a essa può solo confessare l impotenza a descriverla.
Il discorso riguarda anche il problema della conoscenza perché è come se la mente e
l intelligenza dell uomo non avessero i mezzi per avere conoscenza adeguata della donna.
Ed è qui che viene assimilata a Dio, essere in nito e assoluto.
ff
ff
fi
ff
fi
fi
fi
ffi
fi
fi
fi
fl
fi
fi
fi
fi
ff
fi
Per l organizzazione formale del testo,invece, si può notare che la poesia è costruita su una
serie di riprese interne ( un motivo proposto nella prima strofa è ripreso nella seconda, uno
della seconda è ripreso nella terza).

Potrebbero piacerti anche