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KOAN & Z E N

Cos'è lo Zen? Lo Zen non è ...


… sto trasferendo sul PC una serie di pubblicazione di Osho (anni 80) e
quindi è una "full immercion" nei pensieri di questo uomo straordinario di
cui è stato detto tutto il bene e tutto il male del mondo.
Durante la traversata (Osho è la contrazione di "oceanico) mi sono
imbattuto in questa "definizione" dello Zen.
E' una rarità, considerato che i cultori dello "Zen" hanno come principio
che lo Zen non può essere definito ... e così ... se non ne sapete niente,
niente ne saprete e poco ne capite.
In verità si sviluppa su diverse pagine (Osho non può certo definirsi un
sintetico!)... ma ve ne ho tratto un passo.

Vi dico che lo Zen è un fenomeno raro……


Ora cercate di capire il racconto: questi piccoli aneddoti hanno un
significato profondo, perché lo Zen dice che ciò che sorge nella
profondità del tuo essere non può essere detto, ma può essere mostrato.
Si possono creare situazioni in cui si può alludere. Forse le parole non sono
capaci di esprimerlo, ma un aneddoto vivo sì. Per questo lo Zen è così ricco
di aneddoti. Vive nelle parabole, si rivela nelle parabole, e nessun altro è
stato capace di creare delle parabole così belle. Ci sono racconti Sufi, ci
sono storie Hassidiche, e molte altre, ma nulla è paragonabile allo Zen. Lo
Zen possiede la pura arte di suggerire la cosa giusta e di indicare ciò che
non può essere indicato. Ed in modo così semplice che può sfuggirvi:
dovrete cercarlo, dovrete cercarlo a tentoni, perché di per sé l’aneddoto
è così semplice che vi può sfuggire. Non è molto complesso, di fatto la
mente non serve; piuttosto un’apertura del cuore, così lo potete capire.
Fate attenzione ... questo breve aneddoto contiene l’intero significato
dello Zen:
Fu chiesto al Maestro Bokuju:
"Ogni giorno ci dobbiamo vestire e dobbiamo mangiare, come possiamo
liberarci da tutto questo?".

Bokuju rispose:
"Ci vestiamo, mangiamo"

Colui che chiedeva disse:


"Non capisco"

Bokuju rispose:
"Se non capisci, indossa i tuoi vestiti e mangia il tuo cibo".

Se tu chiedi cos'è il Jazz, non lo saprai mai.


Louis Amstrong

Si racconta che, sulla via del ritorno, Bodhidharma incontrò due viandanti.
Questi, saputo chi era quell'uomo, gli posero due domande.
Il primo gli chiese: "Che cos'è un illuminato?"
E Bodhidharma rispose: "Tre libbre di lino".
Il secondo gli domandò: "Che cos'è lo Zen?".
E Bodhidharma rispose: "La vita di tutti i giorni".

Un'altra volta ho visto un bambino venire verso di me tenendo una torcia


accesa in mano.
"Da dove porti la luce? " gli ho chiesto.
Lui la spense immediatamente e mi disse,
"O Hasan, dimmi dove è andata e io ti dirò dove l'ho presa".
Hasan Basri
In una sutra, il re Hashinoky chiese alla regina: "C'è qualcuno sulla terra
che tu ami più di te stessa?".
"Vorrei tanto rispondere che ti amo più di me stessa, ma in realtà è me
stessa che amo di più di ogni cosa" rispose la donna.
Il re riprese: "Anch'io amo me stesso più di ogni altro".
Decisero allora di far visita a Buddha Sakyamuni, per sottoporgli quel
problema.
"Le vostre rispettive risposte non sono erronee" rispose il Buddha. "In
definitiva, ognuno ama se stesso. Così facendo non arreca danno agli altri.
E tuttavia, nell'amar se stesso, l'uomo reca danno agli altri".
E', questo, un grande koan.
Maestro Taìsen Dashimaru

Prima che una persona studi lo Zen,


le montagne sono montagne e le acque sono acque;
dopo una prima impressione nella verità dello Zen,
le montagne non sono più montagne e le acque non sono più acque;
dopo l'illuminazione,
le montagne sono di nuovo montagne e le acque di nuovo acque.
Alfred Korzbysk

Un monaco disse a Joshu: "Sono nuovo del monastero. Ti prego di


insegnarmi ".
Joshu domandò: "Hai mangiato la tua zuppa di riso?".
Il monaco rispose: "L'ho mangiata".
Joshu disse: "Allora faresti bene a lavare la tua ciotola".
In quel momento il monaco fu illuminato.
Lo Zen non ha niente da raccogliere.
Quando la gente che studia lo Zen non vede questo,
è perché si avvicina troppo ardentemente.
Ying-An

« Una menzogna nel Mondo del Desiderio è insieme un assassinio ed un


suicidio ».

... è un po' ermetica? Forse sì, ma siamo o non siamo viandanti "in
cerca"?
Gandalf

"Come posso proseguire il mio cammino su questa strada senza


smarrirmi?" chiese un monaco.
"Tu credi che questa sia una strada?" fece Joshu.
"Certo: è la strada che percorro da tanto tempo."
"E se ti fossi già smarrito, da tanto tempo?"
"Come puoi supporre questo?" disse il monaco "E' semplicemente assurdo."
"Appunto. Tu mi hai domandato se puoi percorrere ancora questa strada
senza smarrirti."

Qual è il colore del vento?


Koan Zen

Se trovi sulla strada un uomo che sa,


non dire una parola,
non stare in silenzio.
Anche una buona cosa non è buona come il nulla.

Amabili fiocchi di neve che non cadono in nessun posto.

Come lo prenderò?
Non prenderlo.
Quello che rimane quando non c'è più avidità è il Sé.
Panchadasi

Ti Ts'ang chiese a Fa-Yen: "Dove vai?"


Fa-Yen disse: "In giro in pellegrinaggio".
Ti Ts'ang disse: "Qual è lo scopo del pellegrinaggio?"
Fa-Yen disse: "Non lo so."
Ti Ts'ang disse: "Non sapere è più vicino".

Dì una cosa con la bocca chiusa!

Trenta raggi si incontrano in un mozzo


e in quel che é il loro vuota sta l’uso del carro.
Si lavora l’argilla e se ne forma un vaso
e in quel che é il suo vuoto sta l’uso del vaso.
Si forano porte e finestre per fare una casa
e in quel che é il loro vuoto sta l’uso della casa
perciò
dall’essere viene il possesso
dal non essere viene l’utilità.
tratto dal testo di filosofia "Tao: Tao-té-Ching" di Lao-Tse.

"Sto per fare una domanda" disse il Re Melinda al venerabile Nagasuma.


"Mi puoi rispondere?"
Nagasuma disse: "Per favore fai la tua domanda".
Il Re disse: "Ho già chiesto".
Nagasuma disse: "Ho già risposto".
Il Re disse: "Cosa hai risposto?"
Nagasuma disse: "Cosa hai chiesto?"
Il Re disse: "Non ho chiesto niente".
Nagasuma disse: "Non ho risposto niente".
(Ah! ... questo "Mondo Zen" ! ! !)
Gandalf

Sciamano - Dove porta questo sentiero?


Jonathan - Da dove siamo a dove dovremmo essere.
J. - Nessuno conosce il suo destino fino a quando non vede la via.
S. - E qual è la via, piccolo orso?
J. – La via? Non c’è nessuna via … è il nostro cammino a crearla

La Perfezione
"Quando si è vuoti di ogni illusione si è perfetti. Non è così?" chiese un
giovane monaco.
"Non si è perfetti" rispose Joshu.
"In che cosa consiste allora la perfezione?".
"Nel dimenticare anche la possibilità dell'illusione" disse Joshu.
Siediti su una sedia ancora calda e finirai con il litigare con quello che
c'era seduto prima.

Quando la monaca Chiyono studiava lo Zen con Bukko di Engaku, per molto
tempo non riuscì a raggiungere i frutti della meditazione.
Finalmente, in una notte di luna, stava portando dell'acqua in un vecchio
secchio tenuto insieme con una cordicella di bambù.
Il bambù si ruppe e il fondo del secchio cadde, e in quel momento Chiyono
fu liberata!
Per commemorare l'evento, scrisse una poesia:In questo modo e in quello
cercai di salvare il vecchio secchio,

Poiché la corda di bambù era logora e stava per rompersi.


E poi tutt'a un tratto il fondo si staccò e cadde.
Niente più acqua nel secchio!
Niente più luna nell'acqua!

In una sutra, il re Hashinoky chiese alla regina: "C'è qualcuno sulla terra
che tu ami più di te stessa?".
"Vorrei tanto rispondere che ti amo più di me stessa, ma in realtà è me
stessa che amo di più di ogni cosa" rispose la donna.
Il re riprese: "Anch'io amo me stesso più di ogni altro".
Decisero allora di far visita a Buddha Sakyamuni, per sottoporgli quel
problema.
"Le vostre rispettive risposte non sono erronee" rispose il Buddha. "In
definitiva, ognuno ama se stesso. Così facendo non arreca danno agli altri.
E tuttavia, nell'amar se stesso, l'uomo reca danno agli altri".
E', questo, un grande koan.
Maestro Taìsen Dashimaru
Prima che una persona studi lo Zen, le montagne sono montagne e le acque
sono acque;
dopo una prima impressione nella verità dello Zen, le montagne non sono
più montagne e le acque non sono più acque;
dopo l'illuminazione, le montagne sono di nuovo montagne e le acque di
nuovo acque.

Se il cielo vuol far piovere o tua madre vuole sposarsi di nuovo tu non puoi
farci proprio nulla.
Il Cielo facendo venire alla luce il genere umano dà agli uomini un corpo e
una regola di vita.
Gli uomini, mantenendo questa legge esterna, sono buoni, amano e
apprezzano il meraviglioso coraggio dell'anima.

Quando hai fame, mangia il tuo riso;


quando sei stanco, chiudi i tuoi occhi.
I pazzi potranno ridere di me,
ma gli uomini saggi sanno cosa intendo.
Lin-chi

Un monaco chiede al maestro Haryo,: "Cos'è la via?"


Haryo dice,: "Un uomo a occhi aperti che cade nel pozzo."

Qualcuno disse a Joshu: "Com'è possibile una via se ne esistono tante?"


E Joshu: "Ne vedi davvero tante?".
"Così almeno mi pare" rispose quello.
"Si tratta appunto di questo" disse Joshu.

Fare senza fare,


agire senza agire,
gustare senza gusto.
Considerare grande il piccolo e molto il poco,
ricambiare l'ira con la virtù.
Pianificare il difficile quando è già facile,
far grandi cose quando sono ancora piccole.
Nel mondo il difficile si fa dal facile,
nel mondo il grande si fa dal piccolo.
Perciò il saggio non fa mai grandi cose,
perciò può portare a compimento grandi cose.
Ora chi leggermente promette, certamente ha scarsa buona fede e molte
cose facili necessitano di molte difficoltà;
per questo il saggio trova il facile difficile, e perciò alla fine non ha
difficoltà.
Lao-Tzu
Lao-Tzu

In un sutra, Buddha raccontò una parabola:


Un uomo che camminava per un campo si imbatte in una tigre. Si mise a
correre tallonato dalla tigre.
Giunto a un precipizio si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò
penzolare oltre l'orlo.
La tigre lo fiutava dall'alto.
Tremando, l'uomo guardò giù, dove in fondo all'abisso un'altra tigre lo
aspettava per divorarlo.
Soltanto la vite lo reggeva.
Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la
vite.
L'uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola.
Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l'altra spiccò la fragola.
Com'era dolce!

A un uomo che gli confessò:


"Sono angosciato dal nascere e dal morire e dal tempo che non si ferma
mai"
Hui-neng rispose:
"Perché non cogli ciò che è senza nascita, senza morte, senza tempo?"

Ogni cosa lo stesso, ogni cosa distinta.


proverbio Zen

Il tao che può essere detto, non è l'eterno tao.


Il nome che può essere nominato, non è l'eterno nome.
Tao Te Ching

Un giorno un uomo avvicinò Ikkyu e chiese:


«Maestro, scriveresti per me qualche massima della più alta saggezza?»
Ikkyu prese il suo pennello e scrisse: «Attenzione.»
«Tutto qui?» chiese l'uomo.
Ikkyu allora scrisse: «Attenzione. Attenzione.»
«Bene» disse l'uomo «Non vedo una grande profondità in quello che avete
scritto.»
Poi Ikkyu scrisse la stessa parola tre volte: «Attenzione. Attenzione.
Attenzione.»
Un po' irritato l'uomo chiese: «Cosa significa quella parola “Attenzione”?»
Ikkyu gentilmente rispose, «Attenzione significa attenzione.»
Prendi il cavallo vigoroso della mente.

Non si può entrare due volte nello stesso fiume.


Eraclito

Qual meraviglia soprannaturale e qual miracolo è questo!


Tiro l'acqua dal pozzo, e porto la legna!
P'ang-yun

A settanta anni pianto ancora alberi;


Non ridere di me, caro vicino.
Da sempre si sa che dobbiamo morire,
Il bello è che non sappiamo quando.
Yuan Mei

La Via non è difficile, solo,


non ci deve essere volere o non volere.
Chao-Chou

Shogen domandò:
«Perché l'uomo illuminato non si alza in piedi e spiega?»
E disse anche:
«Non è necessario che il discorso venga dalla lingua».
Quando mangi o bevi,
diventa il sapore del cibo o della bevanda,
e sii sazia.

«Come posso proseguire il mio cammino su questa strada senza


smarrirmi?» chiese un monaco.
«Tu credi che questa sia una strada?» fece Joshu.
«Certo: è la strada che percorro da tanto tempo.»
«E se ti fossi già smarrito, da tanto tempo?»
«Come puoi supporre questo?» disse il monaco «È semplicemente
assurdo.»
«Appunto. Tu mi hai domandato se puoi percorrere ancora questa strada
senza smarrirti.»

Due insegnanti di Zen, Daigu e Gudo, furono invitati a far visita a un gran
signore. Appena giunti, Gudo disse al signore:
«Tu sei intelligente per natura, e hai una innata predisposizione a
imparare lo Zen».
«Sciocchezze» disse Daigu. «Perché stai adulando questo stupido? Sarà
un signore, ma di Zen non sa proprio niente».
Così, invece di costruire un tempio per Gudo, il signore lo costruì per
Daigu e studiò lo Zen con lui.

Il grande sentiero non ha porte, migliaia di strade vi sboccano; quando si


attraversa quella porta senza porta, si cammina liberamente tra cielo e
terra.
Mumon
Un monaco domandò a Nansen: «C'è un insegnamento che sinora nessun
maestro abbia mai predicato?»
Nansen disse: «Sì, c'è».
«Che cos'è?» domandò il monaco.
Nansen rispose: «Non è mente, non è Buddha, non è cose».

Un vento molto forte non dura tutto il mattino;


uno scroscio di pioggia non dura tutto il giorno.
Tale è il corso della natura.
E se la natura stessa non può sostenere a lungo i suoi sforzi,
quanto meno lo potrà l'uomo!
Tao Te Ching

«È la nube ad inseguire il vento o il vento a inseguire la nube? Se


s'inseguono tra loro, com'è possibile che giungano ad incontrarsi?» chiese
un monaco.
«S'incontrano» disse Joshu «nell'ultima profondità della notte, dove la
nube non è più nube e il vento non è più vento.

«Maestro, insegnami a parlare con i miei sogni. Voglio che rispondano alle
mie domande» chiese qualcuno.
«I sogni sono soltanto domande» rispose Joshu.
«E dov'è la risposta?» chiese quello.
«Se tu sapessi dov'è la risposta, non la cercheresti nei sogni» disse
Joshu.
«Perché rido quando dovrei essere serio?» chiese un giovane monaco.
«Perché sei un bambino» disse Joshu.
«E quando sarò uomo?»
«Allorché ti accorgerai di essere serio anche quando ridi.»
«Ma sarà un bene questo?»
«Di quale bene parli?» disse Joshu.

Sulla strada per il monte Tai c'era un bambino seduto col capo curvo sulle
ginocchia.
Joshu gli si avvicinò e gli chiese: «Ti sei smarrito?»
«No, non mi sono smarrito, ti aspettavo» rispose il bambino.
«Aspettavi me ?» esclamò Joshu
«E perché mai?»
«Accompagnami a casa» pregò il bambino.
«Ma tu hai una casa?»
«No».
«Se è così» disse Joshu «posso provare ad accompagnarti».
«A casa?» disse il bambino
«Sì a casa» rispose Joshu.

Un monaco chiese: «Gli uomini si agitano e non comprendono cosa li agiti. È


a causa del flusso della mente, vero?»
Joshu disse: «È così».
«Ma come uscire se si è nel flusso?»
Joshu disse: «Affondando».

Rabbi Pinhàs citava spesso la massima:


«L'anima dell'uomo gli insegnerà»
e la ribadiva dicendo:
«Non vi è uomo a cui l'anima non insegni continuamente».
Una volta i discepoli gli chiesero:
«Se è così perché l'uomo non l'ascolta?»
«Continuamente l'anima insegna» rispose loro Rabbi Pinhàs «ma non ripete
mai.»

Noi danziamo intorno a un anello e supponiamo,


ma il Segreto sta nel mezzo e sa.
Robert Forst

Non sono giovane abbastanza per conoscere ogni cosa.


J.M. Barrie

Suona la campana che può ancora suonare


Dimentica la tua proposta perfetta.
C'è una crepa in ogni cosa
Che è come la luce che entra dentro.
Leonard Cohen

Per essere un uomo di conoscenza


bisogna essere illuminati e fluidi.
Mistico Yaqui

«Perché l'amore per una fanciulla mi ha fatto soffrire?» chiese un


giovane.
«Dovresti dire invece: "Perché la gioia di amare questa fanciulla mi ha
fatto tanto soffrire?" Ma va bene anche il contrario» disse Joshu.
Dolce amore, medita sul sapere e sul non sapere, sull'esistere e sul non
esistere.
Poi respingili entrambi perché tu possa essere.

Una trasmissione speciale al di fuori delle scritture;


indipendenza da parole e da lettere;
puntare direttamente allo spirito dell'uomo;
contemplare la propria natura.
Bodhidharma

Cessa di fare il male;


impara a fare il bene;
purifica il tuo cuore:
questa è la via dei Buddha.

La mente ha il proprio luogo,


e da sola può fare un cielo dell'inferno,
un inferno del cielo.

Sotto la spada alta levata, c'è l'inferno che ti fa tremare;


ma va innanzi, e trovi la terra della beatitudine.
Miyamoto Musashi
Un monaco chiese a Chao-chou: «Sono appena entrato nel monastero, per
favore dammi qualche istruzione».
Chao-chou disse,«Hai mangiato la tua razione di riso?»
Il monaco disse: «Sì l'ho mangiata».
Chao-chou disse: «Allora vai a lavare la tua ciotola».

Per cinquantaquattro anni ho appeso stelle in cielo.


Ora mi slancio: tutto si frantuma!
Dogen

«Siccome qualcosa di divino entra nella fabbricazione di una spada, il suo


proprietario e utente dovrebbe rispondere a quell’ispirazione.
Deve essere un uomo spirituale, non un agente della brutalità. Il suo
spirito deve essere unito con lo spirito che anima il freddo acciaio. I
grandi guerrieri hanno instancabilmente istillato questo sentimento nella
mente dei loro studenti. Quando i giapponesi dicono che la spada è l’anima
del samurai, dobbiamo ricordare tutto quello che è implicito: lealtà,
sacrificio di sé, rispetto, benevolenza e il culto di altri sentimenti
superiori.
Ecco il vero samurai.»
D. T. Suzuki

«Come possiamo dare un nome a un sogno?» domandò un monaco.


«Ma anche il nome è un sogno» rispose Jo-shu.

«Qual è la sostanza della verità?» chiese un monaco.


E Joshu: «Ha una sostanza il vento? Ha una sostanza la sete? Ha una
sostanza la morte?»
«Non comprendo» rispose il monaco.
Joshu disse: «Non parliamo né della sostanza né della verità. Parliamo
della sete e della morte».

«Sai piangere tu?» chiese un monaco.


«Credo di saper piangere» disse Joshu.
«Ma allora sei ancora lontano dall'essere saggio, perché i saggi non
piangono».
«Chi ti ha detto che i saggi non piangono?» chiese Joshu.
«I saggi» rispose quello.
«Allora io non sono saggio» concluse Joshu.

«Cosa intende dire il poeta Kanzan nei suoi versi: “Legge i Sutra ma non
comprende il significato”?» chiese qualcuno.
«Prova a leggere i Sutra» disse Joshu.

«Voglio praticare la saggezza. Dammi il giusto insegnamento per questo»


chiese un monaco.
«Non praticare la saggezza» rispose Joshu.

«Che cosa significa saggezza senza saggezza?» chiese qualcuno.


«Il boccio che cade non torna al ramo» disse Joshu.
«Perché non torna al ramo?» insistette quello.
«Perché è una farfalla » disse Joshu.

«Satori è sapere?» chiese un monaco.


«Il vuoto è il pieno?» disse Joshu.
«Sei tu che devi rispondere» riprese il monaco.
«Il Bodhidharma ha detto: Io non so».
«E tu che dici?»

Tra i trenta e quaranta ci assillano i cinque appetiti,


Tra i sessanta e gli ottanta siam preda di cento malanni;
Ma tra i cinquanta e i sessanta siam liberi da ogni male,
Calmo e quieto il cuore gode di ogni riposo.
Bai Ajuyi

Alzati e fai qualcosa di utile,


il lavoro fa parte del koan!
Hakuin

L’attaccamento è il più grande fabbricatore di illusioni,


la realtà può essere raggiunta solo da chi è distaccato.
Weil

Una monaca chiese a Joshu:


«Perché quando sto per addormentarmi mi vengono strani pensieri?»
«Che cosa vuoi da me?» rispose Joshu.
La monaca ripeté la domanda: «Perché questi strani pensieri?»
E Joshu: «Perché questa strana domanda?».

Siedi. Riposa. Lavora.


Solo con te stesso, mai stanco,
Al margine della foresta, gioioso senza desideri.
Buddha

Un monaco chiese a Yun-men:


«Quali sono gli insegnamenti di una intera vita?»
Yun-men gli rispose:
«Una dichiarazione appropriata».

Vai senza sapere dove.


Porta, senza sapere cosa.
Il sentiero è lungo, la via sconosciuta.
Koan Zen

Un uomo aveva piantato dei piccoli salici nel suo giardino e temendo che
qualcuno andasse a rubare le piantine incaricò un ragazzetto di stare lì a
fare la guardia.
Dopo una decina di giorni non era stato rubato nessun salice.
«Bravo!» disse il padrone al ragazzo.
«Devi aver fatto proprio buona guardia!»
Il ragazzetto tutto contento per l'elogio decise di rivelare il suo sistema
e raccontò:
«Avevo paura che qualcuno di notte potesse venire a rubare le piantine
così ogni sera le tiro fuori dalla terra e le metto tutte in casa, al mattino
dopo le pianto di nuovo. Come vedete è un sistema che funziona!»
Xiao Fu, Feng Meng Long
Un uomo audace, nobile e coraggioso, rese visita a quattro grandi maestri
di tiro con l'arco, che vivevano insieme in un luogo appartato.
«Voi siete quattro» disse loro. «Ciascuno di voi si incammini in una delle
quattro direzioni, poi, volgendosi verso di me, scocchi la propria freccia.
Le fermerò tutte prima che mi raggiungano».
«Non è possibile» commentò uno dei maestri.
«Quanto dev'essere veloce!» commentarono gli altri.
«Certo è dotato di un magico potere».
Allora il Buddha Sakyamuni, che era presente, commentò:
«C'è ancora qualcosa di più veloce di quest'uomo audace e coraggioso: la
corsa del sole e della luna e del lampo.
E c'è qualcosa di ancor più veloce del sole, della luna e del lampo...».
Maestro Taìsen Dashimaru

Quella sera, all'ora giusta, il piccolo Toyo si presentò alla porta della
stanza Sanzen di Mokurai.
Batté il gong per annunciarsi, fece tre rispettosi inchini prima di entrare,
poi andò a sedersi in riguardoso silenzio davanti al maestro. «Tu puoi
sentire il suono di due mani quando battono l'una contro l'altra» disse
Mokurai.
«Ora mostrami il suono di una sola mano».
Toyo fece un inchino e se ne andò nella sua stanza per riflettere su
questo problema. Dalla sua finestra poteva sentire la musica delle geishe.
«Ah, ho capito!» proruppe.
La sera dopo, quando il suo insegnante gli chiese di illustrargli il suono di
una mano sola, Toyo cominciò a suonare la musica delle geishe. «No, no»
disse Mokurai. «Questo non serve. Questo non è il suono di una sola mano.
Non hai capito niente».
Invano Toyo meditava per sentire il suono di una sola mano. Sentì il
respiro del vento. Ma quel suono venne respinto.
Sentì il grido di un gufo. Anche questo venne rifiutato.
Più di dieci volte Toyo andò dal Mokurai con suoni diversi.
Erano tutti sbagliati. Per quasi un anno si domandò quale poteva essere il
suono di una sola mano.
Finalmente il piccolo Toyo entrò nella vera meditazione e superò tutti i
suoni. «Non potevo mettere insieme nient'altro», spiegò più tardi «così ho
raggiunto il suono senza suono».
Toyo aveva realizzato il suono di una sola mano.

Dopo la morte di Bankei, un cieco che viveva accanto al tempio del


maestro disse a un amico: «Da quando sono cieco, non posso osservare la
faccia delle persone, e allora devo giudicare il loro carattere dal suono
della voce.
Il più delle volte, quando sento qualcuno che si congratula per la sua
felicità o il suo successo, afferro anche una segreta sfumatura di invidia.
Quando uno esprime il suo rammarico per la disgrazia di un altro, sento il
piacere e la soddisfazione, come se quello che si rammarica fosse in
realtà contento che nel suo proprio mondo ci sia ancora qualcosa da
guadagnare.
La voce di Bankei, però, sin dalla prima volta che l'ho sentita, è stata
sempre sincera. Quando lui esprimeva la felicità non ho mai sentito
null'altro che la felicità, e quando esprimeva il dolore, il dolore era l'unico
sentimento che io sentissi».

Un giorno, un discepolo si recò agitato da Bodhidharma e gli disse: «La mia


anima è tormentata: vi prego, maestro, datele pace!»
«Portami qui la tua anima e io le darò pace ».
«Come faccio? L'ho cercata, ma non l'ho trovata».
«Allora è già in pace».

Un giorno, Hui-neng si recò al tempio vicino dove trovò due monaci che
discutevano di filosofia riferendosi a una bandiera che sventolava al
vento.
«E' la bandiera che si muove» sosteneva il primo.
«No» ribatteva il secondo «è il vento che la fa muovere».
Hui-neng tagliò corto:
«Non è né la bandiera né il vento, ma è la mente che si muove!».

Ad un monaco che gli chiese di insegnargli la dottrina, rispose: «Metti da


parte ogni idea di bene e di male, e guarda qui ed ora il tuo volto originale,
quello che avevi prima di nascere».
A un altro che gli domandò come fare a diventare un Buddha, disse:
«L'unica differenza tra un uomo comune e un Buddha è che il primo non sa
di essere un Buddha».

Abbandona il passato, abbandona il futuro, abbandona il presente, supera


il divenire, con mente libera da ogni tempo, non ritornare ancora alla
nascita e alla vecchiaia.
In un giorno di sole sedere quietamente senza far nulla; arriva la
primavera e l'erba cresce da sé.
Zenrin Kushu

Colui che ha superato i desideri e le avversioni, che è calmo, che non


brama rinascere, che domina virilmente i mondi, questo io lo definisco un
illuminato.

Inayat Khan racconta una storia indù di un pesce che andò da un pesce
regina e gli domandò: «Sento sempre parlare del mare, ma che cos'è
questo mare? Dov'è?».
Il pesce regina spiegò: «Tu vivi, ti sposi, e hai la tua esistenza nel mare. Il
mare è dentro di te e fuori di te, e tu sei fatto di mare, e finirai nel mare.
Il mare ti circonda come il tuo proprio essere».
Settantasei: ho chiuso con questa vita.
Non ho cercato il cielo, non temo l'inferno.
Lascerò queste ossa al di là del Triplice Mondo, non asservito,
imperturbato.
Fuyo-Dokai

Per quanto innumerevoli siano gli esseri viventi


giuro di salvarli;
per quanto indomabili siano le passioni
giuro di domarle;
per quanto immensi siano i Dharma
giuro di studiarli;
per quanto incomprensibile sia la verità di Buddha
giuro di conseguirla.
i "Quattro Grandi Voti"

Provaci se vuoi. Ma lo Zen viene da solo.


Il vero Zen si manifesta nella vita quotidiana, COSCIENZA in atto. Più di
ogni consapevolezza limitata, esso apre ogni porta interiore verso la
nostra natura infinita.
La mente si libera istantaneamente. Come si libera!
Il falso Zen rovina i cervelli come una panzana inventata dai preti e dai
mercanti per smerciare i loro prodotti. Guardalo in questo modo,
dall'esterno e dall'interno: COSCIENZA dovunque, inclusiva, in tutto te
stesso.
Allora non puoi fare a meno di vivere umilmente, con stupore.
Lo Zen è la Desimbolizzazione del mondo.
R.H. Blyth

«Quella donna che ho molto amato, tutte le volte che la incontro per la
strada non mostra in alcun modo di riconoscermi.
Com'è possibile? Anche lei certamente mi ha amato» chiese un giovane.
«Come può riconoscerti?» disse Joshu «le stelle muoiono sull'orlo dei
prati».

Zazen: grasse zanzare dappertutto.


Taigi

L’erbaccia cresce in fretta lungo il fiume.


Chiun

Le civette dicono «Vieni, vieni» alle lucciole.

Solo perché esisto sono qui, tra la neve che cade.

Un mondo buono, gocce di rugiada cadono a una, a due.


Ascolta, ogni cosa rabbrividisce la campana della caducità.

Non piangete, insetti; gli amanti, persino le stelle devono separarsi.

Il cuculo canta per me, per la montagna, a turno.

Dal ramo che galleggia sul fiume, il canto di un insetto.

Io faccio un pisolino,
facendo delle montagne d’acqua battendo il riso.

Senza sbagliare, senza ignorare:


un paio di anatre mandarine
si posano, dondolando, dappertutto.
Nan-o-Myo

La prima cicala: la vita è crudele, crudele, crudele.

Lucciole entrano nella mia casa, non le sdegnare.


Sopravvivere a tutti, a tutti, che freddo!
Più vicino, più vicino al paradiso che freddo!

In questo mondo anche le farfalle devono guadagnarsi da vivere.

Dopo il sogno, com'è reale l'iris.


Shushiki

Fiori di susino, un naso, un cuore.


Onitsura

Buddha: fiori di ciliegio nel chiaro di luna.


Hoitsu

Bianca farfalla sfreccia tra i garofani: spirito di chi?


Shiki

Quanto silenzio: la neve disegna ali di anatre mandarine.


Shiki

I piaceri sono come i funghi: senza radici, senza fiori, crescono veloci
dappertutto.
Shinkichi Takahashi

Una sera s'inerpicò sino alla cima solitaria; di fra le nuvole gli si scoprì la
luna, e come rise di cuore!
Yao-shan

Un improvviso colpo di tuono, le porte della mente si spalancarono.


E toh, ecco là seduto il vecchio, la natura Buddha in tutta la sua
semplicità.
Chaopien

Un gruppo di alberi, d'estate,


un balenio di mare,
una pallida luna serale.
Kobori Enshiu

Il salice è verde, i fiori sono rossi.


Il fiore non è rosso, nemmeno il salice è verde.

Dilettandosi dell'attenzione, con la propria mente ben protetta, si può


togliere se stessi da ogni difficile situazione, come l'elefante impastoiato
nel fango.
Come la cintura di una città, protetta di dentro e di fuori, così si vigili il
proprio, cosicché l'opportunità non gli sfugga.
Avendo perduta l'opportunità, poi si lamenta che va in rovina...

Conoscendo perfettamente per mezzo dell'attenzione,


i saggi si rallegrano dell'attenzione, dilettandosi di questo nobile cibo.

Quando vide un ritratto del barbuto Bodhidharma, Wakuan protestò:


«Perché quello non ha la barba?»

Getsuan disse ai suoi sudditi:


«Keichu, il primo fabbricante di ruote della Cina, fece due ruote di
cinquanta raggi ciascuna.
Ora supponete di togliere il mozzo che unisce le due ruote. Che ne
sarebbe della ruota? E se Keicku avesse fatto questo, potrebbe essere
chiamato maestro nel fabbricare ruote?»

Joshu andò in un luogo dove un monaco si era ritirato in meditazione e gli


domandò: «Ciò che é, che cos'è?»
Il monaco alzò il pugno. Joshu rispose: «Le navi non possono rimanere
dove l'acqua è troppo bassa», e andò via.
Dopo qualche giorno Joshu tornò a trovare il monaco e gli fece la stessa
domanda. Il monaco rispose allo stesso modo.
Joshu disse: «Ben dato, ben preso, ben ucciso, ben salvato».
E si inchinò davanti al monaco.
Mumon
Nansen vide i monaci dell'ala orientale e quelli dell'ala occidentale che si
disputavano un gatto. Afferrò il gatto e disse ai monaci: «Se qualcuno di
voi dice una buona parola, potete salvarlo».
Nessuno rispose, sicché Nansen, intrepido, tagliò in due il gatto.
Quella sera tornò Joshu, e Nansen gli raccontò l'accaduto.
Joshu si tolse i sandali, e se li mise in testa e andò via.
Nansen disse: «Se ci fossi stato tu, avresti potuto salvare il gatto».

Un monaco domandò a Fuketsu: «Senza parlare, senza silenzio, come puoi


esprimere la verità?»
Fuketsu osservò: «Io ricordo sempre la primavera nel sud della Cina. Gli
uccelli cantano tra innumerevoli specie di fiori fragranti».

Hyakujo voleva mandare un monaco ad aprire un nuovo monastero. Disse ai


suoi allievi che avrebbe affidato l'incarico a chi avesse risposto con più
acutezza a una domanda.
Posò un vaso d'acqua sul pavimento e domandò: «Chi sa dire che cos'è
questo senza nominarlo?»
L'abate disse: «Nessuno può dire che sia una scarpa di legno».
Isan, il monaco cuciniere, rovesciò il vaso con una pedata e se ne andò.
Hyakujo sorrise e disse: «L'abate ha perso».
E Isan divenne il maestro del nuovo monastero.

Il passero si tuffa dal tetto al suolo, un lungo viaggio, un razzo s'innalza


verso la luna, miriadi di mondi si abbattono.
Lento movimento: venti piedi in giù, dieci miliardi di anni.
Senza discernimento, il passero non pensa, non fa filosofia, eppure ogni
cosa sta sotto le sue ali.
Shinkichi Takahashi
«Il Pensiero» dicono i maestri, «rende sciocchi ».
Com'è libero il passero che non ha cervello.
Cinguettio e prima del "ciu", un miliardo di anni.
Un battito, un altro miliardo.
Testa a sinistra, è creato il genere umano.
A destra, e l'uomo rinasce.
È così facile, non vi è termine al tempo.
Shinkichi Takahashi

Un sorso inghiottì l'universo.


Uno sbatter d'ali sul ramo o sul tetto
guerra, pace, angoscia svaniscono.
Nulla rimane non una traccia.
Shinkichi Takahashi

«Il tempo giace sulla grondaia»


canta il passero, ogni tanto una beccata.
Shinkichi Takahashi

Un vecchio albero predicava la Saggezza,


e un uccello selvatico grida
a gran voce la Verità.
Shinkichi Takahashi

Per nove anni era rimasto,


e nessuno lo conosceva;
con una scarpa in mano tornò a casa
in silenzio, senza cerimonie.
Bodhidharma

Nascita e morte sono un grave evento;


Come è effimera la vita!

Bisogna rimpiangere ogni minuto,


Il tempo non aspetta nessuno.

Cielo e terra non mi porgono rifugio;


Sono contento, irreali son corpo e anima.
Benvenuta la tua spada, o guerriero di Yuan!
Il tuo fido acciaio, vivido come il lampo,
taglia il vento della primavera, lo sento.
So-gen

«È vero che un uomo saggio è una montagna?» chiese un monaco.


«Un uomo saggio ha molti sentieri e foreste, laghi tranquilli e cime
battute dal vento» disse Joshu.
«Per questo è una montagna?».
«Lascia che siano le montagne a parlare» disse Joshu.

Nel camminare, cammina.


Nel sedere, siedi.
Soprattutto non tremare.
Yun-Men

Una leggenda indiana narra di un re vissuto all'epoca del Buddha, e che


aveva un'incantevole sposa.
Un giorno, mentre il re dormiva, la giovane donna fuggì, per rendere visita
a un eremita che praticava la meditazione in un piccolo rifugio su un
monte.
Quando il re lo seppe, furente d'ira, si recò da lui.
«Che stai facendo?» gli chiese.
«Pratico la pazienza» rispose l'eremita.
«Andrai in collera se mi adiro con te?».
«No, a nessun costo».
«Neppure se ti uccido, facendo a pezzi il tuo corpo?»
«Neppure se mi uccidi».
Allora il re lo fece prendere e mutilare pezzo a pezzo.
Nel sutra che narra l'episodio, il re è designato come "il Tagliatore".
Ma, cosa mirabile, l'eremita sopravvisse al supplizio e continuò a praticare
la pazienza nell'atteggiamento del non-ego.
Maestro Taìsen Dashimaru

Quando aveva ormai più di sessant'anni e stava per lasciare questo mondo,
Eshun, la monaca Zen, pregò alcuni monaci di fare una catasta di legna nel
cortile.
Poi si sedette risolutamente nel mezzo della pira funebre e ordinò che vi
appiccassero il fuoco tutt'intorno.
«O sorella!» gridò un monaco «c'è caldo, lassù?».
«Soltanto uno stupido come te potrebbe preoccuparsi di una cosa simile»
rispose Eshun.
Le fiamme divamparono e lei morì.
Il Sovrano Giallo passeggiava a nord del fiume Rosso.
Salì sul monte Kun-lun, e mentre si preparava a tornare verso sud, si
accorse di aver perduto «Perla oscura».
La fece cercare da Intelligenza e questa non la trovò; mandò allora
Perspicacia e anche lei fallì; provò quindi con Analisi e neppure lei riuscì.
Fu infine Senza-immagine a trovarla.
Il Sovrano Giallo disse:
«Non è strano che sia stata proprio Senza-immagine a poterla trovare?»
Chuang-Tzu

La vita è come noi la troviamo e così la morte.


Una poesia d'addio?
Perché insistere?
Daie-Soko

Per cinquantaquattro anni ho appeso stelle in cielo.


Ora mi slancio: tutto si frantuma!
Dogen

Una rosa, è una rosa, è una rosa, è una rosa.


Gertrude Stein

Se tutte le onde della corrente Zen fossero uguali,


innumerevoli persone ordinarie vi sarebbero impantanate.
I meloni sembrano freschi picchiettati di fango
dalla rugiada del mattino.
Basho

O mia gentile, fingi che l'universo sia una conchiglia vuota in cui la tua
mente scherza all'infinito.

Nessun cancello sbarra le pubbliche strade; vi sono sentieri di ogni


genere; coloro che oltrepassano questa barriera camminano liberamente
per tutto l'universo.
Mumon

In un veicolo in movimento, oscillando ritmicamente, sperimenta. Oppure


in un veicolo fermo, lasciandoti dondolare in invisibili cerchi sempre più
lenti.

Limitandosi a fissare il cielo azzurro oltre le nuvole, la serenità.

Lungo la riva del fiume sotto gli alberi, io scorgo le orme!


Anche sotto l'erba fragrante vedo le sue orme.
Le trovi nel più profondo di remote montagne.

Queste tracce spiccano ben visibili come il tuo naso rivolto verso il cielo.
Kakuan
Non appena hai l'impulso di fare qualcosa, fermati.

Con tutta la tua consapevolezza, al primo albeggiare del desiderio, del


conoscere, conosci.

Chiudi le orecchie premendole, e il retto contraendolo, e penetra nel


suono del suono.

Quando sei vividamente consapevole mediante un particolare senso, rimani


nella consapevolezza.

Al prorompere di uno starnuto, durante la paura, nell'ansia, sopra un


baratro, irrompendo nella battaglia, nell'estrema curiosità, al primo
accenno di fame, sii ininterrottamente consapevole.

Quando ti senti ben disposta o mal disposta verso qualcuno, non riversare
il tuo stato d'animo su quella persona, ma resta equilibrata.

Dovunque si posi la tua attenzione, in quel punto preciso, sperimenta.


E adesso so che vivrò
per il tempo che mi è dato.

Si può raccogliere l'acqua fresca dal ruscello spumeggiante con le


palme aperte, traboccanti.
Non si può afferrarla e portarla alla bocca coi pugni stretti,
malgrado la sete che motiva la nostra azione violenta.

Cosa preferisci?
La sicurezza dell'infelicità familiare
o l'infelicità dell'insicurezza ignota.

"Prima di un combattimento, vado in montagna da solo. Immagino che il


mio nemico sia là. Mi figuro di essere attaccato e nella mia mente
combatto sul serio...."
M. Floro Villabrille
(non immaginavo che il Metodo Silva avesse radici così profonde, e
daltrocantoo come potrebbe essere diversi!
Gandalf)

"Per quelli che non si lasciano abbindolare dai venditori di fumo, è giunta
l'ora di prendere la Via del Bosco"
Ernst Junger

"L'acqua pura penetra nel profondo della terra e quando il pesce nuota in
quest'acqua ha la libertà del vero pesce. Il cielo è vasto e trasparente
fino ai confini del cosmo: l'uccello che vola nel cielo ha la libertà di un
vero uccello. A spirito libero, universo libero."
Taisen Deshimaru - Zen e arti marziali

Se volete ottenere l'illuminazione, non dovete studiare innumerevoli


insegnamenti. Approfonditene solo uno. Quale? La grande compassione.
Chiunque abbia grande compassione, possiede tutte le qualità del Buddha
nel palmo della propria mano.
Buddha Sakyamuni

Noi stiamo passando il tempo


aspettando che il Fato
possa cambiare qualcosa.

IL PERDONO: remissione del fallo commesso.

Ti avverto, chiunque tu sia, oh che tu desideri sondare gli arcani della


natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi, non
potrai trovarlo nemmeno fuori.
Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre
meraviglie? In te si trova occulto il tesoro degli Dei: oh uomo, conosci te
stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei.

L'esortazione iscritta sul tempio dell'Oracolo di Delfi è un motto greco (Γνῶθι σεαυτόν, gnôthi
seautón),

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