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Profilo della mammella in una donna
Mammelle in una giumenta
Nel genere umano l'organo femminile, oltre che strumento di nutrizione, a seguito
dello sviluppo nel telarca, è anche una caratteristica sessuale secondaria nella
donna e può essere visto anche nella sua valenza simbolica. In italiano, tale
organo viene comunemente e meno precisamente chiamato seno.
Indice
1 Filogenesi
2 La mammella in diversi ordini
3 Anatomia comparata
4 Anatomia umana
4.1 Sinonimi
4.2 La mammella femminile
4.2.1 Struttura
4.2.2 Vasi sanguigni e linfatici
4.2.3 Modificazioni fisiologiche della mammella
4.3 La mammella maschile
5 Patologia umana
5.1 Anomalie e patologie della mammella
5.2 Indizi e sintomi nella storia della patologia della mammella
6 Chirurgia plastica del seno
7 La mammella come alimento
8 Note
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
Filogenesi
Mammelle di una scrofa
Una forma particolare di mammella è quella che presenta una componente prevalente
di tessuto adiposo rispetto alla controparte ghiandolare. Tale tipo di mammella si
individua nei mammiferi acquatici quali i cetacei e i focidi. Anche l'uomo presenta
una mammella di tal fatta: secondo studi evoluzionistici, pare che l'uomo rientri
in questi casi differenziandosi, quindi, da altri primati. Oltre che per la
mammella, anche l'assenza della pelliccia, viene considerato altro segno
particolare di evoluzione nell'habitat acquatico. Secondo studi recenti fatti
all'Università della Pennsylvania, la mammella maschile differisce da quella
femminile anche in senso neurologico. Infatti, secondo questi studi, lo strofinio
del capezzolo e della mammella femminili stimolerebbero il ragionamento e
l'introspezione[senza fonte].
I seni costantemente sporgenti della donna, insolitamente grandi rispetto alle
dimensioni del corpo, sono un unico sviluppo evolutivo il cui scopo non è ancora
completamente noto, se non per l'aspetto relativo all'evoluzione in ambiente
acquatico. Altri mammiferi tendono ad avere ghiandole mammarie meno cospicue che
sporgono solo quando effettivamente è in atto il riempimento col latte.
Anatomia umana
Con il termine "seno" ci si riferisce allo spazio compreso tra le mammelle. Nel
linguaggio comune, questo termine viene spesso usato in riferimento all'organo
stesso. Va però precisato che tale termine, in riferimento alla mammella femminile,
risulta essere errato, poiché il termine indica una concavità (come si può intuire
da espressioni come in seno a, oppure insenatura, le quali indicano entrambe
qualcosa che sta dentro, all'interno); il lemma deriva infatti dal latino sinus,
-us cioè sinuosità, in particolare la sinuosità concava formata dalle pieghe di una
veste. Parimenti il termine "petto", utilizzato come sinonimo di mammella nel
linguaggio comune, indica il torace nel suo insieme.
La mammella femminile
una componente ghiandolare, (15-20 lobi), ognuno dei quali ha uno sbocco verso
il capezzolo attraverso un dotto galattoforo;
una componente adiposa, in cui sono inserite ed immerse le strutture
ghiandolari;
una componente fibrosa di sostegno, che genera suddivisioni tra le diverse
appendici ghiandolari.
Ogni lobulo comprende gli alveoli che fungono da unità secernenti. Gli alveoli sono
rivestiti da epitelio semplice poggiante su una membrana basale in cui sono
intercalate cellule mioepiteliali che favoriscono la progressione del secreto
attraverso dotti di calibro progressivamente crescente. Si comincia con i dotti
alveolari per continuare in quelli lobulari ed arrivare ai dotti galattofori. Ogni
lobulo ha il suo dotto galattoforo che sbocca lateralmente al capezzolo in
un'ampolla, che prende il nome di seno galattoforo, questa ha la capacità di
accumulare il secreto prodotto. L'epitelio da cubico semplice dei dotti alveolari
diventa pluristratificato non cheratinizzato nei dotti galattofori.
Vasi sanguigni e linfatici
Le vene fanno capo alle vene cefalica, giugulare esterna, mammaria interna e
intercostali.
Tra le patologie legate allo sviluppo, si può verificare nei maschi uno sviluppo
volumetrico mono o bilaterale, detto ginecomastia. La mammella femminile, invece,
nel corso dello sviluppo può andare incontro ad un numero maggiore di anomalie, tra
cui:
Possono anche verificarsi casi in cui una o entrambe le mammelle siano mancanti
(amastia), sebbene anomalie di questo tipo siano spesso correlate a malformazioni
sistemiche ben più gravi, generalmente incompatibili con la vita.
In ogni caso, le patologie vere e proprie sono legate a problemi nel delicato
equilibrio degli ormoni provenienti essenzialmente da surrene e, soprattutto,
ipofisi. Altri fattori determinanti lo sviluppo di patologie sono eventuali lesioni
traumatiche a cui la mammella viene sottoposta o processi infiammatori cronici, che
possono sfociare o complicare le forme tumorali (vedi mastopatia).
Della patologia delle mammelle si parla nel più antico documento medico
dell'umanità in nostro possesso, ossia il papiro egizio di Edwin Smith. In questo
papiro a contenuto prevalentemente chirurgico, vi sono otto riferimenti alle
malattie delle mammelle e, in particolare, nel caso 45 descrive per la prima volta
nella storia della medicina un tumore della mammella. La presentazione dei casi
presentava uno schema ben definito. Alcuni casi esposti nel papiro si riferiscono
ad ascessi, traumi e ferite infette, probabilmente dovute piuttosto ad infezioni
della parete toracica.
È documentata un'autopsia fatta negli anni sessanta su una mummia egiziana su cui è
stata riscontrata la presenza di una formazione mammaria che potrebbe essere
riconducibile ad un adenoma calcifico. Ippocrate scrive poco sui tumori. Fu il
primo ad abbozzare una generica distinzione fra tumori duri e tumori molli, inoltre
egli si rivelò scettico sul loro trattamento:” è meglio evitare ogni trattamento;
poiché se trattato il paziente morirà presto, se lasciato solo può perdurare per un
lungo tempo”
M. Porcio Catone nel De re rustica parla del cancro distinguendone tre varietà: il
cancro nero, quello bianco detto anche purulento e quello fistoloso. Una
distinzione che non facilita molto la diagnosi, almeno quella di una possibile
malignità. Per tutte le forme di cancro, soprattutto nella mammella, Catone
consiglia applicazioni esterne di cavolo; a suo dire era una vera panacea.
Secondo Ambroise Paré: “Tra le specie di cancri ve ne sono due principali, ossia
uno non ulcerato, volgarmente chiamato apostematoso e quasi da tutti gli antichi
cancro occulto o larvato, l'altro ulcerato e manifesto. Infine vi sono dei cancri
che hanno sede nelle parti interne, come intestini, mesentere, matrice, retto ed
altre parti interiori. Le femmine ne sono affette più degli uomini. Ogni cancro è
quasi incurabile, o difficilissimo da guarirsi. Quando ha sede nella mammella,
apporta spesso infiammazione sotto le ascelle o tumefazione delle ghiandole di
questa regione.”
Dopo una prima fase antica della medicina, quasi interamente ipotetica dal punto di
vista patogenetico, subentra una fase di transizione, rinascimentale, in cui i
metodi di osservazione sono ancora embrionali, ma in cui si sviluppano
modificazioni essenziali per la conoscenza pratica delle malattie e sulla loro
interpretazione teorica. Anche la diagnosi fa piccoli, ma costanti progressi.
Giovanni Battista Morgagni descrive alcuni tumori benigni della mammella che
manifestano dolori e sintomi congestizi nel periodo mestruale e un tumore
comprendente un piccolo pezzo di osso.
Chirurgia plastica del seno
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Chirurgia
della mammella, Mastopessia e Mastoplastica.
Esistono comunque ancora aree dove vengono prodotti alimenti a base di mammella
bovina destinati all'alimentazione umana come il salume valdostano teteun o la
tétine fumée, oggi tipica del cantone di Friburgo ma che un tempo era molto più
diffusa almeno nell'ambito della Svizzera.[6]
Note