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LA FILOSOFIA NASCE NELLE COLONIE GRECA DELL’ASIA MINORE

Nelle polis c’era una rigida gerarchia:

Ateniesi: cittadini che avevano diritti

Meteci: stranieri che non avevano diritti

Schiavi: non avevano diritti

Nelle colonie c’era una società meno rigida molte più persone avevano diritti e libertà

POLITICA: l’insieme delle che servono a far funzionare lo stato

Nelle colonie la politica è aperta a tutti

I cittadini avevano bisogno di risposte logiche per conoscere chi votare; avevano desiderio (necessità di
conoscere); non volevano più risposte che venissero giustificate con i miti ,ma logiche.

Si parla di miti cosmogonici il filosofo si guarda intornosi chiede chi ha creato tuttoMITI
COSMOGONICI

TALETE
Secondo Aristotele, Talete è il primo filosofo: è il primo che cerca risposte razionali.

Si ricerca l’archè (principio) ovvero il principio che ha generato la realtà

Bisogna usare la parola Generare e non creare, siccome il mondo classico aveva paura dell’infinito

Infatti i greci non riuscivano a pensare all’esistenza di una realtà venuta dal nulla

Si passa dal caos (disordine) al cosmos (mondo ordinato)

Ente: ciò che esiste

Cosmos: tutti gli enti sono definiti

Caos:gli enti non sono definiti

Questo passaggio è dovuto all’archè: il principio che permette al caos di diventare cosmos

Secondo Talete l’archè è rappresentato dall acqua:


-La vita nasce nell’acqua(rottura delle acque)

-La morte avviene con l’acqua(perdita dei liquidi)

L’acqua è il principio costitutivo e generatore della realtà


ANASSIMANDRO
Secondo Anassimandro, Talete ha torto, secondo lui l’archè è rappresentato da un elemento infinito e
indefinitoAPEIRON

APEIRON: senza confini


Anassimandro riteneva che in origine tutte le cose fossero armoniosamente unite nell'ápeiron, ma per
una colpa originaria: chiamata in modo tradizionale dike, non meglio specificata, e proprio mediante il
movimento rotatorio dell'ápeiron stesso, le cose presero a separarsi a coppie di contrari, dando origine
al cosmo: così dall'ápeiron uscirono luce e tenebre, notte e giorno, vita e morte. Questa colpa è
probabilmente dovuta alla costituzione stessa e quindi alla nascita degli esseri, essersi distaccati
dall'ápeiron. È rompere l'armonia originaria dell'àpeiron la colpa del mondo e degli uomini. Infatti con la
rottura dell'unità abbiamo la divisione del mondo in contrari. Gli uomini, invece, scontano la colpa
originaria vivendo (la vita è intesa come punizione), finché i contrari potranno di nuovo fondersi e
tornare indistinti nell'ápeiron.

Secondo Anassimandro gli enti provano nostalgia: tendono a tornare nell’apeiron

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