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Padre Cristoforo non era sempre stato così: il suo nome di battesimo era Lodovico.

Era figlio di un
mercante, era cresciuto come un nobile, iniziò a provare a mischiarsi con i principali della sua città. Quando
capisce che per stare con i nobili, deve sottostare, si ritira indispettito. La storia si svolge in una città
imprecisata. Manzoni ci mette per due volte 3 asterischi, ma se ne scusa dando la responsabilità all’
anonimo autore dell’ immaginario manoscritto. In realtà non gli interessa dove si svolge, perché quella
storia potrebbe svolgersi senza alcuna variante in una qualsiasi città del 600’. Il padre di Lodovico è un
mercante che ad un certo punto si ritira dai traffici e si dà a vivere da signore. Il suo stato sociale non è ben
definito, perché lui, pur vivendo da signore, non è un nobile. E questa indeterminatezza si riverbera sul
figlio. Avendo ricevuto un’ educazione signorile, il giovane cerca la compagnia dei nobili,dai quali vorrebbe
essere trattato familiarmente. Disdegnato, se ne allontana, ma sta lontano con grande rammarico. Lodovico
ama la giustizia ma non sa precisamente cosa sia. Dotato di un indole onesta, lui crede che si possa far
giustizia adoperando raggiri e violenze, quindi per lui si può ottenere del bene operando il male. Più di una
volta pensa di diventare frate: ma egli non sa che cosa sia farsi frate. Il fatto che lo pone di fronte a se
stesso e di fronte alla necessità di scegliere, è lo scontro che egli ha con un altro nobile,arrogante, e
soverchiatore di professione. Un giorno Lodovico ha diverbio con questo signor tale, e il diverbio tocca un
punto di rottura quando il signorotto dice in tono provocatorio di insegnare a Lodovico a trattare con i
gentiluomini chiamandolo vile e meccanico. L aggettivo vile è utilizzato sia per intendere che non è nobile
sia per intendere che è privo di coraggio. A quest accusa Lodovico risponde con un'altra e quindi sguainano
le spade. Lodovico si trova ad essere responsabile della morte del servo cristoforo e l impressione che ha a
vedere l uomo morto per lui è indicibile. Comprende allora quanto sia pazza l idea di farsi giustizia con le
proprie mani. L’ idea di farsi frate, da fantasia diventa un pensiero vivo e serio e si concretizza . La
conversione trova il suo punto più critico nell accettazione del cristiano concetto di perdono, perché ciò
significa sostituire all odio e al rancore, l amore e l amore di noi stessi, di Dio e del prossimo. Per amore,
Lodovico accetta anche che il mondo lo attribuisca a paura,non a sincero pentimento. Il concetto cristiano
di perdono non annulla quindi quello di giustizia. La sincerità del pentimento di Lodovico, sciolse l orgoglio
del fratello dell’ ucciso: quindi questo passa un turbamento , ad essere preso dalla commozione generale. Il
segno di quel perdono è un semplice pane, portato su un piatto d’ argento. Questo perché il perdono è
buono come il pane e prezioso come l’ argento. Un frammento di quel pane sarà serbato come un ricordo
perpetuo. Questo è importante perché questo tozzo di pane riapparirà alla fine del romanzo quando
tornerà in vigore il tema del perdono.

UN MERCANTE ‘’ASPIRANTE NOBILE

Ritiratosi dai traffici,il padre di Lodovico si da a viver da signore , quindi vivere nell’ ozio. Il governo spagnolo
aveva escluso, per legge, i negozianti dal consiglio di stato e dichiarava decaduti i nobili che si dedicassero al
commercio. La letteratura satirica spagnola del seicento è ricca di personaggi che,nobili squattrinati,
preferiscono morir di fame piuttosto che dedicarsi al lavoro. Il padre di Lodovico fa di tutto per cancellare
dalla propria memoria il suo disonorevole passato da mercante. Ma il banco di vendita gli ritorna alla mente
come uno spettro, come l ombra di banco a macbeth. In lui il timore di essere schernito per il suo passato è
talmente alto che il solo udire della parola mercante gli da ombra. La vergogna del padre, pesa anche sul
figlio. Le sue origini lo porranno sempre in posizione subordinata rispetto alla nobiltà di sangue, ad un
aristocrazia ormai inetta e decaduta.

IL PADRE GUARDIANO

Dopo l omicidio del rivale nobile, Lodovico viene portato ferito nella chiesa.Il padre guardiano e i frati che l
avevano ospitato vengono a trovarsi in un bell intrigo: non possono lasciarlo alla famiglia del nobile
assassinato perché questa s era messa appunto di voler vendetta e dichiarava suo nemico chiunque s
ottenesse di mettervi ostacolo. Qui entra in scena il padre guardiano il cui comportamento è un misto tra
diplomazia e fermezza. La decisione di Lodovico di imboccare la via religiosa soddisferà tutti: agli occhi del
mondo Lodovico si ritira in disparte ed espia la propria colpa con la penitenza. Invece di attribuire la
decisione al fatto che Lodovico teme il loro sdegno. Il padre guardiano si presenta al fratello del morto con
umiltà disinvolta , tuttavia esprime mille proteste di rispetto ed il desiderio di compiacere alla casa in tutto
ciò che fosse possibile. Riuscì con grande abilità a far capire che piacesse o non piacesse la cosa doveva
essere. E quando il nobile gli impone la partenza dell uccisore del fratello, il padre guardiano gli lascia
credere che la cosa sarà fatta come atto d obbedienza. Lodovico intanto aveva ottenuto l abito religioso e si
era fatto frate prendendo il nome di Cristoforo . Prima di partire per il convento, vuole chiedere perdono al
fratello dell ucciso. Entra di nuovo in scena il padre guardiano che oltre all essere buono in se servirebbe
pure a riconciliare sempre di più la famiglia al convento. Si reca dal fratello e ne ottenne il consenso
desiderato. Qui manzoni ci fa capire che al superiore del convento interessavano due cose: tener fede al
diritto d asilo attirandosi il biasimo di tutti i cappuccini , e salvare i rapporti politici con le potenti famiglie
del luogo.

UN NOBILE DEL SEICENTO: IL FRATELLO DELL’ UCCISO

Il Viti commenta la scena di Fra Cristoforo che va al palazzo del fratello ucciso dicendo che è una delle scene
più spettacolari del romanzo non tanto per l apparato sfarzoso ma per lo spirito e per l atmosfera di
orgoglio. Padre Cristoforo si rende conto che quella regia era li per umiliarlo. Manzoni coglie un attimo di
titubanza che però si trasforma subito in un accettazione del proprio atto di riparazione ,di umiltà. Qui
incomincia la sua espiazione: con gli occhi bassi giunse alla presenza del padrone di casa. Questo era
circondato dai parenti e stava ritto nel mezzo della sala con lo sguardo a terra e il mento in aria
impugnando con la mano sinistra il pomo della spada e stringendo con la destra il bevero della cappa sul
petto. La formula con la quale padre cristoforo supplica il perdono , ma soprattutto l espressione di
espiazione, fecero commuovere il fratello dell ucciso che da al frate un bacio di pace e lo riceve a sua volta.
Come segno del ricordo del perdono Padre Cristoforo si fece dare un apne che mise nella sporta e
incominciò il suo viaggio a piedi verso il luogo del suo noviziato.

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