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Le fonti e la loro interpretazione

La memoria non è uno strumento perfetto, ma lo storico ha lo


svantaggio di non aver assistito a tutti gli eventi del passato.

Ma la distanza che lo separa dai fatti che deve narrare gli


consente di evitare l’opinione soggettiva.

Si interrogano le fonti ( su argomenti come il paesaggio


agrario, i totalitarismi, alimentazione, costumi che nascono
dalle esigenze del presente)

Che cos’è una fonte?


Qualsiasi elemento, materiale o immateriale, che lo storico
individua adatto a fornire risposte ai problemi che si è posto
(definizione)
I relitti del passato diventano fonte storica solo quando
vengono interrogati dagli storici: differente tra antiquaria
(raccoglie e cataloga) e storiografia (non reperisce solo le fonti
ma ne attiva le potenzialità)

Fonti primarie: sono le fonti dirette (fonti storiche giunte fino a


noi):

- fonti iconografiche

- fonti a stampa (libri, giornali..)

- Fonti sonore (discorso di Mussolini)

- Opere letterarie

- Manufatti

- Il nostro linguaggio

Analisi critica delle fonti primarie:

1) Decifrazione (non solo di una lingua

2) Esame del contenuto

3) Prova dell’autenticità (vi sono falsi su supporti veri)

4) Definizione del grado di attendibilità

Il testo storico:

Il genere letterario è narrativo- argomentativo (narrare i fatti


ma allo stesso tempo spiegarli)

I livelli della narrazione:


1) livello informativo
2) Persuasivo retorico ( ogni testo storiografico ha un pubblico
destinatario, diviso per livello di abilità : gruppi di alta
specializzazione, specialisti di storia, appassionati di storia,
lettori specifici, cioè studenti): devo articolare l’atmosfera
generale del racconto e il linguaggio (espressioni particolari
o metafore per periodizzare)

3) Teorico e ideologico : si esprime attraverso il linguaggio,


che risente del tempo e del luogo in cui lo storico si è
formato

Generi storiografici

- Storia generale

- Storia globale

- Storia nazionale

- Storia delle donne (Gender history)

- Storie settoriali

- Storia locale

- Public History: diverse attività come la scrittura, svolte da


chi ha competenze storiche ma non è storico specializzato; è
legata a diversi settori della conservazione storica (archivi..);
è una storia più divulgativa

Uso pubblico della storia : piegato a scopo politico (periodo


tra le due guerre: anni 20-30)

- revisionismo (es. il risorgimento)


- Negazionismo (un esempio è quello legato alla Shoah) e
rimozione (rimuovere eventi storicamente verificatisi con lo
scopo di tramandare una precisa posizione politica)
Storia nella scuola

Italia unita: grande arretratezza e analfabetismo

Il sistema scolastico deve garantire:1 alfabetizzazione masse


rurali, 2 formazione del ceto medio, 3 preparazione della classe
dirigente.

Legge Casati 1859:


- Istruzione elementare 4 anni (primi due obbligatori)

- scuola media strutturata a “canne d’organo” (blocchi


separati di classi che non si incontrano mai e differenziate
per ordine sociale)

- Istruzione Secondaria in 3 corsi: classico (5 anni di ginnasio


e 3 di liceo, obbligatorio per l’università), tecnico (3 anni
scuola tecnica e tre di istituto tecnico), normale (per la
formazione dei maestri elementari).

L’insegnamento di storia aveva metà di ore di quello di italiano


ed era orientato ideologicamente ( italia erede di Roma)

Riforma Croce 1921:


- superamento del nozionismo (che rendeva la storia un
esercizio mnemonico) e dell’ideologia nazionalista.

- Croce assegna alla storia il compito di formare il giovane e


fornirgli le competenze per collegare tra loro i fatti e
approdare a una interpretazione più ampia.

Riforma Gentile 1923 “la più fascista”, fino al 1962:


- liceo scientifico

- Liceo femminile ( fino al matrimonio, con rispetto


all’ideologia fascista)

- No liceo normale, ma istituto magistrale di 7 anni

- Importanza massima alla cultura umanistica

- Storia subordinata e orientata

- Unificata cattedra di filosofia e storia al liceo e di lettere e


storia in altri percorsi formativi.

- Programmi non riguardano l’insegnamento ma l’esame

Riforma scolastica del 1962:

- unica scuola media inferiore, non più a canne d’organo.

- L’obbligo scolastico sale a 14 anni (prima erano obbligatori


solo 2 anni)

- La storia umana narra le vicende umane con le sue


trasformazioni (viene meno il nozionismo)

1969-1971:
- cresce la popolazione scolastica questo richiede da parte
dello stato l’impiego di maggiori risorse

- Provvedimenti limitati (aggiustamenti) :

1) accessi universitari a tutti (chi dispone di denaro)

2) Piani di studio universitari liberalizzati ( non tutti i requisiti


come docenti)

3) Didattica tradizionale è messa in discussione

4) Sperimentazione e autonomia decisionale degli insegnanti

5) Introdotta storia contemporanea

9 febbraio 1979 decreto ministeriale : riforma programmi per


scuole medie.

12 febbraio 1985 decreto ministeriale: riforma scuola


elementare

Formazione insegnante di storia


I mezzi di comunicazione di massa mettono in crisi la scuola e
la storia (si pensa di non avere più bisogno dei libri: se un
tempo la conoscenza si acquisiva attraverso la lettura e la
visione alfabetica, i nuovi media abituano all’ascolto e alla
visione simultanea.

Le comunicazioni fornite dai media sono più generiche, esiste


invece l’approfondimento.

Come fare appassionare gli studenti: il problema è che con la


riforma di gentile gli insegnanti non scelgono di fare storia
ma sono costretti a fare storia insieme a letteratura.

Tra il 1996-1998: serie di riforme (del ministro Berlinguer) che


modificano i programmi di storia e il sistema di
reclutamento degli insegnanti: vengono modificati i limiti
cronologici per la suddivisione annuale dei programmi di storia
di scuola media, licei e istituti tecnici (ultimo anno riservato allo
studio del 900).

1997: riforma del programma di storia negli istituti


professionali (cambia la periodizzazione, introdotto legame
con altre discipline, adozione di didattica di tipo modulare, per
argomenti)

Questo impone che gli insegnanti non conoscano la storia solo


per limiti cronologici, ma abbiamo conoscenze più
approfondite: se voglio insegnanti che conoscono la didattica
modulare devo istituire scuole dove essa viene insegnata.

Fino al 1998 gli insegn. della scuola primaria provenivano dalla


secondaria magistrale mentre quelli della scuola secondaria
aveva una formazione universitaria!!!!

1990: stabilito che la laurea sia necessaria per l’insegnamento


nella scuola materna ed elementare; necessario percorso
biennale di di specializzazione post laurea per insegnare nella
scuola secondaria.

1998: (tutto questo entra in vigore) nascono i corsi di laurea in


Scienze della formazione primaria e le Scuole di
specializzazione per l’insegnamento nella scuola secondaria
(SSIS), fortemente avversate, considerate un percorso
privilegiato.

entrambi i percorsi sviluppati in modo parallelo e divisi in 4


aree:

1) formazione per funzione docente

2) Didattica disciplinare

3) Laboratorio

4) Tirocinio

Riforma 3+2 (introdotta in Italia tra 2000-2001): introduce il


concetto di credito formativo e doppio titolo di studio
universitario (laurea, laurea magistrale)

SSIS (sospese nel 2008) meriti:

- svolta per l’insegnamento delle didattiche disciplinari


(didattica di italiano, storia..)

- La didattica di storia prima era un settore poco considerato


all’università

- Quindi dignità scientifica per questa disciplina

- Ma dando importanza alla didattica si sottrae tempo alla


storia vera e propria

Storia nella scuola primaria:

Non più storia battaglia, ma storia e scienze sociali

Programmi 1985: anche i bambini apprendono storia e


scienze sociali

1) primi due anni della scuola di base bambino esplora il


lessico e i concetti inerenti al tempo

2) Dal terzo anno completare il progetto per costruzione dei


linguaggi

La storia nel mancato riordino dei cicli (v. Pag 20)


Tra il 1997-2001 nuova riforma (Berlinguer+ De Mauro):
prevede un progetto di revisione della scuola italiana (riordino
dei cicli)

Nuovo concetto : contenuti irrinunciabili (conoscenze


minime per ottenere una valutazione sufficiente

La riforma non entra in vigore!!!!

Riforma Moratti del 2004 (ministro per cinque anni) v. Pag 21

- la storia viene staccata dalle altre discipline e privata di ogni


collegamenti con le altre scienze sociali: viene rovesciato
l’approccio didattico dei programmi del 1985.

Indicazioni Fioroni del 2007


- riconosciuto il collegamento tra storia, geografia e le altre
scienze sociali

Storia nella scuola secondaria


1996 (per la scuola di secondo grado) 1997 (istituti
professionali p. 22) 2001 (completamente con riforma Moratti):
nuovo programma di storia

Insegnare la storia
- Bisogna abituare lo studente ad avere abilità e capacità di
acquisire conoscenze, no veicolare solo competenze codificate

- Insegnare ad apprendere: quindi didattica formativa

- Tuttavia non rinunciare a fornire competenze di base

Curriculo: percorso formativo

la sua progettazione è una delle operazioni che costituiscono


la Programmazione didattica: individuare i traguardi generali
di apprendimento per classi e studenti (operazione diversa dal
pianificare in che modo svolgere un programma e come farsi
seguire dalla classe)

Cinque fasi (schema circolare )

1) analisi della situazione (individualità, ambiente sociale e


familiare, spazi, servizi..)

2) Scelta degli obiettivi

3) Scelta e organizzazione dei contenuti (da veicolare, in


relazione agli obiettivi)

4) Scelta dei metodi (collaborare con altri prof)

5) Valutazione (teine conto anche dei ragazzi con disabilità)


Infine ritorno al punto di partenza e se qualcosa non è
andata provo con un altro metodo

Programmazione didattica: nel concreto si svolge su 3 livelli

1) piano dell’offerta formativa (redatto ogni anno dal collegio


docenti)

2) Programmazione del consiglio di classe o interclasse (per


scuola primaria)

3) Programmazione disciplinare annuale


Unità didattica: momento conclusivo della programmazione
per obiettivi

Elementi base

- titolo

- Indicazione del Contesto scolastico (classe, tipo di scuola)

- Situazione della classe (ragazzi con disabilità)

- Prerequisiti (di partenza, e di conoscenza)

- Indicazione del Momento e dei Tempi di realizzazione (primo,


secondo quadrimestre)

- Obiettivi (di tipo formativo e cognitivo)

- Contenuti

- Metodologia didattica

- Strumenti e materiali (brani storiografici, filmati, carte)

- L’impegno orario (quanto dedicare ad un argomento)

- Valutazione , giustificata in relazione agli obiettivi e ai


contenuti.

Didattica tradizionale
Poggia su 3 pilastri

- Storia generale per un senso di completezza della


conoscenza

- Seguire un principio logico-sequenziale (un continuum dalla


preistoria a oggi)

- Modello trasmissivo standard del sapere (lezione frontale del


docente+studio del male + interrogazione orale/scritta).

Critiche e validità della didattica tradizionale:

Molti lo valutano negativo

Non sappiamo se è lo studio della storia generale a creare


disinteresse nei giovani.

La storiografia del 900 (les annales) ha scardinato la visione


rigida del tempo storico mettendo in evidenza i risvolti sociali
economici, culturali sia le discontinuità: sotto questa luce
anche i singoli avvenimenti sono degni di attenzione.
Rispetto alle critiche, comprende una varietà di strumenti di
supporto

Vantaggio: ascoltare un insegnante stimola e appassiona


maggiormente

Didattica modulare
Il modulo: modo di impostare il processo di insegnamento-
apprendimento (no un insieme di unità didattiche)

Concretamente l’unità modulare è:

un dossier composto di 1) testi, 2) materiali scritto-grafici 3)


materiali iconici.
Quindi i suoi materiali di base possono essere 1) storiografici
2) diversi (fonti storiche primarie) (itinerari e percorsi nel
territorio)

Le 4 fasi del modulo di apprendimento:


Fase prima: riflessione sul presente

Fase seconda: dal presente al passato

Fase terza: ricostruzione e analisi del passato (operatori


cognitivi spazio-temporali

Fase quattro: ritorno al presente

Unità didattica modulare (struttura)


Titolo

Materiali

Esercizi

Esercizi di ricapitolazione

Prove di valutazione finale (valutare qualità e quantità di


apprendimento)

Testi di raccordo (differenza rispetto ai manuali tradizionali)

Apparati di supporto (bibliografie, glossari)

Guida all’uso

Vantaggi e svantaggi didattica modulare

Principale vantaggio: rottura con l’insegnamento manualistico


della disciplina e lo studente sviluppa capacità cognitive

Ma l’aspetto cronologico non deve essere abbandonato

Altro vantaggio: possibilità di monitorare tutte le abilità dello


studente

Laboratorio di didattica della storia

Scuola dell’infanzia (p. 27-28)

Tedesco p. 31

Santo Mazzarino p. 32

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