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Sulla funzione degli studi classici nella società contemporanea

Author(s): Santo Mazzarino


Source: Studi Storici , Oct. - Dec., 1967, Anno 8, No. 4 (Oct. - Dec., 1967), pp. 659-668
Published by: Fondazione Istituto Gramsci

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/20562898

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SULLA FUNZIONE DEGLI STUDI CLASSICI
NELLA SOCIETA CONTEMPORANEA *

Partiremo da una questione pregiudiziale: tanto piu significativa


per il lettore di questa rivista, dove di recente sono apparsi, per
esempio, l'articolo di G.A. MANSUELLI sull'urbanistica antica, con
riferimento ai moderni metodi di detezione, e quello di R. ZAN
GHERI sui rapporti fra storiografia e moderna ricerca quantitativa.
Possiamo, cioe, chiederci: la t e c n i c a << macchinistica ? moderna
puo contribuire in maniera originale allo studio di quel mondo clas
sico, che pur sembra - a prima vista, e a molti osservatori - cosi
alieno da essae Taluni ritrovati tecnici recano aiuto alla ricerca del
classicista; taluni altri si muovono, almeno sinora, su terreno allotrio,
e comunque diverso, anche quando appaia, nel tema (scelta tra infor
mazioni), non privo di connessione. Per un primo chiarimento,
esaminero, volta a volta, la natura del rapporto fra determinate
esperienze tecniche e la ricerca storica relativa al mondo classico.
i) Esperienze tecniche che, almeno finora, non trovano applica
zione, o corrispondenza, in campi di ricerca classicistica ad esse appa
rentemente affini, come p. es. la scelta fra configurazioni diverse del
l'informazione. Prendiamo il caso di una indagine sulla legge giudi
ziaria di C. Gracco, intorno alla quale le nostre informazioni si pre
sentano in due configurazioni diverse: da un lato, la tradizione di una
adlectio di cavalieri in senato, ai fini delle quaestiones; e dall'altro, la op
posta tradizione appianea, di un passaggio delle quaestiones dal senato
ai cavalieri, per la quaestio de repetundis. Se in questo caso, con riferi
mento alle applicazioni proprie dei dispositivi cibernetici, noi vo
lessimo per avventura applicare criteri analoghi alla teoria mate
matica dell'informazione, non arriveremmo a conclusioni: e cio
per la semplice ragione che la scelta binaria e, nel nostro caso, sol
tanto q u a 1 i t a t i v a, non calcolabile, cioe, in termini di differenze

* Scritto in occasione d'una mia relazione al Convegno su ? Scienze Social^


Riforma universitaria e Societ? italiana? (Milano, nov. 1967).

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matematiche. Infatti, una scelta qualitativa tra i due tipi di tradizione


ci assicura che quella fondata su una pretesa adlectio e sorta in funzione
di posteriori esperienze, e dunque e una deformazione storica, men
tre l'altra, appianea, libera da siffatte deformazioni, riflette la verita.
Fortunatamente nel nostro caso, la parte antica della tavola bembina
conferma, in via documentaria, quella scelta, che e, nella sostanza,
q u a I i t a t i v a; e che, si badi, resterebbe tale, anche se non aves
simo, come fortunatamente abbiamo, la conferma offerta dalla parte
antica della tavola bembina (comunque si identifichi questo testo
epigrafico).
In conclusione, per ci6 che riguarda questo primo punto, dob
biamo riconoscere che c'e un salto fra le possibilita aperte ora, in
ambito tecnico, dal calcolo di ?(speranza matematica?# offerta da
un segnale di informazione (e dalla possibilita di riduzione d'incer
tezza in caso d'informazioni a livelli equiprobabili), da un lato, e,
dall'altro, dalla valutazione delle informazioni nell'ambito delle
fonti storiche. La deformazione storica sfugge ad un calcolo di den
sita delle probabilita, appunto perche la nozione di essa deformazione
parte non gia (per esprimerci in termini cibernetici) dalla misura
della indifferenziazione, si, al contrario [a parte i casi di entropia
vera e propria: cfr. infra, punto 3], dalla ricerca sulla cosciente con
figurazione falsa del dato. Sicch6, se a principio di questo punto i
parlavo delle esperienze tecnico-cibernetiche sull'informazione co
me di esperienze che (almeno sinora) non trovano applicazione ne
gli studi storico-classici, potremmo ora concludere che, prevedibil
mente, queste esperienze tecnico-cibernetiche, in quanto tali, non
potranno avere neppure in avvenire un'applicazione degna di nota
negli studi classici, per cio che riguarda la distinzione tra deforma
zione storica e tradizioni degne di fede nelle nostre fonti classiche.
2) Diverso e il caso del calcolo statistico di variazioni, in quanto
tale calcolo possa applicarsi a indagini storico-economiche e storico
strutturali. Se infatti vogliamo sapere quale sia, ad esempio, la sta
bilita monetaria dell'impero romano, o di grandi zone dell'impero
romano, in un determinato periodo, dobbiamo calcolare, almeno
in certe condizioni e per certi scopi, il coefficiente di variazione dei
pesi del medio circolante coniato in metallo nobile, sulla base del

l'equazione v M , ; in questo caso, e in altri analoghi, la curva

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delle frequenze, con il corrispondente diagramma, consentira di pas


sare da un giudizio quantitativo (matematico) ad un altro d'ordine
qualitativo (stabilit"a di un sistema economico-monetario in suoi
aspetti fondamentali). Ancora piut evidente e il caso dell'analisi di
una monetazione con spettrografo, o dell'analisi chimica: cosi, di
una monetazione ai fini della ricerca sulla politica economica di un
imperatore (per esempio, ricerche di GUEY SU Settimio Severo).
Allo stesso modo, in tutt'altro campo, se vogliamo considerare le
strutture linguistiche di un determinato testo classico, ed altresi feno
meni di ordine generale come il rapporto fra lingua culta classica e
non, o altri momenti similari, dobbiamo tener conto di prospettive
offerte dalla statistica linguistica, a cominciare dalla legge di Zipf
(f. r costante) e dalle altre che con questa piu o meno diretta
mente si collegano.
3) Dendrocronologia, con riferimento alla maggiore grossezza
degli anelli di crescenza negli anni caldi e umidi rispetto agli anni
di siccita. Tutti ricordano le osservazioni di Michele ROSTOVZEV a
proposito della teoria di Ellsworth HUNTINGTON, che collegava la
crisi della civilta classica con la fine del periodo piovoso nel Medi
terraneo e con l'inaridimento dell'Asia centrale, cemiera della mi
grazione del popoli.

<?Debbo confessare? - diceva Rostovzev - <<che i capitoli storici dei libri, pur
cosi interessanti, del prof. E. Huntington, cioe Civilisation a. Climate (1924) e spe
cialmente World-power a. evolution (1920), cap. XI, ...non mi hanno persuaso: pero
io non son certamente competente nei problemi della climatologia storica.?

Naturalmente, I'analisi delle bio-varve ha rivelato, oggi, altre


possibilita; ma per cio stesso la dendrocronologia si e fatta piiu pru
dente e ha acquistato coscienza della complessita dei fenomeni di
analisi ch'essa puo offrire. In alcuni casi, la complessita\ (o divergenza)
di informazioni puo sembrare risolubile con apparecchi elettronici;
ma appunto percio, quando si trattasse di combinare tali informazioni
con i dati delle nostre fonti classiche letterarie, le difficolta aumentano,
per ragioni analoghe a quelle che abbiamo indicato sopra, al punto i.
4) Metodo fondato sulla fisica nucleare, in particolare sulla di
sintegrazione relativamente lenta del radioisotopo C I4. In seguito
alla scoperta di Libby, misurando la radioattivit'a residuale dei

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resti organici precedentemente rinchiusi e puliti con cura, ed a parte


il margine di errore (che peraltro tenide ormai a ridursi, con tecnica
avanzata), possiamo calcolare, in base alla legge del decadimento
radioattivo, la data dei resti stessi, e dei reperti che con essi si colle
gano. t questo, insieme con l'archeologia aerea, il massimo contri
buto che gli studi sul mondo antico in genere abbiano ricevuto
sinora dalla tecnica scientifica del nostro tempo; ed esso vale, anche
(starei per dire: vale, per certi aspetti, in modo particolare), come
punto di riferimento a parapegmi cronologici in rapporto al mondo
classico, su cui, d'altra parte, abbiamo le fonti letterarie (oltre che
documentarie) piu ricche di contenuto umano. Un esempio: nel
l'eta romana, documento di prim'ordine sono i manoscritti del
Mar Morto, specialmente il commentario a Habacuc, da cui tra
spare una ferma ostilita contro i Kittim, cioe i Romani; quando,
con l'esame della radioattivita residuale, si pote stabilire che i tessuti,
dove i rotoli erano stati avvolti, andavano datati fra il 167 a.C. e
il 233 d.C., non percio si chiari il quadro cronologico-storico in
cui si ponevano i manoscritti. Diremo di piui: anche se si riuscisse
ad eliminare o a ridurre il margine di errore, che in quel primo
calcolo raggiungeva addirittura quattro secoli, non percio l'inqua
dramento richiesto sarebbe ottenuto: il nudo dato cronologico ha
sempre bisogno di una interpretazione, che in questo caso implica
una ricostruzione storica dei rapporti fra Romani e giudaismo nel
I secolo a.C. e nel I d.C. (almeno a mio giudizio). Ed insomma:
il problema storico consiste nello stabilire se quei manoscritti va
dano attribuiti (come si ritiene generalmente dai piu) a Esseni, o
non piuttosto (come io ritengo) ai ben altrimenti combattivi pre
decessori e preparatori del movimento zelotico (diciamo cosi, ai
Protozeloti); la datazione secondo la misura della radioattivit"a
residua, anche quando fossero eliminati o ridotti i margini di in
certezza, sara sempre una premessa, non gia la soluzione, del vero
e proprio problema storico. II contatore Geiger non potra mai so
stituire il cervello dello storico.
5) Uso della fotografia aerea, fondato sulla natura assai piiu com
pleta di una visione fotografica unitaria, relativamente a fenomeni
fissabili solo nell'immagine aerofotografica, in particolari condizioni
di luce o meteorologiche e con appositi filtri, o lastre a colori (con
siderando il rapporto tra esistenza di ruderi nel sottosuolo e colora

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Sulla funxzione degli studi classici nella societd contemnporauea 663

zione piiu chiara della vegetazione, e cosi via). Nihil novi sub sole:
stavolta e proprio il caso di dirlo: i nostri aerei, che lavorano per
lo piu, a questo fine, a quota tra I.OOO e 2.000 metri, erano stati pre
ceduti dal pallone frenato, le cui fotografie dovevano accompagnare,
in un'eta che potrebbe chiamarsi ancora eroica per le indagini sul
Foro Romano (I899), le ricerche di Giacomo Boni. Ma come il pal
lone frenato del I899 forniva una indicazione, non gia una solu
zione esclusiva, per la ricerca storica sull'area del Foro Romano,
cosi pure le nostre moderne indagini di fotografia aerea, infinita
mente piiu complesse e ricche che non i lontani precorrimenti del
I899, hanno ugualmente bisogno di una interpretazione, che solo
e data dall'esegesi storica delle fonti primarie e secondarie. La # vue
aerienne)> del col. BARADEZ ha aperto, nel 1949, nuove prospettive
sulla tuitio limitis nell'Africa romana; e gia nel 1934 una grande opera
del p. POIDEBARD aveva iniziato una nuova era nella ricerca su << la
trace de Rome dans le desert de Syrie?; l'emploi systematique
de la photographie aerienne, double de l'exploration au sol, a de
cele les vestiges de nombreux ouvrages jusqu'alors insoupNon
nes ?, come ben disse, in un libro del 1952, Denys VAN BERCHEM.
Ma proprio il libro di Van Berchem ha mostrato che il grosso pro
blema storico e posto, non risolto, dalla pura costatazione archeo
logica su base esplorativa aerea (e terrestre); e il problema di cio
che si intende, con limes e limitanei, nell'et"a del basso impero, attra
verso 1'evoluzione capitale che conduce da Diocleziano a Costantino.
.sNos critiques - precisava Van Berchem - visent moins la me
thode d'investigation du Pere Poidebard que les th6ories qu'au vu
de ses resultats, on tend a echafauder >; e gia questa affermazione,
o precisazione, puO aiutarci 'a definire il rapporto metodico fra
risultato dell'esplorazione aerea e interpretazione storica. I1 pro
blema storico, che consegue agli studi di archeologia aerea di Poide
bard, e che e tra i piu difficili della storia romana, deve infatti
partire (come, del resto, e naturale) dai dati delle fonti letterarie:
evaorspc rjov xocapcpv, che Malala usa a proposito delle sedi dei duchi,
indica che le truppe al comando dei duchi erano, in eta tetrarchica,
del tutto distinte da quelle dei limitaneie Insomma, l'archeologia
aerea ci ha rivelato un notevole numero di monumenti pertinenti
al limes siriaco, o con questo connessi; ma l'immagine precisa del
limes, con le sue implicazioni giuridiche e militari, nel quadro

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organizzativo dell'esercito tardo-romano, puo essere data soltanto da


un esame integrale dei testi (anche relativamente al 30 secolo d. C.;
come ha mostrato, pure, un lavoro di G. VITUCCI), insieme con quello
dei dati forniti dall'esplorazione archeologica, specialmente aerea.
Analogo ragionamento puO farsi, come e naturale, per il limes afri
cano; e, in genere, per tutti i nuovi grandi temi posti dall'accerta
mento di dati non conoscibili per mezzo dell'esplorazione da terra.
Ne rechero un altro esempio, il piu recente che mi sia noto: un de
cennio fa, circa, io stesso e K.F. STROHEKER, abbiamo messo in rilievo,
sulla base di una indagine esclusivamente storica, eventuale traccia
di attivit"a greca d'intorno ai primi del IV secolo a.C. alla Padusa ra
vennate; ora l'archeologia aerea, come hanno sottolineato R. CHE
VALLIER e G. SCHMIEDT, mostra appunto tracce di attivita preromana
in quella zona; il problema storico consiste nell'inquadramento dei
vari <<cordoni>> nell'attivita portuale classica in zona adriatica.
La caratteristica del nostro tempo, il quale tende come ad un
preordinamento degli studi e a una divisione del lavoro, puo ren
dere opportuno cio che in altri tempi sarebbe stato, forse, superfluo:
voglio dire un breve discorso sul rapporto tra i due procedimenti:
da una parte il tipo di esplorazione storico-archeologica, ispirato
ad una tecnica tutta moderna di fotografia applicata (l'aereofoto
grafia) e dall'altra la tradizionale ricerca su materiale documentario,
primario e secondario. Taluno potra chiedersi quale sia, di questi
procedimenti, il prius e il posterius. Ma va da se che un siffatto quesito
non avrebbe una giustificazione scientifica; si, se mai, pratica, tenuto
conto di quella tendenza al preordinamento e alla divisione del lavoro,
di cui si diceva. Quando G. LUGLI, nel 1939, pubblico i Saggi di
esplorazione archeologica a mezzo della fotografia aerea, il suo punto
di partenza era, naturalmente, il materiale documentario primario
e secondario, a cominciare dall'iscrizione di Claudio con inunda
tionis periculo liberauit (e cosi via, anche per tutta la tradizione lette
raria sul porto di Claudio), e la connessa esplorazione da terra; aveva
illustrato i testi, con l'esplorazione da terra, in un libro del 1935,
II Porto di Roma imperiale e l'agro portuense; l'indagine aerofotografi
ca del I939 era, giNa in questa fase eroica di tale tipo di esplorazione,
un complemento necessario. Ormai, dopo il lavoro di questi pio
nieri, non c'e prius e non c'e posterius; la distribuzione del lavoro
rende ancora piCu evidente quella unit'a di ricerca, che gi'a nel ricor

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Sulla Junzione degli studi classici nella societd contemporanea 665

dato caso dell'indagine di G. LUGLI SUl porto di Claudio, era apparsa


come un'esigenza chiarissima. Chiunque si trovi a considerare, per
esempio, i lavori di R. CHEVALLIER O del nostro gen. G. SCHMIEDT
si rendera facilmente conto di questa unita nell'ispirazione fonda
mentale dell'indagine aerofotografica; senza siffatta unita di ispira
zione, le ricerche su Spina (ALFIERI-VALVASSORI), sulla sabina Aefulae
(CozzA), su tracce di centuriazione accertate con aerofotografia
(CASTAGNOLI) non sarebbero state possibili.
6) Recupero di materiali sommersi. Anche di questo metodo di
ricerca, che la tecnica del nostro tempo ha messo a disposizione
degli storici e archeologi, puo dirsi (com'e, del resto, naturale) cio
che si diceva dell'archeologia aerea. Le elettropompe, con cui l'ing.
Uccelli, nel I927, abbasso il livello del lago di Nemi, non erano che
il compimento tecnico di una antica aspirazione di recupero, gia
profondamente sentita (con tentativi sia pure falliti) in eta umani
stica, al tempo di L.B. Alberti (I446/7); a quell'aspirazione il nostro
tempo pote aggiungere una approfondita conoscenza storica, che
deve porsi accanto agli accorgimenti tecnici, ma non se ne distin
gue mai. t da augurare che sia possibile, un giorno, scrivere una
storia del commercio romano anche sulla base dell'esplorazione
subacquea (per esempio sulla base della approfondita indagine sulla
navi onerarie romane, e cosi via); ma batiscopii e scafandri e telefoni
e segnalatori di superficie, che renderanno possibili gli sviluppi
delle necessarie attrezzature per campagne d'esplorazione subacquea,
saranno gli strumenti di un'interpretazione storica, se non vorranno
essere purl e semplici mezzi di una erudizione sollecitata dalla
tecnica.
7) Analoghe considerazioni vanno fatte per il sistema Lerici.
Analoghe, infine, per quegli accorgimenti tecnici (fotografia appli
cata, tecnica di conservazione, metodo di restauro, e cosi via), che
BIANCHI BANDINELLI farebbe rientrare nella << pianificazione scien
tifica? archeologica, altrettanto necessaria, com'egli ha giustamente
osservato, quanto lo << spirito di sacrificio ? dell'archeologo.
I1 senso di ogni discussione sugli studi classici nella societa con
temporanea e appunto questo: verte sul rapporto fra cultura, cioe
pensiero storico, e specializzazione pura, cioe erudizione. Riuscire
mo a salvare, pur con l'altissimo livello di specializzazione tecnica,
le premesse generali che ne fanno strumento di cultura?

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666 Sanito Mazzarinio

JI precedente discorso giova a proporne un altro, piu ampio.


Come gia abbiamo visto, la correzione di un errore di trasmissione
su linea telefonica o hertziana, nell'ambito della teoria della informa
zione di Shannon, e di natura abbastanza diversa dalla correzione
di un errore di informazione derivante da fonti letterarie, nell'am
bito della ricerca su storia antica. Ma, in compenso, la ricerca su
storia antica deve necessariamente giovarsi di procedimenti tecnici
o matematici, come i metodi della dendrocronologia, del radio
carbonio, dell'aerofotografia, dell'esplorazione subacquea, della sta
tistica di variazioni. C'e, insomma, in taluni casi differenza, in altri
integrazione strettissima fra procedimenti che di solito si defini
scono # tecnici > o < matematici ?> e procedimenti che di solito si
classificano fra quelli propri delle scienze umanistiche-storiche. L'in
tegrazione diventa, addirittura, identita quando ci si muova nel
I'ambito delle ricerche di storia economica e sociale: un'indagine
sulla storia dei prezzi, la quale parta dalla legge di Fisher, puo chia
rire, al limite, la stessa vicenda, per esempio, della crisi di una
economia monetaria nella pars occidentale dell'impero romano:

P M Q e una legge matematica che lo storico applichera con


intelligenza, tenendo gran conto, per altro, dell'elemento V, che apre
lo spiraglio verso reazioni non controllabili con metodi astorici.
Integrazione, dunque, fra tecnica (o matematica) e scienze sto
riche: ai tempi del pallone frenato di Boni, nel I899, cio appariva
un sottinteso naturale; oggi, in un certo senso, discutiamo sul
carattere di quell'integrazione, e sui modi di essa. Perch6? Perche
oggi la divisione del lavoro, e la specializzazione che ne consegue,
ci ha condotto a questa, che in se e per se e una stortura: la distin
zione fra due culture, quella umanistica e quella tecnica. Ci sono -
dice Snow - letterati che non si interessano dei bottoni, e scienziati
che a stento hanno provato a leggere Dickens. Ed in Scienza e go
verno svolge un altro tema, connesso con questo: il rapporto, nel
nostro tempo, fra lo scienziato e il potere.
L'antichita classica non conobbe la distinzione fra le due cul
ture, ma conobbe il rapporto fra lo scienziato e il potere. Demetrio
di Falero, signore di Atene, e filosofo peripatetico, usava una <(auto
mobile ? per la -roEltn' in onore di Athena. Polibio, politico-storico,
invento un sistema perfezionato di telegrafo, base del sistema Mor

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Sulla funzione degli studi classici niella societd contemnporanea 667

se. Un simbolo di questo classico rapporto fra scienza e governo


e l'azione scientifica di Archimede. La tecnica del mulino ad acqua
e legata al nome di Mitridate. Nell'eta imperiale romana, possiamo
citare, per esempio, quattro casi: la scoperta di Sabino; l'< auto
mobile?> di Erode Attico; il de rebus bellicis; il mulino ad acqua
fluviale in occasione della guerra romano-gotica.
I1 presupposto di tutto cio e il seguente: anche per l'uomo an
tico, assai spesso la tecnica rientra nel bagaglio dell'azione politica.
L'Agamennone di Platone non deve tardar a contare i soldati, il
politico di Platone deve sapere di geometria. Addirittura, l'uomo an
tico puo identificare trionfo della tecnica e eta dell'oro: yzu6peD'CP
xZtou frO'Tou 7oeLv e'L aLZoc ,uo6lOU aM"VUCoF&L AIov5g "pyo WRoCaxO
vte4x (Antipatro di Tessalonica). C'e da un lato un < tipo ? ideale,
che puo essere mitico, 1'eta dell'oro; dall'altro un ep-juo, che con
siste nell'automazione, la quale, secondo qualche antico, puo ricon
durci a quel << tipo#> ideale mitico.
In ogni caso, l'uomo antico non conosceva un contrasto fra
<le due culture >. Secondo Polibio, che inventava un sistema perfe
zionato di telegrafo, la vicenda di una siffatta tecnica era utilissima
per la ricerca storica, -g &O6vT(Oq la-opcax Guvwrtesy[Lvq WipkeX? -
?oTov, in quanto dava nozione dei progressi raggiunti, x4at&i
7npoxo7ocq. A parte Polibio (che anche in cio si rivela abbastan
za vicino a esigenze di storiografta scientifica), si puo dire che in
genere l'uomo antico classico ha raggiunto una nozione della
unitai di cultura, di cui le specializzazioni non sono che mani
festazioni ulteriori. Percio, nell'eta tardoromana una scuola a li
vello che noi diremmo <<universitario>> poteva contare tra i suoi
professores studiosi di medicina o di filosofia accademica, ma sempre
nel quadro di una formazione culturale unitaria, ispirata alle arti
liberali. La crisi della cultura pagana pote indurre talun pensatore
o politico cristiano o pagano, nel III e IV secolo, a porre il problema
se i professori cristiani, i quali non credevano agli dei di Omero
(e di Virgilio), potessero insegnare Omero (e Virgilio); Tertulliano,
cristiano, e Giuliano, pagano, negavano questa possibilita; ma pur
dopo Giuliano i professori cristiani continuarono a insegnare Omero
e Virgilio.
La specializzazione e soprattutto un portato della cultura moderna:
io ho il mio <(Fach #>, sono responsabile per esso. Le eccezionali con

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668 Santo Mazzarino

quiste della scienza contemporanea, e di quella che si annuncia pel


futuro, giustificano questa nozione del << Fach >, e le danno un con
tenuto preciso. Ma solo a patto che non si dimentichi, per essa, la
nozione dell'unit?a della cultura. Potremo conquistare, o riconqui
stare, questa nozione attraverso una <(riforma universitaria)>? La
sciatemi dire qual'e la mia convinzione su questo punto, anche se
questa convinzione dovesse autorizzarvi a mandarmi al rogo. Le
riforme universitarie sono opportune, specie quando una societ"a
sia, sul piano economico e sociale, cosi evoluta da renderle possibili
e necessarie; ma esse resterebbero vane se la nozione dell'unit"a di
cultura non fosse gia sottintesa e conquistata dall'interno. Un com
ma di legge (io non saprei quale) potrebbe forse aiutare il profes
sore a far intendere a uno studente che, per una ricerca sulla
struttura giuridico-sociale dell'esercito romano, e necessario a un
tempo saper leggere le fonti in lingua greca e latina, ed altresi
saper leggere le fotografie aeree del limes, cosi come, per esem
pio, le insegnerebbe a leggere il gen. Schmiedt. Ma quel com
ma di legge, se pure si riuscisse a escogitarne uno, resterebbe lettera
morta finche una siffatta esigenza unitaria non scaturisse dal vivo
della ricerca stessa.
A questa esigenza unitaria si potra dare il nome di << storicismo?
(un nome che, purtroppo, Si presta a varie accezioni) in quanto
coscienza della storia come storia di comunita - nel caso nostro,
delle comunit"a antiche - e degli organismi che le compongono.
L'uomo d'oggi puo mettere accanto al paradigma classico molti
altri: i classici K'ung della cultura cinese, l'arte di Benin dei Nige
riani, l'arte di Bonampak dei precolombiani, e cosi via all'infinito:
insomma, una crasi di culture paradigmatiche, e dunque, nessun
paradigma come tale. Ma proprio per cio, nel quadro dello stori
cismo nuovo, la specializzazione, se vuol essere momento di cul
tura e non di erudizione vana, dovr"a diventare un paragrafo: il
grande capitolo rester-a sempre l'umanesimo, che si e fatto demo
cratico, ossia si e storicizzato nella nuova societ"a del nostro tempo.
Ed in esso e ancora il simbolo di una unita dell'ispirazione di ricer
ca: perduta questa unit-a si perderebbe (lasciate ch'io non dica: si
perdera) il significato profondo dei nostri studi, non solo classici,
ma classici e tecnici al tempo stesso. Santo Mazzarino
** Durante la correzione delle bozze, ho appreso la terribile notizia della
scomparsa di G. LUGLI: questo articolo si pubblica, percio, nel segno di un
profondo cordoglio, e del ricordo piu affettuoso, per lo studioso e maestro insigne.

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