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LO Spleen
N° 1, Ottobre 2010 - Liceo Classico Tito Livio Milano
Editoriale
Baudelaire aveva ragione In questo numero:
Baudelaire scrisse “I fiori del Male” nel
1857 e trovò l’immediata opposizio-
ne di una Francia non ancora pronta
ad una poesia tanto vigorosa nel suo
espressionismo crudo e disilluso, quan-
to drammaticamente consapevole, con
echi romantici, della tragicità dell’esi-
stenza umana. “Spleen” è il titolo di
due componimenti presenti nell’opera.
Spleen è l’esempio di una parola che
trova la forza espressiva in se stessa, parolacce senza tempo jimi e' ancora leggenda
di un lessico che reinterpreta il passato pag 4 pag 9
arricchendolo di nuovi significati me-
diati dall’esperienza del presente. Sple-
en è la milza, l’organo che per i Greci
era sede dei sentimenti più intensi e
irrazionali della natura umana. E la po-
esia di Baudelaire è densa di un mag-
ma di emozioni controverse e contorte.
C’è, nelle parole del poeta, tutta una
dimensione di trappola e di cattività
sofferente. Baudelaire si descrive im- dali', il sogno continua io me ne vado a teatro
merso in un “tedio ininterrotto”, una pag 5
pag 10
noia esistenziale, in una sorta di dolo-
rosa anossia che lo rinchiude nell’in-
quietudine. Tutto è carcere, tutto è
gabbia: la terra diventa un’ “umida Moschea a Milano: Perche' Si' - pag 2
cella” e la Speranza è un “pipistrel-
lo maldestro” che vorrebbe trovare MOSCHEA A MILANO: Un'altra versione - pag 3
la libertà del suo infinito e s’imbatte in memoria - pag 6
soltanto nei muri della disillusione.
Anche la pioggia, con le sue “stri- anch'io me ne vado a teatro - pag 7
sce sterminate”, assume i conno-
tati di una “prigione immensa”.
"la solitudine dei numeri primi" - pag 8
È la rappresentazione di una real- rubrica "the wall" - pag 11
tà che opprime e trattiene. Una re-
altà tanto più deleteria e tragica, eventi - pag 12
quanto più condannata a questa
sua condizione di eterna prigionia.
È la consapevolezza di ciò a uccidere il
poeta. Del fatto cioè che questa realtà Direttore: Martina Botti
Vice-direttore: Martina Ghiringhelli
non cambierà, rimarrà sempre la stes-
Art director: Alessandro Bogliari
sa. Ogni stagione avrà i suoi tiranni e
Mail: lospleen@gmail.com
Blog: http://spleentitolivio.blogspot.com/
Continua a pagina 2
Il giOrnalinO de LO Spleen
le sue censure, ogni nazione avrà i suoi Abbiamo idee svuotate, mistificate
potenti che imporranno i propri limiti, dall’acquiescenza, e iniziative sfatte,
giustificandoli sempre con nuove ra- sconfitte fin dalla partenza. Il nostro
gioni, ottenendo sempre l’effetto di un compito è allora quello di non ricade-
silenzio e di una sconfinata detenzione. re nell’errore del passato, di recupe-
E forse Baudelaire ha avuto ragione. rare un senso e ridargli significato. Di
Forse ci ha lasciato la sua disperata liberarci da quel “popolo muto di ragni
previsione perché la confermassimo. infami / che appende le sue reti den-
O perché la vedessimo confermata. tro i nostri cervelli”. Dobbiamo trovare
E noi non lo abbiamo deluso, stiamo una nuova voce e una nuova ragione.
assistendo alla morte della cultura e Partendo da noi stessi, dai nostri idea-
del pensiero. Viviamo in uno mon- li e dal coraggio nella loro affermazio-
do dove la stampa è propaganda e la ne. Ricordando sempre ciò che disse
televisione la nostra nuova prigione. Gaber, che “libertà è partecipazione”.
Il celeberrimo Antica Grecia. Due parole che a per un qualche avvenimento potre-
vocabolario noi del liceo classico evocano pa- ste esclamare οιτοτοτοτοτοτοτοι!,
Greco-Italiano recchie immagini: storia, filoso- ahimé! Se invece vi sentite minac-
fia, pòleis, insulti, parolacce... ciati dalle pulci, e particolarmente
un momento, insulti e parolacce? potenti in fatto di magie, potreste
Ebbene sì: anche i nostri cari ami- affidarvi a ωκ ωκ, un buon grido
ci greci ritenevano opportuno, magico contro i fastidiosi animaletti.
ogni tanto, farsi valere a suon di La categoria sicuramente più sbalor-
maleparole. Ma vediamo come. ditiva e divertente è quella dei verbi
I classici “farabutto”, “pallone gon- delle cui modalità d’uso siamo un po’
fiato” e “buffone” si trovano anche dubbi. Dai commediografi ci arriva-
in alfabeto greco. C’è poi quella cate- no perle quali il famoso ραφανιδόω,
goria di verbi che non sono altro che ovvero l’azione di infilare un rava-
gli antenati del nello nel poste-
“
nostro “vai a quel riore di qualcu-
paese”: spicca- no: pare che, in
no αποθυννίζω, una commedia,
“mandare ai ton- ραφανιδόω: questa fosse de-
ni”, e βαλλ’ες scritta come la
κòρακας, “vai infilare un ravanel- punizione per
ai corvi”. Potreb- lo nel posteriore l’amante della
”
be tornarvi utile moglie scoper-
apostrofare qual- to dal marito.
cuno di sgrade-
vole dicendogli
di qualcuno Curioso è anche
πρωκτοτηρέω,
κοκιυε (fatti un fare l’ispetto-
pianto), εξεμει re dei deretani:
(mi fai dare di mi chiedo chi
stomaco) e, nel potesse esse-
caso costui vi abbia proprio esaspe- re costui e per quale motivo faces-
rato, potreste lanciargli un cattivo se tale mestiere. Esisteva però una
augurio con un bel εξολοιο (che ti πρωκτοπεντετηρίς, festa straor-
prenda un colpo!). Nel caso chi ave- dinaria dell’ano, che mi lascia piut-
te di fronte non vi piaccia fisicamen- tosto di stucco, ma che allo stes-
te, potreste sostenere che questi sia so tempo mi fa pensare che i due
un γαστρων, un pancione, che sia termini possano essere collegati.
ορνιθοπροσωπος, ovvero dal volto Dulcis in fundo, υποπερδομαι signi-
simile ad un volatile, o addirittura fica “emettere flatulenze di nascosto”
arrivare a chiamarlo δασύπρωκτος, e υποπιθηκιζω, “fare la scimmia”.
uomo dalle natiche villose. Ora non venitemi più a dire che il
Tra le evocazioni imprecative tro- greco è monotono, noioso e antico.
viamo φύ, usato dai greci più fini Ampliate la vostra cultura e mo-
per indicare qualcosa che non fosse strate a tutti quanto siete colti:
di loro gradimento; nel caso in cui se qualcuno vi prende in
vi riteniate particolarmente tapini giro, mandatelo ai tonni.
OttObre 2010 - pag 5
Io me ne vado a teatro
di Niccolo' Terracini - IIE
Quanti di voi direbbero mai que- personaggio una figura vera, dina-
ste parole? Quanti di voi hanno mai mica, realistica, e non una semplice
pensato di recarsi, spontaneamente unione di battute e dialoghi privi di
e senza l’incoraggiamento (o l’ob- vitalità. Inclusi nel progetto vi sono
bligo più o meno implicito dei pro- degli incontri diretti durante i quali
fessori), ad uno spettacolo teatrale? i potenziali giovani spettatori sono
Pochi, molto pochi. E questo perché? chiamati ad intervenire e e a cercare
Perché il teatro non è attraente, non di indagare, assieme ai professionisti,
invoglia, semplicemente non interes- le questioni fondamentali che rendo-
sa. Ma quanti di voi conoscono dav- no le opere classiche tali. Il teatro offre
vero il funzionamento di quella che la possibilità di entrare in una dimen-
viene chiamata “macchina teatrale”? sione non reale dove prendere del
L’ esperienza “Filodrammatici” non tempo per riflettere ma, a differenza
solo ha destato negli studenti coin- del cinema che non propone diversa
volti un particolare interesse, ma ha interpretazione rispetto a quella che
cambiato completamente la visione presenta, il teatro si presta a differenti
che molti avevano del teatro, grazie chiavi di lettura grazie anche alla sem-
alla profonda innovazione apporta- plicità della scenografia che permet-
ta dal progetto. La novità principale te di spaziare con l’immaginazione.
consiste nello svelare ad un pubblico Per questo il teatro rende possibile
giovane, che si affaccia per la prima al suo spettatore giocare un ruolo at-
volta a quello che è il complesso uni- tivo. Avere la possibilità di confron-
verso della rappresentazione sceni- tarsi con chi lo spettacolo lo mette
ca, il funzionamento della macchina in scena è un privilegio che rende il
teatrale tramite lo svolgersi di pro- caratteristico impulso all’interazione
ve aperte; tali prove, basate su uno tipico del teatro ancora più impor-
scambio di opinioni critico tra attori e tante. Il teatro è l’espressione di sé e
pubblico, contribuiscono ad una com- di tutto ciò che il pubblico ha dentro. Stencil su un
prensione a trecentosessanta gradi muro milanese
del palcoscenico, degli elementi che
lo costituiscono e dell’introspezione
psicologica dei personaggi attraverso
i piccoli gesti e i dettagli che non ver-
rebbero colti assistendo alla sempli-
ce rappresentazione. Questo tipo di
esperienza permette inoltre di essere
introdotti al lavoro che un attore com-
pie prima di una rappresentazione.
Dietro al copione, al testo da impa-
rare e alla semplice memorizzazione
infatti si nasconde l’interpretazione e
la rappresentazione scenica che l’at-
tore compie prima di ogni spettacolo.
Questo passaggio è essenziale perché
ha come scopo quello di rendere il
Il giOrnalinO de LO Spleen
forever
di Marisol Zanella - III B
Voglio parlare di un argomento triste, no mi sono tappata le orecchie, non
una di quelle cose di cui non si parla mai la volevo ascoltare, avevo paura
veramente, voglio parlare della morte. che non sarei più stata la stessa, che
Voi lo sapete cos’è la morte? Si, d’ac- non sarei più riuscita a sorridere.
cordo, il cuore smette di battere e E invece se c’è una cosa che ho im-
non ci si risveglia più; ma effetti- parato è che, nonostante tutto, la
vamente voi sapete cos’è la morte? vita è più forte della morte. E pro-
Sono sicura che molti di voi per for- prio quando inizi a capire il valo-
tuna non l’hanno mai vista, solo nei re di ogni secondo, ti accorgi che le
film, o da lontano, così lontano da cose più belle sono senza tempo:
farla sembrare la trama di un giallo. i sentimenti, i sorrisi, gli sguardi; sono
Io l’ho vista, la morte intendo, l’ho minuti eterni, secondi lunghi una vita.
vista da vicino, mi ha sussurra- E’ un peccato sia proprio la morte a far-
to all’orecchio per un certo tem- ci scoprire appieno il valore della vita.
po, prima era una vocina lonta- Quando la morte ti tocca ha le
na, poi sempre più forte; contava dita fredde e profuma di fiori; ar-
i giorni lei, la morte, e la sentivo. riva in un secondo, quando meno
Quando la morte arriva pesa sul l’aspetti, come le cose più belle:
Gustav Klimt cuore, è nell’aria quando ti sve- prima leggera come l’incredulità,
“Vita e morte” gli la mattina, tra l’odore del den- poi pesante, come la disperazione.
(1908-1911) tifricio ed il caos metropolitano. Non vi dirò che incontrare la mor-
La prima volta che l’ho sentita vici- te mi ha migliorata, non vi dirò che
ora sono felice, non vi dirò che non
la temo più, non la ringrazierò.
La morte mi ha portato via ciò che
più amavo, mi ha portato via troppo.
Posso però dirvi che la morte mi ha
insegnato la lezione più importante di
tutte, posso dirvi che, giorno dopo gior-
no, la morte mi sta insegnando la vita.
Sarai per sempre nel mio cuore.
OttObre 2010 - pag 7
Sono trascorsi 40 anni da quella mat- presto, però, il suo innato talento si Jimi Hendrix,
tina del 18 settembre 1970, quando lo palesa anche agli occhi di grandi per- Smoking, Lon-
trovarono privo di vita in una delle sonalità nel panorama della musica, don (1967) by
stanze del Samarkand Hotel. Lui, il quali Little Richard, King Curtis, Tina Gered Man-
padre del rock e uno dei più grandi Turner, con i quali si troverà a lavorare. kowitz
chitarristi di sempre, Jimi Hendrix. Ad affascinare è il modo in cui Hen-
Quando Hendrix muore ha solo 27 drix tratta la propria chitarra. Quan-
anni, ma nonostante la giovane età è do salgono sul palco lui e Al - così è
già riuscito a dare una svolta fonda- chiamata affettuosamente la chitarra
mentale alla storia della musica rock. - sono come una coppia di amanti in
Nasce il 27 novembre 1942, da madre un rapporto appassionato e appas-
di origine Cheyenne e padre afroa- sionante, in cui la pulsione sessua-
mericano. Vive i primi anni della sua le si manifesta tramite la gestualità.
vita una situa- Autore di stra-
zione familiare ordinari brani
alquanto infe- quali, ad esem-
lice che culmi- pio, Foxy Lady,
na, quando ha Fire, Purple
appena 9 anni, Haze, Hey Joe,
nel divorzio Hendrix paga
dei genitori e sulla sua pelle
in seguito nel- l’esperienza del-
la morte della la tragica infan-
madre. Uno dei zia, che non gli
momenti più consentirà mai
importanti nel- di condurre una
la vita del chi- vita pienamente
tarrista è certa- serena; questo
mente il giorno lo induce ad un
in cui gli viene utilizzo sem-
regalata la sua prima chitarra. Il ra- pre più frequente di tranquillanti e
gazzo, fin dal primo approccio con lo probabilmente di stupefacenti che lo
strumento, comprende l’importanza portano inesorabilmente alla morte.
che la musica di lì a poco avrebbe as- Jimi Hendrix incarna il mito del
sunto nella sua vita. Questa rappre- rocker maledetto, talentuoso, ba-
senta per lui la libertà, il mezzo con ciato dal successo, ma incapace di
cui riesce ad evadere dalla difficile fare i conti con la realtà quotidiana.
realtà nella quale è costretto a vivere. Dopo quattro decenni la sua leggen-
In questo periodo Jimi viene an- da si conserva intatta, intramonta-
che espulso da scuola e comincia bile come le note delle canzoni che
di fatto a darsi al vagabondaggio. ha scritto: Jimi Hendrix era e rima-
Raggiunta la maggiore età presta ne uno dei più grandi chitarristi che
servizio militare come paracadutista la storia abbia conosciuto, colui che
e poi comincia a guadagnarsi da vi- ha rivoluzionato il modo di suona-
vere tramite la musica, con gruppi di re la chitarra ed ha influenzato le
rhythm and blues e di rock’n’roll. Ben successive generazioni di chitarristi.
Il giOrnalinO de LO Spleen
the wall
Mi dimenticherai
Come si è soliti fare a quest’età
Ma un giorno ti dimenticherò
Come si è soliti fare a quest’età
eventi
a cura di alessandro bogliari
Francesca Woodman
@Palazzo della Ragione
- Piazza dei Mercanti, 1
16/07-24/10 • € 8/6,50
Mostra fotografica su
Jimi Hendrix
@Galleria Photology -
Via della Moscova, 25
09/10-19/11 • GRATIS
Rock It Hard
@Rocket - Via Pezzotti,
52
31/10 • 23:30 • € 30
Halloween Party
@Circolo Magnolia -
Via Circonvallazione
Idroscalo 41, Segrate
31/10 • 22:30
Halloween (dj set)
€ 15(+drink) @East End Studios - Via
Mecenate, 90
31/10 • 22:30 • € 10