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PASCOLI
VITA
Nasce a San Mauro di Romagna nel 1855 Muore nel 1912
Famiglia abbastanza agiata e numerosa - 10 figli
Il padre (Ruggiero) fattore della tenuta La Torre muore assassinato nel 1867
La morte crea difficoltà economiche alla famiglia - Si trasferiscono a Rimini
Seguono altri lutti (la madre la sorella e altri fratelli)
Dal 1862 è con 2 fratelli nel collegio di Urbino - formazione classica -(base della sua cultura)
1871 Lascia il collegio per problemi economici ma grazie ad un suo professore termina il liceo a Firenze.
Ottiene una borsa di studio presso l'Università di Bologna - frequenta la facoltà di Lettere.
Subisce il fascino dell'ideologia socialista - partecipa a manifestazioni contro il governo - 1879 viene
arrestato - rimane traumatizzato e si distacca dalla politica militante
1882 Si laurea
Insegna prima a Matera poi a Massa dove vive con le 2 sorelle Ida e Mariù ricostruendo il nido familiare
che era andato distrutto con i lutti.
Il poeta si chiude in se stesso e si rifugia dal mondo esterno nel suo nido e non intrattiene nessun tipo di
relazione. Matura un atteggiamento morboso nei confronti delle sorelle che rivestono una funzione
materna.
Il matrimonio di Ida (1895) è visto da Pascoli come un tradimento.
Nello stesso anno l'autore con la sorella Mari si trasferisce a Castelvecchio di Barga - dove conduce una vita
appartata a contatto solo con la campagna.
1891 Aveva pubblicato Myricae - raccolta di liriche
1897 I Poemetti
1903 I Canti di Castelvecchio
Dal 1892 vince per 12 anni consecutivi la medaglia d'oro al concorso di poesia latina di Amsterdam
Negli ultimi anni Pascoli passa da poeta riservato inteso a celebrare il valore delle piccole cose a letterato
ufficiale che si assume il compito di diffondere ideologie e miti.
LA VISIONE DEL MONDO
La formazione dell'autore è essenzialmente Positivisitica : si nota nell'ossessiva precisione nell'uso della
nomenclatura o le stesse fonti da cui trae osservazioni sulla vita degli uccelli(protagonisti di molte opere)
In Pascoli però si riflette quella crisi della scienza che caratterizza la cultura di fine secolo segnata
dall'esaurirsi del Positivismo e dall'affermarsi di tendenze spiritualistiche e idealistiche:
Anche in lui sorge una sfiducia nella scienza come strumento di conoscenza - > al di là dei confini di essa c'è
l'ignoto e il mistero verso cui l'anima si protende ansiosa.
Il mondo nella visione Pascoliana appare frantumato e non esiste alcun tipo di gerarchia d'ordine fra gli
oggetti ( ciò che è piccolo e apparentemente trascurabile può essere ingigantito e viceversa)
Gli oggetti materiali sono importantissimi e sono sempre filtrati attraverso la soggettività del poeta
caricandosi di valenze simboliche.
Anche la precisione nella nomenclatura assume valenze diverse: il termine preciso diventa la formula
magica che permette di arrivare al cuore delle cose e dare un nome agli oggetti è come scoprirli per la
prima volta.
Data questa soggettivazione del reale, alla precisione scientifica della terminologia può accostarsi una
percezione visionaria e onirica: il mondo è visto attraverso il velo del sogno, perde ogni consistenza
oggettiva e le cose sfumano le une nelle altre.
Si instaurano così legami segreti fra le cose che possono essere colti sono fuori dalle logiche convenzionali.
La conoscenza del mondo avviene attraverso strumenti non razionali e non esiste per Pascoli una vera
distinzione netta tra io e mondo esterno, tra soggetto e oggetto.
(La visione del mondo Pascoliana si colloca entro le coordinate della cultura decadente).
LA POETICA
La poetica pascoliana trova la sua più compiuta formulazione nel saggio Il fanciullino - pubblicato sul
Marzocco nel 1897 - L'idea centrale è che il poeta coincide con il fanciullino che si trova in ogni uomo e che
vede le cose come per la prima volta con stupore e meraviglia.
Il poeta fanciullino trovandosi di fronte ad un "mondo nuovo" deve anche trovare una "parola nuova" e
quindi un linguaggio che si sottrae ai meccanismi della comunicazione abituale e che sappia andare
all'intimo delle cose.
Dietro la metafora del fanciullino c'è una concezione romantica della poesia come conoscenza prerazionale
e immaginosa (Il Romanticismo stabilisce l'equivalenza fanciulli-primitivi esaltando il loro modo ingenuo e
fantasioso di rapportarsi con il mondo).
Il poeta appare come un veggente -dotato di una vista più acuta rispetto agli altri uomini ed è l'unico che
può attingere all'ignoto ed esplorare il mistero.
(Anche la poetica pascoliana rientra nell'ambito decadente)
La concezione della poesia pura: per Pascoli la poesia non deve avere fini pratici, non si pone obiettivi civili
o morali ma proprio in quanto poesia pura, spontanea e disinteressata, può ottenere effetti di utilità morale
e sociale.
Il sentimento poetico dando voce al fanciullino allontana gli odi e gli impulsi violenti e induce alla bontà e
alla fratellanza. Nella poesia pura di Pascoli è quindi implicito un messaggio sociale che invita alla fraternità
tra gli uomini senza distinzioni di classi e nazioni.
Questo rifiuto per le distinzioni sociali è ravvisabile anche a livello stilistico: ricchi di poesia per l'autore non
sono solo gli argomenti elevati e sublimi ma anche quelli più umili. La poesia è anche nelle piccole cose che
hanno un loro "sublime" particolare e una loro dignità.
Pascoli quindi si propone sia come cantore delle realtà umili che celebratore delle glorie nazionali e degli
eroi classici.
I TEMI DELLA POESIA PASCOLIANA
Gran parte della poesia di Pascoli propone quella visione della vita che poi l'autore stesso incarna: la
celebrazione del piccolo proprietario rurale, appagato della sua vita mediocre, del suo lavoro e del suo nido
E' una poesia ideologica e pedagogica -> invito ad accontentarsi di poco e di una società senza conflitti.
I miti:
Il fanciullino ->è infondo ad ognuno di noi e rappresenta la nostra parte buona e ingenua;
Il nido -> luogo protettivo dove trovare riparo dalla crudele realtà esterna;
Al nido si collega il motivo ossessivo del ritorno dei morti -> anche qui diventa di intento pedagogico : la
tragedia familiare dell'assassinio del padre diventa vicenda esemplare da cui si può ricavare l'idea del male
tra gli uomini e la necessità del perdono .
L'autore abbiamo detto che oltre ad essere cantore delle umili realtà diventa anche poeta ufficiale: canta le
glorie della patria ed esalta la coesione nazionale.
I due Pascoli che abbiamo individuato hanno una radice comune: la celebrazione delle piccole cose, della
fraternità umana è proposta proprio per trasmettere sicurezza di fronte alla realtà minacciosa.
Sintassi: la coordinazione prevale sulla subordinazione; frasi ellittiche; frantumazione sintattica.
Lessico: mescola tra loro codici linguistica diversi -> termini preziosi e aulici, termini gergali e dialettali,
nomenclatura botanica e ornitologica, termini del parlato colloquiale, termini provenienti da lingue
straniere oppure ad es. inglese italianizzato.
Importante e frequente è l'uso di onomatopee che indicano un'esigenza di aderire direttamente all'oggetto
e di penetrare nella sua essenza segreta.
MYRICAE
1891 I edizione - 22 poesie dedicate alle nozze di amici
1892 II edizione - 72 componimenti
1894 III edizione - viene ancora ampliato
1897 IV edizione - 116 componimenti
1900 V edizione - 156 componimenti
Titolo: Tamerici -> citazione virgiliana (IV Bucolica) Virgilio dice di voler alzare il tono del suo canto
Pascoli assume le umili piante come simbolo delle piccole cose che egli vuole porre al centro della sua
poesia.
In prevalenza sono componimenti molto brevi, apparenti quadretti di vita campestre che però alludono
sempre ad una realtà ignota e misteriosa. Uno dei temi più frequenti è il ritorno ossessivo dei morti.
LAVANDARE
E' un madrigale: 2 terzine e un doppio distico che forma una quartina. Tipo di componimento destinato
all'accompagnamento musicale. Usato nel 300 rinnovato nel 500-ma che Pascoli adotta nella forma del 300.
Scritto tra il 1892-1894 Fa parte di Myricae - pubblicato nella III edizione
Sintassi paratattica e frantumata
Analisi del testo registrazione 30/11 (iphone 4s)

TEMPORALE
Pubblicata nella III edizione
Ballata piccola di settenari
Il discorso è ellittico, punta sul "non detto"
Sintassi frantumata, ellittica, paratattica.
Linguaggio fortemente allusivo
Analisi del testo registrazione 1/12 minuto 3.00

IL FANCIULLINO
Manifesto di poetica - testo in cui l'autore dichiara cosa intende per poeta e per poesia.
Il fanciullino coincide con il poeta - è la parte infantile che accompagna l'uomo nel suo percorso esistenziale
Nell'uomo comune viene soffocata dalla ragione, dall'abitudine e dalle convenzioni mentre nel poeta trova
libera espressione
Il poeta ha un approccio alle cose del mondo basato su meraviglia, semplicità e stupore - sempre come se
fosse la prima volta (come un bambino) e ha un tipo di conoscenza alogica e prerazionale.

I POEMETTI
1897 I edizione
1900 II edizione con aggiunte
III edizione definitiva che li vede divisi in 2 raccolte Primi poemetti 1904 e Nuovi poemetti 1909
Sono componimenti più ampi di quelli di Myricae che assumono taglio narrativo fino a diventare racconti in
versi. (terzine dantesche)
Si crea un vero e proprio romanzo georgico : descrizione di una famiglia rurale di Barga in tutti i momenti
caratteristici della vita contadina. La narrazione è articolata in veri e propri cicli che traggono i titoli dalle
operazioni del lavoro dei campi:
La sementa e L'accestire nei Primi poemetti
La fiorita e La mietitura nei Nuovi poemetti
Intenti ideologici: il poeta celebra la piccola proprietà rurale presentandola come depositaria di una serie di
valori autentici : solidarietà familiare, laboriosità, bontà, semplicità, saggezza .. in contrapposizione alla
negatività della realtà contemporanea la vita del contadino appare come rifugio rassicurante.
Il mondo rurale pascoliano è idealizzato e idillico non affine alla visione Verista e in particolare di Verga che
proponevano gli aspetti più crudi della realtà popolare : miseria, conflitti sociali, lotta per la vita ..
Altri temi: tema della memoria, tema sociale dell'emigrazione, contrapposizione tra il mondo industriale e
quello contadino.

I CANTI DI CASTELVECCHIO
Pubblicati nel 1903 e si propongono di continuare la linea della prima raccolta Myricae :
Ritornano quindi immagini della vita rurale,canti di uccelli, suoni di campane..
C'è una maggiore sperimentazione metrica.
I componimenti si susseguono secondo un disegno che allude al succedersi delle stagioni : ciclo naturale
che si presenta come rifugio rassicurante dal dolore dell'esistenza storica e sociale.
Ricorre il motivo della tragedia familiare e dei cari morti e c'è anche un continuo legame tra il nuovo nido di
Castelvecchio e quello dell'infanzia in Romagna distrutto dalla tragedia.
Sono presenti anche temi morbosi : l'eros - visto con gli occhi del fanciullino per cui il rapporto adulto è
qualcosa di ignoto;
E la morte - che a volte appare un dolce rifugio in cui sprofondare.

LA MIA SERA
Composto nel 1900 - pubblicato nel 1903
Discorso fortemente soggettivo -> La mia sera
Testo caratterizzato dalla musicalità
5 strofe 40 versi- ogni strofa si chiude con la parola sera- 7 novenari 1 senario- tutti i versi piani 2 sdruccioli
Dopo un temporale forte e violento che ha sconvolto tutto la natura sembra rasserenarsi nella pace del
crepuscolo - il poeta contempla questo paesaggio serale e stabilisce un confronto : tra ciò che è successo
alla natura (che è stata sconvolta da un temporale) e la sua vicenda personale ( che è stata segnata da lutti
e dolori). L'autore spera di trovare la pace (si tratterà di una pace malinconica)
Le due vicende sono collegate :
Durante il giorno la natura è stata tormentata dal temporale - durante la giovinezza la vita del poeta è stata
tormentata dai lutti e i dolori
Ora la natura si rasserena e anche il poeta sembra contemplare la sera e rasserenarsi vivendo uno stato di
pace (anche se malinconica)
Questa pace ritrovata lo porta a regredire all'infanzia ( nell'ultima parte del testo sente canti che
evidentemente gli cantava la madre perché si addormentasse)
Analisi del testo registrazione 1/12 pt.1 minuto 17.00 + pt.2 minuto 21.30

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