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net/publication/289716718
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4 authors, including:
Andrea Vignoli
University of Florence
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All content following this page was uploaded by Marco Corradi on 10 January 2016.
A. Borri e M. Corradi
Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, Università degli Studi di Perugia, Italia
L. Galano e A. Vignoli
Dipartimento di Ingegneria Civile, Università degli Studi di Firenze, Italia
SOMMARIO: Il lavoro presenta i risultati di un’indagine numerica agli elementi finiti finalizzata
al confronto tra due prove in situ utilizzate per la valutazione della resistenza a taglio delle
murature. Le modellazioni, estese fino al collasso, sono state condotte con due differenti modelli
costitutivi per la frattura, disponibili nei codici Lusas ed Ansys. Per murature di pietrame di
caratteristiche meccaniche scadenti, come quelle qui considerate, il risultato più significativo
ottenuto in ambito numerico è una sostanziale conferma di quanto già osservato
sperimentalmente circa la differenza tra la prova di taglio-compressione (PTC) e la prova di
compressione diagonale (PCD). Il rapporto tra le resistenze caratteristiche a taglio calcolate con
le due prove τkTC/τkCD, anche se inferiore al valore 2 mediamente ottenuto per via sperimentale,
è risultato comunque sensibilmente maggiore dell’unità. Al crescere della resistenza a trazione
della muratura, tuttavia, tale rapporto diminuisce e tende all’unità, con maggiore evidenza per il
modello costitutivo utilizzato in ambiente Lusas. Il confronto con le resistenze caratteristiche a
taglio di pareti ad uno e due piani, effettuato con il codice Ansys, ha evidenziato che, almeno per
murature con resistenza a trazione di circa 0.1 N/mm2 e per compressioni verticali medio-basse
(comprese tra 0.07 e 0.20 N/mm2), la prova PCD è più rappresentativa della prova PTC, che
tende a sovrastimare la resistenza della parete stessa.
1 INTRODUZIONE
La resistenza caratteristica a taglio delle pareti in muratura soggette ad azioni orizzontali nel pia-
no è un parametro fondamentale per la verifica sismica degli edifici. Tale grandezza, spesso indi-
cata con i simboli τk o f vk0, che convenzionalmente rappresenta la resistenza a taglio di una mura-
tura in assenza di azioni verticali di compressione, è infatti utilizzata in noti metodi di verifica
sismica come il POR ed in molti procedimenti da esso derivati. Per le costruzioni esistenti dei
centri storici delle città e dell’edilizia rurale, data la varietà delle tipologie murarie presenti e
l’oggettiva difficoltà di utilizzare approcci teorici, la resistenza a taglio deve essere determinata
ricorrendo a sperimentazioni dirette in situ. Tale aspetto è particolarmente vero per le murature
XI Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Genova 25-29 gennaio 2004
di pietrame la cui tessitura, organizzazione e qualità della malta sono così variabili da impedire va-
lutazioni quantitative attendibili, basate sull’esperienza o sull’osservazione diretta.
Diverse metodologie di prove sperimentali in situ sono state messe a punto per la determinazi-
one della resistenza a taglio delle pareti murarie nel piano. Nella prova di Sheppard (Sheppard
1985), qui indicata con PS, il pannello è soggetto alla pressione verticale di confinamento esis-
tente, e portato a collasso con un’azione orizzontale applicata in mezzeria. Considerando che in
questa prova la pressione verticale è incognita e può essere soltanto stimata con un’analisi dei
carichi, altri ricercatori, nell’ambito di campagne sperimentali condotte su murature di edifici esis-
tenti in Toscana ed in Umbria (Chiostrini & Vignoli 1994, Chiostrini & al. 1998, Borri & al. 2000,
Chiostrini & al. 2003), hanno modificato la prova imponendo al pannello una compressione verti-
cale di valore noto, prima di applicare l’azione orizzontale. Si ottiene così uno schema definibile
come prova di taglio-compressione (PTC). Un terzo tipo di prova, largamente diffusa in ricerche
di laboratorio e codificata dalle specifiche dell’ASTM (ASTM 1981), è la prova di compressione
diagonale (PCD), che può essere facilmente realizzata anche in situ (Vestroni & al. 1995, Chio-
strini & al. 1998). I tre precedenti schemi di prova, con opportune interpretazioni del risultato,
consentono la determinazione della resistenza caratteristica a taglio τk. Anche se i valori ottenuti
dalle prove hanno un carattere convenzionale, di cui, in buona parte, si tiene conto con
l’applicazione dei coefficienti di sicurezza, risulta utile indagare sulla rappresentatività di questi
schemi di carico delle reali condizioni di sollecitazione presenti nei maschi delle pareti murarie.
Ciò, sia nei confronti della condizione di prima fessurazione, sia per una stima attendibile del
carico di collasso. In merito a quest’ultimo punto, in una recente campagna sperimentale con-
dotta in Umbria (Borri & al. 2000), è emersa una sostanziale discrepanza tra la resistenza carat-
teristica a taglio ottenuta con prove di taglio-compressione e di compressione diagonale su
pannelli aventi tessiture murarie simili; in particolare la prova di compressione diagonale ha for-
nito valori notevolmente inferiori e mediamente pari alla metà di quelli ottenuti con l’altro tipo di
prova.
In un precedente lavoro (Galano & Vignoli 2002), utilizzando il metodo degli elementi finiti e
limitandosi al modello elastico lineare, è stato esaminato il raggiungimento dello stato limite di fes-
surazione al centro dei pannelli, confrontando i risultati dei suddetti tre metodi di prova con quelli
ottenuti per analoghi pannelli di pareti piane a geometria regolare a uno, due e tre piani. Come
naturale estensione, in questa memoria il problema viene esaminato con modellazioni agli elemen-
ti finiti nell’ipotesi di comportamento non lineare del materiale, nei confronti del raggiungimento
dello stato limite ultimo, ovvero del collasso. A tale scopo sono stati utilizzati due differenti codici
di calcolo, il codice Lusas, ver. 13.2 ed il codice Ansys, ver. 5.3. Tutte le analisi sono state
basate su macromodelli in cui i valori costitutivi del materiale sono rappresentativi di murature di
pietrame di edifici esistenti della Toscana e dell’Umbria, oggetto di recenti sperimentazioni (Chi-
ostrini & al. 1998, Borri & al. 2000, Chiostrini & al. 2003).
In una prima serie di simulazioni di tipo parametrico con il codice Lusas sono confrontati i val-
ori della τk ricavati dalle prove PTC e PCD con le usuali formule di interpretazione; analoghi
confronti sono effettuati utilizzando il codice Ansys, con un diverso modello costitutivo. In una
seconda serie di simulazioni numeriche, ancora con il codice Ansys, si confrontano le condizioni
di collasso e la resistenza a taglio τk di pannelli appartenenti a pareti a uno e due piani, con quelli
risultanti dalle prove PTC e PCD, per gli stessi parametri costitutivi del materiale. Il lavoro illu-
stra le differenze tra i tre schemi di prova e conferma, anche se solo parzia lmente, quanto otte-
nuto dalla sperimentazione diretta, circa la discrepanza tra i valori di τk delle prove PTC e PCD.
I risultati delle analisi numeriche sulle pareti piane, infine, pur nei limiti della geometria e dei pa-
rametri costitutivi impiegati, consentono la formulazione di un primo giudizio sulla rappresentativi-
tà della resistenza a taglio fornita dai metodi di prova oggetto dello studio.
condizioni di simmetria nella ripartizione del carico P tra i due semipannelli. La pressione di con-
finamento iniziale σ0 può essere dedotta, in modo approssimato, da un’analisi dei carichi verticali;
tuttavia, non è nota la sua evoluzione durante lo svolgimento della prova. La tensione tangenziale
media di collasso è data dal valore massimo della tensione τS.
La prova di taglio-compressione (PTC) ha il vantaggio della conoscenza del valore iniziale
della pressione σ0, che è imposta, nella prima fase della prova, tramite gli attuatori verticali
posizionati sulla testa del pannello. Nello schema qui considerato ed utilizzato per le prove in situ,
il contrasto per l’azione di confinamento è ottenuto con un sistema di barre verticali di rinvio che
la riportano sotto il pannello; questo permette di effettuare la prova anche in quelle pareti murarie
in cui non è possibile contrastare sulla muratura sovrastante (piani alti degli edifici). Come nel
caso precedente non è nota, in generale, l’evoluzione della compressione σ0 durante la prova. In
questo caso, inoltre, lo schema di vincolo è tale da comportare condizioni di asimmetria per i due
semipannelli; in funzione della rigidezza alla traslazione del ritegno superiore e della rigidezza del
sistema di barre di rinvio, le condizioni di vincolo del pannello possono essere schematizzate co-
me nella Figura 1b. Risulta evidente l’incertezza nella definizione di tali valori che, peraltro, sono
anche variabili nel corso dell’applicazione dell’azione P. L’esperienza ha indicato che la
maggiore aliquota dell’azione tagliante P è assorbita dal semipannello inferiore, che collassa per
primo. In questa prova è quindi essenziale la misura della reazione orizzontale Rh in sommità del
pannello. In condizioni di collasso, la tensione tangenziale media ultima è data da τuTC = Ti/A, es-
sendo Ti il taglio massimo assorbito dal semipannello inferiore. Per entrambe le prove PS e PTC,
invertendo la ben nota relazione di Turnsek-Cacovic:
σ
τ =τ 1+ 0
(1)
u k bτ
k
si ottiene la resistenza caratteristica a taglio τk (indicata con τkTC per la PTC). In questo studio la
(1) è stata applicata assumendo il valore 1.5 per il coefficiente b.
PTC ≈ 90 cm attuatori
pannello 1000 kN
PS Trasduttori LVDT
barra
barra in
in acciaio
acciaio
attuatore
attuatore
350 kN 350 kN attuatore
≈ 180 cm ≈ 180 cm
trave di
trave
contrasto metallica barre
verticali
≈ 90 cm
Pd Rh
B
B
B B
P
B PCD
(b)
Prova di
laboratorio
Figura 1. Schemi delle prove di taglio in situ nelle versioni di Sheppard (PS), di taglio-compressione (PTC) e
di compressione diagonale (PCD); (b) schematizzazione della prova PTC.
sezione orizzontale B-B del pannello (Fig. 1), è presente una tensione tangenziale media definita
da:
P
τ =
d
(2)
d 2A
In condizioni di collasso il carico diagonale, e quindi la corrispondente tensione, indicata con
τdu, assumono i valori massimi. A seconda delle diverse interpretazioni è possibile definire la ten-
sione tangenziale caratteristica dedotta da questa prova assumendo τkCD = τdu, oppure consider-
are il valore della tensione principale di trazione σI al centro del pannello in ipotesi materiale con-
tinuo, omogeneo e di elasticità lineare, e porre τkCD = σI ≅ τdu/ 2 , valore inferiore al
precedente. Con la prima interpretazione si ipotizza che la prova rappresenti uno stato di taglio
puro per il pannello, da cui discende immediatamente la (2). D’altra parte, per materiali fragili, in
cui l’esperienza indica che il collasso si manifesta bruscamente subito dopo la comparsa delle
prime fessurazioni lungo la diagonale di carico, la stima della resistenza a trazione σI, come so-
pra definita, è abbastanza attendibile; risulta invece convenzionale definire la tensione τkCD corri-
spondente alla σI .
come per esempio le murature “storiche” a base di calce, particolarmente diffuse nell’edilizia ru-
rale e nei centri storici delle città, sono caratterizzate da uno scarso carattere di monolitismo, con
conseguenti valori della resistenza a trazione del materiale composito muratura verosimilmente
bassi. Per questi pannelli è ipotizzabile, in condizioni di crisi a taglio, un comportamento di tipo
duttile in base al quale il sistema risulta ancora in grado di resistere alle sollecitazioni impostegli
per fenomeni di ingranamento di tipo attritivo-coesivi tra le superfici delle lesioni.
Viceversa, sistemi murari edificati con malte di qualità superiore, come per esempio quelle a
base di cemento, o nei quali la tessitura degli elementi resistenti risulta maggiormente organizzata,
sono caratterizzati da un maggiore monolitismo, che rende verosimile una maggiore resistenza a
trazione del materiale composito. Per queste tipologie è quindi atteso un comportamento del ma-
teriale in condizioni di crisi a taglio di tipo tendenzialmente fragile.
La prova PCD, come risulta dalle simulazioni numeriche e dalle prove sperimentali, è caratte-
rizzata da un comportamento del materiale in condizioni limite di rottura a taglio di tipo fragile,
con un carico ultimo praticamente coincidente con quello del carico a cui si manifestano le prime
lesioni. La prova PTC ha invece evidenziato un comportamento del materiale dotato di una
maggiore duttilità, caratterizzato cioè dalla possibilità di ridistribuzione delle tensioni e nella realtà
anche da fenomeni di ingranamento attritivo-coesivi che, nell’insieme, consentono un’ulteriore
riserva di resistenza del materiale. Per valori bassi della resistenza a trazione, e quindi a parità di
sistema murario di qualità scadente, le caratteristiche precedentemente descritte di comporta-
mento duttile del materiale, soggetto a prova PTC, risultano accentuate, ed è pertanto plausibile
che la resistenza caratteristica a taglio dedotta da questa prova sia superiore rispetto a quella ri-
cavata con la prova di compressione diagonale. All’aumentare della resistenza a trazione risulta
invece una tendenza ad un comportamento di tipo fragile anche da parte del materiale nelle
condizioni di prova PTC, con conseguente riduzione della differenza di resistenza a taglio.
Carico di confinamento
Ripartitore metallico
per l’applicazione del
carico diagonale
Ripartitore metallico
per l’applicazione
del carico orizzontale
Ripartitore metal-
lico vincolato
Figura 2. Modellazione con il codice Lusas delle due prove di taglio in situ nella versione di compressione
diagonale (PCD) e di taglio-compressione (PTC).
XI Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Genova 25-29 gennaio 2004
Lusas
Lusas
1,8 1,8
2 2
Ew = 1000 N/mm Ew = 2000 N/mm
1,6 1,6
1,4 1,4
1,2 1,2
τkTC/τkCD
τkTC/τkCD
1,0 1,0
0,8 0,8
G f = 0.005 N/mm Gf = 0.005 N/mm
0,6 0,6
G f = 0.05 N/mm Gf = 0.05 N/mm
0,4 0,4
0,01 0,02 0,03 0,04 0,05 0,06 0,07
0,01 0,02 0,03 0,04 0,05 0,06 0,07
2 2
fwt (N/mm ) fwt (N/mm )
Lusas Ansys
1,8 1.8
2
Ew = 3000 N/mm E w = variabile
1,6 1.6
1,4 1.4
1,2 1.2
τkTC/τkCD
τkTC/τkCD
1,0 1.0
0,8 0.8
Gf = 0.005 N/mm
0,6 0.6
Gf = 0.05 N/mm
0,4 0.4
0.1 0.15 0.2 0.25
0,01 0,02 0,03 0,04 0,05 0,06 0,07 0.05
2 2
fwt (N/mm ) fwt (N/mm )
Figura 3. Variazione del rapporto tra le resistenze caratteristiche a taglio ricavate dalle simulazioni delle
prove PTC e PCD in funzione del modulo elastico Ew, della resistenza a trazione del materiale fwt e
dell’energia di frattura Gf (Lusas) e della sola fwt (Ansys).
Ripartitore
superiore
Attuatori
Ripartitore
inferiore
Dispositivo
Elemento di
di vincolo
ripartizione
Figura 4. Modellazione con il codice Ansys delle due prove di taglio in situ nella versione di compressione
diagonale (PCD) e di taglio-compressione (PTC).
Le 5 prove sperimentali a cui ci si riferisce (2 prove PTC e 3 prove PCD) sono state dappri-
ma oggetto di simulazioni numeriche che hanno permesso la scelta dei parametri del materiale
muratura tali da riprodurre il risultato sperimentale in termini di carico di collasso con sufficiente
approssimazione; soltanto per la prova PTC sul pannello PT15OR il risultato numerico ha fornito
un taglio di collasso inferiore del 25.4% all’effettivo taglio di collasso sperimentale. La Tabella 1
contiene i valori di questi parametri costitutivi della muratura, descritti con i simboli seguenti: Ew =
modulo di elasticità longitudinale, υ = rapporto di Poisson, c = coesione, θ = angolo di attrito, δ =
angolo di dilatanza, f wc = resistenza a compressione e f wt = resistenza a trazione. Pur trattandosi
di murature di pietrame di consistenza medio-bassa, l’esame dei valori mostra la notevole variabi-
lità della rigidezza e della resistenza di questi materiali; la resistenza a trazione varia infatti da
0.06 a 0.24 N/mm2. Assumendo i parametri della Tabella 1 sono state simulate, per ciascuna
scelta, una prova PTC ed una prova PCD (10 simulazioni). Per il pannello A, ad esempio, di di-
mensioni 94.5 cm di larghezza, 193 cm di altezza e 61 cm di spessore, la prova PTC corrisponde
alla simulazione della prova sperimentale, mentre la PCD è stata riprodotta per un ipotetico
pannello di 120 cm di lato e 48 cm di spessore. Analoghe dimensioni si sono assunte per i pannelli
F ed H, mentre per i pannelli PT15OR e PD13OR le dimensioni sono 88 cm di larghezza, 182 cm
di altezza e 48 cm di spessore.
E’ interessante osservare i risultati delle analisi numeriche nei due tipi di prova. La Figura 5
mostra l’evoluzione del quadro fessurativo per la simulazione della prova PTC sul pannello
PT15OR; si osserva che, a causa della asimmetria delle condizioni di vincolo, il semipannello in-
feriore assorbe la maggiore aliquota dell’azione orizzontale e si fessura per primo, pervenendo ad
un quadro fessurativo diagonale completo per un livello dell’azione di 60 kN. Successivamente, le
fessure iniziano a propagarsi nel semipannello superiore, e la parte inferiore del pannello mostra
un’ulteriore evoluzione del danneggiamento, con l’insorgere di fenomeni plastici e di schiaccia-
mento al lembo compresso; in questa fase l’azione tagliante nel semipannello inferiore si incre-
XI Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Genova 25-29 gennaio 2004
menta ulteriormente. Nel caso in discussione, data la bassa rigidezza del ritegno orizzontale di
sommità, il semipannello superiore risulta poco danneggiato, anche a colla sso (azione di 94 kN).
Nelle altre 4 simulazioni della prova PTC si è osservato un risultato analogo ma, talvolta, si è ve-
rificato un maggiore danneggiamento del semipannello superiore, rivelando che la risposta del
pannello è molto sensibile alla rigidezza del ritegno in sommità, anche nella fase di comportamen-
to post-fessurativo, fino al collasso. Il comportamento descritto è in pieno accordo con quanto
osservato nelle prove sperimentali e nelle analisi elastiche discusse in (Galano & Vignoli 2002),
dove è stata mostrata la forte influenza della rigidezza del ritegno superiore nei confronti della
prima fessurazione.
P = 40 kN P = 60 kN, γ = 2.75 ‰
Rh = 38.6 kN
P = 90 kN P = 94 kN γ = 7.0 ‰
Figura 5. Evoluzione del quadro fessurativo nella simulazione della prova PTC sul pannello PD15OR.
Figura 6. Evoluzione del quadro fessurativo nella simulazione della prova PCD sul pannello PD13OR.
XI Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Genova 25-29 gennaio 2004
Le simulazioni della prova PCD, viceversa, hanno evidenziato un comportamento quasi fragile
dei pannelli, con il carico di collasso praticamente coincidente con quello di prima fessurazione;
nella Figura 6 è riportata l’evoluzione del quadro fessurativo per la simulazione della prova sul
pannello PD13OR, da cui è evidente che esso collassa per fessurazione diagonale simmetrica ri-
spetto alla retta d’azione del carico. Anche questo risultato è in pieno accordo con l’esperienza e
con la distribuzione delle tensioni dell’analisi elastica della prova (Galano & Vignoli 2002). In de-
finitiva, nella prova PTC il pannello, dopo la prima fessurazione, mostra un’ampia evoluzione del
danneggiamento differenziata per i due semipannelli, laddove nella prova PCD si ha una rottura
praticamente fragile, con assenza o quasi di ridistribuzione delle tensioni.
Ciò premesso, la Tabella 2 riassume i risultati espressi in termini di tensione tangenziale carat-
teristica τk ottenuta con le due prove, e calcolata con la relazione (1) per la prova PTC (τk = τkTC,
b=1.5, taglio nel semipannello inferiore) e ponendo τk = τkCD = τd, relazione (2) a collasso, per la
prova PCD. Nella stessa tabella σ0 indica la tensione media di compressione applicata nella pri-
ma fase della prova PTC. Nel caso della prova PTC sul pannello PT15OR si è considerato il va-
lore sperimentale a causa della discrepanza del 25.4% fornita dalla simulazione numerica. Nella
Figura 3 il rapporto r = τkTC/τkCD è diagrammato in funzione della resistenza a trazione della mu-
ratura. Tale rapporto è compreso nell’intervallo di variazione da 1.22 a 1.70, con i valori più ele-
vati corrispondenti alle murature più scadenti, nelle quali i fenomeni di ridistribuzione sono più e-
stesi; tutto ciò è in accordo con quanto ottenuto con il codice Lusas. Anche in questo caso, il
rapporto r, pur differenziandosi dal valore medio 2 ottenuto sperimentalmente in (Borri & al.
2000), è sensibilmente maggiore dell’unità. Nel caso della seconda interpretazione della prova
PCD, cioè se si assumesse la resistenza a taglio τk uguale alla tensione di trazione σI al centro
del pannello a collasso, il rapporto r risulterebbe molto più elevato, e compreso tra 1.73 e 2.40.
Tabella 2. Tensioni tangenziali caratteristiche τk ottenute con le simulazioni delle prove PTC e PCD.
Prova σ0 τu b σ1 τk r = τkTC/τkCD
(N/mm2) (N/mm2) (N/mm2) (N/mm2)
A (PTC) 0.44 0.415 1.5 0.440 0.293 1.22
A (PCD) / 0.240 / 0.170 0.240
F (PTC) 0.22 0.210 1.5 0.224 0.149 1.32
F (PCD) / 0.113 / 0.080 0.113
H (PTC) 0.09 0.165 1.5 0.207 0.138 1.70
H (PCD) / 0.081 / 0.058 0.081
PT15OR (PTC) 0.12 0.172(*) 1.5 0.205 0.136 1.55
PT15OR (PCD) / 0.088 / 0.062 0.088
PD13OR (PTC) 0.04 0.086 1.5 0.111 0.074 1.27
PD13OR (PCD) / 0.058 / 0.041 0.058
(*) valore sperimentale
dei solai, infine, sono supposti di calcestruzzo armato. Ulteriori dati assunti sono: peso specifico
della muratura γw = 2200 kgf/m3, rapporto tra le forze orizzontali applicate ai due piani F2/F1 =
1.72 e 1.71 rispettivamente per le pareti P2 e P3, tensione verticale di compressione σ0 variabile.
Le analisi statiche incrementali, in cui le azioni verticali sono costanti e le forze orizzontali cre-
scono, consentono di determinare i tagli Ti (i =1, 2, 3, e 4) agenti in ciascuno dei 4 maschi murari
nella situazione limite di collasso della parete. La tensione tangenziale τk è definita con la relazio-
ne (1), con b = 1.5, riferendosi al maschio murario che sopporta l’azione tagliante Ti più elevata
ed utilizzando, nel calcolo, la tensione media di compressione iniziale σ0 agente nella sezione a
metà altezza del pannello. I risultati più significativi delle analisi sono contenuti nella Tabella 3, in
cui Tp indica il taglio di piano nella situazione di collasso (per le pareti a due piani esso è relativo
al piano più basso). Come atteso, nell’ipotesi Diaf, le pareti collassano per azioni più elevate, poi-
ché il taglio si ripartisce in modo quasi uniforme tra i 4 maschi murari dello stesso livello;
nell’ipotesi di vincolo Lib sono i due maschi centrali che collassano ed assorbono un’aliquota più
elevata dell’azione tagliante. La tensione τk varia nell’intervallo compreso tra 0.042 e 0.075
N/mm2, con i valori più elevati riscontrati per la parete P1 ad un piano (in cui la tensione σ0 è più
bassa) e sono generalmente decrescenti con l’incremento della stessa tensione. Il minimo valore
di τk ottenuto, di 0.037 N/mm2, non va considerato, poiché, in tal caso, la rottura interessa le sole
fasce di piano. Tipici quadri fessurativi per le pareti P1 e P3 sono mostrati nella Figura 8. I ma-
schi murari, nella maggior parte dei casi, collassano per fessurazione diagonale (FD) e talvolta
per flessione (FLEX), come accade per la parete ad un piano con basso livello di σ0.
F2
1.5 2.8
F1 F1
1.5 1.5
9.0 9.0
Parete P1 Parete P2
Figura 8. Quadri fessurativi a collasso in due casi per le pareti P1 (ad un piano) e P3 ( a due piani).
0.15
(1) (1) τk prova PTC (Sperim.)
0.05
0
0.05 0.10 0.15 0.20 0.25
Compressione σ0 (N/mm )
2
Figura 9. Confronto tra la tensione tangenziale caratteristica a taglio τk delle pareti e dei pannelli.
la luce delle deformazioni a taglio ottenute nelle analisi numeriche sulle pareti rispetto ai valori
delle stesse deformazioni osservati sperimentalmente in condizioni di collasso. Negli esempi pre-
sentati le deformazioni taglianti γ dei maschi delle pareti sono risultate mediamente comprese tra
il 2 ed il 3 ‰, ovvero inferiori a quelle riscontrate sperimentalmente.
5 CONCLUSIONI
Nel lavoro è stata svolta un’indagine numerica comparata sulle prove di carico in situ comune-
mente impiegate per la determinazione della resistenza caratteristica a taglio delle murature, con
particolare riferimento a murature di pietrame di consistenza medio-bassa, tipiche dell’edilizia ru-
rale della Toscana e dell’Umbria.
Le analisi numeriche agli elementi finiti di queste prove, sia in ambiente Lusas che in ambiente
Ansys, impiegando cioè due diversi modelli costitutivi della muratura, hanno chiaramente indicato
che la prova di taglio-compressione porta alla determinazione di valori della resistenza caratteris-
tica τk sensibilmente più elevati dei valori ottenuti con la prova di compressione diagonale. Tale
differenza si attenua, fino a scomparire, all’aumentare delle caratteristiche meccaniche del mate-
riale, ovvero la resistenza a trazione e l’energia di frattura. Per murature scadenti tuttavia, il rap-
porto tra le resistenze fornite nelle simulazioni dalle due tipologie di prova, anche se inferiore al
valore 2 mediamente riscontrato in ambito sperimentale, è pur sempre elevato e ciò introduce
una serie di difficoltà nell’interpretazione dei risultati delle prove stesse. L’evoluzione dei quadri
fessurativi nelle prove PTC e PCD, individuata chiaramente con le simulazioni numeriche, è
risultata notevolmente differente nei due casi, e ciò spiega, in gran parte, la maggior resistenza
del pannello nella prova PTC.
L’indagine numerica svolta su alcune pareti piane, ha inoltre mostrato, nell’ambito di variazio-
ne dei parametri qui assunti, cioè per murature di scarsa consistenza e per compressioni verticali
medio-basse, che la prova PCD è più rappresentativa della prova PTC sia per il calcolo della re-
sistenza a taglio τk, sia per l’entità ed il tipo di danneggiamento a collasso dei maschi murari.
RINGRAZIAMENTI
Gli Autori ringraziano il M.I.U.R. (Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca) per il
contributo finanziario fornito allo svolgimento ed alla stesura del presente lavoro.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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Borri, A., Corradi, M. & Vignoli, A. 2000. Il comportamento strutturale della muratura nelle zone terremotate
dell’Umbria: alcune sperimentazioni. Ingegneria Sismica, Anno XVII(3): 23-33.
Chiostrini, S. & Vignoli, A. 1994. In-situ determination of the strength properties of masonry walls by de-
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Chiostrini, S., Galano, L. & Vignoli, A. 1998. In situ tests and numerical simulations on structural behavior
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