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Rivista internazionale di solidi e strutture 41 (2004) 4383-4405


www.elsevier.com/locate/ijsolstr

Comportamento a taglio del pannello in muratura: analisi parametriche agli EF

Luisa Berto un, Anna Saetta B,*, Roberto Scotta un, Renato Vitaliani un,*
un Dipartimento di Edilizia e Trasporti, Università di Padova, via Marzolo 9, 35131 Italia
B Dipartimento di Costruzioni Architettoniche, Dorsoduro 2206, IUAV Venezia 30123, Italia

Ricevuto il 5 novembre 2003; ricevuto in forma rivista il 23 febbraio 2004


Disponibile online il 12 aprile 2004

Astratto

In questo lavoro è stato effettuato uno studio parametrico di pannelli in muratura sollecitati a taglio sia mediante modellazione ad
elementi micro che macro-finiti. Nell'ambito della meccanica del danno continuo, sono stati utilizzati due diversi modelli di danno: il
modello isotropo per simulare il comportamento della malta nell'approccio della micromodellazione; il modello ortotropico per riprodurre
il comportamento non lineare della muratura nella macromodellazione. Il primo approccio consente di catturare con precisione la
risposta locale dei pannelli sotto carico di taglio, ad esempio l'effetto della tessitura (ossia stack bond o running bond) e di una
precompressione esterna applicata. Inoltre, le analisi di micromodellazione potrebbero essere applicate per determinare i parametri
necessari per calibrare il macromodello, in vista di un possibile utilizzo della tecnica di micromodellazione come complemento o in totale
alternativa alle prove sperimentali. Infine il macro-modello è stato applicato per simulare le prove di taglio su pannelli in muratura
dimostrando di poter riprodurre il comportamento globale della muratura.
2004 Elsevier Ltd. Tutti i diritti riservati.

Parole chiave: Pannelli in muratura; Modello di danno ortotropico; Modello di danno isotropo; Carico a taglio; Micromodello; Macro-modello

1. Introduzione

In molte strutture tradizionali le pareti in muratura svolgono un importante ruolo statico; oltre a resistere alle forze di
compressione verticale, di solito devono sopportare carichi orizzontali nel piano (indotti ad esempio da vento e
terremoto, e trasferiti alle pareti principalmente tramite diaframmi come pavimenti o tetti).
Di conseguenza, il comportamento a taglio, così come le modalità di rottura dei pannelli in muratura sollecitati a
taglio, sono stati oggetto di numerose indagini nel corso degli anni in diversi paesi.
Il presente lavoro si propone di analizzare il comportamento strutturale della muratura nell'ambito della
meccanica del danno continuo al fine di tenere conto della legge costitutiva non lineare del materiale. In
particolare, sono stati utilizzati due diversi modelli di danno secondo i due diversi approcci che sono stati
seguiti: il micro e il macromodelling.
La micromodellazione è probabilmente il miglior strumento disponibile per analizzare e comprendere il comportamento reale della
muratura, in particolare per quanto riguarda la sua risposta locale. All'interno di tale approccio è possibile caratterizzare

*
Autori corrispondenti. Tel.: +39-049-827-5622; fax: +39-049-827-5604.
Indirizzo email: saetta@iuav.it (A. Saetta).

0020-7683/$ - vedi doi:10.1016/ 2004 Elsevier Ltd. Tutti i diritti riservati.


j.ijsolstr.2004.02.046
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separatamente malta, blocchi e loro interfacce, adottando per ciascun componente leggi costitutive adeguate,
che tengano conto del loro diverso comportamento meccanico (Page, 1978; Ali e Page, 1988; Lofti e Shing, 1994;
Lourenco, 1996; Zucchini e Lourenco, 2002 ; Gambarotta et al., 1995). Tale procedura di modellazione porta a
risultati molto accurati, ma richiede un intenso sforzo computazionale. Per superare questo problema, Tzamtzis
(1994) e Sutcliffe et al. (2001) hanno recentemente proposto una procedura di micromodellazione semplificata
che rappresenta un approccio intermedio, in cui le proprietà della malta e l'interfaccia unità/malta sono fissate in
un elemento comune, mentre gli elementi espansi sono utilizzati per rappresentare le unità in mattoni.
Nel seguito la micromodellazione è stata utilizzata per studiare la risposta locale di pannelli di muratura
caricati a taglio, in particolare per catturare con precisione l'effetto della tessitura (cioè stack bond o running
bond) e di una precompressione esterna applicata.
Innanzitutto viene eseguita una semplice analisi lineare e vengono confrontati i risultati numerici per la muratura di
legame stack e legame corrente con quelli ottenuti applicando le formule esplicite sviluppate da Cecchi e Sab
(2002) nell'ambito dell'approccio della teoria dell'omogeneizzazione. Successivamente si effettuano le stesse prove numeriche
considerando un comportamento non lineare della muratura; in tali analisi viene indagato anche l'effetto di una
precompressione applicata esternamente.
In tutte le analisi i mattoni sono modellati adottando una legge costitutiva elastica lineare, mentre il
comportamento non lineare della malta è riprodotto da un modello di danno isotropo (Saetta et al., 1999). In tal
modo è possibile seguire con precisione l'evoluzione del danno nei giunti di malta e determinare la reale
distribuzione delle sollecitazioni.
Come ogni analisi di micromodellazione, l'alto livello di raffinamento richiesto per ottenere risultati
accurati, comporta un intenso sforzo computazionale (cioè un gran numero di gradi di libertà del modello
numerico), che ne limita l'applicabilità all'analisi di piccoli elementi (es. campioni di laboratorio) o, almeno, a
piccoli dettagli strutturali (es. Sutcliffe et al., 2001; Asteris e Tzamtzis, 2003).
Quando devono essere studiate grandi strutture reali, è necessario un approccio diverso. In particolare i
macromodelli costituiscono un metodo efficace per analizzare la risposta globale delle strutture murarie.
In tale approccio, la muratura è considerata un materiale equivalente, in cui malta e blocchi vengono fusi insieme e
vengono stabilite relazioni appropriate tra le deformazioni medie della muratura e le sollecitazioni medie della muratura.

Sono stati sviluppati numerosi di questi modelli (ad es. Papa e Nappi, 1996; Callerio e Papa, 1998; Zhuge et al.,
1998; Syrmakezis e Asteris, 2001; Andreaus, 1996 ecc.). Tra questi Lourenco (1996) ha proposto un modello
costitutivo non lineare per pareti caricate nel piano basato sulla teoria della plasticità. Più recentemente Massart
et al. (2001) hanno sviluppato un interessante modello di danno anisotropo bidimensionale in un quadro
''multipiano'', anche se, a conoscenza degli autori, fino ad ora nessuna applicazione pratica è stata fatta.

In questo lavoro viene adottato il modello di danno ortotropo sviluppato dagli autori (Berto et al., 2002), dove
la muratura è considerata un composito ortotropo con proprietà elastiche e anelastiche differenti lungo le due
direzioni principali. Per applicare questo modello è richiesta una calibrazione preliminare dei parametri del
materiale.
Tale calibrazione può essere eseguita in diversi modi: (i) da un opportuno insieme di prove sperimentali su pannelli di
muratura in scala reale, oppure (ii) considerando la muratura come un materiale composito, con la valutazione
sperimentale preliminare del comportamento dei suoi componenti ( mattoni e malta) come dati di input per il successivo
utilizzo di una tecnica di omogeneizzazione o dell'approccio di micromodellazione precedentemente menzionato.
Allo stadio attuale della cognizione scientifica, le tecniche di omogeneizzazione possono essere proficuamente
utilizzate solo in campo elastico. Mentre l'utilizzo della tecnica del micromodellismo consente una caratterizzazione
completa del macromodello, come verrà mostrato in questo lavoro, tenendo conto dell'effetto della tessitura e della
precompressione, sia in campo elastico che post-elastico.
In ultima istanza verrà dimostrata la capacità del macromodello di riprodurre il comportamento a taglio, nonché le
modalità di rottura dei pannelli in muratura sollecitati a taglio in termini di ''risposta globale''.
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La prima parte dell'articolo è dedicata ad una breve rassegna dei due modelli di danno adottati con un
esempio di validazione del modello ortotropo.
La seconda parte è specificamente dedicata allo studio del comportamento a taglio della muratura variando la
tessitura e il livello di precompressione. In questa analisi limitiamo la nostra attenzione alle murature
caratterizzate da blocchi molto più rigidi della malta, caso piuttosto comune nel nostro Paese soprattutto per le
murature storiche. Verranno inoltre analizzati solo due tipi di pattern bond, ovvero la muratura corrente e quella
stack bond e non verrà data attenzione all'altro tipo (es. American Bond, Flemish Bond, English Bond,. . .).

Vale la pena notare che la muratura ad incastro corrente è molto più comune, mentre l'incollaggio a pila è
meno frequente (viene talvolta utilizzato per colonne di grande sezione). Tuttavia abbiamo scelto di confrontare
queste due tessiture al fine di comprendere meglio l'importanza del pattern bond nel caratterizzare il
comportamento a taglio della muratura, ed in particolare per indagare la differenza tra una ''buona
muratura'' (legame scorrevole) e una ' 'cattivo'' (stack bond).

2. Modello di danno: presupposti di base

In questa sezione viene presentato un breve richiamo dei due modelli di danno continuo ––il
modello isotropo e quello ortotropo––sviluppati dagli autori e adottati nelle seguenti analisi.
Secondo il a base di ceppo formulazione (Simo e Ju, 1987), lo stato di danno può essere caratterizzato da un
tensore di quarto ordine M, che permette di trasformare il tensore degli sforzi di Cauchy R nello stress effettivo
tensore R (o viceversa) come segue:

R ? m 1: R D1NS
dove m è generalmente correlato al tensore di danno del quarto ordine D B per mezzo di:

m ¼ ½ID B D2NS
Per il caso di danno isotropo a un parametro, la relazione (1) crolla a
R
R? D3NS
D1 DNS

dove D è la variabile scalare che descrive lo stato di danno.

2.1. Modello di danno isotropo

Il modello di danno isotropo che abbiamo utilizzato nelle seguenti microanalisi, considera due variabili di danno
interno indipendenti––Dns per le sollecitazioni di trazione, D per quelli compressivi, al fine di tenere conto del diverso
comportamento non lineare del materiale sotto carico di trazione o compressione, nonché dell'effetto di chiusura della
fessura all'inversione del carico. Con tale ipotesi, il tensore di sollecitazione effettivo è suddiviso in
due componenti Rnsij e Rij , relativi rispettivamente a Dns e D , ed eq. (3) è sostituito dal seguente
(Farja e Oliver, 1998):
Rij ¼ ð1 DnsNSRnsij þ ð1 D NSRij D4NS
Corrispondentemente, due sollecitazioni effettive di trazione e compressione equivalenti Sns e S vengono
introdotte, da cui dipendono le leggi di evoluzione del danno (es. Farja e Oliver, 1998; Saetta et al., 1999), secondo
!!
Rns Sns
Dns ? 1 S0nsesp UNns 1 Rns D5NS
0
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" !#
R0 S
D?1 D1 UN NS UN esp B 1 D6NS
S R0

dove Rns0 , R0sono la soglia di danno attuale ds che controllano la dimensione del danno in espansione surf assi.
Queste equazioni riproducono rispettivamente il ramo di rammollimento del materiale fragile sottoposto a prova di
trazione unidimensionale e sia l'effetto di indurimento del materiale in compressione sia l'ammorbidimento dopo il
raggiungimento della resistenza a compressione. La descrizione dettagliata dei parametriA, B e UNns, dipende da
dati sperimentali ed in particolare l'ultimo sull'energia di frattura GF , si trova negli articoli
precedentemente citati.
Il criterio di danno adottato in questa formulazione è simile al criterio di rottura di Drucker-Prager nel campo di
compressione triassiale, con una chiusura a cappio nel campo di trazione. La funzione di danno è semplicemente il luogo
di tutti i punti nello spazio di stress effettivo che separa gli stati accessibili da quelli inaccessibili (Fonseka e Krajcinovic,
1981).
La Fig. 1 mostra le curve costitutive Rif per entrambi i casi di trazione e compressione uniassiali.
Nell'ambito di tale approccio si possono definire due indici di danno globale, analogamente a quello
proposto da On~ate (1994). Tali indici di danno globale sono stati introdotti dagli autori (Saetta et al.,
1999) come utile strumento per monitorare l'evoluzione della risposta non lineare di una struttura fino al cedimento,
con riferimento sia ai processi di danneggiamento a compressione che a trazione:
R
D Q0W0 DV
D ? VR D7NS
V
q0W0 DV
R Dns
q 0Wns0 DV
D ns ? VR D8NS
V
q0W ns
0DV

rispettivamente per compressione e trazione. Rappresentano la media ponderata del danno interno
parametro sull'intera struttura, utilizzando l'energia di deformazione elastica come peso. In particolareWns 0e W0 sono
le densità di energia libera di Helmholtz (per unità di massa) associate alla parte positiva e negativa del tensore
degli sforzi effettivi e Q0 è la densità di massa.

2.2. Modello di danno ortotropico

Più recentemente, partendo dal modello isotropo a due parametri precedentemente richiamato, gli autori
hanno sviluppato un modello di danno vettoriale più sofisticato, adatto a materiali fragili ortotropi, come le
murature, in condizioni di sforzo piano, ovvero Berto et al. (2002).
L'assunto principale di questo modello è che l'evoluzione del danno può modificare l'intensità
dell'anisotropia del materiale ma non altera le sue simmetrie iniziali. Ciò significa che il primo ortotropo

Sforzo
Fatica

Fatica

(un) Sforzo (B)

Fig. 1. Leggi costitutive: (a) trazione e (b) compressione.


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il materiale potrebbe non evolvere in una anisotropia più generale dopo l'inizio del danno. Questa ipotesi,
insieme all'ipotesi di condizioni di sollecitazione piana, permette di semplificare la teoria considerando le variabili
di danno come scalari associate ai due assi principali del materiale (x–y, che sono rispettivamente la direzione di
giunzione del letto e quella ortogonale).
In particolare, per ciascun asse, sono definite due variabili di danno indipendenti (una per trazione, una per
compressione) per tenere conto dell'effetto di chiusura della fessura, simile al modello isotropo sopra descritto. In
in tal modo quattro variabili di danno indipendenti (Dns X , DX , Dnssì e Dsì ) vengono introdotti.
Con queste ipotesi, il tensore di quarto grado m introdotto in (1), così come il tensore di danno D B
i cui elementi sono opportune funzioni delle variabili di danno e del tensore di deformazione, può essere rappresentato
da 3 · 3 matrice.
Per definire le leggi di evoluzione delle variabili di danno e il criterio di danno adottato, quattro
sollecitazioni elastiche equivalenti indipendenti Sns X SX Snssì Ssì (due per ogni direzione naturale del materiale) devono essere
effettivamente introdotto. Sono combinazioni lineari delle sollecitazioni effettive (cioè delle deformazioni elastiche).
In questa fase della ricerca, si ipotizzano leggi di evoluzione degli indici di danno simili a quelle
proposte da Farja e Oliver (1998) e Saetta et al. (1999) e fornito nelle eq. (5) e (6).
Per completare la definizione del modello di danno occorre definire il criterio di danno. Trattandosi di un
materiale ortotropo la superficie di danno non può essere definita solo in termini di sollecitazioni principali, come
per quelle isotrope classiche, ma anche i loro orientamenti rispetto agli assi del materiale devono
essere tenuto in considerazione. In questo modo la superficie di danno può essere espressa sia in termini di (R1, R2, h) o del
vettore di stress completo efficace (RX, Rsì e Sxy).
In questo modello è stata scelta la seconda rappresentazione, in quanto particolarmente appropriata per il
approccio proposto. La forma di questa superficie è una doppia piramide a base rettangolare, per cui le pendenze
delle facce corrispondono all'angolo di attrito interno del materiale. In Fig. 2 è mostrata nello spazio positivo la
superficie di danno iniziale adottata per l'analisi della muratura di legame stackSP0.
Vale la pena notare che la forma della superficie di danno unitamente all'adozione di quattro variabili di danno
indipendenti permette di considerare il problema biassiale come due problemi uniassiali disaccoppiati

Fig. 2. Superficie di danno del modello di danno ortotropo per la muratura di legame stack nello spazio (RX, Rsì e Sxy ) insieme a Sxy P0 (in MPa).
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(lungo il X e il sì direzione), ciascuno con i propri criteri di danneggiamento (uno per trazione e uno per
compressione). In tal modo non si verificano complicazioni nell'aggiornamento delle variabili di danno nei punti
singolari della superficie di danno.
Infine, per tenere conto della capacità di trasmissione a taglio osservata sperimentalmente dovuta alla
fenomeni di attrito attraverso una fessura aperta, un taglio residuo Satt è stato introdotto a seconda del
livello di compressione esistente e su un fattore di attrito F , Berto et al. (2001):

jhRX ns Rsìij
Satt ? F D9NS
2
dove il simbolo Ciao indica le parentesi di MacAuley.
In tal modo viene assicurato un minimo di resistenza al taglio anche per un materiale completamente danneggiato,
purché la componente di sollecitazione idrostatica sia a compressione.
Le teorie dettagliate (con tutte le formule ei grafici) delle due formulazioni si trovano
rispettivamente in (Saetta et al., 1999) e (Berto et al., 2002).

2.3. Dettagli numerici e dipendenza dalla mesh

Entrambi i modelli sono stati implementati in un nuovo codice per computer nel linguaggio di
programmazione FORTRAN. La dipendenza dei parametri di danno (cioè della matrice di rigidezza) dal tensore
di deformazione (cioè dal vettore spostamento) porta ad una soluzione di un sistema di equazioni non lineari. In
queste applicazioni numeriche viene applicato lo schema di Newthon-Raphson modificato, con la matrice di
rigidezza iniziale al posto della matrice jacobiana, poiché richiede un ridotto sforzo computazionale e assicura
una soddisfacente stabilità e accuratezza alla soluzione numerica.
La dipendenza dalla mesh associata all'ammorbidimento della deformazione in una formulazione locale agli elementi finiti è
stata parzialmente superata adottando un approccio di regolarizzazione semplificato. Questo metodo consiste nel collegare
l'energia di frattura specifica alla dimensione dell'elemento mesh (Saetta et al., 1999). Seguendo un tale approccio,
l'espressione del parametro UNns, che appare in (5), è:
!1
UNns ? GFE0 1
D10NS
DeNS 2
ioC DF NS
T
2

dove GF è l'energia di frattura del materiale, E0 e FT sono, rispettivamente, il suo modulo di Young iniziale e
la sua resistenza alla trazione e ioDeNSC è una lunghezza caratteristica che dipende dalla dimensione di ogni elemento finito utilizzato nel
Maglia FE.
Poiché in questo lavoro vengono considerati solo casi bidimensionali, la seguente espressione per ioDeNS può
C essere
adottato:
pffiffiffiffiffiffiffi

C? UNDeNS
ioDeNS
D11NS

dove UNDeNS è l'area dell'elemento.

2.4. Convalida del modello

Di seguito verrà proposta l'analisi numerica di una parete testata all'ETH di Zurigo (Ganz e Thurlimann,
1984) per validare il modello ortotropo. Altri esempi di validazione possono essere trovati in Berto et al.
(2002) e Berto et al. (2001). In particolare buoni risultati sono stati ottenuti simulando le prove sperimentali
su pannelli di muratura sottoposti a taglio e compressione effettuate da Calvi et al. (1992) presso
l'Università di Pavia (Berto et al., 2002; Magenes e Calvi, 1997).
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Come mostrato in Fig. 3, la parete testata è costituita da un pannello in muratura e da due ali laterali, nella parte
superiore e inferiore di esse sono poste due lastre di cemento. La parete è stata dapprima sottoposta a un carico
verticale uniformemente distribuitoP ? 1:91 MPa, oltre al peso proprio, è stata applicata una forza orizzontale
monotonamente aumentata sulla soletta superiore sotto controllo dello spostamento.
Nella tabella 1 sono riportati i parametri meccanici utilizzati nell'analisi numerica, sono derivati dalle
prove biassiali effettuate da Ganz e Thurlimann (1982) e simulate da Lourenco (1996). Il fattore di attrito è
stato assunto pari a 0,7. Come fatto da Lourenco nella sua analisi, abbiamo ipotizzato per le flange
nel X direzione la resistenza a trazione e compressione del mattone di argilla (FTX ? 0:68 MPa FCX ? 9:5 MPa). È stata
utilizzata una maglia regolare, composta da elementi triangolari lineari.
La curva numerica del carico in funzione dello spostamento è tracciata in Fig. 4. e confrontata con quella
sperimentale. È stato trovato un accordo ragionevolmente buono.
La Fig. 5 mostra i contorni del danno per uno spostamento vicino al carico di punta sperimentale (6,0 mm). Esso
si può vedere che a questo livello di spostamento la parete mostra una distribuzione diffusa del danno da trazione Dns X, in abbastanza

buon accordo con lo schema fessurativo sperimentale mostrato in Fig. 6, mentre il corrispondente danno da
compressione, sebbene già visibile, è sufficientemente basso rispetto al suo valore limite. Al collasso i contorni
del danno e la configurazione deformata sono mostrati, rispettivamente, in Fig. 7 e Fig. 8. Come evidenziato dalla

P
140
D 18

15

200

18

20 20
360 90

60
X

Fig. 3. Parete di taglio ETH Zurigo: geometria e carichi (in cm).

Tabella 1
Shear wall ETH Zurigo: parametri del materiale per il macro-modello
X direzione sì direzione

Modulo elastico (MPa) EX ? 2460 Esì ? 5460


Modulo di taglio (MPa) Gxy ? 1130
rapporto di Poisson mxy ? 0:18
Limite elastico uniassiale a compressione (MPa) FCX0 ? 0:56 FCsì0 ? 1:37
Resistenza a trazione iniziale uniassiale (MPa) FTX ? 0:28 FTsì ? 0:05
Resistenza a taglio (MPa) FS ? 0:3
Energia di frattura (N/mm) GFX ? 0:02 GFsì ? 0:02
UN parametro UNCX ? 0:12 UNCsì ? 0:24
B parametro BCX ? 1:0 BCsì ? 2:58
Fattore di attrito F (MPa) F ? 0:7
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600

500

Forza orizzontale (kN)


400

300

200

100 Sperimentale

Numerico
0
0 2 4 6 8
Spostamento orizzontale d (mm)

Fig. 4. Diagrammi carico-spostamento: confronto tra risultati numerici e sperimentali.

Fig. 5. Contorni del danno allo spostamento di 6,0 mm.

Fig. 6. Pannello di taglio dell'ETH Zurigo: schemi di fessurazione sperimentali allo spostamento di 6,0 mm.
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Fig. 7. Contorni del danno allo spostamento di 8,0 mm (stadio finale).

Fig. 8. Configurazione deformata allo spostamento di 8,0 mm (stadio finale).

sviluppo significativo del danno da compressione, la rottura è dominata dallo schiacciamento della muratura in
accordo con l'evidenza sperimentale (Fig. 9).

Fig. 9. Pannello di taglio dell'ETH di Zurigo: schemi di fessurazione sperimentali allo spostamento di 8,0 mm (stadio finale).
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3. Effetto della tessitura sul comportamento a taglio dei pannelli in muratura

Lo scopo di questa prima analisi è quello di catturare e comprendere nello specifico l'effetto della tessitura (ossia
stack bond o running bond) sul comportamento a taglio dei pannelli murari (Fig. 10). In tale analisi preliminare viene
adottato un modello meccanico semplificato per il quale i blocchi sono modellati come corpo rigido e la malta come
materiale elastico.
Questa ipotesi, insieme all'assunzione di uno stato di taglio macroscopicamente omogeneo e di una
geometria regolare, può riferire questo caso al Mann e Mu €la teoria di ller (cioè Mann e Mu €ller, 1982).
Secondo tale approccio, la configurazione deformata del pannello murario è caratterizzata da un'identica
rotazione rigida di tutti i mattoni e da una deformazione dei giunti di malta.
La risposta meccanica dei due tipi di muratura può essere interpretata come illustrato in Fig. 11, dove
sono evidenziate le forze trasmesse ad un blocco tipico dai giunti di malta circostanti (nella figura h e l
sono, rispettivamente, l'altezza e la larghezza del blocco).
Nel caso di muratura incollata scorrevole, le sollecitazioni di taglio nei giunti di testa sono inferiori a quelle nei
giunti di letto e l'equilibrio rotazionale del blocco rigido è assicurato dalle coppie delle forze N (come
indicato in Fig. 11b) secondo l'equazione di bilancio:
l
2n ns TL ? SLH D12NS
2
Quindi

n ns T ? SH ) T < Sh D13NS

(un) (B)

Fig. 10. Prova di taglio su un pannello in muratura: (a) muratura incollata a pila e (b) muratura incollata scorrevole.

? ?
L/2 L/2 L/2
L/2

H T<τH
H <τh

L/2 L/2
L/2 L/2
(un) (B) ? ?

Fig. 11. Rappresentazione schematica delle forze trasmesse a un blocco tipico dai giunti di malta circostanti: (a) muratura incollata a pila e (b)
muratura incollata scorrevole.
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mentre per le murature a pacco, per le quali le sollecitazioni di taglio nella testata e nei giunti di letto sono le
stesse, l'equazione di bilancio porta a
T ? Sh D14NS

Ne consegue che quando i giunti di testa sono completamente fessurati, la muratura di collegamento scorrevole sarà ancora in grado di
resistere alle sollecitazioni di taglio e il suo modulo di taglio non si annulla a differenza della muratura di incollaggio a pila, per la quale le
sollecitazioni di taglio nei giunti di testa sono essenziali per il equilibrio rotazionale.
La rilevanza di tale considerazione è sottolineata dal fatto che, nelle strutture murarie reali, i giunti
verticali di malta solitamente non sono ben riempiti e sono solitamente fessurati a causa del ritiro.
Pertanto tutti i metodi sviluppati per analizzare la reale risposta del pannello di muratura in condizioni di
carico di taglio dovrebbero considerare l'effetto del danneggiamento nel giunto di malta, almeno in termini di
riduzione delle proprietà meccaniche. Le analisi proposte hanno lo scopo di dare un contributo alla comprensione
e alla rappresentazione efficace di tale fenomeno, nonché a valutare l'effetto di una precompressione verticale
applicata al pannello.
In realtà una precompressione iniziale migliora il comportamento portante aumentando la forza di attrito sui giunti
del letto. Secondo il criterio di Coulomb, la resistenza al taglio aumenta all'aumentare del rapporto di compressione
assiale e la curva correlata degli sforzi di compressione combinati a taglio è uniformemente crescente.

4. Modellazione numerica

4.1. Micromodellazione

Seguendo l'approccio della micromodellazione, è stata condotta una prima serie di analisi numeriche con
l'obiettivo di catturare con precisione la risposta locale dei pannelli murari rappresentati in Fig. 10, in condizioni di
carico di taglio: ad es. l'effetto della tessitura (ovvero pila legame o legame corrente) e di una precompressione
esterna applicata, nonché di seguire l'evoluzione della crescita del danno nei giunti di malta.
Gli obiettivi paralleli di ottenere una simulazione efficace e ridurre il più possibile la complessità
computazionale delle analisi, hanno portato a considerare solo la parte centrale dei pannelli (tratteggiata in Fig.
10) imponendo opportune condizioni al contorno. Tutte le analisi sono eseguite in ipotesi di sollecitazione piana e
sotto prova di taglio a spostamento controllato.
La maglia adottata è illustrata in Fig. 12 sia per i casi di muratura sovrapposta che per quella corrente. Vengono utilizzati
quasi 1500 elementi triangolari a tre nodi.
Lo scopo delle seguenti analisi è quello di simulare lo stato dei pannelli, costituiti da mattoni geometricamente
identici e molto più rigidi della malta, con uno stato tenso-deformativo macroscopicamente omogeneo (es. Mann
e Mu €ller, 1982). Pertanto le condizioni al contorno delle mesh agli elementi finiti selezionate devono

Fig. 12. Mesh adottate e condizioni al contorno imposte per l'analisi FE: (a) muratura di legame di pila e (b) muratura di legame di corsa.
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essere imposto in modo tale che tutti i blocchi mostrino la stessa rigida rotazione. Nella stessa Fig. 12 sono
rappresentate le condizioni di vincolo e gli spostamenti orizzontali imposti utilizzati per simulare tale stato di taglio.
Le dimensioni del mattone sono 250 · 120 · 125 mm3 (lunghezza · altezza ·larghezza) e lo spessore della malta è pari a 10 mm.

Per le unità è stato ipotizzato un modello rigido, mentre per la malta sono state utilizzate due diverse leggi
costitutive: un comportamento elastico lineare e un comportamento non lineare (Fig. 13) derivato dal suddetto
modello di danno isotropo. I parametri utilizzati per caratterizzare il materiale della malta sono riassunti nella
Tabella 2.
Per ogni tipo di tessitura sono state effettuate le seguenti prove numeriche:

• Prova di taglio senza una precompressione applicata iniziale assumendo un comportamento elastico lineare per la malta.

• Prova di taglio senza una precompressione applicata iniziale assumendo un comportamento elastico non lineare per la malta.

• Prova di taglio con una precompressione applicata iniziale Rsì ? 1 MPa assumendo un comportamento elastico non lineare
della malta.
• Prova di taglio con una precompressione applicata iniziale Rsì ? 2 MPa assumendo un comportamento elastico non lineare
della malta.

4.1.1. Analisi elastica lineare: confronto con l'approccio dell'omogeneizzazione


I risultati numerici in termini di sollecitazioni dovute a deformazione di taglio C ? 1 10 4, che salgono nel mortaio
i giunti che circondano l'unità centrale sono rappresentati nelle Figg. 14 e 15, rispettivamente, per la pila e per il pannello di
incollaggio scorrevole.

?
- 0,50%

- 0,40%

- 0,30%

- 0,20%

- 0,10%

0,00%

1.00

0.00

-1.00
? (MPa)

- 2.00

- 3.00

- 4.00

Fig. 13. Legge costitutiva non lineare della malta.

Tavolo 2
Parametri della malta per il modello di danno elastico e isotropo

Modulo elastico E ? 2000 MPa


rapporto di Poisson m ? 0:3
Limite elastico uniassiale in compressione FC ? 5:0 MPa
Resistenza a trazione iniziale uniassiale FT ? 0:1 MPa
Energia di frattura GF ? 0:00015 N/mm
UN parametro UN ? 0:8
B parametro B ? 2:3
L. Berto et al. / Rivista internazionale di solidi e strutture 41 (2004) 4383–4405 4395

1.00 yx (MPa)
0,80
0,60
0.40
0.20
0.00

0.40
y(MPa)
0.20

0.00

- 0.20

- 0,40

xy(MPa) x(MPa) xy(MPa)


x(MPa)

0.8

0.6

0,4

0.2
0.01
0.02
0.03

0
0.03
0.02
0.01

0
0.2

0,4

0.6

0.8

0
0

- 0,03

- 0.02
- 0.01
- 0.01
- 0.02

- 0,03

- 0,40

- 0.20

0.00

0.20
y(MPa)
0.40

0.00
yx (MPa)
0.20
0.40
0,60
0,80
1.00

Fig. 14. Pannello di incollaggio stack––schema delle sollecitazioni nei giunti di malta che circondano il blocco centrale per C ? 1 10 4.

Come previsto (vedi Sezione 3), nel caso di stack bond le sollecitazioni di taglio sono pressoché le stesse nei giunti
verticali e in quelli orizzontali (0,6 contro 0,75 MPa). Questa leggera differenza è ascrivibile al fatto che le condizioni
numeriche al contorno applicate non sono in grado di generare esattamente la stessa rotazione rigida a tutti i mattoni,
come si può notare osservando attentamente le maglie deformate (Fig. 16a). Le rotazioni disuguali dei blocchi
producono tensioni normali distribuite triangolarmente, soprattutto nei giunti di letto, il cui contributo nell'equilibrio di
rotazione del mattone è solo circa il 15% della coppia generata dalle sollecitazioni di taglio. Pertanto una tale
approssimazione non dissimula la capacità del modello di descrivere il comportamento peculiare della trama del legame
dello stack.
Al contrario, nel caso dell'incollaggio in corsa, le sollecitazioni di taglio sono molto inferiori nei giunti di testa
rispetto a quelle da letto (rispettivamente 0,33 e 0,85 MPa). Di conseguenza sollecitazioni normali non trascurabiliRsì si
verificano nei giunti del letto, inducendo due coppie significative di forze che assicurano l'equilibrio rotazionale del
blocco rigido. In particolare, il momento della coppia in questo caso è quattro volte superiore a quello generato
nel caso di stack bond.
Per ogni caso un modulo di taglio Gxy può essere valutato come un globale parametro dei pannelli in muratura. Tali
valori possono essere confrontati con quelli ottenuti applicando le formule analitiche derivate da Cecchi e Sab
(2002) all'interno della teoria dell'omogeneizzazione. Hanno fornito un'espressione analitica del tensore di
rigidezza omogeneizzato per muratura a pila e corrente sia per sollecitazioni piane che per condizioni di
deformazione piana nell'ipotesi di piccolo rapporto tra modulo di Young della malta e modulo di Young del blocco
e per piccolo rapporto tra spessore del giunto e dimensioni del blocco. Adottando queste espressioni nella
condizione del piano tensionale nell'ipotesi di unità infinitamente rigide, e assumendo le caratteristiche elastiche
e geometriche dei giunti di malta e dei blocchi, si sono ottenuti i moduli di taglio omogeneizzati per i due tipi di
muratura.
4396 L. Berto et al. / Rivista internazionale di solidi e strutture 41 (2004) 4383–4405

1.00
0,80
0,60 yx (MPa)

0.40
0.20
0.00
1.00

0,50
y (MPa)
0.00

- 0,50

-1.00

x (MPa) xy (MPa)
xy (MPa) x (MPa)

0.8
0,7
0.6
0,5
0,4
0,3
0.2
0.1
0
0.01
0.02
0.03

0.03
0.02
0.01
0

0
0.1
0.2
0,3
0,4
0,5
0.6
0,7
0.8
0

- 0,03
- 0.02

- 0.01

- 0.01
- 0.02
- 0,03
- 0,60
- 0,40
- 0.20
0.00
0.20
0.40 y (MPa)
0,60

0.00
yx (MPa)
0.20
0.40
0,60
0,80
1.00

Fig. 15. Pannello di incollaggio scorrevole––schema delle sollecitazioni nei giunti di malta che circondano il blocco centrale per C ? 1 10 4.

Fig. 16. Rete deformata: (a) muratura incollata a pila e (b) muratura incollata scorrevole.

Il confronto tra i risultati è proposto nella Tabella 3, dove l'ultima colonna mostra l'errore percentuale e
della soluzione agli elementi finiti rispetto alla soluzione di omogeneizzazione. Come previsto, le soluzioni
FE si rivelano più rigide di quella di omogeneizzazione; tuttavia il confronto è abbastanza buono
soprattutto per la muratura a filo continuo.

4.1.2. Analisi non lineare: approccio al danno isotropo


Al fine di ottenere qualche informazione in più sul reale comportamento a taglio dei pannelli murari dopo il range
elastico, le stesse prove sono state ripetute assumendo una legge costitutiva non lineare della malta tramite l'approccio
del danno isotropo. All'interno di un tale approccio, si assume la resistenza alla trazione della malta
L. Berto et al. / Rivista internazionale di solidi e strutture 41 (2004) 4383–4405 4397

Tabella 3
Confronto tra il modulo di taglio derivato dalla teoria dell'omogeneizzazione e l'analisi elastica lineare FE
Omogeneizzazione (MPa) Analisi elastica lineare FE (MPa) Errore percentuale (%)

Stack bond muratura G ? 6235 G ? 7820 20


Muratura vincolata in esecuzione G ? 7735 G ? 8615 10

molto basso, determinando, come previsto, una distribuzione delle sollecitazioni completamente diversa rispetto a quella
ottenuta nell'ipotesi elastica lineare.
La Fig. 17 mostra le risposte meccaniche dei due pannelli di muratura in termini di contorni di danno tracciati
per la stessa deformazione di taglio (C ? 3 10 5), vicino all'inizio del comportamento anelastico. L'effetto della
diversa tessitura muraria è chiaramente evidenziato: sebbene il danno da trazione inizi a svilupparsi lungo i giunti
del letto per entrambi i casi, lo schema seguito è piuttosto diverso. Nella muratura a pacco, il danno da trazione si
propaga quasi istantaneamente lungo i giunti di letto, poi rapidamente lungo quelli di testa; mentre, nelle
murature incollate a filo, il danneggiamento interessa dapprima la metà dei giunti sottoposti a trazione e subito
dopo si diffonde lungo tutto il piano della malta e poi lungo i giunti verticali.
L'evoluzione del danno può cambiare in modo significativo se una precompressione verticale iniziale Rsì viene applicato al
pannello. In realtà, a causa della compressione verticale, per entrambe le trame, il danno da trazione colpisce prima di tutto il
giunti di testa e solo per elevate sollecitazioni di taglio si propagano a quelli orizzontali.
Sono stati applicati, rispettivamente, due diversi livelli di precompressione, Rsì ? 1 MPa e Rsì ? 2 MPa. Fichi. 18 e 19
mostrano i contorni del danno per entrambi i casi di studio, tracciati per una deformazione di taglio corrispondente
ad uno stato di danno iniziale. Si può osservare il ben noto effetto positivo di una precompressione applicata, che
per entrambe le tipologie di muratura porta ad un ampliamento del campo elastico lineare, anche se con un
meccanismo diverso.
Queste osservazioni sono leggibili anche in Fig. 20, dove viene tracciato l'indice di danno globale rispetto alla deformazione di
taglio C. In tali diagrammi si può osservare lo spostamento dell'insorgenza del danno a trazione all'aumentare della
precompressione applicata, in particolare per la muratura vincolata scorrevole, mentre il danno compressivo, che si verifica
prima per la muratura vincolata scorrevole, si sposta dal lato opposto.

Fig. 17. Contorni dei danni per C ? 3 10 5 senza precompressione: (a) muratura incollata e (b) muratura continua.

Fig. 18. Contorni dei danni per C ? 6 10 5 con una precompressione Rsì ? 1 MPa: (a) muratura incollata e (b) muratura continua.
4398 L. Berto et al. / Rivista internazionale di solidi e strutture 41 (2004) 4383–4405

Fig. 19. Contorni dei danni per C ? 1:1 10 4 con una precompressione Rsì ? 2 MPa: (a) muratura incollata e (b) incollata scorrevole
opere murarie.

1.4 1.4
D*+ (obbligazione corrente) D*- (obbligazione corrente) D*+ (obbligazione corrente) D*- (obbligazione corrente)
D*+ (obbligazione cumulativa) D*- (stack bond) 1.2 D*+ (obbligazione cumulativa) D*- (stack bond)
1.2

1.0 1.0

Danno globale
Danno globale

0.8 0.8

0.6 0.6

0,4 0,4

0.2 0.2

0.0 0.0
(un) 0,00% 0,02% 0,04% 0,06% 0,08% 0,10% (B) 0,00% 0,02% 0,04% ? 0,06% 0,08% 0,10%
?

1.4
D*+ (obbligazione corrente) D*- (obbligazione corrente)
D*+ (obbligazione cumulativa) D*- (stack bond)
1.2

1.0
Danno globale

0.8

0.6

0,4

0.2

0.0
(C) 0,00% 0,02% 0,04% 0,06% 0,08% 0,10%
?

Fig. 20. Evoluzione degli indici di danno globale di trazione e compressione rispetto alle curve di deformazione a taglio per murature
scorrevoli ea pacco: (a) senza precompressione; (b) con precompressioneRsì ? 1 MPa e (c) con precompressione Rsì ? 2 MPa.

Infine nelle Figg. 21 e 22 i risultati in termini dins e Rsì-C le curve sono date, rispettivamente, per la muratura con
legame stack e con legame corrente. Alcune considerazioni e discussioni saranno proposte nella prossima sezione.

4.1.3. Discussione e osservazioni


Trattandosi di prove di taglio a spostamento controllato, non appena si raggiunge il range non lineare,
lo stato di taglio semplice (cioè eX, esì ? 0 e RX, Rsì ? 0) non è più uno stato mantenibile.
In realtà, all'aumentare degli spostamenti imposti assegnati al punto centrale delle unità, si osserva un
danno crescente nei giunti di malta, che provoca un crescente stato di compressione, come dimostrato dai
diagrammi di Fig. 21b e Fig. 22b. In altre parole, dopo l'inizio del danno, l'aumento della deformazione di taglio
comporta forze verticali crescenti nei centri dei blocchi superiore e inferiore, al fine di rispettare la
L. Berto et al. / Rivista internazionale di solidi e strutture 41 (2004) 4383–4405 4399

2,5

2.0

1.5

(MPa)
1.0
0MPa
0,5 1MPa
2MPa
0.0
(un) 0,00% 0,02% 0,04% γ 0,06% 0,08% 0,10%

0,00% 0,02% 0,04% γ 0,06% 0,08% 0,10%


0.0

- 1.0
y (MPa)

- 2.0

- 3.0
0MPa
1MPa
2MPa
(B) -4.0

Fig. 21. Muratura a sovrapposizione: risultati per diversi valori di precompressione applicata: (a) ns curve; (B)Rsì-C curve.

2,5

2.0

1.5
(MPa)

1.0
0MPa
0,5 1MPa
2MPa
0.0
0,00% 0,02% 0,04% 0,06% 0,08% 0,10%

0,00% 0,02% 0,04% γ 0,06% 0,08% 0,10%


0.0

- 1.0
y (MPa)

- 2.0

- 3.0
0MPa
1MPa
2MPa
(B) -4.0

Fig. 22. Pannello di incollaggio in esecuzione: risultati per diversi valori di precompressione applicata: (a) ns curve e (b) Rsì-C curve.

condizioni di equilibrio e di continuità, e quindi la condizione ideale dello stato tensionale di taglio puro Rsì ? 0 non
è più rispettato.
4400 L. Berto et al. / Rivista internazionale di solidi e strutture 41 (2004) 4383–4405

Lo stesso fenomeno si verifica anche nelle analisi non lineari con precompressione applicata. Quindi dobbiamo
fare riferimento ad una precompressione ''iniziale'' o ''nominale'', in quanto quella reale sale con l'aumentare del
danno.
Con tale osservazione in mente, un confronto tra i grafici tracciati nelle Figg. 21(a) e 22(a) possono ora essere
fatti. In particolare, la suddetta compressione interna crescente giustifica la stessa risposta che tutti i campioni
mostrano per elevate deformazioni di taglio, indipendentemente dal tipo di tessitura e dal livello di
precompressione ''iniziale''. Pertanto i risultati più significativi si trovano nelle parti iniziali dei grafici.

4.2. Macro-modellazione

La seconda parte di questo lavoro è dedicata a valutare l'efficacia e le potenzialità dell'approccio di


macromodellazione per trattare la risposta a taglio dei pannelli in muratura. La preoccupazione principale è dimostrare
la capacità del macromodello ortotropico, che è stato descritto nella Sezione 2.2, di catturare correttamente la risposta
globale dei pannelli di muratura sollecitati a taglio, con uno sforzo computazionale ridotto.
A questo scopo è stato utilizzato un singolo elemento finito a quattro nodi per rappresentare gli stessi pannelli che erano
stati studiati nella sezione precedente, ad es. Fig. 12. Il modello di danno ortotropico è applicato ad ogni condizione di carico
precedentemente indagata con l'approccio del micromodello .
Il primo passo necessario per eseguire tali analisi è la valutazione di tutti i parametri meccanici utilizzati dal
macro-modello.

4.2.1. Calibrazione del modello di danno ortotropico


Sono necessarie alcune considerazioni preliminari per meglio illustrare la procedura utilizzata per valutare i
parametri meccanici necessari per applicare il modello di danno ortotropo descritto nella Sezione 2.2, partendo
dai risultati ottenuti con le prove di micromodellazione.
Il macromodello, nella sua formulazione originaria, necessita di quattro parametri elastici lineari (EX, Esì , Gxy , mxy), e
undici parametri non lineari (FTX, FTsì , FCX0, FCsì0, FS; GFX, GFsì , UNX , BX , UNsì , Bsì ).
Il primo gruppo caratterizza il comportamento elastico del materiale ortotropo in condizioni di sollecitazione piana:
rispettivamente, i moduli di Young EX, Esì lungo le due direzioni naturali, il modulo di taglio Gxy e uno
rapporto di Poisson mxy (l'altro, cioè myx, può essere derivato dalla relazione mxy=EX ? myx=Esì).
Il secondo gruppo si riferisce alla resistenza e al comportamento non lineare del materiale. Tali parametri
sono rispettivamente: i carichi di rottura uniassiali FTX, FTsì e le soglie lineari di compressione uniassiali FCX0, FCsì0
lungo gli assi materiali; la resistenza al taglioFS; gli ultimi sei parametri caratterizzano la forma della parte non lineare
della curva costitutiva lungo le due direzioni, entrambe in campo tensile (cioè le energie di fratturaGFX, GFsì)
e in quello di compressione (cioè i parametri UNX , BX , UNsì , Bsì ). Tutti questi parametri possono essere valutati
eseguendo le cinque prove schematizzate in Fig. 23 in condizioni di spostamento controllato.
L'ultimo parametro da definire è il fattore di attrito F , cioè eq. (9), per il quale è necessario un test aggiuntivo
essere eseguita tenendo conto della contemporanea presenza di compressione e taglio.

(un) (B) (C) (D) (e)

Fig. 23. Prove per calibrare il modello di danno ortotropo: (a) tensione uniassiale parallela ai giunti del letto; (b) tensione uniassiale normale ai giunti
del letto; (c) compressione uniassiale parallela ai giunti del letto; (d) compressione uniassiale normale ai giunti del letto e (e) prova di taglio.
L. Berto et al. / Rivista internazionale di solidi e strutture 41 (2004) 4383–4405 4401

Tali prove possono essere effettuate sia per via sperimentale che numerica. Tuttavia, poiché solitamente è più
facile ottenere dati sperimentali sui singoli componenti (es. malta e mattoni) che su un pannello in muratura, la
simulazione numerica è la tecnica più appetibile. In particolare possono essere applicati due differenti approcci:
tecniche di omogeneizzazione (utili per valutare le proprietà elastiche) e simulazioni di micromodellazione,
entrambe basate sulle caratteristiche meccaniche dei materiali costituenti.
Nel presente lavoro è stata adottata quest'ultima procedura e sono stati ottenuti i parametri meccanici del
macromodello utilizzando i risultati delle prove di micromodellazione precedentemente descritte.

4.2.2. Confronto tra i risultati di micro e macro modellizzazione


Sono state effettuate quattro ulteriori simulazioni numeriche su entrambi i pannelli di muratura che abbiamo
analizzato nella Sezione 4.1 (vale a dire la muratura di legame corrente e la muratura di legame stack): due prove di
compressione uniassiali e due prove di trazione uniassiali, lungo i due assi del materiale. I risultati sono stati riassunti in
Fig. 24 in termini diRif curve che hanno permesso di valutare 13 dei parametri del materiale richiesti dalla macro-
modello, cioè EX, Esì , mxy , FTX, FTsì , FCX0, FCsì0, GFX, GFsì , UNX , BX , UNsì , Bsì .
Per quanto riguarda il comportamento a taglio della muratura (ovvero la stima del modulo di taglio Gxy , il
resistenza al taglio FS, e il fattore di attrito F ) sono stati considerati i test sviluppati nella sezione precedente.
La simulazione di questi test utilizzando il singolo elemento finito a quattro nodi ha portato alla stima di all
le proprietà del macromodello, che sono riassunte nelle Tabelle 4 e 5, rispettivamente, per la muratura di unione
di stack e per la muratura di vincolo di corsa.
Vale la pena notare come la diversa tessitura si rifletta sul diverso comportamento globale dei pannelli e di
conseguenza sui diversi valori delle proprietà del macromodello, soprattutto lungo il X-direzione per la quale no
l'interblocco è attivo.

? ?
- 0,05% - 0,04% - 0,03% - 0,02% - 0,01% 0,00% - 0,05% - 0,04% - 0,03% - 0,02% - 0,01% 0,00%
0 0
-1 -1
-2 -2
-3 -3

(MPa)
(MPa)

-4 -4
-5 -5
legame in corso
legame in corso
-6 -6
impilare un'obbligazione
impilare un'obbligazione

-7 -7
(un) (B)

legame in corso
0.12 0.12
legame in corso impilare un'obbligazione

0.1 impilare un'obbligazione 0.1


0.08 0.08
(MPa)

(MPa)

0.06 0.06
0.04 0.04
0.02 0.02
0 ? 0 ?
0.0E+00 2.0E-06 4.0E-06 6.0E-06 8.0E-06 1.0E-05 0.0E+00 2.0E-06 4.0E-06 6.0E-06 8.0E-06 1.0E-05
(C) (D)

Fig. 24. Risultati delle prove numeriche: (a) compressione normale ai giunti del letto; (b) compressione parallela ai giunti del letto; (c) tensione
normale ai giunti del letto e (d) tensione parallela ai giunti del letto.
4402 L. Berto et al. / Rivista internazionale di solidi e strutture 41 (2004) 4383–4405

Tabella 4
Stack bond muratura
X direzione sì direzione

Modulo elastico (MPa) EX ? 56000 Esì ? 43000


Modulo di taglio (MPa) Gxy ? 7820
rapporto di Poisson mxy ? 0:01
Limite elastico uniassiale a compressione (MPa) FCX0 ? 3:5 FCsì0 ? 2:25
Resistenza a trazione iniziale uniassiale (MPa) FTX ? 0:09 FTsì ? 0:09
Resistenza a taglio (MPa) FS ? 0:07
Energia di frattura (N/mm) GFX ? 0:00007 GFsì ? 0:00007
UN parametro UNCX ? 0:4 UNCsì ? 0:2
B parametro BCX ? 2:0 BCsì ? 1:3
Fattore di attrito F (MPa) F ? 0:65
Parametri del materiale per il macromodello.

Tabella 5
Muratura vincolata in esecuzione

X direzione sì direzione

Modulo elastico (MPa) EX ? 111000 Esì ? 43000


Modulo di taglio (MPa) Gxy ? 8615
rapporto di Poisson mxy ? 0:02
Limite elastico uniassiale in compressione (MPa) FCX0 ? 2:85 FCsì0 ? 2:25
Resistenza a trazione iniziale uniassiale (MPa) FTX ? 0:11 FTsì ? 0:1
Resistenza al taglio FS ? 0:08
Energia di frattura (N/mm) GFX ? 0:00025 GFsì ? 0:00005
UN parametro UNCX ? 0:28 UNCsì ? 0:2
B parametro BCX ? 1:5 BCsì ? 1:3
Fattore di attrito F (MPa) F ? 0:75
Parametri del materiale per il macromodello.

2,5 2,5
2.0 2.0
1.5 1.5
(MPa)
(MPa)

1.0 1.0
micromodello micromodello
0,5 0,5
macro-modello macro-modello
0.0 0.0
0,00% 0,02% 0,04% ? 0,06% 0,08% 0,10% 0,00% 0,02% 0,04% 0,06% 0,08% 0,10%
?

? ?
0,00% 0,02% 0,04% 0,06% 0,08% 0,10% 0,00% 0,02% 0,04% 0,06% 0,08% 0,10%
0.0 0.0

- 1.0 - 1.0
? sì (MPa)
y (MPa)

- 2.0 - 2.0

- 3.0 micro - modello - 3.0 micromodello


macro - modello macro-modello
- 4.0 - 4.0
(un) (B)

Fig. 25. Risultati delle prove numeriche senza precompressione ''iniziale''. ns curve e r-c per la: (a) muratura di legame stack e
(b) muratura obbligata corrente.
L. Berto et al. / Rivista internazionale di solidi e strutture 41 (2004) 4383–4405 4403

Fichi. 25-27, mostrano i risultati della macromodellazione sia in termini dins curve e di r-c curve,
rispettivamente per i pannelli di muratura di collegamento stack e di collegamento in esecuzione. Nelle stesse
figure, le curve ottenute con la micromodellazione, ovvero le Figg. 21 e 22, sono state riproposte, al fine di
consentire una più completa spiegazione e presentazione dei risultati delle analisi.
Come precedentemente affermato nell'ambito della micromodellazione, si può osservare che nel campo non lineare
l'aumento della deformazione di taglio è accompagnato da un aumento della precompressione. Vale la pena ricordare

2.50 2.50
2.00 2.00
1.50 1.50
(MPa)

(MPa)
1.00 1.00
micromodello micromodello
0,50 0,50
macro-modello macro-modello
0.00 0.00
0,00% 0,02% 0,04% γ 0,06% 0,08% 0,10% 0,00% 0,02% 0,04% γ 0,06% 0,08% 0,10%

0,00% 0,02% 0,04% 0,06% 0,08% 0,10% 0,00% 0,02% 0,04% 0,06% 0,08% 0,10%
0.0 ? 0.0 ?
- 1.0 - 1.0
y (MPa)

y (MPa)

- 2.0 - 2.0

- 3.0 micromodello - 3.0 micromodello


macro-modello macro-modello
- 4.0 - 4.0
(un) (B)

Fig. 26. Risultati delle prove numeriche con precompressione ''iniziale'' R ? 1 MPa. ns curve e r-c per la: (a) muratura di legame di stack
e (b) muratura continua.

2.50 2.50

2.00 2.00

1.50 1.50
(MPa)
(MPa)

1.00 1.00

0,50 micro - modello


0,50 micromodello
macro-modello
macro-modello
0.00 0.00
0,00% 0,02% 0,04% 0,06% 0,08% 0,10% 0,00% 0,02% 0,04% ? 0,06% 0,08% 0,10%
?

0,00% 0,02% 0,04% 0,06% 0,08% 0,10% 0,00% 0,02% 0,04% 0,06% 0,08% 0,10%

0.0 0.0 ?
?
- 1.0 - 1.0
y (MPa)
?sì (MPa)

- 2.0 - 2.0

- 3.0 - 3.0
micromodello micromodello
macro-modello macro-modello
- 4.0 - 4.0
(un) (B)

Fig. 27. Risultati delle prove numeriche con precompressione ''iniziale'' R ? 2 MPa. ns curve e r-c per la: (a) muratura a pacco e (b)
muratura a filo.
4404 L. Berto et al. / Rivista internazionale di solidi e strutture 41 (2004) 4383–4405

che un tale effetto può giustificare la stessa risposta che tutti i pannelli mostrano per elevate deformazioni di taglio,
indipendentemente dal tipo di tessitura e dal livello di precompressione ''iniziale''.
Si ottiene una buona impressione circa l'adeguatezza della legge costitutiva ortotropa adottata per modellare
la muratura. Infatti, con un unico set di parametri materici, il modello si rivela in grado di riprodurre in modo
soddisfacente il comportamento a taglio dei pannelli sia in campo lineare che non lineare, anche raccogliendo gli
effetti della tessitura muraria.

5. conclusione

Il comportamento a taglio dei pannelli murari è stato analizzato sia mediante modellazione a micro e
macro elementi finiti. È stato studiato l'effetto della trama (vale a dire stack bond o running bond) e di una
precompressione esterna applicata.
Nella prima parte è stata applicata la micromodellazione. In primo luogo, viene eseguita una semplice analisi
lineare e vengono confrontati i risultati numerici per l'incollaggio dello stack e la muratura del legame in
esecuzione con quelli ottenuti applicando la teoria dell'omogeneizzazione, ed è stato trovato un accordo
soddisfacente. Successivamente è stato utilizzato un modello di danno isotropo, sviluppato e validato in lavori
precedenti, per simulare il comportamento non lineare della muratura. In tal modo è stata studiata la risposta al
taglio della muratura oltre all'intervallo elastico. Vale la pena notare che l'analisi della risposta non lineare della
muratura è abbastanza difficile da ottenere utilizzando la tecnica dell'omogeneizzazione, mentre l'impiego di
prove sperimentali richiede costi elevati e tecniche sperimentali molto sofisticate, ad esempio a causa della
fragilità del campione.
Tali prove dimostrano la capacità del modello di seguire l'evoluzione della risposta meccanica dei pannelli in
muratura, sia in campo lineare che non lineare, secondo i risultati intuitivi del modello meccanico a blocchi rigidi,
ad esempio l'effetto della tessitura nella rigidità e resistenza della muratura sollecitata a taglio, nonché l'influenza
di una precompressione applicata.
Nella seconda parte dell'articolo è stato utilizzato un modello di danno ortotropo, sviluppato appositamente dagli
autori per l'analisi delle strutture murarie. Una caratterizzazione completa del macromodello, che tenga conto sia
dell'effetto della tessitura che della precompressione, è stata ottenuta utilizzando l'approccio della micromodellazione. I
risultati ottenuti hanno dimostrato la capacità del macromodello di riprodurre il comportamento globale, nonché le
modalità di rottura del pannello in muratura sollecitato a taglio.
Tale risultato è molto interessante per l'applicazione pratica, poiché in questo campo la procedura di
micromodellazione è raramente applicata a causa dell'intenso sforzo computazionale che richiede l'elevata accuratezza e
la procedura di macromodellazione è l'unica opzione efficace.
In questo lavoro viene mostrato l'uso della tecnica di micromodellazione per determinare i parametri necessari per
calibrare un macromodello e viene evidenziata l'efficacia del macromodello per catturare il comportamento a taglio
globale della muratura.

Ringraziamenti

Gli autori desiderano esprimere il loro ringraziamento al prof. Antonio Di Carlo per i suoi utili consigli nella
preparazione di questo lavoro e il dott. Antonella Cecchi per le preziose discussioni.

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